rep 28 novembre 2011
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REP 28 NOVEMBRE 2011TRANSCRIPT
Rassegna Economica del PolesineRassegna Economica del Polesine
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Attualità
Editoriale ...........................................................................................3
Intervista a Pizzo ................................................................................4
Il repertorio delle aziende polesane .......................................................5
Bilanci più uniformi ( le regole XBRL per la paragonabilità dei dati
economici) .........................................................................................6
Intervento finanziario straordinario per l’economia polesana ....................7
NO alle estrazioni in Adriatico ...............................................................8
Il bilancio di previsione 2009: le linee portanti e i dati più significativi .......9
Innovazione:la posta certificata per le imprese diventa obbligo ...............10
Polesine e Delta finalmente nella guida Touring .....................................11
“Credito e imprenditoria femminile: quale futuro ?”, 10 dicembre 2008.....12
La comunicazione unica: una tappa verso la semplificazione per le imprese
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Al via le operazioni di rinnovo del Consiglio camerale .............................14
Il Salone del grano: un progetto lo fa risorgere .....................................15
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l contesto economico in cui si è svolto il mandato che sta per concludersi è stato caratterizzato da un quadro di sostanziale stagnazione che, dopo l’avvento della crisi finanziaria che ha
investito il sistema finanziario mondiale, è sfociata in una gravissima recessione.
INei cinque anni trascorsi l’economia ha accusato notevoli
difficoltà, particolarmente accentuate nei primi mesi del 2005, tanto che allora si parlò di emergenza occupazionale.
Solo due sono stati i momenti di vivacità, il primo alla fine del 2005 e il secondo nel terzo trimestre del 2007, che si prolungò nel 2008, fino all’avvento della fase recessiva, in atto dall’autunno scorso.
Gli indicatori di cui disponiamo attestano che la recessione ha colpito l’economia polesana in maniera pesante, anche se più contenuta rispetto al Veneto e ad altre aree d'Italia.
Questo non significa che la crisi non abbia avuto, come continua ad avere, pesanti ripercussioni sul territorio, ma nonostante ciò l’economia polesana non appare a rischio di cedimenti strutturali.L’eccezionalità della crisi, la più grave da molti anni, ci ha convinti che occorreva mettere mano ad un intervento straordinario, adeguato alla gravità della situazione e specifico per l’area polesana.Da qui la costituzione del Fondo che, con una dotazione di 1,5 milioni di euro, consentirà l’erogazione di crediti per un ammontare di 30 milioni di euro, assistiti da garanzie al 70 % fornite dai consorzi fidi.E’ questo un risultato straordinario ottenuto grazie a un gioco di squadra tra pubblico e privato, reso possibile dall’impegno che ha accomunato Istituzioni, categorie produttive, banche e consorzi fidi.Il Fondo è divenuto operativo proprio in questi giorni, con l’adesione della maggior parte delle banche e dei confidi operanti in Polesine.Esso non è uno strumento per la sopravvivenza delle imprese, in specie di quelle marginali: esso è stato concepito per traghettare le aziende fuori dalla crisi, perché questa è la prospettiva con la quale occorre operare.Dalla crisi non si esce da soli, ma tutti assieme! Il Polesine ha molte carte da giocare e molte opportunità da sfruttare, grazie alle potenzialità del suo territorio e alle occasioni che deve saper cogliere.La Camera di Commercio ha programmato di avviare già da quest’anno iniziative per contribuire alla redazione di un nuovo Progetto strategico di sviluppo, che dovrà coinvolgere le rappresentanze economiche e sociali, le agenzie di sviluppo, gli enti operativi e le Istituzioni.Occorre fare presto, perché solo con scelte chiare e appropriate, gli imprenditori potranno guardare con rinnovata fiducia al futuro e investire in Polesine.
Edit oria le
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Intervista a Gianpietro Pizzo, presidente ASCOM
Il commercio è spesso guardato con oc
chio critico, se non addirittura con diffidenza, perché gli si imputa di creare un costo per i consumatori che è superiore al servizio fornito: che cosa si può dire al riguardo?
