ricerca: nuove terapie per la fibrosi polmonare …€¦ · trice mondiale della giornata di...

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QRcode: come si usa? Scoprilo a pagina 7 9/19 DENTAL CENTER GEMELLI: OTTOBRE È IL MESE DELLA PREVENZIONE I dentisti del Den- tal Center Gemelli sono sempre a disposizione di bambini e adulti per una visita di controllo, a maggior ragione ad ottobre, mese della pre- venzione. Particolare attenzione è posta sulla paura dei bambini verso i dentisti, così radicata da sembrare naturale. Ovviamente non si tratta di un sentimento innato ma, piutto- sto, di un’emozione negativa trasfe- rita dai genitori attraverso atteggia- menti e parole sbagliate. Per evitare di rendere traumatica l’esperienza e l’incontro col dentista gli odontoiatri del Dental Center Gemelli suggeri- scono alcuni semplici consigli, rivolti direttamente al singolo genitore. Al Policlinico Gemelli nasce il primo Istituto di ricerca clinica in ambito pediatrico sulle malattie neuromuscolari con un grave impatto sociale, come l’Atrofia muscolare spinale (SMA) e le Distrofie muscolari, carat- terizzate da lunghi e complessi percorsi di cura e assistenziali, per le quali la ricerca è impegnata a più livelli nell’individuare strategie terapeutiche. Si tratta del NINeR (NeMO Institute of Neuromuscular Re- search), prima esperienza di questa natura in Italia, che è stato inaugurato lo scorso 25 settembre a Roma dal Centro Clinico NeMO e dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Cura malattie neuromuscolari pediatriche: nasce il NINer A PAGINA 13 A PAGINA 12 RICERCA: NUOVE TERAPIE PER LA FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA Grazie a uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazio- ne Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma si aprono nuove prospettive per la cura della fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia rara la cui diffusione è però destinata ad aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diagnosi precoci. Lo studio è stato pubblicato sulla presti- giosa rivista The Lancet Respiratory Medicine ed è stato coordinato a livel- lo globale dal professore Luca Richeldi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia del Policli- nico Universitario A. Gemelli IRCCS e Ordinario di Pneumologia all’Universi- tà Cattolica campus di Roma. ALLE PAGINE 2 - 3 Circa 1.800 pazienti che hanno richiesto visite specialistiche e oltre mille tra visitatori e ac- compagnatori. È stato questo il significativo bilancio della prima giornata di porte aper- te “Mater Olbia per te”, l’iniziativa dedicata a tutta la popolazione, che permetteva di ef- fettuare visite mediche gratuite e conoscere più nel dettaglio repar- ti, servizi e tecnologie del Mater Olbia Hospi- tal. Per l’Open Day la nuova struttura ha messo in campo l’intero staff medico, il personale sanitario e la squadra di accoglienza, in tutto oltre 120 persone. Hanno collaborato anche alcuni specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agosti- no Gemelli IRCCS di Roma. Le prestazioni sono state effettuate in un clima di gran- de disponibilità, testimoniando una forte “domanda di salute”. A PAGINA 16 MATER OLBIA, PORTE APERTE A “DOMANDA DI SALUTE”

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Page 1: RICERCA: NUOVE TERAPIE PER LA FIBROSI POLMONARE …€¦ · trice mondiale della Giornata di sensibiliz-zazione sulla distrofia muscolare di Du-chenne che si è svolta lo scorso 7

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DENTAL CENTER GEMELLI:OTTOBRE È IL MESE DELLAPREVENZIONE

I dentisti del Den-tal Center Gemellisono sempre adisposizione di bambini e adulti peruna visita di controllo, a maggior ragione ad ottobre, mese della pre-venzione. Particolare attenzione èposta sulla paura dei bambini versoi dentisti, così radicata da sembrarenaturale. Ovviamente non si trattadi un sentimento innato ma, piutto-sto, di un’emozione negativa trasfe-rita dai genitori attraverso atteggia-menti e parole sbagliate. Per evitaredi rendere traumatica l’esperienza el’incontro col dentista gli odontoiatridel Dental Center Gemelli suggeri-scono alcuni semplici consigli, rivoltidirettamente al singolo genitore.

Al Policlinico Gemelli nasce il primo Istitutodi ricerca clinica in ambito pediatrico sullemalattie neuromuscolari con un grave impatto sociale, come l’Atrofia muscolarespinale (SMA) e le Distrofie muscolari, carat-terizzate da lunghi e complessi percorsi dicura e assistenziali, per le quali la ricerca èimpegnata a più livelli nell ’individuare

strategie terapeutiche. Si tratta del NINeR(NeMO Institute of Neuromuscular Re-search), prima esperienza di questa naturain Italia, che è stato inaugurato lo scorso 25settembre a Roma dal Centro Clinico NeMOe dalla Fondazione Policlinico UniversitarioAgostino Gemelli IRCCS.

Cura malattie neuromuscolaripediatriche: nasce il NINer

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RICERCA: NUOVE TERAPIEPER LA FIBROSI POLMONARE IDIOPATICA

Grazie a uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazio-ne Policlinico Universitario AgostinoGemelli IRCCS di Roma si aprono nuove prospettive per la cura della fibrosi polmonare idiopatica (IPF), unamalattia rara la cui diffusione è peròdestinata ad aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diagnosi precoci. Lostudio è stato pubblicato sulla presti-giosa rivista The Lancet RespiratoryMedicine ed è stato coordinato a livel-lo globale dal professore Luca Richeldi,Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia del Policli-nico Universitario A. Gemelli IRCCS eOrdinario di Pneumologia all’Universi-tà Cattolica campus di Roma.

ALLE PAGINE 2 - 3

Circa 1.800 pazienti chehanno richiesto visitespecialistiche e oltremille tra visitatori e ac-compagnatori. È statoquesto il significativobilancio del la primagiornata di porte aper-te “Mater Olbia per te”,l ’ iniziativa dedicata atutta la popolazione,che permetteva di ef-fettuare visite medichegratuite e conoscerepiù nel dettaglio repar-ti, servizi e tecnologiedel Mater Olbia Hospi-tal. Per l’Open Day la nuova struttura ha messo in campo l’intero staff medico, ilpersonale sanitario e la squadra di accoglienza, in tutto oltre 120 persone. Hannocollaborato anche alcuni specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agosti-no Gemelli IRCCS di Roma. Le prestazioni sono state effettuate in un clima di gran-de disponibilità, testimoniando una forte “domanda di salute”.

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MATER OLBIA, PORTE APERTE A “DOMANDA DI SALUTE”

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Nasce in Italia, presso il Policlinico Gemelli, ilprimo Istituto di ricerca clinica in ambito pe-diatrico sulle malattie neuromuscolari, conun grave impatto sociale, come l’Atrofia mu-scolare spinale (SMA) e le Distrofie muscolari,caratterizzate da lunghi e complessi percorsidi cura e assistenziali, per le quali la ricerca èimpegnata a più livelli nell’individuare strate-gie terapeutiche.Si tratta del NINeR (NeMO Institute of Neu-romuscular Research), che è stato inaugu-rato lo scorso 25 settembre a Roma dalCentro Clinico NeMO e dalla FondazionePoliclinico Universitario Agostino GemelliIRCCS. All’inaugurazione sono intervenutiMarco Elefanti, Direttore Generale Fonda-zione Policlinico Universitario Agostino Ge-melli IRCCS; Rocco Bellantone, Direttoredel Governo Clinico di Fondazione Policlini-co Universitario Agostino Gemelli IRCCS;Alberto Fontana, Presidente dei Centri Clinici NeMO; Giovanni Scambia, Direttore

Scientifico della Fondazione Policlinico Uni-versitario Agostino Gemelli IRCCS; EugenioMercuri, Direttore Scientifico del NINeR eBenedetta Rinaldi, giornalista e conduttri-ce televisiva. Ospite a sorpresa Max Giusti,il poliedrico showman capitolino, che si èintrattenuto con i piccoli pazienti dando lo-ro un messaggio di speranza.“Stiamo vivendo un momento storico straor-dinario per le malattie neuromuscolari – hasottolineato Alberto Fontana -, nel quale la ri-cerca sta riscrivendo la storia naturale di que-ste patologie. Ecco perché come Centro Clini-co NeMO, insieme al Policlinico Gemelli, vo-gliamo rispondere in modo concreto alla spe-ranza di cura delle famiglie”. Il NINeR com-prende al suo interno la prima Clinical TrialUnit interamente dedicata al neuromuscola-re in ambito pediatrico in Italia, un’area di150mq dove i bambini, insieme alle famiglie,potranno accedere alle cure sperimentali.“Grazie alla creazione del NINeR – ha dichia-

rato Eugenio Mercuri -, potremo garantirenello stesso luogo un’assistenza clinica ade-guata e di alto livello per le famiglie di bambi-ni e ragazzi con patologie neuromuscolari, euna struttura di ricerca che possa accoglierele nuove esigenze e opportunità terapeuti-che”. Con oltre 20 sperimentazioni clinicheper patologie neuromuscolari già attive, prin-cipalmente per la Distrofia muscolare di Du-chenne e per l’Atrofia muscolare spinale, ilNINeR amplifica la possibilità di far parte dinetwork scientifici a livello nazionale e inter-nazionale. “Insieme al Centro Clinico NeMO - ha dichia-rato Marco Elefanti - siamo fieri di vedere lanascita di una realtà così importante come ilNINeR che, siamo certi, contribuirà a cambia-re in meglio la qualità di vita di migliaia dibambini e ragazzi che convivono con patolo-gie neuromuscolari e delle loro famiglie”.

