relazione del segretario generale della flc cgil catania lillo fasciana 19 febbraio 2010

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2 ° CONGRESSO FLC CGIL CATANIA 19 febbraio 2010 Hotel Principe, via Alessi, 24 - Catania ________ “La Conoscenza oltre la Crisi” Relazione del Segretario Generale Lillo FASCIANA ________ 1) I Congressi di base Care compagne, cari compagni, il 2° Congresso della Flc Cgil segna un momento importante per il percorso di unificazione avviato nel 2004: il settore della Conoscenza si è sempre più consolidato e la trasversalità dei temi affrontati ha mostrato chiaramente che la scelta fatta dal nostro sindacato ha rafforzato gli elementi di Confederalità che lo hanno da sempre caratterizzato. Abbiamo svolto 39 assemblee in tutta la provincia raggiungendo quasi la metà dei nostri iscritti e parlando

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Page 1: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

2 ° CONGRESSO FLC CGIL CATANIA

19 febbraio 2010

Hotel Principe, via Alessi, 24 - Catania

________

“La Conoscenza oltre la Crisi”

Relazione del Segretario Generale

Lillo FASCIANA

________

1) I Congressi di base

Care compagne, cari compagni,

il 2° Congresso della Flc Cgil segna un momento importante per il percorso di

unificazione avviato nel 2004: il settore della Conoscenza si è sempre più consolidato

e la trasversalità dei temi affrontati ha mostrato chiaramente che la scelta fatta dal

nostro sindacato ha rafforzato gli elementi di Confederalità che lo hanno da sempre

caratterizzato.

Abbiamo svolto 39 assemblee in tutta la provincia raggiungendo quasi la metà dei

nostri iscritti e parlando a tanti lavoratori non iscritti; la partecipazione ai lavori

congressuali, nel complesso, è stata dignitosa .

Il confronto nelle assemblee di base ha portato in superficie il malessere, il disagio e

talvolta la sfiducia che, in una fase politica ed economica così difficile e complessa,

accompagnano la nostra categoria.

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La riduzione generalizzata dei diritti di rappresentanza sociale con la conseguente

riduzione dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro, indebolisce il mondo dei lavoratori

e ne attenua la capacità di lotta.

Eppure, tra tanto scetticismo, traspare, qua e là, una voglia nascosta di spendersi

ancora, di testimoniare che un altro modello di sviluppo è possibile, che non

possiamo abbandonare il campo all’individualismo sfrenato che alberga nelle

coscienze, al corporativismo, al liberismo più oltranzista, alla mercificazione dei

saperi e della vita delle persone.

Emerge la necessità, nell’area più consapevole, di spostare l’azione dalla sfera

individuale a quella collettiva, attraverso l’aggregazione di forze che diano corpo a un

progetto politico e sindacale che rappresenti le istanze del mondo del lavoro, dei

precari, dei disoccupati, dei soggetti che non hanno la cittadinanza dei diritti.

2) La crisi e il paradosso dei costi

I due anni di crisi acuta vissuta dall’economia globale, hanno fatto traballare il

sistema economico liberista ed è stato necessario l’intervento forte degli Stati per

contrastare l’azione travolgente, per rapidità e dimensioni, di una recessione generata

da bolle speculative che si sono riversate immediatamente nell’economia reale con

conseguenze pesantissime per i settori lavorativi e le fasce più deboli.

Oggi assistiamo increduli a un evento a dir poco paradossale: mentre la finanza e la

speculazione hanno traguardato il punto di inversione inferiore della crisi, il mondo

del lavoro registra le maggiori sofferenze e toccherà la punta superiore della curva

del disagio sociale proprio durante quest'anno, pagando un prezzo altissimo in

termini di disoccupazione, cassa integrazione, riduzione del reddito.

Gli Stati dell’economia globale, che, coi soldi dei contribuenti, sono intervenuti in

modo corposo per evitare il crollo del sistema bancario mondiale e dell’alta finanza,

non mostrano la medesima solerzia per sostenere i redditi delle famiglie dei lavoratori

e dei ceti meno abbienti. Anzi, i poteri forti della finanza e dell'imprenditoria

mondiale, facendo prevalere l'esclusiva logica del profitto, attraverso

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delocalizzazioni selvagge abbandonano le vecchie aree industrializzate per rincorrere

un nuovo sfruttamento del lavoro laddove i costi di produzione sono più bassi.

Il Premio Nobel per l'economia, Paul Krugman, nel suo libro Economisti per caso e

altri dispacci della scienza triste, scrive: “La quintessenza della disumanità del

capitalismo (..) è il fatto di considerare il lavoro alla stregua di una merce (…) Un

commerciante può vendere molti beni, ma un lavoratore ha di norma un solo lavoro,

che gli fornisce non solo il sostentamento, ma spesso anche il suo senso di identità.

Una merce non venduta è un problema, un lavoratore senza impiego una

tragedia”

Non è più tollerabile che le imprese continuino a usare violenza ai territori e alle

persone, utilizzando, spesso, i contributi statali, per poi abbandonarli ai loro destini

quando odorano possibilità di maggiori guadagni. E’ una logica che non possiamo

accettare, occorre che le imprese assumano come linea guida quella responsabilità

sociale, da più parti evocata, che potrebbe permettere di attivare processi di

solidarietà collettiva in grado di dare risposte concrete ai lavoratori nei periodi di

crisi.

3) La risposta del governo

La risposta debole del governo italiano ad una crisi, che nel nostro paese avrà una

incidenza pesante nel mondo del lavoro, segna un aggravio aggiuntivo a quello che

noi avevamo definito nel congresso precedente come il declino economico

dell’Italia.

Declino che viene da lontano e che ha dato segni evidenti molto prima della crisi

globale. Termini Imerese, l’Alcoa, la Glaxo, la Numonix a Catania, per citarne

alcuni, sono casi emblematici dell’incapacità del Governo di programmare una

politica industriale solida, in grado di reggere le sfide del tempo.

 

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Oggi, il nostro Paese necessita di politiche coraggiose volte a individuare nel 

sostegno ai redditi medio bassi, negli investimenti nel settore della conoscenza,

nella diffusione della fruibilità dei beni comuni,  gli elementi necessari che

possano consentire di affrontare le sfide dell’economia globale attraverso la messa a

punto di strumenti capaci di guardare a un modello di organizzazione sociale con al

centro il lavoro e la dignità del lavoro; a un modello di sviluppo economico

rispettoso dell’ambiente e della qualità della vita. Politiche nuove che non

appartengono al modello culturale e ideologico di questo governo. Un governo che ha

altro da fare.

L’attacco alla Costituzione e ai suoi principi fondamentali, l'attacco continuo alla

magistratura, l’utilizzo della decretazione d’urgenza come strumento finalizzato a

svuotare il Parlamento delle sue funzioni, sono segnali inquietanti per la democrazia

e per il paese.

Bene fa la CGIL a rivendicare il rispetto della Costituzione a partire dall’articolo 3.

In Italia, l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, nel contesto dato, non è più un

fatto giuridico scontato: dalle leggi ad personam agli incresciosi quanto preoccupanti

fatti di Rosarno, i principi sanciti in quell'articolo mostrano tutta la loro fragilità

all'interno di un tessuto sociale che le politiche di questo governo ha reso sempre più

frammentato e disgregato.

In questo quadro, bene fa la Cgil a sostenere lo sciopero dei migranti del 1° marzo e a

inserire nella piattaforma rivendicativa dello sciopero del prossimo 12 marzo anche le

loro ragioni; perché le vite delle persone e i diritti delle persone non possono

registrare differenze né per il colore della pelle, né per i convincimenti religiosi, né

per la provenienza territoriale, e nemmeno per le condizioni economiche e sociali.

Ai soggetti deboli della popolazione occorre dare voce e trovare soluzioni concrete

ai loro bisogni; il riconoscimento dello ius soli agli immigrati deve rappresentare il

punto di partenza per avviare una politica dell'integrazione che veda nella diversità

una ricchezza e non un problema.

