rosario battiato e agata sapienza leggere d’autunno filedelusione dell’estate, il periodo...

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A La soffitta di carta sarà uno speciale inserto di Univertinforma. A curarlo sarà la redazione di Asterischi.it, il blog ludico culturale, che dalla sua nascita, tre anni or sono, gioca con l’arte e la letteratura, offrendo e miscelando contenuti ‘alti’ e ‘bassi’ e credendo fermamente nel potere della parola verso e per tutti. La scelta non è casuale, infatti non abbiamo voluto un finissimo salotto rococò per parlare dei nostri autori, ma una soffitta lace- ra, consunta, stantia, che è un luogo riservato, occultato, rispetto le vie abituali della casa, dove solitamente si accomodano gli amici e non gli ospiti illustri. Da questa stanza sospesa, dove spesso si accatasta la roba vecchia e inutilizzata, offriremo piccoli contenuti e tesori nascosti, ma sen- za esagerare perché non vogliamo sfasciare la vostra pazienza e il vostro momento di svago. Insomma, le parole pesanti non sovraccaricheranno l’intera abitazione. E veniamo al tema di questo primo numero. L’autunno si presenta fastidio- so e male acconciato perché porta con sé un vago senso di incompiuto, che, in realtà, è solo un amaro lascito dei sogni potenziali della primavera, puntualmente bruciati durante le estati della nostra vita. Amori, lavori, viag- gi, bagni, speranze. L’autunno spezza il corteo dell’illusione e ci rimette, più che il passare degli anni, di fronte al bilancio dell’esistenza. Per accompa- gnarvi in questa delicatissima fase dell’anno abbiamo preparato un nume- ro per farvi rilassare che si intitola appunto Leggere d’autunno, per rendervi più Leggère queste giornate. Agata Sapienza, Rosario Battiato L EGGÈRE GIORNATE AUTUNNALI S E di nuovo ritorna l’autunno: la stagione delle foglie cadute vi- sta da sei cantautori italiani. PIERO CIAMPI Autunno a Milano Come Bianciardi ne La vita agra, Piero Ciampi ci ricorda che l’autunno milanese è il più duro da digerire, perché nella solitudine di una grande città le promesse estive non mantenu- te ritornano come fantasmi nel- le grigie strade del capoluogo lombardo. FRANCESCO GUCCINI Autunno L’autunno del Maestrone è fred- do e noioso, occupato solo da rimpianti e ricordi della bella stagione appena finita, quell’e- state in cui si diceva ‘io faccio’ e mai ‘io ricordo’. ALBERTO FORTIS Settembre Fortis riflette su un amore esti- vo giunto al suo termine, ma come uno studente che torna a scuola pensando già all’esta- te successiva, affida a settem- bre l’arduo compito di custodi- re i suoi sentimenti fino alla fine della stagione. STADIO - Autunno Per il gruppo guidato da Gae- tano Curreri l’autunno è fatto di coperte rimboccate, vestiti che cambiano armadio, giornate sempre più corte e canzoni dolorose, e neanche i colori pastello che invadono i viali al- berati sembrano darci sollievo. DIMARTINO Maledetto autunno Dimartino è palermitano, ma la sua canzone ci rimanda nuo- vamente alle grandi città del nord, nelle quali, quando viene l’autunno, è più facile incontrar- si in metro che mentre si pas- seggia per i giardini comunali; si ha appena il tempo di scam- biarsi un freddo ‘come stai’ e bi- sogna tornare alla frenetica vita della metropoli. FRANCO BATTIATO Veni L’autunnu Le giornate si accorciano, gli alberi si spogliano, la scuola è alle porte. Ritorna l’autunno, e con esso questa Sicilia cam- bia colore, odore e ritornano i ricordi, i sentimenti indescrivibili e irrequieti. In lontananza solo i “riuturi” a mare che riecheggia- no nei versi arabi di ineluttabile disincanto. Loris Magro OUNDTRACK Salutare l’ingresso di una stagio- ne complessa come l’autunno richiede attenzione e delica- tezza. Si può, infatti, facilmen- te cadere nell’ovvia ricerca di un’estate che non c’è più, o nel tentativo di accelerare il temuto incombere dell’inverno. Così per sfatare questi rischi vi consigliamo di vedere La città dei mostri (1963) dell’immenso Roger Corman. Menu saporito. Mettete assieme Vincent Price e Lon Chaney junior, una città senza stagioni, che non è l’in- verno eterno, ma un ricamo de- licato tra luci e ombre che non spinge alla disperazione ma suggerisce un mondo surgela- to, impassibile. È un passaggio freddo e inospitale, come l’au- tunno, che non è l’inferno della dannazione né la beatitudine della salvezza. Confezionate il tutto con un protagonista che si chiama Charles Dexter Ward (lo specchio deformato di Howard P. Lovecraft) e vedrete che im- plorerete l’inverno più nero. Come diceva lo scrittore ame- ricano, ma citiamo a memoria, il buio ha, infatti, la miracolosa facoltà di nascondere il male. Filippo Grasso I L PROIEZIONISTA LA SOFFITTA DI CARTA a cura di asterischi.it, un progetto di rosario battiato e agata sapienza LEGGERE DAUTUNNO Autunno, stagione sleale. Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987 è uno tra gli esponenti più inte- ressanti di quella che alcuni co- minciano già a definire come la nuova scuola cantautorale siciliana. Al suo attivo due al- bum, collaborazioni con Dario Brunori, Marta sui Tubi e Le Luci della Centrale Elettrica e un paio di pezzi dispersi tra compi- lation e dischi-tributo. Con Loris Magro di Asterischi. it ha parlato del suo ultimo al- bum Sarebbe bello non lasciar- si mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile. Quando si parla di canzoni, si potrebbe pensare che le stagioni più ‘adatte’ siano l’e- state e l’inverno, in ossequio al luogo comune secondo cui le mezze stagioni non esistono più. Eppure basta una rapida carrellata musicale per ren- dersi conto di come tanto i cantautori quanto i cantanti pop abbiano scelto l’autunno come tema per un loro pezzo. Tu perché l’hai fatto in Male- detto autunno? da cosa na- sce questa canzone? I NTERVISTE CON UOMINI IMPOSSIBILI Antonio Dimartino Bufalino scriveva “autunno, sta- gione sleale” . Per me vale più o meno lo stesso, in sicilia il primo giorno di autunno si può ancora andare al mare e il giorno dopo può pioverti addosso l’universo. Ho dei ricordi molto intensi le- gati a questa stagione , per me è una falsa stagione di pas- saggio, l’illusione dell’inverno la delusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul- timo disco, Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbando- narsi ogni tanto è utile, riman- dano ad attività e momenti che cominciano in autunno: l’università, il catechismo... E’ forse questo il filo rosso che unisce tutte le canzoni del di- sco? In realtà non ci avevo mai pen- sato, le canzoni di questo disco per me sono fotografie di un momento al di fuori di uno spa- zio temporale ben definito. Se c’è un filo che tiene tutti i pezzi uniti lo ritroverei proprio nel con- cetto di tempo di come cam- bia a seconda delle età e delle esperienze personali. Tornando all’autunno è proprio la stagio- ne in cui è più difficile accor- gersi del tempo che passa, le giornate si accorciano e si ritor- na con difficoltà ai ritmi abituali. Loris Magro

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Page 1: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

