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!! F ormazione a distanza 1 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014 ANIMALI DA REDDITO e infezioni-infiammazioni uterine sono patologie molto importanti nell’allevamento del bovino da lat- te e da carne. Incidono economi- camente in modo importante (ogni metrite-endometrite costa all’incirca 300 ), determinando un peggioramento del- le performances riproduttive della man- dria, attraverso un allungamento del pe- riodo parto-concepimento (aumento dei giorni open), aumentando il numero di inseminazioni per vacca gravida, innal- zando il tasso di riforma (soprattutto nei primi 60 giorni di lattazione) e determi- nando un aumento dei tassi di morte em- brionale precoce e tardiva [22, 23, 25, 26, 30, 54, 56, 64]. La conoscenza della patogenesi di questi eventi è fondamentale per poterne pre- venire l’origine; una corretta e precoce diagnosi, sono fondamentali per appli- care tempestivamente una terapia cor- retta, garantendo un prognostico positi- vo. La prevenzione, anche in questo ca- so, gioca un ruolo determinante. Metrite La metrite è una infezione-infiammazio- ne del miometrio e dell’endometrio, ti- pica dei primi venti giorni post parto [76, 78]. Recentemente, questa definizione è stata messa in discussione: secondo la scuola Israeliana, non vi sarebbe un’in- fezione-infiammazione del miometrio, ma solo dell’endometrio. Per questo mo- tivo si dovrebbe parlare di endometrite puerperale e non di metrite puerperale [40]. 1. Eziopatogenesi Circa il 20% delle bovine sono normal- mente colpite da metrite [60, 89]. La compromissione delle difese immu- nitarie della bovina e/o l’aggressività dei batteri coinvolti nel processo (batteri in grado di compromettere e/o eludere le di- fese immunitarie dell’ospite) spiegano l’insorgenza della metrite [74]. Si rico- noscono diversi fattori predisponenti [22, 23, 32]: le distocie, la gravidanza gemel- lare, la ritenzione delle membrane feta- li, il prolasso dell’utero [11, 42, 48], la nascita di un vitello morto, il parto pre- maturo, le patologie metaboliche come la chetosi, la sindrome del fegato grasso, l’ipocalcemia, la dislocazione abomasa- le [11, 60, 84], il numero di lattazioni e la stagione [22, 23] sono tutti fattori di rischio importanti [42, 55, 67, 74]. Anche una ridotta ingestione prima del parto [46, 82] predispone alla metrite, attra- verso l’incremento deigli acidi grassi non esterificati ( Non Esterified Fatty Acid, NEFA) e del beta-idrossibutirrato ( Beta - HydroxyButyrate, BHB) [22, 23, 63], che di fatto alterano il regolare funziona- mento dei granulociti neutrofili [44]. L’in- cremento di aptoglobina nel siero è sem- pre associato a un aumentato rischio di metrite [22, 23, 47, 74, 79]. I cambi ormonali in prossimità del par- to sono un fattore di rischio importante per le metriti [58, 74]. Il progesterone de- prime le difese immunitarie, predispo- nendo a infezioni uterine aspecifiche (an- che attraverso il blocco della sintesi del- le prostaglandine). Le prostaglandine, in- vece, stimolano le difese immunitarie del- l’utero [58]. Il bilancio energetico negativo deprime, fino ad annullare, la funzione immuni- taria [74], riducendo i livelli plasmatici ed endometriali di IGF-1 ( Insulin - like Growth Factor 1) [53, 59, 74]. Inoltre, de- prime la produzione pulsatile dell’ormo- ne luteinizzante ( Luteinizing Hormone, LH) attraverso un’azione diretta sulla pi- tuitaria anteriore [8, 21] e un blocco a li- vello ipotalamico [8] indotto dall’aumento delle endorfine e delle encefaline che, di fatto, bloccano la liberazione dell’ormo- ne liberatore delle gonadotropine ( Go- nadotropin-Releasing Hormone, GnRH) attraverso un blocco pre-sinaptico dei neuroni adrenergici responsabili della se- crezione del GnRH [8, 21]. Il bilancio energetico negativo determina un minor L Complesso metrite-endometrite RIPRODUZIONE Giovanni Gemmi, Elisa Ferrari, Cristina Maraboli Medici veterinari, liberi professionisti, Bovinevet – Bovine Ultrasound Services, Premosello Chiovenda, VB RIASSUNTO Le infezioni-infiammazioni uterine rientrano tra le principali malattie dell’allevamento bovino. Date le gravi conseguenze economiche per l’alle- vatore, è fondamentale garantire una rapida e corretta diagnosi, indispen- sabile per impostare il corretto tratta- mento. Ma come per tutte le malattie gioca un ruolo di primo piano anche la prevenzione, che passa necessaria- mente dalla corretta conocenza dell’e- ziopatogenesi di queste patologie. Parole chiave: metrite, endometrite, patogenesi, diagnosi, trattamento, vacca da latte, bovino da carne. SUMMARY Metritis-endometritis complex Uterine infections-inflammations are among the major diseases of cattle. Given the serious economic consequences for the farmer, it is essential to ensure a rapid and correct diagnosis to set the proper treatment. But, as with all diseases, prevention plays an important role as well, and it is necessarily connected with the correct knowledge of the etiopathogenesis of these diseases. Key words: metritis, endometritis, pathogenesis, diagnosis, treatment, dairy cow, beef cattle. Aggiornamenti nella gestione dell’allevamento bovino DOSSIER N. 1

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Formazione a distanza

1N° 1 Gennaio/Febbraio 2014 ANIMALI DA REDDITO

e infezioni-infiammazioni uterinesono patologie molto importantinell’allevamento del bovino da lat-te e da carne. Incidono economi-camente in modo importante (ogni

metrite-endometrite costa all’incirca 300⇔), determinando un peggioramento del-le performances riproduttive della man-dria, attraverso un allungamento del pe-riodo parto-concepimento (aumento deigiorni open), aumentando il numero diinseminazioni per vacca gravida, innal-zando il tasso di riforma (soprattutto neiprimi 60 giorni di lattazione) e determi-nando un aumento dei tassi di morte em-brionale precoce e tardiva [22, 23, 25, 26,30, 54, 56, 64]. La conoscenza della patogenesi di questieventi è fondamentale per poterne pre-venire l’origine; una corretta e precocediagnosi, sono fondamentali per appli-care tempestivamente una terapia cor-retta, garantendo un prognostico positi-vo. La prevenzione, anche in questo ca-so, gioca un ruolo determinante.

MetriteLa metrite è una infezione-infiammazio-ne del miometrio e dell’endometrio, ti-pica dei primi venti giorni post parto [76,78]. Recentemente, questa definizione èstata messa in discussione: secondo lascuola Israeliana, non vi sarebbe un’in-fezione-infiammazione del miometrio,ma solo dell’endometrio. Per questo mo-tivo si dovrebbe parlare di endometritepuerperale e non di metrite puerperale[40].