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4) Redistribuzione del reddito – Una necessità non dilazionabile

La sperequazione nella distribuzione del reddito ha allargato sempre più la curva

delle disuguaglianze; il 10% delle famiglie detiene il 45% della ricchezza del paese;

il reddito da lavoro dipendente soffre di una politica incapace di adottare la leva

fiscale per dare sostegno a chi, più degli altri percettori di reddito, contribuisce a

sostenere le spese collettive.

Restituzione del fiscal drag, riduzione delle aliquote alle fasce reddituali più basse,

aumento delle detrazioni d’imposta per la produzione di reddito da lavoro

dipendente, ampliamento degli ammortizzatori sociali per quantità, durata e fasce

sociali, sostegno al reddito dei pensionati e degli inoccupati, possono trovare

risposta attraverso un’azione redistributiva che faccia pagare realmente a ciascuno

secondo la propria capacità contributiva con riferimento anche alla fonte di reddito

prodotto: in particolare, le rendite finanziarie non possono concorrere alle spese

comuni con una imposizione privilegiata, occorre quantomeno raggiungere aliquote

pari a quelle europee.

5) La Conoscenza dentro la crisi

La miopia di questo Governo nel settore della Conoscenza è andata al di là delle

peggiori previsioni.

Il taglio di 8 miliardi di euro per la scuola e di 1 miliardo e mezzo per l’università, in

tre anni, a partire dal 2008/2009, ha mostrato un limite strategico nelle politiche del

governo e avrà l'effetto di aumentare le difficoltà quando l’uragano che ha investito

l’economia mondiale sarà passato del tutto.

L’Italia va in controtendenza sia in ordine alle strategie di sviluppo del Paese sia in

ordine alla congiuntura economic: non si seguono le indicazioni di Lisbona, quindi

non si investe sul futuro, si tagliano posti di lavoro tra l'altro in una fase di recessione

economica senza precedenti assecondando l'andamento ciclico senza contrastarlo dal

lato della domanda.

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In questo quadro, la riduzione dei diritti individuali e collettivi nei luoghi di lavoro,

rappresenta l'ulteriore cifra dell’azione di governo nei rapporti con i lavoratori e le

organizzazioni sindacali.

La volontà determinata di ridurre il peso della rappresentanza sociale, favorendo

divisioni e spaccature, non aiuta di certo il mondo del lavoro e spinge verso un clima

di forte tensione sociale dagli sbocchi imprevedibili: quando gli spazi della

mediazione politica e sindacale vengono meno, la sofferenza delle fasce deboli si

acuisce e la mancanza di risultati determina angoscia, frustrazione, disperazione e

rabbia.

La riforma della scuola secondaria, così come per gli altri pezzi della Conoscenza,

segna un ulteriore momento di arretramento per il sistema formativo pubblico.

L’esperienza dell’anno scolastico in corso nella scuola di base ci ha permesso di

registrare un abbassamento generalizzato della qualità dell’offerta formativa: classi

numerose, alunni smistati in una pluralità di classi per mancanza di docenti,

prestazione dei servizi in grande sofferenza; il maestro unico o prevalente non è nella

condizione di rispondere alle esigenze di una didattica al passo coi tempi; di una

didattica capace di canalizzare le sollecitazioni esterne che gli alunni ricevono in un

percorso organizzato in modo sistematico, che finalizzi le conoscenze agli obiettivi

programmati.

Nella scuola secondaria di secondo grado la riforma in corso, attraverso la

riduzione del tempo scuola nei tecnici e professionali, esprime la chiara volontà di

attivare un percorso duale che risulterà penalizzante per i soggetti più deboli.

Nell'Università la riforna lascia intravedere un percorso di accentramento

gerarchizzante e autoritario; riduce l'autonomia degli Atenei,  non aiuta a risolvere il

problema del precariato e non dà risposte ai giovani in ordine al diritto allo studio.

Tra l'altro, la riduzione del Fondo di Funzionamento Ordinario ha messo in ginocchio

la gestione degli Atenei con una contrazione dell’offerta formativa che avrà

ripercussioni fortemente negative sugli studenti e sul personale: i licenziamenti

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generalizzati dei precari, dopo anni di lavoro presso l’amministrazione, danno la

misura di quanto potrà accadere nel futuro prossimo.

Anche nel settore della ricerca le sofferenze sono di grande rilievo: si tagliano

risorse finanziarie e umane, si accorpano gli enti senza un progetto organico di ampio

respiro, ma soprattutto non si investe nella ricerca di base, quella che consente a un

paese di accumulare la ricchezza delle idee che al momento opportuno si traducono in

applicazioni concrete, in know how, in produzioni ad alto valore aggiunto.

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” dice Ulisse

ai suoi compagni quando giungono ai confini del mondo allora conosciuto,

esprimendo così l'intrinseca necessità che spinge l'uomo ad aggiungere nuovi saperi

per soddisfare bisogni materiali e immateriali. Poi continua dicendo:

“ Li miei compagni fec'io sì aguti, / con questa orazion picciola, al cammino, /che a

pena poscia li avrei ritenuti”.

Mi si permetta l’azzardo, è la metafora della ricerca di base. I compagni di Ulisse

non cadono nella trappola della sua oratoria, ma danno nutrimento al seme della

conoscenza che viene loro iniettato dal figlio di Laerte attraverso un investimento

assoluto, senza ritorno, che li porta verso l'ignoto; verso la possibile morte per amore

del sapere; ed è talmente elevata la frenesia che trasformano i loro remi in ali per il

“folle volo” (“ e volta nostra poppa nel mattino / de' remi facemmo ali al folle

volo…”)

Non pretendiamo così tanto dalla Gelmini: chiediamo semplicemente di investire,

soprattutto nella ricera di base, parte dei soldi che consegniamo quotidianamente a

Tremonti, i nostri soldi, per consentire al paese uno sviluppo equilibrato e sostenibile

e per dare opportunità alle future generazioni.

Il minimo comune denominatore nei settori della Conoscenza rimane lo

smantellamento del sistema formativo pubblico che comporta l’espulsione dei ceti

deboli dai percorsi di studio alti e qualificati.

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Lo abbiamo detto nel passato e lo ribadiamo ancora: è un sistema classista che riporta

indietro il paese di almeno cinquant’anni.

Le decina di migliaia di posti di lavoro persi e che si perderanno nei prossimi anni

rappresentano uno scenario agghiacciante di ristrutturazione di un sistema che, come

quello industriale, non investe sulle professionalità delle persone e sulla qualità, ma

mira al realizzo immediato del risparmio o del profitto.

I cosiddetti progetti Lenza, nella scuola, sono un esempio di come si intende

rimodulare  il sistema formativo: il governo centrale riduce l’intervento e smista alle

regioni una serie di compiti; l'offerta formativa, pertanto, si attaglia alle possibilità

territoriali e si introducono, in tal modo, forme di  federalismo scolastico vuoto e a

perdere che destrutturano il sistema formativo, destrutturano il rapporto di lavoro,

concorrono ad incrementare il divario tra aree territoriali e strati sociali.

E’ una visione miope che dobbiamo contrastare con forza.

Bene ha fatto la Flc Cgil siciliana a dire no a quei progetti  che tra l’altro stentano

ancora a decollare e registrano un gradimento vicino allo zero dei precari interessati.

6) Catania precaria

A Catania la precarietà ha assunto dimensioni tragiche; nella scuola la contrazione di

1.500 posti per l’anno scolastico in corso ha creato tensione e disperazione, che si è

tramutata in rabbia e contestazione. Tra l'altro, in Sicilia una parte corposa del taglio

ha gravato sul sostegno, rendendo difficile assicurare la didattica agli alunni disabili.

I nostri precari dal 1° settembre 2009 occupano, seppur con modalità diverse, l'USP;

siamo già al 6° mese. L'anno prossimo avremo un taglio ulteriore di almeno 1.000

unità lavorative; in una condizione generale in cui il lavoro nell'intera provincia segna

il passo, ciò aggraverà maggiormente l'impatto sociale nel territorio.

