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070 SAN SWISS ARMS SPORTER SAPR CAL. .308 WIN sciuto l’efficacia del fuciliere, non solo di fanteria, grazie ad alcune peculiarità quali la capacità di fuoco selettivo che include il tiro a raffica, la presenza di un caricatore ad alta capacità, l’impiego di una munizione intermedia, l’efficacia fino ad almeno 300 metri. Ogni definizione lascia A l centro delle polemiche dopo gli ennesimi fatti di sangue che li hanno visti protagonisti negli Stati Uniti, i cosiddetti fucili d’assal- to continuano a emanare un fascino particolare, che li rende un oggetto di desiderio per molti. La definizione fornitaci dal dizionario enciclopedico Treccani, li identifica come “tipo di arma automatica (traduzione del tede- sco “Sturmgewehr”) che, in dotazione a reparti speciali delle forze armate, unisce alla maneggevolezza del mitra la precisione e la potenza di fuoco del fucile mitragliatore”. Nella declinazione pratica dell’impiego militare, se ne può parlare come dell’arma che ha accre- il tempo che trova e, in questo caso, già quella di “munizione intermedia” ci crea grattacapi, visto che il concetto ha nel tempo incluso sia cartucce modificate partendo da caricamenti robusti (il 7,92 Kurz o il 7,62 x 39 mm) sia totalmente nuove (il 5,56 Nato in primis). Questa definizione crea qualche ulteriore im- barazzo se ci poniamo al cospetto della Swiss Arms che abbiamo provato e de- scriviamo in questo articolo. Primo approccio A una semplice ricognizione estetica, lo Sporter Sapr denota la sua appartenenza alla grande famiglia dei fucili d’assal- to, così com’è variamente declinata ai quattro angoli del pianeta. L’arma cui, infatti, fa riferimento è il modello SG 550 prodotto dalla stessa Swiss Arms (già Sig Arms), il fucile adottato dall’e- sercito elvetico, scelto nel 1986 e in linea dal 1990 con il nome di Stgw 90 (Sturmgewehr mod. 90). Evidentemente questa versione, come tutte le altre pro- poste dal produttore nel suo catalogo, è priva del selettore di tiro a raffica, ca- ratteristica che elimina quell’elemento distintivo tipico delle armi d’assalto. Per analizzarne i contenuti tecnologici che lo contraddistinguono, è difficile pre- scindere da un breve excursus storico in materia di fucili d’assalto svizzeri. Il Stgw 90, GS 550 in versione civile, è l’ar- ma che ha sostituito, a partire dal 1986, il fucile Stgw 57 (GS 510 secondo fotografie di Gianluigi Guiotto Arma nata dalla sinergia tra SAN-Swiss Arms e l’importatore per l’Italia, Bignami, la Sporter SAPR può essere usata in poligono per il tiro a lunghe distanze così come a caccia. Le caratteristiche di una carabina di precisione associate a quelle di un fucile da fanteria ne fanno uno strumento unico nel suo genere A cura di Matteo Brogi Chi ha paura del fucile d’assalto? La guardia del grilletto è rimovibi- le per facilitare l’impiego dell’arma anche indossando guanti; davanti ad essa è posto il comando di sgan- cio del caricatore. Dietro al grillet- to è posto un semplice trigger stop La tipica architettura da fucile d’assalto del SAN Sporter SAPR distribuito da Bignami; sul lato sinistro dell’arma sono disposti il seletto- re di tiro e il pulsante di sgancio dell’otturatore 070-075SAN Sporter SAPR-6 pagg.indd 70 03/06/13 10.40

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sciuto l’efficacia del fuciliere, non solo di fanteria, grazie ad alcune peculiarità quali la capacità di fuoco selettivo che include il tiro a raffica, la presenza di un caricatore ad alta capacità, l’impiego di una munizione intermedia, l’efficacia fino ad almeno 300 metri. Ogni definizione lascia

A l centro delle polemiche dopo gli ennesimi fatti di sangue che li hanno visti protagonisti negli