1. EziopatogenesiCirca il 20% delle bovine sono normal-mente colpite da metrite [60, 89].La compromissione delle difese immu-nitarie della bovina e/o l’aggressività deibatteri coinvolti nel processo (batteri ingrado di compromettere e/o eludere le di-fese immunitarie dell’ospite) spieganol’insorgenza della metrite [74]. Si rico-

noscono diversi fattori predisponenti [22,23, 32]: le distocie, la gravidanza gemel-lare, la ritenzione delle membrane feta-li, il prolasso dell’utero [11, 42, 48], lanascita di un vitello morto, il parto pre-maturo, le patologie metaboliche comela chetosi, la sindrome del fegato grasso,l’ipocalcemia, la dislocazione abomasa-le [11, 60, 84], il numero di lattazioni ela stagione [22, 23] sono tutti fattori dirischio importanti [42, 55, 67, 74]. Ancheuna ridotta ingestione prima del parto[46, 82] predispone alla metrite, attra-verso l’incremento deigli acidi grassi nonesterificati (Non Esterified Fatty Acid,NEFA) e del beta-idrossibutirrato (Beta-HydroxyButyrate, BHB) [22, 23, 63], chedi fatto alterano il regolare funziona-mento dei granulociti neutrofili [44]. L’in-cremento di aptoglobina nel siero è sem-pre associato a un aumentato rischio dimetrite [22, 23, 47, 74, 79].I cambi ormonali in prossimità del par-to sono un fattore di rischio importanteper le metriti [58, 74]. Il progesterone de-prime le difese immunitarie, predispo-nendo a infezioni uterine aspecifiche (an-che attraverso il blocco della sintesi del-le prostaglandine). Le prostaglandine, in-vece, stimolano le difese immunitarie del-l’utero [58]. Il bilancio energetico negativo deprime,fino ad annullare, la funzione immuni-taria [74], riducendo i livelli plasmaticied endometriali di IGF-1 (Insulin-likeGrowth Factor 1) [53, 59, 74]. Inoltre, de-prime la produzione pulsatile dell’ormo-ne luteinizzante (Luteinizing Hormone,LH) attraverso un’azione diretta sulla pi-tuitaria anteriore [8, 21] e un blocco a li-vello ipotalamico [8] indotto dall’aumentodelle endorfine e delle encefaline che, difatto, bloccano la liberazione dell’ormo-ne liberatore delle gonadotropine (Go-nadotropin-Releasing Hormone, GnRH)attraverso un blocco pre-sinaptico deineuroni adrenergici responsabili della se-crezione del GnRH [8, 21]. Il bilancioenergetico negativo determina un minor

L

Complesso metrite-endometriteRIPRODUZIONE

Giovanni Gemmi, Elisa Ferrari, Cristina MaraboliMedici veterinari, liberi professionisti, Bovinevet – Bovine Ultrasound Services, Premosello Chiovenda, VB

■ RIASSUNTO

Le infezioni-infiammazioni uterinerientrano tra le principali malattiedell’allevamento bovino. Date le graviconseguenze economiche per l’alle-vatore, è fondamentale garantire unarapida e corretta diagnosi, indispen-sabile per impostare il corretto tratta-mento. Ma come per tutte le malattiegioca un ruolo di primo piano anchela prevenzione, che passa necessaria-mente dalla corretta conocenza dell’e-ziopatogenesi di queste patologie.

Parole chiave:metrite, endometrite,patogenesi, diagnosi, trattamento,vacca da latte, bovino da carne.

■ SUMMARY

Metritis-endometritis complex

Uterine infections-inflammations areamong the major diseases of cattle.Given the serious economic consequencesfor the farmer, it is essential to ensurea rapid and correct diagnosis to setthe proper treatment. But, as with alldiseases, prevention plays an importantrole as well, and it is necessarily connectedwith the correct knowledge of theetiopathogenesis of these diseases.

Key words:metritis, endometritis,pathogenesis, diagnosis, treatment,dairy cow, beef cattle.

Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

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livello di glucosio, insulina e IGF-1 [74]:si ha una minor produzione di estradio-lo da parte del follicolo dominante, maanche un’alterazione metabolica dell’o-vocita, responsabile di una minor ferti-lità, un minor tasso di fertilizzazione euna maggiore morte embrionale, tantoprecoce quanto tardiva [8, 74]. Immediatamente dopo il parto, i battericolonizzano l’utero [24, 74, 70]. I batte-ri maggiormente coinvolti sono E.coli eTrueperella pyogenes; successivamente, siassiste a una colonizzazione da parte diF. necrophorum, F. nucleatu e Prevotella[74]. E. coli per primo colonizza l’uterodopo il parto; si conoscono ceppi di E.co-li, detti Endometrial Pathogenic E. Coli(EnPEC), responsabili dell ’insorgenzadella metrite [72, 74]. Questi ceppi di E.coli aderiscono alle cellule dell’endome-trio e penetrando al loro interno stimo-lano una risposta antinfiammatoria [74].Trueperella pyogenes, insieme ad altri bat-teri anaerobi stretti, arriva nell’utero su-bito dopo E. Coli; questo batterio è re-sponsabile delle lesioni endometriali [41,70, 74]. Si osserva un’azione sinergica esolidale, che potenzia e aggrava l’azionedi ogni singolo batterio [74], in partico-lare tra T. pyogenes, F. necrophorum e ibatteri del genere Prevotella. F. nechro-forum produce una leucotossina che fa-vorisce P. melaninogenicus, un batterioproduttore di una sostanza in grado diinibire la fagocitosi, favorendo a sua vol-ta T. pyogenes. Quest’ultimo, infine, pro-duce un fattore di crescita per F. nech-roforum [74].Herpesvirus 4 è l’unico virus che sia sta-to associato a metrite. Questo virus hauno straordinario tropismo per le cellu-le endometriali, all’interno delle quali sireplica rapidamente, determinando la di-struzione delle cellule endometriali e del-lo stroma [13, 14, 15, 16, 74, 85]. Comu-nemente agli altri Herpesvirus, sviluppalatenza all’interno dei macrofagi. Nor-malmente non si tratta di metriti viralistrette, bensì di forme miste: l’infezionevirale è seguita da una contaminazionebatterica che rende manifesta la metrite[13, 15, 74, 85].L’utero ha un efficace sistema di difesa,rappresentato dai recettori endometria-li, dalle proteine della fase acuta, dal com-plemento e da peptidi antimicrobici [74,86]. Questi recettori sono presenti sul-l’endometrio di bovine normali non gra-vide: sono attivati tutte le volte che la cel-lula endometriale inizia a produrre pro-staglandine E (Prostaglandin E, PGE) e

