rassegna stampa

24
Rassegna stampa selezionata Mostra Tutti De Sica E Chaplin piangendo disse: De Sica, lei è troppo avanti di Antonio D'Orrico Corriere della Sera – Sette, 1° febbraio 2013 Vittorio De Sica, in mostra le mille vite di Nicoletta Tamberlich www.ansa.it, 3 febbraio 2013 De Sica. Caro Andreotti, io racconto la realtà di Nello Ajello La Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013 C'è anche chi non spera più di Vittorio De Sica La Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013 Quei panni sporchi che irritano il potere di Emiliano Morreale La Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013 Che tempo che fa Rai 3, 3 febbraio 2013 Hollywood Party Radio 3, 6 febbraio 2013 Porta a porta Rai 1, 6 febbraio 2013 Tutti De Sica, grande mostra celebra il cineasta di Francesca Pierleoni Ansa, 7 febbraio 2013 TG1 edizione delle ore 20 Rai 1, 7 febbraio 2013 Sky TG24 7 febbraio 2013 De Sica: “Papà Vittorio, comunista all'italiana” Repubblica TV, 7 febbraio 2013 GR2 edizione delle ore 7.30 Radio 2, 8 febbraio 2013 Tre generazioni di De Sica alla mostra dedicata a Vittorio di Annamaria Piacentini Libero, 8 febbraio 2013 “Tutti De Sica”, i mille volti di un mito di Valerio Caprara Il Mattino, 8 febbraio 2013 Baobab Radio 1, 8 febbraio 2013 I migliori anni Rai 1, 9 febbraio 2013

Upload: cinetecabologna

Post on 14-Aug-2015

219 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

I principali articoli delle testate nazionali e internazionali e i servizi televisivi sulla mostra

TRANSCRIPT

Page 1: Rassegna stampa

Rassegna stampa selezionataMostra Tutti De Sica

E Chaplin piangendo disse: De Sica, lei è troppo avanti di Antonio D'OrricoCorriere della Sera – Sette, 1° febbraio 2013

Vittorio De Sica, in mostra le mille vite di Nicoletta Tamberlich www.ansa.it, 3 febbraio 2013

De Sica. Caro Andreotti, io racconto la realtà di Nello AjelloLa Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013

C'è anche chi non spera più di Vittorio De SicaLa Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013

Quei panni sporchi che irritano il potere di Emiliano MorrealeLa Repubblica – La Domenica, 3 febbraio 2013

Che tempo che faRai 3, 3 febbraio 2013

Hollywood PartyRadio 3, 6 febbraio 2013

Porta a portaRai 1, 6 febbraio 2013

Tutti De Sica, grande mostra celebra il cineasta di Francesca PierleoniAnsa, 7 febbraio 2013

TG1 edizione delle ore 20Rai 1, 7 febbraio 2013

Sky TG247 febbraio 2013

De Sica: “Papà Vittorio, comunista all'italiana”Repubblica TV, 7 febbraio 2013

GR2 edizione delle ore 7.30Radio 2, 8 febbraio 2013

Tre generazioni di De Sica alla mostra dedicata a Vittorio di Annamaria PiacentiniLibero, 8 febbraio 2013

“Tutti De Sica”, i mille volti di un mito di Valerio CapraraIl Mattino, 8 febbraio 2013

BaobabRadio 1, 8 febbraio 2013

I migliori anniRai 1, 9 febbraio 2013

Page 2: Rassegna stampa

Tutti i volti di De Sica in mostra all'Ara Pacis di Emanuele Bigiwww.ilsole24ore.com, 10 febbraio 2013

Vittorio inedito tra foto e bicicletteGente, 12 febbraio 2013

Nostra sorella non è figlia unica di Corrado RuggeriA, 14 febbraio 2013

Il coraggio di Vittorio di Antonio AudinoIl Sole 24 Ore, 20 febbraio 2013

Uno mattina in famigliaRai 1, 24 febbraio 2013

La notte di Radio 1Radio 1, 6 marzo 2013

Y con De Sica, el cine tomó las calles di Lucia MagiEl País, 13 marzo 2013

De Sica. Tutta una passione di Beatrice BertuccioliQN – Il Giorno – Il Resto del Carlino – La Nazione, 17 marzo 2013

I mille volti di Vittorio De Sicawww.iodonna.it, 6 febbraio 2013

Tutti De Sica: i mille volti del grande Vittoriowww.panorama.it, 8 febbraio 2013

De Sica all'Ara Pacis grazie alla Cineteca di Benedetta CucciIl Resto del Carlino, 3 febbraio 2013

Mostra De Sica, oltre dodicimila presenze in soli quindici giorniwww.repubblica.roma.it, 25 febbraio 2013

“Tutti De Sica” all'Ara Pacis dodici mila persone in quindici giorniIl Tempo Roma, 26 febbraio 2013

