quotidiano economico, giuridico e politico paga il … il consigliere rizzo nervo che si dimesso per...

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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 28 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 2 Febbraio 2012 AMBIENTE Contrordine: la Terra si sta raffreddando Nucci a pag. 13 GERMANIA Gli immigrati creano nuove imprese Giardina a pag. 12 A 2 ANNI DAL SISMA Nelle tendopoli mezzo milione di haitiani servizio a pag. 13 * con guida «La riforma delle pensioni» a € 5,00 in più; con guida «La manovra iscale di Monti» a € 6,00 in più; con guida «Le 4 manovre del 2011 + la inanziaria del 2012» a € 6,00 in più; con «Guida agli strumenti inanziari derivati» a € 7,90 in più; con guida «TUIR 2012» a € 6,00 in più; con guida «Le novità iscali sulla casa» a € 6,00 in più QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) La Legge - Lo stop alle ta- riffe forensi finisce in Corte costituzionale Ciccia a pag. 33 Semplificazioni - I commercialisti: i collegi sindacali non si toccano Ventura a pag. 21 Fisco - Beni all’estero, raddoppiano gli adempi- menti. E aumenta il rischio sanzioni Liburdi a pag. 27 Agricoltura - Multe latte sbagliate. Per un miliardo di euro Chiarello a pag. 28 Documenti/1 - Decreto liberalizzazioni, la circolare Ania Documenti/2 - La sentenza del Tar Pu- glia sull’astreinte Documenti/3 - Lob- bisti in agricoltura, la bozza del decreto www.italiaoggi.it L’inerzia del Comune costa 50 euro al giorno. Da pagare interamente al cittadino che aspetta invano un prov- vedimento. Il tutto perché l’ente non si adegua a una sentenza del giudice amministrativo che ordina di integrare il Piano regolatore generale. Il Tar Pu- glia ha deciso di applicare l’astreinte, la penalità di mora mutuata dal diritto francese, con lo scopo di dissuadere il debitore dal persistere nella mancata attuazione del dovere di ottemperanza. Inducendo così il Consiglio comunale a deliberare al più presto sulla riclassifi- cazione di un terreno. Gli assicuratori sono obbligati a fornire al cliente tariffe e condizioni di almeno altre due compagnie Triplo preventivo per l’Rc auto Le agenzie di assicurazione, anche monomandatarie, sono di- ventate broker e rischiano sanzioni pesanti se non forniscono, al potenziale cliente, tariffe e condizioni di altre compagnie. Al clien- te vanno presentate almeno altre due opzioni, oltre alla propria, ma non è richiesto che ciò avvenga per iscritto. Questo il risultato degli obblighi introdotti, nel comparto as- sicurativo, dal decreto liberalizzazioni, come evidenziato anche dall’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania) nella circolare (prot. 0041) dello scorso 25 gennaio. Poggiani a pag. 24 D s D bis Il cda Rai ha nominato Alberto Maccari alla direzione del Tg1 e Alessandro Casarin a quel- la del Tgr. Le regole applicate sono quelle della Rai, che poi sono quelle di qualsiasi cda del mondo: le scelte passano se sono approvate dalla maggioranza. In caso di parità, prevale il voto del presidente, in questo caso Paolo Garimberti, al quale però non è bastato nemmeno il suo voto pe- sante per far passare la soluzione da lui preferita. Per cui ha fatto saltare il tavolo, guardandosi bene dal dimettersi, come si fa in questi casi. Ben più corretto è stato il consigliere Rizzo Nervo che si è dimesso per protesta. Speriamo solo che non ci ripensi. Avremmo sprecato un complimento. DIRITTO & ROVESCIO Se I i n V Fi IL Giornale dei professionisti * * * Paga il Comune lento Per la prima volta un ente locale è stato condannato a pagare a un cittadino 50 euro per ogni giorno di ritardo nell’approvazione del Prg Ferrara a pagina 22 LEADERSHIP CORROSA La Lega precipita nel Veneto al 25% contro il 35% delle regionali di un anno e mezzo fa Pistelli a pag. 7 f ll ff d d l l d Utili raddoppiati e ricavi saliti del 66%. Sono questi i numeri che rendono ancora una volta vincente la stra- tegia del gruppo Fiat, ideata dall’amministratore delegato, Sergio Marchionne. Una stra- tegia che fa leva, ancora una volta, su Chrysler, che, per la prima volta da 15 anni, ha ritrovato un consistente uti- le di 183 mln di dollari (-652 nel 2010), con ricavi saliti del 31% e una quota di mercato cresciuta al 9,2%. Bene anche i conti di Fiat spa e di Fiat industrial, entrambe premia- te da Piazza Affari, con una crescita, rispettivamente, del 4,81% e del 5,02%. a pagina 39 Funziona la cura Marchionne per Chrysler che va in utile per la prima volta dal 1997 AUDIWEB In arrivo i dati sulla navigazione in mobilità Secchi a pag. 16 POLIGRAFICI Riffeser: con i nuovi settimanali vendite +30% Capisani a pag. 17 e in più IL SETTIMANALE DEI PROFESSIONISTI DEL DIRITTO da pag. 33 d da pa pa 33 IN EDICOLA www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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• Nuova serie - Anno 21 - Numero 28 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Giovedì 2 Febbraio 2012 •

AMBIENTEContrordine: la Terra si sta raffreddandoNucci a pag. 13

GERMANIAGli immigrati creano nuove impreseGiardina a pag. 12

A 2 ANNI DAL SISMANelle tendopoli mezzo milione di haitiani servizio a pag. 13

* con guida «La riforma delle pensioni» a € 5,00 in più; con guida «La manovra i scale di Monti» a € 6,00 in più; con guida «Le 4 manovre del 2011 + la i nanziaria del 2012» a € 6,00 in più; con «Guida agli strumenti i nanziari derivati» a € 7,90 in più; con guida «TUIR 2012» a € 6,00 in più; con guida «Le novità i scali sulla casa» a € 6,00 in più

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

90 secondi

La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

La Legge - Lo stop alle ta-riffe forensi finisce in Corte costituzionale

Ciccia a pag. 33

Semplificazioni - I commercialisti: i collegi sindacali non si toccano Ventura a pag. 21

Fisco - Beni all’estero, raddoppiano gli adempi-menti. E aumenta il rischio sanzioni

Liburdi a pag. 27

Agricoltura - Multe latte sbagliate. Per un miliardo di euro

Chiarello a pag. 28

Documenti/1 - Decreto liberalizzazioni, la circolare Ania

Documenti/2 - La sentenza del Tar Pu-glia sull’astreinte

Documenti/3 - Lob-bisti in agricoltura, la

bozza del decretowww.italiaoggi.it

L’inerzia del Comune costa 50 euro al giorno. Da pagare interamente al cittadino che aspetta invano un prov-vedimento. Il tutto perché l’ente non si adegua a una sentenza del giudice amministrativo che ordina di integrare il Piano regolatore generale. Il Tar Pu-glia ha deciso di applicare l’astreinte, la penalità di mora mutuata dal diritto francese, con lo scopo di dissuadere il debitore dal persistere nella mancata attuazione del dovere di ottemperanza. Inducendo così il Consiglio comunale a deliberare al più presto sulla riclassifi -cazione di un terreno.

Gli assicuratori sono obbligati a fornire al cliente tariffe e condizioni di almeno altre due compagnie

Triplo preventivo per l’Rc autoLe agenzie di assicurazione, anche monomandatarie, sono di-

ventate broker e rischiano sanzioni pesanti se non forniscono, al potenziale cliente, tariffe e condizioni di altre compagnie. Al clien-te vanno presentate almeno altre due opzioni, oltre alla propria, ma non è richiesto che ciò avvenga per iscritto.

Questo il risultato degli obblighi introdotti, nel comparto as-sicurativo, dal decreto liberalizzazioni, come evidenziato anche dall’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania) nella circolare (prot. 0041) dello scorso 25 gennaio.

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Il cda Rai ha nominato Alberto Maccari alla direzione del Tg1 e Alessandro Casarin a quel-la del Tgr. Le regole applicate sono quelle della Rai, che poi sono quelle di qualsiasi cda del mondo: le scelte passano se sono approvate dalla maggioranza. In caso di parità, prevale il voto del presidente, in questo caso Paolo Garimberti, al quale però non è bastato nemmeno il suo voto pe-sante per far passare la soluzione da lui preferita. Per cui ha fatto saltare il tavolo, guardandosi bene dal dimettersi, come si fa in questi casi. Ben più corretto è stato il consigliere Rizzo Nervo che si è dimesso per protesta. Speriamo solo che non ci ripensi. Avremmo sprecato un complimento.

DIRITTO & ROVESCIO

SeI inV

Fi

IL Giornale dei

professionisti* * *

Paga il Comune lentoPer la prima volta un ente locale è stato condannato a pagare a un

cittadino 50 euro per ogni giorno di ritardo nell’approvazione del Prg

Ferrara a pagina 22

LEADERSHIP CORROSA

La Lega precipita nelVeneto al 25% controil 35% delle regionalidi un anno e mezzo fa

Pistelli a pag. 7

f l l ff d d l l d

Utili raddoppiati e ricavi saliti del 66%. Sono questi i numeri che rendono ancora una volta vincente la stra-tegia del gruppo Fiat, ideata dall’amministratore delegato, Sergio Marchionne. Una stra-tegia che fa leva, ancora una volta, su Chrysler, che, per la prima volta da 15 anni, ha ritrovato un consistente uti-le di 183 mln di dollari (-652 nel 2010), con ricavi saliti del 31% e una quota di mercato cresciuta al 9,2%. Bene anche i conti di Fiat spa e di Fiat industrial, entrambe premia-te da Piazza Affari, con una crescita, rispettivamente, del 4,81% e del 5,02%.

a pagina 39

Funziona la cura Marchionne per Chryslerche va in utile per la prima volta dal 1997