mediatori dell’infiammazione, in rispo-sta alla quale inizia la produzione di mo-lecole specifiche in grado di contrastarela colonizzazione batterica [74].I recettori endometriali, una volta rico-nosciuto il batterio, iniziano a produrremolecole specifiche in grado di contra-starlo: PAMPs (Pathogen-Associated Mo-lecular Patterns) e MAMPs (Microbial-As-sociated Molecular Patterns). Tra i recet-tori più noti e studiati vi sono i TLRs (Toll-Like Receptors): TLR1, TLR2, TLR6 rico-noscono le componenti lipidiche dei bat-teri G+, mentre i TLR3, TLR7, TLR8 eTLR9 riconoscono gli acidi nucleici deivirus [74]. I lipopolisaccaridi di parete(LPS), che si liberano con la rottura del-la parete cellulare di batteri G- come E.coli, sono riconosciuti dal TLR4, grazieanche al contributo di altri recettori spe-cifici (CD14 e MD-2) [74, 87]. Il TLR5 sti-mola la produzione di flagellina, mentreil TLR9 riconosce il DNA batterico [74].La stimolazione di questi recettori en-dometriali, avvia la produzione di cito-chine proinfiammatorie (chemochine)che, a loro volta, attivano e mobilizzanoall’interno dell’utero i granulociti neu-trofili [74, 87]. Gli LPS della parete batterica stimolanola secrezione di PGE; si tratta di un pas-saggio importante, in quanto tale secre-zione è a sua volta correlata con la ferti-lità futura della bovina. Di fatto, le pro-staglandine condizionano la funzione del-la cellula endometriale stessa [74].Gli AMPs (Anti-Microbial Peptides) e ilcomplemento sono altri importanti com-ponenti del sistema difensivo dell’utero,la cui azione nel bovino è ancora abba-stanza sconosciuta [74].Il MUC1 (Mucin-1), la cui liberazione èstimolata dagli LPS batterici, è una pro-teina prodotta dalle cellule epiteliali del-l’endometrio, che gioca un ruolo chiavenella difesa dell’endometrio stesso [74].Inoltre, non devono essere sottovalutatele proteine della fase acuta, prodotte dalfegato, a seguito del passaggio in circo-lo di citochine: la loro concentrazione èparticolarmente elevata durante le pri-me settimane post parto. Le proteine del-la fase acuta, con gli LPS binding proteine l’aptoglobina, giocano un ruolo fonda-mentale nella difesa immunitaria e nel-la regolazione dell’immunità stessa [74].Neutrofili e monociti rimuovono i batte-ri dall’utero dopo il parto. La loro pre-senza è regolata da diversi fattori endo-crini e metabolici. I neutrofili che si tro-vano nel lume uterino di bovine con me-

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trite-endometrite hanno una minore at-tività di fagocitosi [55, 74]. La migrazio-ne di queste cellule dal sangue nel lumeuterino è condizionata da diversi fatto-ri: l’IL-8, ad esempio, stimola questo pas-saggio e l’attività perossidasica di questecellule. Una volta nel lume uterino, l’at-tività dei neutrofili è ulteriormente con-dizionata da fattori solubili presenti nel-le lochiazioni [74].Nelle bovine con metrite, si assiste a unritardo nella ripresa della ciclicità ova-rica, causato dai PAMPs oppure da altrimediatori dell’infiammazione in grado dibloccare la liberazione di GnRH e LH.Nelle bovine con infiammazioni uterine,il liquido follicolare contiene LPS. L’ef-fetto delle infiammazioni uterine sulladinamica follicolare sembra essere mol-to rafforzato dalle citochine liberate dal-le cellule endometriali, in grado di sti-molare la steroidogenesi nelle cellule del-la granulosa [74].

2. Sintomi cliniciClinicamente, la metrite può essere clas-sificata secondo tre distinti gradi [75].

Metrite di grado IMeglio conosciuta come metritie clinica,si rileva tra il 10°-20° giorno post parto[74, 78]. Le perdite vaginali sono dense(contenuto mucoso) e di colore bianco-giallastro, finanche rosate [78]. Normal-mente non c’è odore e manca anche lafebbre. Le grandi funzioni sono mante-nute e non vi è risentimento generale (fo-to 1) [76, 78]. C’è un ritardo involutivodell’utero.

Metrite di grado IIPiù nota come metrite puerperale, si ri-scontra nella prima settimana post par-to. Caratterizzata da febbre (> 39,5 °C),perdite vaginali scarse e male odoranti(odore nauseabondo di putrefazione), ac-quose e di colore rosso brunastro [19, 74,76]. L’animale è normalmente in stazio-ne con grandi funzioni parzialmente man-tenute (foto 2). La palpazione uterina,permette di rilevare un’ipotonia-atoniadell’organo e notevole dilatazione dellostesso [78].

Metrite di grado IIIMeglio conosciuta come metrite settica,si deve considerare come l’evoluzione del-la metrite puerperale. La temperatura siabbassa a livelli sub febbrili (< 38 °C), siosserva ottundimento del sensorio e l’a-nimale è spesso in decubito permanente,

con blocco delle grandi funzioni [19, 74,76]. Questa forma è caratterizzata da unquadro setticemico. La palpazione ute-rina permette di rilevare un’ipotonia-ato-nia dell’organo e notevole dilatazione del-lo stesso [78].

3. Diagnosi

Esplorazione rettaleSi realizza un massaggio dell’utero perindurre l’uscita del liquido in esso con-tenuto. Tuttavia, in oltre il 40% dei casi,anche dopo un energico massaggio, nonsi ha uscita di materiale (foto 3) [37].

SpeculumOttimo strumento per la diagnosi di me-trite, ma assolutamente poco pratico, so-prattutto in stalle commerciali, per glioggettivi limiti pratici legati alla neces-

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FOTO 1. Metrite clinica o metrite di grado I.Perdite vaginali purulente di colore biancogiallastro, talvolta rosate, dense e normalmentesenza odore. Le condizioni generali della bovinasono buone, la febbre è assente e la produzionedi latte è corretta.

FOTO 2. Metrite puerperale o metrite di grado II.Perdite vaginali scarse, liquide, di odore fetido,di colere rosso bruno, talvolta marrone. Lecondizioni general i del la bovina sonocompromesse, la temperatura rettale è >39,5°C, la produzione lattea è bassa, talvoltaazzerata.

Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

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sità di sterilizzare lo strumento dopo ognivisita. Come alternativa è possibile uti-lizzare coni di plastica, rivestiti da unapellicola che deve essere cambiata dopoogni osservazione.

UltrasonografiaTutti gli uteri nel post parto sono in-fiammati e buona parte di loro anche in-fetti. Fondamentalmente, non esistonodifferenze ecografiche tra un utero “nor-male” e un utero con una metrite puer-perale, se si esclude il diverso spessoredella parte, per altro non sempre rileva-bile [34, 36]. L’ultrasonografia nella dia-gnosi di metrite puerperale e/o settica,non trova allo stato attuale delle cono-scenze una giustificazione, ne economi-ca, ne pratica [34, 36].

Mano in vaginaSi tratta della tecnica sicuramente carat-terizzata dal miglior rapporto costo/bene-ficio. È facile da applicare ed è molto ac-curata. La diagnosi richiede pochi secon-di e può essere adattata a tutte le situazioniaziendali, anche se bisogna essere moltoscrupolosi nel rispetto delle condizioni igie-niche (foto 4). Prima di introdurre la ma-no nel vestibolo della vagina, indossandoun guanto per esplorazione rettale, si svuo-ta il retto della materia fecale, si lava, sideterge e si disinfetta la regione perinea-le. Si introduce la mano fino alla cervicee, ruotandola di 90°, la si porta all’ester-no, cercando di farle assumere una formaa cucchiaio. È possibile semplificare e ac-celerare la procedura: dopo aver disinfet-tato le labbra vulvari (facendo particolareattenzione alla superficie interna), si in-troduce la mano nel vestibolo della vaginae, quindi, si procede alla raccolta del ma-teriale uterino [37].