Ecco il NINeR: primo centro di cura e ricerca in

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Italia per malattie neuromuscolari pediatriche

Una luce che illumina il mondo: la luce cheogni persona può donare agli altri con leproprie azioni. È stato questo il tema sceltoda World Duchenne Organization, promo-trice mondiale della Giornata di sensibiliz-zazione sulla distrofia muscolare di Du-chenne che si è svolta lo scorso 7 settem-bre sotto l’Alto Patrocinio del ParlamentoEuropeo e che in Italia è stata coordinatada Parent Project aps. Sono circa 20mila ibambini che ogni anno nel mondo ricevo-no la diagnosi di distrofia di Duchenne: unapatologia genetica rara che porta alla pro-gressiva degenerazione muscolare. “Portare la luce nella comunità Duchenne –ha spiegato il professor Eugenio Mercuri,Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’U-niversità Cattolica e Direttore dell’Area Sa-lute del Bambino del Policlinico Universita-rio Agostino Gemelli IRCCS, centro di eccel-lenza e di ricerca per la cura di questa pa-tologia - significa poter fare tanto per i no-stri bambini e ragazzi, iniziando dal farlisentire a loro agio quando vengono a tro-varci per ricevere le loro cure e diventandopoi loro complici in questo percorso. Porta-re luce – ha aggiunto il professor Mercuri -significa anche cercare di fare in modo cheil nostro lavoro di tutti i giorni sia utile nellaricerca clinica, per definire nuove terapieche possano aiutare ancora di più questiragazzi”. Un auspicio che si concretizza nel-le parole di chi si trova direttamente coin-volto in questo difficile percorso di cura.“Abbiamo ricevuto la diagnosi di Duchenneper nostro figlio quando lui aveva solo 18mesi”, raccontano infatti Giada e Mirko ge-nitori del piccolo Giulio, un bimbo gioioso eattivo in cura presso il Policlinico Universi-tario Agostino Gemelli IRCCS e che oggi ha

sette anni e mezzo. “Da quel giorno abbia-mo capito che avremmo dovuto intrapren-dere un nuovo percorso di vita, ma abbia-mo mosso subito i nostri passi. Rimanerefermi non era un’ipotesi contemplata: undomani dobbiamo poter dire a nostro figlioche abbiamo fatto tutto ciò che era possibi-le fare per lui e per la sua qualità di vita.Una vita ricca di emozioni ed azioni in cui laluce che gli diamo come genitori nasce dalnostro enorme amore per lui”.L’amore sconfinato è dunque anch’esso lu-ce, luce di un familiare in questo caso. L’at-tenzione è invece la luce degli esperti cheprendono in carico i bambini e i ragazzi conla Duchenne e che cercano per loro unacura. Ognuno ha portato quindi la proprialuce per celebrare questo giorno che, dal2014 ad oggi, ha raggiunto milioni di perso-ne in oltre 43 Paesi del mondo, con il coin-volgimento di circa 95 organizzazioni. An-che quest’anno la comunità Duchenne haricevuto un messaggio di solidarietà e supporto da parte di Papa Francesco: “Inoc casione della Giornata Mondiale di sen -sibilizzazione sulla distrofia muscolare di Duchenne – ha fatto sapere il Sommo

Pontefice - vi mando un saluto affet-tuoso e mi unisco alla speranza di un

futuro migliore per tutti”. Per l’edizione 2019, World Duchenne Orga-nization ha creato anche un video dal titolo“Bring your light for the world Duchenneawareness day”, che è nato dalla sponta-neità dei bambini e dalla forza delle emo-zioni. Ai piccoli è stato chiesto di entrare inuna stanza buia, seguire un percorso di lucie raggiungere una scatola di cartone daaprire per vedere cosa sarebbe successo.L’apertura della scatola portava con sé unabellissima luce e all’improvviso un pallonci-no, simbolo di questa giornata mondiale,volava verso l’alto, facendo comparire sulvolto di ogni bambino un sorriso.Ricordiamo, come già accennato, che la pri-ma edizione della Giornata mondiale disensibilizzazione sulla distrofia muscolaredi Duchenne (WDAD) si è svolta il 7 settem-bre 2014: a partire da quel momento l'e-vento è cresciuto e ha coinvolto organizza-zioni di pazienti di diversi Paesi, attraversoistituzioni, famiglie, ricercatori, personaggipubblici e società civile. Dalla prima edizio-ne, un palloncino rosso è il simbolo dellaWDAD perché rappresenta un "veicolo" perfar volare via la Duchenne da questo mon-do. In tante nazioni familiari, pazienti, attivi-sti hanno realizzato iniziative di informazio-ne e di raccolta fondi a sostegno della comunità Duchenne. Le realtà che hannoaderito alla Giornata sono state numerosein Italia e nel mondo. Sul sito www.world-duchenneday.org è disponibile l’elencocompleto, mentre sui canali social delle associazioni è stato possibile seguire gli aggiornamenti sulla Giornata così come èstata vissuta in Italia e nel mondo.

Rocco Bellantone ha evidenziato invece che “iprogetti prima si realizzano e poi si inaugura-no, e questo è il caso del NINeR e del lavorodel Prof. Mercuri che con il suo staff, insiemeal lavoro di ricerca clinica, condivide ognigiorno la sofferenza trasformandola in forzaper chi è malato". E proprio sul tema della ri-cerca ha speso parole di apprezzamento ilprofessor Scambia. "Oggi parliamo di che co-sa è la ricerca e di come il Policlinico Gemellisi inserisca in tutto questo. La Fondazione èinfatti diventata IRCCS sancendo appunto la

propria vocazione di ricerca, perché le sfidedi un Paese si vincono se questo fa ricerca edè innovativo".All’inaugurazione del NINer non è volutomancare Max Giusti che, come accennato, siè fermato a scherzare con i bambini molto di-vertiti. “Sono venuto a portare il mio saluto,non scientifico, a tutti voi – ha detto lo show-man - e a vedere con i miei occhi questoospedale che non si ferma mai. Fondamenta-le infatti - ha concluso Giusti - è essere in curaproprio in una struttura come il Gemelli chenon molla mai, un punto di riferimento per imalati, una vera casa che può migliorare la

vita di tutti noi”.Da sottolineare infine che l’avvio delle attivitàdel NINeR sono state possibili grazie al so-stegno e alla sinergia delle maggiori Associa-zioni di genitori con bambini affetti da patolo-gia neuromuscolare e di quelle impegnate inambito sociosanitario, che hanno creduto nelvalore e nell’importanza del progetto: Asso-ciazione Famiglie SMA Onlus - Genitori per laricerca sull’Atrofia Muscolare Spinale, UILDMOnlus - Unione Italiana Lotta alla DistrofiaMuscolare, ASAMSI - Associazione per lo Stu-dio delle Atrofie Muscolari Spinali Infantili,Wamba Onlus.

Distrofia di Duchenne: una giornata di sensibilizzazione

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Con un intervento introduttivo del Diret-tore Generale, il professor Marco Elefanti,è stato presentato lo scorso 3 settembrei l pr imo prodotto di Gemel l i HealthSystem (GHS), società controllata al 100%dalla Fondazione Policlinico UniversitarioAgostino Gemelli IRCCS, che avvia così lapropria attività, focalizzata alla progetta-zione e realizzazione essenzialmente dialimenti a fini medici speciali, ma ancheintegratori complessi e dispositivi medici.“Gemelli Health Obesità Sindromica - spie-ga Enzo Lucherini, Direttore Generale diGHS - è un Alimento ai fini medici speciali(Afms) sostitutivo dei pasti, disponibile inuna confezione di 30 buste singole da35g ciascuna, contenenti una miscela ge-lificante, che fornisce all’incirca 125 kcalper porzione”. La quota di carboidrativiene garantita da maltodestrine con unabassa destrosio-equivalenza, più lente dametabolizzare e che non inducono picchiglicemici. Il prodotto permette di assu-mere un pasto bilanciato a bassa densitàcalorica e con caratteristiche idonee adintervenire sui meccanismi modulatoridel senso di sazietà. Un supporto specifico alla terapia nutri-zionale coadiuvante di tali sindromi, comeconferma il professor Giuseppe Zampino,Responsabile Unità di Malattie Rare e Difetti Congeniti del Policlinico Universita-rio A. Gemelli IRCCS. “I meccanismi che so-no alla base dell’obesità sindromica – haspiegato il professor Zampino - sono dinatura intrinseca, legati alla funzione delgene, meccanismi legati al senso di sazie-tà che viene alterato, per cui parliamo disoggetti che sono bulimici iperfagici (conaumento della sensazione di fame o del-l’appetito NDR) spesso con un’alterazionedel metabolismo basale che è ridotto,molto rallentato, per cui anche mangian-do modeste quantità di cibo, tendono aingrassare”. Poiché la gestione nutrizionale conven-zionale di tali soggetti risulta insufficien-te e ad oggi non esistono strategie nutri-zionali alternative, GHS Obesità Sindromi-ca si candida quale strumento aggiuntivoper l’intervento nutrizionale nei soggetticon obesità sindromica a partire dai 4anni di età.Ma quali sono le più frequenti (e quindidiffuse) obesità sindromiche? Lo ha chiari-to ancora il professor Giuseppe Zampino“Sono rappresentate innanzitutto dallasindrome di Prader Willi, prototipo dellesindromi da obesità, in cui il bambino ini-zialmente ha difficoltà a deglutire ma poi

diventa iperfagico e, per un problema dimetabolismo basale, diventa obeso. Ilcontrollo dell’obesità nella sindrome èl’elemento principale del suo trattamentoe la sua riabilitazione. Altre condizioni come la Bardet-Biedl, lasindrome di Cohen, la sindrome di Rubin-stein-Taybi, la sindrome di Down sono si-tuazioni – ha aggiunto il professor Zampi-no - in cui l’obesità è un elemento impor-tante che, a volte, ne permette la diagnosi”.Gemelli Health Obesità Sindromica com -pleta la sua miscela di nutrienti con se -lezionate proteine vegetali (proteine di pisello/ceci/proteine di riso integrale) che garantiscono, come ha confermato la dottoressa Roberta Onesimo “un sostitu-to del pasto che soddisfa irequisiti nutrizionali e, alcontempo, è util izzabileanche da chi presenta in-tolleranze o allergie alleproteine del latte vaccino”. La scheda completa sulprodotto è disponibile suls ito www.gemell ihealth -system.it , compresa una“Guida pratica agli Afms”.Ricordiamo che Gemell iHealth Obesità Sindromicaè disponibile in tutte lefarmacie e, qualora nonfosse immediatamente re-peribile, si potrà contatta-re il numero verde gratui-to per accelerare la forni-tura presso la farmaciaindicata. Importante infi -ne sottolineare che GHS

Obesità Sindromica è stato sviluppato come supporto nutrizionaledei soggetti affetti da obesità sindromicae deve essere quindi uti l izzato sotto controllo medico.