Stati Uniti, i cosiddetti fucili d’assal-to continuano a emanare un fascino particolare, che li rende un oggetto di desiderio per molti. La definizione fornitaci dal dizionario enciclopedico Treccani, li identifica come “tipo di arma automatica (traduzione del tede-sco “Sturmgewehr”) che, in dotazione a reparti speciali delle forze armate, unisce alla maneggevolezza del mitra la precisione e la potenza di fuoco del fucile mitragliatore”. Nella declinazione pratica dell’impiego militare, se ne può parlare come dell’arma che ha accre-

il tempo che trova e, in questo caso, già quella di “munizione intermedia” ci crea grattacapi, visto che il concetto ha nel tempo incluso sia cartucce modificate partendo da caricamenti robusti (il 7,92 Kurz o il 7,62 x 39 mm) sia totalmente nuove (il 5,56 Nato in primis). Questa definizione crea qualche ulteriore im-barazzo se ci poniamo al cospetto della Swiss Arms che abbiamo provato e de-scriviamo in questo articolo.

Primo approccioA una semplice ricognizione estetica, lo Sporter Sapr denota la sua appartenenza alla grande famiglia dei fucili d’assal-to, così com’è variamente declinata ai quattro angoli del pianeta. L’arma cui, infatti, fa riferimento è il modello SG 550 prodotto dalla stessa Swiss Arms (già Sig Arms), il fucile adottato dall’e-sercito elvetico, scelto nel 1986 e in linea dal 1990 con il nome di Stgw 90 (Sturmgewehr mod. 90). Evidentemente questa versione, come tutte le altre pro-poste dal produttore nel suo catalogo, è priva del selettore di tiro a raffica, ca-ratteristica che elimina quell’elemento distintivo tipico delle armi d’assalto. Per analizzarne i contenuti tecnologici che lo contraddistinguono, è difficile pre-scindere da un breve excursus storico in materia di fucili d’assalto svizzeri. Il Stgw 90, GS 550 in versione civile, è l’ar-ma che ha sostituito, a partire dal 1986, il fucile Stgw 57 (GS 510 secondo

fotografie di Gianluigi

Guiotto

Arma nata dalla sinergia tra SAN-Swiss Arms e l’importatore per l’Italia, Bignami, la Sporter SAPR può essere usata in poligono per il tiro a lunghe distanze così come a caccia. Le caratteristiche di una carabina di precisione associate a quelle di un fucile da fanteria ne fanno uno strumento unico nel suo genere

A cura di Matteo

Brogi

Chi ha paura del fucile d’assalto?

La guardia del grilletto è rimovibi-le per facilitare l’impiego dell’arma anche indossando guanti; davanti ad essa è posto il comando di sgan-cio del caricatore. Dietro al grillet-to è posto un semplice trigger stop

La tipica architettura da fucile d’assalto del SAN Sporter SAPR distribuito da Bignami; sul lato sinistro dell’arma sono disposti il seletto-re di tiro e il pulsante di sgancio dell’otturatore

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variazione mod. 542, di nuovo in 7,62 Nato. Oggi, a completare questa evoluzione, tutte le armi prodotte da Swiss Arms e pre-sentate attraverso il suo catalogo sono in 5,56 mm. Le regole sono ovviamente fatte per essere contrad-dette e, già da qualche anno, la filiale ameri-cana del produttore elvetico (Sig Sauer) ha a catalogo due ver-sioni del modello 556, arma nata per venire incontro specifica-mente alle esigenze dell’appassionato del Nord America, in ca-libro 7,62 x 39 mm (il calibro dell’AK 47, per intenderci); queste due versioni sono la 556 R e la 556 Hunter, la cui destinazione è ben indicata nel nome. Il ritorno del cali-bro maggiore deve aver solleticato qual-che interesse mai sopito e, frutto di que-sta evoluzione al contrario, è la carabina che abbiamo provato presso il poligono del suo importatore, Bignami.