AUDIWEB

In arrivoi dati sulla

navigazione in mobilità

Secchi a pag. 16

POLIGRAFICI

Riffeser: con i nuovi settimanali

vendite +30% Capisani a pag. 17

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2 Giovedì 2 Febbraio 2012

Può un sistema produttivo com-petere ad armi pari in un un’area monetaria

integrata se il periodo medio dei paga-menti delle sue fatture, pubbliche e pri-vate, sfiora gli otto mesi quando la media degli altri paesi è di 60 giorni? Quanta capacità competitiva è compromessa da queste cattive regole commerciali fattesi prassi economica? Il premier Mario Mon-ti è un profondo conoscitore delle dinami-che concorrenziali avendole studiate da economista e praticate da commissario europeo. Per questa ragione non gli sarà sfuggito il fatto che l’economia italiana opera nell’euro con un evidente svantag-gio prodotto dalle irrituali modalità con le quali le fatture vengono saldate dai debitori. In Italia il capitale circolante, wor-king capital per gli anglo-foni, è terribilmente più elevato che in ogni altro paese europeo, Grecia esclusa. Il pesce puzza dalla testa in questo caso, perché il pagatore peggiore del Belpaese è lo Sta-to che non ha mai capito l’importanza della pianifi cazione dei fl ussi fi nanziari per un sano capitalismo. I 90 miliardi di debiti accumulati dalla p.a. verso i suoi fornitori, non soltanto certifi cano uno scaduto superiore all’anno, ma anche e soprattutto una prassi di gestione della cosa pubblica basata sulla inutile logica della competenza a discapito di quella sana della cassa. Lo Stato fi rma contratti e li fa eseguire pur non avendo la liqui-

dità necessaria per ono-rare gli impegni assun-ti. Questo malcostume

capitalistico innesca un moltiplicatore negativo nei termini di pagamento di tutta la fi liera produttiva che ha ormai infettato l’intera economia di mercato italiana. Una economia costretta a pro-durre con una zavorra di capitale circo-lante che ne riduce la competitività per almeno tre motivi: a) perché riduce la capacità di autofi nanziamento delle im-prese, penalizzando soprattutto le Pmi, e la loro potenzialità di innovare e di fare ricerca; b) perché costringe le imprese a fi nanziare tramite le banche il capitale circolante atipico pagandone il relativo

costo in termini di inte-ressi passivi; c) perché limita la remunerabili-tà effettiva del capitale investito che resta in buona parte congelato nell’attivo di bilancio. Senza dimenticare la ci-

liegina sulla torta italica: sugli interessi passivi prodotti da questo stock di wor-king capital aggiuntivo le imprese pa-gano anche l’Irap. È chiaro al professor Monti che un capitalismo che penalizza la remunerazione del capitale investito e limita le potenzialità di autofi nanzia-mento della crescita è un capitalismo atipico e degenerato. Condannato con la globalizzazione a perdere competiti-vità e risorse. Normalizzare i tempi di pagamento dei crediti italiani è per lo sviluppo economico dell’Italia prioritario quanto superare l’art. 18.

IL PUNTO

Il ritardo nei pagamentipunisce le imprese italiane

DI EDOARDO NARDUZZI

usa Il pesce

crltibnS

liegina sulla tort

Soprattutto neiconfronti

di quelle straniere

Dopo 17 anni di chiusura totale e di reciproca de-monizzazione, i due partiti più

grandi presenti nel parlamento, e cioè il Pdl e il Pd, cominciano a trattare, a con-frontarsi, a cercare di trovare soluzioni assieme. È questo il miglior risultato del governo Monti che ha costretto le forze politiche a prendere atto che, con le loro chiusure, stavano strozzando il paese ed eliminando sé stesse.

L’aver rinunciato alla possibilità di governare direttamente il paese (che è lo specifi co di ogni partito) è dovuto al fatto che i partiti italiani hanno ri-conosciuto di non esserne all’altezza. Hanno quindi fatto un vistoso e imba-razzante passo indietro e hanno poi chiesto a Mon-ti di prendere in mano la barra del paese Italia mentre loro, i partiti, con-tinuano a fornire la benzina dei loro voti in parlamento per consentire al governo di operare nel pieno della legittimità co-stituzionale.

Il governo Monti infatti non è un go-verno tecnico ma è, nella sua essenza, un governo di tecnici che è anche politico perché è sostenuto e legittimato in Par-lamento dai partiti politici. Questa tem-poranea e volontaria amputazione delle loro prerogative dimostra che i partiti italiani avevano coscienza di aver tocca-to il fondo. Ecco perché gli incontri (per il momento riservati ma anche certi)

del segretario del Pdl, Alfano, e del segretario del Pd, Bersani, per

cercare di mettere a punto le riforme istituzionali, elettorali e regolamentari di cui il paese ha bisogno per poter af-frontare le sfi de che gli stanno davanti rappresentano una salutare inversione di tendenza. I due grandi partiti, troppo a lungo ingessati sulle reciproche bar-ricate, stanno affrontando, assieme, un periodo di riabilitazione politica, cer-cando di muovere i primi, diffi cili, passi verso la normalità. Passi che sono più facili se vengono fatti aiutandosi reci-procamente. Cosa che sarebbe stata

impossibile anche solo qualche mese fa. Colla-borando, invece, i partiti capiscono, nei fatti, e non solo in teoria, che l’attivi-tà politica può, non solo sopravvivere ma anche riuscire a esprimersi

compiutamente solo se i protagonisti non continuano a demonizzarsi a vicen-da, in un gioco di invettive a somma zero e a risultati lancinanti. I partiti invece debbono imparare a sentirsi legittimi partecipanti al gioco (in cui, come in tutti i giochi, si può vincere o si può perdere) per la legittima e leale spartizione del potere. In questo processo, come altro passaggio intermedio in vista dell’alter-nanza, potrebbe anche essere necessaria una futura cogestione che già oggi, del resto, si sta praticando per interposto governo tecnico.

a dei loro voti compiutament

È il migliorrisultato del

governo Monti

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Cade (forse) il Murodell’incomunicabilità

PUNIL PUNTO

I C O M M E N T I

DI FRANCO ADRIANO

Se al centro meccanogra-fico postale di Lamezia Terme giungono proiettili e minacce indirizzati al ministro del Lavoro, Elsa Fornero, alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e ai segreta-ri generali di Cisl, Raffaele Bonanni, e Cgil, Susanna Camusso, lui fa giungere a tutti personalmente, non-ché pubblicamente, «un messaggio di intensa so-lidarietà». Comunica con nonchalance di aver con-vocato le parti sociali per il prossimo 27 marzo presso il Cnel: un incontro «per fare il punto sull’appli-cazione della legge» dove potranno emergere «sug-gerimenti» e «aspettative». Ma ciò che più conta è che contro gli scioperi selvag-gi vuole maggiore potere: fi no ad esprimere «parere obbligatorio» in materia di precettazione. In sostanza, i prefetti dovrebbero poter procedere allo stop forzoso di uno sciopero soltanto se

lo dice lui. Ma chi è Rober-to Alesse, eletto poco più di un mese fa (il 21 novembre) presidente dell’Autorità di Garanzia per il diritto di

sciopero? Chi gli dà quel pi-glio decisionista, si tratti di camionisti o taxisti, da per-sonaggio in forte ascesa? E che signifi ca quel profl uvio di agenzie e interventi alla radio, in tv e sui giornali

con dichiarazioni molto forti? Oltre le due lauree e la chilometrica esperienza fra arbitrati, commissa-riamenti, insegnamenti e pubblicazioni sempre nel circuito della pubblica amministrazione, peral-tro consultabile sul sito di palazzo Chigi (è dirigente della presidenza del con-siglio dei ministri) Alesse è politicamente legato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, di cui è tuttora consigliere giuri-dico. In passato ha svol-to anche il ruolo di capo dell’uffi cio legislativo del gruppo di An alla Camera. È il ghostwriter di Fini per le questioni istituzionali. Ieri, a Montecitorio, è sali-to al piano di sopra per la sua prima audizione par-lamentare. Lì ha ribattu-to sullo stesso tasto: vuole

più poteri. Per sostenere la causa, Fini gli ha ceduto uno dei suoi addetti stam-pa. Scioperi permettendo, sembra destinato a fare ancora carriera.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

Contro gli scioperi il Fini giustifica i mezzi Così il garante Alesse vuole più poteri

DI MARCO BERTONCINI

Il giudizio degli esponenti di partito sull’affare Lusi è uma-no: un confessato, pieno stu-pore. Non uno capisce come si possano sottrarre somme così ingenti dalla disponibilità di un partito, sia pure in catales-si come la Margherita, senza che un solo responsabile se ne accorga. Sì: qualcuno ave-va nutrito dubbi, ma, stringi stringi, l’unico risultato rima-sto era un esposto alla magi-stratura per irregolarità negli ultimi bilanci.

L’evento, invece, di una gravità senza precedenti, conferma che sopprimere il finanziamento pubblico ai partiti sarebbe, più che utile, indispensabile, soprattutto nelle condizioni odierne della fi nanza statale e della caccia (più predicata che attuata) alle spese superflue. Se tali somme sono elargite con la causale del rimborso di spese elettorali (ideata per vincere gli effetti del vittorioso refe-rendum soppressivo), non si vede quali spese elettorali avrebbero coperto nel caso in i-specie, giacché si trattava

di un partito addirittura con-fl uito in un altro. Si tenevano nel cassetto milioni di euro, perfino nell’indifferenza dei distratti dirigenti dell’associa-zione rimasta in vita proprio per amministrare tali fondi. L’ipocrisia del rimborso elet-torale è dal caso Lusi additata coram populo, senza possibili-tà di smentita.

A questo punto non si com-prende perché non vi siano politici che, pur demagogi-camente, si facciano avanti per cassare la legge. L’opposto: Ignazio La Russa ha litigato pesantemente col proprio ca-pogruppo perché questi ave-va consentito a sopprimere il condono alle sanzioni per af-fi ssioni abusive. Questa visio-ne dei partiti come arraffatori di denaro di tutti, ma esenti da pena, serve solo a stimola-re ancor più l’antipolitica. Neppure si capisce perché il governo, che non è composto (fi nora) di uomini di partito, non proponga di moralizzare questo indecoroso, per non dir vomitevole, istituto del fi nan-ziamento ai partiti.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Cancelliamo purei rimborsi elettorali

Roberto Alesse

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Grazie all’aumento di capitale, UniCredit è più forte. Non sentivate anche voi il bisogno di buone notizie?

Il periodo di sottoscrizione per l’aumento di capitale si è concluso molto positivamente. Questo successo va condiviso con i clienti, i dipendenti e gli azionisti. È un successo che riguarda l’intero sistema Paese e la sua collocazione in Europa. UniCredit, tra le più solide, è oggi la grandebanca commerciale che affi anca le famiglie e leimprese sulla via della crescita e dello sviluppo.

unicreditgroup.eu.

UniCredit, la bancamade in Italy nel mondo.

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4 Giovedì 2 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Il Pd caccia il tesoriere Lusi. La Borsa brinda a Fiat. La triplice si aggrappa all’articolo 18

Monti e Berlusconi si sorreggonoIl Cav. gli fa da stampella, il Prof. gli lancia un salvagente

DI FRANCO ADRIANO

E se alla fine l’Italia ce la facesse e il merito se lo prendesse anche Silvio Berlusconi? Chi ha

creduto, nell’operazione salva-Italia, di dover fare i conti solo con il governo del presidente, basato sui due perni: Giorgio Napolitano e Mario Monti, l’appoggio paritetico Pier Fer-dinando Casini, Pier Luigi Bersani e Berlusconi, non ha calcolato l’irriducibilità del Ca-valiere. Non la pensa così Monti, che ieri si è recato presso l’am-miraglia delle reti Mediaset per un doppio appuntamento (al Tg e a Matrix) per mettere in chia-ro un aspetto del suo governo: sono tutti importanti i politici che lo stanno sostenendo, ma Berlusconi lo è un po’ di più: il suo sostegno «venendo da colui che era presidente del Consiglio è particolarmente significativo». Una ciambella inaspettata per Berlusconi che, alle prese con i maldipancia nel Pdl, ha comun-que deciso di fargli da stampel-la «è da irresponsabili» mollare Monti adesso, rischiando di su-scitare la dura reazione dei fal-chi. Una mossa ambigua? No, i sondaggi in mano all’ex premier gli dicono che gli italiani per ora sono con Monti.