Rilevazione della temperatura rettaleIl rialzo termico precede di 12-24 ore l’in-sorgenza del sintomo clinico che ha de-terminato la febbre [6, 7, 56, 71]. Il tempo impiegato a rilevare la tempe-ratura rettale deve essere sfruttato ancheper osservare e annusare la bovina:- osservare se vi sono tumefazioni e/o ede-ma e/o cambi di colore della mammella;- osservare se vi sono zoppie e valutare illocomotion score;- osservare il grado di riempimento delrumine, realizzando il rumen fill score;- osservare se la coda, il fianco e la re-gione perineale sono imbrattate di per-dite vaginali, facendo attenzione se que-ste sono molto liquide oppure dense, va-lutando il colore e l’odore delle stesse;- osservare la frequenza respiratoria, iltipo di respiro dell’animale e il profiloaddominale di destra (foto 5) [38].La temperatura si deve misurare nelle pri-me ore del mattino, specialmente in esta-te e per dieci giorni consecutivi [6, 56,71]. Il cut off utilizzato è di 39,5 °C du-rante la stagione temperata [6, 56, 71] edi 40-40,5 °C durante l’estate. La rileva-zione della temperatura rettale ha lo sco-po di realizzare una selezione giornalie-ra degli animali da sottoporre a visita cli-nica e non quello di sottoporre a terapiaantibiotica gli animali con temperaturasuperiore al cut off [56].

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4 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014ANIMALI DA REDDITO

FOTO 3. L’esplorazione rettale è una tecnicadiagnostica poco accurata per la diagnosi dimetrite (ma anche di endometrite). La sensibilitàe soprattutto la specificità del metodo sonobasse.

FOTO 4. La mano in vagina, se ben eseguita,consente di emettere una dignosi di metrite,rapidamente e con un’accuratezza eccezionale.Il costo/beneficio della stessa è ottimale. Si puòritenere questa tecnica, quando eseguitarispettando le norme igieniche, la migliore perla diagnosi di metrite puerperale.

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Circa il 38% delle bovine che partorisco-no, nei primi 10 giorni del post parto, haalmeno un rialzo termico superiore a 39,5°C, senza per altro essere affetto da nes-suna patologia, genitale o extra genitale[38].

4. TerapiaIl successo della terapia è condizionatodalla precocità della diagnosi [74]. La te-rapia deve eliminare i batteri dal lumeuterino nel più breve tempo possibile,senza alterare i meccanismi difensivi del-l’utero [18, 74]. La terapia antibiotica èfondamentale, ma non si deve sottovalu-tare la terapia sintomatica, spesso ne-cessaria [74].

Metrite di grado IIn caso di metrite di grado I o metrite cli-nica, tipica del 10°-20° giorno post par-to, in assenza di febbre e/o perdite vagi-nali maleodoranti, non è necessario ri-correre a una terapia antibiotica. In ca-so di febbre e/o perdite maleodoranti èinvece sempre necessario ricorrere a unaterapia con antibiotici e a una terapia conantiinfiammatori non steroidei. L’uso del-

le prostaglandine, naturali e/o sintetiche,è sconsigliato in questo tipo di metrite:le prostaglandine esogene sembrano ral-lentare l’involuzione uterina, deprimen-do, di fatto, la produzione e la liberazio-ne endogena di PGF2a. Si ha un ritardoinvolutivo, con allungamento del perio-do parto-prima inseminazione ovvero unpeggioramento delle performances ri-produttive [27].Molto si è discusso circa l’uso di lavatu-re intra-uterine: non esistono al momentolavori scientifici che ne giustifichino l’u-tilizzo, mentre sono diversi i lavori chesconsigliano il ricorso alle lavature in-tra-uterine (con o senza antibiotici) pri-ma dei 40 giorni post partum [57].

Metrite di grado II/III- Trattamento antibiotico e/o chemiote-rapico intrauterino: l’antibiotico, o il che-mioterapico, viene inserito all’internodell’utero con un catetere, meglio se disilicone. Uno dei prodotti più utilizzatia tale scopo è l’ossitetraciclina, utilizza-ta in forma di soluzione acquosa al 40-60%, in ragione di 800-1.500 ml [40]. L’e-levata resistenza dei batteri coinvolti nel-la metrite (E. coli, T. pyogenes) e la con-centrazione minima inibente (MinimalInhibitory Concentration, MIC), molto al-ta di questo chemioterapico, lo rendono,in genere, poco interessante per la tera-pia della metrite; tuttavia, vi sono Paesiin cui questo farmaco viene ancora am-pliamente utilizzato [40].Il trattamento intrauterino, rispetto a untrattamento per via generale, non garan-tisce migliori risultati in termini di per-formances riproduttive. Si dovrebbe an-che valutare con maggiore attenzione l’a-spetto economico di questi trattamenti(costo trattamento, costo del lavoro) [45,68]. La terapia intrauterina dovrebbe co-munque sempre essere affiancata a unaterapia antibiotica sistemica [29].- Trattamento antibiotico generale: at-tualmente, la metrite viene trattata concefalosporine di terza generazione (cef-tiofur) [32], che hanno preso il soprav-vento sugli altri antibiotici [10, 19, 80],soprattutto per la comparsa sul mercatodi molti generici di ottima qualità, a unprezzo molto basso. La convenienza eco-nomica di queste molecole, la mancanzadi tempi di sospensione per il latte e ilbreve tempo di sospensione per le carni(8 giorni) ne hanno condizionato la ra-pida diffusione. Nel marzo 2012, la Co-munità europea, per contrastare l’abusodi questa e altre importanti molecole (chi-

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FOTO 5. La rilevazione della temperatura rettale,più che un metodo diagnostico, è una strategiadi lavoro. La rilevazione della temperatura rettalenei primi 10 giorni post parto impone di“guardare e annusare” tutti i giorni le bovineche hanno partorito. La temperatura rettale,inoltre, consente di selezionare le bovine per lavisita clinica giornaliera.

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nolonici), ha invitato alle Autorità sani-tarie dei Paesi membri un’esortazione arealizzare precise linee guida, con lo sco-po di disciplinare l’utilizzo di queste mo-lecole nel settore zootecnico. Tale inter-vento si è reso necessario per il preoccu-pante aumento di resistenze verso questifarmaci nell’uomo. Non esistono lavori scientificamente pro-vati (medicina dell’evidenza) che dimo-strino la maggiore efficacia delle cefalo-sporine nel trattamento della metrite ri-spetto ad altre penicilline. Tutti i lavoridimostrano una più rapida involuzioneuterina e un accorciamento del periodoparto-prima inseminazione nel gruppotrattato con cefalosporine, ma nulla dipiù [5]. I gruppi controllo trattati, quan-do presenti, avevano praticamente le stes-se performances riproduttive. Anche nel-la terapia delle metrite puerperale si do-vrebbe applicare il criterio del buon sen-so, iniziando il trattamento con antibio-tici più semplici, per passare poi a quel-li più sofisticati e potenti, solo in caso diinsuccesso terapeutico. Esattamente ilcontrario di quanto sta accadendo oggigiorno [10, 18, 62, 68, 80, 69, 88].Infine, nonostante sia stato ampiamentedimostrato che il trattamento generalecon ossitetracicline sia spesso inefficaceper l’elevata MIC e per il fenomeno delleresistenza [69, 74], questi chemioterapi-ci sono ancora molto utilizzati, sulla ba-se dei risultati positivi di alcune provesperimentali [39, 40, 74].- Antinfiammatori non steroidei: i FANSsono fondamentali nella terapia della me-trite post parto. Grazie al loro effetto anal-gesico, antipiretico, antinfiammatorio esoprattutto antiendotossico, sono deter-minanti nella terapia della metrite puer-perale e settica. Agiscono sulle COX-1 eCOX-2, interferendo, in teoria, sulla pro-duzione endogena delle prostaglandine.Tuttavia, in considerazione della duratadella terapia (massimo due giorni) e/o inragione del dosaggio terapeutico impie-gato, non si hanno ripercussioni negati-ve sull’involuzione uterina [1, 18, 33].- Prostaglandine: è una discussione co-stantemente aperta quella relativa all’ef-ficacia delle prostaglandine in corso dimetrite: allo stato attuale, non vi sonoprove certe e scientifiche dell’efficaciadelle prostaglandine. Anche relativamenteal tipo di prostaglandine da utilizzare,sintetiche o naturali, le opinioni sono va-riabili, nonostante solamente per le na-turali sia stato provato un effetto con-trattile sull’utero [27].

