red sigsauerp226xpress 2014
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Con in casa un modello riuscito
e di successo come la P226 (ve-
di la sua storia nel riquadro),
Sig Sauer non ha resistito alla tenta-
zione di creare una linea di pistole u-
tilizzando proprio la P226 come base
di partenza. Ne è nata la X-Series, che
è il risultato di decenni di esperienza
e un’arma sportiva completamente
modulare, destinata a tutti gli sport
di tiro: in sostanza, una piattaforma
completa per le armi corte da compe-
tizione. Non a caso la linea è stata svi-
luppata in stretta collaborazione con
alcuni dei tiratori di maggior successo
al mondo. Le pistole sono disponibili
in sei lunghezze di canna: 6 pollici
(X-Six), 5 pollici (X-Five), e 4,4 polli-
ci (X-Short); due i calibri disponibili:
9x21IMI e .40S&W. Sette sono le fa-
miglie della linea X-Series (oltre a due
modelli superaccessoriati, la X-Five
Open e la X-Six PPC Highmaster):
sono la X-Classic, la X-Match, la X-
SuperMatch, la X-Five AllRound, la
X-Five So (e X-Five So SAO, Single
Action only), e la X-Press.
La X-Classic si distingue per il suo a-
spetto classico: impugnatura in legno
di noce, scatto SAO completamente
regolabile, e mire micrometriche. La
X-Match, invece, è espressamente de-
stinata all’uso sportivo: impugnatura
in legno laminato nero, pulsante di
sgancio del caricatore maggiorato per
un’accessibilità più veloce, cane e gril-
letto scheletrati, scatto e mire LPA re-
golabili. A tutto ciò, la X-SuperMatch
aggiunge le guancette da competizio-
ne Ergo Grips X-Line in G10 con viti
in acciaio inox, tacca e mirino TR2
regolabili, un grilletto dritto con
pacchetto di scatto Match e una leva
di smontaggio “Sport”. La X-Five Al-
lround nasce per soddisfare i requisiti
Da un modello di successo come la P226, Sig Sauer ha creato una linea di armi dedicateal tiro sportivo, le X-Series. Abbiamo provato la versione entry-level, la X-Press, modellopiuttosto spartano e dal prezzo d’acquisto molto concorrenziale, destinato a essereaccessoriato in seguito pescando nel ricco catalogo del costruttore tedesco
testo e foto di Gianluigi Guiotto
Per cominciare bene
Guarda il video su:
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di molte federazioni di tiro sportivo,
e monta di serie alcune componenti
della serie “Sport”, un’impugnatura in
legno laminato nero e un pacchetto
di mire dedicato. La X-Five SO e la
X-Five SO SAO si differenziano per
il materiale del fusto, in acciaio nella
prima, in Ergal nella seconda: entram-
be hanno un pacchetto di scatto non
regolabile e una configurazione per
soddisfare le regole nelle competizio-
ni Police and Service Pistol del BDMP
tedesco. Infine, la X-Press che abbia-
mo fotografato e provato (nel calibro
9x21), nella configurazione con canna
da 5 pollici (da qui la scritta X-Five
sul carrello).
Parola d’ordine: modularitàLe X-Press che vedete in queste pa-
gine sono le due versioni entry-level
della gamma X-Series, con una dota-
zione piuttosto spartana, ma, come
mostra un bel video presente sul sito
tedesco dell’azienda (www.sigasauer.
de), l’arma può essere in seguito do-
tata degli accessori approntati appo-
sitamente per le armi della X-Series.
Le X-Press utilizzano molte compo-
nenti standard realizzate in tecnologia
MIM (vedi riquadro), e montano un
pacchetto di mire sportive non rego-
labili; inoltre, hanno uno scatto che
funziona solamente in singola azione.