1)
Il commercio esiste da quando esistono gli uomini, come da allora esiste la critica contenuta nella domanda. Il prezzo di vendita di qualsiasi prodotto è dato dalla sommatoria del costo di acquisto iniziale cui si devono aggiungere i costi generali di gestione, degli ammortamenti e, tenuto conto del gravame fiscale, di un margine necessario alla famiglia dell'imprenditore ed al futuro dell'azienda stessa.La somma così ottenuta viene posta al vaglio dell'accettazione del consumatore e della concorrenza: quest'ultima è la miglior garanzia per il cliente finale è sarà più efficace quanto più la distribuzione potrà essere arti
colata.
2) Ritiene che il settore commerciale sia adatto a esprimere sufficientemente le potenzialità delle piccole e medie imprese?
Non vi è dubbio che, in una condizione di buona salute dell'economia, anche il commercio possa prosperare.Al contrario, quando l'artigianato non tira e l'agricoltura ha il fiatone è del tutto evidente come anche il commercio non possa godere di un andamento soddisfacente:Imprenditori che vedono diminuire i fatturati e dipendenti che sentono l'incertezza del posto di lavoro non
possono avere alcuna propensione alla spesa.Il commercio è a sua volta formato nella maggioranza dei casi da piccole e medie imprese le quali sono, nel loro complesso, l'asse portante dell'economia nazionale, e costituisce la cartina di tornasole di questo sistema che come sappiamo in questo momento sta attraversando il periodo meno felice dal dopoguerra ad oggi.
3) Ritiene che ci siano dei correttivi da prendere? E se sì, da parte di chi - indicando i vari soggetti responsabili, a partire dal più grande -?
Attualità
6 L'Azienda Italia presenta dei costi di gestione troppo elevati che non consentono alle imprese di mantenere la competitività internazionaleLe aziende oberate da oneri fiscali tra i più alti al mondo , e intralciate da una burocrazia bizantina si trovano in grande difficoltà nell'affrontare i mercati. E' urgente sfrondare e snellire le pratiche burocratiche e ridurre l'onerosità della macchina amministrativa e conseguentemente diminuire sensibilmente il carico fiscale sia diretto che indiretto. Chi lo dovrà fare? Non vedo altri soggetti se non chi è deputato a governare e ad amministrare.
4) Come vede la classe imprenditoriale polesana? E, per cominciare: trova che sia sufficientemente presente sotto l’aspetto quantitativo?
La classe imprenditoriale polesana ha problemi comuni al resto dell'Italia per i motivi sopra richiamati: fiscalità oneri sociali e costo dell'energia troppo elevati rispetto ai nuovi competitors che sottoposti a costi che talvolta sono inferiori del 90%, vengono a trovarsi oggi nella condi
zione di poter entrare nel nostro mercato, ed in quello europeo più in generale, senza più alcuna barriera doganale: è difficile, se non impossibile competere sulla base di condizioni così impari.Sotto l'aspetto qualitativo ho una grande stima dell'imprenditore polesano che ha saputo e sa esprimersi su livelli buoni raggiungendo punte di eccellenza in tutti i settori.Dal punto di vista quantitativo sarebbe interessante veder aumentare il numero delle aziende e per questo motivo la Camera di commercio per il tramite di Polesine Innovazione con il contributo significativo della Fondazione della Cassa Risparmio Veneto sta avviando dei percorsi idonei a diffondere nei giovani studenti delle scuole di ogni ordine e grado la “cultura di impresa”.
5) In un territorio con un buon livello di reddito il commercio è una realtà che soprattutto ne beneficia (come mercato) o è un fattore di sviluppo?
Tutte e due le cose: ne trae vantaggio potendo così procedere ad ulteriori investimenti anche in termini di occupazione, generando così ul
teriore sviluppo.
6)Trova adeguata la ripartizione del reddito prodotto e dell’occupazione fra i vari comparti economici che c’è nella nostra provincia?