È stato Giulio Tremonti

Tra i passaggi più signifi cati-vi delle parole di Monti quello in cui ha precisato che il nuovo trattato europeo non contiene «appesantimenti» per quanto riguarda il rientro graduale dal debito. Monti ha sottoline-ato che non è stato lui a trattare ed accettare un calo del debito pubblico pari a tre punti del pil ogni anno per 20 anni. All’Eco-nomia c’era Giulio Tremonti. «È un impegno che l’Italia ha preso l’anno scorso», ha detto, «io non lo discuto. È un impegno severo, ma non impossibile». Purché l’Italia torni a crescere, sennò « sarà insopportabile». Infi ne, una nota di ottimismo: «Il calo dello spread non è un obiettivo raggiunto: deve scen-dere ancora e scenderà».

Il Pd ha cacciato Lusi

Escluso dal gruppo del Pd in Senato, dopo essersi rifiutato di dimettersi, attorno al senatore Luigi Lusi, che ha ammesso di avere preso 13 milioni dal-la cassa della Margherita, si è fatto il vuoto. La presidente dei senatori democratici, Anna Fi-nocchiaro, ha riunito l’ufficio di presidenza del gruppo e, in mancanza di un passo indietro

di Lusi, ha proposto di votarne l’esclusione. All’unanimità.

Giovanardi difende Conti

L’ex ministro Carlo Giovanar-di non vuol vedere affi ancare il nome di Lusi a quello di Conti: «La vergognosa operazione di depistaggio dal caso Lusi messa in opera del TgLa7 ha alimenta-to l’istigazione al linciaggio della politica e delle attività imprendi-toriali di cui questa volta è stata vittima il senatore Riccardo Conti». Conti sostiene «che rica-vare proventi dal proprio lavoro

non è reato» e aggiunge: «Posso affermare senza timore di smen-tita che la ricostruzione dei fatti è parziale e non corrispondente al vero; la tempistica dell’operazio-ne è ben più articolata di quanto prospettato; e la cifra indicata come futuro guadagno fi nale è abbondantemente fantasiosa». La vicenda, dunque, si arricchirà di ulteriori capitoli, si spera nel segno del chiarimento.

Napolitano su Battisti

Al Quirinale non è piaciuta l’intervista dal Brasile di Cesa-

re Battisti. «Il signor Cesare Battisti deve solo presentarsi nel nostro paese per espiare, se-condo le norme dell’ordinamen-to penitenziario italiano, le pene alle quali è stato condannato a conclusione di processi svoltisi nella piena osservanza delle regole di uno Stato di diritto», è il dispaccio fatto emettere dal presidente Napolitano

Liberalizzazioni in salita

Comincia in salita al Sena-to l’iter di conversione in leg-ge del dl liberalizzazioni. La commissione giustizia ha dato parere contrario al tribunale delle Imprese, le nuove regole sulle professioni e la disciplina dei risarcimenti diretti. E altre criticità potrebbero venire fuori con il parere sui servizi pubblici locali. Monti ieri ha detto che se non vanno avanti le libera-lizzazioni «è meglio imparare il greco».

La Borsa brinda a Fiat

Chrysler archivia il 2011 con il ritorno all’utile. La controlla-ta di Fiat offre benefi ci in Italia in Borsa. Intanto i sindacati al tavolo con il governo si aggrap-pano all’articolo 18.

© Riproduzione riservata

DI ALESSANDRA RICCIARDI

A limiti dell’incomunicabilità. Pdl e Lega sulla politica nazionale, l’ap-poggio al governo Monti, e ai suoi provvedimenti, sono sempre più

distanti. Ma ieri in giunta delle immunità al senato gli ex alleati sono tornati di nuovo insieme, senza dubbi e distinguo, per dire no alla richiesta di autorizzazione a proce-dere contro il senatore leghista Roberto Calderoli, indagato per aver utilizzato a scopo personale un volo di stato ai tempi del suo incarico da ministro della semplifi-cazione nel governo Berlusconi. La giunta ha detto no, che non ci sono gli estremi per procedere. I capigruppo di Pdl e Lega non hanno neanche accolto la richiesta avanzata da Francesco Sanna del pd di proseguire nell’istruttoria, di verificare quali siano le disposizioni della presidenza del consiglio dei ministri sui voli di stato e di ascoltare sul punto l’ex sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta. Con una maggioranza ampia, i due partiti hanno ottenuto di andare subito al voto. Ora la parola finale spetta all’aula del senato, dove però i numeri lasciano pen-sare che il risultato non possa essere diverso. Il fatto è avvenuto il 19 gennaio 2011, quan-do Calderoli ha preso l’aereo blu per andare da Roma a Cuneo e tornare in giornata. L’ac-cusa ipotizza la truffa perché il volo sarebbe stato utilizzato per fini personali, andare a trovare il figlio della compagna ricoverato

in ospedale a Cuneo, stima un danno per le casse dell’erario per 10.271,56 euro e chiede al Senato l’autorizzazione a procedere in giu-dizio. Calderoli avrebbe mentito quando dal suo gabinetto è partita la richiesta per il volo di stato, con la motivazione di «comprovate e inderogabili esigenze di trasferimento con-nesse all’esercizio di funzioni istituzionali». Una motivazione che avrebbe indotto i funzionari di Palaz-zo Chigi a rispon-dere positivamen-te alla richiesta. Secondo le indagini svolte il volo sareb-be stato utilizzato solo per finalità pri-vate, senza nessuna appuntamento istitu-

zionale. Ieri è arrivata nella giunta presiedu-ta da Marco Follini la documentazione di Calderoli che ha ribadito quanto già detto ai magistrati: è vera la visita all’ospedale, ma il volo a Cuneo era comunque necessario per incontri con delegati politici locali sul federa-lismo. Nessun inganno, dunque. «L’opportu-nità certo, quella è un’altra cosa», concorda un senatore del pdl, «ma non era nei poteri della giunta sindacarlo». Quell’opportunità che aveva fatto indignare Calderoli per la cena di Capodanno di Mario Monti e fa-miglia nell’appartamento privato concesso a Monti a palazzo Chigi in quanto presiden-te del consiglio. Il premier ebbe gioco facile nel replicare con ironia: cenone acquistato e cucinato dalla moglie, ci sarà stato forse un consumo in più di acqua e luce...Intanto sempre ieri, nell’aula di Palazzo Madama il

leghista Roberto Castelli si esprimeva a favore dell’insindacabilità delle opi-nioni di Giuseppe Ciarrapico, se-natore Pdl, accusato di diffamazione per un articolo nel quale attaccava un collega onorevole. «La legge non è uguale per tutti, o almeno que-sta affermazione non può essere considerata giusta se applicata ai parlamentari, ai componenti del governo o al presidente della

Repubblica..lo prevede la Costitu-zione!», ha detto Castelli. Applausi di Lega e Pdl.

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Ex alleati di nuovo insieme. E Castelli pro Ciarrapico: non tutti uguali davanti alla legge

Pdl e Lega salvano Calderolidall’inchiesta sul volo di stato

Vignetta di Claudio Cadei

Roberto Calderoli

di Pierre de Nolac

Anche palazzoChigi sarà imbiancato.

Neve sui Monti.

* * *

Fassino: «Allertatiper drastico abbassa-mento temperature».

Lui lassù il freddolo sente prima degli altri.

* * *

Chrysler: primatodelle venditein Canada a gennaio.

Proprio dove ha portatoi soldi Lusi.

* * *

Bersani in Tunisiadall’8 al 10 febbraio.

C’è una sinistrada distruggere anche lì.

* * *

«Celentano vuoleGrillo a Sanremo»,ma lui smentisce.

Per il comiconon era rimastoun centesimo.

PILLOLE

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5Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 FebbrP R I M O P I A N O

Mancano oltre tre mesi dalle amministrative ma già i oriscono le liste civiche dei sindaci

Si va verso elezioni antipoliticheSarà un massacro dei partiti. Favorito chi ne è più lontano

DI CESARE MAFFI

Mancano più di tre mesi alle elezioni amministrative, e già premono le liste

dei candidati sindaci. Flavio Tosi, primo cittadino di Vero-na e fra i maggiori esponenti della Lega, da parecchio batte e ribatte sul tasto della propria lista. Dalla sua, ha l’esperienza del turno precedente, quando la lista civica Tosi superò il 16%, contro il 15% di Fi, il 13% di An, il 12% della stessa Lega e il 4,5% dell’Udc. Gianni Aleman-no, che pure andrà al rinnovo dell’amministrazione soltanto l’anno prossimo, ha già lanciato avanti l’ipotesi di una propria lista, sul modello di quella pre-sentata da Renata Polverini alle ultime regionali (che fra l’altro servì a colmare il buco, altrimenti esiziale, dell’assenza suicida della lista pidiellina nel collegio di Roma).

È risaputo che i vertici del Pdl, il Cav in testa, hanno sempre visto di mala grazia queste f o r m a z i o n i e s t e m p o -ranee, sia perché sot-traggono, a volte pesan-

temente, voti al partito, sia per-ché possono rassodarsi e fare di-retta concorrenza al movimento uffi ciale. Tuttavia il colabrodo cui oggi è ridotto il Pdl fa ritene-re che il partito starà ben atten-to dall’avanzare riserve, posto che anche un pugno di voti in più sarebbe utile per mitigare le sconfi tte che tutti danno per sicure.

Quest’anno, tuttavia, non ci sono soltanto le solite motiva-zioni che spingono molti can-didati sindaci a farsi la lista personale. C’è, beninteso, il de-siderio di piazzare persone di propria schietta fi ducia. C’è la necessità di accogliere candida-ti che non gradiscono apparire inseriti in una lista di partito.

C’è il bisogno di moltiplicare i candidati, per a s s i c u r a r s i un gruzzolo suppletivo di

voti personali, amicali, fami-

liari. Il fe-nomeno ha raggiunto

f o r m e e s a -

sperate negli anni scorsi nel caso delle elezioni circoscrizio-nali (oggi ridimensionate dalle nuove norme per i tagli dei costi politici), con candidati immes-si al solo scopo di procurarsi il voto personale di chi si presen-tava in una lista di quartiere, sperando che così giungesse pure il suo voto al Comune.