Page 3: Rassegna stampa

da pag. 52

01-FEB-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Pier Luigi Vercesi

Page 4: Rassegna stampa

da pag. 52

01-FEB-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Pier Luigi Vercesi

Page 5: Rassegna stampa

da pag. 52

01-FEB-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Pier Luigi Vercesi

Page 6: Rassegna stampa

da pag. 52

01-FEB-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Pier Luigi Vercesi

Page 7: Rassegna stampa

LA DOMENICADIREPUBBLICA DOMENICA 3 FEBBRAIO 2013

NUMERO 413

CULT

La copertina

STEFANO BARTEZZAGHIe PIER PAOLO PORTINARO

Bar Sport Italiail vocabolariodove si nascondeil populismo

Il libro

VALERIA PARRELLA

La guerra di Troiaraccontatadal milite ignotodentro il cavallo

All’interno

Straparlando

ANTONIO GNOLI

Maria LuisaSpaziani“Detestavo quellidel Gruppo 63”

L’opera

ANGELO FOLETTO

Terra e libertàil Nabucco di Verdinarra la violenzadel Novecento

L’arte

MELANIA MAZZUCCO

Il Museodel mondoC’è un misterodietro Pollock

DIS

EG

NO

DI M

AS

SIM

O J

AT

OS

TIVittorio D.

Attenti al robotormai è prontoa sostituirci tutti

Next

RICCARDO STAGLIANÒ

La clausura apertadella monacache scrive libri

L’attualità

MICHELE SMARGIASSIL

a scena si svolge nel febbraio 1952. Da una parte Giu-lio Andreotti, un democristiano di trentatré anni, sot-tosegretario alla Presidenza del consiglio con compi-ti di supervisione allo spettacolo. Dall’altra parte, il re-gista cinquantunenne Vittorio De Sica, uno dei nomipiù celebri del Neorealismo italiano. Al centro della vi-

cenda si colloca il suo film, Umberto D., da poco nelle sale. Tema:la triste situazione che in Italia tocca agli anziani, ai pensionati. Unadenuncia severa, ma di tono sommesso e poetico. Il film — preve-dono critici autorevoli — diventerà un classico. Pronostico che An-dreotti non può condividere. Per il settimanale della Dc, Libertas,scrive un articolo in cui si mette in risalto la supposta ignominia an-ti-italiana racchiusa nella pellicola. Ne scaturirà, oltre che unapubblica polemica, anche uno scambio epistolare tra i due, priva-to e finora inedito.

(segue nelle pagine successive)con un commento di EMILIANO MORREALE

NELLO AJELLO

ROMA, 20 FEBBRAIO 1952

Cara Eccellenza, la Sua lettera è improntata a tanta cor-dialità e simpatia, e considero così amichevole il gestodi aver distolto un’ora del suo tempo per occuparsi dime e del mio film, che non dovrei far altro che dirLe il

mio grazie e cercare di rassicurarLa nelle Sue preoccupazioni. Manon so rinunciare ad aggiungere un chiarimento e una precisazio-ne. Il primo riguarda il “caso Sala” che così chiamo perché non si trat-ta del motivato e meditato giudizio negativo in sede critica di un cri-tico, anche se piuttosto improvvisato e mediocre; ma del genericoapprezzamento buttato là, con incosciente superficialità, da uncomponente della Delegazione Italiana, che depreca un successoItalianoe implicitamente sconfessa l’opera del suo stesso capo De-legazione. La precisazione non mi sarà forse altrettanto facile ren-derla: perché involge il contenuto stesso di Umberto D.

(segue nelle pagine successive)

VITTORIO DE SICA

Quando nel ’52 il film di De Sica “Umberto D.” uscì nelle sale Andreotti lo attaccò pubblicamente. Ora spunta dagli archivi

un inedito scambio di lettere tra il politico democristiano

e il grande regista.Che così difese il suo cinema e il Neorealismo

Repubblica Nazionale

Page 8: Rassegna stampa

LA DOMENICA■ 28

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2013

“L’Italia non è quella che si vede nei suoi film”

“Il mio Umberto D. non è affatto un caso estremo”Ecco l’inedito scambio di lettere tra l’allora sottosegretarioalla Presidenza del consiglio e il maestro del Neorealismo

La storia di un pensionatoemarginato dalla societàcommosse tutti, tranneil politico in carriera:“Lei rende un pessimoservigio alla sua patria...”scrisse in un articoloche scatenò la polemicasulla libertà d’espressioneMa alla fine vinse il regista, cui Romasta per dedicareuna grande mostra

La copertinaVittorio D.

(segue dalla copertina)

«Se è vero che il male si può combattere anchemettendone duramente a nudo gli aspetti piùcrudi», si legge nell’articolo di Andreotti, «è purvero che se nel mondo si sarà indotti, erronea-mente, a ritenere che quella di Umberto D.è l’I-talia della metà del secolo ventesimo, De Sica

avrà reso un pessimo servigio alla sua patria, che è anche la patria diDon Bosco, del Forlanini e di una progredita legislazione». E piùavanti: «Noi ci auguriamo» che in seguito il regista si ispiri a «un cam-po più vasto di esperienze, rammentando che ovunque ci sono ri-voli di bene che, individuati, fruttificano», e così via.

