resoconto stenografico seduta di martedÌ 16...

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Atti Parlamentari — 21347 — Camera dei Deputat i VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980 RESOCONTO STENOGRAFICO 255 . SEDUTA DI MARTEDÌ 16 DICEMBRE 198 0 PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I INDI DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTT I INDICE PAG. Missione 21349 Assegnazione di progetti di legge a Com- missioni in sede legislativa . . . . 2135 0 Disegni di legge : (Annunzio) 2140 0 (Proposta di assegnazione a Commis - sione in sede legislativa) 2141 7 (Trasmissioni dal Senato) 21349 Disegno di legge (Discussione) : Autorizzazione all'esercizio provvisori o del bilancio per l'anno finanziari o 1981 (2195) 2147 3 PRESIDENTE 21473 AIARDI (DC), Relatore 21473, 21477 ALICI (PCI) 21474 MANNINO, Sottosegretario di Stato per il tesoro 21474, 21477 VALENSISE (MSI-DN) 21476 PAG. Proposte di legge : (Annunzio) 21479 (Assegnazione a Commissione in sed e legislativa ai sensi dell'articolo 7 7 del regolamento) 21349 (Assegnazione a Commissione in sed e referente) 21375 Interrogazioni e interpellanze (Annunzio) 21479 Interpellanze e interrogazioni sul seque- stro del magistrato Giovanni D'Urs o (Svolgimento) : PRESIDENTE 21350 BIANCO GERARDO (DC) 21358 BOATO (PR) 21358 CICCIOMESSERE (PR) 21353 DE CATALDO (PR) 21355 FERRARI GIORGIO (PLI) 2137 1 FRACCHIA (PCI) 21361

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Atti Parlamentari

— 21347 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

RESOCONTO STENOGRAFICO

255 .

SEDUTA DI MARTEDÌ 16 DICEMBRE 1980

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIA ELETTA MARTIN I

INDI

DEL PRESIDENTE LEONILDE IOTTI

INDICE

PAG.

Missione 21349

Assegnazione di progetti di legge a Com-missioni in sede legislativa . . . . 2135 0

Disegni di legge :

(Annunzio) 2140 0

(Proposta di assegnazione a Commis-sione in sede legislativa) 2141 7

(Trasmissioni dal Senato) 21349

Disegno di legge (Discussione) :

Autorizzazione all'esercizio provvisori odel bilancio per l'anno finanziario1981 (2195) 21473

PRESIDENTE 21473

AIARDI (DC), Relatore 21473, 21477

ALICI (PCI) 21474

MANNINO, Sottosegretario di Stato peril tesoro 21474, 21477

VALENSISE (MSI-DN) 21476

PAG.

Proposte di legge :

(Annunzio) 21479

(Assegnazione a Commissione in sedelegislativa ai sensi dell'articolo 77del regolamento) 21349

(Assegnazione a Commissione in sedereferente) 21375

Interrogazioni e interpellanze (Annunzio) 21479

Interpellanze e interrogazioni sul seque-stro del magistrato Giovanni D'Urso(Svolgimento) :

PRESIDENTE 21350

BIANCO GERARDO (DC) 21358BOATO (PR) 21358CICCIOMESSERE (PR) 21353DE CATALDO (PR) 21355

FERRARI GIORGIO (PLI) 2137 1

FRACCHIA (PCI) 21361

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Atti Parlamentari

— 21348 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

PAG.

GALLI MARIA LUISA (Misto) 2135 7

GIANNI (PDUP) 2137 0

LABRIOLA (PSI) 21366

MAMMì (PRI) 2137 3

PAllAGLIA (MSI-DN) 2136 9Rizzo (Misto-Ind. Sin.) 21363

ROGNONI, Ministro dell'interno 2135 3SULLO (PSDI) 21372

Risoluzione (Annunzio) 21479

Conto consuntivo delle spese interne del-la Camera dei deputati per l'annofinanziario dal 1° gennaio al 31 di-cembre 1978 (doc. VIII, n . 1); Pro-getto di bilancio delle spese internedella Camera dei deputati per l'an-no finanziario dal 1° gennaio al 31dicembre 1980 (doc . VIII, n . 2) (Se-guito della discussione e approva-zione) :

PRESIDENTE 21376, 21436, 21443, 2146 121462, 21463, 21464, 21465, 21468

AGLIETTA MARIA ADELAIDE (PR) . . 21461, 21467BATTAGLIA (PRI) . . . . 21382, 21456, 21466

BERNARDI GUIDO (DC) .

21416, 21456, 21465

BIANCO GERARDO (DC) 21468BORRI (DC) 21458, 21466CICCIOMESSERE (PR) 21452, 21458COSTAMAGNA (DC) 21427CRIVELLINI (PR) 21376, 21455, 21462DE CATALDO (PR) 21389, 21459LABRIOLA (PSI) 2141 8LA LOGGIA (DC) 21435

PAG .

MAMMÌ (PRI) 2145 8MELEGA (PR) 21463MINERVINI (Misto-Ind. Sin .) 21458PAllAGLIA (MSI-DN) . . . 21379, 21464, 21466

POCHETTI (PCI) 21465

Puccl (DC), Questore . . . 21441, 21460, 2146121462, 21463, 21464, 21465, 21466

RUBINO (DC) 2143 0

SERVELLO (MSI-DN) 21463

STERPA (PLI) 21433, 21457, 21466

SULLO (PSDI) 2140 0

TEODORI (PR) 21406

USELLINI (DC) 21456, 21461, 21466

ZOLLA (DC) 21455, 21463, 21465

Corte dei conti (Trasmissione di do-cumenti) 21375

Giunta per l'esame delle domande diautorizzazione a procedere in giudi -zio (Integrazione nella costituzione) 21479

Ministro della difesa (Trasmissione di do-cumenti) 21349

Ministro di grazia e giustizia (Trasmis-sione di relazione) 2141 7

Votazione segreta 21468

Ordine del giorno delle sedute di do-mani 2147 9

Ritiri di documenti del sindacato ispet-tivo 2148 1

SEDUTA PRECEDENTE : N. 254 — LUNEDÌ 15 DICEMBRE 1980

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Atti Parlamentari

— 21349 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 198 0

La seduta comincia alle 9,30.

ZOPPI, Segretario, legge il processoverbale della seduta del 12 dicembre 1980 .

(È approvato) .

Missione .

PRESIDENTE. Comunico che, a normadell 'articolo 46, secondo comma, del rego-lamento, il deputato Speranza è in mis-sione per incarico del suo ufficio .

Trasmissioni dal Senato.

PRESIDENTE. In data 15 dicembre1980 il Presidente del Senato ha trasmess oalla Presidenza i seguenti disegni di legge :

S. 794. — « Ulteriori finanziamenti perl 'opera di ricostruzione nelle zone del Be -lice distrutte dal terremoto del gennaio1968 » (approvato da quel Consesso) (2280) ;

S. 1031 . — « Notificazioni di atti amezzo posta e di comunicazioni a mezzoposta connesse con la notificazione di att igiudiziari » (approvato da quella Il Com-missione permanente) (2209) ;

S. 1106. — « Conferimenti al capitalee al fondo di dotazione di istituti ed ent idi credito di diritto pubblico ; modificazion ialla legge 11 aprile 1953, n . 298, concer-nente lo sviluppo dell'attività creditizia nelcampo industriale nell'Italia meridionaleed insulare; fusione per incorporazionedell 'istituto di credito per le imprese dipubblica utilità nel consorzio di creditoper le opere pubbliche » (Approvato daquel Consesso) (2210) .

Saranno stampati e distribuiti .

Assegnazione di proposte di legge a Com-

missione in sede legislativa ai sensi

dell'articolo 77 del regolamento.

PRESIDENTE. Ricordo che nella sedu-ta del 26 novembre 1980 è stato assegnatoalla IV Commissione permanente (Giusti -

zia), in sede legislativa, il progetto di leg-ge n. 2047 .

Per consentire di procedere all'abbina-mento richiesto dall 'articolo 77 del regola-

mento sono rimesse alla competenza pri-maria della stessa IV Commissione (Giusti-zia), con il parere della I, della V e dellaVI Commissione, le seguenti proposte dilegge : S. 181 . — Senatore DE GIUSEPPE ed

altri : « Disciplina della responsabilità deiconservatori dei registri immobiliari (ap-provata dal Senato) (1344) ; CONTE CARME-Lo : « Nuova disciplina delle responsabilitàdei conservatori dei registri immobiliari »

(1515), attualmente assegnate alla VI Com-missione permanente (Finanze e tesoro) i nsede legislativa, vertenti su materia iden-tica a quella contenuta nel progetto di leg-ge sopra indicato .

Trasmissione

dal ministro della difesa .

PRESIDENTE. Il ministro della difesa ,con lettere in data 11 dicembre 1980, delcomitato per l'attuazione della legge 1 6febbraio 1977, n . 38, sull'ammodernamentodei mezzi dell'aeronautica militare ;

copia del verbale della seduta del 19novembre 1980 del comitato per l'attuazio-ne della legge 16 giugno 1977, n . 372, sul-l'ammodernamento degli armamenti, mate-riali, apparecchiature e mezzi dell'esercito .

Questi documenti saranno trasmessi al-la Commissione competente .

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

Assegnazione di progetti di legge

a Commissioni in sede legislativa.

PRESIDENTE. Ricordo di aver propo-sto in una precedente seduta, a nonna delprimo comma dell 'articolo 92 del regola-mento, che i seguenti progetti di leggesiano deferiti alle sottoindicate Commis-sioni permanenti in sede legislativa :

VIII Commissione (Istruzione) :

S . 588. — « Aumento dell'assegnazioneannua alla discoteca di Stato » (approvatodalla VII Commissione del Senato) (2168)

(con il parere della V Commissione) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cos ìstabilito.

(Così rimane stabilito) .

IX Commissione (Lavori pubblici) :

FoRNASARI ed altri: « Proroga del termi-ne previsto dall'articolo 4, primo comma ,della legge 30 marzo 1978, n . 96, istitutivadella Commissione parlamentare d'inchie-sta sull'attrazione degl interventi per laricostruzione e la ripresa socioeconomicadei territori della valle del Belice colpit idai terremoti del gennaio 1968, modificatadalla legge 19 marzo 1979, n . 78, e dallalegeg 24 dicembre 1979, n . 670 » (2185) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

XII Commissione (Industria) :

S. 763. — « Vendita a peso netto dell e

merci » (approvato dalla X Commissionedel Senato) (2167) (con il parere della I edella IV Commissione) .

Se non vi sono obiezioni, rimane cosìstabilito .

(Così rimane stabilito) .

Svolgimento di interpellanze e interroga-

zioni sul sequestro del magistrato Gio-

vanni D'Urso.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno rec alo svolgimento delle seguenti interpel-lanze :

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri eil ministro dell'interno, per conoscere gliintendimenti del Governo in relazione alsequestro del giudice Giovanni D'Urso .

Gli interpellanti chiedono anche di sa-pere se rispondono a verità le notizie su ipedinamenti da parte di individui sospet-ti denunciati dal giudice D'Urso e le ra-gioni della mancata adozione di adeguatemisure di sicurezza per la protezione d iun funzionario che, sulla base degli ul-timi documenti delle Brigate rosse, eraprevedibilmente al centro dell'attenzionedei terroristi .

Gli interpellanti chiedono infine di co-noscere il numero dei detenuti attualmen-te ristretti nel carcere dell'Asinara » .

(2-00746) « CICCIOMESSERE, AGLIETTA MARIA

ADELAIDE, MELEGA, CRIVELLI-

NI, TESSARI ALESSANDRO, Bo -NINO EMMA, RIPPA, MELLINI ,

BAI .DELLI » ;

« La sottoscritta chiede di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri eil ministro di grazia e giustizia, per co-noscere, in relazione al recente episodiocriminoso perpetrato dalle Brigate ross eai danni del giudice Giovanni D'Urso, qua -li siano gli intendimenti del Governo inordine alla politica penitenziaria ed inparticolare in ordine alla sussistenza de -

gli istituti di massima sicurezza » .

(2-00747)

« GALLI MARIA LUISA » ;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri edi ministri dell 'interno e di grazia e giu-stizia, per conoscere le circostanze del ra-pimento, avvenuto venerdì sera 12 dicem-bre 1980, a Roma, del consigliere di Cas-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

sazione Giovanni D 'Urso, rivendicato indiverse città dalle Brigate rosse, e qual iprovvedimenti il Governo intenda adotta-re di fronte all'intensificarsi delle azioniterroristiche con prevedibili e gravissim ipericoli per il nostro regime democratico .

Gli interpellanti, infine, chiedono di co-noscere la linea di condotta che il Go-verno intende seguire per tutta la durat adel sequestro » .

(2-00748) « BIANCO GERARDO, CIRINO POMI-

CINO, MANFREDI MANFREDO,

VERNOLA, PEZZATI, FERRARI

SILVESTRO, ZARRO, CAPPELLI,

DE CINQUE, FIORET, FIORI PU-

BLIO, FUSARO, GRIPPO, MA-

STELLA, ORSINI GIANFRANCO,

PADULA, POSTAL, RUSSO FER-

DINANDO, SEGNI, SILVESTRI » ;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Governo, per sapere quali iniziative hapreso per ottenere la liberazione del ma-gistrato Giovanni D 'Urso, sequestrato, se-condo quanto è dato di sapere, dalle Bri-gate rosse .

Gli interpellanti chiedono di conoscerele modalità del rapimento, lo stato dell'in-dagine e quanto si è fatto finora per ac-certare la identità dei responsabili deldelitto .

Chiedono altresì al Governo, in rela-zione ad eventuali proposte da parte de irapitori per la liberazione del dottor D'Urso ,se non sia opportuno rendere note taliiniziative al Parlamento, evitando così ch eaccada quanto si è verificato nel passato,e cioè che si è appreso solo successiva -mente di trattative tra organi dello Stat oe terroristi, non si sa da chi autorizzatee condotte, che hanno raggiunto l'effett oopposto a quello auspicato » .

(2-00749) « DE CATALDO, MELLINI, AGLIETTA

MARIA ADELAIDE, AJELLO, BAL-

DELLI, BOATO, BONINO EMMA,

CICCIOMESSERE, CRIVELLINI,

FACCIO ADELE, MELEGA, PIN-

TO, RIPPA, ROCCELLA, SCIA -

SCIA, TEODORI, TESSARI ALES-

SANDRO » ;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri ,per conoscere :

1) quale sia lo stato delle indaginiper liberare il giudice Giovanni D'Ursoe per scoprire ed assicurare alla giustii suoi rapitori ;

2) quali siano i motivi che hannoimpedito di assumere misure idonee a tu ,telare la sicurezza personale del magistra-to specie in relazione alle minacce subìt ee alle intenzioni più volte manifestate dal -l 'organizzazione terroristica ;

3) quali siano le valutazioni del Go-verno sulla ripresa dell'attività delle Bri-gate rosse e sullo stato della lotta con-tro il terrorismo;

4) quali siano gli intendimenti de]Governo relativamente alla necessità di ri-spondere al ricatto terroristico con la piùferma decisione » .

(2-00750) « SPAGNOLI, FRACCHIA, POCHETTI ,

CANULLO, CIAI TRIVELLI ANNA

MARIA, Ricci, VIOLANTE » ;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri ei ministri dell'interno e di grazia e giu-stizia, per conoscere le modalità del ra-pimento del consigliere di Cassazione Gio-vanni D'Urso, le misure che sono statedisposte per la protezione del magistrat oadibito a una funzione di altissimo ri-schio, i motivi che hanno determinato lainefficacia delle stesse misure. Per conosce-re altresì lo stato delle indagini, nonchéi provvedimenti presi per assicurare allagiustizia gli scellerati responsabili, e perrestituire al più presto alla libertà la vit-tima » .

(2-00751) « MINERVINI, RIzzo, NAPOLE-

TANO »;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri ei ministri dell'interno e di grazia e giu-stizia, per conoscere, in rapporto al re-cente gravissimo episodio del rapimentodi un magistrato con funzioni direttive

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

estremamente delicate presso il Ministerodi grazia e giustizia:

a) quale riferimento questo episodiopossa e debba avere con il quadro arti-colato del terrorismo politico italiano ;

b) quali misure preventive risulta-no adottate a tutela di magistrati perquesta o per altre ragioni oggettive spe-cialmente esposti, se queste misure sianoobbligatorie e sottratte ,alla disponibilit àdello stesso magistrato, e, in caso affer-mativo, per quale ragione non siano sta-te applicate alla persona del giudiceD'Urso ;

c) quando il Governo intenda, e inquali termini, promuovere un dibattitoin Assemblea, anche sulla base delle al-larmanti valutazioni contenute nell'ultim arelazione sui servizi d'informazione perla sicurezza, sulla condizione complessi -va della sicurezza democratica dello Sta-to, dei suoi organi costituzionali, e qual imisure il Governo intenda proporre oadottare in vista dei pericoli denunciati » .

(2-00752) « LABRIOLA, CASALINUOVO, SEP-

PIA » ;

« I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministriper sapere, in riferimento al sequestro delmagistrato D'Urso :

a) come mai l 'anzidetto non usufrui-va di adeguata scorta ;

b) quali funzionari e dipendenti era-no al corrente dei compiti assegnati alD'Urso ;

c) quali iniziative sono state assun-te non appena avvenuto il sequestro ;

d) a quale punto sono le indagini ;

e) come mai le autorità responsabi-li non intervengono tempestivamente puravendo chiari segni e chiare informazio-ni circa l 'esistenza a Roma di una retedi covi e di strutture eversive efficienti ;

f) quali impegni sono stati assuntiperché sia evidente la fermezza e la de-cisiva azione del Governo contro le for -

orazioni armate eversive verso le qualiogni indecisione costituisce colpa ed è digrande nocumento per lo Stato » .

(2-00753) « PAllAGLIA, BAGHINO, TRANTINO,

TRIPODI, MACALUSO, PIROLO,

CARADONNA » ;

nonché delle seguenti interrogazioni :

Milani, Gianni, Cafiero, Catalano ,Crucianelli e Magri, al Presidente delConsiglio dei ministri e al ministrodell'interno, « per conoscere la dinami-ca che ha portato al sequestro de l

dottor D'Urso e in particolare le misuremesse in atto per scoprire gli autori delsequestro e più in generale se esistono re-sponsabilità specifiche relative al fatto che

sono mancate le misure di sicurezza persona -le a protezione del dottor D'Urso » (3-02926) ;

Bozzi, Altissimo, Biondi, Baslini ,Costa, Ferrari Giorgio, Sterpa, Zap-pulli e Zanone, al ministro dell 'interno ,« per conoscere le modalità del se-questro del magistrato D'Urso nonchéle ragioni per le quali non è statoattuato un servizio di sicurezza reso piùnecessario dalle avvisaglie di pericolo neiconfronti del magistrato e, infine, qualiintendimenti il Governo intenda assumer ein relazione alla drammatica vicenda »(3-02927) ;

Reggiani, Sullo, Costi, Vizzini, Ciampa-glia e Cuojati, al ministro dell 'interno ,« per conoscere quali elementi siano emers idalle prime indagini in ordine al sequestr odel giudice Giovanni D'Urso » (3-02928) ;

Mammì, Battaglia, Dutto e Olcese, alministro dell 'interno, « per conoscere lecircostanze del rapimento del magistratoGiovanni D'Urso e le iniziative che il Go-verno intende adottare per fronteggiarela ripresa dell'offensiva terroristica dell eBrigate rosse » (3-02929) .

Queste interpellanze e queste interro-gazioni, che vertono sullo stesso argomen-to, saranno svolte congiuntamente .

L'onorevole Cicciomessere ha facoltà d isvolgere la sua interpellanza n . 2-00746 .

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Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

CICCIOMESSERE . Per la prima vol-ta, leggo il mio intervento, signor Presi-dente .

So che il Governo aveva già in ani-mo, in seguito ai rilievi avanzati da col -leghi (ad esempio Trombadori), di sotto -segretari di Stato (Costa), di chiudere l'Asi-nara e le altre carceri speciali . Auspicoche il Governo metta autonomamente i natto questi propositi .

Alla Camera sono depositate propostedi legge per ,la riforma del Corpo degl iagenti di custodia . Spero che il Governovoglia contribuire al rapido avvio dell aloro discussione .

Ricordo che per questi obiettivi i lpartito radicale attivò, nel passato, ini-ziative non violente e la sua presidente ,Maria Adelaide Aglietta, digiunò per set-tanta giorni .

PRESIDENTE . Avverto che i presen-tatori delle interpellanze Galli Maria Lui -sa n . 2-00747, Bianca Gerardo n . 2-00738 ,De Cataldo n . 2-00749, Spagnoli n . 2-00750 ,Minervini n. 2-00751, Labriola n. 2-00752 ePazzaglia n . 2-00753 hanno rinunziato a dillustrarle .

L'onorevole ministro dell'interno ha fa-coltà di rispondere .

ROGNONI, Ministro dell' interno . SignorPresidente, onorevoli colleghi, per incaricoricevuto dal Presidente del Consiglio, non -ché a nome del ministro di grazia e giu-stizia, comunico alla Camera, in rispost aalle interpellanze ed alle interrogazionipresentate sul sequestro del magistratodottor Giovanni D'Urso, gli elementi aconoscenza del Governo . Nel far ciò, ilGoverno ha piena consapevolezza dell agravità di un nuovo durissimo attacco edanche dell 'aspetto gravissimo che derivadalla sua processualità, dal fatto cioè chesi tratta di un sequestro e che è in atto .Questa circostanza, mentre non escludeil sindacato parlamentare, comporta daparte di tutti (Parlamento, Governo e, aldi là di questi soggetti costituzionali, for-ze politiche nel Ioro insieme, pubblica opi-nione) un atteggiamento di grande sobrie-tà e prudenza .

Poco dopo le 22 del 12 dicembre, unatelefonata di un giornalista de Il Messag-gero informava il Viminale di aver rice-vuto pochi minuti prima una telefonataanonima con la quale veniva rivendicatoalle Brigate rosse il rapimento del magi-strato D'Urso, direttore della terza sezio-ne della divisione generale degli istitutidi prevenzione e pena del Ministero digrazia e giustizia; l 'interlocutore prean-nunziava la diffusione di un comunicatodell'organizzazione eversiva, anticipando larichiesta di soppressione del carcere del-l 'Asinara.

Venivano disposti subito accertamenti ,

dai quali si aveva conferma che il dottor

D'Urso non era rientrato nella sua abita-zione al termine dei suoi impegni di la-voro; venivano poi accertati altri particola-ri . Pur non dovendo compiere quel giorn o

il turno pomeridiano, il magistrato si eraugualmente recato in ufficio, per sostitui-re un collega che gliene aveva fatta ri-chiesta per cortesia, dopo aver accompa-gnato a scuola con la propria autovettu-ra la maggiore delle figlie. Il magistratoaveva quindi parcheggiato l'auto ed avevaproseguito con un mezzo pubblico per i l

Ministero, dal quale era stato visto usci -

re da solo poco dopo le 20; la sua auto-vettura è stata trovata parcheggiata, co-me di consueto, in via Pio IV, prossimaalla sua abitazione, regolarmente chiusae senza segni di effrazione . Ad una cin-quantina di metri da essa, sono stati rin-venuti frammenti di occhiali, riconosciut idalla moglie come appartenenti al marito .

Tenuto conto dell 'ora in cui il magi-

strato è uscito dal Ministero e dell'ora

della telefonata pervenuta a Il Messagge-ro, il sequestro deve essere avvenuto ve-rosimilmente intorno alle 20,30 : nessuntestimone, nessun indizio certo, trannequei frammenti d'occhiali ed alcune traccedi pneumatici, lasciate probabilmente dal -la macchina usata dai terroristi per tra-sferire l'ostaggio. I familiari confermavanoche il magistrato, nel momento in cu iaveva lasciato l'abitazione, non portavacon sé alcuna borsa né, come hanno con-fermato i colleghi d'ufficio, plichi o docu-menti .

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Numerosi colleghi chiedono quali mi-sure siano state adottate a tutela del dot-tor D'Urso ed il Ministero di grazia e giu-stizia precisa di avere da tempo attuatomisure per la tutela di magistrati addett iad uffici ministeriali che, per la delicatez-za dei compiti loro assegnati, possono ri-tenersi esposti a pericoli ; il Ministero ri-tiene che tali misure (macchine blindat ea disposizione dei magistrati) siano appro-priate, anche se non è possibile affermar eche la loro puntuale applicazione valga inmodo assoluto ad evitare del tutto possi-bili attacchi ed offese alle persone pro-tette. Il Ministero di grazia e giustiziaprecisa che quel pomeriggio di venerdìil consigliere D'Urso non aveva chiesto diusare la macchina di servizio : egli si ser-viva dell 'auto blindata solo per il rientroa casa alle 14, ogni giorno, e molto d irado la richiedeva per il rientro pomeri-diano e per i turni festivi . Aperto rimanepertanto il problema, estremamente deli-cato, di come adottare e far osservare l emassime precauzioni anche da chi non l eritenga necessarie ed opportune, e quindidel limite entro il quale sia lecito impor-re tali misure a tutti coloro che, in ra-gione del loro ufficio, risultino più espost iai colpi del terrorismo .

Rispetto al pedinamento di cui sareb-be stato fatto oggetto in precedenza i ldottor D'Urso, posso precisare che nelmese di febbraio l'autista che lo accom-pagnava con l'auto di servizio (un agent edi custodia) segnalò la presenza di duemacchine sospette sull'itinerario compiutodal magistrato, e ne rilevò le targhe. Gliaccertamenti, subito compiuti dalla que-stura dietro interessamento del Ministerodi grazia e giustizia, portarono a stabilireche tali targhe non corrispondevano ai tipidi vetture indicate: le indagini, compiuteallora e ripetute in questi giorni, no nhanno condotto all 'acquisizione di element iapprezzabili .

Quanto alle misure adottate in relazio-ne al rapimento del magistrato, precisoche, non appena informata dell 'accaduto,la questura di Roma ha provveduto subi-to ad attuare il piano d'emergenza pre-visto per circostanze di tale gravità, isti -

tuendo, con il concorso dell'Arma dei ca-rabinieri, posti di blocco e di controllosulle arterie che si dipartono dalla capi-tale; contemporaneamente, funzionari del-la questura, in stretto contatto con il so-stituto procuratore della Repubblica, ac-corso sul posto presumibile del sequestro ,provvedevano ad acquisire i primi datinecessari per l'avvio delle indagini, chesono state rapidamente sviluppate in tuttele direzioni .

L'opera degli investigatori, nonostant ele difficoltà dovute alla carenza di testi-monianze sulla fase del rapimento, pro-cede senza sosta, con un accanimento pa-ri alla durezza della prova, sotto la dire-zione dell'autorità giudiziaria, ed accennaad assumere contorni sempre più definiti .Su questo punto credo che ogni riserbopossa essere compreso ed apprezzato da lParlamento .

Le rivendicazioni del sequestro all eBrigate rosse si sono susseguite nel cors odella giornata di sabato 13, mediante tele-fonate anonime in varie città italiane : al'Unità, di Torino, all'ANSA di Verona, aIl Giornale di Vicenza, a La Notte di Mi-lano, a Il Messaggero di Roma. Nel po-meriggio dello stesso sabato veniva fattotrovare a Roma il primo volantino delleBrigate rosse. Ieri, sempre nel pomeriggio ,veniva rinvenuto il secondo comunicato ,in cui si afferma che il magistrato è sot-toposto, con la sua « collaborazione », al-l ' interrogatorio dei terroristi .

L'analisi di questi documenti conferma ,innanzitutto, che il sequestro del magistra-to D'Urso si inserisce nei propositi diattacco del terrorismo alle istituzioni de-mocratiche e, all 'interno del sistema, allestrutture carcerarie in particolare . Questodisegno ha come obiettivi : organizzare laliberazione dei detenuti, smantellare il co-siddetto circuito della differenziazione, co-struire e rafforzare comitati di lotta ,chiudere il carcere dell'Asinara. Questodisegno è considerato, dall 'organizzazioneeversiva, come strumentale ai suoi obiet-tivi primari : la destabilizzazione ed il ro-vesciamento delle istituzioni democratiche .

Da ciò, la particolare collocazione che

le Brigate rosse rivendicano, oggi, nel ter-

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rorismo italiano e che si riassume in que-sti punti : il compito dell 'organizzazione èdi dimostrare, nello scontro di classe, l acapacità di essere la punta più avanza-ta dell 'intero movimento rivoluzionario ; lasua linea politica, espressa nella « Risolu-zione della direzione strategica », Si con-densa nella parola d'ordine: « accettare l aguerra e attaccare il cuore dello Stato ,facendo vivere i contenuti di distruzion ee disarticolazione dentro una linea di mas -sa che dialettizzi i programmi immedia-ti con il programma generale di transi-zione al comunismo » .

L'azione clamorosa del sequestro deldottor D 'Urso permette, dunque, alle Bri-gate rosse di dimostrare, dopo i duri col -pi subìti, che l 'organizzazione eversiva èancora viva e operante, di ritentare una« carta politica » in contrapposizione alloavventurismo di altri gruppi terroristici .Lo scopo di tale disegno appare perci òchiaro: minare al cuore la tenuta dell enostre istituzioni, creare disagio, inquietu-dine ed allarme nell'opinione pubblica, di-sgregare la compattezza delle forze politi -che sul fronte del terrorismo, innescareuna spirale di tensione e di polemich eintroducendo motivi di lacerazione nellavita politica del paese, già così tormen-tata, dura e difficile. Nella lotta contro i lterrorismo - pur riconoscendo e valutan-do, nelle giuste dimensioni, i risultaticonseguiti dalla magistratura e dalle for-ze dell 'ordine - non abbiamo mai ritenutoche la partita fosse vinta . Abbiamo sem-pre avvertito che la strada da percorreresarebbe stata ancora lunga ed aspra. Con-tro il terrorismo in nessun modo posso-no essere allentate la vigilanza e la piùferma determinazione . 11 Governo, mentreconferma la sua disponibilità al dibattit osulla politica carceraria e sulla situa-zione in atto negli stabilimenti peniten-ziari, preannunziata dal ministro guarda-sigilli giovedì scorso presso la Commis-sione giustizia della Camera, assicura diessere ugualmente pronto ad un dibattit osui temi della sicurezza, dal quale ritienedi poter trarre elementi destinati a raf-forzare l'impegno nella difesa di una giu-sta e pacifica convivenza civile.

Per tale impegno, e di fronte allapersistente durezza dell'insidia eversiva,risultano più che mai necessarie, oggi, lacompattezza delle forze politiche e sociali ,la solidarietà e l'unità ,di intenti, la coe-sione e la responsabile consapevolezza ditutti .

Signor Presidente, onorevoli colleghi, ilGoverno non lascerà nulla di intentato, neilimiti delle sue possibilità, per raggiungerel'obiettivo, oggi primario, della restituzionedel giudice D'Urso alla sua famiglia, dicui partecipiamo e viviamo l 'angoscia, eal suo lavoro, al suo posto nell'ordine giu-diziario, così duramente colpito . In que-sta prospettiva il Governo praticherà ognistrada e non trascurerà alcuna opportunitàche possa condurre ad un esito positivodi questa vicenda, che partecipa obietti-vamente dei valori più profondi del « pri-vato » e nello stesso tempo si inserisceduramente nella vicenda più complessaed articolata della comunità nazionale .

PRESIDENTE . L'onorevole De Cataldoha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper l ' interpellanza Cicciomessere n. 2-00746 ,di cui è cofirmatario .

DE CATALDO. Il gruppo radicale pren-

de atto della disponibilità del Governo asvolgere un dibattito sulla sicurezza ; ri-

tiene che questo dibattito sia estrema-mente urgente e chiede formalmente ch e

iI Governo si impegni a svolgerlo in aulaentro la fine di quest'anno .

Signor ministro dell ' interno, noi nonci attendevamo che lei dicesse cose diver-se o nuove anche per le doverose ragion idi riserbo cui ella ha accennato ; tuttavia ,speravamo di conoscere qualcosa di più .Ci è sembrato di rivivere un copionedrammatico già conosciuto, che ci augu-riamo non sfoci ancora una volta nel-la tragedia.

Non vi è dubbio, signor ministro guar-dasigilli, che l'ufficio del quale fa parteil magistrato D'Urso è nell'occhio del mi-rino: da Tartaglione a Palma, a Miner-vini, tutti magistrati colpiti spietatamen-te ed ignobilmente dai terroristi, che fa-

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cevano parte dell'ufficio di cui da pochimesi credo, facesse parte anche il magi -strato D 'Urso.

È estremamente grave e preoccupan-te che, nonostante i segnali pervenuti si adagli episodi cui abbiamo fatto cenno si adall'altro, estremamente sintomatico e gra-ve, di un inseguimento con autovetturecamuffate, sia stato possibile nelle primeore della sera, in una zona abbastanzacentrale della nostra città, di sottrarrealla famiglia ed al lavoro il dottor D'Urso .Evidentemente, l'impegno nella garanzia enella tutela della sicurezza di questi ser-vitori dello Stato, che sono i più esposti ,è estremamente limitato e trova limit isoggettivi ed oggettivi . Non basta, signorministro, dire che il magistrato, o comun-que chi si trova esposto, rifiuta o nongradisce la scorta e la protezione . Neltemperamento, nel carattere e nella cultu-ra di ciascuna di noi esiste una propen-sione diversa di fronte a determinate si-tuazioni o di fronte all'eventualità del pe-ricolo. È lo Stato che deve garantire l aincolumità a questi suoi servitori, anch equando essi non lo gradiscono e controla loro volontà . È incredibile quello ch esi è verificato l'altro giorno .

Signor ministro, se non vi fosse laurgenza dei tempi e non temessimo real-mente - lo dico con estrema sincerità -di poter in qualsiasi modo influire negati-vamente sulle decisioni dei pazzi crimi-nali che in questo momento detengonoil dottor D'Urso, verrebbe voglia ancorauna volta, in questa sede di domandarc ise quelle misure, da noi mai abbastanzadeprecate, da voi presentate come la so-luzione dei problemi della criminalità ter-roristica nel nostro paese, non abbian ocompletamente fallito il loro obiettivo ese la vostra iniziativa di perpetuare, siapure per sessanta giorni, quei provvedi -menti costituzionalmente illegittimi, che s iriferiscono alla repressione, all'interventosulle libertà fondamentali dei cittadini,non serva ad incrudelire la spirale dellaviolenza. Ma in questo momento riteniam odi non doverlo fare, proprio - ripeto -per non incidere in alcun modo sullasorte dell'uomo, che auspichiamo torni al

più presto prima di tutto alla sua fa-miglia e, quindi, al lavoro .

Abbiamo letto dichiarazioni ed intervi-ste nei giorni scorsi . Ci ha particolarmen-te interessati e, direi, turbati la dichiara-zione del segretario nazionale di uno deipartiti che formano la maggioranza di Go-verno, onorevole Craxi, il quale ha sotto-lineato che, in definitiva, le indicazioni ,le linee, i suggerimenti, e forse non soloquesti, ma anche gli aiuti alle iniziativeterroristiche vengono da lontano, vengo-no certamente d'oltralpe o d 'oltre Mediter-raneo. Ecco, credo che sia doveroso d aparte del Governo approfondire, rapida-mente e conclusivamente, in modo soddi-sfacente, questi segnali, queste indicazio-ni, queste dichiarazioni, che vengono dauomini, da personaggi certamente respon-sabili e certamente in grado di conoscer equello che molti di noi non possono co-noscere .

Io credo, ed il gruppo radicale crede,che qualsiasi tentativo - ripeto : qualsiasitentativo - vada fatto, nel rispetto dellalegge e della Costituzione, per salvare l avita del magistrato D'Urso. Qualsiasi ten-tativo ! Uno Stato - lo abbiamo dett oun'altra volta in quest'aula - è forte nonperché sia forte oggettivamente, ma per -ché dimostra dentro di sé la sua forza,nel momento in cui è anche capace di ve-rificare le condizioni per cui un membro ,una componente della società, non vengaspietatamente, barbaramente ucciso . LoStato non è forte solo perché mostra neimomenti meno indicati una grinta che po-trebbe riservarsi per altre circostanze.

Signor ministro dell 'interno, signor mi-nistro di grazia e giustizia, ieri, nella miaqualità di membro della Commissione giu-stizia, ho pregato il presidente di quell aCommissione di verificare l'opportunità ,direi la necessità, immediata di un'inda-gine conoscitiva sul carcere dell'Asinara.A prescindere dal contenuto della richie-sta, che pare sia stata avanzata dalle Bri-gate rosse, e senza entrare nel merito diquella richiesta, credo che l'occasione cer-tamente valga per chiudere un capitolodoloroso ed oscuro della nostra vita re-pubblicana, della storia della nostra Re-

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pubblica . La presenza di questo carcere,che non è un luogo di espiazione e di pe-na bensì un luogo di torture, di annichi-limento delle personalità, non mi pare ri-sponda alle esigenze, alle indicazioni con -tenute nella nostra Costituzione con rife-rimento al principio dell'espiazione dell apena.

Credo che questa sia un 'occasione im-

portante affinché il Parlamento ed il Go-verno si occupino immediatamente, senz aporre indugio, di quella situazione ed ar-rivino - perché questa è l'unica soluzionepossibile, l 'unica soluzione consentita -nel giro di poche ore a decretare la chiu-sura del carcere dell 'Asinara. È inutileche io ricordi al ministro guardasigilli cheun componente del Governo - di quel Go-verno -, un uomo che evidentemente ave-va la responsabilità di una funzione eduna delega, pochi mesi fa, dopo una vi-sita al carcere dell 'Asinara, dichiarò aper-tamente la sua delusione, il suo disagio ,la sua preoccupazione che quel carcere ,anziché rappresentare quello che dovev arappresentare, indicasse soltanto un mo-mento di grande rottura, di grande frat-tura fra la società ed il Governo. Ecco,mi sembra che non si possa porre indu-gio. E non ci si dica che lo Stato no nagisce sotto la pressione delle Brigaterosse ; non sarebbe vero, sarebbe una giu-stificazione falsa, perché, se bisogna agi -re, occorre farlo subito. E se questo po-trà servire a risolvere, sia pure in parte,il problema della vita e della libertà diD'Urso, tanto meglio : avremo la soddisfa-zione di aver compiuto due opere etica-mente e socialmente rilevanti . Ma non s idica che si attende la liberazione di D'Ur-so per occuparsi del carcere dell 'Asinara .

Ministro Sarti, noi e, in particolare, i lcollega Boato, abbiamo da sempre, dal -l'inizio di questa legislatura, chiesto un ' in-dagine conoscitiva sulle carceri, speciesulle cosiddette carceri speciali . Ne abbia-mo discusso nella Commissione giustizi ae nel suo Ufficio di Presidenza, ma siamoancora al punto in cui eravamo nel luglio1979, all'inizio cioè di questa legislatura .Anche con riferimento a questa nostra ri-chiesta ed iniziative, noi formalmente sol-

lecitiamo l'impegno che lei assunse i nCommissione.

Signor Presidente, signori rappresen-tanti del Governo, in questo momento, daparte di tutti noi, anzi da parte di queipochi di noi che sono presenti in que-st 'aula (che avrebbe dovuto essere pienain tutti i suoi settori, dato che l 'oggettodella discussione non è cosa di poco con-to), viene l'augurio al dottor D'Urso edalla sua famiglia di riacquistare al piùpresto serenità e pace, nelle prossime or ee nei prossimi giorni . Ma non è con l 'au-gurio che riusciremo a salvare la nostracoscienza: noi riteniamo - e lo ripet oformalmente e solennemente in un 'aula incui pare che vi siano autorevoli opinionidiscordi - che il paese, il Parlamento edil Governo debbano fare tutto quello cheè in loro potere per cercare di salvare lavita di questo servitore dello Stato (Ap-plausi dei deputati del gruppo radicale —Congratulazioni) .

PRESIDENTE. L'onorevole Maria LuisaGalli ha facoltà di dichiarare se sia sod-disfatta per la sua interpellanza n . 2-00747 .

GALLI MARIA LUISA . Prendo atto del -le dichiarazioni del ministro Rognoni cir-ca gli intendimenti del Governo di ve-nire in quest 'aula per un dibattito in or-dine alla politica penitenziaria, e, in par-ticolare, in ordine alla sussistenza degl iistituti di massima sicurezza . Mi auguroche tale dibattito non venga procrastina-to e che il ministro Sarti presenti in ta-le occasione un piano sul quale si possadiscutere avendo davanti una visione ge-nerale di politica penitenziaria e con ri-guardo specifico agli istituti che ho det-to . Potrei, dunque, dire, in ordine allainterpellanza che ho presentato, che saròsoddisfatta se tale dibattito verrà effet-tuato in tempi brevi .

Sento, peraltro, di dover riversare i nquesta sede una mia riflessione . Vi sonodue date emblematiche, signor ministro ,che mi portano ad una riflessione. Nelmarzo 1978 eravamo alla vigilia di unevento : uno spiraglio di apertura per i lpartito ncomunista al Governo. Ebbene,

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per quell 'appuntamento abbiamo avuto ilsequestro di Moro . Nel novembre-dicem-bre 1980 il partito comunista afferma chesi deve operare una svolta nel Govern odel paese e, puntualmente, abbiamo unsequestro che segue e ricalca il copionedel sequestro Moro .

Ed ecco la mia riflessione : forse qual-cuno ha trovato il modo di dare un sus-sulto di vita alle Brigate rosse ? Le Bri-gate rosse non pare che abbiano ancoraun loro progetto politico da perseguire .Forse qualcuno sta usando la loro etichet-ta ? Forse questi non sono più i manda-tari ma i mandanti ? È una domanda chebutto lì e credo mi sia lecito farlo, pro-prio perché è un momento nel quale tutt isono presi dal dubbio, tutti brancolanonel buio.

Per quel che riguarda il carcere del -l'Asinara, vorrei soltanto ricordare che nel -l 'agosto 1978 quanti siamo andati a visi -tarlo, siamo tornati con determinate con-vinzioni e tutti abbiamo fatto eccellent irelazioni . Adesso siamo nelle condizion iche sappiamo: dell 'Asinara dobbiamo par-lare solo sulla scia e sull 'onda della vio-lenza che ci viene fatta dalle cosiddett eBrigate rosse .

Desidero anche ricordare che è stat opresentato alla Camera un progetto d ilegge - mi pare da parte del gruppo so-cialista; non ho avuto il tempo di con-trollare a1 riguardo - perché l 'Asinara di•venga un parco nazionale . Se avessimo di-scusso tale proposta di legge due ann ifa, oggi non saremmo probabilmente arammaricarci su certi eventi .

Credeva il Governo di risolvere il pro-blema di questo carcere trasferendo il di -rettore Cardullo alle carceri di Perugia ?Ci ha fatto proprio un bel servizio . . . Gra-zie, signor ministro: ora vedremo cosadiventerà il carcere di Perugia .

PRESIDENTE. L'onorevole GerardoBianco ha facoltà di dichiarare se sia sod-disfatto per la sua interpellanza n . 2-00738 .

BIANCO GERARDO. Credo che debbaessere accolto l'invito al riserbo e allaprudenza che ci ha rivolto il ministro

Rognoni. Non mancheranno occasioni perdibattere problemi ed interrogativi. . .

MELLINI . Due anni per la Commissio-ne d'inchiesta . . !

BIANCO GERARDO . Mellini ha sem-pre un grande senso dell'opportunità, an-che nei momenti più drammatici, che citoccano così da vicino come uomini .

Dicevo che ritengo vi saranno occa-

sioni di dibattito e di approfondimento.Colgo, peraltro, questo momento per espri-mere al magistrato tutta la solidarietà d iquest 'Assemblea e del gruppo parlamen-tare democristiano; per esprimerla allafamiglia ed all'ordine giudiziario.

Credo che l 'assicurazione che il mini-stro, a nome del Governo, ci ha fornito ,secondo la quale non sarà lasciato nulladi intentato per trovare i modi e le for-me per liberare il prigioniero, debba tro-varci concordi . Speriamo che venganosfruttate tutte le possibilità che esistononell'ambito delle leggi che vigono nel no-stro Stato, che è uno Stato di diritto euno Stato democratico. Le leggi di questoStato vanno quindi rispettate in modopuntuale; ed è in questo quadro che deve

muoversi il Governo .Speriamo che un dibattito successivo

possa consentirci di approfondire i pro-blemi che si pongono su questo piano ;oggi non resta che augurarci che si possa

ottenere un risultato positivo, nel pienorispetto delle leggi del nostro Stato demo-cratico .

PRESIDENTE. L'onorevole Boato hafacoltà di dichiarare se sia soddisfattoper l'interpellanza De Cataldo n . 2-00749 ,di cui è cofirmatario .

BOATO . È stato detto in questi gior-ni, in queste ore - lo si è letto su molt igiornali - che ci troviamo di fronte a duna puntuale riedizione del « sequestroMoro » . Credo si possa dire con forzache ciò non è vero: che la situazione delpaese è cambiata, che è cambiata la si-tuazione del terrorismo, è cambiato l'obiet-tivo, sono cambiate le modalità di esecu-

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zione, è cambiata la risposta delle forzepolitiche. Spero si tratti di un cambia-mento in meglio : il collega Bianco mi con-senta però di notare che la sua replicami farebbe pensare alla possibilità di unallentamento della tensione morale e po-litica. Lo dico considerando il contenutoe la vacuità di quella replica, in rappor-to al problema che abbiamo di fronte ; lodico con durezza, ma senza astiosità ,proprio perché ho ascoltato con attenzio-ne quelle sue poche parole .

Mi auguro prima di tutto, per il dot-tor D'Urso e per la sua famiglia, maanche e soprattutto dal punto di vist apolitico, per le sorti della democraziae delle istituzioni nel nostro paese, chenon ci si debba ritrovare di fronte aduna stanca riedizione di ciò che è av-venuto così drammaticamente e tragica-mente in occasione del « sequestro Mo-ro ». E questo spero che possa valere an-zitutto per i terroristi : spero cioè chenon si giunga alla tragica conclusione cuisi giunse il 9 maggio 1978 . Spero invec eche, da parte nostra, si possa tener contoche ci troviamo in una situazione in cu iancora si può intervenire per modificar eciò che sta avvenendo, e mi auguro ch edi ciò si rendano conto le forze politi -che del nostro paese: anche se qualche ti-mido accenno, che si può cogliere dai gior-nali, ci fa poco ben sperare. Sembra d iveder ricomparire sulla scena i rappre-sentanti di altrettante posizioni predefini-te e precostituite, che tornano stancamen-te a riassumere, nelle « caselline » rela-tive allo schieramento politico sul terro-rismo del nostro paese, i posti che aciascuno di loro, purtroppo tradizional-mente, ormai spettano.

Se si tratta di una riedizione, è lariedizione di una vecchia pellicola, ormaiusurata e fuori uso, incapace persino disuscitare grandi tensioni e grandi contra-sti all'interno del paese. Le uniche cosegrandi sono le idiozie pronunziate dal ma-gistrato Sossi, il quale ha l'unico merito ,nella sua vita, di essere stato vittima delleBrigate rosse. Nel corso del suo seque-stro non sembra però che il suo compor-tamento sia stato un capolavoro di co-

raggio e di rigore morale e politico; ora,nel corso dei sequestri altrui, non s afar altro che ripetere stancamente e idio-tamente le tesi fasciste sullo stato di guer-ra, sulla pena di morte .

PRESIDENTE. Onorevole Boato . . .

BOATO. So che uso parole forti, signorPresidente: ma contro chi parla di statodi guerra e di pena di morte si possonoanche rivolgere parole forti, che comun-que non sono mai paragonabili, come gra-vità, alle richieste che ha avanzato ! Sal-vo queste grandi idiozie del magistratoSossi - dicevo -, non abbiamo però an-cora di fronte, per fortuna, degli schie-ramenti talmente rigidi e conclamati da di-venire irremovibili : neppure da parte de lGoverno, Ripeto : debbo dire, per fortu-na, fino ad ora neppure da parte del Go-verno. Però debbo anche chiedermi, enon con il tono di chi dice « si sapev asempre tutto in anticipo » : qui c 'è unsottosegretario per i servizi di- sicurezza, ilministro della giustizia, un sottosegretarioper la giustizia, il ministro dell 'interno ealtri sottosegretari . Vi chiedo: fate ilvostro mestiere tutti i giorni ? Avevat eletto nei fatti che succedevano in questimesi nel nostro paese che questo che og-gi abbiamo di fronte, stava per succede-re ? Evidentemente non che avrebbero se-questrato proprio D'Urso : questo non losapeva nessuno, spero. Ma li avevate let-ti i fatti che stavano accadendo ? Ave-vate letto i documenti delle Brigate ros-se, da mesi e mesi a questa parte, ri-guardo ad un unico, ossessivo, paranoic oobiettivo - anche se io dico, giusto, pertutt'altri motivi, obiettivo chiuderel'Asinara, chiudere l'Asinara, chiuderel'Asinara ! Questa era l'unica cosa para-noica che veniva detta. Allora come po-tevate non sapere che a questo sarebber ogiunti ? La rivolta nel carcere di Volter-ra, la rivolta di Fossombrone, la rivolt adi Nuoro, la rivolta di Firenze avevan oquesto unico obiettivo: non andare al-l'Asinara, chiudere l 'Asinara !

Alcuni giorni fa perfino un articolo del'Unità si concludeva chiedendosi come

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faceva a sapere un tale che i terroristisarebbero giunti a ciò, rivolto a non s ochi. Ma bastava leggere i loro volantini,sentire le loro dichiarazioni e capire po-

liticamente il terrorismo ! Del resto inquest'aula l'ho detto mille volte, e voi or-mai lo sapete, che il terrorismo è, sì, unfenomeno criminale, ma di una naturadel tutto particolare; e quindi prima ditutto è un fenomeno politico-criminale,storico-politico, ideologico, e va « letto »con questi strumenti .

Il ministro dell 'interno qualche tenta-tivo - l'ho sentito poco fa nelle sue co-municazioni - in questa direzione ha cer-cato di farlo. Ma perché nulla è successo ?Perché non abbiamo fatto tesoro persinodelle cose di cui abbiamo discusso in que-st'aula, in pochi, dopo l'assassinio dell'in-gegner Briano a Milano ? Io dissi in quel-la occasione, in quest'aula: ho paura adusare queste parole, ma vi dico che amio parere, per quello che ne capisco io,l 'assassinio dell'ingegner Briano è un « in-tervento » nel dibattito politico all'intern o

delle Brigate rosse . Potete sospettare ch eio abbia informazioni segrete su questo ?Spero di no . Vi ho spiegato come si capi-scono questi fenomeni, ed è risultato pro-prio così: l'assassinio dell 'ingegner Brianoe poi quello di Mazzanti erano un tragico ,cinico, assassinio, criminale intervenutonel dibattito politico interno alle Brigate

rosse ! Questi eventi non sono come i ter-remoti, che si possono solo prevenire m anon prevedere, ma si possono invece pre-venire e qualche volta anche prevedere .

Signor ministro della giustizia, mi ri-volgo a lei con forzata speranza, perchélei è nuovo a questo incarico, affinché ab-bia la creatività, l'intelligenza, il coraggio- se mi consente -, insieme al Governo ,di non ripetere stancamente stanchi mo-delli che portano, oltre che alla mortedelle persone, anche alla morte stanca, pe r

inedia, per accidia, per incapacità di ini-ziativa, della nostra democrazia . C'è da-vanti a lei il sottosegretario alla giustizi aSpinelli, che era presente in Commission egiustizia pochi giorni fa, insieme al sotto -segretario Lombardi, allorché abbiamo di-scusso - la Commissione era affollata co -

me non mai - sulla tabella 5 del bilancioe sulla legge finanziaria, per quanto attie-ne alla Commissione giustizia. Signor sot-tosegretario Spinelli, lei lo rammenterà, i oconclusi il mio intervento dicendo: non

arrivate a dover accettare il ricatto deibrigatisti sul carcere dell 'Asinara. Chiude-re l'Asinara è certo una rivendicazione deibrigatisti per fini eversivi, ma chiudere

l'Asinara e rivedere tutto il regime dellecarceri « speciali », delle carceri « di mas-sima sicurezza » nel nostro paese, è unarivendicazione sacrosanta che noi, forzepolitiche democratiche, di maggioranza o

di opposizione, dobbiamo portare avantiautonomamente e con forza, per ragionidi giustizia, di civiltà del diritto, di demo-crazia nel nostro paese .

Se avremo la forza di sottrarre quest o

terreno all'eversione terroristica, allora

vinceremo democraticamente ; ma se nonavremo la forza di percorrere questa stra-da, perché poi questo è il terreno che iterroristi, con obiettive ragioni quanto a i

fatti materiali, utilizzano per il ricatto

eversivo, allora questa battaglia sarà per-sa in partenza, e il terrorismo sarà de-stinato a rimanere un fatto endemico e d

invincibile, nonostante tante vittorie ri-portate nei suoi confronti nel nostro pae-se. Infatti, quando si arrestano duemila

terroristi, presunti o reali, e li si rin-chiudono nelle galere, questo fenomeno s iriproduce endemicamente, inevitabilmente .

Leggetevi su Rinascita di questa settima-na, le dichiarazioni che fa Horst Mahler ,

uno dei capi usciti dalla RAF, che parla

di come il meccanismo carcerario, la libe-razione dei detenuti, anche in Germania

fu meccanismo di riproduzione e di per-petuazione del fenomeno terroristico .

Ma in Italia il fenomeno è molto pi ù

pesante, perché molto diverse sono le ca-ratteristiche del terrorismo italiano, rispet-to a fenomeni che pure hanno avuto pesonella Repubblica federale di Germania .

Voglio dirvi - ma non per la solita ,stanca voglia di attaccare il Governo, co-

munque, privo ormai addirittura di moti-vazioni - che se l'unica misura che potet eimmaginare è quella di due mesi di ferm o

di polizia in più, allora è bene che vi leg-

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giate l 'intervista del vostro ex ministro del -la giustizia, Bonifacio, il senatore democri-stiano Bonifacio, sul settimanale Oggi del3 dicembre 1980, il quale critica duramen-te le misure eccezionali di cui egli stess oè stato il principale protagonista nei go-verni di « unità nazionale », e dice che s ifarà adesso una fatica tremenda a ritor-nare su un terreno istituzionale diverso d aquello su cui il terrorismo ha costrett opurtroppo il nostro paese in questi anni .È il senatore democristiano Bonifacio adire queste cose sul settimanale Oggi ; nonle dice Marco Boato su Lotta Continua :le dice il vostro ministro della giustizia,il nostro ex presidente della Corte costi-tuzionale, che è indotto a riconoscere og-gi come giuste analisi che noi proponia-mo da tanto tempo .

Il collega De Cataldo ha avuto la cor-tesia di ricordare quanto si sia insistito ,per un anno e mezzo, in Commission egiustizia perché ci fosse una capacità d idibattito e di intervento, quanto meno co-noscitivo da parte nostra, ed ovviamenteesecutivo da parte del Governo, sulla si-tuazione carceraria, che tutti quelli che l aseguivano attentamente si rendevano con-to come stesse per diventare esplosiva .

Può sembrare forse che questo non siail momento migliore per parlare anch edella riforma del corpo degli agenti dicustodia che il gruppo radicale port aavanti da anni. Ma guardate che anchequesto problema attiene alle inadempienz edel Governo, all' incapacità del Parlamentodi far fronte a problemi carcerari chesono estremamente collegati tra loro. Ioho sentito parlare dell 'Asinara - primaancora che dai detenuti, o dagli ex dete-nuti, o dai loro familiari - dagli agentidi custodia : dalla loro diretta esperienzaho sentito che cos'è l'Asinara . Anche po-che settimane fa, qui, alla sede del nostr ogruppo parlamentare, una delegazione d iagenti di custodia è venuta a parlarci an-che dell 'Asinara. E cose analoghe dicon ole delegazioni di ex detenuti, o di fami-liari dei detenuti .

Io credo che la situazione in cui ci tro-viamo in questo momento - tragica, dram-matica, ma molto, molto, molto diversa

da quella in cui ci si trovava durante i lsequestro di Aldo Moro - possa trovareuno sbocco diverso, se ci sarà da partedel Governo, delle forze politiche di mag-gioranza, ma anche - e sottolineo « an-che » - delle forze di opposizione la capa-cità di imparare le lezioni tremende cheabbiamo subìto in questi anni, la capacitàdi assumere una iniziativa politica diver-sa, una iniziativa istituzionale e ammini-strativa diversa, ma anche una iniziativa

legislativa diversa .

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEONILDE IOTTI

BOATO. Io credo - e concludo - chequeste siano le ragioni dell 'impegno, si-gnor ministro della giustizia, per cui noici dichiariamo, dall'opposizione, qui, oggi ,in questo momento, totalmente disponibi-

li, in relazione alle iniziative su questosequestro, ma anche in relazione a tuttociò che, senza accettare ricatti, ma perautonoma iniziativa politica delle forze d iquesto paese, si sappia e si voglia fare inqueste ore e in questi giorni . Noi ci di-chiariamo totalmente disponibili .

Se vogliamo invece ripercorrere le vec-chie strade, e magari ripeterle ancora piùstancamente, in modo più becero, saràquesta una tragedia non solo, e prima ditutto, purtroppo, per il dottor D 'Urso ela sua famiglia, ma una tragedia anch eper la democrazia nel nostro paese. Risol-verete infatti - apparentemente - questo« caso », seppellendo un cadavere, e dicen-do « Non abbiamo ceduto », ma vi ritro-verete di fronte ad un fenomeno ormaireso endemico, che non avrete saputosconfiggere perché non sarete stati nep-pure in grado di capirlo (Applausi dei de-putati del gruppo radicale) .

PRESIDENTE. L'onorevole Fracchia hafacoltà di dichiarare se sia soddisfattoper l'interpellanza Spagnoli 2-00750, di cu iè cofirmatario .

FRACCHIA. Signor Presidente, nellaintroduzione che il ministro dell'interno,

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ha fatto stamani su questo ennesimo gra-vissimo episodio terroristico - che ha get-tato nell 'angoscia una famiglia, ma cheal tempo stesso ha dimostrato di qualecarica, di quale potenzialità aggressiva di-sponga ancora il terrorismo in Italia -mi pare di poter notare due parti di-stinte .

La prima, a voler prescindere da unpunto sul quale intendo soffermarmi, èsostanzialmente accettabile, così come èaccettabile l'esordio del ministro dell'in-terno, quando chiede riserbo, prudenza ,riservatezza, con ciò rispondendo al no-stro primo quesito sullo stato delle inda-gini .

C 'è però un punto di questa primaparte sul quale non sono d 'accordo conil ministro dell'interno, e voglio dedicarequalche minuto a questo problema, chemi pare di grosso momento . $ un pro-blema, sul quale la categoria dei magi-strati si è già ripetutamente soffermata ,ma che non riguarda solo i magistrati : ri-guarda tutti i funzionari dello Stato, aqualunque livello appartengano, in quan-to siano esposti all'attacco terroristico .

Il ministro oggi ci ha detto che sitratta di una disputa, ancora aperta indottrina, tra il dovere dello Stato di as-sicurare la protezione dei funzionari e ildiritto degli stessi di rifiutare la prote-zione offerta loro dallo Stato . Penso cheil problema non possa essere posto inquesti termini, e che tutto debba invecerisolversi in modi molto più reali, molt opiù vicini alla mentalità, alla cultura, eanche alle esigenze proprie di ogni fun-zionario .

Penso che nel caso del dottor Giovan-ni D'Urso ci sia stata una omissione gra-ve di protezione, nella misura in cui tuttigli elementi indiziari esistevano e conclu-devano nel senso che questo magistrato,per l'incarico che ricopriva nell'ambit odella direzione generale degli istituti diprevenzione e di pena, avrebbe potuto es-sere oggetto da un momento all'altro di

un attacco terroristico .Ma è possibile che magistrati e fun-

zionari valorosi, che sfidano il pericol otutti i giorni, che sono veramente al ser-

vizio dello Stato, non abbiano a rendersiconto e capire, attraverso un dibattitofranco, sincero, con la stessa amministra-zione, con la stessa direzione dei mini-steri, che è nel loro interesse, nell'inte-resse della loro incolumità oltreché nel-l 'interesse dello Stato - per l'attività che

essi svolgono e per il segreto che perquesta attività si deve mantenere - chedeve essere assicurata la protezione del -le loro persone ?

Non ci si può liberare, come in altreoccasioni si è fatto - ricordo qui l'occa-sione dell'assassinio del giudice Amato -con una disputa nominalistica, con un adiatriba di dottrina, del fatto che Gio-vanni D'Urso non sia stato protetto. Diquesta mancata protezione l 'amministra-

zione dello Stato è responsabile .Vengo ora alla seconda parte del di-

scorso del ministro Rognoni, per la qua-le mi preoccupo, in quanto a mio mode -sto avviso, si pone in netto contrasto con

la prima. Il ministro Rognoni ha sottoli-

neato che l'attacco portato dalle BR èun attacco diretto al cuore dello Stato ,attraverso la sua organizzazione carcera-

ria: contro l 'organizzazione carceraria ,

contro il circuito delle carceri differen-ziate, contro gli istituti di massima sicu-rezza, per rafforzare i comitati di lotta ,per abbattere la struttura carceraria .

Ora, se questo è l'obiettivo, penso chenon si possano giustificare alcune afferma-

zioni che, proprio per essere eccessiva-mente generiche, rischiano di essere an-

che ambigue; e, proprio perché sono ge-neriche ed ambigue, allorché il ministrodice che nulla sarà lasciato intentato purdi riottenere la libertà del magistrato,contraddicono la prima parte del discorso .

Forse, signor Presidente, onorevoli col -leghi - e mi rivolgo a lei, ministro digrazia e giustizia - pensiamo davvero che

l'attacco portato dalle Brigate rosse conil sequestro del giudice D'Urso sia sol oed esclusivamente una rappresaglia per l acondizione carceraria ? Una reazione con-tro uno stato ed una condizione intolle-rabile delle carceri ? Certo che esiste unacondizione intollerabile dell'Asinara ed èresponsabilità dell'esecutivo e dei vari mi-

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nistri della giustizia che si sono succe-duti se quel problema non è stato ri-solto preventivamente, malgrado gli impe-gni assunti in Parlamento . Lei, ministroSarti è nuovo al dicastero della giustizia ,ma i bollettini della Commissione giusti -zia della Camera sono esemplari a que-sto riguardo. Vi sono state trascuratezza ,inerzie, negligenze protrattesi per anni .che hanno impedito di affrontare e risol-vere il problema del carcere dell 'Asinara .Ma attenzione a non passare da questaconstatazione, che pure impegna la nostrae soprattutto la vostra responsabilità, aduna giustificazione dell'attacco terroristico ,che si propone ben altri obiettivi .

Sono obiettivi di fronte ai quali, si-gnor ministro, credo che da parte de lgruppo comunista non si possa non riaf-fermare quell 'atteggiamento di decisione ,di fermezza, di rigore e di coerenza nel -la lotta al terrorismo che è passato i nmomenti duri della vita del paese, che èpassata due anni fa in occasione del se-questro dell 'onorevole Aldo Moro e chele forze politiche compresa quella cui ioappartengo, indipendentemente dalla lor ocollocazione nella maggioranza o alla op-posizione avevano già sostenuto quattroanni prima in occasione del sequestro delgiudice Sossi .

Noi riteniamo si debba andare avant isu questa strada. Ne siamo convinti e nonè un vincolo di onore quello che ci legaal rispetto della strada intrapresa. Coe-renza, fermezza e rigore sono l'unica ri-sposta che oggi è possibile dare all 'attac-co eversivo per non restituire forza e spa-zio a quelle organizzazioni terroristiche,che pure hanno subìto colpi durissimi eche forse si preparano attraverso quest iricatti ad una ripresa, partendo da unacondizione di difficoltà; tanto più ove s ipensi che il ricatto odioso e spregiudi-cato si innesta in una particolare situa-zione politica, in un momento di gravedisagio nella vita delle istituzioni e delgoverno del paese, segnato dai problem iche si sono affastellati anche in quest eultime settimane, dalla incapacità del Go-verno a rispondere positivamente alla im-mane catastrofe che si è abbattuta su al -

cune regioni del nostro paese, dalla que-

stione morale che sta all'interno delle for-ze della maggioranza, che squassa questeforze e che al tempo stesso è questionepolitica dirimente e decisiva . $ di quiche di. certo parte il tentativo delle Bri-gate rosse di inserirsi nella situazione po-litica per riaprire un fronte all'internodelle stesse forze democratiche con l'al-ternativa trattativista. Siamo convinti chequesto sia l'obiettivo che si prefigge l'at-tacco terroristico.

Ho già detto che non siamo legati daun vincolo di onore all'impegno della fer-mezza e del rigore. Se dovessimo cedereda questo impegno e con ciò venissimomeno al ripetuto ammonimento dello stes-so Presidente della Repubblica, andrem-mo incontro ad una spirale insostenibil edi violenza terroristica . Ad ogni ricattoseguirebbe un ricatto ulteriore e con i lricatto la fine di ogni principio di lega-lità e la fine delle istituzioni democrati-che del nostro paese (Applausi all 'estre-ma sinistra — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. L'onorevole Rizzo ha fa-coltà di dichiarare se sia soddisfatto perl'interpellanza Minervini n . 2-00751, di cuiè cofirmatario .

RIZZO. Con Giovanni D'Urso ancorauna volta la magistratura paga i{1 su ocontributo di abnegazione, di coraggio, d iimpegno nella difesa delle istituzioni enella lotta al terrorismo. Ed in questomomento non possiamo esimerci dal ma-nifestare la nostra piena solidarietà alloordine giudiziario e ai familiari del ma-gistrato rapito .

Ancora una volta, purtroppo, siam ocostretti a chiederci come mai sia accadu-to che un uomo preposto ad uno dei set -tori più delicati del Ministero di graziae giustizia, in quanto chiamato a dirigereil servizio riguardante il movimento de idetenuti da e per le carceri speciali, nonavesse alcuna forma di protezione .

Uso la parola « protezione » e non« scorta » volutamente, poiché, come èstato più volte segnalato dal Consigli osuperiore della magistratura, la protezio-

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ne dei magistrati che possono essere nelmirino dei terroristi, nè deve essere co-stituita necessariamente dalla scorta néin questa può esaurirsi . L'esperienza pur-troppo ci dice – e lo ha ricordato oggiil ministro dell'interno – che non è l ascorta, non è l'auto blindata che fermala mano assassina dei terroristi; e se cifossero dubbi al riguardo basta ricordarel 'omicidio del procuratore della Repubbli-ca di Genova, Coco, o il sequestro di Al-do Moro.

Ma Giovanni D'Urso non disponevastabilmente neppure di una scorta o d iun'auto blindata. È stato detto dal mi-nistro dell'interno che egli vi aveva rinun-ciato perché, dimostrando alta sensibilità ,pensava così di abusare dei mezzi e dellepersone che erano stati destinati a pro-tezione della sua persona . Ma questa no nè una giustificazione che esime il Gover-no dalle sue responsabilità . Non è am-missibile infatti che per una nobile rinun-cia dell ' interessato ci si possa lavare l emani e lasciare abbandonato a se stess oun uomo, che è chiamato a svolgere de-licate funzioni nell'interesse della collet-tività. E la storia così si ripete: è acca-duto con D'Urso quello che è accadut oin precedenza con Alessandrini, con Mi -nervini, con Amato, per fare soltanto al-cuni esempi di magistrati, caduti vittimedel terrorismo, per i quali non era statoadottato alcun sistema di protezione e divigilanza. E nel caso del giudice D'Ursosi ripete, come in precedenti casi, che laprotezione sia mancata sebbene vi fosse-ro chiari elementi che quanto meno in-ducevano a sospettare che egli fosse ne lmirino dei terroristi . Vi era l 'episodio ac-caduto nel febbraio di quest'anno, di quel-le due auto notate dal militare che gui-dava la vettura blindata sulla quale viag-giava il D 'Urso, che sostavano dinanzi al -la scuola della figlia del magistrato – cheil magistrato soleva prelevare prima di re-carsi a casa –, auto che avevano targh efalse, come poi si ebbe ad accertare .

Ora c'è da chiedersi come sia possi-bile che un magistrato che si occupa delmovimento dei detenuti delle carceri spe-ciali e per il quale vi erano elementi per

ritenere che potesse essere una vittim adesignata dei terroristi, fosse abbandona-to a se stesso. E, ripeto, il problema nonera quello della scorta o dell'auto blin-data, il problema era di proteggere il ma-gistrato, di vigilare sulla sua persona.

La vigilanza ben poteva essere fatta emeglio, anziché con una scorta – cheera stata rifiutata dal magistrato D'Ur-so – che diventa tra l'altro un facile ber-saglio, con uomini che avrebbero dovutocontrollare a distanza, nelle zone solita -mente percorse dal giudice, eventuali mo-vimenti sospetti . Ed è certo che in quelgiorno di febbraio gli occupanti delle duevetture non furono individuati perché nonoperava alcun sistema di vigilanza in lo-

co; così pure il sequestro è stato facil-mente realizzato perché ci si era dimen-ticati del giudice D'Urso e del posto de-licato che egli occupava al Ministero d igrazia e giustizia e che lo esponeva a deventuali atti del terrorismo .

E così, come conseguenza di tanta inef-ficienza e di tanta inerzia, ci troviamoancora una volta, come già ai tempi diSossi e di Moro, di fronte al ripeters idelle stesse drammatiche carenze: il dolo-roso appello dei familiari che legittima-mente chiedono che sia loro restituito i lcongiunto, la farsa del processo iniziat odalle Brigate rosse, il certo ricatto chesarà formulato dai brigatisti, il ripresen-tarsi delle due linee, quella della fermez-za, per cui lo Stato non deve cedere alricatto del terroristi, e quella cosiddett aumanitaria, per cui bisogna accedere alletrattative se tutto ciò può salvare la vit-tima.

Al riguardo credo che occorra pren-dere atto del documento che con grandedignità hanno emanato i colleghi del giu-dice D'Urso, i componenti del Comitatodirettivo centrale dell'Associazione nazio-nale magistrati . Si dice in quel documen-to che bisogna compiere ogni sforzo perla tutela dell'incolumità e della libertàdel giudice D'Urso, ma nel rispetto della

legalità repubblicana .

Non credo che questo documento, sol

perché parla dell'esigenza di compiere

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qualunque sforzo, sostenga che lo Stat odebba trattare ; del resto, non credo ch evi sia alcuni che ritenga che non debbaessere compiuto ogni sforzo affinché ilgiudice possa ritornare ai suoi familiari .Il problema è ben altro, è quello di sta-bilire se deve superarsi oppure no il ri-spetto della legalità repubblicana, il qualeanzitutto impone che le istituzioni nonpossano scendere a trattative con chi simacchia di azioni criminali .

Quindi, linea della fermezza . Sono, amio avviso, da respingere sia le posizion idi chi sostiene che è necessario scender ea trattative con i brigatisti, sia quelle op-poste, di chi propugna una linea di du-rezza nei confronti dei terroristi reclus io il ricorso a tribunali speciali o all aproclamazione addirittura dello stato d iguerra . In tutti i casi sopra indicatiavremmo o l'inammissibile imbarbarimen-to della nostra democrazia o il cedimentodello Stato nei confronti dei terroristi .Vorrei aggiungere poi che non è certoproclamando l 'opportunità della trattativache si può riottenere la libertà del magi -strato rapito, perché l 'arrendevolezza fa-rebbe ineluttabilmente salire il prezzo de lricatto, con l'unica conseguenza di ridaresoltanto fiato e vigore al terrorismo.

Quindi, occorre muoversi nel rispettodella legalità, ma il rispetto di tale prin-cipio non può arrestare quel dibattito cheda tempo viene portato avanti dalle forzepolitiche, nel Parlamento e fuori di esso ,con riferimento alle cosiddette carcerispeciali . Non si tratta di riprendere i ltema che è oggetto del comunicato dell eBrigate rosse, perché quello delle carcer ispeciali è un tema da tempo oggetto didiscussione nella Commissione giustizia e ,se essa non si è conclusa, ciò è dipesoesclusivamente dalla sostanziale latitanz adel Governo sull'argomento .

Ritengo che sia stato affrontato cor-rettamente il discorso sulle cosiddette car-ceri speciali e di massima sicurezza. Lasicurezza, all'interno e all'esterno, deve es-sere assicurata in forma massima in tuttigli stabilimenti carcerari, così come i ntutte le carceri, sulla base anche delleeventuali disposizioni della magistratura,

si deve assicurare che il detenuto non

possa avere facili colloqui o contatti conil mondo esterno. Permangono tuttavi adubbi sull 'opportunità del mantenimentodelle carceri speciali, e a maggior ragionese può nascere il sospetto che in esse èin atto una pratica di rigore che non tro-va titolo né nelle leggi dello Stato, né inprovvedimenti della magistratura .

Al riguardo vorrei richiamare l'atten-zione del Governo e degli onorevoli col-leghi sulle testimonianze fornite dagli ono-revoli Galante Garrone e Costa,, personecertamente sensibili ai problemi di difesadella società, che dalla visita compiutaal carcere dell 'Asinara ricavarono impres-sioni negative .

Questo è un discorso, quindi, che vaaffrontato, a prescindere dalle richiestedei brigatisti, e non può significare ve-nire a patti con il terrorismo. Se poiesso potrà servire a favorire la liberazio-ne del giudice D'Urso, avremo ottenut onon il cedimento dello Stato, ma la re-stituzione del magistrato alla sua famiglia .

Su tutti questi punti il Governo avreb-be dovuto fornire esaurienti risposte . Nonè stato chiarito, invece, il perché D'Urs onon fosse protetto; non ci è stato dettodal ministro dell'interno come mai, nono -stante i tanti brigatisti pentiti ed i tantiarresti effettuati, ci troviamo dinanzi a d

un'azione terroristica di efferata audacia ,che dimostra una grande capacità organiz-zativa dell'eversione; così come il Gover-no non ha chiarito se, come già accaddenel corso della tragica vicenda riguardante

Aldo Moro, non intenda venire a patticon i terroristi e, ancora, se e quali prov-vedimenti intenda eventualmente adottar eper favorire la liberazione del sequestrato .

Sono domande alle quali occorreva

fornire chiare ed esaurienti risposte, per-

ché dovrebbe essere ormai chiaro a tutt iche i veli pietosi, le reticenze e gli atteg-

giamenti equivoci non pagano e servono

soltanto a compromettere ulteriorment e

la credibilità delle istituzioni, con gravi

ripercussioni per la vita democratica del

nostro paese (Applausi dei deputati della

sinistra indipendente) .

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PRESIDENTE . L'onorevole Labriola h afacoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la sua interpellanza n. 2-00752 .

LABRIOLA. Onorevole Presidente, ono-revoli colleghi, signor ministro dell'in-terno, noi, nel prendere atto della rispo-sta del Governo, dichiariamo subito d iapprezzare e condividere il richiamo allaprudenza che di quella risposta costitui-sce in qualche modo la premessa; e checontiene un'indicazione che non è sfug-gita certo - come penso agli altri colle-ghi - a noi del gruppo socialista .

Credo, d 'altra parte, che questo dibat-tito non abbia come oggetto principale laquestione specifica (grave e allarmante, ri-spetto alla quale è perfino superfluo direche vi sono i sentimenti più sinceri d isolidarietà verso la famiglia del rapito el 'auspicio vivissimo che l 'episodio si con-cluda presto e bene e che il giudice D'Ur-so sia restituito alle sue funzioni e al -l 'affetto dei suoi familiari), perché il Par-lamento non può e non deve sostituirsi a lGoverno, nè il Governo deve, in questomomento, fornire involontariamente (maga-ri perché sollecitato a farlo) argomenti ch epotrebbero risultare contraddittori rispet-to al comune auspicio che lo unisce atutti i gruppi parlamentari .

Comprendiamo quindi l 'ammonimentoche ha aperto il discorso del ministro del -l ' interno e lo facciamo nostro, limitandoc isolo ad osservare (prendendo spunto dal-l'intervento del collega Rizzo che ha ap-pena concluso la sua replica) che, su ta-le questione, è assai precaria la capacitàdi vedere con chiarezza nel tema « tratta-re o non trattare » con i brigatisti, cioècon coloro che hanno rapito il giudiceD'Urso .

Il collega Rizzo ha, con molta enfasi ,dichiarato l'inammissibilità di una tratta-tiva, ripetendo cose già dette da altri col-leghi . Noi ci limitiamo ad osservare -solo questo vogliamo dire sul delicato te-ma, per evitare di fare affermazioni pre-coci, non opportune in questo momento- che quando si dichiara di non volertrattare, e lo si fa con tanta enfasi, ag-giungendo poi un riferimento all 'attualità

(che noi condividiamo) del tema dellecarceri speciali, reclamando che esso siaconsiderato in modo parallelo alla vicen-da del sequestro, si finisce senza voler-lo con il contraddire la premessa . Si faun'operazione intellettuale pari a quellaper cui il vecchio impero asburgico negòdi concedere la Lombardia al Piemont efacendola passare di mano attraverso Na-poleone III : ha lo stesso cristallino e lim-pido modo di impostare le questioni, i ldiscorso che abbiamo appena finito d iascoltare sul tema « trattare o non trat-tare » . Chi esclude così rigidamente - con-siderandola addirittura come elemento ch epossa minare le fondamenta della Repub-blica - la propensione ad aprire trattati -ve, infatti, deve anche, coerentemente, farseguire a questo discorso il rinvio in ognicaso di interventi sulle carceri speciali adopo la conclusione di questa vicenda .

Dico questo senza pronunciarmi nè i nun senso né nell'altro, ma solo per dimo-strare quanto sia difficile vedere con chia-rezza, e tenendo conto di tutti gli inte-ressi in gioco, il tema che è stato or ora« rinfrescato » nell'intervento del collegadella sinistra indipendente, tema che perla verità abbiamo già sentito dibattereampiamente nelle prime reazioni al gra-vissimo episodio.

Alle affermazioni del Governo, noi in-tendiamo opporre due osservazioni, confi-dando che il Governo ne voglia tener con-to : anzi, rileviamo con compiacimento ch eci sembra che l'intervento del ministrodell 'interno abbia in qualche modo fattopresumere che il Governo consenta sull edue considerazioni che ora mi permetteròdi svolgere per conto del mio gruppo.

La prima è, molto rapidamente, laquestione della tutela delle condizioni di

sicurezza dei magistrati . Dico subito, conmolta chiarezza, che sarebbe singolare con-tinuare ad aver dubbi sulla indisponibilitàdella propria incolumità e sicurezza, daparte del magistrato incaricato di partico-lari funzioni, in rapporto alle misure ne-cessarie nel prevenire episodi come quelliverificatisi . Perché, senza violare alcun

principio del diritto ma anzi ad esso ri-chiamandomi e maggiormente appellando-

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mi al senso dello Stato che in questo mo-mento reclama una visione particolare,molto approfondita, penso che la propri aincolumità sia indisponibile da parte delmagistrato ?

Il magistrato che viene rapito, crea u ncerto dramma per la famiglia. Il rapimen-to di un magistrato incaricato di funzio-ni delicate come quelle di cui è incaricatoil giudice D 'Urso, crea certo un dramma i nprimo luogo per la vittima del rapimento ,ma pone anche in pericolo interessi di ca-rattere generale che sono sottratti alla di-sponibilità del magistrato, perché tali in-teressi di carattere generale appartengonoalla collettività ! Il magistrato - chiunqu eegli sia - naturalmente è libero di svol-gere o meno quelle funzioni, perché esserientrano in un ufficio che non è quell otipico del magistrato : la direzione di unsettore dell'amministrazione della giusti -zia non è certamente un obbligo rientrantenei doveri del magistrato, è un incaric oche il magistrato (secondo le norme chedisciplinano il Ministero di grazia e giu-stizia) può svolgere, ed è attribuito conaffidamento di funzioni . Assunta la fun-zione, il magistrato non è più in grado didisporre liberamente delle condizioni dellapropria incolumità perché, al tempo stes-so, difende il suo « privato » e deve anch ecooperare alla difesa degli interessi pub-blici, legati alla sua autonomia ed indi -pendenza. Non credo quindi che il Gover-no (che ha fatto bene ad esporre la que-stione in termini aperti, come ho intesodalle parole del ministro dell'interno), pos-sa oltre dubitare - incoraggiato, se nonricordo male, dalle parole del President edella Repubblica che presiede il Consigli osuperiore della magistratura - a qualifi-care come indisponibili queste misure diprotezione e quindi a predisporne l 'attua-zione con o senza il consenso dei singol imagistrati : questo, anche per giustificar el 'onorevole ministro Rognoni sul tratta -mento comunque particolare per i magi -strati, dal punto di vista della sicurezza ;altrimenti non si saprebbe come distingue-re l'interesse generale dell 'amministrazionea garantire la sicurezza di una categoria ,rispetto a tutte le altre sotto il mirino del-

le aggressioni terroristiche, dai giornalist i

ai sindacalisti, dagli amministratori demo-cratici a qualsiasi altra categoria, nell aormai lunga prassi del terrorismo politic oin Italia, sia stata compresa nel non esal-tante catalogo delle imprese perpetrate eriuscite .

