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28 TIS | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.it N.289 GENNAIO 2013 RUBRICA A scuola di… Riscaldamento radiante A PAVIMENTO PRESENTIAMO IL PRIMO DEI TRE APPROFONDIMENTI DEDICATI ALLA CLIMATIZZAZIONE RADIANTE A PAVIMENTO. UN VADEMECUM SULLA TECNOLOGIA E SULLE POTENZIALITÀ DI QUESTO SISTEMA, CON UN FOCUS SULLA PROGETTAZIONE E SULLE PRINCIPALI NORMATIVE CHE REGOLANO IL MERCATO DI CARMELO LA TORRE Quando apparvero i primi impianti a pa- vimento progettati da “coraggiosi” apripista inizialmente i progettisti, come con tutte le novità, guardarono con sospetto la nuova tecnica e proseguirono con i loro termosi- foni. Via via, grazie ai progressi delle tec- niche costruttive e alla disponibilità delle case costruttrici a fornire software per il dimensionamento, la novità è stata fagoci- tata dagli addetti ai lavori e oggi il riscalda- mento a pavimento inizia a diffondersi con un certo successo, al punto che è diventato quasi “di moda”, come il riscaldamento au- tonomo degli anni ’80. L’obiettivo di queste note non è quello di avviare il lettore alla progettazione dei pa- vimenti radianti, ma di fornirgli gli elemen- ti conoscitivi essenziali per una corretta in- formazione su questa tipologia d’impianti. Chi desidera approfondire tale tema, si pone subito due quesiti: che differenza c’è tra un pavimento radiante e uno tradizionale a termosifoni? Quale dei due sistemi è eco- nomicamente più conveniente? Proponiamo dunque una carrellata sui principali parametri che definiscono la pavimentazione radiante, le principali ca- ratteristiche della sua struttura e del suo funzionamento, alcune considerazioni eco- nomiche, le detrazioni fiscali, gli aspetti positivi e gli inconvenienti; infine, nell’ul- tima puntata tratteremo anche i termosifoni a bassa temperatura, che meritano un con- fronto col sistema radiante. CONVEZIONE E IRRAGGIAMENTO Gli attuali sistemi di riscaldamento a pavi- mento sono molto diversi dai primi esem- plari e sono gestiti elettronicamente. Il principio base di funzionamento è la cir- colazione d’acqua calda a bassa tempera- tura in un circuito chiuso posto sotto il pa- vimento e sviluppato coprendo un’elevata superficie radiante. La differenza sostanziale tra pavimenti ra- dianti e impianti con termosifoni è che la trasmissione del calore nel riscaldamento a pavimento avviene per irraggiamento, men- tre nei termosifoni avviene prevalentemente per convezione. L’irraggiamento è la forma di calore che meglio recepisce il nostro corpo: basti pen- sare al piacevole tepore che ci forniscono i raggi irradiati dal sole. Lo stesso nostro corpo smaltisce il calore: per irraggiamento il 46% e per convezione il 32% (inoltre il 19% per evaporazione, il 2% per respirazione e l’1% dai piedi per conduzione). I termosifoni erogano il calore per il 60-70% tramite convezione e solo il 30-40% per irraggiamento; è errato, anzi in- gannevole, chiamarli radiatori, dovrebbero invece essere chiamati convettori. Il calore emesso dalla superficie del termo- sifone riscalda per convezione l’aria adia- cente che, divenendo più leggera, sale verso il soffitto ed è sostituita immediatamente da altra aria fresca che a sua volta si riscalda e sale verso l’alto. Il risultato di questo moto convettivo è che per avere i 20°C programmati a circa 150 cm dal pavimento, all’altezza del nostro to- race, si devono raggiungere prima 22- 24°C al soffitto (figura 1). Ciò rappresenta uno spreco di calore, per- ché non siamo alti come le giraffe. C’è an- che, come prima precisato, una componente radiativa, ma è di minoranza. Nel riscaldamento a pavimento, invece, l’e- missione di calore è sostanzialmente radia- tiva e non si ha un salto termico rilevante tra soffitto e area sottostante; la temperatura, all’incirca, può considerarsi per buona parte costante lungo una linea verticale, con una distribuzione molto vicina a quella ideale (figure 2 e 3). NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER LA PROGETTAZIONE Le norme Uni En 1264-2-3 4-5 del 2009 e la Uni En 1264-1 del 2011 hanno codifica- to i criteri fondamentali di progettazione e posa in opera di questa “nuova” tecnica, che risale ai Romani con l’ipocausto. Questo gruppo di norme fissa le prestazioni termiche, anche in fase di raffrescamento, i criteri di progettazione e le modalità della posa in opera. Le norme Uni En 15377-1 e Uni En 15377-3 del 2008 determinano inve- ce la potenza termica e i riferimenti con le fonti rinnovabili. CRITERI DI REALIZZAZIONE DI UN PAVIMENTO RADIANTE La progettazione si esegue per ogni singo- lo locale. Prima si determinano la potenza termica e frigorifera (per l’eventuale raf- frescamento) richieste per il locale; quindi si passa alla potenza termica per unità di superficie e si calcola la lunghezza com- plessiva dei circuiti. Successivamente si determinano la temperatura di mandata e la portata di progetto. Infine, si calcolano le perdite di carico ed, eventualmente, si rivede il numero dei cir- cuiti; infatti, se le portate previste determi- nano perdite di carico eccessive, è necessa- rio ridurre le loro lunghezze suddividendoli (in genere, la lunghezza è compresa tra 20 e 100 m). Normalmente le superfici dispo- nibili sono sufficienti per la copertura del carico riscaldante, salvo nei bagni (si veda l’apposita voce). Poiché le portate di progetto sono calcolate per via analitica, è importante tarare i circu- iti mediante la possibilità di poter regolare tali portate soprattutto nel caso - come spes- so accade - che la realizzazione reale della struttura, compresa la pavimentazione, mo- stri diversità rispetto a quanto previsto in fase di progettazione. CARATTERISTICHE DEI PAVIMENTI RADIANTI Vi sono tre sistemi di riscaldamento con pannelli radianti: a pavimento, a parete, a soffitto. Rispetto a quelli a pavimento, i pannelli a parete hanno una posa più sem- plice, si trovano anche prefabbricati, hanno minore inerzia termica e forniscono miglio- re benessere perché la radiazione orizzon- tale è meglio accettata dal nostro corpo. Di contro, non consentono l’accostamento di mobili voluminosi alla parete radiante e se si pianta un chiodo o un tassello nella parete occorre sapere dove passano i tubi. I pannelli a soffitto sono realizzati con pannelli metallici, a vista o con parziale copertura con cartongesso, di facile mon- taggio perché non occorre intervenire sulla struttura edilizia, con trascurabile inerzia termica e, quindi, immediata messa a regi- me con possibilità di funzionamento on-off (gli altri pannelli richiedono un funziona- mento continuo), nessun ostacolo alla tra- smissione del calore, buon comfort in fase di raffrescamento. Occorre controllare che la temperatura non crei disagio al capo delle persone; in definitiva, meriterebbero mag- giore diffusione. Volendo confrontare i tre sistemi radianti in fase di riscaldamento, quando la differenza media di temperatura tra la superficie ra- diante e l’ambiente è, ad esempio, di 10°C, TIS FA SCUOLA Apriamo con questo articolo una nuova sezione della rivista: una rubrica che si pone a supporto del lavoro dell’installatore, approfondendo sempre il punto di vista progettuale, normativo e applicativo. Quest’anno tratteremo diverse tematiche, nello specifico: Riscaldamento a pavimento Solare termico Geotermia Biomasse FIG. 1 - Scambi termici e distribuzione della temperatura alla presenza di un termosifone FIG. 4 - Posa della struttura a umido FIG. 2 - Distribuzione della temperatura nei pavimenti radianti (Emmeti) FIG. 3 - Distribuzione della temperatura per un comfort ideale (Emmeti) FIG. 5 - Posa della struttura a secco

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28tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.itn.289 gennaio 2013

rubrica a scuola di…

Riscaldamento radiantea PaViMenTo

Presentiamo il Primo dei tre aPProfondimenti dedicati alla climatizzazione radiante a Pavimento. un vademecum sulla tecnologia e sulle Potenzialità di

questo sistema, con un focus sulla Progettazione e sulle PrinciPali normative che regolano il mercato

Di Carmelo la Torre

Quando apparvero i primi impianti a pa-vimento progettati da “coraggiosi” apripista inizialmente i progettisti, come con tutte le novità, guardarono con sospetto la nuova tecnica e proseguirono con i loro termosi-foni. Via via, grazie ai progressi delle tec-niche costruttive e alla disponibilità delle case costruttrici a fornire software per il dimensionamento, la novità è stata fagoci-tata dagli addetti ai lavori e oggi il riscalda-mento a pavimento inizia a diffondersi con un certo successo, al punto che è diventato quasi “di moda”, come il riscaldamento au-tonomo degli anni ’80.L’obiettivo di queste note non è quello di avviare il lettore alla progettazione dei pa-vimenti radianti, ma di fornirgli gli elemen-ti conoscitivi essenziali per una corretta in-formazione su questa tipologia d’impianti. Chi desidera approfondire tale tema, si pone subito due quesiti: che differenza c’è tra un pavimento radiante e uno tradizionale a termosifoni? Quale dei due sistemi è eco-nomicamente più conveniente?Proponiamo dunque una carrellata sui principali parametri che definiscono la pavimentazione radiante, le principali ca-ratteristiche della sua struttura e del suo funzionamento, alcune considerazioni eco-nomiche, le detrazioni fiscali, gli aspetti positivi e gli inconvenienti; infine, nell’ul-tima puntata tratteremo anche i termosifoni a bassa temperatura, che meritano un con-fronto col sistema radiante.

Convezione e irraggiamento Gli attuali sistemi di riscaldamento a pavi-mento sono molto diversi dai primi esem-

plari e sono gestiti elettronicamente. Il principio base di funzionamento è la cir-colazione d’acqua calda a bassa tempera-tura in un circuito chiuso posto sotto il pa-vimento e sviluppato coprendo un’elevata superficie radiante. La differenza sostanziale tra pavimenti ra-dianti e impianti con termosifoni è che la trasmissione del calore nel riscaldamento a pavimento avviene per irraggiamento, men-tre nei termosifoni avviene prevalentemente per convezione. L’irraggiamento è la forma di calore che meglio recepisce il nostro corpo: basti pen-sare al piacevole tepore che ci forniscono i raggi irradiati dal sole. Lo stesso nostro corpo smaltisce il calore: per irraggiamento il 46% e per convezione il 32% (inoltre il 19% per evaporazione, il 2% per respirazione e l’1% dai piedi per conduzione). I termosifoni erogano il calore per il 60-70% tramite convezione e solo il 30-40% per irraggiamento; è errato, anzi in-gannevole, chiamarli radiatori, dovrebbero invece essere chiamati convettori. Il calore emesso dalla superficie del termo-sifone riscalda per convezione l’aria adia-cente che, divenendo più leggera, sale verso il soffitto ed è sostituita immediatamente da altra aria fresca che a sua volta si riscalda e sale verso l’alto.Il risultato di questo moto convettivo è che per avere i 20°C programmati a circa 150 cm dal pavimento, all’altezza del nostro to-race, si devono raggiungere prima 22- 24°C al soffitto (figura 1). Ciò rappresenta uno spreco di calore, per-ché non siamo alti come le giraffe. C’è an-

che, come prima precisato, una componente radiativa, ma è di minoranza. Nel riscaldamento a pavimento, invece, l’e-missione di calore è sostanzialmente radia-tiva e non si ha un salto termico rilevante tra soffitto e area sottostante; la temperatura, all’incirca, può considerarsi per buona parte costante lungo una linea verticale, con una distribuzione molto vicina a quella ideale (figure 2 e 3).

normativa di riferimento per la progettazioneLe norme Uni En 1264-2-3 4-5 del 2009 e la Uni En 1264-1 del 2011 hanno codifica-to i criteri fondamentali di progettazione e posa in opera di questa “nuova” tecnica, che risale ai Romani con l’ipocausto.Questo gruppo di norme fissa le prestazioni termiche, anche in fase di raffrescamento, i criteri di progettazione e le modalità della posa in opera. Le norme Uni En 15377-1 e Uni En 15377-3 del 2008 determinano inve-ce la potenza termica e i riferimenti con le fonti rinnovabili.