- Massaggio uterino: se ben realizzato puòavere un benefico effetto sull’utero, inquanto attraverso la liberazione di ossi-tocina favorisce il drenaggio dell’utero.La tecnica non è però del tutto scevra dainconvenienti: se il massaggio non è piùche ben realizzato può favorire l’insor-genza di peri-metriti, la cui prognosi, siaa breve sia a medio-lungo termine, è sem-pre riservata: se la bovina non muore, siriscontrano sempre aderenze tra l’uteroe i circostanti organi addominali [29, 31].

EndometriteLa Società internazionale di teriogeno-logia, nel 2006, ha accettato la termino-logia proposta da Sheldon [78]. L’endo-metrite può essere clinica (purulenta, mu-co purulenta) o subclinica. L’endometrite clinica è un’infiammazio-ne cronica dell’endometrio che insorgedopo i primi 20 giorni post parto, carat-terizzata dalla presenza di perdite vagi-nali purulente o mucopurulente; in al-cuni casi, manca la perdita vaginale, mal’essudato è presente nella parte crania-le della vagina, senza che vi siano segnisistemici di malattia [22, 23, 49, 57, 78].Questa definizione non è perfetta: è pos-sibile avere perdite vaginali o presenzadi materiale purulento o mucopurulentonella parte craniale della vagina, senzaper altro che vi sia un processo infiam-matorio uterino. Non sempre poi, la pre-senza di fluido nell’utero è assimilabilea un processo infiammatorio [35]. L’endometrite subclinica è un’infiam-mazione cronica dell’endometrio, in as-senza di perdite vaginali e/o in assenzadi essudato nella parte craniale della va-gina [2, 3, 49, 57, 78].

1. EziopatogenesiL’endometrite normalmente è precedutada una metrite, i cui fattori predisponentivalgono, di fatto, anche per l’endometri-te. Per altro, è possibile che si sviluppiun’endometrite senza che precedente-mente si sia avuta una metrite.

2. Sintomatologia

Endometrite clinica- Endometrite purulenta: si tratta di un’in-fiammazione uterina cronica tipica del20°-25° giorno post parto, caratterizzatada essudato purulento (> 50% di pus) (fo-to 6).- Endometrite mucopurulenta: è un’in-fiammazione uterina cronica tipica del

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6 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014ANIMALI DA REDDITO

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26°-35° giorno, caratterizzata dalla pre-senza di essudato mucopurulento (≤ 50%di pus) (foto 7).- Piometra: consiste in una raccolta pu-rulenta all’interno dell’utero [81], rile-vabile alla fine del tempo di attesa vo-lontario, caratterizzata, normalmente,dalla presenza di uno o di due corpi lu-tei persistenti [6, 7, 38].- Mucometra: si tratta di una raccolta dimuco all’interno dell’utero [56]. Si di-stinguono due tipi di mucometra: vera efalsa. La mucometra vera è caratterizza-ta da un’iperproduzione di muco, proba-bilmente per un fenomeno degenerativo

del sistema ghiandolare dell’endometrio(endometriosi), che associata alla persi-stenza del corpo luteo, di fatto, determi-na una dilatazione uterina. La mucome-tra falsa non presenta iperproduzione dimuco, ma semplicemente un mancato dre-naggio dello stesso a causa della persi-stenza del corpo luteo. La prognosi del-la forma vera è infausta, mentre è ten-denzialmente favorevole quella della for-ma falsa.

Endometrite subclinicaL’endometrite subclinica è caratterizza-ta dalla mancanza di essudato purulen-to o mucopurulento a livello perineale e/onella parte craniale della vagina.

3. Diagnosi

Endometrite clinica- Endometrial score: sulla base delle ca-ratteristiche (quantità, densità, colore eodore) delle perdite vaginali è possibilestabilire una diagnosi di endometrite (ta-bella 1) [73].- Esplorazione rettale: anche se ancoramolto utilizzata, non è un metodo accu-rato nella diagnosi delle endometriti cli-niche, ma soprattutto subcliniche [45].- Mano in vagina: non ha un vantaggiosorapporto costo/beneficio e non permetteuna diagnosi accurata.- Speculum: si tratta di un esame pocopratico, non molto accurato [83] e conuno sfavorevole rapporto costo/benefi-cio. - Metricheck: è uno strumento ampia-mente utilizzato in alcuni Paesi (NuovaZelanda), dove ha avuto un grande suc-cesso in ragione del metodo di alleva-mento. È considerato un metodo rapidoper la diagnosi di endometrite clinica[52], in condizioni di allevamento esten-

7N° 1 Gennaio/Febbraio 2014 ANIMALI DA REDDITO

Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

FOTO 6. Endometrite purulenta. Tipicaendometrite riscontrabile a 20-25 giorni postparto. Presenza di materiale purulento nellaparte craniale della vagina e/o perdite vaginali.Contenuto di polimorfonucleati (PMF) > 50%.

FOTO 7. Endometrite mucopurulenta. Tipicaendometrite riscontrabile a 26-30 giorni postparto. Presenza di materiale mucopurulentonella parte craniale della vagina e/o perditevaginali. Contenuto di polimorfonucleati (PMF)≤ 50%.

Muco Descrizione Score

Caratteristiche Chiaro e traslucido 0Chiaro con punti bianchi 1< 50 ml di essudato con ≤ 50%di pus bianco e cremoso 2> 50 ml di essudato con ≥ 50%di pus bianco e cremoso e con sangue 3

Odore Assenza di odore 0Odore fetido 3

TABELLA 1. Endometrial score

Da [73].