Devo richiamare, a nome del mio grup-po, l'attenzione del Governo su un'altra

questione che forse è la più grave di tutte ,

la quale deve essere vista nell'arco del

dibattito che si è svolto tra le forze demo-cratiche nel Governo ed anche, diciamol opure, nella sinistra negli ultimi sei mesi ,in modo particolare : mi riferisco al rap-porto tra il terrorismo politico in Itali a

ed i fattori internazionali che lo inducono ,lo determinano e lo sostengono . Penso chei colleghi, specialmente della sinistra, bensappiano una cosa che perciò ricordo sol o

a me stesso: la scorsa estate si è aperta

una polemica molto vivace, all'interno delGoverno Cossiga, nella quale il ministrodell'interno fu uno dei protagonisti, con

altri esponenti governativi . Ovviamente il

dibattito si estese rapidamente ai partiti

politici .Ricordo che noi fummo molto netti nel

sostenere la necessità di approfondire conmolta attenzione i rapporti tra i fattor iinternazionali e l'esplosione (addirittura l a

endemia) del terrorismo politico in Italia ;

devo dire che ci fu molta incomprensionein alcuni ambienti democratici e voglio ri-cordare un solo episodio, per dimostrarequanto sia imprudente non affrontare l equestioni con il dovuto senso di responsa-bilità richiesto (lilla gravità delle questioni

stesse .Nella ricordata polemica all ' interno del

Governo, si delineò l'atteggiamento di unquotidiano indipendente di sinistra, che ri-flette molto largamente opinioni di grande

rilievo politico, che addirittura non s ifermò neppure alla contestazione - che sa-rebbe stata lecita - dell'opinione espressa

dai socialisti, ma arrivò ad un'azione di

denigrazione e di caricaturizzazione di que-sta posizione .

Mi ricordo che un giorno alla radiouno sprovveduto fece finta di equivocaresul modo con il quale avevamo corretta-

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mente posto la questione, tentando di ri-dicolizzare un problema così grave e cos ìconsistente, che il Governo - questa è larichiesta che avanziamo - ha sentito i lbisogno di ammettere apertamente nellarelazione sullo stato della sicurezza i nItalia. A distanza di pochi mesi da quel -la preoccupazione - e c 'è da chiedersicome mai avvengano certe cose - nutritadai socialisti, ma non meno nutrita d aaltri ambienti della sinistra, e soprattut-to da quegli ambienti che si ricolleganoad organi di stampa sempre giustamenteansiosi di non tralasciare nulla per appro-fondire le difficoltà e le debolezze dell asicurezza del nostro paese, non venne al-cun sostegno, nessuno condivise questogrido di allarme, ma vi fu una sottovalu-tazione, quasi si trattasse di un diversiv oestivo o, peggio ancora, di un episodio dileggerezza che, come ancora ricordo, un osprovveduto, in una trasmissione radiofo-nica che siamo in grado di citare - forselo faremo, anche perché certe questionivanno approfondite -, tentò di fare. Lanostra richiesta è questa, ministro Ro-gnoni. Non pongo termini notarili, per -ché sarebbe poco serio farlo, tenuto con-to degli obblighi della Camera e della ne-cessità di preparare con cura il dibatti-to. Ci auguriamo che il Governo nell eprossime settimane voglia assumere l'ini-ziativa di una discussione sulla relazion esullo stato dei servizi di sicurezza in Ita-lia. Abbiamo apprezzato quella relazione,che consideriamo coraggiosa e priva dibardature burocratiche e di autogiustifi-cazioni da parte dell 'esecutivo. È una re-lazione che ammette francamente lo sta-to delle cose, indica i pericoli reali e laloro presumibile provinenza. Noi dobbia-mo quindi dibattere questa relazione per-ché il Governo sia confortato dall 'opinio-ne, manifestata in quest 'aula, dai gruppiparlamentari e perché si venga a cap odella fase successiva, cioè delle iniziativeche anche in tema di rapporti interna-zionali vanno assunte.

Dobbiamo invece assistere inerti allaprogressione che vuole « libanizzare » que-sto paese e immaginare che qualche gio-vanotto estremista, incline alla delinquen-

za, sia capace - nonostante i colpi su-biti dal terrorismo, perché diamo atto a lGoverno di aver ottenuto negli ultim itempi dei successi non secondari nellaidentificazione e nella repressione di al-cuni punti importanti di questa struttura- di imbastire tutto quello che accade in-torno a noi e di ripetere il processo al-l 'onorevole Moro ?

Siamo di fronte non ad un attentato ,che può essere il frutto - e questo è i ldato sul quale va portata la nostra ri-flessione - di qualche capace manipolo ,ma ad un rapimento in piena regola. Èun rapimento seguito da prime manifesta-zioni che stanno a dimostrare l'esistenzadi una organizzazione ancora più intatta ,nella sua idoneità criminale, rispetto almodo in cui essa si presentò in occasio-ne del rapimento dell'onorevole Moro .Non vi è alcuna differenza tra il soggettodi allora, vittima del massacro psicologi-co e poi fisico, e il giudice oggi rapito .

Su queste questioni dobbiamo tornar-ci e speriamo che qualche sprovvedutonon continui a pensare che sogniamo e

se lo farà ci renderà conto del perché;non sempre infatti certe affermazioni so-no il frutto di incapacità di comprende-re, ma possono essere il frutto anche di

altre ragioni .Allora noi auspichiamo che non sia

necessario sollecitare oltre il Governo nel-l 'assumere l'iniziativa di cui ho parlato ,ma che lo faccia quando lo ritenga oppor-tuno e secondo le convenienze che il Go-verno deve poter apprezzare con un mar-gine di libertà, ma in un tempo moltobreve che non faccia dissipare il ricordo

di questo dibattito; l'Assemblea deve es-sere messa in grado di approfondire leindicazioni coraggiose contenute nella ri-sposta del ministro e di dare al Governoil conforto di questo apprezzamento m aanche l'indicazione di alcune iniziative insettori, onorevole Rognoni, finora inesplo-rati nell'attività del Governo . È stata in-

vestita (e doveva esserla) l'amministrazio-ne degli interni ; è stata investita (e do-

veva esserlo) l'amministrazione della giu-

stizia: vogliamo sapere, anche sul pian odei rapporti internazionali, con quale pru-

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denza, con quale equilibrio ed anche co nquale determinatezza il Governo intendemuoversi nei prossimi tempi .

PRESIDENTE. L'onorevole Pazzagliaha facoltà di dichiarare se sia soddisfattoper la sua interpellanza n . 2-00753 .

PAllAGLIA. Signor Presidente, onore-voli colleghi, questa drammatica vicenda ,questo più recente e grave delitto delleBrigate rosse ci impone innanzitutto unavalutazione in ordine ai fatti ed alle re-sponsabilità politiche e di tipo organiz-zativo che il fatto ha messo in evidenza .

Pochissime persone conoscevano le at-tuali funzioni del dottor D'Urso, il chefa ritenere che all'interno del Minister odi grazia e giustizia continui l'opera de-gli informatori che agiscono nel nostropaese. Due auto con targa falsa che se-guivano nei giorni precedenti al delitt ola vettura blindata del dottor D'Urso . . .

ROGNONI, Ministro dell 'interno. Nonnei giorni precedenti, ma nel febbraioscorso !

PAllAGLIA. Mi correggo: tempo pri-ma, due auto con targa falsa avevan oevidenziato uno stato di pericolo per ilmagistrato che, messo in relazione al fat-to che si era ritenuto di tenere riservatala notizia degli incarichi affidati al dot-tor D'Urso, avrebbe dovuto suggerire l amassima prudenza e uno stato di allar-me che avrebbe indotto lo stesso dottorD'Urso ad attenersi a quelle regole diprudenza che gli dovevano essere sugge-rite dagli uffici preposti alla sicurezza .Tutto questo non si è verificato : il magi -strato era andato in ufficio in un mo-mento nel quale non era solito farlo abordo della sua vettura ; rientrato a casa ,è stato sequestrato con la massima faci-lità, poiché la protezione era completa -mente assente .

Credo che tutto questo abbia un'ori-gine; la situazione attuale è stata ritenu-ta non dico dal ministro, ma da moltiorgani della pubblica sicurezza una situa -

zione relativamente tranquilla, cioè di mi-nore pericolosità, mentre le Brigate ross eoperano con la stessa efficacia dei temp ipassati, con la stessa aggressività e co nuna organizzazione che non appare affattoscompaginata (o per lo meno è stataricostituita) e pertanto i rischi ai qual isono sottoposte le persone che svolgonoincarichi di primo piano non sono infe-riori a quelli del passato .

Detto questo, io credo che dobbiamoaffrontare tutti, ognuno assumendosi l eproprie responsabilità, il problema di co-me operare in presenza di un sequestroe di specifiche richieste che provengon odai sequestratori. Noi ribadiamo qui ilnostro principio: con i terroristi, conqualunque terrorista, non si tratta, si com-batte soltanto . Questa era la risposta chedesideravamo avere dal Governo e chenon abbiamo avuto . Il Governo dice, in -vece, che praticherà ogni strada per sal -vare la vita del magistrato D'Urso. Direche questa risposta è equivoca, come èstato detto da qualche collega, è poco.Mi sembra che il Governo abbia mancatocompletamente a quelli che debbono es-sere, secondo noi, i suoi doveri in unmomento come questo . Nello stesso tem-po, il Governo conferma la disponibilitàper un dibattito sulla politica carcerariae non precisa neanche i tempi nei qual isarà disponibile a riprendere il dibattitosulla politica carceraria, dando la sensa-zione – che io spero non fondata – divoler lanciare un « segnale », in quantosembra che voglia risolvere attraverso u nindirizzo favorevole in Commissione i lproblema, che non dovrebbe esistere, del -l 'accoglimento, non dico totale, ma par-ziale delle richieste venute dalle Brigaterosse sulle carceri speciali . E, guarda ca-

so, non soltanto dalle Brigate rosse, maanche qui dentro oggi è stata ripetutacon fermezza da parte dell 'onorevole Boa-to la richiesta della chiusura dell'Asinara .

Io dico che quando un Governo ha, co-me ha avuto, l 'apprezzamento dell'onore-vale Boato, che richiede la chiusura delcarcere dell'Asinara, si qualifica da s é

per la risposta che ha dato. Io dico che

cedere anche minimamente su questo ter-

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reno

significa aprire la

strada

a nuovi impostare seriamente il problema in que-ricatti, a nuovi cedimenti,

significa cioè sto modo e porci tutti di fronte alla real -aprire

la strada ad un assoggettamento tà in cui si trova lo Stato . Ha detto benedello Stato alle pretese che possono es - chi ha affermato fuori di qui che di fron-sere avanzate, in occasione di ogni delit- te ad una guerra si deve rispondere conto, dalle Brigate rosse o da altri terro- gli strumenti legislativi che lo

Stato haristi . a disposizione per combattere chi gli por-

Non voglio sfuggire al problema delle ta la guerra .carceri di massima sicurezza . So benissi- Chi vuole lassismo, onorevoli colleghi,

mo che ci sono richieste, che ci sono di-scussioni approfondite sull'argomento an-che da parte di operatori delle carceri(come gli agenti di custodia) e che v isono differenze di opinioni in materia daparte dei vari gruppi politici . Noi siamoconvinti della necessità delle carceri dimassima sicurezza, perché si sono dimo-strate l 'unica garanzia dalla evasione . Loinsegna proprio Nuoro, che è stata citatacome uno degli esempi di rivolta messain atto per la chiusura del carcere del -l 'Asinara; infatti, nonostante una rivoltacome quella di Nuoro, che il ministro havisto di persona, non vi sono state daNuoro mai evasioni di massa. E dall'Asi-nara non è mai evaso nessuno, da quan-do quel carcere è stato trasformato in uncarcere di massima sicurezza . Dovrebberoessere questi i primi argomenti da tenerepresenti nella discussione in ordine a que-sto problema. Chi vuole l 'eliminazione del-le carceri di massima sicurezza vuole fa-cilità di evasione dalle carceri italiane,vuole ritornare – se mi è consentito ri-cordarlo: non è un temo di attualità, malo dobbiamo ricordare – ai tempi in cu idalle carceri italiane si usciva con la mas-sima facilità, tanto è vero che molti de ibnigatisti, che poi sono stati arrestati ,erano evasi con facilità dalle carceri .

Creda che con queste affermazioni i opossa sostanzialmente concludere l'inter-vento. Debbo confermare la solidarietà delnostro partito del nostro gruppo ai ma-gistrati ed alla famiglia del dottor D'Ursoe dire che lo Stato deve fare, nel ri-spetto delle leggi e contro ogni trattativa,quanto è possibile per riportare il dotto rD'Urso alla sua famiglia ed al suo lavoro .Aggiungo infine che quella che combattelo Stato, che combattiamo tutti, è unavera e propria guerra; dobbiamo perciò

non è certamente con lo Stato, ma è conil nemico dello Stato (Applausi a destra) .

PRESIDENTE. Passiamo ora alle repli-che degli interroganti .

L'onorevole Gianni ha facoltà di dichia-rare se sia soddisfatto per l'interrogazion eMilani n . 3-02926, di cui è cofirmatario .

GIANNI . Il tempo concessomi dal re-golamento è molto limitato e quindi par-lerò di pochissime cose, anche perché nonè la prima volta che affrontiamo quest oargomento; altre sono state le tragicheoccasioni in cui siamo stati costretti adesprimere le nostre generali convinzion isul problema del terrorismo, che qui nontornerò a richiamare .

Prendo atto che vi è, da parte delGoverno, la disponibilità a discutere l apolitica carceraria, ma non se ne com-prendono ancora né i tempi né i modi .Questa dei tempi e dei modi non è un aquestione del tutto secondaria, poiché taleproblema è grave da tempo. A me pareevidente che il sistema della divisione tracarceri speciali e carceri ordinarie nonfunzioni, anche se condivido e compren-do l 'argomentazione per la quale non s ipossono ammassare insieme detenuti didiversa provenienza .

Come è già stato qui ricordato, il pro-blema del carcere dell'Asinara poteva edoveva essere risolto da tempo, senza cheesso diventasse una sorta di bandiera inmano al terrorismo. Ma è soprattuttoun'altra la considerazione che voglio faree che mi sento obbligato a fare, premet-tendo che condivido l 'opinione espressa inquesti giorni da chi considera prematur oil dividersi ora tra un partito della fer-mezza ed un partito della disponibilitàalla trattativa, nel momento in cui nessu-

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na richiesta, appunto, di trattativa è giun-ta in termini concreti . Tuttavia, non s ipuò non vedere che il problema politicoè sul tappeto, e lo è da tempo, poiché s iè presentato in occasioni diverse e nontroppo lontane, molto vive anzi nella me-moria storica e politica del paese .

Ed allora, rispetto a questo problemapolitico generale e non rispetto alle deter-minazioni concrete che debbono ancoravenire, non possiamo che riconfermare,per ora e nella sostanza, la stessa posi-zione che assumemmo in occasione del ra-pimento dell'onorevole Moro. Non credia-mo, infatti, che possano esistere - quant omeno non esistono da parte nostra - pre-clusioni di principio rispetto al problemadella trattativa, soprattutto se esse vengo -no avanzate - come accadde allora - inrelazione all 'astratta discriminante della ra-gion di Stato, soprattutto perché, per ren-

dere meno astratto il principio della ra-gion di Stato, per renderlo concreto e dun-que operante per le scelte politiche cheognuno di noi dovrebbe compiere, sarebb e

necessario esprimere un giudizio serio suquesto Stato. Gli avvenimenti tragici (dialtra natura) di queste ultime settimanenel nostro paese forniscono elementi scon-

fortanti di giudizio sulla situazione delleistituzioni statuali .

Il problema, allora, è un altro . Se esi-ste una discriminante nei confronti di unatrattativa, essa riguarda il contenuto spe-cifico di quest'ultima, se cioè la trattativaponga o meno in discussione un ordina-mento giuridico dato; se essa, nel mo-mento in cui la si intraprende, poss aportare ad una rottura, che noi giudiche-remmo estremamente pericolosa e grave,dell'esigenza di difendere le già deboli basisulle quali si fonda e si articola la convi-venza civile e democratica del paese .

In concreto, dunque, rispetto alle mo-dalità ed ai contenuti di un'eventuale trat-tativa, dovremo forse tornare a discuter ee a dividerci nel nostro paese, salvo re-stando il principio che la salvaguardia diuna vita umana, qualunque essa sia, non

è un problema morale e politico di poc opeso .

L'avvenimento del quale discutiamo -e concludo - dimostra l'esattezza di quan-to noi sostenevamo qualche tempo fa : chele iniziative poliziesche e repressive nonavrebbero, cioè, di per sé eliminato il pro-blema del terrorismo nel nostro paese eche illusioni e troppo facili entusiasmi i nquesta direzione sarebbero stati molto pe-ricolosi . Mi sembra che quanto sta avve-nendo in questi giorni lo testimoni in unmodo ancora, purtroppo, assai tragico .

PRESIDENTE. L'onorevole Giorgio Per-rari ha facoltà di dichiarare se sia sod-disfatto per l 'interrogazione Bozzi n. 3-02927, di cui è cofirmatario.

FERRARI GIORGIO . Credo sia estre-mamente difficile ed estremamente dram-matico trovarsi ancora una volta a parlarein quest 'aula, contrapponendo una vitaumana alla salvezza delle istituzioni .

Ritengo che tutti noi, come uomini ,si sia naturalmente portati verso la perso-na umana. Nel contempo, peraltro, cirendiamo perfettamente conto che è im-possibile rinunziare alla difesa delle isti-tuzioni. È la ragione per la quale ci tro-viamo perfettamente concordi con coloroche hanno, prima di me, affermato che ladifesa dello Stato deve avvenire ad oltran-za, specialmente in questi momenti, parti-colarmente difficili, nei quali un precisoattacco nei confronti dello Stato è portatoavanti .

Ci lasciano tuttavia perplessi talune si-tuazioni . Innanzitutto, ci lascia perpless il'atteggiamento tenuto dal Governo in or-dine ad alcune questioni, prima fra tuttequella della difesa dei magistrati . Era no-

to - è stato ricordato - che il mirino erapuntato contro il dottor D'Urso. Il fattoche il magistrato abbia rinunziato volonta-riamente ad essere tutelato non è suffi-ciente a dare una spiegazione . Intendo di-re che il Governo aveva comunque il do -

vere di tutelarlo, poiché non si trattava

soltanto di difendere una vita umana, unfatto privato, bensì anche la istituzione

che il dottor D'Urso rappresenta. L'altro

aspetto che ci lascia perplessi ha attinen-za con quanto detto oggi dal ministro Ro-

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gnoni - e che noi condividiamo - in ordi-ne alla opportunità di tenere un dibattit osui servizi di sicurezza e sugli istituti d ipena. Abbiamo già manifestato in altrasede, la nostra opinione, responsabilmen-te, quando eravamo al Governo, attraver-so un nostro sottosegretario che aveva un adelega per il settore penitenziario.

Abbiamo denunziato quale fosse la si-tuazione del carcere dell'Asinara . Ritenia-mo, infatti, che la situazione del carceredell 'Asinara debba essere modificata, no ncerto per far venir meno le condizion idi sicurezza, ma per ripristinare condizion idi vita umane al suo interno. Questo cre-do sia un elemento essenziale, anche perfar venir meno ogni giustificazione che siriallacci alla situazione lamentata dai bri-gatisti, nei limiti ovviamente di quanto èopportuno recepire .

C'è un ultimo aspetto, quello politico .Né il Governo né i colleghi possono in -fatti evitare di prendere in considerazionedue elementi. Il primo si collega alla con-siderazione che, malgrado i duri colpi in-ferti alle organizzazioni terroristiche, que-ste ogni tanto rispuntano, più vigorose diprima. Anche nel rapimento del magistra-to D'Urso hanno dimostrato di saper im-piegare, al più alto livello, le tecniche uti-lizzate nel sequestro Moro. Se dunque nonsono serviti i numerosi arresti, le confes-sioni dei brigatisti pentiti, c'è da doman-darsi per quale motivo questa organizza-zione terroristica possa sopportare l'am-putazione di suoi rami importanti senz ache la capacità complessiva dell 'organizza-zione stessa venga meno .

Il secondo elemento si collega alla coin-cidenza veramente singolare per la qualeil terrorismo si attiva in maniera virulen-ta proprio quando la vita politica del pae-se è più difficile . C'è indubbiamente undisegno politico dietro l 'attività dei terro-risti, per cui, tanto più complessa e insta-bile è la situazione politica, tanto più s iacuisce il terrorismo. Questi sono dunquegli interrogativi che poniamo: riteniamoche debbano essere esaminati in modo ap-profondito, anche al fine di prevedere irimedi opportuni. Credo che quando di-scuteremo sulle soluzioni proposteci dal

ministro Rognoni non potremo sottovalu-tare il collegamento tra terrorismo edevoluzione della vita politica .

PRESIDENTE . L'onorevole Sullo hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatt oper l'interrogazione Reggiani n. 3-02928, dicui è cofirmatario.

SULLO . Anche a nome dei colleghi delgruppo socialista democratico, dichiarodi essere in parte d'accordo, ed in parteperplesso in merito alle dichiarazioni delministro Rognoni .

La perplessità si riferisce a quel pas-so delle dichiarazioni in cui il ministromanifesta incertezza sul modo di provve-dere alla tutela dei magistrati, ed in ge-nere delle autorità. Credo che non si pos-sa rinunziare alla loro tutela: a comin-ciare dal massimo magistrato della Re-pubblica per finire al più umile dipen-dente dello Stato, il quale abbia un'inve-stitura d'ufficio. Esiste per tutti non soloil diritto, ma anche il dovere di esseretutelati . Non si tratta di un diritto di cu iil tutelato possa disporre liberamente .Anche quando l'interessato chiede di ri-nunciare, quindi, occorre che vi sia un aautorità pubblica che lo difenda, anchecontro la sua volontà, come avviene inogni paese che si rispetti . L'incertezzamanifestata dal ministro Rognoni sui me-todi con cui dovrebbe provvedere alla te-tela dei magistrati mi sembra piuttostoda superare rapidamente.

Per quanto riguarda il caso D'Urso,non riteniamo possa costituire un alib isufficiente l'affermazione secondo cui ilmagistrato aveva rinunziato alla scorta.

Ci troviamo, ha detto il collega Gior-gio Ferrari, di fronte al solito caso dipresunto contrasto tra la ragion di Statoe la ragione umana. È un contrasto piùteorico che pratico . Credo che il magi-strato, quando si trovi in questa condi-zione, debba essere trattato non più sfa-vorevolmente di un qualunque cittadino ;e in questo senso rivendico alla famigliail diritto di utilizzare tutti i mezzi, al pa-ri delle altre famiglie italiane per riotte-

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nere la libertà del congiunto . Abbiamovisto per altri anche interventi di auto-rità religiose; quindi anche in questo ca-so questi mezzi debbono essere messi adisposizione senza preoccupazione dell a« ragione di Stato » .

Sono d 'accordo che non si possa ba-rattare la ragione di Stato per una libe-razione di un singolo, cioè non si pu òfar cedere lo Stato di fronte ad una que-stione particolare, purché sia provato chesi tratti di interessi vari dello Stato, cioèdella collettività ; ma non vorrei che s ifacesse l 'opposto per questioni nelle qual iè noto che lo Stato è dalla parte de ltorto.

Vorrei ricordare, ad esempio, che su lproblema della riforma penitenziaria loStato è completamente carente da tempo .Se giovedì scorso in sede di ufficio dipresidenza della Commissione giustizia i lministro si è dichiarato pronto a ripren-dere il dibattito interrotto nel mese di lu-glio, mi pare che oggi non avremmo asso-lutamente, per quello che è avvenuto, i ldiritto di fermarci, non solo nel discu-tere, ma nell'agire per andare finalment ea fondo per risolvere questo problema .

Per concludere e rimanere nei temp itecnici che mi sono assegnati, perché i ldocumento ispettivo presentato dal miogruppo è soltanto un'interrogazione, vorre iricordare le parole quasi lapidarie che u nex sottosegretario alla giustizia della de-mocrazia cristiana l 'onorevole Speranza hapronunciato nella seduta dell '8 luglio scor-so, quando ha ricordato che rispetto all agestione degli istituti di pena, esiste unavera e propria ragnatela di norme, strut-ture, situazioni sulle quali è quasi impos-sibile intervenire. Un intervento serio inquesto campo esige perciò un radical erinnovamento della struttura statuale cheamministra il settore e che deve esseremessa in grado di operare in modo mo-derno, agile ed autosufficiente, poiché sol ocosì potranno affrontarsi i complessi pro-blemi che la materia pone : si pensi soloall 'edilizia carceraria e alla esigenza d iristrutturazione delle vecchie sedi, per lequali oggi si procede in modo del tuttoirrazionale e con enormi sprechi .

Se questo riconoscimento è stato ma-nifestato da un collega apprezzato della

maggioranza, già membro del Governo,questo episodio non deve farci sostare, maspronare a proseguire. Ritengo che l 'auto-rità dello Stato non debba cedere, ma

che per il nome di una trattativa che

non deve esserci su un certo piano nonsi debba arretrare là dove invece si stavaavanzando concretamente, o almeno si di-ceva di voler avanzare sul piano del pro-gresso civile e democratico (Applausi) .

PRESIDENTE. L'onorevole Mammì hafacoltà di dichiarare se sia soddisfatto perla sua interrogazione n. 3-02929 .

MAMMI. Signor Presidente, signori mi-nistri, colleghi, domenica scorsa nel cor-so di un telegiornale della sera ho ascol-tato, durante un'intervista, le parole del -la moglie e della figlia del magistratoD'Urso e debbo dire di essere rimastomolto colpito dall'angoscia di questa fa -

miglia, dal modo in cui la moglie e la

giovane figlia si esprimevano . Ma credo

che chi è investito di responsabilità pub-bliche debba far forza al proprio senti -mento, debba saper resistere anche al sen-timento dell 'opinione pubblica, se si ma-nifestasse, e chiedersi quali sono le con-seguenze di ciò che si fa e di ciò che

avviene .Credo che sia possibile che parte del-

l'opinione pubblica italiana venga ad es-sere presa da una considerazione : cioèche prima di tutto viene il salvataggio

della vita umana. È questa una espressio-

ne molto facile, forse anche un pochino

retorica .Ci si deve chiedere, come noi ci chie-

demmo nei giorni angosciosi del 1978 ,

qualora la Repubblica venga a trattativacon i terroristi, quali sarebbero le con-seguenze del terrorismo .

Ma davvero si può accettare - me loconsenta l'onorevole Boato - l'impostazio-ne secondo la quale, se noi togliamo al-

cune buone ragioni ai terroristi, il feno-meno del terrorismo scompare ? Ma dav-vero possiamo accettare questa imposta-zione ? È questo il fenomeno del terra

rismo ?

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impostazione !BOATO. Non era così banale, la mia i comune e criminalità politica, della poli-

ticizzazione della criminalità comune, de lfatto che il criminale comune trova unalibi anche rispetto a se stesso se puòparlare di società ingiusta, se può poli-ticizzare le proprie azioni passate e leproprie azioni future. Noi siamo per lecarceri speciali, per dividere i criminalicomuni dai criminali cosiddetti politici .

Si dice che all'Asinara la vita non èumana, come ha affermato qui l'onorevo-le Giorgio Ferrari. Ma io qui ho il co-raggio anticonformista di dire che credoci siano in proposito molte esagerazioni ,e che probabilmente all'Asinara la vitapiù disagevole è vissuta dagli agenti d i

custodia.

MAMMI . Ma potrebbe così essere in-terpretata, onorevole Boato .

Ma davvero un fenomeno così com-plesso, che ha investito non solo la no-stra società, ma anche altre società occi-dentali, può essere considerato ricondu-cibile ad una sorta di individuazione diquelli che possono essere i motivi di ag-gancio dell'azione terroristica ?

Devo dire che il nostro terrorismonon ha le caratteristiche etniche del ter-rorismo nell 'Irlanda del nord o nei paes ibaschi, e certamente ha somigliato di piùal terrorismo tedesco. Si è parlato di« germanizzazione » del nostro paese . Io,per altri motivi, non ritengo che si debbaseguire una certa strada, seguita con mol-ta decisione in Germania ; se dovessimoguardare i metodi seguiti in Germania ,considerando i risultati conseguiti in que lpaese dovremmo rifiutare, proprio per ra-gioni di spirito democratico, perché larepressione non è mai ammissibile, di ac-cettare certe impostazioni, che in Ger-mania pure ad alcuni risultati hanno con-dotto .

La vicenda del giudice D'Urso ha aper-to alcune questioni .

Se per carceri di massima sicurezz asi intendono carceri dove debbano esseredetenuti criminali partecipi di una cri-minalità organizzata, che può più facil-mente evadere, noi siamo per le carceridi massima sicurezza. E quando parliamodi criminalità organizzata parliamo dell amafia e della criminalità moderna . Abbia-mo avuto, d'altro canto, assalti ad alcu-ne carceri non di massima sicurezza, inpassato, e l'evasione di alcuni tra quelliche oggi si chiamano i capi storici delleBrigate rosse .

Se per carceri speciali si intendonocarceri dove vengono detenuti criminalicosiddetti politici, per mantenerli sepa-rati dai criminali comuni, noi siamo pe rle carceri speciali . D'altro canto, in tem-pi passati e in quest'aula abbiamo par-lato fino alla noia - anche i gruppi d isinistra ! - del contagio tra criminalità

PAllAGLIA. Bravo ! Hai ragione !

MAMMI . Ho l'impressione che ci sia-no molte esagerazioni, perché ci sono sta-

te lì visite di colleghi parlamentari, che

poi sono diventati anche sottosegretari

per la giustizia . Io non ho avuto occa-

sione di andare all'Asinara; ma, franca-mente, se avessi riscontrato condizioninon umane, non mi sarei limitato a qual-

che dichiarazione sugli spazi per la pas-seggiata quotidiana o sull'altezza dei mu-ri, come mi è capitato di leggere in pas-

sato .È probabile, ad ogni modo, che vi sia-

no molte cose da rivedere all'Asinara, pe rgli agenti di custodia e per i detenuti .

Onorevole ministro, non lo possiamo far e

in questo momento. Non si tratta di far-si condizionare dai terroristi, si tratta dinon avvalorare il terrorismo come contro-potere rispetto alla Repubblica democra-tica. È questo, infatti, che il terrorismo

cerca: è un pretesto il problema dellecarceri speciali .

Certo, tutto cambia, ha ragione l'ono-revole Boato : non dobbiamo abbandonar-ci ad atti ripetitivi e stanchi . Il terrori-smo del 1980 è diverso dal terrorismo

del 1977. Ma qual è la caratteristica che

lo diversifica di più ? Il maggior isola-

mento. Il terrorismo 1980 è più isolato,non ha con sé quelle aree dell'autonomia ,quelle fasce di solidarietà passiva che

aveva il terrorismo del 1977 . Oggi non

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pone, neppure indirettamente, problemi digoverno della piazza . Possiamo avere qual -che episodio, com'è avvenuto a Roma, m acertamente il terrorismo è più isolato :nel mondo giovanile, nel mondo studente-sco, oggi c 'è una riprovazione molto piùlarga; oggi il terrorista è un isolato . Ma,nel momento in cui riconoscessimo il ter-rorismo come contropotere che può veni-re a trattative con uno Stato, che non ècerto uno Stato forte, in una situazionepolitica di generale scollamento, ricostrui-remo quelle fasce di solidarietà passiva ,perché ricostituiremmo un punto di ri-ferimento. All'Asinara, quindi, vi saràmolto da fare, o lo si faccia in silenzioo lo si faccia tra qualche tempo; ma nonora, perché non si può venire a cedimen-ti nei riguardi del terrorismo .

Qui - concludo - non si tratta di att iripetitivi e stanchi . Onorevole Boato, le ilegge molto più di me probabilmente i nquesta materia ed in altre, ma non c' èopera che riguardi il terrorismo (d aO'Brien a Cooper), che non indichi com eil primo obiettivo del terrorista, anch edel terrorista folle e individuale, sia quel-lo di trattare, di venire a trattativa conla collettività, di farsi riconoscere.

Se questo è il primo obiettivo del ter-rorismo, il terrorismo deve essere battu-to sul terreno politico, impedendogli d iraggiungere questo obiettivo .

È su questa linea che occorre fare ditutto per liberare il giudice D 'Urso. Que-sta è la risposta che dobbiamo dare al-l'angoscia dei familiari di D'Urso e a degli stesso; e questa è la risposta ch edobbiamo dare al nostro sentimento ,quando ci troviamo di fronte al problem adi salvare una vita umana.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svol-gimento delle interpellanze e delle inter-rogazioni sul rapimento del magistratoD'Urso .

Assegnazione di proposte di legge

a Commissioni in sede referente .

PRESIDENTE . A norma del primo com-ma dell'articolo 72 del regolamento, comu -

nico che le seguenti proposte di leggesono deferite alle sottoindicate Commissio-ni permanenti in sede referente :

I Commissione (Affari costituzionali) :

GRIPPO e LEONE : « Proroga al 31 di-.cembre 1985 della norma di cui all 'arti-colo 62, comma terzo, del decreto del Pre-sidente della Repubblica 30 giugno 1972 ,

n . 748, concernente disciplina delle fun-zioni dirigenziali nelle amministrazioni del-lo Stato, anche ad ordinamento auto -nomo » (2144) (con parere della V Com-missione) ;

IV Commissione (Giustizia) :

FIORI PUBLIO ed altri : « Norme concer-nenti la diffusione e la tutela dei pro-dotti fonografici » (2129) (con parere del-

la I, della V, della VI, della VIII e dellaXII Commissione) ;

VI Commissione (Finanze e tesoro) :

PROPOSTA DI LEGGE D 'INIZIATIVA POPO-

LARE : « Eliminazione degli effetti dell'infla-zione sull 'IRPEF » (2158) (con parere del-la I e della V Commissione) ;

X Commissione (Trasporti) :

DEL DONNO e BAGNINO : « Norme per l apromozione al grado di sovrintendente delpersonale ferroviario con il grado di " su-periore " o con qualifiche equiparate »(2149) (con parere della I e della V Conimissione) ;

XIV Commissione (Sanità) :

FERRARI MARTE ed altri: « Istituzionedella professione di optometrista » (2102)

(con parere della I, della IV, della V, del -la VIII e della XII Commissione) .

Trasmissione

dalla Corte dei conti.

PRESIDENTE. Comunico alla Camerache il presidente della Corte dei conti h atrasmesso l'elenco delle registrazioni effet-

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tuate con riserva nella seconda quindicinadel mese di novambre 1980 (doc. VI, n. 2) .

Il documento sarà stampato e distri-buito .

Seguito della discussione del conto con-

suntivo delle spese interne della Ca-

mera dei deputati per l'anno finan-

ziarlo dal 1° gennaio al 31 dicembre

1978 (doc. VIII, n. 1); e del progetto

di bilancio delle spese interne della Ca-

mera dei deputati per l'anno finanzia-

rio dal 1° gennaio al 31 dicembre 1980

(doc. VIII, n. 2) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recail seguito della discussione del conto con-suntivo delle spese interne della Camer adei deputati per l'anno finanziario dal l °gennaio al 31 dicembre 1978 e del progett odi bilancio delle spese interne della Ca-mera dei deputati per l'anno finanziari odal 1° gennaio al 31 dicembre 1980 .

È iscritto a parlare l 'onorevole Crive] -lini . Ne ha facoltà .

CRIVELLINI . Signor Presidente, signor iquestori, colleghi, mi soffermerò brevemen-te su un solo punto, anche se diverse sa-rebbero le considerazioni necessarie, ch ecomunque altri colleghi già precedente-mente hanno svolto su problemi che ri-guardano il generale funzionamento dellaCamera: i decreti-legge, le « leggine », l adifferenza, in sostanza, tra governare, equindi guidare e decidere, e consumare laamministrazione quotidiana .

Credo che questo sia uno dei problem icentrali del funzionamento della Cameraed evidentemente del Governo, per le in-terazioni che questo comporta . Mi soffer-merò, invece, su un punto, che riguard al 'informazione e la conoscenza che, comeparlamentari, abbiamo di fronte .

Credo che l 'informazione e la conoscen-za siano momenti necessari per il process odecisionale. E, poiché siamo chiamati quo-tidianamente ad adottare decisioni, se que-sti due momenti, quello della conoscenza

e quello dell'informazione, presentano al-cune anomalie, è chiaro che anche il pro -cesso decisionale viene meno .

Come gruppo radicale, spesso ci siamotrovati in circostanze elettorali, in campa-gne elettorali o referendarie, a dire che altavolo del gioco erano seduti i bari ; equesta valutazione non era basata sul giu-dizio che davamo sui programmi o sull escelte politiche generali di altri gruppi odi altri schieramenti, ma era basata sull aconstatazione che altri gruppi politici chie-devano di essere giudicati dall'elettoratoin condizioni diverse, migliori, privilegiate ,rispetto a gruppi come democrazia prole-taria, il PDUP o altri, cui veniva negatouno spazio di informazione pari a quellodi cui godevano altri -gruppi numericamen-te più consistenti .

Devo dire che poi questi spazi di in-formazione se li concedevano loro stess i

con le buone o con le cattive, con deci-sioni che veramente dovrebbero definirsicolpi di mano della maggioranza .

Conoscenza ed informazione sono, a mioavviso, conditio sine qua non per potersvolgere correttamente il compito di de-putato, con dignità e serietà, prescinden-do dalle cravatte o dalle giacche che cia-scuno di noi può portare e che a voltesi rifiuta di portare. Dico questo perchéritengo che, nella situazione attuale, que-sto problema sia abbastanza grave. Inmolte circostanze non si hanno le infor-mazioni necessarie, in altre una notevolemole di informazioni, ma non si hannogli strumenti e le possibilità di gestirl econfrontarle ed utilizzarle .

Ritengo che meriti di essere posto inrilievo un fenomeno. Esso riguarda nonsoltanto e non solo la Camera dei depu-tati per alcuni aspetti, ma in generale unaserie di enti, organizzazioni ed ammini-strazioni di questo paese . Quando in Ita-lia un organismo, un ente o un 'organizza-zione si considera esistente ? Quando que-sto ente, organismo o amministrazionefunziona ed è in grado di assolvere a ipropri compiti, o quando può assumerepersonale, possibilmente che non servaalle funzioni da svolgere (le assunzionivengono ottimizzate rispetto ad altri pa-

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rametri), quando i membri del consigliodi amministrazione, o dell'ente in gene-rale, possono circolare gratuitamente co nautomezzi pagati dai cittadini e posson omagari far installare qualche vetro anti-proiettile ?

Ritengo che un ente dovrebbe riteners iesistente solo nel momento in cui riesc ead assolvere alle sue funzioni; oggi, inve-ce, in generale, in Italia non è così ed èin questo senso che per alcuni aspetti ,non evidentemente per tutti, ritengo ch enon esistiamo, cioè non riusciamo ad as-solvere ad alcune nostre funzioni, ch epure sono fondamentali . Certo, tradurr equesta situazione in termini quantitativicausa chiaramente delle approssimazioni ,ma basta considerare il dato del servizi ostudi della Camera dei deputati, che do-vrebbe essere uno dei servizi maggior idi questa amministrazione per il numerodei problemi e per il grado di approfon-dimento richiesti, che può contare su novefunzionari, peraltro molto bravi e prepa-rati. Ebbene, ripeto, mentre il serviziostudi può contare su nove funzionari visono trenta autisti . Mi sembra che questodato, pur nella semplicità ed approssima-zione per cui è bene considerarlo, dicia-mo, con le pinze, sia emblematica dell'at-tuale situazione. Il problema, cioè, è come

si riesce a svolgere il potere, anzi il dove -re, direi quasi, di ispezione e di controll onel momento in cui come deputati, a pre-scindere dall 'appartenenza a questo o aquell'altro gruppo, ci troviamo nell'impos-sibilità o nell 'estrema difficoltà di gestirele informazioni che abbiamo e nel richie-dere quelle che invece ci mancano .

Dico questo anche perché devo direche, essendo membro della Commissionebilancio, questo problema è evidentementeamplificato, probabilmente rispetto ad al -tre situazioni. Anche qui la traduzione incifre è difficile e comunque è limitativa ,ma credo che, per esempio, il bilancioconsuntivo dello Stato, che i membri dell aCommissione bilancio sono chiamati a di-scutere ed approvare, è riportato in unvolume alto più di 50 centimetri e pe-sante alcuni chilogrammi, e contiene evi-dentemente una quantità elevatissima di

informazioni ; il bilancio di previsione del-lo Stato, che è forse il documento poli-tico maggiore, insieme alla legge finan-ziaria, perché lì viene disegnata la vita delpaese per un anno, ecco, è ugualmentericchissimo di informazioni, è un docu-mento enorme; e un deputato, e devodire anche un gruppo parlamentare, perquanto numeroso, è nella pratica impossi-bilità, con gli strumenti di cui disponiamoalla Camera, di esaminare in maniera co-scienziosa e dignitosa questi documenti ,di correlare tra loro le informazioni con-tenute e successivamente di votare, diadottare quindi una decisione con co-scienza su documenti che ritengo fonda-mentali .

Questo credo - e va detto chiaramen-te - che non sia un fatto che nasca acaso, perché, ripeto, la tendenza in tutti

questi anni - e purtroppo non mi pareper ora di vedere alcun cambiamento didirezione - è quella di finanziare, di isti-tuire dei servizi che, tutto sommato, non ser-vono molto o comunque servono ma rela-tivamente - sicuramente non servono a lmomento decisionale - e poi invece nega-re - direi quasi, a questo punto, impedire ,perché se questo processo dura anni evi-dentemente si tratta di una volontà, nonso se sia cosciente o meno - comunquenei fatti la possibilità di conoscere e quin-di di deliberare con coscienza, Quando ,ripeto, la Camera dispone che al servizi ostudi vi sono nove funzionari ; il diparti-mento economico-finanziario è formato d atre funzionari, peraltro, ripeto, tutti bra-vissimi, come ho avuto modo di constata-re - nell'ambito del dipartimento eco-nomico-finanziario ci sia una sola personache si occupi in maniera specifica del bi-lancio di previsione, del bilancio consun-tivo, della legge finanziaria, di questi do-cumenti che, ripeto, fisicamente superanoinsieme il metro di altezza - non ho cal-colato i chilogrammi, potrei calcolare i lvolume - e che richiedono una quantitàdi informazione mastodontica (la necessitàdi correlazione all'interno di questi dat iè obbligatoria ; non si sfugge da questofatto), quando, ripeto, la Camera dei de-putati della Repubblica italiana mette a

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disposizione un funzionario per tutt i

i deputati o per i deputati della Commis-sione bilancio, almeno - ma debbo direanche per gli altri deputati, non si capi-sce perché solo per quelli - un funziona-rio, ripeto, che fa dei lavori pregevoli e dè estremamente preparato, ma che ha solo

ventiquattro ore al giorno ; credo che cisi trovi di fronte ad un dato che nessun anormativa sul personale della Camera pos-sa modificare. Ecco, in presenza di unsolo funzionario addetto all'esame di que-sti documenti, credo che si possa tranquil-lamente dire che non possiamo prendere

delle decisioni che siano serie, qualsias isia la matrice politica e gli intendiment idi ciascuno di noi, se non organizzandoc ifuori di questo Parlamento, anzi, devo direa questo punto : contro l'organizzazione d i

questo Parlamento .

E questo vale non solo per il servizi o

studi, ma anche per la struttura - ripe-to - della Commissione bilancio, che fors eè quella più martellata dal numero di in-formazioni e quindi si trova nella neces-sità di darsi una più puntuale organizza-zione .

Questo problema, che io sollevo in oc-casione dell'esame di questi documenti fon-damentali dello Stato, che però periodica -mente ci troviamo di fronte, e non ogn i25 anni, ma ogni anno, riguarda non solola Commissione bilancio, ma, anche se in

maniera non così spinta, un po' tutte leCommissioni: il problema di conoscenz aed esame dei dati deve essere risolto, peril settore dell'informazione . dell'elaborazio-

ne dei dati e per la possibilità di gestire

queste informazioni .

L'unico supporto che mi sembra ci si aalla Camera per la gestione delle informa-

zioni, a parte l'iter legislativo, è quello cheè nato nel 1492 (se non ricordo male) ,cioè la scrittura . Una volta l'informazionesi tramandava per via orale, ma fortunata-mente Ia Camera ha abbandonato o no nha mai adottato, questo strumento, ancheperché tradurre per via orale il bilanciocredo che sia molto difficile . Quindi, l'uni-co strumento che abbiamo a disposizioneè la scrittura, pregevole peraltro, ma insuf-

ficiente quando la mole di informazioniraggiunge questi livelli .

Potrei dare una interpretazione politic adi questo fatto e dire che fa comodo chei deputati singoli non siano in grado d iesprimere coscientemente delle valutazion i

e, quindi, siano costretti a rifarsi alle in-dicazioni dei propri gruppi parlamentario, magari, a organizzazioni esterne di va-ria natura.

Ho provato ad assumere informazionisu altri parlamenti o strutture similaried ho concluso che il nostro Parlamento ,mentre esteticamente assomiglia a parla-menti o congressi di altri paesi (nei qua -li il problema della informazione e quin-di della capacità decisionale se non è ri-solto è avviato a soluzione o comunqueè presente come problema), dal punto divista sostanziale è pericolosamente vicin oa quei parlamenti o a quelle strutturedei paesi dove di solito votano tutti al -l'unanimità (si vedono queste immaginitalvolta in TV o in fotografia: una selvadi mani alzate tutte insieme) e dove ilrisultato della votazione si sa già prima.

Infatti, quando non si ha la capacitàdi ponderare la propria decisione, di suf-fragarla con l'informazione, la conoscen-za e l'analisi dei dati, credo che alzarela mano spesso sia un fatto automatico ,di simpatia magari verso un gruppo oun deputato che propone certe cose, mache non possa essere, a prescindere dallavolontà dei singoli, una decisione co-sciente .

Porterò in proposito l 'esempio di unodei documenti che ho potuto leggere,quello della fondazione Olivetti, anche sece ne è uno della Camera dei deputat iche riassume e spiega gli stessi meccani-smi, sul Congresso americano: citerò solopochissimi dati perché non voglio pren-dere molto tempo ancora . Il Congressoamericano ha un ufficio per il controll odel bilancio dello Stato che ha 5 .167 di -pendenti .

Ripeto il dato che ho citato prima :la Camera dei deputati ha, che si occupi -no del bilancio, soltanto un funzionariodel Servizio studi e due funzionari dell a

Commissione bilancio . A fronte di que-

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sta situazione, vi è quella del Congress oamericano. D'accordo che gli american ifanno sempre le cose in grande, ma l alegge sul bilancio dello Stato non è certocosa di poco rilievo e si capisce quindil'utilizzazione a questo fine di ben 5 .167dipendenti del Generai Accouting Office,fondato non due mesi o due anni fa, m anel 1921 .

Andando ad analizzare il processo d ievoluzione del ruolo del Congresso e deisuoi rapporti con l'esecutivo degli Stat iUniti, si vede che vi è stato un anda-mento pendolare : periodicamente, o l'ese-cutivo ha avuto il sopravvento, imponen-do una serie di procedure al Congressoe togliendogliene altre; oppure, viceversa,si è rafforzato il Congresso. È questo fe-nomeno pendolare, che, ad esempio, al-l'epoca di Nixon, ha determinato inizial-mente l'accentramento di una serie di po-teri nella presidenza e poi - ma c 'è vo-luto il Watergate - la riappropriazioneda parte del Congresso di molti di que ipoteri. Ma tutto questo è possibile grazi eal supporto offerto da strumenti del tip odi quelli che ho ricordato prima, conriferimento al bilancio, anche se strumen-ti del genere si trovano in altri settori .

Senza entrare nei particolari, si puòdire in generale che lo strumento attra-verso il quale il Congresso americano haspostato in suo favore il rapporto co nl 'esecutivo è lo strumento dell'informa-zione e della migliore organizzazione deisistemi di acquisizione dell'informazione .

In conclusione, posso dire che lo sco-po del mio intervento è in sostanza quel-lo di denunciare - se così si può dire- la carenza di strumenti di acquisizio-ne e di gestione dell'informazione alla Ca-mera dei deputati; e, di conseguenza, laimpossibilità materiale, nella stragrandemaggioranza dei casi, di poter esprimere(a prescindere dalla volontà e dal volumedi lavoro che ciascuno di noi può pro-durre) decisioni veramente coscienti .

Chiedo quindi ai questori e ai colle-ghi tutti di voler riflettere sulla possibi-lità di invertire la tendenza secondo cuisi ingigantiscono (in termini di costi edi persone) servizi che, tutto sommato,

sono apprezzabili ma non determinanti ,per procedere invece ad un miglioramen-to di servizi che sono tuttora carenti mache invece sono alla base di una verapossibilità decisionale in questo Parla-mento .

A questo fine, ho presentato, insiemead altri colleghi, alcuni ordini del giorno,sui quali spero si appunti l 'attenzione deiquestori e di tutti i colleghi sensibili aquesti problemi (Applausi dei deputati delgruppo radicale) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare loonorevole Pazzaglia . Ne ha facoltà .

PAllAGLIA. Signor Presidente, onore-voli colleghi, parlerò brevemente, e utiliz-zerò il mio intervento in questo dibattitosul bilancio interno della Camera per par-lare delle istituzioni, che sono, specie nelmomento attuale, all 'attenzione dell'opinio-ne pubblica e dell'opinione parlamentarepiù di quanto non lo siano i problemiveri e propri del Parlamento .

In passato, nella relazione al bilanciointerno della Camera erano contenute sol-tanto considerazioni relative all 'ordinariagestione del bilancio, tanto è vero che ilbilancio non si discuteva, ma si appro-vava. Con l'emergere dei vari problemi, s iè progressivamente cominciato a parlaredelle condizioni di lavoro dei parlamen-tari, sia nella relazione al bilancio inter-no sia negli interventi dei colleghi; si ètrattato dapprima dell'organizzazione del -la Camera e successivamente della cris idel funzionamento di essa e di quello delParlamento in generale; a partire dall 'ul-tima discussione sul bilancio interno siè affrontata più in generale la crisi delleistituzioni .

Nessuno può negarci quanto è prova-to dai nostri discorsi in quest'aula e fuo-ri di qui : all'ampliamento del dibattitoabbiamo, a dir poco, contribuito, noi, de-putati del Movimento sociale italiano-de-stra nazionale, ponendo i problemi moltospesso in anticipo rispetto agli altri . Men-tre oggi molti si fermano sui piccoli egrandi problemi di questa Camera (tuttiimportanti, per l 'amor del cielo !), noi

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continuiamo a richiamare l 'attenzione del -l'Assemblea soltanto su quegli argomentiche oggi presentano maggiore attualità :la crisi morale e quella delle istituzioni .Ho diviso in due concetti i temi di og-gi, per accettare una distinzione operat ada altri, a nostro parere non valida .

Se distraessimo la nostra attenzioneverso altre materie, correremmo il rischiodi non comprendere qual è la radice de imali che travagliano il paese, poiché lecrisi settoriali sono a valle rispetto a quel -le generali; le disfunzioni di taluni ufficisono questioni particolari rispetto a quel-le, di ordine generale, che dobbiamo af-frontare per giungere ad una valida so-luzione .

La questione morale - che non sichiuderà certo con il verdetto del giurìd'onore del Senato che tutti attendiamodi conoscere, né con le proposte formu-late nel vertice dei partiti di Governo -è esplosa per le iniziative di questa de-stra ed aggiungiamo che rimarrà in vitaper nuove iniziative che potranno essereassunte nel prossimo futuro . È difficilescoprire le verità ed i complicatissimimeccanismi, la rete di ricatti e protezio-ni, attraverso cui procedono la specula-zione, la corruzione e l'affarismo ! Valga-no per tutti i casi dei petroli, del dotto rFreato, in cui sono balzate all'attenzionedi tutti cose impensabili ed è venuta inevidenza la rete di silenzio, se non diprotezione, di organi ed istituzioni inso-spettabili, senza cui lo scandalo dei pe-troli sarebbe esploso almeno da due anni !

Nel rivendicare tutto il merito di que-sta nostra iniziativa, aggiungiamo che ilcoperchio della pentola poteva essere sol-levato soltanto da chi, come noi, non hapartecipato e non partecipa alla gestio-ne del potere e si colloca cioè, per pro-pria libera scelta e vocazione, all'opposi-zione della partitocrazia, che produc eclientela vivendo di essa. Ecco perché laquestione morale è innanzitutto istituzio-nale : essa si risolverà, se si risolverà, laquestione istituzionale, avviando cioè unprocesso di soluzione della crisi del si-stema che è, sì, crisi di uomini, ma è an-che e soprattutto crisi di strutture, fun-

zioni, istituti e responsabilità. È, cioè,una crisi delle istituzioni !

L 'anno scorso ne abbiamo parlato epotrei citare (ma non ho il cattivo gustodi farlo) il mio intervento di allora . A di-mostrazione dell'attenzione posta a que-sto problema, mi riferirò ad una partedell'intervento che nella stessa data fusvolto alla Camera - il 9 ottobre 1979 -dall 'onorevole Spagnoli . Fu un discorso innetta contrapposizione con quello del Mo-vimento sociale italiano, ma nel quale sifanno affermazioni di grande rilievo : « Quiè tutto uno sfascio, non sta in piedi nul-la, raccattiamo inadempienze, immobili-smo, disgregazione, ingovernabilità, emar-ginazione, corruzioni, situazioni allucinan-ti ». C'è tutto da rifare - ed è questa l acontraddizione profonda dell'intervento -,ma nulla si deve toccare dell'attuale siste-ma istituzionale, tutto si risolve chiaman-do le masse a governare, chiamando ilpartito comunista (secondo la sostanzadella sua tesi) al governo della cosa pubblica.

Voglio citare un'altra testimonianza ,quella del giornalista Alberto Cavallari, i lquale sul Corriere della sera di quest 'an-no, quando i problemi della crisi delloStato diventano più acuti, dice che : « Sen-za una grande riforma dello Stato, tra-volto dalle crisi interpotere, dissolto dauna diffusione di potere che ha polveriz-zato tutto, travolto alla partitocrazia edal pansindacalismo, continuano a co-mandare in Italia le mille mani, i milleenti, le mille corporazioni, i mille manda-rini che nelle polverizzazioni spingon oavanti l'arbitrio, l'anarchia ed il cini-smo. Parlare del ruolo delle masse, fin-gere di credere che qualche ritocco aipoteri del primo ministro risolva tutto,significa ignorare il problema più grande ,ma chi ha oggi il coraggio di affrontarela riforma dello Stato che chiama in cau-sa le responsabilità dei partiti e dei sin-dacati, del Parlamento, dell'amministrazio-ne, cioè delle tre forze che riassumonotutti i cittadini ? Eppure la crisi vien eda qui e, senza perderci in disquisizionisul tipo di Stato che si vuole, etico onon etico, cattolico, socialista o liberale,occorre ritrovare un minimo di conside-

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razione nel diritto che consenta la vit acivile. Ciò che stiamo ascoltando è un acrisi della Repubblica che Calamandreiaveva previsto, che Maranini aveva de-nunziato, che richiede una serie di urgen-ti operazioni : non si tradisce la Repub-blica riformandola, la si tradisce tenen-dola così come è » .

Chiudo la citazione di Cavallari e mifermo su: « Mille mani, mille corporazioni ,mille mandarini che nelle polverizzazion ispingono avanti l'arbitrio, l'anarchia ed ilcinismo » . Pertanto, qualunque cosa si fac-cia, per migliorare la condizione del par-lamentare, lo svolgimento dei nostri lavo-ri, i rapporti tra Camera e Governo, l estrutture ed il funzionamento degli uffici ,si ottiene soltanto il risultato di ridurregli effetti della crisi generale sulla vitadel Parlamento, e della Camera in parti -colare, su quel momento delle istituzioniche il Parlamento stesso rappresenta .

È stato detto ieri - a mio avviso giu-stamente - che la crisi delle istituzioni èla conseguenza della crisi del partito po-litico e del sindacato . Partito politico esindacato hanno perduto la capacità di in-terpretare i bisogni e le istanze della gen-te, hanno cioè perduto il raccordo con la

società italiana. È giusto ciò che si dice .Nel frattempo si continua però a dar eall'uno e all'altro compiti e capacità di

decisione che non corrispondono certamen-te all'interpretazione dei bisogni e delleistanze della gente . Vi è un distacco, del

quale tutti dobbiamo prendere atto, trapaese reale e paese ufficiale, che non sicolma facilmente neppure con quello stru-mento tendente a verificare la rispondenz adelle decisioni del paese legale, tramite l a

consultazione del paese reale, il referen-dum, che ha soltanto funzioni abrogativee non riesce a tradurre in soluzioni posi-tive la volontà del popolo che si pronun-zia contro il mantenimento di una leggevotata dal Parlamento .

La crisi del partito si riflette anchenelle Camere, perché queste si sono svi-luppate come istituti partitocratici, con unloro equilibrio inaccettabile, ma pur sem-pre un equilibrio, rotto il quale le Came-re mostrano disfunzioni non a differenza

degli altri istituti ; infatti, non soltanto leCamere ma le istituzioni in generale sono

fondate sulla partitocrazia .

Non si può, quindi, risolvere il proble-ma enorme della crisi delle istituzioni coninterventi anche utili che modifichino i lruolo dei partiti nel Parlamento, né ci s i

può illudere di poter rivalutare tale ruolocon interventi pubblici, cioè di poter tira rfuori dalla crisi il « partito » ; si tirerannofuori da soli i partiti che ne avranno laforza, ma non tutti . Ciò non avverrà quin-di sulla base delle proposte del Governo ,

peraltro ancora in preparazione, per lamoralizzazione della vita pubblica : la stal-la, oltretutto, viene chiusa quando i buoi

sono già scappati !

Ne è esempio la vicenda della Com-missione per i procedimenti d 'accusa . Noi

del Movimento sociale italiano abbiamoproposto, da circa otto anni, l'abolizionedelle speciali guarentigie per i ministri .

La Commissione non sarebbe più esistita

se fosse stata approvata la nostra propo-sta, in quanto la stessa Commissione -

come tutti sappiamo - è uno strumentooperativo per realizzare queste guarentigie .

Si è voluto, al contrario, mantenere

il privilego, rifiutando di prendere in con-siderazione il progetto di abrogazione del-

l'articolo 96 della Costituzione; la Com-

missione è stata trasformata da Com-missione deliberante in referente . Certa-mente è un passo avanti, che si è però

dimostrato del tutto insufficiente. Oggi,

da più parti, si chiede l'abolizione della

Commissione inquirente: più esattamentedovremmo dire che da più parti si chie-de l'abolizione delle guarentigie per i

ministri. È intollerabile, per tutti, sol -

tanto oggi ! Ma nel frattempo chi chiedel'abrogazione di quelle guarentigie si com-porta, in molti casi, con la mentalità ti-pica del fautore interessato al privilegio.Si opera, quindi, senza capacità di influi-re positivamente sulla situazione, poiché

la giustizia politica ha prodotto tantiguasti che rimediarvi è quasi del tuttoimpossibile .

Come si esce, onorevoli colleghi, daquesta situazione ? Indicherò alcune tes i

che possono essere non dico accettate

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ma discusse. Come si esce da questa cris imorale e da questa crisi delle istituzio-ni ? La ricetta delle sinistre è squisita -mente partitica: con una diversa mag-gioranza le cose cambiano, e senza rifor-me costituzionali, quasi che la crisi mo-rale e la crisi istituzionale fossero unfatto o un fenomeno che investe soltantola maggioranza attuale e non invece tut-te le forze che hanno responsabilità nel-la costituzione del sistema e nella suagestione .

Da altre parti si propongono soluzio-ni non incisive, ritocchi, magari leggi elet-torali (guarda caso, il maggiore fautoreè stato il senatore Bisaglia nei mesi scor-si), che servano a rendere maggioranzaquello che non lo è, contrabbandandoquesto obiettivo con quello della maggio-re governabilità e tacendo che le risseall ' interno di uno o due partiti della mag-gioranza sono più violente di quelle frai partiti che compongono la maggioranzastessa. Con ciò, l'obiettivo della maggio-re governabilità verrebbe sempre mess oin discussione dalle risse interne a quest ipartiti .

Noi, invece, proponiamo una soluzio-ne radicale. Con terrorismo politico qual-cuno colloca le soluzioni di rinnovamen-to sul terreno dell'eversione . Niente dipiù falso, poiché un rinnovamento pro-fondo (non ne parliamo solo noi : ho ci-tato volutamente quell'articolo di Caval-lari sul Corriere della sera, il quotidianodi informazione più diffuso in Italia) puòconsentire di realizzare le libertà garan-tite dalla Costituzione attuale e di affer-mare e realizzarne altre . L'importante èche si sia convinti e ci si batta pertenere fermi alcuni princìpi : il pluralismopolitico e sociale, le libertà, la ripartizio-ne dei poteri tra i vari organi, il lorocarattere elettivo a scrutinio segreto e uni-versale. Ma, sul modo di strutturare l oStato e sul modo di gestire i vari orga-ni, sui poteri, ad esempio, del Capo del-lo Stato e sulla derivazione di essi dalpopolo, non può non essere aperta la ri-cerca di soluzioni .

Credo che si debba prendere atto diquesta esigenza di riforme e di innova-

zione, che è sempre più diffusa nel pae-se. Soltanto collocandosi in quest 'ottica èpossibile, a nostro avviso, andare avanti ;

altrimenti, la crisi si aggraverà - nondico che rischi di aggravarsi, dico chesi aggraverà -, anche perché a gestirlasaranno, nella maggior parte dei casi, glistessi uomini che l'hanno determinata, chenon vogliono cambiare niente e control ' interesse dei quali è difficilissimo opera-re. Lo abbiamo visto in questi ultimimesi .

Nel rivendicare questa priorità di pro-posta di riforma (che, evidentemente, èdiscutibile, e noi non la presentiamo cer-tamente come non suscettibile di modifi-che), noi riaffermiamo la speranza di tro-vare qui nel prossimo futuro una mag-giore attenzione per essa (Applausi adestra) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l oonorevole Battaglia. Ne ha facoltà .

BATTAGLIA. Signor Presidente, onore-voli colleghi, signori questori, sono perfet-tamente conscio che la malizia dei temp ici costringe ad un dibattito su questi pro-blemi in un momento in cui essi non ap-paiono i problemi maggiori della nostravita politica . Sono anche conscio che ilmio intervento abbasserà, in un certo sen-so, il tono della discussione, così alto nel -la discussione di ieri e anche nell'ultimointervento dell 'onorevole Pazzaglia : essoinvestirà pressoché esclusivamente, infatti ,come quello di ieri dell'onorevole Minervi-ni, problemi relativi alla funzionalità edalla efficacia dell'intervento del Parlamen-to; problemi che sono peraltro una par-te importante della funzionalità general edelle istituzioni .

Da questo punto di vista, devo diresubito che la relazione dei colleghi questo-ri mi è sembrata ampia, per molti vers iesauriente, eccellente da molti punti divista; ma non mi è sembrato che i pro-blemi di funzionalità del Parlamento v iabbiamo trovato ampio spazio . E proprioperché so bene che questi stessi problem ihanno trovato ampio spazio, e trattazione

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ad alto livello, nella relazione che gli stes-si colleghi questori hanno presentato inrelazione al bilancio del 1979, proprio pe rquesto, i colleghi questori mi permetteran-no di esprimere, senza alcun intento po-lemico - che sarebbe veramente fuori luo-go -, un minimo di delusione per nonaver visto approfondite tali questioni nell a

relazione di quest'anno, dopo l'ampio di -battito politico e dottrinario che si è svi-luppato sulla stampa e nella dottrina dopola presentazione del bilancio del 1979 . Sidice, certo, che i problemi dell'efficacia, equindi dell 'efficienza, dell 'intervento parla-mentare, si legano in buona parte a quel-li della riforma del regolamento . Ma, men-tre non ho l ' impressione che la riformadel regolamento sia avviata su binari suf-ficientemente coraggiosi per consentire unaampia intesa - che è poi la condizione perper operare la riforma del regolamento - -tra gruppi maggiori e gruppi minori, peraltro verso mi sembra che l 'efficacia dellavoro e dell ' intervento parlamentare di-penda largamente da concezioni e strumen-ti di cui, appunto, ho visto solo deboletraccia nella relazione dei colleghi que-stori .

Parto naturalmente dal problema nu-mero uno, sottolineato dal Presidente del-la Camera in una recente intervista . Quan-do il Presidente della Camera dice che« l 'attuale sistema si traduce in un graverallentamento del processo legislativo » eche « talvolta accade che una legge entriin vigore quando è già vecchia rispettoai problemi che l 'hanno ispirata », non faaltro che sottolineare il dato politico eculturale che bisogna anzitutto acquisire ,e cioè che il tempo dell 'intervento legisla-tivo è decisivo rispetto alla funzione delParlamento . Questo concetto è ormai affer-mato da una serie di colleghi. Ho vistoche la relazione dell 'onorevole Vernola alrecente convegno della democrazia cristia-na lo esprime pienamente ; l'onorevole Bas-setti ci si era soffermato, ed il professorManzella, antico funzionario di questa Ca-mera, ne ha fatto il centro dei suoi in-terventi . Mi ci sono soffermato anch'io, insettembre, nel corso del dibattito sui de-creti .

Il tempo dell ' intervento legislativo ri-chiama anzitutto, in termini concreti, ilproblema della programmazione del lavor olegislativo. Ed allora, che programmazio-ne ? Chi deve programmare, onorevolePresidente ? Mi pare che l 'onorevole Ver-nola abbia chiarito bene la questione, os-servando che va rivisto il ruolo della mag-gioranza e del Governo in ordine alla pro-grammazione, rendendoci conto che la pro-grammazione non può intendersi come af-fare del solo Parlamento, perché in man-canza di una linea programmatica gover-nativa la programmazione parlamentarepuò svolgere fino ad un certo punto unafunzione supplente, ma poi fatalmente pre-cipita nello stesso vuoto eventualmente la-sciato dal Governo. Anche nella situazio-ne attuale del regolamento, ho l ' impres-sione che esista la possibilità di una ri-chiesta di uno stimolo al Governo a for-nire alla Conferenza dei capigruppo e, i ngenerale, alla Camera, un suo ordine d ipriorità; un suo quadro di problemi sucui vuole che il Parlamento si soffermi .Naturalmente con la riforma possono es-sere trovati strumenti più cogenti e pi ùstimolanti; si può benissimo pensare, allimite, che una norma regolamentare af-fermi che uno spazio del tempo delle di-scussioni in aula sia lasciato al Governo ,come scelta dell'oggetto su cui la Cameraè chiamata a discutere.

Tuttavia ho l'impressione che nell'attua-de situazione del regolamento, senza al-cuna norma ulteriore, uno spazio di ini-ziativa da parte della Conferenza dei ca-pigruppo esista nei confronti del Governo,per indurlo a fornire un programma, unasorta di calendario generico, capace didefinire il tipo di intervento che il Go-verno chiede al Parlamento di operare inordine al programma che si è visto con -fermare dal Parlamento medesimo con ilvoto di fiducia.

Questo è il punto su cui bisogna ri-flettere, al di là della, convenienza dei' sin-goli gruppi (lo dico al collega De Catal-do che è così cortese da ascoltarmi) : ilil rapporto fiduciario Governo-Parlamentosi basa infatti sul programma che il Go-verno espone all'atto della sua presenta-

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zione alle Camere e sul quale riceve o nola fiducia .

Il rapporto fiduciario Governo-Parla-mento, ripeto, si incentra su un puntopreciso: il programma. Ma nell'attuale lo-gica del regolamento, è nella prassi dellenostre Camere, in realtà, tutto si ferma ,o si può fermare; qui il Governo, in uncerto senso, non ha alcun diritto di ri-chiamarsi al nodo del programma su cu iha stretto il rapporto fiduciario col Par-lamentò. $ un convitato di pietra, com ealtri ha detto. Non ha più diritto di in-tervenire (né ha alcun strumento per far -lo) nella predisposizione del programmadelle Camere : per assicurare, cioè, la rea-lizzazione del programma in virtù delquale esso esiste . È una condizione pale-semente assurda ! Sulla base della logicaattuale, il Governo potrebbe ottenere lafiducia su un programma ed il Parlamen-to, teoricamente, potrebbe produrre unalegislazione del tutto diversa e al limit econtraria (nella scelta delle materie og-getto di legislazione) a quella che ha ipo-

tizzato concedendo la fiducia al Governo .Ripeto, questo è assurdo .

Quel che vado dicendo significa forseche il Governo deve « sequestrare » l ascelta delle materie sulle quali il Parla-mento legifera ? Non si tratta di questo ,con tutta evidenza . È, però, altrettantoevidente che occorre trovare un punto diequilibrio tra le esigenze del Parlamento,

le decisioni della Conferenza dei capigrup-po e, d 'altra parte, il diritto di esisteredel Governo, che è il diritto di veder rea-lizzato il programma sul quale si è pre-

sentato al Parlamento ed ha ottenuto unvoto di fiducia .

D 'altronde se l 'opposizione al Governo- in particolare, l 'opposizione dei gruppi

più piccoli, dimensionalmente - non ècritica e tentativo di modifica del pro-gramma governativo, nella sua fase d i

realizzazione, ma diviene tentativo di im-pedire che il Governo attui il suo pro-gramma, si è di fronte allo stravolgimen-to di ogni corretta logica parlamentare .Saremmo, ove questo fosse, alle soglie diuna attività di blocco del sistema Gover-

no-Parlamento, cioè di un aspetto fonda-mentale del sistema istituzionale e politi-co, e, dunque, saremmo alle soglie di untentativo non di opposizione ma di stra-volgimento del sistema, al limite eversivo .

Dunque, anche in presenza dell'attua-le regolamento, sembra a me che la di-rettiva della programmazione dei lavoridebba essere seguita con estrema decisio-ne: anche se spero, in materia, di sfon-

dare ormai una porta aperta .Il discorso che ho appena fatto sem-

bra a me chiamarne altri due. Ignoro,se si possa immediatamente adottare unasoluzione quale quella delle sessioni, sul-le quali si è abbondantemente discusso .Sarebbe certamente utile . È., peraltro,certo, anche ove non si adottasse imme-diatamente tale soluzione, che occorre re-cuperare un tipo di attività della Camerache sia scandita su date e cadenze cheormai sono chiaramente desumibili dallanostra prassi politica, oltre che dalla no-stra vita economica . Il termine del 30 set-tembre per la presentazione del bilancioal Parlamento, il termine del 31 dicem-bre per l'approvazione del bilancio e del-la legge finanziaria, il lasso di tempo trail 30 settembre ed il 31 dicembre per laesposizione economica e finanziaria, infi-ne il termine del 30 giugno entro il qua-le deve essere operato l'assestamento de l

bilancio, forniscono già delle grandi sca-denze, delle grandi partizioni, delle qua-li non si può non tener conto nella pro-grammazione dell'attività legislativa, nelsenso che costituiscono una infrastrutturagenerale entro la quale inserire altri ele-menti di programmazione del lavoro par -lamentare . Nello stesso tempo, il proble-ma della programmazione dei lavori par-lamentari ne implica un altro, che certo èdi riforma regolamentare, ma che forsepuò essere più utilmente portato avantianche in relazione alla questione genera -le della programmazione, cioè il proble-ma specifico dei tempi di intervento deisingoli parlamentari . Se si accetta il cri-terio generale di una programmazione dellavoro del Parlamento, è difficile no n

trarne la conseguenza che anche l 'inter-vento dei parlamentari debba essere ade-

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guato al programma e ai tempi di lavo-ro che collettivamente si decidono .

Collegato al tempo dell'intervento le-gislativo, c 'è il problema dei decreti-leg-ge. A me pare che liquidare il proble-ma della moltiplicazione dei decreti co nl'attacco al decisionismo (« straccione » ,come qualcuno lo ha addirittura defini-to), significa ignorare alcuni dati . Signifi-ca ignorare anzitutto che le procedur eparlamentari sono sostanzialmente ogg i« atemporali », come abbiamo già detto .Significa ignorare che le Costituzioni de-gli anni '70, quelle più moderne rispettoai problemi di una democrazia industrial e

(quella greca, quella spagnola, quella por-toghese) pongono tutte il problema dellaproduzione dei decreti-legge che le Costi-tuzioni precedenti, quelle degli anni qua-

ranta, cinquanta e sessanta, non pongono ,e non casualmente . Significa ignorare i lfatto che non è un caso, probabilmente ,che i decreti-legge si moltiplicano nellostesso periodo in cui il pensiero costitu-zionale più moderno inserisce il problemanei nuovi testi costituzionali . Significa in-fine ignorare che i decreti-legge non sonoun'invenzione degli ultimi governi, bensìl 'eredità di una maggioranza di solidarie-tà nazionale che operò tra il 1976 ed i l1979, poiché la svolta nel numero dei

decreti si ebbe, in effetti, con i governiAndreotti di solidarietà nazionale .

Naturalmente, però, i decreti-legge nondebbono continuare in altra forma la po-litica delle « leggine » degli anni '50 e '60.Non debbono rispondere a interessi pu-

ramente sezionali, che premono sull 'ap-parato di governo, e che per « passare » ,come negli anni '40, '50 e '60 utilizzavanolo strumento delle « leggine », così cer-

cano di utilizzare oggi lo strumento deldecreto-legge : al duplice fine di superarela « atemporalità » delle procedure e l aresistenza che può loro opporre la con-

vinzione non meramente sezionalistica cheforse il Parlamento ha ormai acquisito ,avendo preso maggiore coscienza dello sfa-scio della politica delle leggine, seguit aper impulso quasi generale, per molt ianni .

Dunque decreti-legge di un certo tipo ,da accettare, senza ostracismi e senza pre-venzioni nei confronti del Governo ; e nes-suna prevaricazione da parte del Governo ,nel tentativo di far passare interessi pura-mente sezionali, attraverso questo stru-mento, che poi si rivela inefficace se mala-mente utilizzato.

In questo quadro, i colleghi questorimi permetteranno di osservare che avreidesiderato una maggiore problematicitànon soltanto su questo punto, ma su quel-lo dell 'alto numero delle Commissioni, cheè connesso alla sezionalità degli interessi .Questo dato corrisponde, in effetti, al tip oparticolare di organizzazione dei nostripartiti politici, che è la caratteristica fon-damentale del sistema politico italiano eche lo differenzia da quelli europei. Il tipodi struttura dei nostri partiti è tale d aassicurare la massima rappresentanza de-gli interessi sezionali : e naturalmente ne lParlamento si esprime questa rappresen-tanza anche attraverso la moltiplicazionedi Commissioni, legate a singoli problem idi settore, piuttosto che Commissioni ca-paci di inquadrare un problema di settorein un quadro politico ed economico piùgenerale.

Passo ora a trattare, dopo il problemadell'attività legislativa, quello dell 'attivitàdi controllo ed ispettiva .del Parlamento .A me pare che questo controllo non sipossa condurre con le procedure e con l enorme che si debbono invece adottare perl'attività legislativa. Mentre infatti per que-st 'ultima deve prevalere - a me pare -l'esigenza di governo della società, cioè l aesigenza di legiferare in tempi operativireali, secondo il programma di governo ,cioè un'esigenza di sintesi, che si basa sulprogramma su cui il Governo ottiene l afiducia del Parlamento ; mentre, quindi, ri-spetto all'attività legislativa deve, in uncerto senso, prevalere l ' interesse del Go-verno a veder realizzato il programma sucui ha instaurato il rapporto fiduciari ocon il Parlamento ; per quanto riguardainvece l'attività ispettiva e di controllo i ldiscorso è tutto diverso. Per essa deve pre-valere non il momento della sintesi m ail momento dell'analisi . cioè del contrad-

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dittorio e della verifica, che è naturalmen-te un momento assai più tipico dell'oppo-sizione di quanto non sia del Governo edella maggioranza che lo sostiene : e per-tanto, deve essere se non prevalente cer-tamente garantita la volontà e l'esigenzadell'opposizione di vedere effettivament eattuato un reale controllo ispettivo. Questocomporta che le decisioni da prendere sul -l 'attività ispettiva del Parlamento non pos-sono essere adottate con le stesse procedu-re, con gli stessi metodi, con le stessenorme, con cui si prendono decisioni ri-spetto all'attività legislativa del Parlamen-to, dell'aula e delle Commissioni . Si trat-ta di problemi diversi, che rispondono adesigenze diverse e che quindi devono espri-mersi attraverso strumenti regolamentaridiversi .

Le stesse norme che ho visto inseritenelle proposte di modifica del regolamento,circa le decisioni dei capigruppo, non pos-sono adattarsi, insieme, al problema de lcontrollo ispettivo e dell'attività legislativa .Debbono essere norme diverse; quando sitratta di attività legislativa debbono esser-vi certe procedure e certe maggioranze,mentre quando si tratta dell'attività ispet-tiva bisogna garantire le minoranze più diquanto lo debbano essere nel momentodella programmazione dell'attività legisla-tiva. Se i modi e i tempi, cioè la concre-tezza dell'attività di controllo, fossero affi-dati alla maggioranza che sostiene il Go-verno, alla maggioranza e al Governo ch edevono essere controllati, saremmo davve-ro nell'ipotesi tipica di controllore-control-lato .

Il tema del controllo non si esaurisc ein un problema di poteri . Da questo pun-to di vista il regolamento del 1971 neha forniti alcuni, facendo fare un salt odi qualità al controllo del Parlamento.Però, se si vanno a rilevare alcuni dati,se ci si riferisce all 'opinione espressa damolti costituzionalisti, da molti parlamen-taristi, da Cheli a Manzella, se si va avedere, ad esempio, il numero delle inda-gini conoscitive previste nella scorsa le-gislatura e in quella attuale e il numerodelle indagini conoscitive che poi si sonoconcretamente realizzate, ci si rende con-

to facilmente che il problema del con-trollo non è un problema di poteri astrat-ti, di norme che assicurino i poteri d icontrollo, ma di strumenti e di apparati .Infatti, un potere senza strumenti non èun potere .

Correttamente vedo che l 'onorevoleIotti ha sottolineato questo punto dicen-do, nell'intervista al Corriere della serache già citavo, che non è che le Camer egià oggi non si impegnino sul terreno de icontrolli ma « è la forma, la qualità d iquesti controlli che si rivelano spesso ina-deguati e ancora non sufficientemente in-cisivi » . Qui dunque si fa riferimento allaforma e alla qualità dei controlli : che inrealtà dipendono dagli strumenti e dagl iapparati che possono esercitarli .

Ora, leggo nella relazione dei questo-ri, (e rimango un poco colpito, onorevolicolleghi) le seguenti parole : « A tale moledi lavoro il Servizio studi ha fatto fron-te nonostante una grave situazione di ca-renza dell'organico (già rilevata da molticolleghi e da ultimo dal collega Crivellini)sicuramente inadeguato a tutti i livellirispetto ai compiti del servizio. L'attua-le situazione sta già determinando qual-che disfunzione nella programmazione del-le ricerche e nella stessa possibilità diportare a termine le ricerche programma -te. La carenza di personale sta deter-minando l 'impossibilità per i funzionari« interfaccia » di partecipare effettivamen-te ai lavori delle Commissioni, così comedifficoltà si registrano nella tenuta e nel -l'aggiornamento degli archivi dipartimen-tali ». $ solo una situazione grave ? Ag-giungiamo questa situazione grave al pro-blema, posto dal Presidente, della quali-tà ed efficacia dei controlli, cioè al pro-blema dei poteri e degli strumenti : e icolleghi questori cosa concludono ? Chesi tratta di stabilire che « il comitato perla documentazione dovrà fissare precisepriorità nelle ricerche » del servizio stu-di ! Onorevoli deputati questori, scusate ,ma il punto fondamentale è che bisognapotenziare il servizio; non mantenerlo co-sì com'è, ma potenziarlo fortemente . Que-sta era la risposta corretta da dare nell arelazione; e questa spero sia la risposta

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che l 'onorevole Pucci, a nome dei colle-ghi, ci darà al termine del dibattito .