Quest’anno, si diceva, c’è dell’altro. Emerge, infatti, dalla preparazione elettorale in molti centri già avviata, che l’antipo-litica si qualifi ca come elemento nuovo per le liste dei sindaci. Così come l’antipolitica favorirà la presentazione di liste dichia-ratamente ostili al Palazzo (il fenomeno dei grillini parla da solo), altrettanto l’antipolitica stimola la presentazione di li-ste di sostegno a un candidato sindaco sottolineandone l’estra-neità, ma addirittura l’ostilità, al mondo dei partiti. Sia pure in minor misura, si direbbe che la tentazione di presentare tali li-ste si avverta anche nel centro-sinistra, ove il Pd è in partenza ostile (come il Pdl) per il timore di un’erosione di suffragi non contingente. Chi, invece, mal tollera l’ipotesi è la Lega (come emerge dalle riserve che nel partito sta incontrando proprio Tosi), perché intende presentar-si essa stessa come referente primo dell’antipolitica.

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DI ANTONIO CALITRI

Conto alla rovescia per la Nichi Vendola Bank. Una banca per la regione Puglia che fornirà garanzie sui prestiti e anche mutui alle piccole e medie imprese, è in arrivo per febbraio. Con l’autorizzazione della Banca d’Italia all’operatività di Puglia Sviluppo, la società regionale nata dalla trasformazione della parte pugliese di Sviluppo Ita-lia, che lo scorso ottobre ha presentato domanda in via Nazionale per diventare operatore bancario. E siccome l’iter autorizzativo di Bankitalia prevede 120 giorni, a momenti è attesa l’autorizzazione con il governatore che assedia l’amministratore delegato di Sviluppo Puglia, Gio-acchino Maselli, con una domanda diventata famosa, in un contesto assai diverso però, nell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte: «Allora, abbiamo una banca?». Vendola non vede l’ora di potersi dotare di un nuovo strumento per proseguire la sua battaglia contro il sistema di potere economico e fi nanziario consolidato. Certo non è detto che poi i risultati della gestione Ven-dola si differenzino tanto dal resto del panorama. Basta guardare cosa è accaduto con l’Acquedotto pugliese, uti-lizzato in ben due campagne elettorali come cavallo di battaglia per dire che «l’acqua è pubblica e non si tocca», salvo poi dover dimostrare, dati alla mano, che la gestio-ne deve essere comunque privatistica per funzionare. E anziché concedere il bene pubblico gratuitamente a tutti, ha dovuto addirittura aumentarne la tariffa come e più di altre regioni dove in parte il bene acqua, o meglio la sua gestione, è stata privatizzata. Questa volta, ci sono in ballo i prestiti alle piccole e medie imprese che le banche normalmente concedono a fatica. Fra qualche giorno, se Bankitalia dirà sì, li potrà dare direttamente Vendola, di-mostrando che esiste una nuova strada. O semplicemente adeguandosi a quello che fan tutti.

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In arrivo la banca di Vendola

DI MARCO OLIVI

Giovanni Marcora, grande esponente della Dc, fondato-re della corrente di sinistra di Base e comandante par-

tigiano combattente di spicco, ope-rante nell’Italia del Nord, a fianco del leggendario, e suo amico, Enrico Mattei, aveva un curriculum tale che gli consentiva di essere spiritoso sulla Resistenza di cui lui, non a caso, è stato uno dei principali protagonisti. Diceva infatti, nei primi anni Sessan-ta, 15 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, che molti suoi ami-ci della Resistenza «assomigliavano sempre più a dei ferri da stiro. Nel senso che se gli toglievi la resistenza non gli rimaneva più nulla».

Sessantassette anni dopo dalla con-clusione della seconda guerra mondia-le non si sono fatti sufficienti passi avanti.

Anche se l’atteggiamento dell’opi-nione pubblica è cambiato. Le vestali della Resistenza violata sono invece sempre all’erta, alle volte anche in-debitamente, come dimostra una vi-cenda che è in corso nel comune di Rottofreno, alle porte di Piacenza. Questo paese ha deciso di dedicare una piazza della sua frazione, San Nicolò, alla memoria di Andrea Ros-si, un impiegato della prefettura di Piacenza, senza nessuno coinvolgi-

mento in precedenti fatti di sangue o di violenza. Il suo assassinio avvenne il 26 aprile 1945,a guerra finita dun-que, per mano di sedicenti partigiani che, incontratolo per strada mentre stava tornando a casa in bicicletta, lo presero a botte e lo portarono nel vicino negozio di un panettiere con l’intenzione di bruciarlo vivo nel for-no. La resistenza del fornaio impedì loro di realizzare il proposito. Per cui continuarono a percuotere il seque-strato finchè decisero di ucciderlo a mitragliate, lasciandolo poi nel cam-po dove adesso sorge la piazza che il sindaco di Rottofreno, Raffaele Vene-ziani, vuole dedicare all’assassinato di 67 anni fa.

I «sedicenti partigiani» (è questa la locuzione usata dal sindaco di Rotto-freno per sottolineare che, nella sua scelta, non c’è alcun intendimento polemico o critico nel confronti della Resistenza), come segno di ulteriore disprezzo e disumanità nei confronti dell’assassinato, impedirono che il ca-davere fosse raccolto e composto dai parenti. Esso infatti rimase sul campo per due giorni interi. La giovanissima vedova, pur conoscendo esattamente le generalità dei feroci assassini, non presentò mai una denuncia nei loro riguardi: essi quindi rimasero impu-niti.

Si è arrivati alla decisione di dedica-re la piazza a chi fu lì assassinato da

giovani sanguinari rimasti impuniti, per iniziativa del figlio dell’assassina-to che, all’epoca dei fatti, aveva solo 9 mesi e che, per non aver mai cono-sciuto suo padre, lo sta inseguendo da allora, cercando di ricostruirne la figura attraverso la testimonianza di coloro che lo hanno conosciuto (pochi, ormai, per ragioni anagrafiche) e che, anche se sono di sinistra e partigiani, sono, in molti, disposti a testimoniare che Andrea Rossi non aveva mai torto un capello a nessuno.

Per evitare le reazioni antifasciste (che in questo caso non si tratta di invocare; essendo in gioco solo consi-derazioni umanitarie) il sindaco ha detto, in modo inequivoco, che, se ci fosse da scegliere oggi, lui salirebbe sulle montagne e sarebbe partigia-no. Uno studioso locale favorevole all’intestazione, Andrea Ambiveri, nel difenderla, ha detto: «Avrei volu-to essere sui monti con i partigiani a combattere l’oppressione nazifasci-sta». Non si tratta quindi di sminuire la Resistenza, con questa dedica, ma solo di adempiere a una riparazione morale nei confronti di un fatto di sangue di questa belluinità.

Naturalmente chi, guardando la re-altà con gli occhiali della prevenzio-ne ideologica, si ostina vedere l’Italia come se fosse tutt’ora in balìa delle forze fasciste e repubblichine, prefe-risce dare, alla vicenda, delle conno-

tazioni solo politiche. Un intervenuto «antifascista» nel dibattito ha infatti spiegato che «il centrodestra italiano ha già iniziato da tempo , a tutti i li-velli, un processo il cui obiettivo fina-le è la legittimazione della repubblica di Salò, se non la sua equiparazione alla Resistenza» con che aderenza al vero tutti possono constatare.

Giampaolo Pansa che,da storico della Resistenza (venne premiato da Ferruccio Parri per la sua opera pri-ma) ha voluto descrivere anche che cosa era successo dall’altra parte (non per assolvere i repubblichini e le loro nefandezze, ma per descrivere una ve-rità celata che, da storico, si sentiva obbligato di scoprire), a Piacenza non ha potuto parlare perché certi cosid-detti antifascisti (anche se la grande parte degli antifascisti sono, anche a Piacenza, sinceramente democratici) non lo hanno contraddetto, come sa-rebbe stato doveroso e comprensibile, ma gli hanno semplicemente impedi-to di esprimersi, con una decisione che è tipicamente fascista. Il figlio di Andrea Rossi, nel battersi perché la memoria di sua padre fosse ricorda-ta nel posto dove fu assassinato, non ha intenzioni revisionistiche, non fa nemmeno i nomi, conosciuti, degli as-sassini, ma vuol semplicemente ricor-dare la figura di suo padre. Tutto qui. Meriterebbe rispetto.

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Il figlio (che allora aveva 9 mesi) vuole ricordare il padre nel luogo dove fu lasciato per 48 ore. Ma c’è chi si oppone

L’antifascismo prevenuto di chi non crede all’uomo

Flavio Tosi

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6 Giovedì 2 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

I politici temono di promuoverne la fusione in base a parametri oggettivi validi per tutti

I mini comuni sono un non sensoSolo se più ampi potrebbero sostituire, in parte, le Province

DI MARCO BERTONCINI

Lunedì, anche se pochi se ne sono accorti, è stata la giorna-ta di protesta nazionale delle province. I consigli provinciali

si sono riuniti tutti per segnalare la necessità di mantenere in vita l’isti-tuzione, laddove gli ultimi governi qualcosa hanno fatto per ridimen-sionarla, al punto da renderne qua-si inevitabile la futura soppressione (che abbisogna però di una riforma costituzionale). La risposta più fre-quente che dagli esponenti delle province è giunta alle richieste di ta-gli totali (negli ultimi anni divenute estese) è semplice: sopprimere un certo numero di province, ma senza abolirle tutte. Nei casi già previsti dalla legge, poi, istituire le città me-tropolitane che, per quanto si trovi-no nella Carta co-stituzionale, non sono mai nate: e così almeno una dozzina di province sparirebbe, da Torino a Reggio Calabria, da Milano a Firenze, da Bari a Bologna. Infi ne, per le province che rimarrebbero in piedi, procedere ad accorpamenti. È un po’ la strada che nell’estate scorsa sembrava intrapresa, a cau-sa delle zeppe inserite dalla Lega, sostenitrice delle province, contro la radicale volontà del Pdl di azzerare l’ente intermedio. Il presidente della provincia di Milano, Guido Pode-stà (Pdl), asserisce, per esempio, che in Lombardia in luogo degli attuali 12 enti ne basterebbero 5. Tesi simili si sono affacciate qua e là. Curiosamente, non c’è nessuno che tocchi, invece, il vero problema,

costituito non dalle 107 province e province regionali (Valle d’Aosta, Trento e Bolzano sono casi a par-te), bensì dagli 8.100 comuni. La classe politica è riuscita soltanto a limitare il numero degli ammi-nistratori comunali (arrivando nei centri sotto i mille abitanti alla to-tale soppressione degli assessori) e a postulare unioni di comuni. Di abolire comuni nessuno par-la. Se obiettivamente si pongono problemi nel caso di soppressione totale o parziale di province, poiché permarrebbero migliaia di piccoli comuni a fronte delle venti regioni, le province potrebbero tranquilla-mente essere espunte dall’ordina-mento nel caso sparissero migliaia di comuni, che fra l’altro non si ca-pisce come possano rispondere ai compiti attribuiti con sempre mag-gior frequenza. Infatti, le leggi che si susseguono tendono a favorire le unioni fra i comuni, senza peral-tro riuscire a far piazza pulita delle comunità montane e non occupan-dosi di altri enti intermedi, dalle camere di commercio al pulviscolo di consorzi. Governo e parlamento comprendono, quindi, la debolezza dei comuni singoli; ma non osano obbligarli ad accorparsi, soppri-mendone l’individualità. Avrebbe quindi poco senso limitarsi a una riduzione del numero delle provin-ce: potrebbero sparire, se i comuni avessero dimensioni territoriali e consistenza demografica tali da rilevarne la maggior parte delle competenze.