la denominazione commerciale) che ha armato le truppe svizzere dal 1957 al 1990; la nuova arma, rispetto alla precedente, propone una notevole semplificazione progettuale che si tra-duce nella riduzione delle componenti (174 contro 237) e in un abbattimento dei costi di produzione che qualcuno ha quantificato in un buon 40%. Altra caratteristica che distingue nettamente le due armi, e segna il confine tra due e-poche creando una cesura tra quelli che potremmo chiamare i battle rifle e gli assault rifle, riguarda il calibro adottato: 7,5 × 55 mm GP 11 (poi 7,62 × 51 mm Nato nella versione 4) per il Stgw 57 / SG 510 e 5,56 mm NATO per il Stgw 90; le loro declinazioni civili adottarono e adottano, rispettivamente, i calibri .308 Winchester e .223 Remington. Il passaggio concettuale tra il mondo della cartuccia di calibro più sostanzioso a quella meno prestante avvenne a cavallo degli anni Sessanta, confortato dall’im-piego sul campo che ne fecero gli ame-ricani in Vietnam, e trova un riferimen-to nella produzione della serie 540 di Sig, disegnata nel 1970 e in produzione tra il 1977 e il 2002. La gamma 540 non riscosse il successo sperato e si diffuse solo in aree geografiche marginali (A-frica, Asia, Sud America dove è tuttora prodotta – in Cile – su licenza). Questa famiglia di fucili, però, costituì la tran-sizione tra il calibro all’epoca ancora principe per le armi da fanteria europee (il 7,62 mm) e il più piccolo, con il mod. 540 coerentemente presen-tato in 5,56 mm e, la sua

Contraddizione apparenteIl percorso che porta all’arma fotografata a corredo di questo articolo, come è pos-sibile evincere da quanto esposto nel box sulla famiglia 55X, è lungo e, per certi versi, tortuoso. Quella provata, infatti, rappre-senta in un certo senso una contraddizio-ne in termini: come indica il nome, essa è dedicata al tiro “Sporter”, di precisione e a lunga distanza, dove l’unico termine di valutazione è l’ampiezza della rosata. Cu-rioso che, per arrivare a questo, si sia deci-so di optare per un fucile semiautomatico, d’impostazione militare, nato in un calibro più adatto al tiro di saturazione che non a ottenere raggruppamenti strabilianti a lunghe distanze. L’SG 550 originale, infatti, viene provato in fabbrica per fornire rosate di 24 colpi che devono essere contenute in un cerchio di 110 mm a 300 metri, concentrazioni che verrebbero considerate insoddisfacenti dai più esigenti appassio-nati di tiro di precisione. Ecco, quindi, che per ovviare a queste intrinseche limitazioni dello strumento, la versione Sporter adotta un calibro differente (.308 Winchester) da

Il mirino olografico montato fa-cilita l’acquisizione di bersagli a brevi-medie distanze. La presen-za della slitta Picatinny consente l’impiego di svariati tipi di dispo-sitivi ottici. Sono comunque dispo-nibili mire metalliche abbattibili

Sulla destra è ricavata la finestra d’espulsione. Il re-ceiver è realizzato in un resistente scatolato rifinito in Ilaflon, un composto a base ceramica estremamente resistente a sollecitazioni chimiche e meccaniche

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quello per cui l’arma è stata pensata, uno scatto accuratizzato e una canna di prima qualità. L’arma così congegnata è stata espressamente richiesta da Bignami, che di Swiss Arms è il distributore italiano, e uno tra i più solidi al mondo, per intro-durre sul mercato nazionale uno stru-mento di assoluta originalità e pregio. Non ci risulta, per quanto ne sappiamo e abbiamo potuto reperire dalla lettera-tura dedicata all’SG 550, che dell’arma esistano altre versioni al mondo in .308, fatte salve quelle da caccia che in America adottano però il 7,62 x 39 mm.

Funzionamento come la serie 55X Meccanicamente, lo Sporter funziona come tutte le armi della serie 55X, basan-dosi su un otturatore rotante composto da due blocchi d’acciaio che portano sia l’estrattore sia l’espulsore. Il cinematismo è attuato da un sistema a sottrazione di gas “autoregolante” che sfrutta la quantità di gas minima necessaria per le operazioni necessarie all’alimentazione dell’arma; è comunque previsto un selettore in grado di forzare l’impiego di una quantità mag-giore di gas, opzione particolarmente utile ad arma molto sporca o in condizioni di freddo estremo. L’eventuale impiego di

una maggior quantità di gas comporta un significativo incremento del rinculo, caratteristica di scarsa rilevanza nell’arma provata, non in grado di sparare a raffica per le ovvie limitazioni imposte dalla legge.

