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and Integrated Medicine

HIMHOMEOPATHY

d

Organo ufficiale dellaSocietà Italiana di Omeopatiae Medicina Integrata

Anno 4 - Numero 2, Novembre 2014

In copertina: La cometa LovejoyPer gentile conc. NASA and the Hubble Heritage Team (AURA/STScI).

Direttore Responsabile: Gino SantiniDirettore Scientifico: Simonetta BernardiniRegistrazione al Tribunale di Roma n. 61 del 24 febbraio 2010Periodicità: Semestrale

© 2010-2014 SIOMI - Tutti i diritti riservati. Nessuna partedi questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessain alcuna forma, senza il permesso scritto della SIOMI.Le copie arretrate possono essere richieste alla SIOMI.

Direzione: c/o ISMO - Via Adolfo Venturi, 24 - 00162 RomaAmministrazione, Pubblicità: c/o FIMO - Via Kyoto, 51 - 50126 FirenzeTel.: 055.6800.389 - Fax: 055.683.355 - E-mail: [email protected]

Finito di stampare nel mese di dicembre 2014presso Grafica Di Marcotullio s.a.s.Via di Cervara, 139 - 00155 Roma

COMITATO SCIENTIFICOArea di omeopatia e medicina integrata

Simonetta Bernardini, Francesco Bottaccioli,Tiziana Di Giampietro, Carlo Di Stanislao, Rosaria Ferreri,Peter Fisher, Italo Grassi, Francesco Macrì, Ennio Masciello,Roberto Pulcri, Gino Santini, Gabriele Saudelli

Area accademica e medicina convenzionaleIvan Cavicchi, Andrea Dei, Giuseppe Del Barone,Gian Gabriele Franchi, Luciano Fonzi, Antonio Panti,Paola Massarelli, Roberto RomiziMauro Serafini, Umberto Solimene

Editoriale2 Buon 2015, omeopatia!

di Simonetta Bernardini

In primo piano4 Effetti ormetici e DNA-Microarray - Una solida piattaforma sperimentale

per lo studio della farmacologia delle microdosidi Andrea Dei

Contributi originali8 I mutamenti dei pensieri (e delle parole) della medicina nei confronti delle CAM

di Marco Morandi12 La Medicina Complementare tra Personalità e PNEI

di Daniela Salvucci16 Oncologia integrata - Quali medicinali omeopatici?

di Miriam Falciani30 L’approccio omeopatico alle sindromi allergiche

L’esperienza del Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di Pitiglianodi Rosaria Ferreri

I grandi personaggi dell’omeopatia21 Thomas Peinbauer

Presidente ECH, European Committee for Homeopathya cura di Rosaria Ferreri

Spotlight - La ricerca scientifica in Medicina Integrata36 a cura di Gino Santini

Un complesso omeopatico per la mastite bovina - Con l’omeopatia si riduce l’incidenza del can-cro della prostata - Trattamento omeopatico dell’insonnia legata agli stati di ansia - I benefici deipazienti oncologici trattati con Medicina Integrata - Berberis vulgaris 200CH nella calcolosi renaledei ratti - La terapia omeopatica della tosse

Quaderni di Medicina IntegrataL’asma

38 Il contributo dell’omeopatiadi Francesco Macrì

41 Il contributo della fitoterapiadi Rosaria Ferreri

45 Il contributo dell’agopunturadi Gabriele Saudelli

Case Report23 L’ingegnere dolente e stanca

di Maria Concetta Giuliano26 Wanda, le sue paralisi e la cugina impicciona

di Italo Grassi

L’omeopatia raccontata33 Assassinio in spiaggia

di Italo Grassi

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SOMMARIO

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EDITORIALE

Era l’inizio dell’anno 2014 quando la sentenza del TARLazio annullò le inique tariffe stabilite nel 2012 dalD. L.vo N° 158, altrimenti noto come “Decreto Bal-

duzzi” dal nome dell’allora Ministro della Salute, pubblicatein GU nel marzo 2013. Secondo tale Decreto Legge, infatti,per ogni medicinale omeopatico da registrare si sarebbe do-vuta pagare un tariffa esagerata non solo per ogni singolaforma farmaceutica (gocce, piuttosto che granuli o globuli)ma anche per le molte diluzioni (ammesse non più di ottoper ogni registrazione). Una decisione che avrebbe potutocomportare costi di registrazione fino a 23.000 euro permantenere in commercio medicinali molto utilizzati come,ad es., Arnica montana o Belladonna. Tariffe improponibili,anche in virtù del fatto che nessuno dei medicinali omeo-patici unitari ha un brevetto e che, almeno per i medicinalipiù comuni, esso può essere preparato da più di un’Azienda.Il medicinale omeopatico unitario, come più volte si è cer-cato di far comprendere alle Istituzioni, è un patrimoniodell’umanità, essendo frutto della sperimentazione omeopa-tica avvenuta in tutto il mondo per più di 250 anni. Ugual-mente, per ogni specialità medicinale registrata da unaAzienda omeopatica, in base a quel Decreto, si sarebbe do-vuto pagare circa 3.000 euro. Questo avrebbe comportatoun costo di anche 9.000 euro per specialità nel caso che leforme farmaceutiche del composto fossero state più di una(gocce, crema, fiale, etc.). Le nuove tariffe sono state stabilitein via definitiva alla fine del mese di novembre grazie ad unemendamento inserito nella Legge di Stabilità 2015. Final-mente le tariffe sono chiare, e secche. Non importa piùquante diluzioni o forme farmaceutiche verranno registratepoichè per tutti i medicinali unitari la tariffa di registrazioneè pari a 800 euro, mentre per tutte le specialità aziendali èpari a 1.200 euro. Una decisione che ha lasciato soddisfattele Aziende produttrici e per ottenere la quale, almeno suimedia, si è posto molto rilievo al lavoro “preciso e illumi-nato” di alcuni deputati e delle Aziende del settore. In realtàa questa risoluzione pensiamo che abbia contribuito ancheil lavoro istituzionale svolto dalle Società scientifiche del-l’omeopatia (FIAMO e SIOMI) e dell’antroposofia (SIMA)e dalle rispettive Associazioni dei pazienti omeopatici (APOItalia e AiPMA) le quali, una volta tanto, hanno saputo su-perare le consuete divergenze e partecipare unite ad una lottache le accomuna. La perdita degli strumenti di cura, d’altraparte, è un male maggiore per tutti, siano essi medici o pa-zienti, indipendentemente da quale tecnica terapeutica essiabbiano scelto come loro metodo di cura.

La “tregua” 2015-2018Sempre nel medesimo emendamento viene prorogata la sca-denza per la presentazione dei dossier di registrazione, ini-

zialmente prevista per il 31 dicembre 2014, al 31 dicembre2017. Così, quella scadenza definitiva, che avrebbe fatto sìche nessuno dei medicinali non registrati avrebbe più potutocircolare in Italia a far data dal 1 gennaio 2015, è stata spo-stata definitivamente al 1 gennaio 2018. Infine, ad AIFA èfatto obbligo di pubblicare la documentazione necessaria aifini delle richieste di registrazione entro marzo 2015. Il pe-riodo di tregua sarà anche utile per cercare di risolvere altriproblemi che, nonostante l’emendamento, rimangono an-cora insoluti e che preoccupano particolarmente i mediciprescrittori e i pazienti; ci riferiamo al rischio, tutt’ora asso-lutamente reale, che altri medicinali, oltre a quelli già per-duti, possano sparire dal mercato italiano. In sostanza, imedici e i pazienti non sono tranquilli, poichè è ancoramolto concreta la possibilità che le Aziende decidano di nonregistrare altri medicinali (o forme farmaceutiche degli stessi)applicando un criterio commerciale che è, peraltro, inappli-cabile alla nostra medicina. In altre parole, temiamo che lascure si abbatterà ancora sui medicinali meno prescritti eche l’elenco dei medicinali non più disponibili dal 2018 (senon prima) possa allungarsi di molto. Per questo, da un latosi dovrà richiedere alle Istituzioni la possibilità di stabilirecifre di registrazione differenziate per i medicinali prodottiin piccoli lotti (come richiesto dalle Aziende e come accadein altre Nazioni europee). Dall’altro, si dovrà anche far pre-sente alle Aziende la necessità che esse si sforzino quanto piùpossibile per mantenere in commercio medicinali di usosporadico, ma ugualmente indispensabili e definibili ne’ più,ne’ meno che come “etici”. Una possibilità potrebbe esserela preparazione degli stessi da parte delle Aziende come me-dicinali galenici, ma questo comporta che si trovi una solu-zione più vantaggiosa riguardo alle attuali regole di buonafabbricazione vigenti in Italia facendo riferimento, ad esem-pio, a quanto accade in altre nazioni europee. Infatti, nelnostro Paese le regole di buona fabbricazione sono indipen-denti dal tipo e consistenza del lotto aziendale. Questo equi-vale a dire che non vi è alcuna differenza nelle procedure dipreparazione da adottare per un lotto di 500-1000 pezzi oper un “lotto” composto da un singolo pezzo. E’ del tuttoevidente che, stanti tale regole, le Aziende non riescono aprodurre il medicinale galenico se non a costi improponibiliper il consumatore. La precisazione di tale norma ha com-portato l’eliminazione della preparazione dei medicinali ga-lenici dalla produzione industriale da parte di quasi tutte leAziende che prima li producevano. Una scelta che ha, pe-raltro, ridotto drasticamente la produzione di alcuneaziende, soppresso posti di lavoro e gettato in difficoltà sia imedici che i cittadini. Come è emerso chiaramente al Con-vegno SIOMI del 23 novembre scorso, cui ha partecipatoanche la dottoressa Anna Rosa Marra per AIFA e il senatore

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Buon 2015, omeopatia!

Simonetta BernardiniPresidente SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

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EDITORIALE

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Maurizio Romani, basterebbe rivedere queste regole unifor-mandole a quelle in vigore in altre nazioni dell’UE per potersperare che le Aziende rivedano le loro scelte produttive.Serve in sostanza, maggiore elasticità e spirito propositivo eSIOMI non mancherà di continuare a rappresentare questaesigenza alle Istituzioni preposte.

Il galenico omeopatico in farmaciaUn altro concreto punto di svolta si è registrato proprio alConvegno del 23 novembre a Firenze. L’affollatissimo eventoha infatti coagulato, insieme ai medici e ai veterinari espertiin omeopatia, oltre cento farmacisti provenienti da tutta Ita-lia, molti dei quali non titolari di farmacia. Si è così presocontatto con una risorsa straordinaria per il futuro del-l’omeopatia in Italia quale è quella dei farmacisti preparatori.Nel pomeriggio del Convegno, tra l’altro, tutti i Farmacistihanno potuto partecipare ad un primo laboratorio per co-noscere, con l’aiuto dei loro colleghi esperti nelle prepara-zione dei galenici omeopatici, le regole di preparazione deimedicinali omeopatici in farmacia. Da oggi, questi farmacistipossono costituire una vera task force che potrebbe, nell’im-mediato futuro, garantire la reperibilità di quei medicinaliche già oggi non sono più disponibili. Ad esempio, le piùeconomiche gocce al posto dei più costosi granuli; i magi-strali pluricomponenti prescritti dal medico per ciascun sin-golo paziente, una semplice quanto raffinata sorta di vestitoterapeutico altamente individualizzato, economicamentemolto conveniente, semplice come modalità di sommini-strazione con grande beneficio in termini di compliance te-rapeutica. In merito alla formazione dei Farmacisti prepa-ratori di galenici, SIOMI si è adoperata per rappresentared’ora in poi un punto di incontro culturale dei futuri Far-macisti preparatori di galenici omeopatici, un ruolo profes-sionale oggi del tutto trascurato. Possiamo sin da oraannunciare che già nel 2015 verrà istituito, nell’ambito dellanostra Scuola Nazionale di Omeopatia Clinica, un corso diformazione teorico-pratico che rilascerà il diploma di “Far-macista preparatore di galenici omeopatici”. Tale corso saràrealizzato in collaborazione con la Società dei Farmacisti pre-paratori di galenici (SIFAP). Sebbene non manchino nem-meno in questo campo le problematiche da risolvere,l’intenzione della SIOMI è di non disperdere in alcun modoquesto patrimonio di risorse terapeutiche a buon mercato edi immediata e facile disponibilità, non solo adoperandosicon i Corsi di formazione per Farmacisti preparatori, maanche inserendo riferimenti culturali sempre più specifici neiprogrammi didattici delle Scuole per formare i medici nellamentalità, anche a loro ad oggi poco nota, dell’utilizzo delgalenico omeopatico. Anche grazie a questa svolta proposi-tiva, che ridà fiducia rispetto alla minaccia inesorabile oltre

che soggiogante della possibile perdita di ulteriori strumentidi cura, ci sembra di poter augurare all’omeopatia nostranaun più sereno periodo 2015-2018.

Riconosciuta la professionalità dell’omeopataIn ultimo, ma non certo per importanza, il 2014 ha con-sentito di concludere anche un’altra questione di grande ri-lievo. D’ora in poi, fatto salvo il periodo di legge in cuivarranno i criteri transitori, i medici che vorranno qualificarsiomeopati potranno (e dovranno) in tutta Italia registrarsipresso il proprio Ordine dei Medici. Nell’agosto 2014, in-fatti, gli assessorati alla salute di tutte le regioni italiane hannoricevuto la “Nota di chiarimenti del Ministero della Salutesull’Accordo tra Governo, regioni e province autonome di Trentoe Bolzano concernente i criteri e le modalità per la certificazionedi qualità della formazione e dell’esercizio dell’agopuntura, fi-toterapia e omeopatia da parte dei medici chirurghi, odontoia-tri, dei veterinari e dei farmacisti” (stipulato in data 7 febbraio2013) concernente le note aggiuntive emanate dal Ministerostesso. In estrema sintesi, il medico che vorrà qualificarsicome omeopata e risultare iscritto nell’elenco apposito delproprio Ordine dei Medici dovrà aver svolto una Scuola diFormazione di durata non inferiore ai tre anni e con monteorario non inferiore a 400 ore di lezioni frontali (il 30% dellequali svolgibile in FAD) cui devono aggiungersi 100 ore diformazione pratica, oppure aver frequentato un Master uni-versitario biennale nella formazione specifica. Siamo soddi-sfatti di poter constatare che a tali criteri aderiscono datempo sia la Scuola Nazionale di Omeopatia Clinica dellaSIOMI, sia il Master biennale di II livello erogato dall’Uni-versità di Siena con la consulenza culturale della nostra So-cietà. Per quanto riguarda la formazione pratica i nostristudenti potranno frequentare uno stage presso il Centro diMedicina Integrata dell’ospedale di Pitigliano grazie alle con-venzioni già in essere con il Centro. Tale accordo consentiràai cittadini di potersi documentare presso gli ordini dei Me-dici riguardo alle competenze dei medici che si qualificanoesperti con indubbi vantaggi per tutti sia per la professiona-lità dei medici esperti in omeopatia, antroposofia e omotos-sicologia che vedono finalmente riconosciuta la loroprofessionalità dalle Istituzioni preposte, sia per i cittadinistessi che non saranno più esposti a fenomeni di abusivismoterapeutico. Grazie al raggiungimento di questi criteri chiarie definitivi riguardo alla formazione professionale, l’Italiapuò a ragione, in tale ambito, essere considerata tra le piùavanzate in Europa.Cominciamo così il nuovo anno con qualche certezza maanche con la voglia di trasformare, infine, le doglianze inproposte auspicando, crediamo a ragione, in un progressivomiglioramento di prospettive. g

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IN PRIMO PIANO

Per un chimico, qual io sono, il fatto che l’interazionedi un organismo vivente con una sostanza estraneaimplichi effetti qualitativamente diversi e spesso op-

posti in funzione della quantità della sostanza stessa, nonè mai stato difficile da accettare.

Nella letteratura corrente questo fenomeno è chiamato or-mesi1,2 e ai miei occhi esso descrive sinteticamente il com-portamento di ogni organismo vivente nei confronti delleperturbazioni esterne. In passato ho sostenuto sulle paginedi questo giornale come ormesi e medicina integrata fosserocaratterizzati dallo stesso paradigma. Tale affermazione halasciato perplesso qualche professionista del settore, ancheperché al di fuori della dimensione culturale promossa dallaSIOMI, il concetto di medicina integrata mi sembra cheappaia spesso nebuloso, viste le sentenze tentative e facol-tative che si leggono o si ascoltano correntemente.

Talchè, se a parole si tenta di integrare quello che nel pro-fondo dell’anima si vuole tenere per principio rigidamenteseparato, l’opera presenta qualche difficoltà in più e siguarda con occhi storti ai paradigmi unificanti. Questo valein particolare per i medici che adottano l’omeopatia comemetodo terapeutico e che per primi dovrebbero essere at-tratti dall’ormesi, in quanto essa è potenzialmente in gradodi fornire una base sperimentale per supportare l’efficaciadella loro metodologia.3,4 Ma, riprendendo le parole di Bel-lavite,5 autore peraltro di apprezzabili studi sull’efficacia deimedicinali omeopatici, il carattere olistico dell’omeopatiacome metodo di cura va oltre la necessità dell’identifica-zione di una informazione specifica. Poiché questo pensieroè condiviso da molti professionisti anche con maggiore vi-rulenza, è naturale sentire tutti i distinguo, se non addirit-tura le critiche e i tentativi di svalutazione, espressi con quelsentimento che a me appare un triste e ingiustificato anelitodi autoreferenza.6

Tuttavia questo comportamento non può essere conside-rato una novità nell’ambito della società umana, dal mo-mento che si è sempre verificato che un gruppo di potereculturale cerchi di negare l’accesso a un altro gruppo, se siritiene che questo secondo invalidi il potere del primo. Percontro, se si tenta di osservare le cose prescindendo dal pre-giudizio, ovvero si adotta una posizione mentale che di-stingue la scienza dallo scientismo basato su un pretesodiritto all’autoreferenza, mi sembra ovvio che con l’ado-zione dell’ormesi si possano aprire nuove prospettive chepossono modificare profondamente lo sviluppo della far-macologia e del pensiero medico in toto. Fra parentesi ri-cordo che questo è un compito statutario della societàscientifica della quale questo giornale è espressione.

Accettare il concetto di ormesi, peraltro radicato inconsa-pevolmente da secoli nei diversi metodi terapeutici, in que-sto senso può aiutare prima di tutto perché l’ormesi si èguadagnata il merito di aver messo in evidenza l’inadegua-tezza dei modelli farmacologici e tossicologici postulatidalla medicina ortodossa e poi perché, partendo da unabase sperimentale solida e affidabile, può permettere diconcepire una farmacologia che adotti anche le microdosinella pratica terapeutica corrente.

Ho scritto più volte, anche se il pensiero non è da ritenersioriginale, che la medicina ortodossa abbia raggiunto il suoinnegabile enorme successo assumendo che la complessitàdi un organismo e delle sue anomalie possa essere assuntoo almeno interpretabile come la risultante del concorso diuna serie di eventi semplici. Questo modo di pensare è ana-logo a quello seguito da tutta la scienza dell’ottocento. Unatale concezione l’ha portata ad assumere l’esistenza di unacorrelazione diretta fra la dose di un farmaco e il suo effettoterapeutico (risposta), che viene espressa nei testi di farma-cologia dalla ben nota curva sigmoidale che compare neldiagramma che si ottiene riportando il logaritmo della con-centrazione del farmaco contro l’intensità della risposta.Questa ipotesi che è stata trovata essere verificata in un in-tervallo limitato di concentrazioni di farmaco, è tutt’oggiadottata nella farmacologia moderna. Tuttavia, quando ladose di farmaco diminuisce, si osserva comunemente unarisposta inversa a quella osservata a dosi più alte e la curvanella sua interezza non è più descrivibile come sigmoidalema piuttosto a forma di J. Questa caratteristica, che defi-nisce come ormetico il comportamento di un sistema bio-logico perturbato, giustifica tutte le metodologieterapeutiche che utilizzano basse dosi di farmaco, inclusequelle che si basano sul concetto del simile. Come discu-teremo più avanti, la risposta alla perturbazione dell’orga-nismo vivente è estremamente complessa da razionalizzaree per di più è estremamente difficoltosa da caratterizzarespecie quando l’agente perturbante, nella fattispecie il far-maco, è presente in concentrazioni molto diluite. Poichéla tradizionale analisi chimico-fisica strumentale presentalimiti di sensibilità non adeguati, alcuni gruppi di ricerca,incluso il gruppo di Firenze di cui faccio parte, hanno de-ciso di utilizzare la tecnica dei DNA-microarray per evi-denziare la variazione dei profili di espressione genicaperturbati con soluzioni contenenti quantità variabili difarmaco, includendo alcuni fra i più comuni rimedi omeo-patici. Tale tecnica è particolarmente laboriosa e i risultatifino ad ora raccolti sono limitati. Tuttavia i pochi dati a di-sposizione sono in grado di suggerire la potenzialità di in-formazioni che si possono ottenere da questi studi.

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Effetti ormetici e DNA-MicroarrayUna solida piattaforma sperimentaleper lo studio della farmacologia delle microdosi

andrea deiUdr INSTM - Dipartimento di Chimica, Università di FirenzeE-mail: [email protected]

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IN PRIMO PIANO

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DNA-Microarray e profili di espressione genicaI microarray sono in grado di fornire informazioni utili suibersagli di una qualsiasi sostanza che venga a interagire conun sistema biologico. Per esempio la proteina bersaglio diun pricipio attivo farmacologico può essere identificataidentificando il gene che, esprimendosi, causa gli stessicambiamenti del farmaco. Lo studio dell’insieme dei geniespressi dall’azione del farmaco fornisce informazioni sul-l’insieme di processi biologici indotti dall’azione del far-maco stesso. Pertanto lo studio della variazione diespressione genica permette di comprendere i differenti ef-fetti provocati da un trattamento terapeutico effettuato as-sumendo un certo farmaco a dosi diverse.

La tecnica sfrutta il fatto che solo alcuni dei 20.000-25.000geni costituenti il genoma sono utilizzati per produrre ilmRNA e questo numero dipende dalle condizioni parti-colari in cui avviene l’interazione fra i geni e il farmaco. Latecnica pertanto è particolarmente adatta per studiare ilcomportamento di un genoma in seguito all’interazione diun particolare agente perturbante (il farmaco) in differenticoncentrazioni. Il grande vantaggio è inoltre che la tecnicaè estremamente sensibile, molti ordini di grandezza di piùdi quella che caratterizza ogni altra metodologia.

Quando a Firenze abbiamo considerato l’utilizzazione diquesta tecnica, la sfida era quella di stabilire cosa si sarebbepotuto imparare lavorando in condizioni ben diverse daquelle comunemente utilizzate nella pratica di ricerca.Come banco di prova, studiammo come lo ione rameicoin diverse concentrazioni altera i profili genici delle celluleepiteliali della prostata umana (RWPE-I).7 Si confronta-rono i profili genici di cellule RWPE-I trattati con soluzioniacquose non succusse di solfato rameico in concentrazionivarianti fra 10-6 e 10-17 M e quelli delle stesse cellule trattatecon acqua. Il confronto riguardò circa 41.000 geni peravere uno studio completo. I dati raccolti mostrarono chel’addizione di ione rameico modulava significativamentel’espressione genica a tutte le concentrazioni, anche se glieffetti maggiori si osservavano per le soluzioni più concen-trate.

Il risultato più rilevante fu l’osservazione che mentre duegruppi di geni, come conseguenza del trattamento, eranosottoespressi e sovraespressi a tutte le concentrazioni, unterzo gruppo mostrò la presenza di geni che invertivano laloro espressione al variare della concentrazione (164 so-vraespressi nell’intervallo 10-6-10-9 M, che diventavano sot-toespressi a concentrazioni più basse). Tale geni venneroidentificati come codificanti l’ATPasi, proteine istoniche,proteine HS, metallotioneine e fattori regolanti la trascri-zione. Un secondo gruppo di 244 geni fu trovato esseresottoespresso nell’intervallo 10-6-10-13 M di rame e esseresovraespresso a concentrazioni più basse (lisil ossidasi e evettori di trasporto ionico). Per finire un terzo gruppo di233 geni fu trovato essere sovraespresso nell’intervallo10-6-10-14 M e sottoespresso a concentrazioni più basse(geni associate citocromo-ossidasi, alcune proteine HS,metallotioneine, ribosomi e ubiquitina). Nello stesso lavorotali risultati furono confermati da studi indipendenti diRT-PCR a varie concentrazioni su quattro geni specificiscelti fra quelli che invertivano la loro espressione.

Questo studio in sintesi ci permise di determinare la varia-zione di espressione genica a concentrazioni molto piùbasse di quelle associate alla risposta farmacologica e misein evidenza che sequenze di effetti ormetici erano operativiin ben definiti campi di concentrazione. Per finire lo studiosottolineò che la variazione dell’espressione genica avvenivasenza dubbio anche a concentrazioni estremamente diluite.

DNA-Microarray e rimedi omeopatici Alcuni anni fa Khuda-Bukhsh formulò l’ipotesi chel’azione dei farmaci omeopatici ultradiluiti fosse dovuta al-l’induzione di effetti biologici con conseguente effetto divariazione del profilo dell’espressione genica.8 L’azione deifarmaci omeopatici ultradiluiti è, come tutti sanno, unaquestione estremamente controversa (per una recente re-view sull’argomento vedi Bellavite et al.9) e spero non vengaconsiderato pensiero storpio il sostenere che le ipotesi checircolano si attagliano allo speculativo. L’ipotesi di Khuda-Bukhsh fu naturalmente fortemente confutata, anche se ame sembra che essa in prima approssimazione sia suppor-tata da una serie di studi utilizzanti DNA-microarray. Sfor-tunatamente tali studi sono stati effettuati utilizzando unasingola diluizione del rimedio omeopatico e non è quindipossible mettere in evidenza l’esistenza di effetti ormetici.

Facendo un breve riassunto dei lavori pubblicati ricordoche de Oliveira et al. hanno riportato gli effetti di Canova,un complesso omeopatico contenente una serie di prodottia diluizioni comprese fra la 5 e la 9CH, sulla produzionedi citochina sui macrofagi murini.10 Gli autori hannomesso in evidenza la variazione di espressione di 147 genirispetto al controllo. Lo stesso Khuda-Bukhsh ha mostratoche i profili di espressione delle cellule HeLa trattate conCondurango 30CH and Hydrastis canadensis 30CH mo-strano oltre 100 geni differentemente espressi rispetto alplacebo.11 Ancora Preethi et al. hanno studiato gli effettidi diverse preparazioni omeopatiche (Ruta 200CH, Car-cinosinum 200CH, Hydrastis 200CH, Thuja 200CH) sucellule del linfoma di Dalton, suggerendo che tali farmaciultradiluiti mostrano una attività citotossica più grande ri-spetto alla tintura madre di tali farmaci.12 Recentissima-mente Marotti et al. hanno mostrato che semi di grano diuna settimana trattati con triossido di diarsenico 45DHsubiscono una riduzione generale dell’espressione genica,rispetto ai non trattati.13

Questi studi sono significativi, come discuteremo succes-sivamente, ma in un contesto generale hanno valore idio-grafico. Tuttavia due studi recenti condotti utilizzandorimedi omeopatici a varie concentrazioni supportano l’esi-stenza di effetti ormetici. Gli studi riguardano Gelsemiumsempervirens e Apis mellifica. Gelsemium è un rimedioche ha attività ansiolitica e potenzialmente antitumorale,anche se il suo meccanismo di azione è in gran parte sco-nosciuto. Uno studio molto interessante sugli effetti del-l’estratto di questa pianta è stato riportato di recente daBellavite e collaboratori.14 Lo studio ha mostrato chequando cellule umane di neuroblastoma sono trattate per24h a soluzioni di Gelsemium (2CH, 3CH, 4CH, 5CH,9CH e 30CH), i microarray mostrano che si ha un grandeeffetto sull’espressione di numerosi geni (56 di cui 49 sot-

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IN PRIMO PIANO

toespressi e 7 sovraespressi). Gli autori sottolineano chel’effetto è significativo a tutte le diluizioni e che i geni im-plicati hanno un ruolo sull’omeostasi del calcio, sul recet-tore della proteina G, sulla risposta antinfiammatoria e suirecettori neuropeptidici. Questo porta gli autori a suggerireche l’azione del farmaco blocca l’azione eccitatrice di alcunineuroni. Sebbene non sottolineato dagli autori, i dati ri-portati mostrano una chiara esistenza di meccanismi or-metici alle varie concentrazioni.

L’Apis mellifica è da migliaia di anni usata per lenire gli ef-fetti infiammatori dovuti a artrite e reumatismi e è utiliz-zata tutt’oggi in omeopatia anche come antinfiammatorio.Come gruppo di Firenze, abbiamo utilizzato soluzioni di-namizzate 3CH, 5CH e 7 CH di questo rimedio15 per esa-minare l’espressione genica di cellule RWPE-1, come giàabbiamo descritto precedentemente per lo ione rameico.Poichè la soluzione madre era in etanolo al 65% (e diluita1:100) il solvente usato per il controllo conteneva la stessapercentuale di etanolo ed era successivamente dinamizzato.

Abbiamo trovato che tutte le soluzioni utilizzate modula-vano un numero rilevante di geni, inclusa la 7CH che cor-risponde a una concentrazione 10-16 M. Ancora una volta,mentre alcuni geni mostravano la stessa espressione a tuttele concentrazioni, altri mostravano una attività dipendentedalla concentrazione e che quindi indicavano l’esistenza diprocessi ormetici. La grande differenza si osservava fra latintura madre e le soluzioni diluite del farmaco. In accordoal fatto che le diluizioni omeopatiche dovevano mostrareun’attività antifiammatoria e antiedema, si è osservato chel’interleuchina IL1b, citochina dalle proprietà infiamma-torie, era sovraespressa nella tintura madre e sottoespressanelle diluizioni di Apis mellifica. I dati sono stati confer-mati da analisi RT-CPR su 5 geni indipendenti. C’è da no-tare che solo il farmaco diluito, a differenza della tinturamadre, sovraesprime i membri della famiglia della Rho-GTPasi che agiscono contro i processi infiammatori. Inconclusione i dati osservati giustificavano pienamente l’uti-lizzazione del farmaco diluito come anti-infiammatorio eindicavano senza ombra di dubbio che le preparazioni adiluizione omeopatica avevano effetti biologici.