Criteri di realizzazione di un pavimento radianteLa progettazione si esegue per ogni singo-lo locale. Prima si determinano la potenza termica e frigorifera (per l’eventuale raf-frescamento) richieste per il locale; quindi si passa alla potenza termica per unità di superficie e si calcola la lunghezza com-plessiva dei circuiti. Successivamente si determinano la temperatura di mandata e la portata di progetto.Infine, si calcolano le perdite di carico ed,

eventualmente, si rivede il numero dei cir-cuiti; infatti, se le portate previste determi-nano perdite di carico eccessive, è necessa-rio ridurre le loro lunghezze suddividendoli (in genere, la lunghezza è compresa tra 20 e 100 m). Normalmente le superfici dispo-nibili sono sufficienti per la copertura del carico riscaldante, salvo nei bagni (si veda l’apposita voce). Poiché le portate di progetto sono calcolate per via analitica, è importante tarare i circu-iti mediante la possibilità di poter regolare tali portate soprattutto nel caso - come spes-so accade - che la realizzazione reale della struttura, compresa la pavimentazione, mo-

stri diversità rispetto a quanto previsto in fase di progettazione.

CaratteristiChe dei pavimenti radiantiVi sono tre sistemi di riscaldamento con pannelli radianti: a pavimento, a parete, a soffitto. Rispetto a quelli a pavimento, i pannelli a parete hanno una posa più sem-plice, si trovano anche prefabbricati, hanno minore inerzia termica e forniscono miglio-re benessere perché la radiazione orizzon-tale è meglio accettata dal nostro corpo. Di contro, non consentono l’accostamento di mobili voluminosi alla parete radiante e se si pianta un chiodo o un tassello nella parete occorre sapere dove passano i tubi. I pannelli a soffitto sono realizzati con pannelli metallici, a vista o con parziale copertura con cartongesso, di facile mon-

taggio perché non occorre intervenire sulla struttura edilizia, con trascurabile inerzia termica e, quindi, immediata messa a regi-me con possibilità di funzionamento on-off (gli altri pannelli richiedono un funziona-mento continuo), nessun ostacolo alla tra-smissione del calore, buon comfort in fase di raffrescamento. Occorre controllare che la temperatura non crei disagio al capo delle persone; in definitiva, meriterebbero mag-giore diffusione. Volendo confrontare i tre sistemi radianti in fase di riscaldamento, quando la differenza media di temperatura tra la superficie ra-diante e l’ambiente è, ad esempio, di 10°C,

Tis fa scuola

Apriamo con questo articolo una nuova sezione della rivista: una rubrica che si pone a supporto del lavoro dell’installatore, approfondendo sempre il punto di vista progettuale, normativo e applicativo.Quest’anno tratteremo diverse tematiche, nello specifico:◆ Riscaldamento a pavimento◆ Solare termico◆ Geotermia◆ Biomasse

fig. 1 - Scambi termici e distribuzione della temperatura alla presenza di un termosifone

fig. 4 - Posa della struttura a umido

fig. 2 - Distribuzione della temperatura nei pavimenti radianti (Emmeti)

fig. 3 - Distribuzione della temperatura per un comfort ideale (Emmeti)

fig. 5 - Posa della struttura a secco

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tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.it

29n.289 gennaio 2013

la potenza termica scambiata è di circa 110 W/m2 per i pavimenti, 80 W/m2 per le pareti e 60 W/m2 per i soffitti; in fase di raffresca-mento, sempre per una differenza di tempe-ratura di 10°C, la potenza termica scambia-ta è di circa 110 W/m2 per i soffitti, 80 W/m2 per le pareti e 55 W/m2 per i pavimenti. In pratica, non è possibile superare il valore di 100 W/m2 nelle aree di soggiorno e nei bagni e di 175 W/m2 nelle aree periferiche non frequentabili da persone.

Struttura e spessoreLa norma Uni En 1264 elenca sei strutture. Il tipo A (detto anche “a umido”), più sem-plice, prevede la serpentina annegata nel massetto (figura 4). In particolare, sopra la soletta si inserisce un isolante, per evitare la dispersione del calore verso il terreno se siamo a piano terra, o al piano sottostan-te; tra soletta e isolante può realizzarsi, se opportuno, un sottofondo piano; sopra l’i-solante si colloca la serpentina riscaldan-te, annegata nel massetto, generalmente di

calcestruzzo; tra la serpentina e il massetto può inserirsi una rete metallica antiritiro di rinforzo (figura 6); infine, il massetto si ricopre col rivestimento finale di piastrelle (ma anche parquet, come vedremo). Al cal-cestruzzo per il massetto può essere mesco-lato un additivo, di solito di tipo polimerico, per dare più fluidità all’impasto e migliora-re la conducibilità termica. Il tipo B (detto anche “a secco”) prevede i tubi sotto il massetto, separati da questo ad esempio con una lastra di separazione (figura 5), che può essere un pannello di materiale plastico (per esempio polistirolo espanso), munito d’incastri a passo varia-bile per posare e fissare la serpentina (figu-ra 7) e che funge da isolante (figura 8). Il tipo C prevede tubi annegati in un massetto supplementare; il tipo D prevede elemen-ti piani; il tipo E prevede tubi nella parte strutturale cementizia (pavimento, parete, soffitto); il tipo F prevede tubi capillari an-negati in uno strato di finitura superficiale; il tipo G prevede infine pannelli “a secco”

Fig. 6 - Stesura di una rete metallica antiritiro (RDZ)

Fig. 8 - Sezione tipica di un pavimento “a secco” (RDZ)

Come si propaga il Calore

Trasmissione per conduzione Avviene quando il calore si propaga entro un corpo solido o liquido (ma anche gassoso) senza che vi sia movimento di materia, ma solo tramite la collisione di molecole più calde con molecole più fredde. In un solido le molecole, essendo bloccate nel reticolo, vibrano e l’energia termica è trasportata dagli elettroni liberi; più ordinato è il reticolo cristallino e maggiore è la conducibilità termica. Il diamante è un conduttore termico quasi perfetto.

Trasmissione per convezioneAvviene quando è trasferita energia termica tra un fluido (liquido, vapore o gas) e un solido, o viceversa. È il caso tipico dell’acqua calda all’interno delle tubazioni di una rete idrica di trasporto o di un termosifone: l’acqua trasferisce energia termica alle pareti interne della tubazione o del termosifone. Il calore fluisce quindi per conduzione attraverso lo spessore della tubazione o dell’involucro del

termosifone e giunge alla parete esterna. Da qui il calore è immesso nell’ambiente per convezione (e, in parte, per irraggiamento). Nel caso delle tubazioni, come è noto, si procede alla loro coibentazione in quanto il calore emesso è considerato una perdita termica. La convezione avviene per l’azione abbinata della conduzione e del trasporto di materia; se quest’ultimo non c’è, allora il trasferimento di energia termica per convezione in pratica coincide con il trasferimento per conduzione.

Trasmissione per irraggiamentoAvviene tramite onde elettromagnetiche che sono provocate da diversi stati di eccitazione elettronica di atomi e molecole. Le lunghezze d’onda di queste onde si trovano prevalentemente nel campo dell’infrarosso e pertanto, fortunatamente per noi, non sono visibili. Inoltre, come tutte le onde, trasportano energia e si propagano alla velocità della luce.

in costruzioni di legno, tubazioni nel sotto-pavimento, altri elementi per incrementare la conduttività termica.Come descritto in precedenza, il pavimento radiante è opportuno che sia galleggiante, cioè con uno strato cedevole di 10-20 mm, posto tra il solaio e la soletta sottostante al pavimento, costituito da una massa isolante elastica che ostacola il trasferimento di ru-more e di calore al vano sottostante.Oggi gli spessori della pavimentazione sono drasticamente ridotti, vanno da 60 a 90 mm; in caso di ristrutturazioni su pavi-menti esistenti, senza demolire questi, sono disponibili spessori anche di 21 mm (esclu-so isolanti e pavimento) e, includendo una rete metallica antiritiro, lo spessore è limi-tato a 30-35 mm, per uno spessore totale dell’ordine dei 50 mm (figura 9).

Temperatura dell’acqua e resa termicaUn altro elemento fondamentale che distin-gue il riscaldamento a pavimento da quello a termosifoni è la temperatura dell’acqua circolante; nei termosifoni si è sempre man-tenuta una temperatura di 70-80°C, mentre nelle tubazioni della pavimentazione è suf-ficiente una temperatura di 29-35°C.Tale peculiarità porta a una notevole richie-sta di superficie radiante in quanto la resa termica (come detto in precedenza, normal-mente inferiore a 100 W/m2) è bassa, ma d’altro canto offre il vantaggio di operare con ridotte temperature dell’acqua di cir-colazione.Con un’opportuna scelta del tipo di ser-pentina si ha una migliore erogazione e, allo stesso tempo, una migliore coibenta-zione nei confronti del piano sottostante; ciò porta alla riduzione della temperatura d’esercizio, con conseguente riduzione delle dilatazioni e degli inconvenienti che ne derivavano. Risultato: una migliore resa termica.È da precisare che la resa dipende molto dalla composizione e dallo strato del pavi-mento, nonché dall’isolamento col solaio sottostante, verificando se il locale sotto-stante è riscaldato o no e adottando il pan-nello isolante di opportuno spessore. Da tenere presente che l’erogazione del calore al pavimento è fornito dal massetto di cal-cestruzzo e non dalle tubazioni.

Temperatura del pavimentoSecondo la norma Uni En 15377-1, la tem-peratura nella zona occupata dalle perso-

ne deve essere compresa tra un minimo di 19°C e un massimo di 29°C; un valore maggiore potrebbe portare a inconvenienti a persone anziane o con problemi cardio-circolatori. Nella zona periferica, non fre-quentabile da persone, si può raggiungere una temperatura di 35°C.

IsolantiL’isolante più diffuso è il polistirolo espan-so, preferibilmente in lastre con sagomature che consentono il fissaggio dei tubi in modo che possano spostarsi solo per le dilatazioni termiche (figura 7). Sono disponibili anche lastre isolanti di poliuretano, poliestere espanso, fibra di legno, sughero. Il poliu-retano fornisce il migliore isolamento; a parità di prestazioni, il poliestere espanso richiede uno spessore maggiore di circa il 40%, la fibra di legno di circa il 60% e il sughero di circa il 50% però quest’ultimo materiale, oltre a essere un isolante termico, è anche un buon isolante acustico.