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SE di nuovo ritorna l’autunno: la stagione delle foglie cadute vi-sta da sei cantautori italiani.PIERO CIAMPIAutunno a MilanoCome Bianciardi ne La vita agra, Piero Ciampi ci ricorda che l’autunno milanese è il più duro da digerire, perché nella solitudine di una grande città le promesse estive non mantenu-te ritornano come fantasmi nel-le grigie strade del capoluogo lombardo.FRANCESCO GUCCINI AutunnoL’autunno del Maestrone è fred-do e noioso, occupato solo da rimpianti e ricordi della bella stagione appena finita, quell’e-state in cui si diceva ‘io faccio’ e mai ‘io ricordo’.ALBERTO FORTISSettembreFortis riflette su un amore esti-vo giunto al suo termine, ma come uno studente che torna a scuola pensando già all’esta-te successiva, affida a settem-bre l’arduo compito di custodi-re i suoi sentimenti fino alla fine della stagione.STADIO - AutunnoPer il gruppo guidato da Gae-tano Curreri l’autunno è fatto di coperte rimboccate, vestiti che cambiano armadio, giornate sempre più corte e canzoni dolorose, e neanche i colori pastello che invadono i viali al-berati sembrano darci sollievo.DIMARTINO Maledetto autunnoDimartino è palermitano, ma la sua canzone ci rimanda nuo-vamente alle grandi città del nord, nelle quali, quando viene l’autunno, è più facile incontrar-si in metro che mentre si pas-seggia per i giardini comunali; si ha appena il tempo di scam-biarsi un freddo ‘come stai’ e bi-sogna tornare alla frenetica vita della metropoli. FRANCO BATTIATOVeni L’autunnuLe giornate si accorciano, gli alberi si spogliano, la scuola è alle porte. Ritorna l’autunno, e con esso questa Sicilia cam-bia colore, odore e ritornano i ricordi, i sentimenti indescrivibili e irrequieti. In lontananza solo i “riuturi” a mare che riecheggia-no nei versi arabi di ineluttabile disincanto.

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LA SOFFITTA DI CARTA a cura di asterischi.it, un progetto di rosario battiato e agata sapienza

LEGGERE D’AUTUNNOAutunno, stagione sleale. Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987

è uno tra gli esponenti più inte-ressanti di quella che alcuni co-minciano già a definire come la nuova scuola cantautorale siciliana. Al suo attivo due al-bum, collaborazioni con Dario Brunori, Marta sui Tubi e Le Luci della Centrale Elettrica e un paio di pezzi dispersi tra compi-lation e dischi-tributo.Con Loris Magro di Asterischi.it ha parlato del suo ultimo al-bum Sarebbe bello non lasciar-si mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile.

Quando si parla di canzoni, si potrebbe pensare che le stagioni più ‘adatte’ siano l’e-state e l’inverno, in ossequio al luogo comune secondo cui le mezze stagioni non esistono più. Eppure basta una rapida carrellata musicale per ren-dersi conto di come tanto i cantautori quanto i cantanti pop abbiano scelto l’autunno come tema per un loro pezzo. Tu perché l’hai fatto in Male-detto autunno? da cosa na-sce questa canzone?

I

NTERVISTE CON UOMINI IMPOSSIBILIAntonio Dimartino

Bufalino scriveva “autunno, sta-gione sleale” . Per me vale più o meno lo stesso, in sicilia il primo giorno di autunno si può ancora andare al mare e il giorno dopo può pioverti addosso l’universo. Ho dei ricordi molto intensi le-gati a questa stagione , per me è una falsa stagione di pas-saggio, l’illusione dell’inverno la delusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno.

Anche altre canzoni del tuo ul-timo disco, Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbando-narsi ogni tanto è utile, riman-dano ad attività e momenti che cominciano in autunno: l’università, il catechismo... E’

forse questo il filo rosso che unisce tutte le canzoni del di-sco?In realtà non ci avevo mai pen-sato, le canzoni di questo disco per me sono fotografie di un momento al di fuori di uno spa-zio temporale ben definito. Se c’è un filo che tiene tutti i pezzi uniti lo ritroverei proprio nel con-cetto di tempo di come cam-bia a seconda delle età e delle esperienze personali. Tornando all’autunno è proprio la stagio-ne in cui è più difficile accor-gersi del tempo che passa, le giornate si accorciano e si ritor-na con difficoltà ai ritmi abituali.

Loris Magro

Page 2: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

ALa soffitta di carta sarà uno speciale inserto di Univertinforma. A curarlo sarà la redazione di Asterischi.it, il blog ludico culturale, che dalla sua nascita, tre anni or sono, gioca con l’arte e la letteratura, offrendo e miscelando contenuti ‘alti’ e ‘bassi’ e credendo fermamente nel potere della parola verso e per tutti. La scelta non è casuale, infatti non abbiamo voluto un finissimo salotto rococò per parlare dei nostri autori, ma una soffitta lace-ra, consunta, stantia, che è un luogo riservato, occultato, rispetto le vie abituali della casa, dove solitamente si accomodano gli amici e non gli ospiti illustri. Da questa stanza sospesa, dove spesso si accatasta la roba vecchia e inutilizzata, offriremo piccoli contenuti e tesori nascosti, ma sen-za esagerare perché non vogliamo sfasciare la vostra pazienza e il vostro momento di svago. Insomma, le parole pesanti non sovraccaricheranno l’intera abitazione.E veniamo al tema di questo primo numero. L’autunno si presenta fastidio-so e male acconciato perché porta con sé un vago senso di incompiuto, che, in realtà, è solo un amaro lascito dei sogni potenziali della primavera, puntualmente bruciati durante le estati della nostra vita. Amori, lavori, viag-gi, bagni, speranze. L’autunno spezza il corteo dell’illusione e ci rimette, più che il passare degli anni, di fronte al bilancio dell’esistenza. Per accompa-gnarvi in questa delicatissima fase dell’anno abbiamo preparato un nume-ro per farvi rilassare che si intitola appunto Leggere d’autunno, per rendervi più Leggère queste giornate.

Agata Sapienza, Rosario Battiato

L EGGÈRE GIORNATE AUTUNNALI

Salutare l’ingresso di una stagio-ne complessa come l’autunno richiede attenzione e delica-tezza. Si può, infatti, facilmen-te cadere nell’ovvia ricerca di un’estate che non c’è più, o nel tentativo di accelerare il temuto incombere dell’inverno. Così per sfatare questi rischi vi consigliamo di vedere La città dei mostri (1963) dell’immenso Roger Corman. Menu saporito. Mettete assieme Vincent Price e Lon Chaney junior, una città senza stagioni, che non è l’in-verno eterno, ma un ricamo de-licato tra luci e ombre che non spinge alla disperazione ma suggerisce un mondo surgela-to, impassibile. È un passaggio freddo e inospitale, come l’au-tunno, che non è l’inferno della dannazione né la beatitudine della salvezza. Confezionate il tutto con un protagonista che si chiama Charles Dexter Ward (lo specchio deformato di Howard P. Lovecraft) e vedrete che im-plorerete l’inverno più nero. Come diceva lo scrittore ame-ricano, ma citiamo a memoria, il buio ha, infatti, la miracolosa facoltà di nascondere il male.

Filippo Grasso

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gio

rna

te

sem

pre

p

co

rte

e

ca

nzo

ni

do

loro

se,

e

nea

nche

i

co

lori

pa

ste

llo c

he in

vad

ono

i vi

ali

al-

be

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sem

bra

no d

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i so

llievo

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IMA

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O

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one

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nuo

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alle

gra

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el

nord

, ne

lle q

uali,

qua

ndo

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ne

l’aut

unno

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iù fa

cile

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rar-

si in

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ent

re s

i p

as-

seg

gia

pe

r i

gia

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si ha

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pe

na il

tem

po

di s

ca

m-

bia

rsi u

n fre

dd

o ‘c

om

e s

tai’

e b

i-so

gna

torn

are

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fre

netic

a v

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de

lla m

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po

li.

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IATO

Veni

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gio

rna

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iano

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li a

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glia

no,

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lle p

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torn

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’aut

unno

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c

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od

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i se

ntim

ent

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esc

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olo

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rsi a

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nza

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no, s

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ione

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nte

, 198

7

Bufa

lino

sc

rive

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ne s

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le” .

Pe

r me

va

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tess

o, i

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ilia il

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rno

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no s

i può

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ora

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iorn

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o

può

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do

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rso

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nsi

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ga

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sta

sta

gio

ne ,

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è

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st

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d

i p

as-

sag

gio

, l’il

lusio

ne d

ell’i

nve

rno

la

de

lusio

ne d

ell’e

sta

te,

il p

erio

do

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re

pe

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co

ntra

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pe

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ale

de

tto a

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no.

