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PRIORITA’ D’INTERVENTO IN UN CAMPO RIFUGIATI

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Page 1: Rifugiati msf

PRIORITA’ D’INTERVENTO IN UN CAMPO RIFUGIATI

Page 2: Rifugiati msf

Che storia hanno alle spalle ?

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Riduzione della mortalità, sempre associata

a spostamenti collettivi di popolazione

Priorità d’intervento

• Valutazione iniziale

• Vaccinazione

• Wat-San

• Programma nutrizionale

• Shelter & site planning

• Attività curativa

• Programma di controllo delle malattie

diarroiche

• Sistema di sorveglianza epidemiologica

• Risorse umane

• Sicurezza

• Coordinamento

Page 4: Rifugiati msf

Valutazione iniziale

Che vuol dire bisogno di salute in

questa situazione ?

Page 5: Rifugiati msf

Acquisire strumenti per definire, decidere, agire

in situazione d’emergenza

Confermare i “rumori” con indicatori

aver chiaro :

Obiettivi della valutazione

Informazioni da raccogliere

Fonti di informazione

Rapida valutazione iniziale

Page 6: Rifugiati msf

Priorità d’intervento sanitario

• Valutazione iniziale

• Vaccinazione• Wat-San

• Programma nutrizionale• Shelter & site planning

• Attività curativa

• Programma di controllo delle

malattie diarroiche

• Sistema di sorveglianza

epidemiologica• Risorse umane

• Sicurezza

• Coordinamento

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Vaccinazione

Page 9: Rifugiati msf

Vaccinazione

- situazione di promiscuità e sovraffollamento

- inevitabili i contatti interpersonali ravvicinati, con facile contagioda uomo a uomo di eventuali organismi infettanti causa dimalattia.

- precarietà nutrizionale espone alle complicazioni delle malattieinfettive.

La malattia più contagiosa e pericolosa è il Morbillo, che si trasmette per via aerea. In condizione di mediocre stato nutrizionale è complicata da patologia digestiva e respiratoria (diarrea, polmonite) resistente agli antibiotici

Page 10: Rifugiati msf

Vaccinazione

Pre-requisiti essenziali all’attività di vaccinazione sono :

- la disponibilità dei Vaccini e del materiale relativo

- una “catena del freddo” sicura

- training specifico del personale vaccinatore

- supervisione consapevole

Page 11: Rifugiati msf

Vaccinazione

In una emergenza sono prevedibili tre “strategie” di vaccinazione:

Vaccinazione immediata contro il morbilloIn situazione chiusa (campo rifugiati)Tutti i bambini tra i 6 mesi e i 15 anni di età

Programma esteso (EPI: Extended Programme of Immunization)Implementazione(difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, tubercolosi)

Programma vaccinazione specifico (Campagna di vaccinazione)Se nell’area si registrano casi di malattia contagiosa (meningite, febbre gialla,morbillo etc.) che può evolvere in epidemiaRiguarda tutte le fasce di età ed è mirata alla specifica malattia emergente.

E’ importante prevedere meccanismi di smaltimento di rifiuti “sensibili”(aghi,siringhe).

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Programma nutrizionale

Page 13: Rifugiati msf

Programma nutrizionale

Distribuzione generale di cibo :

Ruolo essenziale per il mantenimento della salute della popolazione(attività di prevenzione sanitaria)

Avviene dietro l’esibizione della “tessera di residenza” nel campo, o nell’area (dove vengono annotate le razioni di cibo ricevute, il numero di membri della famiglia,

le cure mediche in corso)

Non rientra tra i compiti svolti da MSF E’ effettuata da altre Agenzie su mandato del “Programma Alimentare Mondiale (PAM)”

Vengono distribuite razioni settimanali di alimenti essenziali (riso, farine cerali,

legumi, zucchero, olio…) che contano 2.100 Kcal/persona/giorno (sec. PAM)

La preparazione del cibo è affidata direttamente ai “beneficiari”

Page 14: Rifugiati msf

In attesa del “decollo” della macchina degli aiuti alimentari, per far fronteai bisogni calorici immediati e urgenti MSF effettua distribuzioni di biscottiiperproteici chiamati BP5.

Questi biscotti hanno molti vantaggi:- coprono i fabbisogno calorico di un adulto per un giorno (contengono

2300 calorie!);- occupano poco spazio e sono facili da distribuire;- possono essere diluiti con acqua e diventare una pappa per bambini eanziani.