Scatto accuratizzatoLo sgancio del cane è reso possibile da un’a-zione di scatto a due tempi, accuratizzata.

L’arma civile presenta un selettore ambide-stro che permette di scegliere unicamente tra arma in sicura e tiro semiautomatico; la sua versione militare riporta pure le posi-zioni di raffica controllata di tre colpi e fun-zionamento automatico. La guardia del gril-letto può essere rimossa per facilitare l’im-piego indossando i guanti. L’alimentazione è resa possibile da un caricatore in

Il selettore di tiro dell’arma civile presen-ta solo la posizione di sicura e per il fuoco semi-automatico; l’arma militare presenta pure gli scatti per la raffica controllata a 3 colpi e per il funzionamento fully automatic

L’arma presenta un sistema di funzionamento a presa di gas auto-regolante; un selettore consente

d’incrementare la quota di gas impiegata per le fun-zionalità dell’otturatore, caratteristica utile in caso di arma imbrattata o clima rigido. Al termine dell’astina sono collocati un mirino di disegno tradizionale e l’ag-gancio per la baionetta che, nell’arma militare, concor-re anche al bloccaggio del dispositivo lancia-granate

Una famiglia numerosa

La gamma 55X di Swiss Arms è piuttosto ampia e, basandosi su una piattaforma comune, si declina in armi adatte a più impieghi. Ne è ca-postipite il modello SG 550 che, al netto delle caratteristiche standard, monta una canna da 528 mm che ne condiziona la destinazione; è questa, infatti, con i suoi 4,1 kg di massa, quella meno spe-cializzata, pensata per gli impieghi generici delle truppe di terra. Ad essa si affianca il mod. SG 551, disponibile in due versioni, sia con canna lunga (454 mm / 3,6 kg) che corta (363 mm / 3,4 kg) in allestimento Swat (l’acronimo indica Spe-

cial Weapons And Tactics ma, un tempo, un Special Weapons Assault Team) per missioni tattiche di squadra. Segue il mod. SG 553, pensato per armare forze di polizia e truppe speciali, anche questo disponibile in ver-sione corta SB (227 mm / 3,2 kg) e LB (347 mm / 3,4 kg). Gli allestimenti fin qui descritti possono inoltre essere implemen-tati con l’adozione (solo nelle versioni LB – Long Barrel a canna lunga) di un lanciagranate (GL 5040 e GL 5140), eviden-temente solo in ambito militare. Questo quanto riportato dal sito del pro-duttore. La piattaforma 55X ha però visto in pas-

sato la produzione delle varianti SG 550 Sniper (senza mire metalliche, canna da 650 mm, scat-to accuratizzato a due tempi da 1,5 kg, calcio telescopico registrabile per quanto attiene vari parametri, peso di 7 kg) e SG 552 Commando (versione semplificata con canna da 226 mm / 3,2 kg). La filiale statu-nitense del produttore, Sig Sauer, produce 7 al-lestimenti della variante SG 556, dotati di castello inferiore in alluminio adatto ad accogliere ca-ricatori STANAG e un cal-cio telescopico tipo M4, 5 allestimenti dell’arma in calibro .22 LR (SG 522) e la versione 551A1.