Vedo soprattutto che alcuni settori sono in crisi più di altri: la ripartizione sarebbe più equilibrata se ad esempio il tessile potesse tornare ad essere importante come alcuni anni fa e se l'agricoltura potesse trovare ristoro da prezzi più elevati delle produzioni intensive ed estensive: se così fosse avremo riequilibrio occupazionale e reddituale.
7) Quanto conta la preservazione dell’ambiente e la sostenibilità delle scelte produttive per dare continuità e far crescere il nostro turismo?
Conta moltissimo e convinta di ciò l'Ascom -Confcommercio polesana ha iniziato alcuni anni orsono un percorso per introdurrenella nostra provincia la certificazione ambientale EMAS. Possiamo con soddisfazione affermare di ave trovato la più ampia condivisione presso le altre Associazioni di categoria, Enti Pubblici ed imprese. Con la
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7partecipazione della Amministrazione Provinciale, della Camera di commercio, del Consvipo, e di 12 Comuni, abbiamo finora raggiunto il risultato di portare a certificazione 2 Comuni e 5 aziende turistiche: un traguardo molto soddisfacente e soprattutto se rapportato alle carenti disponibilità economiche. Questa certificazione comporta l'utilizzo di pratiche ambientalmente positive per il raggiungimento di quella sostenibilità che tutti auspicano: un risultato di alto valore sociale e civile che consentirà al nostro territorio di presentarsi in una luce di qualità al residente ed all'utente turista.
8) Che propensione alle attività commerciali e di servizi terziari c’è nei giovani? Come è fatto l’imprenditore adatto ad affrontare il futuro?
Ci sono ancora giovani che amano la sfida, che vogliono investire su stessi avendo l'autostima necessaria.Dico loro di coltivare questo coraggio coltivando contemporaneamente la consapevolezza che l'impresa non è soggetto utile unicamente per il titolare ma innanzitutto va protetta dal punto di vista economico e finanziario. Va consolidata con il costante impegno ed attenzione, deve essere considerata come una cellula basilare della società
verso la quale ha una grande responsabilità.La caparbietà e l'intelligenza determineranno il successo di cui potrà godere, alla fine, l'imprenditore.
9) Il Polesine deve mantenere le sue tipicità per svilupparsi?
Le conoscenze e le sapienze peculiari di coloro che popolano qualsivoglia territorio, costituiscono quei patrimoni senza i quali non si può estrinsecare quella caratteristica distintiva che tutti chiamiamo “tipicità”. Questo elemento esprime chi siamo e come siamo e se ben presentato può diventare motivo di preferenza da parte del consumatore e del visitatore.
Attualità
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Bilanci più uniformi, le regole XBRL per paragonare i dati economici
ilanci in formato XBRL: il “via libera”
al nuovo formato elaborabile (acronimo di Extensible Business Reporting Language) è un passo avanti importante per garantire maggiore trasparenza al mercato. Il varo del decreto sulle specifiche tecniche per l’inoltro alle Camere di Commercio dei bilanci nel formato XBRL – a firma dei ministri Brunetta e Scajola – costituisce dunque un tassello del processo di modernizzazione della Pubblica Amministrazione e attraverso questa, per il Paese.