Fig. 7 - Pannello di materiale plastico per la posa della tubazione (RDZ)

Fig. 9 - Posa di un pavimento radiante sopra uno tradizionale (Velta)

risCaldamenTo a pavimenTo… a punTaTe

Tis gennaio ◆ Convezione e irraggiamento◆ Normativa◆ Criteri di progettazione di un

pavimento radiante - Struttura e spessore - Temperatura dell’acqua e resa termica - Temperatura del pavimento - Isolanti

Tis Febbraio - Tubazioni e velocità dell’acqua - Giunti elastici - Potenza termica emessa - Conduttività dei pavimenti◆ Comfort del pavimento radiante◆ Raffrescamento estivo◆ Riscaldare i bagni◆ L’uso del parquet ◆ Prezzi e costi di un pavimento

radiante ◆ Detrazione fiscale

Tis marzo ◆ Aspetti positivi dei pavimenti

radianti◆ Inconvenienti dei pavimenti radianti◆ Termosifoni a bassa temperatura

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30tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.itn.289 gennaio 2013

rassegna radianti

il radiante in convegnoLo scorso novembre, Padova è stata sede deL Primo aPPuntamento organizzato daL consorzio Q-rad. Q-day exPert Forum, iL convegno dedicato aL ruoLo deLL’imPianto

radiante neLL’ediLizia PLuriFamiLiareA curA di Daniele Bonalumi eD eDoarDo olDrati

“Q-Day Expert Forum: Focus sul radiante 2012”: questo il titolo dell’incon-tro dello scorso 7 novembre organizzato dal Consorzio Q-Rad, Consorzio Italiano Produttori di Sistemi Ra-dianti di Qualità, presso il Palazzo del Bo, la sede sto-rica dell’Università degli Studi di Padova.Progettisti, installatori e tecnici del settore hanno composto una platea di oltre cento persone per assistere al convegno sul tema “Il ruolo dell’impianto radiante nell’edilizia plurifamiliare”. Oltre alle aziende socie fon-datrici del Consorzio qua-li Eurotherm, Loex, RDZ, Uponor e Velta Italia, altre due aziende hanno contri-buito alla realizzazione del convegno in qualità di spon-sor: Sentinel, produttrice di prodotti per il trattamento dell’acqua nei sistemi di ri-scaldamento, e Knauf, azien-da operante nella produzione

di materiali per edilizia.I partecipanti sono stati inol-tre omaggiati di una copia del Primo Q-Tecnico, intitolato “Approfondimenti per la pro-gettazione di impianti radianti a bassa differenza di temperatu-ra”, scritto dal Prof. Michele De Carli e dall’Ing. Clara Peretti. A moderare l’evento Roberto Zecchin, Professore del Dipar-timento di Ingegneria Industria-le, che ha introdotto i diversi relatori e i loro interventi.L’Ing. Clara Peretti, Coordina-trice del Consorzio Q-Rad, ha aperto l’incontro presentando le attività di ricerca, le pubbli-cazioni e gli eventi che Q-Rad ha svolto e ha in programma di realizzare insieme al Diparti-mento di Ingegneria Industria-le dell’Università degli Studi di Padova. Sono quindi state presentate le associazioni con le quali Q-Rad ha stretto una collaborazione: C.A.R.T.E. - Coordinamento delle Associa-zioni Rinnovabili Termiche ed

Efficienza Energetica e l’Enea tramite il Laboratorio Laerte di Bologna.In rappresentanza di quest’ul-timo l’Ing. Maria Anna Segre-to, Responsabile Scientifico del Laboratorio Laerte, ha illustrato gli aggiornamenti e le ricerche sui sistemi radianti in Italia. Materiali innovativi, vantaggi e integrazione con si-stemi efficienti sono alcuni dei focus presentati; in particolare, le attività di ricerca tra il labo-ratorio Laerte e il Consorzio Q-Rad si focalizzano su diver-si temi: monitoraggi e indagi-ni di edifici residenziali e non riqualificati e di nuova costru-zione; ricerche finalizzate alla creazione di Linee guida sui sistemi radianti; studio e pro-duzione di documenti tecnici focalizzati sulle tematiche di risparmio energetico, confron-to tra sistemi impiantistici ed analisi di payback time e costi-benefici; attività di formazione e informazione tramite conve-gni ed incontri tecnici; attività di ricerca per la certificazione dei sistemi radianti. In conclusione dell’intervento, la presentazione del primo do-cumento firmato Enea e Con-sorzio Q-Rad che riguarda il confronto tra i sistemi radianti idronici e quelli elettrici. Il prof. Bjarne W. Olesen, dell’Università Tecnica della Danimarca, ha proseguito i la-vori mostrando il progetto “Ac-tive House”, recente iniziativa danese che si focalizza sulle performance energetiche, sul

comfort indoor e sulla qualità ambientale degli edifici. Attra-verso casi studio in Francia, in Germania, in Austria e negli Stati Uniti sono stati presenta-ti esempi di case efficienti in Francia, Germania, Austria e Stati Uniti: sono stati presentati quali casi-studio recentemente certificati “Active House”.Le strategie di ventilazione e la

qualità dell’aria interna come requisito fondamentale per le nuove costruzioni e per gli edi-fici da riqualificare sono state invece gli argomenti trattati dal Prof. Stefano P. Corgnati, del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino.Con l’intervento “Ventilazio-ne e qualità dell’aria in edifici residenziali: l’accoppiamento tra sistemi radianti e sistemi di ventilazione”, si è quin-

di approfondita la questione dell’integrazione tra sistemi radianti e sistemi di ventilazio-ne meccanica, descritta come ottimale per minimizzare le problematiche di correnti d’a-ria e di gradiente verticale di temperatura e per garantire un elevato livello di comfort.A concludere la giornata, i sistemi di deumidificazione combinati a sistemi radianti, oggetto della presentazione

del Prof. Michele De Carli, co-ordinatore scientifico del Con-sorzio Q-Rad. I diversi sistemi di deumidificazione presenti sul mercato sono stati descritti e integrati in un software per la simulazione di un caso studio, un appartamento in un edificio residenziale multipiano. Le di-verse soluzioni impiantistiche sono state quindi confrontate sotto il profilo energetico e di comfort globale.

il consorzio

nato lo scorso 29 febbraio, grazie all’impegno delle principali aziende del settore del riscaldamento e raffrescamento radiante, Q-rad, Consorzio italiano Produttori di Sistemi radianti di Qualità, si pone sul mercato quale ente per la promozione e lo sviluppo della cultura di settore, per accrescere sinergie e prospettive commerciali in ambito residenziale, terziario e industriale.eurotherm, loex, rDZ, Velta italia e uponor sono le aziende fondatrici che hanno promosso questa iniziativa; a loro si è affiancato l’operato del Prof. michele De Carli, del Dipartimento di ingegneria industriale dell’università degli Studi di Padova, con il compito di coordinare tutte le attività tecnico/scientifiche e di ricerca del Consorzio.il Consorzio, con l’obiettivo di diventare un prezioso punto di riferimento per il comparto attraverso la realizzazione di statistiche e analisi del mercato nazionale, vuole confermare l’importanza di divulgare informazioni tecniche, indipendenti da logiche di marchio, sulla progettazione, sull’installazione e sull’utilizzo da parte dell’utente finale delle tecnologie radianti, riconoscendo a queste operazioni il ruolo di strumento essenziale per consentire un generale incremento della qualità di ognuna di queste fasi e per offrire al consumatore un impianto al massimo del suo potenziale, sia di risparmio energetico che di comfort.

lE ProPosTE dEl MErcATo le teCnologieil merCato offre un’amPia gamma Di ProDotti e SoluZioni Che Sfruttano la teCnologia raDiante Per la ClimatiZZaZione inVernale eD eStiVa Delle noStre aBitaZioni. una Carrellata Delle ProPoSte Più intereSSanti

TuTTo in soli 3 cEnTiMETriApe Raccorderie, dopo aver proposto al mercato il tubo multistrato Pe-Xb/Al/Pe-Xb denominato “Ape Multylay-er” e aver operato nel settore della raccorderia e dei col-lettori di distribuzione per uso idrotermosanitario, ha sviluppato nell’ultimo quin-quennio un ramo d’azienda denominato Apetherm spe-cializzato sulla progettazione e sviluppo di impianti radianti a pavimento, parete e soffitto. Ultimo nato, il sistema Slim è ideale nel caso di ristrut-turazioni o quando non c’è l’altezza necessaria per uti-lizzare i sistemi tradizionali quali il sistema “Universal”, “Top” o “Elegant”: grazie a Slim bastano infatti solo 3 cm per realizzare l’impianto radiante. Adatto per la posa a secco, il sistema è costitu-

ito da: pannello Plus Al in Eps 200 accoppiato a una lamina di alluminio, da un tubo multistrato Ape Multy-layer, da 2 lamiere in acciaio da 1 mm e da vari accessori. Le specifiche caratteristiche tecniche del tubo Ape Multy-layer, quali l’elevata condut-tività termica (pari a 0,43 W/mK rispetto al tubo Pe-X), la totale barriera all’ossigeno (dovuta allo strato di allumi-nio), l’ottima resistenza allo schiacciamento e l’assenza di memoria di forma per la posa in pannelli sagomati (come il pannello Plus Al), accoppiate alla lamina in alluminio termo-conduttrice del pannello Plus, permettono a tale sistema di avere un’elevata resa termica oltre a una migliore omogenei-tà del calore, con conseguente aumento della temperatura

media radiante. Inoltre, viene ridotta notevolmente l’iner-zia termica in quanto non è presente la massa termica del massetto. È possibile la posa solo a serpentina oltre alla posa in diagonale; il passo di posa realizzabile è multiplo di 15 cm. Il carico è garantito

e supportato da fogli d’accia-io che devono essere posizio-nati sopra il pannello, poi una volta stesi si passa alla posa del pavimento vero e proprio. Il sistema Slim, oltre a essere garantito 10 anni dall’azienda, è certificato secondo gli stan-dard Kiwa e Dvgw.

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18 moduli

Versatilità e comodità al top

Emmeti Clima Floor è una soluzione confortevole e sicu-ra per utilizzare il pavimento come corpo scaldante durante l’inverno e come corpo raffre-scante durante l’estate. L’alta qualità dei prodotti, le caratte-ristiche tecniche dei materiali utilizzati e l’estrema flessibilità di montaggio offrono la possi-bilità di installare Clima Floor in qualsiasi tipo di edificio in modo semplice e veloce per impianti durevoli, affidabili e confortevoli. Con l’impiego di Clima Flo-or l’energia termica, calda o fredda, è sempre ben distribu-ita all’interno degli ambienti, senza fastidiose correnti d’aria fredda, senza alcun rumore né movimenti di polvere e con un sistema invisibile, garantendo così un elevato comfort per le persone e la salubrità degli am-bienti. Inoltre, grazie all’utiliz-zo di acqua ad una temperatura notevolmente più bassa rispetto agli impianti tradizionali nella stagione invernale, e più eleva-ta nella fase estiva, si aumenta il rendimento delle caldaie a condensazione e si riducono notevolmente gli assorbimenti elettrici dei chiller.Emmeti Floor è disponibile in

diverse soluzioni che si adat-tano alle più svariate esigenze. Sono sette le tipologie di pan-nelli, tutti in polistirene espanso autoestinguente termoformato: lo Standard Floor, lo Standard Combi Floor (accoppiato con film termoformato in polisti-rene rigido) ed il Classic Flo-or, con superficie a bugne ed incastri perimetrali, con passo tubi rispettivamente di 5 cm e 7,5 cm; il Plan Floor, liscio con impronte superficiali per la posa dei tubi; lo Step Floor e lo Step Combi Floor (accoppiato con film termoformato in poli-stirene rigido) per creare l’iso-lamento termoacustico; infine, il pannello isolante FloorMate 500-A, in polistirene espanso

estruso, per uso industriale. Tutti i componenti dei sistemi a pavimento sono progettati e co-struiti in ottemperanza alle nor-me europee e sottoposti a severi controlli di qualità, certificati da prestigiosi enti indipendenti. Il sistema si compone, oltre che dei pannelli, di un sistema di regolazione e distribuzione per impianti di riscaldamento e raf-frescamento a bassa temperatu-ra e misti (radiatori + pannelli radianti), il Floor Control Unit.Si tratta di un sistema di misce-lazione con servomotore elettri-co o termostatico che reagisce a qualsiasi variazione di portata o di emissione calorica e con-trolla la temperatura del fluido dell’impianto a pavimento.