Questo, infatti, è un punto fondamen-tale per il Parlamento, su cui gira l afunzione del Parlamento, o buona partedi essa, e la possibilità di ruolo del Par-

lamento, la capacità di mediazione e disintesi del Parlamento. Tutto gira su que-sto punto delle strutture, degli apparati ,dei servizi, che consentono al Parlament onon soltanto di esercitare il controll oispettivo, attraverso una massa organizza-ta di dati ed informazioni non dipenden-ti dall 'esecutivo, ma gli consentono d iporsi come autentico protagonista dellavita istituzionale, economica e civile .

Nasce allora un problema, onorevol icolleghi questori : come concepire il mo-dello di organizzazione di questo Servizio ,decisivo per il ruolo del Parlamento ? Unservizio autonomo produttore di dati, oun servizio collettore e filtro di infor-mazioni ? Sono queste le due scuole dipensiero che si confrontano anche all'in-terno della nostra Camera, ho l'impressio-ne (il Segretario generale mi consentir àquesta affermazione) .

Ora, non si può non scegliere il se-condo modello: un servizio collettore e fil-tro di informazioni, non produttore auto-nomo di informazione. E ciò sia per ra-gioni di carattere pratico, da una parte ,sia per ragioni di carattere istituzionale ,dall'altra. Non ho bisogno di soffermarm isulle ragioni di carattere pratico : dovrem-mo creare uno strumento mastodontico,per il quale non esisteno né lo spazio néle possibilità materiali . Le ragioni di ca-rattere istituzionale sono altrettanto evi-denti, perché in un corretto sistema par-lamentare è il Governo il primo fornitoredi dati e di elementi al Parlamento .

Un servizio collettivo e filtro di dati ,e argomento per dipartimenti, cioè peraree omogenee di interesse, è dunque, ef-fettivamente, il modello giusto . Ma occor-re sviluppare e potenziare questa struttura ,visto che il modello giusto già lo abbia-mo. Per fare questo, quali altri strument iutilizzare, onorevoli colleghi ? Certamente ,in primo luogo, la Corte dei conti, organ oausiliario non soltanto del Governo . ma

organo ausiliario (così definito dalla Co-stituzione) da riconvertire o da utilizzarecome organo ausiliario anche del Parla -mento . Esistono già dei precedenti in que-sto senso : ricordo che il presidente del

nostro partito, presidente a suo tempo del -la Commissione bilancio, tentò proprioun 'operazione di questo tipo . Anche il Pre-sidente Ingrao fece qualche cosa per l'uti-lizzazione della Corte dei conti . Ma essaha un senso se si dà alla Corte una spin-ta ad operare non controlli di mera car-tolarità, di mera legittimità degli atti, macontrolli di gestione. Se infatti la Corte deiconti non opera un controllo di gestionee di efficienza, ma opera un puro con-trollo di legittimità degli atti ; allora il suoapporto alla funzione di controllo del Par-lamento diviene pressoché nullo .

Occorre dunque un coordinamento tr ail controllo di gestione della Corte e il fil-tro assicurato da un forte Servizio studi ,ben organizzato per aree dipartimentali .E, contemporaneamente, accanto alla Cor-te dei conti, occorre l 'intervento degli altr igrandi enti, degli altri grandi strument icollettori, nella vita italiana, di dati e d iinformazioni : la Banca d'Italia, l'ISTAT ,il CNEL, se è possibile, l'Istituto per laprogrammazione, e via discorrendo . Tutt iquesti bisogna organizzarli e coordinarl iattraverso il lavoro di un ufficio studi chenon abbia 8, 9 o 10 funzionari, come ap-punto rilevava ieri anche l 'onorevole Mi-nervini, ma una struttura potenziata e ade-

guata .Tutto questo è certamente funzional e

al ruolo delle opposizioni, che evidente-mente in una maggiore possibilità di con-trollo vedono manifestarsi, in maniera ri-levante, la loro funzione caratteristica (sic-ché possono poi anche concepire un tipodi attività legislativa che invece sia pi ùaderente al programma di Governo, su lquale si innesta il rapporto fiduciario Go-verno-Parlamento) . Ma tutto questo non èsoltanto funzionale al ruolo dell 'opposizio-ne; è funzionale, soprattutto al ruolo d isintesi del Parlamento, al ruolo che voglia-mo istituire per il Parlamento, concependonon le istituzioni « giocate » le une controle altre - il Parlamento contro il Governo .

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il Governo contro il Parlamento -, ma l eistituzioni giocate le une insieme con l ealtre, sicché l'aumento dei poteri del Par-lamento corrisponda, - se l'intero sistemadeve funzionare - ad un aumento dellacapacità dell'Esecutivo di essere moment orilevante della vita istituzionale ed econo-mico-sociale del paese .

Per esempio, i grandi libri bianchi chein Inghilterra, in particolare, costituisco-no strumento importante per l ' interventodel Parlamento nella definizione di un pro-blema concreto, sono anche il frutto diuna organizzazione della cultura legislati-va; sono, insieme, uno strumento di cre-scita della cultura legislativa e politica deiparlamentari . Ma una serie di libri bian-chi che abbia queste valenze non può es-sere prodotta se non c'è un retroterra dielaborazione, di filtro, di raccolta dati, chepermetta al Parlamento di intervenire sul-la concretezza dei grandi problemi, su cu ii libri bianchi possono essere redatti .

È un tal complesso di strumenti e diapparati che consente un aumento del ruo-lo intero del Parlamento, della capacità didecisione e di presenza del Parlamento : econsente anche il tentativo, di sanare perquesta via, attraverso la crescita della cul-tura legislativa, il gap che certamente esi-ste tra la classe politico-parlamentare e l arealtà viva del paese .

La solitudine del parlamentare, rispettoalla massa immensa e bruta di dati, chegli arrivano addosso senza organizzazione ,senza filtraggio, senza coordinamento, èuna solitudine evidente, che si traduce po iin un aumento del distacco tra classe po-litico-parlamentare e vita reale del paese .Il problema del Servizio studi, quindi, nonè quello che viene definito nelle paginedella relazione dei questori, ma è il gran-de problema della vita parlamentare, su lquale bisogna che la Presidenza ed i de-putati questori abbiano un 'azione urgentedi estremo impegno e di estrema rilevanza.

Un ultimo punto, onorevole Presidente .Bisogna che questi apparati così rilevantisiano dotati di una grande indipendenza,perché l'indipendenza è garanzia della fun-zione che essi possono svolgere . Nella re-lazione dei questori non vedo sottolineato

l 'aspetto dell ' indipendenza ; anzi trovo unaconcezione che può dar luogo a qualchedubbio di interpretazione. Essi dicono, apagina 21 : « L'obiettivo da perseguire èquello di fare sempre più delle segreteriedelle Commissioni il vero luogo di lavorodel Parlamento, il centro organizzativo del -l 'attività della Commissione e la sede dicoordinamento di tutti gli apporti, che idiversi servizi della Camera forniscono al-l'attività parlamentare » .

No, onorevoli colleghi, non è la segrete-ria delle Commissioni il luogo dove si rac-colgono tutti gli apporti che i diversi ser-vizi della Camera forniscono ai parlamen-tari . L'assoluta autonomia ed indipendenzadi un Servizio studi, come quello che iocerco di ipotizzare per dare ruolo e vigo-re al Parlamento, devono essere garantitein maniera assoluta; e questo non ha nien-te a che fare con la concreta attività legi-slativa ed ispettiva delle singole Commis-sioni. Sano strumenti che vengono prima,preliminari, di cui bisogna garantire l'as-soluta estraneità a tutto ciò che appartie-ne, per così dire, al « traffico » politico ,che si istaura concretamente nella vitadelle Commissioni e dell 'Assemblea .

Certo che occorre rafforzare le segrete-rie delle Commissioni : ma nella professio-nalità dell'apporto ai contenuti legislativi ,nel coordinamento con i precedenti legi-slativi, nella razionalizzazione del sistema

normativa. Vi è qualche cenno di questonella relazione dei questori, e aggiungosolo, perciò, che il potenziamento dei ser-vizi delle Commissioni va senz'altro perse-guito con energia accanto al potenziamentodel Servizio studi .

In questo senso, io mi permetto disottolineare alla Presidenza e agli onore-

voli questori un punto sul quale ho trova-to un'adesione unanime della Commissionefinanze e tesoro, che ho l 'onore di presie-

dere. Credo che sarebbe importante potermettere al lavoro quello che in altri ordi-namenti si chiama un dra f ting committee ,cioè un comitato di redazione tecnica del -la norma legislativa, a disposizione deiparlamentari e delle segreterie di Commis-sione. Credo sia possibile tentare una pri-ma attuazione di questo comitato in via

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sperimentale, cioè a disposizione solo d ialcune Commissioni, con compiti di puraregistrazione della volontà politica dei le-gislatori, da trasferire nella redazione tec-nicamente più precisa possibile delle sin -gole norme, con garanzia di assoluta in-dipendenza e di estrema professionalit àtecnica. Un simile esperimento, limitatoinizialmente alle Commissioni più impe-gnate sul piano tecnico, che sono senzadubbio quelle finanziarie, assicurerebbe unsalto di qualità nella formulazione legisla-tiva, eliminando confusioni, contraddizioni ,dubbi, amleticità, che molto spesso costi-tuiscono la gioia degli avvocati o il terre-no degli ermeneuti .

Tutto quanto ho detto finora, onorevo-le Presidente, si può fare con i regola-menti vigenti . E mi permetto perciò diauspicare che con la prossima presenta-zione del bilancio di previsione per il 1981 ,che immagino non avverrà tra molti mesi ,ci si dia una previsione precisa dei pro-grammi e dei tempi dell 'intervento che lastruttura dirigenziale della Camera inten-de operare in ordine ai problemi aperti .Sottolineo appena che, se si programma -no gli interventi diretti al potenziamentodegli strumenti a disposizione del Parla-mento, e in particolare della opposizione ,si può anche prevedere il tempo di appro-vazione della riforma regolamentare, cheguai se fosse interpretata come una rifor-ma punitiva dei diritti e delle garanziedelle opposizioni .

Da questo punto di vista non ho cheda ripetere quanto altrove è stato scritto .Dobbiamo certo abbandonare il vecchio ga-rantismo che in un certo senso privilegia -va l'ostruzionismo, e si estrinsecava nell aanacronistica norma della libertà assolut adi parola del parlamentare, che non esistein nessun altro Parlamento. Dobbiamo ab-bandonare questo vecchio garantismo, m anon possiamo assolutamente trascurare l aesigenza garantista per vecchie e nuoveminoranze. Aggiungo, anzi, che la garanzi aregolamentare di una nuova capacità didecisione della maggioranza deve essere

accompagnata da uno strumento di garan-zia somma per le minoranze, facendo unpasso avanti sul terreno costituzionale (vi-

sto che si tratta di modifica di una leggecostituzionale) e realizzando il progettodi cui si è parlato più volte in quest'aula ,se non erro d'accordo con l'onorevole DeCataldo, cioè la possibilità di ricorso del-le minoranze direttamente alla Corte costi-tuzionale .

Concepire un sistema complesso di ga-ranzie delle minoranze, superando il vec-chio regolamento, attraverso un potenzia-mento concreto e immediato del ruolo delParlamento; mi sembra questo il compitoche i deputati Questori e l'onorevole Pre-sidente hanno di fronte e che noi tutticredo vorremmo assolto in tempi rapidi(Applausi — Congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare loonorevole De Cataldo . Ne ha facoltà .

DE CATALDO. Signor Presidente, si-gnori questori, colleghi, l'onorevole Pucc inon potrà attendersi da me una ripetizio-ne di quanto tutti abbiamo detto e fatto ,me compreso, nella sede istituzionale del-l'Ufficio di Presidenza allorché si è di-scusso del bilancio; evidentemente, sareb-be di pessimo gusto se tornassi a parlar edelle voci del bilancio da me già appro-vate per quanto si riferisce alla loroespressione contabile e amministrativa .Credo di potere e di dovere dare il miocontributo personale e, per quanto pos-so, del gruppo radicale in relazione a iproblemi che si sono sviluppati in que-sto dibattito, che ha avuto certamenteelevatezza di tono pari ai dibattiti chelo hanno preceduto in questa materia .Anche se devo dire, signor Presidente, ch ela tensione che, per esempio, era presen-te nella precedente discussione è assolu-tamente mancata in questa. Voglio direche si sono succeduti interventi di grandespessore politico e culturale, ma privi d iquella tensione, non si può definire altri-menti, che avevamo notato precedente-mente .

Non credo che la crisi generale o i lfatto che si sia parlato e si parli sem-pre più di moralizzazione, anche con rife-rimento alle questioni ed ai problemi isti-tuzionali, abbiano portato questo calo di

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tensione, così come non voglio pensareche quell'acutezza derivasse soltanto dal -l'esigenza di trovare un modo per repri-mere o comunque inquadrare in schemipredeterminati l'opposizione o, come si èdetto più volte errando, l 'ostruzionismodel gruppo radicale . Credo che la ragio-ne dipenda da altre cause, probabilmenteda un maggiore approfondimento in que-sti mesi dei problemi sottoposti alla no-stra attenzione.

Ho molto apprezzato tutti gli inter -venti, ed in particolare quello del colle-ga Battaglia, il quale, con estrema pun-tualità, ha sottolineato una serie di esi-genze, di impegni, che devono registrarel'attenzione del Collegio dei questori edell 'Ufficio di Presidenza . Voglio pregareil collega Battaglia di leggere o di rileg-gere, se lo ha fatto, gli ordini del giornopresentati dal gruppo radicale, perché siconvinca che molte, forse quasi tutte leindicazioni fornite nel suo intervento so-no contenute in quegli ordini del giorno.Devo dire che mi sembra assolutamenteopportuno che il discorso svolto finoraprosegua su queste due grandi linee diret-trici di impostazione, la prima delle qual iriservata all'esame della fisionomia dell astruttura dell'istituzione cui apparteniamo ,l'altra dedicata a problemi di più ampiorespiro costituzionale . Evidentemente, i nuna siffatta impostazione non entrano pro-blemi pur rilevanti, pur essenziali al cor-retto andamento dell ' istituzione, che de-vono venire affrontati e risolti forse co nun maggiore impegno da parte dell ' Uffi-cio di Presidenza ed un minore impegn oda parte del Collegio dei questori - vogli odire con una maggiore assunzione di re-sponsabilità da parte dell 'Ufficio di Presi-denza - e che, pure importanti, turbereb-bero l 'armonia del discorso svolto ogg ied in questi giorni, ma che tutti vannoesaminati e risolti affinché essi non s ipresentino come puri e semplici colpi d imano o tentativi di « normalizzazione », ilche sarebbe abbastanza conturbante .

Signor Presidente, le dirò che sona ri-masto profondamente turbato dai cartelliche in questi giorni ho letto nella buvettedi Montecitorio, che impongono o rac -

comandano (non lo so) di fare lo scon-trino prima di consumare. Io ho anticheabitudini in proposito, ma il problemanon è delle mie personali abitudini, maè che certe tradizioni, che costano an-che in termini economici (forse qualchecentinaio di migliaia di lire o qualche

milione l'anno), vanno rispettate. Non viè dubbio che può accadere che, una vol-ta ogni tanto, il deputato si distragga inun certo momento o che venga improv-visamente chiamato e poi dimentichi ditornare a pagare il conto, ma . . .

PRESIDENTE. Non solo il deputato !

DE CATALDO . Signor Presidente, iomi riferisco solo ai deputati !

PRESIDENTE . Ma la buvette non ser-ve solo i deputati .

SERVADEI, Questore. I deputati sonoin minoranza !

DE CATALDO. Ma allora si trovino al-tri sistemi ! Io non posso assolutamentepensare che funzionari, giornalisti o al-tre categorie di persone ammesse all abuvette di Montecitorio dimentichino d ipagare il conto .

PRESIDENTE . Onorevole De Cataldo,neppure io sono di questo avviso, percarità; però, i frequentatori della buvettenon sono solo i deputati e quindi dob-biamo tener conto di tutti : si dimenti-cheranno un po' tutti !

DE CATALDO. Signor Presidente, semi consente, è buona norma di ogni pa-drone di casa che dei suoi ospiti rispon-da egli stesso. Quindi, mi sembra che ildiscorso debba essere limitato ai soli de-putati (Applausi dei deputati del grupporadicale) .

PRESIDENTE . Aggiungo un'altra co-sa, onorevole De Cataldo, che forse leinon sa : lo scontrino - parliamo di unacosa che, a mio avviso, è scarsamente ri-levante - ha antiche tradizioni nella bu-

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vette della Camera, e soltanto negli ulti -mi anni, che sono abbastanza numerosi ,è stato abbandonato .

DE CATALDO. Signor Presidente, pren-do atto di ciò, tuttavia, se lei dice chesono abbastanza numerosi, vuoi dire cheè da qualche anno.

PRESIDENTE. Non moltissimi !

DE CATALDO . A prescindere da que-ste considerazioni, che non possono e no ndevono entrare in un dibattito come que-sto, ma che tuttavia devono impegnarel'interesse dell'Ufficio di Presidenza, dell aPresidenza della Camera e degli organi aciò . preposti, devo dire che il problem adella discussione che oggi ci investe v avisto sotto vari aspetti, depurato da quel -le sovrapposizioni puramente dialetticheche in altri tempi sono servite per ri-solvere, in maniera spesso brutale, qual -che volta o spesso antiregolamentare, iproblemi ed i rapporti tra maggioranz ae opposizione in quest'aula, addirittura -ripeto - servendosi del momento in cuiavveniva la discussione del bilancio in-terno della Camera .

Credo che il primo problema, signo rPresidente, che vada rimeditato, perchéesso oggi si pone certamente in modopiù lineare di un anno o un anno emezzo fa, sia quello attinente alla rifor-ma del regolamento .

Non vi è dubbio, e saremmo bugiardinei confronti di noi stessi, se non affer-massimo, con assoluta e tranquillante cer-tezza, che il problema della riforma delregolamento fu posto lo scarso anno - inmaniera addirittura brutale, in alcuni mo-menti - per reprimere, caro Battaglia ,l 'ostruzionismo radicale . Non vi è dubbio :da tutti i banchi, persino da quelli, comei vostri, così attenti alle esigenze dell adialettica parlamentare, dell 'opposizione, s iè sentita questa insofferenza, questa vo-lontà di cercare di concludere in un cer-to modo il rapporto dialettico esistente al-l'interno di quest 'aula, nobilitandola inbuona fede molte volte (ma non sempre)con le esigenze di corretto andamento del -

le discussioni, della programmazione, ec-cetera .

BATTAGLIA. Però esiste un problemaobiettivo di riforma del regolamento.

DE CATALDO. Certo, questo problemaesiste. Io personalmente - e credo anchei colleghi del mio gruppo - pongo quest oproblema, nel senso di fornire una mag-giore adesione al concetto che ha ispiratol'articolo 67 della Costituzione ; altri pon-gono il problema in maniera diversa e dopposta, tuttavia non vi è dubbio che ess oesista. Ma oggi, diversamente da un annofa, abbiamo sentito voci autorevoli e cer-tamente disinteressate fare, ad esempio ,riferimento non all'assenza del Governoin un quadro di programmazione, non allatrascuratezza, caro Battaglia, da parte de lParlamento delle esigenze del Governo ;ma alla « presenza assente » del Governo .Il Governo è presente nella Conferenzadei capigruppo, è presente con un mini-stro. Prima interveniva il sottosegretarioalla Presidenza del Consiglio, oggi il mi-nistro per i rapporti con il Parlamento .Il Governo dunque, è presente e intervie-ne nella programmazione dei lavori parla-mentari, solo che si disinteressa, nel modopiù assoluto, delle decisioni adottate dal -dalla Conferenza dei capigruppo e libe-ramente, autonomamente decide di deter-minare il programma dei lavori della Ca-mera dei deputati dall'esterno, attravers ole iniziative di tipo legislativo (e non sololegislativo) che assume.

Dicevo, signor Presidente, esiste il pro-blema della riforma del regolamento. Nonvi è dubbio che il regolamento vada rivi-sto, « riletto », dopo quasi dieci anni, cer-tamente non facili, dieci anni nel corsodei quali si sono create situazioni nuovee forse non pensabili allorché questo rego-lamento fu discusso ed approvato .

Vi è quindi questa esigenza, che m isembra corretta e doverosa. Ma si poneallora il primo problema, quello che i lgruppo radicale pose immediatamente, miotramite, nella Giunta per il regolamento ,allorché si cominciò a parlare di tutt oquesto. Ed è un problema importante, non

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solo formale, di tipo culturale o concet-tuale. Era il problema di stabilire se ci sidovesse accingere ad una riforma di tiponovellistico (ella, signor Presidente, lo ri-corda certamente) oppure ad una rifor-ma di tipo organico, che affrontasse i lproblema del regolamento in tutte le suepieghe e che proponesse soluzioni com-plessive ed organiche.

Fummo sfortunati e perdenti anche in

quell'occasione; Ia maggioranza ritenne,quindi, che le cose più necessarie e ur-genti, cui far fronte senza indugio, fosseroquelle di riuscire, disorganicamente macelermente, a risolvere il problema delladurata degli interventi ; della programma-zione all 'unanimità od a maggioranza del -la Conferenza dei capigruppo ; dell'illustra-zione degli emendamenti ; della questionedell'articolo 116 del regolamento, che tan-to ha fatto discutere in un certo periodo.L'indirizzo seguito in questa impres aera ancora più restrittivo di quello adotta-to nel regolamento attualmente vigente .Si può parlare di una Camera dei gruppi ,perché il regolamento del 1971 certamenteesalta questi organi, nominati dalla nostraCostituzione solo incidentalmente : il grup-po parlamentare, in senso classico, è unmonstrum che comunque deve garantire enel contempo soverchiare !

A questa visione del regolamento si so-vrapponeva un'altra visione, ancora piùpericolosa: non già la previsione dell aCamera dei gruppi, bensì quella di unaCamera dei presidenti di gruppo, di color ocioè che assumevano a maggioranza l'im-pegno di portare avanti un certo tipo didiscorso, di attività, di programma, e taleattività, tale programma dovevano venireattuati a qualunque costo, anche a costo diimpedire che un deputato potesse ottenerela parola non per qualche minuto, maneppure per un solo minuto !

Tutto questo va sempre più nella dire-zione di una mortificazione della volontàdel costituente, ,del principio informatoredella nostra Costituzione .

Credo che dobbiamo liberarci di untabù o di un alibi, onorevole Battaglia, ch eci perseguita, ponendoci nella condizion edi chi, per apparire moderno a' qualunque

costo, veste panni che non sono e non pos-sono essergli propri per la sua tradizionee cultura !

Signora Presidente, avuto riguardo almodo di elezione e quindi di composizio-ne; al tipo di lavoro che svolge; alle suetradizioni culturali, che non sono pocacosa; alle tradizioni politiche e sociali delnostro paese, dobbiamo dire che il nostroParlamento è ben diverso da quello euro-peo, da quello inglese, statunitense o te-desco occidentale che dir si voglia. Dob-biamo quindi esaminare e rivedere il no-stro regolamento sulla base di ciò che èil nostro Parlamento, tenendo conto ditutte le cose che ho detto.

Per farci passare da matti, intemperan-ti od ostruzionisti, non si può ricordareche al Parlamento europeo si parla per treminuti, mentre qui non si deve parlareper più di dieci minuti perché siamo ita-liani. Non è questo il problema, semmai èun altro, e cioè che noi operiamo in que-sto Parlamento e nelle condizioni attual i- e parleremo di questo a proposito delvoto segreto da voi tanto propugnato, ono-revole Bandiera - . Quello che si è verifi-cato in questa Camera qualche giornofa, a proposito del dibattito sulla vicendadel terremoto, è stato di una gravità ec-cezionale, con un'iniziativa dei president idei gruppi parlamentari chiaramente anti-costituzionale allorché intendeva sottrarreal deputato il diritto di esercitare il pro-prio mandato, senza quei limiti che nonsono sanciti nella Costituzione e che nonpossono essere inventati da un qualsi-voglia presidente di gruppo o da una qual-siasi Conferenza dei capigruppo .

Signor Presidente, non si dica che l ipresidente di gruppo ha una delega dal

deputato. Egli è delegato dal deputatoper una serie di cose che vanno dalla si-tuazione logistica ed ambientale, a quellaeconomico-finanziaria ed a tante altre, manon si può arrivare al punto di delegarea qualsivoglia personaggio il diritto-doveredel deputato di assumere qualsiasi inizia-tiva di tipo politico e quindi parlamentare .Ma abbiamo visto che questa riforma delregolamento, signor Presidente, che erastata da tutti presentata come impegno

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per la funzionalità dell'istituzione, non puòessere praticata nei termini con i qual i

la Camera dei deputati, o meglio i rap-presentanti dei gruppi parlamentari e de ipartiti avevano ritenuto di fare, perché i lproblema dell'incapacità di portare avant iun programma, comunque deciso, di lavo-ri per l'Assemblea non è mai dipeso, emai dipenderà, dalle iniziative o dall etattiche ostruzionistiche di qualsivogli agruppo di opposizione. Tale problema,però, non può essere risolto dalla mancan-za di contraenti leali e corretti, di con -traenti i quali mantengano gli impegni as-sunti . Ma chi sono i contraenti ? I singo-li deputati, onorevole Battaglia, o i con -traenti sono da una parte il Parlament oe dall 'altra il Governo ? Sono questi gliinterlocutori necessari ed unici rispett oalla programmazione dei lavori della Ca-mera. Quando uno degli interlocutori èscorretto costituzionalmente, perché, ono-revole Battaglia, per essere scorretto de -ve usurpare i poteri dell 'altro interlocu-tore, non rispetta le regole del gioco ,allora non è possibile alcuna programma-zione o qualsiasi ipotesi di lavoro che fi-nisce in modo misero e per non essereassolutamente attendibile .

È questo il problema che, tra gli al-tri, andava affrontato e che il President ee la Giunta per il regolamento hanno ri-tenuto di dover affrontare nel momentoin cui si è discusso di tutto, per quant osi riferiva alla compressione del diritt odel singolo deputato di intervenire: dal

limite di tempo di 30 minuti si è pas-sati a 20, gli emendamenti dovrebberoessere illustrati in un 'unica soluzione, ec-cetera, eccetera, dopo di che in Giunta peril regolamento ci si è trovati di fronteal problema principe, al problema dei pro-blemi, e cioè ai decreti-legge .

A quel punto ci siamo fermati ed ab-biamo cominciato a discutere di questoargomento che rappresenta « il nodo », -non uno dei nodi - principale della pro-grammazione dei lavori della Camera .Stiamo andando avanti e continuiamo adiscutere. La Costituzione, questa nostraCarta fondamentale resta davvero un fat-to giuridico, politico e sociale di grandis-

cima importanza ancora oggi ! Allorché,parlando dell' invasione dell 'esecutivo nelcampo riservato al potere legislativo ladetermina in modo perentorio, stabilendol'urgenza e la necessità nella straordina-rietà . . .

BATTAGLIA. Mi sembra un passoavanti !

DE CATALDO. Sì, bisogna fare un pas-so avanti ! Facciamo una legge costitu-zionale !

BATTAGLIA. No: è un passo avanti

nella concezione !

DE CATALDO. Occupiamoci di questecose ! Ecco la necessità delle riforme or-ganiche e non delle riforme novellistiche .Risolviamo questo problema che sta amonte e poi vedremo che è soltanto stru-mentale l 'accusa a De Cataldo o perfinoa Costamagna di turbare il corretto an-damento dei lavori o il programma .

Anche in questa ottica - se mi con-

sente signor Presidente - rientra il proble-ma delle cosiddette sessioni. È evidenteche ha un senso ed un valore lo stabi-lire le sessioni per l'attività della Cameradei deputati se si sta alle regole del gio-

co. Tra l'altro il Costituente ha ipotizza-to e previsto le sessioni, là, dove, infatti ,dice che il Parlamento si riunisce di ob-bligo il primo giorno feriale di febbraioe di ottobre, evidentemente prevede lapossibilità di lavorare per sessioni.

Io non mi scandalizzerei affatto peruna soluzione di questo genere. Ma sipuò far questo allorché esistono contro-indicazioni oggettive che non derivano danoi, dal nostro Presidente, dalla Confe-renza dei capigruppo o dal singolo de-putato, ma discendono dalla incursionenel nostro campo da parte di altri ? Èquesto che va verificato ! Come si posso-no rispettare i limiti di una sessione seper una ragione o per l'altra, mentre es-sa sta per scadere, arrivano numerosi de-creti-legge con precise scadenze costitu-zionali ? Il problema, quindi, va affron-tato nella sua pienezza e nella sua to-

talità .

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Con soddisfazione ho salutato i pass iavanti che la Giunta per il regolamentova facendo; non mi preoccupo, signorPresidente - e non è un problema diinteresse personale o di gruppo - se l ariforma del regolamento della Camerapotrà essere posta in discussione, a gen-naio, a febbraio o a giugno del 1981, mami preoccupo, e auspico, che venga sot-toposto all'attenzione ed al voto dei de-putati un complesso organico di norm eche non lasci spazi di interpretazione eche consenta davvero un lavoro proficuo .

Un altro problema, signor Presidente,è il lavoro per sessioni delle Commissioni .Anche questo argomento mi sembra ch epossa, che debba, essere affrontato, manon diciamo che l'istituzione o meno del-le sessioni risolve il problema: se silavorasse dal lunedì al venerdì certamen-te si farebbe di più di quanto si può fa -re lavorando il mercoledì e il giovedì etalv olta il martedì pomeriggio. Per quan-to ricordi, signor Presidente, io sono sta-to in quest'aula in ora tarda e in giorninon previsti solo se costretto dal mi ocompagno Cicciomessere o dalla mia com-pagna Bonino .

Voglio cioè dire che i programmi, al -meno per quanto riguarda i tempi dichiusura e di apertura della Camera, ven-gono rispettati . Non si venga a dire, aquesto proposito, che esiste l'esigenza del -la cura e della tutela del collegio eletto-rale e in genere del contatto con glielettori, perché i deputati debbono farei deputati ed il lavoro dei deputati èquello che si effettua soltanto qui den-tro. Abbiamo parlato di questo lo scorsoanno ed io non torno sul problema .

Debbo invece tornare, signor Presiden-te, su un altro problema, che mi pare sia

sparito dalla nostra attenzione ed anch eda quella degli organi della Camera . Miriferisco al problema delle Commissioni

bicamerali . Ci fu una larga adesione inun certo momento all'esame della que-stione rappresentata dalle Commissioni bi-camerali . Venne costituito un gruppo d ilavoro presieduto dal vicepresidente Scàl-faro e questo gruppo di lavoro, del qua-

le facevo parte anch'io, tenne alcune riu-nioni, ma, dopo non si è fatto più nulla .Ricordo che prevalente era il dubbio sul -

la legittimità costituzionale - addirittu-ra - dell'istituzione di Commissioni bica-merali al di fuori della previsione d aparte della Costituzione - e questo valeper quasi tutte - e si diceva che ci ri-troviamo - anch'io ho sostenuto questatesi in alcuni momenti - di fronte ad untertium genus, che probabilmente è unaterza Camera, o « mini-Camera », perchéqueste Commissioni bicamerali non si sa

bene che cosa siano, ma si sa che, senzaaver fondamento giuridico-costituzionale ,sottraggono alle Commissioni permanent i

compiti loro istituzionalmente assegnati .

Esiste, signor Presidente, una nostraproposta di legge, presentata in tutti edue i rami del Parlamento, relativa all a

soppressione delle Commissioni bicame-rali .

Non so in quale armadio o archivioessa sia finita. Credo che sia tempo che

venga ripresa, aperti come siamo, e co-me siamo sempre stati, alle collaborazio-ni di tutti, aperti come siamo all'esigen-za, ove essa venisse posta, di rifare tuttoil testo della legge. Ma è certo che biso-gna risolvere questo problema, perché

hanno ragione coloro i , quali denunciano ,per esempio, la situazione dell 'entità con-creta (perché è concreta) rappresentata

dalla Commissione parlamentare di vigi-lanza, che non si sa che cosa sia con

precisione, e la cui attività dipende prin-cipalmente dall ' impulso che il presidentele dà, e che ha, per quello che io so ,scarsissimi strumenti di informazione, di

controllo, di verifica e che non compren-diamo che cosa ci stia a fare, se conti-nua a vivere così come essa vive .

Quindi, uno dei momenti sui qualicertamente devono incentrarsi la nostraattenzione e la nostra meditazione, anche

con riferimento alla riforma del regola -

mento (vedete che, poi, non è un'ubbia

l'opposizione culturale, prima che politi-ca, a qualsivoglia tipo di riforma novel-listica), è la necessità di rendersi diligen-ti, di affrontare questi problemi, se vo-

i gliamo dare davvero un volto nuovo e

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moderno alla istituzione di cui siamoparte .

E non bastano la provvidenza minimacui ho accennato in apertura del mio in-tervento ed altre dello stesso genere, mol-te delle quali abbastanza mortificanti pe ri singoli deputati, e non solo per i sin-goli deputati : bisogna fare delle altre co-se per rendere moderna questa istituzione .

Analogamente, non basta acriticament ecollocarsi al livello del Parlamento euro-peo e dire che si deve parlare soltant oper tre minuti. Sono altre le cose cheservono per rendere moderno, vivo . . .

BATTAGLIA. Anche quello è un argo-mento .

DE CATALDO. Certamente, anche quel-lo è un argomento, e va dibattuto. L'hodetto prima, e non lo disdegno affatto .Nello stesso modo, va dibattuto, signorPresidente - proprio nel richiamo a quel -lo che dicevo prima, e cioè ad un malin-teso senso di organizzazione che intendemutuare elementi da altre legislazioni, daaltre Costituzioni, senza fare i conti co nla nostra realtà e con il modo in cu iessa va affrontata e risolta - il problemache è stato proposto autorevolmente i nquesta Camera da due rappresentanti del -la maggioranza, dall 'onorevole Mammì edall 'onorevole Craxi .

Il primo, in epoca per la verità nonsospetta, il secondo con corredo di cita-zioni storiche, hanno sottolineato l'esigen-za che si cambi (la Costituzione lo con-sente, non c'è bisogno di fare grandi ri-forme) la forma della conclusione del di-battito parlamentare, eliminando il votosegreto. Gli argomenti adoperati per so-stenere questa tesi sono stati suggestivi .Io dico che sono stati abbastanza qualun-quistici . Non adopero mai questo termi-ne, ma mi sia consentito usarlo per unmomento . Quegli argomenti sono sugge-stivi .

Come, si chiede Mammì ? È necessa-rio che il parlamentare assuma la respon-sabilità del proprio comportamento difronte ai suoi elettori ; se il deputato nonè d'accordo con la maggioranza del grup -

po o con il suo gruppo - questa entitàastratta formata da una serie di entitàindividuali che poi concorrono alla deci-sione maggioritaria - non deve ridursialla stregua del cacciatore di frodo e, conla mano nascosta sotto il banco, fare ilcontrario di quello che ha deciso la mag-gioranza del gruppo . Lo deve dire, aper-tamente ed esplicitamente, assumendosila responsabilità di quello che fa e quin-di aprendo o continuando in quel mo-mento il dialogo con i propri elettori ,spiegando loro perché si comporta in undeterminato modo .

Sono rimasto esterrefatto di fronte adun'affermazione del genere, perché cono-sco alcuni partiti del nostro firmamentopolitico e so che cosa succederebbe inquesto sistema partitico, con questo si-stema elettorale : quello delle liste e dellepreferenze. Voi avete cercato di romperequesta tradizione attraverso la pratica d iindicazioni primarie per la formazionedelle liste dei candidati, ma mi pare ch e

questo suggerimento non sia stato moltoseguito. Vorrei sapere tuttavia, in questonostro sistema, dove le liste sono redattedai partiti e dai segretari dei partiti, chesono i dirigenti dell 'attività dei gruppi

(non v 'è dubbio), ed il voto è un votoalla lista e di preferenza al candidato ,quale garanzia di poter continuare a di-sporre della propria libertà di coscienzaabbia il deputato, anche in consonanzacon la volontà degli elettori, se rischiadi non essere rimesso in lista o di esse-re boicottato - come suol dirsi - unavolta inserito nella lista .

Ho molto apprezzato il discorso delloonorevole Craxi anche se, mentre egli par-lava, due nomi mi tornavano alla memo-ria: quelli di Agostino Viviani e di Martu-scelli, esempi tipici di parlamentari chenon hanno mai avuto bisogno della segre-tezza del voto per esprimere chiaramentela propria opinione. Agostino Viviani, se-natore, presidente della Commissione giu-stizia del Senato, il quale ha votato con-tro le indicazioni del partito in numerosecircostanze . . . Ebbene, non è che Agostin oViviani non sia stato rieletto nel collegi osenatoriale in cui era stato eletto ben due

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volte: più semplicemente non è stato ri-presentato .

Mi pare allora che il discorso estrema-

mente suggestivo del coraggio di assumereresponsabilità di fronte all 'elettorato na-sconda o possa nascondere ben altre in-tenzioni, ben altre volontà .

Per quanto mi riguarda personalmente(ma credo di interpretare in questo casoi sentimenti e la volontà del gruppo radi-cale), ove mai si proponesse in quest 'aulaun problema del genere, senza aver affron-tato e risolto preliminarmente i problem idella garanzia del parlamentare, sarei, evi-dentemente, durissimo oppositore, sarem-mo durissimi oppositori, a modifiche delgenere di quelle proposte da alcuni gruppi .

Signor Presidente, signor presidente de lCollegio dei questori, evidentemente si pu òe si deve fare molto per rendere più agi -bile, ripeto più moderna, la istituzione al -la quale abbiamo l'onore di appartenere .Si è parlato di potenziamento delle Com-missioni, si è parlato di potenziamento e d iuna diversa collocazione culturale e strut-turale del Servizio studi .

Sono al riguardo in totale accordo conil collega Battaglia, che ha trattato que-sto argomento. Occorre rivedere le Com-missioni; intendo dire che 14 Commissio-ni sono forse troppe, o forse sono poche .Anche qui, peraltro, occorre un 'opera dicollaborazione con il Governo, nella visio-ne di una ristrutturazione dei dicasteri, diuna precisazione una volta per tutte dellefunzioni della Presidenza del Consiglio edi altri organismi . Certamente, comunque ,esiste il problema delle Commissioni, chesono la struttura portante dell 'attività le-gislativa e di ispezione e controllo; ed èproblema che va affrontato e risolto, noncerto soltanto consentendo alle Commis-sioni di lavorare anche quando sono inatto discussioni in Assemblea. Non è que-sto il problema: la questione è diversa.Anche in materia, può esservi un momen-to di disturbo che va certo superato, m ache non rappresenta il cuore del proble-ma. Le questioni sono altre e consiston onel rafforzamento delle strutture e nelladelineazione dei compiti delle Commissio-ni, nel senso di una rivalutazione (signor

Presidente, sono molto affezionato al temaconcernente il capo XIX del regolamento )della sede redigente .

Ritengo sia importante rileggere e ri-meditare le norme del regolamento cui miriferisco, poiché senza dubbio gran partedel lavoro dell 'Assemblea potrebbe esseresnellito mediante la utilizzazione della se-de redigente, ciò che renderebbe il pro-gramma dei lavori più fattibile, megli oipotizzabile.

Così, signor Presidente, sembra a meestremamente importante che il contenutodel capo XXIII del nostro regolamento ,che si riferisce alle procedure di indagine ,di informazione e di controllo in Commis-sione, sia rivalutato .

Signor Presidente, tante volte, cert onon poche ormai, sento di entrare in que-st'aula e di essere, con ciò stesso, imme-diatamente separato, avulso, lontano, di -verso e distante da tutto quello che succe-de all'esterno. In questa Assemblea si di-scute di patti agrari e si continua a discu-tere anche se accade che l'ex comandant egenerale della Guardia di finanza vengaarrestato, anche se accade che un mini-stro sia sospettato di peculato o di corru-zione, anche se accade che un alto fun-zionario dello Stato venga sequestrato . Iltutto in omaggio al principio della pro-grammazione o di non so che cosa .

Molte volte avverto l'impulso di al-zarmi in quest 'aula e chiedere, colleghi ,se veramente siamo fuori dal mondo . Èpossibile tutto ciò ? È possibile che unGoverno non senta l 'esigenza immediatadi fornire al Parlamento quelle stesse ri-sposte che dà alla televisione, alla radio ,attraverso i comunicati stampa, agli in-terrogativi del paese ? È possibile che s i

debba levare in aula il collega Ciccio-messere per chiedere che il Governo ri-sponda sul rapimento del magistrato D'Ur-so ? Ed è possibile che io debba, in pie-na coscienza e fedeltà ai miei princìpi ,ringraziare il Governo per la sollecitudi-ne con cui ha accolto l'invito di Ciccio-messere, essendo abituato a vedere giun-gere con giorni o settimane di ritardo le

risposte alle interpellanze e alle interro-

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gazioni, quando i problemi hanno persola loro urgenza ed immediatezza ?

Se quindi vogliamo dare un senso a lnostro lavoro mi sembra estremament eimportante che le Commissioni, che isti-tuzionalmente hanno i poteri per operarenel senso dell'indagine, dell'informazionee del controllo, siano attivate immediata-mente; cioè che si lavori in questa di-rezione, creando le condizioni che sonostate ricordate dai colleghi Cicciomessere ,Crivellini e dallo stesso Battaglia, perchéquesti organi funzionino . E questo a pre-scindere - ripeto - da ogni considerazio-ne in ordine al potere-dovere della mag-gioranza e dell'opposizione di esercitaredeterminate funzioni .

Questo è ciò che rende un Parlamen-to diverso, moderno, più vicino alle esi-genze reali e concrete della società . Nonpossiamo permetterci di leggere certe no-tizie sui giornali, attraverso le dichiara-zioni di questo o quel ministro, o peg-gio attraverso le incursioni di altissim ipersonaggi in settori che non sono loropropri, mentre il Parlamento solo dopomolto tempo discute degli stessi problemi .

Rendiamo pubbliche le sedute delleCommissioni, utilizziamo le divulgazionitelevisive ! Domani leggeremo sui giornal ila relazione del giuri d 'onore sulla vicen-da Bisaglia-Pisanò ; e dopodomani faremoconto di non saperne nulla, di non esse-re interessati alla vicenda che ha portat o- bene o male, non mi interessa - all edimissioni di un ministro, sia pure mo-tivate in modo diverso : e questo perché ,

se De Cataldo o Cicciomessere chiedesse-ro la parola sull'argomento e chiedesseroche esso fosse discusso, verrebbero sem-plicemente richiamati all 'ordine .

Ma allora utilizziamo le Commissioni ,facciamole vivere : in questo modo, granparte di quel lavoro ispettivo e di con-trollo che si svolge in Assemblea, secon-do un rituale stanco e mortificante, sa-rebbe evitato . Aveva ragione Ciccardini :ma è chiaro che non è sufficiente l apuntualità della risposta all'interrogazio-ne o all'interpellanza per consentirci d idichiararci o meno soddisfatti . Anche inquesto caso il problema è diverso . An-

che questo tipo di procedura di infor-mazione ispettiva e di controllo potreb-be venire diversamente determinato; edallora alle Commissioni potrebbe essereattribuita la funzione di costituire la sedeper la risposta alle interrogazioni ed alleinterpellanze presentate per iscritto daideputati, mentre in Assemblea ogni gior-no, o tre volte la settimana - in questocaso sarebbe ogni giorno - potrebbe de-dicarsi mezz'ora a quello che gli ingles ichiamano question time ; cioè, quella bot-ta e risposta in cui viene il Presidentedel Consiglio dei ministri o un ministro . . .

SULLO . . . .quasi tutti i ministri .

DE CATALDO . . . .a rispondere alla do-manda rivolta senza orpelli, senza illu-strazione.

Ma tutto questo, signor Presidente, col-leghi, signor presidente del Collegio deiquestori, starei per dire, signori collegh idella Giunta per il regolamento e comun-que colleghi della Camera dei deputati ,deve essere compiuto in una rivisitazion eorganica del regolamento della Camera .Finiamola di ritenere che tutto si risolvanella questione del limite di tempo diventi o i dieci minuti, dell ' illustrazionedi un emendamento o di cento emenda-menti per volta. Saremo al piccolissim olavoro di piccolo artigianato che non sol onon soddisfa nessuno, o forse soddisfasolo i sergenti di ferro - ce n'è qualcu-no presente in quest'aula - e soprattutt onon soddisfa l'esigenza di presentare unaCamera nuova e diversa al paese, all asocietà .

Signor Presidente, credo di aver ado-perato molto del tempo, quasi tutto, chemi ero prefisso e di aver trascurato l'al-tro degli aspetti - non me ne voglia i lquestore Pucci se io tratto di certi argo-menti anziché di altri - secondo il mi opunto di vista di importanza fondamen-tale, cioè la rimeditazione della coinci-denza della nostra Costituzione all'inte-resse della società degli anni '80. Questomi pare sia l'argomento, il tema del di-battito che si va svolgendo nel paese :la coincidenza della nostra Costituzione

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con le aspettative e gli interessi dellasocietà degli anni ' 80 .

Mellini, Cicciomessere, Tessari, Teo-dori l'anno scorso dicevano : « No alla se-

conda Repubblica, no alla Costituzione d i

fatto, facciamo la prima Repubblica, ap-plichiamo questa Costituzione » . Anche pri-ma abbiamo parlato di riforma di nonnecostituzionali per quanto riguarda i decre-ti-legge: nessuno si scandalizza, ma appli-chiamo, verifichiamo quotidianamente laCostituzione e non consentiamo quegli stra-ripamenti surrettizi di poteri che si vannosempre più verificando, e che si verificanoperché c'è la rinuncia da parte di taluni

poteri costituzionali all'esercizio della fun-zione costituzionale. La Costituzione nonsorpassata, ma premeditatamente o no -questo non lo posso dire -, con dolo ocon colpa da parte di taluni o di altri c ' èuna compressione autonoma di organi co-stituzionali e di invasione da parte di altripoteri dello Stato degli spazi lasciati va-canti dagli aventi diritto, con tutte le con-seguenze che discendono.

Signor Presidente, sono rimasto forte-mente turbato dal discorso del Capo del-lo Stato alla televisione qualche settiman afa . Io mi ritrovavo nelle parole del Capodello Stato, io sentivo, come cittadino, ch equello era il discorso che il paese s iattendeva. Ma in quel momento mi po-nevo delle domande, perché non intend ofare concessioni a me stesso, signor Pre-sidente, non intendo lasciar passare un ali-bi nei confronti di me stesso . Domandavoa me stesso se tutto questo, in un correttorapporto tra organi dello Stato, tra poteri

dello Stato, tra organi costituzionali, fosseprevisto o prevedibile .

SULLO. Di questa Repubblica !

DE CATALDO. Di questa Repubblica,evidentemente .

E restavo abbastanza sconcertato . D'on-de, ecco il conflitto più incredibile, più di-sastroso, per un uomo il quale sente diconvenire con quanto afferma il Presi -dente della Repubblica, sente addiritturala necessità che ciò si verifichi, ma d'altr aparte ritiene, sente, è convinto che la ec-cezionalità non possa giustificare la poca

puntt1 tlità - diciamo così, signor Presiden-te - della vicenda.

Ma questo è il caso emblematico edeclatante; tanti altri ne abbiamo ogni gior-no : lo straripamento del potere dell'ese-cutivo (lo abbiamo ricordato qualche mi-nuto fa in quest'aula) ; lo straripamentodel potere giudiziario. Ma perché tuttoquesto ? Ma perché, evidentemente, quest acentralità del Parlamento, della quale s iparla, e che vuoi dire centralità della fun-zione di un organo legislativo che ha com-piti di ispezione e di controllo, è soltantoun'affermazione vuota, perché gli stessi cu-stodi di quella centralità rinunciano adessa, vuoi per interessi di partito, vuo iper enfatizzare il fatto partito, la formapartito, vuoi per inserire delle controspin-te ad un progetto costituzionale che no nconsente interpretazioni diverse da quelleletterali, da quelle che la stessa Costitu-zione ha voluto affermare .

Ed in questa visione si pone il proble-ma della opportunità, o della necessità del-l'esistenza delle due Camere . Io ho lettocon estrema attenzione - consueta, per al-tro, allorché leggo di lei, signor Presiden-te - ho letto con scrupolo le proposte chein una sede diversa da quella nella qualeci troviamo oggi ella ha fatto a propositodella questione istituzionale . Ho analizza-to il modo in cui ella affronta e risolveil problema del bicameralismo .

In altra sede - in ufficio di Presiden-za, mi sembra - le detti atto della su asensibilità al problema, e le dissi ancheche, per quanto mi riguarda personalmen-te, io credo che anche sotto quell'aspettola Costituzione resti un modello non an-cora superato: sotto l 'aspetto della dop-pia lettura, signor Presidente, non sottol 'aspetto dell'esistenza o meno di due Ca-mere, le quali operino sul legislativo enel legislativo, così come esse operano at-tualmente .

E resto sempre più convinto, non sol oculturalmente, ma anche nella pratica quo-tidiana, che è estremamente importantel'esistenza del sistema bicamerale . È chia-ro che non si può risolvere il problemacon una battuta da parte mia né da partedi altri, e che esso va approfondito. Va

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rivista, signor Presidente, addirittura quel-la modifica costituzionale, secondo me in-cauta, che riportava la durata della legi-slatura del Senato a quella della Cameradei deputati, così parificandole .

Il Costituente - che, è vero, ebbe pre-sente nello studio in parte preponderantela Costituzione di Weimar, ma tenne pre-

sente anche gli empiti . le istanze, gli stu-di, le esperienze delle democrazie occiden-tali degli anni '30 e '40 -, collocando ladurata di una Camera a cinque anni e

quella dell'altra a sei e la durata delmandato presidenziale a sette, aveva com-piuto un'opera che serviva ai fini che s iera proposto : al fine di impedire l 'esi-

stenza di doppioni, al fine di verificare laesistenza di maggioranze e di minoranze ,al fine di constatare anche nel tempo l evariazioni eventuali .

La stessa diversificazione del sistemaelettorale ha una grande funzione, ed in-

fine lo svincolo del Capo dello Stato daogni possibilità di tattiche contingenti e

occasionali . Dico che è un grosso proble-ma, un problema che non può essere af-frontato e risolto in quattro battute, eche tuttavia deve trovare sfogo, svolgimen-

to, nella sede propria, che è quella delParlamento . Gli studiosi ci dovranno e cipotranno fornire tutti gli elementi che vo-gliono, ma è chiaro che il dibattito, suquesto come su altri problemi, signor Pre-sidente, ha in sede politica e non scienti -

fica una sede propria, che è quella delParlamento .

Signor Presidente, come vede, io nonho parlato della questione morale, e no nne parlo. Chi ha scoperto ieri o ieri l ' al-tro o addirittura questa mattina la que-

stione morale può parlarne . Ma Ia que-stione morale per noi non è una scopert adi oggi o di ieri : è un fatto, non è nep-pure un problema, signor Presidente . Èuna esigenza profonda, che ciascuno di no isente: è l'esigenza di essere il più possi-bile chiari, aperti, franchi rispetto a noistessi e rispetto agli altri, anche a costodi sbagliare . È la esigenza che porta Ma -risa Galli, signor Presidente, senza nessu-

na reazione o scandalo da parte nostra ,a ritenere - io dico a torto - che il pro-blema dell 'alternativa per la quale ci bat-tiamo sia stato risolto dalla cosiddettasvolta di Salerno. Se avesse aspettato qual-

che giorno e avesse letto l'intervista suc-cessiva di Berlinguer su l'Unità, MarisaGalli probabilmente avrebbe rimeditato lasua decisione . Questa è la questione mora-

le: è il fatto di rispondere a se stessi eagli altri in ogni momento dei propr i

comportamenti alla luce del sole, senza

scandalizzarci e senza scandalizzare .

Nella scorsa come nella presente legi-slatura, signor Presidente, la prima inizia-tiva del gruppo radicale, il primo giornoin cui il nostro gruppo ha avuto il diritto

di presenza in quest 'aula, è stata quella dipresentare una proposta di legge volta amodificare l'articolo 68 secondo comma

della Costituzione; quell'articolo che si ri-ferisce alle immunità parlamentari . In que-

sto modo affrontavamo la questione mo-

rale .

Noi che siamo conosciuti come ottimi

divulgatori delle nostre iniziative non cre-do che abbiamo battuto molto la gran-

cassa su questa proposta di legge. Decad-

de nella settima legislatura prima di esse-

re affrontata, sia pure nelle prime battute

dalla Camera dei deputati (stavo per dire

una frase latina, ma poi non l'ho fattoperché altrimenti il collega Cicciomessere

forse mi avrebbe rimproverato) ; l'abbia-

mo ripresentata in questa legislatura. Cre-

do sia stata la nostra prima proposta d i

legge .

Siamo stati gli unici, proprio per boc-

ca di chi vi parla, ad instaurare nella

scorsa legislatura un discorso profondo e

diverso sulla Commissione per i procedi -

menti d'accusa. Agli atti vi sono i no-

stri emendamenti a quella legge che affret-

tatamente, per timore del referendum, fu

approvata dal Parlamento. Ci sono i no-

stri emendamenti, c 'è un mio intervento ;

erano emendamenti solitari, era il mio

un intervento solitario in una Camera de i

deputati che a larghissima, straripant e

maggioranza riteneva fossero sufficienti

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quelle modifiche alla legge originaria perrisolvere tutto .

Questo è secondo noi il modo per af-frontare la questione morale . Occorronocomportamenti e iniziative individuali ecollettive, amministrative, legislative e giu-diziarie che garantiscano la società sullamoralità dei suoi dirigenti .

Vi è poi anche una proposta di leggeradicale, primo firmatario credo sia ilcollega Teodori, sull'anagrafe tributaria .Sono stati cioè messi a disposizione del -le forze politiche, del Parlamento e delpaese iniziative concrete del gruppo radi-cale perché la cosiddetta questione mo-

rale sia un fatto e non una vacua enun-ciazione .

Questo credevo, ho creduto di doverdire al mio Presidente, a colui che credo ,che sono convinto sia il presidente d itutti i deputati, della maggioranza comedella opposizione, nella salvaguardia d igaranzie che sono inalienabili, non trat-tabili da parte nostra e che trovano nelPresidente della Camera dei deputati, nelPresidente di tutti i deputati, l' interpretee il custode. Questo ho creduto di doverdire, senza collaborare molto forse allareplica del collega Pucci, ai questori, a iquali do atto del notevole, indefesso im-

pegno da essi dimostrato in un 'opera cheè oscura e che spesso è impopolare . Seun consiglio potessi dare ai colleghi que-stori – la mia modestia non mi consen-te questo – è che certe soluzioni (è inu-

tile che io qui le ricordi), che non ri-solvono i problemi di diverso tipo e ch eprobabilmente sono popolari, ma certa -mente non sono producenti, vengano ri-meditate, vengano meditate più profonda -

mente. Grazie, signor Presidente (Ap-plausi) .

PRESIDENTE. Sospendo la seduta fi-no alle 16 .

La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa +alle 16.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

MARIA ELETTA MARTIN I

Annunzio

di un disegno di legge.

PRESIDENTE. È stato presentato allaPresidenza il seguente disegno di legge :

dal Ministro delle poste e delle tele -comunicazioni :

« Determinazione della misura del ca-none di concessione dovuto alla SIP »(2211) .

Sarà stampato e distribuito .

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare loonorevole Sullo . Ne ha facoltà .

SULLO. Signor Presidente, onorevolicolleghi, l'anno scorso, quando fu discussoil bilancio interno della Camera eravamoin un momento in cui sembrava che l aCostituzione della Repubblica italiana do-vesse essere sottoposta, nel giro di qualch emese, a profonde revisioni, e i dibattiti chesi svolgevano sui giornali vennero riferit ialla discussione del bilancio interno dellaCamera dei deputati . Allora fu manifesta-ta grande foga negli interventi sia estern isia interni a quest'aula circa la revision ecostituzionale, di questa prima Repubblica ,che da molti era auspicata, sotto l 'impulsodato dal segretario del partito socialistaitaliano Craxi .

È passato un anno e non solo non v iè stata nessuna revisione costituzionale ,ma si è spento anche l'ardore di coloroche l 'avevano ventilata e di coloro chedentro e fuori di qui ebbero dei momentidi grande entusiasmo. Me ne dispiace sin-ceramente.

Ricordo di aver letto alcuni anni fa,quando potevo occuparmi un po ' più diproblemi culturali, una storia della Fran-

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cia scritta in altri tempi da Aldo Garosci .Questi, che è stato coerente nella sua po-sizione di antifascista, affermava che unodei limiti della terza Repubblica è statal'incapacità di procedere a una sua revi-sione e di avere atteso i grandi, terribili ,momenti storici, quelli della seconda guer-ra mondiale, quelli dell 'Algeria, per at-tuare i grandi rivolgimenti che noi tutticonosciamo .

Ho il timore che anche noi seguiamola stessa strada e che non siamo capacidi riformare gradualmente la nostra Co-stituzione, in ciò che merita di essere mo-dificato, né di completarla là dove essaè incompleta ; non solo, ma - dobbiam oriconoscerlo onestamente ; e qualcosa hamesso in luce, con la sua foga naturale,ma anche con la sua puntigliosità acutae intelligente, il collega De Cataldo sta -mattina - in questi anni abbiamo modifi-cato la nostra Costituzione peggiorandola .

Quindi, mi pare che in questo nostrodibattito della questione istituzionale siparli un po' meno dell 'anno scorso, direianzi in misura minima, e che ne abbiatrattato un po' più diffusamente la rela-zione dei questori, i quali poi lo hannofatto non so in base a quale abilitazionenella sede di relazione al bilancio . Lo han -no fatto certamente con grande impegno ,forse a nome dell'Ufficio di Presidenza, eio li comprendo; ma forse, se volessimoessere un po' rivoluzionari, potremmo pen-sare a un diverso tipo di organizzazione,dato che il Presidente della Camera scri-ve spesso su questa materia anche su igiornali : si potrebbe valutare l'opportunitàche questa relazione, almeno per quantoriguarda la linea politica generale dell aCamera, venisse presentata dall'Ufficio diPresidenza, e venisse difesa, dinanzi all aCamera personalmente dal Presidente dell aCamera e ci fosse, semmai, a guisa d ispeaker un vicepresidente . Anche in que-sto momento, peraltro, io non ho l'onoredi avere a presiedere l 'onorevole Presiden-te lotti ma il Vicepresidente Maria ElettaMartini .

In questo modo, la discussione di po-litica si potrebbe fare avendo come in-terlocutori le stesse persone che rappre-

sentato la Camera all'esterno. La mia nonè una impertinenza, ma quando si discutecon i questori si pensa solo all'ammini-strazione della Camera. Invece, sarebbe

utile discutere con il Presidente lotti ,

sulle questioni che essa discute pubblica-mente, con la libertà di cui giustamentegode in regime di democrazia, quandoscrive sul Corriere della sera o su al-tri organi di stampa.

Questa mattina, il collega De Cataldoricordava la mia appartenenza alla Costi-tuente. L'altro giorno, forse con moltoritardo, leggevo La cimice di Majakowskij ,

che sicuramente molti di voi avranno già

letto. Ebbene, questo grande poeta russ osovietico, morto suicida, ha immaginatoquello che sarebbe stato il mondo comu-nista nel 1979, cioè 50 anni dopo la suamorte. Ha immaginato un comunista cherivedesse, a distanza di 50 anni, il mond oche aveva creato . t un romanzo che orahanno « disgelato » e che dovete leggeretutti: è un dramma molto bello, che tral 'altro è stato rappresentato in quasi tuttoil mondo .

Egli, comunista, è raccapricciato ne lvedere come sia stato ridotto il suo idea -le: si tratta di un comunista che avevacreduto tante cose. Come ho detto, Maja-kowskij scrisse questa sua opera nel 1929e immaginava tante vicende come accadutenel 1979. Oggi siamo nel 1980 e a me qual-che volta viene fatto di mettermi nei pan-ni del protagonista di questo dramma edi chiedermi se veramente noi costituentipensassimo allora ad una Italia di que-sto tipo: dal 1946 non sono ancora passa-ti 50 anni, ma ci stiamo avvicinando aquesta meta .

Così, quando sento parlare della cosid-detta centralità del Parlamento, mi chiedofrancamente in cosa consista . Posso direcon tutta franchezza che quando ero de-putato alla Costituente, nonostante esistes-se una disciplina nella democrazia cristia-na (cui allora appartenevo) e nel partitocomunista (forse meno nel partito sociali-sta), disciplina ancora maggiore di quel-la che esiste oggi in quei due partiti, cisentivamo veramente uomini liberi, senti-vamo di rappresentare qualcosa nel pae-

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se, sia pure nella nostra minima individua-lità; sentivamo che lo stesso potere eco-nomico (o altri poteri, magari di ordinelocale) non dico fosse a noi subordinato ,ma guardasse a noi con un minimo di in-teresse, così come si guardava con inte-resse alle nostre votazioni, che spesso ave-vano risultati di totale parità. A questoproposito, scherzavamo spesso sull'abilitàdell'onorevole Terracini che, quando sitrattava di porre in votazione un cert oargomento che sapeva potesse essere re -spinto, riusciva a destreggiarsi sì da porloin votazione in modo tale che si raggiun-gesse il risultato di parità .

Da allora, sono passati tanti anni, mala frammentazione delle posizioni all'in-terno di questo Parlamento continua adessere sempre maggiore. E ognuno di noidà il suo contributo, anche se poi ap-parentemente tutti dicono di lavorare perla centralità del Parlamento .

Non entro qui nel tema delle grand irevisioni costituzionali perché altre volt eho scritto di essere convinto che un muta -mento di Costituzione non avverrà senzauna grande tragedia, e naturalmente speroche ciò non avvenga, anche se purtropp otutto continua a cospirare contro questamia speranza, questo mio auspicio . Se do-vesse avvenire, dovrebbe, evidentemente, es-sere varata una nuova Costituzione: manon comprendo in quale modo con le revi-sioni costituzionali quali sono previste ne lnostro ordinamento, si possa cambiareinteramente il sistema, la linea costitu-zionale .

Non posso però non rilevare che fac-ciamo di tutto per non applicare seria-mente quanto della nostra Costituzionepuò essere applicato . Cercherò di entrarenel merito concreto di ciò che può esserefatto nell'ambito appunto della nostra Co-stituzione e dei nostri regolamenti, tentan-do di non spaziare troppo nell 'universoperché, una volta arrivati sulla luna, l'ab-biamo quasi abbandonata per tornare sull aterra a discutere di cose terrene . . .

Innanzitutto si pone il problema deirapporti con l 'altro ramo del Parlamento ,la questione cioè del bicameralismo o delmonocameralismo . Finché esisteranno due

Camere, finché non ci sarà una nuova Co-stituente, nessuna delle due rinunzierà all apropria esistenza: la cosa mi pare lapalis-siana ! È possibile, - mi domando - chenon si riesca a trovare un metodo norma-tivo, in via di prassi per far sì che cia-scuna delle due Camere, si specializzi nell asua attività, e così non si riduca ad unduplicato dell'altra ? L'onorevole De Ca-taldo ha detto che in verità abbiamo mo-dificato la Costituzione - ed ha dettobene -. La Costituzione (o meglio, gli or-dini del giorno coi quali la stessa Costi-tuzione sancì le leggi elettorali) parlava dicollegio uninominale per una Camera edi sistema proporzionale per l 'altra; ab-biamo attuato il sistema uninominale peril Senato in modo tale che esso risulta piùproporzionale (si potrebbe dire « sisalisti-co ») di quello della Camera ; abbiamo uni-formato la durata delle due Camere; in so-stanza, abbiamo reso l'una il doppionedell 'altra, in ogni senso . In realtà, Camerae Senato sono espressione dello stesso cor-po elettorale, con il vantaggio o lo svan-taggio di essere numericamente l'una ildoppio dell'altra (a parte i senatori nonelettivi) .

Occorre giungere ad una maggiore dif-ferenziazione, che non sia semplicementequella, introdotta recentemente, consistent enella non ripetizione nell'altra Camera del

discorso .programmatico pronunciato dalnuovo Presidente del Consiglio dei mini-stri nella prima Camera ? Se questo è em-blematico della linea che si intende se-guire per l'avvenire, lo accetto, ma ritengoche si possano trovare tanti ulteriori si-stemi. Se una Camera si occupa più di fi-nanza, l'altra può interessarsi maggior-

mente di inquinamento, tanto per fare u n

esempio. Si specializzano le funzioni dell edue Camere, di comune accordo o tramiteun atto normativo, dando almeno la sensa-zione di eliminare il ricordato doppione .

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEONILDE IOTTI

SULLO. Possiamo fare qualcosa di più ,senza dare al popolo italiano semplice-mente l'impressione che quella tra Monte-

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citorio e Palazzo Madama sia una inutilealternanza, ma invece siamo giunti, comeè noto, a triplicare le Camere. I nostrifunzionari, come è noto molto esperti indiritto costituzionale, si divertono (potre ifornirne i nomi) a dimostrare la perfettaincostituzionalità di quelle Commissioni bi-camerali, costituite per legge, che costitui-scono il « terzo ramo » del Parlamento ,come sostenuto dai colleghi radicali .

Non solo abbiamo il lamentato doppio -ne, ma addirittura si è creato un « terz oramo » del Parlamento con tutte le difficol-tà che gli onorevoli questori conoscono,perché altri problemi stanno sorgendo daquesta impostazione. Io stesso, essendoun rappresentante di un partito, che nonè molto numeroso, in queste Commissioni ,trovo difficoltà a partecipare ai lavori ditutti questi organismi . I rapporti, tra laCamera e il Senato si possono, dunque,modificare anche sulla base della Costi-tuzione .

Quando il collega Ciccardini ieri haaccennato alla questione della proporzio-nale, è stato rimbrottato dai colleghi co-munisti . Io so che per il partito comuni -sta toccare anche lontanamente la propor-zionale rappresenta un delitto di lesa de-mocrazia ; non tocchiamo allora quest osistema elettorale, ma il modo in cui vie -ne applicato il sistema del collegio unino-minale al Senato, è certamente contrari oall 'indirizzo dell 'Assemblea costituente. Adogni modo, se non si vuol tentare unadiversa strada di determinazione della vo-lontà popolare in modo non proporzio-nale, con tutti i difetti insiti in questosistema, io lo difendo per molti altriaspetti, perché indubbiamente esso ha da-to molta pace agli italiani, sotto una con-siderazione di valutazione delle posizioniopposte, per il desiderio che gli italianihanno di mettersi d'accordo e di contarsi .Se non si vuole dunque operare a quest olivello, qualcosa si può fare almeno a li -vello di comuni; non capisco perché nonsi debba applicare tutto ciò - capisco chequesto discorso non rientra nel tema chestiamo dibattendo oggi - all'elezione deisindaci. Forse su questo punto i colleghicomunisti potrebbero essere d'accordo . Ri -

tenete comunque che oggi il Parlamen-to sia centrale, rispetto a che cosa ? Rite-nete che il Parlamento sia centrale rispet-to al nuovo organigramma che si è creatosul piano istituzionale ? Vi dirò subito lamia esperienza personale di presidente del-la Commissione lavori pubblici . Noi abbia-mo ogni giorno richieste da parte dellevarie regioni di discutere con noi sull evarie questioni che si pongono sul pian onormativa. Le regioni hanno bene il dirit-to di intervenire per dire: se approvateuna certa legge, voi ci create imbarazzo eci costringete ad applicarla in modo noncorretto, anche perché sconfinate nelle no-stre competenze costituzionali . Ebbene senoi chiamiamo il direttore generale delleferrovie dello Stato, il nostro regolament oci permette di riceverlo e di indicare que-sta presenza nel Bollettino delle Giuntee delle Commissioni parlamentari . Ma senoi, per caso, riceviamo il presidente dellaregione Lombardia, dobbiamo farlo in viainformale, quasi in segreto perché nessunrapporto è contemplato nel nostro rego-lamento tra il Parlamento e le regioni . Ilnostro regolamento ignora l' istituto regio-nale; l'unico organismo che ha rapporticon le regioni è la Commissione parlamen-tare, presieduta dal senatore comunistaModica che, per suo conto, riceve i rap-presentanti regionali . Ora le regioni nonaccettano di essere ricevute sottobanco osottovoce; la centralità del Parlamento,rispetto ad una Italia che è diversa, e incui quasi tutta la spesa pubblica è affida-ta alle regioni, non esiste affatto . Non èquesto un problema solamente di registra-zione della loro presenza nel Resocontostenografico o nel Bollettino delle Giuntee delle Commissioni parlamentari, è lapossibilità di un dialogo effettivo con ilParlamento . Voi credete che ignorando leregioni, prima che le leggi siano varate ,potete poi ottenere quel consenso che leregioni desiderano nel momento dell'at-tuazione della legge ?

Tenete presente che ormai l'Italia nonpuò più essere riportata ad un sistema

accentrato nemmeno da chi non è statoregionalista. Soltanto una consultazionecontinua con le regioni sul piano parla-

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mentare può condurre il Parlamento ver-so quei criteri di direzione centrale, m anon accentratrice, che mi pare sia nella vi-

sione di ogni persona democratica cheguardi con animo moderno al nostroStato .

Ma vediamo ora un altro problema:quello relativo al Parlamento europeo.Che rapporti abbiamo con questo organo ?Io mi chiedo se voi riteniate che esistauna centralità del Parlamento italiano an-che in assenza di rapporti con i colleghidell'istituto parlamentare europeo. Cosic-ché abbiamo queste tre grandi lacune :da un lato quella relativa al rapporto Ca-mera-Senato, dall 'altro Parlamento- regionie dall'altro ancora Parlamento nazionale-Parlamento europeo.

Ogni tanto vengo inviato come sup-plente del collega Reggiani nella sua qua-lità di capogruppo, ma sono anche mem-bro effettivo della Giunta per il regola-mento, e pertanto sento da varie latitu-dini queste questioni, ma in realtà non siraggiunge un rapporto organico con ilParlamento europeo. Di tanto in tanto cipiove addosso da parte della CEE unadirettiva; ciò accade anche nella mia stes-sa Commissione . Tali direttive poi diven-tano leggi dello Stato e noi continuiam oa non saperne nulla.

Sono venuto a conoscenza di direttive,inerenti settori molto importanti com equelló dell 'ambiente, che impegna tant ioperatori economici, per caso, in un cen-tro di studi : infatti il Ministero non of-fre alcuna collaborazione a noi parlamen-tari e di conseguenza il Parlamento nonne sapeva assolutamente nulla .

Vi ho parlato di tre centri fondamen-tali: l'Europa, le regioni e la Camera e dil Senato. Quindi, anche nell'ambito istitu-zionale, noi potremmo fare qualcosa dipiù. Non vengo qui a fare proposte speci-fiche che potrò presentare in altra sede ,ma ritengo che questo sia uno dei proble-mi fondamentali che intendo sottoporre al -l'attenzione del nostro Presidente, di cuiammiro il valore e la capacità, e di cuiconosco la sensibilità ; ma evidentementenon si può andare avanti senza che in

ordine a questi problemi si facciano sforzi

seri tali da condurre ad un risultato ef-fettivo .

Ebbene noi abbiamo un Parlamento di-verso da quelli esistenti in quasi tutto i lmondo. L'attuale funzionamento delle Com-missioni legislative deve essere rivisto, poi-ché manca la pubblicità dei lavori, cheè prevista dalla Costituzione. Ai giornalistiche vengono da me a chiedere che cosa èsuccesso in Commissione io rispondo d ileggere il Bollettino delle Giunte e delleCommissioni parlamentari. Essi mi rispon-dono chiedendomi a loro volta come mainelle Commissioni non possano essere pre-senti sette o otto giornalisti . Non è affattovero che il popolo italiano non si inte-ressa a ciò che avviene in Parlamento ! I oso che Radio radicale (di cui desidero fareampio elogio) viene ascoltata da milionidi persone. Questo posso dirlo perché an-che quando mi sposto su una delle macchi -ne che la Camera mi mette a disposizionenella mia qualità di presidente della Com-missione lavori pubblici, sento che l'autist aascolta Radio radicale; ma so che questaemittente viene ascoltata da molta gente.Anche se è vero che il Parlamento vieneconsiderato un luogo dove non si decid eniente, almeno il cittadino si diverta adascoltare come altri cittadini italiani af-frontano le varie questioni e ne discutono !Ebbene, se si facesse qualcosa di similesul piano dell ' informazione - sia per l 'aulasia per le Commissioni - ne guadagnerebb enon dirò il prestigio sul piano della deci-sione, perché probabilmente si considererà ,sempre che noi siamo legati alle satrapi edei partiti, ma per lo meno si avrebbe lasensazione che discutiamo seriamente e i n

buona fede. Talvolta le Commissioni - co-me ad esempio quando si è discusso i lprogetto di legge sull'azienda delle ferro -vie - hanno la possibilità di pubblicizzarele loro sedute attraverso la televisione a

circuito chiuso; ma queste sono eccezion ie l'eccezione conferma la regola : è invecela regola che io desidero, non l'eccezione !

Non è possibile che là dove ve ne sia l apossibilità - ed è stata una cosa moltopositiva - di dare uno studio privato abuona parte dei deputati, non si trovi poi

il modo di reperire delle aule per le Com-

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missioni che consentano ai giornalisti diessere presenti .

Onorevoli colleghi, siamo chiari : se ladisprezziamo, se riteniamo che bastino trerighe di giornale - mentre la presenza de igiornalisti nelle tribune, come in questomomento, è più che scarsa - se riteniamoche questo debba essere il Parlamento ,non risolviamo nulla. Sono sicuro che sele Commissioni fossero aperte alla stam-pa, sempre, specialmente quando si svol-gono le interrogazioni e le interpellanzecioè la richiesta di notizie da parte deiparlamentari, otterremmo molto di più .Non lo dico a difesa della stampa, m adel popolo italiano e dell 'opinione pub-blica, che desidera queste informazioni .

Per non abusare eccessivamente delmio tempo devo affrontare ora un altroproblema di fondo, sul quale voglio es-sere molto chiaro, cioè il problema - d icui la relazione si occupa soltanto in du eperiodi - della moralizzazione della vit apubblica . Mi sarei aspettato che in questodibattito si fosse discusso di questo, per-ché alla fine è possibile che per tre oquattro Freato dobbiamo essere tutti in-criminati ? È possibile che si debba river-sare su tutta una classe politica una po-sizione che è certamente di una mino-ranza ? È possibile che una classe parla-mentare debba rimanere inerte rispetto aquesto ? E noi dovremmo autoflagellarci ?Io mi ribello - e credo di averne tutti ititoli per poterlo fare - e ritengo ch equesta autoflagellazione sia un grave er-rore, né credo che tutte le questioni, ch eadesso sono poste in luce al Senato, cosìcome stanno andando avanti, potrannorisolvere un problema assai serio, che vamolto al di là dei modi tecnici e teorici ,in cui è impostato perché quando si vaa verificare i patrimoni dei padri, dellemadri e dei figli dei parlamentari, si tro-veranno controfigure in gran numero cherisolveranno tutti i problemi dei singoli ;si arriverà poi sino al punto di stabilir equanti milioni i singoli potranno ottenerelecitamente, così che molti dei presenti ,che non prendono neppure un centinaiodi migliaia di lire, avranno il diritto dichiedere questi milioni ! Questo accadrà !

Credo che sia il caso di cominciare a

combattere una battaglia per mettere inevidenza che la maggioranza dei parla-mentari è onesta. E non parlo solo deiparlamentari della sinistra, di cui rico-nosco l 'onestà, ma anche di coloro chenon sono di sinistra, che non sono menoonesti . Naturalmente i deputati della si-nistra hanno forme organizzative che l iagevolano nel loro impegno di essere one-sti, mentre gli altri devono trovare altreforme organizzative, ma l 'onestà è larga-mente diffusa e se vi è una minoranza ,come in ogni categoria, che è disonesta ,non è giusto coinvolgere, generalizzando ,tutta la classe politica.

E bisogna che questo problema sia og-getto - non solo in occasione del bilan-cio - di una larga discussione, né devonoessere i quattro segretari dei partiti dell amaggioranza a decidere queste cose; ionon accetto che siano essi a farlo: questecose devono essere decise nel Parlamentocon una mozione, (Applausi), prima chele decidano Craxi, Longo. . .

DE CATALDO . . . .Spadolini e Piccoli !

SULLO. Mi pare che non sia assoluta-mente necessario avere da questi quattronostri illustri amici il dossier di moraliz-zazione. Mi pare che questo sia fondamen-tale per quanto ci riguarda e per quantopersonalmente mi riguarda. Credo di po-terlo dire con molta tranquillità .

E veniamo adesso ai problemi nostri .Devo dare atto alla Camera di aver fattomolti progressi . Da quando sono entratoalla Camera (e ci sono entrato tanti etanti anni fa, anche se sono stato treanni assente, poiché una volta non m isono presentato alle elezioni), sono stat ifatti molti progressi in ogni senso, e dob-biamo essere fieri di una categoria d ifunzionari che sono di altissimo livelloe di una categoria di non funzionari, mol-ti dei quali lavorano molto bene. Oggi ,per la verità, non ho capito come si vo-glia organizzare la nuova Camera . Si vuo-le abbandonare il sistema tradizionale, manon si spiega come ciò possa essere fat-to. Devo dire che vi sono molti settori,

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anche nuovi, ai quali bisogna fare glielogi, da quello dei Servizi di resoconta-zione (diciamoci la verità : in quale altroambiente si può trovare un resocontostenografico immediato, già pronto il gior-no dopo ? Neppure al Senato questo av-viene !) a quello, ad esempio, del centroautomatico di documentazione . Abbiamoil Servizio delle Commissioni e abbiamoil Servizio studi, che fa tutto quello chepuò. Molte cose devono essere fatte, manon c'è dubbio che la base di partenzadebba essere la considerazione dello sfor-zo compiuto da questo gruppo di nostr idipendenti . E mi pare che da quando c 'èstato l'attacco (che poi, stranamente, vie-ne mosso soltanto ai dipendenti della Ca-mera e non a quelli del Senato, e non s icapisce perché) qualche anno fa (ma co-munque prima che fosse Presidente dellaCamera l'onorevole Iotti, quindi sicura-mente più di due anni fa) ai dipendent idella Camera, esiste quasi il timore d itrattarli bene. Io sento che nei dipendent ivi è la preoccupazione che noi deputat inon sappiamo apprezzarne gli sforzi . Visono molte cose nel loro ambiente ch enon vanno, vi sono molti scontenti; tuttociò è stato registrato anche nella relazio-ne dei questori, e di questo sforzo d iautocritica do loro atto. Io spero chel 'autocritica non si fermerà alla documen-tazione, perché vorrei dire che dobbiamoin primo luogo riconoscere che, dal Se-gretario generale all'ultimo commesso (na-turalmente, non dico che tutti i commessi

siano bravi o che tutti i funzionari sian obravi : non mi pare che questa afferma-zione sarebbe opportuna), si sta compien-do uno sforzo notevole. Tuttavia, bisognafare molte altre cose, aprendo la stradaa concorsi che non siano soltanto per giu-risti. Tanto per fare un esempio, vogli oricordare che sono andato in Gran Bre-tagna con la delegazione della Commissio-ne lavori pubblici, ed abbiamo dovuto

pagare non so quanto per gli interpreti .Ebbene, quando alla Camera deve venir euna delegazione straniera, dobbiamo an-

dare a pagare interpreti esterni, perchénon ci sono concorsi per interpreti, nonci sono concorsi specializzati . La consu-

lenza, per ciò che riguarda settori che nonsiano strettamente giuridici, non esiste .Forse nel settore economico abbiamo

qualche cosa, ma poco. Evidentemente, è

necessario rinvigorire il settore studi, an-che se la colpa di queste carenze non ri-cade certamente sul settore studi . Da que-sto punto di vista, vorrei dire, però, che

se ci poniamo in una prospettiva critica

facciamo benissimo ; ma ci possiamo por-re da questo punto di vista critico solo s e

facciamo l'elogio di ciò che è stato fatto .

E dobbiamo farlo con spirito di modestia

e con spirito di modernità, ma dobbiamofarlo nella sede giusta, nella sede com-

petente .

