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PERCHE' IL GIUDICE PENALE HA CONDANNATO N.MARINO PER DIFFAMAZIONE
IL TESTO DELLA SENTENZA
ACCOLTE LE RICHIESTE DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO E DEGLI AVV.TI DI PARTE CIVILE
NINO CALECA E ROBERTO MANGANO
IMPUTATO
de] reato previsto e punito dall 'art. 595 commi 1 e 2 c.p. perché nel corso di una
riunione all ' intemo degli uffici dell ' A sessorato Regionale all 'Energia da t:gli
rappresentato, e alla presenza di pili persone, offendeva la reputazione di
Catanzaro Giuseppe, nella qualità di socio della Catanzaro Costruzioni s.r.l. e
Vicepresidente dell' associazione Confindustri a Sicilia. affennando che yuesti in
passato è stato prestanome del boss mafioso Bernardo Provenzano. con
un 'espressione del seguente ten re: "negli ultimi dodici mesi 1 sta cercando di
mettere ordine in un setrore fonem enre condiz iona1n du err"tl! scdte e pro edim:t
del passato, come nel CCISO dei rermvvuloriz;.citori che ha 1·i s10 come protagonisti
uomini di Confindustria, come Catanzaro, che ha fa tto anche da prestanome di
Provenzano" .
In Palenno, il 19.11.201 3.
Persona Offesa non costituita parte civile: Catanzar o Giuseppe, nato ad
Agrigento il 24.11 .1966 e residente a Siculiana (AG) in Via Vittorio Emanuele n.
266, assistito e difeso di fiducia dall 'A vv. Roberto Mangano del Foro di Pale1mo.
o
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I
. ritiene il giudicante che dall\struitoria dibàttimentaTu effettuata -
siano emersi elementi certi, al di là di ogni ragionevole dubbio, per dichiarare la
penale responsabilità del Marino in ordine al reato allo stesso ascritto.
Deve premettersi che il diritto processuale penale non opera alcuna
discriminazione sia in ordine alla capacità a testimoniare della persona offesa dal
reato, sia in ordine alla valenza probatoria delle sue deposizioni rispetto a quelle
di altre persone, pertanto, anche la sola deposizione di detto soggetto può,
nell'ambito del libero convincimento del giudice, essere posta a fondamento del
Dott. An C 1a li Giudice dr· a1~
1
e di P~tenno •/
3
giudizio di colpevolezza dell'imputato (Cfr. ex pluribus Cass. Pen. n.
6930711990).
Sul punto la giurisprudenza è umvoca, tuttavia, nella valutazione di
attendibilità, comune all'analisi di ogni deposizione testimoniale, non può non
tenersi conto della peculiare posizione della persona offesa che è comunque
potenzialmente portati.ice di un interesse in conflitto con quello dell'imputato.
Ne consegue che, secondo il costante insegnamento della Corte di
Cassazione, la valutazione dell'attendibilità richiede un'indagine particolarmente
rigorosa e penetrante da eseguirsi facendo ricorso al! 'utilizzazione ed all'analisi di
qualsiasi elemento di riscontro o di controllo ricavabile dal processo.
Ebbene, dalla querela acquisita sull'accordo delle patii per l'utilizzabilità per
la decisione, nonché dalle dichiarazioni rese da Catanzaro Giuseppe e Catanzaro
Lorenzo, è emerso che in data 19.11.2013 si sarebbe tenuta una riunione presso
l'Assessorato Regionale dell'Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, indetta dal
dott. Marco Lupo/Direttore Generale del Dipartimento Acqua e Rifiuti su
sollecitazione di Fise Assoambiente sul tema dello smaltimento dei rifiuti, a cui
avrebbero partecipato i rappresentati delle 00.SS, Todaro Giuseppe e Catalano
Giovanni/rappresentanti di Confindustria Sicilia e Quercioli Giulio/Presidente di
Fise.