L’intervento su Libertas fece subito scalpore. S’inseriva nell’in-stancabile attivismo profuso dall’allievo di De Gasperi fin dall’apri-le del 1947, quando presentò alla Costituente un emendamento al-l’articolo 21 della Costituzione. Il suo intento era di escludere il ci-nema e il teatro dalle forme d’arte cui veniva consentita «la libertàd’espressione». L’emendamento fu respinto, ma Andreotti non siscoraggiò. Nei sette anni, dal ’47 al ’54, in cui ricoprì il suo incarico,attese al compito di imporre, in ogni opera d’arte, i diritti della fede.Il quadro politico era in movimento. Si era appena rotta l’alleanzagovernativa fra la Dc e le sinistre, e nel cinema dominava la poeticadel Neorealismo. Era urgente adottare contromisure, opponendoun’egemonia cattolica a quella socialcomunista. Lo scontro tra i ci-neasti e il missionario Andreotti era fatale. Il Neorealismo effigiavala vita. Andreotti celebrava la fede. Da una parte si denunziavano si-tuazioni sociali a volte tragiche, dall’altra si badava al «decoro na-zionale». Su un lato s’invocava la lotta di classe, sull’altro la Provvi-denza. Una Provvidenza che si affida volentieri alla censura: l’ufficioandreottiano impone tagli a opere e autori di grande spessore, daGermi a Visconti, da Rossellini allo stesso De Sica. Come nel caso diUmberto D., la cui approvazione viene subordinata all’eliminazio-ne di due scene: quella in cui Maria risponde «è di tutti e due» a chi ledomanda chi sia il padre del figlio che porta in grembo; e quella in cuii malati all’ospedale non recitano il Gloria Patri «con la dovuta rive-renza». La commissione si accontenterà poi di una riduzione di que-st’ultima scena, come testimoniano i documenti che verrannoesposti da venerdì prossimo alla mostra Tutti De Sica a Roma.

L’inedito scambio di lettere — anch’esse esposte all’Ara Pacis— tra De Sica e Andreotti ci offre una visione nitida di quei tempi,trasferendoci in medias res. L’attacco andreottiano sarebbe moltodispiaciuto alla sua vittima. Il sottosegretario ne era sicuro, ancheperché il regista gli aveva espresso in una breve missiva il proprio di-sagio a partecipare, come chiestogli, a una giuria incaricata di sce-gliere i film italiani per i festival internazionali. Il suo timore era chefra i giurati figurasse un intellettuale, Vittorio Sala, che non si era«peritato dal disapprovare esplicitamente il riconoscimento attri-buito a Umberto D.al Festival cinematografico di Punta del Este». Ilpremio, precisa De Sica in una prima lettera, «sarebbe dovuto an-dare, a parere di Sala, a un altro film, non italiano. Di fronte a similicasi di evidente faziosità, che toccano non tanto un film o un suo re-gista, ma tutto il nostro cinema, ritengo che l’unico atteggiamento

consentito a un artista sia evitare ogni contatto anche occasionalecon i diffamatori della nostra comune fatica».

Queste rimostranze riguardano un episodio minimo a confron-to con la stroncatura di Andreotti, che il sottosegretario ritiene op-portuno anticipare in copia dattiloscritta a De Sica per prevenirneil disappunto. Nella lettera di accompagnamento si sforza di miti-gare la severità dell’intervento da lui stesso firmato sul settimana-le dc: «Non ho mancato in ogni occasione di attestare in pubblicoe in privato l’apprezzamento più vivo per il suo lavoro. Certamen-te non come sottosegretario ma come uomo vorrei che lei facesseancora un passo avanti nel contenuto dei film proprio per aiutarespecialmente quei poveri, che non dubito che ami di cuore, a pro-gredire e a farsi una coscienza più solida». Il tutto al fine di raffigu-rare «una società in cui non si riduca tutto alla lotta spietata fra i ric-chi in atto e quelli che ambiscano a sostituirli». Pur nel suo stile soa-ve e capzioso, l’attacco mosso da Andreotti è energico. Un canoni-co vaticano non riuscirebbe a fare di meglio. De Sica, anche lui mol-to cordiale, espone con forza le proprie ragioni (qui a fianco il testodi una delle lettere, ndr). Caro Onorevole, questa è la realtà: così po-tremmo sintetizzare la difesa del suo lavoro e del Neorealismo.«Non mi è sembrato eccessivo — scrive — che tutte le circostanzefossero contrarie al mio triste eroe. Accade così, nella vita dell’uo-mo, che alterna giornate tutte fortunate ad altre tutte avverse. Um-berto D., per me, non va quindi considerato alla stregua di un casolimite». Ciò che aveva da dire, De Sica l’ha detto. L’incontro-scon-tro è un realistico consuntivo degli umori reciproci all’epoca fra