Credo opportuno concludere rapida-

mente, a questo punto, per dar modo

al collega di prendere la parola . Voglio

dire ancora soltanto questo: mi pare che

vi siano stati dei momenti nella vita della

nostra Camera in cui, effettivamente, la

« gruppocrazia » ha prevalso, anche se no n

si può dire che abbia prevalso sull'indivi-

dualismo. Io non sono un deputato il

quale ammiri l'individualismo ad oltran-za e ritengo che i gruppi che non sannovalutare il valore del singolo alla fine du-

rino poco. Occorre una giusta contrappo-sizione tra il valore del gruppo ed il va-lore della persona. Perciò va capita quel-

la reazione, forse eccessiva, che in questi

ultimi tempi si va manifestando in sens o

individualista .

Vorrei raccomandare a tutti i colleghi

di tener conto che il valore del partit o

è notevolissimo, ma che il maggior valore

è sempre quello della persona, che è lo

unico elemento che può dare forza a d

una società che vuole essere il più possi-

bile aperta all ' influenza delle masse (Ap-

plausi - Molte congratulazioni) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlare lo

onorevole Teodori. Ne ha facoltà .

TEODORI . Signor Presidente, colleghi

questori, colleghi deputati, dopo l'appas-sionato intervento di un costituente, l'ono-revole Sullo, vorrei riprendere il discors o

in un'aula relativamente affollata - for-

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se è affollata perché ci avviciniamo a lmomento liturgico della votazione -, làdove . . .

PRESIDENTE . Direi che lei è moltoottimista, onorevole Teodori, nell 'afferma-

re che quest'aula è affollata ! Lo è solo

più di stamattina .

TEODORI . È affollata relativamente aquesto dibattito, in quanto mi pare chesiamo passati dalla presenza di qualch ecollega alla presenza di qualche decinadi colleghi . Dicevo che devo riprendere i l

mio discorso in questo dibattito, che ne-gli anni passati aveva offerto l'occasion eper affrontare in questa sede problem iistituzionali e costituzionali, da un accen-no - che condivido - del collega Sullo, eprecisamente là dove egli diceva che s iparla molto di « questione morale » e dimoralizzazione ; quella moralizzazione no ivogliamo, esigiamo, proprio per la pre-sunta - ormai soltanto presunta - centra-lità del Parlamento, che non sia preoc-cupazione solo dei quattro segretari dellamaggioranza, o peggio, Sullo, dei quattro

delegati dei segretari della maggioranza .Se non ricordo male si tratterebbe d i

Massari, Ungari, Balzamo e non so chi al-tro che stanno in una stanza a fare pro-fessione di moralizzazione o di moralizza -tori; ma chi moralizzerà i moralizzatori ?

Riprendo da questo punto il mio in-tervento per toccare alcune questioni d i

carattere istituzionale, questioni che han -

no a che fare con il Parlamento anche senon sono strettamente legate ai problemiinterni di organizzazione della Camera cui

è dedicata la relazione dei questori . Que-

sta prassi - che in passato è stata positi-va - non deve, a mio avviso, essere la -sciata cadere quest'anno, anche se il cli-ma, o i tempi, o la sfiducia crescente c ihanno portato questa volta ad un di-battito di gran lunga meno teso e menopregnante di quello svoltosi negli anni

precedenti .Si discute - o meglio discutono i quat-

tro delegati dei segretari dei partiti dellamaggioranza - di cose che voi conoscet e(le sentiamo ogni giorno) : anagrafe dei

parlamentari, inquirente, controllo sui par-titi e sulle finanze dei partiti . Direi chesi tratta di un altro gioco sulla pell edel popolo italiano, sulla pelle dei citta-dini. Certamente, infatti, questi problemisono di un qualche rilievo, tanto è vero(lo ricordava questa mattina il collegaDe Cataldo) che noi radicali fummo i pri-mi a voler buttare a mare la Commissio-ne inquirente (e sappiamo quale rispostaci sia stata al riguardo) ; che presentam-mo, inoltre, all'inizio della legislatura, unaproposta di legge sull'anagrafe parlamenta -re; che siamo stati in prima linea su iproblemi relativi al finanziamento pub-

blico dei partiti, tema che ha rappresen-tato un momento fondamentale della no-stra iniziativa, con quel referendum del1978 che rivelò per la prima volta in ma-niera clamorosa quale fosse il sentimentodi gran parte degli italiani nei confront idel modo in cui i partiti amministrarono!e proprie cose (Ernesto Rossi avrebbedetto la propria « roba ») .

Se queste riforme (anagrafe, Commis-sione inquirente, controllo dei partiti) sa-ranno attuate, daremo loro il benvenuto .Ma non illudiamoci ! Non diamo a bereal popolo italiano quel che non è . So-no riforme di facciata, una sorta di bellet-to che la classe politica vuole mettere ase stessa. Non illudiamoci, dicevo, che ilproblema della moralizzazione sia di que-sta o quella riforma, pur utile ma certa -mente marginale . Ripeto, non illudiamo-ci, perché oltre ad illudere noi stessi illu-deremmo la gente, cosa ancora più grave .Tutti sappiamo - anche questo sembra or -mai diventato un discorso ripetitivo e con-sunto - che la questione morale è la que-stione politica di questo paese. E la que-stione morale verte sulla natura del po-tere, sulle modalità di formazione del po-tere; e non è certo con questo o quel-l'accorgimento che intaccheremo tale na-tura ! So di non dire una cosa originale,ma è pur necessario ripetere che la que-stione morale è la questione politica, cioè ,è la questione di fondo di questo paese, i lquale ha una classe dominante (preferiscousare questo termine, rispetto a quello d i« dirigente ») che con continuità ha gestito

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e gestisce questo paese da trentacinqueanni. Dunque, la questione morale è laquestione politica del ricambio della clas-se politica, è il problema politico dell'al-ternanza e dell'alternativa, che, comun-que, da qualsiasi angolo la si osservi, èfattore costituente della stessa democrazi apolitica, che non esiste se non vi è uncambiamento di gestione politica, di clas-se dirigente .

Ripeto, so di ripetere cose già dette ,ma è pur necessario affermarle nel mo-mento in cui gli uffici di pubbliche rela-zioni o i giornali accondiscendenti si ac-contenteranno che cada questo o quel mi-nistro, magari questo o quel portaborse d iministro o, ancora, saranno paghi dell'in-troduzione di qualche belletto marginale .La questione è la natura del potere, l anatura sistematica del potere, le modalitàdi formazione di tale potere, di conferma,di espansione e di autorafforzamento dellostesso .

Nel momento in cui lavoriamo su que-sta ipotesi, che forse siamo soltanto noia mettere in dubbio nel Parlamento, mache certamente la gente, i cittadini ita-liani, sentono come fatto essenziale ; nelmomento in cui puntiamo il dito sulla na-tura del potere, sui meccanismi di forma-zione e di autoperpetuazione della classedirigente, giungiamo immediatamente alcuore della questione, che è rappresentatodai partiti, da quello che negli anni '70e negli anni '80 i partiti materialmenterappresentano in rapporto con la gestionedel potere .

Credo che proprio in sede parlamen-tare, in una sede nella quale dovremmooccuparci di problemi di rappresentanzadella società nelle istituzioni parlamentari ,cioè di corrispondenza tra paese e Par-lamento, dobbiamo spostare l 'attenzionesui partiti, perché essi rappresentano ogg iil nodo centrale del problema del poterein Italia. Ha scritto ieri su La stampa ungionalista che certamente non è rivoluzio-nario, ma un laico moderato piemontese(mi piace citarlo, è Vittorio Gorresio) :« Il punto di fondo della questione mo-rale è ben altro. La causa prima della cor-ruzione pubblica è da vedere proprio nel-

l'enorme prepotere anticostituzionale delsistema partitico, tanto che ogni provvedi -mento, che finanziandolo, è diretto a con-solidarlo non risolve, ma aggrava, la que-stione morale » . Questo autorevole giorna-lista, attento commentatore degli affari ita-liani, usando termini che sembrano uscitidalla bocca di un radicale, arriva ad affer-mare che il potere dei partiti, con la cor-ruzione pubblica, ha assunto addirittur aun significato anticostituzionale . Credo al-lora che riprendere, nella nostra sede par-lamentare, una polemica antipartitocraticanon significhi fare qualcosa che è fuoriluogo o che possa essere classificato con

un 'etichetta di destra. Tutti sappiamo ch e

la polemica antipartitocratica è nata i nItalia da alcune sponde – e voglio ricor-dare il grande costituzionalista moderatoMaranini –, ma oggi la sinistra, le forz e

autenticamente di rinnovamento e liberal i

del nostro paese farebbero male se no nriprendessero, come nodo centrale dellaquestione politica e della questione morale,

un'intensa e dura polemica antipartitocra-

tica. È vero che storicamente la nascita

del partito moderno di massa ha rappre-sentato, tra la fine del diciannovesimo e

l'inizio del ventesimo secolo, un fatto di

grande avanzamento della democrazia, so-prattutto per quanto riguarda il movi-mento socialista e marxista ed anche il

movimento cattolico, rispetto alla demo-crazia dei notabili . È certamente vero che

per mezzo secolo i partiti hanno rappre-sentato un grande passo avanti per la de-mocrazia, consentendo di immettere ne i

sistemi di democrazia masse altriment i

escluse. Ma è altrettanto vero – e sarebb e

dar prova di cecità ignorarlo – che ogg i

si è ormai verificato in politica quell'ef-fetto che Ivan Ilich ha analizzato a pro-posito dell'istituzione sanitaria e di quell a

scolastica, concludendo che al di là di

una soglia la stessa istituzione diventa con-troproducente e non svolge più quelle fun-zioni in vista delle quali era stata creata .

Ebbene, credo che i partiti, nell 'attuale

situazione italiana, nell'ultimo decennio o

ventennio, non rappresentano più quelgrande passo in avanti che rappresenta-

vano all 'inizio del secolo, in Italia e negli

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altri paesi sviluppati, ai fini della canaliz-zazione della domanda politica, ma rappre-sentano invece un diaframma tra l'espri-mersi della domanda politica popolare edei cittadini e la sua rappresentazionenelle istanze democratiche e parlamentari .

Allora, riprendere la polemica antipar-titocratica significa fare qualcosa che ser-ve la democrazia, la democrazia parlamen-tare, perché in questo Parlamento - loricordavano i colleghi del mio gruppo ch esono intervenuti, ma lo ricordavano an-che i colleghi di altri gruppi - anche s ediscutiamo questioni ad esso inerenti, i lrapporto tra singolo deputato e gruppo ,tra gruppo e Assemblea e, in generale, i lfunzionamento di questa Assemblea, i nrealtà ci scontriamo sempre con il nododi origine, che è quello dei partiti, cu isono strettamente legati i gruppi e cui,in una maniera o nell'altra, è ricondottaanche l'attività del parlamentare, che vie-ne in qualche misura vincolata e condi-zionata.

Non è quindi fuor di luogo proprio inquesta Assemblea, in questa occasione, ar-rivare al nodo del problema, rappresen-tato dalla questione morale, che in que-ste settimane si va tanto agitando . I par-titi hanno sempre più assunto una fun-zione di monopolio, certamente nella pre-parazione delle liste elettorali, cioè nellaformazione delle rappresentanze istituzio-nali oltre che in altre due funzioni che

sono ad esse strettamente legate e com-plementari, quali quelle dell'informazion epolitica e del finanziamento pubblico .

Non voglio addentrarmi ulteriorment ein questi problemi, ma solo trattarne unaspetto, che è quello del rinnovamentodella classe dirigente e in particolare dellarappresentanza parlamentare, di cui i par-titi oggi costituiscono la canalizzazione e dil necessario diaframma.

Se è vero, come ho detto all'inizio, chealcune delle riforme di cosiddetta moraliz-zazione, di cui si va cianciando in quest igiorni, possono avere soltanto effetti mar-ginalissimi di fronte alla fondamentalequestione politica del rinnovamento e del-l 'alternativa, credo che ci sia un'altra que-stione - anche questa non risolutiva ma

importante -, della quale si è discusso

poco in queste settimane e in questi me-si; intendo riferirmi al sistema elettoralein rapporto alla crisi istituzionale .

Su ciò intendo centrare il mio inter-vento forse perché oggi a freddo ne trat-terò con pochi ascoltatori, alcuni attenti ,e forse - come diceva il collega Sullo -attraverso le onde di Radio radicale puòesserci una trasparenza in questo nostrodibattito, che suscita interesse nel paes epurché ci sia un 'adeguata informazione .Dicevo che voglio ostinatamente trattar edel sistema elettorale, perché non vorre itrovarmi nella mia futura attività di de-putato di fronte a qualche terremoto ch eprima o poi può scoppiare e di fronteal quale saremo costretti ad occuparc idelle questioni elettorali in situazioni d iurgenza e di necessità . E preferisco farlooggi molto a freddo, se volete anche i ntermini di ipotesi di studio, perché è pre-vidente quella democrazia che sa porrei problemi che sono maturi nella coscien-za, o sa portare a consapevolezza proble-mi che sono diffusi, magari ancora no nespressi, che sa trovare delle soluzioni ,e che non si fa cogliere impreparataquando arrivano le bufere .

Io so che non si può parlare del si-stema elettorale, perché si tratta di unaspecie di tabù. È, un tabù - lo diceva ilcollega Sullo - per i colleghi e compagnicomunisti, ma direi che forse è un tabùper tutti noi . Muovere gli equilibri, toc-care qualcosa che in passato ha generat omomenti di estrema tensione e di gran -de conflitto in questo paese è un tabù ,e ne siamo tutti paralizzati; ovvero, nonsolo ne siamo teoricamente e praticamen-te paralizzati, ma siamo forse in una cer-ta maniera conniventi, perché gli equili-bri che si creano attraverso certi sistemielettorali, gli equilibri di potere che s icreano individualmente o collettivamente ,non debbono essere toccati ; ed allora oc-

corre vivere quietamente, e lasciare le si-tuazioni come sono .

I sistemi elettorali sono sistemi di rap-presentanza di situazioni esistenti in un

determinato paese. Sappiamo che il siste-ma elettorale italiano, dal 1948 ad oggi,

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è rimasto sostanzialmente immutato nellesue caratteristiche - scrutinio di lista ,proporzionale (ma su questo punto torne-remo, per vedere di che tipo di propor-zionale si tratti), definizione di collegi i nmaniera direi quasi storica - ; direi chela nostra è la sola esperienza democraticache io conosca in occidente nella qual eil sistema elettorale, dal 1946 ad oggi, èrimasto sostanzialmente immutato . Certo ,ci sono state piccole variazioni, com equella del collegio unico nazionale, ch enel 1946 e nel 1948 era formato su listaprecostituita, e poi è stato formato in ma-niera diversa dalle elezioni del 1953 inpoi, con l'utilizzazione dei resti a partir edagli stessi collegi .

Vi è stato il terremoto del 1953, la« legge-truffa ». Io, colleghi comunisti, ap-partengo politicamente e culturalmente, aquella tradizione azionista, radicale, de-mocratica che con Parri, Greppi e Cala-mandrei fu allora decisiva per battere la« legge truffa ». Riflettiamo, allora, sullalegge del 1953 . Perché la « legge-truffa »fu un grave errore, perché fu giusto con -durre quella battaglia per farla cadere ?Perché in realtà costituiva un meccanism oche tentava, attraverso un sistema inge-gneristico, di perpetuare un'egemonia dipotere ed una maggioranza che non tro-vavano più consenso nel paese . Nel 1952la democrazia cristiana, che aveva otte-nuto la maggioranza assoluta nel 1948, eche aveva visto nei primi anni '50 scema-re questo consenso, tentò, attraverso que-sta operazione di ingegneria elettorale, l a« legge truffa », di perpetuare una situa-zione che non era più quella reale .

Ed allora riflettiamo sul 1953 . Nel1953 la legge non era una truffa e nonera lecita in quanto a una determinat amaggioranza cii partiti « apparentati » da-va un premio che permetteva a quell amaggioranza di consolidarsi, ma in quan-to puntava, attraverso un 'operazione arti-ficiosa, a ricreare una situazione che no nesisteva più, perché i tempi del 1948 era -no passati, e così era passato il tipo d iconsenso del 1948 .

Penso allora che, in termini di leggeelettorale, dobbiamo essere coraggiosi . Bi -

sogna oggi ripensarla, bisogna vedere og-gi se questa legge risponda ancora all eesigenze del paese, ripensarla senza tab ùe senza quelle paure che ci vengono dal1953, o ancora prima dalla « legge Acer-bo », che conferiva ancora più quel pre-mio di maggioranza abnorme che avevafatto da modello al meccanismo predispo-sto nel 1953 .

Bisogna, quindi, ripensarla in manie-ra scevra da questi tabù, perché potrem-mo rinvenire i problemi reali, che oggiil paese si aspetta siano risolti in terminidi rappresentanza politica; e potremmotrovare formulazioni e meccanismi chesiano più rispondenti e che possano inqualche misura colmare la crisi determi-nata da quella frattura tra paese reale epaese legale, tra gente e istituzioni, chetutti noi conosciamo e che ormai sta perdiventare un baratro.

Mi pare che la prima questione da af-frontare sia quella del monopolio, se sialegittimo o meno che i partiti abbiano i lmonopolio della formazione delle listeelettorali ; se debbano essere i partiti -questi partiti italiani, che ormai si son ocostituiti in classe oligarchica, che tutt ooccupa - ad avere (se sia legittimo insenso politico, in senso di aspettativa de-mocratica) il monopolio assoluto dell aformazione delle liste elettorali, cioè ilcontrollo degli eletti ; perché sapete cheil monopolio delle liste e della loro for-mazione significa predeterminare, per l amaggior parte, gli eletti, e quindi pre-determinare, per la maggior parte, la nuo-va classe dirigente o dominante .

Certo, il problema è anche quello dell apluralità delle forme, attraverso cui l adomanda si esprime . Su questo punto anoi radicali non può essere detto nulla ,se è vero, come è vero, che in questi diecianni noi abbiamo attivato i referendum ,non solo e non tanto per portare all'at-tenzione del paese e della classe politic aalcuni temi fondamentali della vita ci -vile, sociale e politica del paese, ma an-che per trovare forme complementari enon alternative all'espressione della do-manda politica.

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Ebbene, penso che la questione sullaquale dobbiamo soffermarci è di togliereil monopolio, e quindi attenuare l'attual esituazione, di formazione delle liste e deicandidati da parte dei partiti . Come ? Lovedremo; ma il problema è essenzialmentequello di capire se i partiti debbano es-sere l'unico filtro, l'unica struttura por-tante, attraverso cui - a tutti i livelli, dal -l'ultimo consiglio circoscrizionale fino alParlamento della Repubblica - il cittadin opuò andare ad occupare responsabilità esvolgere funzioni pubbliche, oppure no.Questo è, a mio avviso, uno dei problemidi fondo .

Altra questione - alla luce della qual edobbiamo ripensare il sistema elettorale -è se sia possibile, e come, restituire aicittadini una parte di quella sovranità cheè stata sequestrata dai partiti .

Colleghi deputati, stiamo attenti a nondimenticare, come molto spesso facciamo ,che secondo la Costituzione italiana du esono le forme attraverso le quali il popol oesercita la sua sovranità; quella nei partitie quella nelle istituzioni . Non è scritto danessuna parte e in nessun sistema è stat omai affermato che le due forme debbonocoincidere, debbono marciare parallelamen •te. Invece, la pratica del sistema eletto-rale e la natura del potere in Italia hann oportato queste due strade a congiungersinel filtro partitico .

Ebbene, colleghi, trovare la maniera perrestituire, attraverso un sistema elettoralediverso, ai cittadini una parte di quellasovranità sequestrata dai partiti credo siaun problema impellente perché, come sa-pete meglio di me, nelle elezioni del 198 0si è accentuata una tendenza già chiara -mente visibile nelle elezioni del 1979 . Vi èormai una massa ingente di cittadini ita-liani (il dieci-dodici-quindici per cento ,non so) che non si riconosce più nellerappresentanze espresse dalle elezioni diogni tipo .

Questo è oggi il fenomeno centrale inItalia. Non possiamo ignorare che tra il1979 ed il 1980 si è registrato un aumentodell'8-10 per cento delle astensioni, deivoti bianchi. È questo il grande partito

italiano e, allora, o una classe politica ècapace di modificare se stessa e di rispon-dere a questa domanda, oppure è inevita-bilmente destinata a soccombere dentroil « Palazzo » .

Preferisco fare oggi a freddo questodiscorso elettorale, rischiando di farlo ap-parire un discorso da tavolino, piuttostoche farlo domani nella bufera . La realtà èquella delle astensioni e dei voti bianchie nulli crescenti ; una valanga. Se andas-simo a votare tra sei mesi probabilmentequesta massa di voti sarebbe raddoppiatao triplicata . Questo è il problema italiano ;potrei molto facilmente prendere lo spunt odal terremoto, dal sud, dalla sfiducia nel-

lo Stato, ma voglio invece considerarequesto problema nello specifico che st otrattando. .

Come si risponde a tutto questo ? Sirisponde davvero con le riforme di bel-

letto, con il comitato di moralizzatori che

moralizzano se stessi ? Si deve rispondere,dicevo prima, in termini di alternativa po-litica, ma anche in quelli di sistema elet-torale e di sistema di rappresentanza, imma-ginando in che misura le tensioni e leaspettative che sono andate deluse in que-sti anni possono essere, anche attravers o

un diverso sistema elettorale, rimesse i n

circolazione per invertire la tendenza .

SICOLO. Mi fai capire quale è la

proposta ?

TEODORI . Sto cercando di enunciareprima quali siano i problemi, per passarepoi ad indicare delle ipotesi di soluzione.

La questione è anche quella di compren-dere come un sistema elettorale diversopossa essere immune dal controllo delle

cosche, delle correnti, dei sistemi e de i

sottosistemi di potere. Sapete benissimo,non devo certo spiegarvelo io perché èsoprattutto la realtà di certi partiti e non

sicuramente di quello cui appartengo, cheil sistema delle preferenze all'interno del -l'attuale scrutinio di lista è uno dei puntidi passaggio, uno dei meccanismi di for-mazione delle correnti dei clan di potere .

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Se succede quello che succede con ilpetrolio, con le tangenti, con tutto il re -sto, che non finanziano più i partiti, m afinanziano le correnti o i personaggi o lecordate intorno ai personaggi, questo ac-cade perché c'è un certo sistema di pre-ferenze all' interno dello scrutinio di lista ,che rafforza questi meccanismi che ten-dono a perpetuare se stessi .

È dunque necessaria, e penso che siamatura, non tanto in quest 'aula, ma nelpaese, una riforma elettorale . Voi sapeteche in Italia una riforma elettorale nonè problema costituzionale, che le leggielettorali italiane non sono state costitu-zionalizzate, voi sapete che è qualche cosa ,forse tra le tante difficili, che non s itrova fuori delle nostre possibilità.

Se quelli prima enunciati erano gl iobiettivi in generale, quali dovrebbero es-sere gli obiettivi in particolare oggi diun sistema più rispondente alla realtà deltempo? Io credo - e lo dico molt oschematicamente - che un sistema nuov odovrebbe rispondere a queste esigenze: inprimo luogo, consentire la pluralità dellaespressione delle forze politiche, piccole egrandi, ma contemporaneamente anch espingere ai grandi raggruppamenti, taliche presentino al paese delle opzioni ri-conoscibili e alternative; in secondo luog orisolvere il problema dell 'accesso alla can-didatura da parte dei candidati al di fuor idei meccanismi partitici ; in terzo luogo,valorizzare i candidati, non strettamentelegati al proprio curriculum di partito, equindi candidati in grado di raccogliere i lconsenso di strati vasti di opinioni e no nesclusivamente poggianti sulle clientele or-ganizzate .

Se questi sono gli obiettivi, al compa-gno comunista che poco fa ha detto : « eallora che cosa proponi ? », io rispondoche non ho qualcosa in tasca da proporre,però qualche piccola idea di riflessionecomune, Pochetti, vorrei darla .

POCHETTI . Non sono stato io che t iho interrotto .

TEODORI . No, mi rivolgo a te perch ései un interlocutore, lo so che non se istato tu.

PRESIDENTE. Si chiama Sicolo, cosìsi può rivolgere all 'interessato direttamente .

POCHETTI . Ripeto, non sono stato io .

TEODORI. No, ma perché tu sai chemi sei simpatico e mi piace discutere d iqueste cose con voi e con te in parti-colare .

POCHETTI . Grazie .

TEODORI . Dicevo che non ho certa-

mente soluzioni in tasca da proporvi e

sarebbe presuntuoso che venissi qui a

scodellare delle soluzioni ; ho scelto di par-

larvi in questa occasione delle ipotesi d i

lavoro, delle cose che vi fanno o che c i

fanno pensare insieme. Innanzitutto vor-rei sgomberare il campo da una questione ,

la questione della proporzionalità, compa-gni comunisti .

Il sistema italiano è proporzionale ? I I

sistema italiano non è proporzionale . È

una falsità dire che ci troviamo di frontead un sistema proporzionale, è una misti-ficazione, come mi suggerisce De Cataldo .Il sistema non è stato mai proporzionale ,perché un deputato del PDUP oggi è co-stato alle elezioni del 1979 81 .000 voti ,un deputato liberale, Sterpa, è costato79.000 voti, un deputato del nostro grup-po è costato 72.000 voti, un deputato de-mocristiano, collega Costamagna, è costat o51 .000 voti, un deputato comunista è co-stato 54.000 voti. Allora siamo in un si-stema che ha solo un certo tasso di pro-porzionalità. Non dobbiamo fare quindidella proporzionalità una specie di idolo,giacché non siamo in un sistema propor-zionale. Un sistema proporzionale è il si-stema tedesco dove c'è quasi una perfett acorrispondenza fra percentuale di voti ri-cevuti e percentuale della rappresentanzain Parlamento. Allora sgombriamo il cam-po dalla proporzionalità, perché non que-sto è il problema .

Il problema non è quello della pro-porzionalità ; il problema è, come dicevoprima, di assicurare i meccanismi che con-sentano le tre cose di cui parlavo : for-mazione delle liste, accesso di candidati

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esterni al di fuori dei circuiti partitici erottura del sistema preferenze-clientela-gruppi di potere-sottogruppi di potere .

Sarebbe forse opportuno cominciare apensare se un qualche tipo di sistemauninominale non sia da riprendere i nconsiderazione. Non vorrei che qui sor-gessero immediatamente . . .

SICOLO. Come in Inghilterra . . .

TEODORI . Abbi la pazienza di farmiterminare il periodo !

PRESIDENTE . Onorevole Sicolo ! Ono-revole Teodori, continui pure. Ricordoche sono iscritti molti altri oratori e quin-di non abbiamo molto tempo a disposi-zione .

TEODORI . La ringrazio, signor Presi-dente, cercherò di essere il più rapidopossibile per tentare di esprimere i con-cetti che ho in mente.

Tento di dire anche al collega Sicoloche le cose sono un , po' più articolatee più complesse di quello che si può pen-sare. Sapevo che quando avrei nominatoil collegio uninominale si sarebbero le-vate delle grida, ma stavo per dire chec'è collegio uninominale e collegio unino-minale. Certo, c'è quello inglese, come di-ceva Sicolo, che non consente a molt eforze politiche, come ad esempio al par-tito liberale, di avere una rappresen-tanza adeguata nella Camera dei Comuni .Ma io stavo per dire che ci può essereun sistema uninominale a doppio turno,e già qui ci poniamo su un altro ordinedi idee, perché questo è un sistema uni-nominale che consente due delle condi-zioni che a mio avviso oggi sono impor -tanti, vale a dire pluralità delle espres-sioni delle forze diverse e, contempora-neamente, il raggruppamento in schiera-menti alternativi ben visibili .

Ma io voglio andare avanti, perchéneppure di questo sarei personalmentesoddisfatto. Infatti, noi dobbiamo ipotiz-zare un sistema che ci riconsenta la va-lorizzazione del candidato rispetto al par-tito, svincolandolo dalla dittatura di

questo, ma contemporaneamente non cifaccia perdere i vantaggi in termini di

proporzionalità e di rappresentanza che

gli scrutini di lista ci consentono .

E allora, perché non si può andare

avanti nel pensiero e dire : collegio uni -nominale, collegio uninominale a doppioturno, collegio uninominale a doppio tur-no e recupero della proporzionalità attra-verso delle liste nazionali in cui si fail calcolo della proporzionalità ? È il si-stema tedesco, non invento l'ombrello ,sono tutte cose ampiamente sperimentate ,sono cose possibili ! Vedete che con unpo' di lavoro a qualcosa si arriva !

Perché dico questo ? Non perché iosia un amante dei sistemi elettorali, cheimmagina tutte le possibili e più comples-se combinazioni, ma perché i sistemi uni-

nominali, corretti dal doppio turno e da

un recupero nazionale proporzionale, sonodei sistemi che consentono al candidatodi essere valorizzato rispetto alla crunad'ago che è il partito, che è il controllo

della formazione delle liste da parte delpartito, e consentono anche quel process oche passa attraverso la pluralità delleespressioni e, contemporaneamente, spin-gono ai grandi raggruppamenti su piatta-forme politiche e su alternative chiara-mente riconoscibili .

POCHETTI . L'iniziativa legislativa è an-che nelle tue mani : perché non presentiuna proposta di legge per cambiare lediverse leggi elettorali ?

DE CATALDO. Presentiamola insieme !

POCHETTI . No, la presenti l'onorevole

Teodori : è lui che ha questa idea ! (L 'o-norevole Pochetti si sposta verso il bancodella Commissione) .

TEODORI . Beh, io . . .

PRESIDENTE . Onorevole Pochetti ! Ono-revole Teodori, procedendo in questo mo-do non esamineremo più il punto dell 'or-dine del giorno che stiamo trattando. Il

suo intervento sta diventando una conver-sazione tra l'onorevole Pochetti, lei e l'ono-revole De Cataldo . interessantissima. e alla

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quale vorrei partecipare anch 'io, ma inaltra sede .

Onorevole Pochetti, io vedo molto ma-le questo suo trasferimento al banco del-la Commissione (Si ride). . ., perché forierodi ulteriori conversazioni private . Onore-vole Teodori, prosegua pure !

TEODORI. Io la ringrazio, Presidente,della sua attenzione molto vigile, di cu ile sono grato, però devo dire che le in-terruzioni, molto gentili, da parte del col -lega Pochetti mi stimolano e le raccolgocon molto interesse, anche perché - comedicevo prima - svolgo qui oggi a freddoqueste considerazioni ad alta voce, rite-nendo che una classe politica che nonvuole soccombere nel proprio isolament odeve pensare queste cose e pensarci intempo, prima che arrivi la bufera . Quin-di, non è detto che tutto questo non pos-sa evolvere verso la presentazione di pro -poste di legge o, comunque, verso unadiscussione comune .

Sicolo, spero che il mio pensiero, cos ìarticolato e anche difficile da esprimersi ,ti sia arrivato : il sistema uninominale, cor-retto con il secondo turno e con un re-cupero proporzionale, serve probabilmentea conciliare le tre esigenze di cui parlavoprima e cioè l'accesso alla candidaturaal di fuori dei partiti, espressione pluri-ma ma anche spinta al raggruppamento .Sono tre problemi sui quali oggi, se inter-pellaste non in maniera clericale ma ba-nale il popolo italiano, lo trovereste pro-babilmente consenziente .

Posso poi esercitarmi anche in altreipotesi, come quella dello scrutinio di li -sta, che può a sua volta andare benissi-mo, sempre che sia corretto in modo taleda rompere il monopolio della formazio-ne delle liste . Il problema, infatti, statutto qui, nel monopolio di formazionedelle liste e nel tipo di preferenze, chesono presupposto e conseguenza delle cor-renti, dei clan di potere e quindi dellemacchine (che magari poi sono alimen-tate a petrolio, a benzina o a non so chealtro) .

Anche il sistema degli scrutini di list apuò essere rotto, come si suol dire, a

monte o a valle. Può essere rotto a mon-te nel momento in cui si introducono leelezioni primarie .

Anche delle elezioni primarie ci scan-dalizziamo facilmente, ma esse - colleghiPochetti e Battaglia - non sono opera-zioni di facciata, di consultazione tra ipartiti . Sono qualcosa di più serio, sono,come diceva Costantino Mortati alla Co-stituente (andatevi a rileggere, colleghi, iProblemi elettorali di Costantino Mortati),quel meccanismo che deve consentire l'ac-cesso alle liste al cittadino esterno al par-tito. Questo, Pochetti, è il problema : nonsi tratta di sottoporre una rosa di candi-dati ai propri iscritti, ma di consentirel'accesso alla lista anche a coloro che no npossono o non vogliono usufruire del ca-nale partitico, ritenendo che si tratti diun canale deteriorato . Come possono, que-sti, accedere alla rappresentanza ? Questoè oggi il problema fondamentale .

Certo, Pochetti, vedo che tu scuoti l atesta; so bene che questo è contrario alpartito leninista. Questo è un problem adi tecnologia di democrazia politica chenon ha niente a che fare con il leninismooriginale .

SICOLO. Negli Stati Uniti, ha parteci-pato alla elezione del presidente menodel 50 per cento degli elettori .

TEODORI . Lo so, ma questo non haniente a che fare con il problema dell e

primarie. Se vuoi, ti posso spiegare mol-to esaurientemente in separata sede laquestione americana .

Le primarie rappresentano quindi un

sistema di rottura a monte della forma-zione delle liste, che oggi è un fatto con-trattuale all'interno del partito, un fattodi tessere, un fatto di clan, di tutte cosedel genere. Questo purché però si tratt idi primarie garantite dal diritto pubblicoed esse non siano intese come fatto pri-vatistico interno ai partiti . Solo cosìavremmo davvero la rottura del sistemaattuale e metteremmo veramente sullostesso piano il cittadino che non è mem-bro del partito o che, pur essendolo, nonha potere all'interno del partito e il cit-

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tadino che ha questo potere : avrebberola stessa possibilità di concorrere allarappresentanza, anche ove si tratti di po-tere del petrolio, delle tessere, dell 'appa-rato burocratico o di altro ancora.

Esiste anche un modo per rompere avalle ed è il sistema che consiste nellapossibilità di votare fuori della proprialista. Vorrei che anche a questo punto s ilevasse qualche alto lamento, visto chesto parlando della possibilità di votare uncandidato che non appartenga alla proprialista, di fare quello che si chiama un pa-nachage . Non sto parlando di un qualcosadi straordinario, perché un tale meccani-smo elettorale è stato in vigore in Italiadal 1919 al 1921 e consentiva, appunto, al -l'elettore di votare la lista A ma di dar epoi la preferenza ad un candidato appar-tenente alla lista B, magari, più simpatico .

Non sto parlando di un giochetto, madi un meccanismo che rompa, Carelli, co ni problemi delle clientele del basso o del-l'alto Lazio, perché incrociando i voti, rom-pendoli a monte con le primarie ed avalle con l'incrocio tra le liste, si esaltanoi personaggi che hanno impatto con l ' opi-nione pubblica e così si infrangono l eclientele, i clan, i giochetti e tutte le cosedi questo genere . Come vedete, colleghi,ci sono tante possibilità ma non voglio te-diarvi ulteriormente; non credo che il si-stema elettorale sia il toccasana ma, i nuna analisi spietata dei meccanismi de lpotere (questione morale e sua autoper-petuazione), nell 'attuale periodo storico ( isistemi elettorali valgono per determinat iperiodi storici, non sono buoni o cattiv iin eterno), la perpetuazione del vigentesistema elettorale è causa e conseguenza

della perpetuazione stessa dell 'attuale si-stema di potere .

Non dovremmo nemmeno spaventarc idi clausole di sbarramento tipo quella esi-stente nel sistema tedesco (del tipo dellapercentuale minima) perché anche questapuò rappresentare una tecnologia demo-cratica che ci porta fuori della palude .Possono esservi clausole nette, con altreforme di recupero per cui tante forze pic-cole trovano la maniera di unirsi ; anchequi non dobbiamo avere tabù. Parlo

come deputato di un partito minore ch enon ambisce ad autoperpetuarsi come ta-le: questa sarebbe davvero la morte nonsolo del mio partito ma anche (come è)di tutta la democrazia parlamentare, incui ogni partito coltiva il proprio orticel-lo con il finanziamento pubblico, con laspartizione della torta, con il 2, il 3, i l5 od il 10 per cento ed avanti ad oltran-za: ecco il sistema bloccato ! Le clausol edi sbarramento devono essere francamentediscusse partendo proprio da noi, dalleforze minori che non hanno vocazione adessere minoritarie o a rimaner tali . Caricolleghi, vi avrò certo annoiati e forsequalcuno mi avrà ascoltato con interess ema, per tornare da dove siamo partiti, ilParlamento difficilmente recupererà la pro-pria centralità (se vogliamo usare questaterribile parola), il proprio ruolo, senzasottrarsi ad una duplice schiavitù, che è

quella, da una parte, della dipendenza daipartiti e, dall'altra, della dipendenza perciascun deputato o gruppo di deputati daicollegi, dalle clientele, dalle « correnti » ,con tutto ciò che comportano di organiz-zazione e degenerazione del sistema di po-tere. Certo, la questione morale oggi no nsi affronta adeguatamente senza un radi-cale cambiamento politico e soprattuttose non si trasformano i meccanismi diformazione e ricambio della classe diri-gente: ecco il punto ! O trasformiamoi meccanismi attraverso cui si forma laclasse dirigente, o tutto il resto, la que-stione morale, rischia di esaurirsi in unbalbettio ! Sapete che il sistema politico

rischia ogni giorno di essere travolto, s e

non lo è già. Voti bianchi, voti nulli :vi sarà un'accelerazione, perché è giànelle cose ; il meccanismo di cooptazionedella classe dirigente è quello che è : olo si infrange, o inevitabilmente il fiumesi ingrosserà . Ho notizia che proprio nel -la cosiddetta capitale d'Italia . . .

CICCARDINI . Come, la « cosiddetta » ?

TEODORI . Nella capitale d'Italia, Cic-cardini: mi spiace che tu sia giunto soloadesso. Nella capitale d'Italia già si ag-gira una cosiddetta destra demenziale (co-

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me la chiama oggi un quotidiano), gi àsi aggirano i Longobardi che escono fuoridal video e questi sono segni importantiche possono travolgerci .

L'ingegneria costituzionale serve poco,anche quella elettorale non dà risultatiapprezzabili, ma se invece adotteremo un a1tecnologia democratica misurata sugl iobiettivi che dicevo prima, credo che que-sto ci possa far compiere un passo avan-ti nell'inversione di quella tendenza dell acrisi istituzionale, che mi pare nessunooggi voglia negare (Applausi dei deputat idel gruppo radicale) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlarel'onorevole Guido Bernardi . Ne ha facoltà.

BERNARDI GUIDO. Signor Presidente,onorevoli questori, entro in questo dibat-tito in punta di piedi e ne uscirò frettolo-samente perché sono quasi sgomento dop ole considerazioni di altissimo respiro fattedai colleghi che mi hanno preceduto . Hoavuto la ventura di ascoltare gli onorevol iSullo e Teodori circa la centralità delParlamento, la sua capacità di leadership ,la sua capacità di autoanalisi, l'individua-zione di mali che travagliano in questomomento la società italiana e che metto-no in forse la nostra credibilità di class epolitica .

Io intendo proporre ai questori un pic-colissimo problema di ordinaria ammini-strazione, quello di una presenza artisticanel nostro palazzo . Ma prima di fare al-cune brevissime considerazioni, anche per-ché ho al riguardo presentato un ordin edel giorno, vorrei raccogliere una consi-derazione dell'onorevole Sullo circa l'one-stà e la disonestà che in questo momen-to si riassume nelle parole « question emorale » . Non sono d'accordo, pur condivi-dendo tantissime preoccupazioni del colle-ga Sullo, nel dividere in settori topogra-fici l'onestà e la disonestà perché, a pre-scindere che anche nella sua accezione piùcomune, la disonestà, è patrimonio nega-tivo di tutte le forze politiche present inel paese, mi pare che vi siano tante di-sonestà e tante onestà . Per esempio l'ac-cettare il giudizio politico del Parlamento,

espresso attraverso la Commissione inqui-rente, quando condanna salvo a respinger-lo quando assolve, non è onestà, comenon lo è dare un « colore » alle toghe deimagistrati a seconda che colpiscano o as-solvano, come non lo è spingere la lottapolitica fino allo sciacallismo politico percombattere le idee o per coprire un vuo-to culturale, e a servirsi di tutto pur didare spallate alla maggioranza .

L'altra osservazione che intendo fare

riguarda l ' intervento dell'onorevole Teo-dori. Egli, pur nella sua lucidissima dia-gnosi, che è stimolante e che ci fa pen-sare, tanto è vero che sarei tentato d ichiedere ai questori di promuovere dell etavole rotonde tra le diverse forze poli-tiche per confrontarsi, dà un giudiziotroppo frettoloso sulla legge del 1953, pas-sata alla storia come « legge truffa » . Nonera una democrazia cristiana in declino d iegemonia che cercava di riprodurla attra-verso l 'escamotage della legge elettorale ,erano già i prodromi di una polverizza-zione delle forze politiche che si sareb-bero riflessi in Parlamento paralizzandolonella sua capacità legislativa. Noi oggisentiamo pesantemente la difficoltà di go-vernare un paese in modo coerente e cri-stallino, tant'è che se oggi si cerca tuttociò, e lo stesso onorevole Teodori propo-neva altre soluzioni, è perché vi è stataquesta impossibilità. Se allora si fosse in-teso correttamente il disegno storico chesovraintendeva quella proposta di legge- De Gasperi non era Acerbo, tanto è ve-ro che la cosiddetta « legge truffa » nonera la legge Acerbo - che dava un premioa chi già avesse conquistato la maggio-ranza e non un premio alla minoranzacome intendeva la legge Acerbo, proba-bilmente oggi non si parlerebbe di « leggetruffa » .

Detto questo, rientro nel mio campi-cello della presenza artistica, onorevoliquestori . Vi sono testimonianze artistichedel passato e testimonianze artistiche delpresente: quanto di questo passato s itrova negli archivi polverosi e negli scan-tinati delle sovrintendenze, dei musei edelle gallerie nazionali e pubbliche, invi-sibili a tanti che vorrebbero goderne ;

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quanto passato dell'Italia, di questa no-

stra vitalissima Italia, con le testimonian-ze delle sue epoche, seicento, settecento e d

ottocento ed ancora più antiche, giac einutilizzato. Un'opera d'arte non può rima-nere al di fuori della città, della godibi-lità del destinatario del messaggio arti-stico del lontano o del vicino artista ch e

ha scolpito, disegnato o che ha scritto su

un pentagramma .Ecco la mia domanda. Noi abbiamo

ancora chilometri quadrati di pareti vuo-te, mentre si accumulano quadri e testi-monianze di questa nostra capacità arti-stica del passato : perché non ci si indi -

rizza sulle gallerie, sui musei, assicuran-done la manutenzione e, ove sia possi-bile, il restauro ? Perché non si prem evincendo resistenze che non hanno null adi politico ma tanto di burocratico ? Tan-te volte siamo noi stessi a denunciare l a

insensibilità di una burocrazia tesa a man -tenere i propri privilegi. Perché non sipreme in modo di dotare il Parlament odi queste opere ? Passano da noi centi-naia di migliaia di studenti i quali ascol-tano la storia dei nostro palazzo e dell e

nostre istituzioni : perché non mostrareloro anche questi capolavori che non son ofruibili soltanto nei musei, ma attualmen-te sano nascosti, mentre possono essereresi accessibili alla loro giovane intelli-genza nei nostri palazzi ?

Questo è il primo punto . E veniamoal seconda che riguarda la testimonianzapresente . L'artista, onorevoli questori, èun sismografo più sensibile di altri nelregistrare nella propria opera e nel tra-durre sulla carta, nella tela, sul marmoo sul pentagramma i terremoti violentiche scuotono una società, culturalmente ,politicamente e socialmente ; è un sismo-grafo, è una testimonianza di un'epocache non può andare perduta .

Ebbene, perché il Parlamento - che è

la sintesi suprema anche di questi valor ie che, per propria deformazione professio-nale, è solito parlare soltanto di culturanel senso politico e sociale - non riatti -

va la Commissione per l'acquisto di ope-re d'arte, scegliendo fra gli artisti di og-gi, fra i più validi testimoni del nostro

tempo (non certamente tra i tanti imbrat-tatele che magari portati su da propa-gande mercantilistiche pensano di passareper pittori e di mettere un cappello sulsedile della storia), dando testimonianzadel suo interesse culturale andando aldi là del proprio angusto confine del di-battito politico, amplissimo nel senso piùnobile della parola, ma troppo professio-nalizzato ?

La mia è una proposta che credo cost ipoco alla Camera ; si tratta di pochi mi-lioni che potrebbero rendere un servizioalla cultura italiana molto più grande d iquanto potremmo fare attraverso tanti di -battiti .

Questa è la mia piccola proposta ch eho trasferito in un ordine del giorno .

In punta di piedi, come sono entratoin questo dibattito, così ora ne esco. Gra-zie (Applausi al centro) .

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleBernardi. Più tardi metteremo in votazio-ne il suo ordine del giorno ; tuttavia, find'ora, desidero dirle che ha tutta la miapiena solidarietà per quanto ella ha detto .

Proposta di assegnazione di un disegnodi legge a Commissione in sede legislativa.

PRESIDENTE . A norma del primocomma dell'articolo 92 del regolamento,propongo alla Camera l 'assegnazione insede legislativa del seguente progetto dilegge :

alla XIII Commissione (Lavoro) :

« Proroga dei contratti stipulati dallepubbliche amministrazioni ai sensi dell alegge l° giugno 1977, n . 285, e successivemodificazioni ed integrazioni » (2194) (conparere della I e della V Commissione) .

La suddetta proposta di assegnazion esarà posta all'ordine del giorno dellaprossima seduta .

Trasmissione dal ministrodi grazia e giustizia.

PRESIDENTE. Il ministro di grazia egiustizia - con lettera in data 3 dicem-

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bre 1980 - ha inviato la relazione redat-ta dalla prima commissione referente de lConsiglio superiore della magistratura sul-la « Indagine circa la mancata protezionedel dottor Mario Amato assassinato da iterroristi », relazione trasmessa al mini-stro dallo stesso Consiglio superiore dellamagistratura « per l'inoltro al Parlamen-to » .

Tale relazione è stata stampata e di-stribuita .

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. $ iscritto a parlarel'onorevole Labriola. Ne ha facoltà .

LABRIOLA. Signor Presidente, onore-voli questori, onorevoli colleghi, anchequest'anno, sia pure in termini diversi econ maggiore sobrietà, la Camera dovr à- ed è stato già fatto con molto impe-gno da parte di alcuni colleghi - coglierel'occasione della discussione sul nostrobilancio per tener conto di alcuni proble-mi ormai aperti sul piano istituzionale .Su questa parte del dibattito farò soloalcune brevi osservazioni, suggerite so-prattutto da alcuni interventi ascoltat iquesta sera. Di fronte ai problemi chesono sul tappeto è indispensabile, e forsedoveroso, assumere una posizione di chia-ra responsabilità . I problemi sono moltogravi e riguardano addirittura la leggeelettorale, sulla quale mi sia consentitodi osservare che si tratta dell 'ultimo deiproblemi istituzionali : guai se qualcunoimmaginasse di poter affrontare i proble-mi istituzionali cominciando da quelloelettorale !

Sarebbe come se si volesse confezio-nare un vestito non a misura di chi l odeve indossare, ma invertendo il rappor-to ! La legge elettorale si modella su unequilibrio sociale e politico già configurat oe non può intervenire su di esso dal-l'esterno. Questa osservazione la vorre irivolgere al collega Teodori, perché nonmi pare che egli tenga canto, nelle os-servazioni che ha mosso, di alcuni dat iimportanti che invece entrano nel dibat -

tito aperto sui temi istituzionali . Il primodato è che proprio nel momento in cu iil maggior partito di opposizione lanciala proposta di un'alternativa democratica- e nella discussione di oggi al comitatocentrale comunista, con alcuni intervent imolto chiari questa proposta è stata resaancora più evidente, netta e significativa-, proprio in questo momento, dicevo ,affrontare la questione della riforma elet-torale, quasi a configurare un'opzione d ischieramenti, con un modello che si ispiria culture e ad esigenze di paesi diversidal nostro - per essere ancora più chiarial modello francese - mi sembra cos acontraddittoria e pericolosa per lo stessodisegno politico che è alla base della pro -posta avanzata dal partito comunista . Ag-giungo che se qualcuno ancora avesseavuto dubbi sulla necessità di prudenza edi senso di responsabilità sulle questionidella legge elettorale, questo dubbio l 'a-vrebbe perduto di fronte al significato eall'eco che ha suscitato un convegno pa-trocinato dall'istituto di cultura francesee dall'ambasciata di Francia proprio suquesta particolare questione . Da quel con-vegno, e dal senso del discorso sviluppa -tosi, altro non possiamo ricavare se nonciò che ci siamo permessi di dire in anti-cipo, vale a dire che una riforma eletto-rale è possibile solo nella fase conclusivadi un discorso sulle istituzioni, fatto inmodo da raggiungere una serie di con-sensi che travalichino largamente la logicadi una maggioranza di indirizzo e abbrac-cino tutte le forze, sia per quantità, si aper qualità indispensabili per praticare unintervento sulle istituzioni, che consent aun rafforzamento e un rilancio della Re-pubblica, non già una sua debilitazione .

Anche il tema della mòralità è un te-ma molto male affrontato attraverso l'im-magine di una riforma elettorale . Chesenso ha isolare nel tema delle preferenz euna delle ragioni che suscitano maggiorepreoccupazione per i problemi della mo-ralità della classe politica ?

Come se, eliminando o in qualche mo-do attenuando la gara tra i candidati ,che in alcuni partiti diventa rissa pesan-te e, quindi, richiede forti risorse, con

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quel che ne consegue, noi potessimo nu-trire qualche speranza di risolvere i pro-blemi della moralità della classe dirigen-te ! Come se questo non significasse, casomai, per quei partiti che soffrono di que-sti mali far arretrare la contraddizionedella raccolta delle preferenze rispetto allaraccolta dei consensi per la composizion edelle liste e per l'ordine di lista, quasi ch ele contraddizioni che si avvertono nella so-

cietà non fossero poi più temibili qualorasi trasferissero all'interno dei partiti, ulte-riormente complicandone la vita internaed inquinandone fino in fondo il tessut oconnettivo e le regole organizzatorie !Come se, staccando ancora di più l'elettodall'elettore si ottenesse la soluzione deiproblemi del distacco tra quello che s idefinisce, con termine giornalistico, « i lPalazzo » e l'opinione pubblica ! I colle-ghi che pensano a questo tipo di solu-zione, del tutto insufficiente, del tutt oinadeguata, addirittura contraddittoria, nontengono conto che non di una riformache riguardi un collegio uninominale s itratterebbe, ma di una riforma che ri-guarda uno scrutinio di lista . E, in unoscrutinio di lista, la selezione delle prefe-renze implica un minimo rapporto tra lascelta, l'opzione dell'elettore e la selezion edell'eletto. Inoltre, devo dire con moltafranchezza che questo modo di affrontar ei problemi dello Stato e delle istituzioni ,richiamandosi a nozioni di matrice incer-ta sul piano culturale, come la necessitàgenerica di un rinnovo della classe diri-gente o di nuove regole per la selezion edella classe dirigente, dà molto il sens odi un sapore illusorio, da collegio post -universitario. Tutti noi abbiamo fattoqueste esperienze, e sappiamo bene quan-ta scarsa coscienza culturale, in sensogramsciano, in senso di cultura organica ,sia alla base di queste aspirazioni ricor-renti su generiche questioni di rinnovo ,di rifacimento, di rinvigorimento dellaclasse dirigente .

Le questioni che ci sono di fronte so -no molto più gravi, molto più serie, e dhanno radici molto più profonde . Essenon possono essere affrontate in quest omodo e per questa via : di esse bisogna

prendere atto con grande consapevolezza ,come mi pare stiano facendo tutte l egrandi forze politiche, nessuna esclusa, edi fronte ad esse è necessario misurareproposte generali e soprattutto, proposteche non trascurino la principale delle que-stioni che è di fronte a noi, che è poli-tica . Il problema delle istituzioni, infatti ,è un problema politico ; non è mai, nonpuò essere mai un problema di mera« ingegneria costituzionale », espression etanto brutta quanto incerto e contraddit-torio è il suo retroterra culturale . . .

RUBINO . . . .quanto comune !

LABRIOLA . . . . e ciò che esso sottin-tende in rapporto ai problemi apperti nel -le istituzioni .

La verità è che noi siamo di frontead una modifica profonda dei rapport itra le classi ; siamo di fronte ad un invec-chiamento della classe dirigente e dellasua logica, che finora ha diretto il paese,e siamo anche di fronte ad una crisi dirisposte alternative, perché tanto frequen-te è l 'aspirazione in molte forze politichead una alternativa, ad un ricambio. Que-sta aspirazione trova addirittura sede nel -lo stesso partito di maggioranza relativa .Abbiamo appena letto un'intervista di unodei capi storici meno loquaci, ma piùespressivi della democrazia cristiana, il se-natore Marcora, che esprime un'aspirazio-ne, che io credo giusta, legittima e, so-prattutto, sincera: quella di poter final-mente passare, qualora ve ne siano le con-dizioni, all 'opposizione . Ecco, di fronte aquesto tipo di situazione, che investe tut-te le forze politiche, al di là della facilepolemica giornalistica, abbiamo il proble-ma di trovare sistemi e meccanismi nuovi ,che corrispondano ai diversi equilibri so-ciali e politici del paese. Siamo distantianni luce dalla parola d'ordine della se-conda Repubblica che la destra extra co-stituzionale ha lanciato. Siamo, invece, d ifronte alla necessità di una considerazio-ne nuova dei presupposti di questa Re-pubblica, la quale non ha esaurito la suafunzione storica, ma ha bisogno, semmai ,di alimentarsi di regole nuove, basate su

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princìpi che non sono alterabili, come i lprincipio della rappresentanza e della de-mocrazia politica reale .

Da questo punto di vista, tornando altema del dibattito che ci riguarda, tornan-do cioè al bilancio di questo ramo delParlamento, io credo che si debba in pri-mo luogo confermare con chiarezza (equesta riaffermazione, onorevoli questori ,riguarda anche la vostra opera, verso l aquale, oltre che verso quella dell'Ufficio diPresidenza, noi confermiamo e rinnoviam ola più sincera e piena fiducia) che sonoquestioni politiche e non organizzatoriequelle che ci permettiamo, in modo sicu-ramente sommario e schematico, di sotto -porvi. Bisogna partire da una scelta difondo, che è quella di reagire al tentativodi approfittare, nella revisione delle isti-tuzioni fatta gradino per gradino, pass oper passo, giorno per giorno, dell ' invec-chiamento delle regole politiche ed istitu-zionali per mettere in secondo piano e pe rfar retrocedere rispetto al proscenio i lprincipio di rappresentanza . Voi avete undovere particolare rispetto a quelli che v ihanno preceduto, e sono sicuro che sapre-te interpretarlo fino in fondo : avete il do-vere di sentire che l'attacco al Parlament oè fatto in modo aperto, senza veli e sen-za infingimenti, mettendo in discussione i lsuo ruolo nella composizione degli scontr isociali e politici del paese e nella compo-sizione delle nuove situazioni di equilibri ogenerale tra le classi e nella società . Voi- questori ed Ufficio di Presidenza - do-vete avvertire fino in fondo la necessit àdi reagire (ed in questo avrete l'apportoed il sostegno del nostro gruppo) a que-sto attacco, certamente preordinato alloscopo di far allontanare dal proscenio larealtà istituzionale e politica del principiodi rappresentanza compiuto e portatoavanti da una coalizione di forze, di uo-mini e di energie, più o meno consapevoli .

Noi non ci siamo mai preoccupati -lo abbiamo sempre detto con molta chia-rezza e lo confermiamo anche in questasede - per il fatto che, a parte gli abusi ,le distorsioni, i giovanilismi e le goliardie ,altre forme di democrazia accompagninoe sostengano l'istituto della democrazia

rappresentativa : non è affatto detto, in-fatti, che siano in conflitto . L'istituto refe-rendario non è, in principio, qualcosa chesi opponga o che sia alternativo rispett oall 'istituto di democrazia rappresentativa,se giustamente inteso ed in modo equili-brato realizzato, praticato ed attuato .

Siamo molto preoccupati, invece, di

fronte a proposte ricorrenti sulla neces-sità dell'assunzione di responsabilità poli-tiche generali da parte di rappresentanti

della tecnica e della cultura che, in prin-cipio, non siano espressione di partiti . Taliaffermazioni, quale che sia la ragione ispi-ratrice e quali che siano i motivi che l e

generano, ci fanno ricordare altri tempi ,

nei quali l 'istituto di democrazia rappre-

sentativa non esisteva più e si recriminav acontinuamente la sua cosiddetta « infaust a

memoria ». Sono posizioni culturali molto

vicine . . .Noi avevamo molta preoccupazione, si-

gnor Presidente, onorevoli questori, rispet-to all'immagine - che poi esprime la ver a

ragione di crisi del sistema - di un potere

senza responsabilità . Che senso avrebbe

insediare alla guida generale del paes esoggetti dotati di grandi qualità e di com-petenze personali ma privi di un rapporto

reale con le classi sociali e privi del fon-damentale vincolo che deve avere chi eser-cita un potere, quello cioè di dovere epotere sempre rendere conto del potere

esercitato, con un Parlamento relegato a d

una funzione di controllo, di spettatoreinerte, rispetto ad un gioco che si svolgeal di fuori di esso e contro di esso ?

Noi dobbiamo reagire a questo e stu-pisce - lo devo dire con fraterna fran-chezza - che, a parte la convenienza quo-tidiana delle polemiche fra i partiti, pro -

poste di questa natura, che negli ultimigiorni hanno avuto notevoli sottolineature,ed una cultura di questo tipo non abbianosuscitato subito una ferma reazione ed

una rigorosa opposizione da parte delleforze della sinistra e delle forze democra-tiche nel loro insieme . Che significa Go-verno di tecnici ? Che significa Govern oscisso dai partiti, scisso dal Parlamento ?

Vogliamo menzionare il Governo fran-cese ? Quali che siano le lobbies, o quelle

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che ingenuamente qualche segretario digrande partito continua ad evocare, o daltre più sostanziali e reali, che dovreb-bero esprimersi in questo Governo, l'esem-pio francese sta a dimostrare, in questacondizione, quale sia il ruolo assegnatoalla sinistra: quello di garantire una par-venza di opposizione, senza poter mai as-surgere alla direzione politica del paese .Questo perché nelle lobbies e nei ruol inei quali la tecnica sostituisce la politic ail potere è scisso dalle responsabilità e duna forza vera della sinistra non sar àmai in grado di assumere, in modo orga-nico e permanente, la direzione politicadel paese e quindi regolare con il prin-

cipio della democrazia gli scontri e le lott etra le classi .

Non vi è ragione di non reagire a cer-te affermazioni, solo perché esse sono fat-

te da persone che meritano molto rispetto ,

per le qualità personali e per la moralit àdella loro azione politica complessiva . An-zi, proprio per l'autorità della sede dallaquale sono rinnovate queste indicazioni e

questi inviti, a maggior ragione, con mag-gior forza e maggior disinteresse di par-te, bisogna reagire ed opporsi, ora e su-

bito, prima che questi possano acquistar eradici ed ottenere consensi più diffusi diquanto non avvenga nel momento in cuila crisi delle istituzioni si verifica .

Detto questo, siamo dell'idea che i lParlamento debba guardare i suoi mal i(perché ne ha) e decidere le terapie, per

quanto esso possa fare, poiché vi sonocompiti che spettano alle forze politiche ,ciascuna delle quali deve adempiere agl istessi senza pensare di scaricarli sul Par -lamento. Ma il Parlamento può senz'altrofare la sua parte . Può farla per eliminare

i suoi mali ed anche per rafforzare i suo istrumenti .

Sui mali del Parlamento svolgerò sol -tanto alcune osservazioni relative all'attua-le stato dei lavori della Camera. Il nostroPresidente merita un riconoscimento, e no iintendiamo confermarglielo volentieri . Par-

lo di conferma, poiché già glielo abbiamodato e già abbiamo avuto occasione d iesternarlo .

Il riconoscimento che si deve al nostr oPresidente è non solo quello di aver pre-sieduto i lavori di questa Camera consaggezza, equilibrio e rispetto alto dellefunzioni del Presidente della Camera, m aanche di aver sottolineato con forza edin modo continuo la necessità di dare aquesto ramo del Parlamento un regola-mento adeguato ai tempi e ai doveri d iun Parlamento in un momento di gravecrisi .

Non si tratta tanto di aprire o pro -seguire una disputa sulla modifica delregolamento del 1971, se debba essereuna novella, se debba concretizzarsi insingole modifiche, se sia da mettere indiscussione l'accordo Andreotti-Ingrao d iallora, o altro .

Il problema è diverso . Il regolamentodel 1971 aveva una sua ispirazione, quelladi impedire che il Parlamento continuass ein una stanca opera di contrapposizionepolemica e quasi giornalistica e lavorasse ,invece, in modo da realizzare il massim oconcorso possibile di tutte le forze equindi produrre, senza che ciò implicassel'attenuazione delle responsabilità, distintee rispettive, della maggioranza e dell'op-posizione. Esso è stato interpretato inmodo che i suoi ideatori non avrebberocerto potuto immaginare, ma nel frat-tempo sono trascorsi 10 anni, nei qualiil paese è cambiato profondamente e sonocambiati i compiti e i doveri di un Par-lamento .

Dobbiamo avvertire tutto questo ne lmomento in cui ci prepariamo ad affron-tare, nel mese di gennaio, signor Presi-dente, quella che consideriamo una dell equestioni più importanti della riform aistituzionale, avendo conto che la prim aprova della capacità del Parlamento disituarsi all'altezza dei suoi compiti con-siste proprio nell'essere in grado di cono-scere le sue contraddizioni, i suoi ritardi ,le sue difficoltà, superandoli da sé . E neha il mezzo, poiché glielo consente laCostituzione. Guai se il Parlamento con-tinuasse a permettere che il discorso chequi si deve svolgere si faccia fuori d aquesta sede, sui giornali, sulle riviste spe-cializzate, in modo da dare la sensazione

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che tutti discutono dell'incapacità del Par-lamento meno il soggetto che primo diogni altro deve dibatterne per poi ope-rare: cioè lo stesso Parlamento, e nelcaso specifico la Camera .

Cominceremo, per quanto ci riguarda ,con il dare il nostro contributo praticonel sottolineare tale necessità, chiedendoche la Conferenza dei capigruppo (è unodei temi sui quali intendiamo fermarela nostra attenzione) d'ora in avanti s iriunisca per esercitare le sue competenze ;come purtroppo, non per responsabilità diqualcuno in particolare, né tanto menodella Presidenza della Camera, finora no nè avvenuto . La Conferenza dei capigruppo,infatti, con l'attuale regolamento (a part eciò che accadrà con il prossimo) devedeterminare il programma dei lavori . Eil programma dei lavori non è quello ch eabbiamo discusso in quest 'ultimo periodo :si è trattato piuttosto di un abbozzo diproposta iniziale di programma dei lavori ,che tra mille riserve e centomila discus-sioni non ha mai consentito l 'attuazionedegli impegni assunti nella Conferenza deicapigruppo, non solo in termini di indi-viduazione dei progetti di legge, delle mo-zioni politiche o degli strumenti del sin-dacato ispettivo, ma anche e soprattuttoin rapporto al risultato cui iniziative delgenere debbono condurre. Questo è ilpunto essenziale della situazione in cui c itroviamo. La Conferenza dei capigrupponon può, dal mese di gennaio in poi, riu-nirsi per procedere ad una sorta di di-scussione preliminare sull 'ordine del gior-no, perché ciò non è di alcun interessené per i presidenti di gruppo né tantomeno per la Presidenza dell'Assemblea, edanzi ingenera l 'equivoco, nella stessa As-semblea e fuori di essa, secondo cui ilParlamento è attento e sensibile ai pro-blemi posti dall'emergenza o dall 'attualitàdelle questioni politiche aperte nel paese .Ma quando mai abbiamo deciso i temida esaminare e siamo riusciti a conclu-derne la discussione in aula nei tempiprevisti ? Ciò che noi chiediamo, a noistessi ed agli altri gruppi, è di restrin-gere il compito della Conferenza dei ca-pigruppo - con ciò estendendolo sul

piano politico ! - all ' individuazione diquei temi sui quali non solo vi è l 'ac-cordo per la discussione (a questo finenon sarebbe, infatti, necessario riunire laConferenza, in quanto sarebbe sufficientedefinire l'ordine dei lavori in aula, cos ache si potrebbe fare molto rapidamente) ,ma vi è un accordo per cui la Camera ,in un tempo ragionevole e predetermi-nato, possa concludere la discussione; an-che perché abbiamo il dovere - e lo vo-glio dire perché, al riguardo, sono statemosse osservazioni polemiche non fon-date - di fornire una risposta ai problemidell'assenteismo parlamentare, e questa ri-sposta non si può dare in termini leal ie convinti se si ignora lo stato in cuitutti i parlamentari sono oggi obbligatiad agire : non si sa mai su quali temi laCamera potrà iniziare un dibattito con laprospettiva di concluderlo, non si sa maiquali saranno le fasi del lavoro legisla-tivo, e d'altra parte sono state sperimen-tate forme varie e tutte anomale, tali nonsolo da motivare, ma quasi da obbligarel'assenteismo dei parlamentari, inventandoi doppi o tripli binari, i dibattiti « a sin-ghiozzo », e così via. Sembra quasi chenon ci si renda conto dell'indispensabilità ,

per la qualità politica del lavoro legisla-tivo, della contestualità delle decisioni e

della loro fluidità continua nel tempo : sesi inizia la discussione di un progetto dilegge, si ha il dovere di portarlo fino i nfondo, perché quando passa del temp onon è che semplicemente il ricordo im-pallidisca, ma viene meno la tensione po-litica di un dibattito, che invece deve es-sere mantenuto unito ed organico . Que-sto è un presupposto che poniamo allabase della nostra partecipazione alla Con-ferenza dei capigruppo : occorre, cioè, chetale Conferenza si riunisca solo se equando sia in grado di definire non sol -tanto l'ordine dei lavori, ma i tempi ed

i modi attraverso i quali ciascun grupposi impegna a scegliere un tema e ad agi-re con piena lealtà per consentirne l aconclusione . Questo è l'unico modo pe rmantenere intatto lo spirito del regola -mento varato nel 1971 ; comportamenti di -versi non possono che affossarlo, più che

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pregiudicare la sua modifica, il suo rin-novamento, la sua riqualificazione.

Voglio anche dire che il lavoro dellaCamera deve essere alleggerito di nume-rosi impegni. Ciò fa parte, ancora unavolta, dei doveri della Conferenza dei ca-pigruppo, oggi, e domani dell'Assemblea ,se non sarà possibile raggiungere al ri-guardo valide intese nell 'ambito della Con-ferenza .

L'Assemblea deve dare un giusto pesoal sindacato politico, in rapporto all'atti-vità legislativa. Non abbiamo solo il com-pito di varare leggi, ma siamo anche uo-mini politici, e nessuno di noi pensa d i

ridurre o mettere in un angolo il sinda-cato ispettivo; ma non ci si può limitaresolo a quest'ultimo aspetto, poiché biso-gna anche pensare che abbiamo necessit àlegislative molto impellenti : non solo quel -le dettate dall'urgenza, ma anche quelle

ricollegabili all'affresco generale della con -dizione sociale del paese. Anche a questoriguardo mi permetto quindi di richia-mare, a noi stessi in primo luogo e po iall'attenzione dei colleghi, l'esigenza di in-dividuare un modo, se possibile (e deveessere possibile) consensuale, per raggiun-gere un equilibrio tra attività legislativ aed esercizio del sindacato ispettivo . Se noitrasformiamo quest'aula soltanto in un

luogo di confezione di leggi veniamo meno

ai nostri doveri politici, ma se ne fac-ciamo un luogo prevalentemente destinat oal sindacato ispettivo diamo uno spettaco-lo non so quanto rassicurante, non s oquanto efficiente in senso democratico al -l 'opinione pubblica e a noi stessi . Questoimplica anche un'altra questione; quellarelativa al rapporto tra aula e Commis-sioni. Signor Presidente, non può essercipiù una scelta della sede legislativa chenon tenga conto del fatto che l'aula dev eessere investita dei problemi generali esolo di questi sotto il profilo legislativo .

Non devo rammentare ai colleghi, ch ehanno tanta più esperienza e capacità d iquella che posso avere io, la sorteoscura e il modo irrazionale con il qua -le l'aula qualche volta decide importantiquestioni sotto forma di emendamenti .Questo modo di procedere non rassicura

né l'opinione pubblica, ne gli interessi or-ganizzati, né le forze politiche e nemmen oi gruppi parlamentari . Affidiamo alle Com-

missioni il compito di confezionare leleggi e riserviamo alla Assemblea il com-pito di dare generali direttive all 'atto le-gislativo; cioè, dire sì o dire no ed espri-mere sul sì o sul no quelle scelte gene-rali di indirizzo che rappresentano il

compito dell'aula al di là del quale lagrande maggioranza dei deputati in mododistratto vota e solo gli addetti ai lavorisono in grado di comprendere il significa-to di questa o quella votazione, su quest oo quell'emendamento .

In attesa della riforma del regolamentomi permetto di suggerire al Presidente dipensare, se possibile, a qualche accorpa -mento di Commissioni permanenti per ma-teria perché noi rimproveriamo al Governo

di continuare nella sua asburgica - è giu-sto il rimprovero - prepotenza nei con -fronti delle regioni, mantenendo in vitaMinisteri che non dovrebbero più esister e

e magari non istituendone qualche altro ,ma anche il Parlamento nella sua struttu-ra finisce con l'imitare il cattivo esempi odel Governo mantenendo attività organiz-zate in Commissioni permanenti che do-vrebbero essere diversamente strutturat ein dipendenza del potere legislativo eser-citato dalle regioni. Inoltre mi permettere idi raccomandare al Presidente anche u nmaggior uso delle Commissioni special iper la produzione di determinati atti le-

gislativi .

BROCCA. Facendo venire anche i tuoi !

Questa mattina abbiamo ascoltato i rap-presentanti delle regioni in Commissione ,

ma non c'era nessun socialista .

LABRIOLA. Sì, questa è un'obiezione

di una grande intelligenza politica e iote ne do atto, ma mi pareva di avert igià risposto in anticipo .

BROCCA. È intelligenza pratica .

LABRIOLA. Certo, quello che dici èesatto e io mi auguro che altre parti po-litiche ci diano la possibilità, d'ora i navanti, di fornire meno occasioni al sin-

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dacato ispettivo in modo che il lavorolegislativo si possa estendere con maggiorecospicuità. E quando ti ho detto questocredo di averti esposto un concetto moltochiaro che non richiede ulteriori sottoli-neature.

Per quanto riguarda invece l'organiz-zazione della Camera penso che la sceltagenerale, alla quale ci siamo prima richia-mati, comporti la necessità di esaminareun aspetto che è proprio del dibattitosul bilancio e che invece si è scisso, si apure sotto il profilo materiale, dal rego-lamento e da questo lato pensiamo, comegruppo, che si debba attirare in partico-lare l'attenzione dei questori .

Per illustrare le ragioni di questa no-stra valutazione allarmata e se ci è con -sentito dirlo anche critica, vorrei partireda ciò che è avvenuto, onorevoli questori ,per la parte che ci interessa, sullo scan-dalo dei petroli . Questo è un esempio ese ne potrebbero fare degli altri, ma èil più vicino a noi in ordine di tempo equindi è quello più utilizzabile per un di -battito che si svolge in queste condizioni.

A parte le questioni politiche di cuiabbiamo già discusso e sulle quali discu-teremo ancora, abbiamo avuto l'immagin edi un Parlamento assente e non per man-cata volontà, ma per incapacità di cono-scenza.

Questa è una denuncia che va fatt acon forza. Se avessimo fatto queste osser-vazioni, con forza, durante il dibattito sul -la questione del petrolio, questo avrebbepotuto apparire un modo per attenuaredelle responsabilità politiche, o per sfug-gire ad esse; ma in questa sede si pu òparlare con maggiore tranquillità . Ma noiper tre anni, nella seconda legislatura ,cioè nell'arco di tempo che ha visto l amaggiore espansione su questa scandalos avicenda, abbiamo assistito alla presenta-zione di interrogazioni, quindi a manife-stazioni soggettive di parlamentari chenon dormivano, erano attenti . Abbiamoassistito al fatto che il Parlamento, i suoiorgani specializzati, le Commissioni per-manenti per materia, la Commissione fi-nanza e tesoro, non si sono mai accort i- tra centomila audizioni, e con una gros -

sa mole di lavoro, del quale volentier idobbiamo dare atto ai nostri colleghi chein quella legislatura hanno diretto l'atti-vità di questi organi permanenti dellaCamera -, nessuno mai si è accorto diquello che avveniva, o per lo meno nes-suno mai ha avuto la sensazione dell aconsistenza di ciò che avveniva ai verticidell'amministrazione finanziaria . Questo èuno degli elementi di prova di questo no-stro preoccupato segnale d'allarme, cherivolgiamo ai questori ed alla Presidenza :il Parlamento è indebolito e depauperat odelle energie necessarie, anche per i vecchicompiti che aveva, ma soprattutto per inuovi che gli attribuisce la sua posizionefunzionale nell'ordinamento e nel contest osociale e politico del paese .

Dove sono le nuove leve dei funzionari ,che rinnovino e rinsaldino il patrimoni oculturale - altissimo - dell'apparato dellaCamera ? Quanti funzionari siamo noi ingrado di assegnare alle Commissioni edagli uffici ? È vero o non è vero che ilcarico di lavoro dei singoli funzionari (par -

lo soprattutto dei giovani, oltre che, na-turalmente, di quelli che hanno maggioreesperienza) è tale da soverchiare le loroforze fisiche, impedendo quindi loro quel -la attività di elaborazione che è fonda -mentale perché i parlamentari esercitin ole loro funzioni fino in fondo ? Quando iquestori ci proporranno, finalmente - noilo sollecitiamo con forza -, un piano diriassetto dell'organico della Camera che

vada molto al di là di quelle che son oapparse questioni che l'equilibrio e la sag-gezza del Presidente della Camera ha per-messo di evitare sfociassero in una con-testazione di sciopero ? Dobbiamo alzareil discorso molto al di sopra di questo .Bisogna predisporre con urgenza un nuo-vo organico che risponda alla critica qua-lunquistica sugli stipendi, sulle condizion idi privilegio dei funzionari e dei dipen-denti della Camera, dando al paese l'im-magine di una Camera che aumenta lasua capacità strumentale, perché rispondein questo modo ai doveri che la Ca-mera ha di fronte al paese .

Questo per quanto riguarda il perso-

nale .

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Per quanto riguarda gli strumenti in-formativi, io mi permetterei di suggerireal Presidente ed ai questori di aprire u ncontenzioso col Governo . In questo sensosiamo pronti a dare tutto il nostro ap-poggio e il nostro incoraggiamento di for-za politica e parlamentare. Il Governo in-fatti - inteso soprattutto come ammini-strazione - male regola la circolazione del-le notizie al suo interno, tanto che si hala sensazione dell'esistenza di singoli feu-di con forti e rigorose barriere doganal itra l'uno e l'altro per quanto riguarda iMinisteri e per quanto riguarda enti fon-damentali nella manovra, per esempio, d ipolitica economica e finanziaria. Quel Go-verno, che male regola la circolazione d inotizie al suo interno, è però ancora mol-to fermo nel mantenere una barriera diincomunicabilità con gli altri organi cosli-tuzionali, ed in particolare con il Parla-mento .

Qual è la situazione del terminale dellaBanca d'Italia nei confronti della Camera ,per esempio ? E qual è la situazione delterminale delle altre strutture di informa-tica che gradatamente, con molta fatica ,con molto disordine, ma comunque si co-minciano a realizzare nell'amministrazio-ne, rispetto al Parlamento ? Noi abbiamooramai di molto superato il limite dell acopia degli atti ufficiali con la penna in -tinta nell'inchiostro : ora abbiamo l'infor-matica ed abbiamo i terminali, e la que-stione che abbiamo di fronte è questa.Perché se non avremo la possibilità intempo breve di colmare il disavanzo diinformatica, che colpisce, penalizza la Ca-mera, nessuno si faccia illusioni che leleggi siano fatte in modo tecnicamenteadeguato e soprattutto che il sindacat ocolpisca il suo obiettivo ; anche perché c'èda preoccuparsi dell'immagine del Parla -mento, il quale si affanna, quando sonoesplose le notizie fuori di qui, a svolgereinterpellanze ed interrogazioni e a teneredelle sedute, devo dire, non incoraggiantie non suggestive da parte di persone pie -ne di buona volontà, animate dal vigoredelle proprie opinioni politiche, ma priv edel tutto di quel retroterra di notizie edi dati, che sono indispensabili perché il

Parlamento faccia il suo dovere in unregime di democrazia .

Ricordiamo - lo voglio ripetere - chesolo il Parlamento può fare questo, e gua ise la carenza nostra creasse condizioni d isupplenza obiettiva a profitto di terzi cen-tri, che non sono quelli rappresentativi ,come noi siamo e dobbiamo essere sem-pre di più nel prossimo futuro .

Credo che questo contenzioso debb aessere aperto con grande urgenza, ancheper veder chiaro sul modo con il qualela circolazione delle notizie si realizza al -l ' interno stesso dell 'amministrazione e aI-l'interno stesso del Governo. A questopunto, vorrei fare solo qualche breve con-siderazione aggiuntiva .

Abbiamo fatto qualche cenno alla con-dizione del parlamentare, per quanto ri-guarda le questioni relative al modo incui la Camera lavora. Vogliamo ricordare ,se ci è consentito, ai questori - ed alcun icolleghi hanno assunto una iniziativa, all aquale abbiamo aderito volentieri - che esi-ste il problema della condizione personaledel parlamentare, in un momento in cuiil parlamentare si sente isolato, non difronte ad una campagna qualunquistica(perché quella non spaventa nessuno), madi fronte al fatto che questa campagnaqualunquistica non incontra ostacoli ap-prezzabili nelle sedi dovute e nelle sediopportune .

La condizione del parlamentare è unproblema molto grave, onorevoli questori .È un problema politico, non un problemadi categoria; perché noi non siamo unacategoria, ma siamo un punto non elimi-nabile della democrazia politica del pae-se : potrà essere insufficiente, altri dovran-no concorrere con noi, ma da questa aulanon si può prescindere, se vogliamo con-servare e rafforzare un regime di demo-crazia politica .

Questa è la questione della condizionedel parlamentare, sia sotto il profilo eco-nomico, sia sotto il profilo del lavoro, siasotto il profilo dell 'aggiornamento cultu-

rale. È un tema sul quale gli onorevoliquestori consentiranno qualche osservazio-ne, qualche rilievo critico . Noi abbiamosempre avuto a disposizione strumenti di

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lavoro di grande rilievo, come la biblio-teca e servizi annessi . Devo dire che ab-biamo la sensazione, da qualche tempo ,che la biblioteca - nonostante gli eroiciimpegni di coloro che vi svolgono la lor oopera (dal massimo responsabile alle per-sone che hanno funzioni operative) - nonrisponda in modo adeguato, non sia po-sta in condizione di rispondere in modoadeguato, ai problemi che sono di frontea noi .

Questo avviene sia sul piano della som-ministrazione dei servizi e, devo aggiun-gere, anche per qualche esperienza perso-nale che ho potuto fare, sia sul pianodell'aggiornamento dei nuovi accessi . Vor-remmo pregare gli onorevoli questori d itener conto di questo dato, non solo sottoil profilo del patrimonio librario - perch éci sembra che i nuovi accessi, e non d aoggi per la verità, da qualche tempo, nonabbiano un flusso disciplinato in modosufficiente e adeguato: soprattutto non ciaccorgiamo che vi sia molta selezione - ,ma anche sotto il profilo della consulta-zione di attualità .

È possibile che i questori non faccia-no in modo che si trovi la via per un asala di consultazione delle riviste ? La Ca-mera è l'unica istituzione culturale che èpriva di una sala di consultazione delleriviste. Questo è di una estrema impor-tanza, perché sappiamo che i deputati de-vono spesso utilizzare ritagli di tempo ; ese non vi è il luogo ed il modo perchéquesti ritagli di tempo siano utilizzati, midomando com'è possibile poi fruire delpatrimonio esistente presso la biblioteca .