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Già dal 2006 le Camere di Commercio – con il coordinamento di Unionca
mere, il supporto tecnico di InfoCamere e la collaborazione delle associazioni e dei professionisti – hanno svolto una diffusa ed ampia sperimentazione delle nuove modalità di compilazione e deposito dei bilanci, ricevendo nel solo 2008 oltre 10mila documenti nel nuovo formato. Poiché bilanci vuol dire imprese e registro delle imprese vuol dire P.a., ecco nel divenire degli strumenti tecnici concretizzarsi un obbiettivo relazionale che è politicamente importante: un’amministrazione che dialoga sempre più da vicino e meglio con i cittadini , in questo caso: imprenditori , profes
sionisti e consulenti.Il sistema permette di analizzare i bilanci in tempo reale, senza dispendiosi caricamenti manuali. In questo modo il tradizionale e statico formato Pdf, utilizzato finora per l'inoltro dei bilanci alle Camere di commercio, andrà in soffitta. Questo è funzionale ad una maggiore - anzi: una ben maggiore – circolazione dell’informazione.Infatti, la possibilità di disporre di informazioni finanziarie rapidamente elaborabili, sulla base di criteri standardizzati, rappresenta una garanzia di maggiore trasparenza ed efficienza per tutti gli operatori del mercato – imprese,
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professionisti, analisti - e per la stessa Pubblica Amministrazione, affinché le attività produttive possano svolgersi in un contesto in cui l’accessibilità delle informazioni diventi concretamente la base di una compiuta democrazia economica. Alcune precisazioni, e delimitazioni della novità così introdotta, vanno però fatte. Come sempre, infatti, l’innovazione comincia applicandosi ad alcuni casi maggiormente suscettibili di attuarla in se stessi, e poi si applicherà , in una progressione che si dilata verso i casi meno tipici, all’insieme dei bilanci. La pubblicazione sulla “Gazzetta Ufficiale” concerne la n. 48 del 27 febbraio 2009 : col comunicato del ministero dello Sviluppo economico relativo al sito internet ufficiale per la pubblicazione delle specifiche tecniche del
nuovo formato, sono state completate le regole per l'introdurre l'obbligo di redigere i bilanci delle società di capitali.L'entrata in vigore dell'obbligo è solo per i bilanci e relativi allegati, il cui esercizio sia stato in corso al 31 marzo 2008, con chiusura successiva al 16 febbraio 2009. Per la maggioranza delle imprese, con chiusura dell'esercizio al 31 dicembre l'utilizzare il nuovo formato è rimasta tuttora come semplice facoltà. Le Camere di commercio, proprio per agevolare l'uso di questo formato per il più vasto numero di bilanci con chiusura a fine anno, hanno messo in linea tutte le istruzioni operative e gli strumenti per la realizzazione del file (cosiddetta istanza) Xbrl, anche nel formato open source “Openoffice”. La tassonomia di riferimento, pubbli
cata, è relativa ai “Principi contabili italiani” dicembre 2008 e riguarda la redazione del bilancio civilistico con riferimento allo stato patrimoniale, al conto economico, al conto d'ordine (è in fase di predisposizione la tassonomia relativa alla nota integrativa) relativamente a:1. Bilancio di eser
cizio;2. Bilancio consoli
dato;3. Bilancio in forma
abbreviata;4. Bilancio in forma
abbreviata semplificata.
In fase di prima applicazione l'obbligo di Xbrl si è applicato comunque alle società di capitali e alle cooperative (in cui vanno comprese le situazioni patrimoniali dei consorzi di cui all'articolo 2615 Codice civile).Sono rimaste però escluse dall'obbligo nella fase di prima applicazione, in attesa di una tassonomia ad hoc, le società di capitali
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quotate, le società anche non quotate che redigono i bilanci di esercizio o consolidato in conformità ai principi contabili internazionali, le società esercenti attività di assicurazione e riassicurazione, le banche, e relative
società controllate o comunque nell'area di consolidamento del bilancio.In un momento successivo sil formato elaborabile si estenderà agli “altri atti” soggetti a deposito nel Registro imprese. Per questi il Dpcm del
10 dicembre prevede la rappresentazione in formato Xml secondo specifiche da definire (art.6). Nell'attesa, gli “altri atti” dovranno essere depositati al Registro imprese nel formato Pdf/A.
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Bilanci …...............
