regolatori p. i. d
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REGOLATORI P. I. D. Prof. ALESSANDRO DE CARLI Dott. Ing. Vincenzo Suraci ANNO ACCADEMICO 2011-20012 Corso di AUTOMAZIONE 1. STRUTTURA DEL NUCLEO TEMATICO: MODALITÀ DI CONTROLLO ON/OFF MODALITÀ DI CONTROLLO CONTINUO REGOLATORI P.I.D. MODALITÀ DI CONTROLLO DI TIPO ON/OFF. d(t). u(t). - PowerPoint PPT PresentationTRANSCRIPT
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 1
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORIP. I. D.
Prof. ALESSANDRO DE CARLIDott. Ing. Vincenzo SuraciANNO ACCADEMICO 2011-20012
Corso di AUTOMAZIONE 1
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 2
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
STRUTTURA DEL NUCLEO TEMATICO:1. MODALITÀ DI CONTROLLO ON/OFF2. MODALITÀ DI CONTROLLO CONTINUO3. REGOLATORI P.I.D.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 3
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MODALITÀ DI CONTROLLODI TIPO ON/OFF
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MODALITÀ DI CONTROLLO DI TIPO A RELÈ CON ISTERESI
SISTEMA DACONTROLLARE y(t)
u(t)d(t)
y*(t)e(t)
DISPOSITIVODI MISURA
tempo
y*(t
) y(
t) u
(t) d
(t)
RELÈCON ISTERESI
e
u
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tempo
u(t)y(t)y*(t)
tempo
u(t)
y(t)y*(t)
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVESUL CONTROLLO A CONTROREAZIONE CON RELÈ
L’inserimento di un relè come dispositivo che:• confronta il valore istantaneo del valore desiderato
della variabile controllata con quello effettivamente raggiunto;
• agisce come un attuatore imponendo un valore costante e definito alla variabile di forzamento
• rende molto semplice la realizzazione del sistema controllato a controreazione ma è la causa di una oscillazione permanente della variabile controllata.
• è in grado mantenere la variabile controllata ad un valore medio costante e di inseguire andamenti variabili del valore desiderato della variabile controllata.
Tale tipo di controllo a controreazione è accettabile quando l’ondulazione residua sulla variabile controllata rientra nel limiti di variazione imposti dalle specifiche e quando i vincoli sul comportamento dinamico del sistema controllato non sono significativi e stringenti.
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MODALITÀ DI CONTROLLODI TIPO CONTINUO
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MODALITÀ DI CONTROLLO DI TIPO CONTINUOIl controllo a controreazione con relè comporta una inevitabile oscillazione permanente della variabile controllata. Per ridurne gli effetti occorre sovradimensionare il sistema da controllare oppure applicare una modalità di controllo di tipo continuo ed inserite un attuatore anche esso di tipo continuo.
DISPOSITIVODI MISURA
ANDAMENTODESIDERATODELLA VARIABILE CONTROLLATA CONTROLLORE
CON AZIONEDI CONTROLLO
DI TIPO CONTINUO
VARIABILECONTROLLATA
DISTURBOPREVEDIBILE
VARIABILEDI FORZAMENTO
ATTUATORE DI TIPO CONTINUO
SISTEMA DACONTROLLARE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 8
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ATTUATORECONTROLLOREm(t)
DISTURBO
d(t)
SISTEMA DACONTROLLARE
u(t) y(t)
ASSERVIMENTOy*(t)
INSEGUIMENTOy*(t)
RUMORE
r(t)
y*(t) e (t)
TRASDUTTORE
CONDIZIONI OPERATIVE STANDARD PER LA VERIFICA DELLE PRESTAZIONI E DELLE SPECIFICHE
ATTENZIONELa progettazione della modalità di controllo va effettuata facendo riferimento a questo tipo di condizioni operative
CONDIZIONI OPERATIVE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 9
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REGOLATORI P.I.D.INTRODUZIONE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 10
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REGOLATORE P.I.D.• Il regolatore P.I.D. è un controllore a struttura
predeterminata di tipo Proporzionale, Integrale e Derivativo.
• È caratterizzato da tre parametri liberi, KP, KI e KD
• Tali parametri devono essere fissati dal progettista della modalità di controllo per ottenere le prestazioni desiderate dall’elemento controllato.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 11
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REGOLATORI P.I.D.STRUTTURA DI TIPO PARALLELO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 12
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e(t)c(t)
SCHEMA A BLOCCHI DI TIPO FUNZIONALEPER UN REGOLATORE P.I.D. DI TIPO PARALLELO
d e (t)d t
e(t) dt
𝐾 𝑃𝑝
𝐾 𝐼𝑝
𝐾𝐷𝑝
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 13
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SCHEMA A BLOCCHI DI TIPO FUNZIONALEPER UN REGOLATORE P.I.D. DI TIPO PARALLELO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 14
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. DI TIPO PARALLELO• Lo schema di tipo parallelo era utilizzato in
prevalenza per la realizzazione di dispositivi di elaborazione con tecnologie meccaniche e pneumatiche, attualmente in disuso.