governo e cinema. Nel suo libro Ritorno alla censura (Laterza), Vi-taliano Brancati traccia di Andreotti, senza nominarlo, un perfidoritratto. Esiste oggi, premette, «un ufficio apposito» per esprimere«l’odio per la cultura». Lo dirige «una persona che mi dicono abba-stanza giovane. Nel suo volto, quale appare in fotografia, c’è comeun’implorazione d’indulgenza…». È grazie a lui che «il libro in Ita-lia è ancora libero: ma il cinema e il teatro sono già dentro il tor-chio». Un altro scrittore, Cesare Pavese, aveva affermato poco tem-po prima la preminenza artistica del cinema sulla letteratura, de-cretando: «Il miglior narratore italiano è Vittorio De Sica». Umber-to D. era ancora di là da venire, e quindi il giudizio si riferiva ai filmprecedenti, primo quel Ladri di biciclette, noto e apprezzato in tut-to il mondo, contro il quale si era scagliato nel 1948 L’Osservatoreromano. L’organo vaticano non poteva accettare che vi venisse ef-figiata «una Messa dei poveri alla quale intervengono, còlti in at-teggiamenti paternalisticamente caritativi, dignitari del clero e piedame dell’aristocrazia», e arrivava fino a rimproverare le autoritàper non averne bloccata la presenza nelle sale. Il che autorizzò Pie-tro Ingrao, direttore de l’Unità, a inserire De Sica nell’elenco deigrandi “eretici” della storia d’Italia, perseguitati dalla Santa Sede.

Un dibattito così animato sui temi dell’arte e della censura – cheabbiamo appena visto incarnarsi in due autentici protagonisti –rientra in un appassionante “come eravamo” degli Anni Cin-quanta. Ma rimpiangere quei tempi di guerra fredda e di censurasarebbe eccessivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CaroAndreotti, io raccontola realtà

NELLO AJELLO

DESICA

Repubblica Nazionale

Page 9: Rassegna stampa

■ 29

DOMENICA 3 FEBBRAIO 2013

(segue dalla copertina)

Il Suo commento al mio film è molto acu-to e coglie gli aspetti essenziali del dram-ma del mio pensionato. Ma mi spiace El-

la non abbia riconosciuto quello che, alme-no nelle intenzioni, ne era la caratteristicaprima: la “incomunicabilità” degli uominiallorché il disagio preme, l’indifferenza dichi ha, anche se poco, verso chi non ha nul-la e più nulla a sperare. Problemi non legatia un tempo, a una società, a un regime, maantichi come l’uomo medesimo.

Inoltre, senza alcuna intenzione pole-mica o compiacimento nell’esasperareuna realtà obbiettiva, non mi è sembratoeccessivo che tutte le circostanze fosserocontrarie al mio triste eroe. Accade così,nella vita dell’uomo che alterna giornatetutte fortunate ed altre tutte avverse. Um-berto D., per me, non va quindi considera-to nemmeno alla stregua di un caso limite.

Ma questo discorso involge considera-zione di ordine artistico, e vorrei dire filo-sofico, di grande impegno. Idee, orienta-menti, che io stesso sento la necessità dichiarire entro me, come uomo e per quel-la che sarà la mia attività futura.

Il Suo interessamento, cara Eccellenza,mi fa anzi sperare in questa ambita possi-bilità: che Lei possa un giorno trovare an-cora un’altra ora da distrarre alle Sue curepolitiche — dense di preoccupazioni e an-che di contrarietà, me ne rendo conto —per dedicarla a un incontro con me, a unaperto scambio di idee.

Conosco la Sua sensibilità, la Sua acu-tezza, il Suo interesse per ogni manifesta-zione d’arte. Sarebbe quindi una leale di-scussione che ci vedrebbe, io penso, moltoma molto vicini in quello che è essenziale.

Ancora grato per la Sua cortesia, nel con-fermarLe di buon grado l’accettazione alladesignazione che Ella si è compiaciuta diconferirmi come membro della Commis-sione Festival, Le porgo i miei più cordialiriconoscenti saluti.

C’è anche chinon spera più

VITTORIO DE SICA

«Ipanni sporchi si lavano in famiglia» è la frase che si attribuisce ad Andreotti contro il DeSica di Umberto D. e, per estensione, contro il Neorealismo. Una reazione che i politicihanno spesso, quando il cinema e la letteratura mostrano aspetti sgradevoli che sem-

brano tirarli in causa, più o meno direttamente. Negli anni del centrismo gli scontri non manca-rono, e vari furono i film che non si poterono girare, su temi scottanti. L’occupazione delle terre(Noi che facciamo crescere il grano di De Santis), gli scioperi del ’19 (Bandiera rossa di Mario Sol-dati), per non parlare del celebre caso dell’Armata s’agapò, soggetto di Renzo Renzi sulla guerra diGrecia pubblicato su Cinema nuovo. Lì si mossero le autorità militari, che ritennero di dover giu-dicare loro l’autore e l’editore della rivista, in quanto ex-ufficiali, e li spedirono a Peschiera…

Ma in fondo, rispetto alla spregiudicatezza con cui il cinema americano si è mosso nei con-fronti del potere, la storia del cinema italiano sembra soprattutto una storia di autocensure e dipudori. Perfino la grande stagione del cinema politico degli anni Sessanta e Settanta, secondo losceneggiatore Franco Solinas, uno dei suoi massimi esponenti (La battaglia di Algeri, tra gli al-tri), aveva questo vizio di fondo, questa falsa coscienza. I film politici, osservava Solinas, eranoambientati per lo più al passato, o in scenari esotici “terzomondisti”, e al massimo era consenti-ta la valvola di sfogo del film di mafia.