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Gemelli Health System: presentato il primo prodotto indicato per l’obesità sindromica

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Tumori del seno: Komen Italia e PoliclinicoGemelli insieme per il Mese della prevenzione

Ha preso avvio in modo anticipato già lo scor-so 20 settembre, con due Race for the Curein contemporanea a Bologna e Pescara, ilMese della Prevenzione della Komen Italiacon un ricco calendario di attività sul territo-rio nazionale che si concluderanno il 31 otto-bre con l’inaugurazione del Centro di TerapieIntegrate del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.“La Prevenzione è il nostro capolavoro” è ilclaim scelto quest’anno perché sarà l’arte,nelle sue varie declinazioni, il fil rouge del pro-gramma grazie alla partnership con Arthemi-sia, azienda culturale leader nell’organizzazio-ne di mostre d’arte in Italia e nel mondo, chepromuoverà una raccolta fondi per nuoviprogetti dedicati all’azione di contrasto ai tu-mori del seno.Tra il 20 settembre e il 10 ottobre, 4 impor-tanti mostre (“Chagall. Sogno e Magia” nel Palazzo Albergati a Bologna, “Andy Warhol”nella Basilica della Pietrasanta a Napoli, “Im-pressionisti Segreti” a Palazzo Bonaparte aRoma e “I love Lego” al Palazzo della Perma-nente a Milano) hanno consentito ai visitatoridi conoscere e ammirare i capolavori dell’ar-te, contribuendo allo stesso tempo all’avvio di4 iniziative finalizzate alla tutela della salutefemminile in Italia e all’estero.Numerosi gli appuntamenti del “lungo mesedella prevenzione” di Komen Italia che hannoincluso, tra l’altro, 4 edizioni della Race for theCure, la più grande manifestazione per la lot-ta ai tumori del seno in Italia e nel mondo allaquale partecipano ogni anno più di 120milapersone. La XIII edizione della Race di Bolo-gna e la V edizione della Race di Brescia sonostate infatti affiancate da due nuove tappe

inedite: Pescarae Matera (Bolo-gna e Pescara 20-22 settembre, Brescia e Matera 27-29 settembre).Il 29 settembre poi, insieme alle Race di Bre-scia e di Matera, in tutta Europa si sono svoltealtre 13 Race for the Cure. Questa iniziativa innovativa – “One Day One Race” – è stataideata dal network Think Pink Europe, di cui laKomen Italia è uno dei fondatori, e ha preso ilvia proprio da Matera, Capitale europea dellaCultura 2019, per contrastare le disparità nell’accesso a cure d’eccellenza e per ridurre ildivario nell’assistenza sanitaria alle pazienticon tumore del seno tra le nazioni europee.“La Race è l’evento simbolo della Komen Italia– ha affermato il professor Riccardo Maset-ti, Presidente Komen -. Nel maggio scorso, aRoma e Bari, oltre 100mila persone hannopartecipato a questa grande manifestazioneper rimarcare l’importanza della prevenzioneed esprimere vicinanza alle oltre 52mila donne che ogni anno, in Italia, ricevono unadiagnosi di tumore al seno”.Saranno invece 20 le tappe della Carovanadella Prevenzione – il Programma nazionaleitinerante di promozione della salute femmi-nile, promosso congiuntamente da KomenItalia con la Fondazione Policlinico Universita-rio Agostino Gemelli IRCCS – che ha già offer-to 22mila prestazioni specialistiche in 17 Regioni italiane e che nel mese di ottobre coinvolgerà Lazio, Campania, Abruzzo, Basili-cata e Marche.Komen Italia e la Fondazione Policlinico Uni-versitario Agostino Gemelli IRCCS collabore-ranno anche a “Ottobre Rosa”, la campagnadi prevenzione promossa dalla Regione

Lazio per offrire alle donne tra i 45 e i 49 anni l’opportunità di effettuare esami diagnostici. Grazie alle tre Unità Mobili dellaCarovana della Prevenzione, che sarannooperative il 26 e 27 ottobre presso il Policlini-co Universitario A. Gemelli IRCCS, verrà ampliato significativamente il numero didonne che potrà beneficiare di queste opportunità di diagnosi precoce.“La Fondazione Policlinico Universitario

Agostino Gemelli IRCCS aderisce con partico-lare impegno a questo articolato progetto diprevenzione per il saldo legame che ha con laKomen Italia con cui condivide la massima at-tenzione per la tutela della salute delle donne– ha affermato il professor Marco Elefanti,Direttore Generale Policlinico Universitario A.Gemelli IRCCS -. Tale sensibilità – ha prose-guito - è testimoniata dal continuo riconosci-mento del Gemelli con i tre bollini rosa che locontraddistinguono quale ospedale a misuradi donna. Altro elemento di condivisione conKomen Italia è l’apertura dell’ospedale al territorio con la presenza delle nostre qualifi-cate équipe mediche vicine alla popolazionefemminile, in particolare alle persone più fragili e disagiate presenti su tutto il territorionazionale che vengono così intercettate, dando risposte ai loro bisogni di salute”.Tra l’altro, come già ricordato, il Mese dellaPrevenzione si concluderà il 31 ottobre conl’inaugurazione del Centro Komen Italia di Terapie Integrate in Oncologia proprio pres-so il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCSdi Roma, per offrire a un numero sempremaggiore di donne la possibilità di usufruiredi trattamenti complementari utili a migliora-re il benessere psicofisico durante e dopo ipercorsi di cura, a favorire gli effetti seconda-ri delle terapie oncologiche e a ridurre i rischidi recidiva della malattia.A questo proposito è il caso di ricordare che itumori del seno costituiscono un problemadi grande rilevanza sociale, che direttamenteo indirettamente entra in tutte le case. Rappresentano infatti le neoplasie malignepiù frequenti fra le donne di tutte le età. Nelmondo, il tumore del seno é la neoplasia piùdiagnosticata tra le donne, con oltre 1,6 milioni di casi ogni anno. In Europa sono464mila i nuovi casi ogni anno, mentre in Italia, come già evidenziato, si registrano annualmente oltre 50mila nuovi casi.

Alla conferenza stampa di presentazione delleiniziative di Komen Italia e del PoliclinicoUniversitario A.Gemelli IRCSS per il mese dellaprevenzione del tumore al seno, era presenteanche la sindaca di Roma Virginia Raggi, che quicompare insieme al professor Riccardo Masetti.

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Dopo avere maturato due anni di esperien-za con la prima versione di acceleratore li-neare ibrido con risonanza magnetica, pres-so il Gemelli ART (Gemelli Advanced Radia-tion Therapy Center) è ora attivo clinicamen-te un nuovo Acceleratore lineare ibrido MRI-dian - ViewRay (ViewRay, Mountain View, CA,USA), la più moderna soluzione di Radiote-rapia guidata dalle immagini attualmentedisponibile per trattare pazienti con neopla-sie del polmone, fegato e prostata.L’unità di trattamento è costituita da unoscanner di risonanza magnetica (RM) conintensità di campo pari a 0.35 T e un accele-ratore lineare da 6 MV in grado di ruotareed irradiare il paziente da 360 gradi, mentrespecifici accorgimenti tecnici consentono al-le radiazioni di raggiungere efficacemente ilbersaglio senza interazioni con il campomagnetico.La presenza della risonanza magnetica inte-grata consente di acquisire immagini statichedi ottima qualità morfologica per il posiziona-mento iniziale del paziente e di monitorareattivamente il trattamento attraverso l’acqui-sizione di immagini dinamiche sulle quali èpossibile verificare in tempo reale la posizio-ne del tumore per tutta la durata del tratta-mento. Questa soluzione tecnologica consen-te di interrompere automaticamente l’irradia-

zione nel momento in cui il tumore non si do-vesse trovare nella posizione attesa a causadei movimenti naturali del paziente (come adesempio la respirazione o il battito cardiaco). Questa tecnologia inoltre, consentendoun’erogazione controllata della radioterapia,permette di somministrare dosi più elevatesul tumore e di offrire maggiori probabilità

di guarigione.Il paziente può controllare in ogni momentola posizione della sua malattia medianteuno schermo e, controllando il suo respiro,contribuisce a mantenere la sua malattia nelpunto migliore per essere irradiata. In que-sto senso, si tratta della prima soluzione tec-nologica che consente al paziente oncologi-co di partecipare direttamente al trattamen-to della sua malattia. Recentissimi sviluppi software consentonopoi di realizzare trattamenti in modalità “on-line adaptive” ottimizzando la distribuzionedi dose sull’anatomia giornaliera del pazien-te ed ottenendo in questo modo piani ditrattamento più sicuri raggiungendo dosipiù alte sul bersaglio ed ottenendo ottimi ri-sultati clinici in termini di risposta locale esopravvivenza, e riducendo tossicità ed ef-fetti collaterali. Da notare che l’importanza che la serenitàdel paziente riveste per i sanitari durante iltrattamento è testimoniata dalla decorazio-ne della sala di terapia, realizzata interamen-te dalle maestranze del Teatro dell’Opera diRoma (Maestro Varamo) su disegno del De-sign Creativo della Maison Valentino, Pier-paolo Piccioli, che proietta il paziente stessoin una dimensione onirica di contatto con lanatura e con il proprio essere. Un impegno