• Il problema principale che affligge la struttura di tipo parallelo è la suscettibilità al rumore di misura.
• Se si calcola la derivata come rapporto incrementale, ridurre il passo di campionamento dei sensori acuisce il problema!
• Può essere utile aumentare la precisione dei sensori, ma il costo aumenta sensibilmente.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 15
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1STIMA DELL’AZIONE DERIVATIVA
EFFETTO DELLA DURATA DEL PASSO DI CAMPIONAMENTOE DELLA LUNGHEZZA DEL BYTE
DERIVATA ANALOGICA RAPPORTO INCREMENTALEQUANTIZZAZIONE A 8 BIT
STI
MA
DE
LLA
DE
RIV
ATA
SE
GN
ALE
AN
ALO
GIC
O
15
21 CAMPIONI81 CAMPIONI
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 16
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1STIMA DELL’AZIONE DERIVATIVA
EFFETTO DELLA DURATA DEL PASSO DI CAMPIONAMENTOE DELLA LUNGHEZZA DEL BYTE
DERIVATA ANALOGICA RAPPORTO INCREMENTALEQUANTIZZAZIONE A 32 BIT
STI
MA
DE
LLA
DE
RIV
ATA
SE
GN
ALE
AN
ALO
GIC
O
16
21 CAMPIONI81 CAMPIONI
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 17
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. DI TIPO PARALLELO• A causa dell’inevitabile presenza di rumore, il calcolo
della derivata deve essere effettuato in modo da attenuare il rumore sovrapposto al segnale utile e quindi NON come rapporto incrementale.
• È sufficiente ottenere una stima del valore della derivata piuttosto che il valore esatto.
• L’azione derivativa deve essere applicata solo nel campo delle frequenze relative all’andamento della variabile di errore. Ossia deve essere tarata sulla banda del segnale di errore.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 18
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
RAPIDO EXCURSUSDEFINIZIONE DI BANDA
DI UN SEGNALE ANALOGICO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 19
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BANDA DI UN SEGNALE ANALOGICO
• Dato un segnale analogico Reale
• Generato da un sistema Causale
• Limitato ovvero a Potenza finita
𝑥 (𝑡 ) :ℝ→ℝ
𝑥 (𝑡 )=0 ∀𝑡<0
∃𝑀 ∈ℝ∨|𝑥 (𝑡 )|<𝑀∀𝑡 ≥0lim𝑇→+∞
1𝑇 0
𝑇
|𝑥 (𝑡 )|2𝑑𝑡=𝑃∈ℝ
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 20
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BANDA DI UN SEGNALE ANALOGICO
• Ad energia finita
• Esso è quindi Fourier-Trasformabile
0
+∞
|𝑥 (𝑡 )|2𝑑𝑡=𝐸∈ℝ
𝑋 ( 𝑓 )=0
+∞
𝑥 (𝑡 )𝑒−𝑖2 𝜋 𝑓𝑡𝑑𝑡∈ℂ𝑋 ( 𝑓 )=𝑋 (− 𝑓 )ESSENDO x(t) REALEX(f) È PARI
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 21
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
BANDA DI UN SEGNALE ANALOGICO
• Per il teorema di Parseval
• Definiamo spettro di densità di energia la trasformata del segnale di autocorrelazione
0
+∞
|𝑥 (𝑡 )|2𝑑𝑡=20
+∞
|𝑋 ( 𝑓 )|2𝑑 𝑓 =𝐸∈ℝ
|𝑋 ( 𝑓 )|2= 𝑡=−∞
+∞
( 𝜏=−∞+∞
𝑥 (𝑡+𝜏 )𝑥 (𝑡 )𝑑𝜏 )𝑒− 𝑖2𝜋 𝑓 𝑡 𝑑𝑡
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 22
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
BANDA DI UN SEGNALE ANALOGICO
• Lo spettro di densità di energia, espresso in deciBel ed in funzione della pulsazione, è il diagramma di Bode (del Modulo)
• Per i segnali analogici, la banda è l'intervallo di frequenze (dalla minima alla massima) che «contiene» la maggior parte dell'energia del segnale.
𝑓 = 𝜔2𝜋→10 log10|𝑋 ( 𝑓 )|2=20 log10|�̂� (𝜔 )|
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 23
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REGOLATORI P.I.D.STRUTTURA DI TIPO SERIE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 24
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REGOLATORE P.I.D. DI TIPO SERIE
• Lo schema di tipo serie è utilizzato per realizzare dispositivi di elaborazione con tecnologie elettroniche.
