raffaello sanzio

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Urbino, 6 aprile 1483 Roma, 6 aprile 1520

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Page 1: Raffaello Sanzio

Urbino, 6 aprile 1483 Roma,  6 aprile  1520

Page 2: Raffaello Sanzio

1483, “in venerdì santo, alle tre di notte, d'un Giovanni de' Santi, pittore non meno eccellente, ma sì bene uomo di buono ingegno, e atto a indirizzare i figli per quella buona via, che a lui, per mala fortuna sua, non era stata mostra nella sua bellissima gioventù”

Madonna con bambino 1495

Page 3: Raffaello Sanzio

Raffaello apprese probabilmente i primi insegnamenti di disegno e pittura dal padre, che almeno dagli anni ottanta era a capo di una fiorente bottega, impegnata nella creazione di opere per l'aristocrazia locale e per la famiglia ducale, come la serie delle Muse per il tempietto del palazzo Ducale

autoritratto 1507

Page 4: Raffaello Sanzio

1494 Quando Raffaello aveva undici anni, morì il padre. In quell'anno Raffaello ne ereditò l'attività, assieme ad alcuni collaboratori e contemporaneamente inizia la collaborazione con la bottega del Perugino, a Perugia vide, con molta probabilità, per la prima volta le grottesche, dipinte sul soffitto del Collegio, che entrarono in seguito nel suo repertorio iconografico.

Page 5: Raffaello Sanzio

Nel 1499 Raffaello, sedicenne, si trasferì

con gli aiuti della bottega paterna

a Città di Castello, dove ricevette la sua

prima commissione indipendente:

lo stendardo della Santissima Trinità per

una confraternita locale.

La Pala Colonna

Page 6: Raffaello Sanzio

A Città di Castello l'artista lasciò almeno altre due opere di rilievo, tra cui la Crocifissione Gavari, visibile al lato.

Page 7: Raffaello Sanzio

L'opera si ispira a una pala analoga che il Perugino stava dipingendo in quegli stessi anni per il Duomo di Perugia, ma il confronto tra le due opere mette in risalto profonde differenze. Raffaello infatti copiò il maestoso tempio sullo sfondo, ma lo alleggerì allontanandolo dalle figure e ne fece il fulcro dell'intera composizione, che sembra ruotare attorno all'elegantissimo edificio a pianta centrale. Anche le figure sono più sciolte e naturali, con una disposizione nello spazio che evita un rigido allineamento sul primo piano, ma si assesta a semicerchio, bilanciando e richiamando le forme concave e convesse del tempio

Page 8: Raffaello Sanzio

Verso il 1503 l'artista intraprese una serie di brevi viaggi che lo portarono ai primi contatti con importanti realtà artistiche dell’epoca. Oltre alle città umbre e alla nativa Urbino, visitò quasi sicuramente Firenze, Roma (dove assistette alla consacrazione di Giulio II) e Siena.

Francesco Maria Della Rovere _1503

Page 9: Raffaello Sanzio

A Siena fu invitato da Pinturicchio, con il quale era legato da una stretta amicizia. Il pittore più anziano invitò Raffaello a collaborare agli affreschi della Libreria Piccolomini (voluta dal futuro papa Paolo III), fornendo dei cartoni che svecchiassero il suo stile ormai in una fase di declino, come si vede nei precedenti affreschi della Cappella Baglioni a Spello

Page 10: Raffaello Sanzio

Nel clima artistico fiorentino, fervente più che mai, Raffaello strinse rapporti d'amicizia con altri artisti, tra cui : Ridolfo del Ghirlandaio, Antonio da Sangallo, Andrea Sansovino

Probabilmente sperava in qualche commissione ufficiale , ma il gonfaloniere era in ristrettezze economiche per il recente esborso per acquistare il David di Michelangelo e i grandiosi progetti per la Sala del Gran Consiglio. Nonostante ciò non passò molto tempo che l'artista riuscì a garantirsi commissioni da alcuni facoltosi cittadini, come Lorenzo Nasi, per il quale dipinse la Madonna del Cardellino.