Vorrei anche ricordare che un temp ola Camera disponeva di pubblicazioni nellequali era possibile mantenere vivo un di -battito culturale in cui erano impegnati ifunzionari, il cui valore scientifico è al-tissimo (lo dico con fierezza di democra-tico, non di deputato) e gli stessi parla-mentari . Mi riferisco alla Rassegna parla-mentare; so bene che esiste ancora unarivista così chiamata, ma non vi è un rap-porto con il nostro lavoro. Siamo di fron-te alla semplice sopravvivenza di una te-stata e non ad uno strumento disponibileper la Camera dei deputati. Credo sia que-

sto un tema reale ed importante sul qualegli onorevoli questori vorranno portare laloro sensibilità .

In conclusione, onorevole Presidente ,onorevoli colleghi, se abbiamo mosso qual -

che rilievo e qualche sollecitazione lo ab-biamo fatto animati dalla convinzione pro -

fonda che la Camera abbia grandi doveri

e sulla base di una manifestazione di fidu-cia e di apprezzamento per il lavoro svol-to dai questori e di riconferma della no-stra piena fiducia nell'Ufficio di Presidenz ae nel nostro Presidente . Per questo siamosicuri che i rilievi, le osservazioni, le sol-lecitazioni e gli stimoli su problemi che cisiamo sforzati di collocare in un quadrogenerale e che comunque hanno una loroconcretezza e, mi permetto di aggiungere

e sottolineare, una loro urgenza, saranno

bene intesi sia dall'Ufficio di Presidenza ,sia dai questori come stimoli e rilievi ri-volti ad incoraggiare e spronare un lavo-ro di riqualificazione e rafforzamento del -la Camera dei deputati, indispensabile nel-

la bufera istituzionale e politica della Re -

pubblica .Non c'è democrazia politica senza stru-

menti di rappresentanza ; potranno non es-sere sufficienti, altri se ne dovranno ag-giungere, ma senza di essi la democrazi apolitica non esiste .

Siamo sempre partiti da questo convin-cimento; lo confermiamo in questa sede

e ci auguriamo che gli spunti e le consi-derazioni emerse in questa sede trovin opoi la loro naturale, indispensabile, im-prorogabile ed urgente acquisizione in queldibattito che - ricordo un impegno as-sunto per quanto lo riguarda dal Presi -

dente della Camera e proposto ai capi-

gruppo - si dovrà celebrare e concludereentro il mese di gennaio per fare del no-stro regolamento uno strumento di con-vivenza e rafforzamento delle funzioni delParlamento e non come oggi è in qualche

parte - purtroppo temo di doverlo dire -un freno preoccupante ed allarmante dei

nostri lavori (Applausi dei deputati del

gruppo del PSI).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare

l'onorevole Costamagna . Ne ha facoltà.

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COSTAMAGNA . Signor Presidente, per -correndo in questi giorni i corridoi diMontecitorio mi sono sentito apostrofarein modo curioso. Deputati, giornalisti, cit-tadini mi hanno domandato : « Chissà orache cosa dirai sul bilancio della Camera ? » .

Devo confessare, signor Presidente, cheviste e sentite le tante insistenze, non vo-levo più intervenire, timoroso soprattutt odi assumere un ruolo di critico ed oppo-sitore, che non è il mio . Intervengo co-munque, signor Presidente, ritenendo chesia anche mio dovere contribuire con pro -poste migliorative alla causa comune diun Parlamento e di una Camera dei de-putati al servizio del bene comune degliitaliani .

La mia prima proposta, dato che ilParlamento poggia sui partiti, riguarda ilruolo nuovo, diverso che i parlamentaridovrebbero avere nei partiti in relazionealla legge sul finanziamento pubblico .

Se il denaro pubblico giunge ai partitiattraverso i gruppi parlamentari e in pro -porzione al numero dei voti ottenuti e aquello dei parlamentari eletti, è indubbioche i deputati ed i senatori con i votiguadagnati sarebbero i titolari, i soggett idi questa entrata pubblica dei partiti .Ne dovrebbe conseguire che tra questi ti-tolari non dovrebbe poter esistere una di-scriminazione, per la quale, insomma, io eBodrato siamo entrambi tra i titolari del -l'entrata per il partito per quanto riguardaTorino, ma io sono escluso da ogni de-cisione, mentre Bodrato, in quanto consi-gliere nazionale della democrazia cristia-na, è uno di quelli che adottano ogni de-cisione di spesa . Ho fatto, a caso, il no -me di Bodrato, signor Presidente, ma inogni circoscrizione la discriminazione è inatto e riguarda ogni lista di partito ; conl'aggravante che con il regolamento dellaCamera, poggiante sui gruppi, dal 1971 inpoi, questi deputati discriminati nei par-titi si vengono a trovare, per lo più, allamercè dei loro gruppi .

È, signor Presidente, una situazione in -giusta ed inopportuna, che contraddice l aCostituzione, in cui si parla di « Cameradei deputati » e non di « Camera dei grup-pi dei deputati », anche se questa stessa

Costituzione poggia sui partiti, ritenendo ,tra l 'altro, come ho detto prima, che lalegge sul finanziamento pubblico dovrebb eaver segnato l'inizio di una riforma ob-bligatoria nell'ambito dei partiti, che nondovrebbero poter spendere a caso e peril ruolo assunto dai parlamentari all'in-terno dei partiti. Mi sembra, se non vadoerrato, che in questo senso nello stessopartito comunista, due o tre anni fa, fuavanzato un « pacchetto » di riforme daparte dell'allora segretario organizzativ oCervetti . Quelle riforme non sono andat eavanti . Là si parlava di un consiglio nazio-nale comprendente tutti i parlamentaricomunisti . Ma resta il fatto che il partitocomunista almeno si è posto il problemadi riforme, determinate sia dalla legge su lfinanziamento pubblico dei partiti sia da lnuovo regolamento Ingrao-Andreotti dellaCamera .

Aggiungo, signor Presidente, che lamolteplicità delle lingue ha obbligato i l

Parlamento europeo a darsi un regola-mento rigido poggiante sui gruppi e so-prattutto con precisi limiti di orario .Premesso tutto questo, vengo alla pro-posta già attuata a Strasburgo dal Parla-

mento europeo: cioè, a Strasburgo i di-versi gruppi comandano ; ma a Strasburgo ,come correttivo, nel corso delle sessionidei lavori, le assemblee di gruppo si riuni-scono ogni mattina, offrendo così ai depu-tati europei un luogo per esprimere il loropunto di vista, per inserirsi, attraverso i

gruppi, in un linguaggio comune a livello

di Parlamento . Del resto, anche qui i grup-pi sono sistemati in un palazzo pubblic oe ritengo che pubblico sia pure tuttol'arredamento ed il finanziamento di ognispesa. Perciò non ritengo che possa sem-brare un assurdo istituzionalizzare i grup-pi, cominciando con l'obbligo di un'assem-blea di gruppo ogni mattina o magari ogni

settimana. Sarebbe un grande correttivo ,signor Presidente, non potendosi preten-dere l'annullamento dei singoli deputati daparte dei gruppi . Si può vivere anche co nil regolamento Ingrao-Andreotti, ma allorai gruppi dovrebbero essere istituzionaliz-zati e non essere organi privati di partito ,ponendo al centro dei gruppi i deputati

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con

l 'obbligo

dell'assemblea

obbligatoria, non ci sarebbe nulla di male,

visto ciòattraverso

procedure

o

regolamenti

di che il Parlamento costa al contribuente.gruppo precisi nel determinare o ricono - Del resto, signor Presidente, mi pare con-scere i

diritti

dei

singoli

deputati all'in- fermato in ogni compagine governativa i lterno dei gruppi . ministro per i rapporti con il Parlamento ;

Questa serebbe la mia proposta e, unavolta attuata, si potrebbe poi proseguir econ l'obbligo per i partiti che percepisconoil finanziamento pubblico di porre i lor oparlamentari al centro della vita di par-tito almeno come membri di diritto deiloro massimi organi collegiali, in grad ocioè di esaminare ed approvare preventi-vamente quella spesa del denaro pubblicoche giunge al partito attraverso di essi .

Un 'altra proposta, signor Presidente, ri-guarda i poteri di controllo del Parla-mento sul Governo. Un giorno alla setti-mana un ministro dovrebbe venire a ri-spondere a tutte le interrogazioni presen-tate al Governo . Il ministro potrebbe an-che non rispondere a determinate inter-rogazioni chiedendo un rinvio non pro-rogabile oltre il mese, ma in tal modovi sarebbe un collegamento diretto ed abi-tuale tra i deputati ed il Governo, soprat-tutto un controllo costante e continuo daparte dei deputati e a nome dei cittadinielettori .

Più volte, signor Presidente, è stato la-mentato che io sia uno dei deputati chepresentano più interrogazioni, quasi chesia una colpa chiedere al Governo conti-nuamente conto di ciò che non funziona .Con il sistema che ho proposto tuttoquesto verrebbe a finire poiché, senza at-tendere, come ora, risposte del Governoche ritardano anche per anni, il Governoavrebbe la possibilità, settimana dopo set-timana, di corrispondere alle richieste deiparlamentari, svegliando peraltro una stan-ca ed inerte burocrazia e dando all'opi-nione pubblica la sensazione che il Go-verno ed il Parlamento non dormono, mavegliano, lavorano, camminano, si adope-rano per il bene del paese .

Certamente, signor Presidente, questasarebbe una ventata di ossigeno, capac eanche di evitare la frustrazione del depu-tato, che troppo spesso si sente così inu-tile in un sistema quasi immobile; diven-teremmo quasi il Parlamento continuo, e

questa proposta gli ridarebbe una funzio-ne precisa, quella di preparare rispostesui tanti argomenti richiesti, venendo peresempio a rispondere il lunedì alla Camerae il venerdì al Senato, mentre sulle in-terrogazioni più importanti e più urgent ipresentate nel corso della settimana po-trebbero sempre venire a rispondere siail Presidente del Consiglio, sia i titolar idegli altri dicasteri .

Vengo, signor Presidente, ad una terzaed ultima proposta, relativa alla necessa-ria pubblicità dei lavori parlamentari, dopoche abbiamo visto che negli ultimi anni l ecronache riguardanti il Parlamento sonoandate sempre più restringendosi, esau-rendosi i resoconti parlamentari il più del -le volte in un commento o in uno stral-cio dei discorsi dei big, dei capipartitoo dei ministri . Se Maometto, signor Pre-sidente, non va alla montagna, potrebbebenissimo la montagna andare a Mao-metto .

La stessa Camera dei deputati, che n ecura la stampa, potrebbe inviare ognigiorno i resoconti stenografici delle sedu-te a tutti i giornali ed ai maggiori setti-manali, estendendo l'invio a tutti i comu-ni, alle province, ai consigli regionali :

grosso modo, sarebbe un « fascettario »

più o meno di diecimila indirizzi . Noncredo, signor Presidente, che questa spes afarebbe fallire la Camera dei deputati, epenso che dalla diffusione dei resocontistenografici dei lavori della Camera guada-gnerebbe in prestigio l'istituzione, poichéprima o dopo si comincerebbe a rendersiconto in periferia che a Montecitorio ilavori parlamentari non sono una partitadi caccia riservata ai capicorrente, ai capi-partito o ai soli ministri, ma che a quest ilavori parlamentari partecipa con diligen-za, zelo e passione la stragrande maggio-ranza dei parlamentari .

Ripeto, signor Presidente, il mio as-sunto : più copie dei resoconti stenogra-fici dei lavori parlamentari si inviano, più

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sono i cittadini che possono rompere i lmuro di un silenzio, che va diventandodi tomba, sui lavori parlamentari ; aggiun-gendo, se fosse possibile, l'invio dei reso-conti stenografici a tutte le radio e tele -visioni private, nella considerazione cheservizio pubblico radiotelevisivo, ritenen-do di essere l'unico a trasmettere, finor a

ha fatto una ben magra figura a questo

proposito, avendo ristretto le sue trasmis-sioni ed i suoi notiziari ai pochi e spess oermetici discorsi dei capicorrente, dei ca-

pipartito e dei soli ministri .Ci vuole insomma, signor Presidente ,

una ventata di aria nuova, per far capire

alla maggior parte degli italiani che Mon-tecitorio non è il palazzo degli intrighi ,

come taluni moralisti vorrebbero rappre-sentarlo, ma il luogo di riunione abituale ,quasi quotidiana, dei rappresentanti delpopolo sovrano : rappresentanti che, nellaloro stragrande maggioranza, sono ancora

persone pulite e piene di passione politi-ca, così come li vogliono i loro elettori .

Passo brevemente al bilancio, per direche esso, così come è, mi va bene, puressendo dell'opinione che, dopo il terre-

moto, si dovrebbe inaugurare anche per i lParlamento una stagione di austerità, ab-bandonando sia le progettazioni faraoni-che di chi vorrebbe acquistare tutto i lcentro storico di Roma, sia le progetta-zioni costose di chi spesso confonde l esedi del Parlamento con quelle di circoliben forniti e ben attrezzati . Casomai, for-mulo la richiesta che, in tempi automobi-listici, il Parlamento dovrebbe acquisir eun palazzo, svuotarlo e farne un grand esilo per automobili, per consentire, soprat-tutto ai parlamentari, di poter giunger ein tempo utile alla Camera ed al Senat oper i loro impegni di lavoro. Penso chenon dovrebbe essere difficile trovare unluogo in cui impiantare questo « super -garage », magari a San Macuto, e comun-que a mezza strada tra Montecitorio epalazzo Madama .

Mi avvio alla conclusione, dicendo chenon mi hanno molto convinto talune cos edette ieri dal mio collega di gruppo Cic-cardini . Egli ha lamentato tante cose, haformulato tante analisi, anche intelligenti ;

ma ho sentito nel suo discorso quasi l'e-saltazione di un congegno che - egli rico-nosce - non funziona più come dovrebbe .Mi sembra che l'onorevole Ciccardini, nellasua disamina, sia rimasto a guardare lavetrina della Costituzione, senza renders itroppo conto del fatto che la Costituzionedel 1947 è in molte parti sbagliata ; e sen-za capire, tra l'altro, che i costituentidemocratico-cristiani tennero troppo pococonto delle idee di Luigi Sturzo, attratticome erano dall'ansia dei problemi delGoverno e della ricostruzione, soprattttodall'impegno e dalla speranza di collegars icon altri gruppi.

Né il collega Ciccardini ha evidente-mente riflettutto molto sulle approfonditeanalisi che Luigi Sturzo espose, giornodopo giorno, su Il giornale d'Italia negli

anni '50, criticando un sistema che giàda allora denotava frane ed abbandonodelle questioni di principio .

Al riguardo è mia opinione, signorPresidente, che la Costituzione del 1947andrebbe rivista, poiché, dopo trent'anni,molte sue parti vanno cambiate o elimi-nate, ad esempio gli articoli 39 e 40 ,la cui mancata attuazione fa sì che i lParlamento viene a trovarsi al centro diuna vita formale che non rappresenta piùla vita reale del paese, non essendovi pe rdi più alcun correttivo per rimediare adatteggiamenti demagogici come quelli d i

coloro che esaltano tutti gli scioperi, com-presi quelli dei servizi pubblici .

Concludo, signor Presidente, ribadend ola speranza di aver avanzato proposteconcrete per migliorare la realtà e l'im-magine del Parlamento, considerando u nmio preciso dovere combattere la discri-minazione che in tanti partiti è perpe-trata a danno della maggior parte deiparlamentari . Voglio anche ribadire il con-cetto che non facciamo certo, tutti noi ,una bella figura lasciando che il Governonon risponda mai, o quasi mai, alla mag-gior parte delle interrogazioni presentate.E ripropongo la necessità che il Parla-mento rompa il muro del silenzio dei gior-nali e della radiotelevisione sui lavoriparlamentari, proiettandoli verso un grannumero di indirizzi utili, sia di cittadini

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che di enti pubblici, in modo che tuttiabbiano la possibilità di accostarsi al la-voro del Parlamento, sapendo che si trat-ta di un'istituzione seria e riscoprendoche la maggior parte dei parlamentar isono rappresentanti del popolo seri e donesti nel loro lavoro, nell'esercizio di unpotere che deriva dal popolo italiano(Applausi) .

PRESIDENTE. È iscritto a parlarel'onorevole Rubino. Ne ha facoltà .

RUBINO. Signor Presidente, onorevol icolleghi, prendo la parola in questo di -battito sul bilancio della Camera per col -

locarmi nella scia di quanti hanno rile-vato la contraddittorietà del dibattito stes-so, e quindi, per un verso ne hanno va-lutata l ' importanza ma, per l'altro, fini-scono con il rilevarne una sostanziale ina-nità .

Alla base di tutti gli interventi si no-ta l'esigenza di giungere ad una divers asituazione partendo da un fondo comune :oziò significa tener conto del fatto che viè una situazione obiettiva che tutti rico-noscono molto difficile, nello svolgersidella vita del Parlamento . Questo si sca-

rica sulla vita del paese con l'accentuazio-ne del distacco dall'opinione pubblica edella frantumazione di cui tanti hannoparlato .

La forma maggiore di riconosciment oche possiamo avere nei suoi confronti ,signora Presidente, in quanto istituto e din quanto persona, è proprio il valutar equesta stranezza in cui ci troviamo ed èla seconda volta che posso rilevarlo, ne lsenso cioè di dover approfittare (anche s e

questo regolamentarmente ci è consentito)dell'occasione dell'approvazione di un do-cumento di natura contabile, per risaliredal particolare al generale, verso la com-plessiva valutazione della funzionalità de l

Parlamento .Il difetto di questo dibattito che, con-

tro le valutazioni di alcuni, finisce co nl'essere di grandissimo interesse e col su-perare i particolari di questa o quella si-tuazione, è proprio il continuare a costrui-re un imbuto rovesciato per cui si partedal piccolo episodio del documento con-

tabile, del bilancio della Camera e delsuo consuntivo, per attingere, poi, a quel-la che è la complessiva valutazione sull afunzionalità del Parlamento, sul suo stat oe sulla realtà in cui si articola tutto i l

paese .

Senza scomodare troppi autori, ricor-do che giustamente Hegel diceva essere ifenomeni di un'epoca e di una civiltà unacomplessa unità e totalità : se è vero que-sto principio di partenza, del resto all abase anche di talune analisi marxiane, èaltrettanto vero che è proprio dal modoin cui si svolge la vita del Parlamento ,che deriva la totalità e complessità dell avita del paese . Ecco perché iniziavo ricor-dando che nel dibattito dello scorso anno,in quello dell'anno corrente e (stando allecronache della stampa) nei dibattiti degl ianni passati, il tema si è riproposto co nuna ripetizione esasperante . Vi è l'esigen-za che questo Parlamento assuma un ruo-lo diverso, ponendosi in termini diversi .

Abbiamo questa occasione che è l'uni-ca, per quanto mi è dato, in questo anno

e mezzo, per operare, in questa fase, quel -la che è stata giustamente definita un'au-toanalisi, superando i dati puramente mec-canici o pragmatici, sul funzionamento de-gli uffici e sulla realtà degli organici, non -ché sulla collocazione del palazzo nell'am-bito urbanistico . Tutti questi aspetti so-no validi, come quelli relativi alla condi-zione del parlamentare nella realtà dellaCamera d'appartenenza, ma sono parziali ,incarnano posizioni frazionate ma è l'al-tro, quello generale, il discorso che deve

essere introdotto, anche perché ci trovia-mo in presenza dell'unica occasione in cuiesso può essere svolto .

Riprendendo il tema del riconoscimen-to delle difficoltà in cui si trova la vitadel Parlamento, e ricordando il meritorio

sforzo condotto fuori di qui in un inte-ressante dibattito, che è non giornalistico ,bensì culturale, di evoluzione giuridica edanche di chiaro significato politico, m ichiedo come rispondiamo realmente allaesigenza ricordata di affermare un nuovoruolo del Parlamento.

In questo modo capovolgiamo questaistanza per cui dal particolare siamo co-

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stretti ad andare al generale, mentre sa-rebbe ben diverso se dal generale si an-dasse al particolare . So bene che vi sonogiuristi capaci di spaccare il capello i nquattro, ma questi ultimi hanno sempreseguito le realtà che sono state impress edalla storia e dalla fantasia . Mi pongo al-lora il problema se sia possibile che il bi-lancio della Camera sia soltanto l'atto con-tabile, che viene presentato con una rela-zione dei questori, e non rappresenti, i nun certo modo, in una certa forma, in un acerta misura, un fatto che scaturisce dall arealtà della Presidenza e diventa, nell arealtà bicamerale del paese, una sorta dirapporto sullo Stato e sul Parlamento cheviene presentato alla Camera e al Senato .

Ecco allora la maniera di risponderecomplessivamente all'esigenza di risaliredal particolare del bilancio e rompere l astrozzatura per cui siamo costretti adascoltare discorsi interessantissimi, adascoltare il collega Crivellini che dice :« Se una istituzione esiste quando assolvealla propria funzione, allora per alcuniaspetti il Parlamento non esiste » . Non en-tro nel merito di quanto affermato, nédialetticamente né politicamente : affermosoltanto che, quando in un Parlament ovengono fuori espressioni di questo gene -re, è chiaro che il senso del malessereesiste, è chiaro che qualcosa va riportat ain termini diversi, non nella fase iterati -va o liturgica, come attualizzazione delpassato, ma in termini di capacità di tra-volgere i fatti frenanti e di giungere aqualcosa di diverso .

Una volta l'anno ci capita l'occasion edi trovarci su una posizione diversa, suuna posizione in cui non vi è più il filtrodialettico dello schieramento Governo-op-posizione; siamo noi responsabili di frontea noi stessi, cioè di fronte al mandatogenerale che rappresentiamo, di fronte a lPresidente della Camera, di fronte allarealtà del paese che ci guarda. Ecco per-ché il dibattito sul bilancio della Cameranon può continuare così come si è svolto,se vogliamo modificare i termini del rap-porto tra noi ed il resto del paese . Ri-tengo che questa sia l'occasione per discu-tere il fondamento della nostra presenza

in quest'aula e attraverso questo ontolo-gicamente riusciamo ad aprire un canaleche sembra sclerotizzato. Certo le istitu-zioni subiscono l'usura del tempo e del co-

stume, certo il regolamento è soltantol'aspetto emergente di una realtà che de-ve avere alle spalle qualcosa di diverso .In questo senso credo che la spia, che èrappresentata dai 10 o dai 12 interventiche ci sono stati fino a questo momento ,sia quella di una modifica che nasce dal-

l'esigenza di guardare, con chiarezza d iimpostazione e con complessità di visione ,

all'esigenza del generale che è di fronte

a noi; da esso dobbiamo infatti trarre gl i

aspetti di natura particolare .Quando si parla di frantumazione degl i

interessi - l'onorevole Sullo è stato estre-mamente attento nel valutare la mancan-za di snodo tra i consigli regionali ed i lParlamento - e di una sorta di incomuni-cabilità, si evidenzia un dato interessante ,

che propone, a mio avviso, un adeguamen-to complessivo della funzione del Parla-

mento nell 'ambito delle nuove realtà giu-

ridico-istituzionali che sono cresciute dal

1970 in poi .Quando la Costituzione fu promulgat a

non esistevano le regioni né tanto meno i

consigli regionali .Non vi è dubbio che si ponga il pro-

blema di una serie di modifiche e di atti

che consentano di stabilire questa ampi a

correlazione. Il lamentato distacco conl'opinione pubblica non è soltanto un pro-

blema di comunicazione e di informazio-

ne. Certo una maggiore pubblicità dei la-vori del Parlamento ed una maggiore fun-zionalità finiscono con l'essere soltanto gl iaspetti conclusivi di un processo di revi-sione sostanziale della nostra presenza qu i

dentro e del rapporto nell'ambito del Par-lamento stesso.

Con questa prima considerazione, che

intende porre il problema (e lo pone intermini generici) di una forma più so-lenne di pubblicità, intendo riferirmi aqualcosa di diverso, che lascio alla valu-

tazione del Presidente : a qualcosa di piùsolenne o di politicamente più incisivoche consenta di determinare il momentodell'autoanalisi del Parlamento .

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Vi è un secondo problema relativo altema dell'ispezione parlamentare . L'onore-vole Labriola ha ricordato che alcuni par-lamentari avevano già posto in essere conidonei strumenti parlamentari tematicheche sono poi scoppiate con il cosiddettoscandalo dei petroli . ' Ebbene, pongo uffi-cialmente la seguente domanda: dopo cheil parlamentare ha presentato un docu-mento ispettivo e dopo che esso, dopo l averifica sulla sua ammissibilità da part edella Presidenza della Camera è statostampato, questo stesso documento appar-tiene al parlamentare o non invece all asovranità dell'intera Camera ? Non credoche l'interrogativo sia pleonastico. Cioè,nel momento in cui un parlamentare pon eun qualsiasi problema e la Presidenza del-la Camera non si serva della facoltà d idichiararlo inammissibile, esso diviene at-to della Camera . Pertanto, se non in sens ogiuridico, almeno in senso politico, Iamancata puntuale risposta finisce col con-cretare una sorta di oltraggio al Parla-mento e una elusione del potere-dover eche al Parlamento stesso compete sul pia -no ispettivo .

Credo che questo tipo di valutazion edebba presiedere alla modifica del rappor-to del potere ispettivo . Esso può determi-nare una serie di analisi che ci offron ola valutazione di ciò che avviene nel ga-binetto dei ministri, cioè se si debba rile-vare un comportamento omissivo, giuridi-camente rilevante, da parte delle strut-ture burocratiche dell 'esecutivo, che devopresumere esistenti e delegate ad elabo-rare per il ministro gli adempimenti ispet-tivi. Ma questo finirebbe con il rappre-sentare una via d 'uscita molto facile .

Io pongo invece l 'esigenza (e richiam odoverosamente su di essa la Presidenzadella Camera) di un qualcosa che modifichiil rapporto che fino a questo momento hafinito con l'essere in termini particolar iun rapporto tra il deputato ed il mini-stro cui l'interrogazione o l'interpellanzasono state rivolte. Se è vero che l'atto ispet-tivo diventa un atto della Camera, no nsolo gli istituti del sollecito e della fissa-zione della data di svolgimento debbonoessere posti in essere, ma deve essere an-

che realizzato un altro istituto, cui puòpresiedere un apposito ufficio della Presi-denza della Camera, inteso a verificare as-siduamente la concreta accettazione d aparte del Governo della funzione ispettiv adel Parlamento allo scopo di pervenire adecisioni coerenti e non soltanto statisti -che, sia nell'ambito parlamentare sia quan-do ne ricorrano gli estremi nell'ambito dialtri poteri dello Stato.

È in questo modo, a mio parere, chenoi rompiamo questa sorta di iterazioneche per anni e anni ci ha fatto ripeterele stesse cose: lo dobbiamo fare conun 'assunzione di responsabilità adombra-ta nell'intervento dell 'onorevole Ciccardini(che io condivido) per quanto concernel'aspetto della regolamentazione della se-duta, ma, direi ancora - e mi si permettadi dirlo -, in un Ufficio di Presidenza ch eabbia maggiore possibilità di orientare ilavori della Camera .

Proprio auspicando questo tipo di di-battito e questo tipo di seduta mi auguroche non mi sfuggano errori su questotema, perché non penso che in quest asede si debba parlare in quanto demo-cratici cristiani o in quanto iscritti adun altro partito, ma che questa sia l aseduta nella quale, al di là della posi-zione di parte in cui ci troviamo in al-tri momenti, dovremmo avere chiara a lpiù alto livello possibile la nostra fun-zione di rappresentatività generale. Daquesto nasce l'esigenza di una propostache mi sono permesso di avanzare allaPresidenza alcune settimane fa, quandoho chiesto. . .

PRESIDENTE . Di questa propostadarò notizia fra poco, onorevole Rubino .

RUBINO. . . .se sia possibile una proce-dura parlamentare di autotutela per evi-tare l'iterazione delle parole, che impe-disce la possibilità di chiudere il discors orelativamente al rapporto tra il parlamen-tare e la sua posizione etica e patrimo-niale. Credo che non sia difficile - per-ché dipende esclusivamente dall'autonomavolontà dei singoli - rinvenire formule vo-lontarie ed autonome per depositare pres-so la Segreteria generale la denunzia dei

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redditi e quant 'altro serva a determinareuna trasparenza fra il parlamentare el 'opinione pubblica. Non si tratta di unatto di iattanza, ma di un atto volto spe-cificamente a rispondere all'opinione pub-blica e a rompere l ' iterazione verbale, inbase alla quale tutti noi siamo convint iche bisogna fare qualcosa ma poi, giorn odopo giorno, queste cose si ripetono sol-tanto ed il distacco con l'opinione pub-blica finisce per diventare sempre mag-giore .

Signor Presidente, onorevoli colleghi ,vorrei e potrei entrare nel merito dimolti altri punti trattati nella relazione ,ma credo che fosse importante, propri oper la mia presenza di parlamentare, por-re l 'accento su alcuni temi essenziali .Il primo tema consiste nell 'esigenza chequesto tipo di dibattito trovi il suo am-bito e la sua funzione definendo modi-fiche regolamentari per far sì che rap-presenti il momento più alto e solennedella verifica, dell 'autoanalisi, della valu-tazione complessiva della funzione de lParlamento rispetto a se stesso ; ovvia-mente, in questa funzione deve esserci i lmassimo di disponibilità di ciascuno, a ldi là del filtro, del legame o della stroz-zatura derivante dalla propria apparte-nenza ad un partito o ad un 'ideologia .

Il secondo tema consiste nel rispon-dere, su questo terreno, attraverso azioniconcrete che consentano di predisporreuna risposta puntuale secondo le esigenzedell'opinione pubblica. A questo tema èconnesso il ripristino di una centralit àdel Parlamento, non a parole, ma nellasostanza, che finisca con l'alleggerire l edifficoltà del paese e dare veramente ilsenso che il Parlamento è, sì, il custod edella realtà del paese, ma è allo stess otempo il supremo regolatore ed il mo-mento centrale della democrazia nellanostra Italia repubblicana (Applausi alcentro) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlare l'o-norevole Sterpa. Ne ha facoltà .

STERPA . Onorevole Presidente, onore-voli questori, colleghi, non nascondo d iaver deciso di parlare solo questo pome-

riggio dopo aver superato molte perples-sità, perché ad un anno e mezzo circadi mandato parlamentare, francamente, co-mincio a sentirmi non molto a mio agi oin questo Parlamento, in questa Camera;

comincio a sentirmi, soprattutto, l'imbaraz-zo, come parlamentare, nel contatto con

la gente. Ho avuto occasione di esprimerequesto mio stato d'animo, come l'onore-vole Presidente sa, in una riunione del-

l'Ufficio di Presidenza che fu dedicata pro-prio alla questione morale . Ebbene, iovorrei qui, sia pure rapidamente, senzafare discorsi di carattere giuridico o co-stituzionale, sottolineare ancora proprioquesto stato d'animo, che credo sia co-mune a molti colleghi, a molti parlamen-

tari. Il paese guarda a questo palazzo,guarda a noi, con sempre maggiore sfi-ducia. Vi prego di leggere l'ultimo rappor-to CENSIS, che dà conto di questo scol-lamento, di questa frattura ormai esistent etra istituzioni ed il paese. Ma la gravitàsta soprattutto nel fatto che in questafrattura viene coinvolta quella che è l'isti-tuzione più autenticamente democratica ,appunto il Parlamento, dove in fondo, inquesti anni, si sono levate e continuanoa levarsi delle voci libere, nonostante

tutto, in tutti i settori . Ma il recuperodella credibilità da parte dello stesso Par-lamento credo sia un'impresa molto ardua .E penso sia l'impresa alla quale noi do-vremmo dedicarci con maggiore impegno .Proprio da qui, dal Parlamento, dovrebbe

cominciare l'azione di recupero di credibi-lità per le istituzioni. Non possiamo pen-sare che questa azione avvenga all'esternodel Parlamento o da parte di altre istitu-zioni dello Stato . Dobbiamo essere noi a

dare questo segnale . Dobbiamo dare deisegnali concreti, e dobbiamo farlo anchein fretta .

Dicevo in una lettera al Presidente del -la Camera : « qui e ora », perché non c' è

più molto tempo . Non voglio dire co nquesto che siamo ad una sorta di ultimigiorni di Pompei, ma certamente le isti-tuzioni democratiche stanno vivendo l'orapiù drammatica, l'ora più difficile, l 'orapiù problematica . Ebbene, il grave è che,mentre il paese vive una sua vita e vive

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in maniera anche vivace questa sua vita(leggete - ripeto - il rapporto CENSIS ,che fa il paragone delle « talpe », e parl adi un deserto tra le istituzioni ed il paesereale, che si va sempre più allargando) ,mentre il paese, in fondo, dà segni di vi-talità, le istituzioni - e, direi, soprattuttoil Parlamento - danno segni di sclerotiz-zazione e in special modo di mancanza d ifantasia e di coraggio . Mi dispiace direqueste cose, signor Presidente, ma lo fac-cio con molta passione, con autentica fedein questa istituzione e con una stima ditipo tutto personale nei suoi confronti .Occorre - ripeto - che sia proprio ilParlamento a dare dei segnali, e che l ofaccia al più presto . Il paese è cambiatoe noi non diamo segno di essercene ac-corti; il paese ha già compiuto un gir odi boa, ha lasciato alle spalle un passatodi fantasmi, di idee superate, di schemi ,di vecchi giochi, e noi ci illudiamo quidentro - ma soprattutto i partiti si illu-dono - di poter perpetuare tali giochi, d ipoter tenere in vita quei fantasmi . Con-tinuiamo a parlare di destra, sinistra,centro, senza renderci conto che anchequeste schematizzazioni sono fantasmi, sen-za renderci conto che ormai fuori di qu isi stanno rimescolando le carte. Dovrem-mo prendere atto di questa nuova realtà.

Io non sono in grado di dire cosa s ipotrebbe e si dovrebbe fare, ma vi portola voce di un uomo che è abituato a me-diare con l'opinione pubblica e che ritienedi avere, quanto meno, un minimo di sen-sibilità nel captare gli umori . Ebbene, iovi dico che se non diamo dei segnali, enon li diamo al più presto - e deve es-sere questo Parlamento a farlo -, c'è ilpericolo che finiscano non solo la primaRepubblica, ma anche la democrazia e lalibertà nel nostro paese .

Il paese è stanco, il paese guarda anoi con incredulità, scoraggiato; il paeseè alla ricerca di punti di riferimento . Edil punto di riferimento, signor Presidente ,dovrebbe essere il Parlamento, dove tor-nare ad essere il Parlamento .

Ho ascoltato l 'onorevole Sullo, che conpacatezza e con molta sensibilità ha ricor-dato i tempi della Costituzione; è vero,

erano tempi, quelli, in cui c'era una fe-de: si poteva o meno essere d'accordo,ma c'era una fede. In questo momentoed in questo Parlamento non si sentevibrare nessuna fede e ciò fa temere peril futuro della Repubblica e della demo-crazia .

Signor Presidente, non mi dilungherò .

Volevo soltanto far sentire questa voce, l eassicuro genuina e sincera. Vorrei anche,affinché rimanga agli atti, leggere alcun ibrani di una lettera che le inviai, in cu ifacevo delle proposte e le motivavo . Ri-tengo infatti che proprio con alcuni se-gnali potremmo dimostrare una nuova vi-vacità e, soprattutto, una volontà politica

che scaturisce dal Parlamento . Nella lette-ra che le inviai in data 18 novembre, cheè stata oggetto di dibattito solo in Uffici odi Presidenza, dicevo che « la condizionedel deputato è giunta ai limiti della sop-portabilità morale ». Di fronte a ciò che

sta accadendo in questi giorni — aggiun-gevo — « molti colleghi, presumo, prova-

no sentimenti di rabbia e di frustrazione » .Credo che nel frattempo la situazione siadiventata ancora più grave. E chiedevo,appunto, formalmente, di mettere all'ordi-ne del giorno alcune mie richieste, cheadesso ripeterò e che ho trasformato i nordine del giorno. Al riguardo, signor Pre-sidente, la prego di considerare il mio in-tervento anche quale illustrazione dell'or-

dine del giorno che ho presentato .

« Non intendo qui spendere » — dicevoancora nella lettera = « parole superflueper sottolineare quanto ci si senta tutt i

sgomenti di fronte al quasi inesorabile

scadimento del prestigio delle istituzioni

e del Parlamento in particolare. Bisognafare qualcosa, bisogna farlo presto, perriabilitare il Parlamento agli occhi dei

cittadini. Di fronte ad una serie di mec-canismi impazziti, che stanno affogando l a

Repubblica, facciamo qualcosa che dia i lsegno tangibile di una volontà politica chesi realizzi finalmente in Parlamento e con-tribuisca a dare inizio ad un 'opera di ri-costruzione morale, che faccia intravvede-re al cittadino la possibilità concreta d ifar uscire il paese dall ' incubo in cui sem-bra essere immerso » .

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Sottoponevo, quindi, tre proposte chequi ripeto (e che sono contenute, come hogià detto, nell'ordine del giorno) . Innanzi-tutto — ed è la prima proposta, che ri-tengo la più importante — la costituzio-ne di una Commissione permanente nomi -nata dal Presidente della Camera, format ada un membro di ciascun partito o grup-po comunque rappresentato in Assemblea .Tale Commissione, che potrebbe esser epresieduta da uno dei vicepresidenti dellaCamera, dovrebbe poter chiamare in se-duta pubblica, a discolparsi, quel depu-tato cui siano addebitati, a torto o a ra-gione, fatti che possano ledere il presti-gio del Parlamento. Le sedute di questaCommissione dovrebbero essere semprepubbliche e trasmesse in ripresa dirett adalla Rai-TV di Stato. L'operato dellastessa dovrebbe caratterizzarsi per pron-tezza di convocazione e di conclusioni .

La seconda proposta che formulo è l aseguente: con una periodicità settimanalee da stabilire, bisognerebbe dar luogo i naula ad un sistema di domande e risposteverbali immediate tra deputati e Governo ,anche qui con ripresa radiotelevisiva, poi -ché l'attuale sistema delle interrogazioni— questo rituale inutile, davvero semprepiù inutile e stanco — è addirittura umi-liante per i deputati e forse per lo stessoGoverno . Chiedo (il Presidente sa a cos aalludo) una sorta di question-tinte, cos ìcome si realizza alla Camera inglese, conpochi minuti concessi all'interrogante edaltrettanti pochi minuti concessi a chi de -ve rispondere ; ma a chi deve interrogaree rispondere lì, nell'immediato, così d adare un senso di autenticità al rito .

Chiedevo come terza cosa (ma potev oaggiungerne altre e ne aggiungerò altre sesarà necessario) di potenziare le strutturedelle Commissioni legislative, con la pre-senza sistematica di esperti . Il Presidentesa che sin dall'anno scorso posi tale pro-blema. Spesso nelle Commissioni accadedi vedere colleghi, ed anche il sottoscrit-to, trovarsi in difficoltà di fronte a pro-blemi che conoscono poco o che non co-noscono affatto . La presenza di esperti ,quale si realizza nelle commissioni delparlamento americano, ritengo sia fonda -

mentale. A questo proposito ho firmato unordine del giorno presentato dall'onorevoleBattaglia, così come ne ho firmato un oproposto dall'onorevole Usellini .

Signor Presidente, non mi dilungheròoltre . Ho voluto soltanto portare unatestimonianza, metterci un pizzico di pas-sione, fare delle proposte, che natural-mente non intendo come ultimative enon intendo assolutamente miracolose ,per sottolineare soltanto questo aspetto ,che ritengo fondamentale: bisogna ripren-dere il colloquio tra questo palazzo el'opinione pubblica ; bisogna portare quidentro l'occhio e l 'orecchio dell'opinionepubblica; bisogna ristabilire tra noi echi sta fuori di qui un grado di fiduciasenza il quale le istituzioni corrono ve-ramente pericoli molto gravi . (Applausidei deputati del gruppo del PLI e alcentro) .

PRESIDENTE . È iscritto a parlarel 'onorevole La Loggia . Ne ha facoltà .

LA LOGGIA. Ho promesso che parleròsoltanto per cinque minuti, e spero d irispettare tale impegno: debbo svolgere ,del resto, solo brevissime considerazioni .Vorrei sottolineare che la prima applica-zione della legge di riforma della conta-bilità generale dello Stato induce a con-siderare l'esigenza che il Parlamento siafornito, nel momento in cui discute lalegge finanziaria e più in generale nel-l'arco dell'esercizio finanziario, di un ido-neo strumento di controllo sulla gestionedel bilancio, intesa in senso ampio, conriferimento quindi all 'entrata ed allaspesa, alla tempestività, all'efficienza edalla produttività della spesa program-mata ed alla sua aderenza alle sceltedella legge finanziaria, del bilancio an-nuale del bilancio programmatico trien-nale. Questo soprattutto perché, quand osi discute la legge finanziaria, si richie-dono al Parlamento decisioni su scelteche vengono proposte dal Governo e chedebbono essere consapevolmente appro-fondite dal Parlamento stesso, fino a farlediventare proprie con l'espressione delvoto. Basti pensare alla norma della

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legge di contabilità che demanda allalegge finanziaria la valutazione sulle di-sposizioni di spesa, adottate in passato ,che non hanno raggiunto le finalità invista delle quali erano state formulatee che quindi richiedono modifiche so-stanziali, proprio in vista degli obiettiviprefissati e non conseguiti . Per poterconsapevolmente esprimere un giudizioal riguardo, il Parlamento deve disporredi un organismo proprio . Quando avremol 'opportunità di procedere all 'esame dellalegge finanziaria, ci troveremo a dibatteresu uno strumento che abbiamo ritenutodi fornire al Governo, nella forma d iuna commissione tecnica per l 'analisi del-la spesa, istituita presso il Ministero de ltesoro : questa commissione, che ha ac-cesso ai sistemi informativi della ragio-neria generale dello Stato, è tenuta a for-nire al Parlamento le documentazioni, no-tizie ed informazioni che il Parlamentostesso, nelle forme previste dal regola -mento, riterrà di richiedere . Si tratta,però, soltanto di un primo passo: ilParlamento, infatti, dovrà servirsi di u norgano posto al servizio dell'esecutivo pereffettuare controlli che sono viceversa dispettanza del Parlamento stesso .

È invece a mio giudizio essenzial eche il Parlamento possa disporre di u nproprio organo di controllo che gli con-senta quel necessario approfondimentoidoneo a fornire al Parlamento stesso ,nel suo complesso, attraverso la documen-tazione acquisita, elementi di giudizio edi scelta sulla base dei quali affrontarele decisioni per il futuro . Abbiamo svoltouna missione negli Stati Uniti d'America ,come lei sa, onorevole Presidente . Tutt isappiamo che si tratta di un'ordinamentocompletamente diverso; sta di fatto chein quel paese, accanto all'ufficio del bi-lancio presso l'esecutivo, esiste un ufficiodel bilancio presso il Congresso, dotatodi uno staff molto nutrito di funzionari ,che fornisce tutti i dati necessari per leconseguenti decisioni .

Questa è la prima osservazione, men-tre la seconda è che bisogna decidersi avarare le riforme del regolamento che sirendono necessarie, senza pensarci ogni

volta a ridosso dell'esame del bilancio edella legge finanziaria, perché la riformadella legge di contabilità generale delloStato esige anche riforme delle procedureregolamentari di approvazione del bilan-cio. Naturalmente, tutto ciò non compor-ta soltanto problemi inerenti al nostroregolamento - per questo ne ho parlatoanche in questa sede -, ma relativi anch ead accordi con l'altro ramo del Parla-mento .

Ogni volta ci poniamo il problema s ela legge finanziaria debba seguire la pro-cedura per l'approvazione della legge d ibilancio o una procedura diversa, e nonè un problema formale, ma sostanziale ,di rispetto delle competenze istituzional-mente affidate ad ogni singola Commis-sione; ogni volta ci poniamo il problemase, applicandosi quelle norme, gli emen-damenti debbono poi essere presentati,per la parte relativa ad ogni settore, nellesingole Commissioni competenti ed in for-ma compensativa, se devono essere esa-minati dalla Commissione bilancio gl i

emendamenti che, non essendo compen-sativi, propongono l'allargamento dell e

spese, se poi questi emendamenti siano

ammissibili in Assemblea o meno .

Oltre che formulare queste osservazio-nî, auspico anche che si possa costituir e

un piccolo gruppo per studiare il proble-ma, per vedere quale debba essere l'orga-

no di controllo del Parlamento, al servi -

zio non della Commissione bilancio ma del .

Parlamento stesso, e quali debbano esser e

le modifiche regolamentari delle procedu-

re di approvazione e deliberazione della

legge finanziaria e del bilancio .

PRESIDENTE. Non essendovi altri

iscritti a parlare, dichiaro chiusa la di-scussione sulle linee generali .

Come è consuetudine, vorrei aggiunge -

re qualche parola al dibattito cui hannopartecipato con molto impegno i nostri

colleghi .

Desidero innanzitutto rilevare - mi pa-re giusto farlo - che la discussione è

stata anche quest'anno molto impegnata

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Senato della Repubblica

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e di alto livello e sono d'accordo conchi ha sottolineato come nei confront idello stesso dibattito dello scorso annosia stata presente in tutti gli interventil 'espressione di una maturazione di alcuniproblemi, anche a livello istituzionale, ch eio ritengo molto positiva .

Lasciatemi dire soltanto una battuta :la stampa, che ha privilegiato, in questegiornate del nostro dibattito, la notizi adello scontrino al bar - questo problem aè risuonato anche in quest'aula - ha fatt ouna scelta questa volta non solo sbagliat ama anche ingiusta nei confronti dell'im-pegno e del livello della conoscenza e del -l 'approfondimento che i parlamentari han-no manifestato nel corso dei loro inter -venti. Tutto il dibattito si è incentrat oprevalentemente sulle istituzioni e sull aCostituzione e, per evitare equivoci, desi-dero dire subito una cosa . Si è parlatodella Costituzione e della necessità di de-terminate riforme; sia ben chiaro e l odico con molta fermezza, pensando di in-terpretare correttamente il pensiero ditutti i colleghi, che in nessun interventoè stato espresso l'orientamento di stravol-gere i princìpi della Costituzione.

Nella grande maggioranza degli inter -venti si è anzi sottolineato che propri ol 'attuazione della Costituzione nella suaintierezza e nei suoi princìpi fondamental irichiede una riflessione su altre parti del-la Costituzione che con il tempo e conil mutarsi anche degli orientamenti del-l 'opinione pubblica, anche con la stess acrisi delle classi dominanti - fenomeniquesti sempre ricorrenti - si dimostranonon più idonei ad attuare quegli stess iprincìpi fondamentali .

Devo dire che ho molto apprezzato l'in-tervento di ieri dell'onorevole Bozzi : sonototalmente d'accordo con lui quando h aaffermato che una democrazia deve rinno-varsi, se vuole essere democrazia . Aggiun-gerei, sempre nello spirito in cui l'ono-revole Bozzi ha fatto questa affarmazione :che la democrazia (ed anche sotto questoaspetto si differenzia dai regimi dittato-riali) ha in sé la forza per rinnovarsi .

Sono stati affrontati molti temi sulpiano istituzionale e non ritengo di poter-

mi pronunciare su tutti, anche perché suparecchi ho avuto occasione di parlarein altri momenti, anche fuori di questaaula . Vorrei soltanto affrontare alcuni nod iche mi sembra abbiano avuto particolarerilievo nel dibattito in corso in questi duegiorni .

Si è posto qui il problema dei partit ie del peso che essi hanno nella vita po-litica italiana: anzi abbiamo sentito da-

gli onorevoli Teodori, De Cataldo e Costa-magna, critiche ed affermazioni che indi-cano come oggi si senta l'intervento de ipartiti all'interno della vita istituzional equasi come un peso . Io ritengo che questosia uno stato d'animo giustificato, e che

questo sia uno dei problemi della nostr ademocrazia. Stiamo però molto attenti ,onorevoli colleghi . Sono d'accordo con lei ,onorevole Battaglia, quando ha detto chel 'organizzazione dei partiti che abbiamoderiva dalla storia del nostro paese, dell aquale fa parte; e guai a noi se lo dimen-ticassimo, perché allora cadremmo inevi-

tabilmente in un discorso astratto, inca-pace di mordere nella realtà . Aggiungo d ipiù : che malgrado tutti i difetti dei par-titi - e sono tanti ! - malgrado questopeso che noi sentiamo (lo avverto anch'io ,molte volte) gravare sulla vita delle isti-

tuzioni, ebbene una democrazia moderna ,in cui partecipino le grandi masse dei la-voratori, è inevitabilmente una democra-zia che si organizza attraverso grandi mo-

menti di aggregazione, come quelli rappre-sentati dai partiti . Non vedo altrimenticome potrebbe esprimersi - pur nella sal-vaguardia della personalità dei singoliparlamentari (e guai a noi se non lasalvaguardassimo) -, come potrebbe espri-

mersi questa realtà del nostro paese,che è anche un aspetto della democraziamoderna, costituito appunto da queste

grandi formazioni popolari, che affondano

le loro radici nella storia dell'ultimo se-colo .

Si è fatto, a questo proposito, uno

stretto collegamento tra la questione dei

partiti e la legge elettorale. È un collega-mento che ha fatto l'onorevole Teodori,

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e che è stato ripreso dall'onorevole La-briola, con il quale pienamente concordoquando afferma che affrontare il problem adella legge elettorale come mezzo di solu-sione dei problemi che pure esistono nel-la vita delle istituzioni significa cominciar e

in un modo sbagliato .

Ho ascoltato con estrema attenzione i ldiscorso dell'onorevole Teodori, anche per -ché l'intervento era ricco di riferiment iculturali che ne rendevano stimolante l'a-scolto. Ma sono profondamente convint a- e non sembri questo un atteggiamentodi parte, perché esprimo in questo mo-mento una convinzione che mi viene dal -l'esperienza di questi anni - che nel mon-do moderno, i Parlamenti moderni, sevogliono rappresentare il paese verso i lquale operano e di cui devono risolver ei problemi, devono essere espressi da unalegge elettorale che renda possibile rispec-chiare il paese, così come esso è . Penso,quindi, che non si possa cancellare innessun modo questo rapporto tra rappre-sentatività del Parlamento e legge eletto-rale proporzionale; anzi - mi consental'onorevole Teodori - da un rappresentan-te del gruppo radicale mi sarei aspettat o- e credo con qualche buona ragione -che si propugnasse una legge elettoral estrettamente basata sul criterio della pro-porzionalità, (come è avvenuto, ad esem-pio, per la legge per l'elezione dei depu-tati del Parlamento europeo), vale a dir eall'abolizione della correzione del quozien-te con il « più due », per quanto riguardail computo dei resti. Questa sarebbe unastrada che renderebbe ancora più rappre-sentativo il Parlamento .

Ma . una qualsiasi altra legge, anchequelle che sono state citate, della Franci ao della Germania, finiscono sempre pe rtradire in qualche modo la rappresentati-vità del paese . Noi non dobbiamo mai di-menticare questo fatto, onorevoli colleghi ;ed anche in questo credo di esprimerequello che molti di voi hanno affermato .

Le assemblee elettive sono, secondo l aCostituzione italiana, il centro della vitapolitica; nel sistema costituzionale italiano ,le assemblee elettive hanno questo ruolo .

Direi che la centralità del Parlamento ,come si dice, non è fatto legato ad unacontingenza politica, è un fatto costitu-zionale. Sento che molte delle proposteche vengono avanzate - anche se non sot-

tovaluto, onorevole Pazzaglia, il fatto ch elei abbia voluto in questa Assemblea avan-zare le proposte di modifica istituzionale,

nelle quali lei crede - tendono o a raf-forzare il sistema presidenziale oppurepuntano sull'esecutivo o a demandare all amagistratura determinati compiti oppurea sostituire ai poteri attuali del Parlamen-to poteri che dovrebbero essere assuntida organizzazioni burocratiche .

Tutto questo non mi convince. Nonrappresenta un rafforzamento del Parla-mento, espressione della sovranità popo-lare. Tutto questo, a mio parere, si muovein senso opposto a quello in cui io credoe nel cui ambito ritengo si debbano tro-vare le soluzioni .

Mi si consenta di aggiungere un 'altraconsiderazione, e mi avvio rapidamentead una conclusione. Anche quando si par-la con tanta frequenza, come nel corsodegli ultimi anni, di elezioni anticipate ,ebbene, io credo che siamo di fronte aun qualcosa che è profondamente distortodal punto di vista democratico .

Le elezioni anticipate erano intese co-me strumento di soluzione dei nodi poli-tici, quando l 'Italia era una monarchi acostituzionale e il re non trovava altro

modo di risolvere problemi di natura po-litica che sciogliere le Camere . Non siamopiù in quel regime, onorevoli colleghi ;

noi siamo in un regime in cui le legi-slature durano cinque anni . E non è le-cito, a mio avviso, se non per casi gra-vissimi, giungere alla minaccia dello scio-

glimento delle Camere per risolvere pro-blemi politici, che esistono nel paese ed

esistono all'interno delle assemblee elet-

tive (Vivi applausi al centro, a sinistra eall'estrema sinistra) e cercare altre solu-zioni che hanno poco a che fare con unacorretta visione della Costituzione .

Sarebbe una strada profondamente

sbagliata. Certo, vi è un problema - ed

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iio molte volte l'ho sollevato - che riguar-da i compiti e le funzioni dei due ramidel Parlamento. Non ho mai posto il pro-blema che si debba arrivare alla soppres-sione di uno dei due rami del Parlamen-to; sarebbe questo, a mio avviso, un mod oabbastanza approssimativo di guardare a lrapporto tra la complessità dei problem idel paese ed il compito delle assemble eelettive . Con altrettanta chiarezza devo di -re che trovo inammissibile che, in una si-tuazione che vede il Parlamento assediat odai problemi del paese e dalla complessitàdei nodi che si debbono sciogliere, en-trambi i rami del Parlamento faccian oripetitivamente la stessa cosa . Credo chequesto sia una perdita di tempo e che nongiovi al prestigio e al ruolo del Parla -mento. Ciò non significa ipotizzare le du eAssemblee come completamente separate ;su questo non insisto e non certo permancanza di riguardo verso i colleghi, maperché ho avuto modo di esprimere lamia opinione in altre occasioni e perch é

desidero rendere più breve possibile que-sto mio intervento .

Sono d'accordo con l 'onorevole De Ca-taldo che per trovare una soluzione aquesti problemi non sia necessario modi-ficare la Costituzione; e che forse unamaggiore riflessione nel Parlamento, fr ale Camere e in generale fra gli organ icostituzionali possa consentire l'individua-zione delle soluzioni più idonee .

Vengo ora alla questione del sindacat oispettivo e dell'azione di controllo dell aCamera, sulla quale si è soffermato poc ofa anche il collega La Loggia . Condividogli orientamenti di coloro che hanno soste-nuto, a cominciare dal deputato Crivelli-ni - anche se non condivido il raffront oda lui operato tra il numero degli addett ial servizio studi e quello degli autisti -che per esercitare un controllo efficace oc-corrono strumenti di conoscenza . In que-sto senso ritengo necessario e prioritarioil potenziamento del Servizio studi, com emomento centrale di informazione delParlamento ; così come dovrà essere raf-forzato anche il Servizio Commissioni .

Dovremo inoltre pensare, come sugge-riva l 'onorevole La Loggia, ad istituirestrumenti particolari ; tuttavia questo deveessere problema di indagine comune. Nelcorso di questo dibattito si è spesso fattorichiamo alla esperienza della democrazi aamericana. Sono d'accordo con l'esigenzadi guardare a tutte le esperienze, e quindianche a quella certamente interessante esignificativa del Congresso degli StatiUniti d'America. Non vorrei, però, che nelguardare sempre il giardino del vicino -anche se in questo caso si tratta di ungrande vicino - commettessimo l'errore divedere la sua erba sempre più verde ed isuoi fiori sempre più belli, senza scor-gere i difetti che certamente esistono an-che nel funzionamento di quel Parlament oe soprattutto dimenticando che il sistemacostituzionale americano è profondamentediverso. Il Presidente degli Stati Uniti -come è noto - non ha il problema di ot-tenere la fiducia del Congresso . E nonpossiamo dimenticare che la fiducia poli-tica è una delle forme di controllo piùsignificative che il Parlamento esercita su lGoverno. Questo non dobbiamo mai di-menticarlo ; per il resto, dobbiamo essereaperti a trarre insegnamento da tutte leesperienze che hanno dato buoni risultati .

Giungo, infine, alla questione della ri-forma del regolamento . Mi rifaccio ancoraa lei, onorevole Bozzi, e al suo interventodi ieri. Sarà perché se mi consente d iricordarlo, come altri colleghi di questaCamera, io e lei abbiamo vissuto quellagrande stagione che fu l'Assemblea costi-

tuente, che ho sentito nelle sue parolequalche cosa che accetto fino in fondo ,quando ella ha parlato del problema dellasolidarietà nel Parlamento. Io concordocon lei che c'è una solidarietà che develegare tutti i membri del Parlamento in -dipendentemente dal fatto che essi sianomaggioranza o opposizione e quindi siesprimano su posizioni politiche diverse ea volte anche aspre .

Noi, però, non dobbiamo mai dimenti-care, onorevoli colleghi, che ricade sullenostre spalle la responsabilità non degl iatti del Governo . ma del funzionamento

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del Parlamento. Ed allora non possiamovedere il problema di una legge separatadal complesso delle leggi e dal compless odell'azione del Parlamento . Se noi nonsentiamo questa « solidarietà », come giu-stamente si esprimeva l'onorevole Bozzi ,questo senso della responsabilità che ri-cade sul Parlamento, se non avvertiamotutto ciò, credo che verremo meno ai no-stri compiti .

Ed allora, quando noi parliamo di ri-forma del regolamento, la intendiamo ne lsenso che ognuno mantenga la libertàdelle posizioni politiche, ma che si as-suma collegialmente il compito, perchéquesto è nostro e soltanto nostro, di farfunzionare queste assemblee, perché sol -tanto dal funzionamento retto di questeassemblee può venire quella spinta al pae-se del superamento della crisi in cui ess osi trova.

Vi ringrazio di avermi ascoltato, onore-voli colleghi (Vivissimi applausi).

Onorevoli colleghi, in data 6 e 18 no-vembre 1980, rispettivamente l'onorevoleRubino e l'onorevole Sterpa hanno fattopervenire al Presidente della Camera du elettere, dagli stessi poc 'anzi ricordate, nel-le quali si sottolinea il grave stato di di-sagio morale diffuso tra i deputati per ilclima di generalizzazione e di malevolen-za derivante per le istituzioni e i lor osingoli componenti dagli scandali semprepiù frequenti e gravi venuti alla luce inquesti ultimi tempi. Nelle stesse letter esi presentano alcune proposte concret eche vanno dalla nomina di particolari or-ganismi parlamentari (la commissione d icui parlava teste l'onorevole Sterpa) perl'accertamento delle accuse rivolte ai de-putati, alla riforma di alcuni strumenti de lsindacato ispettivo, all'assunzione di de-terminati obblighi per i parlamentari d idocumentazione delle loro situazioni pa-trimoniali e fiscali .

L'Ufficio di Presidenza nella prima riu-nione del 20 novembre - e mi devo scu-sare se solo adesso ne do notizia in As-

semblea. ma tutte le vicende che hanno

seguito il terremoto nelle zone del Sudrendono comprensibile questo ritardo - haritenuto di adottare il seguente parere e

ha invitato il Presidente a comunicarloall'Assemblea .

Si ritiene innanzitutto possibile, senz abisogno di alcuna modifica legislativa eregolamentare, acquisire la posizione fi-scale dei deputati derivante da atti pub-blici ed allegare la relativa documentazio-ne a quella che i parlamentari, a norm adi legge o di regolamento, sono tenuti apresentare all'inizio della legislatura all aPresidenza della Camera . Ciò non escludeun invito, che si può rivolgere a tutti ideputati, di integrare gli atti stessi co ndichiarazioni e certificazioni che possanocompletare il quadro della loro posizionepatrimoniale, fermo restando - ed è co-sa importante - che la pubblicità di que-sti documenti rimarrebbe esclusa, salvaesplicita autorizzazione degli interessati .I colleghi avranno notato che non si par-

la solo della dichiarazione dei redditi, ma

di dichiarazioni e certificazioni che pos-sono completare il quadro della loro po-sizione patrimoniale; per questo allora pa-

re giusto dire che questi documenti, salv o

autorizzazione, non possono essere imme-diatamente resi pubblici .

Per quanto riguarda un rafforzament odegli strumenti parlamentari di controll odelineati nel nostro regolamento, soprat-

tutto al fine di una maggiore loro pub-blicità e diffusione nell'opinione pubblica,l'Ufficio di Presidenza ritiene che possaprendersi un'iniziativa concreta, d'accordocon il Governo, per effettuare periodica-mente lo svolgimento di interrogazioni co nprocedure e termini particolari . Si tratte-

rebbe, in sostanza, di provocare, sulla ba-se di domande brevissime rivolte per

iscritto, ai fini del giudizio di ammissibi-

lità, dai deputati al Presidente del Consi-glio dei ministri o a determinati ministri ,altrettanto brevi risposte e interventi dialtri deputati, anche di altri gruppi, sullostesso argomento, con una procedura ori-ginale, che in questo senso potrebbe con-siderarsi via di mezzo tra una conferenza

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stampa e il question time di tipo inglese ,di cui hanno parlato altri colleghi .

Questi scambi di informazioni e dicommenti tra Governo e deputati, dop oun periodo di sperimentazione inevitabile,potrebbero essere formalizzati nel nostr oregolamento e ripresi normalmente dallatelevisione .

Aggiungo che il gruppo della democra-zia cristiana, con una lettera del suo pre-sidente, richiede e sottolinea l'importanz adi una simile procedura, da attuarsi intalune ore fisse al mese, per quanto ri-guarda le questioni relative agli interventinelle zone colpite dal terremoto .

L'Ufficio di Presidenza non ha inve-ce - ed è questa una risposta all 'onorevo-le Sterpa - ritenuto di poter accoglier ele richieste tendenti alla creazione di nuo-

vi organismi parlamentari per la tutel adell'onorabilità dei deputati e per l 'accer-tamento di accuse ad essi rivolte da ter-zi . E ciò perché iniziative del genere, indi-

pendentemente dall'efficacia pratica, intac-cano i princìpi costituzionali sullo statusdei membri del Parlamento e la loro ap-

plicazione in sede legislativa e regolamen-tare.

Onorevoli colleghi, avevo il dovere d ileggervi questo parere dell'Ufficio di Pre-sidenza, che intende rispondere alle pro-poste avanzate a suo tempo dai collegh iRubino e Sterpa, nonché ad alcuni proble-mi di profondo disagio variamente solle-vati dai membri di questa Assemblea .

Passiamo ora alla replica degli onore-voli questori .

Ha facoltà di replicare il questore ,onorevole Pucci .

PUCCI, Questore . Signor Presidente, ildiscorso da lei testè pronunziato conclu-de in maniera degna un dibattito che haavuto altissimi toni e che si è svolto nelcorso di due giornate di intenso lavorodella Camera .

Questo dibattito, avendo affrontato i te -mi di carattere generale che si riferiscon oalle questioni istituzionali, ai problemi re-

golamentari e alle altre questioni che so-no state in maniera elevata trattate daicolleghi che sono intervenuti, consente anoi questori di rientrare nei limiti dellanostra competenza : limiti che taluno ave-na considerato quasi superati da qualcheaccenno (che peraltro non doveva e nonpoteva essere escluso dalla relazione), chela relazione scritta aveva rivolto ai pro-blemi e ai temi di carattere generale chenella precedente relazione erano stati trat-tati in maniera più diffusa .

Dicevo che ci è consentito rientrarenei limiti di nostra competenza, anche sequesto non ci esime dal dire una parol adi ammirazione e di gratitudine per tutt icoloro che, con tanto impegno, hanno nonsolo affrontato - come dicevo - temi eproblemi di carattere generale, ma ancheofferto a noi suggerimenti, osservazioni ,sottolineature, consigli e critiche, dai qua -li abbiamo tratto e trarremo ancora leimplicazioni necessarie, nel prosieguo de lnostro modesto lavoro .

Sì, un lavoro alquanto modesto, m aimpegnato, che si è sviluppato, nel corsodi questo esercizio, tenendo conto delledirettive dell'Assemblea e delle necessitàdi aggiornamento delle strutture della Ca-mera e del loro adeguamento al mutaredelle esigenze di funzionamento del Par-

lamento; strutture che, sì, hanno avut onel passato e continuano ad avere limit inotevoli, ma che si vanno sviluppando pe rpoter correre allo stesso passo con il qua-

le corre la vicenda che ci impegna ognigiorno nella nostra fatica politica .

Abbiamo sviluppato le strutture am-bientali . Voi sapete che sono entrati infunzione alcuni nuovi locali, che sono sta-ti assegnati a colleghi parlamentari piùdi cento uffici . Siamo ora alla vigilia del-l'assegnazione di altri uffici, attrezzati an-cora in maniera non del tutto soddisfa-

cente, visto che ulteriori richieste vengo-no formulate perché si completino le at-trezzature .

Abbiamo anche affrontato (ottenendoil sostegno e l'approvazione dell'Ufficio d iPresidenza, con alla testa il nostro Pre-sidente, che non solo ha consentito alle

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nostre proposte, ma ci ha sempre stiino-lati e confortati del suo consenso e delsuo consiglio) il problema di una inden-nità compensativa (una partecipazione mo-desta, ma significativa) per coloro che nonhanno ancora la possibilità di fruire d iun ufficio e che quindi devono affrontar ealcune spese per servirsi di locali diversida quelli assegnati dalla Camera .

Abbiamo, in generale, affrontato i pro-blemi posti lo scorso anno dall 'ordine delgiorno Usellini . Oggi ci troviamo di front ead un altro documento del genere e pens oquindi di poter abbreviare la mia replica ,anche perché molti degli ordini del giorn opresentati richiedono risposte che potran-no sostituire questo mio intervento .

Credo però non sia inutile metterein evidenza, di fronte anche alle critichee alle sollecitazioni (alcune anche nonpertinenti) che ci sono venute insieme airiconoscimenti, il lavoro che si è fatto, lerealizzazioni cui si è giunti, in materi adi indennità parlamentare, di servizi postia disposizione dei colleghi parlamentar i(servizi telefonici, di segreteria, di stam-pa e così via) .

Guardando indietro - e non per esal-tare la nostra opera, che rimane sempreun'opera modesta, ma per riconoscere so-prattutto i meriti di coloro che ci hannospronato ed hanno con noi collaborato - ,dobbiamo pur riconoscere che sono statifatti notevoli passi in avanti in tema dicondizione del parlamentare, ancora no ndel tutto adeguata alle esigenze connesecon l'assolvimento del nostro mandato .

Amici miei, sentiamo dire, anche sull astampa di oggi, che la spesa del Parla -mento è eccessiva : parlando con miei col-leghi pensavo alla spesa dei grandi comu-ni, delle aziende municipalizzate anche d imodeste dimensioni, spese che superano d igran lunga quelle del Parlamento il qualedeve pure avere le sue attrezzature ed isuoi sussidi ! Quanti di voi ci hanno sol-lecitato ad ampliare gli organici dei dipen-denti ? Al nostro personale si è rivoltae si rivolge sempre una parola di am-mirazione e gratitudine per l'alta qualifi-cazione: è una parola cui sinceramente

ci associamo, perché ci soddisfa e con-sola. Quanti di voi ci hanno spronato adampliare l 'organico del personale ? Allanuova dotazione organica si è accintol 'Ufficio di Presidenza in questo ultimoanno: dopo tanto tempo è stato appro-vato un nuovo regolamento organico de iservizi e del personale, in seguito ad unacontrattazione che ha presentato anchemomenti di natura dialettica, al termin edella quale tuttavia si è raggiunta unasoluzione soddisfacente per le parti con-traenti, innovando una tradizione, ormaisuperata, che caratterizzava le soluzionidei problemi interni della Camera su unpiano quasi familiare; la contrattazioneallinea ormai i rapporti tra Ufficio diPresidenza e personale della Camera, checollabora con le strutture parlamentari, aquello che è il progresso ormai raggiunt oin ogni settore di contrattazione di naturasindacale nei rapporti di lavoro . Approvatoil nuovo regolamento organico, ci si ac-cinge ad affrontare l 'approvazione dellenuove tabelle di dotazione dei vari settor ioperativi del personale. Tanti altri pro-blemi si sono risolti .

Ben comprendo che l'ora è tarda e chei nostri colleghi si appassionano assai d ipiù ai dibattiti dall'alta qualificazione po-

litica, che alla trattazione talvolta noios adi cifre e dati ; numeri e tabelle non l iinteressano in maniera adeguata ma, a lmomento della conclusione, ammettiamodi aver avvertito un rilievo . Esso ci è statomosso con discrezione; dobbiamo pur pro-nunziare la nostra parola di gratitudineper questa discrezione . In particolare, ab-biamo avvertito un rilievo quando si èosservato che discutiamo il preventivo de l1980 alla fine dell'anno, quando il pre-ventivo si trasforma quasi in un consun-tivo. Allora, più che alle previsioni, ab-biamo la possibilità di riferirci (possiamofarlo senza infingimenti) alle realizzazioniconseguite nell'esercizio ; il rilievo è piùche fondato. Abbiamo avvertito il disagiodi essere giunti alla conclusione dell'eser-cizio finanziario e di discuterne in As-

semblea alla fine dell'anno e, come abbia-mo rilevato in termini di sollecitazione

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in alcuni ordini del giorno, ci impegniamosolennemente per il prossimo esercizio anon tardare oltre nella discussione e nel-l 'approvazione del bilancio dello Stato . Ab-biamo infatti soltanto questo limite: nonpossiamo discutere in Assemblea il bilan-cio interno, se prima non sono accertate ,dopo l'approvazione del bilancio dell oStato, le dotazioni che da quest'ultim osono conferite alla Camera .

Avremmo potuto discutere il nostro bi-lancio entro luglio, ma in sede di pro-grammazione (da tutti lamentata come in-sufficiente, come non razionale), in quelpoco di programmazione dei lavori chesi è potuta concretizzare, nel corso dellevarie conferenze dei capi-gruppo, non si ètrovato il tempo - pur trattandosi di undocumento interno della Camera - per l adiscussione del bilancio interno della Ca-mera e siamo purtroppo giunti al limiteoltre il quale non si poteva andare, cioèalla conclusione dell 'anno. Questo rilievolo avvertiamo noi in prima persona e as-sumiamo l 'impegno affinché non si ripetanel prossimo bilancio .

Molti degli ordini del giorno presen-tati contengono richieste sulle quali avre-mo la possibilità di attardarci nel mo-mento in cui esprimeremo il nostro pa-rere. Voglio soltanto richiamare la vostraattenzione sulla relazione che sostanzial-mente - se fosse stata attentamente va-lutata - avrebbe dato risposta a moltiquesiti, avrebbe dato la possibilità di tro-

vare soluzioni a molte richieste che sonostate avanzate. Certo, non tutto potevaessere previsto, perché la fecondità delpensiero, che ha illuminato gli interventidei vari colleghi, non poteva essere og-getto di previsione puntuale da parte d ichi ha formulato la relazione. Ad essaperò intendo riferirmi per dire che, s evalutata attentamente, vi si può trovareuna risposta puntuale ad ogni obiezione .Non posso che esprimere, ai colleghi chehanno manifestato al Collegio dei questorila loro soddisfazione, la mia gratitudinee proporre all'Assemblea che venga ap-provato il consuntivo dell 'esercizio 1978 ,sul quale non ho recepito alcuna osserva-zione od alcuna proposta, ed il preven-

tivo dell 'anno che ormai si va conclu-

dendo, cioè del 1980.Prima di concludere il mio intervento ,

non posso che rinnovare l'espressione del -la gratitudine del Collegio dei questorial Presidente di questa Assemblea, al-l'Ufficio di Presidenza, che ha sempre so-stenuto le proposte ed incoraggiato l'ini-ziativa e l 'azione dei questori, nonché lagestione compiuta . Non posso che espri-mere il mio ringraziamento al SegretarioGenerale, che è prezioso collaboratore del-la Presidenza, degnissima guida per tuttal 'amministrazione della Camera, a tutto ilpersonale, dai funzionari ai più modest inostri collaboratori : una gratitudine edun elogio vivissimo che non rappresentaaltro che l'eco di una gratitudine ed unelogio che viene espresso non soltantodai colleghi, ma che viene ad essere va-lutato attraverso i titoli ed i meriti chenella fatica quotidiana, con tanto sacri-ficio, passione ed impegno i dipendentistessi offrono nella collaborazione chedanno ogni giorno ai membri del Parla-mento (Applausi) .

PRESIDENTE . Passiamo all ' esame deicapitoli e del quadro generale riassuntivo ,con i relativi allegati, del conto consun-tivo delle spese interne della Camera deideputati per l'anno finanziario dal 1 °gennaio al 31 dicembre 1978 che, se nonvi sono osservazioni, si intenderanno ap-provati con la semplice lettura (V. doc.VIII, n. 1) .

(Sono approvati tutti i capitoli ed ilquadro generale riassuntivo, con i rela-tivi allegati) .

Passiamo ora all'esame dei capitoli edel quadro generale riassuntivo, del pro-getto di bilancio delle spese interne dellaCamera dei deputati per l'anno finan-ziario dal 1° gennaio al 31 dicembre 1980,al quale non sono stati presentati emen-damenti .

Avverto la Camera che è pervenutaalla Presidenza, da parte del gruppo ra-dicale, una richiesta di votazione a scru-tinio segreto sul progetto di bilancio del -le spese interne della Camera. Poiché

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la votazione avverrà mediante procedi-mento elettronico, decorre da questo mo-mento il termine di preavviso previst odal quinto comma dell 'articolo 49 delregolamento .

Passiamo agli ordini del giorno pre-sentati, che sono del seguente tenore :

« La Camera ,

rilevato che le sue strutture di stu-dio e informazione non sono adeguate al -la necessità di assicurare alle Commissio-ni, ai Comitati, ai relatori e ai deputat iin genere il supporto e la consulenza in-dispensabili per il loro corretto funzio-namento e la loro attività ;

rilevata la necessità che la Camerastessa sia dotata di un sistema informa-tivo proprio, concorrente e separato ri-spetto a quello del Governo e della pub-blica amministrazione, mentre oggi appa-re attrezzata solo per ricevere le infor-mazioni provenienti da centri di raccoltae di elaborazione esterni ;

rilevato che la capacità della Cameradi compiere le grandi scelte e di dettarei relativi indirizzi è strettamente collega-ta, oltre che alla esistenza della corrispon-dente volontà e capacità politica, alla crea-zione di un sistema informativo con l ecaratteristiche sopra indicate, alla capaci-tà di verificare l'attuazione degli atti le.gislativi e d'indirizzo approvati, alla capa-cità di reale controllo della spesa pubbli-ca, al collegamento organico, in tutte l eattività istruttorie, con istituti, università ,ricercatori nazionali e internazionali, all acapacità di divenire punto di raccordo peril sistema degli organi rappresentativi eper i diversi soggetti istituzionali esi .stenti ;

rilevato di contro che :

a) il Servizio studi consta attual-mente di soli nove funzionari addetti al-le Commissioni e ha una disponibilitàdi cento milioni per tutte le collabora-zioni esterne, traduzioni, eccetera ;

b) la Biblioteca non è particolar-mente qualificata alle esigenze dell'utenza

parlamentare, ha grosse difficoltà organiz-zative, scarso personale ;

c) il Servizio relazioni comunitariee internazionali non è in grado di assi-curare una pronta distribuzione dei docu-menti finali né di fornire l ' informazionesulle varie fasi preparatorie ;

d) il Servizio della documentazioneautomatica sottoutilizza gli impianti e nonpredispone programmi per le specifich eesigenze dei lavori parlamentari ;

e) l'Ufficio informazione parlamen-tare ha uno scarso rilievo organico, nonè attrezzato per fornire all'utente esternoinformazioni sulla Camera e sui suoi la-vori e per indirizzare la domanda internaverso il destinatario più qualificato ;

f) il Servizio archivio ha un gros-so carico di lavoro, ma assoluta inade-guatezza di personale e di moderni mezz itecnici per l'archiviazione degli atti parla-mentari ;

g) il Servizio regioni ha un rilevan-te archivio di documentazione regionale ,non valorizzato perché non collegato all eprincipali sedi di utilizzazione e non sele-zionato; non realizza un lavoro continuodi analisi comparativa della legislazioneregionale per grandi settori, al fine di as-sicurare in modo continuo e aggiornatoil quadro normativo nazionale;

h) il Servizio studi ha personale e

mezzi inadeguati per rispondere alle ri-chieste dei singoli deputati e non è i ngrado di assicurare un servizio generaliz-zato di assistenza nella fase di redazione

delle proposte di legge d'iniziativa parla-mentare ;

i) il numero dei funzionari addettialle Commissioni è assolutamente inade-

guato;

l) le possibilità di controllo dell a

spesa pubblica e dei meccanismi di for-mazione del bilancio dello Stato sono li-mitate agli atti costituzionali e alle oc-casionali informazioni fornite dal Governo ;

non esiste un collegamento organico, an-che automatico, con la Ragioneria dello

Stato;

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Camera dei Deputati

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impegna l 'Ufficio di Presidenza

ad adottare provvedimenti urgenti per i lrafforzamento del Servizio studi e dell estrutture delle Commissioni, attraverso loaumento dei funzionari e delle dotazionifinanziarie ;

impegna inoltre l'Ufficio di Presidenz a

ad istituire una commissione mista, for-mata da parlamentari e funzionari, inca-ricata di predisporre un piano di adegua-mento degli apparati e servizi della Ca-mera alle esigenze esposte in premessae di elaborare proposte di modifica deiregolamenti interni, di adeguamento dellaorganizzazione e dei compiti dei servizi,di aumento e ridistribuzione del persona-le, di incremento del bilancio della Ca-mera. La Commissione riferirà entro tremesi all 'Ufficio di Presidenza che, sentit ele organizzazioni sindacali del personale ,adotterà i provvedimenti necessari » .

9/doc. VIII, n. 2/ 1

CICCIOMESSERE, AGLIETTA MARIA ADE-

LAIDE, AIELLO, BALDELLI, BOATO ,

BONINO EMMA, CRIVELLINI, D E

CATALDO, FACCIO ADELE, ME-

LEGA, MELLINI, RIPPA, PINTO ,

ROCCELLA, SCIASCIA, TEODORI ,

TESSARI ALESSANDRO.

« La Camera ,

rilevato che l'ordine del giorno n . 9/Doc. VIII, n . 6 e 6-bis/4, presentato daideputati Usellini, Balzamo, Cicciomessere ,Reggiani, Sterpa, Pochetti, Mammì, Riz ,Milani ed altri sulle strutture e sugli stru-menti di lavoro del deputato, approvatonella seduta dell'11 ottobre 1979, ha tro-vato solo parziale attuazione ;

rilevato in particolare che :

a) non sono stati assegnati a tutti ideputati locali idonei per lo svolgimentodell 'attività parlamentare ;

b) i locali assegnati sono sostanzial-mente inagibili perché decentrati dai luo-ghi in cui si svolge l'attività parlamentaree perché privi di attrezzature e personale ;

c) non sono stati garantiti a ciascundeputato assistenti per il lavoro parla-mentare;

d) non è stato predisposto il " con-gruo fondo per le spese telefoniche e digestione dell'ufficio" del singolo parla-mentare ;

e) non sono stati predisposti " glistrumenti regolamentari atti ad assicura-re a ciascun deputato e alle Commissioniparlamentari più ampi strumenti di con-sulenza " ;

impegna l'Ufficio di Presidenza a :

1) completare l 'assegnazione a ci ascun deputato di un locale ;

2) dotare ogni ufficio di macchin ada scrivere e costituire " centri copie "con adeguato personale ;

3) assicurare il funzionamento degl iuffici dei parlamentari per tutti i giorn idella settimana e l 'agibilità degli stessifino alle ore 24 ;

4) facilitare il passaggio dal com-plesso di vicolo Valdina al palazzo deigruppi ed al palazzo di Montecitorio at-tivando l'ingresso di via Campo Marzioe il sottopassaggio già realizzato ;

5) realizzare una unificazione opera-tiva e funzionale dei nuovi edifici dellaCamera, predisponendo, entro tre mesi ,un piano di decentramento di alcune Com-missioni e dei relativi servizi e uffici ne icomplessi di vicolo Valdina, palazzo Rag-gi, San Macuto, e di assegnazione degli uf-fici disponibili per deputati negli stess icomplessi, in relazione all'appartenenza al -le Commissioni decentrate ; predisporre congli stessi criteri un piano di ristruttura-zione e ridistribuzione degli uffici del pa-lazzo di Montecitorio ;

6) attuare entro due mesi quantodisposto dal punto 2 dell'ordine del gior-no citato in premessa, in relazione agl iassistenti dei deputati ;

7) attuare entro due mesi quanto di-sposto dal punto 3 dell 'ordine del giorno

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

citato in premessa, in relazione al fondoper le spese telefoniche e di gestione del-l 'ufficio;

8) rafforzare il personale e la dispo-nibilità finanziaria del Servizio studi ; as-segnare ad ogni Comitato istituito nel-l'ambito delle Commissioni personale spe-cializzato adeguato ;

9) concordare con le organizzazionisindacali del personale i provvedimenti daadottare » .