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DI GOFFREDO PISTELLI

«La Regione ha potere legislativo, la competenza del fare, dell’agire, dell’opera-re è delle Province che hanno un rapporto diretto con i Comuni». Oscar Luigi Scalfaro non era stato ancora ricordato alla Camera che, l’altro ieri, il Pd piemontese già ne inalberava i discorsi, maiuscole incluse, per difendere gli abolendi enti dal Salva Italia. A citare uno Scalfaro d’annata (una visita a Torino nel 2001) è stato il presi-dente della Provincia torinese, Antonino Saitta, Pd, nella giornata dell’orgoglio provinciale proclamata dall’Upi, Unione province italiane, in tutta Italia. Come ha raccontato la cronaca cittadina de La Stampa, nel «consiglio aperto» convocato a Palazzo Cisterna, sede provinciale, i de-mocrat hanno timbrato il cartellino dei più barricaderi oppositori al taglio del gover-no. A fare autorevole eco al «non ci sto» di Saitta, dc di lungo corso, già sindaco di Rivoli e consigliere in Regione, c’era infatti anche Piero Fassino, sindaco torinese e maggiorente del Pd. «Serve un riassetto istituzionale», ha detto l’ex-segretario dei Ds, «ma senza un dialogo con il governo, l’abolizione delle province è priva di ogni rapporto con la realtà».

D’altra parte, Fassino è in linea col suo segretario, Pier Luigi Bersani che, il 18 agosto scorso, parlando a SkyTg24, aveva chiosato duramente la manovra di Giu-lio Tremonti per il taglio degli enti sotto

i 300mila abitanti. «Si può pensare a un dimezzamento», aveva protestato, «oppure si può ricondurle a enti di secondo grado. Sono contrario all’abolizione totale perché poi», aveva concluso, «quando c’è una frana qualcuno bisogna che ci vada».

Non c’era stata neppure l’evocazione della protezione civile invece, un mese prima, quando alla Camera il Pd si asten-ne sull’ordine del giorno dipietresco per l’abolizione: voti che sarebbero stati deci-sivi per mandare in minoranza il governo, come sostenne nel dibattito interno l’ex-se-gretario Walter Veltroni, sostenitore fi no all’ultimo dell’abolizione. Nel giorno della mobilitazione torinese, nella non lontana Alessandria, per l’analoga mobilitazione, mentre spiccavano le assenza dei sindaci di centrodestra, come il primo cittadino Piercarlo Fabbio, in aula c’erano solo amministratori locali targati Pd o centro-sinistra. E per di più, quando si è trattato di votare il documento dell’Upi, l’Italia dei valori, fedele all’indicazione del leader Di Pietro si è astenuta o ha votato contro, con il capogruppo Vincenzo De Marte, suscitando le ire degli alleati di governo, dei piddini in primis. E infatti, nella stessa giornata, le cronache alessandrine hanno registrato la presa di posizione del segre-tario provinciale del Pd, Daniele Borio-li, che minaccia conseguenze politiche: «A questo punto occorre una verifi ca all’inter-no della maggioranza».

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UN TEMPO INVECE IL SOSTEGNO GLIELO DAVA SOLTANTO LA LEGA

Ora è il Pd che difende le Province

DI ISHMAEL

Qualche mese fa La dottrina del Padrino. Un’allegoria di politica estera di John C. Hul-sman e A. Wess Mitchell (Liberilibri, pp. 60, euro 11): un abbozzo di politica estera americana ispirata ai personaggi del fi lm di Francis Ford Coppola. Oggi La regola del Padrino. Lezioni di Cosa Nostra per i business “regolari” di Louis Ferrante (Rizzoli Etas, pp. 278, euro 17,00): una guida al mondo degli affari ispirata direttamen-te all’esperienza pratica mafi osa (Ferrante è un ex gangster, passato al racket dell’autobiografi a dopo una lunga permanenza in carcere) senza in-termediazioni cinematografi che. Più che dai suoi nemici, politici e poliziotti, è dalla mafi a, eviden-temente, che c’è tutto da imparare. Ferrante (che più di Mario Puzo, l’autore del Padrino, il roman-zo dal quale Coppola ha tratto uno dei più geniali fi lm della storia del cinema, potrebbe aspirare al ruolo di press agent dell’onorata società) fa, della mafi a, la bella copia del mondo reale. I mafi osi prestano quattrini a usura, ma, a differenza delle banche, che se non pagate il mutuo vi sequestra-no la casa con l’aiuto della polizia, vi spezzerano al massimo il ginocchio, oppure un dito o due. I mafi osi, a differenza dei politici e dei consigli d’amministrazione di grandi aziende e agenzie fi nanziarie, rispettano le regole, e chi prova a scansarle con l’astuzia o con la prepotenza paga di persona, ritrovandosi magari «con l’ano e la bocca pieni di banconote da cento dollari», come capitò a un picciotto troppo furbo di cui racconta la storia Ferrante. I mafi osi con la testa sul collo

sanno farsi due conti e non sono mai avidi, ma al contrario sono generosi, e non soltanto con i dipendenti, che altrimenti potrebbero congiurare contro di loro, ma anche con le loro vittime, che devono essere semiconvinte, come gli elettori dai candidati che sorridono loro dai manifesti elet-torali, che il racket stia facendo loro un favore, e non viceversa, quando assicura «protezione» agli amici per un pizzo simbolico di pochi spiccioli al mese. I mafi osi pagano le tasse: temono il fi sco più di quanto le persone oneste temano i killer e gli spacciatori di Cosa nostra. I mafi osi fanno della benefi cenza: hanno dollari in abbondanza e s’illudono che aiutare i poveretti, quando se ne dia l’occasione, possa arricchire il loro karma, che ne ha decisamente bisogno. Naturalmente sono tutte sciocchezze. Qualunque cosa ne dica Fer-rante, che parla pro domo (anzi pro cosca) sua, i mafi osi sono pessimi uomini d’affari, soprattutto se davvero somigliano ai malavitosi che lui am-mira: i boss prudenti, prodighi, saggi, grintosi ma attenti agli altrui bisogni, leali, alieni da ogni inutile violenza e via prendendo sul serio, come i picciotti che conoscono Il Padrino a memoria, il santino cinematografi co di Don Vito Corleone. Tipi così non farebbero un passo nel mondo del capitalismo legale. Tipi così non li assumerebbe neppure Equitalia per le riscossioni autorizzate dalla legge: fi gurarsi se possono fare affari «nella strada», come dice Ferrante, dove da una parola in su volano i candelotti di dinamite e fi schiano le pallottole dum dum.

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CI SONO RASSOMIGLIANZE MA ANCHE GRANDI DIFFERENZE

Una guida al mondo degli affari desunta dalle regole dei mafiosi

Questa rubrica a volte pontifi ca sui massimi sistemi, a volte rac-conta piccole storie, come questa. Un conoscente, a 70 anni, decise di soddisfare un sogno: si com-prò la Porsche (aveva avuto solo Fiat, dalla 600, anni ’50, alla Thesis). Per 45 anni lavoratore dipendente (tasse pagate alla fonte), scalò con fatica le pareti rocciose della borghesia torinese, votò costantemente per i partiti di centro che guardavano a sini-stra, ogni mattina si beveva quel-lo che chiamava, con simpatia, il «cappuccino Gramellini», con il «croissant specchio dei tempi», si riconosceva un solo difetto, una totale idiosincrasia verso Saviano e Camilleri. Sapeva di essere il cittadino medio «sogna-to» dai Professori-Banchieri nei loro algoritmi socio-culturali, e ne era orgoglioso. Aveva deciso: a 75 anni, per l’ultima botta di vita, si sarebbe regalata la nuova Porsche. Il giorno in cui i Professori-Banchieri mandaro-no gli incursori all’assalto della «Baia dei Porci di Cortina» provò dolore, sentì il profondo disprezzo di costoro e dei media tutti verso i Porsche-dipendenti come lui, onesto, riservato, amante soli-

tario dell’auto che amava come la moglie perduta. Mi ha confi -dato, disperato: «vendo la vecchia Porsche, a qualsiasi prezzo, basta essere additato al «pubblico lu-dibrio» (ha proprio usato questa locuzione «fané»); i Professori-Banchieri non avranno i miei 23.000 euro (iva), 5.000 euro-anno (maggiori accise), 2.000 euro-anno (superbollo), certo io non avrò la nuova Porsche, ma cesserò di sentirmi «marchiato-Porsche». Premesso che la mia «tracciabilità» è assoluta, ora dico basta, i miei «sudati rispar-mi» (ha proprio usato questa lo-cuzione «fané») non li avranno». Modesto suggerimento a quelli abbarbicati al potere: temerei non i grandi scioperi-fori imperiali o i ridicoli no tav imbratta-portici, ma gli «indignados dell’anima», umiliati per essere marchiati a fuoco, sia che lo esprimano in modo «gentile», come il Porsche-dipendente, sia in modo «grezzo», come i camionisti, tassisti, pesca-tori. Solo Der Spiegel, avendone il know-how storico, e volendo noi sembrare tedeschi, è autorizzato a marchiarci a fuoco.

[email protected]

A CIASCUNO IL SUO

La vendetta del cittadinoche si sente marchiato Porsche

DI RICCARDO RUGGERI

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7Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 FebbrP R I M O P I A N O

E pronto a diventare governatore per la quarta volta dopo essere stato disarcionato da Zaia

Galan è tornato in pista in VenetoMa l’insegna Pdl, per lui, non è adatta. Meglio Forza Italia

DI ANTONIO CALITRI

Umberto Bossi fa sognare Giancarlo Galan che si rivede governatore del suo

amato Veneto. Le tensioni tra Leganord

e Pdl trovano un fan illustre nell’ex ministro della cultura, pronto a rimettersi in campo per diventare governatore per la quarta volta in caso di effetto domino di una even-tuale caduta di Roberto For-migoni.