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nzo

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el t

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Sare

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, rim

an-

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no:

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vers

ità,

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chi

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... E

fors

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o r

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o?

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no

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en-

sato

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ca

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ni d

i que

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ono

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di

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mo

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zio t

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rale

be

n d

efin

ito.

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c’è

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filo

che

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ne t

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zzi

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lo ri

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rei p

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el c

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ce

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me

ca

m-

bia

a s

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età

e d

elle

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rienz

e p

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li. T

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utun

no è

pro

prio

la s

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io-

ne i

n c

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cile

ac

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r-g

ers

i d

el

tem

po

che

pa

ssa

, le

g

iorn

ate

si a

cc

orc

iano

e s

i rito

r-na

co

n d

iffic

oltà

ai r

itmi a

bitu

ali.

Loris

Ma

gro

Page 3: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

ASalutare l’ingresso di una stagio-ne complessa come l’autunno richiede attenzione e delica-tezza. Si può, infatti, facilmen-te cadere nell’ovvia ricerca di un’estate che non c’è più, o nel tentativo di accelerare il temuto incombere dell’inverno. Così per sfatare questi rischi vi consigliamo di vedere La città dei mostri (1963) dell’immenso Roger Corman. Menu saporito. Mettete assieme Vincent Price e Lon Chaney junior, una città senza stagioni, che non è l’in-verno eterno, ma un ricamo de-licato tra luci e ombre che non spinge alla disperazione ma suggerisce un mondo surgela-to, impassibile. È un passaggio freddo e inospitale, come l’au-tunno, che non è l’inferno della dannazione né la beatitudine della salvezza. Confezionate il tutto con un protagonista che si chiama Charles Dexter Ward (lo specchio deformato di Howard P. Lovecraft) e vedrete che im-plorerete l’inverno più nero. Come diceva lo scrittore ame-ricano, ma citiamo a memoria, il buio ha, infatti, la miracolosa facoltà di nascondere il male.

Filippo Grasso

IL

PROIEZIONISTA

è uno

tra g

li esp

one

nti più inte

-re

ssanti d

i que

lla c

he a

lcuni c

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minc

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già

a d

efinire

co

me

la

nuova

scuo

la c

anta

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le

sicilia

na. Al suo

attivo

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bum

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llab

ora

zioni c

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ri, Ma

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i e Le

Luci

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lla

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ntrale

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ttrica

e

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pa

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i pe

zzi disp

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co

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i-la

tion e

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hi-tributo

.C

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ris Ma

gro

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el suo

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Sare

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scia

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rsi og

ni ta

nto è

utile.

Qua

ndo

si pa

rla d

i ca

nzoni,

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e

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c

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stag

ioni p

iù ‘ad

atte

’ siano

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state

e l’inve

rno, in o

sseq

uio a

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go

co

mune

sec

ond

o c

ui le

me

zze

stag

ioni

non

esisto

no

più. Ep

pure

ba

sta una

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ida

c

arre

llata

m

usica

le

pe

r re

n-d

ersi c

onto

di c

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e ta

nto i

ca

ntauto

ri q

uanto

i

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ntanti

po

p a

bb

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sce

lto l’a

utunno

co

me

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a p

er un lo

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ezzo

. Tu p

erc

hé l’ha

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le-

de

tto a

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a c

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na-

sce

que

sta c

anzo

ne?

E di nuo

vo rito

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gio

ne d

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fog

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ad

ute vi-

sta d

a se

i ca

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ri italia

ni.PIERO

CIA

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Autunno

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Co

me

Bia

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rdi

ne

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ag

ra, Pie

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iam

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i rico

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c

he l’a

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ilane

se è

il più

duro

da

dig

erire

, pe

rché

nella

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litudine

di una

gra

nde

città

le

pro

me

sse e

stive no

n ma

ntenu-

te rito

rnano

co

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fanta

smi ne

l-le

grig

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de

de

l ca

po

luog

o

lom

ba

rdo

.FRA

NC

ESCO

GUC

CIN

I A

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ae

strone

è fre

d-

do

e no

ioso

, oc

cup

ato

solo

da

rim

pia

nti e

ric

ord

i d

ella

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sta

gio

ne a

pp

ena

finita, q

uell’e

-sta

te in c

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eva

‘io fa

cc

io’

e m

ai ‘io

rico

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’.A

LBERTO FO

RTISSe

ttem

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Fortis rifle

tte su un a

mo

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sti-vo

giunto

al suo

term

ine, m

a

co

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uno stud

ente

che

torna

a

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la p

ensa

ndo

già

all’e

sta-

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ffida

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ttem

-b

re l’a

rduo

co

mp

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i custo

di-

re i suo

i sentim

enti fino

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fine

de

lla sta

gio

ne.

STAD

IO - A

utunnoPe

r il grup

po

guid

ato

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Ga

e-

tano

Curre

ri l’autunno

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tto d

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erte

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ca

te, ve

stiti che

c

am

bia

no

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io,

gio

rnate

se

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re

più

co

rte

e

ca

nzoni

do

loro

se,

e

nea

nche

i

co

lori

pa

stello

che

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ono

i viali a

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era

ti sem

bra

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i sollie

vo.

DIM

ARTIN

O

Ma

led

etto

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Dim

artino

è p

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rmita

no, m

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sua

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nzone

ci rim

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a nuo

-va

me

nte a

lle g

rand

i città

de

l no

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uali, q

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o vie

ne

l’autunno

, è p

iù fac

ile inc

ontra

r-si in m

etro

che

me

ntre si p

as-

seg

gia

pe

r i gia

rdini c

om

unali;

si ha a

pp

ena

il tem

po

di sc

am

-b

iarsi un fre

dd

o ‘c

om

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i’ e b

i-so

gna

torna

re a

lla fre

netic

a vita

d

ella

me

trop

oli.

FRAN

CO

BATTIA

TOVe

ni L’autunnu

Le g

iorna

te si a

cc

orc

iano

, gli

alb

eri si sp

og

liano

, la sc

uola

è

alle

po

rte. Rito

rna l’a

utunno, e

c

on

esso

q

uesta

Sic

ilia

ca

m-

bia

co

lore

, od

ore

e rito

rnano

i ric

ord

i, i sentim

enti ind

esc

rivibili

e irre

quie

ti. In lonta

nanza

solo

i “riuturi” a

ma

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he rie

che

gg

ia-

no ne

i versi a

rab

i di ine

luttab

ile

disinc

anto

. Lo

ris Ma

gro

La soffitta di carta sarà uno speciale inserto di Univertinforma. A curarlo sarà la redazione di Asterischi.it, il blog ludico culturale, che dalla sua nascita, tre anni or sono, gioca con l’arte e la letteratura, offrendo e miscelando contenuti ‘alti’ e ‘bassi’ e credendo fermamente nel potere della parola verso e per tutti. La scelta non è casuale, infatti non abbiamo voluto un finissimo salotto rococò per parlare dei nostri autori, ma una soffitta lace-ra, consunta, stantia, che è un luogo riservato, occultato, rispetto le vie abituali della casa, dove solitamente si accomodano gli amici e non gli ospiti illustri. Da questa stanza sospesa, dove spesso si accatasta la roba vecchia e inutilizzata, offriremo piccoli contenuti e tesori nascosti, ma sen-za esagerare perché non vogliamo sfasciare la vostra pazienza e il vostro momento di svago. Insomma, le parole pesanti non sovraccaricheranno l’intera abitazione.E veniamo al tema di questo primo numero. L’autunno si presenta fastidio-so e male acconciato perché porta con sé un vago senso di incompiuto, che, in realtà, è solo un amaro lascito dei sogni potenziali della primavera, puntualmente bruciati durante le estati della nostra vita. Amori, lavori, viag-gi, bagni, speranze. L’autunno spezza il corteo dell’illusione e ci rimette, più che il passare degli anni, di fronte al bilancio dell’esistenza. Per accompa-gnarvi in questa delicatissima fase dell’anno abbiamo preparato un nume-ro per farvi rilassare che si intitola appunto Leggere d’autunno, per rendervi più Leggère queste giornate.