Discussione e conclusioniLa risposta di un organisno vivente a un agente perturbantedeve essere considerata una proprietà emergente di un si-stema non-lineare e non può essere interpretata con grezzaapprossimazione come una relazione lineare, che è validasolo per un insieme di eventi indipendenti. I farmacologie i medici in genere si trovano in genere in difficoltà colconcetto di sistema non-lineare perchè culturalmente nonvi sono preparati e trovano difficile concepirlo nella suacompleta prospettiva scientifica. In particolare non è facileper loro, e non lo è per nessuno, trarre una interpretazionenon ambigua dai dati sperimentali, quando essi sono con-trollati da un grande numero di parametri e dipendononon solo alla natura dell’organismo, ma in maniera signi-ficativa dal suo particolare stato fisiologico. Il recente pro-gresso tecnologico ha reso possible coi DNA-microarrayavere informazioni sulla reazione di un certo gruppo di cel-lule all’azione perturbante di un agente esterno. La varia-

zione dell’espressione genica è la misura sia del particolarestato fisiologico che della reazione alla perturbazione. Aquesto punto è sempre bene ricordare che l’esperimento èsolo un mezzo e non costituisce l’essenza della nostra pos-sible conoscenza. Tuttavia l’informazione che si riesce a ot-tenere non va sottovalutata in quanto è la piattaforma checi permette di decidere una logica da seguire. I risultati quiriassunti suggeriscono che l’azione dei farmaci non è an-nullata dalla ultra-diluizione e implica una modulazionedell’espressione genica. Questo risultato supporta la criti-cata ipotesi che Khuda-Bukhsh formulò nel 1997. I datisperimentali sembrano mostrare che, anche se l’effetto siattenua con la diluizione, esso permane in maniera signi-ficativa. Questo risultato, che sfida il dogna della quantiz-zazione della materia, va tuttavia confermato e mi astengodal commentarlo ulteriormente, dal momento che potreb-bero esserci altri fattori in gioco. Ricordo solo la sua ana-logia con l’eidos di Platone e l’élan vital di Bergson. Tuttaviavoglio sempre ricordare che una cosa è il dato dell’espres-sione genica e una cosa è l’efficacia terapeutica di un certofarmaco a una certa diluizione, che va sempre dimostrata.

Dal mio punto di vista la più importante considerazioneda fare sta nel fatto che i profili genici di sistemi cellularitrattati con diverse quantità di farmaco, l’agente pertur-bante, mostrano reattività qualitativamente diversa in fun-zione della concentrazione, suggerendo che processsiormetici sono sempre operativi. Questo è messo in evi-denza sia nel caso dello ione rameico, che nei casi del Gel-semium sempervirens e dell’Apis mellifica. Questo puòcostituire la prova della giustificazione a livello molecolaredel concetto di simile. La considerazione, sebbene decisa-mente innovativa e ancora poco compresa, rafforza i prin-cipi della Medicina Integrata, come anticipato in Italia daipromotori di tali concetti. Infatti quello che io ritengoestremamente importante è che questi risultati mostranoquanto una valutazione della dinamica degli effetti orme-tici possa fornire una base solida per lo studio della farma-codinamica e l’applicazione di tali studi alla medicinamoderna. Non va infatti dimenticato che l’accettazionedell’ormesi implica che l’intera terapia farmacologica tra-dizionale debba essere accuratamente riconsiderata nei suoiaspetti farmacocinetici, dal momento che quando la bio-disponibilità del farmaco raggiunge concentrazioni signi-ficativamente basse, si può verificare l’insorgenza di nuovieffetti avversi o di effetti non desiderati. g

Ringraziamento - Si ringraziano la Regione Toscana e i La-boratoires Boiron per il supporto finanziario e l’incoraggia-mento.

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IN PRIMO PIANO

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Gino Santini - Qual è la vostra esperienza con i calazi ripe-tuti e ricorrenti?

Simonetta Bernardini - Non ho mai avuto un pazientegrande o piccolo che non avesse nelle sue abitudini alimentariil consumo di latte di mucca. Tolto, migliorano subito. A partela modalità allergica e la valutazione sicotica, in acuto Heparsulfur 30CH e Thuja 9CH tre volte al giorno, tre grani. Talora Pul-satilla 9CH. Abbreviano i tempi di guarigione che, almeno nellamia esperienza avviene sempre e, togliendo il latte, senza re-cidive.

Italo Grassi - I rimedi che più ho utilizzato sono Thuja, Pulsa-tilla, Silicea e Staphysagria, a diluizioni medio alte, 15-30CH.Thuja come rimedio sicotico, Staphysagria per la rabbia re-pressa, Pulsatilla e Silicea in persone timide “costrette” a fareo subire determinati avvenimenti. In particolar modo ricordouna situazione che riporto spesso agli studenti delle scuolecome esempio del rimedio Pulsatilla costretto a modificare (oa credere di dover modificare) la propria vita in seguito ad unincidente e per questo motivo soggetto ad ammalarsi. E' questoil caso di un mio amico che a 32 anni pensò di avere messo in-cinta la sua ragazza (preservativo rotto in periodo ovulatorio).Da quel momento lui, molto attaccato alla propria famiglia esoprattutto alla mamma, iniziò a produrre calazi, ne arrivò acontare 17 in un mese, continuando a produrli anche dopo cheil “pericolo” gravidanza svanì, tanto forte era stata la paura didover cambiare la propria vita e distaccarsi dall'adoratamamma (tipica reazione di pulsatilla che è plagiata da chi glista intorno ma che si oppone ai cambiamenti troppo drastici comeil matrimonio). Pulsatilla alla 30CH settimanale poi 200CH mensileriportò equilibrio nelle povere palpebre del mio amico.

Francesco Macrì - Migliorano nella stragrande maggioranza deicasi con una dieta priva di latte e derivati... Non avevo ancora lettola tua risposta Simonetta, sembra quasi che ci fossimo messi d'ac-cordo... Chissà se siamo solo noi due ad averlo capito? :-)

Tiziana Di Giampietro - Evviva! Ho lottato come Don Chisciottecontro i mulini la mia battaglia contro le mucche e le infiammazioni-edemi - suppurazioni provocata da una alimentazione ricca di ma-cromolecole (anche glutine) e vedo che oggi condividiamo l'idea chela rimozione della causa etiologica è fondamentale in ogni tecnicaterapeutica. g

Dalle pagine di O

meopatiaO

nline...

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Nella storia dell’uomo e della medicina la formaed il nome che viene dato ad una terapia indicaspesso la sostanza o meglio è una operazione di

sintesi che indica col mezzo del linguaggio, l’intenzioneche sta dietro una cura e spesso questa intenzione dicemolto sulla essenza di quella cura stessa.Credo che sia utile citare le parole di Tiziano Terzani,che ha dedicato allo scrivere ed al linguaggio la sua pro-fessione, quando ha dovuto affrontare il mondo dellamedicina e la medicina che ha trovato nel mondo: “L’ap-proccio scientifico razionale che avevo scelto faceva si cheil mio problema di salute fosse più o meno quello diun’automobile guasta che, assolutamente indifferentealla prospettiva di essere rottamata o accomodata vieneaffidata a un meccanico, e non di una persona che co-scientemente con tutta la sua volontà intende essere ri-parata e rimessa in marcia, (...) perchè non rivedere leparole con cui ci si esprime? Potrebbe servire, dicevo.Tutto il linguaggio che circonda questa malattia è un lin-guaggio di guerra (...) Il cancro è un nemico da combatterela terapia è un’arma.”1

Passerò alla descrizione di quale linguaggio ha usato l’oc-cidente per definire le diverse pratiche mediche prove-nienti da altre tradizioni o nate in occidente, ma cheutilizzano una metodologia diagnostica e terapeutica di-versa. Il termine “Traditional Medicine” fa la sua primacomparsa su una rivista di biomedicina in lingua inglesesu PubMed nel 1952.2

In questo modo la medicina della cultura occidentale de-finisce linguisticamente un distacco dalle sue radici e de-finisce tradizionale tutto ciò che la cultura ed i saperipopolari si sono tramandati per secoli prevalentementedi madre in figlia (inglobando care and cure) e si distan-zia sempre di più dalla visione di persona globalmenteda curare, coltivando il culto della iperspecializzazioneportando all’estremo l’iniziale dicotomia fisico-psichicoche l’ha caratterizzata fin dalle sue origini. Il termine“Person Centered Medicine” appare per la prima voltanel 1974.3 Questa terminologia definisce soprattutto chela stessa medicina si rende conto di non essere una me-dicina della persona, si può affermare in realtà che la sto-ria della medicina occidentale è caratterizzata da unaspinta ideologica che parte dall’utilizzo del logos e delmetodo deduttivo, volta ad oggettivizzare i disturbi dicui soffrono le persone per poter arrivare a trovare rimediche potessero curare in modo non influenzabile. Non èforse questo il mito della panacea? Una terapia che ri-solve prescindendo completamente dall’individuo. Diffe-rentemente dalla Cina, dove si costruisce un sistema

fondato sulla analogia e su leggi universali che partonodal concetto di energia e che nell’uomo si manifestanonegli organi in modo speculare a come l’energia siesprime nella terra e dove la cura è volta a rimettere inarmonia le energie di ogni persona che manifestano nellamalattia il loro squilibrio. In Asia, quindi, si diffonde unmetodo fondato sulle analogie volto a rimettere in cor-retta comunicazione la persona con le energie universali.Con il termine Medicina Incentrata sulla Persona quindila scienza medica occidentale ha trovato il minimo co-mune denominatore di tutti gli altri sistemi medici, ilfatto che siano medicine della persona e non di organi oapparati, facendosi una specie di autogol con l’implicitaammissione di aver perso la capacità di occuparsi dellapersona nella sua interezza. Invito il lettore a rifletteresul fatto che proprio questa definizione delle medicinealtre, che a mio parere è una ammissione di colpa daparte della scienza medica occidentale, è stata molto ra-pidamente messa nel cassetto per essere sostituita conaltre definizioni di significato più neutrale.I termini “Medicina Alternativa”, “Medicina Comple-mentare” (MC) e “Integrative Medicine” o “MedicinaIntegrata” hanno un’origine recente nella letteratura bio-medica.4 Facendo riferimento a Medline e PubMed iltermine Alternative Medicine apparve per la prima voltain una rivista di biomedicina nel 1975 allorquando“Nursing Times” iniziò a pubblicare una serie di articolisulla Meditazione Trascendentale, la Guarigione Spiri-tuale e la medicina omeopatica.4 Il termine “MedicinaAlternativa” conquistò il monopolio negli anni ‘70 perdefinire trattamenti non a base di farmaci; si evidenziala incompatibilità tra la medicina ufficiale e “altre medi-cine” che non possono per loro basi epistemologiche es-sere compatibili e quindi integrabili. Con questo terminesi sottintende un oppure, una impossibilità di vero dia-logo tra la Medicina Scientifica e tutte le altre pratichetradizionali o meno (l’omeopatia, ad es. nasce comenuova risposta alla domanda di salute dell’epoca) che lepersone hanno continuato ad utilizzare per la propria sa-lute (qui intesa nella sua più ampia definizione, comebenessere fisico psichico e sociale).Un nuovo termine “Medicina Complementare” entrònell’uso generale negli anni’80. Fu la Gran Bretagna cheper prima adottò questo termine e il suo scopo solenneera quello di sollevare il quesito se la medicina propria-mente detta potesse includere almeno qualche idea equalche pratica alternativa di guarigione nel suo bagagliooperativo. Il significato di complementary sta nel marcareuna distanza rispetto al precedente alternative, si cercadi mettere in evidenza la possibilità di dialogo anche se

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I mutamenti dei pensieri (e delle parole)della medicina nei confronti delle CAMmarco morandiDirgente medico, psichiatra, dipartimento salute mentale asl1 imperiese, esperto in omeopatia - E-mail: [email protected] tratto dalla tesi del Master Universitario di II livello in "Medicina Integrata" A.A. 2011/12 dell'Università degli Studi di Siena:"Integrazione tra Medicine Complementari e Medicina Convenzionale nell'Ospedale di Pitigliano: nuovi setting per una nuova medicina?"

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dal punto di vista di una medicina che si considera ne-cessaria e sufficiente da sola, con la possibilità di esserecompletata da altre pratiche terapeutiche. il problemache si inizia a porre riguarda quindi il fatto che la medi-cina scientifica prende solo ciò che delle medicine alter-native ritiene utile senza minimamente mettere indiscussione le proprie basi epistemologiche, ma soprat-tutto si rifiuta di accettare che, se alcune pratiche natecon un sistema epistemologico diverso sono consideratevalide anche sottoponendole al metodo sperimentale ese-guito in modo corretto, anche le basi teoriche allora nonpossono essere semplicemente ignorate, almeno ci do-vrebbe essere un umile atteggiamento di consapevolezzadi non sapere.Il flirt con l’establishment medico si allargò negli anni‘90, a introdurre sia la fusione di alternativa e comple-mentare in CAM (Complementary and Alternative Me-dicine), sia un nuovo termine, quello di “IntegrativeMedicine” con lo scopo di arrivare a una sorta di matri-monio tra i trattamenti alternativi e la medicina ufficiale.Dopo tutto le basi ontologiche della medicina posanosulle scienze biologiche e sulle scienze sociali nella lorostruttura concettuale e metodologica anche per il pros-simo futuro. Le varie affermazioni ontologiche e i sistemiconcettuali che prosperano tra i sistemi alternativi/com-plementari/integrativi di guarigione non hanno alcunospazio nel regno della medicina cosiddetta scientifica ameno che non adottino la sua struttura teorica e la suametodologia. Se lo faranno, cesseranno di essere pratichealternative e allora entreranno a fare parte della lungalinea di idee verificabili che hanno lo scopo di liberare ilgenere umano dalle malattie. In questo processo praticheche non funzionano sono abbandonate presto o tardi epratiche che funzionano entrano a fare parte della me-dicina propriamente detta.Se ciò accade il termine Integrative Medicine non è piùuno slogan commerciale e invece è un modo di descri-vere in breve come la medicina lavora.4 In futuro è pro-babile ed auspicabile che il termine medicina integratascompaia perchè tutta la medicina sarà integrata. la me-dicina integrata diventerà il nuovo modo di essere dellamedicina.

Breve cronologia terminologicaIl termine Unconventional Medicine appare per la primavolta su PubMed nel 1983.5 Sempre facendo riferimentoai sopracitati database, la prima volta in cui appare il ter-mine Complementary Medicine risale al 1985, quando ilLancet pubblicò l’articolo dal titolo: “ComplementaryMedicine in the United Kingdom”.4 Invece il termineIntegrative Medicine viene introdotto in una rivista dibiomedicina in lingua inglese nel 1995.4 Alternative andComplementary Medicine risale su PubMed al 1991.4

Mentre il termine Complementary and Alternative Medi-cine compare per la prima volta su PubMed in un arti-colo del 1996.5 Invece i primi due articoli indicizzati suPubMed nel cui titolo si ritrova il termine TraditionalAsian Medicine e Asian Traditional Medicine sono rispet-tivamente dell’anno 1988 e dell’anno 2000.6-7 Traditio-nal East Asian Medicine appare nel 2012.8-9

Riassumendo: prima comparsa nella letteratura biome-dica di lingua inglese su PubMed:

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10. Traditional Asian Medicine (TAM) 198811. Asian Traditional Medicine (ATM) 200012. Traditional East Asian Medicine (TEAM) 2012.E’ stato da poco pubblicato il World Health Organisa-tion Traditional Medicine Strategy 2014-23,10 dove siparla di T&CM (Traditional and Complementary medi-cine) e che rappresenta un pieno riconoscimento di tuttele medicine ed indica una strategia per creare una coper-tura sanitaria universale per i pazienti, nella quale le me-dicine tradizionali e complementari vengano incluse eregolamentate all’interno di criteri di sicurezza ed inte-grità. Con questo termine si distinguono le pratiche tra-dizionali da altre come omeopatia o osteopatia, che ditradizionale non hanno nulla, ma allo stesso tempo simette una & a significare che esiste qualcosa che uniscequeste medicine: “La cura della persona nella sua inte-rezza” (OMS), riprendendo così con una terminologiadifferente il significato della Person Centred Medicine dicui ho scritto prima e che rimane il vero minimo comundenominatore di tutte le T&CM.È chiaro quindi che i termini sopraelencati possono es-sere usati correttamente e adeguatamente solo se adottatinel contesto appropriato, ad esempio: ricerca, forma-zione, sociologia della salute, sociologia della medicinetradizionali e non convenzionali, politica sanitaria. Eccoperchè i vari termini non possono assolutamente essereusati in modo decontestualizzato o come equivalenti, inquanto contesto-specifici.Come si possa arrivare alla Nuova Medicina che integrile conoscenze della medicina ufficiale con le T&CM, inquali setting terapeutici ed istituzionali e quali forme siriuscirà a dare la medicina integrata sono i fattori fon-damentali che potranno determinare il successo o menodella integrazione. Il riconoscimento a livello istituzio-nale di pari dignità delle T&CM e conseguentemente dipotere, la formazione in un contesto ufficiale universita-rio effettuata da veri conoscitori della materia, che at-tualmente sono esclusi dall’accademia, sono gli snodi dipassaggio che determineranno le forme di attuazione delprocesso di integrazione ed inclusione.Si possono considerare nell’attuale contesto due livelli diintegrazione:< un livello istituzionale, nel quale medici con forma-

zione ortodossa dialoghino e collaborino con espertidi medicine;

< uno personale, dove il soggetto che viene formatocome medico nella facoltà di medicina dovrà posse-dere le conoscenze delle basi delle T&CM più diffuse.

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In un setting di reparto come la maggior parte di quellipresenti nei nostri ospedali il medico assume un ruolopaternalistico e si tende a passivizzare il ruolo del paziente(questa parola è indicativa della funzione che è richiestaa chi è oggetto della terapia) all’interno di un contestodi cura nel quale il rischio che il rapporto tra MC e me-dicina ortodossa sia una applicazione, come ha scrittoHollenberg, della “teoria della chiusura” di Karl EmilMaximilian Weber, che si riferisce al modo con il qualecerti gruppi sociali raggiungono e mantengono situa-zioni di privilegio nella società.11 “Tale teoria definisce ilprocesso di subordinazione che si verifica quando ungruppo di professionisti monopolizza i vantaggi chiu-dendo tale opportunità a un altro gruppo che è ritenutoinferiore. Le strategie con le quali avviene tale processopossono essere l’esclusione, l’inclusione e la demarca-zione. La medicina ortodossa per un lungo periodo hacercato di escludere la medicina complementare dallecure ufficiali nel mentre le medicine complementarihanno cercato per contro l’inclusione nelle zone di po-tere della medicina.La teoria della chiusura in effetti definisce perfettamentele relazioni che possono definire le contrapposizioni frale due figure professionali nei presidi ospedalieri dove sipraticano terapie integrative, che sono un’offerta sanita-ria che anche oggi rappresenta piuttosto marginalmenteil fenomeno della medicina integrata. I medici ortodossi,utilizzando strategie di esclusione, mantengono la lorofigura di riferimento e di coordinamento dell’approccioterapeutico esaltando la cultura degli specialisti”.12 Se vo-gliamo integrare medicine che hanno basi epistemologi-che diverse, la medicina ufficiale dovrà rimettersi indiscussione con la conseguente perdita di posizioni dipotere consolidate e questo processo riguarderà anche leMC che dovranno rivedere alcuni assunti al loro interno.Un contesto diverso da quello di un reparto, come quellodi un centro di riabilitazione nel quale gli utenti nonsono più solo pazienti ma vengono necessariamentecoinvolti dai fisioterapisti in un processo di autoguari-gione i medici hanno già una mentalità da cui l’atteggia-mento paternalistico è scomparso. Il setting appenadescrito è sicuramente più adatto ad un processo di col-laborazione tra la medicina ufficiale e le CAM.Partendo da queste premesse appare chiaro come “la me-dicina integrativa o integrata, che dir si voglia, è una fasedi passaggio, ma la sfida è un’altra, ovvero la capacità cheavrà il pensiero della medicina di cambiare, anche pro-fondamente, dando origine ad una nuova medicinacome risultante di uno scambio di paradigmi, di una fu-sione e ampliamento dei concetti portanti l’insieme delleconoscenze applicate alla complessità del tema della sa-lute e del benessere psicofisico e ambientale di ciascunindividuo. E se la rivoluzione dovrà essere questa, non sideve avere fretta.”12

ConclusioniRitengo che il successo dei tentativi di collaborazione edintegrazione dipenderà molto dalla forma mentis deglioperatori sanitari e quindi il punto 2 prima elencato saràla fonte di approvvigionamento della Medicina Inte-

grata. Affinché un vero processo di integrazione abbiainizio i medici coinvolti in un progetto di MI dovreb-bero essere edotti almeno delle basi teoriche delle CAM,ed i medici che aderiscono all’apparato teorico di unamedicina alternativa non possono ostracizzare la medi-cina ufficiale. In molte facoltà degli USA ormai sono pre-visti corsi obbligatori di insegnamento delle T&CM,sarebbe auspicabile che anche l’accademia italiana si in-tegrasse di più con la società per non considerare un ago-puntore come uno stregone proveniente da un altropianeta, ma arricchire il proprio bagaglio culturale, senzarinnegare le proprie prerogative di medici internisti dellamedicina ufficiale. Se è vero che la storia si ripete (la ri-voluzione antibiotica e quella psicoanalitica e psichiatricanascono in contrapposizione all’establishment per poiesserne inglobate), è anche vero che historia magistravitae e sarebbe bello vedere una medicina integrata cheentra nell’accademia e nella medicina toutcourt, senzaeccessivi conflitti. g

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“Siamo quello che mangiamo” asseriva nell’Ot-tocento il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach.Ovviamente il cibo è la principale fonte di vita

per l'essere vivente, ma a formare l'essere umano sonosoprattutto i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi sen-timenti. La semplice deduzione teorica in cui l'uomoviene visto come unità psicofisica inscindibile è stata fi-nalmente convalidata dalla PsicoNeuro-Endocrino-Im-munologia, con la quale si è arrivati a scoprire i mec-canismi attraverso i quali il corpo (psico/soma) pensa,dialoga, reagisce ed interagisce con se stesso e con l'am-biente circostante. Parlando dell'uomo non possiamoche includere la sua personalità, la quale è formata daltemperamento, che è dato dall'influsso che l'ambienteha avuto sulla psiche, più il carattere, cioè l'iniziativa cheil soggetto adotta come risposta neurormonale. È questoaspetto che bisogna analizzare ed includere nella letturacostituzionale del soggetto, perché, escludendo questainterpretazione si rischia di non riuscire a capire chi è lapersona che è dietro il malato.

PNEI: Pensieri, Nozioni, Emozioni,Interconnessioni Ciò che forma il pensiero è il vissuto di ogni persona eper fare ciò il cervello usa frequenze diverse, che varianodalle basse delle onde delta 0.5-4 Hz fino alle alte delleonde gamma 35-45 Hz. Le nozioni apprese nei primis-simi anni di vita influenzano il modo di percepire la re-altà e con esse si impara a conoscere e riconosceresituazioni, oggetti, persone ed ambiente esterno e con-tribuiscono anche a formare il temperamento che sfoceràin un carattere. Le emozioni, che secondo l'oncologoChristian Boukaram (2012) sono “energia pura che cimotiva”, sono invece segnali specializzati che traduconoil sentire fisiologico dell'organismo trasportando un mes-saggio chimico all'interno di esso. Le interconnessioni,infine, mettono in relazione tutto ciò che accade dentroe fuori dal nostro corpo; esse sono attuate dal SistemaNervoso, che raccoglie e integra le informazioni ricevute,le elabora e coordina la risposta più adeguata. Il cervelloè l'apparato fisico attraverso il quale la mente viene pro-dotta, ma è anche la sede della psiche, una dimensionedella mente in cui regna l'inconscio. Da 0 a 2 anni il cer-vello opera per lo più a bassi livelli di frequenza attra-verso le onde delta, importantissime per tutte le attivitàinconsce; mentre dai 2 ai 6 inizia a lavorare con fre-quenze eta (4-7 Hz), le onde del sonno REM usateanche dagli psicoterapeuti per programmare o suggestio-nare. Queste due basse frequenze permettono di scaricare

dati provenienti dal mondo esterno e di apprendere imeccanismi comportamentali e sociali; questo fenomenoavviato già nella pancia della mamma avviene nella me-moria subconscia. Dai 6 ai 12 anni vengono attivate pre-valentemente le onde alfa (8-13 Hz), con le quali si èmeno esposti a programmazione da parte del mondoesterno; dopo i 12 anni nel cervello iniziano ad esserepresenti lunghi periodi di onde beta (14-30 Hz), le ondedella concentrazione e della mente attenta. Le ondegamma, frequenze atte ad intervenire in stati prolungatidi prestazioni elevate, vengono attivate ogni qualvoltaesiste una situazione di particolare tensione (Rittà,2010).Secondo il neuroscienziato Paul MacLean (Anepeta,2011), il cervello umano è suddiviso in tre sistemi prin-cipali sviluppatisi nel corso dell'evoluzione: il cervellorettiliano, che corrisponde al tronco encefalico; il cer-vello mammifero, corrispondente al sistema limbico; ela mente o ragione, abbinata alla neocorteccia. Il retti-liano è la sede degli istinti primari e delle funzioni cor-poree autonome, si occupa della difesa del territorio,della risposta attacco-fuga, dei comportamenti non ver-bali, della sessualità e della riproduzione.Il mammifero è la dimora delle emozioni e deputato allacomunicazione, agli affetti, alla cooperazione e alla col-laborazione. La neocorteccia è il luogo del linguaggio,della mente e del pensiero, e racchiude tutte le informa-zioni cognitive e razionali. Il cervello rettile, come il lim-bico, fa parte del subconscio, dove sono statememorizzate le informazioni seguendo sia gli istinti chele emozioni del momento durante il periodo infantile.Secondo lo psichiatra William Gray e il dottore in fisicae in scienze dei sistemi Paul La Violette, il centro fun-zionale di tutto il sistema nervoso sarebbe il cervellomammifero, cioè il cervello delle emozioni e non, comesostengono la maggior parte dei neurofisiologi, la neo-corteccia. Gray lo definisce il SÉ soggettivo, cioè la co-scienza individuale che, seppure inconscia, influenzatutti i comportamenti dell'essere umano indirizzati al-l'autoconservazione (Montecucco, 2010).Secondo il neuroscienziato Antonio Damasio (1995) laragione è guidata dall'emozione ed è il prodotto dell'evo-luzione finalizzato a soddisfare le necessità psico-fisiche;per fare ciò dispone di strutture neurali che elaboranorisposte affettivo-emotive emerse dalle esperienze depo-sitate nella memoria.Alcuni studi (Anepeta 2011) hanno evidenziato che esi-ste una via nervosa diretta tra il talamo e l’amigdala; que-st'ultima risponde in modo emotivo agli stimoli e alle

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La Medicina Complementaretra Personalità e PNEIdaniela SalvucciVicepresidente Apo Italia, Associazione Pazienti OmeopaticiE-mail: [email protected]

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situazioni prima che la corteccia interpreti la circostanzae poi, attraverso l’ipotalamo, stimola l’ipofisi a produrregli ormoni necessari alla risposta richiesta. Questo mec-canismo insito nella mente è nato per facilitare una ri-sposta rapida e generale dell'organismo, in quanto unarisposta più “ragionata” costringerebbe l'essere umano asoffermarsi di volta in volta su ogni nuovo stimolo chesi presenta (Bruni 2012). Il marcatore somatico è un ter-mine coniato da Damasio per descrivere un meccanismoautomatico che facilita il compito di selezionare opzionivantaggiose dal punto di vista biologico; è una tracciache richiama un’ emozione negativa o positiva impres-sionata nel SNC in età infantile. Una notizia pubblicatail 30 dicembre 2013 sulla rivista Proceedings of e Na-tional Academy of Sciences dichiara che è stata disegnatala mappa delle emozioni.Lo studio, oltre a dimostrare che esiste un legame stret-tissimo tra corpo e mente, ha indicato che ogni emo-zione è associata a sensazioni che interessano areespecifiche del corpo (Le Scienze, 2014).

La menteGary Marcus (2008) esordisce all'inizio del libro La na-scita della mente con una frase di Pinker che recita: “Lamente è quello che fa il cervello”; lo stesso Freud non hamai negato che la mente sia una funzione del cervello,ma ha affermato anche che essa ha una sua coscienza chenon può essere controllata, e nella teoria dell'inconscioasserisce che i processi mentali di cui gli uomini sono co-scienti sono solo una piccolissima parte dell'attività men-tale. Sia il preconscio che l'inconscio non riescono adistinguere ciò che arriva dall'esterno con ciò che pro-viene dall'interno, percepiscono la cosa come se fossepresente e reale e rispondono allo stimolo con degli au-tomatismi (Cataldo 2010).Quando l’emozione ci fa essere ciò che siamoL'emozione viene veicolata nel corpo da sostanze chimi-che, ormoni, neurotrasmettitori e citochine, attraversoil grande sistema PNEI (Bottaccioli, 2011). Ciò che creaun impulso che si traduce poi in un’emozione è princi-palmente il pericolo: i meccanismi che sono alla base delcervello rettile rispondono con l'attacco o la fuga, mentrequelli del mammifero reagiscono al piacevole o spiace-vole e la neocorteccia al conveniente o non conveniente.La risposta può essere attiva (attacco o fuga) o passiva(congelamento o resistenza). Collegando i tre cervelli ret-tile, mammifero e neocorteccia ed il loro relativo fun-zionamento possiamo formare tre temperamenti conrispettivi caratteri.

FISICO ISTINTIVO, CERVELLO RETTILE

< attivo - Forte, dinamico, intraprendente. Caratterereattivo, aggressivo, duro, ribelle. Bassa serotonina:aggressivo; alta serotonina: dominante. Adrenalina,noradrenalina, testosterone.