Abbiamo fotografato entrambe le ver-
sioni, nei due calibri: tra le due pistole
non esistono differenze sostanziali,
tanto che peso, dimensioni e prezzo
sono gli stessi, sia per il 9x21 sia per
il .40S&W. Cambiano alcuni detta-
gli (importanti), come il numero di
munizioni contenute nel caricatore
– nella 9x21 se ne hanno ben 17 a di-
sposizione, mentre la .40 è limitata a
12 colpi – e le dimensioni della molla
di recupero, che giocoforza nella ver-
sione calibro .40S&W deve essere più
robusta del più “tranquillo” 9x21.
Nel dettaglioManeggiandole durante gli scatti fo-
tografici mi ha colpito fin da subito la
sensazione di solidità, dettata anche
dall’uso abbondante dell’acciaio e,
dunque, dal peso che non è tra i più
contenuti: 1.250 grammi circa per
entrambi con caricatore vuoto. La
prima differenza che si coglie al volo
rispetto alla P226S che provammo
qualche tempo fa (Armi Magazine,
marzo 2011) è la presenza della
Le Sig Sauer X-Press nella versione X-Five con
canna da 5 pollici, in calibro 9x21IMI e .40S&W
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scina Picatinny nel dust cover (la zona del fusto sotto lacanna). È così possibile montare la slitta per dotare l’armadi un punto rosso o di un sistema di puntamento laser. Peril resto, la X-Press è, come la P226 da cui deriva, una semi-automatica full size nata per impiegare un caricatore bifilareal posto di quello monofilare del disegno della P220. L’armaopera sfruttando un sistema di chiusura geometrica a cortorinculo di canna d’ispirazione Browning ma modificato; ilvincolo tra la canna e il carrello nel primo tratto del motoretrogrado che consegue allo sparo, anziché essere assicura-to dai risalti macchinati sulla parte superiore della canna eil cielo del carrello, è garantito dalla sezione allargata della
La vista dall’altomostra le due
leve della sicuramanuale, e la
semplicità dellemire
La tacca di mira è innestata con una levetta cilindrica facilmente rimo-
vibile, e fissata al carrello da una vite. Il cane, del tipo non alleggerito,
presenta una cresta zigrinatamolto comoda
LaX-Press è dotata di una slitta Picatinny
Il grilletto èmolto verticale, come in tutte le SAO, Single action only; il
pulsantedisganciodelcaricatorehadimensioninormali, ec’èunosvaso
nellaguancettaperfacilitare l’azionamento.Notarela levadismontaggio
dell’arma,mediante una semplice rotazione, permette di svincolare il
carrello dal fusto
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culatta che impegna la finestra d’e-
spulsione. Il sistema, ideato da Sig,
non presenta svantaggi rispetto all’o-
riginale e, come testimonia l’impiego
in molte armi di concezioni moderna,
è gradito tanto ai progettisti quanto
al pubblico degli acquirenti. Estrema-
mente semplice la X-Press è anche da
punto di vista dei sistemi di sicurezza:
non c’è la leva abbatti-cane posta
sul lato sinistro del fusto come sulla
P226S, ma troviamo una leva della si-
cura manuale posta sia sul lato destro
sia sul sinistro. Resta la sicura auto-
matica al percussore che esclude spari
accidentali in seguito a caduta.