La Camera di Commercio è impegnata, in qualità di soggetto capofila, nella realizzazione di progetti di cooperazione internazionale, in collaborazione con la Regione del Veneto, che ne garantisce il finanziamento.Tra questi progetti, vi è anche un progetto per la valorizzazione delle risorse idriche della regione di Odessa in Ucraina.Odessa, infatti, che è la terza città dell'Ucraina in ordine di grandezza e di numero di abitanti, si affaccia sul Mar Nero e la sua costa è ricca di piccole e grandi insenature naturali che ne fanno un luogo caratteristico per il turismo e la villeggiatura. Per questo motivo, un ambito importante di cooperazione è stata indivi
duato nel settore turistico, che appare in crescita costante e che può diventare un importante volano di sviluppo di quel territorio.In questa prospettiva, l’ambiente viene progressivamente ad essere interpretato come un fattore fondamentale per lo sviluppo sul medio e lungo periodo, invece che un vincolo aggiuntivo dei processi economici.Il progetto, pertanto, si prefigge di accrescere la consapevolezza delle
amministrazioni locali nelle tematiche emergenti legate al turismo vocazionale, definito come un turismo caratterizzato da speciali interessi ed attitudini soggettive delle gente: patrimonio culturale, natura, sport e benessere etc.In questo quadro, incontro con una delegazione di rappresentanti di istituzioni e di tour operators della regione di Odessa il giorno 15 settembre p.v ha consentito di avvicinare i due territori. Il tema potrebbe essere definito
Attualità
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“dall’acqua alle acque” perché il tema della valorizzazione turistica delle risorse fluviali era stato preceduto dalla
realizzazione di progetto di cooperazione sulla gestione delle risorse idriche della regione Ucraina, che ha
avuto lo scopo di migliorare la qualità dell’acqua.
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A Rovigo l’ AIPO, si aggiornano le prospettive per il PO
L’incontro con AIPO Autorità interregionale per il fiume Po , organismo avente sede a Parma, ha portato nel settembre 2009 il qualificato apporto dei tec
nici in un incontro di approfondimento promosso dalla Camera congiuntamente alla Provincia per conoscere e far conoscere, approfondire e valutare le prospettive per il fiume così come vengono aggiornate nell’ottica del manifestato interesse della Regione Lombardia circa le condizioni ed il regime
padani per il tratto di propria pertinenza: uno studio di fattibilità commissionato all’Aipo che ha per oggetto la regimazione del corso del fiume. L’ente ca
merale ha inteso assicurare alla comunità economica polesana, in sintonia con gli enti territoriali, i principali comuni del Polesine, Consorzio di bonifica, Ente parco del Delta del Po, un luogo ed un’occasione di tempestivo coinvolgimento nelle tematiche che emergono. Questo perché è - e non può
che essere, del resto - attenta a riconoscere fra gli interessi generali delle imprese quelli che sono anche interessi della collettività locale nel suo insieme, perchè legati alla preservazione delle condizioni di buon assetto idrogeologico, di sicurezza e di portata, alle misure volte a contrastare e prevenire gli effetti deteriori delle magre, stagionali o dovute a ragioni sedimentate di sfruttamento e derivazioni eccessivi delle acque nel lungo tratto a monte del nostro Polesine. Tutto ciò nella consapevolezza, condivisa dai soggetti istituzionali e dalle associazioni di categoria intervenute che il Polesine non può essere - né essere inteso – come il terminale che raccoglie quanto proviene dalle zone a monte in termini di qualità acque ma anche in termini di decisioni inerenti il corso del Po e il suo regime; ma deve - il Polesine inteso come collettività espressa attraverso le
Cultura
14sue rappresentanze appropriatamente coordinate - agire per essere protagonista nelle decisioni che impattano sul suo territorio. La partecipazione da parte degli enti locali, delle associazioni di categoria e di organismi economici ha costituito un segno dell’attenzione nutrita a questo tema. La domanda che ha costituito l’ossatura della motivazione ad indire questo incontro è stata insomma: quali conseguenze produrrebbe per il territorio polesano un simile progetto se attuasse ciò che lo studio di fattibilità delinea ?