< passivo - Pacifico, tollerante, obbediente. Carattereinibito, pauroso, rassegnato, ansioso. Serotonina,Cortisolo, bassa Noradrenalina.

EMOZIONALE AFFETTIVO, CERVELLO MAMMIFERO

< attivo - Sicuro, simpatico, dinamico, carismatico.Carattere manipolatore, presuntuoso, iroso, narcisi-sta. Dopamina, vasopressina.

< passivo - Amorevole, protettivo, accogliente. Carat-tere dipendente, insicuro, triste. Ossitocina, seroto-nina, bassa noradrenalina, cortisolo.

NERVOSO PSICHICO, NEOCORTECCIA

< attivo - Autonomo, discriminante, determinato. Ca-rattere rigido, calcolatore, controllante, giudice. No-radrenalina, tirosina, ACTH.

< passivo - Fantasioso, intuitivo, accettante, aperto. Ca-rattere estraniato, confuso, assente, credulone, idea-lista. Serotonina, melatonina, endorfina.

Ogni vissuto psichico traccia un marcatore somatico e isentimenti fanno parte dell'etichetta posta sulle varie op-zioni di risposta. Damasio sostiene che le emozioni ac-cadono nel corpo, mentre i sentimenti nel corpo e nellamente; la paura è un emozione, l'angoscia e l'ansia sonodei sentimenti. La sensazione che si avverte in un senti-mento è difficile da descrivere: le entità che solitamentedistinguiamo come corpo e mente si sono armoniosa-mente fuse. Il sentimento è quella rappresentazionementale del corpo che sta operando in modo particolare,dove il sentire è sia dei sensi che del pensiero; possiamorappresentarlo così: oggetto/evento → emozione prima-ria → marcatore somatico → stato corporeo ↔ mente↔ sentimento.

La Mente mente: come si crea la patologiaCiò che rende la mente mentitrice è la sua incapacità diessere sempre cosciente. Mentre viviamo il cervello lim-bico (emozionale) filtra ogni evento in base ai dati inse-riti in memoria; se l'informazione è in risonanza conun’emozione già registrata reagirà immediatamente, ciòperò non vuol dire che sia la risposta esatta per questasituazione, ma è piuttosto la risposta (marcatore soma-tico) che viene attivata dal “ricordo” di quell'emozioneprovata. Ogni azione nasce dall'emozione, la quale attivauna risposta fisiologica neuroendocrina che stimola o ini-bisce un sistema funzionale di sopravvivenza; il malatoè colui che cerca di sopravvivere al disagio attivando (in-consciamente) l'asse dello stress che, in base al suo tem-peramento (fisico istintivo, emozionale affettivo, nervosopsichico) metterà in atto una risposta psico-fisica. Nel-l'attacco o fuga si ha sempre una risoluzione immediata,mentre sarà nel congelamento o nella resistenza che sirealizzerà la patologia. Christian Boukaram (2012), on-cologo e professore universitario di neurologia a Mon-treal, indaga da anni sul legame che c'è tra il cancro e ilvissuto psichico ed emotivo della persona, ed afferma chele nostre emozioni possono influire in modi diversi sulcorpo: la paura, per esempio, attua una risposta somaticadove l'adrenalina è uno dei neurormoni che consegna larichiesta di aiuto a tutte le cellule; se questo stato di al-larme non cessa essa fa sì che proprio questo neurormonesia tra i “sostenitori” delle cellule cancerogene.

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Ricerche scientifiche hanno evidenziato che durante iprimi minuti (circa trenta) successivi alla comparsa dellostressor, il SI non viene soppresso in modo uniforme, maaddirittura si potenzia in alcuni aspetti; questo avvieneper tutti i tipi di immunità, ma in particolare per quellainnata, provocando una prima fase di attivazione immu-nitaria, ma quando lo stressor si protrae a lungo (un'oracirca) viene provocata l'azione contraria, l'immunosop-pressione. Quindi all'inizio della risposta allo stress (fasedi allarme) il SI viene attivato; successivamente (fase diresistenza) viene soppresso, pertanto se la risposta nonviene riportata nella linea di base e rimane nella fase diallarme (congelamento) l'organismo può essere espostoa malattia autoimmuni, mentre se la fase di resistenza siprotrae all'infinito avremo immunodeficienza (Sapolsky2006).

Il pathos, il Sé, l’Io Secondo il pensiero greco pathos, letteralmente "soffrire oemozionarsi", è una delle due forze che regolano l'animoumano e si oppone al logos, che è la parte razionale e cor-risponde al tratto irrazionale dell'animo. Il termine pato-logia deriva dal greco pathos e logia; vediamo ora comeuna paura (emozione primaria) si traduce in un senti-mento che può sfociare in una patologia. Poniamo peresempio che la paura più grande per una persona, a livelloinconscio, è quella di rimanere senza sostentamento esenza casa; paura registrata in età infantile dovuta alla diffi-coltà e ai sacrifici da parte dei genitori. Questo individuoora adulto con un lavoro a tempo indeterminato, unabuona posizione sociale, una famiglia ed una casa di suaproprietà, in realtà non ha nulla di cui preoccuparsi; lavita però lo mette ogni giorno a confronto con la suapaura inconscia: notizie sul giornale di persone che hannoperso il lavoro, il vicino che ha avuto lo sfratto per il man-cato pagamento dell'affitto, un mendicante che chiedel'elemosina; tutto può ricondurlo a quella paura inconsa-pevole. Ciò che alla nostra razionalità sfugge è che il cer-vello rettile, sotto questo stimolo inconscio (paura/pericolo) che traduce come ricerca di cibo e protezioneper la famiglia nell'animale, attiva l'ipotalamo, che a suavolta innesca tutta una risposta neurormonale pronta asoddisfare il pericolo incombente (l'inconscio non ha népassato né futuro, ma risponde solo al presente). A questopunto nel corpo si crea un distress, che può essere descrittocome una sensazione di malumore, un'insoddisfazione,un’inquietudine, un turbamento, un’agitazione o una pre-occupazione; un sentimento che consciamente non ricon-duce alla paura inconscia. Questa condizione può farnascere un’ipertensione, un ipertiroidismo, un’immuno-soppressione, un’iperglicemia, una tachicardia etc.; neltempo questa situazione si può trasformare in vere e pro-prie patologie. Il SÉ è la sfera psico-somatica in cui l'essereumano si esprime e dove l'intero sistema PNEI è fluido efunzionale, dove tutto è in perfetta simbiosi e volto allapreservazione, alla custodia, alla tutela ma anche al piaceree alla ricerca della felicità dell'essere. Quando le specifichefunzioni PNEI vengono condizionate, inibite o eccessiva-mente stimolate a causa di un sentimento si crea uno squi-librio psico-fisico. Il SÉ allora perde la sua funzione di“governatore” saggio del sistema e viene sostituito con

degli “IO”, dei caratteri finalizzati a reagire agli stimoliambientali con determinate modalità. In questa trasfor-mazione la persona diventa sempre più disfunzionale ri-spetto alle necessità reali e si crea una dualità tra il vero SÉe l' IO alterato: l'essere umano è letteralmente “fuori diSÉ” e cade nella patologia. Questi IO possono apportareaddirittura modifiche epigenetiche indotte dalla chimicadella mente condizionata; la ricerca nel campo epigeneticoha evidenziato che l'espressione dei geni è influenzata dastimoli ambientali quali lo stress, le emozioni e l'alimen-tazione (Bottaccioli 2013). Il dottor Michel Moirot, perprovare l'origine psicosomatica del cancro, ha eseguito ri-cerche su 4000 malati in diverse regioni d’Europa e ne hadedotto che il cancro esprime l'autodistruzione di un sog-getto somatizzata in un organo bersaglio capace di incar-nare questo processo di distruzione (Boukaram 2012).

La Medicina Complementare e la mente:risorse uniche verso la saluteFare prevenzione è lo slogan ormai in uso da tempo; ilmondo convenzionale risolve indagando con un check-up lo stato clinico della persona, ma ciò vuol dire solovedere se esiste o meno una patologia in corso. L'attualeconcezione medica, con la sua visione meccanicistica,crede che la patologia sia un puro evento casuale, pro-vocato esclusivamente da cause batteriche, ambientali,traumatiche, alimentari, genetiche o metaboliche, la-sciando la persona fuori dal contesto. La medina omeo-patica, la Medicina Tradizionale Cinese, la riflessologia,la floriterapia di Bach, hanno in comune una concezioneglobale e olistica dell'essere umano, considerato comeun'unità indivisibile di componenti somatiche, mentalie spirituali; la presa del caso, in queste discipline, nonguarda solo al disturbo insorto ma lo inserisce in un con-testo che riguarda tutto l'essere; l'analisi costituzionale,il terreno e le diatesi sono i mezzi attraverso cui il tera-peuta attua la lettura del soggetto. Includere la mentecome parte fondamentale e attiva nel loro interno è lasostanziale differenza che può contraddistinguere la MCda quella Accademica: il terapeuta che desidera difenderela salute deve, come prima cosa, tener conto della per-sonalità e del temperamento del soggetto, perché sonoquesti aspetti che vanno ad indicare la risposta di adat-tamento che l'individuo adotta in un eventuale squili-brio. Questo vuol dire fare prevenzione! I rimedi omeo-patici hanno una peculiarità energetica sperimentata sul“vissuto” della persona, per questo nella Materia MedicaOmeopatica oltre ai sintomi fisici si riportano anchequelli mentali. Consultando le Materie Mediche di Van-nier e Poirier (2012), Bailey (2006), Kent (1994-97),Boericke (1998) e Mantice (2009) ho inserito alcuni ri-medi omeopatici nello schema del temperamento sce-gliendoli in base alle caratteristiche psicologiche ecomportamentali di ognuno.

TEMPERAMENTO FISICO ISTINTIVO

< attivo: forte, dinamico, intraprendente. Carattere re-attivo, aggressivo, duro, ribelle: Agaricus muscarius;Anacardium orientale; Apis mellifica; Belladonna;Cantharis; Coffea cruda; Ferrum metallicum; Fluori-

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cum acidum; Hepar sulphur; Hyosciamus niger; La-chesis mutus; Stramonium; Veratrum album; Zincummetallicum.

< passivo: pacifico, rilassato, tollerante, obbediente.Carattere inibito, pauroso, ansioso, rassegnato: Aco-nitum napellus; Alumina; Ammonium carbonicum;Antimonium crudum; Argentum nitricum; Berberisvulgaris; Bryonia alba; Calcarea carbonica; Cuprummetallicum; Elaps corallinus; Gelsemium sempervi-rens; Graphites; Ipeca; Lac caninum; Lac felinum; Ly-copodium clavatum; Naja; Pulsatilla; Syphilinum.

TEMPERAMENTO EMOZIONALE AFFETTIVO

< attivo - Sicuro, simpatico, dinamico, carismatico.Carattere manipolatore, presuntuoso, iroso, narcisi-sta: Arsenicum Album; Belladonna; Causticum; Coc-culus; Crotalus horridus; Drosera; Dulcamarasolanum; Ferrum metallicum; Formica rufa; Heparsulphur; Kalium bichromicum; Lycopodium clava-tum; Medorrhinum; Nux vomica; Palladium; Platina;Staphysagria; Tarentula hispanica; uja occidentalis;Veratrum album; Sulphur.

< passivo - Amorevole, buono, protettivo, accogliente.Carattere dipendente, insicuro, triste: Aconitum na-pellus; Aethusa cynapium; Ambra grisea; Arnicamontana; Baryta carbonica; Calcarea phosphorica;Carbo vegetabilis; Conium maculatum; Gelsemiumsempervirens; Graphites; Ignatia amara; Lycopodiumclavatum; Mercurius solubilis; Natrum arsenicatum;Natrum muriaticum; Natrum silicatum; Phosphorus;Pulsatilla; Silicea;

TEMPERAMENTO NERVOSO PSICHICO

< attivo - Autonomo, discriminante, determinato, rea-lista. Carattere rigido, giudice, calcolatore, control-lante: Argentum nitricum; Arsenicum album; Aurummetallicum; Alfalfa; Calcarea carbonica; China; Cim-cifuga; Dulcamara; Fluoricum acidum; Guaiacum;Iodum; Kalium iodatum; Lachesis mutus; Mercuriussolubilis; Nitricum acidum; Natrum muriaticum;Nux vomica; Platina; Rhus toxicodendron; Sepia; Si-licea; Staphysagria; Tarentula hispanica; uja occi-dentalis.

< passivo - Fantasioso, intuitivo, accettante, aperto. Ca-rattere idealista, estraniato, confuso, credulone, as-sente: Aethusa cynapium; Alumina; AnacardiumOrientale; Arnica montana; Calcarea phosphorica;Cicuta virosa; Chincona officinalis; Elaps corallinus;Ignatia amara; Kalium silicatum; Phosphorus; Sele-nium; Sepia; Sulphur; Tubercolinum; Zincum pho-phoricum.

Se non si applica la disamina in cui anche la costituzioneviene influenzata continuamente dalla mente del sog-getto, se non si prende in considerazione il tempera-mento, il carattere e la personalità creatasi dalla rispostapsico-fisica dell'individuo in esame, il terapeuta potràdare un supporto esclusivamente sintomatico, alla paridella medicina accademica. g

BibliografiaBailey, P. M. (2006) Psicologia Omeopatica. Profili di

personalità dei maggiori rimedi omeopatici. Salus In-firmorum Edizioni, Padova.

Boericke, W. (1998) Materia medica Omeopatica. Ho-meopathic Book Publisher, Londra.

Boukaram, C. (2012) Il potere anticancro delle emo-zioni. URRA Edizioni, Trento.

Bottaccioli, F. (2011) Psiconeuro endocrino immunolo-gia. I fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata. RedEdizioni, Milano.

Bottaccioli, F. (2013) Epigenetica e Psiconeuro Endo-crino Immunologia. Le due facce della Rivoluzionein corso nelle scienze della vita. Saggio Scientifico eFilosofico, Edra Edizioni, Milano.

Damasio, A. R. (1995) L'errore di Cartesio. Emozione,ragione e cervello umano. Adelphi Edizioni, Milano.

Kent, J. T. (1994) Materia Medica dei nuovi rimedi. Le-zioni avanzate di Omeopatia. Red Edizioni, Como.

Kent, J. T. (1997) Materia Medica. Lezioni Classiche sui179 rimedi essenziali dell'omeopatia. Red Edizioni,Como.

Mantice, A. (2009) Vademecum di Omeopatia. Ma-nuale operativo di terapia omeopatica. Enea Edi-zioni, Milano.

Marcus, G. (2008) La nascita della mente. Codice Edi-zioni, Torino.

Montecucco, N. F. (2010) Psicosomatica olistica. Medi-terranee Edizioni, Roma.

Sapolsky, R.M. (2006) Perché alle zebre non viene l'ul-cera? LIT Edizioni, Milano.

SitografiaAnepeta, L. Evoluzione del cervello e comportamento

umano, 2011. http://www.nilalienum.it/Sezioni/Bi-bliografia/Neuroscienze/MacLean/Index.html (con-sultato il 20.09.2014).

Bruni, D. Come i ricordi influenzano le emozioni, 2012.http://www.stateofmind.it/2012/06/emozioni-ricordi/

(consultato il 01.02.2014).Cataldo, G. I labirinti della mente, 2010. http://www.ac-

cademiavenezia.it/upload/docs/docenti/file/179/12_LABIRINTI_DELLA_MENTE.pdf (consultato il23.3.2014).

Le scienze, Una mappa delle sensazioni fisiche associataalle emozioni, 2014. http://www.lescienze.it/news/2014/01/02/news/mappa_corporea_emozioni_per-cezione-1945453/ (consultato il 15.03.2014).

Rittà, E. Le onde cerebrali, 2010. http://mente-attiva.blogspot.it/ (consultato il 12.01.2014).

Vannier, L., Poirier, J. Compendio della Materia MedicaOmeopatica, 2012. http://www.sponzilli.it/Mate-ria%20Medica%20VANNIER.pdf (consultato il04.02.2012).

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Le Complementary and Alternative Medicines(CAM) comprendono un ampio ed eterogeneonumero di medicine e pratiche che non fanno

parte della tradizione del Paese considerato e che nonsono integrate nel Sistema Sanitario dominante; in al-cuni Paesi le CAM sono divenute sinonimo di MedicineTradizionali (TM).Lo statunitense National Center for Complementaryand Alternative Medicines (NCCAM) le classifica in 5categorie:< medicina alternativa di tipo olistico: omeopatia, na-

turopatia, medicina tradizionale cinese (MTC), ayur-veda;

< medicina mente-corpo: meditazione, preghiera, gua-rigione mentale, gruppi di supporto, terapia conl’arte, la musica e la danza;

< terapia su base biologica: fitoterapici, integratori ali-mentari, vitamine;

< pratiche di manipolazione: spinale, chiropratica,osteopatia e massaggio;

< terapie energetiche: Qi Gong, reiki, tocco terapeutico,terapia elettromagnetica.

Nel contesto italiano viene spesso utilizzato il termineMedicine non convenzionali (MNC)1 come nel Docu-mento di Terni del 2002 redatto dalla FNOMCeO chesancisce le Linee Guida per le MNC riconosciute in Ita-lia: agopuntura, MTC, medicina ayurvedica, omeopatia,antroposofia, chiropratica, fitoterapia, omotossicologiaed osteopatia. Dagli anni ’90 l’utilizzo delle CAM ha ini-ziato ad aumentare in molti Paesi sviluppati ed in via disviluppo acquisendo un’importanza medica, economicae sociologica. La stessa OMS in questi ultimi anni si èposta come obiettivo di promulgare la normativa e sup-portare i programmi nazionali cosicché gli Stati membripossano sviluppare le proprie CAM ed integrarle nei loroSistemi Sanitari Nazionali, assicurarne sicurezza, efficaciaed appropriatezza d’uso, nonché incrementarne l’accessotra gli Stati membri, la comunità scientifica e quella pub-blica. Le CAM si possono relazionare con il Sistema Sa-nitario ufficiale secondo modelli di Medicina Integrataod Integrativa; nel modello integrativo di assistenza sa-nitaria (Integrative Health Care - IHC) si trova una sem-plice coesistenza tra biomedicina occidentale e CAM incui ogni figura professionale interviene autonomamentenella cura del paziente; a sua volta il processo di integra-zione si può estrinsecare in due modi. In USA, in Ca-nada ed in alcune strutture europee, i servizi di CAMvengono erogati all’interno di strutture sanitarie pubbli-

che della medicina ortodossa con una coabitazione piut-tosto che con un approccio interdisciplinare al percorsodi cura. In Oriente solo i servizi della medicina comple-mentare sono riconosciuti dai governi sanitari nazionali.In Cina la MTC è molto radicata, mentre la medicinaoccidentale è disponibile, erogata in strutture sanitariedistinte ed insegnata in università a sé stanti. In India lemedicine del comparto tradizionale (ISM, Indian Sy-stem Medicines: ayurveda, yoga, Unani, Sidda, omeo-patia) hanno cliniche separate anche se esiste un percorsouniversitario parallelo per la biomedicina occidentale;non è comunque necessaria la formazione in biomedi-cina per esercitare la professione di medico tradizionale.Nel modello Integrato CAM e Medicina ortodossa sonocoese in modo sinergico ed armonioso in un processo discambio culturale dinamico ed hanno un approccio in-terdisciplinare al percorso terapeutico del paziente, intesocome persona nella sua totalità, nelle sua dimensionebio-psico-sociale e spirituale. Il team di assistenza mul-tiprofessionale pone il paziente al centro della cura, locoinvolge e lo responsabilizza riguardo al proprio per-corso. E’ dunque la Medicina Integrata il modello piùauspicabile e da perseguire in ogni intervento di cura diogni paziente, a prescindere dalla fascia d’età.

Epidemiologia del bisognodi oncologia integrata Oggi si stima che almeno il 45% dei malati oncologici efinanche l’85% utilizzi una o più CAM2. In data 21maggio 2013 sulle 228 strutture sanitarie europee ed ita-liane contattate avevano risposto 44 (19,2%), 29 dal-l’Italia e 15 europee di cui il 70,4% praticava oncologiaintegrata. Di queste il 45,8% offre ai pazienti prestazionidi omeopatie e agopuntura, il 33,3% di fitoterapia ed il29,1% altre tecniche di MTC. I centri che hanno rispo-sto seguono ogni anno una media di 289 pazienti3.

Medicinali omeopatici utilizzabiliin oncologiaDisturbi ansiosi all’annuncio della malattiaIgnatia amara (Strychnos ignatii) - Il medicinale vieneprescritto in tutte le circostanze di forte sollecitazionedel sistema neurovegetativo come i postumi di shock af-fettivi ed emozionali quali paura e panico (v. Gelse-mium), dispiaceri e lutti, delusioni amorose, incidenti,vessazioni (v. Staphysagria), contrarietà mal sopportate.Ignatia si presta per soggetti ipersensibili con stati de-pressivi reattivi di origine emozionale accompagnati da

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Oncologia integrataQuali medicinali omeopatici?miriam FalcianiFarmacista esperta in omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

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turbe funzionali spastiche, isteriformi, mutevoli, para-dossali e contraddittorie; manifestazioni caratteristichesono bolo isterico, sensazione di oppressione respiratoria,lipotimia, tachicardia alla minima sollecitazione, sospirifrequenti e profondi, teatralità. E’ il medicinale delle per-sone straziate e dilaniate, che piangono facilmente e sichiudono in se stesse per rimuginare sui propri pensierie pene, che peggiorano con la consolazione e miglioranocon la distrazione. Ignatia 30CH una dose il prima pos-sibile, poi 9CH, 5 granuli 2 volte/die o più; alternarecon Aconitum.aconitum napellus - Aconitum è indicato nelle sin-dromi reattive improvvise e violente conseguenti a bru-schi cambiamenti di temperatura e paure improvvise congrave senso di angoscia, agitazione e paura di morte im-minente con manifestazioni cardiovascolari (crisi iper-tensive, tachicardia parossistica, crisi di angor), pellearrossata, bruciante e secca. Aconitum 30CH una dosenelle crisi di panico agitato e paura stenica; granuli5+5+5 in mezz’ora.

Stress e ansia legati a indagini diagnostiche o ai cicli di trat-tamento di chemio o radioterapiagelsemium sempervirens - Si presta nei postumi dishock affettivi o emotivi intensi quali panico, tremore,ansia per il futuro con paralisi motoria (a causa di perditadelle forze), psichica ed intellettuale (obnubilamento,turbe della memoria) accompagnata da turbe funzionaliquali diarrea e pollachiuria. Gelsemium 30CH una dosealla sera della vigilia e una dose un’ora prima dell’esame;Gelsemium 30CH e Ignatia 30CH, 3 granuli di ognunoda alternare anche ogni 15 minuti al momento dellacomparsa dei sintomi.

Interventi chirurgiciphosphorus (Fosforo bianco) - Oltre ad essere un me-dicinale costituzionale collegato al modo reattivo psoro-tubercolinico, la sua prescrizione si basa soprattutto suisegni della similitudine anatomopatologica. Infatti Pho-sphorus risulta agire su: sangue (fenomeni emorragici),parenchimi epatico, polmonare, renale e sul cuore pro-vocandovi lesioni caratterizzate progressivamente da staticongestizi, emorragie, quindi degenerazione grassa; sulsistema nervoso provoca uno stato di eccitazione motoriae psichica cui segue uno stato depressivo fino a turbe mi-dollari con paraplegia. Nella prevenzione delle emorragiechirurgiche una dose di Phosphorus 30CH alla vigiliadell’intervento oppure 15CH, 5 granuli ogni mattina alrisveglio per tutta la settimana precedente l’intervento.arnica montana - E’ un grande rimedio per ogni tipodi trauma generale o locale contusivo (specialmente deitessuti molli) e per ogni tipo di affaticamento muscolarecon indolenzimento e dolore. E’ dunque indicata pertutti i casi di shock, incidenti e cadute, nelle cure pre epostoperatorie, nelle emorragie di lieve o media intensitàin virtù dell’ azione di protezione vascolare di Arnica (ca-pillari e vene). Prima dell’intervento Arnica 9 o 15CH,3 granuli 1 volta/die, Arnica 30CH post-intervento 3granuli 5 volte/die.

Hypericum perforatum - Ha un’azione elettiva nei po-stumi di traumi delle terminazioni nervose e del sistemanervoso, sia centrale che periferico (Arnica dei nervi). E’dunque indicato nei traumi di terminazioni nervose. Perla riduzione del dolore dopo l’intervento Hypericum 30CH, 3 granuli ogni due ore il primo giorno, poi 3volte/die per 7 giorni o seguendo il ritmo del dolore.Staphysagria (Delphinium staphysagria) - I sintomi pa-togenetici hanno una predominanza sulle mucose geni-tourinarie, digestive e sulla cute, su alcuni sintomigenerali e comportamentali. Staphysagria è indicata nelleferite da taglio e nelle incisioni chirurgiche nonché nellemanifestazioni psichiche e psicosomatiche dovute a ves-sazioni, umiliazioni, ingiustizie, dispiaceri nascosti, in-dignazione repressa e collera contenuta. Staphysagria9CH una dose il quarto giorno per accelerare il processodi guarigione delle ferite chirurgiche e migliorare la ci-catrizzazione; ad alta diluizione per gli aspetti della rab-bia contro tutto e tutti e della frustrazione del corpo chesi è rivoltato contro se stesso (cancro). Utile anche perl'eventuale trauma da cateterismo.Bellis perennis - Ha un’azione antitraumatica e antiec-chimotica come Arnica ma è specifica per il seno. Bellisperennis 5 o 9 CH, 3 granuli 3 volte/die fino a guari-gione.

Disturbi collegati alla chemioterapianux vomica (Strychnos nux vomica) - E’ indicata nellesindromi digestive caratterizzate da disturbi di stomaco(tensione epigastrica), nausea che migliora con il vomito,sonnolenza postprandiale (dispepsia) che migliora anchedopo un breve riposo, lingua ricoperta da una patinabianco-giallastra nella parte posteriore. E’ inoltre di aiutonelle patologie provocate da tossici, tra i quali i chemio-terapici. Nux vomica 9CH, 3 granuli al bisogno, ripeti-bili anche ogni 10 minuti fino a miglioramento.Ipeca (Cephaelis ipecacuanha) - E’ indicata nelle nauseeincessanti e violente che non migliorano con il vomito,concomitanti a iperscialorrea e lingua pulita o poco pa-tinosa. Ipeca 9CH, 3 granuli al bisogno ripetibili ancheogni 10 minuti fino a miglioramento,tabacum (Nicotiana tabacum) - E’ indicato in nausea evomito che peggiorano con il minimo movimento e mi-gliorano all’aria aperta associati ad estrema debolezza eprostrazione, volto pallido e sudori freddi sulla cute,ipersalivazione. Tabacum 9CH, 3 granuli al bisogno ri-petibili anche ogni 10 minuti fino a miglioramento.

Associazioni fitoterapiche nei disturbi digestiviFicus carica - In MG alla 1DH in tutte le turbe dispep-tiche e manifestazioni psicosomatiche a livello gastroin-testinale.

TisaneZenzero - Aantiemetico, procinetico e antifermentativo;tisana da bere tiepida o congelare a cubetti; a scopo pre-ventivo somministrare 20 gtt in poca acqua 10 minprima dei pasti.

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melissa - Spasmolitica (v. muscolatura liscia gastrointe-stinale), sedativa e carminativa.menta - Spasmolitica, decongestionante e rinfrescante.camomilla - Spasmolitica e antinfiammatoria.Il fatto di preparare la tisana rende il paziente protago-nista del proprio percorso terapeutico e della cura di sé.

Diarreachina rubra (Cinchona pubescens succirubra) - E’ in-dicata nelle febbri prolungate e debilitanti, nelle conse-guenze di perdite abbondanti o ripetute di fluidi organicifisiologici (sudore) e patologici quali emorragie, diarreenon dolorose ma spossanti con dilatazione di tutto l’ad-dome e dolori addominali che non migliorano con erut-tazione ed emissione di gas intestinali (colite ftatulentaacuta). China 9CH, 3 granuli ogni mezz’ora in caso digonfiore di tutto l’addome e debolezza generale, diradarela somministrazione in base al miglioramento.arsenicum album (anidride arseniosa) - E’ indicatonelle gastroenteriti acute o tossinfezioni alimentari confeci fortemente brucianti con grande astenia generale inconcomitanza a forte ansia ed agitazione per la paura dimorire. Peggiora tra l’una e le tre del mattino e con ilfreddo, il calore migliora anche la sensazione di fortebruciore; teme la solitudine specialmente la notte. Arse-nicum album 30CH, 3 granuli 3-5 volte/die al ritmo deisintomi.

Sintomi pseudo-influenzalieupatorium perfoliatum - E’ indicato nelle sindromiinfluenzali caratterizzate da febbre con indolenzimentomuscolare e dolori ossei tipo frattura, dolore ai bulbioculari che divengono molto sensibili alla pressione esete intensa.rhus toxicodendron - Trova indicazione per sindromifebbrili adinamiche con prostrazione ed agitazione, nellarigidità articolare e nei dolori muscolari che miglioranocol movimento lento, cambiando posizione ed il caldo eche peggiorano con l’umidità.gelsemium sempervirens - E’ indicato nelle forme in-fluenzali caratterizzate da debolezza generale e sonno-lenza, febbre non troppo alta ad esordio progressivo edassenza di sete. Posologia - Alternare i tre medicinali alla9CH, 5 granuli ogni ora diminuendo la frequenza inbase al miglioramento.