Le mire sono molto semplici, con
tacca e mirino dotati di un punto
bianco per quando si opera con luce
scarsa e, comunque, per agevolare
l’ingaggio del bersaglio. Comunque,
sempre nell’ottica della modulari-
tà, in un secondo momento sarà
La numerosa famiglia della P226 e delle sue varianti
Tutto nasce dalla P220, sviluppata da Sig Sauer per rimpiazzare la Sig P210 in dota-
zione alle forze armate svizzere (fu adottata nel 1975 come Pistole P75): da questo
modello, ancora con caricatore monofilare, fu successivamente sviluppata la P226,
bifilare. La P226 DAK è una delle tante varianti disponibili dell’arma di Sig Sauer,
varianti che hanno iniziato a replicarsi in maniera apparentemente incontrollata a
partire dal 1996. Se in principio fu la P226, successivamente ci furono le versioni
S (Steel, declinate in vari allestimenti), R (Rail, dotata di slitta Picatinny), Tactical
(con prolunga idonea all’attacco del silenziatore), Navy (costruita per il mercato
civile seguendo le specifiche richieste dai Navy Seal che l’hanno adottata), R HSP
(Rail Homeland Security Pistol, versione civile numerata della pistola adottata dallo
US Department of Homeland Security), Blackwater (poi Blackwater Tactical, infine
Tactical Operations), SCT (Super Capacity Tactical, con caricatore da 15 colpi in
calibro .40), Elite (dotata del sistema Short Reset Trigger che riduce del 60% la
corsa del grilletto), Equinox, Combat, Classic 22 (in calibro .22 LR, disponibile anche
come conversione), X-Five e X-Six (queste ultime pensate per le gare IPSC). Tutte
le versioni sportive dell’arma montano canne match grade e sono rigorosamente
rifinite e montate a mano, particolari che ne fanno lievitare il prezzo. Nel 2010 è stata
infine presentata la P226 E2 (Ergonomic Squared), dove speciali accorgimenti hanno
permesso di ridurre l’ingombro dell’impugnatura di un centimetro permettendo, al
tempo stesso, una maggior accessibilità al grilletto da parte di chi non abbia dita
particolarmente lunghe. A completare la gamma, è da segnalare la P228, versione
compatta della 226 adottata dall’esercito americano con la sigla M11; è disponibile
unicamente in calibro 9 mm con caricatore da 13 colpi. Infine, non si può dimenticare
la P229, che della 226 è cugina e della 228 sorella. Rispetto a quest’ultima ha un
carrello in acciaio inox macchinato da forgiato (la 228 ha invece il carrello stampato)
ed è disponibile in tutti i calibri della P226. Di tutte le armi menzionate esistono vari
allestimenti, non tutti disponibili in Italia.
Il mirino è inserito a coda di rondine, con un punto bianco
per facilitare lamira in condizioni di scarsa luminosità
Il caricatore bifilare della
9x21 contiene 17 colpi; è pro-
dotto dall’italianaMecGar
L’ampia finestra di espulsione: è interagendo
conquesto importantedettagliodell’architettu-
radell’armache laculattaattua lachiusurasta-
bile che consente di effettuare l’espulsione del
bossolospentoe ilciclodialimentazionequando
la pressione sia scesa a livelli di sicurezza
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possibile sostituirle con i modelli
della LPA o della TR2 disponibili per
la X-Series. La confezione comprende
due caricatori in lamierino, entrambi
prodotti dall’italiana Mec Gar (Mec-
canica Gardone), con tre forellini
per controllare il numero dei colpi a
disposizione. Il fusto in prossimità
dell’imbocco del caricatore presenta
uno leggero svaso per agevolare i
cambi in velocità. Infine, le guancette
in plastica (dall’aspetto un po’ pove-
ro, ma siamo sempre con un’entry-
level) si congiungono sul retro, e
presentano una lavorazione a buccia
d’arancia che ne aumenta il grip.
La prova a fuoco
La X-Press provata è un’arma dalla
costruzione tradizionale, ideata per
concorrere nella categoria Production
del circuito IPSC. Impugnata, colpisce
per le dimensioni generose che “riem-
piono” bene anche le mani più grandi
(forse chi ha le mani un po’ piccole
e le tiratrici potrebbero desiderare
un’impugnatura meno generosa). Al
tiro, la Sig Sauer in calibro 9x21IMI si
dimostra decisamente stabile, grazie
alla dimensione del calcio e al peso.