massimo comfort per tutte le stagioni

Pavibalped è un sistema com-pleto per la realizzazione di impianti radianti (pavimento - parete - soffitto) di riscalda-mento e raffrescamento per edilizia civile, pubblica, com-merciale ed industriale propo-sto da Bampi. La circolazione del fluido avviene all’interno di tubi multistrato tipo Pe-Xb/All/PE-Xb oppure tubi in polie-tilene reticolato, con tubazioni disponibili in rotoli di varie me-trature (sino a 500 m). Tecnica-mente, l’acqua viene fatta cir-colare nelle serpentine di tubo a una temperatura di 32-38°C,

nel caso del riscaldamento, e di 15°C circa per il raffresca-mento estivo. La conducibilità termica del tubo multistrato è di 0,43 W/(m°K) e il coefficiente di rugosità dello strato interno è pari a 7 μm. I pannelli isolanti hanno una re-azione al fuoco di classe 1, una conducibilità termica di 0,034 W/(m°K) e una resistenza a compressione al 10% di schiac-ciamento pari a 1,8 kg/cm2.�L’isolamento termico e acusti-co di Pavibalped è assicurato da lastre di polistirene espan-so a elevata densità (30 kg/

m3), disponibili in vari formati e con diverse caratteristiche (pannelli a bugne, lisci, soltan-to pellicola senza polistirene, ad incastro per posa a secco). ��I pannelli sono dotati di inca-stri lungo i quattro lati, che ne consentono la perfetta unione evitando i ponti termoacustici, l’infiltrazione del calcestruzzo attraverso le fessure e il movi-mento delle lastre durante la fase del getto.Inoltre, la superficie superiore dei pannelli è rivestita da una pellicola di polistirene che ha la funzione di barriera al vapo-re e di strato termoriflettente del calore verso l’alto. Un sistema elettronico per la gestione dell’umidità interna ai locali consente di utilizzare l’impianto anche per il raffre-scamento estivo dell’edificio, con il massimo comfort ter-moigrometrico e ridotti costi di esercizio.

ingombro ridotto, coibentazione assicurata

Il pannello Rinnova è uno dei componenti del sistema per il riscaldamento e il raffresca-mento radiante a pavimento di Kloben, studiato specifica-tamente per impianti civili e ristrutturazioni.Il pannello ha uno spessore to-tale di soli 19,5 mm ma il ridot-tissimo spessore di ingombro, a differenza di altri sistemi pre-senti sul mercato, non influisce negativamente sulla Resistenza Termica (R) EN 12667, che in-vece risulta pari a 0,40 m²K/W.Nel dettaglio, Rinnova si pre-senta come un pannello in po-listirene espanso a celle chiuse marchiato CE secondo la nor-ma Uni En 13163 accoppiato a

caldo con un film di Ps compat-to antiurto e provvisto di bugne per il bloccaggio del tubo, con passo di posa 100 mm e scana-lature a incastro maschio/fem-mina sul perimetro. Il sistema nel suo complesso, oltre al pannello Rinnova, si compone di un nastro peri-metrale, indispensabile per l’assorbimento delle naturali dilatazioni dell’impianto a pa-vimento oltre che per l’ottimo isolamento termico e acustico sulle pareti e di un materas-

sino isolante liscio, che con-sente una semplice e comoda diramazione delle tubazioni dell’impianto radiante in usci-ta dal collettore e in prossimità delle porte. Prevista anche una curva nera in poliammide rin-forzato per tubo da 12 mm per il mantenimento in posizione a 90° delle tubazioni in uscita dal collettore e, infine, di una barra di modulazione per tubo Pex da 10/12 mm, di un tubo Pex-a Evoh 12x1,8 mm e di adattatori da 12x1,8 mm.

il Valore della distribuzione

regolazione per pannelli radianti

Il gruppo di regolazione termostatica della serie 166 di Caleffi svolge la funzione di mantenere costante, al valore impostato, la temperatura di mandata del fluido distribuito in un impianto a bassa temperatura per pannelli radianti a pavimento.Completo di valvola miscelatrice a tre vie termostatica con sensore di temperatura integrato, termometri di mandata e ritorno, valvole di intercettazione circuito secondario e coibentazione a guscio preformata è disponibile nella versione con pompa a tre velocità oppure con pompa elettronica a basso consumo energetico Alpha2 L. L’elemento regolatore della valvola a tre vie termostatica è un sensore di temperatura, completamente immerso nel condotto di uscita dell’acqua miscelata.

Mediante il suo movimento di contrazione o dilatazione, stabilisce in modo continuo la giusta proporzione tra acqua calda, proveniente dalla caldaia, e acqua di ritorno dal circuito pannelli.La regolazione di questi flussi avviene per mezzo di un otturatore sagomato, che scorre in un apposito cilindro tra la sede di passaggio dell’acqua calda e quella dell’acqua di ritorno dal circuito. Anche a fronte di una modifica delle condizioni di carico termico del circuito secondario, oppure della temperatura di ingresso dalla caldaia, la valvola miscelatrice regola automaticamente le portate di acqua fino ad ottenere la temperatura impostata.Il gruppo è reversibile, in quanto permette di invertire la mandata da destra a sinistra, in funzione delle esigenze di installazione. Il gruppo viene assemblato in fabbrica nella versione

con mandata lato destro con flusso verso l’alto. In caso occorresse, è possibile scambiare la posizione del senso del flusso. Per questo motivo le calotte del gruppo non vengono serrate in fabbrica, facilitando l’eventuale operazione. Questo sistema è abbinabile al separatore/collettore di distribuzione serie 559 Sepcoll con interasse degli attacchi da 125 mm.

Arteclima propone sistemi di regolazione per l’alimentazione di pannelli radianti. Uno dei prodotti della gamma è il gruppo di regolazione a punto fisso serie 607gda, per impianti di riscaldamento a pavimento, composto da un collettore di mandata per distribuire l’acqua a bassa temperatura ai pannelli radianti, dotato di flussimetri per il bilanciamento, e un collettore di ritorno equipaggiato con valvole di intercettazione predisposte per azionatori elettrotermici. L’ingresso lato primario è gestito da

una valvola a due vie con comando termostatico, dotata di sonda capillare inserita nel lato pompa, e termostato di sicurezza; la valvola miscela l’acqua di ritorno dell’impianto con quella ad alta temperatura proveniente dalla caldaia in base alla temperatura desiderata e impostata tramite il comando termostatico.Il gruppo di regolazione è anche disponibile in abbinamento a una distribuzione in alta temperatura per alimentare ad esempio radiatori supplementari.A completare il sistema una

serie di accessori, quali: pompa di circolazione, by-pass differenziale, termometro per il controllo della temperatura dei fluidi, gruppi di carico/scarico acqua, supporti di fissaggio alle cassette in metallo verniciato.

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rassegna

ImpIanto radIante per le rIstrutturazIonI

Sempre più frequentemente la ristrutturazione è occa-sione per migliorare le pre-stazioni energetiche delle abitazioni, per guadagnare in efficienza e quindi ridur-re i consumi di gestione de-gli impianti. Una ristrutturazione “effi-ciente” implica la sostitu-zione della caldaia unita-mente al vecchio impianto di riscaldamento (radiato-ri), con soluzioni più inno-vative e prestazionali. Dal punto di vista progettuale significa affrontare diversi aspetti, tra cui: consolida-mento strutturale, umidità all’interno delle murature, bassi spessori, sostituzione degli infissi, limitazione dei sovraccarichi sui solai. La vasta gamma proposta da Eurotherm include siste-mi di riscaldamento e raf-frescamento a pavimento sviluppati ad hoc per soddi-sfare tutte le esigenze speci-fiche degli edifici in fase di ristrutturazione. L’obiettivo rimane sempre quello di un impianto perfettamente in-tegrato nell’ambiente, oggi più di ieri. Laddove i pro-prietari non desiderano per

diverse ragioni smantellare il pavimento, impedendone il rifacimento, sono consi-gliate le innovative soluzio-ni di riscaldamento/raffre-scamento radiante a soffitto o parete.Zeromax, il servizio di posa dell’impianto radian-te a zero spessore di Euro-therm, è ideale per tutti quei casi che necessitano di una posa che si integri perfet-tamente nell’ambiente. Si adatta infatti a particolari esigenze progettuali quali la ristrutturazione di edifi-ci o la posa a secco in case prefabbricate, dove un im-pianto tradizionale ad alto spessore determinerebbe seri problemi di installa-zione. Con l’ausilio di una speciale macchina fresatri-ce è possibile tracciare di-rettamente sull’elemento di

supporto alla pavimentazio-ne (massetto, lastra gesso-fibra) le “guide” nelle quali sarà alloggiata, in maniera altrettanto semplice e rapi-da, la tubazione. Non rimarrà quindi che sce-gliere il rivestimento con la finitura più idonea alle proprie esigenze. Grazie a Eurass, il servizio d’assi-stenza operativa in cantiere che garantisce una posa a regola d’arte nel pieno ri-spetto della sicurezza e del-le normative di riferimento, l’installazione dell’impian-to radiante a pavimento ri-sulterà semplice e veloce. Da segnalare come Eurass metta infatti a disposizione il proprio know how, for-nendo un servizio completo di assistenza che può com-prendere anche la consegna “chiavi in mano”.

Il benessere parte daI pIedI

Geberit ha messo a punto una gamma di sistemi di tu-bazioni e collettori in grado di semplificare l’installazio-ne e l’organizzazione di un sistema di riscaldamento a terra. Non solo la qualità dei tubi multistrato ma anche l’assortimento, la praticità dei pannelli isolanti e il di-segno di collettori di nuova concezione permettono in-fatti una grande flessibilità nella realizzazione dell’im-pianto, ma soprattutto la ga-ranzia di un altissimo livello di sicurezza: un dato fonda-mentale vista la delicatezza dell’installazione sotto la pavimentazione.Le tubazioni multistrato Ge-berit PushFitTherm e Mepla-Therm permettono quindi di “disegnare” agevolmente le

serpentine nell’area interes-sata, posandole anche su nuo-vi pannelli isolanti in tre ver-sioni bugnate con altezza 1, 2 o 3 cm, per adattarsi alle di-verse esigenze di isolamento. Avvolta da un primo strato in Pe-Xb e da uno strato ester-no in Pe ad alta densità (Ø 16 mm), l’anima in alluminio dei tubi PushFitTherm e Me-plaTherm offre una barriera naturale all’ossigeno evitan-do quindi il fenomeno dell’o-smosi, ovvero la formazione di melma e di ossidazione all’interno della tubatura. Il nuovo collettore ad alta e bassa temperatura è pensato in ogni caso per circuiti mi-sti, permettendo di collegare diverse tipologie di impianti - tradizionale e a pavimen-to - in una stessa abitazione.