Page 11: Raffaello Sanzio

Il soggiorno fiorentino fu di fondamentale importanza nella formazione di Raffaello, permettendogli di approfondire lo studio dei modelli quattrocenteschi (Masaccio e Donatello) nonché delle ultime conquiste dei contemporanei maestri: Leonardo e Michelangelo. Dal primo apprese i principi compositivi per creare gruppi di figure strutturati plasticamente nello spazio, mentre sorvolò sulle complesse allusioni e implicazioni simboliche, sostituendo l'indefinito psicologico a sentimenti più spontanei e naturali. Da Michelangelo invece assimilò il chiaroscuro plastico, la ricchezza cromatica e il senso dinamico delle figure

Page 12: Raffaello Sanzio

Celebre è la serie delle Madonne col Bambino che a Firenze raggiunge nuovi vertici. Per famiglie fiorentine della borghesia medio-alta Raffaello dipinse alcuni capolavori assoluti, come alcuni gruppi di Madonne a tutta figura col Bambino e san Giovannino: la Bella giardiniera, la Madonna del Cardellino e la Madonna del Belvedere.

La bella giardiniera

Page 13: Raffaello Sanzio

Le composizioni divengono via via più complesse e articolate, senza però mai rompere quel senso di idilliaca armonia che, unita alla perfetta padronanza dei mezzi pittorici, fanno di ciascuna opera un autentico capolavoro. Nella Sacra Famiglia Canigiani, databile al 1507 circa, quindi quasi alla fine del soggiorno fiorentino, le espressioni e i gesti si intrecciano con sorprendente varietà, che riesce a rendere sublimi e poetici dei momenti tratti dalla quotidianità

particolare

Page 14: Raffaello Sanzio

Al periodo fiorentino appartengono alcuni ritratti nei quali è manifesta l'influenza di Leonardo: la Donna gravida, Agnolo Doni e Maddalena Strozzi, la Dama col liocorno e la Muta. Ad esempio in quello di Maddalena Strozzi è evidente l'impostazione a mezza figura nel paesaggio, con le mani conserte, derivata dalla Gioconda, ma con risultati quasi antitetici, in cui prevalgono la descrizione dei lineamenti fisici, dell'abbigliamento, dei gioielli, e la luminosità del paesaggio, scevra dal complesso mondo di significati simbolici ed allusivi di Leonardo

Page 15: Raffaello Sanzio

Opera cruciale di questa fase è la Pala Baglioni (1507)In quest'opera Raffaello fuse il senso tragico della morte con il vitale slancio del turbamento, con una composizione estremamente monumentale, drammatica e dinamica, ma bilanciata con cura, in cui si notano ormai evidenti spunti michelangioleschi, nella ricerca plastica e coloristica, e dell'antico, in particolare dalla rappresentazione della Morte di Melagro che l'artista aveva potuto vedere durante un probabile viaggio formativo a Roma nel 1506

Page 16: Raffaello Sanzio

Verso la fine del 1508 per Raffaello arrivò la chiamata a Roma che cambiò la sua vita. In quel periodo infatti papa Giulio II aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare, chiamando a sé i migliori artisti sulla piazza, tra cui Michelangelo e Donato Bramante. Fu proprio Bramante, secondo la testimonianza di Vasari, a suggerire al papa il nome del conterraneo Raffaello

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Nella decorazione delle stanze, affiancò una squadra di pittori provenienti da tutta Italia (il Sodoma, Bramantino, Baldassarre Peruzzi, Lorenzo

Lotto e altri) per la decorazione, da poco avviata, dei nuovi appartamenti papali. Le sue prove nella volta della prima, poi detta Stanza della

Segnatura, piacquero così tanto al papa che decise di affidargli, fin dal 1509, tutta la decorazione, a costo anche di distruggere quanto già era

stato fatto, sia ora che nel Quattrocento (tra cui gli affreschi di Piero della Francesca)

Page 18: Raffaello Sanzio

Sarebbe stato lo stesso pontefice a fornire il complesso programma iconografico adottato nella prima sala che ospitava la sua biblioteca e che contiene le allegorie delle Quattro discipline contemplate dalla Scolastica

medioevale, la Teologia, la Filosofia, il Diritto e la Poesia (sostitutiva quest’ultima della Medicina).

Page 19: Raffaello Sanzio

La scena è una rappresentazione del monte Parnaso, che secondo la mitologia greca è la dimora delle Muse. Sulla sommità del colle, nei pressi

della fonte Castalia, Apollo, coronato di alloro e al centro della composizione, suona una lira da braccio, circondato dalle Muse. Ai suoi

lati si vedono Calliope ed Erato, che presiedono il coro delle altre: a sinistra dietro Calliope, Talia, Clio ed Euterpe; a destra dietro Erato,

Polimnia, Melpomene, Tersicore e Urania.