• L’azione proporzionale e integrale precede quella proporzionale e derivativa per ottenere una parziale attenuazione del rumore di misura e alla quantizzazione.
AZIONEPROPORZIONALEE INTEGRALE
AZIONEPROPORZIONALEE DERIVATIVA
e(t) c(t)
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REGOLATORE P.I.D. DI TIPO SERIEe(t)
𝐾 𝑃𝑠
𝐾 𝐼𝑠 𝜀 (𝑡 )𝑑𝑡
++
𝐾𝐷𝑠 𝑑 𝜀 (𝑡 )
𝑑𝑡
c(t)++
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 26
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REGOLATORE P.I.D. DI TIPO SERIE
𝜑 (𝑠 )𝜀 (𝑠 )
=𝐾 𝑃𝑠 (1+𝐾 𝐼
𝑠 1𝑠 )=
𝐾 𝑃𝑠 𝑠+𝐾 𝐼
𝑠
𝑠
j(t)ZERO REALE IN:
POLONELL’ORIGINE
−𝐾 𝐼𝑠/𝐾 𝑃
𝑠
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 27
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. DI TIPO SERIEEFFETTO DELLA AZIONE INTEGRATORE
𝐾 𝐼𝑠 /𝐾 𝑃
𝑠 𝐾 𝐼𝑠 /𝐾 𝑃
𝑠 𝐾 𝐼𝑠 /𝐾 𝑃
𝑠 𝐾 𝐼𝑠 /𝐾 𝑃
𝑠
𝐾 𝐼𝑠 /𝐾 𝑃
𝑠Pulsazione di taglio
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 28
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
EQUIVALENZA REGOLATORE P.I.D. DI TIPO SERIE (s)
REGOLATORE P.I.D. DI TIPO PARALLELO (p)
𝜒 (𝑠 )𝜀 (𝑠 )
=𝐾 𝑃𝑠 (1+𝐾 𝐼
𝑠 1𝑠 )(1+𝐾𝐷
𝑠 𝑠 )=𝐾 𝑃𝑠 (1+𝐾𝐷
𝑠 𝑠+𝐾 𝐼𝑠 1𝑠 +𝐾 𝐼
𝑠𝐾𝐷𝑠 )=¿ (𝐾 𝑃
𝑠 +𝐾 𝑃𝑠 𝐾 𝐼
𝑠𝐾 𝐷𝑠 )+(𝐾 𝑃
𝑠 𝐾𝐷𝑠 ) 𝑠+ (𝐾 𝑃
𝑠 𝐾 𝐼𝑠 ) 1𝑠
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 29
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORI P.I.D.LIMITI DEGLI ATTUATORI
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 30
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. – LIMITI DEGLI ATTUATORI• Un regolatore P.I.D. è connesso a monte di un
attuatore, il quale presenta:• una saturazione data dalla massima escursione
della variabile di controllo;• una banda passante che determinata la «rapidità
di esecuzione» dell’attuatore;• un valore massimo che può raggiungere la
variabile di forzamento nel funzionamento a regime permanente o per intervalli di tempo di durata limitata (sovraccarico transitorio).
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 31
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ATTUATORE
VARIABILE DI CONTROLLO DELL’ATTUATORE
DISTURBO
SISTEMA DACONTROLLARE
VARIABILECONTROLLATA
VARIABILE DI FORZAMENTO
LIMITAZIONI ALLA:• MASSIMA ESCURSIONE• RAPIDITÀ DI VARIAZIONE• SOVRACCARICO TRANSITORIO
tempo
MASSIMO VALORE STAZIONARIO
MASSIMA R
APIDIT
À
DI VARIA
ZIONE CAMPO DI
ESCURSIONEDELLA VARIABILE DI FORZAMENTO
FOR
ZAM
EN
TO
tempo
MASSIMO VALORESTAZIONARIO
MAS
SIM
A RA
PIDI
TÀ
DI V
ARIA
ZIO
NE CAMPO DI ESCURSIONE
DELLA VARIABILEDI FORZAMENTO
FOR
ZAM
EN
TO
MASSIMO VALOREIN TRANSITORIO
ATTUATORI PASSIVI ATTUATORI ATTIVI (SERVOMECCANISMI)
SCHEMA FUNZIONALE DI UN ATTUATORE
ANDAMENTO LIMITE DELLA RISPOSTA A GRADINO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 32
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORI P.I.D.CAMPO DI UTILIZZO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 33
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. – CAMPO DI APPLICAZIONE• Utilizzato per soddisfare le prestazioni relative al
comportamento a regime permanente;• SENZA MODELLO
• solo PI;• tuning in modo empirico;
• MODELLO NELLA DINAMICA DOMINANTE• solo PI;• Tuning sistematico;• non permette di influire sul comportamento
transitorio
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 34
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORE P.I.D. – CAMPO DI APPLICAZIONE• MODELLO NELLA DINAMICA DOMINANTE
• PI+D;• Tuning sistematico;• Un parziale miglioramento del comportamento
in transitorio è ottenuto dall’azione derivativa.• L’inserimento dell’azione integrale determina un
rallentamento del transitorio rispetto a quello che aveva l’elemento in esame nel controllo a catena aperta.