Programma nutrizionale

Distribuzione di cibo :

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Programma nutrizionale

Sorveglianza nutrizionale :

Precarietà ambientale e scarso accesso alle risorse alimentari causanodeperimento fisico e malattie a cominciare dai gruppi più deboli:bambini < 5 anni e donne in gravidanza e allattamento.

Riconoscimento delle persone malnutrite o a rischio di malnutrizione,con metodo pro-attivo attraverso inchieste nutrizionali e valutazione deicasi individuali :- Screening di gruppo: misurazione MUAC- Stato clinico individuale: rapporto Peso/Altezza – presenza Edemi

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Programma nutrizionale

Distribuzione supplementare :

la registrazione di uno stato nutrizionale precario (numerosi casi individuali

di malnutrizione “clinica”, e ancor più la prevalenza di MUAC al di sotto della zona

verde) suggerisce la necessità di una Distribuzione Supplementare(Blanket Feeding) ai gruppi più a rischio in funzione preventiva.

In ambiente chiuso (campi) l’opportunità delle D.S. è decisa sulla base del

“conto calorie” delle razioni in D.G., in ambiente aperto sui risultati delleinchieste nutrizionali

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Programma nutrizionale

Se +++ del numero di casi di malnutrizione clinica :strategie di Terapia nutrizionale:

- Fase di Terapia intensiva e Riabilitazione nutrizionale (CNT o CRENI,

ma dal 2005 anche CRENA), utilizzo di cibo terapeutico prontoall’uso (RUFT) + cure mediche

Tende al ristabilimento dell’equilibrio fisiologico(principali cause di morte: ipotermia, disidratazione, sovraccarico idrico

iatrogeno)

- Fase di Terapia di mantenimento (recupero di peso e ripresa dellacrescita) e “convalescenza” (CNS, Centro Nutrizionale Supplementare),

utilizzo di cibo tradizionale integrato (neo-svezzamento) + controllomedico

collaborazione delle madri

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Attività curativa

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Attività curativa

Strutture sanitarie autonome di prima e di seconda linea, in base alla taglia

della popolazione e alle distanze

Strutture capaci di diagnosi e cura delle malattie

Presa in carico ambulatoriale e capacità di ricovero ed osservazione

Capacità di “triage”,

Capacità di referenza a strutture di più elevato livello (ostetricia, chirurgia)

Gratuità delle cure

Risorse umane : in un Campo rifugiati standard 1 medico per 10.000 persone

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Controllo malattie diarroiche

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Controllo malattie diarroiche

- Riconoscimento dei casi ( definizione di caso !!!)

- Identificazione preventiva di area “isolabile” : campo colera

- Misure di disinfezione assoluta e disciplina delle condotte individuali (lavarsi

sempre le mani, portare stivali di gomma, passaggio obbligatorio per i siti di

disinfezione)

- Nel campo tutti i punti d’acqua vanno clorinati

Terapia : continua e razionale reidratazione dei pazienti isolati (per bocca se

possibile, altrimenti per via parenterale ma evitando il sovraccarico idrico) fino arisoluzione dei sintomi

Precauzioni nella celebrazione dei riti funebri

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Sistema di sorveglianza

epidemiologica

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Sistema di sorveglianza epidemiologica

• Perché ? : riduzione della mortalità, controllo della

morbidità – sistema d’allerta precoce

• Come ? : sensibile, semplice, rapido, flessibile, che segnali

le priorità

raccolta dati, indicatori stabiliti, analisi

Interpretazione dei dati !!

• Quale ? : esaustivo o sentinella ?

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Priorità d’intervento logistico

• Valutazione iniziale

• Vaccinazione

• Wat-San• Programma nutrizionale

• Shelter & site planning• Attività curativa

• Programma di controllo delle malattie diarroiche

• Sistema di sorveglianza epidemiologica

• Risorse umane

• Sicurezza

• Coordinamento

Page 25: Rifugiati msf

Water, hygiene & sanitation

Page 26: Rifugiati msf

• Perché ?

Impatto degli interventi di « wat-san » sulle malattie

diarroiche che hanno elevata mortalità

Impatto sulle malattie mediate da vettori (controllo della

proliferazione)

• Come ?

Rapida valutazione

Individuazione di semplici indicatori

( 20 litri d’acqua a persona / 1 latrina x 20 persone

% residuo di cloro e altre sostanze dopo trattamento)

Rispetto di usi, costumi, cultura (questioni sensibili !)

Water, hygiene & sanitation

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• Cosa ?