Certo, le reazioni dei politici per difendere il buon nome di ciò che amministrano (ossia di sestessi) ci sono sempre. Più spesso, sono gli amministratori locali a difendere l’onore del loro territo-rio: di recente, da Scampia si sono levate proteste contro la fiction Gomorra. Oggi però, quando i po-litici accusano il cinema, i toni sembrano in effetti fuori tempo, stonati. Nel 2010, il ministro Bondinon andò al festival di Cannes in polemica con la presenza di Draquila, ed Elio Germano, ritirando ilpremio come miglior attore, gli rispose indirettamente, dedicando il premio «agli italiani che fannodi tutto per rendere migliore il nostro Paese nonostante questa classe dirigente».

Quei panni sporchi che irritano il potere

EMILIANO MORREALE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA CENSURA

In alto, la letterascritta da GiulioAndreottia Vittorio De Sicaper anticiparglila criticache rivolgeràpubblicamentea Umberto D.

Sotto, le duepagine di replicadel registaQui a sinistra,la lettera della commissioneche subordinaal taglio di duescene il vistodella censura:De Sica ne modificherà soloin parte una, dopoaver fatto ricorso

SUL SET

De Sica mostra a Carlo Battisti (in alto) come abbracciare il cane Flaik. Sotto, immagini dal set In copertina il regista, l’attore e il cagnolino in posa

LA MOSTRA

Qui a sinistra dall’alto, Vittorio De Sica con il padre Umberto (a lui dedicò Umberto D.) e altre due immagini inedite dall’archivioprivato: Vittorio da piccolo, al centro, vestito da bambina e con la compagnia teatrale di Non è una cosa seria nel 1936in posa con l’autore, Luigi Pirandello(a destra). Sono alcunidei documenti esposti nella mostra“Tutti De Sica. Uno e centomila”(dall’8 febbraio al 28 aprile al Museodell’Ara Pacis di Roma). Promossada Roma Capitale, la mostraè prodotta dalla FondazioneCineteca di Bologna e ideatada Equa, grazie a Emi, Manuele Christian De Sica e a molti archivi,in particolare quello di GiudittaRissone ed Emi De Sica La corrispondenza privata tra Giulio Andreotti e Vittorio De Sica è conservata dall’Istituto LuigiSturzo - Archivio Giulio Andreotti Gli atti della censura relativi al filmUmberto D. provengonodal ministero per i Beni e le attivitàculturali - Direzione generale per il Cinema, nell’ambitodel progetto del Mibac “ItaliaTaglia”, realizzato dalla FondazioneCineteca di Bologna

Repubblica Nazionale

Page 10: Rassegna stampa

ANSA/ CINEMA: TUTTI DE SICA,GRANDE MOSTRA CELEBRA IL CINEASTA

SPE S0B QBXB >>>ANSA/ CINEMA: TUTTI DE SICA,GRANDE MOSTRA CELEBRA IL CINEASTA A ROMA VIAGGIO TRA OGGETTI,DOCUMENTI, SPEZZONI FILM E INTERVISTE (di Francesca Pierleoni) (ANSA) - ROMA, 7 FEB - Attore a 360 gradi, regista e sceneggiatore, quattro volte premio Oscar, grande direttore d'attori, dai non professionisti alle star hollywoodiane, chansonnier, uomo di grande eleganza e humour. Sono solo alcuni dei volti Di Vittorio De Sica riflessi da 'Tutti De Sicà, la prima grande mostra dedicata al cineasta, curata da Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, e allestita al Museo dell'Ara Pacis di Roma, dove apre domani e sarà fino al 28 aprile. Un percorso emozionante che in 1000 mq è punteggiato, fra gli altri, da 630 foto, 165 documenti e oggetti, 17 manifesti, oltre 100 brani musicali, circa 60 minuti di spezzoni di film su 24 schermi, 20 minuti di interviste realizzate da Mario Canale, fra gli altri anche con Martin Scorsese e Clint Eastwood per il suo documentario 'Vittorio D'. Immagini, oggetti e testimonianze che arrivano da 37 prestatori, tra cui i principali sono i tre figli di De Sica, Emi, Manuel e Christian. Il viaggio, aperto da uno di quei cappotti grigi e impeccabili con cui il regista appare in tante foto, è accompagnato dalla voce del De Sica cantante, primo dei suoi tanti volti a dargli il successo. Ci sono le immagini del suo debutto da attore cinematografico a 16 anni, nel film muto Il processo Clemenceau (1917): «Era solo un ragazzo ma era già il più bravo di tutti, in tutto ciò che faceva, e lo è rimasto fino alla fine - spiega Gian Luca Farinelli -. Per noi della Cineteca di Bologna questa rassegna è stata una sfida quasi impossibile. Mostrare tutti i volti di De Sica, anche quelli a lungo sottovalutati dalla critica. Vorremmo che questo non fosse la fine di un percorso su di lui, ma l'inizio». Intanto, la Casa del cinema dedicherà al regista una grande retrospettiva tra marzo e aprile. La mostra dà corpo a tanti momenti di cinema, come con la bicicletta di Ladri di biciclette, accanto all'Oscar vinto da De Sica per il film. «Una volta Martin Scorsese mi ha detto che questo film ha rivoluzionato il cinema - spiega Christian De Sica -. Sono emozionato all'idea che in quest'Italia, che dimentica troppo spesso, ora ragazzi dell'età di mio figlio potranno conoscere ciò che ha fatto mio padre». Tra gli oggetti, le parrucche e il baule con il 'corredo d'attorè comprati dal giovane De Sica facendo debiti («Mia madre Giuditta Rissone ha voluto conservare tutto fino alla fine» spiega Emi De Sica), e i ritagli delle recensioni teatrali, collezionati dal padre di Vittorio De Sica, Umberto, che avendo compreso il suo talento, l'aveva incoraggiato a lasciare un posto fisso alla banca d'Italia per un futuro incerto da artista. Grande spazio attraverso, foto, lettere, filmati, anche al rapporto di De Sica con l'amico e coautore di tanti capolavori, Cesare Zavattini. Fra gli altri, ci sono poi la toga dallo straordinario monologo di de Sica in veste di principe del Foro in Altri tempi di Blasetti; i vestiti della Loren in Matrimonio all'italiana e tanti momenti privati, come le foto delle recite di Christian e Manuel bambini durante i loro compleanni: «Ci dirigeva in scenette intitolate 'I suicidì, 'Il popolo protestà quindi a quegli spettacolini c'erano praticamente solo adulti - ricorda sorridendo Manuel -. Per anni ho pensato a come raccontare mio padre e ho deciso di farlo in una biografia congiunta sua e mia, Di figlio in padre, che uscirà il mese prossimo. Inoltre ho ceduto i film di papà che in questi anni abbiamo fatto restaurare, alla Cineteca di Bologna, per farli conoscere alle nuove generazioni». Questo «è il primo grande approfondimento dedicato a De Sica ed era naturale che a dedicarglielo fosse Roma, sua città d'adozione e città del suo cinema» spiega Dino Gasperini, assessore alle Politiche Culturali e Centro storico di Roma capitale, promotore della mostra, con il sostegno, fra gli altri, della Camera di commercio di Roma e della Direzione Cinema del Ministero Beni culturali. (ANSA). Y64 07-FEB-13 16:53 NNN