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polimero trasparente; quello previ-sto per il mercato italiano, in conformità con la catalogazione dell’arma, ha 5 colpi di autonomia. Per l’arma militare sono disponibili caricatori da 10, 20 e 30 colpi. La mira è facilitata dalla presenza di mire metalliche collassabili ma, in considerazione della destinazione dell’arma e delle distanze cui essa è chiamata a misurarsi, è presente una lunga slitta Picatinny in grado di accet-tare un’ampia varietà di dispositivi ottici di puntamento. Quello scelto nell’occasione della prova è un mirino olografico EOTech L3, dove il punto rosso regolabile per inten-sità viene proiettato su un ampio schermo, così da favorire il tiro d’imbracciata con entrambi gli occhi aperti. Evidentemente un dispositivo più adatto all’impiego alla caccia in battuta, magari al cinghiale, che non al tiro alle lunghe distanze, dove si preferirà

un’ottica a ingrandimenti variabili di lunga focale. La versione militare dell’arma utiliz-za una diottra rotabile che consente l’ingag-gio di bersagli a 100, 200, 300 e 400 metri; il riferimento dei 100 metri porta due inserti al trizio che favoriscono il tiro notturno o in condizioni di illuminazione scarsa. Il particolare disegno di queste mire – si ripete, assenti sull’arma in prova – ha permesso di ridurre del 20 % la

silhouette del tiratore in posizione prona rispetto allo Stgw 57, caratteristica estrema-mente vantaggiosa nell’impiego bellico.

Un’arma robustaTutte le parti meccaniche dell’arma sono realizzate in acciaio e finite con un tratta-

L’allestimento Sporter è camerato per il cali-bro .308 Winchester e monta un caricatore in polimero da 5 colpi

A sinistra: rosata ottenuta in appoggio con munizionamento commerciale Norma Dia-mond Match da 168 grani a 50 metri. La distanza di tiro è stata scelta per assecondare l’ottica adottata, idonea al tiro d’imbracciata piuttosto che a quello alle lunghe distanze

Il calcio dell’arma, collassabile, monta un calciolo in gomma morbida in grado di assorbire efficacemente il rinculo. Il disegno aperto conferisce flessibilità e riduce il peso dell’arma senza limitarne la resistenza

Sopra e sotto: viste laterali del SAN

Swiss Arms Sporter SAPR cal. .308 Win, con calcio

esteso e collassato

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mento a base ceramica a due strati, molto resistente alle abrasioni e alle sollecitazioni chimiche, denominato Ilaflon. Il calcio, collassabile ma non regolabile, e l’astina sono invece realizzati in polimeri differen-ti. La canna, lunga 480 mm, è fornita di spegni-fiamma inamovibile e presenta i profili che facilitano il montaggio della ba-ionetta, prodotta da Wenger e Victorinox, storici marchi svizzeri.

Il test a fuocoAbbiamo provato lo Sporter nel tunnel di Bignami, alla distanza di 50 metri, ot-

tenendo risultati estremamente positivi. In particolare ci ha colpito la docilità del rinculo del sistema, contenuto grazie all’azione combinata dell’efficace sistema semiautomatico di estrazione gas, della massa e della flessibilità dei materiali impiegati per il calcio. L’arma, per le ca-ratteristiche che abbiamo sottolineato in questa trattazione, è estremamente inte-ressante. Così come il mod. SG 550 può essere considerato uno tra i fucili d’assal-to più riusciti della storia recente: l’allesti-mento Sporter in calibro .308 costituisce un interessantissimo quanto riuscito eser-cizio di stile in un segmento che non sa-rebbe proprio di questa tipologia d’arma. La sua unicità ne fa uno strumento pensa-to per una clientela alla ricerca di elementi di distinzione che punti ad avere il meglio che il mercato è in grado di offrire.

Una volta sganciato il calcio, mediante un pulsante elastico, lo stesso ruota verso de-stra riducendo di 226 millimetri l’ingombro

San Swiss Arms Sporter SAPR cal. .308 Win

Costruttore: SAN Swiss Arms, www.swissarms.chImportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.it Modello: Sporter SAPR

Tipo: carabina semiautomatica a sottrazione di gasCalibro: .308 WinchesterCaricatore: 5 colpiSistema di scatto: azione

singolaOrgani di mira: mire metalliche e slitta PicatinnySicurezze: leva manuale a 2 posizioniLunghezza canna: 480 mm

Lunghezza totale: 950/724 mmMateriali: acciaio, calcio e asta in polimeroFinitura: trattamento superficiale IlaflonPeso: 3.900 grammi

¤ PREZZO IndICATIvO: 4.160 euro

L’autore della prova in poligono

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