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Gemelli ART: trattati i primi pazienti oncologicicon la più moderna soluzione di radioterapia

L’American Society for Radiation Onco-logy (Astro) ha conferito il Resident Re-cognition Award al dottor Calogero Ca-sà, specializzando in Radioterapia allaFacoltà di Medicina e chirurgia dell’Uni-versità Cattolica e medico del GemelliART, il Centro di Radioterapia Oncologi-ca della Fondazione Policlinico Universi-tario Agostino Gemelli IRCCS, direttodal professor Vincenzo Valentini, Ordi-nario di Diagnostica per immagini e Radioterapia all’Università Cattolica. Ilpremio internazionale è stato conferitoper la ricerca sulla radiomica nella pre-dizione della prognosi a due anni per ipazienti affetti da neoplasia del retto lo-calmente avanzato. “Il premio – ha det-to Valentini - è un riconoscimento mol-to gradito perché la competizione pre-vedeva la partecipazione di specializ-zandi americani, asiatici e europei eperché conferma l’importanza e l’utilitàdi coinvolgere i medici in formazione

specialistica nella ricerca sulle nuovetecnologie nella medicina personalizza-ta”. Astro è la principale società di Ra-dioterapia Oncologica nel mondo, conoltre 10.000 membri tra medici, infer-mieri, biologi, fisici, radiologi, dosimetri-sti e altri professionisti sanitari specia-lizzati nel trattamento di pazienti conradioterapia.

Ricerca, premio Astro a Calogero Casà

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tra l’altro, quello di garantire la tranquillità eil benessere dei pazienti durante le procedu-re di radioterapia interventistica, conferma-to dal fatto che a breve potrebbe essere

inaugurato, proprio presso il Gemelli ART, ilprogetto Mission, per il quale sono state atti-vate anche iniziative benefiche di raccoltafondi, come l’evento “Solidi e solidali” svolto-si lo scorso 8 settembre a Roma (vedi box apag. 7). Il programma Mission prevede la

realizzazione di un ambiente multisensoria-le, con suoni, musica, aromaterapia, cromo-terapia e immagini, che sarà personalizzatoin base ai gusti del paziente, cercando anchein questo modo di favorire appunto il buonesito delle sedute di radioterapia.

DA PAGINA 6

QR code: inquadratelo col cellulare

Il simbolo di forma quadrata che trovatein prima pagina è un "QR code".Inquadrato con la fotocamera del cellu-lare, collega direttamente alla versionepdf, scaricabile e stampabile, che siottiene dal sito www.policlinicogemelli.it. Perché funzio-ni, il telefono deve potersi collegare ad internet, averela fotocamera ed il programma (scaricabile gratis dallarete) che riesce a "vedere" e leggere i QR code.

Per maggiori informazioni: http://bit.ly/QRistruzioni

Gemellinforma - Bollettino a diffusione internaper il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS Testata in attesa di registrazioneDirettore: Nicola CerbinoBoard editoriale: A. Giulio De Belvis, Luca Revelli,Giorgio Meneschincheri, Carla Alecci,Annia Lucina della Penna, Federica Mancinelli, Antonella Muschio Schiavone, Emiliana StefanoriConsulenza giornalistico-editoriale:Giuseppe CordascoRedazione tecnico-scientifica: Alessandro Barelli,Christian Barillaro, Ettore Capoluongo, Ivo Iavicoli,Roberto Iezzi, Gaetano Lanza,Marco Marchetti, Mario Rigante, Carlo Rota.Stampa: STR PRESS srl - Pomezia

Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCSUniversità Cattolica del Sacro Cuore

Lo scorso 8 settembre si è svolto presso ilcentro Sportivo Officine dello Sport di Ro-ma il 1° torneo “Solidi e Solidali”, eventodi beneficienza a sostegno dei pazientidel Gemelli ART (Advanced Radiation The-rapy), il centro di Radioterapia oncologicadel Policlinico Gemelli. Il progetto che acui sono stati devoluti i fondi raccolti, de-nominato “Mission”, è destinato a miglio-rare sensibilmente le procedure interven-tistiche oncologiche focalizzando l’atten-zione non solo sulle operatività clinichema anche sulla componente psicologicadei pazienti.L’evento, organizzato dalla Società Sporti-va Boreale-Don Orione e dallo JuventusClub UCSC-Policlinico Gemelli, ha vistouna grande partecipazione di pubblicoche ha assistito alle partite sia del qua-drangolare giovanile (con le rappresenta-tive 2010 della Juventus, Roma, Lazio eBoreale Don-Orione) e sia del torneoamatoriale (Juventus Official Fan Club Po-liclinico Gemelli, International Team Cle-ricus Cup - Nazionale Sacerdoti, Amici

Boreale-Don Orione e Architetti RomaASD).Il prof. Vincenzo Valentini, Direttore delGemelli ART (Advanced Radiation The-rapy), centro di Radioterapia del Policlini-co Universitario Agostino Gemelli IRCCSha commentato: “Nel panorama dellamoderna oncologia non basta offrire sofi-sticate tecnologie e le più innovative tera-pie ma è necessario affiancare alla miglio-re proposta terapeutica anche una atten-zione particolare agli aspetti relazionalidel paziente che sentendosi accolto conun approccio multidimensionale parteci-pa al processo terapeutico con conse-guenti benefici clinici e di risultati”. Gli hafatto eco il dott. Luca Tagliaferri referen-te del Centro di Oncologia Interventistica,secondo il quale, il progetto supportatodall’evento benefico, ovvero come dettoMission (Multisensory Integrated systemfor patient compliance improvement),“consiste nella realizzazione di un am-biente innovativo multisensoriale alta-mente personalizzato dal paziente attra-verso suoni, musica, aromaterapia, cro-moterapia e immagini. Tale sistema ren-derebbe le procedure di radioterapia in-terventistica (brachiterapia) più tollerate

dal paziente con notevoli benefici clinici epsicologici”.Il dott. Bruno Romanò, anestesista e pre-sidente dello Juventus Club insieme aldott. Marco Marchetti, direttore dellascuola calcio Boreale Don Orione hannoevidenziato la valenza educativa dell’ini-ziativa per i giovani atleti che stanno co-struendo la loro vita su un “solido” impe-gno sportivo senza tralasciare la “solida-rietà”, per questo l’iniziativa è stata chia-mata “Solidi e Solidali".L’evento è stato valorizzato dal patrociniodella Polizia di Stato e della Fanfara del-l’Arma dei Carabinieri che ha partecipatodurante la premiazione delle formazionisottolineando la presenza delle istituzionia fianco alle giovani generazioni.

Beneficenza per il Gemelli Art: questa la “Mission” di “Solidi e Solidali”

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8 Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Diminuzione dei tempi di degenza medi edegli esami medici richiesti, ma soprattuttosignificativa diminuzione della mortalità. Èquello che accade nell’Area Cardiologica e diChirurgia Cardiovascolare della FondazionePoliclinico Agostino Gemelli IRCCS, dove or-mai da anni gli specialisti lavorano in squa-dra in una logica multidisciplinare, mettendoil paziente al centro del percorso di cura.L’attività si svolge in tre sale operatorie dedi-cate, a cui si aggiunge quella cosiddetta ‘ibri-da’ ad alta tecnologia, che permette l’esecu-zione di procedure innovative garantendoun’ampia gamma di soluzioni terapeutichesu misura per ogni tipo di paziente. A parlaredi questa struttura, vero e proprio fiore al-l’occhiello del Policlinico Gemelli, è il profes-sor Massimo Massetti, che dopo vent’annidi esercizio all’estero è stato richiamato dal-l’Università Cattolica del Sacro Cuore proprioper ricoprire il ruolo di direttore della UOC diCardiochirurgia e della Scuola di specializza-zione in Cardiochirurgia al Policlinico Univer-sitario A. Gemelli IRCCS.

Professor Massetti, in cosa consiste la

chirurgia cardiaca mininvasiva?Il concetto di chirurgia mininvasiva si defini-sce da sé e consiste nel ridurre in ogni statodel percorso di cura l’aggressività delle tera-pie che vengono proposte ai pazienti per cu-rare le loro malattie.

Quali interventi possono essere eseguiticon questa tecnica?Le procedure di mininvasività sono applica-bili a tutti i pazienti e a tutte le tecniche, siachirurgiche sia ibride. Questo proprio perchéaccanto alla chirurgia oggi abbiamo a dispo-sizione terapie mininvasive che sono più o

meno aggressive a seconda del tipo di inter-vento da realizzare.

Quali sono i principali interventi cardiochi-rurgici mininvasivi eseguiti sui pazienti?Si tratta soprattutto di terapie per patologievalvolari. In questi casi le valvole malate sipossono cambiare o riparare con terapie mi-ninvasive, oppure con tecniche di chirurgia incui si apre il torace e si entra nella camera car-diaca per realizzare le procedure necessarie.

Quanto diventerà importante in futuro lamedicina personalizzata?Oggi siamo di fronte ad un invecchiamentoprogressivo della popolazione e anche noiche curiamo le malattie cardiovascolari citroviamo di fronte a pazienti sempre più an-ziani e soprattutto sempre più malati. Perquesto accade che accanto al problema car-diaco, spessissimo, ci sono anche altre pato-logie con cui fare i conti. A questi pazienti èallora estremamente importante, dopo avercapito il loro grado di fragilità, proporre unaterapia che sia il più possibile personalizzatae mininvasiva.