9/doc . VIII, n. 2/2

AGLIETTA MARIA ADELAIDE, AJEL-

LO, BALDELLI, BOATO, BONINO

EMMA, CICCIOMESSERE, CRIVEL-

LINI, DE CATALDO, FACCIO ADE -LE, MELEGA, MELLINI, RIPPA,

PINTO, ROCCELLA, SCIASCIA,

TEODORI, TESSARI ALESSANDRO.

impegna il Collegio dei questori el 'Ufficio di Presidenza

ad assicurare, nell'ambito del bi-lancio della Camera per il 1981, e in ac-cordo con gli organi competenti del Se -nato, lo stanziamento di lire cinquecentomilioni per il funzionamento della Com-missione parlamentare per l'indirizzo ge-nerale e la vigilanza dei servizi radiate-levisivi » .

9/doc. VIII, n. 2/3

BALDELLI, AGLIETTA MARIA ADELAIDE,

AJELLO, BOATO, BONINO EM-

MA, CICCIOMESSERE, CRIVEL-

LINI, DE CATALDO, FACCIO

ADELE, MELEGA, MELLINI, RIP-

PA, PINTO, ROCCELLA, SCIA-

SCIA, TEODORI, TESSARI ALES-

SANDRO.

« La Camera ,

« La Camera ,

rilevata l'esigenza di dotare la Com-missione parlamentare per l'indirizzo ge-nerale e la vigilanza dei servizi radiotele-visivi degli strumenti e dei fondi neces-sari per l 'adempimento dei compiti as-segnati dalla legge ed in particolare pervalutare la corrispondenza dei programmitrasmessi dalle tre reti televisive e dalletre reti radiofoniche della RAI-TV ai prin-cìpi della legge 14 aprile 1975, n . 103,contenente "Nuove norme in materia didiffusione radiofonica e televisiva " e agliindirizzi emanati dalla Commissione stessa ;

rilevata l 'impossibilità da parte deisingoli componenti la Commissione di ve-rificare quotidianamente la qualità del mes-saggio radiotelevisivo ;

rilevato che quanto disposto dalla ri-soluzione n. 6-00046, approvata dalla Ca-mera nella seduta del 22 novembre 1978,e cioè di dotare la Commissione " de imezzi per il pieno assolvimento dei suoicompiti e, in particolare, per la verificadei programmi prevista dalla legge ", nonha trovato alcuna attuazione ;

rilevato che la diffusione limitata de -gli atti parlamentari e l'alto costo di que-sti documenti impedisce una reale cono-scenza nel Paese della attività della Ca-mera stessa ed una democratica discussio-ne su di essi, perfino fra gli studiosi ditale attività ;

rilevato altresì che il servizio di Sta-to della RAI-TV e gran parte della stam-pa pubblica, parapubblica e privata, puravendo pieno, agevalatissimo accesso allefonti di informazione parlamentare, persi -stono a presentare l 'attività parlamentarecome marginale rispetto a quella dei par-titi e dell'esecutivo ed a discriminare iparlamentari a seconda della loro appar-tenenza politica, della loro dislocazionenella maggioranza o nell'opposizione, dell aconformità dei loro interventi agli ordinio alle disposizioni, veri o presunti, de iloro vertici partitici o parlamentari, rea-lizzando una vera e propria vanificazion edelle funzioni parlamentari e della capa-cità di conoscenza e giudizio dei cittadinisull'operato dei rappresentanti del popolo;

rilevato che le difficili condizioni dilavoro, che attengono alla stessa possibi-

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

lità di espletarlo, per il deputato italia-no derivano anche da una insufficiente di-sponibilità di strutture e di servizi dellaCamera stessa, dai suoi stessi orari bu-rocratici non pertinenti alle straordinariecaratteristiche delle funzioni parlamentari ;

rilevato in particolare che gli oraridi chiusura della Camera impediscono aideputati di esercitare adeguatamente, nel-le ore serali, nei giorni festivi e prefestivi ,nei periodi feriali, le attività connesse co nil proprio mandato ;

rilevato altresì che i periodi di "fe-rie " parlamentari si risolvono in vere eproprie vacationes parlamentari, che fannomancare ad altri poteri dello Stato i lconfronto, costituzionalmente necessario ,con il potere ispettivo e d'indirizzo delParlamento ; e che in tali situazioni nonsono concepibili assenze di chi, ai sens idegli articoli 8 e 9 del Regolamento, rap-presenta la Camera ;

rilevato che l'appellativo di " onore-vole ", peraltro non previsto da alcun re-golamento o disposizione, è altrettantovacuo e superato, contraddittorio con letradizioni civili repubblicane e democra-tiche, quanto quello di " eccellenza ", gi àsoppresso, anche se purtroppo ampiamen-te e illegittimamente praticato ancora nel-le sfere militari, giudiziarie e burocratiche ;

rilevato che l 'uso del nome, oltrechédel cognome, per le sole deputate negl iatti della Camera risulta quanto menoingiustificato, se non discriminatorio ;

rilevato che l 'organizzazione dei ser-vizi non risponde alla esigenza di fornirea tutti i deputati, e non solo ai gruppi ,il supporto di informazione e documenta-zione indispensabile per l'attività legisla-tiva, di indirizzo e ispettiva, riducendonella maggior parte dei casi il rudlo de ifunzionari a quello certificativo ;

impegna l 'Ufficio di Presidenza a :

a) predisporre la distribuzione nellemaggiori librerie di ogni città e in tuttele biblioteche pubbliche degli atti della

Camera dei deputati ; predisporre un pia-no di adeguamento delle strutture e de iservizi tipografici atto alla diffusione auto -noma da parte della Camera nelle edi-cole del territorio nazionale di pubblica-zioni quotidiane e settimanali della Ca-mera stessa ;

b) richiamare energicamente e conpuntualità la stampa e i mezzi di infor-mazione audiovisiva, accreditati per lecronache parlamentari, in particolare quel-li pubblici, al rispetto del dovere di un ainformazione corretta e corrispondente averità, completa e obiettiva, sulla vit aistituzionale della Camera, senza discri-minazioni e censure ;

c) assicurare la presenza quotidiananegli uffici, anche nei giorni festivi e nelleferie, di membri della Presidenza ;

d) approntare strutture per la ripre-sa televisiva dei lavori d 'Assemblea e diCommissione a disposizione delle emit-tenti private;

e) assicurare l 'apertura dei palazzie degli uffici essenziali anche nei giornifestivi ;

f) abolire negli atti parlamentari, neirapporti con il personale interno, nei rap-porti con l'amministrazione dello Stato ein ogni occasione pubblica l 'appellativodi " onorevole " ;

g) abolire l 'uso del nome delle depu-tate in aggiunta al cognome, tranne chenei casi previsti per i deputati ;

h) assicurare l'effettivo funzionamen-to degli impianti di trasmissione audiovi-siva per il pubblico e la stampa in tutt ele Commissioni, così come tassativamenteprevisto dal regolamento » .

9/doc . VIII, n . 2/4

BONINO EMMA, AGLIETTA MARIA ADELAI-

DE, AJELLO, BALDELLI, BOATO ,

CICCIOMESSERE, CRIVELLINI, D E

CATALDO, FACCIO ADELE, ME-

LEGA, MELLINI, RIPPA, PINTO ,

ROCCELLA, SCIASCIA, TEODORI ,

TESSARI ALESSANDRO.

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 198 0

« La Camera ,

rilevato che i bilanci di prevision edello Stato, i rendiconti consuntivi, la leg-ge finanziaria ed altri atti e document i

economici presentano caratteristiche parti-colari in relazione a :

1) l'enorme quantità di informa-

zione ;

2) la possibilità e la necessità di

molteplici correlazioni dei dati;

3) l'importanza dell 'analisi degli an-damenti nel tempo di singole grandezze edi valori parametrici semplici o complessi ;

rilevato che allo stato attuale nonsolo i singoli deputati, ma anche i grupp iparlamentari numericamente minori o me -di sono nella pratica impossibilità di unesame completo e approfondito dei bilan-ci e dei rendiconti dello Stato ;

rilevato che attualmente nell 'ambitodel dipartimento economico finanziari odel servizio studi il personale che si oc-

cupa specificamente del bilancio è costi-tuito da un solo funzionario ;

rilevato che tutto ciò rischia di ren-dere evanescente il potere ispettivo e dicontrollo di questo fondamentale settore ;

impegna l'Ufficio di Presidenza a :

a) potenziare, nell'ambito del serviziostudi, il dipartimento economico finanzia -rio, dimensionandolo in funzione dell'im-portanza e della gravosità del serviziorichiesto ;

b) dimensionare il numero dei fun-zionari ed in genere del personale addettoalla V Commissione (bilancio), in funzionedelle esigenze oggettive del lavoro dellaCommissione stessa e della necessità d irendere possibile sia la lettura, l'analisi el'elaborazione dei dati contenuti nel bi-lancio e nel rendiconto dello Stato sia i lcontrollo, lo studio e la valutazione de iproblemi relativi alla copertura finanzia-ria dei provvedimenti legislativi ;

c) determinare le condizioni per l'in-stallazione alla Camera dei deputati di unterminale collegato con il centro di calcolodella Ragioneria dello Stato, al fine di una

progressiva utilizzazione dei dati ivi me-morizzati ;

d) istituire una commissione mista ,formata da parlamentari e funzionari, in-caricati di valutare e definire un pianodi fattibilità circa l'utiliziazione di banchedi dati dell'Amministrazione dello Stato

e non » .

9/doc. VIII, n. 2/5

FACCIO ADELE, AGLIETTA MARIA ADELAIDE ,

AJELLO, BALDELLI, BOATO, Bo-NINO EMMA, CICCIOMESSERE,

CRIVELLINI, DE CATALDO, ME-

LEGA, MELLINI, RIPPA, PINTO ,

ROCCELLA, SCIASCIA, TEODORI ,

TESSARI ALESSANDRO.

« La Camera ,

ritenuto che non esistono motivazioniragionevoli perché membri della Camera ,ancorché preposti ad incarichi di eccezio-nale rilevanza, o funzionari e dipendenti ,ancorché determinanti per il funziona-mento stesso della Camera, non utilizzinoautoveicoli propri o taxi per i rispettivispostamenti ;

constatato altresì che il costo delservizio delle auto della Camera è quan-titativamente rilevante e comunque abnor-me rispetto al costo di altri servizi essen-ziali, essendo ad esempio il numero degliautisti addetti al servizio suddetto dellaCamera più che triplo dei funzionari ad-detti al servizio studi ,

impegna l'Ufficio di Presidenz aa smantellare completamente e immedia-tamente il servizio delle auto della Ca-

mera » .

9/doc . VIII, n . 2/6

CRIVELLINI, AGLIETTA MARIA ADELAIDE, AJEL-

LO, BALDELLI, BOATO, BONINO

EMMA, CICCIOMESSERE, D E

CATALDO, FACCIO ADELE, ME-

LEGA, MELLINI, RIPPA, PINTO,

ROCCELLA, SCIASCIA, TEODORI ,

TESSARI ALESSANDRO.

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

« La Camera

impegna l'Ufficio di Presidenzaa pubblicare, presso l'albo dei questori ,l 'elenco dei giornalisti autorizzati, perma-nentemente o temporaneamente, ad acce-dere alla sala stampa ed ai servizi, conl 'indicazione della testata per la qual eoperano ed a curarne periodicamente loaggiornamento » .

9/doc . VIII, n . 2/7

ZOLLA, FIORI PUBLIO,

GITTI.

« La Camera

impegna l'Ufficio di Presidenz aa fissare la discussione del progetto d ibilancio per le spese interne entro il 30giugno di ogni anno ; a stampare e distri-buire il progetto un mese prima dell apresumibile data di discussione; a comu-nicare ai deputati, con quindici giorni d ipreavviso, la data in cui la Camera saràchiamata a discutere il progetto me-desimo » .

9/doc. VIII, n. 2/8

FIORI PUBLIO, ZOLLA,

GITTI .

« La Camera

impegna l'Ufficio di Presidenza :

1) a richiedere ai musei e galleriepubbliche in prestito un numero di opered'arte adeguato alle proprie capacità diesposizione, impegnandosi a mantenerle erestaurarle, ove necessario ;

2) a riattivare la commissione perl'acquisto di opere d'arte, in modo da of-frire ad artisti contemporanei l 'altissimatestimonianza di un Parlamento sensibilenon solo al dibattito politico, ma anche a ivalori culturali espressi dagli stessi ar-tisti » .

9/doc. VIII, n. 2/9

BERNARDI GUIDO.

« La Camera ,

rilevata la funzione centrale che puòessere svolta da un Servizio studi di di-mensioni adeguate alle esigenze crescent idi controllo ispettivo e di presenza cultu-

ralmente qualificata del Parlamento, e sot-tolineata altresì la necessità del potenzia -

mento di un servizio che non sia stru-mento diretto di produzione dell'informa-zione, ma filtro organizzativo e coordina-tore di dati provenienti da centri esterni ,non senza possibilità di ampie acquisizion idirette, che si rendessero obiettivament enecessarie ;

attesa la necessità del potenziamento

del Servizio Commissioni, e consideratal'opportunità della istituzione, a titolo spe-rimentale, per un periodo determinato, d iun comitato di redazione tecnica delle nor-me legislative, a disposizione dei parla-mentari e delle segreterie delle Commis-sioni ;

impegna l'Ufficio di Presidenz a

a presentare, in occasione del bilancio in -terno di previsione per il 1981, un proget-to organio triennale di rafforzamento deiservizi suddetti, con priorità per quello

studi e documentazione, dotato di mezz i

finanziari e di previsione di strutture tal ida segnare una svolta qualitativa in que-sto aspetto essenziale della vita parlamen-

tare » .

9/doc. VIII, n. 2/10 .

BATTAGLIA, MANFREDI MANFRE-

DO, LECCHI, LABRIOLA, USELLI-

NI, RUBINO, POCHETTI, REGGIA-

NI, STERPA, DE CATALDO, MI-

NERVINI, GIANNI .

« La Camera ,

rilevato che l'ordine del giorno n . 9/Doc. VIII, n. 6 e 6-bis/4, presentato da ideputati Usellini, Balzamo, Cicciomessere ,

Reggiani, Sterpa, Pochetti, Mammì Riz ,Milani ed altri sull'adeguamento dei ser-vizi e dell'assistenza ai deputati per l'eser-cizio delle loro funzioni istituzionali, ap-provato nella seduta dell' 11 ottobre 1979 ,ha trovato una prima parziale attuazione ;

rilevato, in particolare, con riferi-mento ai vari punti del citato ordine de l

giorno che :

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

a) relativamente al punto 1 non èterminata l'opera di reperimento ed asse-gnazione a ciascun deputato di un local earredato e dotato delle attrezzature e deiservizi idonei a svolgere l'attività legisla-tiva (scrivania, macchina da scrivere, te-lefono, eccetera) ;

b) relativamente al punto 2 no n

è stata data attuazione alla predisposizio-ne di un servizio amministrativo per gl iadempimenti di legge ed il pagamento de -

gli oneri relativi per garantire a ciascun

deputato la possibilità di essere assistit o

nel proprio lavoro e, di conseguenza, no n

è stata data ad ogni deputato la possi-bilità di impegnare collaboratori in qua-lità di assistenti, in non più di due uni-tà per ogni parlamentare, con la esclusio-ne dei parenti entro il secondo grado e

gli affini del deputato o di suoi collegh i

parlamentari ;

c) relativamente al punto 3 si dà

atto della attuazione del servizio telefo-nico per i parlamentari e del fondo spe-se postali ;

d) relativamente al punto 4 si d àatto che sono stati migliorati i servizi del -le Commissioni parlamentari, ma si rile-va che sono ancora insufficienti gli stru-menti di consulenza messi a disposizionedei deputati nelle singole Commissioni ;

impegna l'Ufficio di Presidenza, incollaborazione con i gruppi parlamenta-ri, a :

1) completare l'assegnazione a cia-scun deputato di un locale arredato e do-tato delle attrezzature e dei servizi indi-cati al punto a) ;

2) dare attuazione nell'anno 1981al punto 2 del citato ordine del giornopredisponendo, tra l'altro, gli atti per re-golare il rapporto tra il deputato e i suoiassistenti, sulla scorta di quanto avvienein altri Parlamenti, tenendo presente cheper attività di assistenza si devono inten-dere attività diverse da quelle consideratenei titoli II e V del decreto del Presi -

dente della Repubblica 29 settembre 1973 ,n. 597, e suscettibili, se remunerate, diprodurre redditi ai sensi del punto a) del-l'articolo 49 del citato decreto del Presi-sidente della Repubblica ;

3) prevedere un plafond per comu-nicazioni interurbane per consentire, at-traverso il centralino della Camera o co n

altro mezzo idoneo, l'uso del telefono aldeputato anche nel suo ufficio;

4) dotare le Commissioni parlamen-tari, anche raggruppandole per materie

omogenee, e i Servizi di documentazionedi strumenti e di strutture atti a svolge-

re una accurata e sistematica analisi aconsuntivo della attività del Governo ea consentire un più preciso coordinamen-to dell'attività legislativa con i princìp igenerali e la legislazione esistente con ri-ferimento anche ad una corretta formula-zione dei testi di legge ;

5) realizzare un migliore coordina-mento funzionale e più rapidi collegamen-ti tra gli edifici adibiti alla attività dellaCamera ;

6) valutare e proporre le conse-guenti variazioni integrative del bilanci odella Camera con il relativo piano di at-tuazione ;

7) predisporre entro il mese di feb-braio del 1981 il progetto di bilancio dell espese interne per l'anno finanziario 1981 ;

8) coordinare le scadenze con altr iadempimenti legislativi conseguenti in mo-do di poter predisporre entro il mes edi ottobre di ogni anno il progetto di bi-lancio delle spese interne per l'anno finan-ziario successivo » .

9/doc. VIII, n. 2/1 1

USELLINI, REGGIANI, STERPA, LABRIOLA,CICCIOMESSERE, BATTAGLIA, POCHET-

TI, SPAVENTA, PAllAGLIA, MORO,

GITTI, GARZIA, MANFREDI MANFRE-DO, DE POI, CASATI, BORRI, RUBI -NO, ZANIBONI, CIRINO POMICINO ,

GIANNI.

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Atti Parlamentari

— 21451 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 198 0

« La Camera ,

allo scopo di dare un segno tangibi-le di una volontà politica che si realizzafinalmente in Parlamento e nel tentativodi riavvicinare il Parlamento ai cittadini

per farlo diventare una " casa di vetro " ;

dopo eventuali intese con il Senato

ed il Governo,

invita l'Ufficio di Presidenza

a dare attuazione alle seguenti proposte :

1) costituzione di una Commissione

permanente, nominata dal Presidente dellaCamera, formata da un membro per cia-scun partito o gruppo rappresentati in As-semblea. Questa Commissione, che dovreb-be essere presieduta da uno dei Vicepresi-denti della Camera dovrebbe poter chia-mare, in seduta pubblica, a discolpars i

quel deputato cui siano addebitati, a tort o

o a ragione, fatti che possono ledere il

prestigio del Parlamento. Le sedute di que-sta Commissione devono essere sempr e

pubbliche e trasmesse in ripresa dirett a

dalla RAI-TV. L'operato della Commissio-ne deve caratterizzarsi per prontezza d iconvocazione e altrettanta prontezza dell econclusioni ;

2) con una periodicità settimanale, oda stabilire, dar luogo in Assemblea a dun sistema di domande e risposte verbal iimmediate tra deputati e Governo, usual-mente con ripresa diretta radiotelevisiva .L'attuale sistema di interrogazioni è u ndiritto sempre più stanco e inutile ;

3) potenziare le strutture delle Com-missioni con la presenza sistematica d iesperti » .

9/Doc . VIII, n. 2/12

STERPA .

« La Camera ,

richiamato quanto disposto dalla ri-soluzione n. 6-00046 approvata nella se-duta del 26 novembre 1978, con la qual esi era stabilito di dotare la Commission eparlamentare per l ' indirizzo e la vigilanza

dei servizi radiotelevisivi dei mezzi neces-sari all 'assolvimento dei suoi compiti ;

rilevato che tale risoluzione non h aavuto pratica attuazione, sicché i membr idella predetta Commissione, per la man-canza di idonee strutture, vengono ad es-sere gravemente limitati nello svolgimen-to delle loro funzioni di vigilanza sull etrasmissioni radiofoniche e televisive ;

rilevata l'opportunità di affrontare

in sede di discussione della relazione an-nuale sulla attività della Commission eparlamentare in questione ogni valutazio-ne di carattere più generale sul ruol o

della Commissione stessa nell'ambito de l

sistema radiotelevisivo del nostro paese ;

impegna il Collegio dei questor ie l'Ufficio di Presidenza ,

in accordo con i corrispondenti or-gani del Senato, ad assicurare nel frat-tempo alla Commissione parlamentare perl'indirizzo e la vigilanza dei servizi ra-diotelevisivi, mediante congrui stanziamen-ti nel bilancio del 1981, gli strumenti ne -necessari per consentirle di assolvere con-cretamente alle funzioni attribuitele dallalegge 14 aprile 1975, n. 103 » .

9/doc. VIII, n . 2/1 3

BORRI, BERNARDI ANTONIO, CIC-

CIOMESSERE, STERPA.

« La Camera ,

considerata la essenziale funzione disupporto della Biblioteca rispetto all'atti-vità istituzionale dei deputati ;

rilevata la ristrettezza deIl'organicodella biblioteca stessa, per giunta larga-mente scoperto ;

raccomanda all'Ufficio di Presidenza :

che l'organico della biblioteca ven-ga integrato e interamente coperto con im-mediatezza ;

che parte qualificata del personal edella biblioteca venga adibita a funzioni

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Atti Parlamentari

— 21452 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 198 0

di diretta assistenza alle ricerche biblio-grafiche dei deputati » .

9/doc. VIII, n. 2/14

MINERVINI, BATTAGLIA, ALICI ,

CARANDINI, BORGOGLIO, CRI-

VELLINI, GIANNI .

L'onorevole Cicciomessere ha facolt àdi illustrare gli ordini del giorno Ciccio-messere 9/doc . VIII, n . 2/1, Aglietta MariaAdelaide 9/doc . VIII, 2/2, Baldelli 9/doc .

VIII, 2/3 e Bonino Emma 9/doc . VIII ,

2/4,

CICCIOMESSERE. Il primo ordine del

giorno si riferisce alle strutture di assi-stenza per il lavoro delle Commissioni, equindi anche dei relatori, e per i depu-tati .

In esso si fanno una serie di rilievi :il primo riguarda l'inadeguatezza numeri-ca del personale alle esigenze delle Com-missioni. t noto a tutti i colleghi chepartecipano ai lavori delle Commissioni co-me queste ultime siano prive di un nu-mero adeguato di funzionari che consen-ta loro di svolgere le funzioni che ess edebbono svolgere a' termini di regola -mento. Ma non solo, signora Presidente :uno dei problemi più gravi che abbiamodovuto verificare nel lavoro delle Com-missioni è rappresentato dalla mancanzadi supporti per il lavoro dei Comitati al -l'interno delle Commissioni stesse . Il piùdelle volte lo stesso segretario della Com-missione deve svolgere anche attività d isostegno e supporto dei Comitati, cos ache è decisamente impraticabile .

Le faccio solo un esempio . Ad esempio ,il Comitato NATO all'interno della Com-missione difesa, presieduto dal collegaTassone, è praticamente fermo, inoperos oed impossibilitato a funzionare . Un Co-mitato così importante, che dovrebbe oc-cuparsi dei problemi della NATO, non pu òfunzionare per mancanza di dotazioni fi-nanziarie e di un adeguato supporto in-formativo di strutture e di funzionari a lfine di poter svolgere la propria attività .

Nel mio precedente intervento ho giàcitato il caso di Commissioni che sonopersino prive del funzionario segretario .La Commissione lavori pubblici, infatti ,per un certo periodo non ha avuto i lproprio segretario. In relazione a quest iproblemi, non si tratta di definire grand ipiani, ma di coprire l'organico necessa-rio, adottando provvedimenti urgenti per

l'assunzione di personale, in particolare dei

funzionari necessari per il buon funziona -mento delle Commissioni .

Il secondo problema riguarda il Servi -

zio studi della Camera. In proposito, mirichiamo anche all'ordine del giorno Bat-taglia. Sono favorevole a questo ordine

del giorno e sottolineo un fatto di par-ticolare importanza, signora Presidente :la Camera deve, sì, realizzare il filtro ri-spetto alle informazioni che provengonodalla pubblica amministrazione, ma riten-go che la Camera debba anche avere u nsistema proprio di informazioni concorren-te e separato rispetto a quello della pub-blica amministrazione. A questo proposito ,

non riesco a capire (e mi rivolgo, in par-ticolare, al collega Battaglia) cosa signifi-chi la dizione contenuta nel suo ordin edel giorno, che invito a correggere, quan-do si auspica il « potenziamento di unservizio che non sia strumento diretto d iproduzione dell'informazione » . Sincera-mente non capisco che cosa significhi ,perché normalmente, pur nella limitatezz adei suoi mezzi, il servizio studi produceinformazione quando elabora document idi lavoro, quando realizza studi su materieindicate dalle Commissioni o da singol ideputati, quando realizza analisi, ad esem-pio sul bilancio .

Ma non è questo, collega Battaglia,l'oggeto del dibattito ; il problema è u naltro, cioè se il Servizio studi debba re-cepire soltanto gli elementi di informa-zione che provengono dalla pubblica am-ministrazione, o se la Camera, attravers oil suo Servizio studi, debba invece trovareanche altri canali informativi da contrap-porre a quelli ufficiali del Governo e del -la pubblica amministrazione . Il problemaè se il Servizio studi debba realizzarequesta informazione necessariamente con

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la mediazione del Governo o anche senzala mediazione del Governo . Il problemaè se il Servizio studi debba essere capacedi superare gli ostacoli frapposti dal Go-verno e dalla pubblica amministrazion ealla raccolta delle informazioni e delle no-tizie. 11 problema è se il Servizio studidella Camera debba o no collegarsi co naltri centri di informazione pubblici oprivati - mi riferisco, in particolare, alleuniversità - oppure, come mi sembra pro -ponga il collega Battaglia nel suo ordinedel giorno, se debba semplicemente fun-zionare da filtro rispetto alle informazio-ni fornite dal Governo. Naturalmente, laCamera e il suo Servizio studi debbonoessere capaci di leggere questo materialee di produrre materiale utilizzabile .

Questa è la ragione per cui il nostrogruppo manterrà l 'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n . 2/1, che si sforza di analiz-zare con precisione il problema, dando an-che risposta alle carenze in atto esistent inei nostri servizi e nei nostri uffici . Mi ri-ferisco al problema della biblioteca ; ed hogià citato i problemi relativi a questo set-tore, all'arretrato, alla mancanza di perso-nale, sui quali anche il collega Minervin iè intervenuto . È possibile, signora Presi-dente, che la Biblioteca non sia in gradodi fornire schede bibliografiche su argo -menti oggetto di discussione in Assem-blea o nelle Commissioni, affinché i de-putati possano quindi - evidentemente, sevogliono - accedere a questi elementi d iconsultazione e di informazione ?

Un altro problema è costituito dal Ser-vizio relazioni comunitarie, di cui ha gi àparlato il collega Sullo. È possibile cheil materiale che arriva non venga fornit oalle Commissioni competenti e non si aoggetto di discussione in quella sede ? 1 1collega Sullo citava le direttive del Par-lamento europeo relative ai problemi del -l ' inquinamento, che non hanno neanchelambito, signora Presidente, la Commissio-ne lavori pubblici nel momento in cui af-frontava l 'argomento .

Sui problemi del Servizio per la docu-mentazione automatica è già intervenutoil collega Minervini . Quanto all'Ufficio perl 'informazione parlamentare, dico che de -

ve essere un ufficio di informazione, so-prattutto per canalizzare verso gli ufficicompetenti più specializzati la richiesta d iinformazioni e soprattutto per fornire ri-sposta alla richiesta di informazioni pro-veniente dall'esterno .

Vi è, inoltre, il problema del Servizioarchivio, completamente sfornito di mate-riale informativo, nonché il problema del -la meccanizzazione delle strutture infor-mative. È possibile che il deputato debbarecarsi personalmente in biblioteca perchiedere la fotocopia di un certo docu-mento, di una certa pubblicazione, di u ncerto giornale ? È possibile che, nel 1980 ,non si possa, con una telefonata, aver eimmediatamente, attraverso le strutture d imicrofilm, la fotocopia e la copia di que ltipo di documentazione ? Questo è il tipo didocumentazione che l'utente parlamentarechiede, più che la possibilità della tradi-

zionale frequentazione delle biblioteche . Aqueste domande credo non si sia datarisposta, così come non è stata data ri-sposta al problema relativo al Servizio re-gioni. È possibile che sulle materie ogget-to di attività legislativa della Camera i lServizio regioni non sia in grado di for-nire al deputato ed alle Commissioni ele-menti che forniscano il quadro normativonazionale su quegli stessi argomenti ? Fac-cio sempre esempi tratti dalla mia atti-vità parlamentare ; ripeto, i problemi del -l'inquinamento, ma mi riferisco anche atutti i problemi che coinvolgono settori i nqualche modo di competenza delle re-gioni . È possibile che le Commissioni no ndebbano, non possano disporre di tuttala legislazione regionale esistente su que-gli argomenti ? Esiste il problema delServizio studi, il problema relativo all anecessità che il Servizio studi non solofornisca questo tipo di informazione ge-nerale alle Commissioni e le ricerche ne-cessarie sull'iter delle leggi, sul funziona-mento e sull'attuazione delle leggi . Vi so-no esempi limitati di questo tipo di atti-vità, che dovrebbero essere generalizzati .Ecco, signora Presidente, una domanda e duna risposta ad un problema conness oall'attività ispettiva. È evidente, signoraPresidente, che gran parte delle interro-

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gazioni sono presentate perché vi è un aassenza organica, normale, di informazion isull'amministrazione dello Stato . È evidenteche, se ci fosse quel canale informativoautonomo di cui prima parlavo, che auto-nomamente indagasse su alcuni problemi ,che autonomamente svolgesse indagini sul-la attuazione delle leggi, delle delibere ,degli atti comunque deliberativi, di indi -rizzo della Camera, gran parte delle in-terrogazioni, che consistono in richiest edi informazioni, non sarebbero presentate .Ma credo che questo Servizio possa edebba fornire anche altri elementi di so-stegno al parlamentare, nella fase di re-dazione delle proposte di legge, del coor-dinamento quindi di queste proposte d ilegge con quello che esiste intorno, ed an-che in rapporto alla legislazione regionale .È evidente che, rispetto a questi compit iminimali, basilari, elementari, non basta-no le buone parole, ci vogliono i fatti . E

i fatti si chiamano organizzazione divers adi questi servizi, rafforzamento di quest iservizi, assunzione di personale anche tec-nico, di ausilio al lavoro delle Commis-sioni, dei Comitati e dei singoli deputati .

Per queste ragioni, signora Presidente ,il mio ordine del giorno prevede duepossibilità, e cioè la possibilità, la ne-cessità, credo, di adottare immediata-mente (e questo è contenuto nel primodispositivo) provvedimenti urgenti perl 'adeguamento dell 'organico ai compitiche già oggi ha; in secondo luogo, lacreazione di una Commissione mista, for-mata da deputati e funzionari, che prefi-guri il progetto di funzionamento degl iuffici, dei servizi e degli apparati dell aCamera. Quindi, chiedo, signora Presi-dente, una votazione separata per le dueparti del dispositivo dell 'ordine delgiorno 9 / doc. VIII, n . 2 / 1 .

Per quanto riguarda l 'ordine delgiorno, Aglietta Maria Adelaide 9 / doc .VIII, n. 2 / 2, signora Presidente, inten-diamo ritirarlo, perché, insieme con ilcollega Usellini e con altri colleghi, ab-biamo presentato un altro ordine delgiorno, che recepisce sostanzialmente lerichieste di attuazione del precedente or-

dine del giorno, discusso ed approvat onella precedente discussione del bilanciointerno della Camera .

Analogamente ritiriamo l'ordine delgiorno Baldelli 9 / doc. VIII, n. 2 / 3 ,relativo alla Commissione di vigilanza suiservizi radiotelevisivi, perché insieme a daltri colleghi facenti parte di quella Com-

missione abbiamo presentato un ordinedel giorno unitario . Manteniamo invece

l'ordine del giorno Bonino Emma 9 / doc .VIII, n. 2 / 4, che ripropone letteralmentele questioni che abbiamo sollevato nelcorso della discussione del precedente bi-lancio della Camera. Si tratta di fattimarginali di costume, cioè dell 'abolizionedell'appellativo di « onorevole », dell 'abo-lizione dell'uso del nome delle deputat e

in aggiunta al cognome, del problemadegli orari della Camera . Mi chiedo - econtinuo a rivolgermi questa domanda -come sarà possibile, nei prossimi giorni,tenere chiuse le porte di questo palazzomentre il magistrato D'Urso è ancora

sequestrato (e mi auguro che questa vi-cenda si risolva velocemente, prima cio èdella chiusura per le ferie natalizie) ,proprio quando dovrebbe maggiormente

essere attivato il potere ispettivo e di

indirizzo del Parlamento .

Questa è, in sintesi, l'illustrazione de inostri ordini del giorno, signora Pre-

sidente. Contestualmente ho anche annun-ziato il voto favorevole del gruppo radi-cale sull'ordine del giorno Usellini 9 / doc .VIII, n . 2 / 11, nonché sull'ordine delgiorno Borri 9 / doc . VIII, n . 2 / 13. Vo-terò invece contro - e lo dico a titolopersonale - l'ordine del giorno Battaglia9 / doc. VIII, n. 2 / 10, pur sottoscrittoda altri colleghi, tra i quali De Cataldo,chiedendo nel contempo al collega Bat-taglia se non ritenga comunque di modi-ficare la quinta riga, che, a mio parere,non ha alcun significato logico .

PRESIDENTE . Onorevole Crivellini, in -tende illustrare l'ordine del giorno FaccioAdele 9/ doc. VIII, n . 2/5, di cui è cofir-matario, ed il suo ordine del giorno9/doc . VIII, n. 2/6 ?

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CRIVELLINI . No, signora Presidente ;mi riservo di intervenire in sede di di-chiarazione di voto .

PRESIDENTE. L'onorevole Zolla ha fa-coltà di illustrare il suo ordine del gior-no 9/doc. VIII, n. 2/7, nonché l'ordin edel giorno Fiori Publio 9/doc. VIII ,n. 2/8, di cui è cofirmatario. La prego,sul piano della pura cortesia, di esser ebreve .

ZOLLA . Sarò telegrafico; ruberò sol-tanto due minuti all'economia dei nostr ilavori per illustrare le ragioni che sonoalla base dei due ordini del giorno . Miriferirò anzitutto all'ordine del giorno de lcollega Publio Fiori, che tende a stabilirele modalità di discussione del nostro bi-lancio di previsione . Probabilmente, d iquesto ordine del giorno non vi sarebb ebisogno, perché, ascoltate le dichiarazio-ni degli onorevoli questori, sembrerebbescortese insistere. Penso, tuttavia, che at-traverso questo ordine del giorno si po-trebbe infrangere la tradizione, purtrop-po consolidata (l'unica eccezione si è re-gistrata l'anno scorso), di discutere il bi-lancio interno della Camera nei ritagli ditempo dei lavori, molto spesso tardiva-mente. Oltretutto, molto spesso ci si tro-va di fronte alla fissazione della sedutanella quale si discute il bilancio senza laminima preparazione. Dico questo, signorPresidente, onorevoli questori, perché lascorsa settimana, prima di partire per i lmio collegio elettorale, pur senza sapereche il lunedì successivo si sarebbe discus-so il bilancio interno della Camera, horichiesto al Servizio archivio della Came-ra dei deputati se fosse pronto lo stam-pato. Mi si è risposto che non era an-cora pronto. Eppure, signor Presidente,mi risulta oggi, dalla lettura dei docu-menti in nostro possesso, che l'Ufficio diPresidenza aveva approvato sin dal 13 no-vembre scorso il progetto di bilancio . Nondesidero fare dell 'episodio che ho ricor-dato una cosa grossa né drammatizzarl opiù del necessario . Però, se dal 13 novem-bre all'11 dicembre ancora non era dispo-nibile lo stampato, mi pare che si possa

affermare che anche dalle piccole cose èpossibile capire quali siano i livelli difunzionalità . Le ripeto, non intendo affat-to drammatizzare . Dico queste cose per-ché, oltre tutto, si colgono voci (che cer-to valgono quel che valgono) che tendonoad affermare che si tratterebbe di unastrategia voluta per passare un po' sott osilenzio, per ovattare, il dibattito sul bi-lancio, per impedire ai parlamentari d iprenderne cognizione.

Mi rifiuto di credere a strategie diquesto genere ! È per questa ragione, si-gnor Presidente, che proponiamo limiti ditempo. Innanzitutto, che la discussion edel bilancio avvenga entro il 30 giugno,che lo stampato relativo sia predispostoe distribuito con almeno un mese di an-ticipo e che la seduta nella quale il bi-lancio viene discusso sia annunziata dal-l'Ufficio di Presidenza con un preavvis odi almeno quindici giorni; tutto questoperché i deputati che abbiano il desideri odi partecipare ad un momento così im-portante che coinvolge, come lei, signo rPresidente, ha detto molto nobilmente, i lmodo di essere di un ramo del Parlamen-to e quindi delle istituzioni del paese, pos-sano farlo .

Il mio ordine del giorno 9/doc . VIII ,n. 2/7 tende a favorire la conoscenza trai frequentatori di questo palazzo . Accadeche molto spesso tale conoscenza non siafavorita dalle iniziative che vengono as-sunte: mi riferisco, ovviamente, non acoloro che, nell'ambito degli operatori delmondo dell'informazione, sono autorizzatiad accedere ai Servizi della Camera deideputati ed alla sala stampa per assisteread una seduta, ai lavori di una seduta ,ma a coloro che vengono autorizzati i nvia permanente o per un lasso di tempodi una certa entità (ad esempio un mese) .Chiedo - in realtà è una battaglia checonduco da molto tempo, pur se con scar-sissimo, anzi con nessun successo - chevenga affisso presso l'albo dei questoril'elenco dei giornalisti accreditati, conl'indicazione della testata per la qualeoperano. Chiedo, altresì, che tale elenc ovenga aggiornato periodicamente . Così co-me il giornalista può ricorrere all 'annua-

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rio parlamentare per sapere, ad esempio ,Zolla da quale parte d'Italia provenga ,quale collegio lo abbia espresso, anche ideputati potrebbero, con il sistema chepropongo, sapere per quale testata lavor aquel giornalista che è accreditato pressola sala stampa .

Signor Presidente, ho concluso. Credo

di aver rispettato il suo invito ad essere

breve .

PRESIDENTE. Onorevole Guido Ber-nardi, intende illustrare il suo ordine del

giorno 9/doc. VIII, n. 2/9 ?

BERNARDI GUIDO. No, signor Presi -dente. L'ho illustrato nel mio precedente

intervento .

PRESIDENTE. Onorevole Battaglia, in -

tende illustrare il suo ordine del giorno

9/doc. VIII, n . 2/10 ?

BATTAGLIA. No, signor Presidente, poi -ché mi sembra che il testo si illustri d a

sé, tanto che cadono da sole le interpre-tazioni che ne ha dato poco fa l'onore-vole Cicciomessere .

PRESIDENTE. L'onorevole Usellini ha

facoltà di illustrare il suo ordine del

giorno 9/doc. VIII, n . 2/11 .

USELLINI . Nel corso del dibattito ho

avuto occasione di raccogliere le indica-zioni dei colleghi e di presentare, unita -mente agli onorevoli Reggiani, Sterpa, La-briola, Cicciomessere, Battaglia, Pochetti ,Spaventa e Pazzaglia, in assenza dei colle-ghi Riz e Milani, che lo scorso anno fir-marono un analogo ordine del giorno eche oggi non sono riuscito ad incontrare,un ordine del giorno che nella sostanzaanalizza il comportamento della Presiden-za e dei questori relativamente all'ordin e

del giorno approvato dall'Assemblea l oscorso anno, in sede di esame del bi-

lancio .In questo mio ordine del giorno si ri-

leva che, relativamente al punto 1) del -l'ordine del giorno dello scorso anno, no nè terminata l'opera di reperimento ed as-

segnazione a ciascun deputato di un lo -cale arredato e dotato delle attrezzaturee dei servizi idonei a svolgere l'attività le-gislativa; che, relativamente al punto 2) ,non è stata data attuazione alla predispo-sizione di un servizio amministrativo pe rgli adempimenti di legge ed il pagament odegli oneri relativi per garantire a ciascu ndeputato la possibilità di essere assistit onel proprio lavoro e di conseguenza nonè stata data ad ogni deputato la possibi-lità di impegnare collaboratori in qualitàdi assistenti, per non più di due unitàper ogni parlamentare, con l'esclusione de iparenti entro il secondo grado e degli af-fini del deputato o di suoi colleghi parla-mentari; che, relativamente al punto 3) ,è stato attuato il servizio telefonico per iparlamentari e predisposto il fondo spesepostali; che, relativamente al punto 4),sono stati migliorati i servizi delle Com-missioni parlamentari, anche se si dev erilevare che sono ancora insufficienti glistrumenti di consulenza messi a disposi-zione dei deputati nelle singole Commis-sioni .

L'ordine del giorno impegna l'Ufficio diPresidenza, in collaborazione con i gruppiparlamentari, a completare l'assegnazion ea ciascun deputato di un locale arredatoe dotato delle idonee attrezzature e ser-vizi ; a dare attuazione nell'anno 1981 a lpunto 2) dell'ordine del giorno dello scor-so anno, predisponendo tra l'altro gli stru-menti idonei a regolare il rapporto tra i ldeputato ed i suoi assistenti, sulla scortadi quanto avviene in altri parlamenti, te-nendo presente che per attività di assi-stenza si deve intendere un'attività diversada quelle considerate nei titoli II e V de ldecreto del Presidente della Repubblica 29settembre 1973, n . 597, e suscettibili, s eremunerate, di produrre redditi ai sens idel punto a) dell'articolo 49 del citato de-creto; a prevedere un plafond per comuni-cazioni interurbane tale da consentire, at-traverso il centralino della Camera o co naltro mezzo idoneo, l'uso del telefono d aparte del deputato anche nel suo ufficio ;a dotare le Commissioni parlamentari, s edel caso raggruppandole per materie omo-genee, ed i Servizi di documentazione di

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strumenti e strutture atti a svolgere unaaccurata e sistematica analisi a consunti-vo dell'attività del Governo ed a consen-tire un più preciso coordinamento del-l'attività legislativa con i princìpi general ie la legislazione esistente, con riferiment oanche ad una corretta formulazione de itesti di legge; a realizzare un miglior ecoordinamento funzionale e più rapidi col -legamenti tra gli edifici adibiti all'attivit àdella Camera; a valutare e proporre l econseguenti variazioni integrative del bi-lancio della Camera, con il relativo pianodi attuazione; a predisporre entro il mes edi febbraio 1981 il progetto di bilanciodelle spese interne per l'anno finanziario1981 ; a coordinare, infine, le scadenze co naltri adempimenti legislativi conseguenti ,in modo da poter predisporre entro i lmese di ottobre di ogni anno il progett odi bilancio delle spese interne per l'ann ofinanziario successivo .

Mi consenta, signor Presidente, di illu-strare brevemente questo ordine del gior-

no, di cui ho dato lettura, in quanto èstato presentato pochi minuti fa e quindinon era a conoscenza dei colleghi . Perquanto riguarda il punto che ritengo più

importante, credo che sia opportuno te-nere presente che con questo ordine delgiorno si intende precostituire un quadr odi riferimento, nell'ambito del quale i que-stori possono dar vita a quella che rap-presenta una sostanziale modifica per ci òche attiene all'attività dei parlamentari .

La possibilità di avvalersi di uno o, almassimo, due assistenti costituisce un aprofonda innovazione nell'attività organiz-zativa del Parlamento e dei singoli depu-tati. Credo che i questori avranno mododi esaminare le varie possibilità tenendopresenti anche le indicazioni sommarie chein questa occasione vengono date. Puòdarsi che sia necessario ricorrere alla pre-sentazione di proposte di legge e in talcaso è ovvio che l'anno 1981 è riferitoalle possibilità di soluzioni che, in quantotali, possono essere date dai questori, per-ché poi è rimessa alla volontà dei duerami del Parlamento l'effettiva possibilit àdi avviare in tempo breve l'iter di questeproposte .

Resta, infine, un punto innovativo ri-spetto al precedente e che insiste sul fat-to delle dotazioni dei Servizi ; è chiaro checon il concetto di raggruppamento per ma-terie s'intende far capo alle strutture esi-stenti senza volerle sconvolgere, ma anz ichiedendo che vengano potenziate nei rife-rimenti a materie omogenee, come pos-sono essere ad esempio i dipartimenti d ieconomia o quelli con tematica sociale ,per avere, dal punto di vista delle atti-vità delle Commissioni, un miglior coor-dinamento nella fase di redazione dei testi ,che spesso manca .

Vorrei concludere dicendo che nell'at-tività delle Commissioni in sede legisla-tiva non sono mai disponibili, in termin iadeguati, i resoconti stenografici dell'atti-vità stessa; è inutile ricordare che l'atti-vità delle Commissioni in sede legislativaè praticamente identica a quella svolta dal -l'Assemblea e purtroppo il ritardo con cu i

vengono redatti nella stesura definitiva iresoconti stenografici è a volte di alcun imesi, e ciò impedisce durante la letturanell'altro ramo del Parlamento una vi-sione globale dell 'andamento dell'attivitàparlamentare .

Mi consenta, signor Presidente, di con-cludere su una questione di carattere per-sonale; in quest'aula, come in altre aul edel Parlamento, non esiste il simbolo ch el 'articolo 12 della Costituzione ha dat oall'Italia, cioè la bandiera nazionale . Miconsenta di chiederle di esaminare la pos-sibilità che sia in quest'aula, come nelleaule delle Commissioni e dei membri de lParlamento venga posta la bandiera nazio-nale, che è opportunamente esposta al difuori del palazzo quando la Camera è inseduta . (Applausi) .

PRESIDENTE . L'onorevole Sterpa hafacoltà di illustrare il suo ordine delgiorno n. 9/doc. VIII, n. 2/12 .

STERPA . Lo do per illustrato, signo rPresidente .

PRESIDENTE . L'onorevole Borri ha fa-coltà di illustrare il suo ordine del gior-no n. 9/doc . VIII, n. 2/13.

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BORRI . È sufficientemente chiaro, si-gnor Presidente .

PRESIDENTE. L'onorevole Minervin iha facoltà di svolgere il suo ordine delgiorno n. 9/doc. VIII, n. 2/14.

MINERVINI . Lo do per illustrato, si-gnor Presidente .

MAMMI . Signor Presidente, chiedo d iparlare .

PRESIDENTE. Voglia indicarne il mo-tivo, onorevole Mammì .

MAMMÌ . Signor Presidente, se mi con-sente, vorrei avanzare una proposta aipresentatori dei vari ordini del giornoprima che venga espresso il parere daparte dei questori .

Vorrei pregare i presentatori dei var iordini del giorno presentati, tenuto cont odel fatto che tra essi ve ne sono al-cuni che recano le firme di un larghissi-mo arco di gruppi parlamentari e che tral'altro per la loro organicità investon oanche questioni rappresentate in modoparticolare, non tutte ovviamente, dagl ialtri singoli ordini del giorno, e tenutoconto della complessità della materia, chepassa da argomenti di grande rilievo adalcuni di minore rilievo, di accettare chei loro ordini del giorno vengano accolticome raccomandazione e che in sede d iUfficio di Presidenza, in collaborazione e din consultazione con i presidenti dei grup-pi parlamentari, nelle forme che il Presi-dente della Camera riterrà di adottare, s iesaminino i vari punti degli ordini de lgiorno, per prenderli in considerazione at-tenta .

È evidente che, qualora questa richie-sta non fosse accolta, i gruppi che m ihanno chiesto di parlare anche a loronome - il gruppo della democrazia cri-stiana, del partito comunista, del partitosocialista, del partito socialdemocratico ,del partito repubblicano - voterebbero (an-ticipo la dichiarazione di voto) a favoredei tre ordini del giorno Battaglia 2/10,

Usellini 2/11 e Borri 2/14, che rappresen-

tano appunto un largo arco di forze par-lamentari (mi pare la totalità, o pressochéla totalità), e sarebbero costretti a respin-gere (faccio questa affermazione senza vo-lerle dare il significato di una pregiudi-ziale valutazione di merito) gli altri ordi-ni del giorno presentati .

CICCIOMESSERE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

CICCIOMESSERE. Signora Presidente ,

conosciamo benissimo la fine dell'accetta-zione come raccomandazione, non soltan-to in questo, ma anche in altri casi : per-

fino ordini del giorno vincolanti, qual i

erano quelli approvati nel corso della pre-cedente discussione sul bilancio della Ca-mera, non hanno poi trovato attuazione .

Credo invece necessario che le forzepolitiche si confrontino chiaramente . Non

accetto quella forma di ricatto che ci vie-

ne proposta dal collega Mammì. Se l'ono-revole Mammì e le altre forze da lui rap-presentate . . . (Vive proteste del deputato

Mammì) .

PRESIDENTE. Onorevole Mammì, laprego, lasci parlare l'onorevole Cicciomes-

sere .

CICCIOMESSERE . Se l'onorevole Mam-mì e le altre forze da lui rappresentat eritengono che le indicazioni che noi pro -poniamo non siano corrette, voterannocontro; se ritengono invece che siano cor-rette, voteranno a favore, tanto più ch e

auspico e spero che i singoli parlamentari ,verificando concretamente, personalmente ,di propria esperienza che cosa significhiil lavoro della Camera, la condizione dellavoro della Camera, sapranno e potrannoesprimere i loro voti liberamente, in co-scienza .

Non capisco quindi esattamente il si-gnificato della proposta che è stata fatta ,dal momento che si tratta di indicazion icontenute negli ordini del giorno, e no ndi emendamenti o di atti vincolanti alcento per cento. Si tratta quindi sempli-

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cemente - è questa la proposta che c iviene avanzata - di sfuggire all 'assunzionedi precise responsabilità sui contenuti d iquesti ordini del giorno.

Per quanto riguarda il primo ordinedel giorno, inviterei i colleghi a rileg-gerlo: esso contiene un'analisi, credo pre-cisa, di quello che succede . . . (Vive pro-teste) .

PRESIDENTE . Onorevole Cicciomessere ,lei ha già illustrato quell'ordine delgiorno .

CICCIOMESSERE . D'accordo. Grazie,signora Presidente .

DE CATALDO. Chiedo di parlare .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

DE CATALDO . Signora Presidente, i onon sono un primo filmatario di ordin idel giorno, però ritengo di poter espri-mere un 'opinione su una proposta al-quanto . . . sbarazzina del presidente de lgruppo parlamentare del partito repub-blicano .

Io sono abituato, da molti anni, agl iexploits politici e regolamentari del col -lega Mammì . Devo dire però che quell odi questa sera mi sorprende in misur anotevole, e devo attribuirlo soltanto all'in-terpretazione dell 'esigenza, che sento pro-rompente da parte di tutti i colleghi, d ifar presto e di chiudere con il voto que-sta discussione del bilancio interno dell aCamera. Mi dispiace per la delusione chepuò provare, anche in questo momento, i lcollega Zolla, ma le cose stanno in que-sti termini : bisogna far presto e bisognachiudere. Altro che quindici giorni prima,un mese prima !

PRESIDENTE . Mi scusi, onorevole DeCataldo : mi sembra, a questo punto, cheanche lei sia contrario alla proposta del -l'onorevole Mammì .

DE CATALDO. No, volevo chiarire: ioritengo che non sia proponibile !

PRESIDENTE . Ho capito il suo puntodi vista: darò adesso la parola ai questor iperché esprimano il loro parere sugli or-dini del giorno. Poi lei, se vuole, farà unadichiarazione di voto .

DE CATALDO. Signor Presidente, selei mi toglie la parola . . .

PRESIDENTE. No, non le tolgo laparola, ma a questo punto non vedo ache titolo lei parli .

DE CATALDO. Parlo a titolo di depu-tato presente in quest'aula .

PRESIDENTE. So che è stato procla-mato legittimamente deputato !

DE CATALDO . Signor Presidente, i oho la stessa sua pazienza, forse un po'meno, e comprendo la sua impazienza .

PRESIDENTE. Ma non è impazienza ,la mia !

DE CATALDO. Se mi consente, signorPresidente, devo dire che non solo è im-proponibile, ma preoccupante la propostadel deputato Mammì, allorché intendechiedere che i proponenti acconsentano ache gli ordini del giorno siano tutti ac-colti come raccomandazione, proprio al-lorché precisa che queste raccomanda-zioni dovrebbero essere affidate ad unorganismo che non esiste nel regola-mento, che non è esistito fino ad ogginella Camera dei deputati, rappresentatodall'Ufficio di Presidenza integrato da icapigruppo della Camera .

Tenevo a sottolineare che neppure lastanchezza può consentire proposte di que-sto genere . Mi spiace, signor Presidente ,che ella si spazientisca nei miei confronti(Commenti), e mi rendo conto che l 'oraimpone una certa celerità, una certa con-cisione; ma la prego sinceramente di ren-dersi conto - non dico condividere - del-la mia preoccupazione. Grazie !

PRESIDENTE. Qual è il parere degl ionorevoli questori sugli ordini del giornopresentati ?

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PUCCI, Questore . Signor Presidente ,prima di esprimere l'avviso sui singol iordini del giorno, vorrei riferirmi allaproposta dell 'onorevole Mammì, per rile-vare che, se fosse accolta, potrebbe av-viare a soluzione soddisfacente la con-clusione di questo dibattito .

Alcune delle richieste formulate negl iordini del giorno presentati attengono al -la competenza dell 'Ufficio di Presidenzadella Camera, in una sede che si puòdefinire di carattere amministrativo in-terno; altre attengono a provvedimenti d iordine legislativo, sui quali non è possi-bile che si assuma in questa sede un im-pegno, dopo aver per più volte consul-tato anche l'altro ramo del Parlamentoe dopo aver avviato con esso alcune in-tese per determinate soluzioni .

Peraltro, quando ci riferiamo all 'esi-genza più volte avvertita di dare ad ognideputato la possibilità di utilizzare unsegretario, noi sappiamo che i gruppi -da noi consultati, proprio su impulsodell'Ufficio di Presidenza - hanno mani-festato la loro disponibilità ad approvareun progetto di legge (che noi tre que-stori abbiamo già formulato e che pre-senteremo a conclusione di questo dibat-tito), rivolto ad acquisire una sola unitàper deputato, attraverso il comando o ildistacco di dipendenti delle pubblicheamministrazioni.

È evidente che, nel momento in cuii gruppi parlamentari hanno espresso illoro consenso, non è possibile decidereun provvedimento del genere con un or-dine del giorno, sia pure approvato al -l'unanimità dall'Assemblea .

Non è possibile, nel divieto tassativodi una legge del 1975 - che definisce ilimiti dell 'indennità parlamentare, e sta-bilisce che l'indennità parlamentare ècompensativa anche delle spese di segre-teria - attraverso l'approvazione di unordine del giorno, eludere la legge .

In un altro ordine del giorno si f ariferimento, ad esempio, alla immediat adisponibilità di locali per i deputati cheancora non ne dispongano . Ora, tutti san-no che questo problema è stato affrontat oda alcuni anni dalla Camera; sono stati

approntati i locali di vicolo Valdina e divia del Seminario e sono in atto inizia-tive che avranno ulteriori sviluppi e chesono volte alla ricerca di ulteriori locali .Non si può dubitare sulla necessità d iaspettare alcuni anni per assicurare unadefinitiva soluzione ad un problema di ta lgenere. Peraltro l'Ufficio di Presidenza s iè fatto carico del problema ed ha con-ferito una modesta contribuzione per l espese di affitto nei confronti di chi nonha ancora ottenuto un locale . Già lo scor-so anno l'ordine del giorno presentatodall'onorevole Usellini sul bilancio internodella Camera non indicava un termineannuale, ma più lungo; non ricordo se didue anni o maggiore.

Per quanto riguarda, quindi, l'assegna-zione di locali, la alternativa della con-tribuzione sia pure modesta alle spes edi affitto mi sembra abbia avviato a so-luzione soddisfacente il problema, almenoper il momento. Votare questa sera un or-dine del giorno come quello proposto si-gnificherebbe votare un documento che do-vrebbe poi rimanere senza alcun esito ,perché non vedo come si possa provve-dere ad una soluzione come quella sug-gerita .

Queste sono le ragioni per cui riten-go ragionevole la soluzione proposta dal -l'onorevole Mammì . L'Ufficio di Presidenzaed i questori innanzitutto possono impe-gnarsi a consultare i gruppi e a portar ein Ufficio di Presidenza nel prossimo gen-naio tutte le proposte formulate negli or-dini del giorno per individuare le solu-zioni più adeguate, che possono essere d icarattere amministrativo, ma che per lamaggior parte dovranno essere di carat-tere legislativo. Non è possibile risolverein questa sede problemi di carattere legi-slativo; ecco perché insisto affinché an-che gli altri presentatori di ordini de lgiorno accettino la proposta dell'onorevol eMammì .

Comunque, vengo ora al merito degliordini del giorno per esprimere il pareredei Questori .

Per quanto riguarda l'ordine del gior-no Cicciomessere 9/doc. VIII, n. 2/1 ,esprimiamo parere contrario, sia perché

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VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

sono stati già indetti i concorsi per do-tare la Biblioteca del personale necessa-rio, sia perché per quel che riguarda l epiante organiche è in atto una trattativasindacale dell'apposito Comitato di Pre-sidenza per gli affari del personale. Laeventuale soluzione prospettata dall 'onore-vole Cicciomessere ritarderebbe notevol-mente la soluzione di questo problema eci porterebbe, diciamo così, su una vi adiversa da quella che ormai rappresentaun indirizzo permanente della Camera ,cioè quella della contrattazione con l erappresentanze sindacali del personale :contrattazione che fino ad oggi, in unospirito di sana collaborazione ha dato buo-ni risultati (Applausi) . Grazie per questoapplauso che comprendo essere ironico,ma non mi disturba affatto .

PRESIDENTE . Mi scusi l'interruzione,onorevole Pucci. Nell'ordine del giornoBonino Emma 9/doc. VIII, n. 2/4, al pun-to g) si vuole impegnare l ' Ufficio di Pre-sidenza ad abolire l'uso del nome dell edeputate, in aggiunta al cognome, negliatti parlamentari, tranne che nei casi pre-visti per i deputati . Vorrei chiedere aicolleghi radicali, indipendentemente dall asorte che vorranno dare al complesso del -l'ordine del giorno, se insistono sul punt og) stesso nel momento in cui il Presiden-te in prima persona si impegna ad abo-lire dai 1° gennaio l'uso del nome delledeputate in aggiunta al cognome negli at-ti parlamentari (Applausi dei deputati de lgruppo radicale) .

AGLIETTA MARIA ADELAIDE . D'ac-cordo, signora Presidente .

PRESIDENTE . Onorevole questore Puc-ci, qual è il parere dei questori sulla par-te rimanente dell'ordine del giorno Bo-nino Emma 2 .4 ?

PUCCI, Questore. Al punto f) di que-sto ordine del giorno si impegna l 'Uf-ficio di Presidenza ad abolire negli attiparlamentari l 'appellativo di onorevole . Èevidente che se i membri del Parlamentointendono usare la formula di « onorevo-le », essa viene riprodotta negli atti . Per

chi non intende usare questo titolo, gliatti naturalmente non lo riproducono .Esprimo, quindi, parere contrario sull'or -dine del giorno Bonino Emma 9/doc . VIII ,n . 2/4 .

CICCIOMESSERE. Sul bilancio c' èscritto « gli onorevoli questori » !

PUCCI, Questore . L 'ordine del giornoFaccio Adele 9/doc. VIII, n. 2/5 vieneaccolto come raccomandazione . Parerecontrario, invece, sull'ordine del giorno Cri-vellini 9/doc . VIII, n . 2/6 .

Per quanto riguarda l'ordine del gior-no Zolla 9/doc. VIII, n. 2/7, preghereil'onorevole Zolla di ritirarlo, precisandoche l'elenco al quale egli si riferisce puòessere posto a disposizione dei colleghinell'ufficio dei questori, anche perché i lrapporto con il sindacato della stampaprevede alcune formule che non è il casodi modificare. In ogni caso le esigenzeprospettate dall'onorevole Zolla possonoessere soddisfatte attraverso la consulta-zione dell'elenco che terremo a disposi-zione nell'ufficio dei questori . L 'ordine delgiorno Fiori Publio 9/doc. VIII, n. 2/8viene accettato come raccomandazione.

L'ordine del giorno Bernardi Guido 9/doc.VIII, n. 2/9 è accettato. L'ordine del gior-no Battaglia 9/doc . VIII, n. 2/10 vieneaccettato come raccomandazione, ancheperché va coordinato con le iniziative giàintraprese dall'Ufficio ,di Presidenza .

PRESIDENTE . Mi scusi, onorevole que-store, siamo arrivati adesso all 'ordine delgiorno Usellini 9/doc. VIII, n. 2/11 . Misembra che sia assolutamente da accoglie-re la proposta dell'onorevole De Cataldodi eliminare nella formulazione di questoordine del giorno le parole : « in colla-borazione con i gruppi parlamentari », an-

che perché « in collaborazione » non signi-fica proprio insieme con i gruppi. Credocomunque che sarebbe più giusto diresemplicemente « impegna l'Ufficio di Pre-sidenza » .

USELLINI . D'accordo, signor Presi-dente .

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PUCCI, Questore. Accettiamo l 'ordinedel giorno Usellini 9/doc. VIII, n. 2/1 1come raccomandazione .

Non possiamo accettare l'ordine delgiorno Sterpa 9/doc . VIII, n. 2/12 perchénon di competenza del Collegio dei que-stori né dell'Ufficio di Presidenza : riguar-da materia che deve essere regolata conaltri strumenti e che d'altra parte è su-perata dalla dichiarazione fatta dal Pre-sidente .

PRESIDENTE . . . . dalla lettura del pare -re della Presidenza .

PUCCI, Questore . Accettiamo come rac-comandazione l'ordine del giorno Borri9/doc. VIII, n. 2%13, anche perché occor-re un raccordo con l 'altro ramo del Par -lamento. Egualmente accettiamo comeraccomandazione l'ordine del giorno Mi-nervini 9/doc. VIII, n . 2/14 .

PRESIDENTE. Passiamo quindi ai voti.Avverto che l'onorevole Cicciomessere hachiesto la votazione per parti separate ,del suo ordine del giorno 9/doc. VIII, n .2/1, nel senso di votare prima la part emotiva e la prima parte del dispositiv o(fino alle parole: « e delle dotazioni fi-nanziarie ») e poi la restante parte .

Pongo pertanto in votazione l'ordinedel giorno Cicciomessere 9/doc. VIII, n .2/1 e precisamente la parte motiva e laprima parte del dispositivo (fino alle pa-role : « e delle dotazioni finanziarie »), conparere contrario dei questori .

(Sono respinte) .

Pongo in votazione la restante partedell'ordine del giorno Cicciomessere, conparere contrario dei questori .

(E respinta) .

Pongo in votazione l'ordine del giornoBonino Emma 9/doc. VIII, n. 2/4, esclu-so il punto g) (per il quale i presenta -tori non hanno insistito), con parere con-trario dei questori .

(E respinto) .

Onorevole Crivellini insiste per la vo-tazione dell'ordine del giorno Faccio Ade -le 9/doc. VIII, n . 2/5, di cui è confirma-tario, accettato dai questori come racco-mandazione ?

CRIVELLINI . Non insisto, signor Pre-

sidente .

PRESIDENTE . Onorevole Crivellini, in-siste per la votazione del suo ordine del

giorno 9/doc. VIII, n . 2/6, sul quale iquestori hanno espresso parere contrario ?

CRIVELLINI . Voterò, ovviamente a fa-vore di questo ordine del giorno ed in-vito i colleghi a fare lo stesso, perchéquest'ordine del giorno è molto semplic ee probabilmente marginale rispetto a tutt i

i discorsi fatti in questi giorni . In sostan-za chiede l'abolizione dell'uso delle auto-

mobili, blu o bianche che siano, da partedi qualsiasi membro o dipendente dellaCamera .

Voglio rassicurare il collega Pucci su l

fatto che non esiste alcuna implicazione

legislativa che vada contro il senso d iquesto ordine del giorno, anzi ci sarebbe- dico « ci sarebbe » perché viene violatacon delle truffe scandalose al bilancio del -lo Stato, non al bilancio interno della Ca-mera ; ma di questo avremo modo di par-lare, e a lungo, in sede di esame del

bilancio di previsione dello Stato - semai una legge dello Stato che, invece,regola in maniera molto limitativa e rigo -rosa l'uso degli automezzi; una legge,

peraltro, che reca la firma di Vittorio

Emanuele III e di Mussolini, sicuramentemolto più seria di quanto sia la situazioneattuale e che avremo modo - come dice-vo - di analizzare a lungo .

Ho presentato questo ordine del giornoperché ci deve essere qualcuno in questaCamera dei deputati che mi deve spiegarela ragione, il motivo, la giustificazione per-ché qualcuno, qualsiasi funzione svolga i nquesta Camera, abbia il diritto o il pri-vilegio di utilizzare, per ragioni di ser-vizio o meno, non la propria auto o iltaxi, come tutti dovrebbero fare, ma auto

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della Camera dei deputati, cioè pagate co nil contributo dei cittadini .

Si parla molto - e concludo - in que-sto periodo di distacco fra cittadini e isti-tuzioni, di questione morale e moralizza-

zione, per cui credo che i cittadini ap-prezzerebbero il minimo gesto di parlaredi questione morale e di moralizzazioneusando non le automobili dello Stato, mala propria o il taxi, e visitando di tant oin tanto i benzinai, così come fanno inormali cittadini .

PRESIDENTE . Onorevole Crivellini, pre-ciso che le automobili della Camera ven-gono usate esclusivamente dai membri del-l'Ufficio di Presidenza e dai presidenti del-le Commissioni e solo per motivi di ser-vizio; non vengono mai usate dai dipen-denti della Camera . Questo è un puntoche ho il dovere di chiarire subito .

PUCCI, Questore . Chiedo di parlare .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

PUCCI, Questore. Voglio aggiungere ch ele automobili vengono usate per motividi servizio e che per il loro uso vi èun regolamento molto rigido. Ritengo, per-tanto, che la norma cui si riferiva l'ono-revole Crivellini sia superata in terminidi rigidità dal regolamento interno dell aCamera: nessuno dei membri dell'Uffici odi Presidenza ha a disposizione in manierapermanente un'autovettura ; i presidentidelle Commissioni ed i membri dell'Ufficiodi Presidenza possono rivolgersi all'autori-messa ogni volta che, per ragioni di ser-vizio, devono usare l'automobile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l 'or-dine del giorno Crivellini 9/Doc . VIII ,n. 2/6, con parere contrario dei questori .

(t, respinto) .

Onorevole Zolla, insiste per la votazio-ne del suo ordine del giorno 9/Doc . VIII ,n. 2/7, dopo che i questori l'hanno invi-tata a ritirarlo ?

ZOLLA. Per la verità non ho compre-so quali traumi comporti la pubblicazioneall 'albo dei questori dell'elenco dei giorna-listi accreditati presso la Camera dei de-putati con l'indicazione della testata cherappresentano (Applausi), per cui sono ve-

ramente dolente di non poter accoglierel'amabile invito che mi è rivolto dai que-stori . Pertanto, insisto per la votazionedi questo ordine del giorno (Applausi).

MELEGA. Chiedo di parlare per dichia-razione di voto su questo ordine delgiorno .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

MELEGA. Non sono intervenuto que-st'anno nel dibattito sul bilancio internodella Camera e colgo l'occasione di que-sta dichiarazione di voto per dire che

uno dei problemi essenziali del nostro la-voro è quello dell'informazione. Moltospesso ci troviamo di fronte a casi dinegata informazione sui nostri lavori, an-che perché noi stessi non ci forniamo di

quegli strumenti che sarebbero essenzial i

ad una qualunque azienda (se così si puòdire) di queste dimensioni per far sapere

all'esterno quello che facciamo . Un pro-blema è, poi, certamente rappresentatodalle distorsioni dei nostri lavori operatenon dai giornalisti professionisti, ma, dauna serie di personaggi che, paludandosi

da giornalisti o fingendo di essere giorna-listi, svolgono funzioni del tutto diverseda quelle dell'informazione corretta e par -lamentare (Applausi) .

Ritengo, quindi, che la proposta delcollega Zolla rappresenti un importante

passo avanti, su cui consentire, in temadi informazione sui nostri lavori .

Preannunzio, quindi, anche a nome delmio gruppo, il voto favorevole sull'ordinedel giorno Zolla .

SERVELLO. Chiedo di parlare per di-chiarazione di voto su questo ordine delgiorno .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

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SERVELLO. Desidero soltanto dire ch enon voglio riferirmi ai tempi della Presi-denza Gronchi, quando (io ancora non er odeputato, ma solo giornalista) esistevan oregole precise per l 'accesso dei giornalist ial Parlamento e alla Camera in particola-re. Vi erano norme restrittive anche perquanto riguarda la circolazione dei giorna-listi nelle adiacenze dell'aula . Non deside-ro, come ho detto, nostalgicamente ritor-nare a quei tempi (per carità !), però re-gistro una specie di ritrosia o addirittu-ra di diniego da parte dei questori acomprendere lo spirito di questo ordinedel giorno.

Vi è una fauna di pseudo giornalisti ,di portaborse, che determina spesso situa-zioni estremamente delicate nell'ambit oparlamentare e anche nei rapporti seri ecorretti che devono esistere tra i parla-mentari e i giornalisti veri . E allora, perevitare commistioni e confusioni, io pens oche l'ufficio dei questori debba rimeditar ela decisione che ci ha comunicato, renden-dosi conto dell'importanza di questa nor-ma: una norma di correttezza professio-nale e di buoni rapporti fra parlamentar ie giornalisti autentici, con esclusione dicoloro che rappresentano, negli ambula-cri di Montecitorio, piccole situazioni per -sonali, correntizie o subcorrentizie .

Mi permetto pertanto di raccomandar ealla Presidenza di recedere da questo di-niego, che mi sembra assolutamente anti-tetico ad ogni spirito di correttezza ne inostri rapporti .

PRESIDENTE. Onorevole Servello, ten-go a precisare che il suo invito deve es-sere rivolto ai questori .

Gli onorevoli questori hanno qualcosada aggiungere su questo argomento ? For-se questo ordine del giorno potrebbe es-sere accettato come raccomandazione (Pro -teste — Si grida: « No ! ») .

PUCCI, Questore . Avevo già detto chel'elenco richiesto dal collega Zolla sarebb estato tenuto a disposizione dei collegh inell'ufficio dei questori, senza affiggerlo al-l'albo (Proteste al centro) .

PRESIDENTE. Passiamo pertanto allavotazione .

Pongo in votazione l 'ordine del giornoZolla 9/doc. VIII, n. 2/7, non accettatodai questori .

(E approvato) .

SERVELLO (Indicando il banco deiquestori) . Dimissioni ! Dimissioni !

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine delgiorno Fiori Publio 9/doc . VIII, n. 2/8,accettato dai questori come raccomanda-zione .

PAllAGLIA. Chiedo di parlare per di-chiarazione di voto .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

PAllAGLIA. Con questo ordine delgiorno, opportunamente, si intende fissareuna data certa per la discussione del bi-lancio preventivo della Camera in modoche il bilancio sia effettivamente preven-tivo e non sostanzialmente consuntivo. Tut-tavia fissando la data del 30 giugno diogni anno si trasforma il bilancio preven-tivo in un bilancio semipreventivo e semi -consuntivo !

Non mi pare che si possa accettare,neppure come raccomandazione, un ordinedel giorno che prevede questi termini fi-nali per l'approvazione del bilancio. Credoche debba essere corretto con l'indicazionedel 31 dicembre come termine normale e ,se vi sono difficoltà che tutti conosciam onella presentazione del bilancio, dal mo-mento che è necessario approvare primail bilancio dello Stato, potranno esservideroghe di anno in anno, in relazione all adata in cui si approva il bilancio delloStato .

Non possiamo stabilire come principioche un bilancio preventivo debba essereapprovato ad esercizio iniziato : saremmofuori da qualunque regola ! Quest 'ordinedel giorno non solo non può essere vo-tato nella sua formulazione, ma - ripeto -non può essere accettato nemmeno comeraccomandazione, anche se mi rendo con-

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to che lo spirito dei suoi presentatori equello di chi si accinge ad accettarlo comeraccomandazione è quello di stabilire uncriterio migliore di quello che in effett isi è affermato per questo esercizio .

PRESIDENTE . Questo ordine del gior-no era accettato come raccomandazione ,in verità : essendovi un'obiezione dell'ono-revole Pazzaglia, do all'onorevole Pucci l a

facoltà di chiarire meglio la questione .

PUCCI, Questore . Avevamo accettat oquest'ordine del giorno come raccoman-dazione e lo confermiamo . Abbiamo giàprecisato i motivi che ho già avuto mod odi spiegare nella mia breve replica : l 'ap-provazione del bilancio interno della Ca-mera deve far seguito a quella del bilan-cio dello Stato. Vi è infatti la necessit àdi coordinare i tempi tecnici con l 'appro-vazione preventiva del bilancio dello Stato ,dal quale la Camera ricava i fondi di do-tazione per sviluppare il proprio bilancio .

Credo che questa prassi sia stata se-guita in tutti gli anni precedenti ; ci siamoanzi fatti carico, quest 'anno, dell'enormeritardo per il quale, pur prevedendo l apresentazione del bilancio della Cameranel mese di luglio scorso, ci siamo poiridotti all'ultimo momento . Ci facciamocarico di osservare delle regole che peròvanno coordinate con la data d'approva-zione del bilancio dello Stato !

POCHETTI . Chiedo di parlare per di-chiarazione di voto sull'ordine del giorn oFiori Publio 9/doc . VIII, n. 2/8 .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà.

POCHETTI . In linea di principio sia-mo anche noi per l'approvazione del bi-lancio della Camera entro il 31 dicembr edell 'anno che precede quello cui si riferi-sce lo stesso bilancio di previsione. Bencomprendiamo che i ritardi nell'approva-zione del bilancio dello Stato possono tra-scinare nel gorgo anche quello della Ca-mera; mi pare tuttavia che l 'affermare invia programmatica che il bilancio debba

essere approvato entro il 30 giugno del-l 'anno cui esso si riferisce costituisca unerrore .

Vorrei far osservare tra l'altro, signorPresidente, che tenuto conto dei ritardi d iquest'anno, nell 'ordine del giorno Usel-lini 9/doc. VIII, n. 2/11 viene indicatonella fine di febbraio il termine di pre-sentazione di bilancio preventivo dellaCamera per il 1981 . Quindi ove lo si ac-cettasse come raccomandazione, quest 'or-dine del giorno finirebbe col contraddirequanto scritto, almeno per il 1981, nell'or-dine del giorno Usellini . Ritengo pertantoche per tale anno debba compiersi unosforzo per presentare il bilancio preventivoentro febbraio .

Per il resto non sono dell 'opinioneche si debba fissare la data del 30 giugnoperché potremo essere costretti ad anti-cipare o a ritardare la discussione delbilancio rispetto a questa data ed io nonvorrei che a quel punto la responsabilitàcadesse sulla Presidenza della Camera esul Collegio dei questori .

PRESIDENTE. Devo dire che il proble-ma sta nel conseguire il punto di certezzarappresentato dall 'approvazione del bi-lancio dello Stato, che consente poi l'im-postazione del bilancio interno della Ca-mera . Su che cosa si basa, infatti, il bilan-cio interno della Camera, se non risultaapprovato lo stanziamento sul bilancio del -lo Stato ? (Commenti del deputato Mel-lini) .

Onorevole Zolla, insiste per la votazio-ne dell'ordine del giorno Fiori Publio9 / doc. VIII, n . 2 / 8, accettato come rac-comandazione dai questori ?

ZOLLA. No, signor Presidente .

PRESIDENTE. Onorevole Guido Ber-nardi, insiste per la votazione del suoordine del giorno 9 / doc. VIII, n. 2 / 9 ,accettato come raccomandazione dai que-stori ?

BERNARDI GUIDO . No, signor Pre-sidente .

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PRESIDENTE . Onorevole Battaglia, in-siste per la votazione del suo ordine de lgiorno 9/doc. VIII, n. 2/10, accettat ocome raccomandazione dai questori ?

BATTAGLIA. Mi permetto di osservareche questo ordine del giorno, che avevopreventivamente sottoposto all 'attenzionedel Collegio dei questori ricevendone fa-vorevole accoglienza, che è firmato da ipresidenti o dai vicepresidenti di quas itutti i gruppi parlamentari, dal gruppodemocristiano a quello comunista, ch enon chiede impegni immediati ed impos-sibili all'Ufficio di Presidenza ed al Col-legio dei questori se non a presentare ,per il nuovo bilancio, un piano triennaleper il potenziamento del Servizio studi edel Servizio Commissioni - esigenza lar-ghissimamente avvertita da tutti -, po-trebbe essere opportunamente posto invotazione, anche perché può essere pro-ficuo utilizzarlo in relazione all'ordine de lgiorno immediatamente successivo. Mipermetto quindi di insistere, signor Pre-sidente, per la votazione di questo mioordine del giorno .

PUCCI, Questore . Abbiamo accettatoquesto ordine del giorno come raccoman-dazione, perché è necessario un coordi-namento con il punto 4) dell'ordine delgiorno seguente. Sostanzialmente lo ab-biamo assunto come impegno program-matico .

PRESIDENTE. Pongo quindi in vota-zione l'ordine del giorno Battaglia 9 / doc .VIII, n . 2 / 10, accettato come raccoman-dazione dai questori .

(È approvato) .

Onorevole Usellini, insiste per la vota-zione del suo ordine del giorno 9/doc .VIII, n . 2/11, accettato come raccomanda-zione dai questori ?

USELLINI . Non insisto, signor Presi-dente .

PRESIDENTE. Onorevole Sterpa, insi-ste per la votazione del suo ordine del

giorno 9/doc. VIII, n. 2/12, con parerecontrario dei questori ?

STERPA. Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Lo pongo quindi in vo-tazione .

(È respinto) .

Onorevole Borri, insiste per la vota-zione del suo ordine del giorno 9/doc .VIII, n. 2/13, accettato come raccoman-dazione dai questori?

BORRI . Non insisto, signor Presidente .

PRESIDENTE. Onorevole Battaglia, in-siste per la votazione dell'ordine del gior-no Minervini 9/doc . VIII, n. 2/14, di cui

è cofirmatario, accettato come raccoman-dazione dai questori ?

BATTAGLIA. Non insisto, signor Pre-

sidente .

PRESIDENTE. È così esaurito l 'esamedegli ordini del giorno .

Passiamo alle dichiarazioni di voto .Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l'onorevole Pazzaglia . Ne ha fa-

coltà .

PAllAGLIA. Signor Presidente, nonavrò bisogno di molto tempo per motiva-re il voto del MSI-destra nazionale . Il vo-to sul bilancio riveste un significato fon-damentale : quello di dare il consensosulle spese che l'Ufficio di Presidenza del-

l'Assemblea prevede di dover fare e sullemodalità di utilizzazione di queste al fin edel funzionamento della Camera e degl i

uffici che sono di supporto ad essa.