Un attivismo senza prece-denti di Galan si registra in questi giorni nella sua re-gione. Dentro e fuori dal suo partito. Con la sfida interna contro l’ex ministro Maurizio Sacconi, anche lui in lotta per l’egemonia regionale e con il vecchio pallino appena rispolverato, di tornare allo spirito del 1994 e soprattut-to alla nascita di una nuova Forza Italia.

Galan si trova in una si-tuazione molto antipatica ri-spetto ai suoi colleghi. Infatti lui, che fino all’ultimo tentò di opporsi alla candidatura di Luca Zaia a governatore per rifare la strada proprio dell’allora suo vicino Formi-goni, quattro volte presiden-

te, alla fine dovette accettare lo scambio con il ministero dell’agricoltura. Poi dovet-te passare al meno potente, almeno per il potere veneto, dicastero della cultura.

Con la caduta del governo Berlusconi però, mentre gli altri suoi colleghi sono tor-nati al lavoro e allo stipendio parlamentare, lui è rimasto disoccupato. Niente di grave, non certo all’ex governatore veneto mancano i mezzi per sopravvivere, anzi.

Fatto sta che per un politico la mancanza di un ruolo ope-

rativo per un lungo periodo, può nuocergli gravemente. E, da doge quale era sopran-nominato, potrebbe presto ritrovarsi a fare il peone del-la politica. Con Silvio Ber-lusconi e Angelino Alfano che gli hanno già promesso che lo candideranno al pros-simo Parlamento, ma per ora nulla di più.

A smuovere il torpore degli ultimi due mesi da disoccu-pato illustre sono arrivate le tensioni tra Pdl e LegaNord. E la minaccia del senatur di far cadere il governatore della

Lombardia. Con Galan che ha subito risposto che «se i leghi-sti fanno saltare il banco in Lombardia, il Pdl dovrà fare altrettanto in Veneto».

Una dichiarazione di pochi giorni fa che a molti ha fatto pensare a un suo desiderio di candidarsi, tanto che ha dovu-to in parte smentire dicendo che «sarebbe un errore tornare a ricandidarsi. L’ho fatto tre volte e ora ci vedo una per-sona al posto mio, un tren-t a c i n q u e n n e con stesso en-tusiasmo, spe-ranze, voglia di combattere, di fare un ten-tativo. Non uno dei vecchi, una persona che non ha ancora nome e cogno-me ma che di sicuro c’è».

Di fatto però, il suo atti-vismo è aumentato a vista d’occhio negli ultimi giorni in tutta la regione dove comun-que dopo 15 anni di potere e a meno di due anni dall’ab-bandono degli affari veneti, resta ancora molto potente.

Con l’ultimo passaggio che ha svelato qualcosa di più delle sue reali intenzioni.

Andando ospite al convegno Meritocratici Veneto organiz-zato da Giovane Italia, Galan ha apparecchiato un sipariet-to. Con i giovani Pdl che gli hanno chiesto di diventare il commissario per il prossimo

anno e mez-zo e condurli a l l e p o l i t i -che: «Vada da B e r l u s c o n i e chieda di diventare i l c o m m i s s a -rio». E lui che ha promesso che si, «andrò di persona a proporgliela a Berlusconi» , ma ha pure puntualizzato che il «Pdl non mi piace. Me-glio tornare a

Forza Italia». E infatti sarebbe questo il

suo strumento per ripresen-tarsi all’elettorato, con un partito rinnovato e questa volta per potersi misurare davvero contro il nemico Luca Zaia.

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DI BONIFACIO BORRUSO

Si sono quasi sfiorati ieri nel finger, il tunnel che immette-va nell’aereo dell’Alitalia diretto a Roma col volo delle 10 ma Roberto Formigoni e Giulio Tremonti non si sono nemmeno rivolti un cenno di saluto. Un gelido siparietto per i tanti i passeggeri diretti nella Capitale, compresi quelli del volo precedente, annullato. Il governatore, col cappottone sulle spalle e la sciarpa di seta bordeaux a conferirgli un tocco di eleganza, accompagnato dalla fida addetta stampa Gaia Carretta, precedeva di pochissimo l’ex-ministro, ancora stampellato per la frattura alla gam-ba destra, vestito sportivo, con tanto di cappellino di lana marrone che non toglierà neppure in volo. Anzi, pare che la portavoce, mentre il presidente stava imbarcandosi, abbia segnalato la presenza di Tremonti ma che Formigoni stesso, senza dire una parola, abbia scosso il capo come a chiarire che non aveva voglia di convenevoli con l’ex-titolare dell’Economia.E quando, allo sbarco, i due si sono trovati l’uno vicinissi-mo all’altro, l’indifferenza l’ha fatta ancora da padrona e si sono bellamente ignorati: un freddo che ricordava quello lasciato, un’oretta prima, a Milano. La cordiale antipatia di Formigoni verso Tremonti è esplo-sa in varie durissime dichiarazioni nell’occasione delle due manovre estive del ministro, che tagliavano decisa-mente i trasferimenti verso le regioni, ma ha un’origine più lontana. Le ruggini sono iniziate il novembre del 2008, quando il Tesoro inviò i suoi ispettori a mettere il naso negli appal-ti e nella gestione dell’Ospedale Niguarda, uno dei fiori all’occhiello della sanità regionale. Un fatto per il quale Formigoni minacciò il ricorso alla Consulta, per violazione da parte del ministero delle attribuzioni costituzionali della Regione.

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I DUE, INCROCIANDOSI, NON SI SONO SALUTATI

Un Milano-Roma pieno di gelo fra Formigoni e Tremonti

DI GOFFREDO PISTELLI

Stanno nei risultati di un sondaggio di Swg, le ragioni che spingono fermamen-te il segretario regionale Gian Paolo Gobbo a insistere sulla necessità di

vietare la lista personale al sindaco veronese Flavio Tosi nelle prossime comunali. L’in-dagine, commissionata dal gruppo del Carroccio in Regione Veneto all’istituto demoscopico di Trieste, rivelerebbe previsioni shock per la Lega Nord. Come rivela infatti, il Corriere di Verona, la Lega scende-rebbe a 24% contro il 35 ottenuto alle regionali di un anno e mezzo fa, quelle che avevano incoronato Luca Zaia.

Un caduta libera dei consensi che, quale ne siano le regioni (contesta-zione frontale al governo Monti, divisioni Bossi-Maroni, scivoloni come gli investimenti in Tanzania), che rischierebbe d’essere certifi cata, nelle co-munali veronesi, dal clamoroso successo della lista personale del sindaco uscente.

Vedere allargarsi la forbice di voti fra lista to-siana e quella padana uffi ciale (fatto che già si produsse nel 2007 con 6mila voti di differenza a favore della prima) potrebbe vanifi care ogni tentativo di recupero per le politiche dell’anno successivo. Un vero colpo della staffa.

Un argomento, questo, che potrebbe essere utile a Gobbo per ottenere da Via Bellerio, sede nazionale della Lega, il commissariamento del partito sotto l’Arena, scalzando il fedelissimo tosiano, Paolo Paternoster.

Intanto lo stesso Gobbo è attivissimo anche sul fronte alleato del Pdl, sapendo bene che se Tosi spacca a Verona, ci potrebbero essere conseguenze in Regione e in molte ammini-strazioni locali attese al voto in primavera. Per questo il segretario padano incontrerà, vener-dì prossimo, Alberto Giorgetti, suo omologo

fra i berlusconiani ma, per inciso, anche grande avversario personale del sindaco scaligero. Il quale, Gior-getti, a dar retta ai numeri del già citato sondaggio Swg non ha molto da stare allegro, considerato che il Pdl è dato in calo forte: dal 25% al 17. Alla luce di questi numeri, le reiterate dichiarazioni dello stesso Giorgetti, sul fatto che il partito del predellino possa correre da solo nel caso Tosi gli volti le spalle, parreb-bero bluff da pokeristi di quart’or-dine. Se non fosse che anche il Pdl veneto, secondo il Corsera, avrebbe

pronto un sondaggio che la darebbe a livello di assoluta stabilità rispetto alle regionali.

Il dato che appare più verosimile, nell’indagi-ne demoscopica triestina (in cui il Pd guadagna poco (dal 22 al 22,3%), i grillini volano dal 2 al 7% e Udc e Idv crescono di uno-due punti) è la messe degli indecisi e astenuti dichiarati: al-meno 49 elettori veneti su 100. Dato che, più di ogni altra considerazione, rende la tappa inter-media di Verona fondamentale per il Carroccio: inammissibile, ragiona Gobbo, che una lista personale lo metta in ulteriore diffi coltà.

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PER I SONDAGGI È AL 25% CONTRO IL 35% CHE AVEVA ALLE REGIONALI

Lega, capitombolo alla venetaL’elettorato boccia risse e giravolte nel partito di Bossi

Giancarlo Galan

Umberto Bossi

Gian Paolo Gobbo

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8 Giovedì 2 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Roberto Trento: il partito sta con gli arruffapopoli per i voti. Lui sta con Monti e Napolitano

Di Pietro, un altro pezzo se ne vaIl responsabile economia si dimette e lascia l’Italia dei valori

DI EMILIO GIOVENTÙ

L’Italia dei Valori con-tinua a perdere pezzi. A fare la valigia e ab-bandonare la corte di

Antonio Di Pietro, è Sandro Trento. Il suo ruolo e il suo curriculum ne fanno una per-dita pesante per il partito. Si tratta, infatti, del responsabi-le del dipartimento Economia e finanza dell’Italia dei Valori. Il 31 gennaio con una lettera in-viata alla segreteria del partito ha annunciato le sue dimissio-ni da responsabile del diparti-mento e la rinuncia alla tesse-ra del partito. Per un disagio ormai difficile da sopportare. «Vedo che si tratta Monti come se fosse Berlusconi» e questo «proprio non riesco a soppor-tarlo». Ma l’ormai ex (sul sito dell’Idv il suo nome è scompar-so dall’organizzazione) respon-sabile Economia di Di Pietro è piuttosto vinto dalla delusio-ne. Pensava di ritrovarsi in un «moderno partito d’azione di massa» e «se avessimo seguito quella strada, che anche altri nel partito condividono, oggi saremmo protagonisti della partita politica». Nell’ultimo anno, invece, «è stata seguita la strada della protesta un po’ estremistica e spesso populi-

stica». Tutto questo di fronte a una crisi «dalla quale si può forse uscire solo con il rigore fiscale e con una profonda ope-ra di riforma dei mercati e dei comportamenti individuali». Riflette amaro Trento: «Ave-vamo provato a immaginare un’alternativa di sola sinistra: con Vendola e Bersani. Ma noi in quell’alleanza avremmo dovuto fare la parte dei difensori del rigore, delle regole, del me-rito, del mercato, dei valori liberali. Chi sosteneva la socialdemocrazia o l’operaismo otto-centesco già c’era, in quello schiera-mento a tre. Non è andata così». L’avven-to del governo Monti meritava a suo dire da parte del parti-to un altro benvenuto. L’Idv, inve-ce, «si è fatta trovare del tutto im-prepara-ta. L’im-m a g i n e che dia-mo ogni