Tra i collettori, disponibili anche nella versione da 8 cm pensata per il mercato italia-no, per l’installazione all’in-terno di tramezze da 8 cm. Il sistema comprende, oltre alle tubazioni e ai raccordi, ciò che serve per realizzare gli impianti in ogni detta-glio: distributori da 4 a 10 partenze corredati dai relativi armadietti; testa motorizzata per valvola e termostato am-biente; isolante su cui viene posato il tubo ed il sistema di fissaggio del tubo a clip con relativo attrezzo.La collocazione dei pannelli radianti e la cessione di ca-lore per irraggiamento gene-rano una stratificazione delle temperature che si avvicina alla situazione ideale di be-nessere termico (22°C). Il calore viene quindi distribu-ito uniformemente in tutti gli spazi, al contrario di quello che avviene con un impianto tradizionale.Da ciò deriva una conse-guente riduzione del con-sumo di energia con un risparmio nelle spese e un abbattimento delle emissio-ni inquinanti in atmosfera. La differenza di consumo è dovuta principalmente all’e-levata superficie di scambio con la quale si costituisce l’impianto a pavimento. L’impianto è conforme alla norma Uni EN 1264 decreto n° 192, relativo al rendimen-to energetico nell’edilizia.

Il rame In parete, una soluzIone preassemblata

Il sistema Hypoplan è com-posto da una serie di moduli preassemblati in rame, stu-diati appositamente da Kme per il riscaldamento ra-diante a bassa temperatura.Gli impianti così realizzati rappresentano la soluzione ideale per il riscaldamento e il raffrescamento a parete o soffitto degli ambienti. I moduli sviluppati da Kme garantiscono infatti una di-stribuzione omogenea del-la temperatura, l’assenza di vincoli nella progettazione dell’arredamento e di ricir-colo di polveri, sfruttando l’irraggiamento termico ed eliminando i moti convetti-vi dell’aria.Da segnalare, infatti, come i moduli Hypoplan abbinino inoltre le elevate prestazio-ni termiche e meccaniche che sono proprie del rame. Grazie a una conduttività termica di 390 W/mK, in-fatti, questo materiale è ideale per questo tipo di ap-plicazioni poiché assicura un’eccellente trasmissione di calore, riducendo note-volmente l’inerzia termica e presentando inoltre una rapidissima regolazione della temperatura ambien-te. Grazie alla sua capacità di trasferire calore, il siste-ma Hypoplan si combina perfettamente con i mo-derni impianti a risparmio energetico, in perfetto abbi-namento con fonti di calore quali ad esempio pannelli solari termici, pompe di calore, sistemi geotermici e caldaie a condensazione.I pannelli Hypoplan sono costituiti da tubazioni in

rame di 10 mm di diame-tro, distanziate con passo 100 mm e possono avere varie dimensioni. Il prodot-to risulta quindi di facile e rapida installazione: il fis-saggio alle pareti avviene infatti tramite linguette fo-rate premontate sui moduli, che vengono affogati diret-tamente nell’intonaco.Non sono quindi necessa-rie particolari conoscenze o utensili speciali per com-pletare l’installazione. È possibile utilizzare tutti gli intonaci minerali in gesso, calce-gesso, cemento e ar-gilla o loro miscele e non occorre alcun tipo di addi-tivo. Lo spessore dell’into-naco previsto è infatti mol-to ridotto ed è attorno ai 25 mm. Durante il periodo estivo il sistema Hypoplan

può essere anche utilizza-to per la refrigerazione: in questo caso, nei tubi di rame viene fatta circolare acqua fredda a una tempe-ratura leggermente inferio-re a quella dei locali (attor-no ai 15°C). Oltre a poter essere annegati nell’into-naco (utilizzando quindi un sistema a umido) i pannelli Hypoplan prodotti da Kme possono essere anche posti in opera a secco, con quindi l’aggiunta di alette di con-duzione termica autoadesi-ve applicate sugli elementi costruttivi (ad esempio, nel caso dei pannelli in carton-gesso), oppure forniti già annegati nell’intonaco in modo da poter ricreare del-le vere e proprie piastre ra-dianti preassemblate (Easy Kit di Kme).

doppIo sIstema, totale IntegrazIone

Rotex Systema 70, sviluppato da Daikin Air Conditioning Italy, è un sistema per il riscaldamento radiante al quale è possibile abbinare direttamente anche i radiatori, utilizzando la stessa temperatura di mandata dell’acqua (fino a un massimo di 70°C). Il sistema consente così di azzerare i costi di integrazione dei due tipi di riscaldamento, non essendo necessaria l’installazione di pompe e sistemi di regolazione

addizionali. Systema 70 è infatti caratterizzato da due tubi concentrici (tubo Duo): in quello interno scorre l’acqua, mentre quello esterno crea un’intercapedine d’aria che ha funzione d’isolamento termico e garantisce il mantenimento della corretta temperatura di superficie del pavimento.L’intercapedine d’aria tra i due elementi crea un predefinito isolamento termico, permettendo così di utilizzare anche per i sistemi a pavimento la stessa temperatura di mandata dell’acqua richiesta dai radiatori. Nei sistemi tradizionali ciò non è possibile, ed è quindi obbligatorio sdoppiare i due circuiti di distribuzione. La guaina, inoltre, aumenta notevolmente la resistenza meccanica del tubo.Grazie a queste caratteristiche, Rotex Systema è infatti in grado di essere progettato senza il vincolo della bassa temperatura, in quanto questo sistema supporta temperature dell’acqua di mandata fino a 70°C. Inoltre, la soluzione sviluppata da Daikin è

estremamente versatile e permette di scegliere in libertà gli elementi scaldanti ideali per ogni ambiente: riscaldamento a pavimento, radiatori o una combinazione di entrambi.La maggiore temperatura dell’acqua consente quindi una più veloce trasmissione del calore.In questo modo il pavimento, e quindi l’ambiente, si riscaldano rapidamente e il ridotto contenuto d’acqua e l’elevato salto termico consentono un notevole risparmio dei costi di esercizio grazie a un minor consumo di energia elettrica da parte delle pompe ausiliarie.La temperatura di superficie del pavimento, infine, può essere variata tramite una posa più o meno ravvicinata dei tubi riscaldanti, così da differenziare la distribuzione delle temperature per raggiungere un maggiore effetto comfort (per esempio, temperature inferiori nelle zone di soggiorno e più elevate nelle zone perimetrali e vicino ai muri esterni).

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33n.289 gennaio 2013

Potenza radiante Per tutte le finiture

Messana Ray Magic è un si-stema di pannelli radianti che garantisce comfort termico, salubrità degli ambienti, ri-sparmio energetico medio dal 40 al 50% rispetto alle tradi-zionali energie ad aria, velo-cità nella messa a regime ed eccellente potenza radiante, possibilità di utilizzare il siste-ma sia per il riscaldamento che per il raffrescamento degli am-bienti grazie alla circolazione di fluido a 10÷15°C, notevole riduzione dei costi di impianto e gestione grazie ad un sistema di montaggio esclusivo e bre-vettato. Ideale per installazioni a secco a soffitto, parete o pa-vimento, Messana Ray Magic è costituito da un pannello iso-lante preformato in polistirene espanso prestampato rivestito in cartongesso al cui interno sono collocati gli scambiato-ri di calore in alluminio che accolgono i circuiti idraulici, ovvero le serpentine e le due dorsali incorporate nel pannel-lo lungo l’asse mediano mag-giore; tutte le tubazioni sono con barriera ossigeno.Ogni pannello, di dimensioni standard 120x240 cm, può essere sottomodulato in lastre da 120x120, 60x240, 60x120 cm. Questo è possibile grazie alla particolare conformazione del sistema idraulico, che per-mette il taglio di serpentine e dorsali lungo gli assi mediani del pannello. Messana Ray Magic contiene

direttamente al suo interno la linea di alimentazione princi-pale e il sistema di connessio-ne tra pannelli, senza necessità di superfici di servizio esterne ai pannelli stessi. Ciò consen-te una riduzione dei tempi di installazione idraulica fino all’80% e lo rende ideale nelle ristrutturazioni. Grazie alla sua particolare struttura può inol-tre accogliere al suo interno anche altri eventuali elementi impiantistici, per un vantaggio importante in termini di vivibi-lità e funzionalità degli spazi.La finitura dei pannelli - di-sponibili nelle versioni carton-gesso, con finitura e isolante alla grafite, additivata con sili-cone o in fibrogesso - è prein-collata e trattata al laser per evidenziare i circuiti idraulici. Tra le declinazioni di modelli possibili, sono presenti anche le versioni fonoassorbente e ignifuga.

SiStema comPleto Per un comfort ottimale

Cofloor di Oventrop conci-lia le esigenze di comfort e risparmio energetico nella climatizzazione radiante a pavimento e a parete. Il si-stema comprende pannelli preformati, fogli isolanti, tubazioni e i componenti ne-cessari per la realizzazione di qualsiasi impianto, pro-gettati per interconnettersi. Per le soluzioni a pavimento sono disponibili i sistemi di posa bugnato, liscio (Tacker o con barra di fissaggio) e a secco, mentre per quelle a parete sono utilizzabili il sistema liscio con binari e il sistema a secco. Il sistema di posa sottofondo con pan-nello modulare preformato a bugne piene permette sia una posa semplice ed eco-nomica, sia di minimizza-re gli scarti incastrando tra loro pezzi di qualunque di-mensione tramite le bugne che, con la loro particolare

geometria, consentono la posa di tubi in plastica e multistrato di diametro 14 e 16 mm. Il pannello isolante liscio è dotato di una griglia del passo pari a 5 cm stam-pata sul foglio in Pph accop-piato per una veloce e pre-cisa posa dei circuiti, fissati al pannello mediante ganci Tacker e un apposito attrez-zo, oppure mediante barre di fissaggio autoadesive in polipropilene. Il sistema a secco consente di realizzare un impianto dello spessore di soli 3,5 cm (rivestimento compreso). L’elemento base di questo sistema è in polisti-rolo espanso, che oltre a svol-gere la funzione di isolante termico e avere uno spessore di 25 mm funge contempo-raneamente da supporto per le singole lamelle diffusorie portatubo in acciaio. La di-sposizione delle scanalature nel pannello, inoltre, permet-

te una posa a chiocciola o ser-pentina del tubo multistrato.Per una distribuzione e bi-lanciamento ottimali, Oven-trop offre una gamma di collettori premontati da 2 a 12 attacchi facili e veloci da installare e di profondità ri-dotta. I collettori di mandata e ritorno in acciaio inossida-bile Oventrop da 1” sono do-tati di attacchi per circuiti da ¾” Eurocono, di una calotta per il collegamento della valvola a sfera, che consente

di intercettare la tubazione in caso di manutenzione, e di rubinetti girevoli per ca-ricare e spurgare i singoli anelli. Con il misuratore di portata è possibile impostare la portata calcolata da pro-getto e verificarla attraverso il vetro graduato. Sul collet-tore di ritorno sono premon-tati vitoni termostatizzabili, che consentono di gestire ogni singola zona mediante servomotori elettrotermici e termostati ambiente.

con uno SPeSSore minimo

Renova è il sistema radiante ribassato a pavimento firmato Chemidro, brand del Gruppo Wavin Italia specializzato nella commercializzazione di sistemi di riscaldamento e raffrescamento radianti, che rappresenta la soluzione ideale per le ristrutturazioni grazie alla veloce messa a regime e alla possibilità di realizzare impianti in 3 cm di spessore (oltre alla piastrella o al parquet). Per l’installa-zione si raccomanda di utiliz-zare esclusivamente un mas-setto di tipo autolivellante.Rispetto ai sistemi di riscal-damento tradizionali, Reno-va garantisce un migliora-mento dell’80% in termini di risposta termica dell’im-pianto radiante, con di con-seguenza una regolazione

ancora più semplice. Grazie all’adesivo incorporato, che consente ad ogni pannello di aderire in maniera ottimale al fondo, il sistema permet-te una posa rapida oltre ad evitare la demolizione dei vecchi pavimenti. Compo-sto da una foglia rigida do-tata di speciali nocche che permettono installazioni con massetti ribassati a ridotto spessore al di sopra del tubo, il pannello rappresenta la so-luzione ideale per ristruttu-razioni con interasse di posa multiplo di 50 mm. La parte inferiore è costituita da uno strato collante, che consen-te di applicare il pannello a strati preesistenti di pavi-mentazione o a sottofondi grezzi; le nocche perimetra-li, opportunamente dimen-

sionate, permettono invece il collegamento rigido per la sovrapposizione dei due lati. A completamento del pannello, Chemidro propone il tubo Polystop per riscal-damento e raffrescamento a pavimento. Caratterizza-to dalla semplicità dell’in-stallazione e da un’elevata plasticità, il tubo dispone di un’elevata resistenza alle alte temperature ed è certi-ficato secondo Iso 21003

(classe di applicazione 2/8 bar, secondo Iso 10508). Composto da uno strato in-termedio in alluminio che costituisce una barriera assoluta all’assorbimento di ossigeno e da uno strato esterno in polietilene ad alta densità PE-HD, particolar-mente resistente all’abrasio-ne e ai raggi UV, il prodotto Chemidro può essere quindi applicato con tutte le tipolo-gie di pavimentazione.