Chirurgia cardiaca mininvasiva, tecnologia einnovazione al servizio di un lavoro di squadra

Cuore: organo da trattare bene e mantenere in salute"Il cuore è un potente organo muscolareche nel corso di una vita si contrae fino aquattro miliardi di volte. Affinché possasostenere questo enorme lavoro, e no-stro dovere trattarlo bene e mantenerloin salute". È il consiglio del professor Filippo Crea, direttore del dipartimentodi Scienze Cardiovascolari e toraciche delPoliclinico Universitario A. Gemelli IRCCSdi Roma. Autore di circa mille pubblica-zioni su riviste scientifiche, il professorCrea nel 1992 ha ricevuto da Rita LeviMontalcini il Premio Newburgh per "glieccezionali contributi scientifici nel cam-po della ricerca cardiovascolare", mentrenel 2015 gli è stata assegnata la presti-giosa 'Krakoff International Lecture' inCardiovascular Medicine all'Università diHarvard.

Professor Crea, quali sono i rischi le-gati alle malattie del cuore in Italia?Nel nostro Paese circa il 40% degli uomi-ni e il 50% delle donne muore purtroppoper patologie cardiache. Le malattie car-diovascolari sono il killer numero uno inItalia, in Europa e in generale in tutto ilmondo occidentale.

Nonostante il lavoro di prevenzione,si continua a morire. Perché?Oggi si muore meno di infarto acuto (lamortalità si è infatti ridotta dal 50 al 10%negli ultimi 50 anni), ma di più per scom-penso cardiaco, che è una frequente con-seguenza dell'infarto dopo la fase acuta.Le risorse disponibili sia per la ricerca siaper l'assistenza sono purtroppo, ma dob-biamo fare di più. Basti pensare che unadonna ha una probabilità di morire d'in-farto dieci volte superiore a quella di mo-rire di cancro al seno. In questo sensoaggiungo che bisogna prestare più atten-zione proprio alle donne, che nell'imma-ginario collettivo sono ritenute protettedalle malattie cardiovascolari, e invecemuoiono come gli uomini o più degli uo-mini, e per questo vanno trattate ade-guatamente.

La vita media si è allungata e si staandando incontro ad un invecchia-mento generale della popolazione. Inche maniera questo incide sulle pato-logie che interessano il cuore?L'80% degli infarti avviene dopo i 60 an-ni, dopo i 65 anni lo scompenso cardiaco

è la prima causa di ospedalizzazione edopo gl i 80 anni una persona su 10 soffre di fibrillazione atriale. Con il pas-sare degli anni, purtroppo, tutto tende afunzionare peggio e questo è partico -larmente vero per le malattie cardio -vascolari.

Come si prevengono queste malattie?Certamente con uno stile di vita impec-cabile, quindi tolleranza zero per il fu-mo, perché due o tre sigarette al giornoraddoppiano il rischio di infarto; poi èimportante un’attività fisica regolare euna dieta ricca di verdure e pesce, diffi-dando degli integratori di cui si fa unabuso incomprensibile spesso a scapitodi farmaci efficaci.

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Una campagna di sensibilizzazione sulladissezione aortica, patologia rischio vitache ogni anno colpisce circa 30 personeogni 100mila, è stata lanciata il 19 set-tembre scorso presso la Fondazione Poli-clinico Universitario Agostino GemelliIRCCS, giorno in cui si è celebrata, comeogni anno, la Giornata “Awareness Day”dedicata a questa grave malattia. Al mee-ting hanno partecipato insieme medici,bioeticisti, personalità della cultura e del-lo spettacolo tra cui Giulio Mogol che haspiegato come "una prevenzione attentae attiva sia fondamentale per salvare la

vita delle persone".La Giornata ha avuto origine in Svezia treanni fa per iniziativa di alcuni pazientiche si sono riuniti spontaneamente in as-sociazione sui social web in forma di au-tosostegno inaugurando l’Aortic Dissec-tion Awareness Day. Il successo dell’ini-ziativa ha portato alla sua diffusione ingiro per il mondo: ad oggi sono 57 i Paesicoinvolti, con il motto: “Oggi è una buonagiornata!”.La dissezione aortica è un evento raro,ma potenzialmente fatale, che si verificaquando le pareti della principale arteriadel corpo, l’aorta, “si slaminano”; si realiz-za quindi una complicanza cardiovascola-re grave che mette appunto a rischio lavita stessa del paziente. Diversi sono i fat-tori di rischio per questa patologia, che sipossono suddividere in congeniti (in pre-valenza le malattie del tessuto connetti-vo, che è il principale componente dellaparete aortica) e acquisiti come l’iperten-sione arteriosa, il fumo di tabacco, l’abu-so di sostanze stupefacenti e di alcunifarmaci come i corticosteroidi, la gravi-danza e i traumi dell’aorta. Da un puntodi vista psicologico, la peculiarità di que-sta patologia è quella del passaggio dauno stato di normale benessere corporeoad un evento acuto potenzialmente mor-tale fino allo stato di malattia cronica. La campagna di informazione al pubblicosulla dissezione è stata presentata pressola Sala MediCinema della Fondazione Po-liclinico Universitario Agostino GemelliIRCCS da Filippo Crea, Direttore del Di-partimento di Scienze Cardiovascolari eToraciche della Fondazione PoliclinicoUniversitario Agostino Gemelli IRCCS e

Professore Ordinario di Cardiologia all’U-niversità Cattolica, Massimo Massetti,Direttore dell’Area Cardiologica PoliclinicoUniversitario A. Gemelli IRCCS e Professo-re Ordinario di Chirurgia Cardiaca pressol’Università Cattolica, Yamume Tshomba,Direttore dell’UOC di Chirurgia VascolarePoliclinico Universitario A. Gemelli IRCCSe Professore Associato di Chirurgia Va-scolare all’Università Cattolica e GiovanniTinelli, Dirigente Medico presso l’UOC diChirurgia Vascolare e responsabile delPercorso Clinico dell’Aorta FondazionePoliclinico Universitario Agostino GemelliIRCCS.Successivamente si è svolta l’intervista al-lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Co-hen e la proiezione del cortometraggio“41virgola3”. Ha fatto seguito una tavolarotonda su “La dissezione aortica” cui so-no intervenuti anche Antonio Rebuzzi,Direttore UOC Terapia Intensiva Cardiolo-gica Fondazione Policlinico UniversitarioAgostino Gemelli IRCCS, Franco Cavalie-re, Direttore UOC Area Cardiologica e diChirurgia Vascolare Fondazione Policlini-co Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ePiergiorgio Bruno , Dirigente MedicoUOC Area Cardiologica e di Chirurgia Va-scolare Fondazione Policlinico Universita-rio Agostino Gemelli IRCCS. Momento clou dell’evento, moderato dal-la giornalista e conduttrice televisiva diRai Uno Vira Carbone, è stata la discus-sione sull’importanza dell’accettazionedella malattia: sono intervenuti il teologoe scrittore Don Mauro Cozzoli e il grandeparoliere Giulio Mogol. Infine il cantauto-re Gianmarco Carroccia ha eseguito unaperformance dal vivo.

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Dissezione aortica, al Gemelli la Giornata mondiale di informazione e prevenzione

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10 Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Tumore della cervice uterina: nuova ricerca unisce Università Cattolica, Gemelli ed EneaPredire la risposta al trattamento nelle pa-zienti con tumore della cervice uterina po-trebbe essere possibile grazie ai risultati diuna ricerca frutto della collaborazione multi-disciplinare tra la Facoltà di Medicina e Chi-rurgia dell’Università Cattolica, la FondazionePoliclinico Universitario Agostino GemelliIRCCS e l’ENEA - Divisione Tecnologie e meto-dologie per la salvaguardia della salute (incollaborazione con ISPAAM - CNR). Lo studio ha portato all’identificazione di unafirma molecolare composta da tre geni (AN-XA2, NDRG1 e STAT1) in grado di predire larisposta al trattamento radiochemioterapico(CRT) neoadiuvante nelle pazienti con tumo-re della cervice uterina localmente avanzato.I ricercatori coinvolti nel progetto, con pro-fessionalità e competenze diverse (clinici,biologi molecolari, radiobiologi, farmacologi,bioinformatici), sono stati coordinati dal pro-fessor Giovanni Scambia, Ordinario di Clini-ca Ostetrica e Ginecologica presso l’Universi-tà Cattolica e Direttore Scientifico della Fon-dazione Policlinico Universitario AgostinoGemelli, IRCCS, dalla dottoressa DanielaGallo, Dirigente sanitario dell’Università Cat-tolica e Responsabile dell’Unità di MedicinaTraslazionale per la Salute della Donna e delBambino del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, e dalla dottoressa CarmelaMarino, Responsabile Divisione Tecnologie eMetodologie per la Salvaguardia della SaluteENEA, C.R. Casaccia. I risultati, oggetto di bre-vetto, sono stati pubblicati sulla rivista Jour-nal of Experimental & Clinical Cancer Research.Il brevetto è stato presentato a TechshareDay 2019, evento svoltosi a Torino lo scorso25 giugno. “Nel nostro Dipartimento – ha affermato ilprofessor Scambia - la radiochemioterapianeoadiuvante seguita da chirurgia radicalerappresenta l’opzione terapeutica più fre-quentemente utilizzata nelle pazienti con tu-more della cervice localmente avanzato. Tut-tavia, il 30% circa delle pazienti non rispondeottimamente alla terapia e presenta una ri-presa di malattia precoce. Queste evidenzecliniche – ha aggiunto - sono state alla basedi un ambizioso progetto di ricerca traslazio-nale volto ad identificare potenziali biomar-catori predittivi di risposta nel nostro settingclinico”. Si è trattato di un lavoro molto articolatoche, come ha spiegato la dottoressa Marianna Buttarelli, biologa presso l’Istitu-to di Clinica Ostetrica e Ginecologica, e pri-mo autore della pubblicazione “partendodalla comparazione del profilo proteico dellebiopsie tissutali di pazienti con risposta notaalla terapia (sensibili o resistenti al tratta-

mento CRT) si è sviluppato fino alla com-prensione dei meccanismi molecolari chesottendono il ruolo dei 3 geni identificati co-me biomarcatori di risposta”.“L’algoritmo di machine learning da noi svi-luppato – ha aggiunto la dottoressa DanielaGallo - consente di determinare la probabili-tà di sensibilità o resistenza alla CRT, a parti-re dal livello di espressione dei marcatorid’interesse, misurati con una metodica dianalisi di uso comune nei laboratori e di faci-le utilizzo. Una volta validati su una coortepiù ampia di pazienti – continua la dottores-sa Gallo -, questi risultati potrebbero rappre-

sentare un importante passaggio verso l’ap-plicazione di approcci terapeutici personaliz-zati nel trattamento della malattia. L’identificazione di biomarcatori molecolaripredittivi di risposta alla terapia, cioè caratte-ristiche oggettivamente misu rabili e valutabi-li, costituisce infatti uno degli obiettivi più im-portanti della medicina personalizzata. De-terminante ai fini della traslazionalità della ri-cerca, è soprattutto la capacità di trasferirenel la pratica clinica i risultati ottenuti in labo-ratorio, cioè in altre parole – conclude la Gal-lo - di realizzare kit destinati ad uno scree-ning rapido e poco costoso delle pazienti”.