Agata Sapienza, Rosario Battiato

L EGGÈRE GIORNATE AUTUNNALIS

OUN

DTRA

CK

INTERVISTE C

ON

UOM

INI IM

POSSIBILI

Anto

nio D

ima

rtino

LA SOFFITTA D

I CARTA

a c

ura d

i aste

rischi.it, un p

rog

etto

di

rosa

rio b

attia

to e

ag

ata

sap

ienza

LEGG

ERE D’A

UTUNN

OA

utunno, sta

gio

ne sle

ale

. Ge

suald

o Bufa

lino, Il m

alp

ensa

nte, 1987

Bufalino

scrive

va “a

utunno, sta

-g

ione

slea

le” . Pe

r me

vale

più o

m

eno

lo ste

sso, in sic

ilia il p

rimo

g

iorno

di a

utunno si p

uò a

nco

ra

and

are

al m

are

e il g

iorno

do

po

p

uò p

iove

rti ad

do

sso l’unive

rso.

Ho

de

i rico

rdi m

olto

intensi le

-g

ati a

que

sta sta

gio

ne , p

er m

e

è

una

falsa

sta

gio

ne

di

pa

s-sa

gg

io, l’illusio

ne d

ell’inve

rno la

d

elusio

ne d

ell’e

state

, il pe

riod

o

mig

liore

p

er

rinco

ntrarsi,

pe

r q

uesto

Ma

led

etto

autunno

.

Anc

he a

ltre c

anzo

ni de

l tuo ul-

timo

disc

o, Sa

reb

be

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llo no

n la

scia

rsi m

ai,

ma

a

bb

and

o-

narsi o

gni ta

nto è

utile, rim

an-

da

no

ad

a

ttività

e

mo

me

nti c

he c

om

incia

no in a

utunno:

l’università

, il ca

tec

hismo

... E’

forse

que

sto il filo

rosso

che

unisc

e tutte

le c

anzo

ni de

l di-

sco

?In re

altà

non c

i ave

vo m

ai p

en-

sato

, le c

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ni di q

uesto

disc

o

pe

r me

sono

foto

gra

fie d

i un m

om

ento

al d

i fuori d

i uno sp

a-

zio te

mp

ora

le b

en d

efinito

. Se

c’è

un filo c

he tie

ne tutti i p

ezzi

uniti lo ritro

vere

i pro

prio

nel c

on-

ce

tto d

i tem

po

di c

om

e c

am

-b

ia a

sec

ond

a d

elle

età

e d

elle

e

spe

rienze

pe

rsona

li. Torna

ndo

a

ll’autunno

è p

rop

rio la

stag

io-

ne in c

ui è p

iù diffic

ile a

cc

or-

ge

rsi de

l tem

po

che

pa

ssa, le

g

iorna

te si a

cc

orc

iano

e si rito

r-na

co

n diffic

oltà

ai ritm

i ab

ituali.

Loris M

ag

ro

Page 4: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

ACi sono degli autori che im-mancabilmente si presentato alla porta quando pensi alla lande marroni, alle foglie mor-te, ai primi tè caldi, alle burra-sche, alla fosca intransigenza di una stagione che ti accom-pagna nel periodo dell’anno da passare in casa, avvolto tra comodi plaid, qualche libro, una scacchiera e pochi amici. Come dicevamo, alla porta del nostro scantinato, si è presenta-to un vecchio scrittore, morto purtroppo appena qualche mese fa, ma sicuramente dono di questa stagione. Ray Brab-dury, conosciuto certamente per Fahrenheit 451 e Cronache marziane, in realtà ha prodotto due splendidi esemplari di let-teratura autunnale (e non solo per i titoli): Paese d’ottobre e Il popolo dell’autunno. Nel pri-mo caso ci troviamo di fronte ad una raccolta di racconti scritta per un Paese «fatto più che altro di cantine, cellieri, carbonaie, soffitte, credenze, sgabuzzini, tutti sul lato oppo-sto al sole». Insomma, scrive Bradbury, è un Paese «di gente autunnale, con pensieri soltan-to autunnali, il cui passo di not-te sui marciapiedi ha suono di pioggia...». Così queste piccole e deliziose perle dalle atmosfe-re rarefatte, dagli istinti malati, dal vago sapore di neogotico, scivoleranno via come biscotti-ni da intingere nelle vostre tazze di latte caldo (o tè, se preferite). Il popolo dell’autunno, invece, vi porta in stagione inoltrata – siamo ad una settimana dalla festa di Halloween – quando un circo magico, la più classica delle apparizioni fanciullesche, si presenta in città. Saranno proprio due ragazzi a vivere la loro battaglia contro le forze del male. Seguendo il buon

esempio del vecchio Ambro-se Bierce vi diciamo che biso-gna avere rispetto dell’autore e della sensazione che vuole creare, quindi da leggere rigo-rosamente rannicchiati sotto le coperte, preferibilmente da soli (non vi stiamo chiedendo il lume di candela, ma sarebbe preferibile) così da agevolare il viaggio nei mondi oscuri e inaccessibili dell’adolescenza. Per alcuni critici senza Il popo-lo dell’autunno non avremmo avuto It di Stephen King. Questo non lo sappiamo, ma di certo possiamo dirvi che senza il po-polo non avrete l’autunno che meritate.Poi ci sono gli autori che ave-te sempre sul comodino e che non pensate possano cade-re giù come foglie, in silenzio, senza inneggiare troppo alla stagione del letargo. Cambia-mo anche genere, e sentiamo il ritmo cadenzato dei passi stanchi di Pablo Neruda, che nella sua Residenza sulla terra II ci informa, alla fine, del ritor-no dell’autunno. «Il cavallo del vecchio autunno ha la barba rossa/e la bava della paura gli copre le mascelle/e l’aria che lo segue è simile all’oceano/e profuma di un vago marciume sotterrato»; una raccolta dai toni, più che riposati, volti al ri-poso: «Voglio solo un riposo di pietre o di lana,/voglio solo non vedere stabilimenti né giardini,/né mercanzie, né occhiali, né ascensori». Per ricordarci che Neruda non è solo amore, che qualche volta ha bisogno di riposare anche da quello, per ritrovare un po’ di sé perduto. Nel tempo che non passerete guardandovi allo specchio per controllare cosa avete perso durante l’anno e cosa invece è rimasto uguale, leggete Ne-

L ETTURE D’AUTUNNO

hanno scritto:rosario battiato

filippo grassoloris magro

agata sapienzagrafica:

stefania rifuggiatoillustrazioni:

germana ferlito

ruda. E se proprio non vi trovate più passate a La cura di Her-mann Hesse. Chissà che assie-me a lui non possiate sentirvi un po’ lontani dal mondo, immersi nei dettagli della vita, riscopren-do pure il piacere del cibo, che l’estate di certo avrà un po’ smorzato. Nutrire anima e cor-po. Noi, per esservi d’aiuto al cento per cento, vi consigliamo anche il nutrimento del corpo; quello dell’anima è dentro i libri, che scrivete dentro e leggete fuori. «Così, probabilmente, an-che questa pioggia era opera mia ed io mi sentii pronto ad assumerne la responsabilità».

Agata Sapienza Rosario Battiato

AC

CO

NTI

D’A

SPO

RTO

RI D

UE A

UTUN

NI D

I PIE

RO

Anc

he q

uell’a

nno

, l’u

ltim

o to

cc

o d

ella

ca

mp

ane

lla a

ve-

va v

isto

Pie

ro,

co

n il

big

lietto

tra

le

ma

ni,

pro

nto

pe

r il

via

gg

io d

elle

va

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nze

. “D

ove

va

i st

avo

lta?”