MucositiKalium bichromicum (bicromato di potassio) - Ha at-tività elettiva su tutte le mucose, specialmente degli ap-parati digerente e respiratorio, su tessuto fibroso,periostio e sulla pelle. E’ indicato nell’ aftosi orale conulcerazioni profonde, dolorose, dai bordi regolari cometagliate a stampo.mercurius corrosivus (Bicloruro di mercurio) - E' in-dicato nelle lesioni infiammatorie, ulcerative ed emorra-giche (Mercurius solubilis ha invece tendenza allasuppurazione) che si estendono rapidamente e che

danno dolori intensi e brucianti quali gengiviti e stoma-titi. Kalium bichromicum 9 CH e Mercurius corrosivus7 CH, 3 granuli di ognuno 3-5 volte/die.Borax (tetraborato disodico) - E’ indicato nelle afte do-lorose spesso localizzate dietro il labbro inferiore o nellaparte interna delle guance. Borax 5CH, 3 granuli ogniora oppure far sciogliere una quindicina di granuli in 30cc di acqua minerale non gasata.

SciacquiBicarbonato di sodio mezzo cucchiaino in 250 ml a cuiaggiungere 15-50 gtt di Calendula TM.calendula officinalis - Per uso esterno ha effetti antin-fiammatori, antisettici e antibiotici, nonché azione anti-micotica, antivirale, antibiotica e antitumorale. Per usointerno ha azione analgesica, emostatica ed antisettica.50 gocce in mezzo bicchiere d'acqua da bere o per sciac-qui 1-3 volte al giorno.phytolacca (Phytolacca decandra) - E’ indicata nell’ in-fiammazione faringea e nella sensazione di indolenzi-mento generale che peggiora con il movimento.Phytolacca TM 30 gtt in mezzo bicchiere d’acqua tie-pida, anche in associazione con la stessa quantità di Ca-lendula TM.Liquirizia - Tisana per sciacqui o in cubetti congelati adazione emolliente, antinfiammatoria, rinfrescante e dis-setante.camomilla - Tisana per sciacqui o in cubetti congelatiad azione antinfiammatoria.altea - Tisana; i suoi polisaccaridi in ambiente acquosoformano dei gel fluidi (idrocolloidi) in grado di formareun film sottile, elastico e trasparente che protegge la mu-cosa da agenti esterni.mirra - Gommoresina antinfiammatoria e antimicro-bica; tintura per toccature locali.

Prevenzione delle radiodermitiapis mellifica - E’ indicata per ogni edema rosa accesoa comparsa improvvisa e violenta, dai dolori pungenti ebrucianti e che migliora con applicazioni fredde.Belladonna (Atropa belladonna) - E’ indicata in tutte leinfiammazioni caratterizzate da congestione locale carat-terizzata da tumor (edema), rubor (rosso vivo), dolor(iperestesia e dolore pulsante) e calor (calore radiante).Apis mellifica 15CH e Belladonna 9CH, 3-5 granuli diognuno prima e dopo ogni seduta di radioterapia o piùvolte/die.radium bromatum (bromuro di radio) - E’ indicato incaso di astenia post-irradiazione, di radiodermiti con eri-tema seguito dalla caduta dei peli, prurito bruciante epigmentazione zigrinata senza desquamazione, talvoltacon flitteni e ulcerazioni. Radium bromatum 15CH, 3-5 granuli mattina e sera per tutta la durata della terapiae per un mese dopo la fine del trattamento. A livello diprevenzione si può consigliare anche Hypericum perfo-ratum 15CH per la fotosensibilizzazione, Fluoricum aci-dum 15CH per ipodermiti con prurito, ulcerazionicutanee e cicatrici ipertrofiche pruriginose o Causticum

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15 o 30CH per lesioni/cicatrici ipertrofiche o cheloideedolorose, brucianti e/o pruriginose.calendula - In pomata da applicare dopo ogni sedutaradioterapica sulla zona irradiata e mai prima.

RadiodermitiI grado: eritema follicolare o moderato, depilazione, de-squamazione secca o riduzione della sudorazione.

arsenicum album - 9 o 15CH, 5 granuli 3 volte/dieper eczema con pelle ispessita, aspetto di pelle di ele-fante, pelle secca, desquamazione secca, fine, pruri-ginosa e prurito.rhus toxicodendron - 9CH, 5 granuli 3 volte/dieper l’infiammazione cutanea con vescicole e sensa-zione di bruciore.

II grado: eritema brillante, rosso vivo o desquamazioneinfiltrata non confluente in pliche cutanee o solchi oedema moderato.

Belladonna - 9CH, 5 granuli 3 volte/die nella con-gestione locale con rossore e dolore battente.graphites - 15CH, 5 granuli 3 volte/die per la der-matosi pruriginosa con desquamazione prevalentenelle pliche e tipico trasudato simile a miele dove laminima irritazione fa sanguinare la pelle.

III grado: desquamazione infiltrata o edema o sanguina-mento indotto da piccoli traumi o abrasioni.

graphites - 15CH, stessa frequenza.nitricum acidum - 9CH, 3-5 granuli 1-3 volte/dieper ulcerazioni dai contorni netti che sanguinano fa-cilmente.petroleum - Petrolio bianco purificato 9CH, 3-5granuli 1-3 volte/die per ragadi profonde e molto do-lorose su pelle malsana ispessita e lichenificata.

IV grado: ulcerazione, emorragia, necrosi.nitricum acidum e petroleum - 9CH alla stessa po-sologia.Kreosotum - Distillato del catrame di faggio 9CH,

5 granuli, 3 volte/die per ulcerazioni brucianti chesanguinano al minimo contatto.cantharis vesicatoria (Lytta vesicatoria) - 5 o 7CH,3-5 granuli 2 volte/die per lesioni cutanee bruciantivescicolo-bollose e grandi flittene dolorosi e bru-cianti.

Nell’eritema bolloso possono essere particolarmente utililavaggi (e anche sciacqui) con soluzione acquosa di ci-trato di sodio (acido citrico e sodio bicarbonato) e sac-carosio al 6%, in quanto grazie alle proprietàanticoagulanti del citrato vengono rimossi i coaguli difibrina ed i residui siero-ematici e la ferita risulta perfet-tamente detersa.

Recupero dopo interventoDopo l'intervento sarà importante reintrodurre l’attivitàfisica. Nel ricondizionamento allo sforzo risulterà utileRhus toxicodendron 7CH, 5 granuli la sera prima di co-ricarsi e, se necessario, anche più volte al giorno al biso-gno, per l’affaticamento muscolare, l’indolenzimento ela rigidità. Silicea per risvegliare il sistema immunitario9 CH dosi distanziate ogni 1 o 2 settimane.

Prevenzione dei cheloidiNella prevenzione dei cheloidi dopo rimozione dei puntisi può usare: crema alla Centella asiatica la cui frazionetriterpenica totale agisce su trofismo e sviluppo del tes-suto connettivo ed ha azione cicatrizzante ed elasticiz-zante e Calendula officinalis TM: 20 gtt in 20 cc disoluzione fisiologica per lavaggi. g

Bibliografia1. Giarelli G, Roberti di Sarsina P, Silvestrini B. “Le

MNC in Italia. Storia, problemi e prospettive d’ in-tegrazione” Franco Angeli, Milano 2007.

2. Integr Cancer er 2012; 11(3): 232-242.3. Medicina Complementare Toscana “Oncologia Inte-

grata in Europa” anno X, n. 26, Giugno 2013.

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OMEOPATIAPASSWORD PER LA SALUTE

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Tutto ha inizio nel 1926 quando il Dott. Heinrich Reckeweg registrò, in Germania, il suo studioOmeopatico. La sua casa diventa il suo luogo di lavoro. Da allora sono passate 3 generazioni,tutto è cambiato, lo studio è diventato una vera e propria fabbrica (Dr. Reckeweg & Co. GmbH-1947), le linee di prodotti cresciute in maniera esponenziale, i rapporti commerciali si sono am-pliati in tutto il mondo. Una cosa resta la stessa dal 1926: l’entusiasmo e la continua ricerca incampo omeopatico. La commercializzazione in Italia è stata e continua ad essere possibile, daoltre sessant’anni, grazie a un partner come IMO, la Società più importante e rappresentativadell’Omeopatia in Italia.

I M O . D A O LT R E 6 0 A N N I I L C U O R E D E L L’ O M E O PAT I A I N I TA L I A

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I GRANDI PERSONAGGI DELL’OMEOPATIA

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Thomas PeinbauerPresidente ECH, European Committee for Homeopathy

a cura di rosaria FerreriOmeopata Centro di Medicina Integrata, Ospedale di Pitigliano, USL 9, Grosseto, Regione ToscanaMail: [email protected]

Incontro il dott. omas Peinbauer durante l’annuale Con-gresso Europeo di Medicina Integrata svoltosi a Belgradonello scorso mese di ottobre e gli chiedo se avrebbe piacere aconcedere una intervista per la nostra rivista italianaHIMED. Con un sorriso accetta ed eccomi pronta a racco-gliere le sue risposte alle mie numerose domande.

< caro dott. peinbauer, le chiederei quando e per-ché, da medico, è diventato un omeopata?

Nel 1991, durante il mio secondo anno presso l’Univer-sità di Medicina di Vienna, ho sentito parlare di omeo-patia per la prima volta. Ho frequentato il II Congressodi Vienna per la Medicina Integrativa, dove il prof. Vik-tor Gutmann, il prof. Gerhard Resch e dr. Willibald Ga-wlik facevano lezioni sull’omeopatia da un punto di vistascientifico, filosofico e pratico. I loro diversi approcci mihanno incuriosito e ho iniziato a frequentare le lezionisettimanali in omeopatia presso l’università medica peri successivi cinque anni e a visitare i medici omeopaticidi spicco in tutto il mondo. Dieci anni dopo, nel 2001,dopo aver completato la mia formazione come medicodi medicina generale dell’ospedale, ho aperto il mio stu-dio privato per l’omeopatia nell’Alta Austria.

< Qual è stata la sua carriera istituzionale prima didiventare ecH presidente?

Dal 2004 fino al 2013 sono stato Vicepresidente Nazio-nale austriaco, Tesoriere e Segretario Generale per laLMHI (Liga Medicorum Homoeopathica Internationa-lis). Inoltre sono diventato delegato austriaco al sottoco-mitato politico ECH nel 2008.

< Quando è nato ecH e perché?Il Comitato Europeo per l’Omeopatia (ECH) è statofondato nel 1990 dall’ LMHI. L’obiettivo era quello dicreare una specifica e potente organizzazione che si oc-cupa dell’omeopatia nel nuovo contesto politico e legi-slativo in Europa.

< Quali sono gli obiettivi di ecH?L’ ECH è volto a: promuovere lo sviluppo scientifico del-l’omeopatia, garantendo elevati standard in materia diistruzione, formazione e pratica dell’ omeopatia per me-dici; armonizzare gli standard professionali nella praticaomeopatica in Europa, fornendo cure omeopatiche dialta qualità in un contesto medico sicuro; integrarel’omeopatia nelle cure sanitarie europee di alta qualità.

< Quali sono i paesi in cui l’omeopatia è più conso-lidata e quali sono i paesi in cui l’omeopatia lo èmeno?

Cambrella, il primo progetto di ricerca pan-europeo fi-nanziato dall’UE sulle CAM, ci offre una panoramicadel paesaggio omeopatico attuale in Europa, valido e affi-dabile, ed è una solida base per dare una risposta a questadomanda. Ad esempio, se si tratta di normative nazio-nali, la situazione è molto eterogenea. Non troverete duepaesi in Europa in cui l’omeopatia è regolamentata nellostesso modo.

< ci sono altre organizzazioni europee per gli omeo-pati oltre l’ ecH? e in questo caso, che tipo di rap-porto hanno con ecH?

Il Comitato europeo per l’omeopatia (ECH) è l’unicaorganizzazione “ombrello” europea per l’omeopatia me-dica, in rappresentanza di circa 40 associazioni medicheomeopatiche presenti in 25 paesi europei. Il ConsiglioCentrale Europeo degli Omeopati (ECCH) rappresentagli omeopati non medici in Europa. Sia ECH e ECCHsono membri di Eurocam, che è una rete di organizza-zioni europee di pazienti che adoperano le CAM, medicipraticanti CAM, di CAM pratictioner volta a promuo-vere i contributi delle CAM per migliorare la salute inEuropa. Secondo Cambrella ci sono circa 45.000 medicie circa 5.800 professionisti non medici con qualifica sup-plementare in omeopatia in Europa.

< In europa, come è la convivenza fra le due animedell’omeopatia, pluralista e unicista?

C’è molta incomprensione sui diversi modi con i quali imedici omeopatici possono praticare l’omeopatia. Al-cune persone credono erroneamente che la cosiddetta‘omeopatia clinica’ sia un tipo di omeopatia differenteda quella classica. Infatti, le differenze tra i vari approcciomeopatici possono essere spiegati dal modo in cui le ca-ratteristiche individuali del paziente sono prese in con-siderazione. Le condizioni acute possono richiedere unamisura minore di individualizzazione rispetto alle con-dizioni croniche. L’ ECH considera il principio di simi-litudine su cui il metodo omeopatico è basato il prin-cipio guida nella pratica omeopatica.

< Qual è la sua opinione personale in merito al mo-vimento internazionale di medicina Integrata?

Considero la Medicina Integrata come un forte movi-mento internazionale. E’ un approccio medico più plu-

Thomas Peinbauer

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ralistico e pragmatico ed è focalizzato sulla cura centratasul paziente, offrendo una vasta gamma di potenziali te-rapie e non sostenendo solo il trattamento olistico dellamalattia, ma anche altre cose importanti come la pre-venzione, il mantenimento dello stato di salute e il be-nessere. Ci sono prove chiare che essa sta diventandoparte della medicina tradizionale corrente. Negli StatiUniti un numero crescente di borse di studio in medi-cina integrativa vengono offerte nei centri sanitari acca-demici. Il curriculum comprende molti degli argomentiche non rientrano nei programmi scolastici di medicina,come le terapie nutrizionali, l’approccio mente-corpo,lo studio di integratori alimentari e fitoterapici, terapie

alternative (agopuntura, massaggio, chiropratica, etc), ela medicina degli stili di vita. Guardando gli USA è sor-prendente che l’omeopatia non sia affatto menzionata.L’Europa deve essere diversa e il Congresso Europeo diMedicina Integrativa (ECIM) è un’ottima piattaformaper promuovere l’omeopatia come parte (integrativa)della Medicina.Ringraziandolo per aver così pazientemente e cordialmenterisposto alle mie domande, lo lascio e penso che l’UnioneEuropea dei Medici Omeopati è un sogno che sta pian pianodivenendo realtà grazie anche al motivato apporto di uo-mini come omas Peinbauer. g

I GRANDI PERSONAGGI DELL’OMEOPATIA

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Paola Matteassi - Vorrei chiedervi se conoscete un buon centro dovecurano l’insonnia per una persona che russa tantissimo, dorme a boccaaperta, e parla nel sonno. Lei non si accorge di nulla, solo del fatto cheè molto spossata durante il giorno. Ho ordinato via email una fascia fattaapposta per l’insonnia che serve a chiudere la bocca, ma non è ancora

arrivata , conoscete dei posti dove si vende in Italia? La conoscete? E’ efficace, oppure conoscete altre rimedi efficaci per l’insonnia?

Paola Palesa - Rispetto alla fascia di cui parli penso anche io che non sia una soluzione , anzi potrebbe essere una costrizione per chi ha famed'aria.

Silvia Cocci Grifoni - Sulla base dei sintomi che segnali potrebbe trattarsi di una sindrome delle apnee notturne, patologia da far valutare inambito neurologico, pneumologico e/o ORL; se così fosse la fascia di cui parli non avrebbe alcuna utilità, mentre per alcuni casi è di giovamento unausilio siglato BiPAP che altro non è che un ventilatore notturno che aiuta il paziente a respirare meglio. Il primo passo è comunque uno pneumologoo un centro di neurologia che si occupa di malattie del sonno e che sia quindi attrezzato per una registrazione polisonnografica.

Tiziana Di Giampietro - E’ anche un problema allergologico. Alcuni casi, in cui l'ostruzione era legata all'edema della mucosa nasale eall'ipertrofia/infiammazione tonsillare, una dieta povera di macromolecole ha permesso la risoluzione dell'ostruzione. E' la cosa più banale... edunque la più diffusa.

Simonetta Bernardini - Cara Silvia, ovviamente concordo con te meno che su un punto: quello del BiPAP. E' una vita d'inferno... Le apnee dacausa periferica si curano molto bene con l’apparecchio applicato ai denti, un semplice invertitore del rapporto mascella-mandibola che spostandoin avanti la mandibola impedisce la caduta all'indietro della glottide.

Paola Matteassi - Vi ringrazio tantissimo e su i vostri consigli preziosi comincio da una parte sperando di arrivare un fondo con i migliori risultati.Credo che in effetti questa persona soffra di apnee notturne: ha 89 anni e ha avuto dei problemi in passato (rottura dell'anca e perforazione dellavescica), cistiti ricorrenti (da Escherichia-coli); da un anno problemi di fibrillazioni con calori alle gambe (simili alle caldane).

Silvia Cocci Grifoni - Concordo sulla qualità della vita seriamente compromessa quando il paziente è costretto all'utilizzo del ventilatore; credoche l'indicazione sia riservata a quei casi ove il rischio di sviluppo di cuore polmonare cronico sia particolarmente elevato.

Francesco Macrì - La OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) dell'adulto in genere è dovuta ad obesità (lingua molle per il grasso, archi palatiniinfarciti di grasso, etc.) o a malocclusione dentale, oppure ad entrambi i problemi insieme; comunque si tratta di problemi ostruttivi su basemeccanica. Come dice Tiziana, comunque una base allergica va esclusa.

Paola Matteassi - La persona è magrissima, credo che sia sui 48 kg... Abbiamo fatto le prove allergiche, ma non risulta nulla...

Paola Fiori - Salve, perdonami se mi permetto, ma quali prove allergiche? Se ti riferisci al dosaggio del prist e dei rast, non sono quasi mai coinvoltele reazioni da IGE in questi casi, ma quasi sempre si tratta di reazioni mediate dai granulociti neutrofili nei confronti di alimenti. [...] Conoscendosolo parzialmente il problema, mi riservo anche di pensare che l'assunzione di farmaci quali in particolare i calcio antagonisti o un'insufficienzavenosa cronica, possano determinare o essere una concausa di ritenzione e edema delle caviglie che a loro volta nella notte causano edema deiturbinati. La polisonnografia e' importante per una valutazione del rischio connesso al sintomo e quindi e' consigliabile eseguirla, ma ovviamentenon e' diagnostica. L'omeopatia sara' invece fondamentale per il drenaggio e la rapida soluzione, una volta evidenziata la causa. In ogni caso con-siderami a disposizione per qualunque chiarimento.

Tiziana Di Giampietro - Concordo sull'edema declive dei turbinati nella diagnosi differenziale. A questa età è possibile che sia quello il problemapiù che la reazione allergica (che è tipica di chi è giovane). g

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...

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CASE REPORT

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Casi clinici presentati al VI Convegno Nazionale SIOMI, Firenze 2013

Silvia è una signora di 48 anni di bell’aspetto, bruna,occhi neri, alta, magra, ingegnere edile titolare di unapropria impresa, vive sola, divorziata, senza figli, viene

in studio a visita per la persistenza da circa sei mesi di cer-vico-dorsalgie, dolori muscolari migranti agli arti superioried inferiori, parestesie all’arto superiore ed inferiore di destra,cefalea, vertigini, episodi ripetuti di dermatite allergica edasteniaDa circa cinque anni i dolori osteo-articolari e muscolari mi-granti hanno iniziato a presentarsi con maggior frequenzaed indipendentemente dalle variazioni climatiche, accom-pagnati da qualche anno anche da vertigini posturali, episodidi orticaria localizzata soprattutto all’addome ed alle bracciadella durata di pochi giorni e senza motivi apparenti, inoltreda circa sei mesi accusa anche una marcata astenia.Silvia è sempre stata una donna autonoma, volitiva e decisa,dinamica, lavora circa dieci ore al giorno, molte di queste letrascorre in ufficio al computer e nei cantieri edili per so-vrintendere ai lavori. Nella sua storia anamnestica di rilevantevi è una scoliosi idiopatica giovanile che, durante l’adole-scenza, le ha comportato l’utilizzo del tutore ortopedico ecicli di ginnastica posturale per evitarne il peggioramento.Sempre in età adolescenziale ha sofferto di una grave formadi acne ed ipertricosi, per le quali ha effettuato diverse terapieormonali. All’età di 30 anni è stata sottoposta ad interventochirurgico per l’asportazione di fibromi uterini, dopo alcuneterapie ormonali inefficaci. Negli ultimi 15 anni ha subitodue traumi da tamponamento automobilistico, riportandoin entrambi i casi sindrome da colpo di frusta cervicale perla quale ha dovuto portare un collare per circa 30 giorni eterapia con FANS, amitriptilina e decontratturanti. Questeterapie sono state ripetute ciclicamente con risultati sempremeno soddisfacenti, comportandole anche disturbi dell’ap-parato gastrointestinale, episodi di tossicosi sempre piu’ fre-quenti fino ad una completa intolleranza verso la maggiorparte degli antinfiammatori, inclusi alcuni cortisonici e com-parsa delle prime reazioni cutanee orticarioidi.Riferisce anche di aver sofferto negli ultimi dieci anni di epi-gastralgie e coliche al basso ventre per le quali ha eseguitodiversi esami endoscopici senza alcun riscontro patologico edi averli risolti in parte eliminando alcuni alimenti che perlei era correlati e responsabili sia delle coliche e del gonfioreaddominale (latte e derivati, frumento e pomodoro). I dolorial rachide vertebrale, si alternano anche a dolori agli arti in-feriori (ginocchio ed anca) ed al cingolo scapolare, hannocaratteristiche di dolori migranti, anche se localizzati preva-lentemente a livello cervico-dorsale, possono tuttavia pre-sentarsi anche a livello lombo-sacro-coccigeo. Inizialmentecomparivano una due volte a settimana, negli ultimi tre mesi

con frequenza quasi giornaliera diventando sempre più in-validanti. Si presentano fin dal risveglio, rendendola moltorigida con notevoli difficoltà iniziali nei movimenti, anchese migliorano poi notevolmente se continua a muoversi,l’astenia sempre presente diventa più marcata verso le orepomeridiane e negli ultimi due mesi accusa disturbi delsonno sempre meno ristoratore.Porta in visione innumerevoli indagini strumentali e di la-boratorio effettuate negli ultimi dieci anni su indicazione deivari specialisti consultati (reumatologo, neurologo, fisiatra,gastroenterologo, etc.): esami di laboratorio dell’anno pre-cedente negativi, inclusi i test reumatici e specifici per ma-lattie autoimmuni (CPK, APCA, ANA, Anti DNA, ENA,AMA, ASMA, C3 e C4). Scintigrafia ossea negativa, eco ad-dome completo negativo, Rx rachide vertebrale confermascoliosi a S italica, raddrizzamento del rachide cervicale, iper-lordosi llombosacrale, presenza di becchi osteofitosici a livellodorsale e lombare, riduzione degli spazi intervertebrali da L2a S1, dismetria del bacino con slivellamento delle anche (5mm risalita la sinistra). La RMN dorsolombare presenta di-smorfismo con presenza di vertebra di transizione assenza dicrolli vertebrali e di protrusioni discali di rilievo). Porta invisione anche i test allergologici per i farmaci (in seguito al-l’assunzione di alcuni, circa cinque anni fa ha manifestatoorticaria e disturbi respiratori di grado moderato): positiviper il diclofenac, il tramadolo, il ketorolac, l’ac. acetilsalicilicoed il ketoprofene.Tre anni fa in seguito ad alcuni episodi febbrili e linfoade-nopatia laterocervicale ha effettuato sia l’’ecografia del collo(in cui si evidenziavano linfonodi di tipo reattivo ed una ti-roide micro nodulare con caratteristiche riferibili a tiroiditeautoimmune), che la ricerca per anticorpi per il toxoplasma,il citomegalovirus, l’EBV e gli herpes virus tipo 1 e tipo 2,di questi ultimi positivi gli IGG. Negativa la tipizzazione lin-focitaria. Ormoni tiroidei e TSH nei limiti della norma, an-ticorpi antitireoperossidasi ed antitireoglobulina lievementeaumentati.Nell’ultima visita reumatologica effettuata cinque mesi fa, lapaziente veniva posta diagnosi di fibromialgia di media gra-vità con positività di 14/18 tender point e prescritta terapiacon amitriptilina (Laroxyl) 8-10 gtt. Dalla quale la pazienteha tratto modico beneficio e solo nelle prime due settimanedi terapia per poi tornare a soffrire degli stessi disturbi, tranneun modico miglioramento del sonno, ma aggravamentodell’astenia con confusione mentale soprattutto al risveglio.Le veniva prescritta anche della chinesiterapia e ginnasticadolce in acqua che non ha potuto proseguire per il peggio-ramento della situazione clinica, ma che anche esse inizial-mente avevano apportato un certo beneficio. Il Laroxil viene

L’ingegnere dolente e stanca

maria concetta giulianoMedico di Medicina Generale, Gravina di CataniaE-mail: [email protected]

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sospeso e le viene prescritto un decontratturante (Flexiban)che non sortisce alcun effetto e quindi sostituito con il Pre-gabalin (Lyrica) con cui la signora riesce a riposare, avvertemeno dolori ma la stanchezza e la confusione mentale peg-giorano per cui è costretta a sospenderli. Quattro mesi fa sisottopone ad un ciclo di sedute di agopuntura che dopo uniniziale aggravamento generale di tutti i disturbi, durato perle prime tre sedute, le permette di riprendere l’attività lavo-rativa che era stata costretta ad interrompere per diverse set-timane, anche se non riesce a riprendere i ritmi intensi e develimitarsi solo ad alcune ore durante la giornata. Nel frat-tempo ha consultato anche una psichiatra che le diagnosticadisturbo ansioso di tipo reattivo (?) e le prescrive Elopramgocce e Lorans cpr. che la stordiscono ed aggravano ulterior-mente l’astenia senza alcun beneficio sulla sintomatologiaalgica. Attualmente la paziente non assume farmaci, se nonil paracetamolo occasionalmente.

Prima visitaSilvia presenta una costituzione fosforica: è magra, alta, (peso58 kg, altezza 170 cm), composta ed elegante, di carnagionechiara, un po’ pallida, gambe e braccia lunghe e sottili. E’ unsoggetto che di per sé non ha molta energia, anche se - ap-passionata della sua professione - si impone orari di lavoroeccessivi. Riferisce di essere stata sempre un po’ malaticcia esoggetta a facili raffreddamenti e bronchiti, per cui soprat-tutto durante l’infanzia e l’adolescenza ha assunto spesso an-tiflogistici e dosi massiccie e prolungate di antibiotici, oltreche ad essere esposta frequentemente a radiazioni sia per lascoliosi che per le bronchiti ricorrenti. Non ricorda episodidi asma nè di allergia respiratoria, solo una intolleranza adalcuni farmaci (già riportati in precedenza). Riferisce varicellaa 8 anni, non ricorda altre malattie esantematiche dell’in-fanzia e herpes labialis ricorrente durante tutto il periodoadolescenziale.Da circa due anni riferisce una importante iperosmia soprat-tutto nei riguardi di detergenti, profumi e fumo di tabacco;iperosmia seguita da prurito in gola e sensazione di pesan-tezza al braccio ed alla gamba dx, se non si allontana dallafonte di questi odori compaiono anche confusione e verti-gini; riferisce anche irritazioni congiuntivali e prurito diffusoquando lavora molto al computer ed anche quando utilizzail cellulare o i cordless, associato ad astenia, facile faticabilità,alterazioni del sonno. Non manifesta evidenti sintomi diansia ma è sicuramente provata, agitata e preoccupata per isintomi che la fanno sentire invalida e riducono di molto lasua attività professionale, oltre che la sua normale vita di re-lazione. Non tollera il freddo e migliora in ambienti caldi,ma non ama il mare ed il caldo eccessivo. Descrive la sinto-matologia algica come bruciante, a poussé, talvolta sorda eprofonda. Soffre di disturbi del sonno, con difficoltà nell’ad-dormentarsi e risvegli notturni.All’esame obiettivo si conferma il quadro di fibromialgia ca-ratterizzato da dolore cronico al tronco ed ai cingoli scapolaree pelvico, sono presenti 12 tender point su 18,. Dolenti allapressione le apofisi spinose da C5 a D1, lieve ipotonia mu-scolare in tutti e 4 gli arti, ma i ROT (riflessi osteo-tendinei)sono normali. Apparato respiratorio nella norma, EO car-diovascolare presenza di soffio 1/6 Levine, sporadiche exar-tasistoli, PA 105/70 frequenza cardiaca 80 bpm; organi

ipocondriaci nei limiti della norma, la palpazione addomi-nale profonda suscita modica dolenzia nella fossa iliaca de-stra. Linfoghiandole laterocervicali palpabili ma nonvoluminose né dolenti, tiroide in sede, lievemente aumen-tato il lobo dx di consistenza parenchimatosa micronodulare.Sulla lingua si evidenzia una patina biancastra lievemente ar-rossata sulla punta.La costituzione di Silvia è chiaramente fosforica, con diatesitubercolinica, il biotipo sensibile corrisponde sia a Rhus to-xicodendrum che a Natrum phoshoricum. Per l’esposizioneeccessiva a farmaci, stress lavorativo ed ambientale ancheNux vomica trova indicazione. Viene quindi prescritto: Rhustox 15CH tre granuli tre volte al giorno per un mese, Nuxvomica 200CH a giorni alterni e Natrum phosphoricum30CH una volta la settimanale. Si inizia anche un ciclo dimesoterapia settimana, applicata in alcuni punti di agopun-tura e di neuralterapia, alternando fiale di Rhus toxicoden-dron D6 ed Harpagophytum D3. Già alla seconda sedutadi mesoterapia presenta una notevole remissione della sin-tomatologia algica e lieve riduzione della stanchezza.