L’acquisizione del bersaglio è facilitata
da organi di mira correttamente di-
mensionati (i pallini bianchi aiutano
Metal Injection Molding
Molte delle componenti della X-Press sono realizzate con la tecnica Mim (Metal
injection moulding). Il processo nasce dall’incontro di due diverse tecnologie: lo
stampaggio a iniezione dei materiali polimerici termoplastici e la sinterizzazione
di polveri metalliche. In pratica, prevede l’iniezione in uno stampo di polvere di
metallo e sostanza legante; dopo l’apertura dello stampo, si elimina la sostanza
legante dal pezzo così ottenuto che viene quindi sottoposto a processo di sinte-
rizzazione in un forno ad atmosfera controllata. Il MIM è molto simile all’iniezione
della plastica e permette di costruire componenti di spessore molto ridotto o fori
molto piccoli, con misure dell’ordine del mezzo millimetro. Fra i vantaggi del MIM
c’è la possibilità di realizzare pezzi già finiti (nella maggior parte dei casi serve una
minima rifinitura o non serve alcun intervento), con filettature interne o esterne,
zigrinature, marchi. Infine, a differenza della microfusione, la struttura del metallo
è più omogenea e senza impurità, con una maggior possibilità di controllare la
densità e il peso del metallo.
LaX-Press incalibro .40S&Wnellosmontaggiodacampagna;
le guide del carrello sul fusto sono a tutta lunghezza
Vista della volata della Sig Sauer X-Press.
Si apprezza la raffinata finitura del vivo di
volata; tutti gli spigoli sonoarrotondati per
facilitarealmassimo ilmaneggio ingara. Il
mirinoè innestatoacodadi rondine,quindi
sostituibile
I due gruppi asta-molla/guidamolla a
confronto:quellodella .40S&W(adestra),
con unamolla più robusta, e della 9x21
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molto), e non è difficile ottenere rosate
sorprendenti a mano libera. Con tutto
quell’acciaio, impennamento e rinculo
allo sparo sono molto limitati, e ciò
consente di doppiare il colpo sul ber-
saglio molto rapidamente. Lo scatto in
sola singola azione è pesante il giusto, e
il grilletto in posizione molto verticale
è ben gestibile. Comode le rigature di
presa realizzate sia nella parte anteriore
sia in quella posteriore del carrello:
anche in caso di mani sudate, offrono
comunque un buon grip. Insomma,
se siete alla ricerca di un’arma che sia
un’ottima base di partenza, a un prez-
zo ragionevole, su cui poi sbizzarrirvi
con molti accessori, allora dovreste
provare qualche colpo con la X-Press.
Dopo qualche gara, potrete decidere
di cambiare le guancette originali con
le Hogue Custom (magari quelle mac-
chinate dal pieno in G10, un materiale
in fibra di vetro impregnato con resina
epossidica), dotarvi della minigonna
all’imboccatura del caricatore o dell’X-
Mount per la scina Picatinny (il “pon-
te” che consente di montare un punto
rosso), oppure ancora sostituire le mire
metalliche. L’unico limite alla fantasia è
il vostro budget.
Costruttore:Sig Sauer GmbH
Germania, www.sigsauer.de
Distributore: Bignami, tel. 0471 803.000
www.bignami.it
Modello: P226-X Five X-Press
Tipo: pistola semiautomatica a
chiusura geometrica a corto
rinculo di canna
Calibro: 9x21IMI (.40S&W)
Caricatore: 17 colpi (12 colpi)
Congegnodi scatto:
scatto ad azione singola
Organi dimira: tacca fissa, mirino
innestato a coda di rondine
Sicurezze: sicura automatica al
percussore e al disconnettore, monta
di sicurezza, leva di disarmo
Impugnatura: guancette in gomma
Canna: 127 mm, a 6 rigature
Dimensioni: 224x151x44 mm
Lineadimira: 175 mm
Peso: 1.235 g (con caricatore vuoto)
Materiali: fusto e carrello d’acciaio
Sig Sauer P226-X Five cal. 9x21IMI (.40S&W) X-Press
¤ PREZZO INDICATIVO 1.650 euro
(con 2 caricatori)
Rosatadi4colpiottenutaa15metri, senzaap-
poggio, conmunizioni Geco 9x21IMI da 124 gr
L’autore durante la prova della versione in 9x21IMI
I due calibri a confronto:
nessunadifferenzadarilevare
SO