“Ad

Aut

un-

no”

risp

ose

, c

om

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gni

ann

o.

Orm

ai l

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ag

gio

r p

arte

d

ei s

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olle

ghi

, c

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in d

ai i

prim

i gio

rni d

i giu

gno

po

r-ta

va il

co

stum

e s

otto

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stiti

so

bri

de

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fess

ore

, no

n si

pre

nde

va p

iù il

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urb

o d

i chi

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erg

lielo

. So

lo M

arc

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si

ost

ina

va a

nco

ra,

spe

rand

o c

he la

vic

ina

nza

fe

de

le d

u-ra

nte

tutto

l’a

nno

sc

ola

stic

o g

li fa

ce

sse

vin

ce

re il

pre

mio

c

onfi

de

nza

. Div

ent

are

inse

gna

nte

pe

r ave

re tu

tta l’

est

ate

lib

era

da

de

dic

are

all’a

utun

no e

ra la

sc

elta

mig

liore

che

a

vess

e m

ai f

atto

. E

pa

rtiva

pe

r lu

og

hi d

i cui

no

n c

ono

-sc

eva

ne

mm

eno

il n

om

e,

e c

he n

oi,

ovv

iam

ent

e,

non

rife

rire

mo

. La

ra, l

a m

og

lie, l

’ave

va p

ers

o d

a u

n p

o’ e

no

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sent

iva

più

in c

olp

a d

i pre

ferir

e il

ma

re e

l’a

tmo

sfe

ra

da

sp

iag

gia

. Q

uad

ern

i, sig

ari

e u

na s

ca

cc

hie

ra s

enz

a

pe

zzi.

Ah,

e la

sua

co

mp

ag

na d

i via

gg

io,

che

ritr

ova

va

a o

gni

pa

rtenz

a s

em

pre

più

lum

ino

sa, m

a d

i que

lla lu

ce

c

he p

uoi g

uard

are

se

nza

ag

gro

ttare

la f

ront

e.

Perc

hé il

p

rimo

aut

unno

di

Pie

ro s

erv

iva

a f

are

l’a

mo

re,

co

n le

i, c

on

se s

tess

o e

co

n tu

tti i

fog

li c

he ri

usc

iva

a p

orta

rsi d

ie-

tro. I

l se

co

ndo

, sul

qua

le s

i dist

end

eva

al s

uo ri

torn

o, e

ra

pe

r la

me

mo

ria.

E la

me

mo

ria c

ons

iste

va n

ella

ric

erc

a

di q

ualc

osa

che

pa

rlass

e d

el p

erio

do

tra

sco

rso

: le

gg

e-

va le

sto

rie c

he a

veva

ap

pe

na r

ipro

do

tto e

que

lle c

he

avr

eb

be

viss

uto

l’a

nno

se

gue

nte

. Il s

ec

ond

o a

utun

no e

ra

que

llo d

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lette

ratu

ra,

pe

rché

c’e

ra d

i ce

rto q

ualc

uno

c

he a

veva

già

sc

ritto

di l

ui, i

n q

ualc

he p

arte

de

l mo

ndo

. Er

a q

uello

il m

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ent

o in

cui

si s

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iva

in le

targ

o, l

ont

ano

d

a t

utto

, m

ent

re f

ac

eva

la s

ua s

tanc

a le

zione

, m

ent

re

rime

tteva

tutti

que

gli

inut

ili p

ezz

i sul

la s

ca

cc

hie

ra p

er f

are

in

mo

do

che

lo

muo

vess

ero

, ra

pid

am

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e,

dia

go

nal-

me

nte

, tra

sve

rsa

lme

nte

, ve

rso

un

altr

o a

utun

no, p

ieno

di

sile

nzio

.Fi

lipp

o G

rass

o

«Le patate alla paprika borbogliavano nel te-game. Jutka affettava i cetrioli.[…] Controllò di nuovo le patate, ormai cotte, e versò tutto in un piatto da portata di porcellana, mise in tavola anche l’in-salata di cetrioli e bussò alla porta dello studio.»Cuoco: Péter NádasRicettario: La casa della signora KláraIngredienti:600 grammi di patateOlio extravergine di olivaAcetoPaprika piccanteCetrioliPreparazione: Pelare le patate, sciacquarle e tagliarle a cubetti. Porre le patate in una pentola con acqua leggermente salate, e portare l’acqua a temperatura d’ebolli-zione. Dopo cinque mi-nuti dall’inizio dell’ebolli-zione, scolare le patate e condirle con un dell’olio extravergine d’oliva e un cucchiaio di paprika pic-

cante.Mescolare le patate e la papri-ka e disporre il tutto in una teglia foderata con carta da forno.Portare il forno a 200° e inforna-re le patate.Far cuocere per circa venti minuti, controllando che siano ben dorate, e infine servire il piatto ancora caldo, accom-pagnandolo con un’insalata di cetrioli condita con aceto, olio, sale e pepe.Come si mangia: «Sembra-vano due persone ben al di sopra del semplice piacere dell’alimentazione […] due persone che riescono a osser-vare dall’alto tutti coloro che si alimentano co voracità e so-spese a quelle altezze godo-no due volte: provano la gioia del disprezo e di conseguenza quella consapevolezza impal-pabile che rende le patate alla paprika al pari di un’insalata di gamberi o di una bistecca.»Opinione: “Non vorrà mica dire che le è piaciuto?”“Non voglio, ma lo dico.”

Loris Magro

R

ICET

TA L

ETTE

RARI

A P

ER L

’AUT

UNN

O

PATATE ALLA PAPRIKA DI PÉTER NÁDAS

Page 5: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

AAnche quell’anno, l’ultimo tocco della campanella ave-va visto Piero, con il biglietto tra le mani, pronto per il viaggio delle vacanze. “Dove vai stavolta?” “Ad Autun-no” rispose, come ogni anno. Ormai la maggior parte dei suoi colleghi, che sin dai i primi giorni di giugno por-tava il costume sotto i vestiti sobri del professore, non si prendeva più il disturbo di chiederglielo. Solo Marcello si ostinava ancora, sperando che la vicinanza fedele du-rante tutto l’anno scolastico gli facesse vincere il premio confidenza. Diventare insegnante per avere tutta l’estate libera da dedicare all’autunno era la scelta migliore che avesse mai fatto. E partiva per luoghi di cui non cono-sceva nemmeno il nome, e che noi, ovviamente, non riferiremo. Lara, la moglie, l’aveva perso da un po’ e non si sentiva più in colpa di preferire il mare e l’atmosfera da spiaggia. Quaderni, sigari e una scacchiera senza pezzi. Ah, e la sua compagna di viaggio, che ritrovava a ogni partenza sempre più luminosa, ma di quella luce che puoi guardare senza aggrottare la fronte. Perché il primo autunno di Piero serviva a fare l’amore, con lei, con se stesso e con tutti i fogli che riusciva a portarsi die-tro. Il secondo, sul quale si distendeva al suo ritorno, era per la memoria. E la memoria consisteva nella ricerca di qualcosa che parlasse del periodo trascorso: legge-va le storie che aveva appena riprodotto e quelle che avrebbe vissuto l’anno seguente. Il secondo autunno era quello della letteratura, perché c’era di certo qualcuno che aveva già scritto di lui, in qualche parte del mondo. Era quello il momento in cui si sentiva in letargo, lontano da tutto, mentre faceva la sua stanca lezione, mentre rimetteva tutti quegli inutili pezzi sulla scacchiera per fare in modo che lo muovessero, rapidamente, diagonal-mente, trasversalmente, verso un altro autunno, pieno di silenzio.