Tanti precari sono partiti per le città del Nord. Non è certamente una tragedia, siamo

abituati, lo abbiamo fatto noi e prima ancora i nostri padri. Tuttavia sono risorse

intellettuali che scappano, non per libera scelta, ma perché costretti; sono energie che

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perdiamo, aggiungendo alla desertificazione industriale la desertificazione

intellettuale.

7) Università, ricerca

Anche nell'Università di Catania cominciamo a registrare forti sofferenze a causa dei

pesanti tagli. La nostra preoccupazione va a quei lavoratori di Lettere, tecnici e

amministrativi, che, dopo anni di lavoro non hanno avuto il rinnovo del contratto; agli

studenti che registreranno una riduzione generalizzata dell'offerta formativa e

dovranno subire gli effetti deleteri del numero chiuso; ai precari della ricerca che

giustamente reclamano stabilità e diritti che il loro status ad oggi non prevede.

Sul precariato della ricerca e della didattica negli Atenei riteniamo vada fatta una

discussione ampia, così come sul precariato del Policlinico, dai sociosanitari

esternalizzati sempre in balìa delle cooperative, ai medici che ormai da anni lavorano

nell'incertezza del futuro.

Riteniamo vada aperto un tavolo di confronto per determinarne l'anagrafe della

Ricerca per consentire di fotografare il reale funzionamento dell'Ateneo, rilevare il

ruolo che il precariato assolve al suo interno e fornire la base per

la pianificazione del reclutamento in funzione non solo delle

risorse finanziarie disponibili, ma anche dei tempi del turn-over e

delle progressioni delle carriere, in un Ateneo che conta poco meno

del 4% di docenti sotto i 35 anni.

E perché non pensare, inoltre, all'istituzione di una Commissione

Permanente sul Precariato con compiti di monitoraggio e di

indirizzo nonché all' introduzione della rappresentanza dei

precari della ricerca e della didattica (assegnisti, docenti a

contratto) negli organi collegiali di ateneo, facoltà e dipartimenti.

Su questa partita consegneremo al Rettore dell'Ateneo di Catania una piattaforma con

una richiesta formale di incontro.

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La precarietà nel nostro comparto produce un danno duplice perché oltre a non dare

certezze alle persone comporta discontinuità nei processi formativi e ne abbassa la

qualità. La lotta alla precarietà per La Cgil e per la Flc rimane prioritaria nelle

piattaforme rivendicative a tutti i livelli.

8) Sicurezza nei luoghi di lavoro

In ordine alla sicurezza del lavoro, nell’ambito della più generale campagna

promossa dalla Cgil, abbiamo avviato una petizione per sensibilizzare i comuni e la

provincia in merito alla necessità di operare attivamente per la sicurezza degli edifici

scolastici, con particolare riferimento al rischio sismico. La raccolta delle firme è

ancora in corso, dovremmo concludere l’iniziativa a fine aprile. Preghiamo ciascuno

di voi affinché nelle scuole venga coinvolta quanta più gente possibile, dai docenti

alle famiglie.

Il problema della sicurezza e della tutela della salute nei luoghi di lavoro è per la Flc

Cgil uno degli argomenti centrali: dobbiamo richiedere il rispetto delle norme anche

quando si determinano gli organici. Le regole non possono essere rispettate a giorni

alterni o a seconda delle circostanze. I lavoratori e gli alunni debbono operare in

luoghi sicuri e salubri.

La vicenda della facoltà di Farmacia, ci consegna una realtà preoccupante, su cui

occorre fare chiarezza estrema individuando le responsabilità.

9) La conoscenza oltre la crisi

Il Sistema formativo che vogliamo non può che essere radicalmente alternativo a

quello neoliberista incarnato dalla Gelmini. Ed è un sistema che deve puntare sulla

conoscenza come strumento fondamentale per coniugare sviluppo economico

sostenibile e coesione sociale; un sistema che sia in grado di affrontare il confronto

con le sfide della globalizzazione.

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La conoscenza per noi della CGIL è un bene bene comune. E i beni comuni

appartengono a tutti: ai ricchi e ai poveri; e l’appartenere a tutti comporta che la

gestione e la tutela sia affidata alla responsabilità collettiva quindi allo Stato.

La competitività dei prodotti, i diritti di cittadinanza, la capacità di leggere le

informazione, l’adattamento alle rapide trasformazioni , necessitano dell’acquisizione

di conoscenze alte e qualificate.

Perciò l’accesso ai gradi più alti dell’istruzione o meglio ancora l’istruzione per

tutto l’arco della vita rappresenta per la CGIL un obiettivo prioritario per lo

sviluppo politico sociale ed economico del nostro paese.

Il sistema formativo che vogliamo deve avere una dimensione pubblica e laica, e

avere come quadro valoriale di riferimento la democrazia, la tolleranza, il rispetto

delle diversità e sappia formare le nuove generazione al sapere critico.

Il sistema formativo che vogliamo non è irrilevante rispetto a un nuovo modello

sociale e a un nuovo modello di sviluppo economico.

La Ricchezza delle Nazioni non può essere riscontrata nella sommatoria dei beni e

servizi prodotti, “a prescindere”, ma in una misurazione correlata alla qualità della

vita delle persone, nel rispetto di un equilibrio ambientale che deve essere preservato

come bene prezioso, sapendo che è un dovere di ciascuno quello di tramandarlo alle

future generazioni in buono stato di salute.

10) Lotta e forme di lotta

Da quell’infausto 25 giugno 2008, data dei pesanti tagli al settore della Conoscenza,

sono trascorsi quasi due anni. Abbiamo attivato azioni di contrasto sin dal primo

momento su tutto il territorio nazionale. Quel giorno a Catania eravamo davanti la

Prefettura a protestare. E nei giorni successivi, assieme agli altri sindacati, i

movimenti dei precari, gli studenti, le famiglie, le associazioni e i comitati del

personale della scuola dell’università e della ricerca, abbiamo prodotto una

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mobilitazione costante, ma con un andamento ciclico in ordine alla partecipazione,

al coinvolgimento politico, alla tensione morale.

A Catania ci sono stati momenti di grande partecipazione popolare alle iniziative

promosse nel territorio: penso alla grande manifestazione del 30 ottobre 2008 per la

scuola, a quella del 12 novembre successivo per l'Università, alla manifestazione coi

precari del CPS il 3 settembre del 2009, alla occupazione dell’USP.

Tante altre però non hanno dato risultati, sono state svolte in solitudine, penso

all’ultima in ordine di tempo a quella del 20 ottobre 2009 che ha visto pochissime

centinaia di lavoratori sfilare per le vie di Catania con una scarsa presenza della città.

La mancanza di risultati netti e immediatamente esigibili, ha comportato

un’attenuazione della partecipazione dovuta a una sorta di rassegnazione da

risultato che ha fatto registrare un calo nella credibilità della lotta segnando uno

scarto incolmabile con la credibilità nell'elaborazione politica che pure è

riconosciuta ampiamente alla CGIL dai lavoratori.

Tuttavia non possiamo lasciare il campo alla rassegnazione e all’inerzia; la battaglia

per un sistema formativo di qualità, inclusivo e laico, è una battaglia di civiltà che

non può essere sottaciuta.

Abbiamo il dovere, anche quando segniamo il passo, di riattivare una mobilitazione

forte, ampia, costante, attraverso il coinvolgimento della categoria, delle famiglie,

degli studenti, delle associazioni, dei movimenti, dei partiti politici che al nostro

quadro valoriale fanno riferimento quantomeno in ordine alla necessità di garantire

pari opportunità ai nastri di partenza e diritto di cittadinanza ai soggetti sociali più

deboli.

Riteniamo che il terreno vada preparato stringendo alleanze e condivisioni di percorsi

senza esitazioni, ora! La strada e lunga, tortuosa e irta di ostacoli .