Per una PoSa flaSh

Per ogni tipo di ristruttura-zione in cui non si lavora sui massetti a umido e dove l’al-tezza di montaggio ridotta è fondamentale, Viega propone il sistema di riscaldamento radiante Fonterra Reno. Gra-zie ai pannelli modulari di gessofibra dello spessore di 18 mm, questo sistema con-sente infatti di realizzare un sistema di riscaldamento a pavimento anche nei vani ove sono disponibili limitati spazi in altezza. Grazie alla speciale forma delle bugne, i pannelli permettono un alloggiamento sicuro del tubo di polibutilene con barriera all’ossigeno da 12x1,3 mm e garantiscono molteplici possibilità di posa con due soli tipi di pannelli: pannelli di testa e pannelli di base. Con questa soluzione si ha una copertura accurata di tutta la superficie, anche nei punti con angolazioni partico-lari. Da segnalare come i tem-pi di posa ed asciugatura del massetto con Fonterra Reno vengano completamente az-

zerati grazie alla posa a secco. Come ulteriore vantaggio, con Fonterra Reno non è più necessaria la controlastra per stendere moquette o parquet velocizzando il completamen-to dell’intervento. Dopo aver pulito la superficie di appog-gio e aver applicato la fascia isolante perimetrale, in modo che aderisca dalla base fino al bordo superiore del rivestimen-to, si procede con la stesura dei pannelli, si copre la superficie con un primer di fondo avente funzione impermeabilizzante e si stende il tubo. Dopo un tempo che varia dalle due alle quattro ore si stende una colata di materiale rasante fluido me-diante una spatola gommata. Dopo 24 ore il piano livellato può essere piastrellato o diver-samente pavimentato a scelta del committente. Infine, Fon-terra Reno opera, come tutti i sistemi a pannelli radianti, a bassa temperatura di manda-ta e con la sua ridotta inerzia termica si caratterizza per un risparmio energetico superiore.

fleSSibile e SilenzioSo

Per garantire una temperatura omogenea sulle superfici delle stanze, con conseguente elevato grado di benessere psico-fisico, Zehnder propone il sistema di climatizzazione radiante Nic. Adatto sia per il riscaldamento che per il raffrescamento degli ambienti, questo sistema è una soluzione semplice ma efficiente per la climatizzazione con pannelli radianti a secco sia per la ristrutturazione che per la realizzazione di nuovi edifici. Oltre a svolgere la funzione impiantistica, Nic integra l’isolamento termico, sostituendo l’intonaco e consentendo di ricavare gli spazi necessari all’alloggiamento degli impianti elettrici ed idraulici. Applicabile a parete ed a controsoffitto, il sistema Zehnder prevede che tutti i collegamenti

idraulici tra i circuiti e i collettori delle linee di adduzione lineari siano realizzati con raccordi ad innesto rapido, che consentono una veloce realizzazione delle linee di alimentazione. Grazie a “collettori lineari” posti in adiacenza dei pannelli è garantito un collegamento idraulico in parallelo dei singoli moduli collegati, in modo da mantenere costante la perdita di carico, anche al variare del numero dei moduli collegati, semplificando l’avviamento. I collettori lineari sono realizzati in tubo multistrato con barriera all’ossigeno Ø 20x2 mm e comprendono i raccordi ad innesto rapido Zehnder per il collegamento dei tubi da Ø 8x1 mm in PE-Xa con barriera all’ossigeno. Al fine di ottimizzare gli spessori, tutte le linee di

distribuzione rimangono comprese nello spessore dell’isolante del pannello, richiedendo uno spessore globale di 69 mm. Il sistema radiante Zehnder Nic con le connessioni ad innesto rapido, può essere utilizzato ad una pressione massima di 4 bar (ad una temperatura del fluido di 40°C). Particolarmente silenziosi, i sistemi di climatizzazione radiante Zehnder Nic a soffitto e/o a parete, impiegando ampie superfici di scambio tra l’impianto radiante

e l’ambiente occupato, permettono di utilizzare d’inverno scambi radianti a bassa temperatura (consentendo elevata omogeneità di temperatura in ambiente e risparmio nei costi di consumo) e d’estate ad alta (la temperatura di utilizzo all’interno delle serpentine radianti è di circa 15°C, contro i normali 7°C di un sistema tradizionale). Il sistema è completato dalla regolazione digitale e da sistemi di deumidificazione dedicati.

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34tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.itn.289 gennaio 2013

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Contatto ad agganCio rapido

Semplicità di installazione e perfetta tenuta di fissaggio. Sono le caratteristiche di-stintive di Klett, il sistema Uponor per la climatizza-zione radiante a pavimento che può essere posato senza utilizzare accessori come clip, binari o fascette. Lo strip ad aggancio rapido che circonda il tubo Upo-nor evalpex Q&E (Pe-Xa) permette infatti di fissarlo al pannello isolante liscio con una semplice pressione; una volta in posizione, l’attrito

è così elevato che lo sforzo per spostarlo si moltiplica. I fissaggi rapidi sono soli-tamente composti da due parti: una consiste in una moltitudine di piccoli uncini flessibili che spuntano da un supporto più compatto; l’al-tra è formata da un tessuto non perfettamente rasato, che forma tanti minuscoli anellini ancorati stabilmen-te su un fondo più rigido. Per rendere più semplice ed efficace il lavoro dell’instal-latore, Uponor ha abbinato i

due componenti: la striscia uncinata è avvolta e incol-lata attorno alla tubazione evalpex Q&E direttamente negli stabilimenti di produ-zione Uponor. Particolar-mente sottile e realizzata in materiale plastico (con conducibilità simile alla tu-bazione stessa), la striscia non limita la trasmissione del calore verso il massetto. Anche il foglio e il pannel-lo isolante liscio di Uponor Klett vengono forniti già accoppiati con adesivo. Il tessuto rappresenta inoltre il supporto ideale per stam-pare la griglia di riferimen-to, utilissima per mantenere costanti gli interassi di posa. Quando in cantiere si pro-cede a installare la tuba-zione sul pannello, è suffi-ciente una piccola pressione del piede per attivare l’ag-gancio senza dovere quindi impiegare altri strumenti né accessori.

Mai più Crepe nel paviMento

Grazie ad un approccio in-novativo della parte edile, il sistema a basso spessore Schlüter-Bekotec-Therm di Schlüter-Systems induce una microfessurazione controllata del massetto eliminando le ten-sioni, le deformazioni e la ne-cessità di giunti di dilatazione nel massetto, permettendo un ingombro ridotto (57 mm più lo spessore della pavimenta-zione, 36 mm senza coibenta-zione) e una riduzione di peso sulle strutture (solo 60 kg/m²). Risultati ottenuti senza dover ridurre il diametro delle tuba-zioni (tubo diametro 16 mm) e senza richiedere lavorazioni diverse da quelle tradizionali in uso (quindi non richiede l’uso di additivi o massetti speciali, né la posa di lamiere o di supporti in lastre di fibro-gesso). Da sottolineare come sia garantita comunque una resistenza al calpestio fino a 5

Kn/m² (prova di carico com-provata da laboratorio certi-ficato). La guaina Schlüter-Ditra 25 di desolidarizzazione e separazione impedisce alle microfessure di trasmettersi e di danneggiare il pavimento, la cui integrità è compresa nella garanzia supplementare de-cennale fornita dall’azienda. Il massetto di copertura è tradi-zionale (300 kg di cemento per m³ di sabbia) o premiscelato tipo CT-C25-F4 (ZE20) o tipo CA-C25-F4 (AE20) massimo (F5).Dal punto di vista del rendi-mento termico, il peso ridotto comporta una bassa inerzia termica rendendo il sistema fino a 4 volte più veloce nel reagire alle variazioni termi-che rispetto ai riscaldamenti a pavimento tradizionali, au-mentando le capacità di re-golazione e di mantenimento delle temperature desiderate.

Il sistema consente quindi anche il funzionamento inter-mittente, con conseguente au-mento di comfort e flessibilità dell’impianto.Altra particolarità del siste-ma Schlüter-Bekotec-Therm è quella di non richiedere l’accensione dell’impianto prima della posa delle pavi-mentazioni di tipo ceramica o pietra naturale.

per una posa senza Massetto

Per facilitare l’installazione di impianti radianti a pavi-mento anche quando, magari a seguito di una ristruttura-zione, non c’è uno spessore disponibile sufficiente, Ros-sato Group ha sviluppato il

sistema ribassato Ecofloor slim. I pannelli in fibrogesso Ecofloor Slim hanno infatti uno spessore di soli 18 mm. Sono preformati per fissare in modo rapido e sicuro il tubo radiante ed allo stesso tempo fungono da massetto. Il sistema Ecofloor Slim è ideale per essere installa-to su pavimenti esistenti. Inoltre, ogni componente del sistema Ecofloor Slim è studiato per semplificare al massimo le operazioni di posa in cantiere. Le sca-nalature dei pannelli hanno forme e distanze diverse per consentire di realizzare geo-metrie del circuito idraulico idonee allo spazio: ad esem-pio, il tubo viene steso in

modo lineare al centro di una stanza, mentre viene curvato in prossimità delle pareti; il tubo Al Pe Rt è estremamen-te flessibile per consentire di realizzare curve anche mol-to strette; le connessioni tra collettore e tubo sono rese semplici e sicure da specia-li giunti che non richiedono l’uso di attrezzi particolari. Altro vantaggio del sistema Ecofloor Slim è l’assenza di massetto tradizionale, perché i pannelli fungono essi stessi da massetto. Ciò riduce notevolmente i tempi delle operazioni in cantiere: il massetto a secco, infatti, non richiede i tempi di atte-sa per la realizzazione e per l’asciugatura del massetto.