• L’inserimento dell’azione derivativa attenua tale rallentamento del comportamento dinamico.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 35
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORI P.I.D.STIMA DELLA DERIVATA
FILTRO DEL PRIMO ORDINE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 36
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
BANDA PASSANTE DELL’ELEMENTO CONTROLLATO
s DERIVATA“ESATTA” a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
1 10 100.1 w (rad/sec)
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL PRIMO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
La stima della derivata può essere effettuata rendendo operativo un filtro del primo ordine costituito da un polo reale e da uno zero reale.
La posizione del polo e dello zero va scelta in modo che il filtro del primo ordine abbia un comportamento simile a quello della derivata ideale nell’intervallo di frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 37
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA” a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
1 10 100.1 w (rad/sec)
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL PRIMO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
Un filtro del primo ordine è in grado di stimare la derivata entro una banda di frequenze ben definita.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 38
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA” a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
1 10 100.1 w (rad/sec)
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL PRIMO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
Un filtro del primo ordine è in grado di stimare la derivata entro una banda di frequenze ben definita. Oltre tale banda di frequenza il rumore NON è amplificato come invece accade nel derivatore ideale, ma NON è nemmeno attenuato.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 39
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA” a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
1 10 100.1 w (rad/sec)
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL PRIMO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
In corrispondenza delle basse frequenze, ovvero a regime permanente, il filtro di stima del primo ordine presenta solo una attenuazione (che sarebbe stata nulla nel caso di derivata) che varia il guadagno complessivo del regolatore e di cui bisogna tenere conto.
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 40
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1tempo
L’andamento della risposta a gradino presenta una discontinuità in corrispondenza dell’istante iniziale.Ciò sta a confermare che le componenti a frequenza più elevata non sono attenuate.
a1 s + a0
b1 s + b0 DERIVATA “APPROSSIMATA”CON FILTRO DEL PRIMO ORDINE
sDERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL PRIMO ORDINERISPOSTA AL GRADINO
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 41
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
REGOLATORI P.I.D.STIMA DELLA DERIVATA
FILTRO DEL SECONDO ORDINE
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 42
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
BANDA PASSANTE DELL’ELEMENTO CONTROLLATO
s DERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
Un filtro del secondo ordine è costituito da due poli complessi coniugati e da uno zero reale.
1 10 100.1 w (rad/sec)
a1 s + a0
b1 s + b0
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 43
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
BANDA PASSANTE DELL’ELEMENTO CONTROLLATO
s DERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
La posizione dei poli e dello zero va scelta in modo che sia compresa entro l’intervallo di frequenza centrato sulla banda passante dell’elemento controllato con le azione proporzionale e integrale.
1 10 100.1 w (rad/sec)
a1 s + a0
b1 s + b0
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 44
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
Un filtro del secondo ordine è in grado di stimare la derivata entro una banda di frequenze ben definita.
1 10 100.1 w (rad/sec)
a1 s + a0
b1 s + b0
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 45
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
Ad alte frequenze, il rumore è attenuato, a differenza di quanto accade nel filtro del primo ordine.
1 10 100.1 w (rad/sec)
a1 s + a0
b1 s + b0
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 46
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1
s DERIVATA“ESATTA”
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINEDIAGRAMMA DI BODE
In corrispondenza delle basse frequenze, permane una attenuazione finita e quindi occorre adeguare il guadagno del regolatore.
1 10 100.1 w (rad/sec)
a1 s + a0
b1 s + b0
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA“APPROSSIMATA”
I CONTROLLORI DI TIPO CONTINUOSlide n. 47
De Carli - Suraci A.A. 2011/2012 AUTOMAZIONE 1tempo
L’andamento della risposta a gradino non presenta una brusca discontinuità in corrispondenza dell’istante iniziale. Ciò sta a confermare che le componenti a frequenza più elevata sono attenuate.
sDERIVATA“ESATTA”
a1 s + a0
b1 s + b0 DERIVATA “APPROSSIMATA”CON FILTRO DEL PRIMO ORDINE
s 2 + a1 s + a0
b1 s + b0DERIVATA “APPROSSIMATA “ CON FILTRO DEL SECONDO ORDINE
STIMA DELLA DERIVATA CON FILTRO DEL SECONDO ORDINERISPOSTA A GRADINO