Interventi a ovaie e utero: Gemelli al topSu www.doveecomemicuro.it sono stati pubblicati i dati aggiornati del PNE 2018 (Programma Nazionale Esiti 2018 di Agenas) e le classifiche nazionali dei centri piùperformanti per volume d'interventi per tumore maligno all'utero e per tumore maligno all’ovaio, nuovo indicatore da oggi presente nel portale. A occupare le primeposizioni sono il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, in cima a entrambe le classifiche, e lo IEO - Istituto Europeo di Oncologia di Milano.

INTERVENTI CHIRURGICI PER TUMORE MALIGNO ALL’OVAIO

Le 5 strutture che in Italia effettuano un maggior numero di interventi sono:

1 Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS (n° interventi: 295)

2 IEO - Istituto Europeo di Oncologia di Milano (n° interventi: 176)

3 Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (n° interventi: 83)

4 Policlinico Sant'Orsola – Malpighi di Bologna (n° interventi: 70)

5 Ospedale Sant'Anna - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (n° interventi: 65)

INTERVENTI CHIRURGICI PER TUMORE MALIGNO ALL’UTERO

Le 5 strutture che in Italia effettuano un maggior numero di interventi sono:

1 Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS (n° interventi: 885)

2 IEO - Istituto Europeo di Oncologia di Milano (n° interventi: 369)

3 Ospedale Sant'Anna - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino (n° interventi: 189)

4 Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma (n° interventi: 174)

5 Casa di Cura Villa dei Platani di Avellino (n° interventi: 170)

CLASSIFICHE NAZIONALI Fonte PNE 2018

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11Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Cancro ginecologico: una giornata a supporto delle donne in lotta con un nemico insidioso

Ogni anno, più di un milione di donne nelmondo viene colpito da un tumore ginecolo-gico. Il ruolo centrale della donna all’internodel nucleo familiare e quindi della società im-pone una maggiore attenzione a prevenzione,screening, trattamento e cura dei tumori gine-cologici, per le conseguenze ad ampio spettroche ne possono derivare. Per questo, la Socie-tà Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO)insieme con il network europeo dei gruppi disostegno delle pazienti con tumore ginecolo-gico (ENGAGe) hanno celebrato lo scorso 20settembre la prima Giornata mondiale peraumentare la consapevolezza di queste neo-plasie e per supportare tutte le persone coin-volte nella loro cura (World GynecologicalCancer Day). Un impegno di sensibilizzazione,ma soprattutto di ricerca e di cura clinica, acui si è associata immediatamente la Fonda-zione Policlinico Universitario Agostino Ge-melli IRCCS e in particolare il DipartimentoScienze della Salute della Donna, del Bambinoe di Sanità Pubblica. “Tra le neoplasie ginecologiche – ha spiegato ilprofessor Giovanni Scambia, Direttore scien-tifico e direttore dell’UOC di Ginecologia onco-logica del Policlinico Universitario A. GemelliIRCCS - il cancro ovarico rappresenta la primacausa di mortalità per tumori ginecologici neiPaesi industrializzati e, in Italia, il numero ditumori ovarici stimati per l’anno 2020 e 2030è rispettivamente di 5.339 e 5.756”.“L’eziologia e la patogenesi di questa neopla-sia – ha continuato la professoressa Anna Fa-gotti – Direttore dell’UOSA Carcinoma Ovari-co del Policlinico Universitario A. GemelliIRCCS – sono ancora poco chiari e infatti nonesiste un vero programma di screening per lasua prevenzione, ad eccezione delle donnecon una particolare forma eredo-familiare(portatrici della mutazione dei geni BRCA1 e 2;sindrome di Lynch) in cui è possibile interveni-re in termini di diagnostica e prevenzione conprogrammi specifici”.

Il tumore della cervice uterina (vedi anchepag. 10) è, nel mondo, il quarto tumore piùfrequente nelle donne e il secondo più fre-quente fra le donne tra i 15 e i 44 anni. Nellearee economicamente meno sviluppate costi-tuisce la seconda causa di morte, mentre inItalia si localizza al sedicesimo posto. Il carci-noma della cervice uterina è stato il primocancro ad essere riconosciuto dall’Organizza-zione Mondiale della Sanità come totalmentericonducibile ad un agente infettivo, il Papillo-mavirus Umano (HPV), per il quale è attual-mente disponibile un vaccino.Il tumore dell’endometrio è invece la neopla-sia ginecologica più frequente nelle donne, ecompare solitamente in età peri-post meno-pausale. L’incidenza di questa patologia in Ita-lia è di 8.400 nuovi casi all’anno, e va progres-sivamente aumentando a causa delle modifi-che dello stile di vita, in particolare dell’ali-mentazione. Infatti, questa neoplasia è spes-so correlata ad un aumentato tasso di livelliestrogenici non bilanciati nel sangue delle pa-zienti affette. Nel 2018 presso la Fondazione Policlinico Uni-versitario Agostino Gemelli IRCCS sono statetrattate circa 4.000 pazienti con neoplasia gi-necologica. In particolare, sono stati effettuati3.000 interventi chirurgici e 8.800 cicli di che-mioterapia per cancro ginecologico e il centrodi ecografia di secondo livello ha diagnostica-to circa 5.000 pazienti con tumore ginecologi-co. Sempre dal 2018 poi, sono stati attivati 28trials clinici in questo settore, che hanno con-sentito a più di 200 donne malate di avere ac-cesso gratuito a farmaci e trattamenti di nuo-va generazione o nuove combinazioni, ancoranon disponibili, tramite il Servizio sanitario na-zionale. Presso il Policlinico Universitario A. GemelliIRCCS sono disponibili ambulatori dedicati aproblemi specifici correlati alle neoplasie gine-cologiche. Essi riguardano: la chirurgia profi-lattica per tumori correlati a sindromi geneti-

che, il trattamento di tumori in gravidanza, itrattamenti che risparmiano la fertilità, i tu-mori ginecologici rari, la medicina molecolaredi precisione, e la vaccinazione contro le neo-plasie. Anche le sale operatorie del Policlinico Gemel-li offrono trattamenti all’avanguardia per lepazienti affette da un tumore ginecologico,con macchinari altamente innovativi: roboticae laparoscopia in 4K o 3D, elettrochemiotera-pia, dispositivi energetici a basso danno ter-mico e trattamenti chemioterapici intraopera-tori come HIPEC e PIPAC. Il protocollo ERAS(Enhanced Recovery After Surgery) consenteinoltre alle pazienti un più rapido e sicuro re-cupero post-operatorio.“Il Dipartimento Scienze della Salute dellaDonna, del Bambino e di Sanità Pubblica e laFondazione Policlinico Universitario A. GemelliIRCCS – ha aggiunto il professor Scambia - siimpegnano ad accompagnare le pazienti af-fette da tumore ginecologico attraverso unpercorso strettamente individualizzato, dalladiagnosi al trattamento chirurgico e medico.Sono a disposizione presso la nostra strutturale più diverse figure professionali in grado difornire le competenze specifiche per un ap-proccio multidisciplinare integrato alle neo-plasie ginecologiche: ginecologi-oncologi, pa-tologi, genetisti, radioterapisti, terapisti deldolore, radiologi, radiologi interventisti, medi-ci nucleari, nutrizionisti, bioeticisti, psico-onco-logi e chirurghi plastici”.

Contatti- Segreteria Chirurgica Ginecologia

OncologicaTel: 06 3015.6134 Segreteria (dallunedì al venerdì dalle 8:30 alle13:30)E-mail: [email protected]

- Segreteria Day Hospital TumoriFemminiliTel: 06 3015.6540 (dal lunedì alvenerdì dalle 8.30 alle 17:00)E-mail: [email protected]

- Centro unico prenotazioni(C.U.P.) Tel: 06 8880.5560 (dal lunedì alvenerdì dalle 8.30 alle 17:00)

- Sportello CancroTel: 06 3015.7080 (dal lunedì alvenerdì dalle 9.00 alle 13:00)E-mail: [email protected]

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12 Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Fibrosi polmonare idiopatica: nuova cura dastudio del professor Luca Richeldi del GemelliGrazie a uno studio internazionale coor-dinato da esperti della Fondazione Poli-clinico Universitario Agostino GemelliIRCCS di Roma si aprono nuove prospet-tive per la cura della fibrosi polmonareidiopatica (IPF), una malattia rara la cuidiffusione è però destinata ad aumenta-re, complice l’invecchiamento della po-polazione e l ’aumento delle diagnosiprecoci: Pamrevlumab, un anticorpo mo-noclonale, rallenta la progressione dellamalattia bloccando una molecola chia-ve, il Connective tissue growth factor(CTGF).Lo studio è stato pubblicato sulla presti-giosa rivista The Lancet Respiratory Me-dicine ed è stato coordinato a livello glo-bale dal professore Luca Richeldi, Diret-tore dell’Unità Operativa Complessa diPneumologia del Policlinico UniversitarioA. Gemelli IRCCS e Ordinario di Pneumo-logia all’Università Cattolica campus diRoma.Il trial clinico ha arruolato 103 pazienti affetti da IPF in 7 Paesi e ha mostratoche il trattamento con una dose (30mgper chilo di peso del paziente) di pamre-vlumab per via endovenosa ogni 3 setti-mane per la durata di un anno rallentala perdita di funzione respiratoria di cir-ca il 60%, rispetto a una sostanza place-bo. Inoltre il farmaco sembra avere ef-fetti positivi sulla qualità di vita dei pa-zienti e sull’indice di fibrosi (che si usaper misurare la gravità della malattia).