Controllo dopo un meseDopo la quarta seduta di mesoterapia e neuralterapia, a com-pletamento del primo ciclo di cura prescritta per os, Silviadichiara di aver avuto una remissione della sintomatologiaalgica che si è ripresentata meno di una volta a settimana edin forma leggera con regressione spontanea. La stanchezzac’è ancora ma riesce a compiere quanto si va programmandogiornalmente con minore difficoltà. Persistono ancora i di-sturbi del sonno, anche se i risvegli notturni sono diminuiti.Persistono anche l’iperosmia, il prurito in gola e sensazionedi pesantezza al braccio ed alla gamba destra, confusione evertigini in presenza di profumi, deodoranti, se utilizza alungo il cellulare o il computer, con congiuntivite e pruritodiffuso. Nella prescrizione del II mese si lascia il Natrumphosphoricum 30CH una volta la settimana, si sospende laNux vomica, e si aggiungono alternandoli ogni due giorni:Radium bromatum 30CH e Iodum 7CH, e Gelsemium9CH 3 granuli la sera. La mesoterapia con Rhus e Harpa-gophytum viene effettuata due volte la settimana per altridue mesi (per un totale di 8 sedute).Nel frattempo si modi-ficano progressivamente le abitudini alimentari della pa-ziente, secondo le risposte del test per le reazioni avverse aglialimenti IgG4 e si consiglia di ridurre l’utilizzo di cellulari ewifi. Il test per lo stress ossidativo (D-ROM e PAB-Test) ri-sultano altamente positivi per cui si integra la dieta con an-tiossidanti e vitamina A, C ed E.

Controllo dopo sei mesiA distanza di sei mesi la paziente è notevolmente migliorata,ha ripreso con soddisfazione la sua attività lavorativa, evital’utilizzo di detergenti, profumi e deodoranti contenenti so-stanze chimiche di sintesi, utilizza prevalentemente alimentibiologici, ha ripreso anche l’attività fisica anche se ha dato lapreferenza alla corsa leggera nel parco, anziché la ginnasticain palestra. Continua ad assumere il Gelsemium quando av-verte un po’ di stanchezza e di cefalea ed il Rhus tox se com-paiono dolori muscolari o articolari (ormai sporadici). g

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Casi clinici presentati al VI Convegno Nazionale SIOMI, Firenze 2013

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CASE REPORT

Wanda è un’impiegata di 61 anni, scura di ca-pelli, dagli occhi neri. Piccola e formosa, èalta 154 e pesa 65 kg. Viene assieme alla cu-

gina. Dice la cugina: - Io devo entrare perché Wanda edio siamo come sorelle.Alla mia risposta che anche le sorelle di solito aspettanoin sala d’attesa, lei replica: - Ma lei sa, vero, chi sono io?Dal mio sguardo comprende che ignoro chi sia lei, e ag-giunge: - Il geometra, non le ha parlato di me?Mi chiedo chi sia questo geometra, poi comprendo chesi tratta del geometra che lavora nello studio accanto almio, persona simpaticamente logorroica che io, dopodieci minuti che parla ininterrottamente, non riesco piùad ascoltare e mi distraggo. Quindi, forse lui me ne haparlato, ma io o non ci ho badato o me ne sono scordato.Non voglio però che questa mia sbadataggine si capiscae un po’ perché anche Wanda mi chiede di fare entrarela cugina, un po’ perché capisco che sarebbe difficile te-nerla fuori, acconsento a farla entrare. Errore di cui mipentirò ben presto!...Wanda mi dice di soffrire di “distrofia facio-scapolo-omerale”, però con sé non ha né una diagnosi scritta, néesami che attestino la malattia. Mi dice che è stata rico-verata in una clinica di Bologna, reparto di geriatria, mai risultati del ricovero non le sono mai stati consegnati(?). Alla dimissione le è stato prescritto di prendere tuttii giorni una terapia a base di carnitene (?).Wanda dice: - E’ tutto cominciato nel 2003 con una in-completa chiusura dell’occhio sinistro e da problemi allabocca, come il non riuscire a fischiare. In quest’ultimoanno ho una debolezza della spalla destra che, negli ul-timi giorni si è trasmessa anche alla parte sinistra. Inoltrefatico a fare le scale, fatico ad alzare la gamba destra,tendo a cadere in avanti. Dopo sei gradini, se ho un pesoin mano, mi cade.La mia visita, però, non evidenzia i sintomi di cui parla.Mi stupisco anche che il suo volto manifesti un’espressi-vità di solito mancante in un malato del genere.Interviene la cugina: - Non sempre manifesta delle pa-ralisi.Io faccio presente che almeno qualche segno della ma-lattia, quali la postura, l’aspetto cadente delle scapole edelle spalle, o anche un minimo deficit nel camminare,insomma qualcosa deve pur manifestare. Ed io vedomolto poco!Interviene ancora la cugina: - La diagnosi è stata fatta daun medico specialista in neurologia, in base ai sintomimanifestati da Wanda, anche se questi sintomi non sem-

pre sono presenti. Però quando ci sono, si mostrano conquelle marcate paralisi prima menzionate.- E gli accertamenti diagnostici, chiedo io, dove sono?- Ha fatto una elettromiografia con risultato non chiaro.- risponde la cugina.- Allora, sbotto io, quando si manifestano questi bene-detti sintomi?Interviene, finalmente, Wanda: - Nei momenti di rabbia,quando sono tesa, quando qualcuno mi tratta male...Wanda scoppia in un: - Tutti mi trattano male!A questo punto nasce una polemica tra le due cugine, suchi tratta male Wanda e chi no, chi le procura tensionee chi no, chi la fa ammalare e chi no. Imploro di passareoltre e continuo l’anamnesi chiedendole dei genitori,pensando che parlare della famiglia possa giovare ai nervidelle due.

Anamnesi famigliareWanda non è sposata, non ha figli. Padre morto percomplicanze diabetiche nel 2003 all’età di 79 anni.Wanda: - Mio padre, anche se ha sperperato tutti soldidella famiglia, era l’unico che mi voleva bene! Lei adessovive con la madre di anni 84, operata dieci anni fa dicancro alla mammella e che, a causa del peggioramentodella grave displasia congenita all’anca destra, non è piùautosufficiente.Wanda: - Mia madre ha sempre preferito mio fratello ame, però adesso devo stare io con lei, dal momento chelui se ne frega! E mio fratello è un cinico che pensa soloa se stesso.Tra le due cugine nasce un’altra discussione, tra chi sia ilpeggiore della famiglia, chi li ha ridotti in povertà, chidebba fare di più e non fa. In sintesi: la famiglia diWanda fino agli anni ‘90 è stata molto ricca, possede-vano una grande villa, avevano parecchi soldi. Poi la fab-brica di loro proprietà è fallita e loro sono andati inrovina. Non gli è rimasto quasi nulla, tranne i debiti. Ilpadre, in seguito è morto, la madre si è ammalata,Wanda è andata a lavorare come impiegata per potereportare a casa qualche soldo. L’unico a salvarsi è stato ilfratello, 58 anni, che ha intrapreso un’attività per contoproprio, guadagna bene ma non versa un soldo a madree sorella. - Questo sostiene Wanda, contraddetta dallacugina che, invece, sostiene che il fratello cerchi in ognimodo di aiutare madre e sorella.- L’appartamento dove voi vivete è di tuo fratello. - dicela cugina.

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Wanda, le sue paralisi e la cugina impicciona

Italo grassiSpecialista in Igiene e Medicina Preventiva, Medico esperto in omeopatia, Consigliere SIOMIE-mail: [email protected]

Redatto secondo il Case Report SIOMI

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Redatto secondo il Case Report SIOMI

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CASE REPORT

- Però devo pagargli l’affitto. - replica Wanda. - Lui èuno!...Mi chiedo cosa sia venuta a fare la cugina, dal momentoche il battibecco tra le due è continuo, ma preferisco pro-seguire con l’anamnesi.

Anamnesi fisiologicaTutto nella norma fino alle mestruazioni, comparse a 13anni, irregolari e molto dolorose a causa di una polici-stosi ovarica. Ha preso il contracettivo orale dai 20 annifino alla comparsa di una micropolicistosi mammariacomparsa a 38 anni. Ha smesso il contraccettivo orale,sono tornate le mestruazioni un paio di volte poi, dopopochi mesi, è andata in menopausa.Wanda: - Il fatto di non potere avere figli mi ha gettatonella depressione più nera.Guarda la cugina e dice: - Io sono sola!- Non sei sola - obietta la cugina - hai me e mio marito.Se un giorno vorrai, potrai venire a vivere con noi.Dopo queste parole, Wanda per alcuni momenti sembrarasserenarsi, ma quando inizia l’Anamnesi lavorativa eabitudini di vita, è a questo punto che lei si scatena: nonle piace il suo lavoro di centralinista, non le piace lavo-rare davanti al computer che le aumenta il dolore dischiena, non si sente né apprezzata né capita dai suoi da-tori di lavoro che, secondo lei, la tengono lì solo per unapromessa fatta al padre.Interviene ancora la cugina: - Ti licenzi e vieni a viverecon me e mio marito. Ti manteniamo noi.E Wanda si calma. Si definisce pigra, vorrebbe fare qual-che passeggiata nel parco vicino a casa, ma non può per-ché teme di cadere. Non beve alcolici, non fuma, nonassume caffè altrimenti alla notte non dorme.

Anamnesi patologica remota e terapieDa bambina aveva molto paura del buio e ha sofferto dienuresi notturna dopo la nascita del fratello. Da adole-scente, frequenti raffreddori con febbre, nel periodo in-vernale. A 22 anni ponfi orticariodi, di origine sco-nosciuta, scomparsi dopo una cura con cortisone. A 35anni dopo ecografia, le hanno riscontrato una policistosiovarica e tolto l’ovaio sinistro; durante l’intervento haavuto bisogno di due trasfusioni di sangue, il sangue erainfetto ed ha contratto l’epatite virale C (sfuriata diWanda nei confronti dell’ospedale). Isterectomia pergrossi fibromi uterini, l’anno successivo. Sospetto di neo-plasia alla mammella a 38 anni, invece si trattava di unamicropolicistosi ad entrambe le mammelle. Sospesa la pil-lola è stata male per alcuni mesi ogniqualvolta torvano lemestruazioni, poi al mare le mestruazioni sono scomparsee mai più tornate. A 41 anni brutta caduta lungo le scale,senza riportare fratture, ma molto dolore. A 43 anni in-fiammazioni alle vie urinarie e sporadiche candidosi.

GeneralitàDorme male, in quest’ultimo periodo, a causa del ner-vosismo che la pervade. Sogna di perdersi all’interno dei

cimiteri. Da quando è in menopausa ha una spiccata ten-denza a ingrassare. E’ molto calorosa. Sta abbastanzabene al mare. Piace sia il dolce come la cioccolata, sia ilsalato, in particolare ama la pasta. Predilige le bevandedi qualsiasi tipo purchè calde. La tensione le provoca ungonfiore periombelicale, associato a flatulenze: tendenzaad avere qualche scarica diarroica tutte le mattine. Hapochissima sete, beve e urina pochissimo. In quest’ul-timo anno è stata metereopatica: quando il tempo cam-bia e c’è molto freddo, lei intristisce e piange.

PsichismoSi sente depressa, infelice e scontenta. Il fatto di essersitrovata senza casa, costretta alla povertà e alle tribola-zioni, è stato per lei un’umiliazione fortissima. Sentetanta rabbia. Poi guarda la cugina e dice: - Ce l’ho con ilmondo intero, tranne che con te.E ancora: - Cosa sto al mondo a fare?Ha cambiato il medico di base tre anni fa; con il prece-dente non andava d’accordo, ma vorrebbe dare fuoco aquest’ultimo poiché non si sente compresa! Odia a morteil fratello che non paga la bolletta del gas, non l’aiuta conla madre, non le paga l’assicurazione dell’auto. A questopunto nasce un’altra discussione con la cugina: Wandaun po’ s’arrabbia, un po’ piange, un po’ brontola, un po’si auto rimprovera.

Esame obiettivoAddome gonfio, dolente, suono timpanico alla percus-sione. Varici dilatate agli arti inferiori. Lingua rossa. Nonriscontro altri segni rilevanti durante la visita. P.A. e pul-sazioni nella norma.

Quadro morbosoDiagnosi nosologica: la diagnosi di “distrofia facio-sca-polo-omerale” non avvallata da alcun documento scrittose non qualcosa che avrebbe detto un neurologo, mi la-scia alquanto perplesso. Per di più gli esami, compresal’elettromiografia sono negativi e la terapia prescritta nonè quella più conforme ad una simile malattia: il carni-tene, soprannominato acquafresh nel reparto di geriatriadove lavoravo come borsista negli anni 80, non mi sem-bra un farmaco adatto per questa supposta malattia.Visto il carattere piuttosto ansioso ed eccitabile di Wandami verrebbe da pensare che sia più un caso di Spasmofi-lia, male interpretato, con manifestazioni fibromialgichedovute a vessazioni- contrarietà- ira repressa. A questopunto cerco il rimedio che più si avvicina ai sintomi di-chiarati da Wanda: tutto mi conduce alla scelta di Cau-sticum.

TerapiaCausticum 15-30-200CH in monodosi settimanali. Ri-tengo la visita conclusa. Consegno la ricetta e saluto ledue signore, anche perché, nel frattempo, è già arrivatala paziente successiva. E’ a questo punto che la cuginainterviene per dirmi che lei stessa ha già provato a curareWanda con integratori, con vitamine e quant’altro. Io la

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CASE REPORT

ringrazio, anche a nome di Wanda e mi alzo per stringerela mano e salutare, ma lei resta seduta e mi chiede di cu-rare il marito che soffre di dolori a testa e schiena dopoun incidente stradale.Dice: - Glielo ha detto il geometra che sono venuta perquesto motivo?Di fronte alla mia ennesima espressione di stupore ag-giunge: - Glielo ha detto chi sono io, vero?Io non ricordo nulla, non so chi sia... e comincio anchea spazientirmi. Però per riguardo nei confronti dell’an-ziano geometra, sentendomi anche un po’ in colpa pernon starlo mai a sentire, gentilmente le faccio presenteche dovrei almeno visitare il marito.- Mio marito non esce di casa! - è la secca replica delladonna. Scorgo dall’espressione del suo viso ciò che si staapprestando a dire e cioè “ma sa chi sono io? ”, l’anticipoe, per quieto vivere o per stanchezza, prescrivo Arnicamontana 200CH per il marito, sicuro che altrimenti nonriuscirò mai ad iniziare la visita successiva.

Primo Follow upDopo un mese e mezzo circa: la paziente torna, ovvia-mente accompagnata dalla cugina (!) e mi dice che stamolto meglio per quanto riguarda i problemi muscolari.Si muove meglio, è meno stanca, sono diminuiti e quasiscomparsi tutti quei terribili sintomi paralizzanti che l’af-fliggevano. La visita, a questo punto si tramuta in unascolto degli improperi lanciati da Wanda nei confrontidel fratello, dei datori di lavoro, della madre e della vitain generale. Inizia un dibattito serrato tra le due cuginesu dove Wanda possa andare ad abitare, se con la cuginastessa, se con la madre, se da sola, se... sul monte Everest(dove io manderei tutte e due!). Tuttavia dalla visita tra-pela che Wanda non ne può più delle angherie dellamadre e della cinica indifferenza del fratello: si sente fru-strata, incompresa, strumentalizzata da loro e pure sullavoro dove ogni giorno s’inventano qualcosa per farlasentire deficiente. Ha i nervi a pezzi.Queste invettive, espressioni di una rabbia repressa, mifanno pensare che per Wanda sia utile Staphysagria, ri-medio che condivide con Causticum una storia costellatada molteplici dispiaceri subiti nel corso degli anni. Loassocio ancora a Causticum poiché Wanda, nonostante

l’ottimo miglioramento dei sintomi, mi dice di avere ditanto in tanto tremori e spasmi, questi ultimi presentiin particolar modo quando si arrabbia.

TerapiaStaphysagria 200CH in monodose. A distanza di duesettimane: Causticum 200CH in monodose. A questopunto interviene la cugina che mi ha telefonato 4 voltedurante questo periodo, con richieste riguardanti il ma-rito, anticipate sempre dalle solite frasi: - Ma lei sa chisono io? Il geometra le ha parlato di me?Dopo la quarta telefonata, stizzito, mi sono recato nellostudio del geometra che, molto imbarazzato, mi ha spie-gato di non avermi mai parlato di questa signora moltopotente nell’ambito del fisco. Lui ne ha avuto bisogno,da lei è stato aiutato per alcune questioni riguardanti lesue denunce fiscali. Più che un’amica la considera unapersona a cui rivolgersi in caso di consigli di ordine fi-scale. Però, conoscendo la persona “impicciona” che è,non ha mai voluto parlarmene per evitare imbarazzi.Compresa la situazione, capito chi ho di fronte, final-mente posso dire a questa “imbarazzante” cugina, inmodo non molto gentile, che io suo marito lo voglio vi-sitare, altrimenti non se ne fa nulla. Se a lei sta bene, ècosì, altrimenti è così lo stesso. Non lo dico ma lasciocapire che me ne frego di chi lei sia o cosa lei faccia. Fi-nalmente lei capisce ed esce.

Secondo Follow upE’ un follow up telefonico, dopo circa due mesi. Wandami dice della scomparsa quasi completa dei sintomi pa-ralizzanti. L’umore e la rabbia repressa sono molto mi-gliorati. Anche i rapporti con la madre e il fratello epersino sul lavoro vanno molto meglio. Wanda ammette,pur nei dovuti limiti, di avere un po’ esagerato con ilfatto che tutti ce l’hanno con lei ma parte dei probleminascono dal suo particolare carattere. Non le chiedo dellacugina, evito persino di nominarla, anche perché il suonome compare tra coloro che sono stati arrestati in se-guito ad illeciti fiscali concordati con alcuni commer-cianti. Soldi in cambio di “consigli” e agevolazioni fiscalidivenuti poi ricatti per anni perpetrati nei confronti dialcuni commercianti della città. g

28 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2014 | vol. 5 | n. 2

Redatto secondo il Case Report SIOMI

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Negli ultimi dieci anni le terapie complementarisono state integrate nel contesto delle cure pri-marie nella maggior parte dei paesi occidentali;

tra esse l’omeopatia è la forma di integrazione più co-munemente usata in varie condizioni acute e croniche.L’analisi del rapporto costo-efficacia è a favore sia dell’ef-ficacia terapeutica che dei costi sanitari per l’integrazionedell’omeopatia alla cure convenzionalmente intese. Inquesto contributo si considera una casistica di pazientiaffetti da malattie respiratorie allergiche croniche.Il Centro ospedaliero di Medicina Integrata della regioneToscana presso l’ospedale di Pitigliano (USL 9, Grosseto)è frutto di un progetto sanitario innovativo approvatodalla regione Toscana con delibera n° 48 del 2010 e inau-gurato nel febbraio 2011. Esso ha lo scopo di sperimen-tare un setting clinico di medicina integrata includenteomeopatia e agopuntura per i pazienti ricoverati in unospedale pubblico, fatto che costituisce la prima espe-rienza in Europa. Inoltre esso ha lo scopo di rendere di-sponibili per i cittadini le due menzionate medicinecomplementari negli ambulatori dell’ospedale dietro pa-gamento di ticket sanitario e di verificare l’utilità ed effi-cacia della medicina ortodossa integrata con talimedicine nel trattamento delle malattie croniche di mag-gior diffusione epidemiologica. Tra le patologie a mag-gior impatto socio-sanitario sicuramente possiamoannoverare le patologie allergiche, sia per la loro diffu-sione, sia per il carico farmacologico che comporta ancheper pazienti in età pediatrica. Circa il 20% della popo-lazione italiana soffre di allergia. In particolare, la der-matite atopica nella popolazione infantile è passata dal3% degli anni ‘60 al 10-15% attuale; anche la rinite al-lergica è in costante crescita (10-30% della popolazione)così come l’asma allergico che interessa oggi il 10% dellapopolazione. L’omeopatia ha una lunga tradizione nel-l’approccio al paziente allergico, come medicina incen-trata sulla persona ma anche, alla luce degli studi più

recenti sulla “low-dose medicine” con un approccio piùincentrato sul sistema immunitario del paziente aller-gico; quindi si rivela in grado di correggere quel difettoin parte costituzionale, in parte determinato dall’am-biente, che ha portato il Sistema Immunitario del sog-getto allergico ad essere sbilanciato e quindi a risponderein maniera anomala nei confronti di sostanze normal-mente innocue.Obiettivi dello studio sono stati: a) valutare la qualitàdella vita dei pazienti allergici trattati con protocolloomeopatico specifico; b) valutare la risposta clinica alprotocollo integrato in termini di miglioramento dei sin-tomi e riduzione della terapia farmacologica convenzio-nale. Nel 2013 il 30,6% dei pazienti afferiti al Centro diMedicina Integrata di Pitigliano ha richiesto una visitaper problemi allergologici (tabella 1) con un incrementorispetto all’anno 2011(23%) e al 2012 (23,8%).

CasisticaI dati raccolti hanno riguardato 180 pazienti con allergierespiratorie assistiti nei 3 anni di osservazione e trattatiin omeopatia. L’età dei pazienti variava da 3 a 78 annicosì suddivisi per fasce di età: 0-12 anni: 34.78% - 12-30 anni: 26,1% - 30-50 anni: 17.39% - 50-70 anni:17.39% -> 70 anni: 4,34%. Maschi 40,3% - Femmine59,7%. I pazienti si sono rivolti al nostro centro per lopiù con il meccanismo del passaparola (tabella 2) e soloil 28% di essi già conosceva l’omeopatia come disciplinamedica complementare.Il 25% dei pazienti indagati era affetto da comorbidità:sindromi croniche respiratorie ( 33%); sindromi ga-strointestinali (35%); sindromi dermatologiche (14%) ;sindromi immunologiche (artrite reumatoide, tiroiditelupus, etc.) 18%.

30 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2014 | vol. 5 | n. 2

L’approccio omeopatico alle sindromi allergicheL’esperienza del Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di Pitiglianorosaria FerreriOmeopata Centro di Medicina Integrata, Ospedale di Pitigliano, USL 9, Grosseto, Regione ToscanaMail: [email protected]

CONTRIBUTI ORIGINALI

Tabella 2

Tabella 1

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31HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2014 | vol. 5 | n. 2

Terapia omeopaticaLa terapia omeopatica nel 95% dei casi ha previsto laprescrizione di un estemporaneo (magistrale) omeopa-tico prescritto sulla base di un protocollo concordato inprecedenza con il responsabile del Centro di MedicinaIntegrata e con il team degli omeopati teso a curare gliaspetti fisiopatologici di ciascuna patologia allergica.Esso risponde a due esigenze principali: creare una omo-geneità nelle prescrizioni ai fini di ricerca; facilitare lacompliance terapeutica del paziente e abbattere i costidella terapia (tale prescrizione infatti ha un costo mediodi 12-15 euro per mese di terapia). I rimedi più utilizzatinei magistrali omeopatici sono stati: Arsenicum album9 o 15CH; Poumone histamine 30CH; Allium cepa9CH; Eufrasia officinalis 9CH; Nux vomica 9CH;Blatta orientalis 9CH; Antimonium tartaricum 9CH;Ipeca 9CH. E’ stata inoltre prescritta una una terapia in-dividualizzata scelta secondo le caratteristiche biotipolo-giche del paziente e il suo modello reattivo.

potuto tornare per via della nostra posizione geograficae della mancanza di collegamenti con mezzi pubblici (inparticolare il treno). Tutti i pazienti hanno seguito (e inmolti casi proseguono) le terapie omeopatiche senza al-cuna difficoltà. In particolare, nessuna interruzione deltrattamento omeopatico ci è stata segnalata per insor-genza di effetti collaterali.edmonton scale - Il 75% dei pazienti allergici al primocontrollo ha mostrato una riduzione dei sintomi per iquali era venuto a visita come risulta dalla valutazionedella Scala di Edmonton mod. valutata all’inizio dellaterapia e al follow up dopo due mesi dall’inizio della te-rapia (tabella 4).Qualità della vita SF12 - Riguardo alla percezione dellostato di salute da parte del paziente (tabella 5) al primofollow up: il 41,6% afferma che è buona (precedente:26%); il 30% che è molto buona (precedente 19,2%) eil 15% che è eccellente (precedente 3,9%). Riguardo allalimitazione della attività quotidiana in conseguenzadell’allergia (tabella 6), il 50% del campione (precedente30,7%). afferma di non aver avuto mai o quasi mai li-mitazione.riduzione dei farmaci convenzionali - Il consumo diantistaminici, come di altri farmaci comunemente usatisono stati ridotti del 100% in caso di allergie stagionali(ad esempio: pazienti che hanno utilizzato antistaminicie altri farmaci per i sintomi allergici stagionali) e nel 85%dei casi nelle allergie perenni.

ConclusioniDai dati preliminari riferiti in questo lavoro si evince chela percentuale di adesione e di risposta alla terapia omeo-patica e la compliance alla terapia sono stati molto ele-vati; la riduzione della sintomatologia è stata tale daindurre i pazienti a proseguire la terapia omeopatica, purdovendo sostenere personalmente i costi (ticket visite emedicinali); si è nettamente ridotto il consumo dei far-maci chimici. g

CONTRIBUTI ORIGINALI

Tabella 3 - Edmonton scale modificata.

Tabella 4 - Edmonton scale: rinorrea, starnuti, fotofobia, prurito oculare,lacrimazione, ostruzione nasale, dispnea, tosse, broncospasmo..

RisultatiLa verifica di efficacia è stata effettuata attraverso diversielementi: valutazione della fase allergica e di altre pato-logie associate (sintomi e terapie associate) per determi-nare il campo di intervento integrato; scala Edmontonmod. ( tabella 3) e SF-12 questionario alla prima visitae al follow up; valutazione dell’adesione alla terapia me-diante monitoraggio del numero dei follow up.L’adesione alla terapia complementare nei pazienti aller-gici è stata molto elevata: l’ 89% dei pazienti è ritornatoa visita regolarmente (media di tre visite annue). Il drop-out è stato valutato con l’ausilio di telefonate finalizzatealla conoscenza delle motivazioni del mancato ritornoalla visita di controllo. Dell’11% che non è tornato alcontrollo, la metà ha riferito di non essere tornato perchèstava bene. Mentre il restante 50% ha detto che non era

Tabella 5Sf-12

Tabella 6

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33HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2014 | vol. 5 | n. 2

L’OMEOPATIA RACCONTATA

Assassinio in spiaggia

Italo grassiSpecialista in Igiene e Medicina Preventiva, Medico esperto in omeopatia, Consigliere SIOMIE-mail: [email protected]

Era ferragosto. Il sole di mezzogiorno sembrava unfabbro che picchiava terribili martellate roventisulla sabbia. Su quella spiaggia, il giorno prece-

dente, era stato commesso un orrendo omicidio. Qual-cuno aveva iniettato una dose letale di curaro nel collodi Carla, l’infermiera di un ospizio per anziani. Al mo-mento del delitto erano presenti quattro anziani ospitidell’ospizio, intenti a giocare a poker, ma tutti si eranoproclamati innocenti. Gli investigatori brancolavano nelbuio più assoluto. Per scoprire l’assassino, Tarcisio Gi-retti, medico omeopata, era stato incaricato di capire chi,tra i quattro giocatori di carte, utilizzava il rimedioStronziana carbonica.Il sudore sgorgava copiosamente dalla fronte rugosa diUgo, luccicava sulle guance incavate dal vizio dell’alcole dall’età, scendeva lungo il suo collo, spariva all’internodi una camicia lisa e completamente fradicia. Dall’altraparte del tavolo, ad un metro di distanza, Artemio sbir-ciò le carte e si spostò all’indietro, spingendo il suocorpo, magro e lungo, contro lo schienale della sedia.Era un settantenne dal portamento rigido, i capelli ta-gliati a spazzola e il volto abbronzato.- Apro di 10 euro. - disse. Gettò la banconota al centrodel tavolo, dando un’occhiata compiaciuta alla sua mi-metica e ai suoi stivali militari.- Sento che la fortuna è sempre dalla mia parte!Seduto alla sua destra, Pietro, sessantenne tozzo e tar-chiato, sbirciava con occhi miopi il mare in lontananza.Le onde sembrarono aprirsi e, avvolta da una luce cre-scente, si distinse la sagoma di una giovane donna.- Meravigliosa! - mormorò lui.La sua eccitazione salì mano a mano che la donna uscivadall’acqua e, raggiunto il bagnasciuga, iniziò a muoverele braccia e chiamarlo a gran voce. Lui posò le carte efece per calarsi i pantaloni. Lo stivale di Artemio lo colpìalla caviglia, doloroso quanto inaspettato, gli strappò unurlo tanto acuto da far volare via il gabbiano scambiatoper la seducente preda femminile.- Scherzi del troppo sole. - mormorò Pietro, riparandosigli occhi con un paio di grossi occhiali scuri.- Ecco i miei dieci euro. - biascicò Tommaso, seduto allasinistra di Ugo.- Questa volta la vittoria sarà mia.La cicca spenta stretta all’angolo della bocca, gli occhiperennemente arrossati e la barba mal rasata lo facevanoassomigliare ad un vagabondo, uno di quei miserabilisenza fissa dimora che dormono sulle panchine dei par-chi o sopra i pavimenti delle stazioni.