Filippo Grasso

ACCONTI D’ASPORTORI DUE AUTUNNI DI PIERO LETTURE D’A

UTUNN

O

R

Ci

sono

d

eg

li a

utori

che

im

-m

anc

ab

ilme

nte

si p

rese

ntato

a

lla

po

rta

qua

ndo

p

ensi

alla

la

nde

ma

rroni, a

lle fo

glie

mo

r-te

, ai p

rimi tè

ca

ldi, a

lle b

urra-

sche

, alla

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a intra

nsige

nza

di una

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ione

che

ti ac

co

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pa

gna

ne

l p

erio

do

d

ell’a

nno

da

pa

ssare

in ca

sa, a

vvolto

tra

co

mo

di

pla

id,

qua

lche

lib

ro,

una sc

ac

chie

ra e

po

chi a

mic

i. C

om

e d

ice

vam

o, a

lla p

orta

de

l no

stro sc

antina

to, si è

pre

senta

-to

un vec

chio

scritto

re, m

orto

p

urtrop

po

a

pp

ena

q

ualc

he

me

se fa

, ma

sicura

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nte d

ono

d

i que

sta sta

gio

ne. Ra

y Brab

-d

ury, c

ono

sciuto

c

erta

me

nte

pe

r Fahre

nheit 451 e

Cro

nac

he

ma

rziane

, in rea

ltà ha

pro

do

tto

due

sple

ndid

i ese

mp

lari d

i let-

tera

tura a

utunnale

(e no

n solo

p

er i tito

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se d

’otto

bre

e Il

po

po

lo

de

ll’autunno

. N

el

pri-

mo

ca

so c

i trovia

mo

di fro

nte

ad

una

ra

cc

olta

d

i ra

cc

onti

scritta

pe

r un Pae

se «fa

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iù c

he

altro

d

i c

antine

, c

ellie

ri, c

arb

ona

ie,

soffitte

, c

red

enze

, sg

ab

uzzini, tutti sul lato

op

po

-sto

a

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le».

Insom

ma

, sc

rive

Brad

bury, è

un Pae

se «d

i ge

nte

autunna

le, c

on p

ensie

ri solta

n-to

autunna

li, il cui p

asso

di no

t-te

sui ma

rcia

pie

di ha

suono

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pio

gg

ia...». C

osì q

ueste

pic

co

le

e d

elizio

se p

erle

da

lle a

tmo

sfe-

re ra

refa

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ag

li istinti ma

lati,

da

l vag

o sa

po

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i neo

go

tico

, sc

ivole

ranno

via c

om

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isco

tti-ni d

a inting

ere

nelle

vostre

tazze

d

i latte

ca

ldo

(o tè

, se p

refe

rite).

Il po

po

lo d

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utunno, inve

ce

, vi p

orta

in stag

ione

inoltra

ta –

siam

o a

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ana

da

lla

festa

di H

allo

we

en – q

uand

o un

circ

o m

ag

ico

, la p

iù cla

ssica

d

elle

ap

pa

rizioni fa

nciulle

sche

, si

pre

senta

in

città

. Sa

ranno

p

rop

rio d

ue ra

ga

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re la

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ro

ba

ttag

lia

co

ntro

le

forze

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el

ma

le.

Seg

uend

o

il b

uon

ese

mp

io

de

l ve

cc

hio

Amb

ro-

se Bie

rce

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iam

o c

he b

iso-

gna

a

vere

risp

etto

d

ell’a

utore

e

de

lla se

nsazio

ne c

he vuo

le

cre

are

, quind

i da

leg

ge

re rig

o-

rosa

me

nte

rannic

chia

ti so

tto

le c

op

erte

, pre

ferib

ilme

nte d

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soli (no

n vi stiam

o c

hied

end

o il

lume

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and

ela

, ma

sare

bb

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pre

ferib

ile)

co

sì d

a

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evo

lare

il

viag

gio

ne

i m

ond

i o

scuri

e

inac

ce

ssibili

de

ll’ad

ole

sce

nza.

Per a

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ritici se

nza Il p

op

o-

lo d

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utunno no

n avre

mm

o

avuto

It di Ste

phe

n King. Q

uesto

no

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pp

iam

o, m

a d

i ce

rto

po

ssiam

o d

irvi che

senza

il po

-p

olo

non a

vrete

l’autunno

che

m

erita

te.

Poi c

i sono

gli a

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he a

ve-

te se

mp

re sul c

om

od

ino e

che

no

n p

ensa

te

po

ssano

c

ad

e-

re g

iù co

me

fog

lie, in sile

nzio,

senza

inne

gg

iare

tro

pp

o

alla

sta

gio

ne d

el le

targ

o. C

am

bia

-m

o a

nche

ge

nere

, e se

ntiam

o

il ritm

o

ca

de

nzato

d

ei

pa

ssi sta

nchi d

i Pab

lo N

erud

a, c

he

nella

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side

nza sulla

terra

II c

i inform

a, a

lla fine

, de

l ritor-

no d

ell’a

utunno. «Il c

ava

llo d

el

vec

chio

autunno

ha la

ba

rba

ro

ssa/e

la b

ava

de

lla p

aura

gli

co

pre

le m

asc

elle

/e l’a

ria c

he

lo se

gue

è sim

ile a

ll’oc

ea

no/e

p

rofum

a d

i un vag

o m

arc

iume

so

tterra

to»;

una

rac

co

lta

da

i to

ni, più c

he rip

osa

ti, volti a

l ri-p

oso

: «Vog

lio so

lo un rip

oso

di

pie

tre o

di la

na,/vo

glio

solo

non

ved

ere

stab

ilime

nti né g

iard

ini,/né

me

rca

nzie, né

oc

chia

li, né

asc

enso

ri». Pe

r ric

ord

arc

i c

he

Ne

ruda

non è

solo

am

ore

, che

q

ualc

he

volta

ha

b

isog

no

di

ripo

sare

anc

he d

a q

uello

, pe

r ritro

vare

un po

’ di sé

pe

rduto

. N

el te

mp

o c

he no

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ssere

te

gua

rda

ndo

vi allo

spe

cc

hio p

er

co

ntrolla

re

co

sa

ave

te

pe

rso

dura

nte l’a

nno e

co

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ce

è

rima

sto ug

uale

, leg

ge

te N

e-

hanno

scritto

:ro

sario

ba

ttiato

filipp

o g

rasso

loris m

ag

roa

ga

ta sa

pie

nzag

rafic

a:

stefa

nia rifug

gia

toillustra

zioni:

ge

rma

na fe

rlito

ruda

. E se p

rop

rio no

n vi trova

te

più p

assa

te a

La c

ura d

i He

r-m

ann H

esse

. Chissà

che

assie

-m

e a

lui non p

ossia

te se

ntirvi un p

o’ lo

ntani d

al m

ond

o, im

me

rsi ne

i de

ttag

li de

lla vita

, risco

pre

n-d

o p

ure il p

iac

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de

l cib

o, c

he

l’esta

te

di

ce

rto

avrà

un

po

’ sm

orza

to. N

utrire a

nima

e c

or-

po

. No

i, pe

r esse

rvi d’a

iuto a

l c

ento

pe

r ce

nto, vi c

onsig

liam

o

anc

he il nutrim

ento

de

l co

rpo

; q

uello

de

ll’anim

a è

de

ntro i lib

ri, c

he sc

rivete

de

ntro e

leg

ge

te

fuori. «C

osì, p

rob

ab

ilme

nte, a

n-c

he q

uesta

pio

gg

ia e

ra o

pe

ra

mia

ed

io m

i sentii p

ronto

ad

a

ssume

rne la

resp

onsa

bilità

».

Aga

ta Sa

pie

nza

Rosa

rio Ba

ttiato

«Le

p

ata

te

alla

p

ap

rika

b

orb

og

liava

no

nel

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ga

me

. Ju

tka

affe

ttava

i

ce

trio

li.[…

] C

ont

rollò

d

i nu

ovo

le

p

ata

te,

orm

ai

co

tte,

e v

ers

ò t

utto

in u

n p

iatto

d

a p

orta

ta d

i po

rce

llana

, m

ise in

ta

vola

anc

he l’

in-

sala

ta d

i c

etri

oli

e b

ussò

a

lla p

orta

de

llo s

tud

io.»