Raccolta e potabilizzazione dell’acqua (quantità e

qualità adeguate)

Separazione di acque utili da acque reflue

Sanificazione di habitat idonei allo sviluppo di vettori

Costruzione di servizi igienici utilizzabili (latrine, campi

di defecazione)

Sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti

Water, hygiene & sanitation

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Page 30: Rifugiati msf

Shelter & site planning

Page 31: Rifugiati msf

• Mapping

- Planning spaziale

del campo

- Alta densità:

fattore di rischio

per epidemie

(Morbillo,colera,

meningite, etc.)

Shelter & site planning

Mapping

GPS Compass

N° ° Distance

1 16° 230m

2 300° 260m

3 245° 250m

4

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• Cosa è importante :

- spaziatura del campo di raccolta

(standard : 3,5 m2 a persona negli alloggi

30 m2 a persona nell’intero campo)

- materiale di costruzione di facile reperibilità e

assemblaggio

- considerazione delle condizioni climatiche

- bisogni in termini di utensili domestici

Shelter & site planning

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Page 34: Rifugiati msf

Priorità organizzative d’intervento

• Valutazione iniziale

• Vaccinazione

• Wat-San

• Programma nutrizionale

• Shelter & site planning

• Attività curativa

• Programma di controllo delle malattie diarroiche

• Sistema di sorveglianza epidemiologica

• Risorse umane

• Sicurezza

• Coordinamento

Page 35: Rifugiati msf

Risorse umane e training

Page 36: Rifugiati msf

Staff internazionale :

- competenze tecniche (no apprendisti !)

- attitudine alla formazione

(sanitari, logisti, amministrativi, epidemiologi, addetti alla

comunicazione locale e esterna)

Staff nazionale :

- competenze professionali sanitarie

(medici, infermieri, “community health workers”, nutrizionisti, etc.)

- competenze professionali non sanitarie

(logisti, autisti, amministrativi, traduttori, etc.)

Risorse umane e training

Page 37: Rifugiati msf

Sicurezza

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Sicurezza dei beneficiari

- violenza (“politica”, domestica, sessuale)

- salute (prevenzione di epidemie, di carestia)

notevoli implicazioni con la logistica

(localizzazione dei servizi igienici, dei punti d’acqua, della distribuzione del cibo, e degli altri siti di approvvigionamento)

Sicurezza del progetto (e dello staff)

- attacchi armati

- mine

- rapimenti

Sicurezza

Page 39: Rifugiati msf

Sicurezza

Screening e presa in carico dei “survivors” (meglio che vittime)alla violenza e/o delle persone a rischio :

- riconoscimento dei soggetti più vulnerabili (donne e bambini nonaccompagnati)

- modalità sensibili di consultazione medica (esame accurato dei bambini,attenzione alle sfumature delle storie)

- identificazione dei luoghi critici della vita comune del campo (punti didistribuzione e rifornimento, servizi igienici)

- riconoscimento dei “perpetrators” reali e potenziali che vivono o hannoaccesso al campo e adozione di misure “cuscinetto” di protezione

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Coordinazione

Valori

- Leadership, competenza, expertise

Bisogni

- Collaborazione, supervisione

- Comunicazione

- Standardizzazione

- Valutazione

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Coordinazione

Attori

Agenzie delle Nazioni Unite :

UNHCR, WFP, UNICEF, WHO - “Caschi blu”

Autorità politiche, sanitarie e militari locali (e non)

ONG internazionali

ONG nazionali

Rappresentanti dei “beneficiari”

Capi religiosi – Autorità morali locali

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Page 43: Rifugiati msf

Manca qualcosa ?

Popolazione gravemente destabilizzata, vittima di politraumatismo (perdite,lutti, violenze, separazioni)

Nuova condizione “patogenetica” : l’inattività obbligata, la posizione sociale diassoluta povertà, di assoluta dipendenza, l’assenza di prospettive. La noia.L’insicurezza.

Problemi preesistenti, disaccordi familiari, i conflitti e le nevrosi, resi più gravi.

Campi di raccolta soggetti a disciplina “per minori” da inquadrare (orari,permessi, file)

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Presa in carico “psy”

Frequenti reazioni di tipo depressivo, tendenza alla spersonalizzazione eall’isolamento.

Ma il campo è una realtà di vita comunitaria e lo spazio diventa per il rifugiatoun “chez-soi” con un investimento progressivo nel miglioramento dellecondizioni materiali.

L’atmosfera che regna in un campo è legata al rapporto col tempo :quale passato ? quale presente ? quali mezzi per pensare l’avvenire ?