Così come abbiamo espresso il nostrovoto favorevole al bilancio interno nell oUfficio di Presidenza, intendiamo confer-mare questo voto oggi in Assemblea, te-nendo ben distinta questa nostra posizio-ne da quelli che sono i temi di ordineistituzionale, regolamentare e soprattuttoi temi relativi alla questione morale, cioè

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i temi di carattere politico che sono statioggetto di esame da parte dell'Assemblea .Noi, onorevole Presidente, desideriam oconfermare le tesi che abbiamo sostenut oin questa occasione e che non ci sem-brano scalfite da considerazioni che altr eparti hanno fatto, pur apprezzabili ; e noncondividiamo (di questo lei non si dorràcertamente poiché non condivide le nostr e

tesi) quelle considerazioni di ordine poli-tico ed istituzionale che lei ha fatto ne lcorso del suo discorso .

Per fare un esempio, noi non siam oconvinti che allo scioglimento delle Ca-mere si debba arrivare, come lei ha detto ,soltanto in casi eccezionali e che esso nonsia uno strumento per modificare le si-tuazioni politiche diffuse o per superar eimpasses di carattere politico . Noi rite-niamo, invece, che il ricorso alle urne pos-sa in molti casi (e si è verificato in que-ste ultime legislature) essere un modo pe rchiarire con l'appello all 'elettorato le si-tuazioni politiche . Ma è soltanto un esem-pio!

Credo di dover soprattutto dire che nonpossiamo condividere le considerazioniche sono state fatte e le soluzioni propo-ste dall 'onorevole Sterpa per risolvere lacosiddetta questione morale : esse ci sem-brano scarsamente valide! Abbiamo dett oche la crisi morale è crisi delle istituzion ie che soltanto superando la crisi delleistituzioni si supera quella morale . Ma an-che volendo fermarsi su misure meno dra-stiche - se mi è consentito questo termi-ne forse improprio - noi non crediamoche la dichiarazione da parte dei deputati(che, per altro, deve rimanere riservata,secondo le soluzioni indicate dall'Uffici odi Presidenza come soluzioni nell 'ambitodi questo regolamento) che non pubbliciz-zino i loro redditi e le modificazioni delloro patrimonio non serva certamente acontribuire alla moralizzazione della vit apubblica, tenuto conto dei molti sotterfu-gi possibili per evadere controlli di que-sto genere .

Bisogna andare a fondo; non fermars ia soluzioni che possano apparire all'ester-no soluzioni di rilievo, ma che in realt à

rilievo non hanno . Occorre dare veramen-

te contenuto alle scelte moralizzatrici, ch edebbono avere immediata attuazione e chevanno molto al di là delle soluzioni indi-cate dal Governo, come mi permettevo di

dire oggi nel corso della discussione ge-nerale. Su questa linea continueremo asvolgere quel ruolo di controllo e di sti-molo e a scoprire ulteriormente la pen-tola dentro la quale sono nascosti tanti etanti scandali e tante e tante illiceità com-messe nei tempi recenti e lontani . Su

questa linea ci impegniamo a svolgere ilnostro mandato, tenendo ben distintequeste nostre posizioni dalle scelte posi-tive che facciamo per quanto riguarda l a

utilizzazione dei fondi della Camera.

PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare

per dichiarazione di voto l'onorevoleMaria Adelaide Aglietta. Ne ha facoltà .

AGLIETTA MARIA ADELAIDE . Signora

Presidente, colleghi questori, molto breve-mente annuncio il voto contrario delgruppo radicale al bilancio della Camera .È un voto contrario che è stato ampia-mente motivato nel corso della discussio-ne dai colleghi del mio gruppo, che es-senzialmente vede in questo bilancio lacontinuazione della volontà di soffocarela persona del deputato a favore delleesigenze dell ' istituzione gruppo .

Questo è stato anche riconfermato, siadalla proposta del collega Mammì, sia d aalcune considerazioni svolte dal questorePucci . Il modo in cui vengono impiegatii soldi contribuisce, semmai, ad aumentar ei privilegi, ma certamente non a dare aldeputato la possibilità di esplicare il suomandato secondo i diritti e i doveri chtgli derivano dalla Costituzione . Noi ravvi-siamo nei modi e nell'indirizzo di quest obilancio interno, nel modo in cui sonostati utilizzati i fondi e nel modo in cuisi presume verranno utilizzati, nel non ac-coglimento degli ordini del giorno delgruppo radicale, una tendenza in questadirezione, contro la quale iI gruppo radi -cale, nei singoli deputati e collettivamente ,continua ad essere testardamente impe-gnato, rivendicando il ruolo del deputato ,contro quello che sta diventando e di-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

venterà la Camera, secondo quanto ci èstato annunciato da Labriola e in altriinterventi, che proclamano come unico ri-medio alla non centralità del Parlamentole modifiche del regolamento, volte a sof-focare le voci dell'opposizione e la figuradel singolo deputato. In questa direzionerivendichiamo il nostro ruolo, le nostretesi. Non si arriva a soluzione dei pro-

blemi della Camera se per prima cosa no n

si parte dalla Costituzione, da quello cheè espresso nella Costituzione circa la figu-ra del deputato, da quelli che sono i suo idiritti ed i suoi doveri e se non si dannoal deputato i mezzi per poter realizzareil suo ruolo.

Per questi motivi, rivendicando il ruo-lo che il gruppo radicale ha in questo

sui due emendamenti presentati e la vo-tazione finale avverranno domani pome-riggio .

Votazione segreta.

PRESIDENTE. Indico la votazione se-greta, mediante procedimento elettronico ,sul progetto di bilancio delle spese in-terne della Camera dei deputati per l 'an-no finanziario dal 1° gennaio al 31 dicem-bre 1980 (doc . VIII, n. 2) .

(Segue la votazione) .

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione .Parlamento ,contrario al

dichiariamoprogetto di

il

nostro

votobilancio interno Presenti e votanti . . 363

della Camera (Applausi dei

deputati

del Maggioranza

. .

. . . 182gruppo radicale) . Voti favorevoli

. . 321

Voti contrari

. . 42PRESIDENTE . Ha chiesto di parlare

per dichiarazione di voto l'onorevole Ge-rardo Bianco. Ne ha facoltà .

BIANCO GERARDO. Signor Presidente,desidero dichiarare il voto favorevole de lgruppo democratico cristiano al bilanci ointerno della Camera . La discussione èstata ampia, ha inserito molti elementi d idibattito ed il discorso si è allargato an-che a problemi istituzionali che meritan onaturalmente una più approfondità rifles-sione. Con questo nostro voto intendiamodare il nostro apprezzamento alla posizio-ne espressa dai questori e riteniamo u ncontributo al dibattito generale sulle isti-tuzioni le considerazioni che sono stateespresse, che non possono trovare nelvoto un loro punto di riferimento .

PRESIDENTE. Prima di passare all avotazione segreta finale del progetto di bi-lancio, vorrei avvertire i colleghi che su-bito dopo il voto inizierà la discussionedel disegno di legge di autorizzazione al -l'esercizio provvisorio del bilancio dello ,Stato. Questa sera avrà luogo soltanto l adiscussione generale, mentre il voto sui

(La Camera approva) .

Hanno preso parte alla votazione :

Abbate FabrizioAbete Giancarlo

Accame Falco

Achilli MicheleAglietta Maria AdelaideAiardi AlbertoAlberini GuidoAlborghetti Guido

Alici Francesco Onorato

Aliverti Gianfranco

Allegra PaoloAllocca Raffaele

Amabile Giovanni

Amadei Giuseppe

Amici Cesare

Amodeo Natal e

Andò Salvator eAndreoli Giuseppe

Andreoni Giovanni

Angelini Vito

Anselmi Tina

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Atti Parlamentari

— 21469 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

Antoni Vares e

Armellin Lin oArnaud Gian Aldo

Astone Giusepp e

Augello Giacomo Sebastiano

Babbini Paolo

Baghino Francesco Giulio

Baldassari RobertoBaldelli Pio

Balestracci Nello

Bambi Moreno

Baracetti Arnaldo

Barbarossa Voza Maria ImmacolataBassanini FrancoBassetti Piero

Bassi Aldo

Battaglia Adolfo

Bellini Giulio

Bellocchio AntonioBelussi ErnestaBernardi AntonioBernardi Guido

Bernardini Vinici o

Bernini BrunoBettini Giovanni

Bianchi Fortunato

Bianchi Beretta Romana

Bianco GerardoBinelli Gian CarloBiondi AlfredoBisagno Tommaso

Boato Marco

Bocchi Fausto

Boggio Luig i

Bonalumi Gilberto

Bonetti Mattinzoli Piera

Bonferroni FrancoBorgoglio Felice

Borri Andrea

Borruso AndreaBosco Manfredi

Bosi Maramotti Giovann aBottarelli Pier Giorgio

Branciforti RosannaBriccola ItaloBrini Federic oBrocca Beniamino

Broccoli Paolo Pietro

Bruni FrancescoBrusca Antonino

Bubbico Mauro

Buttazzoni Tonellato Paola

Cabras Paolo

Caccia Paolo Pietro

Cacciari Massim oCalaminici Armando

Caldoro Antonio

Campagnoli Mari o

Canullo Leo

Cappelli LorenzoCarandini GuidoCarelli Rodolfo

Carenini Egidio

Carloni Andreucci Maria Teresa

Carlotto Natale Giusepp eCaroli Giuseppe

Carpino AntonioCarrà Giuseppe

Carta Gianuario

Caruso Antonio

Casalino GiorgioCasalinuovo Mario Bruzio

Casati Francesco

Casini Carlo

Castelli Migali Anna Mari a

Cattanei Francesco

Ceni GiuseppeCerioni Gianni

Cerquetti EneaCerrina Feroni Gian Luca

Chiovini Cecilia

Chirico Carlo

Ciannamea Leonardo

Ciccardini BartolomeoCicciomessere RobertoCirino Pomicino Paolo

Citaristi Severino

Citterio EzioCiuffini Fabio Maria

Cocco Maria

Codrignani Giancarla

Colonna Flavio

Cominato LuciaConte Antonio

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Camera dei Deputati

— 21470 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

Conte CarmeloConti Pietro

Contu FeliceCorà RenatoCorder Marino

Costa Raffael e

Costamagna Giusepp eCravedi Mari o

Cristofori Adolfo Nin oCrivellini Marcell o

Cuminetti Sergi o

Dal Castello Mario

Dal Maso Giuseppe Antonio

Da Prato Francesco

De Caro PaoloDe Carolis Massimo

De Cataldo Francesco Antonio

De Cinque Germano

de Cosmo Vincenzo

Degan Costant eDel Donno Olind o

Dell'Andro Renato

Del Rio Giovanni

De Poi Alfredo

De Simone DomenicoDi Corato Riccardo

Di Giovanni Arnaldo

Di Giulio Fernand o

Dujany Cesar e

Dutto Mauro

Esposto Attilio

Fabbri Orlando

Facchini Adolf o

Faenzi Ivo

Faraguti LucianoFederico Camill o

Felisetti Luigi Din o

Ferrari Marte

Ferrari Silvestro

Fioret MarioFiori Giovannino

Fiori Publio

Fontana Eli oFontana Giovanni Angelo

Fortuna Loris

Foti Luigi

Fracchia Bruno

Fusaro Leandro

Gaiti Giovanni

Galante Garrone Carlo

Galli Maria Luisa

Gambolato Pietro

Gandolfi AldoGargano MarioGarocchio Albert o

Garzia Raffaele

Gaspari Remo

Gatti Natalino

Gava AntonioGiglia Luigi

Gianni Alfons oGitti Tarcisio

Giura Longo Raffaele

Goria Giovanni Giuseppe

Gradi GiulianoGranati Caruso Maria TeresaGrippo Ugo

Gualandi Enrico

Guarra Antonio

Ianni Guido

Ianniello MauroIchino PietroInnocenti Lino

Kessler Brun o

Labriola Silvano

Laforgia AntonioLaganà Mario BrunoLa Loggia Giusepp e

Lamorte Pasqual e

La Penna Girolamo

La Rocca SalvatoreLattanzio Vito

Lauricella Salvatore

Leccisi Pino

Lenoci Claudio

Lettieri NicolaLo Bello Concetto

Lobianco Arcangelo

Loda Francesco Vittorio

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— 21471 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

Lo Porto Guido

Lucchesi Giuseppe

Lussignoli Francesc o

Macaluso AntoninoMacciotta Giorgi o

Macis Francesco

Malvestio Piergiovanni

Mammì Osca r

Mancini VincenzoManfredi Giuseppe

Manfredi Manfredo

Manfredini Viller

Mannino Calogero

Mannuzzu SalvatoreMantella Guido

Marabini Virginiangelo

Margheri Andrea

Maroli Fiorenzo

Marraffini AlfredoMartini Maria ElettaMastella Mario Clemente

Matarrese Antoni o

Mazzarino Antonio Mari o

Melega Gianluigi

Mellini MauroMeneghetti Gioacchino GiovanniMennitti Domenico

Mensorio Carmine

Menziani EnricoMigliorini GiovanniMonteleone SaverioMorazzoni Gaetano

Moro Paolo Enrico

Moschini Renz o

Motetta Giovanni

Napoletano DomenicoNapoli VitoNespolo Carla FedericaNonne Giovann i

Olcese VittorioOlivi Mauro

Onorato Pierluigi

Orsini Gianfranco

Ottaviano Francesco

Padula Pietro

Pagliai Morena Amabile

Pallanti NovelloPalleschi Robert o

Pasquini Alessi oPastore AldoPatria RenzoPavone Vincenzo

Pazzaglia Alfred o

Pecchia Tornati Maria Augusta

Peggio Eugeni o

Pellizzari Gianmario

Pennacchini Erminio

Perantuono Tommas oPerrone Antonino

Picano Angelo

Picchioni Rolando

Piccoli Maria Santa

Pierino Giusepp e

Pisicchio NatalePisoni FerruccioPochetti MarioPolitano Franco

Porcellana Giovann i

Portatadino Costante

Potì Damiano

Prandini Giovann iPucci Ernesto

Pugno Emilio

Quarenghi Vittori a

Quieti Giuseppe

Radi LucianoRaffaelli Edmondo

Raffaelli Mari o

Rallo Girolamo

Ravaglia Giann i

Reggiani AlessandroReina Giuseppe

Rende Pietro

Revelli EmidioRippa GiuseppeRobaldo Vitale

Roccella Francesco

Rocelli Gian Franco

Rossi di Montelera LuigiRossino Giovanni

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Atti Parlamentari

— 21472 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

Rubino Raffaello

Russo Ferdinando

Russo Giusepp e

Russo Raffaele

Trebbi Aloardi Ivanne

Tremaglia Pierantonio Mirko

Trombadori Antonello

Sabbatini Gianfranco

Sacconi Maurizio

Salvatore Elvio Alfons oSalvi Franc o

Sanese Nicola

Sangalli Carlo

Sanguineti EdoardoSantagati OrazioSantuz Giorgio

Sarti Armand o

Satanassi Angelo

Scaiola Alessandro

Scalia VitoScozia Michele

Sedati Giacomo

Segni Mari o

Seppia MauroServadei StefanoServello FrancescoSicolo Tommaso

Silvestri Giulian oSobrero Francesco SecondoSospiri Nino

Spagnoli Ugo

Sposetti GiuseppeStaiti di Cuddia delle Chiuse TomasoSterpa Egidio

Sullo FiorentinoSusi Domenico

Tagliabue Gianfranco

Tamburini Roland oTassone Mario

Tesi Sergio

Tesini AristideTesini GiancarloTessari AlessandroTessari Giangiacom o

Tombesi GiorgioToni Francesco

Torri Giovann i

Tozzetti Aldo

Urso Giacinto

Urso Salvatore

Usellini Mario

Valensise Raffaele

Vecchiarelli Bruno

Ventre AntonioVernola Nicola

Vietti Anna Maria

Vignola Giusepp e

Vincenzi BrunoViolante Lucian o

Virgili Biagio

Zambon Bruno

Zaniboni Antonin o

Zanini Paol o

Zarro Giovann i

Zavagnin Antonio

Zolla MicheleZoppetti Francesco

Zoppi Pietro

Zurlo Giuseppe

Sono in missione :

Amarante Giuseppe

Armato BaldassareColombo Emilio

Curcio Rocco

Darida Clelio

Forlani Arnaldo

Forte Salvatore

Foschi Franco

Geremicca Andrea

Mazzola Francesco

Pandolfi Filippo Maria

Rodotà StefanoSandomenico Egizi o

Sanza Angelo Maria

Scotti Vincenzo

Speranza EdoardoZamberletti Giuseppe

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 198 0

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

MARIA ELETTA MARTIN I

Discussione del disegno di legge : Autoriz-zazione all 'esercizio provvisorio del bi-lancio per l'anno finanziario 1981 (2195) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno re-ca la discussione del disegno di legge :Autorizzazione all'esercizio provvisorio de lbilancio per l 'anno finanziario 1981 .

Dichiaro aperta la discussione sulle li-nee generali, ricordando che in altra se-duta la Commissione è stata autorizzataa riferire oralmente .

Il relatore, onorevole Aiardi, ha fa-coltà di svolgere la sua relazione .

AIARDI, Relatore. Signor Presidente ,onorevoli colleghi, la giustificazione del ri-corso all'esercizio provvisorio deriva, que-st'anno, da obiettive difficoltà di appro-vazione nei termini della legge finanzia-ria e del bilancio di previsione per il 1981.Tali documenti, presentati nel termine sta-bilito del 30 settembre, hanno iniziat ol'iter parlamentare con ritardo, in rela-zione alla nota, recente crisi di Govern oed alle esigenze di approfondimento e dimodifica della stessa legge finanziaria, an-che per tener conto dei nuovi problemisorti a seguito del grave dramma del ter-remoto in Campania e Basilicata.

Quest'anno, tra l'altro, il ricorso al -l'esercizio provvisorio, che è previsto dal-l 'articolo 16 della legge n . 468, può esse -re esaminato in termini procedurali cor-retti, considerando l 'avvenuta presentazio-ne del bilancio di previsione a legislazion ecosiddetta invariata o vigente . Si può,quindi, prescindere dall 'aprovazione dellalegge finanziaria e dalla presentazione d inote di variazione, a differenza dello scor-so anno, quando l'autorizzazione all'eser-cizio provvisorio dovette contenere anchenorme definite di « mini legge finanziaria » .Ciò non significa, peraltro, che la presen-tazione di un progetto di bilancio a le-gislazione vigente, nel rendere procedural-mente meno indolore l 'approvazione del -

l'esercizio provvisorio, lo renda per ciòsolo sostanzialmente meno patologico . Lasequenza fisiologica della decisione di bi-lancio resta, infatti, sempre quella dell aapprovazione della legge finanziaria e ,quindi, quella di bilancio entro il 31 di-cembre. Sarebbe assai pericoloso che laprospettiva tranquillizzante di un eserci-zio provvisorio, di agevole preparazione ,inducesse all'ingiustificato prolungamentodell'esame della legge finanziaria . Questo ,infatti, è lo strumento essenziale della ma-novra economico-finanziaria ed in essocoincidono importanza ed urgenza, a nul-la servendo una manovra riferita, ad esem-pio, al 1981, che si perfezioni nell 'aprile

dello stesso anno. Per questo, incidental-mente, intendo rilevare come la discussio-ne del diseno di legge finanziaria debbacomunque contemperare i criteri dellacompletezza e della rapidità di esame, nelsenso di procedere ad un'analisi che siaapprofondita, senza essere tardiva .

È per questo, allora, che il provvedi-mento al nostro esame, relativo appuntoall'autorizzazione all'esercizio provvisorio ,trae origine dalla necessità di assicurarel'operatività delle amministrazioni statali ,proprio nelle more dell'approvazione de lbilancio per l'anno finanziario 1981 .

Quanto all'articolato (che, tra l'altro, èmolto semplice, in quanto consta soltan-to di due articoli), con l'articolo 1 si fissaal 30 aprile 1981 il termine della gestion eprovvisoria, che rispetta il limite stabilit odall'articolo 81, secondo comma, della Co-stituzione. Viene inoltre stabilito che lagestione sarà provvisoriamente esercitataper dodicesimi, sulla base del relativo di -segno di legge e delle note di variazionipresentate dal Governo alle Assemblee le-gislative . Le delimitazioni per dodicesimisi riferiscono - come afferma la relazionegovernativa al disegno di legge - sia agliimpegni sia ai pagamenti . Per questi ul-timi, il secondo comma dell'articolo 1chiarisce che nessuna limitazione è da con-siderarsi per i pagamenti da effettuare inconto residui . Infatti i pagamenti in cont oresidui passivi si ricollegano ad autorizza-zioni precedentemente già accordate dalParlamento, che ora non vengono assolu-

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

tamente ridimensionate dalla gestioneprovvisoria del bilancio di competenza pe ril 1981 .

In relazione, infine, alla particolare na-tura del provvedimento in esame, nell'ar-ticolo 2 si stabilisce la sua entrata in vi -gore il l° gennaio 1981 . Raccomando per -tanto alla Camera l'approvazione del di -segno di legge n. 2195 .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlarel 'onorevole sottosegretario di Stato per i ltesoro .

MANNINO, Sottosegretario di Statoper il tesoro . Il Governo si riserva di in-tervenire in sede di replica .

PRESIDENTE. Il primo iscritto a par-lare è l'onorevole Alici . Ne ha facoltà .

ALICI. Signor Presidente, colleghi, datal 'ora tarda e soprattutto perché ci trovia-mo di fronte ad un atto dovuto, sar òmolto breve. Prendo lo spunto da questaaffermazione non per fare un gioco di pa-role, ma per dire che questo è un att odovuto soprattutto alla circostanza che ilGoverno non ha assolutamente mantenut ogli impegni che aveva assunto in diverseoccasioni, tanto che sia la legge finanzia -ria, sia il bilancio preventivo per il 198 1hanno subìto i ritardi che conosciamo .

AIARDI, Relatore . Per diverse ragioni .

ALICI. Per diverse ragioni, la più im-portante delle quali è che, se fossero statidisponibili per tempo gli stampati, la di-scussione si sarebbe già conclusa .

Ci rendiamo tuttavia conto - perch énessuno di noi vuole chiudere gli occhi d ifronte alla realtà - che i fatti verificatis iavrebbero comunque comportato qualch eslittamento . Non condividiamo l'imposta-zione della relazione e, tanto meno, quell oche ci ha detto il Governo in Commis-sione, perché, malgrado le cose dette mol-to solepnemente a proposito del bilanci ointerno della Camera, malgrado tutti gl iimpegni che si vanno assumendo circa i lrispetto delle norme costituzionali e di

correttezza, siamo per l'ennesima volta d i

fronte alla richiesta di autorizzazione al-

l'esercizio provvisorio, che sembra orma i

diventata la norma. Ho già detto in Com-

missione - certamente non per suscitarepolemiche, ma per ricordare un fatto rea -le - che l'unica volta in cui siamo riusciti

ad approvare il bilancio entro i termini di

legge è quando vi era un ampio accordo

tra le diverse forze politiche democratiche ,dopo di che siamo ritornati all'anormali-tà, che poi è la normalità, vale a dir e

all'esercizio provvisorio .

Vorrei, tuttavia, sottolineare brevemen-te le caratteristiche di questo esercizi o

provvisorio, dato che il relatore ed il Go-verno, in Commissione, ci hanno dett o

che, a loro giudizio, il fatto che il bilan-cio per il 1981 sia a legislazione cosiddetta

« invariata » non dovrebbe comportare con-seguenze, e comunque dovrebbe lasciar e

alcune porte aperte circa la correttezza

dell'impostazione di questo esercizio prov-

visorio. Voglio allora leggere alcuni dati .

I residui passivi che potrebbero essere

impiegati ammontano ormai a 36 mila

miliardi; se volessimo limitarci alla con-siderazione che potrebbero essere impie-gati soltanto per un terzo dell'anno 1981 ,

si fa presto a rendersi conto dei disastr i

che potrebbero derivare dalla mancata

approvazione della legge finanziaria e del

bilancio preventivo per il 1981 . Ho dettoquesto anche perché, quando esamineremo

la legge finanziaria, ci renderemo conto d i

essere ormai di fronte ad una situazione

che sta diventando pressoché insostenibil eper un Parlamento che - come abbiam odetto fino a qualche momento fa - deve

essere lo specchio del paese .

Il preventivo per il 1980, che noi co-munisti criticammo in modo puntuale,

aveva presentato un disavanzo che si giur òallora avrebbe dovuto rappresentare il tet-to massimo, oltre il quale non andare,

per non correre il rischio di fare accaderenon so che cosa, di 40 mila miliardi .Dicemmo che tale cifra era un'esagerazioneed anzi denunziammo in modo esplicitoche, a nostro avviso, si trattava di u nsovradimensionamento, di una sovrastimadelle necessità per il 1980. È accaduto che

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

pochi giorni fa, in occasione della pre-sentazione di alcuni documenti di assesta-mento del bilancio per il 1980, e soprat-tutto in presenza di cifre che si riferi-scono alla previsione dei residui per l'an-no in questione, si è venuti a sapere che ,tutto sommato, il disavanzo dovrebbe ar-rivare, al massimo, a 32 mila miliardi .

A questo punto, rivolgo una domandaal rappresentante del Governo ed al rela-tore . Con riferimento ai dodicesimi ch edovremmo autorizzare con l'esercizio prov-visorio in esame, mi chiedo se gli stess idebbano essere riportati all'impostazionecomplessiva del bilancio per il 1980 o s esi possa e debba tener conto dei var iassestamenti e variazioni che hanno por-tato alla definizione del disavanzo che hodetto, che è enormemente più basso diquello previsto (si parla addirittura d iuna riduzione di 8 mila miliardi) . Vorreiaggiungere che, sotto questo profilo, si st amanifestando un 'altra esigenza che vorreiimmediatamente sottolineare .

Signor Presidente, vorrei a questo pun-to, per evitare dispersioni di tempo, par-lale anche dell 'emendamento che ho pre-sentato. Siamo preoccupati del terminemassimo di durata di 4 mesi che l aCostituzione concede per l 'esercizio prov-visorio . In Commissione abbiamo propo-sto, e lo ripetiamo in questa sede, di ab-breviare il termine in questione da 4 a 2mesi. So che esiste altra proposta, pre-sentata da un diverso gruppo politico, ch esi colloca a metà tra quanto noi chiedia-mo ed il testo del disegno di legge. Vor-rei, comunque, sottolineare che abbiamoormai la legge finanziaria pronta per l adiscussione in Assemblea, dal momentoche è già stata definita in Commissionebilancio . Abbiamo avuto nel corso di que-ste settimane infinite informazioni, da lministro del tesoro e da ministri che s ioccupano del settore economico-finanziario ,i quali ci hanno fornito ulteriori precisa-zioni anche in ordine al bilancio per i l1981 . Aggiungo che in occasione del di -battito, serrato ma certo non breve, effet-tuato sulla legge finanziaria, abbiamo avu-to dal Governo la segnalazione di modi -fiche sostanziali per quanto si riferisce al

bilancio del 1981 ; modifiche sostanziali ,per altro, che di fatto costituiscono ilbilancio di previsione per l 'anno che hodetto. Questo tanto più che tali modifichesono di portata tale da far ritenere chenon possano lasciare molto spazio al Go-verno per ulteriori variazioni .

A questo punto, sorge immediata unadomanda : perché 4 mesi ? Perché averetale sfiducia nei confronti del Parlamento ,se già da giovedì potremmo, se volessimo ,cominciare a discutere in Assemblea l alegge finanziaria, approvarla (se animatidallo stesso senso di responsabilità cheabbiamo avuto in Commissione) ed inviar -la all'altro ramo del Parlamento ? Nonvogliamo che il Senato abbia delle feriecorte come quelle che abbiamo avuto noiquest'estate. Può benissimo prendersi unabreve o lunga vacanza per Natale e rin-viarci la legge in questione nel mese digennaio così che da parte nostra si possaavviare immediatamente nello stesso meseil dibattito sul bilancio per il 1981 . Aquesto punto, comodamente entro il mesedi gennaio, sicuramente entro il mese d ifebbraio, potremmo arrivare all 'approva-zione del bilancio, senza autorizzare i lGoverno a dormire sonni tranquilli, perchésappiamo per lunga esperienza - i parla-mentari più anziani lo sanno meglio d ime - che, se concediamo quattro mesi ,questo termine sarà poi utilizzato intera-mente, anche se non dobbiamo dimenti-care l 'esperienza pressoché drammatica didue anni fa, se non sbaglio, quando sicorse il rischio di dover fermare gli oro-logi per giungere alla conclusione i ntempo utile .

Potrei aggiungere altre motivazioni, madata l'ora non voglio strafare. Per i mo-tivi indicati, comunque, riteniamo di nonpoter approvare il disegno di legge in esa-me e sosteniamo altresì che al Governodovrebbero essere posti limiti temporal iassai stretti : se poi tali limiti dovesserodimostrarsi insufficienti, si potrebbe sem-pre, in un secondo momento, modificarela decisione assunta .

A conclusione di questo mio interven-to vorrei sollevare un problema che for-se avrebbe potuto essere trattato anche

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Atti Parlamentari

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Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

nel dibattito sul bilancio interno. Consi-derata la complessità delle innovazioni in-trodotte per legge nel procedimento d iesame degli strumenti di bilancio, in par-ticolare da parte della legge n . 468, dob-biamo cominciare a riflettere sui tempi

di lavoro della Camera rispetto agli im-pegni che sono posti dalla Costituzione o

che ci siamo imposti liberamente con l eleggi che abbiamo approvato. E. convin-zione profonda del gruppo comunista chedi fronte a problemi così rilevanti e deli-cati, che ci portano a violare sistematica -mente le leggi che abbiamo approvato ea risciare addirittura di travalicare i limi -ti costituzionali, non sarebbe male se in-sieme ai discorsi che sono stati fatti ne)precedente dibattito sulla centralità delParlamento si desse luogo ad una rifle ssione sulla opportunità di procedere, almeno su queste questioni, per session iparlamentari, che impongano, almeno peiquanto riguarda questo ramo del Parla-mento, il rispetto delle norme che libe-ramente ci siamo dati . (Applausi all'estre-ma sinistra) .

PRESIDENTE. $ iscritto a parlare loonorevole Valensise . Ne ha facoltà .

VALENSISE. Signor Presidente, ono-revoli colleghi, onorevole rappresentant edel Governo, svolgerò qualche brevissimaconsiderazione sullo strumento dell'eser-cizio provvisorio, al quale il Governo ri-corre in modo ormai quasi rituale . Quan-do, qualche anno fa, si procedette allariforma strutturale concretatasi nella leg-ge n. 468 del 1978, che peraltro suscitòmolte riserve da parte nostra, pensammoche con questo strumento si sarebbe co-munque potuta normalizzare la procedu-ra di bilancio caratteristica del nostropaese .

Purtroppo così non è stato . Dall 'en-trata in vigore della legge n . 468, infatti ,o per crisi di Governo o per inadempien-ze dell'Esecutivo o per contrasti all'inter-no delle compagini governative o dellemaggioranze o per altre ragioni, non s iè mai potuto pervenire al risultato d iuna tempestiva approvazione della legge

finanziaria, del bilancio annuale e del bi-lancio pluriennale. Anche quest'anno sideve ricorrere al disegno di legge perl'esercizio provvisorio, e non perché no nvi siano stati i tempi tecnici necessari perl 'esame degli strumenti di bilancio, ben -sì per le incertezze che hanno caratteriz-zato l'azione che la maggioranza e il Go-verno hanno espresso fin da quando lamaggioranza ed il Governo si sono for-mati .

Esprimiamo quindi il nostro dissens onei confronti della proposta di esercizi oprovvisorio: si tratta di un dissenso cheha contenuti esclusivamente e squisita-mente politici . Ormai siamo in uno statodi necessità, che per altro non nasce og-gettivamente dalle cose, ma rappresentail punto di arrivo di dissensi, mancatachiarezza, mancate scelte del Governo da lmomento della sua presentazione alle Ca-mere .

Si può dire che il Governo stia an-cora cercando il suo rodaggio, se è vero- come è vero - che questa mattina ab-biamo ascoltato in Commissione bilanciouna perspicua esposizione del ministrodel bilancio, peraltro teoricamente e pra-ticamente distante da certe scelte di poli-tica fiscale e di politica economica cheil Governo ha compiuto e certamente di-stante dalle impostazioni della legge fi-nanziaria .

In questo quadro generale delle atti-vità e delle scelte di Governo si pone i ldisegno di legge per l'esercizio provviso-rio e in questo quadro si colloca il no-stro dissenso. Ci troviamo di fronte aduna crisi degli strumenti di razionalizza-zione delle procedure di bilancio concre-tatesi nella legge n . 468 e di fronte aduna crisi che pericolosamente è stata ri-solta quest'anno, con il nostro dissens omanifestato in Commissione e che ci ri-serviamo di riprodurre in occasione deldibattito sulla legge finanziaria, con l 'e-spediente - lo chiamo così perché non tro-verei espressioni migliori e diverse - de lbilancio a legislazione invariata .

È un espediente che toglie la maggio-ranza e il Governo dall'imbarazzo in cui

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si trovarono lo scorso anno quando, do-vendosi ricorrere all'esercizio provvisorio ,si approvò sul tamburo una « minileggefinanziaria » che funzionasse da supportoper il bilancio, che non era a legislazio-ne vigente ma che recepiva le variazion ilegislative che la legge finanziaria avrebbedovuto portare o che apportava in ter-mini ridotti . Ma quest 'anno questa sceltaprocedurale, interessante dal punto di vi-sta dottrinario (che non condividiamo) ,produce il risultato pratico della possibi-lità del ricorso all'esercizio provvisorio ,che è una possibilità che praticamente as-solve il Governo e la maggioranza dall einadempienze pregresse, ma che dal puntodi vista strutturale vanifica quello stru-mento nuovo che vi siete dati attraverso

la legge n. 468 che, con la previsione del-la legge finanziaria, prevedeva anche l'in-dirizzo che a tutt'oggi ancora manca i ntermini precisi di complessa ed organic amanovra economica .

Ecco perché, nel dissentire, riteniamodi ri proporre all'attenzione dell'Assembleaanche un rimedio che vuole essere quell odella riduzione dei termini di tempo ch e

il Governo propone . Proponiamo che l ' e-sercizio provvisorio sia autorizzato fino a l31 marzo 1981, ritenendo che nei tre mes isi possa addivenire agli adempimenti con -nessi all'approvazione della legge finanzia -ria, all'approvazione della conseguente no-ta di variazione al bilancio, all'approva-zione di tutti quegli strumenti prescrittiper una normalizzazione delle procedur edi bilancio .

Non ci sembra logico che il Governo,presentandosi con le inadempienze che h oricordato, intenda utilizzare per intero i ltermine costituzionale dei quattro mesi ;anzi ci sembra doveroso da parte nostra ,che rappresentiamo l 'opposizione, indicareun termine mediano di tre mesi, utile pe rsopperire agli adempimenti che le legg irichiedono .

Queste le ragioni per le quali soster-remo il nostro emendamento e per le qua-li confermiamo il nostro dissenso all'auto-rizzazione a. esercizio provvisorio richie-sta dal Governa (Applausi a destra) .

PRESIDENTE . Non essendovi altriiscritti a parlare, dichiaro chiusa la di-scussione sulle linee generali .

Ha facoltà di replicare l'onorevole re-

latore .

AIARDI, Relatore . Signor Presidente ,

non credo di dover aggiungere nulla all e

dichiarazioni che sono state alla base

della mia relazione . Vorrei soltanto dire

che ritengo la richiesta di accorciare i l

termine, da quattro a tre mesi, ininfluenterispetto a qualsiasi altra considerazione .

L'approvazione della legge finanziaria e de lbilancio è un compito del Parlamento equest'ultimo può assolverlo adeguatamen-te, soltanto che lo voglia .

Pertanto l ' immediata e rapida approva-zione della stessa legge finanziaria e de lbilancio di previsione fatta in termini ve-ramente congrui farebbe cadere anche l'in-dicazione del termine dei quattro mesi ch eè stabilito anche per motivi di opportunagaranzia nei confronti di eventuali inci-denti .

PRESIDENTE . Ha facoltà di parlarel'onorevole sottosegretario di Stato per il

tesoro .

MANNINO, Sottosegretario di Stato pe ril tesoro . Signor Presidente, onorevoli col -

leghi, desidero innanzitutto ringraziare i lrelatore, onorevole Aiardi, per la puntua-lità e la chiarezza con cui ha illustrato i lprovvedimento in esame .

Credo che sia ulteriormente necessarioribadire che il ricorso all'esercizio prov-visorio non è una libera scelta del Go-verno, ma risponde ad uno stato di neces-sità, che si è determinato in dipendenzadei ritardi segnati nei tempi parlamentar idi discussione e di approvazione dell alegge finanziaria e del bilancio preventivo

per il prossimo esercizio finanziario . Suquesti ritardi, però, ha esercitato in ve-rità la sua influenza - ed è giusto ricor-darlo - una lunga crisi, che si è risolta

soltanto, se non vado errato, nella se-conda metà del mese di ottobre .

Rimane però da fare una riflessione ,con molta serenità, sulla limitatezza del

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calendario previsto e disciplinato dallalegge n. 468; la quale, infatti, ipotizza chenell'arco temporale che va dalla fine d isettembre alla fine dell'anno il Parlamen-to - Camera e Senato - debba approvarel'ultima nota di variazione del bilancio, l alegge finanziaria, il rendiconto ed il pro-getto di bilancio per l'esercizio successivo .

Il Parlamento non ha ancora provve-duto, fino ad oggi, ad organizzare i pro-pri lavori in coerenza e, direi, in strettarelazione con le scadenze previste dall alegge n. 468 .

Il Governo è favorevole alla propost a- che è riecheggiata qui in aula - circal 'organizzazione di sessioni parlamentar iesclusivamente riservate agli adempiment irelativi all 'approvazione dei documenticontabili finanziari . L'organizzazione dei la-vori parlamentari in sessioni consentirebbe,per esempio, di affrontare il lavoro conuna visione di insieme, che è condizion enecessaria per sviluppare organicamente l adiscussione e giungere quindi all 'approva-zione degli atti connessi alla legge finan-ziaria ed al bilancio, da considerarsi comegli atti massimi di questo procedimento ,ma che hanno una loro premessa - è giu-sto ricordarlo - nel rendiconto e nell'ul-tima nota di variazione del bilancio .

Vorrei soltanto sommessamente ricor-dare che ancora la Camera, per esempio ,non ha provveduto - e non per responsa-bilità da attribuire all 'organizzazione deilavori, alla Presidenza della Camera, m aanche per il ritardo dei tempi con cui l arelativa approvazione è avvenuta al Senato- ad approvare l 'ultima nota di variazionedel bilancio, il che impedisce di proceder eall 'approvazione della legge finanziaria edel progetto di bilancio.

L 'onorevole Aiardi ha illustrato anchela portata ed i limiti della richiesta diautorizzazione dell 'esercizio provvisorio .Perché quattro mesi ? Perché ragionevol-mente non si può ritenere che il Parla -mento riesca ad approvare la legge finan-ziaria ed il bilancio prima del 30 aprile ;se questo dovesse essere possibile, sarebb enei voti e nelle speranze del Governo. IlGoverno vuole operare disponendo dello

strumento di bilancio completo e definiti-

vo; difficilmente riuscirebbe ad operarecon coerenza, rispetto alle sue impostazioniprogrammatiche, con uno strumento che ,anche se legittimo, è sempre limitato eparziale .

È stato precisato dal relatore onore-vole Aiardi, che il vincolo del dodicesimoper il quale è stata autorizzata la spesa ,sia in conto competenza che in contocassa, non è operativo nei confronti delconto residuo. Su questa precisazione inverità, si è mossa un'osservazione checonsidero inoportunamente posta dal col-lega Alici ; quella, cioè, che trovandoci inpresenza di una situazione di conto resi-dui che ascende ad un livello di 36 milamiliardi, si profila il rischio di un impat-to di cassa che potrebbe generare conse-guenze negative .

In effetti, se il monte residui - ch eascende, ripeto, a 36 mila miliardi - do-vesse essere immediatamente erogabile espendibile, l'impatto di cassa sarebbe perlomeno travolgente . Ma nessuno può ra-gionevolmente immaginare che questa ipo-tesi sia realistica ; anzi, deve prendersi i nconsiderazione l'ipotesi opposta, cioè ch eil conto residui rimanga consolidato, ap-punto per i processi che portano a rallen-tare i tempi di attuazione di un investi -mento o di una spesa pubblica .

Il fatto che non operi il vincolo deldodicesimo nei confronti dei conti resi-dui significa che si lascia aperta una pos-sibilità - senza, peraltro, compiere nessu-na violazione -; nel senso che tutti gl iatti di erogazione di una spesa, che pu òpassare a conto residuo, hanno già la lorocopertura in precedenti autorizzazioni, sot-to il profilo legislativo e sotto il profiloamministrativo .

L'osservazione, quindi, del collega Ali-ci va esattamente capovolta, nel senso cheè opportuno che non esista questo vin-colo dei dodicesimi, nei confronti dei pa-gamenti in conto residui passivi .

Si ricorre ancora all'esercizio provvi-sorio, dopo l'esperienza dello scorso an-no, che ha offerto alcuni suggerimenti edha costituito una materia per una lezione

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di interpretazione anche sulla legge n .468 . Infatti, è stato ricordato che lo scor-so anno il Parlamento si trovò in pre-senza di una situazione « ingorgata », nell aquale non poteva procedere, in ragione del -le difficoltà di approvazione della leggefinanziaria - in quel caso una legge fi-nanziaria dalla mole assai complessa econsistente -, alla concessione dell'eserci-zio provvisorio richiesto dal Governo, i nquanto l'esercizio provvisorio era privo diun riferimento ad una base certa .

Nel timore che questa ipotesi si ripro-

ponesse quest'anno è prevalsa nell'ambit ogovernativo un'interpretazione della leggen. 468, che è poi quella cui si è datacoerente applicazione, per la quale il bi-lancio 1981 è stato presentato a cosid-detta legislazione « invariata », che va in-

tesa come legislazione che è proiettata an-

che nei fondi speciali, con le aggiunte ch e

dipendono da atti parlamentari, o appro-vati da entrambe le Camere o approvat i

da uno dei rami del Parlamento, e ch e

quindi rappresentano un atto di impegno ,

su cui si è espressa almeno la volontà di

una delle due Camere .

In verità, la portata di questa nozion e

di legislazione « invariata » è stata estes a

per far fronte ad un'esigenza, la cui di-mensione politica è riconosciuta da tutt e

le forze politiche, che riguarda l'inclusio-ne dell'appostamento necessario per far

fronte al fabbisogno della finanza locale .

Di conseguenza, credo che nessun equi-

voco e nessun dubbio debbano ulterior-mente permanere, e che il Parlamento ,pur dovendo prendere atto dell'assolut a

difficoltà nella quale si viene a trovare

anche il Governo, voglia approvare l'auto-rizzazione all'esercizio provvisorio, nell aforma, nella portata, con i limiti e con

la scadenza indicati e precisati nel prov-vedimento in esame .

In conclusione, raccomando alla Ca-mera l'approvazione del disegno di leggen. 2195 .

PRESIDENTE. Il seguito del dibattitoè rinviato ad altra seduta .

Integrazione nella costituzione della

Giunta per l'esame delle domande diautorizzazione a procedere In giudizio.

PRESIDENTE comunica che la Giuntaper l'esame delle domande di autorizza-zione a procedere in giudizio, nella sedutaodierna, ha proceduto alla elezione di unsegretario.

È risultato eletto segretario il deputa-to Anna Maria Vietti .

Annunzio

di una proposta di legge .

PRESIDENTE . È stata presentata laseguente proposta di legge dei deputati :

PULCI, CARUSO, SERVADEI : « Disposi-zioni concernenti la disciplina del coman-do del personale destinato a prestare ser-vizio presso le segreterie dei membri delParlamento (2212 » .

Sarà stampata e distribuita .

Annunzio di interrogazionie di interpellanze.

PRESIDENTE . Sono state presentatealla Presidenza interrogazioni e interpel-lanze. Sono pubblicate in allegato ai re-soconti della seduta odierna .

Annunzio

di una risoluzione.

PRESIDENTE . È stata presentata allaPresidenza una risoluzione. È pubblicatain allegato ai resoconti della sedutaodierna .

Ordine del giornodelle sedute di domani.

PRESIDENTE . Comunico l 'ordine delgiorno delle sedute di domani :

Mercoledì 17 dicembre 1980, alle 9,30e alle 16 :

Ore 9,30.

1 . — Assegnazione di progetti di leg-ge alle Commissioni in sede legislativa .

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2. — Interpellanze e interrogazioni .

Ore 16 .

1. — Votazione per la nomina di unVicepresidente .

2. — Seguito della discussione del di-segno di legge:

Autorizzazione all'esercizio provviso-rio del bilancio per l'anno finanziari o1981 (2195) ;

— Relatore : Aiardi .(Relazione orale) .

3 . — Discussione dei disegni di legge :

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 26 novembre 1980,n. 776, recante interventi urgenti in fa-vore delle popolazioni colpite dal terre -moto del novembre 1980 (approvato dalSenato) (2206) .

— Relatore : Fornasari .(Relazione orale) .

Conversione in legge, con modifica-zioni, del decreto-legge 5 dicembre 1980,n. 799, recante ulteriori interventi urgentiin favore delle popolazioni colpite dalterremoto del novembre 1980 (approvatodal Senato) (2207) .

— Relatore: Fornasari .(Relazione orale) .

4. — Seguito della discussione delleproposte di legge :

S . 17. — Senatore TRUzzI : Normesui contratti agrari (Approvata dal Se -nato) (1725) ;

SPERANZA : Nuova disciplina del con-tratto di affitto dei fondi rustici e dispo-sizioni sui contratti di mezzadria, di colo-nia parziaria, di compartecipazione agra-ria e di soccida (1499) ;

BIONDI ed altri : Norme in materia ditrasformazione dei contratti di mezzadriae colonia in società agrarie ed in materi adi conduzione agricola (1779) ;

COSTAMAGNA ed altri: Norme integra-tive per l'affitto di fondi rustici i cui pro-prietari sono grandi invalidi civili (328) ;

— Relatori : Bambi, per la maggioran-za; Caradonna e Ferrari Giorgio, di mi-noranza.

5. — Seguito della discussione dellaproposta di legge :

ANIASI ed altri : Riforma dell 'editoria(377) ;

— Relatore: Mastella .

6 . — Discussione del disegno di legge :

Norme per la sanatoria degli effettiprodotti dal decreto-legge 7 maggio 1980,n. 167, recante interventi urgenti per l'edi-toria, e disposizioni integrative (1876) ;

— Relatore : Mastella .

7 . — Domande di autorizzazione a pro-cedere in giudizio :

Contro il deputato Boato, per concor-so - ai sensi dell'articolo 110 del codicepenale - nei reati di cui agli articoli 81,

capoverso, 112 del codice penale e 1, pri-mo e terzo comma, del decreto legislativo22 gennaio 1948, n. 66 (violazione dellenorme sulla libera circolazione sulle stra-de, continuata e aggravata) ; agli articoli81, capoverso, 338 e 339 del codice penale(minaccia ad un corpo giudiziario, conti-nuata ed aggravata); agli articoli 112, n. 1 ,e 337 del codice penale (resistenza ad unpubblico ufficiale, aggravata) ; agli articoli81, 61, n . 10, 112, n. 1, 582 e 583 del co-dice penale (lesioni personali continuate epluriaggravate) ; agli articoli 112, n. 1, e414 del codice penale (istigazione a delin-quere aggravata) (doc. IV, n. 41) ;

— Relatore : De Cinque .

Contro il deputato Mensorio, per ireati di cui all'articolo 324 del codice pe-nale (interesse privato in atti di ufficio)ed all'articolo 347, secondo comma, delcodice penale (usurpazione di funzioni

pubbliche) ; nonché per concorso - ai sen-si dell'articolo 110 del codice penale - nelreato di cui all'articolo 340 del codice pe-

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naie (interruzione di un ufficio pubblico)(doc. IV, n . 40) ;

- Relatore : Valensise.

Contro il deputato Quattrone, perconcorso - ai sensi dell'articolo 110 delcodice penale - nei reati di cui agli arti -coli 328, 81, capoverso, e 61, n . 2, delcodice penale (omissione di atti di ufficio ,continuata ed aggravata), agli articoli 479e 61, n. 2 del codice penale (falsità ideo-logica commessa dal pubblico ufficialein atti pubblici, aggravata), agli articoli323 e 81, capoverso, del codice penale(abuso di ufficio in casi non prevedut ispecificamente dalla legge) ; nonché per ilreato di cui all 'articolo 328 del codicepenale (omissione di atti di ufficio) (doc .IV, n . 24) ;

— Relatore : De Cinque .

Contro il deputato Trotta, per con -corso - ai sensi dell'articolo 110 del co-dice penale - nel reato di cui agli arti -coli 324 e 81 del codice penale (interesseprivato in atti d'ufficio, continuato) (doc.VI, n . 47) ;

— Relatore : Mellini.

8. — Seguito della discussione dellemozioni Tremaglia (1-00064 e 1-00068) eMilani (1-00065), delle interpellanze Milani(2-00307), Brocca (2-00308), Bianco Gerar-do (2-00309), Serri (2-00314), Cicciomesse-re (2-00332) e Caradonna (2-00407), e delleinterrogazioni Pazzaglia (3-01281), Trantino(3-01286), Caradonna (3-01307), Reggiani(3-01520) e Balestracci (3-01637) concernen-ti la situazione in Afghanistan e il casoSakharov.

9. — Discussione dei disegni di legge :

S. 601 . — Misure per la lotta allacriminalità terroristica e organizzata (ap-provato dal Senato) (1267) ;

— Relatore : Casini .

(Relazione orale) .

Sanatoria delle erogazioni effettuateper provvedimenti urgenti per le società

inquadrate nell 'Ente autonomo di gestio-ne per il cinema (862) ;

— Relatore: Sinesio .(Relazione orale) .

Proroga dei termini per la emana-zione di norme integrative e correttivee dei testi unici previsti dall'articolo 1 7della legge 9 ottobre 1971, n . 825, e suc-cessive modificazioni (1076) ;

— Relatore : Citterio .

10. — Discussione della proposta dilegge (ai sensi dell'articolo 81, comma 4,del regolamento) :

ZARRO ed altri : Stanziamento di fon-di per la realiz7az,one di una direttriceferroviaria per i collegamenti tra il norded il sud nelle zone interne della regioneCampania (1279) ;

— Relatore : Federico.

La seduta termina alle 22,10 .

Ritiri di documenti

del sindacato ispettivo .

I seguenti documenti sono stati ritira-ti dai presentatori :

interrogazione a risposta in Commis-sione Tassone n . 5-01634 del 10 dicembre1980 ;

interrogazione a risposta scritta Casa-linuovo n . 4-06032 dell '11 dicembre 1980 ;

interrogazione a risposta orale Tre -maglia n . 3-02913 dell '11 dicembre 1980.

IL CONSIGLIERE CAPO SERVIZIO DEI RESOCONTI

Avv . DARIO CASSANELLO

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott. MANLIO Rossi

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RISOLUZIONE IN COMMISSIONEINTERROGAZIONI E INTERPELLANZE

ANNUNZIATE

RISOLUZIONE IN COMMISSION E

La V Commissione,ritenuto, oggi necessario, sia di fron-

te all'emergenza, sia ai generali problemidella ricostruzione, un rinnovato general eimpegno di intervento programmato del si-stema delle partecipazioni statali nel Mez-zogiorno; per il breve periodo in partico-lare, al fine di promuovere un più rapidoe qualificato sviluppo dell'apparato indu-striale a partecipazione statale delle re-gioni Campania e Basilicata, e contribuirea dare fiducia nella rinascita alle popola-zioni delle aeree interne più funestament ecolpite dal terremoto e a bloccarne u nulteriore disperato esodo ;

impegna il Governo, e per esso ilMinistro delle partecipazioni statali :

1) a promuovere l'intervento di tuttele imprese tecnicamente capaci ed a coor-dinarne l 'attività per dare un rapido edefficace apporto alla soluzione dei proble-mi urgenti del ricovero delle famiglie sen-za casa, del ristabilimento dei servizi so-ciali (ospedali e scuole), della riparazion edi strade e ponti ;

2) a impegnare le imprese dei grupp iAnsaldo, Finsider, Ital-Tel, Selenia, BredaFerroviaria - in stretto rapporto con loENEL, l'azienda delle ferrovie dello Stat oe la SIP - affinché le opere di ripristinodei servizi pubblici siano realizzate con lanecessaria rapidità e ai livelli tecnologicipiù avanzati in modo da correggere veochie arretratezze e accrescere sin da orala produttività e l'efficienza di tali servizi ;

3) a dare attuazione alle nuove ini-ziative industriali previste per le due re-gioni dai programmi pluriennali di investi-

mento dell'IRI, dell'ENI e dell'EFIM e chesono state già finanziate o possono esserlorapidamente ;

4) ad accelerare la realizzazione deipiam di ristrutturazione e qualificazioneproduttiva già avviati in talune aziende enel contempo a risolvere rapidamente inpositivo, a favore dello sviluppo industria-le meridionale, quei problemi di integra-zione, di verticalizzazione e di differenzia-zione produttiva che da questi piani deri-vano;

5) a predisporre sollecitamente pia-ni di rilancio produttivo e di ristruttura-zione per le aziende in crisi per i qualiesistono impegni, ancora disattesi con isindacati; ad assicurare alle aziende lecommesse necessarie a porre termine alricorso alla Cassa integrazione guadagni ;a localizzare nelle regioni meridionali gliincrementi di potenziale produttivo indottodalla domanda pubblica aggiuntiva ;

6) a sollecitare la costituzione deicentri di ricerca scientifica applicata datempo programmati ;

7) a dare positivo sollecito corsoalla iniziativa coordinata degli enti di ge-stione a partecipazione statale (di cui viè cenno nella relazione programmatica del-le partecipazioni statali) rivolta sia all aqualificazione e allo sviluppo della piccolae media industria privata già esistente si aa promuovere la formazione di nuova offi-ciente imprenditorialità ; a programmare ladomanda delle aziende locali anche al finedi promuovere e rafforzare l'indotto ;

8) a coordinare -- nelle forme piùconcrete e opportune - con la FIME, laINSUD, la GEPI, lo IASM, il FORMEZ, l einiziative atte a realizzare, utilizzando fon -di residui o prevedibilmente disponibili ,quel sistema di incentivi reali che si ritie-ne da tempo necessario per avviare unprocesso di ammodernamento e promozio-ne della piccola imprenditoria meridionale .

(7-00085)

« VIGNOLA, ALINOVI, MARGHERI,

GAMBOLATO, MACCIOTTA » .

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA IN COMMISSION E

SANESE. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere -

premesso che il Ministero del te -soro, attraverso la direzione generale de -gli istituti di previdenza e con fondi del -la CPDEL ha concesso ad alcune coope-rative, riguardanti appartenenti alle forz earmate, un mutuo trentacinquennale alsaggio del 9,50 per cento da garantirs icon la cessione del contributo statale del4 per cento annuo e con ipoteca di 1 °grado da parte del Ministero dei lavoripubblici ;

premesso che il Ministero dei lavo-ri pubblici, pur constatando la regola-rità delle domande presentate dalle coo-perative, non ha concesso tale contribu-to motivando il rifiuto con la mancanzadi fondi e per la nuova normativa in at-to dopo l 'approvazione della legge n . 457del 5 agosto 1978 ;

rilevato che da alcune proposte d ilegge presentate al Senato si evince l adisponibilità di residui di finanziamentorelativi alla gestione dell'articolo 7 dell alegge n. 492 del 1975 -

se non ritenga di concedere il con-tributo utilizzando tali residui . (5-01651)

ZOPPETTI, BELARDI MERLO ERIASEE ROSOLEN ANGELA MARIA . — Ai Mi-nistri del lavoro e previdenza sociale e de ltesoro. — Per sapere se ritengano errat al'interpretazione data dalla circolare n . 598del 12 agosto 1980 della Direzione general edegli istituti di previdenza del Ministerodel tesoro relativamente alla ricongiun-zione dei periodi assicurativi dei lavora -tori ai fini previdenziali previsti dalla leg-ge n. 29 del 1979, nella parte che si ri-chiama alle seguenti parole: « Anche perla ricongiunzione dei servizi ex articolo 2è richiesto che la domanda sia presentata

alla Direzione generale degli istituti d iprevidenza prima della cessazione dal ser-vizio degli interessati » e perciò da modi-ficarsi in quanto sono da considerarsi la-voratori dipendenti « anche quelli che sonostati o si sono collocati a riposo dopol'entrata in vigore della legge n. 29 del1979 »•

(5-01652 )

ZOPPETTI, BELARDI MERLO ERIA-SE, RAMELLA E ROSOLEN ANGELA MA -RIA. — Ai Ministri del lavoro e previden-za sociale e del tesoro. — Per sapere qua -li sono le iniziative adottate per dare at-tuazione alla risoluzione approvata una-nimemente dalla Commissione lavoro i l31 luglio 1980 relativa all'applicazione del -la legge n. 29 del 1979.

Per sapere quali sono i risultati finoraacquisiti e quali sono a giudizio dei Mini-stri, le parti inapplicabili della risoluzione .

Per sapere, inoltre, quali altre inizia-tive i Ministri hanno ritenuto di adottar eperché le risultanze della legge n.• 29 del1979 soddisfino quanto prima una vec-chia richiesta dei lavoratori e del movi-mento sindacale, visto che fino a questomomento solo alcune decine di pratichesono state risolte, rispetto alle decine dimigliaia di domande inoltrate agli entiprevidenziali .

(5-01653 )

ZOPPETTI E ICHINO. — Ai Ministr idel lavoro e previdenza sociale e del turi-smo e spettacolo. — Per sapere -

premesso che gli articoli 18 e 19 del-

la legge n. 800 del 14 agosto 1967 stabi-liscono che « le stagioni liriche prevedo-no l'impiego di artisti di canto di nazio-nalità italiana. È consentito l'impiego, neiruoli primari, di artisti di nazionalità stra-niera », limitatamente ad un terzo dell 'or-ganico delle compagnie di canto impiega-

te durante l 'intera stagione teatrale se trat-tasi di enti e di un quarto se trattasi d icompagnie di teatri di tradizione ;

considerato che viceversa il regola-mento n. 1612 del 1968, approvato dagl iStati membri della Comunità economica

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europea e relativo alla libera circolazionedei lavoratori nell'ambito della stessa Co-munità stabilisce la parità tra lavoratoridi nazionalità italiana e lavoratori di altripaesi della Comunità, ai fini dell'accessoagli impieghi, e conferma il principio del -la priorità dell'avviamento dei lavoratoricomunitari rispetto ai lavoratori apparte-nenti ai paesi del terzo mondo ;

considerato altresì che le disposizion iemanate dai Ministeri interessati non sonovalse ad eliminare la contraddizione trala citata legge e la normativa comuni-taria -

se il Governo non ritenga di emanaredisposizioni atte a dare orientamenti cert ial personale preposto al rilascio dei nulla -osta per le assunzioni di tale personale .

(5-01654)

ZOPPETTI E ICHINO. — Al Ministrodel lavoro e della previdenza sociale . —Per sapere -

premesso che il decreto del Presiden-te della Repubblica n . 2053 del 24 settem-bre 1963 relativo al « Riordinamento de lservizio di collocamento per i lavorator idello spettacolo » prevede l 'istituzione diun ufficio speciale con sede in Roma eproprie sezioni in Milano, Napoli e Pa-lermo;

considerato che l'articolo 6 del citatodecreto del Presidente della Repubblicaprevede, per l 'ufficio speciale e le sue se-zioni, la predisposizione di personale delruolo degli uffici del lavoro e, alla dire-zione centrale, un funzionario di tale ruo-lo avente qualifica non inferiore a quell adi direttore capo ;

tenuto conto che dalla data di ema-nazione del decreto del Presidente dell aRepubblica n . 2053 del 1963, l'ufficio spe-ciale e le sue sezioni hanno registrato u nconsiderevole incremento della propria at-tività ;

visto che la sua struttura organizza-tiva è rimasta immutata: unica variazio-ne, in virtù del decreto del Presidente del-

la Repubblica n . 748 del 1972, è stata quel -la di porre al vertice di detto ufficio unfunzionario con la qualifica di dirigentesuperiore -

se ritiene, alla luce del nuovo asset-to retributivo-funzionale del personale ci -vile dello Stato previsto dalla legge n . 312dell'11 luglio 1980, tale situazione lesivadegli interessi del personale preposto a isopracitati uffici .

Per sapere, vista l 'assenza di una strut-tura organizzativa corrispondente alle fun-zioni istituzionali svolte dall 'ufficio specia-le e dalle sue sezioni, se non ritiene diadottare misure amministrative per ristrut-turare tali sezioni in analogia a quantoprevisto dal decreto ministeriale del 3 1gennaio 1976 per gli uffici regionali eprovinciali del lavoro in corrispondenz aai compiti e alle importanti funzioni dellesezioni stesse ed in relazione alle capacitàprofessionali dei lavoratori che in ess e

operano .

(5-01655)

ZOPPETTI, TORRI E RAMELLA . —Ai Ministri del lavoro e previdenza so-ciale e del tesoro . — Per sapere -

premesso che la circolare n . 598 del

12 agosto 1980 della Direzione generaledegli istituti di previdenza relativa alla«ricongiunzione dei periodi assicurativ idei lavoratori ai fini previdenziali . Legge

7 febbraio 1979, n . 29 » afferma che: « inrelazione al valore prioritario da attri-buire alle disposizioni di legge che, nel -la materia, già prevedevano per le Cass epensioni la valorizzazione, ope legis, diperiodi di servizio riguardati dall'iscrizio-ne all'INPS (ad esempio : articolo 13 leg-ge 143 del 1947 ; articoli 15 e 16 legge610 del 1952), discende che la contribu-zione riferita a tali periodi non è utiliz-zabile con la nuova disciplina introdott adall'articolo 2 della legge 29 del 1979 .La ricongiunzione di tali periodi è infatt igià compiutamente realizzata dalla leggein forma non derogabile » ;

considerato che l'INPS ha chiesto alMinistero del lavoro da alcune settimaneun parere relativamente alla ricongiunzio-

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ne dei periodi assicurativi per i qualiè previsto il diritto di surroga da part edi altre gestioni previdenziali (Stato ,EPDEL, eccetera) ;

visto che il problema concerne l atrasferibilità o meno, in caso di doman-da di ricongiunzione di periodi assicura-tivi ai sensi dell'articolo 2 della legge n . 29del 1979, dei periodi di contribuzioneversati nell'assicurazione generale obbli-gatoria riscattati o comunque valutabil inella gestione destinataria della ricongiun-zione con diritto di surroga da parte del -la gestione stessa ;

che analogo problema si present aanche nei confronti degli iscritti all'Isti-tuto postelegrafonici, relativamente a que icontributi per i quali si applica la di-sciplina dell'articolo 5 della legge n . 4

del 25 gennaio 1960;

tenuto conto che gli articoli 1 e 2della legge n . 29 del 1979 stabiliscon oche al lavoratore dipendente, pubblico o

privato, è data facoltà, ai fini del dirittoe della misura di una unica pensione, dichiedere in qualsiasi momento, la ricon-giunzione di tutti i periodi di contribu-zione assicurativa –

quali sono le ragioni che portano aritardare il parere richiesto dall'INPS cir-ca l'acquisizione del diritto di surrogada parte della gestione in cui avviene laricongiunzione e quali iniziative sono sta-te prese perché la CPDEL interpreti esat-tamente la legge n . 29 del 1979 .

Tale incertezza determina ritardi e in-

tralci nel lavoro amministrativo e creamalcontento e disagio ai lavoratori inte-

ressati .

(5-01656 )

MONTELEONE, GUALANDI E MAR -

TORELLI . — Ai Ministri dell'interno edi grazia e giustizia . — Per sapere :

se sono a conoscenza della sentenz adel TAR di Reggio Calabria con la qualevengono annullate le operazioni relative

alla elezione del consiglio comunale diReggio Calabria, a causa di gravi irrego-larità che potrebbero avere falsato i dati

relativi non solo ai singoli candidati m a

anche alle liste ;

quale sia la valutazione dei Ministriin relazione a questo gravissimo episodi oche, mentre getta ombre inquietanti sullosvolgimento di elezioni che dovrebbero co-stituire il momento più alto della liberaespressione democratica, segnala l'esisten-za di un grave fenomeno di scadiment oe di degenerazione della vita politica ;

quali accertamenti sono stati predi -sposti al fine di un rapido accertament odella verità e della individuazione delleresponsabilità, in maniera che coloro iquali si fossero resi colpevoli - per omis-sione di atti di ufficio o per eventualiatti contrari alla legge - vengano imme-diatamente e duramente colpiti ;

quali passi si intendano compiereper l'avvio delle opportune azioni ammi-nistrative e giudiziarie nei confronti de iresponsabili del comune di Reggio Cala-bria, di quei presidenti di seggio eletto-rale che non hanno ottemperato agli ob-blighi di legge e, eventualmente, di que icandidati che si sarebbero avvalsi di com-piacenti manipolazioni dei dati elettorali ;

in particolare, quale intervento tem-pestivo intenda compiere il ministro del-l'interno perché presso il comune di Reg-gio Calabria sia nominato un commissa-rio straordinario che dia le garanzie d iimparzialità e di rigore che, oggi più chemai, si impongono in una situazione in

cui la credibilità delle istituzioni, presso

l'opinione pubblica democratica reggina ,ha subito un durissimo colpo . (5-01657)

TREBBI ALOARDI IVANNE E ZANI-NI . — Al Ministro della difesa. — Persapere - considerata la notizia apparsasul quotidiano La Prealpina di Varese(13 dicembre 1980) sul ritrovamento d iuna bomba di aereo in un fossato nelle

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vicinanze del centro abitato di Venegonoin provincia di Varese, che ha suscitatoforti interrogativi e preoccupazioni nellepopolazioni -

se l 'ordigno si è sganciato da unaereo ;

in caso affermativo, se l'aereo è del-l'aviazione italiana ;

se corrisponde al vero che trattasidi un aereo F. 104 ;

se al rientro dell 'aereo è stata de-nunciata la perdita dell'ordigno ;

come e quando si è aperta un'operadi ricerca della bomba perduta ;

da quale aeroporto è partito e atter-rato l'aereo ;

con quali criteri vengono effettuatii controlli degli agganci degli ordigni oaltro materiale prima che gli aerei pren-dano il volo ;

quali sono le spiegazioni « tecniche »dell'accaduto ;

quali pericoli avrebbe potuto provo-care uno scoppio dell'ordigno in un cen-tro abitato come Venegono .

(5-01658)

*

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INTERROGAZION I

A RISPOSTA SCRITT A

COSTAMAGNA . — Ai Ministri dell'in-terno e dei lavori pubblici. — Per saperese continua a vigere il famoso motto dellecittà anseatiche « Navigare necesse, viver enon necesse » anche per i viaggiatori chetransitano lungo la statale Poirino-Alba.Da tempo infatti manca completamentela segnaletica orizzontale e la vita degl iincauti automobilisti e pedoni del luogo ,anche per la molta nebbia, è messa inforse .

(4-06050)

COSTAMAGNA. — Al Presidente delConsiglio dei ministri . — Per sapere senon ravvisi l 'opportunità che gli editoriinviino una copia delle loro pubblicazioniquotidiane e periodiche agli Istituti dicultura all'estero, detraendoli dalle copied 'obbligo, ricordando che l'esportazione ela diffusione del nostro patrimonio cultu-rale è affidata a questi avamposti italian iall 'estero. L'interrogante chiede di cono-scere altresì se sia possibile, affinché que-sti Istituti possano costituirsi una biblio-teca, che per le spese sostenute per l'in-vio di libri siano concesse agevolazion ifiscali agli editori .

(4-06051 )

COSTAMAGNA . — Ai Ministri delle fi-nanze e della sanità . — Per sapere perch éi giornalisti debbano concorrere al Fondosanitario nella misura del 10,85 per centodella loro intera retribuzione lorda (inmedia oltre 2.300 .00 lire l'anno), allorchéi dirigenti d 'azienda pagano soltanto il 5per cento su un massimale di 15 milioni(e quindi almeno 750 mila lire annue), icommercianti meno di centomila, gli ar-chitetti meno di 200 mila e le prestazion isono eguali per tutti .

(4-06052)

VIRGILI. — Al Ministro delle poste edelle telecomunicazioni. — Per sapereconsiderato che:

l 'amministrazione postale ha deciso diprocedere alla soppressione dell'ufficio di

ricevitoria postale sito nel comune tren-

tino di Lardaro e ciò senza consultare quel -la amministrazione comunale che avrebb epotuto fornire notizie tali – sulla popola-zione residente, sul flusso turistico, su iprogrammi d 'insediamento residenziale eartigianale – da consentire un'approfondit ae documentata valutazione della situazione ;

tale decisione comporta notevoli di-sagi alla popolazione residente (aumentatadel 20 per cento nel 1980 rispetto al cen-simento del 1971), alle attività produttivelocali (insediatesi soprattutto negli anni '70e attualmente in espansione nel settore ar-tigianale), al turismo stagionale (che regi-stra un, forte flusso estivo) costretti aservirsi di altro ufficio postale distante ol-tre 2 chilometri (in località Roncone) econ rischi logistici durante l'inverno ;

il provvedimento assunto dall'ammi-nistrazione postale viene a penalizzare gl iabitanti di un piccolo e periferico centroabitato già sprovvisto di adeguati serviz ie non si giustifica sul piano della spes ain quanto la sala dell 'ufficio postal com el 'arredamento, l 'illuminazione, il riscalda-mento sono sempre stati concessi gratui-tamente dal comune e lo stesso operatoredella ricevitoria presta il suo lavoro nel-l'ambito del territorio dei due comuni diLardaro e Roncone

1) se il Ministro non ritiene inoppor-tuna ed ingiustificata, alla luce delle cosesopradette, la soppressione dell 'ufficio diricevitoria postale del comune di Lardaro ;

2) se non ritiene di revocare, comerichiesto dal consiglio comunale di Lardarocon propria mozione trasmessa al Mini-stero, il provvedimento e consentire lasoddisfacente soluzione del problema .

(4-06053)

PISICCHIO. — Al Ministro della pub-blica istruzione . — Per sapere se è a co-noscenza della disagevole situazione degl iITI nelle LAC della scuola media, i qua-li, a causa di una normativa imprecisa ed

- ingiusta nel contesto generale normativodel settore e, talvolta, per interpretazionirestrittive degli organi amministrativi pre-posti all 'applicazione di essa, da anni non

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hanno la possibilità di ottenere l'incaric osu intera cattedra, subendo manifesta in -giustizia in quanto non viene loro garanti-to, pur essendo essi in possesso di tutti ititoli prescritti, il diritto alla piena occu-pazione con relative rilevanti conseguenzeeconomiche e giuridiche .

Per sapere se non ritiene di dover in-tervenire per adottare idonei urgenti prov-vedimenti al fine di eliminare la denuncia-ta situazione nella quale vengono a tro-varsi i suddetti insegnanti .

(4-06054)

BENCO GRUBER AURELIA. — AlPresidente del Consiglio dei ministri, aiMinistri dell'interno e dei lavori pubblicie al Ministro per la ricerca scientifica etecnologica. — Per sapere - di fronte al-le notizie agghiaccianti sulla ultratrenten-nale insensibilità della classe politica neiconfronti dei fondamentali problemi dellageotettonica del nostro paese, che il sism adel 23 novembre 1980 ha ancora una vol-ta imposto alla coscienza degli italiani -se non si ritenga necessario trasmettere alParlamento almeno ogni mese un bollet-tino a cura del Governo nel quale, accom-pagnato da una planimetria della zon asismica della Basilicata e della Campania ,si indichi progressivamente :

a) il numero di terremotati per iquali è garantito ricovero decente nellastessa zona terremotata ;

b) il numero di terremotati per iquali è garantito ricovero decente nelledescritte zone limitrofe non danneggiate;

c) quanti e dove sono sistemati gliasili e le scuole di fortuna per bambinie ragazzi con relativa refezione e assi-stenza medica ;

d) quanti siano i terremotati dimes-si dagli ospedali e quanti ancora siano ri-coverati, precisando dove;

e) come procede il censimento perconoscere le perdite di casa, terreni, ani-mali dei contadini; delle botteghe artigia-ne; delle ditte commerciali, delle indu -

strie, per conferire ad ogni terremotat ouna dichiarazione di credito nei confron-ti dello Stato per essere rimborsato perquantità e non per valore, nel tempo didue anni, di quanto ha perduto ;

f) quali provvedimenti sono stati pre-

si per la costruzione di ricoveri per gl ianimali - quanti e dove - ai quali tem-poraneamente i terremotati conferiscanoil loro bestiame di proprietà per ricever-ne la quota parte di reddito di loro spet-tanza col sistema delle stalle, delle latte -rie, delle cantine sociali; quanti capi dibestiame selezionati sono stati attribuitiad ogni centro di ricovero del bestiameper essere accreditati pro quota ad ogni

singolo terremotato;

g) quanti siano e dove si trovino icentri comunali o intercomunali per lacoltivazione delle terre predisposti per lesemine e le piantagioni primaverili, dota -ti di macchine, attrezzi, concimi, semen-ti, piantine, con dotazione altresì di rela-tiva forza lavorativa e supervisione tec-nica e con predisposizione del riparto delreddito alle unità familiari, in proporzio-ne al conferimento di terreni di ciascunaper la temporanea gestione sociale ;

li) quali siano e dove siano le loca-lizzazioni urbanistiche prescelte per la co-struzione civile ;

i) quali siano le reti elettriche, tele -foniche, idriche e fognarie riparate ed ef-fettuate ex novo ;

1) quali siano le infrastrutture stra-dali e le costruzioni istituzionali ripristi-nate ;

r

m) quanti e quali edifici ripartitiper comune siano stati :

1) riparati e resi efficienti;

2) costruiti ex novo ;

n) quali regioni hanno istituito ne lloro ambito un indispensabile IspettoratoAro-geologico e sismico per il controllodelle alluvioni, delle frane e della sismi-cità :

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o) come procede la congrua dotazio-ne di geologi del CNR fino ad oggi ridott ia 37 elementi ;

p) come procedono i lavori del pro-getto finalizzato del CNR sulla geo-dina-mica e la relativa compilazione delle car-te sismiche, ma anche di quelle sulla si-tuazione idro-geologica e della franositàdei terreni che avrebbero dovuto esserecompletate ed aggiornate fin dalla grand ealluvione del Polesine e successivament edi Firenze;

q) quale sia il punto di completa-mento delle opere di ricostruzione del Be-lice e del Friuli .

L 'opinione pubblica ha diritto all 'infor-mazione continua e per dati omogenei eperciò controntabili, a mezzo degli orga-ni di stampa, dei mass-media ma soprat-tutto del Parlamento, dove siedono e do-vrebbero legiferare con cognizione di cau-sa i rappresentanti del popolo .

(4-06055)

vegno tenutosi nell'isola d'Elba sul tema

« Isole minori: cultura ed ambiente » e

che tra l 'altro contengono questi princìpi :

a) l 'evidenziazione del degrado inatto della cultura, delle tradizioni e delloambiente delle isole minori ;

b) l'opportunità di una priorità nel -l 'approvazione degli strumenti urbanistic idi tali isole, per una migliore tutela deivalori ambientali ;

c) l'opportunità della promozion edi oculati piani di coordinamento e svi-luppo;

d) la necessità che si prenda co-scienza del grave dissesto idrogeologico ;

e) l'utilità di un piano che prevedalo scaglionamento delle vacanze lungo i lcorso dell'anno e valga a decongestionar ele varie località turistiche evitando la con-centrazione di masse turistiche, con ef-fetti speculativi e consumistici riprovevo-li e dannosi per l'ambiente, in brevi pe-riodi ;

BENCO GRUBER AURELIA . — Al Mi-nistro della pubblica istruzione. — Per sa-pere se dipende da superiori disposizioniil fatto che nella fascia orientale della pro -vincia di Udine, nella quale convivono po-polazioni le cui lingue d'uso sono la friu -lana e la slovena, per la prima volta que-st'anno il Provveditorato agli studi di Udi -ne non abbia concesso l 'usuale collabora-zione scolastica, all'infuori della informa -zione, affinché le scolaresche partecipin oai concorsi per la elaborazione di un temalibero in friulano organizzato dalla Socie-tà Filologica Friulana e in sloveno da par-te del Circolo Studi Nediza che da ott oanni a questa parte organizza un concor -so a premi denominato « Moja vas » (I lmio villaggio) nella forma di tema libero .

(4-06056 )

PARLATO. — Al Governo. — Per co-noscere:

quali conseguenze il Governo ritengadi dover trarre dalle conclusioni del con-

f) l'urgenza di garantire adeguati eregolari approvvigionamenti idrici, elimi-nando disagi e precarie condizioni igie-niche ;

g) la limitazione della circolazioneautomobilistica privata, salvo quella de iresidenti da contrarre creando reali alter-native di trasporto pubblico ;

h) il doveroso trasferimento in altr iluoghi delle case di pena e degli insedia -menti industriali e militari, pericolosi pe rla sicurezza e ner l'ambiente :

i) la esigenza della difesa del patri-monio di cultura e delle tradizioni localiche, soffocate dalle « mode di importazio-ne », costituiscono l'identità insostituibi l edi tali isole ;

se sia esatto in particolare tra l'altro ,e quale sia l'avviso del Governo a tal pro-posito, che nel convegno si è anche giu-dicato assurdo il nuovo piano regolatoredell'isola di Procida che prevede, per una

popolazione residente di 10.000 abitanticirca, ben 1 .000 nuovi vani per la 167, sic-

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ché, stante la necessità di rispettare nellecostruzioni una altezza non superiore adue piani e considerata la limitata esten-sione ulteriormente urbanizzabile dell'isola ,l'intera Procida risulterebbe cementificat acon la soppressione del verde residuo, an-ziché veder migliorato, attraverso interven-ti di recupero e ristrutturazione, l'attualeabitato mercè le altre prescrizioni dell alegge n. 457/78 che prevede e finanzia in-terventi sul « costruito » e che in quantotali non danneggiano l 'ambiente ed assi-curano ugualmente la copertura delle esi-genze abitative .

(4-06057 )

PARLATO. — Al Ministro dell'agricol-tura e delle foreste. — Per conoscere :

quale sia l 'avviso del Governo in or-dine alle insistenti richieste di un ritornoa quelle forme di agricoltura biodinamicaed alternativa per le quali occorre ban-dire dalle colture i fertilizzanti chimici ,gli strumenti e le tecniche che incidanonegativamente sui ritmi e processi natu-rali della terra, inquinandola e degradan-dola e comportando persino l'inquinamen-to dei prodotti agrari in cui è rilevabileun tasso tossico a seguito dell'uso dell achimica in agricoltura;

se si ritengano invece validi in al-ternativa il rispetto dei « ritmi biologici »della terra, l'uso del « calendario agrico-lo », il ricorso a composti di concimazio-ne costituiti per il 20 per cento da leta-me e per il resto da residui organici (san-se delle spremiture, vinacce, agrumi ecc .) ;

se si consideri che il recupero del-l'inquinamento dei terreni che passa peròattraverso un avvio della ripresa produtti-va agraria a distanza di uno-due anni da lritorno a forme agricole alternative, costi-tuisca peraltro un elemento sufficientemen-te compensativo considerata sia la rivita-lizzazione dei terreni « stanchi » per l'usodi prodotti chimici sia l'allontanamentodei pericolosi tassi di inquinamento, ditossicità e di degrado ecologico rispettiva-mente dei terreni, dei prodotti agricoli edell'ecosistema .