È emerso, altresì, che le persone offese in data 25.11 .2013 avrebbero
appreso, dalla lettura di una relazione - a finna di Catalano Giovanni e Todaro
Giuseppe ed inviata tramite e-mail dalla segretaria di Confindustria Sicilia - che,
durante il predetto incontro, l'Assessore Nicolò Ma1ino, dopo aver evidenziato
l'importanza dell'ordinanza del 27 settembre che chiudeva definitivamente la
stagione degli ATO (Ambito Territoriale Ottimato ), affermava "non si è
proceduto alla proroga, sono state accelerate le procedure per la costituzione
delle SRR (Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti), e che
negli ultimi dodici mesi si sta cercando di mettere ordine in un settore fortemente
condizionato da errate scelte e procedure del passato, come nel caso dei
termovalorizzatori che ha visto come protagonisti uomini di Confindustria, come
Catanzaro, che ha fatto anche da prestanome di Provenzano ... il problema di
Confindustria è che al suo interno ha due/tre rappresentanti che utilizzano
l'antimafia per mettere le mani in alcuni comparti come quello dei rifiuti e del
i 1 11 Giudice d~· acj di Pale.nno
Dott. Ant i.6'Q/~ r V
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trasporto pubblico. Inoltre (I' Assessore Marino) afferma di aver parlato anche
con il senatore Lumia ed altri esponenti per consigliare di espellere Catanzaro".
Catanzaro Giuseppe, in particolare, dichiarava di essere un imprenditore che,
unitamente ai fratelli (tra cui Lorenzo), gestisce una società che si occupa di
trasfonnazione di rifiuti, di essere un rappresentante di Confindustria Sicilia (Vice
Presidente), di non aver mai avuto rapporti con Bernardo Provenzano, di non
essere stato mai intestatario, unitamente ai fratelli , di quote societarie insieme a
soci prestanome di Provenzano, di non essere stato mai rinviato a giudizio ,
insieme ai suoi congiunti, per associazione mafiosa, di non essere stato mai
proposto, unitamente ai suoi congiunti, per l'applicazione di misure di
prevenzione patrimoniale o personale (ad eccezione del procedimento "Zummo"
in cui veniva coinvolto per en-ore), di aver denunciato diversi mafiosi della
Provincia di Agrigento/successivamente sottoposti a processo e di essersi
costituito parte civile in alcuni process1 nella qualità di persona offesa e di
rappresentante di Confindustria.
Detto teste precisava di aver appreso i fatti per cui è processo per mezzo di
una e-mail inviatagli dalla segretaria di Confindustria e, successivamente, tramite
una lettera trasmessa a Confindustria dal Segretario Generale della CISL il
28.11.2013.
Lo stesso aggmngeva di non aver ma1 criticato l'Assessore Marino e di
essere intervenuto, come rappresentante di Confindustria Sicilia, per inoltrare
osservazioni in Parlamento durante la conversione in legge di una decreto legge
che riguardava l'emergenza rifiuti.
Il teste Catanzaro Lorenzo/p.c. affennava che quanto dichiarato dal Marino
durante la riunione aveva segnato la sua vita familiare e professionale.
Quanto dichiarato dalle persone offese ha trovato riscontro nell'istruzione
dibattimentale.
Infatti il teste Todaro Giuseppe, imprenditore e delegato della legalità di
Confindustria, presente alla riunione del 19.11.2013 in rappresentanza di
Confindustria, affennava "ricordo bene che l 'Assessore Marino fece il suo
ingresso.. . e dopo brevi convenevoli, successivi alla mia presentazione ove
spiegavo quali erano i motivi di allarme delle aziende del comparto rifiuti,
! 'Assessore si dichiarava assolutamente amico di Confindustria ma che la stessa
doveva eliminare buttandoli fuori alcuni elementi tra cui i fi'atelli Catanzaro,
" i Il Giudice 'l/)Pi~~lènno
Dott. ArVnio cutaia 5
quali a suo dire erano rei in passato di essere stati dei prestanome di Bernardo
Provenzano. Aggiungendo sempre l'Assessore che ne aveva anche parlato della
necessità di buttarli fuori da Confindustria anche con il Senatore
Lumia ... l 'Assessore disse che alcuni elementi di Confindustria utilizzano
l'antimafia per mettere le mani in alcuni comparti come quello dei rifiuti e dei
trasporti".