Page 20: Raffaello Sanzio

Il programma decorativo della successiva stanza, destinata a sala delle Udienze e poi detta di Eliodoro dal nome di uno degli affreschi, tenne conto della particolare situazione politica: venne deciso infatti di realizzare scene legate al superamento delle difficoltà della Chiesa

grazie all'intervento divino.

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Nella terza stanza, l'unica parete con l’intervento diretto del maestro, è quella dell'Incendio di Borgo (1514) in cui iniziano ad essere evidenti i

debiti verso il dinamismo turbinoso degli affreschi di Michelangelo, reinterpretati però con altri riferimenti, fino a generare un nuovo

"classicismo", scenografico e monumentale, ma dotato anche di grazia e armonia.

Page 22: Raffaello Sanzio

La storiografia artistica ha per lungo tempo trascurato la portata dell’opera di Raffaello architetto.

Quando Raffaello decise di accettare l'incarico di soprintendente ai lavori della basilica di San Pietro, aveva alle spalle alcune esperienze in questo campo: per Agostino Chigi aveva curato le cosiddette "Scuderie" di villa Farnesina (distrutte)

e la cappella funeraria in Santa Maria del Popolo. Inoltre aveva atteso alla costruzione della piccola chiesa di Sant'Eligio degli Orefici (nell’immagine) portata a termine da Baldassarre Peruzzi e Aristotele da Sangallo. In queste opere si nota

un reimpiego di motivi derivati dall'esempio di Bramante e di Giuliano da Sangallo, coniugati con notevoli suggestioni dell'antico.

Page 23: Raffaello Sanzio

Iniziate da Bramante, Le Logge, vennero proseguite da Raffaello, sia nell'esecuzione

che nella decorazione, arricchendo l'articolazione delle pareti e coprendo le

campate con volte a padiglione, che gli permisero di disporre di piani più vasti per la

decorazione pittorica. Quest'ultima, avviata nel 1518, vide l'opera di un folto numero di assistenti, e comprendeva

una sessantina di storie dell'Antico e Nuovo

Testamento, tanto che venne chiamata la "Bibbia di

Raffaello"

Logge del palazzo Niccolino in Vaticano

Page 24: Raffaello Sanzio

Tra il 1514 e il 1516 dipinse due pale

d'altare: l'Estasi di Santa Cecilia a Bologna e la Madonna Sistina

contemporaneamente eseguì alcuni ritratti di personaggi illustri tra i

quali il ritratto di Baldassarre

Castiglione, il doppio ritratto che si trova alla galleria Doria a Roma e la cosiddetta Velata. 

La Velata

Page 25: Raffaello Sanzio

Sotto il pontificato di Leone X, Raffaello ricevette anche

l'incarico di custodia e registrazione dei marmi antichi, che lo portò a condurre un attento studio delle vestigia antiche, per esempio

esaminando le strutture e gli elementi

architettonici del Pantheon come nessuno aveva fatto fino a quel

momento

Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi

Page 26: Raffaello Sanzio

La Trasfigurazione, ultima opera di Raffaello, alla sua

morte era ancora incompleta e fu portata a termine da Giulio Romano nella parte

inferiore. Opera dinamica e

innovativa, con uno straordinario uso della luce, ci mostra due zone circolari

sovrapposte, legate da molteplici rimandi di mimica e gesti. La forza drammatica è determinata dal contrasto

tra la composizione simmetrica della parte superiore e la concitata

gestualità e le dissonanze di quella inferiore, che si raccordano sull'asse

verticale fino all'epifania divina, che scioglie tutti i

drammi.

Page 27: Raffaello Sanzio

Raffaello morì a soli 37 anni, nel giorno di Venerdì Santo. Secondo Vasari la morte sopraggiunse dopo quindici giorni di malattia, iniziata con una febbre "continua e acuta", causata

secondo il biografo da "eccessi amorosi", e infelicemente curata con ripetuti salassi.

Page 28: Raffaello Sanzio

PRESENTAZIONEa cura di

ANTONIO CURRELI

Nostro Signore (Papa Leone X) con l'onorarmi m'ha messo un gran peso sopra spalle. Questo è la cura della fabrica di S Pietro. Spero bene di non cadervici sotto, e tanto più quanto il modello ch'io nho' fatto piace a Sua Santità et è lodato da molti belli ingegni. Ma io mi levo col pensier più alto. Vorrei trovar le belle forme degli edifici antichi, né so se il volo sarà d'Icaro.

Lettera di Raffaello a B. Castiglione