Cuo

co

: Pé

ter N

ád

as

Ric

ett

ario

: La

ca

sa d

ella

sig

nora

Klá

raIn

gre

die

nti:

600

gra

mm

i di p

ata

teO

lio e

xtra

verg

ine

di o

liva

Ace

toPa

prik

a p

icc

ant

eC

etri

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Pre

pa

razi

one

: Pe

lare

le

p

ata

te,

scia

cq

uarle

e

ta

glia

rle a

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etti

. Po

rre

le p

ata

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una

pe

nto

la

co

n a

cq

ua le

gg

erm

ent

e

sala

te,

e p

orta

re l’

ac

qua

a

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mp

era

tura

d

’eb

olli-

zione

. D

op

o c

inq

ue m

i-nu

ti d

all’i

nizio

d

ell’e

bo

lli-zio

ne, s

co

lare

le p

ata

te e

c

ond

irle

co

n un

de

ll’olio

e

xtra

verg

ine

d’o

liva

e u

n c

ucc

hia

io d

i pa

prik

a p

ic-

ca

nte

.M

esc

ola

re le

pa

tate

e la

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pri-

ka e

disp

orre

il tu

tto in

una

teg

lia

fod

era

ta c

on

ca

rta d

a fo

rno

.Po

rtare

il fo

rno

a 2

00°

e in

forn

a-

re le

pa

tate

.Fa

r c

uoc

ere

p

er

circ

a

vent

i m

inut

i, c

ont

rolla

ndo

che

sia

no

be

n d

ora

te,

e i

nfine

se

rvire

il

pia

tto a

nco

ra c

ald

o,

ac

co

m-

pa

gna

ndo

lo c

on

un’in

sala

ta d

i c

etri

oli

co

ndita

co

n a

ce

to, o

lio,

sale

e p

ep

e.

Co

me

si

ma

ngia

: «S

em

bra

-va

no

due

p

ers

one

b

en

al

di

sop

ra

de

l se

mp

lice

p

iac

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d

ell’a

lime

nta

zione

[…

] d

ue

pe

rso

ne c

he r

iesc

ono

a o

sse

r-va

re d

all’a

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utti

co

loro

che

si

alim

ent

ano

co

vo

rac

ità e

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-sp

ese

a q

uelle

alte

zze

go

do

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due

vo

lte:

pro

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la g

ioia

d

el d

ispre

zo e

di c

ons

eg

uenz

a

que

lla c

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ap

evo

lezz

a i

mp

al-

pa

bile

che

rend

e le

pa

tate

alla

p

ap

rika

al p

ari

di u

n’in

sala

ta d

i g

am

be

ri o

di u

na b

iste

cc

a.»

Op

inio

ne: “

No

n vo

rrà m

ica

dire

c

he le

è p

iac

iuto

?”“N

on

vog

lio, m

a lo

dic

o.”

Loris

Ma

gro

ICETTA LETTERARIA PER L’AUTUNNO

PATA

TE A

LLA

PAPR

IKA

D

I PÉT

ER N

ÁDAS

Page 6: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

AR«Le patate alla paprika borbogliavano nel te-game. Jutka affettava i cetrioli.[…] Controllò di nuovo le patate, ormai cotte, e versò tutto in un piatto da portata di porcellana, mise in tavola anche l’in-salata di cetrioli e bussò alla porta dello studio.»Cuoco: Péter NádasRicettario: La casa della signora KláraIngredienti:600 grammi di patateOlio extravergine di olivaAcetoPaprika piccanteCetrioliPreparazione: Pelare le patate, sciacquarle e tagliarle a cubetti. Porre le patate in una pentola con acqua leggermente salate, e portare l’acqua a temperatura d’ebolli-zione. Dopo cinque mi-nuti dall’inizio dell’ebolli-zione, scolare le patate e condirle con un dell’olio extravergine d’oliva e un cucchiaio di paprika pic-

cante.Mescolare le patate e la papri-ka e disporre il tutto in una teglia foderata con carta da forno.Portare il forno a 200° e inforna-re le patate.Far cuocere per circa venti minuti, controllando che siano ben dorate, e infine servire il piatto ancora caldo, accom-pagnandolo con un’insalata di cetrioli condita con aceto, olio, sale e pepe.Come si mangia: «Sembra-vano due persone ben al di sopra del semplice piacere dell’alimentazione […] due persone che riescono a osser-vare dall’alto tutti coloro che si alimentano co voracità e so-spese a quelle altezze godo-no due volte: provano la gioia del disprezo e di conseguenza quella consapevolezza impal-pabile che rende le patate alla paprika al pari di un’insalata di gamberi o di una bistecca.»Opinione: “Non vorrà mica dire che le è piaciuto?”“Non voglio, ma lo dico.”

Loris Magro

R

ICETTA

LETTERARIA

PER L’AUTUN

NO

PATATE ALLA PAPRIKA DI PÉTER NÁDAS

Anche

que

ll’anno

, l’ultimo

toc

co

de

lla c

am

pa

nella

ave

-va

visto Pie

ro, c

on il b

iglie

tto tra

le m

ani, p

ronto

pe

r il via

gg

io d

elle

vac

anze

. “Do

ve va

i stavo

lta?” “Ad

Autun-no

” rispo

se, c

om

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po

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Ci sono degli autori che im-mancabilmente si presentato alla porta quando pensi alla lande marroni, alle foglie mor-te, ai primi tè caldi, alle burra-sche, alla fosca intransigenza di una stagione che ti accom-pagna nel periodo dell’anno da passare in casa, avvolto tra comodi plaid, qualche libro, una scacchiera e pochi amici. Come dicevamo, alla porta del nostro scantinato, si è presenta-to un vecchio scrittore, morto purtroppo appena qualche mese fa, ma sicuramente dono di questa stagione. Ray Brab-dury, conosciuto certamente per Fahrenheit 451 e Cronache marziane, in realtà ha prodotto due splendidi esemplari di let-teratura autunnale (e non solo per i titoli): Paese d’ottobre e Il popolo dell’autunno. Nel pri-mo caso ci troviamo di fronte ad una raccolta di racconti scritta per un Paese «fatto più che altro di cantine, cellieri, carbonaie, soffitte, credenze, sgabuzzini, tutti sul lato oppo-sto al sole». Insomma, scrive Bradbury, è un Paese «di gente autunnale, con pensieri soltan-to autunnali, il cui passo di not-te sui marciapiedi ha suono di pioggia...». Così queste piccole e deliziose perle dalle atmosfe-re rarefatte, dagli istinti malati, dal vago sapore di neogotico, scivoleranno via come biscotti-ni da intingere nelle vostre tazze di latte caldo (o tè, se preferite). Il popolo dell’autunno, invece, vi porta in stagione inoltrata – siamo ad una settimana dalla festa di Halloween – quando un circo magico, la più classica delle apparizioni fanciullesche, si presenta in città. Saranno proprio due ragazzi a vivere la loro battaglia contro le forze del male. Seguendo il buon

esempio del vecchio Ambro-se Bierce vi diciamo che biso-gna avere rispetto dell’autore e della sensazione che vuole creare, quindi da leggere rigo-rosamente rannicchiati sotto le coperte, preferibilmente da soli (non vi stiamo chiedendo il lume di candela, ma sarebbe preferibile) così da agevolare il viaggio nei mondi oscuri e inaccessibili dell’adolescenza. Per alcuni critici senza Il popo-lo dell’autunno non avremmo avuto It di Stephen King. Questo non lo sappiamo, ma di certo possiamo dirvi che senza il po-polo non avrete l’autunno che meritate.Poi ci sono gli autori che ave-te sempre sul comodino e che non pensate possano cade-re giù come foglie, in silenzio, senza inneggiare troppo alla stagione del letargo. Cambia-mo anche genere, e sentiamo il ritmo cadenzato dei passi stanchi di Pablo Neruda, che nella sua Residenza sulla terra II ci informa, alla fine, del ritor-no dell’autunno. «Il cavallo del vecchio autunno ha la barba rossa/e la bava della paura gli copre le mascelle/e l’aria che lo segue è simile all’oceano/e profuma di un vago marciume sotterrato»; una raccolta dai toni, più che riposati, volti al ri-poso: «Voglio solo un riposo di pietre o di lana,/voglio solo non vedere stabilimenti né giardini,/né mercanzie, né occhiali, né ascensori». Per ricordarci che Neruda non è solo amore, che qualche volta ha bisogno di riposare anche da quello, per ritrovare un po’ di sé perduto. Nel tempo che non passerete guardandovi allo specchio per controllare cosa avete perso durante l’anno e cosa invece è rimasto uguale, leggete Ne-