Il teste Catalano Giovanni, Direttore Regionale di Confindustria Sicilia,
anch'egli presente all'incontro tenutosi presso l'Assessorato Regionale
dell'Energia il 19.11.2013, affe1mava che "dopo una breve premessa sulle
criticità del settore smaltimento rifiuti il Marino improvvisamente fece delle
affermazioni gratuite sul gruppo Catanzaro asserendo che il Catanzaro fosse un
prestanome del mafioso Provenzano ... disse che c'erano due/tre rappresentanti di
Confindustria Sicilia che facevano dell'antimafia di maniera, ovvero che vi era la
volontà da parte di questi esponenti di Confindustria di mettere le mani in settori
come quello dei rifiuti e dei trasporti pubblici. Riferì inoltre che aveva parlato
con il Senatore Lumia affinché il Giuseppe Catanzaro fosse espulso da
Confindustria".
I testi Catalano e Todaro redigevano congiuntamente una nota m cm
riassumevano le tematiche affrontate nella suddetta riunione e riportavano le
seguenti frasi profferite dal Marino: "negli ultimi dodici mesi si sta cercando di
mettere ordine in un settore fortemente condizionato da errate scelte e procedure
del passato, come nel caso dei termovalorizzatori che ha visto come protagonisti
uomini di Confindustria, come Catanzaro, che ha fatto anche da prestanome di
Provenzano ... il problema di Confindustria è che al suo interno ha due/tre
rappresentanti che utilizzano l'antimafia per mettere le mani in alcuni comparti
come quello dei rifiuti e del trasporto pubblico. Inoltre (l'Assessore Marino)
afferma di aver parlato anche con il senatore Lumia ed altri esponenti per
consigliare di espellere Catanzaro" .
Anche i rappresentati della CISL Sicilia e della FIT-CISL Sicilia inviavano
in data 28.11.2013 una comunicazione - firmata da Benigno Amedeo/Segretario
Generale FIT CISL Sicilia e Bemava Maurizio/Segretario Generale USR CISL
Sicilia - al Presidente di Confindustria Sicilia ed al Presidente della Regione
Siciliana scrivendo "La CISL, presente alla riunione con il nostro dirigente
sindacale Giordano Dionisio, ritiene abbastanza preoccupante che un Assessore
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11 Giudice drfi'a~ di Paletino Dott. An >b)b~
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della Regione Siciliana, peraltro già Magistrato dello Stato, utilizzi una riunione
sindacale ed invece di concentrarla sulle problematiche del settore che abbraccia
circa 11. 000 addetti in Sicilia, si lasci andare in espressioni e accuse gravi nei
confronti del Vostro Vice Presidente lng Catanzaro Giuseppe su argomenti che
esulano dal merito della riunione. Con stupore è stato affermato che lo stesso
Catanzaro si presti a vicende che poco hanno a che fare con la legalità e
trasparenza in quanto ha operato come il "prestanome del mafioso
Provenzano " ... per tale motivo la CISL ritiene utile e urgente approfondire la
questione sopra esposta in un incontro che Vi chiediamo con la presente, al fine
di garantire un processo di legalità e coinvolgendo la massima istituzione
regionale".
Il teste Quercioli Dessena Giulio, Amministratore unico della I.G.M. Rifiuti
Industriali s.r.l. e componente della F.I.S.E. (Federazione Imprese Servizi),
presente alla riunione del 19.11.2013 presieduta da Lupo Marco, dichiarava
"ricordo che l'Assessore Marino ad un certo punto fece delle affermazioni pesanti
sul conto dei Catanzaro ... accusò il Gruppo Catanzaro di essere in contiguità con
dei mafiosi nel particolare con il boss Bernardo Provenzano ... che c'erano alcuni
esponenti di Confindustria Sicilia che utilizzavano l 'antimajia impropriamente al
fine di condurre in porto i loro affari legittimi sotto la sicura coperta
del! 'Antimafia medesima".