LA MALATTIALa fibrosi polmonare idiopatica (IPF) èuna malattia dei polmoni caratterizzatada una progressiva perdita della funzio-ne respiratoria, che conduce alla mortegeneralmente per insufficienza respira-toria in media dai 3 ai 5 anni dopo la dia-gnosi (purtroppo solo circa il 30% dei pa-zienti sopravvive 5 anni dopo la diagno-si, una prognosi peggiore della maggiorparte delle patologie oncologiche). Si cal-cola che in Italia circa 5mila nuovi casi dimalattia siano diagnosticati ogni anno.Si tratta della forma più grave tra le va-rie fibrosi polmonari e colpisce più spes-so individui di sesso maschile, ex fuma-tori, generalmente dopo i 55 anni di età.Pur essendo considerata una malattiarara, l’IPF è la causa di morte in circa 20persone ogni 100mila, con un trend increscita negli ultimi anni.La causa della fibrosi polmonare idiopa-tica è tuttora sconosciuta, anche se alcu-ni fattori di rischio sono stati identificati,

tra cui il fumo di sigaretta, il reflusso ga-stroesofageo, virus respiratori ed esposi-zioni a inquinanti ambientali. In alcunicasi esiste una familiarità e circa il 30%del rischio di ammalarsi è su base gene-tica. I sintomi principali sono la fatica arespirare (soprattutto a seguito di sforzifisici) e la tosse secca. Il sospetto diagno-

stico viene posto in genere sulla base diun esame Tac ad alta risoluzione del to-race. Attualmente sono disponibili duefarmaci (nintedanib e pirfenidone) cherallentano la progressione della malattia(la velocità di perdita della funzione pol-monare) di circa il 50%, anche se pur-troppo nessuno dei due farmaci ha di-mostrato di migliorare la sopravvivenzao la qualità di vita dei pazienti.Pamrevlumab è un anticorpo monoclona-le umanizzato che si lega al CTGF, unadelle molecole al centro del processo dideposizione del collagene. Questo pro-cesso, coinvolto nel fisiologico meccani-smo di cicatrizzazione dei tessuti, è an-che responsabile dell’anomala deposi-zione di collagene nelle fibrosi polmona-ri. L’insieme dei risultati riportati in que-sto articolo sono la base dello studio difase 3, denominato ZEPHYRUS, che ar-ruolerà a livello globale circa 600 pazien-ti in un disegno verso placebo per la du-rata di un anno. “Lo studio - conclude ilprofessor Richeldi – che ha già arruolatoi primi pazienti e che auspicabilmenteconfermerà i promettenti dati emersidallo studio di fase 2, sarà coordinato alivello mondiale dalla Fondazione Policli-n ico Univers i tar io Agost ino Gemel l iIRCCS”.

Il Consiglio di Amministrazione dellaFondazione di Ricerca e Cura “GiovanniPaolo II” ha deliberato la nomina delladottoressa Celeste Condorelli qualenuovo Direttore Generale, con decor-renza dal 9 settembre 2019. La dotto-ressa Condorelli ha maturato una plu-riennale esperienza nell’area dirigenzia-le, sia in aziende a capitale pubblico, siaprivato. Negli anni, ha acquisito unaprofonda conoscenza nelle attività diprogrammazione strategica, organizza-zione, acquisti e controllo. In tempi piùrecenti, ha ricoperto l’incarico di Ammi-nistratore Delegato della Clinica Medi-terranea S.p.A., la più grande strutturaprivata accreditata per acuti in Campa-nia. Nello svolgimento di questo delica-to compito, ha promosso un profondoriassetto tecnico, scientifico ed organiz-zativo con particolare focus sulle aree di

programmazione sanitaria ed operativa.Attualmente è consigliere d'amministra-zione presso l’Università degli Studi del-la Campania "Luigi Vanvitelli" e docenteal Master di II livello in Management sa-nitario all’Università Federico II.

Celeste Condorelli, nuovo Direttore Generaledella Fondazione “Giovanni Paolo II”

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13Settembre 2019 Anno 7 n. 9

La paura dei bambini verso i dentisti è co-sì radicata da sembrare naturale. Ovvia-mente non si tratta di un sentimento in-nato ma, piuttosto, di un’emozione negati-va trasferita dai genitori attraverso atteg-giamenti e parole sbagliate. Per evitare direndere traumatica l’esperienza e l’incon-tro col dentista gli odontoiatri del DentalCenter Gemelli suggeriscono alcuni sem-plici consigli, rivolti direttamente al singo-lo genitore.Innanzitutto racconta al tuo bambino chiè il dentista, cosa fa e perché è tanto im-portante prendersi cura della salute orale.Solo così il dentista diventerà una figurapositiva, un supereroe che sconfigge plac-ca e tartaro, che allinea i denti per un sor-

riso fantastico, che cura il male ai denti.Prenota la sua prima visita prima che cisiano dei concreti problemi di salute ora-le. È importante far capire al bambino cheil dentista non vuole fargli del male. Pre-notare una visita in assenza di problemimanifesti darà al dentista l’opportunità dipresentarsi come una figura buona e po-sitiva, che controlla la sua bocca per capi-re se tutto va bene.Sii un buon modello e porta il tuo bambi-no ad assistere a una tua visita di control-lo. Mostrare al bambino che i genitori so-no tranquilli durante la visita infatti è ilmiglior modo per trasmettergli serenità. Ildentista potrà spiegare in che modo con-trolla il cavo orale intrattenendo e coinvol-gendo il bambino, affinché possa concre-tamente vedere che non c’è niente di cuiaver paura.Importante poi è fare pratica a casa. Du-rante la quotidiana igiene orale puoi gioca-re col tuo bambino davanti allo specchio,controllando, come fa il dentista, se ci so-no carie, se i denti sono allineati e se legengive sono rosee. È importante far capi-re al bambino che il dentista farà le stesseazioni già sperimentate a casa, in modoche l’idea della visita non sia un grandedubbio ma un momento già vissuto.Perché no, racconta delle favole durantela visita! Per distrarre il bambino dal con-trollo, può essere infatti utile raccontaredelle storie, in modo che la sua attenzionesi focalizzi su qualcosa di diverso. Unbuon esempio sono appunto le favole cheparlano di animali: si può parlare di ani-mali che il bambino sente vicini e con cui

non fatica a identificarsi.Per far calare il bambino nel ruolo del pa-ziente, e anche in quello del dentista, èutile proporre poi dei giochi di ruolo. I ge-nitori saranno da esempio incarnando pri-ma il personaggio del dentista buono egentile e poi del bambino paziente corag-gioso e sereno.Evita di utilizzare il dentista come minac-cia o ricatto perché questo significa identi-ficarlo come figura negativa, qualcuno dacui il bambino deve fuggire. Il dentista de-ve sempre essere descritto come buono egentile, un aiuto per curare e mantenerein salute il sorriso. Descriverlo come terri-ficante non farà altro che accrescere lasua paura.Lascia inoltre che il tuo bambino porti consé il suo gioco preferito: durante una nuo-va esperienza come la visita dal dentistapuò essere utile portare qualcosa che ras-sicuri il bambino, una presenza che lo faròdistrarre.Durante la prima visita è infine caldamen-te consigliato stare all’interno dello studioper rassicurare il bambino. Dalle successi-ve visite invece si potrà lasciarlo in com-pagnia dello staff: il dentista lo rassicureràspiegandogli in anticipo cosa farà e in chemodo.

Bambini e prima visita dentistica: i consigli delDental Center Gemelli per superare ogni paura

Chiamare il numero 06/30156700 dallunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle19.30 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30.

Per informazioniutili e prenotazionial Dental CenterGemelli

“Ottobre è il mesedella prevenzione: identisti del DentalCenter Gemelli so -no a disposizione di bambini e adultiper una visita dicontrollo.