LETTURE D’AUTUNNO

hanno scritto:rosario battiato

filippo grassoloris magro

agata sapienzagrafica:

stefania rifuggiatoillustrazioni:

germana ferlito

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ruda. E se proprio non vi trovate più passate a La cura di Her-mann Hesse. Chissà che assie-me a lui non possiate sentirvi un po’ lontani dal mondo, immersi nei dettagli della vita, riscopren-do pure il piacere del cibo, che l’estate di certo avrà un po’ smorzato. Nutrire anima e cor-po. Noi, per esservi d’aiuto al cento per cento, vi consigliamo anche il nutrimento del corpo; quello dell’anima è dentro i libri, che scrivete dentro e leggete fuori. «Così, probabilmente, an-che questa pioggia era opera mia ed io mi sentii pronto ad assumerne la responsabilità».

Agata Sapienza Rosario Battiato

I DUE A

UTUNN

I DI PIERO

Page 7: rosario battiato e agata sapienza LEGGERE D’AUTUNNO filedelusione dell’estate, il periodo migliore per rincontrarsi, per questo Maledetto autunno. Anche altre canzoni del tuo ul-timo

Ahanno scritto:rosario battiato

filippo grassoloris magro

agata sapienzagrafica:

stefania rifuggiatoillustrazioni:

germana ferlito

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pre

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PATATE ALLA PAPRIKA DI PÉTER NÁDAS

Ci sono degli autori che im-mancabilmente si presentato alla porta quando pensi alla lande marroni, alle foglie mor-te, ai primi tè caldi, alle burra-sche, alla fosca intransigenza di una stagione che ti accom-pagna nel periodo dell’anno da passare in casa, avvolto tra comodi plaid, qualche libro, una scacchiera e pochi amici. Come dicevamo, alla porta del nostro scantinato, si è presenta-to un vecchio scrittore, morto purtroppo appena qualche mese fa, ma sicuramente dono di questa stagione. Ray Brab-dury, conosciuto certamente per Fahrenheit 451 e Cronache marziane, in realtà ha prodotto due splendidi esemplari di let-teratura autunnale (e non solo per i titoli): Paese d’ottobre e Il popolo dell’autunno. Nel pri-mo caso ci troviamo di fronte ad una raccolta di racconti scritta per un Paese «fatto più che altro di cantine, cellieri, carbonaie, soffitte, credenze, sgabuzzini, tutti sul lato oppo-sto al sole». Insomma, scrive Bradbury, è un Paese «di gente autunnale, con pensieri soltan-to autunnali, il cui passo di not-te sui marciapiedi ha suono di pioggia...». Così queste piccole e deliziose perle dalle atmosfe-re rarefatte, dagli istinti malati, dal vago sapore di neogotico, scivoleranno via come biscotti-ni da intingere nelle vostre tazze di latte caldo (o tè, se preferite). Il popolo dell’autunno, invece, vi porta in stagione inoltrata – siamo ad una settimana dalla festa di Halloween – quando un circo magico, la più classica delle apparizioni fanciullesche, si presenta in città. Saranno proprio due ragazzi a vivere la loro battaglia contro le forze del male. Seguendo il buon

esempio del vecchio Ambro-se Bierce vi diciamo che biso-gna avere rispetto dell’autore e della sensazione che vuole creare, quindi da leggere rigo-rosamente rannicchiati sotto le coperte, preferibilmente da soli (non vi stiamo chiedendo il lume di candela, ma sarebbe preferibile) così da agevolare il viaggio nei mondi oscuri e inaccessibili dell’adolescenza. Per alcuni critici senza Il popo-lo dell’autunno non avremmo avuto It di Stephen King. Questo non lo sappiamo, ma di certo possiamo dirvi che senza il po-polo non avrete l’autunno che meritate.Poi ci sono gli autori che ave-te sempre sul comodino e che non pensate possano cade-re giù come foglie, in silenzio, senza inneggiare troppo alla stagione del letargo. Cambia-mo anche genere, e sentiamo il ritmo cadenzato dei passi stanchi di Pablo Neruda, che nella sua Residenza sulla terra II ci informa, alla fine, del ritor-no dell’autunno. «Il cavallo del vecchio autunno ha la barba rossa/e la bava della paura gli copre le mascelle/e l’aria che lo segue è simile all’oceano/e profuma di un vago marciume sotterrato»; una raccolta dai toni, più che riposati, volti al ri-poso: «Voglio solo un riposo di pietre o di lana,/voglio solo non vedere stabilimenti né giardini,/né mercanzie, né occhiali, né ascensori». Per ricordarci che Neruda non è solo amore, che qualche volta ha bisogno di riposare anche da quello, per ritrovare un po’ di sé perduto. Nel tempo che non passerete guardandovi allo specchio per controllare cosa avete perso durante l’anno e cosa invece è rimasto uguale, leggete Ne-

L ETTURE D’AUTUNNO

ruda. E se proprio non vi trovate più passate a La cura di Her-mann Hesse. Chissà che assie-me a lui non possiate sentirvi un po’ lontani dal mondo, immersi nei dettagli della vita, riscopren-do pure il piacere del cibo, che l’estate di certo avrà un po’ smorzato. Nutrire anima e cor-po. Noi, per esservi d’aiuto al cento per cento, vi consigliamo anche il nutrimento del corpo; quello dell’anima è dentro i libri, che scrivete dentro e leggete fuori. «Così, probabilmente, an-che questa pioggia era opera mia ed io mi sentii pronto ad assumerne la responsabilità».

Agata Sapienza Rosario Battiato

«Le patate alla paprika borbogliavano nel te-game. Jutka affettava i cetrioli.[…] Controllò di nuovo le patate, ormai cotte, e versò tutto in un piatto da portata di porcellana, mise in tavola anche l’in-salata di cetrioli e bussò alla porta dello studio.»Cuoco: Péter NádasRicettario: La casa della signora KláraIngredienti:600 grammi di patateOlio extravergine di olivaAcetoPaprika piccanteCetrioliPreparazione: Pelare le patate, sciacquarle e tagliarle a cubetti. Porre le patate in una pentola con acqua leggermente salate, e portare l’acqua a temperatura d’ebolli-zione. Dopo cinque mi-nuti dall’inizio dell’ebolli-zione, scolare le patate e condirle con un dell’olio extravergine d’oliva e un cucchiaio di paprika pic-

cante.Mescolare le patate e la papri-ka e disporre il tutto in una teglia foderata con carta da forno.Portare il forno a 200° e inforna-re le patate.Far cuocere per circa venti minuti, controllando che siano ben dorate, e infine servire il piatto ancora caldo, accom-pagnandolo con un’insalata di cetrioli condita con aceto, olio, sale e pepe.Come si mangia: «Sembra-vano due persone ben al di sopra del semplice piacere dell’alimentazione […] due persone che riescono a osser-vare dall’alto tutti coloro che si alimentano co voracità e so-spese a quelle altezze godo-no due volte: provano la gioia del disprezo e di conseguenza quella consapevolezza impal-pabile che rende le patate alla paprika al pari di un’insalata di gamberi o di una bistecca.»Opinione: “Non vorrà mica dire che le è piaciuto?”“Non voglio, ma lo dico.”

Loris Magro

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