La teste Pezzino Geronimo Maria Rosa, Amministr·atore Unico della
DUSTY e Presidente del Comitato Imprese Servizi Igiene Ambientale della
Sicilia, presente all'incontro del 19.11.2013, affermava "io non ricordo
esattamente la formulazione della frase rivolta dall'Assessore Marino nei
confronti del Vice Presidente di Confindustria Giuseppe Catanzaro, ma ricordo
perfettamente l'imbarazzo di tutti i partecipanti alla predetta riunione, seguito da
un silenzio eloquente di parecchi minuti e da parte di tutti noi, le accuse rivolte al
Catanzaro titolare della discarica di Siculiana, erano attinenti ad un.a sua
presunta mcifìosità attribuitagli dall'Assessore Marino in quel momento".
Il teste Lupo Marco, all'epoca dei fatti Direttore Generale del Dipartimento
Regionale delle Acque e dei Rifiuti, precisava "la riunione che si tenne in
Assessorato quel 19 novembre da me presieduta aveva ad oggetto la discussione
sulle problematiche derivanti dalla cessazione degli ATO e dalla Mancata
operatività delle nuove S.R.R. (Società per la regolamentazione dei rifiuti). .. io
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non ricordo le parole esatte che utilizzò l'Assessore né il loro contenuto poiché
erano presenti molte persone alla riunione e non ho ascoltato con attenzione
l 'intervento del! 'Assessore sul gruppo Catanzaro".
Dalle suddette affermazioni emerge che effettivamente il Marino fece un
intervento sul gruppo Catanzaro.
Nulla potevano aggiungere i testi Cucinella Massimo, Sindaco del Comune
di Terrasini, e Picone Giovanni Gioacchino, Sindaco del Comune di Campobello
di Licata, per non aver partecipato alla riunione del 19.11 .2013 .
Il teste Buceti Ferdinando, all'epoca dei fatti Capo di Gabinetto Vicario
presso l'Assessorato Regionale all 'Energia - nominato dal Ma1ino, dichiarava che
in sua presenza l 'Assessore Marino non aveva mai ipotizzato rapporti tra i
Catanzaro e Cosa Nostra o rappresentanti di Cosa Nostra "l'Assessore Marino
diceva che non accettava lezioni di legalità da nessuno e neppure dai Catanzaro".
Tuttavia, il predetto testimone affermava "non ricordo se alla riunione del
19.11.2013 fossi presente, ma ero presente alle riunioni ogni qualvolta mi trovavo
a Palermo".
Nessuno dei testi escussi ha confermato la presenza del Buceti all'incontro
del 19.11.2013.
L'imputato, all'epoca dei fatti Assessore Regionale dell'Energia - Acqua e
Rifiuti - Servizi di Pubblica Utilità del Governo Crocetta, in sede di esame,
negava ogni addebito ed affermava di essere intervenuto alla riunione tenutasi il
19.11.2013 per circa 15 minuti per salutare i partecipanti e che i rappresentanti di
Confindustria, al momento della presentazione e dei saluti, "come battuta mi
dicevano: "so che lei ce l'ha con Confindustria", ma ciò in tono scherzoso. Si
lasciava intendere che io avessi un conflitto con i Catanzaro. Io dicevo che non ce
l 'avevo con Confindustria ... non accetto lezioni di legalità da chi ha partecipato e
si è aggiudicato gare o fatto affari con soggetti arrestati per fatti di mafia
unitamente a Riina, Provenzano ... "
L'imputato spiegava che "insieme al Presidente Crocetta volevamo superare
il monopolio che vi era da parte dei privati sulle discariche siciliane molto
costose. Volevamo superare la criticità con uno stato di emergenza che ci
permetteva di prelevare denaro pubblico pronto per l'emergenza per creare
impianti pubblici ... il Governo Monti dichiarava l 'emergenza rifiuti.