In verità lui era un ricco proprietario di ville e terreni.Tarcisio, un berretto rosso calato sulla testa e un fazzo-letto intriso di sudore stretto intorno al collo, com-mentò: - Signori, vi prego: continuate a giocare a carte.- Si fa presto a dire di giocare. Sotto questo sole cocentearrostirebbe anche una lucertola! - brontolò Ugo.Sorrise come solo una mummia poteva fare. - Figuria-moci io che tengo una pelle che si ustiona al minimoraggio di sole.Allegramente Artemio distribuì le carte intonando, conuna voce che sembrava provenire da una gola grattatacon la carta vetrata, la canzone “O sole mio!”. Smisequando si accorse che dal tavolo erano spariti tutti i soldidelle puntate. Afferrò Tommaso per il collo e gli fece ti-rare fuori le banconote sottratte, una ad una.- E’ tutta colpa di questo caldo che mi stordisce. - pro-testò Tommaso, sputando a terra la cicca spenta che gliera finita in gola.Anche il magistrato Ortensia Pecca, in piedi accanto altavolo dei giocatori, era sconvolta dal caldo. Rossa di ca-pelli, aveva la carnagione del viso predisposta all’eritemasolare e, per giunta, la sua pelle bolliva come se avesse lafebbre oltre i 40 °C.Di solito riusciva a gestire la tensione con il sarcasmo, ocon l’aria imbronciata e corrucciata di chi tace per nonoffendere il suo prossimo ma, se in quel momento anchelei iniziava a dare i numeri, era a causa di un principiodi insolazione. Si avvicinò al dottor Giretti e, passandosiun cubetto di ghiaccio sulle tempie, gli bisbigliò in unorecchio: - Tarcisio, non ne posso più. Smettiamola conquesta pagliacciata!Giretti sembrò non ascoltarla e domandò: - Che nepensi?- Che sto per vomitare.- Alludevo ai giocatori seduti al tavolo.- Sono quattro pazzi da tenere chiusi in un manicomio.Tarcisio annuì: - Non per nulla sono in un ospizio peranziani con “problemi psichiatrici”. Ugo è un alcolista,dopo la morte della moglie è diventato aggressivo, in-cline ad offendere e fare a pugni anche per un bicchieredi whisky; Artemio è un pensionato, collerico e violento,che crede di essere un parà; Pietro un esibizionista, undegenerato sempre pronto a mostrare le sue oscenità;Tommaso un cleptomane, mezzo pazzo e mezzo artista,trovato più volte a rubare nei supermercati nonostantesia ricco di famiglia.

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Ortensia Pecca lo guardò imbambolata e Tarcisio spiegò,parlando sottovoce, lentamente come si parla ad unabambina o ad una persona mentalmente ritardata: - Ilcuraro utilizzato per uccidere l’infermiera era contenutoall’interno di un tubulo omeopatico di Stronziana car-bonica. L’assassino ha intinto la punta di un ago da cu-cito nel curaro presente dentro il tubulo, ha forato ilcollo dell’infermiera e, per non farsi trovare in possessodel veleno, ha nascosto il tubulo nella sabbia. Ha fattotutto in modo preciso e rapido, senza lasciare improntedigitali e senza che nessuno dei presenti se ne accorgesse.A questo punto gli unici indizi in possesso degli investi-gatori sono l’ago e il tubulo omeopatico contenente ilveleno. L’ago, però, apparteneva all’infermiera. Quindil’unico indizio per smascherare l’assassino resta proprioil tubulo omeopatico.- Ipotizzando che appartenesse all’assassino per curarsi,chi tra i quattro giocatori di carte potrebbe avere bisognodi Stronziana carbonica? - domandò con una certa len-tezza di pensiero il magistrato.Giretti: - Per scoprire l’assassino ho ricreato la stessascena durante la quale è avvenuto l’omicidio: stessoluogo, stesse persone, stesso gioco di carte: il poker.- Il delitto è avvenuto alle nove di sera, - protestò Or-tensia - quando il sole stava tramontando e c’era moltomeno caldo, mentre adesso è mezzogiorno e il caldo èdavvero tremendo. Perché vuoi vederli giocare in spiaggiasotto questo insopportabile sole?Giretti si portò il dito alla testa: - Perché il sole mi faràriconoscere il colpevole. Hai capito?- No, ma ti credo. Hai già qualche sospetto?- Sono sicuro di avere individuato il colpevole. Sto soloaspettando che il caldo agisca.In effetti la spiaggia, in quel momento, assomigliava piùal deserto del Sahara che ad una località balneare. Alposto di cammelli e beduini, c’erano due giovani cara-binieri, uno alto e l’altro basso, entrambi sudati e accal-dati, costretti a tenersi abbottonata l’ingombrante divisad’ordinanza. Il più alto dei due implorò: - Dottoressa,cosa ne pensate se ci spostiamo un poco sotto l’ombrel-lone? Stiamo qua a non fare nulla. Tiempo perduto nuns'acquista maie!La dottoressa Ortensia Pecca, agitata, paonazza in voltoper il caldo e per la rabbia, fece una smorfia con la boccacome se avesse bevuto del veleno. - Poverini, che penami fate... Che ne dite se vi porto anche una bella bibitaghiacciata?- Grazie, dottoressa. - disse il carabiniere alto. - Ne ab-biamo proprio bisogno: però non disturbatevi a portar-cela, ci pensiamo noi ad andare a prenderla.- L’importante è che voi paghiate. - disse l’altro, quellopiù basso. - ‘A campana dice: dongo e damme.- Ah sì? Allora... col cavolo che ve la porto! - OrtensiaPecca pronunciò questa frase con la voce più stizzita estridula che possedeva.I carabinieri la fissarono un po’ stupiti. - Suppongo vo-gliate dire bibite... con la menta? - disse quello basso.- No, “col cavolo” significa: “State freschi tutti e due!”

Il più basso mostrò un sorriso sognante. - Ah, ci portatepure un ventilatore? Voi sì che siete una persona brava ecomprensiva. - additò il dottor Giretti. - A 'a bella figliolacome voi nun manca 'o nnammurato.- Che avete capito? - strillò il magistrato come se un ele-fante le fosse montato sul dito mignolo del piede. - Nonsono l’innamorata del dottor Giretti e delle vostre richie-ste non me ne frega nulla. Voi dovete stare qua: fermi,in silenzio e senza rompermi le scatole!I due militari ammutolirono. Solo il più basso borbottòcontro il magistrato un “Appenniteve ‘o tram” ma lodisse a voce molto bassa in modo da non essere sentitodalla dottoressa. Intanto il sole cocente sembrava rinsec-chire i corpi e le menti dei quattro giocatori.Pietro domandò: - Cosa si deve fare adesso?- Puntare e cambiare le carte. - disse Artemio.Pietro gettò due banconote da cinque euro sul tavolo. -Rilancio di dieci euro e voglio cinque carte!Artemio lo guardò torvo: - A questo gioco non si pos-sono cambiare cinque carte in un colpo solo.Pietro: - Perché no?- A briscola non si cambiano cinque carte alla volta,idiota! - intervenne Tommaso, spostando la cicca da unaparte all’altra della bocca.Artemio: - Idiota sei pure tu, Tommaso. Noi non stiamogiocando a briscola.Tommaso: - Ah no? Allora che gioco è?Pietro s’illuminò: - Ho capito: questa è scala quaranta.Non vedi che stiamo usando le carte da ramino?Tommaso: - Io con questo sole che mi picchia sulla testanon ci capisco più nulla.- Poker! - intervenne Ugo, digrignando con ferocia identi. - Stiamo giocando a poker, branco di mentecatti.Come ieri e come tutte le altre volte in cui a vincere èsempre stato quel dannato di Artemio.Si leccò le labbra e si lagnò per la secchezza che provavain bocca. La mancanza di alcol iniziava a farsi sentire.Domandò: - Ho sete: si può avere qualcosa da bere?Tarcisio fece un cenno verso il bar e un ragazzo arrivòcon un vassoio pieno di boccali di birra. I quattro eranotalmente assetati che bevvero tutto d’un fiato. Tuttitranne Pietro che dopo alcune sorsate sputò la birra sullasabbia dicendo che non ne sopportava il sapore. Tom-maso cercò di togliere il portafogli dalla borsetta del ma-gistrato, ma fu bloccato dal più basso dei due carabinieri.- Tu sì’ ‘na malatia ca non voglio curà! - gli disse, dopoaverlo ammanettato alla sedia..Ugo grugnì: - Rilancio di cinquanta euro.Guardò in modo sarcastico Artemio. - Questa volta lavincita sarà mia.Tommaso domandò: - Perché, cos’hai in mano?- Fatti miei. - biascicò Ugo. - Metti i soldi e vieni a ve-dere.Artemio si sfregò le mani allegramente e gettò sul tavolouna banconota da cento euro: - Vedo i tuoi cinquanta erilancio di altri cinquanta euro.

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L’OMEOPATIA RACCONTATA

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L’OMEOPATIA RACCONTATA

Ugo lo osservò con la stessa intensità con cui il cacciatoreguarda la belva a cui vuole sparare. Era perplesso, noncapiva se l’altro stesse bluffando. Da parte sua Pietro,ormai privo di freni inibitori, guardò in modo osceno ilmagistrato e cercò di togliersi i pantaloni. Fu immobi-lizzato dai due carabinieri che legarono gli avambracciai braccioli della sedia, lasciando libere solo le mani.- Nun c'è miseria senza vizio. - gli disse il più basso deidue.Ugo voleva puntare altro denaro ma, ubriacato dal solee dalla birra, iniziò ad avere delle allucinazioni. Si misea parlare con Giuliana, la moglie che credeva gli sedesseaccanto. Lei era una ventenne bionda, slanciata, con unviso dolce e due gambe da urlo. Lui si avvicinò, le scostòil ciuffo color oro che le cadeva sulla guancia, si protesein avanti verso le labbra dischiuse, pregustandone il sa-pore. Peccato che Giuliana fosse morta quaranta anniprima e Ugo stesse cercando di baciare il più alto dei duecarabinieri.- Ti amo! - disse Ugo.- Megl esser solo c'mal accumpagnat. - fu la risposta delcarabiniere, prima di ammanettare anche lui alla sedia.Tommaso: - Io ci sto. Vedo.Ugo: - Anch’io voglio vedere.Pietro: - Io pure. Vedo.Guardò verso Ortensia Pecca. - Vorrei avere le mani li-bere per... - ma il più alto dei carabinieri gli mise unamano sulla bocca. - Vicin'a sessantina, lassa 'a femmena

e piglia 'o vino. - gli sussurrò in un orecchio.Tarcisio ordinò: - Per favore, signori, fate vedere le vostrecarte così stabiliamo chi ha vinto.A turno i quattro mostrarono le loro carte.Tommaso aveva una coppia di donne, Pietro un tris dinove, Ugo un poker di dieci. Artemio un poker d’assi edisse: - Calo le carte e mi prendo tutti i soldi, come alsolito!Pietro, appena udì il verbo calare, cercò subito di liberarsile mani, e disse: - Anch’io calerei... se solo potessi...Ugo avrebbe voluto aggiungere qualcosa, ma era troppooccupato a sedurre il carabiniere che lui continuava ascambiare per la moglie. Tommaso, nonostante fosse le-gato, riuscì a sfilare il portafogli dalla tasca del carabinierepiù basso che, accortosi dello scippo, con il suo manga-nello lo picchiò sulle mani. - Me pare Pascale passaguai. Tarcisio: - Bene a questo punto la partita finisce qua. Ioho già capito quello che volevo sapere.Ortensia Pecca, sorrise, finalmente contenta: - Davvero?- Certamente. Per chi conosce l’omeopatia il nome dell’as-sassino è ovvio. Per te, che non sai, adesso ti illumino io.- Finalmente! - esclamo il magistrato. Poi, però, si portòle mani alla fronte e scosse la testa. - Anzi no, lascia stare.Sono talmente stordita da questo sole che non capireiuna sola parola di quello che dici. g

Prova a dare una tua soluzionee poi confrontala con quella che si trova a pagina 48

Gino Santini - Mi sono imbattuto in un caso molto particolare (fral'altro è un amico) di febbre periodica. Fosforico, soffre da una decinadi anni di questi episodi febbrili che si trascinano con temperaturetra 38°C e 40°C per 30-40 giorni, senza altri sintomi, per poi sparireper mesi e tornare all'improvviso. Niente genesi infettiva o autoimmune, né di tipo reumatico. Ovviamente sta meglio con terapia cortisonicaad alto dosaggio. Ho fatto diagnosi iniziale di febbre familiare mediterranea (che comunque mi sono andato a rivedere), ma l'esame geneticosusseguente è stato negativo. Una collega genetista mi ha suggerito una ricerca genetica per la TRAPS (Sindrome febbrile periodica associataal recettore del TNF) che, effettuata, ha dato esito non positivo (nel senso che hanno escluso l'omozigosi, ma non completamente l'ipotesidiagnostica). Omeopaticamente risponde benino al Ferrum phosphoricum, che ci permette di ridurre al minimo il cortisone, ma periodicamenteriparte lo stress. Come me, anche lui pensava che il suo problema potesse essere risolto omeopaticamente: mi aiutate a dargli ragione? :-)

Marialucia Semizzi - La febbre che caratteristiche ha? Concomitano variabili soggettive costanti (emozioni, stress lavorativo nei giorni precedentil'attacco, consumo di maggiori quantita' di certi cibi, eventi climatici, etc.)? Anch'io avrei pensato come te alla febbre periodica familiare mediter-ranea... Ha fatto VES e PCR in acuzie? E Rx torace per versamento pleurico? A me viene in mente Bryonia... ma in effetti non ci hai dato elementiper valutare.

Luigi Turinese - Non vedendo il caso possiamo solo tentare un improbabile juke-box. Però, però... Talora i fosforici, se hanno un'impronta muriatica,rispondono bene, nelle febbri sine materia, ad Apis: che non a caso è l'acuto di Natrum muriaticum (proponibile come rimedio di fondo, dunquecon intento preventivo).

Gino Santini - Con lui utilizzo sempre Natrum muriaticum come farmaco di fondo da quando questo medicinale ha risolto molto rapidamentedelle eruzioni cutanee molto pruriginose (non sempre collegate alla febbre). Queste problematiche di pelle peggioravano (guardacaso!) quandoandava in piscina. Confesso di non avere pensato ad Apis durante le crisi, ma alla prossima occasione...

Tiziana Di Giampietro - ...e spesso i muriatici che fanno febbri che aggravano dopo pranzo, senza sete e traspirazione sono dei Tubercolinici (odei Malarici secondo una delle diatesi di Shankaran) e le febbri del tuo amico tanto le ricordano. Io darei China 5CH bis in die oltre ai rimedi propo-sti.

Paola Matteassi - Scusate provo a dire anche la mia... da farmacista. E’ stata fatta anche la ricerca del plasmodio della malaria, che sembra co-minciare essere comune anche da noi, che abitiamo vicino a Ravenna o magari è andato viaggiando in qualche paese a rischio. Magari ci aveteanche già pensato. Oppure un’altra malattia del genere. g

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...

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SPOTLIGHT

SpotlightLa ricerca scientifica in Medicina Integrata

a cura di gino SantiniSegretario Nazionale SIOMIDirettore ISMO, Istituto di Studi di Medicina Omeopatica, RomaE-mail: [email protected]

In collaborazione con:

Un complesso omeopaticoper la mastite bovinaEléonore Aubry, Marie-Noëlle Issautier, Didier Champomier, Laurence Ter-zan - Early udder inflammation in dairy cows treated by a homeo-pathic medicine (Dolisovet®): a prospective observational pilotstudy - Homeopathy, 2013, 102 (2), 139-144.

La mastite bovina è una patologia infettiva forte-mente condizionata da fattori legati in parte al-l’animale (razza, ordine di parto, stadio di

lattazione, livello produttivo, caratteristiche morfologi-che) ed in parte alle condizioni di allevamento (livello dimanagerialità, igiene dell’allevamento, presenza di let-tiera, condizioni eanutenzione della mungitrice, correttaesecuzione della mungitura, trattamenti endomammarinon asettici). Un complesso omeopatico in pomata peruso topico composto da Belladonna 1DH, CalendulaTM, Echinacea 1DH e Dulcamara 1CH, è indicato, inFrancia, per il ripristino della funzione mammaria nellevacche affette da mastite e vanta guarigioni rapide e com-plete in una alta percentuale di casi, con flogosi ed in-gorgo mammario iniziale. Lo studio pilota di tipoprospettico ha riguardato 31 aree mammarie vaccinaliaffette da infiammazione batterica ed ha valutato l’effi-cacia del prodotto in relazione al ripristino di una pro-duzione normale di latte, alla scomparsa dei segni diflogosi ed al ripristino della struttura ghiandolare valu-tata con metodiche elettriche incruente di tipo impen-denziometrico. Si è così visto che il complesso omeo-patico è in grado di combattere l’infezione e ripristinarela funzione mammaria in 4-7 giorni. g

Con l’omeopatia si riduce l’incidenzadel cancro della prostataWayne B. Jonas, Jaya P. Gaddipati, N. V. Rajeshkumar, Anuj Sharma, RajeshL. Thangapazham, Jim Warren, Anoop K. Singh, John A. Ives, Cara Olsen,Steven R. Mog, Radha K. Maheshwari - Can Homeopathic TreatmentSlow Prostate Cancer Growth? - Integrative Cancer Ther, 2006, 5 (4),343-349.

Il gruppo di Jonas Wayne pubblica su IntegrativeCancer erapies uno studio che afferma che i ri-medi più spesso prescritti nel cancro della prostata

sono Conium maculatum, Sabal serrulata, uja occi-dentalis e Carcinosinum. Lo studio si proponeva di per-seguire diversi risultati: investigare gli effetti di questimedicinali omeopatici su linee cellulari di cancro pro-statico DU 145, LNCaP e MAT-LyLu; verificarne gli ef-fetti su crescita e progressione in vivo in un modello ditopo Copenaghen adoperando cellule di Ca prostata

MAT-LyLu; esplorarne i possibili meccanismi di azionenel caso si osservino effetti modulatori del cancro. Le in-dagini sono state effettuate: su prelievi autoptici degli or-gani coinvolti sottoposti a tecniche istopatologiche e diWestern Blot, di valutazione immunoistochimica siadella proliferazione cellulare che del numero delle celluleapoptotiche; su cellule in coltura valutandone l’espres-sione genica (connessa alla attività apoptotica); su topiCopenaghen compresi tra 4 e 5 settimane di età, neiquali sono stati inoculati i medicinali omeopatici per 5settimane, valutando l’incidenza della patologia tumo-rale, l’accrescimento della massa tumorale, la presenza dimetastasi e la mortalità. I dati sono stati verificati in dop-pio cieco, randomizzati e paragonati con gruppo di topinon trattati. La somministrazione dei rimedi omeopatici,suggerita dai consulenti dello studio, è stata per cinquesettimane con questa successione: il primo e il quartogiorno della settimana uja, il secondo e il quintogiorno Conium, Sabal il terzo, il sesto e il settimo giornoCarcinosinum. La valutazione finale sia degli effetti invitro che in vivo è stata favorevole ai rimedi omeopaticinon solo per il minor numero di soggetti che hanno svi-luppato il tumore, corrispondenti al 23% in meno ri-spetto al gruppo di controllo, ma anche per la riduzionedelle dimensioni del tumore nei soggetti trattati omeo-paticamente, il 38% in meno. Ai rilievi autoptici, i topitrattati omeopaticamente presentavano il 19% in più dimorte nelle cellule apoptotiche e una minore espressionedi marcatori di apoptosi. g

Trattamento omeopaticodell’insonnia legata agli stati di ansiaLuigi Coppola, Fabio Montanaro - Effect of a homeopathic-complexmedicine on state and trait anxiety and sleep disorders: a retro-spective observational study - Homeopathy, 2013, 102 (4), 254-261.

Un complesso omeopatico contenente sei diversesostanze tutte alla 6CH (Abrus precatorius,Aconitum napellus, Belladonna, Calendula offi-

cinalis, Chelidonium majus e Viburnum opulus) è statoutilizzato in uno studio è stato di tipo osservazionale, inaperto, e ha riguardato 71 pazienti, 50 donne e 21 uo-mini, seguiti presso il Dipartimento di Nutrizione e Me-dicina Complementare dell’Azienda Ospedaliera “G.Rummo” di Benevento affetti da disturbo ansioso. Ladiagnosi è stata stabilita sulla base del questionario STAI-Y in caso di score ottenuto superiore a 20. La qualità delsonno è stata valutata sulla base di un self-report da partedel paziente relativo al numero di risvegli notturni e alnumero delle ore trascorse senza dormire; il questionario

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SPOTLIGHT

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STAI-Y è stato somministrato in occasione della primae della seconda consultazione. I risultati hanno mostratoun miglioramento significativo (p<0,0001) dello scoreSTAI-Y e un significativo miglioramento della qualitàdel sonno, con una riduzione del numero di risvegli del42% (p<0,0001). g

I benefici dei pazienti oncologicitrattati con Medicina IntegrataAndrea Bonacchi, Lorenzo Fazzi, Alessandro Toccafondi, Maurizio Cantore,Andrea Mambrini, Maria Grazia Muraca, Grazia Banchelli, Mauro Panellae,Francesca Focardi, Roberto Calosi, Francesco Di Costanzo, Massimo Rosselliand Guido Miccinesi - Use and Perceived Benefits of Complemen-tary Therapies by Cancer Patients Receiving Conventional Treat-ment in Italy - J Pain Symp Management, 2014, 47 (1), 26-34.

Più di ottocento pazienti provenienti da sei dipar-timenti oncologici italiani sono stati intervistatisull’uso delle Medicine Complementari (MC)

sulla base di due questionari tesi ad indagare il distresspsicologico e sulla resilienza di tratto chiamata senso dicoerenza (SOC); i pazienti arruolati nello studio presen-tavano differenti siti di tumore primario e si trovavanoin differenti fasi della malattia e del processo di cura. Almomento dell’analisi il 37,9% dei pazienti stava utiliz-zando una o più tipologie di MC: dieta e integratori(27,5%), erbe (10,8%), omeopatia (6,4%) e terapiemind-body (5,5%). E’ stato rilevato che il contesto ita-liano è caratterizzato da un’alta percentuale di pazientiche informano i loro medici sull’uso delle MC (66,3%)e che ne hanno sperimentato i benefici (89,6%), mentreil 75,2% dei pazienti aveva già usato MC in passato.Un’analisi multivariata ha rivelato che le pazienti donnegiovani che in precedenza avevano già usato MC in pas-sato, apparivano più propense a ricorrere nel presenteall’uso di almeno una tipologia di MC, con i predittoridell’uso che variavano a seconda del tipo. Tra i fattoripsicologici, il SOC era positivamente associato all’uso diMC sia nel passato che nel presente: il paziente oncolo-gico italiano che ricorre alla terapia oncologica integrata(protocollo tradizionale coadiuvato dalle medicine com-plementari e dalle discipline bionaturali) risulta più ade-rente al trattamento ed i tratti della sua personalitàappaiono più in equilibrio. g

Berberis vulgaris 200CHnella calcolosi renale dei rattiVasavan Jyothilakshmi, Ganesan Thellamudhu, Alok Kumar, Anil Khurana,Debadatta Nayak and Periandavan Kalaiselvi - Preliminary investiga-tion on ultra high diluted B. vulgaris in experimental urolithiasis- Homeopathy, 2013, 102 (3), 172-178.

Gli Autori hanno condotto uno studio sistema-tico con una formulazione omeopatica (alla200CH) di radici di Berberis vulgaris che ve-

niva poi utilizzato in ratti ai quali era stata indotta unaiperossaluria con glicole polietilenico (EG). I ratti sonostati suddivisi casualmente in quattro gruppi costituitidi sei ratti ciascuno: il gruppo 1 era quello non trattato;il gruppo 2 ha ricevuto EG per 28 giorni per indurre unaiperossaluria di basso grado e generare calcoli di ossalato

di calcio a livello renale; il gruppo 3 ha ricevuto una pre-parazione omeopatica alla 200CH di Berberis sommini-strata per sonda gastrica insieme alla soluzione di GE; ilgruppo 4 ha ricevuto solo Berberis 200CH per 28giorni. Sono stati rilevati sia il livello degli ossalati urinariche i livelli degli enzimi urinari, che rappresentano unaspia precoce dell’insufficienza renale in un ampio spettrodi patologie tra cui la glomerulonefrite interstiziale e latubulopatia. I risultati hanno evidenziato la significativariduzione dell’escrezione di tali enzimi nel gruppo trat-tato con la preparazione omeopatica di Berberis ai qualiera stata indotta l’iperossaluria L’effetto protettivo, se-condo gli Autori, potrebbe essere attribuito alla sua ca-pacità di sostenere l’integrità della membrana cellulare ela stabilità lisosomiale e di prevenire quindi sia il dannoglomerulare che tubulare. Il recupero complessivo dellafunzionalità dovuto al Berberis può essere correlato al-l’inibizione dell’espressione di iNOS e della sintesi diNO nel tessuto renale, evidenziandone così il suo effettoantiinfiammatorio (mediante inibizione della lipossige-nasi) e antiossidante peraltro già noto. g

La teoria omeopatica della tosseAlessandro Zanasia, Massimiliano Mazzolinia, Francesco Tursi, AntonioMaria Morselli-Labate, Alexandro Paccapelo, Marzia Lecchi - Homeopa-thic medicine for acute cough in upper respiratory tract infec-tions and acute bronchitis: A randomized, double-blind,placebo-controlled trial - Pulm Pharmacol Ther, 2014, 27 (1), 102-108.

In uno studio italiano condotto su 80 pazienti contosse produttiva dovuta ad affezione acuta non com-plicata delle vie aeree superiori, gli autori si sono pro-

posti di verificare la efficacia della terapia omeopaticautilizzando anche il placebo e il doppio cieco. I pazientidel gruppo attivo hanno assunto uno sciroppo conte-nente Pulsatilla 6CH, Rumex crispus 6CH, Bryonia3CH, Ipecacuanha 3CH, Spongia tosta 3CH, Sticta pul-monaria 3CH e Drosera TM. Lo sciroppo è stato as-sunto per 7 giorni alla dose di 15 ml per 4 volte al di. Ipazienti del gruppo placebo hanno assunto con lo stessoschema di dosaggio uno sciroppo contenente estatto diglucosio, etanolo, acido benzoico e caramello. I risultatihanno mostrato un miglioramento significativo delloscore attribuito alla tosse nel gruppo attivo dopo il se-condo giorno di terapia rispetto al gruppo placebo rag-giungendo i 4° e 7° giornata una significatività evidente(p<0.001 e p=0.023, nel gruppo attivo e nel gruppo pla-cebo rispettivamente). La viscosità dell’espettorato è statamisurata in 53 degli 80 pazienti (25 attivi, 28 placebo).Si è registrata in entrambi i gruppi una riduzione signi-ficativa della viscosità ma, in modo più marcato nelgruppo verum. La terapia utilizzata risulta quindi efficacenella gestione del sintomo tosse dovuto ad affezioni acutedelle vie aeree. Gli autori, nel commentare i risultati ot-tenuti, segnalano come le sostanze contenute nello sci-roppo utilizzato, usate a basse diluizioni centesimali, equindi ancora fisicamente dosabili, sono dotate di atti-vità antiossidante e fluidificante sulle secrezioni, for-nendo quindi una adeguata spiegazione fisiopatologicaai risultati ottenuti. g

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QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA

L’asma è definita come una malattia infiammatoriacronica del tratto respiratorio, caratterizzata daepisodi di tosse e dispnea che regrediscono spon-

taneamente o dopo terapia. Oramai il concetto di in-fiammazione nella patogenesi di questa malattia èpienamente affermato e lo dobbiamo alla intuizione diNadel, ricercatore di San Francisco, che verso la finedegli anni ottanta prese una posizione critica nei con-fronti del concetto, allora prevalente, che l’asma fosseuna malattia su base esclusivamente ostruttiva bron-chiale. Nadel ipotizzò, infatti, che i meccanismi patoge-netici consistessero in una labilità dei meccanismi diirrorazione sanguigna della mucosa bronchiale, con con-seguente edema e restringimento del calibro dei bron-chi.Come si può intuire, il passaggio da questa sua ipotesialla definizione dei meccanismi di flogosi fu abbastanzaagile, con ricadute ovvie sul piano terapeutico: fino aglianni ottanta la terapia si basava essenzialmente sull’usodei broncodilatatori, da quel momento in poi si affermòin modo sempre più significativo l’uso degli antiinfiam-matori, soprattutto per quanto riguarda la terapia cro-nica dell’asma, riservando ai broncodilatatori il soloruolo terapeutico della fase acuta.La infiammazione è sostenuta da meccanismi immuno-logici molto complessi e ancora non completamenteidentificati, che prevedono l’intervento di cellule depu-tate, citochine, chemochine, fattori di adesione e varimediatori, tanto da rendere impegnativa la strategia te-rapeutica che, idealmente, dovrebbe essere in grado diaffrontare di volta in volta il meccanismo prevalente. Ov-viamente i cortisonici topici sono adatti ad ogni eve-nienza grazie al loro vasto campo di indicazioni che livede efficaci in tutte le strategie terapeutiche, grazie alloro effetto genomico in grado di modulare tutte le atti-vità biochimiche ad effetto proinfiammatorio e coinvoltenella patogenesi della malattia. Nel 2012, in un edito-riale su Journal Allergy and Clinical Immunology, dal ti-tolo eloquente “ e paradox of etherogeneity”, Drazen,(J Allergy Clin Immunol, 2012) segnalava proprio comeil ricorso generalizzato ai corticosteroidi topici, che agi-scono comunque, qualunque sia a funzione immunolo-gica coinvolta, finisce per interferire con il progressodella ricerca farmacologica nel settore, tutti i targets te-rapeutici vengono immolati sull’altare dei cortisonici to-pici. In realtà le strategie terapeutiche convenzionali sonoferme al palo, negli ultimi 30 anni soltanto due nuovigruppi di faramaci sono arrivati alla ribalta, gli antileu-cotrieni e gli anti-IgE, in quanto gli altri farmaci attual-mente a disposizione non sono altro che evoluzioni di

molecole già in uso come i beta-2-stimolanti e i cortiso-nici topici. Il futuro, neanche tanto lontano, vedrà pro-porre farmaci soprattutto di tipo biologico.Un’altra debolezza della medicina convenzionale nel ge-stire l’approccio diagnostico-terapeutico nei confrontidell’asma, è rappresentata dalla difficoltà a rintracciaredei criteri per definire i fenotipi, cioè le specificità clini-che dei pazienti in grado di orientare, idealmente, unaterapia specifica per quel paziente: dopo la scoperta delgenoma si è affermato, in medicina, un interesse rile-vante per la possibilità di mettere a disposizione dei pa-zienti terapie cosiddette “tailored” (ritagliate) che, basatesulla identificazione del genoma di quel paziente, sianoin grado di ottenere il massimo dell’effetto terapeutico esenza effetti collaterali; forse a metà di questo secolo loscopo sarà raggiunto, oggi la disponibilità di una produ-zione personalizzata di farmaci comporterebbe una spesaindividuale annua di circa 50.000,00 euro!