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sivo, con distribuzione stagionale dei par-ti. L’accuratezza della diagnosi è bassain assenza di essudato nel vestibolo va-ginale [35].- Biopsia: la diagnosi è precisa, ma il dan-no che rimane dopo i prelievi bioptici ètale da compromettere la futura fertilitàdella bovina. Si devono realizzare diver-si prelievi (5-7) nel terzo distale del cor-no uterino, anche se alcuni autori rea-lizzano un solo prelievo (Bollwein 2013,comunicazione personale). Con periodi-cità costante, se ne enfatizza l’uso [9, 88],ma non ha mai ottenuto un grande suc-cesso in campo. Non è una tecnica faci-le: l’esperienza dell’operatore è fonda-mentale per evitare di compromettere lafutura fertilità della bovina (Bollwein2013, comunicazione personale).- Conta dei polimorfonucleati (PMN): que-sto esame, negli ultimi anni, è stato am-piamente enfatizzato [39, 68, 78, 80]. Esi-stono due metodiche: il ciyto brush [4,50] e il cyto-flushing [30]. Nella primatecnica si utilizza un brush lungo circa20 cm, del diametro di circa 2 mm, conuna spazzola lunga circa 3 cm, a sezioneconica. Oggi sono disponibili set che com-prendono il brush, inserito su un dispo-sitivo che consente il superamento dellacervice e la retrazione dello stesso; unavolta effettuata la procedura, il campio-ne deve essere strisciato su un vetrino (fo-to 8, 9 e 10). Il vetrino è inserito in un ap-posito contenitore per essere inviato allaboratorio, dove verrà sottoposto a co-lorazione DQ e quindi analizzato a un in-grandimento 40x, valutando non meno di

200 cellule [65, 66]. La tecnica del cyto-flushing, prevede l’inserimento in uterodi soluzione fisiologica con una siringada 20 ml, connessa con un catetere. Lasoluzione viene spinta nell’utero e recu-perata con la siringa. Il liquido così ot-tenuto viene centrifugato (5000 giri x 15minuti) e il pellet strisciato su un vetri-no. Da questo punto in avanti la proce-dura è identica a quella descritta prece-dentemente. La prima tecnica è preferi-ta alla seconda per diverse ragioni: piùrapida, minor numero di prelievi non ido-

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8 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014ANIMALI DA REDDITO

Cut off Dim Autore

> 18% 20-33 Kasimanickam et al., 2004> 10% 34-47> 5% 40-60 Gilbert et al., 2005> 25% 28 ± 3 Hammon et al., 2006> 8% 28-41 Barlund et al., 2008≥ 4% 49 Galvao et al., 2009> 15% 4 h dopo la prima IA Kaufman et al., 20095% 18-38, 32-52 Plöntzke et al., 2010≥ 3% 190 ± 40 Salasel et al., 20105%, 8%, 10%, 18% 21-42 Baranski et al., 20136-7% 32-47 Couto et al., 20135%, 10%, 18% 21-27 Sens et al., 20135% 21-62 Madoz et al., 2013

TABELLA 2. Cut off dei neutrofili in corso di endometrite

Dim: Days in milk.

FOTO 8, 9 E 10. Il cyto brush è una delle tecnicheper realizzare una diagnosi di endometritesubclinica. Allo stato attuale delle conoscenze,il livello di polimorfonucelati non può essereconsiderato il gold standard.

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nei, minor numero di alterazioni cellu-lari. Il vantaggio della seconda tecnica èche permette di raccogliere un campio-ne di neutrofili più omogeneo e non so-lamente limitato a un punto. Si deve ri-cordare, comunque, che possono sussi-stere bovine con endometrite e con un li-vello di neutrofili basso, come anche èpossibile registrare un livello di neutro-fili elevato senza infiammazione dell’u-tero. Un altro problema è il valore sogliada utilizzare, in ragione della distanzadal parto. In bibliografia è possibile tro-vare un’estrema eterogenicità di dati (ta-bella 2).- Ultrasonografia: permette di realizzarein tempo reale una diagnosi di endome-trite estremamente accurata e, al tempostesso, consente di differenziare i diver-si tipi di endometrite clinica [36]. L’esa-me ecografico evidenzia un effetto “bu-fera di neve”: punti bianchi su uno sfon-do nero. Talvolta le particelle ecogenepossono avere dimensioni anche di alcu-ni centimetri di diametro (foto 11 e 12).

Endometrite subclinica- Endometrial score: non essendoci per-dite vaginali, l’endometrial score non è dinessun beneficio nella diagnosi di endo-metriti subcliniche- Esplorazione rettale: l’esplorazione ret-tale non permette la diagnosi di endo-metrite sub-cliniche [35].- Mano in vagina: non permette la dia-gnosi di endometrite subclinica [35].- Speculum: non consente una diagnosiaccurata di endometrite subclinica [10].- Metricheck: non è utile per la diagnosidi endometrite subclinica, mancando leperdite vaginali nella parte craniale del-la vagina [35].- Biopsia: è un eccellente metodo per ladiagnosi di endometrite subclinica, inquanto consente di analizzare la presen-za di marker cellulari profondi. La scar-sa diffusione del metodo è dovuta alle og-gettive difficoltà di riprodurlo in campo.- Conta dei PMN: questo esame, negli ul-timi anni, è stato considerato il gold stan-dard per la diagnosi di emdometrite sub-clinica. Si tratta di un esame che richie-de tempo, con un costo/beneficio basso,ma non permette di avere risposte in tem-po reale. La percentuale di neutrofili, pur-troppo, non è un esame infallibile: esi-stono animali con livelli normali di PMNin presenza di endometrite e animali sen-za PMN con endometrite. L’endometritesub clinica è anche chiamata cyto-endo-metrite, per il fatto che per la sua dia-

gnosi è stato utilizzato, quale metodo goldstandard, il livello di PMN. Più in parti-colare, si parla di endometrite subclini-ca quando il livello di PMN è > 18% tra20-33 giorni post parto; mentre tra 34-47giorni post parto, si parla di endometri-te subclinica se il livello di PMN è > 10%.Sulla base di questi cut off, l’incidenzadell’endometrite subclinica si aggira trail 20-50% (tabella 3) [22, 23, 30]. Risultadifficile ammettere che il 20-40% dellebovine alla fine del tempo di attesa vo-lontario possano soffrire di endometritesubclinica. Evidentemente, sarebbe op-portuno rivedere i cut off o rivedere la de-finizione di endometrite subclinica infunzione della percentuale di neutrofili.I neutrofili, pur essendo dei buoni mar-ker cellulari, probabilmente non sono ilmiglior marker delle infiammazioni sub-cliniche dell’endometrio; altri marker cel-lulari, meno superficiali (linfociti), po-trebbero essere utili per la diagnosi. Permettere in evidenza queste cellule nonbasta però un cyto-brush o un cyto-flus-hing, ma bisogna ricorrere alla biopsia,con tutti i problemi precedentemente ana-lizzati. La percentuale dei neutrofili po-trebbe avere un significato predittivo:quando il valore dei PMN è > 18% a 30giorni post parto, normalmente si hannodelle performances riproduttive inferiori(Quintela 2013, comunicazione perso-nale).- Reagent test strips: le strisce reattive,

9N° 1 Gennaio/Febbraio 2014 ANIMALI DA REDDITO

Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

PGF Antibiotici FANS Autore

Positivo Kasimanickam et al. 2005Negativo Galvao et al. 2009Negativo-positivo Lima et al., 2013

Positivo Kasimanickam et al. 2005Negativo Galvao et al. 2009

Negativo Priest et al., 2013

TABELLA 4. Effetto delle diverse terapie mediche in caso diendometrite

Paese Casi Prevalenza Autore

Argentina 201 38% Plöntzke et al., 2010Usa 779 26% Cheong et al. 2011Spagna 53 44% Lopez-Helguera et al. 2011Usa 429 13% Ribeiro et al. 2013Argentina 418 17% Madoz et al. 2013Austria 400 21% Prunner et al. 2013