Successivamente alla dichiarazione di emergenza è stata fatta la gara per il
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biostabilizzatore .. . poi abbiamo bandito tre gare d'appalto per la costruzione di
nuovi impianti pubblici ad Enna, Gela e Provincia di Messina ... il Governo Monti
fa un decreto legge dichiarando l'emergenza. In sede di conversione del decreto
legge venivamo convocati .. . per rispondere ad alcune domande che ci dovevano
rivolgere alcuni parlamentari. Alla .fine della seduta, in cui veniva effettuata la
nostra audizione, abbiamo appreso ... che Confindustria Sicilia, con una nota a
firma del Vice Presidente Giuseppe Catanzaro, si opponeva alla conversione in
legge del decreto legge limitatamente alla parte del! 'impiantistica, escluso
Bellolampo, poiché ! 'emergenza era servita sempre, in passato, in Sicilia per
determinare infiltrazioni mafiose nel settore rifiuti" .
Il Ma1ino precisava che nella ii unione del 19.11.2013 "non ho citato i
Catanzaro. Il riferimento era comunque a Giuseppe Catanzaro, mai citato
espressamente, che si era aggiudicato una gara con soggetti arrestati per
mafia ... non. ho mai detto che i Catanzaro avevano fatto da prestanome a
Provenzano. In quella riunione ho criticato il fatto che la nota di Confindustria,
pervenuta alla Camera ed al Senato, era stata firmata da Giuseppe Provenzano
che aveva un interesse al mantenimento della gestione di una discarica privata a
Siculiana in luogo di quella pubblica, come già avevo detto al senatore Lumia".
Orbene, a parere dello scrivente, non possono ritenersi attendibili le
dichiarazioni dell'imputato circa le frasi profferite durante la riunione del
19.11.2016 poiché non hanno trovato alcun riscontro nell'istruzione
dibattimentale.
Tali risultanze istruttorie consentono, quindi, a giudizio del giudicante, di
affermare la penale responsabilità del Marino in ordine al reato asc1ittogli,
ravvisandosi , nel caso di specie, gli estremi oggettivi e soggettivi di cui all 'art.
595 c.p.
In particolare, il bene tutelato è la reputazione che non si identifica con la
considerazione che ciascuno ha di sé o con il semplice amor prop1io, ma con il
senso della dignità personale in confonnità all'opinione del gruppo sociale
secondo il particolare contesto storico.
L'elemento oggettivo del reato consta di tre elementi : l'offesa all'altrui
reputazione, l'assenza dell'offeso e la realizzazione dell'offesa attraverso la
comunicazione con più persone.
Il Giudice f ~i~e di PaJenno
Dott. ArlJU~ 9
In particolare si liquida a Catanzaro Lorenzo la somma di € 5.000,00 a titolo
di risarcimento del danno non patrimoniale subito a causa della gravità della
lesione al bene giuridico arrecata dalle frasi diffamanti .
Alla parte civile vanno, altresì, rifuse le spese di costituzione e di assistenza,
avuto riguardo alla nota presentata in udienza dall 'A vv. Roberto Mangano, che si
liquidano, come da tariffe forensi , tenuto conto del numero delle udienze, della
loro durata, nonché della non particolare complessità sia sul piano te01ico sia su
quello pratico delle questioni affrontate, in€ 2.187 ,00, di cui € 27 ,00 per spese ed
€ 2.160,00 per compenso professionale, oltre rimborso spese forfettarie nella
misura del 15%, IV A e CP A come per legge.
P.Q.M.
Visti gli artt. 533 e 535 c.p.p.
Dichiara Marino Nicolò colpevole del reato ascrittogli e lo condanna alla pena di
€ 500,00 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali.
Visti gli artt. 538 e segg. c.p.p.
Condanna Ma1ino Nicolò al risarcimento dei danni nei confronti della persona
offesa, costituita parte civile, Catanzaro Lorenzo, che liquida in€ 5.000,00 ed alla
refusione a favore della stessa delle spese di costituzione ed assistenza che liquida
complessivamente in € 2.187,00, di cui € 27,00 per spese ed € 2.160,00 per
compenso professionale, oltre rimborso spese forfettarie nella misura del 15%,
IV A e CP A come per legge.
Così deciso in Palermo il 03.11.2016.
li Giudice di Pace di Palenno Dott. Antonio Cutaia
Il G,1. ép d~ac~ Dott. lo Maia
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