Le condivisioniIn base a quanto detto, già siamo in grado di individuarealcuni argomenti di riflessione che derivano da conside-razioni sull’asma e, in particolare, sull’approccio ad essada parte della medicina convenzionale. Intanto i mecca-nismi patogenetici, intanto la definizione dei fenotipi,intanto la personalizzazione della terapia. Perché partireda questi argomenti? Perché sono argomenti che inomeopatia sono stati già affrontati, con risultati ancheinteressanti.La definizione dei meccanismi patogenetici alla basedella malattia asmatica, come di altre malattie d’altronde,non ha un ruolo fondamentale nell’approccio alla curain omeopatia. L’espressione di un segno o di un sintomorappresenta il meccanismo patogenetico che è alla basedi esso: la febbre con le manifestazioni che l’accompa-gnano (congestione del volto, abbattimento, cefalea) èla rappresentazione degli effetti che l’IL1, o pirogeno en-dogeno, produce sull’individuo in corso di una malattiainfettiva e, allo stesso modo, il colorito giallo della cuteè l’espressione dell’aumento della bilirubina nel sangue.Anche la defizione del fenotipo di una malattia, in me-dicina convenzionale, si può basare su vari parametri,spesso di tipo anamnestico (nell’asma la presenza di fa-miliarità oppure il tipo di fattori scatenanti), a volte ditipo funzionale (nell’asma la reversibilità o meno dellabroncostruzione dopo somministrazione di un bronco-dilatatore) o metabolico (lo studio del metaboloma). Ra-ramente però, se non in alcuni campi della sindro-mologia, ci si affida a criteri di tipo morfologico, come

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Il contributo dell’omeopatia

Francesco macrìVicepresidente SIOMI, professore aggregato di pediatria, Università “Sapienza”, RomaE-mail: [email protected]

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avviene invece in omeopatia, ambito nel quale il morfo-tipo viene collegato a caratteristiche funzionali o fisio-patologiche del soggetto, tanto da individuare nelBiotipo il concetto che le racchiude.Così il soggetto carbonico, fatto morfologicamente in uncerto modo, con caratteristiche personali specifiche,esprime a livello biochimico e biologico in senso allar-gato, funzioni collegate all’attività preminente del fo-glietto embrionale interno, endoderma; questo soggettolo chiameremo anche endoblasta e il suo assetto funzio-nale sicotismo. Alla sua immagine morfofunzionale cor-risponderanno, pertanto, meccanismi di tipo fisio-patologico già definiti e, per quanto riguarda l’asma, pre-sumibilmente, in lui, ci dobbiamo aspettare una preva-lenza di fenomeni legati alla flogosi mucosale, più chealla componente broncostruttiva o a quella ipersecretiva,pertinenze di altri biotipi (sulfurico, fosforico, ndr). Allostesso modo non sfuggirà che, se un sintomo dell’asmain un paziente si modifica a seguito di cambiamenti am-bientali e in modo specifico per quel paziente, è plausi-bile che alla base di queste modificazioni del sintomoesista la prerogativa biologica di quel soggetto, fatta divarianti recettoriali o enzimatiche, come la genetica cista insegnando da tempo.In ultimo la terapia individualizzata. Non è l’omeopatiala disciplina in cui questo concetto della terapia perso-nalizzata ha avuto particolare affermazione? “Cura il ma-lato con quella malattia” è uno dei paradigmi dell’omeo-patia e la rappresentazione più incisiva di questa princi-pio è data dal concetto del “tipo sensibile”, cioè il sog-getto che in fase di sperimentazione patogenetica(somministrazione ad un soggetto sano sostanze in dosiponderali fino a provocare dei sintomi) presenta sintomiin modo più significativo rispetto agli altri e questo sog-getto, da paziente, risponderà in modo più intenso anchealla stessa sostanza usata diluita in fase di malattia.Tutto ciò a conferma del fatto che vari problemi oggi di-battuti nella medicina convenzione sono da sempre in-seriti nella stessa struttura teorica della dottrina omeo-patica.

La terapia omeopatica dell’asmaNell’affrontare questo argomento dobbiamo avere chiaroun concetto ed è che la terapia dell’asma in omeopatiaclinica, come avviene in medicina convenzionale, devededicarsi sia alla gestione della fase acuta che alla terapiadi fondo (diremo di “terreno” in omeopatia). Tra la me-dicina convenzionale e l’omeopatia esistono però delledifferenze: nella fase acuta l’omeopatia non è in grado diavere un effetto immediato come può avere un bronco-dilatatore beta adrenergico (il salbutamolo per via inala-toria agisce già dopo pochi minuti) e, nella terapia difondo, la medicina convenzionale basa il suo interventosul concetto di “controllo” e quindi lo scopo che si pre-figge (vedi le principali Linee Guida internazionali,GINA o BTS) è di contenere i sintomi del paziente,avendo come primo scopo quello di consentire una vitanormale e, come scopo accessorio auspicabile, il realiz-zarsi di una spontanea guarigione mentre, nella medicinaomeopatica, la guarigione rappresenta lo scopo priorita-

rio.In realtà, d’accordo con Colin, potremmo individuaresei livelli di risultato con l’omeopatia nella terapia del-l’asma: peggioramento, situazione invariata, migliora-mento con riduzione del carico della terapiaconvenzionale, miglioramento con sospensione della te-rapia convenzionale, miglioramento senza poter sospen-dere la terapia omeopatica, guarigione completa senzanecessità di terapia.Nella fase acuta, quindi, in base a quanto detto, la som-ministrazione di beta due stimolanti per inalazione è in-dispensabile, almeno nella terapia di attacco, e lacontemporanea somministrazione del farmaco omeopa-tico potrà comunque consentire più rapidamente la so-spensione dei broncodilatatori. E quale farmaco? Quiinterviene la fenomenologia: antimonium tartaricumquando è presenta un forte difficoltà alla eliminazionedelle secrezioni, con peggioramento in posizione oriz-zontale; Kalium carbonicum quando si verifica un peg-gioramento dopo mezzanotte con sollievo stando sedutosul letto con i gomiti appoggiati sulle ginocchia; Ipecase la tosse porta al vomito o comunque comporta nausea(adatta soprattutto nelle fasi iniziali con tosse secca e in-sistente); Spongia tosta se la tosse è abbaiante e soprat-tutto notturna; Hepar sulphuris per una tosse secca dinotte e umida di giorno; drosera rotundifolia per unatosse accessuale che ricorda la pertosse; arsenicumalbum per una tosse con peggioramento tra l’1 e le 3 dinotte in un soggetto ansioso che riferisce bruciore nellevie aeree, etc. I farmaci possono anche essere associatiquando le loro caratteristiche si presentano contempo-raneamente e la diluizione, tranne rare eccezioni, saràuna bassa diluizione (dalla 5CH alla 9CH) e la frequenzadelle somminitrazioni sarà stabilita in base all’intensitàdel sintomo.La terapia di fondo, o per così dire di terreno, si basa sufarmaci individuabili sulla base di alcune principali mo-dalità di scelta: studio della costituzione, del modello re-attivo o del tipo sensibile. Ognuna di queste impostazionisi basa su criteri diversi e il medico adotta, in generale,quella che gli è più congeniale per esperienza fatta, perriscontri favorevoli dell’efficacia, per i dati personali re-lativi al singolo paziente. Ovviamente, in linea teorica,qualunque sia il modello scelto per le prescrizione tera-peutica, ci si dovrebbe aspettare che il risultato finale pre-scrittivo sia sempre lo stesso, anche se, in realtà, a volte,in qualunque dei tre ambiti si stia operando, la primaprescrizione può servire a delucidare il quadro, in mododa rendere più adeguate le prescrizioni successive, e ciòpuò render conto del fatto che ci possano essere delle dif-ferenze tra le prescrizioni, dovute alla prospettiva tera-peutica che il medico si è prefisso. Non siamo in grado,in considerazione del taglio di questa trattazione, di scen-dere in dettaglio sui singoli farmaci, anche perché, con-trariamente al farmaco per la fase acuta che si caratterizzaper pochi elementi clinici e anamnestici, i farmaci per laterapia di terreno sono in generale dei policresti (cioèfarmaci che in fase di sperimentazione patogenetica sonoin grado di evocare sintomi numerosi, anche alcune cen-tinaia) per cui per illustrare le indicazioni di ognuno sa-rebbe necessaria una trattazione a parte.

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Vale però, sicuramente, la pena di indicare, in forma dielenco, quelli che, nei lavori in letteratura dedicati all’ar-gomento, risultano essere di più frequente riscontro.La tabella sotto riportata è tratta dal lavoro di Colin eriporta in ordine alfabetico i farmaci usati nel gruppo dipazienti asmatici studiati. La sigla “pulm” significa pul-monary (asma), la sigla “ent” significa eyes-nose-troath(oculorinite) e, in riferimento ai pazienti asmatici, si puònotare nella tabella il numero dei pazienti che ha rice-vuto la prescrizione dei singoli farmaci e ciò sia per ibambini che per gli adulti. Per i bambini si segnalanocome i più frequenti Calcarea carbonica, Calcarea pho-sphorica, Lycopodium, Pulsatilla, Silicea, per gli adultiArsenicum album, Arsenicum iodatum, Pulsatilla, Na-trum muriaticum e Sepia.Un discorso a parte rigurda l’isoterapia, tecnica chesfrutta la somministrazione in diluizione infinitesimaledella sostanza che provoca il sintomo in quel pazientemalato (e non della sostanza che provoca il sintomo nelpaziente sano durante la sperimentazione patogenetica)e, nel caso dell’asma, si tratta di diluizioni dell’allergenecui il paziente, in caso di asma allergica, è sensibile. Glistudi in tale ambito li dobbiamo al gruppo di Reilly eTaylor (BMJ, 2000, 321: 471-476) di Glasgow, che indiversi lavori hanno dimostrato come diluizioni centesi-mali Hahnemanniane di allergeni (pollini di graminacee,acari della polvere) sono in grado di ridurre in modo si-gnificativo i sintomi, la necessità di ricorso a farmaci onrelief, la reattività bronchiale misurata con il test alla car-bacolina. Sulla base di quanto detto, il modello della te-rapia, in una tecnica di prescrizione orientata verso ilpluralismo che ammette in contemporanea l’uso di piùfarmaci, la terapia può essere articolata su tre livelli: laterapia di terreno (sempre), la isoterapia (nei pazienti concomponente allergica), la terapia del sintomo (in faseacuta). Citiamo alcuni dei lavori più significativi sull’ar-gomento.

Colin e coll nel 2006, già citati, pubblicano dei dati sud-dividendo, in base all’andamento clinico, i pazienti insei categorie: peggioramento, situazione invariata, mi-glioramento con riduzione del carico della terapia con-venzionale, miglioramento con sospensione della terapiaconvenzionale, miglioramento senza poter sospendere laterapia omeopatica, guarigione completa senza necessitàdi terapia. Gli autori concludono che per quanto ri-guarda l’asma, i bambini si dispongono nelle tre ultimecategorie, quelle indicative di effetto positivo della tera-pia, in 19 casi su 22 (86%), gli adulti in 15 su 22 (75%).Launso e coll (Homeopathy, 2006) riportano a con-fronto dati riguardanti la risposta alla terapia per allergierespiratorie prescritta dal General Practicioner e dal Clas-sic Homeopathic Doctor, segnalando che le percentualidi miglioramento significativo sono del 56,6% conl’omeopatia vs il 23,5% con la terapia convenzionale, ilpeggioramento si ha nel 5.7% dei pazienti omeopaticivs il 2,9 % dei pazienti convenzionali, i sintomi restanoinvece invariati nel 37,6% e nel 73,5% dei casi rispetti-vamente.Diversamente dal pluralismo l’approccio unicista si pre-figge l’obiettivo di individuare il farmaco omeopatico, ilsimillimum, sulla base della repertorizzazione dei sin-tomi, una tecnica che attribuisce un peso diverso alle ca-ratteristiche con cui la sintomatologia si esprime,privilegiando i sintomi espressione della reattività indi-viduale rispetto a quelli caratteristici della sostanza dautilizzare, grazie ad una valutazione complessa della sto-ria anche personale del paziente e ad un’attenta conside-razione degli aspetti mentali che lo caratterizzano.In conclusione l’omeopatia, nell’approccio alla terapiadell’asma bronchiale, offre un esempio di come alcuniaspetti nella sua impostazione metodologica trovino ri-scontro nel modello terapeutico convenzionale, con ri-svolti positivi sul piano della efficacia del trattamento. g

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Tabella da Colin P.,“Homeopathy and

respiratory allergies:a series of 147

cases”, Homeopathy,2006 Apr; 95(2):

68–72.

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Il contributo della fitoterapia

rosaria FerreriConsigliere SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataMedico esperto in omeopatia del Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di PitiglianoE-mail: [email protected]

Come quindi è ben noto l’allergia, nelle sue variemanifestazioni morbose, è in aumento nelmondo; i fenomeni allergici possono avere ma-

nifestazioni cliniche a carico delle vie aeree e della cute,ma sono in aumento anche le manifestazioni a caricodell’apparato digerente. Nel corso degli ultimi decennivi è stata una tendenza alla crescita di tali affezioni, cosìcome si è osservato anche per altre patologie da disrego-lazione del sistema immunitario (patologie autoim-muni).Le piante medicinali che possono essere utilizzate incorso di patologie respiratorie allergiche sono numerose;in questa breve esposizione ne prenderemo in conside-razione alcune tra le più interessanti e anche qualcunameno conosciuta come pianta anti allergica.

Ribes neroRibes nigrum L., della famiglia delle Saxifragaceae (Gros-sulariaceae). Se ne utilizzano le foglie (fresche o dissec-cate), i frutti e i semi (olio). I costituenti principali sonodiversi. Nelle foglie: polifenoli; flavonoidi (rutina, iso-quercitrina, kempferolo); tannini; diterpeni; glicosididella miricitina e dell’isoramnetina; olio essenziale. Neisemi: lipidi; trigliceridi ricchi in acidi grassi polinsaturi(serie Omega 6 e 3); di- e tri- terpeni; tannini; acidi fe-nolici. Nei frutti: vitamina C; flavonoidi; antociani; acidiorganici (malico, glicolico, ossalico, tannico). E’ antin-fiammatorio, antitrombotico (semi); antinfiammatoriogenerale o locale, antiallergico, diuretico, astringente (fo-glie); vasoprotettore, vitaminizzante, ipotensivo, spasmo-litico (frutti). Alla differenza di localizzazione deiprincipi attivi corrisponde un differente impiego del fi-toderivato: sindromi reumatiche, allergie e oculoriniti al-lergiche, flogosi dell’apparato respiratorio e coadiuvantenell’asma (foglie); colesterolo, patologie cardiovascolari(semi); disturbi visivi, emorroidi, disturbi del microcir-colo, diarrea (frutti).Il Ribes nero è una pianta dalle molteplici applicazioniin fitoterapia per la ricchezza dei componenti attivi pre-senti in tutta la pianta. Del Ribes nero si utilizzano in-fatti sia le foglie, che i frutti che i semi. I semi del Ribesnero sono ricchi di acidi grassi poliinsaturi che agisconoinibendo le prostaglandine e le ciclo-ossigenasi e deter-minando la caratteristica attività antiallergica dell’olio.Le foglie, soprattutto preparate come macerato gliceri-nato, vengono utilizzate per contrastare tutte le formeinfiammatorie generali e locali, sia di origine infettivache immunologica, a livello cutaneo o per le vie respira-torie. Il Ribes nigrum macerato glicerinato è ritenuto il

fitoterapico dell’allergia per eccellenza. Si ritiene che ilfitocomplesso delle foglie esplichi la propria attività sti-molando in modo selettivo la corteccia surrenalica, atti-vando i meccanismi antinfiammatori. Le proprietàantinfiammatorie del Ribes nero sono poi associate aquelle antiallergiche, sulla base di un’ azione desensibi-lizzante, simile a quella del cortisone, e immunostimo-lante.Il Ribes nero è considerato uno dei migliori antinfiam-matori e antiallergici utilizzati in fitoterapia, tanto da es-sere paragonato ad un “cortisone naturale”. Il fruttousato come tale, innalza le difese immunitarie per l’altocontenuto di vitamina C ed è utile per la visione per l’at-tività antiossidante e protettiva dei glucosidi antocianici.E’ inoltre indicato nella insufficienza venosa degli artiinferiori, nelle emorroidi, nella fragilità capillare cutanea.Preparazioni di Ribes sono indicate nelle convalescenze,nelle astenie ed è noto per essere uno dei rimedi tradi-zionali per il trattamento delle diarree soprattutto infan-tili. I semi sono una fonte elettiva di acidi grassipolinsaturi della serie omega 6, soprattutto GLA(gamma linolenico, 15%) e della serie omega 3, rappre-sentati dall’ALA (alfa-linoleico 12-14%), presenti nel-l’olio sotto forma di trigliceridi. Grazie alla presenza ditali acidi grassi, all’olio di Ribes nero sono ascrivibili pro-prietà antinfiammatorie e antitrombotiche. Infatti ilGLA è precursore della prostaglandine PGE1 e l’ALA èprecursore dell’acido eicosapentenoico (EPA), da cui de-rivano prostaglandine e trombossani, scientificamentedimostrati quali fattori antiaggreganti piastrinici e an-tinfiammatori. Si ritiene inoltre che il Ribes possa eser-citare una azione positiva nei processi flogistici. I semihanno proprietà astringente per la presenza di tannini.Il Ribes ha un’ottima tolleranza e non presenta partico-lari controindicazioni alle dosi consigliate.Si consiglia di usare con cautela nei pazienti ipertesi.L’olio dai semi è sconsigliato in soggetti in trattamentocon anticoagulanti. Non assumere in caso di epistassi oalterazione della coagulazione. Non somministrare ingravidanza e allattamento. Forme farmaceutiche e posologia. Frutti succo: 30ml /3volte al dì (antinfiammatorio). Frutti ES: 300 mg / 1-2cps al dì (vasoprotettore). Foglie infuso: 2-4 g di polverein 200 ml / 3 volte al dì (diuretico, antinfiammatorio,antiallergico). Foglie ES: 200 mg / 3 vv al giorno. MG:100 gc (antiallergico) o 50 gc (antinfiammatorio) / 1volta al giorno o suddivise. Olio (semi): 60-90 mg diGLA e 70-90 mg di ALA / 1 volta al giorno.

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QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA

Ginkgo bilobaTra i fitoterapici più studiati nella moderna fitoterapiadelle sindromi respiratorie allergiche vi è sicuramente ilGinkgo biloba, che appartiene alla famiglia delle Gin-kgoaceae. E’ il solo sopravvissuto di un ordine che fumolto comune sulla terra fino all’era terziaria. Sono statitrovati resti fossili di Ginkgo biloba vecchi di circa 200milioni di anni. Si trova in Cina e in Corea, e attual-mente è coltivato negli Stati Uniti e in Europa. La piantaè molto ricca di flavonoidi. I composti chimici caratte-ristici di questa pianta sono i diterpeni, più noti colnome di ginkgolidi A, B, C, J e M, e il bilobalide. Per lepreparazioni si usano le foglie. Le preparazioni fitotera-piche che in commercio sono per lo più a base di estrattosecco titolato in terpeni totali 5-7% e in ginkgoflavo-noidi 22-27% (Commissione E tedesca) chiamato insigla EGB761. Il suo dosaggio giornaliero va da 120 a240 mg. nell’adulto, suddiviso in una o due sommini-strazioni possibilmente lontano dai pasti.L’estratto di Ginkgo riduce la liberazione di istamina daparte di cellule particolari chiamati mastociti. Inoltre ilGinkgo ostacola il legame del PAF (Platelet aggregatingfactor) con le cellule della mucosa dei bronchi, ridu-cendo quindi nettamente il restringimento dei bronchicausato da questa sostanza. Recentemente è stata fattauna valutazione su tutti gli studi clinici riguardanti ilGinkgo biloba, per complessivi 10815 pazienti, da cuiemerge il seguente quadro relativo agli effetti collaterali:malessere generale: 0,034; emicrania: 0,22; disturbi ga-strointestinali: 0,14; diarrea: 0,14; reazioni allergiche:0,09; nervosismo e irrequietezza: 0,07; disturbi delsonno: 0,06; altri effetti collaterali: 0,63. In rari casi e adosaggi elevati può provocare dolori addominali talvoltacon diarrea. In alcuni rari casi può dare reazioni allergi-che di tipo cutaneo.Recentemente sono stati pubblicati alcuni lavori, daiquali risultano alcuni casi di ematomi cerebrali in pa-zienti in terapia con estratto di ginkgo biloba e con far-maci anticoagulanti come il warfarin. Va precisato chetutti questi pazienti sono guariti completamente sospen-dendo il trattamento. Ne deriva che l’assunzione di gin-kgo biloba è controindicata in pazienti che assumonofarmaci anticoagulanti. Uno studio clinico ha valutatol’effetto dell’EGB761 sul tempo di sanguinamento inpazienti anziani con deficit mentale. Sono stati arruolati40 pazienti di età compresa tra i 65 e i 79 anni, che as-sumevano 240 mg al giorno di EGB761 o un placeboper 7 giorni. Si valutavano tutti i principali esami dellacoagulazione del sangue prima e dopo la terapia. Nonsono state notate alterazioni significative di nessuno deiparametri esaminati nè nel gruppo ginkgo nè in quelloplacebo, indicando che l’EGB761 non sembra capace dicausare fenomeni emorragici nel paziente anziano.Si consiglia di non assumere estratti di ginkgo biloba nei5-7 giorni antecedenti un intervento chirurgico e nei 2-3 giorni successivi allo stesso, a causa della possibile in-sorgenza di problemi emorragici. Controindicato ingravidanza e durante l’allattamento. Può interagire conmoltissimi farmaci, pertanto il suo uso non è divenutomolto comune per le patologie allergiche: va usato con

cautela in pazienti epilettici in terapia con sodio val-proato e carbamazepina, poichè può ridurne l’effetto far-macologico; può potenziare l’azione dei farmaciantidepressivi triciclici e dare importanti disturbi psichicise preso in associazione con la fluoxetina e il buspirone.Il ginkgo può provocare l’insorgenza di uno stato coma-toso se associato col trazodone, specialmente se quest’ul-timo viene usato a dosi elevate. Uno studio nel ratto hadimostrato che l’EGB 761 aumenta la tossicità dell’ami-kacina, un antibiotico aminoglicosidico, a livello del-l’orecchio. Pertanto andrebbe evitata la contemporaneasomministrazione del Ginkgo e degli aminoglicosidi pernon causare tossicità alle orecchie. Il Ginkgo provoca unanetta riduzione dell’azione ipotensiva della nicardipina,un farmaco ad azione calcioantagonista che serve per ab-bassare la pressione arteriosa.

LiquiriziaGlycyrrhiza glabra, della famiglia delle Fabaceae. E’ unapianta che ha come habitat il bacino del Mediterraneo,il Medio oriente, la Cina e l’Australia. I componentiprincipali sono i saponosidi rappresentati soprattuttodalla glicirrizina (dal 3 al 5% della pianta secca).Abbondanti sono anche i flavonoidi. Per le preparazionifitoterapiche si adoperano i rizomi, le radici e il succo.Sono in commercio fitoderivati a base di estratto secconebulizzato e titolato in glicirrizina min. 4% (Far-macopea Italiana X), il cui dosaggio giornaliero va da 6a 8 mg. per kg di peso corporeo, suddiviso in duesomministrazioni, una fra le ore 7 e le ore 8 e l’altra frale ore 15 e le ore 16. La sua azione prevalente è anti-infiammatoria ed antiallergica dimostrandosi capace diinibire anche il rilascio di istamina da parte dei mastociti,il che spiega in parte la sua azione antiallergica. Pertantoè utile nelle dermatiti da contatto, negli eczemi, inalcune neurodermatiti e parzialmente nella psoriasi, conun’efficacia paragonabile a quelle dei cortisonici di mediapotenza. E’ controindicata in modo assoluto nel pazienteiperteso, in particolare in soggetti con sospetto diiperaldosteronismo, malattia nella quale vi sono elevatilivelli di aldosterone nel sangue. Non va mai associata atrattamenti con cortisonici, salvo ridurre consistente-mente il dosaggio di questi ultimi, poiché ne potenzial’azione farmacologica. L’acido glicirretico, un derivatodella glicirrizina, può provocare aumento della pressionearteriosa con ritenzione di sodio, di cloro e di acqua,perdita di potassio, riduzione della diuresi e diminuzionedella forza muscolare. Questo effetto è dovutoall’aumento dei livelli di aldosterone, che è l’ormone piùimportante per il controllo della pressione arteriosa. Puòprovocare calo del potassio, ritenzione di sodio e diacqua, riduzione della forza muscolare e anche turbeelettrocardiografiche tipiche per bassi livelli di potassionel sangue, per cui è controindicata in pazienti con bassilivelli di potassio nel sangue.Non deve essere usata in soggetti di età inferiore ai 12anni, particolarmente se di sesso femminile, in gravi-danza e nell’allattamento. Può peggiorare il controllodella glicemia e può facilmente provocare calo del potas-sio nel paziente diabetico. Va usata con una certa cautelain pazienti con problemi renali.

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E’ incompatibile con gli estratti di china e coi compostidi calcio. E’ stata anche descritta azione tossica a livellomuscolare in pazienti che facevano abuso di liquirizia,che peraltro regrediva progressivamente con la sospen-sione della sua assunzione. La liquirizia può potenziarel’azione dei seguenti farmaci: ibuprofene, warfarin, sali-cilati e acido deossicolico. Associata a pillola anticonce-zionale ne potenzia l’effetto ipertensivizzante. Puòaumentare la ritenzione di sodio e l’eliminazione di po-tassio causata dal succo di pompelmo.

BoswelliaBoswellia serrata, della famiglia delle Burseraceae. E’ ori-ginaria delle regioni subtropicali dell’Africa e dell’Arabiasaudita; è una pianta ricca di oleoresine, che sono misceledi resine e di oli essenziali. La frazione resinosa è com-posta principalmente da triterpeni. Si ritrova anche unacerta quantità di gomme e di gommoresine; per le pre-parazioni fitoterapiche si usa la resina. Le preparazionifitoterapiche in commercio sono rappresentate dall’estratto secco nebulizzato e titolato in acidi boswellici(min. 4%), come emerge dai dati della letteratura scien-tifica. Un estratto molto consigliabile è quello conte-nente il 65% di acidi boswellici. La sua dose giornalierava da 7 a 11 mg per kg di peso corporeo, suddivisi indue somministrazioni preferibilmente lontano dai pasti.Non ci sono dati sul suo uso in gravidanza e durante l’al-lattamento. Può essere usata in età pediatrica a partiredai 4 anni di età.Gli acidi boswellici esercitano un’inibizione selettiva suun enzima capace di stimolare la produzione di sostanzeendogene che facilitano i processi infiammatori, conconseguente riduzione dei loro livelli nel sangue. Inoltrequesta pianta sembra anche in grado di inibire le elastasi,enzimi capaci di attaccare e distruggere le proteine no-toriamente distruttivi, che attaccano e distruggono il tes-suto elastico dei tessuti dove è presente un fattoinfiammatorio. Come effetti collaterali si segnalano raricasi di reazioni allergiche cutanee. Nessuna controindi-cazione conosciuta e non sono note interazioni con far-maci.

ElicrisoHelicrysum arenarium L. della famiglia delle Compositae(Asteraceae). Il suo habitat è in luoghi aridi e rocciosi dalmare alla zona pedemontana; nativo del continente eu-ropeo (soprattutto Europa Orientale e Caucasica) e nordamericano (soprattutto USA), in Italia è molto diffusonelle regioni centro-meridionali. La parte utilizzata èquella aerea fiorita (i capolini) nell’uso esterno nel trat-tamento delle allergie, che colpiscono le vie aeree e i tes-suti cutanei. La composizione dell’Elicriso è moltocomplessa: i costituenti principali sono flavonoidi, olioessenziale, tannini, acido caffeico, e numerose altre so-stanze, alcune non ancora identificate, denominate are-narina, a cui si attribuisce una probabile attivitàantibiotica. Dallo studio del fitocomplesso risulta chel’Elicriso sia in grado di esercitare una serie di azioni invari distretti dell’organismo che possono essere riassuntiin un effetto sinergico teso principalmente a drenare, di-

sintossicare e riequilibrare i sistemi epatico, respiratorioe della cute. Inoltre è stato evidenziato che l’estratto diElicriso ha una spiccata azione antiallergica attribuita allapresenza dei composti sterolici e triterpenici, per i qualisi ipotizza un meccanismo cortisono-simile con effettoantiinfiammatorio, antiedemigeno, vasocostrittore.Tisana: 1 g di droga in acqua bollente per 10 minuti /più volte al giorno. Polvere: 250-500 g / 2 volte al giornoEstratto secco: mg corrispondenti al rapporto droga:estratto / 2 cps al giorno ai pastiGli studi sulle patologie della pelle e sull’apparato respi-ratorio si devono al dottor L. Santini il quale, avendonotato che i contadini della Garfagnana, in Toscana dovelui operava come medico condotto, curavano le affezionibronchiali del bestiame con l’Elicriso, volle sperimen-tarlo sui suoi pazienti, ottenendo una conferma delle sueaspettative, ma in più notò un’azione favorevole nei pa-zienti con affezioni eczematose e soprattutto psoriasiche,e nel 1949 pubblicò i risultati delle sue osservazioni.Sempre il dott. Santini evidenziò una componente an-tiallergica dell’Elicriso, che egli utilizzava per mezzo diaerosol, colliri e impacchi palpebrali nelle riniti, con-giuntiviti e blefariti allergiche. Egli conseguì risultatidegni di attenzione anche nel trattamento delle ustionie dei geloni, ottenendo una più veloce scomparsa dellemanifestazioni dolorose, del prurito e del bruciore. Lapianta ha proprietà antistaminica, antinfiammatoria,espettorante e antibatterica ed è perciò indicata nelle af-fezioni dell’apparato respiratorio sia di tipo allergico cheinfettivo. In tisana o in tintura madre favorisce l’elimi-nazione del catarro bronchiale, attenua gli spasmi ecces-sivi dell’asma e le infiammazioni di origine allergica dellamucosa nasale.Si segnalano rari casi di reazioni allergiche cutanee. Nes-suna controindicazione conosciuta. Interazioni con far-maci non note.