Page 11: Rassegna stampa

da pag. 31

08-FEB-2013

Diffusione: 106.376

Lettori: 422.000

Dir. Resp.: Maurizio Belpietro

Page 12: Rassegna stampa

art

da pag. 23

08-FEB-2013

Diffusione: 72.030

Lettori: 1.109.000

Dir. Resp.: Alessandro Barbano

art

da pag. 23

08-FEB-2013

Diffusione: 72.030

Lettori: 1.109.000

Dir. Resp.: Alessandro Barbano

TUTTI DE SICA 15

Page 13: Rassegna stampa

da pag. 73

12-FEB-2013

Diffusione: 321.846

Lettori: 2.602.000

Dir. Resp.: Monica Mosca da pag. 73

12-FEB-2013

Diffusione: 321.846

Lettori: 2.602.000

Dir. Resp.: Monica Mosca

TUTTI DE SICA 25

Page 14: Rassegna stampa

art

A Anna

da pag. 102

14-FEB-2013

Diffusione: 178.945

Lettori: 588.000

Dir. Resp.: Maria Latella

art

A Anna

da pag. 102

14-FEB-2013

Diffusione: 178.945

Lettori: 588.000

Dir. Resp.: Maria Latella

TUTTI DE SICA 27

Page 15: Rassegna stampa

A Anna

da pag. 102

14-FEB-2013

Diffusione: 178.945

Lettori: 588.000

Dir. Resp.: Maria Latella

TUTTI DE SICA 28

Page 16: Rassegna stampa

A Anna

da pag. 102

14-FEB-2013

Diffusione: 178.945

Lettori: 588.000

Dir. Resp.: Maria Latella

TUTTI DE SICA 29

Page 17: Rassegna stampa

A Anna

da pag. 102

14-FEB-2013

Diffusione: 178.945

Lettori: 588.000

Dir. Resp.: Maria Latella

TUTTI DE SICA 30

Page 18: Rassegna stampa

da pag. 18

20-FEB-2013

Diffusione: 266.088

Lettori: 1.179.000

Dir. Resp.: Roberto Napoletano

Page 19: Rassegna stampa

E con De Sica, il cinema scese in strada

da pag. 48

13-MAR-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Javier Moreno

Page 20: Rassegna stampa

da pag. 48

13-MAR-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Javier Moreno

Page 21: Rassegna stampa

I mostra a '

Maestro... ..\

il Resto del Carlino Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

17/03/2013 press unE

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 183.714

Diffusione: 137.247

BEATRICE BERTUCCIOLI Roma

CO Me uscita da un vecchio grammofono, la voce si dif-fonde suadente nelle sale:

«Parlami d'amore, Mariù. Tutta la mia vita sei tu...». E' così che Vitto-rio De Sica, con quella canzone che tutti non smettevano mai di chiedergli, fino alla fine, accoglie i visitatori della magnifica mostra che ripercorre la sua lunga, artico-lata e straordinaria carriera. 'Tutti De Sica', aperta fino al 28 aprile al Museo dell'Ara Pacis, a Roma, è prodotta dalla Fondazione Cinete-ca di Bologna e curata dal direttore della stessa Cineteca, Gian Luca Farinelli. Non facile rendere conto di una personalità tanto ricca e prestigio-sa, una delle principali del Nove-cento italiano. «Io sono nato e rina-to alla vita artistica almeno cinque volte», diceva di se De Sica, nato a Sora, in Ciociaria e morto nel 1974 in Francia, a Neuilly-sur-Seine. Un maestro del cinema e un gran-de, eclettico attore che tra gli anni Venti e il 1974 è protagonista di 157 film, molto più di Totò, per da-re dei termini di confronto, che ne interpreta 107, e perfino più di Al-berto Sordi, che pure ne colleziona 151. Ma la mostra dell'Ara Pacis, grazie anche alla collaborazione dei tre figli di De Sica, ani, Ma-nuel e Christian, che hanno messo a disposizione tutti i materiali da loro conservati, riesce nell'intento. E fa piacere vedere numerose, vo-cianti scolaresche sciamare per le sale della mostra, facendo cono-scenza con un regista che ha reso

grande l'Italia nel mondo, vincito-re tra l'altro di quattro premi Oscar, per il migliore film stranie-ro: nel '46 per 'Sciuscià', nel '48 per 'Ladri di biciclette', nel '65 per 'Ieri, oggi, domani' e nel '72 per 11 giardino dei Finzi Contini', Oltre venti manifesti originali, quattro-cento fotografie, numerosi scher-mi che propongono spezzoni di film e vecchie interviste; lettere, copioni, abiti personali e costumi di scena, cimeli vari, dall'Oscar vinto per 'The Ricycle Thiel' alla bicicletta di 'Ladri di biciclette', una Bianchi degli anni Quaranta, nera, recuperata dalla Cineteca di Bologna attraverso un collezioni-sta spagnolo.

LA MOSTRA racconta anche un po' della sua vita privata, delle sue due mogli, Giuditta Rissone, dalla quale ebbe Erni, e poi Maria Mer-cader, unione da cui sono nati Ma-nuel e Christian. Racconta il De Si-ca degli esordi teatrali e della rivi-

sta, quel 'a Burri' che, tra il '30 e il '32, gli rega i primi successi. Suc-cessi che arridono ancora di più al De Sica cantante. Prima di esordi-re nella regia, nel '40 con 'Rose scarlatte', interpreta trenta film, tra i quali signor Max', Seguono le regie di 'Maddalena... zero in condotta', di 'Teresa Venerdì', 'Un garibaldino al convento', 'I bambini ci guardano'.

QUEI FILM di De Sica, ha scritto Carlo Lizzani, «furono dei segna-li» nel buio del cinema di quegli anni. Grandi manifesti ricordano i magnifici film del periodo neorea-lista, Sciuscià', 'Ladri di biciclet-te', 'Miracolo a Milano', `Umberto D.', frutto anche della straordina-ria collaborazione con Cesare Za-vattini: un sodalizio, il loro, lungo trent'anni e oltre venti film. Un al-tro capitolo della mostra è dedica-to ai film in cui De Sica ha diretto Sophia Loren: da `La Ciociara', con il quale la Loren vinse l'Oscar come migliore interprete, a 'Matri-monio all'italiana' a 'Ieri, oggi, do-mani'. La mostra non nasconde nemmeno quella che fu una ingua-ribile, malsana passione di De Si-ca, un vizio: il gioco. «Solo il gioca-tore sa cos'è la gioia del gioco. Cer-care la fortuna è la sola vera evasio-ne, completa... Ho tentato mille volte di smettere — confidava — poi ho smesso di tentare. Si ha sempre il sogno di vincere: questa volta è quella buona. E così facen-do ho perso, perso molto... Una se-ra al casinò, Marlene Dietrich, mia partner in 'The Monte Carlo story', mi disse, 'vecchio avventu-riero italiano, gran frequentatore di bische, giochiamoci anche il so-le, prima che spunti!'».

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015

Page 22: Rassegna stampa

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015

DSc aljva"acis erazielir Oneteca

La realizzazione durata un anno

La preparazione è durata un anno. Abbiamo lavorato con i Figli Christian, Manuel, Emi e setacciato archivi sia in Italia che all'estero

il Resto del Carlino

BOLOGNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

03/02/2013 press unE

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

De Sica all'Ara Pacis grazie alla Cineteca

La grande mostra romana nasce qui

cli BENEDETTA CUCCI

GLI ITALIANI sanno bene chi è. L'hanno visto in tanti film o han-no visto tanti film che ha diretto. L'hanno sentito cantare Parlami d'amore Marizi, l'hanno visto foto-grafato, in ospitate televisive indi-menticabili o in qualche spezzone d'archivio tra interviste o su un set. Ma forse non molti hanno mai vera-mente pensato a lui nella comples-sità delle sue tante facce e personali-tà e gesta, che sono anche quelle che compongono l'identità del no-stro paese, il nostro Novecento «che lui ha accompagnato nella cre-scita e nell'evoluzione» come ricor-da Giara Luca Farinelli, direttore della Fondazione Cineteca, la prin-cipale artefice della mostra Tutti De Sica dedicata a Vittorio De Si-cache l'8 febbraio inaugura all'Ara Pacis di Roma dove sarà visibile fi-no al 28 aprile. Come racconta il di-rettore, si è trattato di un lavoro lungo un anno e con una bellissi-ma regia tra gli archivi di cinema italiani.