su Misura per ristrutturazioni

Kilma board sono pannelli prefabbricati in cartonges-so, ideali per impianti di climatizzazione radiante in caldo e freddo a parete e controsoffitto. Sono di-sponibili in quattro diverse taglie e pronti per l’installa-zione grazie alla tubazione Pe-Xc ø 8 mm già integrata nel cartongesso e allo strato isolante già accoppiato. Par-ticolarità del sistema sono la bassissima inerzia termi-ca e la facilità e rapidità di installazione grazie a pesi e dimensioni molto contenute; inoltre, non richiede lavori di messa in opera invasivi e può essere installato anche sulla struttura di un controsoffitto esistente. Una volta installa-ti i pannelli in cartongesso è sufficiente “rasare” le fughe, dopodiché possono essere imbiancati. Grazie alle sue caratteristiche Kilma board si propone come soluzione ideale per le ristrutturazio-ni (in particolare quando non è possibile installare l’impianto a pavimento, op-pure quando è già previsto

l’abbassamento del soffitto mediante controsoffittatura) e per gli edifici commercia-li. Le applicazioni a parete e controparete più comuni sono invece le integrazioni di impianti radianti a pa-vimento, per esempio nei bagni (pareti delle docce) e nei vani scala. Una seconda soluzione proposta da Rbm è Kilma Square con termi-nali prefabbricati, ideali per impianti di climatizzazione radiante in caldo e freddo. Le piastre radianti si com-pongono di una piastra in polipropilene soffiato, che costituisce i circuiti radian-ti, e di uno strato isolante in polistirene soprastante. La

dimensione quadrata 55x55 cm consente alle piastre di poter essere installate all’in-terno dei pannelli metallici da 60x60 cm che solitamen-te vengono utilizzati per le controsoffittature di uffici, con il vantaggio di poter sfruttare anche strutture già esistenti. Le piastre, auto-bilancianti, sono collegate in serie di 3 pezzi tramite tubazioni Pe-Xc da 8 mm e raccordi a innesto rapido. Ogni circuito del collettore principale alimenta, in gene-re, fino a 24 piastre. La bassa inerzia termica rende quindi il sistema Kilma Square ide-ale per gli impianti di clima-tizzazione di uffici.

gruppo di distribuzione preasseMblato a ingoMbro ridotto

Pantherm propone un nuovo collettore con circolatore EC preassemblato con ingombri ridotti in armadietto con pro-fondità di soli 8 cm, consen-tendo l’incasso anche nelle pareti interne degli edifici. Il gruppo di distribuzione è quindi formato da un collet-tore monolitico Floorstar da 3 a 9 vie, realizzato median-te pressofusione di uno spe-ciale materiale plastico con proprietà meccaniche pari ai metalli. Il prodotto Pan-therm è inoltre caratterizza-to da un’elevata resistenza meccanica, dalla possibilità di effettuare la regolazione sui singoli flussi da 1 l/h a 900 l/h e dall’inattaccabilità

al calcare. Ideale nell’uso per raffrescamento estivo, il nuovo collettore limita infatti la formazione di con-densa con temperatura mas-sima di esercizio di 82,2°C. Da segnalare anche la presenza del circolatore a com-mutazione elettro-nica con consumo massimo di 25 W, che permette im-portanti risparmi a livello energetico. Per quanto riguar-da l’armadietto, la soluzione pro-posta è in lamiera verniciata con pro-

fondità 8 cm ed è incassabi-le nelle pareti interne, senza intaccare le pareti portanti perimetrali.

per installazioni a soffitto

Il sistema radiante a soffitto di Rehau è composto da elementi riscaldanti/raffrescanti caratterizzati da un’ampia superficie di scambio termico, mantenuta a pochi gradi di differenza rispetto alla temperatura dell’ambiente. Studiati per offrire benessere attraverso il controllo costante della temperatura e della relativa umidità, i sistemi a soffitto trovano applicazione sia in fase di ristrutturazione sia nell’edilizia di nuova costruzione, e sono compatibili con la tecnologia costruttiva a secco mediante l’utilizzo di lastre in cartongesso. L’installazione di un sistema radiante a soffitto Rehau presenta numerosi vantaggi: non è vincolato in modo definitivo alla struttura muraria; riduce l’inerzia termica e permette veloci adattamenti delle prestazioni secondo le esigenze dell’utente;

consente un’elevata resa nel raffrescamento estivo (fino a 70 W/m2) rendendolo ideale per differenti applicazioni; è affidabile nel tempo grazie al sistema Rehau con tubi in Pe-xa e giunzioni con manicotto autobloccante. I sistemi di riscaldamento/raffrescamento a soffitto Rehau consentono, inoltre, di realizzare controsoffitti all’interno dell’edificio e annullano la dispersione termica verso l’alto grazie all’isolamento applicato in cantiere sulla parte superiore. Proposti in quattro misure per realizzare un rivestimento ottimale con superfici

di raffrescamento attive anche all’interno di ambienti che presentano rientranze, le soluzioni a soffitto Rehau richiedono un’altezza di montaggio di 30 mm in aggiunta alla sottostruttura e risultano particolarmente resistenti agli urti e alla flessione, grazie ad un rinforzo in fibra dei pannelli in gesso. Rehau ha inoltre sviluppato un’apposita gamma di sistemi per la regolazione degli ambienti, che consente di gestire tutti i parametri e regolare tutti i dispositivi esterni da un solo punto di comando, a vantaggio della massima efficienza del sistema.

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36 moduli

Dimensioni compatte

Accanto ai sistemi di ri-scaldamento a pavimento tradizionali, Rdz propone Dry-Tech, un sistema a sec-co con spessore di soli 3 cm appositamente studiato per applicazioni nelle qua-li sono richiesti ingombri e carichi limitati, come può essere il caso di ristruttu-razioni, realizzazioni in soppalchi o su pavimenti già esistenti soprattutto nel settore residenziale. La pe-culiarità di questo sistema è la mancanza del massetto che permette di guadagnare parecchi centimetri di spes-sore, garantisce la bassa inerzia termica e la velocità di reazione del sistema e ri-duce i tempi di realizzazio-ne. Il sistema infatti è im-mediatamente calpestabile e operativo senza che siano necessari i tempi di asciuga-tura del massetto.Il pannello Dry-Tech, bu-gnato, in polistirene sinte-rizzato, prodotto in confor-mità alla normativa Uni EN 13163, stampato in idrore-pellenza a celle chiuse, è caratterizzato da resistenza alla compressione 300 kPa, conducibilità termica 0.035 W/mK, spessore nominale 25 mm. Il sistema Rdz pre-senta infatti una superficie superiore sagomata con speciali incavi predisposti per l’alloggiamento delle la-melle termoconduttrici por-

tatubo. Tra i componenti del sistema è importante ricor-dare le lamelle termocon-duttrici, in acciaio zincato dello spessore di 0,4 mm e predisposte per contenere la tubazione Rdz Clima, con la funzione di diffondere il ca-lore, e il tubo utilizzato per la distribuzione del fluido termovettore, di diametro 14 mm e spessore 2 mm, realizzato in polietilene re-ticolato ad alta densità per via elettrofisica, con barrie-ra antiossigeno interposta tra la tubazione in PE-Xc e uno strato esterno in PE che garantisce la protezione du-rante le fasi di lavorazione in cantiere. Gli strati sono incollati tra loro da uno speciale collan-te. Lo strato di supporto è costituito da un ripartitore di carico in fibre sintetiche, laminato su entrambi i lati, caratterizzato da resistenza alla compressione 590 kN/m2 e da una conducibilità termica 0,042 W/mK, di-mensioni 1200x800x4 mm. Le lastre vengono fissate tra loro da un nastro adesivo che garantisce la formazio-ne di un piano uniforme. Il rivestimento in ceramica viene incollato tramite un adesivo cementizio specifi-co, da miscelare con un lat-tice elasticizzante e acqua; la posa del pavimento in le-gno invece è flottante.

Un sistema per ogni esigenza

Il marchio Seppelfricke SD, dopo un’assenza dal mercato italiano di circa un anno, a partire da luglio 2012 è divenuto parte integrante di una grande realtà industriale bresciana. Sotto il marchio Seppelfricke SD vengono oggi progettati, realizzati e distribuiti prodotti per sistemi a pannelli radianti di climatizzazione a pavimento, parete e soffitto, per sistemi geotermici con sonde in Geopex e pompe di calore di ultima generazione aria-acqua e acqua-acqua, per sistemi di distribuzione acqua sanitaria. In particolare, i prodotti della gamma relativa ai sistemi a pannelli radianti sono invariati rispetto al passato: rimangono quindi i già noti sistemi Fbsd, Kbsd, Kbsd30 ed Insd. Quattro sistemi per rispondere a

tutte le esigenze e a tutte le tipologie di applicazioni.Il sistema Fbsd è per la casa che si vive tutti i giorni, nella quale c’è un buon viavai di persone, una casa che in diversi momenti della giornata ha quindi bisogno una temperatura di comfort costante, un sistema che si accende a inizio stagione e non ci si pensa più (inerzia termica 12 ore).Il sistema Kbsd è per la casa che non si vive tutti i giorni, magari la seconda casa, o in integrazione all’abitazione principale in mansarda, taverna, stanza degli ospiti. Permette una grande flessibilità ed è ideale per le ristrutturazioni dove lo spazio è ridotto (inerzia termica 3 ore). Il sistema Kbsd30 è la perfetta sintesi dei sistemi a pannelli radianti precedentemente citati;

racchiude le caratteristiche isolanti dell’Fbsd e la velocità di reazione del Kbsd. Per la casa che si vive in modo intenso: massimo comfort in tutti i momenti della giornata (inerzia termica 3 ore).I sistemi Fbsd e Kbsd30 sono entrambi fonoassorbenti fino a 28 dB (con massetto 4 cm), i pannelli sono fatti in Eps T, polistirene espanso elasticizzato e isolante termico (λ = 0,037 W/mK).

Tutti i sistemi Seppelfricke SD sono marcati CE secondo il Regolamento 305/11 (ex Direttiva 89/106/Eec). Infine il sistema Insd, studiato e progettato per l’impiantistica industriale, si presenta con una piastra bugnata, resistente a grandi carichi. Lo spessore del massetto viene di volta in volta calcolato dal progettista strutturale in base alla destinazione d’uso della pavimentazione e al sovraccarico previsto.

ampia gamma Di solUzioni

Termica Line propone siste-mi per impianti di riscalda-mento a pavimento realiz-zati con varie tipologie di pannelli in vari materiali, spessori e vari eps. Entran-do nel dettaglio, il sistema termiFloor civile tradizio-nale è stato studiato per le abitazioni, gli uffici, il ter-ziario e quelle applicazioni dove non sussistono parti-colari esigenze di carichi che richiedano rinforzi con reti elettrosaldate e dove non sono richieste partico-lari necessità di ingombri contenuti. Il sistema è com-posto da un pannello iso-lante bugnato con pellicola vapore accoppiata, che ga-rantisce una facile e rapida

posa associata ad un solido ancoraggio della tubazione. Il sistema termiFloor civi-le tradizionale è composto dall’utilizzo di pannelli bu-gnati in polistirene espanso presagomato rivestito nella parte superiore: da un film in eps accoppiato a caldo (termiFloor-Color) oppure da una lastra termoformata accoppiata meccanicamen-te (termiFloor-Noir). Tali rivestimenti conferiscono elevata resistenza meccani-ca, nonché una struttura per-fettamente omogenea ed er-metica al vapore acqueo, per rispondere alle recenti pre-scrizioni in materia di acu-stica ed ai trend della bioar-chitettura. Termica Line ha

inoltre introdotto il pannello in sughero naturale, Termi-Floor-Noir-Bio, senza col-lante, ad alta traspirabilità e totalmente riciclabile e che si caratterizza per l’utilizzo di un pannello in sughero naturale bioecologico e ri-generabile. Altra novità è il pannello fonoassorbente TermiFloor-Noir-Fono, re-alizzato mediante la sot-toposizione di una lastra isolante acustica elasti-cizzata, realiz-zata in polietilene a celle chiuse. Tale pannello isolan-te nella posa non viene forato dalle

clips e quindi favorisce un abbattimento del rumore da calpestio maggiore di altre lastre fonoassorbenti a più strati. Da sottolineare come Termica Line assista l’in-stallatore nella stesura del progetto esecutivo di posa del sistema a radiante.