(4-06058)

PARLATO. — Ai Ministri dei lavor ipubblici e dei beni culturali e ambientali .— Per sapere -

premesso che l'indiscriminata urba-nizzazione delle coste del litorale caserta-no ha fatto scempio del bene ambiental ecostituito dalla folta pineta che limitaval'intero litorale casertano sino al Gariglia-no e che proprio in questo tratto una so-cietà, l'« Aurunca Litora » è stata « le-galmente » autorizzata a compiere operedi urbanizzazione selvaggia, per l'improv-visa copertura effettuata da atti ammini-strativi del comune di Sessa Aurunca edalla tolleranza di quello di Cellole, nono-stante il patrimonio archeologico sepoltoe sul quale si dovrebbe impudentementeed impunemente costruire, la carenza igie-nico-sanitaria delle strutture disponibili, ladequalificazione degli insediamenti turi-stici, meramente balneari e di massa ch eignorano l'immenso patrimonio culturale estorico dell'hinterland, la presenza di unacentrale nucleare, la mancanza di un pia-no regionale di sviluppo che ne individu idirezioni, contenuti e limiti ed allestiscale infrastrutture necessarie -

se e quali iniziative il Governo in-tenda assumere onde evitare che lo scem-pio della costruzione intensiva ed a piog-gia di ulteriori 10.000 vani a destinazione

pseudo-turistica sul litorale aurunco siacompiuto, considerato che in tale dire-zione, in uno alla esecrazione della pub-blica opinione, sembra muoversi finalmen-te anche la resipiscenza, benché tardiva ,

della regione .

(4-06059 )

PARLATO. — Al Ministro per la ricer-

ca scientifica e tecnologica. — Per cono-

scere :ogni particolare in ordine ai conte-

nuti del progetto di ricerca del CNR sul

tema « mezzi e tecnologie avanzate per i l

trasporto marino e per impianti ed attivi-tà fuori costa » e che si articolerebbe sudirettive di ricerca in ordine a nuovi mez-zi di trasporto, agli impianti industrial i

per le operazioni in mare, agli impiant iper la coltivazione di biomasse (idrocultu-re per sopperire alla domanda mondiale

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di proteine del mare, isole artificiali emezzi galleggianti o sommergibili per i llavoro marino o sottomarino) ;

stante la particolare importanza peril futuro della umanità almeno di taluniaspetti di tali programmi di ricerca, se i lCNR od il CIPE abbiano già approvatotali iniziative di ricerca e quali siano itempi prevedibili per la loro conclusione .

(4-06060)

PARLATO. — Al Ministro della difesa.— Per conoscere - premesso che il Sotto-segretario alla difesa, onorevole Scovacric-chi, ha recentemente ammesso risponden-do a talune interrogazioni che la nostramarina militare « non ha mezzi sufficientiper vigilare le coste della madre patriala cui lunghezza è ben nota a tutti »

come e quando si preveda di amplia-re la flotta militare italiana, onde, senzacarenze, ritardi, insufficienze ed omissioni ,la marina militare possa far fronte ai suo icompiti di istituto tra i quali sono di par-ticolare importanza quelli appunto relativ ialla vigilanza delle coste per quanto attie-ne la pesca marittima, la nautica di dipor-to e la prevenzione e repressione dell'in-quinamento ;

se non si ritenga inoltre, a tal ri-guardo, accelerare ed intensificare i pro -grammi di acquisizione di nuovo navigliooltre che per i motivi anzidetti anche on-de far acquisire ai nostri cantieri navali ,tra i quali soprattutto quello di Castellam-mare di Stabia, commesse navali indispen-sabili alla sua sopravvivenza, stante l'ab-bandono in cui è stato sinora lasciato dalGoverno e dall 'Italcantieri .

(4-06061 )

PARLATO. — Ai Ministri per i beniculturali e ambientali e dei lavori pub-blici . — Per conoscere:

quali siano i contenuti precisi, i co-muni coinvolti, i programmi, di valoriz-zazione delle risorse, le coperture finan-ziarie previste, le normative edilizie e d isalvaguardia ambientale per la realizza-zione invocata da anni e mai realizzata

del « parco naturale del Vesuvio » e achi e cosa sia imputabile tale ritardo;

se risponda inoltre al vero che, nel

quadro dell ' interesse suscitato dalla atten-zione verso l'ambiente vulcanico, pres eanche le mosse il « progetto finalizzatogeodinamica » del CNR che tra i suoiobiettivi poneva anche il miglioramentodelle strutture di sorveglianza dell'areavulcanica con la valutazione della consi-

stenza del relativo rischio per le sovra-stanti e latistanti aree urbanizzate ma che

in concreto, quale concreto rischio vi si aper le decine di comuni interessati dellaprovincia di Napoli e quali conseguent iiniziative preventive siano state o debba-no tuttora essere assunte, è restato un

mistero ;

se non si ritenga che la soluzione ditale problematica, particolarmente avver-tita ora specie dalla popolazione dei co-muni Vesuviani dopo il sisma del 23 no-

vembre, potrebbe trovare organica siste-mazione proprio nel quadro della regola-mentazione ambientale del « parco natura-le del Vesuvio » mercé l 'emanazione ditutte le misure legislative di salvaguardiadell'ambiente naturale, del patrimonio ar-cheologico storico, architettonico, cultu-rale, del parco abitativo ed insieme dellavita dei cittadini che risiedono nell'areapotenzialmente interessata e dal « parco »e dal rischio vulcanico .

(4-06062)

PARLATO. — Al Ministro per i beni

culturali ed ambientali . — Per conoscere :

se sia informato dell'esteso dissesto

verificatosi a causa del sisma, oltre chead edifici privati, a quasi tutto il patri-monio di particolare pregio architettonicodi Sessa Aurunca (CE) e particolarment e

all'edificio realizzato su progetto vanvitel-liano che ospitava il liceo classico, il con -vitto nazionale e l'annessa scuola elemen-tare, il castello ducale che è costituito dauna costruzione aragonese del '400, il con-vento di San Domenico con l'annesso chio-stro anche del '400, la chiesa dell'Assun-ta, il complesso Ardolino con la chieda

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dell 'Immacolata, la chiesa di San France-sco, il fabbricato ex educandato ed exECA, gli edifici delle scuole elementari diSan Carlo, Cerano, Cascano, il palazzo del -la guardia di finanza ;

quali particolari iniziative di recupe-ro statico e di restauro si intendano adot-tare per il patrimonio culturale ed archi -tettonico di Sessa Aurunca, considerat oche il particolare valore d'ambiente dell acittadina costituisce una essenziale sua ri-sorsa, anche sotto il profilo del circuit odi visitatori già minacciato dall 'ottuso,minacciato provvedimento di requisizionedel patrimonio turistico abitativo dell azona.

(4-06063)

PARLATO. — Al Ministro per i ben iculturali e ambientali . — Per conoscere:

quali iniziative e per il recupero delpatrimonio bibliografico e per il persegui -mento delle emerse responsabilità del su oabbandono, siano state assunte dopo cheiI giornalista Mario Forgione, sul Romadel 29 ottobre scorso, ha denunziato chepreziosi manoscritti di G .B . Vico giaceva-no nel più completo abbandono, in cuiversa anche il palazzo Vargas che li con-tiene, a Vatolla, una frazione del comunedi Perdifumo nel Cilento ;

perché sia stato consentito che taleinsostituibile testimonianza culturale cherisale a circa tre secoli orsono (il Giam-battista Vico fu precettore tra il 1686 edil 1695 della famiglia Vargas a Vatolla)fosse così trascurata, come inspiegabil-mente trascurato è lo stesso cinquecente-sco palazzo dei Vargas, divenuto accessi-bile a qualunque malintenzionato comedimostra la sua spoliazione e la sua de-vastazione .

(4-06064 )

PARLATO. — Ai Ministri della marinamercantile e delle partecipazioni statali.— Per conoscere - premesso che è stat oreso noto che sono in fase avanzata l etrattative da parte della ITALCANTIERIcon il governo sovietico e con il govern obrasiliano per la acquisizione di ingent icommesse rispettivamente di diverse navi

mercantili (porta containers e bulk car-riera) e di tre sommergibili della classeSauro, per un totale di diverse migliaiadi miliardi - quante e quali di queste naviverranno costruite dai cantieri navali diCastellammare, sostanzialmente ignorat inel quadro di una strategia di esclusivoprivilegio in favore dei cantieri settentrio-nali, strategia che, con l'accordo della « tri-plice » sindacale, è stata posta in essereda anni da parte della ITALCANTIERI .

(4-06065 )

PARLATO. — Al Ministro della marinamercantile . — Per conoscere i motivi del -la mancata realizzazione nel porto di Na -poli di una area portuale adeguatament eattrezzata per la sosta di contenitori, i npartenza ed in arrivo, contenenti merci pe-ricolose, considerato che tale carenza pro-duce concreto danno all 'economia portualee notevole rischio a persone e cose e quin-di al già degradato ambiente urbano.

(4-06066)

PARLATO. — Al Ministro di grazia egiustizia . — Per conoscere -

se siano state accertate le peraltrosicure responsabilità della direzione de lcarcere di Brescia in relazione al suicidioivi posto in essere il 7 dicembre scorsodal giovane detenuto ventiseienne LuigiBodini che si è tolto la vita respirandogas mercé il tubo della bombola che ali-mentava il fornello della sua cella ;

in particolare quanto tempo sia sta-to necessario al Bodini per preparare edeseguire il suo gesto sino a perdere lavita e come e perché abbia potuto ve-rificarsi che in tale tempo nessun agentedi custodia abbia rilevato quanto stav aaccadendo ;

se sia stato accertato perché il Bo-dini abbia deciso di togliersi la vita ;

quanti detenuti siano deceduti nelcarcere di Brescia dalla introduzione del-la riforma carceraria a date correnti, qua-li siano le accertate cause di tali decessi eper quali di esse siano state eseguite pre-cise indagini ed accertate eventuali respon-sabilità .

(4-06067)

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PARLATO. — Ai Ministri dell 'agricoltu-ra e foreste e dell'industria, commercio eartigianato, e al Ministro per la ricercascientifica e tecnologica. — Per conoscereperché non vengano ripresi in Italia gl iesperimenti di coltivazione del guayule giàiniziati negli anni '30 e che potrebbe ren-dere fruttuose le terre marginali semiaridedel Mezzogiorno per la connessa produzio-ne ed utilizzazione della gomma che èestraibile da tale pianta, facendo acquisireall 'Italia questa potenziale ed ignorata ri-sorsa dalle caratteristiche chimiche e fisi-che praticamente identiche a quelle delcaucciù, diminuendo così la nostra dipen-denza dai mercati esteri nei comparti pro-duttivi che utilizzano questo materiale .

(4-06068 )

PARLATO. — Al Ministro dell' industria,del commercio e dell'artigianato e al Mi-nistro per la ricerca scientifica e tecno-logica. — Per conoscere :

i motivi per i quali l 'Italia non par-tecipi alle esperienze di ricerca relativealla produzione di energia elettrica deri-vata dallo sfruttamento della differenza ditemperatura tra le acque marine profondee quelle superficiali e se e come l'Italiapossa ed intenda avvalersi degli studi com-piuti e delle risultanze già acquisite al-l'estero in tali campi ;

se si pensi che nel futuro, ed in qua-le epoca, in Italia, sia possibile beneficia-re di energia prodotta da centrali termi-che marine, e per quante TEP prevedibil-mente .

(4-06069)

PARLATO. — Al Governo . — Per co-noscere se si intenda, come è doveroso ,classificare il comune di Sant'Arpino inprovincia di Caserta tra quelli terremotati ,stante il notevole numero - rispetto allaconsistenza demografica ed al patrimonioabitativo - dei senza tetto e degli edific ilesionati dal sisma e ciò al fine della ero-gazione al detto comune ed alla sua po-polazione di tutte le provvidenze stabilit ein favore delle zone terremotate . (4-06070)

PARLATO. — Al Ministro dei lavori

pubblici. — Per conoscere:se sia informato del contenuto deI-

l'ordine del giorno presentato il 6 dicem-bre 1980, nella seduta 'del consiglio co-munale di Calvizzano (Napoli), dagli as-sessori del MSI-destra nazionale, Giusep-pe Agliata e Franco Davidde, e nel qua-

le, tra l'altro, veniva sollecitato l'IACP a

dar corso all ' inizio dei lavori, da lungo

tempo attesi, relativamente alla costruzio-ne di 18 alloggi popolari, particolarmen-te necessari anche in relazione alle nuoveesigenze abitative derivanti dal sisma de l

23 novembre 1980 ;quali siano i motivi 'del ritardo nel -

la costruzione di detti alloggi popolari, ilcui numero è indispensabile sia aumenta-to, e se sia possibile in direzione di taliesigenze (anche se l'ordine del giorno in

parola trovò la singolarissima opposizionedei consiglieri del PSI, del PCI, ,del PSDIe del capogruppo della DC) accelerare a lmassimo l 'inizio dei detti lavori di co-struzione, prevedendo anzi che venga au-mentato il numero degli alloggi popolarialmeno a 50 onde poterli offrire ai vec-chi e nuovi senza tetto di Calvizzano, co-me richiesto dai consiglieri ed assessoridel Movimento sociale italiano . (4-06071 )

PARLATO E RAUTI . — Al Ministrodella sanità. — Per conoscere -

premesso che è stato accertato che

il tasso di mercurio presente nel Medi-terraneo, a causa del notevole inquina-mento e del lento ricambio delle sueacque, è dieci volte più elevato di quelloriscontrabile negli oceani e consideratoche la FAO, stante la nocività della in -gestione di prodotti ittici inquinati da lmercurio, stabilì che non fosse tollerabi-le una concentrazione superiore a 0,3 mgper chilogrammo, quale ingestione massi -ma individuale -

perché il Ministero della sanità nonsia ancora intervenuto decisamente ondesia drasticamente ridotto, se non elimi-nato del tutto, lo sversamento in mare dimercurio da lavorazioni che ne fanno lar-go impiego e perché inoltre non abbia

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ancora ritenuto di ridurre il troppo ampiotasso di mercurio - 0,7 - consentito inItalia, contro i ben più modesti valoripermessi all'estero ai quali quindi sareb-be prudenziale allinearsi, essendo estre-mamente superficiale - come è avvenut o- l'affermare ufficialmente che in Italia« il limite è stato calcolato con largaprudenza » quando è vero, stante il tassofissato dalla FAO, esattamente il contrario ;

infine con quali procedure, con qualifrequenze, con quali strumenti, sia calco -lato in Italia il tasso di mercurio pre-sente e nelle acque marine e nei pro-dotti della pesca e quali siano i più re-centi risultati acquisiti al riguardo .

(4-06072)

COSTAMAGNA . — Ai Ministri dei tra-sporti, dei lavori pubblici e di grazia egiustizia . — Per sapere - dopo la presen-tazione della relazione riservata del diret-tore dei lavori, ingegner Gabriele Manfre-di, al presidente della SAGAT di Torino ,che traccia la storia della vicenda dall'ap-palto (estate '79) fino ad oggi - perch ési sono verificati tanti e ripetuti ritard inelle opere di ristrutturazione dell'aeropor-to di Caselle e perché tanti errori, sianel progetto d 'appalto, sia nella consegnadei lavori, sia nel programma dei lavori esoprattutto nei progetti esecutivi ;

per sapere se non ritengono necessa-rio giungere a qualche decisione chiarifica-trice circa eventuali responsabilità dellaSAGAT, società a prevalente capitale pub-blico degli enti locali torinesi .

(4-06073 )

COSTAMAGNA . — Ai Ministri dei la-vori pubblici e dell'agricoltura e foreste.— Per sapere se sono a conoscenza chea Torino il progetto di realizzare un gran-de parco naturale in collina, avviato insordina nella scorsa primavera con un di-battito in consiglio comunale a cui quas inessuno aveva fatto caso, è esploso altermine del periodo consentito dalla leg-ge per presentare i ricorsi, con circa due-mila ricorsi ed osservazioni nella mag-

gior parte negativi dei quartieri Cavoret-to-Borgo Po e Madonna del Pilone, conproteste di famiglie contadine a SantaMargherita e in Strada S. Anna;

per sapere se il Governo non riten-ga (dato che le cartografie sono state di-segnate su mappe vecchie, dove molterealtà abitative non comparivano, ed es-sendo soprattutto strano, anche se i fo-gli sono su scala molto vasta per esseredettagliati, che non siano previsti gli ag-glomerati urbani più consistenti), di in-tervenire perché cessi l'intento persecuto-rio sugli abitanti di 19 chilometri qua-drati destinati a verde pubblico, danneg-giando chi in collina lavora, coltiva cam-pi ed orti, con abitazioni e aziende agri-cole con giardini .

(4-06074)

COSTAMAGNA . — Ai Ministri dell'agri-coltura e foreste e dei lavori pubblici . —Per avere notizie sull'elaborazione da par-te dell'ESAP di alcuni progetti di sfrut-tamento dell 'acqua del lago di Arignano(Torino) a fini irrigui che permettano daun lato un cospicuo recupero di redditoalle terre interessate, rendendole irrigue ecercando di estendere questi benefici aduna superficie più ampia possibile e in-tervenendo anche sulla capacità del baci -

no stesso, e dall 'altro lato un utilizzo in

maniera razionale dei soldi della comuni-tà nazionale ;

per sapere se il Ministero dell'agri-coltura intende intervenire per far torna-re il bacino del lago di Arignano alla sua

funzione originale sia per l'irrigazione dei

terreni a valle del lago, sia come isoladi protezione faunistica, suggerendo lanecessità di coinvolgere gli agricoltori del-

le zone interessate nella discussione deiprogetti che l'ESAP proporrà nei prossimi

giorni .

(4-06075 )

COSTAMAGNA. — Al Ministro della

pubblica istruzione. — Per sapere se è aconoscenza che ancora oggi, a distanzadi tre mesi dall'inizio delle lezioni, la clas-

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se 48 D della scuola media superiore spe-rimentale di Giaveno (Torino) manca del -

l'insegnante di ragioneria, materia eviden-temente fondamentale essendo la classe ad

indirizzo amministrativo, e ciò dopo ave-re constatato l'inutilità delle pressioni eser-citate dai rappresentanti dei genitori, cheesasperati hanno deciso di incaricare a

proprie spese un insegnante ;

per sapere su quali basi ritiene po-trà essere fondata l'ormai prossima valu-tazione quadrimestrale ;

per sapere ancora se è a conoscenza

che nelle stesse condizioni si trova anchela classe 5° che, al termine dell'anno sco-lastico, dovrà affrontare l'esame di matu-rità .

(4-06076)

COSTAMAGNA . — Al Ministro delle po-ste e delle telecomunicazioni. — Per sape-re se è a conoscenza della denuncia della

Sentinella del Canavese di venerdì 12 di-

cembre, in cui si racconta l'episodio ac-caduto qualche giorno fa alle poste d iIvrea di sabato con il ritiro della pensio-ne, essendo già la terza volta che la de-nunciante si recava alle poste, avendo tro-vato nelle occasioni precedenti una fil atroppo lunga di persone e non avendo

fatto in tempo a riscuotere prima della

chiusura, mentre questa volta (erano l euna e dieci) aveva davanti solo cinquepersone, gli impiegati addetti a tale man-sione erano tre e si poteva quindi pensa -re che entro l'una e venti (ora di chiusura)tutti avrebbero potuto avere la pension einvece tre persone presenti, tra cui unaanziana signora, si sono viste chiudere infaccia lo sportello ;

per sapere se ritiene giusto che per-sone anziane, che spesso vivono della pen-sione, ricevano dopo lunghe code di atte -sa un trattamento come quello denunciat oe se non ritenga necessario che gli impie-gati delle poste prolunghino (magari perqualche minuto soltanto) l 'orario di lavo-ro, garantendo con un po' di efficienza,fino alla chiusura, la possibilità di ritirarela pensione a chi ha atteso pazientementeil proprio turno .

(4-06077)

COSTAMAGNA . — Al Ministro dell' in-dustria, del commercio e dell'artigianato .— Per sapere - dato che la maggior par-te dei giornali e delle emittenti televisivenon fanno che predicare di risparmiareenergia elettrica - se è a conoscenza chenelle nostre città, a tutte le ore del gior-no, molte volte guardando le vetrine siresta sbalorditi nel vedere i lampadaritutti o quasi tutti accesi, e nel constatareche i proprietari non seguono i consiglielargiti dai nostri illustri governanti quan-do insegnano ai cittadini come aprire echiudere il frigorifero e a che ora dellagiornata fare il bagno, per risparmiareenergia elettrica .

(4-06078 )

COSTAMAGNA . — AI Ministro per ibeni culturali e ambientali . — Per sapere

se è a conoscenza che l 'antica chiesa diSant'Anna in Azeglio (Torino), edificataprobabilmente nella metà del 18° secolo,che sorge nei pressi dell 'incrocio per Set-timo Rottaro, presenta gravi lesioni allestrutture e non verrà demolita, essendogià stati fatti alcuni lavori per cercare d i

evitare parziali crolli ;

per sapere se non intenda stabilireun congruo contributo per collaborare a

salvare questa Cappella, essendo il costodi tutte le opere di rifacimento e di con-solidamento vicino ai 30 milioni . (4-06079)

COSTAMAGNA. — Ai Ministri dellapubblica istruzione e dei trasporti. — Persapere se è a conoscenza che continuaanche quest 'anno, per gli studenti pendo-lari da Borgo d'Ade e da Alice Castello(Vercelli) che frequentano a Santhià lelezioni di ragioneria, il problema del ri-tardo sistematico sull'inizio delle lezioni ,ritardo che varia ogni mattina dai 10 a i25 minuti, compromettendo ogni primaora di lezione dell'intero istituto, ritardolegato al problema dei trasporti e che èpeggiorato nonostante il cambio di gestio-ne da una azienda privata all'amministra-zione provinciale di Vercelli, che cura inproprio i servizi di autotrasporto ;

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per sapere se il Governo non inten-da, di fronte alla carenza di organizza-zione e alla scarsità di pullmans in ser-vizio su questa linea, di intervenire sul -l'amministrazione provinciale ,di Vercell iper far migliorare la situazione, tenendopresente che verranno aperte nel prossi-mo anno nuove scuole superiori a San-thià .

(4-06080)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dei la-vori pubblici . — Per sapere se non riten-ga di intervenire sull'amministrazione pro-vinciale di Novara, poiché a Gurro esist euno stato di abbandono in cui è lasciatala strada dell'Alta Val Cannobina (Nova-ra), dove con l'arrivo dei freddi intensila superficie stradale va ricoprendosi diuno strato di ghiaccio e le tortuose cur-ve diventano difficilmente percorribili so-prattutto per i pullmans che portano avalle pendolari e studenti ;

per sapere se non ritenga opportunoche la ditta specializzata incaricata diprovvedere allo spargimento di sabbia sul -la strada effettui l'operazione nelle primeore deel mattino e non dopo le nove quan -do il traffico più intenso è ormai cessato.

(4-06081 )

COSTAMAGNA. — Ai Ministri dei la-vori pubblici, dei trasporti e del turismoe spettacolo. — Per sapere - dato chenegli ultimi anni, anche sul lago Maggio -re, si è progressivamente sviluppata l atendenza alla pratica della nautica conuna chiara propensione alla sostituzion edella barca a motore con la vela - senon ritengano che la pratica della vela ,che non solo rappresenta un risparmioenergetico ma che non costituisce causad'inquinamento, meriterebbe di essereagevolata e incentivata assieme al canot-taggio, senza con questo volere condizio-nare e, tanto meno inibire quella dell abarca a motore;

per sapere inoltre se non ritenganodi potenziare le strutture necessarie al-l'affermazione maggiore degli sports nau -

tici, con particolare riferimento ai portic-cioli di carattere pubblico, assolutamenteinsufficienti al momento attuale . In effet-ti, lungo le riviere del lago Maggioresono stati attrezzati numerosi porticciol iprivati che, nel volgere di poco tempo ,sono stati interamente occupati . (4-06082)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dei la-vori pubblici . — Per sapere - in meritoal problema di attualità rappresentato da lcompletamento della Voltri-Sempione - s eè a conoscenza di quanto è emerso in unariunione degli amministratori del Cusio aGravellona Tace dove sono state sottolinea-te le difficoltà di scorrimento del trafficosulla statale del Lago di Orta ed è statariesumata dal cassetto dopo anni la « cir-convallazione di Omegna », che consenti-rebbe di risolvere l 'attraversamento diOmegna, che si fa ogni giorno sempre piùproibitivo, e ciò con una spesa aggirante-si sui venti miliardi .

(4-06083 )

COSTAMAGNA . — Ai Ministri del teso-ro e del bilancio e programmazione eco-nomica e al Ministro per gli affari regio-nali. — Per sapere - dopo che La Stam-pa di Torino ha pubblicato un articolodal titolo : « La regione non riesce a spen-dere tutte le somme che stanzia », da cu irisulta che la ricchissima regione Piemon-te ha residui passivi per 393 miliardi d ilire - se sono a conoscenza che malgrad oquesta cifra imponente, se si passa dall aastrattezza dei bilanci alla concretezza, s ivede che le cose non vanno poi così bene ,con un caso per tutti : il consorzio di di-visione delle acque del Pellice, un consor-zio irriguo per la costruzione di canalid'irrigazione, che interessa 4 comuni del -la campagna pinerolese (Cavour, Briche-rasio, Bibiana e Campiglione) che vantacrediti per 200 milioni ; ed esistono poiancora piccole imprese in difficoltà, chehanno eseguito i lavori ma non sono sta-te pagate ;

per sapere inoltre se sono a cono-scenza che un simile comportamento del-

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la regione Piemonte, che ha tanti soldi ,ma non paga i suoi debiti, penalizza inprimo luogo l'agricoltura piemontese .

(4-06084)

COSTAMAGNA. — Al Ministro dellefinanze. — Per sapere - dopo che una re-cente sentenza della Corte costituzionale

ha giudicato illegittimo il pagamento del-

l'ILOR sui redditi di lavoro autonomo edessendo stato l'esonero dal pagamento del-l'ILOR stessa finora ottenuto dai soli pro-fessionisti, che non verseranno più que-st'imposta e che potranno usufruire del

rimborso delle somme versate in prece-denza - se non intenda accogliere l'ini-ziativa dell 'Associazione commercianti d iVercelli per l'estensione dell'esonero a

quelle categorie commerciali (agenti e rap-presentanti, mediatori, distributori di car-burante, giornalai e tabaccai) che sonoperfettamente assimilabili nel sistema d iproduzione dei redditi ai professionisti, e

ciò per equità tributaria.

(4-06085 )

COSTAMAGNA . — Al Presidente de lConsiglio dei ministri, al Ministro dell'in-terno e al Ministro per gli affari regio-nali . — Per sapere - dopo che i rappre-sentanti dell 'Unione regionale delle pro -

vince piemontesi hanno presentato un or-dine del giorno alla regione con una se -rie di richieste in linea con il progettodi legge per la creazione del nuovo enteintermedio, in cui in particolare si chie-de il riconoscimento della funzione di pro-grammazione socio-economica e di coordi-namento dell 'attività dei comprensori (nel-la pianificaz'one territoriale), garantendole strutture delle province, l'assolvimentodi compiti nuovi nella tutela del territo-rio, nella formazione professionale, nellaviabilità, nell'agricoltura, nella promozio-ne nei campi turistico, sportivo e socio -assistenziale - se non ritengano di ado-perarsi affinché vengano conferite alle se iprovince piemontesi quelle deleghe di cu isi parla da dieci anni, al fine di evitareil vuoto nei tempi di attuazione della ri-forma dell'ente locale intermedio, essen -

do compito della regione non solo sancirepassaggi di competenza, secondo quantodisporrà la legge nazionale, ma attuareun intelligente sistema di autonomie loca -li preparatorio delle riforme.

(4-06086 )

SERVADEI. — Al Ministro della pub-blica istruzione• — Per sapere se è a co-noscenza del grave stato di disagio provo-cato ai potenziali utenti dei corsi CRACISdella provincia di Forlì dalla drastica ri-duzione del numero dei corsi recentement estabilito dal Ministero della pubblica istru-zione e ciò contrariamente alla ormai con-solidata tradizione di frequenza, ed agliottimi risultati conseguiti nel completa-mento della istruzione dell'obbligo da par-te di studenti-lavoratori .

L'interrogante ritiene pertanto che l adecisione vada riconsiderata con grandesollecitudine, onde dare una risposta posi-tiva ai molti studenti già inscritti ai corsi ,evitando ritardi che poi peserebbero sullosvolgimento del programma di studio.

(4-06087)

MASTELLA, VENTRE, ANDREOLI, PI-CANO E SILVESTRI. — Al Presidente de lConsiglio dei ministri . — Per conoscere :

1) quali sono al momento attuale leprocedure in atto per l'assegnazione dicommesse pubbliche da parte delle ammi-nistrazioni competenti e precisamente: Mi-nisteri della difesa, dell ' interno, delle fi-nanze, di grazia e giustizia, delle poste,della sanità, dei trasporti, del tesoro, dellepartecipazioni statali e dell'ANAS ;

2) gli elenchi delle aziende che hannobeneficiato, nel corso degli ultimi 3 anni ,di tali assegnazioni ;

3) i requisiti, i termini di affidabilità ,di capacità produttiva e altro, che son orichiesti alle citate aziende, per poter par-tecipare alle gare bandite dalla pubblicaamministrazione ;

4) l'ammontare delle aggiudicazioniconcesse nell 'ambito dello stesso periododi tempo e per ciascuna delle amministra-zioni citate ;

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5) se sia nell 'intenzione del Governol 'utilizzo dello strumento delle commess epubbliche in funzione anticongiunturalecome, attualmente, la grave situazione d icrisi richiederebbe.

(4-06088 )

BETTINI. — Al Ministro di grazia egiustizia . — Per sapere –

considerato che la situazione dell agiustizia in provincia di Sondrio è del tut-to precaria e va via via peggiorando inquanto :

presso il tribunale di Sondrio visono 4 magistrati su un organico di 6 ;

un magistrato ha già ottenuto peri primi mesi del prossimo anno il trasfe-rimento ad altra sede, per cui fra brevetempo vi sarà esattamente la metà deimagistrati previsti in organico ;

presso la pretura di Sondrio (doveè previsto un organico di due magistrati)dopo il pensionamento del pretore diri-gente, avvenuto circa 6 anni fa, non si èpiù provveduto alla nomina di un altromagistrato ;

presso la pretura di Chiavenna do-po il trasferimento del pretore titolare,avvenuto circa 5 anni fa, non si è piùprovveduto alla nomina di altro magistra-to e la pretura è retta da un vicepretoreonorario ;

negli uffici giudiziari vengono as-segnati uditori giudiziari di prima nominacon grossi problemi di inserimento nel -l 'ufficio;

vi è un continuo avvicendamentodi magistrati tale da creare gravissime di-sfunzioni e da non consentire alcun con -tatto tra magistrato e ufficio;

il carico di lavoro (sia civile chepenale) si è negli ultimi anni più cheraddoppiato sia presso il tribunale civiledi Sondrio che presso la pretura di Son-drio, mentre un fenomeno inverso si ècreato per le preture di Morbegno e diChiavenna;

considerato altresì :

che le difficoltà sono oltremodoacuite dalle gravi carenze dei fabbricat iove sono ubicati gli uffici giudiziari, inparticolar modo per quanto attiene agl iuffici giudiziari di Sondrio ;

che le situazioni sopraesposte crea-no gravi disfunzioni e ritardi nell 'ammi-nistrazione della giustizia e conseguente -mente disagi sia per i più diretti inte-ressati (magistrati, avvocati, cancellieri ,segretari) sia per i cittadini ;

che il tribunale di Sondrio, dopoil trasferimento del magistrato all 'iniziodel 1981, si vedrà quasi sicuramente co-stretto a ridurre le udienze penali da du ead una alla settimana ed a congelare l ecause civili affidate allo stesso magistrato ;

che sussiste una evidente sperequa-zione tra l'enorme carico di lavoro deltribunale di Sondrio rispetto al caricodelle preture di Morbegno e Chiavenna ;

che il tutto crea ed alimenta unavasta sfiducia nelle istituzioni ;

tenuto conto che occorre porre ri-medio :

coprendo i posti vacanti quant oprima ;

riducendo al minimo l 'avvicenda-mento dei magistrati o quantomeno pro-cedendo al trasferimento dei magistratiprevia nomina del sostituto;

razionalizzando l 'organizzazione del -la giustizia con la soppressione delle pre-ture di Chiavenna e Morbegno ed incen-trando la competenza alla pretura di Son-drio (con assegnazione a questa preturadei magistrati delle preture soppresse) o ,quantomeno, unificando le due preture ;

aumentando la competenza preto-rile (sia in materia civile che penale) on-de snellire la procedura (giudizi avanti agiudici monocratici anziché collegiali) ;

creando delle strutture edilizie ade-guate ai compiti ed alle funzioni degl iuffici giudiziari –

quali provvedimenti intenda assume-re per far fronte alle necessità eviden-ziate .

(4-06089)

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Atti Parlamentari

— 21499 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

PIERINO, AMBROGIO, MARTORELLI,MONTELEONE E POLITANO. — Al Mini-stro dei lavori pubblici. — Per conosce-re le ragioni che non consentono all 'ANASdi provvedere alla normale manutenzion edella rete stradale e dell 'intero tratto cala-brese dell'autostrada Salerno-Reggio Cala-bria, e per sapere le misure che il Go-verno intende assumere per rimuovere lecarenze, per dare un minimo di efficienzaal compartimento ANAS della Calabria eintanto per riparare con assoluta urgenzail fondo stradale dappertutto dissestato eperciò pericoloso per gli automobilisti .

(4-06090)

PIERINO, AMBROGIO E MARTOREL-LI . — Al Ministro dell ' interno. — Per sa-pere se è informato dell'attentato intimi-datorio subito nella notte di sabato 13 di-cembre dal sindaco di Acquapesa (Cosen-

za) e per sapere se non ritiene che la

criminalità organizzata che ormai da tem-po imperversa in quella zona del Tirren o

Cosentino venga, di fatto, incoraggiata dal-l'assenza di un serio intervento di preven-

zione e repressione che, allo stato, le for-ze dell'ordine non sono messe in grado di

svolgere .

(4-06091)

PIERINO, AMBROGIO E MARTORELLI .

— Al Ministro per gli interventi straordi-nari nel Mezzogiorno e nelle zone depresse

del centro-nord. — Per sapere - premesso

che in data 19 dicembre 1979 il consigli o

di amministrazione della Cassa per il mez-zogiorno ha approvato un progetto per lacostruzione della diga di Cameli sull'Alto

Esaro in Calabria ; che in data 16 gennaio

1980 è stato deciso il sistema d'appalt oma si resta ancora in attesa del parere

dell'ufficio dighe della Cassa sul riferimen-to del quadro economico per procedereall'appalto concorso - le misure che il Go-verno intende adottare per evitare ulte-riori ritardi nella realizzazione della im-portante opera .

(4-06092)

PIERINO, AMBROGIO E MARTOREL-LI. — Ai Ministri dei lavori pubblici, delturismo e spettacolo e delle finanze. —Per sapere - premesso che una frana dinotevoli dimensioni ha interrotto per unperiodo prevedibilmente non breve la su-perstrada numero 18 nel tratto Paola-Fu-scaldo in provincia di Cosenza arrecandoconsiderevoli danni non soltanto alle co-struzioni direttamente investite dal movi-mento franoso e che risultano distrutte ogravemente lesionate, ma - per la neces-sità di deviare il traffico - a tutta l 'atti-vità commerciale e turistica della zona -quali interventi sono stati finora predi -sposti per assicurare la percorribilità del -l ' importante arteria con la massima sol-lecitudine e comunque prima della pros-sima stagione turistica e quali aiuti eagevolazioni creditizie e fiscali si inten-dono accordare agli operatori economicicolpiti .

(4-06093)

PARLATO . — Ai Ministri del lavoro eprevidenza sociale e della pubblica istru-zione. — Per conoscere :

se siano informati della singolare edaberrante discriminazione operata dalla re-gione Campania in danno dei diplomat idella Scuola universitaria di specializzazio-ne in psicologia che sono stati esclusi da ldiritto di partecipare ad un concorso perl 'assunzione di 97 psicologi da convenzio-nare per la integrazione delle équipes mul-tidisciplinari per la tutela della salute ;

se si ritenga opportuno - come tuttolascia ritenere - intervenire in favore d itali psicologi i quali per il conseguiment odel diploma, a seguito della convenzioneintervenuta per l'anno accademico 1977 -1978 tra Ministro della pubblica istruzionee la facoltà di lettere e filosofia dell ' Uni-versità di Napoli, hanno frequentata ob-bligatoriamente tre anni di corso, superatotrenta esami speciali delle discipline psico-logiche, preparato una tesi di specializza-zione, con carattere di elaborato originale,frutto di una ricerca sperimentale in am-bito istituzionale, partecipato ad una atti-vità di tirocinio annuale e ad una bienna-

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Attì Parlamentari

- 21500 —

Camera dei Deputat i

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

le, con carattere di ricerca e di serviz!oall'interno delie istituzioni ed ora si sonovisti escludere da un diritto di partecipa-zione che, in ragione del titolo acquisito,loro spettava, vedendosi sbarrare ogni fu-turo occupazionale . (4-06094)

TAGLIABUE . — Ai Ministri dell' indu-stria, commercio e artigianato e del com-mercio con l'estero . — Per sapere - pre-messo che :

in un incontro presso l'Ufficio italianosete con sede a Como, in data 12 maggi o1980, è stato illustrato, ad un gruppo diparlamentari comaschi, l 'esposto presenta-to ai Ministri dell 'industria e del commer-cio con l'estero inerente gli insorgenti epreoccupanti problemi derivanti dall'anda-mento e dalle prospettive delle importazio-ni di manufatti di seta nonché i provve-dimenti ritenuti indispensabili ;

in una recente riunione presso la di-rezione generale scambi commerciali delMinistero del commercio con l 'estero, datoil carattere comunitario del problema e diuna conseguente conforme soluzione, si èconvenuto di promuovere le intese neces-sarie con le altre associazioni industrialiseriche dei paesi della Comunità più coin-volti nel problema dell 'importazione deimanufatti di seta ;

fra l'Ufficio italiano sete di Como ele organizzazioni industriali francese e te-desca si è arrivati ad una sostanziale con-cordanza per una politica di allineamen-to uniforme delle importazioni dei pro-dotti di seta nella CEE e che in data 9dicembre 1980 sono stati dettagliatamenteinformati i Ministeri dell 'industria e delcommercio con l 'estero per un interventopresso i competenti organi della Comu-nità - .

a) quali valutazioni i competenti or-gani dei Ministeri dell ' industria e del com-mercio con l'estero hanno già svolto ohanno in corso di svolgimento ;

b) quali interventi in tempi ravvici-nati si intendono produrre presso gli or -

ganismi della Comunità europea al fine d iricercare una adeguata e corretta soluzio-ne al problema della importazione dei ma-nufatti di seta nella CEE, e tra questa ei paesi produttori, che, allo stato attuale ,appare concorrere ad influenzare le nonpoche preoccupazioni già presenti nellezone deell'industria serica e il consolida-mento dei livelli occupazionali .

(4-06095 )

COMINATO LUCIA . — Al Ministro dellavoro e della previdenza sociale. — Persapere -

premesso che l 'amministrazione dellostabilimento « Confezioni Elta Srl » diBottrighe, comune di Adria, in provinciadi Rovigo, con sede legale in via Gusmin idi Clusone di Bergamo, in modo oltrag-gioso e provocatorio, unitamente agli au-guri e al panettone natalizio, ha in que-sti giorni inviato lettera di licenziamentoa tutte le 197 lavoratrici, informando del-la decisione di liquidare la società ai sen-si della legge 904 del 17 dicembre 1977 ;

considerato che la chiusura della« Elta » e la conseguente disoccupazion eper un così consistente numero di lavo-ratrici costituisce un nuovo grave colpoall 'economia di tutto il basso Polesine ,minacciato da un attacco generalizzatoai livelli occupazionali in conseguenza del-la ultimazione dei lavori di costruzionedella centrale termoelettrica di Porto Tol-le, dalla paventata chiusura della SiderAdria di Adria, della KMK di Taglio diPo e di diverse altre aziende -

1) quali siano il ruolo e le responsa-bilità dell 'unico committente Carlo Pau-lato, industriale di Gandino (Bergamo) ol-tre a quelle dell 'amministratore unico si-gnor Di Rubba Domenico di Casnigo (Ber-gamo) ;

2) quali iniziative intenda promuo-vere al fine di imporre alla « proprietà »la revoca dei licenziamenti e la mess ain cassa integrazione guadagni dei lavora -tori ;

3) se non intenda convocare urgen-temente la « proprietà » ai fini di concor -

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— 21501 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

AMODEO. — Al Ministro dei trasporti .— Per sapere se è a conoscenza delle dif-ficoltà che incontrano decine di « pendo-lari » delle province di Ragusa e di Sira-cusa, soprattutto quelli dei comuni diModica, Scicli, Pozzallo, Ispica, che, perrecarsi a Priolo (Siracusa), utilizzano l aautomotrice n . 6837 che parte da Modicaalle ore 5,25 e arriva a Siracusa alle ore7,30. Gli stessi « pendolari » fino al 3 1maggio 1980 proseguivano per Priolo conil treno n. 580, il Siracusa-Roma, in par-tenza da Siracusa alle ore 7,42 .

Lo stesso treno veniva utilizzato anch edagli studenti delle due province che fre-quentano l'Università di Catania .

Con il 1° giugno 1980, data di entratain vigore del nuovo orario ferroviario, il

treno n. 580 (Siracusa-Roma) è stato an-ticipato alle ore 7,23, lasciando invariatol'orario della automotrice n. 6837 prove-niente da Modica .

L 'anticipazione d'orario di questo tre -no impedisce ai « pendolari » di prose-guire per i centri di Priolo, Augusta, Len-tini, Catania con grave danno ai numeros i« lavoratori pendolari » e agli universita-ri provenienti dai comuni del ragusanoe del siracusano, i quali, nell'impossibili-tà di proseguire, restano bloccati per cir-ca un'ora e mezza alla stazione di Sira-cusa o sono costretti ad utilizzare mezzialternativi con costi fortemente più alti .

In atto l'alternativa alla lunga sosta aSiracusa è il treno locale n. 6835 (Vitto-ria-Catania) in partenza da Vittoria all e3,27 e da Modica alle ore 4,25, cioè un'oraprima di quello normalmente utilizzato .

L'usufruire di questo treno comportaper i « pendolari » l'impiego di tre ore d iviaggio al giorno (in aggiunta, ovviamen-te, al normale orario di lavoro) .

Per sapere se è a conoscenza del ricor-so sottoscritto da ben 71 « pendolari » edindirizzato all 'ufficio di movimento di Pa-lermo con il quale è stata chiesta una

modifica sull'orario ferroviario di almeno

un treno onde evitare ai « pendolari » d iraggiungere il posto di lavoro con oltreun'ora di anticipo.

Per sapere se è a conoscenza, altresì ,della richiesta avanzata dai firmatari del-l'esposto che, responsabilmente, non in-tendono « creare particolari difficoltà alsistema ferroviario in generale e ai trenia lungo percorso » e, pertanto, propongo-no di « lasciare immutato l'orario di par-tenza del treno n. 6837 da Modica perSiracusa, ma permettere la continuazion edella corsa di questo fino a Catania o al -meno fino ad Augusta » .

L 'interrogante chiede di conoscere seil Ministro ritenga di esaudire la correttarichiesta dei « lavoratori pendolari » diRagusa e Siracusa in considerazione delfatto che le rivendicazioni di questi lavo-ratori appaiono giuste e legittime .

(4-06097)

ZOPPETTI. — Al Ministro del tesoro .— Per sapere quali sono i motivi cheostacolano e intralciano l'iter amministra-tivo e quali sono le iniziative prese neiconfronti dell'INADEL perché liquidi quan-to prima le indennità di fine servizio aiseguenti lavoratori :

a) Cipolla Antonio, nato il 12 di-cembre 1913, ex dipendente del comunedi Lodi (MI), collocatosi a riposo il l °gennaio 1976 (iscritto con posizione nu-mero 441962 e con la determinazione15716) ;

b) Barella Angelo, nato il 20 marzo1915, ex dipendente del comune di SestoSan Giovanni (MI) (iscritto con posizionen. 2247-82/3 e con la determinazione15453) ;

e perché paghi l 'assegno vitalizio agl ieredi di Tradi Maria in Quappi, resident ein Borghetto Lodigiano (MI) e iscritta al-l'INADEL col n. 512 e con la posizionen. 409471 .

(4-06098 )

MANFREDI GIUSEPPE . — Al Ministrodella difesa. — Per conoscere a quale pun-to dell'iter burocratico-amministrativo si

dare con le organizzazioni sindacali e l aregione Veneto un piano per la ripres adi una produzione che non trova motiva-te difficoltà di mercato .

(4-06096)

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— 21502 —

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

trovi la pratica tendente ad ottenere, inbase alla legge 23 dicembre 1970, n . 1094 ,l'equo indennizzo, pratica inviata, con re-lativa documentazione, al Ministero il 1 5giugno 1977 con assicurata n . 3075, da par-te del signor Cesare Molineri, già mare-sciallo maggiore aiutante dei Carabinieri ,nato ad Aosta il 27 giugno 1920 e resi -dente in Possano, viale Regina Elen an. 122, congedato dalla Legione carabinie-ri di Alessandria il 27 giugno 1976 e tito-lare della pensione n . 4092645. Si fa inol-tre presente che al predetto maresciall oMolineri la Commissione medico ospeda-liera di Torino, con verbale modello « B »n. 869 in data 6 aprile 1977, giudicavaascrivibili, per cumulo, alla V categoria dipensione (tabella « A » nella misura delmassimo) ai fini dell'equo indennizzo, leinfermità riportate sul verbale stesso .

(4-06099)

CITARISTI . — Al Ministro del turismoe dello spettacolo . — Per conoscere :

se ritiene giustificate le seguenti sov-venzioni finanziarie statali di cui hannousufruito i film : La moglie vergine (lire192 .385 .624) ; La novizia (lire 77.238 .837) ;Professoressa di scienze naturali (lire 142milioni 136.162) ; Emanuelle nera (lire 326milioni 645 .332) ; Ecco lingua d 'argento (li-re 97.747.754) ; La supplente (lire 203 mi-lioni 776.317) ; L ' infermiera (lire 257 mi-lioni 669.265) ; Mondo di notte oggi (lire117 .095 .999) ; La nipote (lire 134.767 .745) ;La segretaria privata di mio padre (lire94.410.655) ; La soldatessa alla visita (lire115 .577 .674) ; Lettomania (lire 63.776 .519) ;Spogliamoci così senza pudor (lire 213 mi-lioni 474.508) ; Salon Kitty (lire 386 milio-ni 71 .452) ; La nuora giovane (lire 94 mi-lioni 178 .167) ; Luna di miele in tre (lire206.194 .112) ; Atti impuri all ' italiana (lire43 .974.686) ; La vergine, il toro, il capri-corno (lire 101 .342.320) ; Roma violenta (li-re 271 .537 .773). Tali sovvenzioni statal isono poi destinate ad aumentare in quan-to questi film, ammessi alla programma-zione obbligatoria, hanno diritto a rimbor-si e contributi conteggiati sugli incassi,per cinque anni consecutivi ;

se ritiene che tali film posseggano« adeguati requisiti di idoneità tecnica » o« sufficienti qualità artistiche » come pre-scritto dalla legge 4 novembre 1965 ,n. 1213, che detta norme precise per l esovvenzioni finanziarie statali alla produ-zione cinematografica;

se ritiene che nessuno dei succitat ifilm « sfrutti volgarmente temi sessuali afini di speculazione commerciale », percui, come prescritto dalla legge citata, do-vrebbero essere tassativamente esclusi dal -le sovvenzioni finanziarie ;

se corrisponde a verità che dal 196 5al 1977 sarebbero stati esclusi da sovven-zioni finanziarie statali solamente quattrofilm su oltre 2 .800 prodotti, come risultada un esposto alla magistratura inviatotempo fa da una associazione ;

se di fronte a questo scandalososperpero del pubblico denaro non ritienesuo dovere « morale » e politico interve-nire presso i componenti della Commis-sione o « Comitato degli esperti » per ri-chiamarli al senso di responsabilità e allaosservanza delle precise norme legislativeche regolano le sovvenzioni finanziarie al-la produzione cinematografica ;

quali provvedimenti intende prenderenei confronti di tali « esperti » che, pro-ponendo sovvenzioni finanziarie non dovu-te, avessero palesemente violato le precis enorme che regolano i contributi alla pro-duzione cinematografica italiana .

(4-06100)

COSTA. — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per conoscere le intenzioni de l

Governo circa il progettato raddoppio

dell'autostrada Torino-Savona .Per sapere - specificatamente - se i l

Governo intende o meno inserire il com-pletamento del raddoppio della Torino-Sa-vona nel piano autostradale nazionale .

L'interrogante sottolinea le voci con-traddittorie emerse - recentemente - i n

dichiarazioni di esponenti governativi chesi sono pronunciati taluni a favore del

completamento del raddoppio (smentendo

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- 21503 —

Camera dei Deputati

VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

talora anche se stessi) e taluni in modotale da far ritenere che non condividonol 'opportunità di simile provvedimento .

(4-06101 )

COSTA. — Al Ministro dei trasporti. —Per sapere quali iniziative il Governo in-tenda adottare per un migliore e più de-cente collegamento ferroviario - partico-larmente al servizio di lavoratori e stu-denti - fra le città di Cuneo ed il capo-luogo regionale .

Per conoscere, in primo luogo, le ra-gioni della soppressione del convoglio Cu-neo-Torino Porta Susa delle 7,26 (arrivavaa Torino alle 8,56) che veniva usato d acentinaia di persone ogni mattina .

L'.interrogante sottolinea che, come pri-ma conseguenza, i viaggiatori provenient ida Cuneo e diretti a Torino sono ora co-stretti a trasbordare a Fossano sul trenoSavona-Torino che - specie d'inverno -procede con notevole ritardo.

L 'interrogante richiama l 'attenzione delMinistro competente anche sui collegamen-ti Torino-Cuneo affidati ad un treno inpartenza, dal capoluogo regionale, alle 1 2(non utilizzabile quindi da studenti e la-voratori), ad un treno in partenza da To-rino alle 12,32 che impiega ben due ore araggiungere Cuneo, ad un treno in parten-za da Torino alle 13,52 che raggiunge Cu-neo in 90 minuti costringendo i viaggiatoriad un trasbordo a Fossano .

(4-06102 )

COSTA. — Al Ministro dei trasporti. —Per conoscere le iniziative volte ad assi -curare l 'indispensabile puntualità al con-voglio ferroviario Ceva-Bra-Torino che do-vrebbe raggiungere il capoluogo piemon-tese alle 8,36 di ogni mattina e che in -vece conclude il suo viaggio con sistema-tici ritardi che creano disagi ai passeg-geri .

(4-06103)

COSTA. — Ai Ministri dei trasporti edei lavori pubblici . — Per sapere se nonritengano di sollecitamente intervenire pres-so la società Autostrade Torino-Savona af-

finché venga temporaneamente sospesa la

esazione del pedaggio nel tratto fra il ca-sello di Altare e quello di Ceva e vice-

versa .L'interrogante fa rilevare come fra i

due caselli esista un pressocché ininterrot-to divieto di sorpasso (vigente per entram-be le corsie) che se appare giustificato dal-le esigenze di sicurezza dell'autostrada non

dovrebbe consentire il corrispondente pe-daggio considerate le difficilissime condi-zioni con cui gli utenti sono costretti aprocedere fra i due citati caselli . (4-06104)

COSTA. — Al Ministro del tesoro. —Per conoscere le ragioni che ostacolano ladefinizione della pratica di pensione rela-tiva al soldato Bertolino Michele class e1909 abitante a Monastero Vasco - Frazio-ne Morere (Cuneo) .

Dopo lunga paziente attesa - duratapiù anni - il Bertolino è stato visitatodal Collegio medico legale della Direzion egenerale della sanità militare il 24 lugli o1980 e successivamente, con elenco n . 89 ,la pratica è stata trasmessa - addì 22 set-tembre 1980 - alla Procura generale dellaCorte dei conti .

(4-06105 )

BARBAROSSA VOZA MARIA IMMA-COLATA, DI CORATO, MASIELLO E SI-COLO. — Al Ministro della pubblica istru-zione. — Per sapere quali iniziative in-tenda prendere in merito al grave rifiu-to - da parte del preside dell 'Istituto tec-nico commerciale « G . Salvemini » di Mol-fetta (Bari) - di iscrivere nella scuola unastudentessa attualmente residente nel vi-cino comune di Terlizzi e proveniente dal -le zone terremotate. Premesso che sullavicenda esiste un esposto al prefetto (eper conoscenza al Provveditore agli studi)di Bari da parte della CGIL-scuola e del -la Camera confederale del lavoro di Ba-ri, gli interroganti chiedono se il Ministr ointenda intervenire su una questione cheriguarda la solidarietà, materiale e mora-le, alle popolazioni così duramente colpi-te dal sisma.

(4-06106)

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— 21504 —

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

SOSPIRI . — Al Ministro delle finan-

ze. — Per sapere - premesso :

che analoga interrogazione è statapresentata al Ministro della marina mer-cantile in data 26 novembre 1980 ;

che per l'acquisizione da parte delloStato degli stabilimenti balneari in mura-tura, o comunque di non facile rimozione,le capitanerie di porto rilasciano ai con -cessionari licenze per contratto di dura-ta poliennale ;

che, allo scopo, il canone che i con-cessionari sono tenuti a corrispondere vie-ne ridotto di un quid pari al valore del -l'immobile in ammortamento diviso il nu-mero degli anni previsti nel contratto ci-tato -

1) se i concessionari di Pescara,Chieti e Teramo, tutti del compartimentomarittimo di Pescara, furono a temp odebito invitati a produrre la documenta-zione necessaria ad istruire gli atti for-mali ;

2) se è vero che, nel corrente anno,sono stati acquisiti stabilimenti balnear isenza tener conto della prescritta proce-dura;

3) se non si ravvisi in tale compor-tamento la violazione delle norme che di-sciplinano la materia .

(4-06107)

SOSPIRI . — Al Ministro dell'interno . —Per sapere - premesso che la fascia me-ridionale del comune di Pianella è inte-ressata ad un movimento franoso su unfronte di circa un chilometro; che dopo

il fenomeno sismico del 23 novembre scor-so si è verificato un rilevante cedimentodel terreno che ha causato lesioni gravia 30 abitazioni, 7 delle quali dichiarateinabitabili -

se non ritenga dover convenire conl'interrogante sulla opportunità di inclu-dere il comune in questione fra quelliper i quali il Governo ha varato provvedi-menti urgenti di intervento straordinari oatteso anche:

a) che il movimento sismico hasenz 'altro causato cedimento di strutturenella fascia di territorio interessata allafrana;

b) che il passaggio di onde sismi -che in un terreno saturo o fortemente im-bevuto di acqua provoca, a seguito dicolate gravitative, fluidità eccessiva conconseguenti turbamenti dell'equilibrio sta-tico .

(4-06108 )

SOSPIRI . — Al Ministro delle finanze .— Per sapere, premesso che analoga in-terrogazione è stata presentata al Mini-stro della marina mercantile in data 26novembre 1980, quali criteri sono statiadottati dall'Intendenza di finanza di Pe-scara, Chieti e Teramo, nella fissazionedei canoni che i concessionari di stabili -

menti balneari sono tenuti a corrisponde-re annualmente ; se è vero che i canonistessi sono oltremodo onerosi anche rispet-to ad altre spiagge più accreditate e fre-quentate della costa adriatica e tirrenicae per quali motivi.

(4-06109)

*

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- 21505 —

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VIII LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

INTERROGAZION I

A RISPOSTA ORAL E

TASSONE E RENDE. — Al Ministrodei trasporti. — Per conoscere quali ini-ziative intenda assumere per assicurare i lservizio trasporto aereo che è stato so-speso in alcuni scali tra cui Lamezia Ter-me dopo la decisione della compagniaITAVIA d'interrompere i voli .

Gli interroganti fanno presente che ta-le servizio è indispensabile : infatti il per-manere di uno stato di carenza in questosettore determina ulteriori fattori negativ isoprattutto nella regione Calabria, che s iaggiungono ai molti altri già esistenti .

(3-02937)

CASALINUOVO . — Al Ministro dei tra-sporti. — Per conoscere - premesso chela società ITAVIA ha sospeso i voli dascali importanti, tra i quali quello di La-mezia Terme;

che l 'aeroporto di Lamezia Terme ,in funzione da pochi anni con le carat-teristiche di aeroporto internazionale, hacollegato fino ad ora gran parte dellaCalabria (la provincia di Catanzaro, laprovincia di Cosenza ed in larga misurala provincia di Reggio Calabria) con Ro-ma, Milano, Bergamo, Catania e Palermo ;

che la sospensione dei voli da La-mezia Terme procura gran danno all osviluppo della Calabria, già afflitta in ma-niera preoccupante dalla nota depression eeconomica ;

che desta viva preoccupazione il pro-blema occupazionale relativo ai dipendentidella società -

quali provvedimenti urgenti intend aadottare per la piena ripresa del serviziodi trasporto aereo dall 'aeroporto di Lame-zia Terme e per salvaguardare i posti dilavoro del personale dell'ITAVIA .

(3-02938 )

COSTAMAGNA. — Al Ministro degl iaffari esteri. — Per sapere se si prevedeuna ristrutturazione della direzione gene-

rale della cooperazione culturale, scientifi-

ca e tecnica da cui dipendono gli istituti

italiani di cultura all 'estero (33 in Euro-pa, 11 in Asia, 10 in Africa, 17 nelle du eAmeriche e 2 in Oceania), che operanocon personale interamente preso « a pre-stito » dal Ministero della pubblica istru-zione. Negli ultimi quarant'anni l 'Italia èmutata, il concetto di cultura si allarga

sino a comprendere tutte le espression i

della vita sociale .L'interrogante chiede altresì di cono-

scere quali sono i fondi che ricevono que-sti istituti e perché non si provvede adaumentarli calcolando che il 90 per centodi questi fondi servono a coprire le spese

per il personale, la luce e il telefono .(3-02939)

MELEGA E CRIVELLINI . — Ai Mini-stri delle partecipazioni statali e dei tra -

sporti. — Per conoscere - premesso cheuna corretta informazione è una pre-con-dizione indispensabile per creare nel pae-se e tra le forze politiche una corretta eproficua aggregazione di consensi e di dis-sensi nei confronti di ogni misura di Go-verno - a proposito dell'affare ITAVIA -

1) se risponde al vero che l'ALITALI A

mette da tempo in opera, nei confronti

di organi di informazione e di singoli gior-nalisti, un programma di sostanziale cor-ruzione, consistente nella distribuzione diviaggi e soggiorni gratuiti ;

2) un elenco nominativo dei giorna-listi che, a qualsiasi titolo, negli ultimidue anni siano stati ospiti dell'ALITALI Asu tratte di volo ALITALIA o in alberghi

italiani o esteri ;3) se tali giornalisti siano intervenu-

ti, attraverso i vari organi di informazio-ne a cui hanno accesso, sulla question eITAVIA, e quali tesi abbiano sostenuto ;

4) se, a prescindere dal caso in que-stione, i Ministri non intendano interve-nire immediatamente presso l'ALITA'LI Aper fare cessare questa pratica evidente-mente inquinante del corretto formarsi

dell 'opinione pubblica e, ove ne riscon-trino gli estremi, non intendano denun-ciare gli autori di eventuali reati .

(3-02940)

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VIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 16 DICEMBRE 1980

PARLATO E BAGHINO. — Al Governo.Per conoscere :

se non si ritenga necessario, dopo l aridda di ipotesi avanzate sulle cause del-la sciagura che colpì il DC9 dell'ITAVIA ,l 'avvio della inchiesta, gli elementi gi àemersi che fanno acquisire reale consisten-za alla eventualità che il DC9 sia preci-pitato a seguito di una collisione (per i lcorpo metallico estraneo alle strutture de lDC9 rinvenuto nella salma di un passeg-gero) e che tale collisione avvenne conil misterioso Mig-23 libico asseritament eprecipitato il 18 luglio (mentre l 'autopsiadel pilota ha evidenziato che questi eradeceduto venti giorni prima e cioè lo stes-so 27 giugno in cui si inabissò l'aereoITAVIA), fornire in proposito ogni rag-guaglio anche perché ove tale ipotesi ven-ga confermata, risulterebbe ancora piùevidente la necessità di salvaguardare inostri cieli dalle rotte fantasma seguit eda aerei libici e comunque estranei alnostro sistema difensivo e non individua-bili per inaccettabili limitazioni tecnich edel nostro apparato radar, fatta salvaogni ulteriore azione in danno della Li-bia per il risarcimento delle tante viteumane della strage aerea;

infine e comunque quali iniziative -e con quale esito - il Governo abbia as-sunto nei confronti di quello libico in re-lazione al Mig-23 precipitato sul terri-torio italiano il cui spazio aereo venivapercorso senza autorizzazione alcuna ;

se siano state adottate iniziative, equali, onde la nostra rete radar sia po-sta in grado di individuare aerei ed og-getti volanti a qualunque quota ed i nqualunque condizione e posizione volino ,essendo altrimenti del tutto inutile la su afunzione, come il caso del DC9 ITAVIAavrebbe dimostrato .

(3-02941 )

PARLATO . — Al Ministro del lavoroe della previdenza sociale . — Per conosce -re quali siano, e quale concretezza abbia-no, dopo l'intervento tardivo del Governo ,le prospettive attuali dell'INDESIT, parti-

colarmente in ordine al pronto pagamen-to dei 140 miliardi di debiti accumulatidalla stessa INDESIT nei confronti dell eaziende fornitrici dall ' indotto poste anch eesse in incolpevole crisi (dalle carenze del -la conduzione aziendale e dai ritardi de lGoverno nella attuazione di una politic adi sostegno del comparto) così come èavvenuto per i lavoratori (trascinati in

CIG) e per i quali altresì si chiede diconoscere quali verranno richiamati inservizio e quando, essendo corsa voce chei detti macroscopici errori dovranno pa-garli anziché l'azienda ed il Governo sol-

tanto i 1.500-2.000 dipendenti già addettial settore della elettronica civile che pos-sono considerarsi già da ora come licen-ziati .

(3-02942 )

PARLATO. — Al Governo. — Per cono-scere quale sia l'avviso del Governo in or -dine alla opportunità di mantenere in eser-cizio la centrale nucleare del Garigliano

dopo lo straripamento, avvenuto il 15 ed

il 16 novembre, del fiume e il sisma del

23 dello stesso mese .Infatti con telegramma 22 novembre

1980 il pretore di Sessa Aurunca comuni-cò ai sindaci .dei comuni di SS . Cosma e

Damiano, ,Castelforte, Minturno, Cellole eSessa Aurunca che a seguito delle precipi-tazioni e delle conseguenti inondazioni i l

livello della falda acquifera si era alzatoal punto che si erano registrate infiltra-

zioni d 'acqua nella centrale nucleare, conconcrete possibilità di contaminazione del-la falda stessa, del fiume e dell'acqua deinumerosi pozzi agricoli esistenti in zona ,anche perché si era verificato il rilascio

di quantitativi di cesio 137, un materialeche perde la metà del suo potere radioat-tivo dopo ben trenta anni .

Inoltre, come se non bastasse, a segui-to del sisma del 23 novembre nella zonasi sono verificati notevoli dissesti static iche non possono non aver interessato gliimmobili d'ella centrale e comunque averlaindebolita al punto che nuove prevedibiliscosse, essendo la zona evidentemente si-smica, potrebbero avere conseguenze im-prevedibili, salvo quelle che fossero già

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maturate ed irresponsabilmente celate all aopinione pubblica .

Per sapere pertanto se non si intendaprocedere, previo sgombero di tutti i ma-teriali radioattivi, al definitivo smantella -mento della centrale, sin qui nota non perla produzione di energia (dal 1978 la cen-trale, che aveva una sola funzione speri -mentale, è ferma) ma per i numerosi inci-denti ivi verificatisi .

(3-02943)

PARLATO E BAGHINO. — Al Ministrodelle poste e delle telecomunicazioni. —Per conoscere :

a éhi risalga la responsabilità dellamancata effettuazione della conferenzastampa « organizzata » dalla RAI-TV d iNapoli, su richiesta della Commission eparlamentare di vigilanza, sul tema de l« dopo-terremoto » ed alla quale avrebbe-ro dovuto partecipare giornalisti e rappre-sentanti ;

in particolare perché dopo due oredalla convocazione della conferenza si èceduto alle pressioni del rappresentant edella DC che invocava la esistenza di im-pegni personali, dopo aver sostenuto perle medesime due ore che la conferenzanon poteva effettuarsi per la mancanzadel rappresentante del PCI che, sia purecon notevole ritardo, era nel frattemp osopraggiunto ;

se non ritenga irresponsabile la di-serzione della RAI-TV e dei politici ch ehanno impedito che la conferenza-stampasi effettuasse, proprio nel momento in cuiera doveroso fornire ai telespettatori edai lettori dei quotidiani, a tre settiman edal sisma, un quadro completo delle re-sponsabilità emerse a seguito del sismastesso e delle proposte di cui i rappresen-tanti dei partiti dovevano farsi carico, cia-scuno per quanto di sua competenza;

infine se non ritenga che sarebbe sta-to doveroso a tal punto effettuare la con-ferenza con i soli partiti che non avevanodisertato, tra i quali il MSI ; e che co-munque la trasmissione vada immediata-mente programmata di nuovo, stante l 'im-portanza del tema prescelto .

(3-02944)

CICCIOMESSERE. — Ai Ministri delleposte e telecomunicazioni e delle parteci-pazioni statali. — Per conoscere quali pres-sioni siano state realizzate per costringereil giornalista Mario Pastore a riprendere ilsuo posto al TG-2 contro le sue conclama-te e pubblicizzate dichiarazioni di non vo-ler fornire, con la sua presenza, copertu-re alle lottizzazioni realizzate nella nominadei direttori di testata e di rete .

Per sapere inoltre se la nomina del vi-cedirettore al GR-1 Severi del partito co-munista, assieme al giornalista socialista

D 'Agata, debbono essere interpretate comecoinvolgimento di questa forza politica nel -la distribuzione delle poltrone alla RAI equindi come ripensamento sulle posizioni

recentemente assunte .

(3-02945)

GARAVAGLIA MARIA PIA. — Al Mi-nistro dei trasporti. — Per sapere –

premesso : che alle ore 17 del 10dicembre 1980 sull'aeroporto di Linate

l'aereo ALITALIA Isola di Ponza, volo

AZ 155, è entrato in collisione con un ae-reo privato durante la fase di decollo incui, sulla stessa pista, entrambi gli aereierano inspiegabilmente impegnati, pur es-sendo sintonizzati ambedue sulla stessafrequenza della torre di controllo –

quali responsabilità sono state accer-tate a carico dei controllori in servizio eo dei comandanti dei due velivoli ;

quali eventuali responsabilità posso-no essere individuate a carico della com-pagnia di bandiera che, unitamente allaconsociata ATI, ha totalizzato, con que-sto, 5 incidenti in meno di due anni :Palermo, Cagliari, Napoli, Roma Fiumàci-no (aereo distrutto da un incendio inhangar durante la manutenzione), Milano ;

con quali voli la stessa compagniadi bandiera intende sostituire i voli ITA-VIA considerato che a tutt 'oggi non haripristinato i servizi che l 'ITAVIA opera-va sino al 27 novembre 1980 per contodella stessa ALITALIA tenuto conto, an-che, che il DC/9 Isola di Ponza rimarràper lungo periodo non utilizzabile;

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quali servizi verranno ulteriormentepenalizzati tra quelli operati dalle societàa partecipazione statale per l 'aumento diattività in presenza della citata diminu-zione di capacità operativa mentre ben 9aeromobili ITAVIA in perfetta efficienzae con equipaggi pienamente operativi so -no fermi in aeroporto .

(3-02946 )

MILANI, CATALANO, CAFIERO E CRU-CIANELLI . — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere:

a) se risponde al vero la notizia ap-parsa sulla rivista Nuova Polizia di unadenuncia al Tribunale militare nei con-fronti del capitano della Guardia di finan-za Placido Di Bella, in forza al ComandoLegione di Napoli, con l'imputazione di di-sobbedienza aggravata per non aver ot-temperato ad un ordine (impartitogli il 1 3settembrè 1980) dal colonnello comandan-te la Legione della Guardia di finanza diNapoli Angelo D'Andria, di tagliarsi i ca-pelli prima di partire per la licenza ma-trimoniale;

b) se la denuncia al Tribunale mili-tare sia stata determinata solo ed esclu-sivamente dalla lunghezza dei capelli delcapitano Di Bella, o non vi siano altremotivazioni dal momento che lo stesso D iBella negli ultimi anni aveva ottenuto dalTAR quattro sentenze favorevoli ad altret-tanti ricorsi interposti contro un abbassa-mento delle note di qualifica annuali daparte dei superiori ;

c) se effettivamente il Di Bella (per

cui è stato anche formulato un elogi o

ufficiale dal consiglio comunale di Castel-lammare del Golfo per aver salvato uncontrabbandiere in procinto di annegarein acque agitate, oltre ad aver ricevut oaltre autorevoli segnalazioni di merito perservizi operativi compiuti nella sua carrie-ra) si sia effettivamente distinto per l'altaprofessionalità e per attaccamento al Cor-po, soprattutto nel periodo di comando a lgruppo Guardia di finanza di Ragusa, do -ve ha effettuato nel periodo 1974-77, unrilevante numero di operazioni di servizio

accertando gran numero di reati finan-ziari e fiscali ;

d) quali provvedimenti intenda adot-tare il Ministro per garantire che il per-seguimento dei reati in materia fiscale no npassi, nell'operato di parte delle gerarchi edel Corpo della guardia di finanza, in se-condo piano rispetto ad una formalistic ae superata concezione della disciplina mi-litare .

(3-02947 )

TATARELLA. — Al Ministro dell'agri-coltura e delle foreste. — Per conoscerele azioni che intende svolgere per .tutelarela produzione dell 'olio di qualità extravergine d 'oliva delle zone del nord barese(Andria, Bitonto, Canosa, Barletta, Cora-to, Ruvo, Terlizzi, Trani) e del sud fog-giano (Cerignola, Trinitapoli, San Ferdi-

nando) dopo il penalizzante nuovo rego-lamento CEE per la campagna oleari a1980-81 che, variando la classificazioneda 5 a 4 classi dell 'olio d'oliva, ha pena-lizzato e eliminato la categoria dell 'olioextra vergine con acidità fino allo 0,60per cento .

In merito si fa presente che :

a) la politica comunitaria di penaliz-zazione degli ohi di oliva è in netto con-trasto con la politica della difesa del con-sumatore e della salute ;

b) viene favorita di fatto la sofisti-cazione incoraggiando maggiormente laqualità d'olio scadente più facile ad esse-

re adulterata ;

c) viene favorito di fatto il settoredegli oli di semi, già protetto e supertu-

telato ;

d) l'attuale politica agricola, CEE ,Governo-regione, di mancata tutela dellaolivicultura, sta aggravando la situazione

economica ed occupazionale dei centri pu-gliesi, oggi in agitazione e domani certa-

mente in rivolta ;

e) con l'ingresso della Spagna e del-la Grecia nel mercato europeo, ogni ulte-riore penalizzazione del settore dell 'olivi-

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cultura si tradurrà in un dramma socialeper l 'agricoltura pugliese .

Per sapere altresì :

1) se il Ministro intenda sbloccarele giacenze di olio esistenti al duplicefine di creare la disponibilità della rice-zione, oggi difficile e precaria, e per unmaggiore controllo del nuovo ammasso in

quanto nelle posture c'è stranamente piùolio extra vergine di quanto è stato pro -dotto nelle varie annate per cui diventaconseguenziale il controllo sui vari am-

massi dei consorzi agrari in Puglia ;

2) quale misura integrativa intendaprendere e concordare con le regioni perequiparare il minore introito dell'integra-zione dei produttori di olio extra vergin edopo il nuovo penalizzante regolamentoCEE ;

3) quali iniziative sono in atto pe rl ' istituzione di un marchio di garanziadella provenienza e della qualità dell'oli od'oliva immesso al consumo.

(3-02948 )

BIONDI E COSTA. — Al Ministro del-le poste e delle telecomunicazioni . — Perconoscere il pensiero del Governo in or-dine all'iniziativa assunta dalla radiotele-visione italiana che ha provveduto ad in-tervistare l'imputato Pietro Valpreda inordine alla richiesta formulata dal Pro -curatore generale della Repubblica press ola Corte d'assise di appello di Catanzarocon cui veniva richiesta l'affermazione d iresponsabilità del Valpreda unitamente adaltri imputati in ordine alla strage dipiazza Fontana .

Gli interroganti chiedono di conoscerecome questa iniziativa s'inquadri nel ri-spetto delle decisioni giudiziarie e dellauguaglianza dei cittadini imputati, nell'am-bito delle vicende giudiziarie che attendo -no soluzioni conformi alle esigenze di giu-stizia senza forzature e polemiche stru-mentali .

(3-02949 )

COSTA E BIONDI. — Ai Ministri de itrasporti e dei lavori pubblici . — Per sa-pere quali provvedimenti si intendan oadottare al fine di evitare l'ulteriore in-

cremento delle tariffe autostradali cos ìcome proposto dalla società Autostradedel gruppo IRI che prevede aumenti del -l 'ordine del 15 per cento destinati ad ag-giungersi ai recenti incrementi di tariffanel settore nonché agli altri oneri ch egravano sugli automobilisti .

(3-02950)

DEL DONNO. — Al Ministro per gl iinterventi straordinari del Mezzogiorno enelle zone depresse del centro-nord. —Per sapere :

1) quale controllo abbia esercitato,nella sua titolarità di organo tutorio del-la Cassa per il Mezzogiorno, sulla proce-dura seguita dalla stessa Cassa nell'aggiu-dicare i lavori per la costruzione dell eimportanti dighe di Locone, Metrano eCampolattaro ;

2) quali sono le conclusioni del con-trollo effettuato o, qualora tale controllonon sia stato esercitato, quali urgenti mi-sure intende adottare per verificare la re-golarità di una procedura che ha dato luo-go a sospetti e rilievi critici anche sulla

stampa .

(3-02951 )

DEL DONNO. — Al Ministro della sa-

nità. — Per sapere :

1) come il Governo intenda far fron-

te alla decisione dei medici di famiglia edei pediatri i quali pretendono che le pre-stazioni personali vengano compensate di-

rettamente dai cittadini assistiti ;

2) se queste decisioni, già preannun-ziate da tempo, possano essere giustificat e

dal mancato accordo sulla convenzione na-zionale unica;

3) se, infine, le rivendicazioni sinda-cali della categoria possano assumere ca-ratteri di lotta in contrasto con l'ordina-mento della categoria e con grave turba-tiva di un delicato settore dei servizi pub-blici .

(3-02952 )

BOZZI . — Al Presidente del Consiglio

dei ministri. — Per conoscere se i Gabi-netti dei Ministri e le Segreterie particolar i

dei sottosegretari rispondano per numero

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alla disciplina stabilita dalla legge, avendoriguardo alla effettività del personale adi-bitovi . Per conoscere inoltre se il Presi-dente del Consiglio ritenga di dover ri-cordare ai Ministri e ai Sottosegretari l a

opportunità di avvalersi con prudenza, neiGabinetti e nelle Segreterie, di element iscelti nel partito di appartenenza; e seritenga, infine, di ricordare ai Ministri eai Sottosegretari le diverse competenze eresponsabilità attribuite dalla legge ai Ca-pi di Gabinetto e ai Capi delle Segreterierispetto a quelle del personale dirigente edirettivo di ciascun Ministero.

(3-02953)

quali particolari misure preventivesono state predisposte per garantire l'ordi-ne democratico nel dopo-terremoto .

(3-02954)

VALENSISE E TRIPODI. — Al Gover-no. — Per conoscere quali provvedimentiintenda adottare per garantire l'eserciziodelle linee gestite dall 'ITAVIA, in partico-lare da e verso gli scali di Lamezia Terme

e Crotone, assicurando al tempo stesso laoccupazione dei dipendenti della dettacompagnia .

(3-02955 )

CONTE CARMELO E TROTTA. — AlPresidente del Consiglio dei ministri e a lMinistro dell 'interno. — Per sapere :

quali sono i motivi e le causali del-l 'assassinio dell 'avvocato Marcello Torre,in relazione al particolare ambiente delin-quenziale dell 'agro Nocerino-Sarnese, ov eda tempo si verificano crimini comuni epolitici ;

quanti e quali sono gli omicidi, re-stati impuniti, in provincia di Salerno ne -gli ultimi tempi, ed a che stadio sono lerelative indagini ;

quali provvedimenti intendono adotta-re in riferimento allo stato di insufficienz adegli apparati di polizia e degli uffici giu-diziari ;

CICCIOMESSERE, MELEGA, AGLIET-TA MARIA ADELAIDE E BONINO EMMA .— Ai Ministri di grazia e giustizia, del-l'interno e dei beni culturali e ambien-tali. — Per conoscere quale sia l 'atteggia-mento del Governo a proposito della de-eisione, non si sa da chi presa, di ritira-re il passaporto al dottor Franco Tassi ,direttore del Parco nazionale d'Abruzzo .

Gli interroganti, convinti che tale mi-sura di sicurezza sia stata presa con spi-rito vessatorio nei confronti del dottorTassi, come gesto di sfida contro le suemeritorie battaglie contro ogni genere dispeculazione anti-Farco, chiedono di cono-scere quali misure il Governo intendaadottare per far revocare immediatamen-te l'inammissibile decisione .

(3-02956)

*

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INTERPELLANZ E

I sottoscritti chiedono di interpellare i lMinistro dei trasporti, per sapere se ri-spondano al vero le accuse fatte dalla so-cietà ITAVIA al Governo di varie inadem-pienze e, in particolare, della mancanzadi finanziamenti, che avrebbero determina-to la grave decisione, presa dalla stessasocietà, di cessare ogni sua iniziativa .

Gli interpellanti, di fronte alla nuovasituazione, che " provoca l 'isolamento neitrasporti aerei, di 'diverse città, chiedon oquali interventi e provvedimenti si inten-dano prendere, con urgenza, per rimette-re in efficienza il servizio aereo; chiedonoaltresì, quali garanzie assolute si intenda -no dare al personale, più di mille dipen-denti della società ITAVIA, per il postodi lavoro e per la continuità della lorocarriera professionale.

(2-00755) « TREMAGLIA, PAllAGLIA, TRANTI-

NO, VALENSISE » .

I sottoscritti chiedono di interpellareil Governo per sapere - premesso che èapparso sul quotidiano Il Tempo del 14dicembre 1980 un articolo in merito allasciagura del DC-9 a Ustica, che costò l avita a 81 persone; e che dallo scrittodel giornalista Giuseppe D 'Avanzo risultache l'aeromobile dell'ITAVIA è stato ab -battuto da un missile lanciato da unaltro aereo come da accertamenti com-piuti negli Stati Uniti -

a) se è vero che da tempo questeconclusioni sono a conoscenza del Mini-stro dei trasporti e perché, in conseguen-za degli accertamenti, non è stata tem-pestivamente scagionata la compagni aaerea coinvolta :

b) quali direttive sono state impar-tite dal Governo per garantire la sicu-rezza dei voli di linea, lungo le aerovie .

(2-00756)

« BAGHINO, PARLATO » .

I sottoscritti chiedono di interpellareil Presidente del Consiglio dei ministri ,per sapere se è a conoscenza del fatto cheil Ministro delle finanze Francesco Revi-glio in una intervista televisiva rilasciataal TG-1 ha definito il catasto italiano co-me praticamente inagibile affermando te-stualmente : « con il catasto che teniam onon è possibile imporre una tassa sulpatrimonio al posto di quella sulla ben-zina . . . » .

Gli interpellanti chiedono di saper einoltre se ritenga opportuno intervenire :

1) per informare il Ministro Reviglioche il funzionamento del catasto rientratra le specifiche incombenze del suo Mi-nistero ;

2) per invitare il Ministro Reviglio ,oltre a quanti altri membri del Governolo ritengano interessante, a visitare a Pa-via la mostra del Catasto Teresiano da cuipotrebbe utilmente apprendere come, giàoltre duecento anni fa ed in breve tempo ,con strumenti e tecniche di rilevamentonon certamente sofisticati come quell iodierni, fosse comunque possibile formar eun catasto preciso, attendibile, sia perquanto riguarda gli aspetti descrittivi ,quantitativi e qualitativi, sia come stru-mento per una equa tassazione;

3) per invitare infine il Ministro Re-viglio a fornire utili indicazioni atte arintracciare, tra le direttive impartite allasua amministrazione, quelle per un imme-diato aggiornamento ed una immediata ri-forma del catasto .

(2-00757) « CIUFFINI, ALBORGHETTI, PEGGIO,

BIANCHI BERETTA ROMANA,

GIURA LONGO, CARANDINI ,

BELLOCCHIO » .

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