La necessità che è avvertita è di coltivare un costante attenzione verso il Po, elemento costitutivo del territorio polesano e non solo nei periodi di siccità o di piena; questa necessità ha trovato occasione per essere sottolineata, si è in questo incontro osservato come il grande fiume oggi costituisca una risorsa irripetibile sulla quale investire, non solo per agli aspetti di salvaguardia ambientali, ma anche per le opportunità di sviluppo economico che possono originarsi lungo la sua asta, la
quale è vero perno di un sistema naturalistico che rappresenta un contesto favorevole per lo sviluppo di tutta una serie di attività legate in particolare al cosiddetto “turismo lento”, con le piste ciclabili, il diportismo nautico, le ippovie, cui affiancare percorsi per la scoperta delle eccellenze, anche gastronomiche, del territorio.Serve, però, un'azione sinergica e coordinata: da qui è emersa la proposta di un documento d'intesa, che se sottoscritto dagli enti locali e dalle forze sociali, contribuirebbe a fare del Polesine un soggetto unito e forte, in grado di incidere efficacemente sulle decisioni strategiche che riguardano il Po.Il documento, peraltro, ricalca quello già presentato in occasione del convegno sulle Terre di mezzo, che si svolse a Polesella nel febbraio 2008, che ha costituito un'ottima occasione per l'avvio di una collaborazione, sulle problematiche del Po, con la provincia di Ferrara. Un’ iniziativa, quest’ultima, che dimostra, anche alla luce di questi ulteriori sviluppi, quanto siano attuali e non rinviabili un’azione e una presenza del Polesine su questo tema, il tema
del Po. Valorizzare e preservare appaiono, all’atto pratico, alla luce dell’esperienza concreta, due esigenze indivisibili, due obbiettivi che rientrano in una medesima finalità: dare futuro a questa immensa risorsa, la cui esistenza e la cui adeguatezza alle necessità dell'uomo è data troppo spesso per scontata e evidentemente non viene capita adeguatamente da parte di troppi, tra i quali anche molti che dovrebbero avvertire in altra e ben maggiore maniera la sua importanza che le deriva dall’essere davvero bene comune e i rischi che corre.Dopo la lettura della bozza del documento d'intesa sul Po, si é aperta la discussione, nella quale sono intervenuti Merchiori, Sindaco di Rovigo, Saccardin, Presidente dell'Ente Parco e Astolfi, Sindaco di Polesella, i quali, dopo aver espresso apprezzamento per l'iniziativa, hanno evidenziato la necessità di organizzare degli strumenti per concretizzare le enunciazioni contenute nel documento proposto.E' seguita, quindi, l'illustrazione a cura del Direttore AIPO Ing. Fortunato del progetto
Cutura
15per la regimazione delle acque del Po da Cremona alla foce del Mincio. L’idea sarebbe quella di elevare l’attuale livello idrico di magra del fiume Po, riportandolo mediamente alle quote di circa 50 anni fa, senza peraltro produrre alcuna alterazione del regime idraulico di piena, mediante la costruzione di quattro traverse, posizionate lungo il tratto lombardo; una quinta traversa sarebbe prevista dopo la confluenza con il canale di Ferrara.Tale intervento assume, a detta dei proponenti, un ruolo fondamentale per il riassetto del fiume e per avviare il processo di recupero ambientale, in quanto attraverso di esso sarà possibile raggiungere il riequilibrio idraulico/morfologico del fiume, il miglioramento delle condizioni di navigabilità, la produzione di energia idroelettrica da fonte rinnovabile, il miglioramento delle possibilità di derivazione a fini irrigui, l'innalzamento e stabilizzazione delle falde idriche, una maggiore disponibilità di risorsa idrica da gestire durante i periodi siccitosi, migliorando anche le possibilità di contrastare la risalita del cuneo salino nell’a