TABELLA 3. Prevalenza dell’endometrite subclinica

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impiegate per la valutazione delle urine,sono state utilizzate anche per la valuta-zione dei leucociti a livello di cervice,parametro che risulta correlato con il li-vello di PMN a livello uterino. Tuttavia,i risultati finora ottenuti con le striscereattive, mostrano una scarsa accuratezzase confrontati con un test come la cito-logia [12]. - Ultrasonografia: secondo Barlund e Pal-mer [4], la diagnosi ecografica di endo-metrite subclinica si realizza misurandolo spessore dell’endometrio e il diametro

del contenuto uterino. Il cut off per l’e-dometrio è 8 mm, mentre il cut off per illume uterino è 3 mm; ma utilizzando que-sti due parametri, la diagnosi risulta estre-mamente poco accurata. In particolare,la sensibilità del metodo è estremamen-te bassa e molti i falsi positivi. Tutte levolte che c’è un profilo estrogenico (proe-stro, estro, metaestro), lo spessore del-l’endometrio e il diametro del lume ute-rino superano i limiti proposti da Bar-lund. Praticamente, per circa 9 giorni inun ciclo di 21, se la diagnosi viene rea-lizzata solamente secondo le indicazionidi Barlund, i valori dell’endometrio e dellume uterino possono far supporre un’en-dometrite subclinica (foto 13). Utiliz-zando l’ecografia in modo più intelligente,si può fare una diagnosi di endometritesubclinica senza questo margine di er-rore [35]. È necessario valutare la map-pa follicolare per capire in che fase delciclo estrale la bovina si trova (profiloestrogenico o progestinico); oltre allaquantità del liquido presente in utero, sideve valutare accuratamente la sua eco-genicità e, più in generale, le caratteri-stiche ecografiche di questo liquido, fa-cendo attenzione agli artefatti. Gli arte-fatti permettono di definire con estremaprecisione lo stato dell’utero: in prossi-mità del calore (prima, durante e dopol’ovulazione) sono presenti riflessi spe-culari, che di fatto consentono di consi-derare non patologico lo spessore del-

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10 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014ANIMALI DA REDDITO

FOTO 11. Endometrite purulenta. Presenza dimateriale ecogenico all’interno dell’utero.Talvolta si tratta di veri e propri iceberg di fibrinae pus. L’endometrio è ispessito e la tonacavascolare molto marcata.

FOTO 12. Endometrite mucopurulenta. Tipicoaspetto a bufera di neve. Il contenuto uterinopuò essere più o meno ecogeno.

FOTO 13. Endometrite subclinica. L’esameecografico consente di emettere una diagnosiaccurata, rapida e, soprattutto, in tempo reale.La diagnosi non deve basarsi sullo spessoredell’endometrio e sul diametro del lume uterino:troppi falsi positivi (bassa sensibilità).

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l’endometrio e il diametro del lume ute-rino; i coni d’ombra (shadow), indipen-dentemente dallo spessore dell’endome-trio e dal diametro del lume uterino, in-dicano la presenza di una endometritesubclinica. Esistono anche forme inter-medie, ossia bovine in calore con endo-metrite subclinica. In questo caso, il re-perto ecografico è caratterizzato dallapresenza di un ispessimento dell’endo-metrio (tendenzialmente anche poco eco-geno), da una contrazione del miometrio(che sarà anche molto ecogeno) e da unadilazione della tonaca vascolare. Il con-tenuto uterino è torbido con un effetto abufera di neve. Sono presenti anche raririflessi speculari. Senza ombra di dub-bio, si può affermare che grazie all’ul-trasonografia è possibile in tempo realefare una diagnosi di endometrite subcli-nica estremante accurata, garantendo nonsolo elevata specificità, ma soprattuttoaltissima sensibilità [35].

4. Terapia

Endometrite clinica e subclinicaOccorre definire l’obiettivo della terapia:curare il sintomo o riuscire a ingravida-re la bovina. L’endometrite è un processo infiamma-torio dell’endometrio, ma soprattutto èun dato epidemiologico, che permette divalutare l’efficienza della gestione deltransition period. La prevalenza dell’en-dometrite è un “termometro” molto pre-ciso dell’efficienza della gestione del pre-parto, del parto e del post parto. Bisogna stabilire quando iniziare la te-rapia (prima o dopo la fine del tempo diattesa volontario) e cosa somministrare:terapia antibiotica generale, terapia an-tibiotica intra uterina, terapia con solu-zioni debolmente irritanti, prostaglan-dine ecc. Un’attenta valutazione della bibliografiaesistente permette di ricollocare le pro-cedure terapeutiche fino a oggi utilizza-te. L’impiego di antibiotici per via gene-rale e/o per via intra uterina, così comel’utilizzo delle prostaglandine (naturalio sintetiche), non garantisce il successoterapeutico. Né gli antibiotici né le pro-staglandine possono essere ritenuti far-maci d’elezione nel trattamento dell’in-fiammazione dell’endometrio [42].- Tempo: è a tutti gli effetti una forma diterapia, probabilmente la più efficace econveniente forma di terapia che oggi siconosca. Circa il 70% delle endometritiguarisce spontaneamente nei primi due

mesi post parto [28], senza alcuna tera-pia.- Terapia generale: La terapia antibioti-ca e/o con chemioterapici per via gene-rale, indipendentemente dal tipo di an-tibiotico e/o chemioterapico utilizzato,non trova riscontri positivi in bibliogra-fia, quando è applicato un metodo di va-lutazione scientifico (medicina dell’evi-denza): l’endometrite è per lo più un’in-fiammazione e non un’infezione dell’en-dometrio; risulta pertanto difficile giu-stificare l’utilizzo di un antibiotico e/o diun chemioterapico. - Terapia locale: la terapia locale o in-trauterina prevede l’introduzione di an-tibiotico o di soluzioni debolmente irri-tanti nell’utero [35]. - Terapia antibiotica: si tratta di una te-rapia ampiamente utilizzata in campo.Tuttavia, alla luce del fatto che l’endo-metrite è per lo più un’infiammazione enon un’infezione [22, 23], è difficile giu-stificarne l’utilizzo. La terapia antibioti-ca intra uterina, quando comparata conun trattamento a base di prostaglandina(in presenza di un corpo luteo), non per-mette di ottenere migliori risultati [61].- Prostaglandine: l’utilizzo delle prosta-glandine, anche molto precocemente (20-30 giorni post parto) è abbastanza co-mune, ma non esiste prova scientifica checonfermi l’efficacia di questo trattamen-to [43]. Esistono prostaglandine natura-li e sintetiche; per le prime è stata dimo-strata un’evidente attività miocontratti-le [27], mai dimostrata per le seconde. Difatto, entrambe sono abbondantementeutilizzate nella terapia delle endometri-ti con lo scopo di drenare l’utero.Ma l’uso delle prostaglandine è un pro-cedimento corretto? In assenza di un cor-po luteo sicuramente no. L’uso delle pro-staglandine, nella terapia delle endome-triti, deve essere limitato ai casi in cui èpresente un corpo luteo. Un altro puntochiave è quando iniziare la terapia conprostaglandine. La terapia non dovrebbeessere iniziata prima della fine del tem-po di attesa volontario. Una terapia conprostaglandina prima di tale periodo com-porterebbe un’inseminazione intorno a50-60 giorni post parto, ovvero in corri-spondenza del picco di lattazione. Moltomeglio ritardare la prima inseminazionedi venti giorni, assicurando tassi di con-cepimento superiori anche del 30%. Il ve-ro problema è convincere e convincersidell’inutilità della prostaglandina in unabovina di 20-30 giorni dal parto con un’en-dometrite clinica. Il ruolo della terapia,

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Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