giorno è quella di un partito che non sa che strada prendere. Viviamo alla giornata». A Tren-to non va giù il partito di lotta e di rabbia: «Usiamo una ter-minologia contro Monti e ora anche contro la Corte Costitu-zionale e contro il Presidente della Repubblica che davvero è sconvolgente. Li accusiamo dei

crimini peggiori senza ren-derci conto che Monti è

l’unica e ultima spe-ranza per evitare il fallimento dello Sta-to e la miseria di massa e che la Cor-te Costituzionale ha ripetutamente

dimostrato in

questi anni di essere un baluar-do della democrazia. Napolita-no del resto è uno dei migliori presidenti della Repubblica di tutto il dopoguerra». Trento è ormai a disagio in un partito pronto «a difendere i tassisti e la sera invece» si ritrova «su posizioni liberali». E arriva alla conclusione che «aumentare il proprio peso politico cavalcan-do la rabbia repressa nel paese è una strategia fallimentare», con il risultato «che ora siamo isolati da tutti». Sintetizza così la svolta del partito di Di Pietro: «Abbiamo rotto l’asse con il Pd. Non possiamo presentarci come forza matura, capace di gover-nare il Paese. Ma finiamo per competere per i voti in un’area sovraffollata, con Vendola, rifon-daroli più o meno rifatti, Verdi e Grillini. Tra questi molti (so-prattutto i grillini) sono molto più credibili come arruffapopo-lo. Da economista sa che «per molti anni ancora l’Italia sarà sottoposta al vaglio continuo dei mercati finanziari interna-zionali», e ha «molti dubbi sul fatto che Idv sia apprezzata da quei mercati, per la sua mode-razione e per il suo senso di re-sponsabilità». Insomma, è stato «completamente gettato alle or-tiche la possibilità di costruire una forza di sinistra liberale-

azionista, che era secondo la più sensata strategia di lungo periodo». Sognava «una grande forza di governo» Trento, «ma per fare questo bisognava ave-re senso di responsabilità e idee credibili e rinnovare il partito e reclutare persone competenti». Bisognava «ricostruire la nostra credibilità davanti ai ceti pro-duttivi e moderati, tenuto an-che conto che dalle nostre fila sono usciti personaggi come Scilipoti e Razzi. E dovremmo renderci affidabili agli occhi di tutti gli italiani non solo di una minoranza urlante». «Con gran-de dolore» Trento constata «che non siamo riusciti a coniugare le idee liberali e moderate con le posizioni di protesta». No, le cose sono cambiate per Trento, «la posizione attuale del partito non è quella decisa al Congres-so nazionale. Ci si è attestati su posizioni di radicalismo di vecchio stampo, con una sola logica elettorale». Rivela che «le numerose volte che ho provato a organizzare un convegno con i piccoli imprenditori o con gli ar-tigiani mi sono sentito dire che Idv è il partito degli «estremisti oltranzisti» e quindi nessuno era disposto a venire».

Tutto ciò basta e avanza per fargli dire basta.

© Riproduzione riservataSandro Trento

DI GOFFREDO PISTELLI

Matteo Renzi aspettava la neve ed è arrivato il gelo. Martedì sera, il sindaco di Firenze, dopo la

figuraccia dell’anno scorso con la città bloccata dalla bufera, stava personalmen-te coordinando le attività di prevenzione, fra spargisale e socialnetwork, quando la no-tizia gli è piombata sul collo come una lama di freddo gelido: Pier Luigi Vigna, supermagistrato, lo scarica-va. L’ex procutore nazionale antimafia, come ha rivelato ieri il Corriere Fiorentino, ha infatti deciso di abbandona-re l’incarico di consulente del sindaco per la sicurezza, con una letteri-na asciutta quanto fredda.

L’uomo delle inchieste sul mostro di Firenze come delle indagini sulle stragi ai treni fra gli anni ’70 e ’80, dall’Italicus al rapido 904, era diventato «consiglie-re speciale» il 25 settembre 2009, dopo un’infatuazione politica per il giovane Rottamatore. «Se diventerà sindaco», raccontava Vigna alla stampa fioren-tina, «porterà aria nuova. Lo appoggio perché è giovane, ma come presidente della Provincia ha acquisito una grande esperienza nei labirinti della pubblica amministrazione».

Su YouTube si può ancora oggi tro-vare un video, del maggio dello stesso anno, in piena campagna elettorale, col Renzi in maniche di camicia e l’ex ma-gistrato in giacca e cravatta, nel parco

fi orentino dell’Anconella a parlare della sicurezza in città. «Dovremmo diventa-re tutti rondisti», diceva Vi-gna, «non ci devono essere gruppi speciali, ovvero le ronde, che probabilmente, poi, entreranno in con-correnza tra di loro e la cui azione pratica non si comprende bene quale possa essere. Ma tutti noi dovremmo col-laborare con le isti-tuzioni nel denun-

ciare ed esporre ciò che non va». Il Rottamatore che gli faceva eco da par suo: «Firenze non ha bi-sogno delle camicie verdi delle ronde, ma delle camicie macchiate di sugo dei cittadi-ni, che fanno vivere la città stando fuori per le strade e per le piazze». E declinava la sua ricetta per battere la microcri-minalità attraver-so il «piano luci»,

vale a dire illuminando bene ogni via, ricordando però la svolta law and order, legge e ordine, adottata anche dal suo mito Tony Blair.

Quando poi Renzi aveva conquistato Palazzo Vecchio, tra i suoi primi atti, c’era stato quello di chiamare il popolarissimo magistrato al ruolo di consulente, seppu-re completamente a titolo gratuito.

Poi però il rapporto fra i due si era an-dato sfi lacciando, forse perché il ciclone

Renzi, impegnatissimo nei 100 pro-getti per cambiare Firenze,

nelle due Leopolde e nella sua personale battaglia per rottamare i vertici del Pd, s’era un po’ scordato di Vigna. E non era ba-stato, il 1 luglio scorso, presentare in Palazzo Vecchio il libro che l’ex

p r o c u r a t o r e aveva

scritto a quattro mani con il giornalista Giorgio Sturlese: In difesa della giu-stizia.

I motivi uffi ciali del divorzio, però, non sono stati resi noti.

La cronaca locale del Corsera parla di divergenze fra i due sulle politiche per la sicurezza, col primo cittadino che voleva puntare tutto sul rafforzamento della polizia municipale chiedendo all’ex ma-gistrato progetti operativi, mentre questi teorizzava necessità di potenziare l’Uffi -cio città sicura, al quale Vigna dava con-sigli. Mentre il Pdl, per bocca del vice-pogruppo Stefano Alessandri, ipotizza uno scontro «a causa dell’insensibilità di Renzi sui temi della sicurezza».

Una distanza che non si è colmata mai e che ha spinto probabilmente la toga più famosa in città a interrompere il rappor-to. Senza clamore, come è suo stile. Anche se la notizia c’ha impiegato davvero poco per schizzare alla stampa dagli uffi ci co-munali dove la lettera di addio era stata consegnata.

Quali che siano i motivi reali del passo indietro di Vigna, Renzi deve registrare un altro caso di «fuoco amico» in poche settimane e sempre sul tema della si-curezza. Nei giorni scorsi, infatti, aveva fatto clamore lo sfogo dello chef Fabio Picchi, patron del ristorante «Il Ci-breo», sulle follie notturne, con cocaina a go go, della movida nel quartiere di S.Ambrogio.

© Riproduzione riservata

HA LASCIATO L’INCARICO DI CONSULENTE DEL SINDACO DI FIRENZE PER LA SICUREZZA

Matteo Renzi ha perso il superprocuratorePier Luigi Vigna era un entusiasta del Rottamatore. Adesso ha cambiato parere

Pier Luigi Vigna

Matteo Renzi

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9Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 FebbrP R I M O P I A N O

Non c’è solo la Grecia ad aver presentato dati falsi ma anche Germania, Francia e Italia

Nella Ue tutti truccarono i datiBerlino e Parigi non possono fare le prediche. Ecco perché

DI MARCO COBIANCHI

Il rigorismo ideologico (e reces-sivo) teso al risanamento dei bilanci pubblici europei non deve far dimenticare che la

Grecia non è stata l’unica a truc-care i bilanci per aderire all’euro. Tra il 1996 e il 1997 moltissi-mi Paesi europei, tra i quali le maggiori economie continentali, Francia, Germania e Italia, adot-tarono una creatività contabile straordinariamente fantasiosa. In parole povere: ne fecero di tut-ti i colori per riuscire, nel 1997, a presentare conti pubblici con un rapporto deficit-Pil sotto il 3% come era stato stabilito da loro stessi nel 1992 a Maastricht.

Iniziamo dalla Francia. Nel

1996 prelevò dal fondo pensioni dei lavoratori della società stata-le France Telecom 37,5 miliardi di euro, incorporando la somma all’interno del bilancio pubblico. Un’operazione spericolata che permise a Parigi di ridurre in un colpo solo il defi cit dello 0,5%. L’operazione venne approvata dalla Commissione europea e fece infuriare i rigoristi continen-tali del Nord Europa. Non solo: il 3 febbraio del 1997, Parigi decise di contabilizzare diversamente gli interessi sul debito pubbli-co in modo da spalmare su più anni gli interessi dovuti ai sot-toscrittori. Sotto accusa fi nirono il ministro francese degli Affari economici De Silguy e il diretto-

re dell’Eurostat, il francese Yves Franchet, il primo perché aveva architettato i due escamotage, il secondo perché li approvò.

La Germania non fu da

meno. A placare gli animi ci pen-sò il cancelliere tedesco Helmut Kohl che doveva anche farsi per-donare i suoi di trucchetti. Nel 1995 la Germania, infatti, fece uscire dal perimetro dei conti pubblici i debiti della Kreditan-stalt für Wiederaufbau (KfW) che è una specie di Cassa Depositi e Prestiti che, ancora oggi, ha 430 miliardi di debiti che sono fuori dal bilancio tedesco (a differen-za di una parte dei debiti della nostra Cassa depositi e prestiti, Cdp). Se venissero contabilizza-ti farebbero schizzare il rappor-to con il Pil a ben oltre il 97%. Non solo: l’allora ministro delle Finanze, Theo Waigel, iniziò un braccio di ferro con la Bunde-sbank costringendola a rivalu-tare le riserve in dollari per ben 12 miliardi di marchi. Ma non è ancora fi nita: il paese che oggi fa la morale a tutto il resto d’Euro-pa, negli Anni ’90 rinviò il calcolo degli interessi sul debito pubblico della ex Germania orientale che, insieme con la vendita di beni de-maniali, e, soprattutto, insieme alla fi nta privatizzazione della Deutsche Telekom, i cui titoli vennero parcheggiati presso un ente pubblico, risollevò il morale dei conti pubblici di alcune de-cine di miliardi di marchi. Ma

siccome i tedeschi non erano (nemmeno loro) certissimi che i loro trucchi sarebbero stati ap-provati dall’Eurostat, Waigel si produsse in una famosa dichiara-zione: la Germania non avrebbe fatto guerre sante per ottenere dai partner il «tre-virgola-zero» del defi cit.