La Conoscenza può e deve diventare il terreno di lotta comune per rilanciare un

progetto sociale e un modello di sviluppo economico sostenibile, che nella sua

essenza è un progetto politico; tutto da costruire, ma possibile!

Page 13: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

In questi mesi ci siamo appassionati molto sulle forme di lotta da adottare. Fermo

restando il valore politico irrinunciabile dello sciopero, i lavoratori non sempre

rispondono positivamente al nostro appello e spesso ci invitano ad una mobilitazione

meno dispendiosa e più efficace.

E' certamente il segno dei tempi: l'azione collettiva si indebolisce rispetto a soluzioni

individuali che spingono verso il corporativismo anche il nostro comparto.

E’ del tutto evidente, però, che in una condizione in cui la destra non concede spazi

alla mediazione politica e sindacale, anche lo sciopero più partecipato produce

risultati non sempre all’altezza delle aspettative dei lavoratori.

Pertanto, senza rinunciare a un momento di lotta collettiva di così grande valore

politico, occorre cominciare a ragionare, così come del resto stiamo facendo, su

forme di lotta più determinate, più incisive, e perché no, più radicali; azioni che

possano innescare un meccanismo virtuoso di contrasto all’interno dei singoli luoghi

di lavoro attraverso il coinvolgimento dell'intera comunità che opera nel settore della

Conoscenza.

Il mio convincimento personale è che in una situazione di contrazione dei diritti dei

cittadini e di riduzione della rappresentanza sociale nei luoghi di lavoro che non ha

precedenti, (la risposta di Sacconi alla richiesta che la CGIL pone sulla

rappresentanza sindacale, insegna!), un sindacato come il nostro debba promuovere

un conflitto forte che dia il segno netto di una volontà determinata nel contrastare un

disegno nefasto che arrecherà enormi danni al nostro paese.

Riannodare i fili coi movimenti e con le associazioni diventa in questa fase

essenziale.

Nelle prossime settimane a livello regionale si deterrmineranno gli organici della

scuola e i 41.600 tagli previsti per il prossimo anno scolastico tra personale docente e

ATA assumeranno consistenza concreta nelle singole realtà scolastiche con tutto ciò

Page 14: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

che significherà in termini di ricaduta sull'offerta formativa, sui lavoratori precari e su

quelli di ruolo.

L'acquisizione della consapevolezza su ciò che accadrà, potrebbe rappresentare il

momento giusto, forse l'ultimo, per avviare una mobilitazione articolata all'interno di

ciascuna scuola, a partire dalle semplice assemblee per socializzare le ricadute della

riforma, continuando con l'approvazione di documenti di dissenso, assemblee

permanenti, occupazioni simboliche, senza escludere a priori forme di protesta che

possano avere il crisma della radicalità e alle quali, a mio avviso, dobbiamo guardare

con estrema laicità sindacale, se condivise dall'intera comunità scolastica.

In questi due anni abbiamo profuso un impegno costante sia a livello politico che

sotto il profilo meramente organizzativo.

La Flc Cgil è stata dentro i processi politici che hanno interessato la città e attraverso

un’ intensa collaborazione con la CGIL provinciale, non ha mancato di esprimere la

propria azione in tutti i momenti importanti per il nostro comparto, per il mondo del

lavoro, del precariato, dei migranti.

Non sempre in questi processi abbiamo avuto accanto le altre organizzazioni

sindacali; l’Accordo separato del 22 gennaio 2009 ha segnato una frattura che ha

indebolito il mondo del lavoro e l’azione sindacale nel suo complesso, anche a livello

locale.

Tuttavia l’unità sindacale, pur essendo un obiettivo importante, non può essere un

valore in sé; perciò, ritengo, debba essere ricercata caso per caso, partendo dagli

elementi che accomunano gli interessi dei lavoratori. Nella scuola, così come

nell'università,, la battaglia sui tagli potrebbe rappresentare il punto d'incontro per

riaprire una nuova proficua stagione di lotte nel settore della Conoscenza.

11) Il “bilancio sociale”

Page 15: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Sotto il profilo organizzativo, in questi ultimi due anni, abbiamo lavorato alla

costruzione di un modello sindacale a rete nel territorio; modello che, in parecchie

circostanze, ha dato buoni frutti.

Abbiamo avviato un buon rapporto con i compagni che lavorano nei territori e senza

avere la pretesa di avere raggiunto l’ottimo, di certo la nostra presenza è migliorata

sia in termini politici e di rappresentanza che in ordine ai servizi offerti agli iscritti e

ai lavoratori.

Come sempre accade, non in tutte le parti i risultati sono uguali, esistono aree dove

malgrado gli sforzi la nostra presenza potrebbe essere più incisiva; l’impegno è

quello di rafforzare sempre più questo modello organizzativo con investimenti mirati,

per dare risposte ai lavoratori sempre più adeguate alle aspettative ed efficaci in

ordine ai risultati.

Abbiamo lavorato molto anche sulla comunicazione; abbiamo un sito internet

abbastanza frequentato, nei momenti caldi superiamo le 30.000 visite mensili,

tuttavia, anche qui dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo per passare dalla fase

artigianale a quella professionale. Così come dobbiamo migliorare la comunicazione

diretta con i nostri iscritti e coi lavorati utilizzando le tecnologie che l’informatica

oggi mette a disposizione.

In ordine ai comparti, abbiamo registrato con interesse un importante risultato coi

precari della ricerca universitaria che si sono proposti come soggetto lavorativo che

pone nuove istanze e nuovi spazi di tutela sindacale al mondo del lavoro. Siamo certi

che i compagni sapranno dare un grande contributo politico e organizzativo anche

all’intero comparto.

12) RSU

Abbiamo fatto un dignitoso lavoro anche con le RSU, malgrado Brunetta, ampliando

i momenti di incontro e cercando di attivare percorsi di formazione volti a qualificarle

sempre più.

Page 16: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Se questo governo ce ne darà il tempo e se la contrattazione nei luogo di lavoro avrà

un seguito, è necessario, però, puntare al salto di qualità: dobbiamo attivare una

formazione mirata e di alto valore per rendere autonome le RSU nell’azione

negoziale.

Anche in questo settore l’organizzazione a rete del sindacato ha pagato; in occasione

della presentazione delle liste, nonostante gli annunci del governo che avrebbe

prorogato le RSU, siamo riusciti a presentarne 227 su 237, con una media di tre

candidati per scuola.

Un risultato politico importante che esprime con chiarezza la volontà dei lavoratori di

non rinunciare al protagonismo sindacale e del profondo radicamento del nostro

sindacato nei luoghi di lavoro.

13) Un sindacato in crescita

L'intenso lavoro svolto dai compagni del direttivo provinciale, dalla segreteria, dai

distaccati, dall'ufficio sindacale, dai compagni che operano nei territori e anche dai

semplici iscritti, ha permesso al nostro sindacato di registrare una crescita costante

anche in termini di adesioni, in una fase in cui la contrazione degli organici è stata

molto pesante. Cresciamo di più tra i precari con il tesseramento diretto, teniamo

bene con i lavoratori a tempo indeterminato.

Durante le assemblee congressuali abbiamo registrato un dato significativo in termini

di adesioni: almeno 100 lavoratori di ruolo hanno chiesto l'iscrizione al nostro

sindacato. Un dato che dà riscontro al lavoro svolto dalle compagne e dai compagni

della struttura che non si sono mai risparmiati nel dare il loro prezioso contributo alla

Flc Cgil.

Il nostro convincimento è che dobbiamo consolidare i risultati ottenuti in questi anni

e ciò sarà possibile col lavoro di tutti.

14) Conclusioni

Il nostro sindacato ha compiuto 100 anni nel 2006. E' un sindacato che ha scritto un

pezzo importante della storia del movimento dei lavoratori in Italia.