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in questo caso, è puramente psicologico(contrastare un evento patologico), inquanto gli effetti della terapia (tasso diconcepimento) non sono dimostrati .Un’endometrite clinica o subclinica è unprocesso infiammatorio cronico: un ri-tardo di 20 giorni di qualunque approc-cio terapeutico gioca in favore della ri-soluzione del processo stesso.In presenza di un corpo luteo, la formadi terapia che potrebbe garantire i mi-gliori risultati è il Presynch-Ovsynch [49].Durante questo programma di sincro-nizzazione, la bovina va in estro per trevolte; ogni volta che la bovina è in estro,aumenta il livello di estrogeni, che han-no una potente azione chemiotattica ver-so i neutrofili e, al tempo stesso, attra-verso la via dell’ossitocina, stimolano laproduzione endometriale di PGF2a (con-trazione del miometrio e drenaggio del-l’utero). Gli estrogeni stimolano la pro-duzione di anticorpi in sede uterina e sti-molano anche la produzione di lattofer-rina e lisozima. Gli estrogeni, contribui-scono ad accelerare la guarigione del pro-cesso infiammatorio in atto nell’endo-metrio.Nelle bovine che alla fine del tempo di at-tesa volontario presentano un’endome-trite senza corpo luteo, è possibile ri-correre a un flushing terapeutico con so-luzione fisiologica (25-30 °C), se il BCS

dell’animale è buono (> 2,50); successi-vamente, si attende che la bovina riprendaa ciclare, oppure si può ricorrere a un dis-positivo intravaginale a lento rilascio diprogesterone, mantenuto per 7 giorni,eventualmente utilizzando 500 UI di eCG,al momento della rimozione del disposi-tivo. Quando invece il bilancio energeti-co dell’animale è negativo, o molto ne-gativo, è conveniente attendere.In un prossimo futuro, vista la natura in-fiammatoria della patologia, potrebbe es-sere conveniente un approccio terapeu-tico con antinfiammatori non steroidei.Rimane da definire il loro dosaggio e lavia di somministrazione (intrauterina osistemica) e soprattutto bisogna capirequando intraprendere questa terapia. An-che il ricorso a terapie con cellule sta-minali e/o con fattori antinfiammatoridel sangue potrebbero diventare interes-santi. Tuttavia, non si deve dimenticareun principio: l’endometrite è un sintomo,ovvero il risultato di una cattiva gestio-ne della fase di transizione (ambiente eco-logico, ambiente zootecnico, risorse uma-ne, nutrizione ecc.) e come tale va gesti-to. Dimenticare questo principio signifi-ca allontanarsi dalla soluzione del pro-blema e soprattutto non affrontare la pre-venzione dello stesso.- Soluzioni debolmente irritanti: si ri-corre a una soluzione iodo-iodurata diLugol al 3-5%. Il trattamento andrebbelimitato alle bovine con endometrite al-la fine del tempo di attesa volontario enon andrebbero superati volumi di 100cc per corno uterino. L’aumento delle con-centrazioni e/o un’eccessiva frequenza

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12 N° 1 Gennaio/Febbraio 2014ANIMALI DA REDDITO

FOTO 14. Piometra. Presenza di materialepurulento all’interno dell’utero (talvolta anchelitri), alla fine del tempo di attesa volontario.Ecograficamente, è caratterizzata daun’immagine di bufera di neve, con ecogenicitàmolto variabile. Talvolta la raccolta purulentasembra circoscritta da una sottile capsula.Normalmente vi sono uno o più corpi luteipersistenti.

FOTO 15. Mucometra. Sono presenti muco,perfettamente anecogeno, e un corpo luteopersistente (talvolta più di uno). Si differenziadalla gravidanza per la sola assenza di unembrione. Il prognostico è relazionato alla causa:negativo, nella mucometra vera, determinata dauna endometriosi; posit ivo, nel la falsamucometra, determinata dalla persistenza delcorpo luteo, ovvero a un mancato drenaggiodell’utero.

Per saperne di più• Cheong S.H., Nydam D.V., Gal-vão K.N., Crosier B.M., GilbertR.O. Cow-level and herd-levelrisk factors for subclinical en-dometritis in lactating Holsteincows. J. Dairy Sci., 2011; vol.94, n. 2: pp. 762-770.• Galvão K.N., Greco L.F., VilelaJ.M., Sá Filho M.F., Santos J.E.Effect of intrauterine infusion ofceftiofur on uterine health andfertility in dairy cows. J. DairySci., 2009; vol. 92, n. 4: pp.1532-1542.• Madoz L.V., Giuliodori M.J., Jau-reguiberry M., Plöntzke J., Dril-lich M., de la Sota R.L. The rela-tionship between endometrialcytology during estrous cycleand cutoff points for the dia-gnosis of subclinical endome-tritis in grazing dairy cows. J.Dairy Sci., 2013; vol. 96, n. 7:pp. 4333-4339.• Plöntzke J., Madoz L.V., De laSota R.L., Drillich M., HeuwieserW. Subclinical endometritis andits impact on reproductive per-formance in grazing dairy catt-le in Argentina. Anim. Reprod.Sci., 2010; vol. 122, n. 1-2: pp.52-57.• Ribeiro E.S., Lima F.S., GrecoL.F., Bisinotto R.S., Monteiro A.P.,Favoreto M., Ayres H., MarsolaR.S., Martinez N., Thatcher W.W.,Santos J.E. Prevalence of peri-parturient diseases and effectson fertility of seasonally calvinggrazing dairy cows supplemen-ted with concentrates. J. DairySci., 2013; vol. 96, n. 9: pp. 5682-5697.• Salasel B., Mokhtari A., TaktazT. Prevalence, risk factors for andimpact of subclinical endome-tritis in repeat breeder dairy cows.Theriogenology, 2010; vol. 74,n. 7: pp. 1271-1278.• Sens A., Heuwieser W. Presenceof Escherichia coli, Trueperellapyogenes, -hemolytic strepto-cocci, and coagulase-negativestaphylococci and prevalence ofsubclinical endometritis. J. DairySci., 2013; vol. 96, n. 10: pp.6347-6354.

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dei lavaggi possono indurre una degene-razione dell’endometrio (fibrosi) che, sebilaterale, compromette irreversibilmenteil futuro riproduttivo della bovina. Que-ste soluzioni andrebbe utilizzate con at-tenzione e da personale qualificato.

Piometra e MucometraPiometra e mucometra sono infiamma-zioni uterine tipiche della fine del tem-po di attesa volontario, caratterizzate dal-la presenza di uno o più corpi lutei (foto14 e 15). La terapia dovrebbe essere scel-ta in funzione di cosa si desidera ottene-

re: curare il sintomo o ingravidare le bo-vine? Sulla base di questo criterio, si sug-gerisce di inserire gli animali all’internodi un programma di Presynch-Ovsynch.Si parte a 50 giorni nelle pluripare e a 60giorni nelle primipare, terminando rigo-rosamente il programma di sincronizza-zione ed evitando la tentazione di inse-minare questi animali già dopo la secondaprostaglandina, con il rischio di averebassi tassi di concepimento e più alti tas-si di morte embrionale precoce e tardi-va. Ovviamente questa terapia è fattibilequando presente un corpo luteo [49]. ■

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Aggiornamenti nella gestionedell’allevamento bovino

DOSSIER N. 1

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segue !!

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Formazione a distanza

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