Sesamo neroNigella sativa, è una pianta annuale della famiglia delleRanunculaceae, originaria del sud-ovest asiatico. Il nomeNigella deriva dal latino niger: nero, il colore dei semi.La nigella era conosciuta ed apprezzata già dagli antichiegizi: sono stati ritrovati i suoi semi in diversi siti archeo-logici dell’Egitto (nella tomba del faraone Tutankhamon,per esempio, erano presenti delle anfore colme di olio dinigella). Sebbene il suo esatto ruolo nella cultura egizianasia a noi sconosciuto, questi ritrovamenti ci dicono chei semi e l’olio della pianta sono stati attentamente sele-zionati per accompagnare il faraone dopo la vita e,quindi, dovevano avere un ruolo rilevante nella società.I principali costituenti della Nigella sono: arginina, acidoascorbico, acido glutammico, calcio, carotene, cisteina,ferro, fosforo, lisina, magnesio, potassio, proteine: 8 dei9 aminoacidi essenziali (non prodotti autonomamentedal corpo), selenio, vitamine: A, B1, B2, C, zinco. y-moquinine (TQ) (soprattutto nell’olio essenziale), Di-thymoquinone - (nigellone), il ymolo (THY), ilymohydroquinone (THQ). Altri componenti: l’al-pha-ederina, una saponina triterpenica presente nei semi,monosaccaridi (glucosio, rhamnosio, xylosio, arabinosio)

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ed acidi grassi insaturi (linoleico, oleico(in olii fissi). Sene adopera la Tintura Madre, 30 gocce 3 volte al giorno.La pianta attualmente viene studiata per il suo possibilecontributo in oncologia in quanto ha notevoli proprietàimmunomodulatorie. Per quanto riguarda le proprietàantiallergiche studi in vitro hanno dimostrato che il ni-gellone ne è il principale responsabile, in quanto unestratto crudo di semi di Nigella sativa ha inibito il rila-scio di istamina dalle mast cells peritoneali del ratto estudi clinici nell’uomo ne hanno documentato la azioneanti allergica. Sebbene la somministrazione di olio fissoa ratti per oltre 12 settimane non abbia determinatoalcun effetto avverso, si sconsigliano dosi elevate inquanto potrebbero determinare danno epatico, L’uso to-pico dell’olio puro di Nigella sativa ha causato dermatiteallergica da contatto in due casi con eczema maculopau-loso.Vietato l’uso in gravidanza in quanto abortiva e insituazioni critiche per la presenza di sostanze. Interagiscecon i substrati del Cytochrome P450. Inoltre Nigella sa-tiva inibisce i citocromi CYP2D6 e CYP3A4 e può in-fluenzare le concentrazioni intracellulari dei farmacimetabolizzati da questi enzimi. g

BibliografiaAmellal M. et al. Inhibition of mast cell histamine release by

flavonoids and biflavonoids. Planta Med. 16-19, 1985.Kalus U, Pruss A, Bystron J, et al. Effect of Nigella sativa

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Studio su omeopatiae malattie allergiche

Riportiamo in breve i risultati di uno studio effet-tuato presso il Centro ospedaliero di Medicina In-tegrata dell’Ospedale di Pitigliano che ha riguardato180 pazienti con allergie respiratorie trattati inomeopatia utilizzando appunto una formulazionemagistrale omeopatica.Nella preparazione erano presenti, a seconda dellasintomatologia, i seguenti rimedi: Arsenicum album9 o 15CH, Poumone histamine 30CH, Allium cepa9CH, Eufrasia 9CH- Nux Vomica 9CH, Blattaorientalis 9CH, Antimonium tartaricum 9CH,Ipeca 9 CH.E’ stata prevista anche una terapia individualizzatasecondo la biotipologia del paziente e il suo modelloreattivo. I pazienti sono stati monitorati con visitemensili: il 75% dei pazienti allergici al primo con-trollo ha mostrato una notevole riduzione dei sin-tomi per i quali erano venuti a visita.Monitoraggio della qualità della vita ( con questio-nario SF12) - Riguardo alla percezione dello statodi salute da parte del paziente al primo follow up:(tab 4 e 5) il 41,6% afferma che è buona (prece-dente: 26%); il 30% che è molto buona (precedente19,2%) e il 15% che è eccellente (precedente3,6%). Riguardo alla limitazione della attività quo-tidiana in conseguenza dell’allergia, il 50% del cam-pione afferma di non aver avuto mai o quasi mailimitazione (precedente il 30,2%).Riduzione dei farmaci convenzionali - Il consumodi antistaminici, come di altri farmaci comune-mente usati sono stati ridotti del 100% in caso diallergie stagionali (ad esempio: pazienti che hannoutilizzato antistaminici e altri farmaci per i sintomiallergici stagionali) e nel 85% dei casi nelle allergieperenni.

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Il contributo dell’agopuntura

gabriele SaudelliFitoterapeuta, agopuntore. Consigliere SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

Il Polmone è definito il Maestro dell’Energia, in realtàè Ministro dell’Energia in virtù della propria attività:è l’organo che dà il “la” alla Vita, con il primo vagito,

è l’organo che emette l’ultimo segnale di vita in Terra,con la espirazione finale della Morte. La sua funzione,complice l’Energia mutuata da quella genitoriale, il Jingdel Cielo Anteriore conservato nel Rene, si estrinseca invita per il tramite del Jing del Cielo Posteriore di com-

petenza del sistema Milza-Pancreas, quando lo Stomacoestraendo nella prima “cozione”, avrebbe detto Ippocratedi Kos, quell’energia dei cibi, il Kou Qì, miscela questacon quella importata dal Polmone, la Energia del Cielo,energia celeste, l’Aria. La risultante miscela risale al to-race, al Jiao Superiore, ove si forma la Energia Toracicao Zong Qì. Questa altro non è che una Energia di tipocinetico, che sostiene il movimento dei due Organi ivi

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contenuti: Cuore e Polmone. Sotto l’azione di Yuan Qì,Rene, in realtà risiedendo tra i Reni, in quella ampiazona conosciuta come Ming Menn1, Zong Qì è mutatain Zheng Qì, Energia Vera, Corretta, quella che si distri-buisce in tutto l’organismo e lo mantiene in vita e sano;una sorta di pettine che continuamente ripulisce e cor-regge. Infatti Zheng Qì si suddivide in due ulterioriforme: Ying Qì, la Energia trofica e Wei Qì, la c. d. Ener-gia difensiva.Sarà proprio compito del Polmone, in quanto Ministrodell’Energia, dirigere queste due Energie: Ying Qì all’in-terno di quel complesso sistema vasale costituito dai Ca-nali Principali (i c. d. Meridiani, secondo il corrente usooccidentale), portando nutrimento ed informazioni agliOrgani ed ai Visceri. Wei Qì ha un destino più superfi-ciale, dirigendosi al piano cutaneo, ove avvolge il somain una maglia difensiva e svolge la funzione termostatica,comandando apertura e chiusura dei pori cutanei, con-sentendo, o meno, la fuoriuscita di acqua, con il compitodi evaporare, se troppo caldo e quindi di sottrarre caloreagli strati più profondi. Questa circolazione superficialedi Energia Difensiva Wei avviene 50 volte al giorno, cioèogni 28 minuti primi e 48 minuti secondi (secondo al-cuni 14’24” a destra e poi 14’24” a sinistra), di cui 25volte di giorno e 25 di notte, scorrendo in profondità,negli organi, durante il sonno, nutrendo gli organi eagendo come un software antivirus nei confronti deicontinui, fisiologici, spontanei o anche provocati, erroridi configurazione della macchina umana. Tornando poialla Zong Qì, quella del torace, deputata alla cineticapolmonare e cardiaca, proprio nel Cuore, con il Qì deglialimenti e la supervisione di Yuan Qì e del Jing, si tra-sforma nella forma di Energia più solida: il Sangue, Xué.

Su questo poi agirà anche l’Energia del Cielo per il tra-mite di Polmone, quando questo, nella inspirazione,porta, come su un vassoio, l’Energia del Cielo al Rene,che, dal basso, si protende verso l’alto per catturarla eper contribuire alla fabbricazione del Xué, il Sangue. Sipotrebbe tranquillamente tradurre quest’ultimo passag-gio in Medicina Moderna, come la ossiemia possa con-dizionare la corticale renale nella produzione, infeed-back, di Eritropoietina o EPO.In realtà, considerando le righe precedenti, si può giàben comprendere la strategia terapeutica di agomoxibu-stione, in caso di malattia polmonare (e non solo): siparte da una tonificazione generica del Rene, quindidella Yuan Qì, per aggiungervi la tonificazione di unafunzione o più, di questa catena; Milza se presente ca-tarro, Fegato quando si osserva uno spasmo, per fare unpaio di esempi.Riconducendo un po’ tutta la produzione di Qì, di cuiil Polmone è Ministro, all’organo Rene, rivediamo l’ana-tomia energetica del canale che prende origine bilateral-mente dal margine ungueale esterno a lato del quintodito del piede, BL 67, ultimo punto del canale di VescicaUrinaria. In alcuni soggetti, congenitamente carenti dienergia Renale, tale unghia appare sproporzionatamentepiù piccola delle altre, a volte addirittura solo accennataoppure deformata a cuneo: questi segni sono rilevabiliquasi esclusivamente nell’adulto. Il Canale prosegue ilsuo decorso inferiormente, nella regione plantare, oveemerge in superficie nel punto 1 del Canale, tra i dueterzi posteriori ed il terzo anteriore della pianta, tra i duecuscinetti plantari; di qui il percorso si medializza, risa-lendo l’osso navicolare ed il tarso e raggiungendo la re-gione malleolare mediale. Nel bambino carente dienergia Renale, in circa un terzo dei casi, l’insufficienteirrigazione del meridiano nella volta plantare ne deter-mina un “collasso” che si traduce nel piattismo o, moltopiù raramente, al contrario, in piede cavo. Dal malleolosi diramano due ramoscelli secondari di breve percorso:uno, mediale, scende al tallone, l’altro, posteriore, rag-giunge il tendine achilleo. Il Canale principale risale lafaccia mediale della gamba fino al ginocchio, da doveemette un collaterale che “irriga” l’ articolazione, garan-tendone il trofismo (ginocchio valgo, ginocchio varo, go-nalgie del bambino in fase di accrescimentoappartengono alla sindrome carenziale del Rene). Dal gi-nocchio il canale procede verso l’alto raggiungendo il pe-rineo, congiungendosi qui con il canale controlaterale,posteriorizzandosi poi verso il coccige e di qui innalzan-dosi lungo il canale rachideo fino alla seconda vertebralombare (L2): come nella volta plantare, anche in questocaso l’energia che si innalza mantenendo la colonna inassetto posturale corretto, se è carente può provocare unasorta di “collasso” rachideo che si manifesta come iper-lordosi lombare, cifosi dorsale accentuata, rotazione deicorpi vertebrali, “scapole alate”. All’altezza di L2 il canalesi decussa, si incrocia, approfondendosi anteriormente eraggiungendo il polo inferiore dei due reni: da qui il per-corso subisce una biforcazione in un ramo ascendenteed in uno discendente. Il ramo discendente segue il per-corso degli ureteri raggiungendo la vescica (nel bimboin deficit renale è di frequente riscontro la enuresi not-

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1 Ming Menn, in realtà significa Porta della Luce (Mennè la Porta di ingresso): nella alchimia energetica, anchetaoista, costituisce il forame al centro della cupola chesovrasta l’ara, illuminata dai raggi solari a Mezzogiorno.Il punto di agopuntura è il 4 del Du Mai, al centrodella linea mediana che connette le apofisi spinose dellelombari, giusto fra L2 ed L3 ; si contrappone al puntoaddominale 5 del Ren Mai, Shi Menn, Porta di Pietra.Secondo tutte le dottrine spirituali, nel momento incui si costruisce un tempio, si innalza per primo unpalo, un tronco, detto albero maestro, la cui ombra for-nirà le coordinate Est-Ovest: si entrerà da Ovest, pro-cedendo verso Est, là ove sorge la Luce. Costruite chesaranno le navate del Templio, l’Albero Maestro verràespiantato e nel forame residuo, introdotte le paroleSacre, verrà coperto da una pietra, costituendo il San-ctum Sanctorum dei latini. Dal 4 Du Mai emergequella linea, forse coincidente con il Canale Straordi-nario Dai Mai, da tutti comunemente chiamato “Vita”o linea della Vita, che sovrasta posteriormente un ossodi foggia triangolare, il Sacro, e, anteriormente, il dise-gno triangolare della peluria pubica, prolipomeno dellafecondità e della Procreazione, mantenendo la Vita ela nostra Immortalità. Procreazione, sì, ma anche Ri-creazione, assai più divertente e meno problematica, semi si passa la battuta.

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turna) e diffondendosi poi in ramoscelli collaterali cheperfondono utero e ovaie o prostata e testicoli2. DallaVescica urinaria un ramo si superficializza a livello pu-bico, risalendo nel sottocute nella regione addominale epoi toracica in posizione paramediana bilateralmente,terminando in primo spazio intercostale, marginoster-nale. Il ramo ascendente, invece, sale in cavità addomi-nale raggiungendo e nutrendo il fegato, attraversando ilmuscolo diaframma, proseguendo nel mediastino; daquesta regione il canale principale segue i bronchi con-giungendosi alla biforcazione bronchiale, ulteriormentesuddividendosi ancora in due rami: il primo, secondario,si anteriorizza attraversando pericardio e cuore raggiun-gendo lo sterno sfioccandosi ancora più anteriormentenel sottocute in una zona che è all’ incrocio della lineamediana con la linea intersecante i capezzoli; pectus ex-cavatum può, raramente, essere reperito nei pazienti condeficit energetici renali. Il secondo ramo, principale, pro-segue il suo decorso verso l’estremità cefalica, attraversotrachea e faringe ove termina alla radice della lingua. Daquesto punto si dipanano alcuni rami secondari: unoraggiunge le tonsille palatine (frequente il riscontro, neicasi di deficit renale, di infezioni recidivanti a questo li-vello, concordando con la medicina occidentale sullapossibile etiologia focale da cui, seguendo a ritroso il Me-ridiano, possono derivare endocarditi, nefriti e la classicamalattia reumatica con coinvolgimento articolare, peresempio a livello del ginocchio e del piede); un altroramo coinvolgendo le tonsille tubariche raggiunge l’orec-chio medio ed interno (otiti, cofosi o ipoacusie, labirin-titi, acufeni) ; un altro scende alla tiroide (distiroidismi,più frequenti nell’adulto in senso ipertiroideo) ; un altroramo ancora nutre il parodonto ed i denti (facilità allacarie, granulomi apicali nell’adulto); un altro ramo ter-mina nella macula retinica (deficit del visus, miopia-iper-metropia) ed infine un ramo raggiunge la massa cerebralecon un quadro psichico caratterizzato da, tra gli altri sin-tomi, iperemotività con iperidrosi, alterazioni del sonno,ipereccitabilità e depressione.Ecco che il Deficit di Yin del Rene non può non coin-volgere il Polmone, che giace nel suo percorso di ascesa.La sintomatologia è un vero quadro sindromico: i sin-tomi del deficit dello Yin di Rene che verranno ricercatinel paziente sono: presenza di vertigini, acufeni, ipoacu-sia; ansia e depressione anche fobica, irrequietezza ed in-sonnia, deficit mnestici, specie riferibili alla memoriarecente, senso di oppressione faringea o toracica, cardio-palmo; senso di secchezza delle fauci, xerostomia e sete,spesso di bevande fredde, in particolare nelle ore not-turne; senso di calore in alcune regioni somatiche, qualiil palmo delle mani, la pianta dei piedi e la regione pre-cordiale/prefaringea; astenia, debolezza agli arti inferiori,in particolare alle ginocchia, irradiata alla regione lom-bare (L2-L5), distretti questi spesso indolenziti o fran-

camente dolenti; difficoltà del paziente a mantenere lastazione eretta in stasi, come ad esempio stando in fila,per un periodo superiore ai 3-5 minuti, avvertendo aste-nia e dolenzia agli arti inferiori ed ai lombi (la lassitudedegli autori francesi) e la necessità di cercare un luogoove sedersi o sdraiarsi; nel maschio la tradizione cineseparla di perdite seminali e di polluzioni notturne, concomparsa di iperonirismo a sfondo sessuale, mentre nellafemmina sono possibili problemi mestruali come oligo-algo- o a-menorrea, se in età fertile, oppure “vampate”se in fase perimenopausale; eccessivo desiderio sessuale,sia nel maschio che nella femmina, o, al contrario, nettariduzione della libido; sudorazione, specie notturna e ge-nerica intolleranza al caldo; senso di febbre nelle ore se-rali o franca comparsa di febbricola vespertina; stiti-chezza con feci dure, difficili ad espellere; oliguria, conurine ipercromiche, talora brucianti all' emissione e for-temente odorose, talora micro- o macro-ematuria, cistiti,infezioni croniche delle vie urinarie; cefalea, oftalmodi-nia o congiuntivite acuta e occasionale, o cronica o an-cora saltuaria, serale, con possibile alternanza dixeroftalmia e di iperlacrimazione; tendenza a depressionepsichica ed a mancanza di gioia, di volontà di vivere e dispirito di iniziativa; spossatezza e desiderio di riposo dilunga durata; rossore della regione zigomatica; odontal-gia diffusa e senso di “scotimento” di uno o più denti,non suffragato da un reale riscontro; diabete mellito odiabete insipido; ipertiroidismo; tubercolosi polmonare;broncopneumopatia cronica, ipertensione arteriosa; neicasi più avanzati si può anche assistere ad una riduzionedel peso corporeo e delle masse muscolari; alcuni autoriindicano anche il riscontro di glaucoma; è ovvio che dif-ficilmente un paziente presenterà tutti i sintomi prece-dentemente descritti: è pertanto sufficiente che questone accusi almeno il 30% per giustificare la diagnosi diuna carenza dello Yin del Rene, accompagnato da un ri-lievo sfigmologico tipico, con debolezza al “piede” delpolso radiale sinistro. Da precisare, però, che la sindrome“pura” di deficit dello Yin del Rene è condizione non fre-quente, spesso alterata da alterazioni concomitanti a ca-rico di altri organi o ancora da deficit combinato sia delloYin che dello Yang del Rene: il quadro clinico risultantesarà pertanto suscettibile di trattamento della radice Yindi Rene e delle patologie ad esso eventualmente asso-ciate, mediante le terapie opportune.In caso di un Fegato in deficit dello Yin (facilmente deri-vante da un più generale Deficit dello Yin di Rene) e deficitdel Qì del Rene, legato questo al perdurare dei sintomi, ladispnea con tosse asmatica si accompagnerà a sensazionedi pienezza toracica, un polso scivoloso, la lingua con stratosottile. In realtà questi sintomi potrebbero indurre all'erratadiagnosi di eccesso, eccesso che peraltro si manifesta in alto,ma a causa di un deficit situato nella parte bassa del corpo.Ad un attento esame la dispnea stessa appare caratterizzatada una respirazione breve, rapida, ma non rumorosa edenergica come nelle dispnee da vero eccesso. Il pazientesuda ed accusa una sensazione di freddo, specie alle estre-mità; le urine sono abbondanti; la malattia dura da lungotempo. Nell’esempio citato la valutazione precisa dei sin-tomi conduce alla diagnosi corretta di deficit del qi di rene,con conseguente trattamento di tonificazione.

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1 Negli antichi testi medici cinesi il termine testicolo èspesso omesso, probabilmente per pudore, venendoutilizzato il termine Shen, che è lo stesso che indica ilRene e che è anche utilizzato per indicare le attività cor-ticali superiori, come energia mentale.

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Deficit di Yin di FegatoIl fegato governa la circolazione di qì e di Sangue/xué:capogiri, vertigini, acufeni, ipoacusia, inoltre cefalea pro-fonda endocranica intraoftalmica e mascellare, oppurecefalea superficiale sul territorio della colecisti; iperten-sione arteriosa; oppressione respiratoria, toracalgie; sin-drome asmatica (ortopnea: se sdraiato necessita dicuscini oppure preferisce stare seduto in poltrona, tosse);lingua arrossata ai bordi; è sede dello hun: collera, ansia,insonnia; si apre agli occhi: congiuntivite, fotofobia, fo-sfeni, scotomi, nevralgie oftalmiche; si manifesta nelleunghie: fragilità; controlla i muscoli: tensione muscolaree crampi (in particolare al polpaccio destro, andando aletto; immagazzina il sangue: emorragie (eccesso di ca-lore).Quando l’ostruzione da Tan (catarri e umidità) del pol-mone si manifesta, la sintomatologia è: testa pesante;stordimento; oppressione toraco addominale; ortopnea;edemi; incremento delle secrezioni; parestesie; turbe psi-chiche (delirio, vertigini, convulsioni); turbe dispeptiche;lingua con patina spessa e collosa; polso scivoloso.Sintomi più specifici: il polmone governa il qì, quindiastenia; polso lento (freddo) o rapido (calore) ; linguagonfia con patina bianca (freddo) o gialla (calore). Il pol-mone è sede del po: turbe psichiche (delirio). Il polmonesi apre nel naso: ostruzione nasale. Il polmone si mani-festa alle vie respiratorie: tosse con espettorato colloso ebianco (freddo) o giallo (calore) ; asma. Il polmone con-trolla il metabolismo idrico, come “Via dell’Acqua”:edemi.

Terapia delle sindromida eccesso del polmone< Per trattare direttamente l'organo: 13BL (fei shu);

17CV (tan zhong); 1LU (zhong fu).< Per trattare l'organo tramite il meridiano: 4LI (he gu);

6LU (kong zui).< In caso di sindrome tai yang, aggiungere: 5TE (wei

guan); 2BL (zan zhu); 12BL (feng men); 20GB (fengchi); 14GV (da zhui).

< In caso di calore, aggiungere: 11LI (qu chi); 5LU (chize).

< In caso di ritenzione di acqua, aggiungere: 7LU (lieque); 6KI (zhao hai); 23BL (shen shu).

< In caso di ostruzione da catarri, aggiungere: 40ST(feng long).

< In caso di sindrome asmatica acuta, aggiungere: 6PC(nei guan); 27KI (shu fu); 23 CV (lian quan); 22CV(tian tu); ding chuan (extra, a lato di DU14, mezzopollice, bilateralmente, rigorosamente in moxa: è ingrado di risolvere la crisi asmatica; ding chuan signi-fica letteralmente “calma dispnea”).

< In caso di rinite, aggiungere: 20LI (ying xiang); yin-tang (extra); 23 GV (shang xing).

Occorre instaurare, immediatamente o in un secondotempo, il trattamento di base per tonificare il polmone,la milza ed il rene.

ASMA

Meridiano principale del rene KI - Zu Shao Yin - ShenJing Mai - 1 - Jing dist./Ting (Legno)D; 2 - Rong (Fuoco); 3 -Shu-Yuan (Terra); 4 - Luo; 5-Xi; 7- Jing pross./King (Metallo)T;10 - He (Acqua). BL: Vescica Urinaria. CV: Vaso Concezione. GV:Vaso Governatore. SP: Milza. Grafica: Dott.Gabriele Saudelli.

A questo proposito, si riporta un trattamento base delRene in deficit di Yin: 23BL - shen shu, 4CV - guanyuan, 3KI - tai xi oppure 7KI - fu liu, punto Metallo delCanale di Rene. L’uso di sigari di moxa in tonificazione è consentito,anche nel deficit di Yin, per via della intrinseca proprietàdi trasformazione di una polarità nella opposta, nell’am-bito della dinamica Yin/Yang, per la loro reciprocità: èsempre e comunque una collina illuminata o ombreg-giata, come sottolineano i due ideogrammi relativi.L’impiego del sigaro di moxa sarà implementato ulte-riormente nel difetto di Yang del Rene, la cui sintomato-logia generica è: freddo interno; estremità ghiacciate;colonna fredda; urine chiare; poliuria, oppure oliguriacon edemi; pallore; astenia grave; voce debole; dispnea;diarrea o stipsi da deficit; sudorazione fredda; depres-sione; lingua pallida, flaccida, improntata; polso vuoto,lento, profondo. g

1 Curiosamente Moxa è un termine mutuato dal fonemagiapponese Moé Kusa, cioè “erba che brucia”.

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48 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2014 | vol. 5 | n. 2

L’OMEOPATIA RACCONTATA

LA SOLUzIONE

Assassinio in spiaggiaTre giorni dopo Ortensia Pecca aveva riacquistato la ragione e il buon umore. Accolse il dottor Giretti nel suostudio mostrando il solito sorriso gengivale e un prorompente seno esaltato da una vertiginosa scollatura. Con lemanette strette intorno ai polsi, l’assassino stava seduto sul divano, tra i due carabinieri.- Ha appena confessato: è lui il colpevole. - squittì il magistrato. - Anche se un po’ mi dispiace...- E’ vero. - approvò Tarcisio. - Sicuramente, dei quattro, lui era il più simpatico.Il carabiniere più alto allargò le braccia e disse all’assassino: - Accussì va ò munno, chi nata e chi va ‘nfunno.Ortensia Pecca: - Adesso ci devi spiegare come hai fatto a capire che era lui il colpevole.Tarcisio: - Chi utilizza Stronziana carbonica è un individuo che sta bene al caldo, alla luce e sotto il sole. Inoltredesidera bere birra, bevanda alcolica che lui tollera bene. Ugo, Pietro, Tommaso, chi prima chi dopo, sono crollatia causa del calore del sole, hanno avuto allucinazioni, sono stati male dopo avere bevuto la birra o ne sono stati in-fastiditi dal solo sapore. L’unico a non averne risentito né del calore del sole né dell’effetto della birra, è stato proprioArtemio, l’uomo fortunato al gioco.- Fortunato perché barava. – aggiunse Ortensia. - Artemio ha confessato che l’infermiera Carla se n’era accorta evoleva rivelarlo agli altri. Lui, per impedirglielo, l’ha uccisa.Artemio si strinse nelle spalle: - Non mi ha lasciato alternative.Abbassò lo sguardo verso il pavimento di mattonelle appena lucidate: - Carla mi ricattava, voleva più della metàdei soldi che io fregavo a quei degenerati. - Dopo un istante rialzò la testa: il momento di debolezza era passato.- Però non mi pento di averla uccisa: quella donna era una megera senza scrupoli, avida e sempre pronta a fare laspia. Io l’avevo avvisata di non ricattarmi, ma lei ha risposto che non le facevo paura.Il carabiniere alto esclamò: - O peggio surdo è chillo ca nun vo’ sèntere!Artemio: - Ho finto di cedere al suo ricatto, ma intanto pensavo ad un piano per eliminarla. Ho programmato ildelitto nei minimi particolari. Ho nascosto il veleno nel tubulo omeopatico, ho preso uno degli aghi che l’infermierausava per cucire e, dopo averlo intinto nel curaro, l’ho conficcato nel suo collo in un momento in cui nessuno deipresenti mi osservava.Giretti: - Però non ha pensato che tramite il rimedio Stronziana carbonica si potesse risalire a lei.L’assassino: - Lo avevo assunto per curarmi dalla prostrazione fisica e da problemi depressivi derivati da un interventoall’aorta. Mi serve, adesso, per regolarizzare la pressione sanguigna, perché le puntate ipertensive mi provocanomale di testa e disturbi della memoria.Ortensia Pecca si sfregò le mani: - Bene, il caso è concluso e dobbiamo pensare a festeggiare.Teneramente prese Tarcisio per mano: - Vuoi venire con me a cena, questa sera?Lui la scansò con poco riguardo: - Stai scherzando? Questa sera ho la partita di tennis, poi doccia e cena al circolocon gli amici. Non ci rinuncerei per niente al mondo!Tarcisio uscì dallo studio. Ortensia lo guardò allontanarsi mentre alcune lacrime d’infelicità emergevano all’estremitàdegli occhi. I due carabinieri se ne accorsero. Il più alto dei due, fissando la scollatura di Ortensia, disse: - Dottoressa,non prendetevela. Lui non vede quanto voi siete bella, lui è come ‘O cecato ‘e Santa Maria!- Si nu ciore ca te fa belle ná jurnate! - confermò l’altro, guardando anche lui dentro la scollatura del magistrato.Ortensia Pecca scosse la testa mestamente. - Per lui sono trasparente, praticamente non esisto.- Non dateci peso, dottoressa, e dormiteci sopra. Gli uomini sono fatti così: A sera sò bastimiente; a matina sò var-chette. - disse il carabiniere più basso.Anche Artemio, l’assassino, cercò di dire qualcosa per rincuorare il magistrato: - Mi ricordo che, anni fa, avevopreso una cotta per una dottoressa, un medico dell’ospedale dov’ero ricoverato. Per conquistarla le cantai: I’ tevurría vasá... I’ te vurría vasá... ma ‘o core nun mm’ ’o ddice ‘e te scetá... ‘e te scetá!... - si toccò la mimetica consguardo nostalgico - che bei tempi, quelli! Tutto era più semplice e più sincero, e c’era pure la guerra...- La prima o la seconda guerra mondiale? - domandò il carabiniere più basso.Artemio lo fissò con ostilità. - Non faccia lo spiritoso. Io non sono così vecchio, mi riferivo alla guerra del Golfo. - Voi foste ferito durante la guerra del Golfo? - domandò il carabiniere più alto. - Vi spararono?- Macché, io fui ricoverato in un ospedale di Pavia per un attacco di appendicite. E in quello stesso periodo si com-batteva la guerra del Golfo in Oriente.Uscirono tutti insieme felici e contenti. Solo Artemio era un po’ abbacchiato poiché pensava che per un certo pe-riodo di tempo avrebbe visto l’amato sole solamente a scacchi. Ma i due carabinieri lo risollevarono quando glispiegarono che in prigione avrebbe potuto spennare molti detenuti, barando al gioco del poker.

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