Page 17: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

E così, come quel contadino del racconto di Andrea Camilleri, che non viene citato a

caso, Michele Zosimo, che nel 1718, proclamato Re di Girgenti per un giorno, riuscì

a regalare un sogno di dignità ai suoi “affamati e sgangherati sudditi”, noi della Cgil

dobbiamo continuare a batterci per dare dignità al lavoro, ai lavoratori, ai soggetti

deboli della popolazione.

Grazie!

2 ° CONGRESSO FLC CGIL CATANIA

19 febbraio 2010 – Hotel Principe - CT

________

“La Conoscenza oltre la Crisi”

Relazione del Segretario Generale

Lillo FASCIANA

________

1) I Congressi di base

Care compagne, cari compagni,

il 2° Congresso della Flc Cgil segna un momento importante per il percorso di

unificazione avviato nel 2004: il settore della Conoscenza si è sempre più consolidato

e la trasversalità dei temi affrontati ha mostrato chiaramente che la scelta fatta dal

nostro sindacato ha rafforzato gli elementi di Confederalità che lo hanno da sempre

caratterizzato.

Abbiamo svolto 39 assemblee in tutta la provincia raggiungendo quasi la metà dei

nostri iscritti e parlando a tanti lavoratori non iscritti; la partecipazione ai lavori

congressuali, nel complesso, è stata dignitosa .

Il confronto nelle assemblee di base ha portato in superficie il malessere, il disagio e

talvolta la sfiducia che, in una fase politica ed economica così difficile e complessa ,

accompagnano la nostra categoria.

Page 18: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

La riduzione generalizzata dei diritti di rappresentanza sociale con la conseguente

riduzione dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro, indebolisce il mondo dei lavoratori

e ne attenua la capacità di lotta.

Eppure, tra tanto scetticismo, traspare, qua e là, una voglia nascosta di spendersi

ancora, di testimoniare che un altro modello di sviluppo è possibile, che non

possiamo abbandonare il campo all’individualismo sfrenato che alberga nelle

coscienze, al corporativismo, al liberismo più oltranzista, alla mercificazione dei

saperi e della vita delle persone.

Emerge la necessità, nell’area più consapevole, di spostare l’azione dalla sfera

individuale a quella collettiva, attraverso l’aggregazione di forze che diano corpo a un

progetto politico e sindacale che rappresenti le istanze del mondo del lavoro, dei

precari, dei disoccupati, dei soggetti che non hanno la cittadinanza dei diritti.

2) La crisi e il paradosso dei costi

I due anni di crisi acuta vissuta dall’economia globale, hanno fatto traballare il

sistema economico liberista ed è stato necessario l’intervento forte degli Stati per

contrastare l’azione travolgente, per rapidità e dimensioni, di una recessione generata

da bolle speculative che si sono riversate immediatamente nell’economia reale con

conseguenze pesantissime per i settori lavorativi e le fasce più deboli.

Oggi assistiamo increduli a un evento a dir poco paradossale: mentre la finanza e la

speculazione hanno traguardato il punto di inversione inferiore della crisi, il mondo

del lavoro registra le maggiori sofferenze e toccherà la punta superiore della curva

del disagio sociale proprio durante quest'anno, pagando un prezzo altissimo in

termini di disoccupazione, cassa integrazione, riduzione del reddito.

Gli Stati dell’economia globale, che, coi soldi dei contribuenti, sono intervenuti in

modo corposo per evitare il crollo del sistema bancario mondiale e dell’alta finanza,

non mostrano la medesima solerzia per sostenere i redditi delle famiglie dei lavoratori

e dei ceti meno abbienti. Anzi, i poteri forti della finanza e dell'imprenditoria

mondiale, facendo prevalere l'esclusiva logica del profitto, attraverso

Page 19: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

delocalizzazioni selvagge abbandonano le vecchie aree industrializzate per rincorrere

un nuovo sfruttamento del lavoro laddove i costi di produzione sono più bassi.

Il Premio Nobel per l'economia, Paul Krugman, nel suo libro Economisti per caso e

altri dispacci della scienza triste, scrive: “La quintessenza della disumanità del

capitalismo (..) è il fatto di considerare il lavoro alla stregua di una merce (…) Un

commerciante può vendere molti beni, ma un lavoratore ha di norma un solo lavoro,

che gli fornisce non solo il sostentamento, ma spesso anche il suo senso di identità.

Una merce non venduta è un problema, un lavoratore senza impiego una

tragedia”

Non è più tollerabile che le imprese continuino a usare violenza ai territori e alle

persone, utilizzando, spesso, i contributi statali, per poi abbandonarli ai loro destini

quando odorano possibilità di maggiori guadagni. E’ una logica che non possiamo

accettare, occorre che le imprese assumano come linea guida quella responsabilità

sociale, da più parti evocata, che potrebbe permettere di attivare processi di

solidarietà collettiva in grado di dare risposte concrete ai lavoratori nei periodi di

crisi.

3) La risposta del governo

La risposta debole del governo italiano ad una crisi, che nel nostro paese avrà una

incidenza pesante nel mondo del lavoro, segna un aggravio aggiuntivo a quello che

noi avevamo definito nel congresso precedente come il declino economico

dell’Italia.

Declino che viene da lontano e che ha dato segni evidenti molto prima della crisi

globale. Termini Imerese, l’Alcoa, la Glaxo, la Numonix a Catania, per citarne

alcuni, sono casi emblematici dell’incapacità del Governo di programmare una

politica industriale solida, in grado di reggere le sfide del tempo. 

Page 20: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Oggi, il nostro Paese necessita di politiche coraggiose volte a individuare nel 

sostegno ai redditi medio bassi, negli investimenti nel settore della conoscenza,

nella diffusione della fruibilità dei beni comuni,  gli elementi necessari che

possano consentire di affrontare le sfide dell’economia globale attraverso la messa a

punto di strumenti capaci di guardare a un modello di organizzazione sociale con al

centro il lavoro e la dignità del lavoro; a un modello di sviluppo economico

rispettoso dell’ambiente e della qualità della vita. Politiche nuove che non

appartengono al modello culturale e ideologico di questo governo. Un governo che ha

altro da fare.

L’attacco alla Costituzione e ai suoi principi fondamentali, l'attacco continuo alla

magistratura, l’utilizzo della decretazione d’urgenza come strumento finalizzato a

svuotare il Parlamento delle sue funzioni, sono segnali inquietanti per la democrazia

e per il paese.

Bene fa la CGIL a rivendicare il rispetto della Costituzione a partire dall’articolo 3.

In Italia, l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, nel contesto dato, non è più un

fatto giuridico scontato: dalle leggi ad personam agli incresciosi quanto preoccupanti

fatti di Rosarno, i principi sanciti in quell'articolo mostrano tutta la loro fragilità

all'interno di un tessuto sociale che le politiche di questo governo ha reso sempre più

frammentato e disgregato.

In questo quadro, bene fa la Cgil a sostenere lo sciopero dei migranti del 1° marzo e a

inserire nella piattaforma rivendicativa dello sciopero del prossimo 12 marzo anche le

loro ragioni; perché le vite delle persone e i diritti delle persone non possono

registrare differenze né per il colore della pelle, né per i convincimenti religiosi, né

per la provenienza territoriale, e nemmeno per le condizioni economiche e sociali.

Ai soggetti deboli della popolazione occorre dare voce e trovare soluzioni concrete

ai loro bisogni; il riconoscimento dello ius soli agli immigrati deve rappresentare il

punto di partenza per avviare una politica dell'integrazione che veda nella diversità

una ricchezza e non un problema.

Page 21: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

4) Redistribuzione del reddito – Un'impellente necessità

La sperequazione nella distribuzione del reddito ha allargato sempre più la curva

delle disuguaglianze; il 10% delle famiglie detiene il 45% della ricchezza del paese;

il reddito da lavoro dipendente soffre di una politica incapace di adottare la leva

fiscale per dare sostegno a chi, più degli altri percettori di reddito, contribuisce a

sostenere le spese collettive.