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rubrica come si installa 36tis | www.rugiadapoint.it | www.infoimpianti.itn.289 GEnnAIO 2013

PAnnELLI RADIAnTIa pavimento

il riscaldamento, o meglio la climatizzazione, a pannelli radianti ha subito una importante evoluzione negli anni. di conseguenza, si è modificato l’approccio

alla fase di posa in opera. struttura, supporto e rivestimenti: i parametri indispensabili per una valida installazione

Di Luigi Monguzzi

Da molti anni a questa parte, e ultimamente anche grazie al sempre maggiore impiego del-le pompe di calore e dei sistemi con pannelli solari termici, è tornata via via nuovamente ad imporsi la tecnologia degli impianti a pannelli radianti a pavimento. Questi sistemi impianti-stici erano un tempo realizzati con tubazioni in acciaio direttamente annegate nelle solette d’interpiano. In molte situazioni questo modo di operare non si è dimostrato idoneo a ga-rantire le corrette condizioni di benessere in ambiente con un conseguente, rapido declino, fino agli anni ’80 quando l’imporsi sul merca-to delle tubazioni plastiche e l’utilizzazione di una migliore tecnologia hanno consentito di riportare all’attualità questo tipo d’impianti. Fino ai giorni nostri dove, sempre più spesso, i sistemi a pannelli radianti non sono più dedi-cati al solo ciclo di riscaldamento ma vengono vantaggiosamente utilizzati anche per la cli-matizzazione estiva. Senza entrare nel detta-glio tecnico di “temperatura operante”, è suf-ficiente comprendere come in questi sistemi il corpo scaldante sia costituito dalla struttura all’interno della quale sono alloggiati i pan-nelli radianti. Nella stragrande maggioranza dei casi questa struttura è rappresentata dal pavimento che, per conseguenza, diventa la superficie scaldante (e raffreddante) dell’am-biente. In termini molto semplici, si tratta di un diverso approccio al tema della climatizza-zione degli ambienti; una grande superficie a

te le tubazioni, costituendo grazie anche alla cornice perimetrale uno strato “galleggiante”. L’impiego delle tubazioni plastiche ha inoltre consentito la realizzazione di circuiti indi-pendenti per ogni singolo ambiente con una geometria a spirale che, rispetto alla classica serpentina dei vecchi sistemi, consente di ot-

tenere una temperatura media superficiale più uniforme (figura 2).Caratteristica principale di questi sistemi è quindi la presenza di una fitta rete di tubi sot-topavimento che pone il problema dell’inter-ferenza rispetto gli altri sistemi impiantistici, che devono anch’essi essere alloggiati nel sot-

tofondo: reti di scarico, impianto elettrico, tv e dati. Nella moderna concezione di cantiere la progettazione edile prevede un doppio mas-setto di sottofondo sopra la soletta portante. Nel primo massetto, spesso costituito da cls alleggerito, vengono appunto alloggiati gli al-tri impianti tecnologici (figura 3).

Supporti iSolanti: coibentazione termica e reSiStenza meccanicaUno dei principali componenti degli impian-ti a pannelli radianti di nuova generazione è costituito dal supporto isolante (liscio o pre-formato che sia) utilizzato per l’ancoraggio delle tubazioni. Prima della posa di queste lastre di supporto, per realizzare un vero si-stema “galleggiante” si deve posizionare una cornice isolante perimetrale, avente in genere uno spessore di 6÷10 mm e un’altezza di circa 200 mm. E’ buona norma che la cornice peri-metrale venga posizionata in modo che impe-disca possibili infiltrazioni durante il getto del massetto (figura 3).Gli sfridi di cornice rimanenti, dopo avere effettuato la posa lungo tutti i bordi dei lo-cali da climatizzare, possono essere utilmen-te impiegati per la coibentazione termica in corrispondenza del collettore di distribuzio-ne, dove un elevato numero di tubazioni con-centrate in poca superficie può determinare un’anomala temperatura superficiale del pa-vimento (figura 4).In corrispondenza del collettore di distribuzio-ne è buona norma prevedere una guaina corru-gata che consenta la libera dilatazione termica quantomeno delle tubazioni di mandata al pannello radiante.Le lastre preformate, utilizzate per l’anco-raggio delle tubazioni, rappresentano anche lo strato di coibentazione termica (e in alcuni casi di isolamento acustico) che limita l’emis-sione termica verso il basso. Per tale ragione è molto importante il parametro di resistenza termica R (m2 K/W) e, a tale riguardo, la fi-gura 5 e la relativa tabella riportano in modo schematico i valori minimi di R indicati nella norma Uni En 1264-4 a seconda delle diverse situazioni d’impiego.

FiG. 1 - Evoluzione degli impianti… Nuovi supporti isolanti

Pannelli radianti anni ‘60

Pannelli radianti anni ‘80

media/bassa temperatura in luogo di una pic-cola superficie radiante ad alta temperatura (ad esempio, i radiatori).

Struttura dell’impianto: geometria a SpiraleNel corso degli anni il metodo di realizzazione dei pannelli radianti è profondamente cambia-to e tale evoluzione è coincisa con l’introdu-zione sul mercato delle tubazioni plastiche o metallo-plastiche e con la tecnologia di posa di uno strato isolante, sul quale sono ancora-

FiG. 2 - Evoluzione degli impianti… Geometria a spirale

FiG. 3 - Evoluzione degli impianti… Doppio massetto

Struttura a serpentina Struttura a spirale

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37n.289 GEnnAIO 2013

Rivestimenti e Riscaldamento Radiante

Una breve carrellata delle tipologie di pavimentazioni e delle relative tempistiche di posa in caso di presenza di sistemi radianti.

PaRquetQualora il legno avesse un tenore di umidità del 9% (-2%/+3%) può essere posato direttamente; in caso contrario è buona norma che il legno venga lasciato nell’ambiente in cui andrà posato per almeno un paio di settimane con l’impianto in funzione. Durante la posa disattivare l’impianto.

ceRamicaDisattivare l’impianto durante la posa delle piastrelle e mantenerlo spento per almeno 7 giorni dopo l’ultimazione della posa.

FibRa tessile (moquette)Disattivare il sistema di riscaldamento 48 ore prima della posa e non riavviarlo se non dopo 48 ore dall’ultimazione della posa.

mateRiali Plastici (linoleum e simili)Disattivare il sistema di riscaldamento 48 ore prima della posa e non riavviarlo se non dopo 48 ore dall’ultimazione della posa.

FiG. 6 - In caso di giunti di dilatazione

FiG. 7 - In caso di tagli di frazionamento

FiG. 5 - Valori minimi della resistenza termica secondo la norma Uni En 1264-4

FiG. 4 - Isolamento in prossimità del collettore di distribuzione

Ambiente sottostante riscaldato

Ambiente sottostante non riscaldato o riscaldato in modo non continuativo o direttamente sul suolo (*)

Temperatura dell’aria esterna sottostante

Temperatura esterna °C di progetto Td ≥ 0°C

Temperatura esterna di progetto 0°C ≥ Td ≥ -5°C

Temperatura esterna di progetto -5°C ≥ Td ≥ -15°C

Resistenza termica R λ.ins (m2 K/W)

0.75 1.25 1.25 1.50 2.00

“A” “B” “C” “D”

(*) con un livello di acque freatiche <= 5 m, il valore dovrebbe essere aumentato

Oltre al valore di resistenza termica, altrettan-to importante per queste lastre di supporto è la resistenza allo schiacciamento e alla rottu-ra. Per semplificare, lastre che subiscono forti schiacciamenti o, peggio, rotture al passaggio di una persona sono accuratamente da evitare perché, com’è ovvio e banale, per stendere le tubazioni è giocoforza necessario camminare sopra lo strato isolante. È pur vero che la buona regola dell’arte consiglia di posizionare assi di

legno che consentano di ripartire il carico sul-la più ampia superficie possibile, ma è altret-tanto vero che molte volte questa prescrizione viene ignorata ed è quindi utile che il sistema non subisca danni. Una volta terminata la posa delle lastre isolanti e delle tubazioni costituen-ti il pannello radiante, prima della formazione del massetto di contenimento è assolutamente necessario mettere in pressione le tubazioni a un valore minimo di 6.0 bar. Tale valore dovrà

essere mantenuto fino al termine della posa del massetto di supporto. Nel caso vi sia rischio di gelo, il fluido di riempimento dell’impianto per la prova di tenuta a freddo dovrà essere addi-tivato con idonea percentuale di antigelo. Pri-ma della posa del massetto di supporto, sopra il pannello radiante vengono stesi fogli di rete elettrosaldata (in genere zincata filo 1,5 mm) o in composito. Questi fogli, ad eccezione dei punti in corrispondenza con i giunti di dilata-zione, vengono legati tra loro e costituiscono l’armatura antiritiro del massetto. Nei casi più comuni, il massetto di contenimento viene rea-lizzato utilizzando cemento Portland 350, nella percentuale di 300 kg per ogni metro cubo di sabbia a granulometria 0,8, aggiungendo l’ad-ditivo liquido termofluidificante (in ragione di 1 kg per ogni 100 kg di cemento) che migliora le caratteristiche meccaniche e di conducibilità termica dell’impasto. Nonostante la presen-za della cornice perimetrale, che consente un certo grado di dilatazione del massetto, sono a volte necessari dei giunti di dilatazione e sem-pre necessari i tagli di frazionamento. I giunti di dilatazione sono necessari nei casi di grandi superfici continue (> 150 m2 o con lati > 15 me-tri) come ad esempio una chiesa, un capannone industriale, open-space, o in tutti quei luoghi dove è necessario compensare le variazioni dimensionali del pavimento dovute alle dilata-zioni termiche. I giunti di dilatazione sono delle vere e proprie interruzioni del massetto di sup-porto e, come tali, richiedono due importanti accorgimenti: in corrispondenza del giunto le tubazioni devono essere ricoperte da una guaina corrugata che ne consenta lo scorrimento, così come i fogli di rete elettrosaldata o antiritiro devono essere disaccoppiati tra loro (figura 6).Diverso il caso dei tagli di frazionamento, che altro non sono se non linee di rottura del mas-setto di supporto atte a compensarne le tensioni interne. Questi, infatti, vengono effettuati con la cazzuola per una profondità di circa 1/3 dello spessore del massetto e in corrispondenza delle soglie delle porte. In ogni caso, i tagli di frazio-namento vanno previsti per superfici di forma irregolare superiori ai 40 m2 o comunque con lati superiori a 8 metri (figura 7).

Verifica degli impiantiUna volta terminata la posa del massetto di contenimento, prima della posa del rivestimen-to è di fondamentale importanza verificare la corretta maturazione del getto. La norma Uni EN 1264-4 all’art. 4.4 fornisce indicazioni molto precise e, almeno per i casi più comu-ni, prescrive un tempo minimo di asciugatura naturale del massetto di 21 giorni solo oltre il quale sarà possibile effettuare il primo avvia-mento dell’impianto che, a sua volta, è prescrit-to debba essere effettuato per almeno 3 giorni con una temperatura di alimentazione dei pan-nelli radianti compresa tra 20 e 25°C per poi, successivamente, passare a una temperatura di mandata pari al valore massimo di progetto per altri 4 giorni. Tutta questa procedura deve esse-re documentata.Solo dopo la completa maturazione del masset-to sarà possibile procedere alla posa dei rivesti-menti che, per categorie, si possono così rias-sumere: parquet, ceramiche, tessile (moquette) e plastici (linoleum e simili). Riassumiamo in sintesi nel box le prescrizioni consigliate per ciascuna categoria.