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“Arte in corsia”: le vivaci opere di Franzoso alGemelli, per portare gioia e allegria in ospedalePuò la bellezza aiutare a guarire? Luce ecolori hanno un forte impatto sulla regola-zione delle funzioni fisiologiche del corpoumano, e allora perché non sensibilizzareall’arte muovendosi in opposizione al bom-bardamento di immagini omologate e sca-denti del mondo di oggi, alla ricerca di unappagamento estetico benefico anche dovesolitamente si pensa a tutt’altro? Da questaidea nasce il progetto di Marco Bertoli, ArtAdvisor modenese ed esperto d’Arte da oltretrent’anni che, insieme al professor AntonioChiaretti, responsabile del Pronto Soccorsopediatrico della Fondazione PoliclinicoUniversitario Agostino Gemelli IRCCS diRoma, ha pensato di portare arte e bellezzaanche in ospedale, a scopo benefico. Ed ècosì che dallo scorso 24 settembre e fino al14 ottobre il corridoio libreria del quartopiano, all’ingresso principale del PoliclinicoUniversitario A. Gemelli IRCCS, ospiterà l’e-sposizione “Arte in corsia: Paolo Franzoso”.Una selezione di una ventina delle vivaci eanticonvenzionali opere di questo artistaveneto, “ricche di energia espressiva, vivosentimento, rinnovata forza e motivazione,diretta verso un migliore domani”, come scri-ve la storica dell’arte Eugenia Battisti.“Questa mostra pittorica testimonia la vici-nanza dell’arte figurativa al mondo dei bam-bini, poiché spesso la mente e il sentire di unartista sono molto vicini a quelli dell’infanzia”ha spiegato il professor Chiaretti. Non a casol’arte pittorica di Paolo Franzosomiscela varie tecniche artistichedando vita a combinazioni crea-tive caleidoscopiche in cui dise-gni, collage, pensieri, riflessioni eidee ipnotizzano lo spettatore emergendoda piccoli dettagli. “Anche per tale motivo –ha aggiunto il professor Chiaretti - una quota

del ricavato della mostra sarà devoluta al Pronto Soccorsopediatrico del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS diRoma, per migliorarne le attività e l’accoglienza rivolta ai picco-li pazienti che ad esso afferiscono”.Un progetto che, comeaccennato, deve molto all’esperienza di Marco Bertoli, cheopera nel campo del’arte dal lontano 1984 e che è specializza-to in pittura e scultura italiana dell’Ottocento e del primoNovecento, ma anche in arte contemporanea. “Il progetto ènato per portare un po’ di allegria e gioia anche in ospedaledove, più che mai, è necessaria l’esperienza della bellezza – hasottolineato lo stesso Bertoli che è anche consulente per laCasa d’aste Christie’s a New York e Londra, con cui collaboraper il dipartimento di Arte Italiana del XIX secolo -. Il tutto peravvicinare un pubblico, che difficilmente frequenta mostre, allinguaggio dell’arte contemporanea, cercando di andare oltrela superficie dell’apparenza dell’opera e sollecitando così lecapacità riflessive di ciascuno”. Ricordiamo infine che il proget-to “Arte in corsia” gode del Patrocinio del Comune di RomaCapitale.

14 Settembre 2019 Anno 7 n. 9

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15Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Grande successo per la seconda edizionedella Longevity Run che quest’anno, oltre alclassico appuntamento a Roma svoltosi loscorso 10 maggio, si è allungata in un piacevole tour per l’Italia. L’evento di sensi-bilizzazione per uno stile di vita sano e attivo realizzato grazie al sostegno dellaFondazione Policlinico Universitario Agosti-no Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolicadel Sacro Cuore, si è infatti arricchito di altre due tappe che si sono tenute in EmiliaRomagna il 26 maggio a San Gabriele Piozzano, in provincia di Piacenza, e inTrentino Alto Adige il 3 agosto a Madonnadi Campiglio, in provincia di Trento.La Longevity Run ha potuto contare sul lavoro del team di specialisti coordinato dalprofessor Francesco Landi, Docente pres-

so la Facoltà di Medicina e Chirurgia del -l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Geriatra presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma, che è impegnato daanni sul piano scientifico e didattico nellostudio e divulgazione di temi legati alla pre-venzione e all’identificazione dei fattori as-sociati a una longevità “di successo”. Un im-pegno confermato dai numeri fatti registra-re nei tre appuntamenti: oltre 850 personeinfatti, si sono sottoposte al Longevitycheck up. Di queste 350 sono state valutatea Roma (dove hanno operato anche i me -dici della Medicina dello Sport, coordinatidal professor Vincenzo Palmieri), 300 aMadonna di Campiglio e 200 a San Gabrie-le Piozzano, il tutto a fronte di più di 7.000prestazioni sanitarie eseguite. Nello speci-

fico i partecipanti all’iniziativa sono statisottoposti gratuitamente dallo staff medi-co del Policlinico Gemelli a misurazionedei 7 fattori di rischio cardiovascolari e avaluta zione della performance fisica inparticolare della forza muscolare, al fineappunto di promuovere un invecchiamen-to senza disabilità e in salute. Le giornate si sono svolte a ritmo di musi-ca, con un programma di fitness e attivitàdi educazione alla salute, in un’allegra cornice di stand di sponsor dell’evento. Atleti e non hanno inoltre potuto misurarele proprie capacità durante la corsa, che havisto coinvolti numerosi partecipanti in tutte e tre le date. A questo proposito c’èda sottolineare che sono state circa 3.000le persone che nelle tre edizioni hannopreso parte alla corsa vera e propria, conin aggiunta altri 1.500 partecipanti che sonostati invece coinvolti nelle attività di fitness(yoga, pilates, tai chi, spinning, ecc.) svoltedurante le tre giornate di check-up.Da notare infine che l’intera manifestazioneè stata realizzata con il supporto di CarniSostenibili, il progetto nato per diffondere ilvalore della carne nell’alimentazione uma-na e promuoverne il consumo consapevole,e Danacol di Danone, che, in linea con leprecedenti edizioni del Mese del Cuore,continua il suo percorso di sensibilizzazionesui principali fattori di rischio cardiovascola-re, tra cui il colesterolo, sostenendo appun-to la Longevity Run e i medici del PoliclinicoUniversitario A. Gemelli IRCCS protagonistidelle attività di valutazione.

Longevity Run, tour per l’Italia promuovendo un invecchiamento senza disabilità e in salute

A partire da sinistra verso destra: Roma,Madonna di Campiglio (Trento), San GabrielePiozzano (Piacenza)

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16 Settembre 2019 Anno 7 n. 9

Primo Open Day al Mater Olbia: visite gratuite per rispondere a una grande “domanda di salute”

Circa 1.800 pazienti che hanno richiestovisite specialistiche e oltre mille tra visita-tori e accompagnatori. È stato questo il significativo bilancio della prima giornatadi porte aperte “Mater Olbia per te”, l’ini-ziativa dedicata a tutta la popolazione,che permetteva di effettuare visite medi-che gratuite e conoscere più nel dettaglioreparti, servizi e tecnologie del Mater Olbia Hospital. Per l’Open Day la nuova struttura ha mes-so in campo l’intero staff medico, il perso-nale sanitario e la squadra di accoglienza,in tutto oltre 120 persone. Hanno collabo-rato anche alcuni specialisti della Fonda-zione Policlinico Universitario AgostinoGemelli IRCCS di Roma.Tra le 26 prestazioni messe a disposizionenei diversi ambulatori specialistici, le piùrichieste sono risultate quelle afferenti al-l’area della salute della donna (visite gine-cologiche e senologiche), le visite endocri-nologiche e di chirurgia endocrina, le visitecardiologiche, quelle ortopediche e fisiatri-che, nonché le visite neurologiche e neu-rochirurgiche. Tutti gli ambulatori hannoregistrato il gradimento della popolazionee le prestazioni sono state effettuate in unclima di grande disponibilità, testimonian-do una forte “domanda di salute”."Questo primo Open Day è un segnale divicinanza rivolto alla Gallura e a tutta laSardegna", ci ha tenuto a sottolineareGiovanni Raimondi , Amministratore delegato del Mater Olbia Hospital e Presi-dente del la Fondazione Policl inico Universitario Agostino Gemelli IRCCS."Questo è il motivo per cui – ha prosegui-to Raimondi - insieme a Qatar FoundationEndowment abbiamo investito così deci-samente nel Mater Olbia, per arricchirel’offerta di salute della Regione sul pianoclinico e della ricerca”. Sulla stessa lunghezza d’onda le affer -

mazioni di Alessandra Falsetti , neo Direttore Generale del Mater Olbia Hospital:“Siamo davvero soddisfatti dellarisposta che oggi abbiamo avuto dalla po-polazione che ripaga di tutti gli sforzi chestiamo compiendo e dell’impegno di tuttoil personale. È il primo passo di un per-corso che vuole condurre il Mater Olbia aessere sempre più radicato nel territoriosardo”.Una soddisfazione testimoniata anchedalle parole del professor Rocco Bellan-tone, Direttore scientifico del Mater Olbiae Preside della Facoltà di Medicina e chi-rurgia dell’Università Cattolica del SacroCuore. “Con l’Open Day volevamo dare unabbraccio a questo splendido territorio esiamo stati travolti da un altrettanto ami-chevole abbraccio della popolazione.Questo fatto ci inorgoglisce, e ci entusia-sma l’apprezzamento delle persone chestanno scoprendo sempre di più il MaterOlbia. Il successo di oggi - ha aggiuntoBellantone - è la conferma di quanto ab-biamo visto nelle settimane precedenti: lepersone stanno impa rando a fidarsi delMater Olbia, apprezzando sempre più glispecialisti che lo animano”.Nel corso della sua visita all’ospedale, Quirico Sanna, Assessore agli Enti Locali,Urbanistica e Finanze della Regione Sardegna, ha evidenziato che "la grandeaffluenza registrata all’Open Day del MaterOlbia è la migliore testimonianza di unagrande giornata di salute pub blica. Un mo-mento particolarmente felice, con i cittadi-ni che sono convenuti per usufruire di unservizio pubblico, in quanto il Mater Olbiaè parte integran te del servizio sanitariodella Regione Sardegna. A noi - ha conclu-so l'Assesso re Sanna - interessa una solacosa: il paziente, e vogliamo che sia curatobene in Sardegna, fruendo di un’offertasani taria d’eccellenza".

Alessandra Falsetti,nuovo DirettoreGenerale del Mater Olbia

Il Consiglio di Amministrazione delMater Olbia Hospital, riunitosi loscorso 26 settembre, ha determina-to, in accordo col dottor MaurizioGuizzardi, di concludere l’attuale in-carico di Direttore Generale a lui af-fidato. Il Consiglio ha espresso il piùvivo apprezzamento e ringraziamen-to al dottor Guizzardi per la fonda-mentale opera svolta nella fase diavvio delle attività del Mater OlbiaHospital. Il Cda ha nominato nuovoDirettore Generale, a partire dal 27settembre, la dottoressa Alessan-dra Falsetti. Quest’ultima conservala carica di Chief Financial Officer(Cfo). Il Consiglio ha formulato alladottoressa Falsetti i migliori auguriper lo svolgimento del suo incaricoin questa nuova fase di progressivoconsolidamento dell’Ospedale.

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