Restituzione del fiscal drag, riduzione delle aliquote alle fasce reddituali più basse,

aumento delle detrazioni d’imposta per la produzione di reddito da lavoro

dipendente, ampliamento degli ammortizzatori sociali per quantità, durata e fasce

sociali, sostegno al reddito dei pensionati e degli inoccupati, possono trovare

risposta attraverso un’azione redistributiva che faccia pagare realmente a ciascuno

secondo la propria capacità contributiva con riferimento anche alla fonte di reddito

prodotto: in particolare, le rendite finanziarie non possono concorrere alle spese

comuni con una imposizione privilegiata, occorre quantomeno raggiungere aliquote

pari a quelle europee.

5) La Conoscenza dentro la crisi

La miopia di questo Governo nel settore della Conoscenza è andata al di là delle

peggiori previsioni.

Il taglio di 8 miliardi di euro per la scuola e di 1 miliardo e mezzo per l’università, in

tre anni, a partire dal 2008/2009, ha mostrato un limite strategico nelle politiche del

governo e avrà l'effetto di aumentare le difficoltà quando l’uragano che ha investito

l’economia mondiale sarà passato del tutto.

L’Italia va in controtendenza sia in ordine alle strategie di sviluppo del Paese sia in

ordine alla congiuntura economic: non si seguono le indicazioni di Lisbona, quindi

non si investe sul futuro, si tagliano posti di lavoro tra l'altro in una fase di recessione

economica senza precedenti assecondando l'andamento ciclico senza contrastarlo dal

lato della domanda.

Page 22: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

In questo quadro, la riduzione dei diritti individuali e collettivi nei luoghi di lavoro,

rappresenta l'ulteriore cifra dell’azione di governo nei rapporti con i lavoratori e le

organizzazioni sindacali.

La volontà determinata di ridurre il peso della rappresentanza sociale, favorendo

divisioni e spaccature, non aiuta di certo il mondo del lavoro e spinge verso un clima

di forte tensione sociale dagli sbocchi imprevedibili: quando gli spazi della

mediazione politica e sindacale vengono meno, la sofferenza delle fasce deboli si

acuisce e la mancanza di risultati determina angoscia, frustrazione, disperazione e

rabbia.

La riforma della scuola secondaria, così come per gli altri pezzi della Conoscenza,

segna un ulteriore momento di arretramento per il sistema formativo pubblico.

L’esperienza dell’anno scolastico in corso nella scuola di base ci ha permesso di

registrare un abbassamento generalizzato della qualità dell’offerta formativa: classi

numerose, alunni smistati in una pluralità di classi per mancanza di docenti,

prestazione dei servizi in grande sofferenza; il maestro unico o prevalente non è nella

condizione di rispondere alle esigenze di una didattica al passo coi tempi; di una

didattica capace di canalizzare le sollecitazioni esterne che gli alunni ricevono in un

percorso organizzato in modo sistematico, che finalizzi le conoscenze agli obiettivi

programmati.

Nella scuola secondaria di secondo grado la riforma in corso, attraverso la

riduzione del tempo scuola nei tecnici e professionali, esprime la chiara volontà di

attivare un percorso duale che risulterà penalizzante per i soggetti più deboli.

Nell'Università la riforna lascia intravedere un percorso di accentramento

gerarchizzante e autoritario; riduce l'autonomia degli Atenei,  non aiuta a risolvere il

problema del precariato e non dà risposte ai giovani in ordine al diritto allo studio.

Tra l'altro, la riduzione del Fondo di Funzionamento Ordinario ha messo in ginocchio

la gestione degli Atenei con una contrazione dell’offerta formativa che avrà

ripercussioni fortemente negative sugli studenti e sul personale: i licenziamenti

Page 23: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

generalizzati dei precari, dopo anni di lavoro presso l’amministrazione, danno la

misura di quanto potrà accadere nel futuro prossimo.

Anche nel settore della ricerca le sofferenze sono di grande rilievo: si tagliano

risorse finanziarie e umane, si accorpano gli enti senza un progetto organico di ampio

respiro, ma soprattutto non si investe nella ricerca di base, quella che consente a un

paese di accumulare la ricchezza delle idee che al momento opportuno si traducono in

applicazioni concrete, in know how, in produzioni ad alto valore aggiunto.

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” dice Ulisse

ai suoi compagni quando giungono ai confini del mondo allora conosciuto,

esprimendo così l'intrinseca necessità che spinge l'uomo ad aggiungere nuovi saperi

per soddisfare bisogni materiali e immateriali. Poi continua dicendo:

“ Li miei compagni fec'io sì aguti, / con questa orazion picciola, al cammino, /che a

pena poscia li avrei ritenuti”.

Mi si permetta l’azzardo, è la metafora della ricerca di base. I compagni di Ulisse

non cadono nella trappola della sua oratoria, ma danno nutrimento al seme della

conoscenza che viene loro iniettato dal figlio di Laerte attraverso un investimento

assoluto, senza ritorno, che li porta verso l'ignoto; verso la possibile morte per amore

del sapere; ed è talmente elevata la frenesia che trasformano i loro remi in ali per il

“folle volo” (“ e volta nostra poppa nel mattino / de' remi facemmo ali al folle

volo…”)

Non pretendiamo così tanto dalla Gelmini: chiediamo semplicemente di investire,

soprattutto nella ricera di base, parte dei soldi che consegniamo quotidianamente a

Tremonti, i nostri soldi, per consentire al paese uno sviluppo equilibrato e sostenibile

e per dare opportunità alle future generazioni.

Il minimo comune denominatore nei settori della Conoscenza rimane lo

smantellamento del sistema formativo pubblico che comporta l’espulsione dei ceti

deboli dai percorsi di studio alti e qualificati.

Page 24: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Lo abbiamo detto nel passato e lo ribadiamo ancora: è un sistema classista che riporta

indietro il paese di almeno cinquant’anni.

Le decina di migliaia di posti di lavoro persi e che si perderanno nei prossimi anni

rappresentano uno scenario agghiacciante di ristrutturazione di un sistema che, come

quello industriale, non investe sulle professionalità delle persone e sulla qualità, ma

mira al realizzo immediato del risparmio o del profitto.

I cosiddetti progetti Lenza, nella scuola, sono un esempio di come si intende

rimodulare  il sistema formativo: il governo centrale riduce l’intervento e smista alle

regioni una serie di compiti; l'offerta formativa, pertanto, si attaglia alle possibilità

territoriali e si introducono, in tal modo, forme di  federalismo scolastico vuoto e a

perdere che destrutturano il sistema formativo, destrutturano il rapporto di lavoro,

concorrono ad incrementare il divario tra aree territoriali e strati sociali.

E’ una visione miope che dobbiamo contrastare con forza.

Bene ha fatto la Flc Cgil siciliana a dire no a quei progetti  che tra l’altro stentano

ancora a decollare e registrano un gradimento vicino allo zero dei precari interessati.

6) Catania precaria

A Catania la precarietà ha assunto dimensioni tragiche; nella scuola la contrazione di

1.500 posti per l’anno scolastico in corso ha creato tensione e disperazione, che si è

tramutata in rabbia e contestazione. Tra l'altro, in Sicilia una parte corposa del taglio

ha gravato sul sostegno, rendendo difficile assicurare la didattica agli alunni disabili.

I nostri precari dal 1° settembre 2009 occupano, seppur con modalità diverse, l'USP;

siamo già al 6° mese. L'anno prossimo avremo un taglio ulteriore di almeno 1.000

unità lavorative; in una condizione generale in cui il lavoro nell'intera provincia segna

il passo, ciò aggraverà maggiormente l'impatto sociale nel territorio.

Tanti precari sono partiti per le città del Nord. Non è certamente una tragedia, siamo

abituati, lo abbiamo fatto noi e prima ancora i nostri padri. Tuttavia sono risorse

intellettuali che scappano, non per libera scelta, ma perché costretti; sono energie che

Page 25: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

perdiamo, aggiungendo alla desertificazione industriale la desertificazione

intellettuale.