rea del Delta e, non ultima, una riqualificazione paesistica ed ambientale. Si tratta, dunque, di un intervento di valenza strategica, che non può non essere seguito con attenzione anche dalle istituzioni polesane.Conclusa l'esposizione del relatore, si é aperto un partecipato ed incisivo dibattito. Ma dal dibattito seguito dalla relazione svolta dal Direttore dell'A.I.PO, è emerso che il Veneto non ha ancora preso in debita considerazione la proposta progettuale in fase di studio, nonostante la sua rilevanza strategica,dal momento che essa potrebbe a riassettare l'attuale configurazione morfologica e idrogeologica del fiume, assicurando sicuri benefici per le aree rivierasche della Regione Lombardia (compresa la possibilità di produrre energia da fonti idrauliche), ma non per i territori attraversati dal Po posti a valle del fiume Mincio, e cioè, per il Polesine e, quindi, per la nostra Regione.Sono state formulate, infatti, notevoli perplessità in ordine alla possibilità che nei momenti di minore portata, in particolare nei periodi di siccità, si possono verificare ri
duzioni dei flussi d'acqua lungo il tratto fluviale che scorre lungo il Polesine, tali da compromettere le disponibilità idriche per gli usi civici e produttivi da parte delle comunità e delle attività economiche insediate nel territorio della nostra provincia. L'iniziativa, è stato considerato ed espresso, qualora realizzata ridisegnerebbe il volto del fiume con un forte impatto sul tratto terminale, in particolare per quanto concerne l'ultima parte dell'asta fluviale che scorre nel territorio del Polesine formando, prima di sfociare nel mare Adriatico, quel complesso naturalistico unico in Italia che è il Delta del Po. Ora, senza togliere il riconoscimento alla progettualità lombarda, che viene asserito essere rivolta, qualora attuata - per ora non di un progetto stiamo parlando , ma di uno studio di fattibilità - a rinaturalizzare il fiume e una sua gestione più funzionale, a vantaggio dell'intera pianura padana, quel che sicuramente in questo momento manca è ciò di cui si avverte la carenza: un’attenzione da parte della Regione del Veneto a seguire con la dovuta attenzione la proposta del pro
Cultura
16getto di regimazione delle acque del Po promosso dalla Lombardia e l’adoperarsi, perchè nella definizione delle scelte programmatiche e progettuali, che riguardano il grande fiume, siano coinvolte le istituzioni e le rappresentanze dei territori interessati. Non è pensabile, insomma, dar corso a interventi sul fiume Po che non siano ideati, progettati e attuati sulla base di una visione integrata di tutto il percorso che il fiume compie dalla sorgente al mare Adriatico, valutando gli effetti che si producono lungo tutto il corso dell'asta fluviale, in specie lungo il tratto terminale, in specie il Polesine, che non può più essere il collettore che raccoglie in maniera indiscriminata quanto fluisce a valle, né il segmento che in posizione subordinata deve sottostare alle conseguenze delle scelte e dei comportamenti dei territori che stanno a monte.Al termine dei lavori, le istituzioni e le componenti sociali hanno ricevuto l’invito da parte della Provincia a formalizzare dei pareri sullo studio dell'AIPO.
L’ente Provincia, del resto,ritiene che l’intesa che si intende condividere coi comuni e con le altre componenti territoriali non interferisce con quanto stanno realizzando l’Ente Parco Veneto del Delta e le altre amministrazioni per valorizzare il Po.E’ seguita anche la decisione di costituire un apposito gruppo di lavoro che giunga a individuare le proposte operative per dare concretezza al documento d'intesa, in ordine al quale è stata rimarcata l’indispensabilità dell’apporto fornito dei comuni. Dai lavori è emersa con chiarezza la consapevolezza dello
stretto legame che intercorre tra le possibilità di intervento per valorizzare i territori rivieraschi del Po e l’asset
to che il fiume potrà acquisire una volta che questo progetto per la regimazione delle acque venisse attuato. Situazioni come questa hanno operato nel produrre convergenze fra i soggetti del territorio polesano verso una cooperazione per affrontare queste importantissime tematiche presentandosi come “sistema” locale: ad esse tematiche il futuro, e in particolare il nostro futuro, è inevitabilmente legato. Il tutto consente infine di essere letto come segno evidente che nel caso del Po le prospettive di preservazione e quelle di valorizzazione non solo viaggiano legate, ma devono es
sere messe anche dai polesano al centro dell’attenzione senza rinvii.
Cutura