Il titolo dello mostro desto C115,^

501UtC1 curiosità. «In effetti è una delle rare volte in cui il titolo contiene il senso della mostra. Per capire la grandezza di Vittorio De Sica bisogna pensare a un Charlie Chaplin o a un Orson Welles e allora troviamo qualcosa di simile. De Sica ha vissuto molte-plici vite e personaggi»

Tutte quelle che il pubblico po-trà vedere nello mostre?

«La sua vita a teatro impegnato in Pirandello, quella di grande star di-scografica con una canzone leggera coane Parlanti d'amore Mariù, quel-la di primo divo moderno del cine-ma italiano alla maniera di Cheva-lier o Albers e guarda caso anche lo-ro cantavano. E poi quella del regi-sta che ha inventato il Neorealismo che in Italia, a tutt'oggi, rimane la cosa più durevole cui i registi di tut-to il mondo fimrio riferimento».

A quenti De Sica assistere-mo

«Basti pensare che lui ha interpreta- to 156 personaggi tra cui li Genera- le della Rovere nel film di Rossellini

o il maresciallo Carotenuto in Pa-ne, amore e fantasia di Comencini, esprimendo davvero la storia del nostro costume. I suoi personaggi sono quasi dei padri del nostro pae-se in cui lui ha vissuto vicende pro-fondissime e fondamentali».

Chi ho voluto questo mostro? «I figli Christian, Manuel e Emi Noi come Cineteca da alcuni anni organizziamo .mostre con l'agenzia Equa di Camilla Morab ho, abbia-mo fatto quelle di Leone, Fellini e Pasolini e ci è sembrata una necessi-tà pensare a questa su De Sica per la quale la figlia Emi ci ha aperto l'archivio del padre che teneva con sua madre Giuditta Rissone, la pri-ma moglie. E mi viene da dire che lui, morto in Francia, se fosse stato francese avrebbe avuto una mostra già da 30 anni»

Cosa l'ho emozionato in parti-colare dello vita e della carrie-ra d De Sica?

«Quella di trovare un uomo con la

INFO

L'esosisìone 1600 metri quadrati di mostra Pacis

dalE8 febbraio di Roma dove guardare 600 foto

tratte anche dagli athum di famiglia, leggere oltre

200 Lettere, ammirare i costumi di scena, i

manifesti dei film, i suoi libri, gli oggetti personali.

E seguire La narrazione attraverso spezzoni di

oellicete

IL DIRETTORE Farinelli: «Un Lavoro duro tra gli archivi e La famiglia per recuperare materiali»

capacità di rimanere uguale pur cambiando e forgiando continua-mente il pubblico. Questo è un aspetto davvero commovente».

Quanto lavoro ci è voluto per arrivare o un progetto cosi ric-co e complesso?

«E' stato un lavoro che ci ha distrut-to. Se ci penso c'erano tanti modi per farlo e noi abbiamo scelto quel-lo più difficile, ovvero mostrare tut-to da tutti gli archivi in Italia e all'estero. Ecco, questa mostra can-ta la gloria degli archivi e in futuro sarà bello arrivare a nuovi punti di vista. Penso ad esempio che si po-trebbe fare una mostra su come il cinema ha accompagnato la cresci-ta del paese».

Page 23: Rassegna stampa

11), ,EA^a grazie Oneteca

il Resto del Carlino

BOLOGNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

03/02/2013 press unE

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

LE CURIOSITÀ

IL baule con It frac In mostra un baule bianco e nero con te iniziali VDS che aperto diventa quasi una cabina armadio. Contiene il corredo classico dell'attore di un tempo firmato da grandi sartie I frac, 1 smoking, 1 abito blu da cocktail, 1 abito da cavallerizzo. 1 tenuta da tennis, 1 vestaglia

La bici rubata Farà un certo effetto vedere dal vivo La famosa bicicletta protagonista del capolavoro neorealista "Ladri di biciclette" che De Sica girò net 1948. La bici che si vedrà in mostra è il vero motore della storia interpreta da Lamberto Maggtorani padre e Enzo Stalota lit figliol

Riviste d'epoca It produttore di 007 Harry Saitzman regalò

n al regista una valigetta 24 ore di coccodrillo per Natale con te iniziali VDS in oro. anche questa fa parte detrattestimento. Dalla casa di riposo bolognese Lyda barelli arrivano anche tante riviste illustrato d'epoca

Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015

Page 24: Rassegna stampa

da pag. 22

26-FEB-2013

Diffusione: n.d.

Lettori: n.d.

Dir. Resp.: Sarina Biraghi