7) Università, ricerca

Anche nell'Università di Catania cominciamo a registrare forti sofferenze a causa dei

pesanti tagli. La nostra preoccupazione va a quei lavoratori di Lettere, tecnici e

amministrativi, che, dopo anni di lavoro non hanno avuto il rinnovo del contratto; agli

studenti che registreranno una riduzione generalizzata dell'offerta formativa e

dovranno subire gli effetti deleteri del numero chiuso; ai precari della ricerca che

giustamente reclamano stabilità e diritti che il loro status ad oggi non prevede.

Sul precariato della ricerca e della didattica negli Atenei riteniamo vada fatta una

discussione ampia, così come sul precariato del Policlinico, dai sociosanitari

esternalizzati sempre in balìa delle cooperative, ai medici che ormai da anni lavorano

nell'incertezza del futuro.

Riteniamo vada aperto un tavolo di confronto per determinarne l'anagrafe della

Ricerca per consentire di fotografare il reale funzionamento dell'Ateneo, rilevare il

ruolo che il precariato assolve al suo interno e fornire la base per

la pianificazione del reclutamento in funzione non solo delle

risorse finanziarie disponibili, ma anche dei tempi del turn-over e

delle progressioni delle carriere, in un Ateneo che conta poco meno

del 4% di docenti sotto i 35 anni.

E perché non pensare, inoltre, all'istituzione di una Commissione

Permanente sul Precariato con compiti di monitoraggio e di

indirizzo nonché all' introduzione della rappresentanza dei

precari della ricerca e della didattica (assegnisti, docenti a

contratto) negli organi collegiali di ateneo, facoltà e dipartimenti.

Su questa partita consegneremo al Rettore dell'Ateneo di Catania una piattaforma con

una richiesta formale di incontro.

Page 26: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

La precarietà nel nostro comparto produce un danno duplice perché oltre a non dare

certezze alle persone comporta discontinuità nei processi formativi e ne abbassa la

qualità. La lotta alla precarietà per La Cgil e per la Flc rimane prioritaria nelle

piattaforme rivendicative a tutti i livelli.

8) Sicurezza nei luoghi di lavoro

In ordine alla sicurezza del lavoro, nell’ambito della più generale campagna

promossa dalla Cgil, abbiamo avviato una petizione per sensibilizzare i comuni e la

provincia in merito alla necessità di operare attivamente per la sicurezza degli edifici

scolastici, con particolare riferimento al rischio sismico. La raccolta delle firme è

ancora in corso, dovremmo concludere l’iniziativa a fine aprile. Preghiamo ciascuno

di voi affinché nelle scuole venga coinvolta quanta più gente possibile, dai docenti

alle famiglie.

Il problema della sicurezza e della tutela della salute nei luoghi di lavoro è per la Flc

Cgil uno degli argomenti centrali: dobbiamo richiedere il rispetto delle norme anche

quando si determinano gli organici. Le regole non possono essere rispettate a giorni

alterni o a seconda delle circostanze. I lavoratori e gli alunni debbono operare in

luoghi sicuri e salubri.

La vicenda della facoltà di Farmacia, ci consegna una realtà preoccupante, su cui

occorre fare chiarezza estrema individuando le responsabilità.

9) La conoscenza oltre la crisi

Il Sistema formativo che vogliamo non può che essere radicalmente alternativo a

quello neoliberista incarnato dalla Gelmini. Ed è un sistema che deve puntare sulla

conoscenza come strumento fondamentale per coniugare sviluppo economico

sostenibile e coesione sociale; un sistema che sia in grado di affrontare il confronto

con le sfide della globalizzazione.

Page 27: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

La conoscenza per noi della CGIL è un bene bene comune. E i beni comuni

appartengono a tutti: ai ricchi e ai poveri; e l’appartenere a tutti comporta che la

gestione e la tutela sia affidata alla responsabilità collettiva quindi allo Stato.

La competitività dei prodotti, i diritti di cittadinanza, la capacità di leggere le

informazione, l’adattamento alle rapide trasformazioni , necessitano dell’acquisizione

di conoscenze alte e qualificate.

Perciò l’accesso ai gradi più alti dell’istruzione o meglio ancora l’istruzione per

tutto l’arco della vita rappresenta per la CGIL un obiettivo prioritario per lo

sviluppo politico sociale ed economico del nostro paese.

Il sistema formativo che vogliamo deve avere una dimensione pubblica e laica; deve

assumere come quadro valoriale di riferimento la democrazia, la tolleranza, il rispetto

delle diversità; deve formare le nuove generazione al sapere critico.

Il sistema formativo che vogliamo non è irrilevante rispetto a un nuovo modello

sociale e a un nuovo modello di sviluppo economico.

La Ricchezza delle Nazioni non può essere riscontrata nella sommatoria dei beni e

servizi prodotti, “a prescindere”, ma in una misurazione correlata alla qualità della

vita delle persone, nel rispetto di un equilibrio ambientale che deve essere preservato

come bene prezioso, sapendo che è un dovere di ciascuno quello di tramandarlo alle

future generazioni in buono stato di salute.

10) Lotta e forme di lotta

Da quell’infausto 25 giugno 2008, data dei pesanti tagli al settore della Conoscenza,

sono trascorsi quasi due anni. Abbiamo attivato azioni di contrasto sin dal primo

momento su tutto il territorio nazionale. Quel giorno a Catania eravamo davanti la

Prefettura a protestare. E nei giorni successivi, assieme agli altri sindacati, i

movimenti dei precari, gli studenti, le famiglie, le associazioni e i comitati del

personale della scuola dell’università e della ricerca, abbiamo prodotto una

mobilitazione costante, ma con un andamento ciclico in ordine alla partecipazione,

al coinvolgimento politico, alla tensione morale.

Page 28: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

A Catania ci sono stati momenti di grande partecipazione popolare alle iniziative

promosse nel territorio: penso alla grande manifestazione del 30 ottobre 2008 per la

scuola, a quella del 12 novembre successivo per l'Università, alla manifestazione coi

precari del CPS il 3 settembre del 2009, alla occupazione dell’USP.

Tante altre però non hanno dato risultati, sono state svolte in solitudine, penso

all’ultima in ordine di tempo a quella del 20 ottobre 2009 che ha visto pochissime

centinaia di lavoratori sfilare per le vie di Catania con una scarsa presenza della città.

La mancanza di risultati netti e immediatamente esigibili, ha comportato

un’attenuazione della partecipazione dovuta a una sorta di rassegnazione da

risultato che ha fatto registrare un calo nella credibilità della lotta segnando uno

scarto incolmabile con la credibilità nell'elaborazione politica che pure è

riconosciuta ampiamente alla CGIL dai lavoratori.

Tuttavia non possiamo lasciare il campo alla rassegnazione e all’inerzia; la battaglia

per un sistema formativo di qualità, inclusivo e laico, è una battaglia di civiltà che

non può essere sottaciuta.

Abbiamo il dovere, anche quando segniamo il passo, di riattivare una mobilitazione

forte, ampia, costante, attraverso il coinvolgimento della categoria, delle famiglie,

degli studenti, delle associazioni, dei movimenti, dei partiti politici che al nostro

quadro valoriale fanno riferimento quantomeno in ordine alla necessità di garantire

pari opportunità ai nastri di partenza e diritto di cittadinanza ai soggetti sociali più

deboli.

Riteniamo che il terreno vada preparato stringendo alleanze e condivisioni di percorsi

senza esitazioni, ora! La strada e lunga, tortuosa e irta di ostacoli .

La Conoscenza può e deve diventare il terreno di lotta comune per rilanciare un

progetto sociale e un modello di sviluppo economico sostenibile, che nella sua

essenza è un progetto politico; tutto da costruire, ma possibile!

Page 29: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

In questi mesi ci siamo appassionati molto sulle forme di lotta da adottare. Fermo

restando il valore politico irrinunciabile dello sciopero, i lavoratori non sempre

rispondono positivamente al nostro appello e spesso ci invitano ad una mobilitazione

meno dispendiosa e più efficace.

E' certamente il segno dei tempi: l'azione collettiva si indebolisce rispetto a soluzioni

individuali che spingono verso il corporativismo anche il nostro comparto.

E’ del tutto evidente, però, che in una condizione in cui la destra non concede spazi

alla mediazione politica e sindacale, anche lo sciopero più partecipato produce

risultati non sempre all’altezza delle aspettative dei lavoratori.

Pertanto, senza rinunciare a un momento di lotta collettiva di così grande valore

politico, occorre cominciare a ragionare, così come del resto stiamo facendo, su

forme di lotta più determinate, più incisive, e perché no, più radicali; azioni che

possano innescare un meccanismo virtuoso di contrasto all’interno dei singoli luoghi

di lavoro attraverso il coinvolgimento dell'intera comunità che opera nel settore della

Conoscenza.

Il mio convincimento personale è che in una situazione di contrazione dei diritti dei

cittadini e di riduzione della rappresentanza sociale nei luoghi di lavoro che non ha

precedenti, (la risposta di Sacconi alla richiesta che la CGIL pone sulla

rappresentanza sindacale, insegna!), un sindacato come il nostro debba promuovere

un conflitto forte che dia il segno netto di una volontà determinata nel contrastare un

disegno nefasto che arrecherà enormi danni al nostro paese.

Riannodare i fili coi movimenti e con le associazioni diventa in questa fase

essenziale.

Nelle prossime settimane a livello regionale si deterrmineranno gli organici della

scuola e i 41.600 tagli previsti per il prossimo anno scolastico tra personale docente e

ATA assumeranno consistenza concreta nelle singole realtà scolastiche con tutto ciò

che significherà in termini di ricaduta sull'offerta formativa, sui lavoratori precari e su

quelli di ruolo.

Page 30: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

L'acquisizione della consapevolezza su ciò che accadrà, potrebbe rappresentare il

momento giusto, forse l'ultimo, per avviare una mobilitazione articolata all'interno di

ciascuna scuola, a partire dalle semplice assemblee per socializzare le ricadute della

riforma, continuando con l'approvazione di documenti di dissenso, assemblee

permanenti, occupazioni simboliche, senza escludere a priori forme di protesta che

possano avere il crisma della radicalità e alle quali, a mio avviso, dobbiamo guardare

con estrema laicità sindacale, se condivise dall'intera comunità scolastica.

In questi due anni abbiamo profuso un impegno costante sia a livello politico che

sotto il profilo meramente organizzativo.

La Flc Cgil è stata dentro i processi politici che hanno interessato la città e attraverso

un’ intensa collaborazione con la CGIL provinciale, non ha mancato di esprimere la

propria azione in tutti i momenti importanti per il nostro comparto, per il mondo del

lavoro, del precariato, dei migranti.

Non sempre in questi processi abbiamo avuto accanto le altre organizzazioni

sindacali; l’Accordo separato del 22 gennaio 2009 ha segnato una frattura che ha

indebolito il mondo del lavoro e l’azione sindacale nel suo complesso, anche a livello

locale.

Tuttavia l’unità sindacale, pur essendo un obiettivo importante, non può essere un

valore in sé; perciò, ritengo, debba essere ricercata caso per caso, partendo dagli

elementi che accomunano gli interessi dei lavoratori. Nella scuola, così come

nell'università,, la battaglia sui tagli potrebbe rappresentare il punto d'incontro per

riaprire una nuova proficua stagione di lotte nel settore della Conoscenza.

11) Il “bilancio sociale”

Sotto il profilo organizzativo, in questi ultimi due anni, abbiamo lavorato alla

costruzione di un modello sindacale a rete nel territorio; modello che, in parecchie

circostanze, ha dato buoni frutti.

Page 31: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Abbiamo avviato un buon rapporto con i compagni che lavorano nei territori e senza

avere la pretesa di avere raggiunto l’ottimo, di certo la nostra presenza è migliorata

sia in termini politici e di rappresentanza che in ordine ai servizi offerti agli iscritti e

ai lavoratori.

Come sempre accade, non in tutte le parti i risultati sono uguali, esistono aree dove

malgrado gli sforzi la nostra presenza potrebbe essere più incisiva; l’impegno è

quello di rafforzare sempre più questo modello organizzativo con investimenti mirati,

per dare risposte ai lavoratori sempre più adeguate alle aspettative ed efficaci in

ordine ai risultati.

Abbiamo lavorato molto anche sulla comunicazione; abbiamo un sito internet

abbastanza frequentato, nei momenti caldi superiamo le 30.000 visite mensili,

tuttavia, anche qui dobbiamo fare uno sforzo aggiuntivo per passare dalla fase

artigianale a quella professionale. Così come dobbiamo migliorare la comunicazione

diretta con i nostri iscritti e coi lavorati utilizzando le tecnologie che l’informatica

oggi mette a disposizione.

In ordine ai comparti, abbiamo registrato con interesse un importante risultato coi

precari della ricerca universitaria che si sono proposti come soggetto lavorativo che

pone nuove istanze e nuovi spazi di tutela sindacale al mondo del lavoro. Siamo certi

che i compagni sapranno dare un grande contributo politico e organizzativo anche

all’intero comparto.

12) RSU

Abbiamo fatto un dignitoso lavoro anche con le RSU, malgrado Brunetta, ampliando

i momenti di incontro e cercando di attivare percorsi di formazione volti a qualificarle

sempre più.

Se questo governo ce ne darà il tempo e se la contrattazione nei luogo di lavoro avrà

un seguito, è necessario, però, puntare al salto di qualità: dobbiamo attivare una

formazione mirata e di alto valore per rendere autonome le RSU nell’azione

negoziale.

Page 32: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

Anche in questo settore l’organizzazione a rete del sindacato ha pagato; in occasione

della presentazione delle liste, nonostante gli annunci del governo che avrebbe

prorogato le RSU, siamo riusciti a presentarne 227 su 237, con una media di tre

candidati per scuola.

Un risultato politico importante che esprime con chiarezza la volontà dei lavoratori di

non rinunciare al protagonismo sindacale e del profondo radicamento del nostro

sindacato nei luoghi di lavoro.

13) Un sindacato in crescita

L'intenso lavoro svolto dai compagni del direttivo provinciale, dalla segreteria, dai

distaccati, dall'ufficio sindacale, dai compagni che operano nei territori e anche dai

semplici iscritti, ha permesso al nostro sindacato di registrare una crescita costante

anche in termini di adesioni, in una fase in cui la contrazione degli organici è stata

molto pesante. Cresciamo di più tra i precari con il tesseramento diretto, teniamo

bene con i lavoratori a tempo indeterminato.

Durante le assemblee congressuali abbiamo registrato un dato significativo in termini

di adesioni: almeno 100 lavoratori di ruolo hanno chiesto l'iscrizione al nostro

sindacato. Un dato che dà riscontro al lavoro svolto dalle compagne e dai compagni

della struttura che non si sono mai risparmiati nel dare il loro prezioso contributo alla

Flc Cgil.

Il nostro convincimento è che dobbiamo consolidare i risultati ottenuti in questi anni

e ciò sarà possibile col lavoro di tutti.

14) Conclusioni

Il nostro sindacato ha compiuto 100 anni nel 2006. E' un sindacato che ha scritto un

pezzo importante della storia del movimento dei lavoratori in Italia.

E così, come quel contadino del racconto di Andrea Camilleri, che non viene citato a

caso, Michele Zosimo, che nel 1718, proclamato Re di Girgenti per un giorno, riuscì

a regalare un sogno di dignità ai suoi “affamati e sgangherati sudditi”, noi della Cgil

Page 33: Relazione Del Segretario Generale Della Flc Cgil Catania Lillo Fasciana 19 Febbraio 2010

dobbiamo continuare a batterci per dare dignità al lavoro, ai lavoratori, ai soggetti

deboli della popolazione.

Grazie!