Poi c’è l’Italia. Nel 2000 ven-ne pubblicato il noto rapporto di Gustavo Piga che segnalava come, nel 1995, un Paese (che non citò mai) aveva chiuso un’operazione di swap con una banca d’affari (anche questa rimasta anonima) che gli per-mise di guadagnare sul proprio stesso debito. Come? Quel Paese aveva emesso un bond denomi-nato in yen e siccome lo yen si era svalutato, l’emittente aveva

un guadagno latente sul proprio bond. L’accordo consisteva nel fatto che la banca d’affari paga-va subito il valore dell’obbliga-zione in cambio dell’impegno di incassare l’anno successivo, cioè alla scadenza, l’importo versato più un certo interesse. Un anti-cipo contanti, in parole povere. Quel Paese era l’Italia mentre sulla banca d’affari ci sono an-cora dubbi: c’è chi dice che fosse la Jp Morgan mentre altre fonti la identifi cano nella Goldman Sachs. Insieme ad altri artifi ci contabili (mitica fu la «tassa sull’oro»), quello swap permise all’Italia di evitare un umiliante rinvio del suo ingresso nell’eu-ro, che pure i tedeschi, già allora innamorati della loro immagine rigorista, auspicavano.

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DI DIEGO GABUTTI

Pietà l’è morta. Non si guarda più in faccia a nessuno. Se necessario, questi Pavel Morozov di Via Montenapoleone farebbero esattamente come il bambi-no sovietico che nell’Urss stalinista mandò al patibolo il babbo denun-ciandolo come kulako: non esitereb-bero a denunciare la propria madre a Equitalia, se costei fosse una bottegaia controrivoluzionaria di Via Spiga, una trotzkista usa a non rilasciare scontri-ni ai suoi clienti in Rolls Royce.

* * *Continua intanto la caccia ai furbetti dello scontrino. Dopo Cortina, blitz an-che a Milano, nei quartieri dei ricconi, praticamente dove deve abitare un po’ tutto l’esecutivo bocconiano, a partire dal Caro Leader in persona.

* * *«Scusate», dice Lucia Annunziata agli studenti indignados e già devoti alla buona causa che oggi osano contestare il Quirinale e l’esecutivo tecnico, nei quali s’incarna la migliore delle cause, «ma vi rendete conto che attaccando il Presidente Napolitano attaccate il papa rosso di questo paese». Persino lei s’accorge d’averla detta grossa, e si corregge: «Dico rosso… be’… ecco, non rosso, papa…» Ma è troppo tardi: ormai l’ha detto. Al Quirinale un pontefice rosso, a Palazzo Chigi il Caro Leader.

E poi Twitter. Equitalia a Cortina, la finanza in Via Spiga e ai Navigli. Chi se la passa meglio degl’italiani?

* * *«In tutte le imprese illegali, criminali o politiche che siano, il gruppo, per ragioni di sicurezza, imporrà a ciascuno di com-piere un’azione irrevocabile in modo da bruciare i ponti che lo uniscono ancora alla società rispettabile prima d’essere ammesso a pieno titolo nella comunità della violenza» (Hannah Arendt, Sulla violenza, Guanda 2008).

* * *Anche Twitter, come a suo tempo Goo-gle in Cina, cede alle pressioni dei pa-esi che temono la libertà d’espressione più di quanto le persone in sovrappeso temano un velo di maionese (o peggio, di burro) nel panino e abbraccia la cau-sa della censura politica e religiosa. Se il tweet dispiace a questo o quel Caro Leader sarà subito cancellato come un cattivo pensiero.

* * *Come se ci fosse, dopotutto, un po’ di fumus persecutionis, l’istanza di ricu-sazione dei giudici del processo Mil-ls - avanzata dai legali del Cavaliere Buonanima dopo che a loro modo di vedere s’era manifestato un evidente «convincimento colpevolista» del tribu-nale - è stata giudicata perfettamente ammissibile dalla prima Corte d’ap-pello. Si tratta, più che altro, d’una

soddisfazione morale: il processo va avanti lo stesso, e sembra di capire che ci sarà comunque una sentenza di col-pevolezza un attimo prima che scatti la prescrizione, e non importa se poi verrà annullata da qualche tribunale superiore. Anche i giudici del processo Mills (come i loro colleghi che al piano di sotto del palazzo di giustizia mila-nese stanno celebrando il processo per il bunga bunga) vogliono la loro parte di soddisfazione morale. Perché no, del resto? Mezza a loro, mezza alla Buona-nima. Ce n’è per tutti.

* * *«Tutta la magia/avviene allo stesso modo./Metti nel cappello un coniglio bianco,/poi lo tiri fuori./Prima di fare la magia,/ricorda di mettere il coniglio!» (Piet Hein, alias Kumbel, una poesia senza titolo, cit. in Karen Blixen, Da-gherrotipi, Adelphi 1995).

* * *Pare che non ci sia stato in realtà nessun taglio dello stipendio e che gli onorevoli abbiano momentaneamente rinunciato ai 700 euro netti d’entrate aggiuntive scattate in automatico con la fine del regime vitalizio e il passag-gio al sistema contributivo. Questi 700 euro restano per ora congelati in un fondo; in futuro si stabilirà che uso farne. Dipendesse dall’ex ministro Gio-vanna Melandri, che in un’intervista al Corriere della sera ha protestato contro

«i forconi» che minacciano l’onorabilità (e lo stipendio) dei politici, non ci do-vrebbe essere nessun fondo: i 700 euro dovrebbero figurare in busta paga. Certo, rispondono i forconisti. Purchè poi siano spesi tutti in medicine.

* * *«Dopo una vita di grande affetto, pro-fonda amicizia, stima, la mancanza è puro dolore, la speranza è nel nostro patto». Firmato: «Wilma». È il testo d’un necrologio di Oscar Luigi Scalfaro apparso sulla Stampa di Torino e se-gnalato da Franco Bechis nell’edizione online di Libero. Uhm. Chi è la miste-riosa Wilma? E che specie di «patto» aveva stretto con l’ex presidente del-la Repubblica? Si pensava che la sola donna nella vita di Scalfaro, oltre alla figlia Marianna, fosse la Madonna, alla quale aveva dedicato non so quanti li-bri devoti. Invece c’era anche Wilma. Impazza il gossip post mortem.

* * *«Devo riconoscere che Napoleone è sta-to il più grande gangster del mondo. Ma avrei potuto aprirgli gli occhi su certe cose… Bluffava troppo… Era pro-prio uguale a tutti noi. Non ha capito quando era il momento di lasciare, e ha dovuto rientrare nel racket» (Al Capo-ne dopo aver letto Napoleon di Emile Ludwig, cit. in Louis Ferrante, La rego-la del Padrino, Rizzoli Etas 2012).

© Riproduzione riservata

I PAVEL MOROZOV DI VIA MONTENAPOLEONE NON ESITEREBBERO A DENUNCIARE LA PROPRIA MAMMA A EQUITALIA

Una trotzkista non dà scontrini ai clienti in Rolls Royce

Helmut Kohl

I creditori di Alitalia rice-veranno nei prossimi mesi un avviso con il quale l’am-ministrazione straordina-ria attesterà il deposito dello stato passivo. L’am-montare complessivo delle domande di insinuazione ammesse è di 2 miliardi e 400mila euro, a fronte di un totale di 4,8 miliardi di euro di richieste pervenu-te. Una cifra che, sottoli-nea una nota, resta tutta-via provvisoria, in quanto suscettibile di variazioni in seguito ad eventuali azioni di opposizione da parte dei creditori. La fi rma del decreto di ese-cutività per Alitalia Linee Aeree Italiane spa e Alita-lia Servizi spa, entrambe in amministrazione stra-ordinaria, è dei giudici delegati Umberto Gentili e Luisa De Renzis, datata 23 dicembre 2011. Un atto che giunge dopo tre anni dall’inizio di un laborioso iter e sotto la spinta dei commissari Stefano Am-brosini, Gianluca Branca-doro e Giovanni Fiori.

Donato de’ Bardi© Riproduzione riservata

Alitalia onora i debiti

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10 Giovedì 2 Febbraio 2012 P R I M O P I A N O

Passera ne insedia 12 nuovi di zecca. E ne eredita 20

Incarichi milionari Piano per il Sud, in tutto 32 consulenti

DI STEFANO SANSONETTI

Verificare scrupolosa-mente come vengono attuati i progetti cofi-nanziati da fondi eu-

ropei è una priorità indiscuti-bile. Sarà verosimilmente per questo motivo che oggi, sul libro paga del ministero dello Sviluppo, figurano 32 consu-lenti, tutti pagati per seguire l’attuazione di vari aspetti del cosiddetto «Pon-Gat». La sigla sta per «Programma operativo nazionale-Governance e as-sistenza tecnica» e indica un progetto, cofinanziato da fondi europei, il cui scopo è quello di migliorare le capacità di go-verno e programmazione delle pubbliche amministrazioni del Sud, in particolare delle regio-ni inserite nell’Obiettivo con-vergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Ora, senza voler minimamente mettere in discussione la rilevanza del progetto, si dà il caso che per la sua realizzazione il titola-re dello Sviluppo, Corrado Passera, dal momento del suo insediamento a oggi abbia già incamerato 12 consulenti nuovi di zecca. Gli ultimi 5 sono stati reclu-tati lo scorso 12 gennaio: tutti quanti, per un incarico di

circa 10 mesi, prenderanno 30 mila euro, per un totale di 150 mila. Il loro lavoro consiste-rà in attività di assistenza e

monitoraggio. A questi, però,

si aggiun-gono i set-te consu-lenti che, n e l l ’ a m -bito del -lo stesso

«Pon-Gat», avevano fat-

to il loro in-gresso al mini-

stero di Passera lo scorso 5 di-

cembre,

quando già si era insediato il governo di Mario Monti. Que-sti sette, assunti con contratti praticamente quadriennali da 50 mila euro l’anno (uno dei quali a 38 mila euro), alla fine costeranno 1 milione e 300 mila euro (vedi ItaliaOggi del 23 dicembre 2011).

Attenzione però, perché per l’attuazione del «Pon-Gat», risultano tutt’ora stipendiati dal ministero dello sviluppo altri 20 consulenti, gran parte dei quali chiamati all’epoca in cui il dicastero era guidato da Claudio Scajola. I 20 hanno tutti incarichi la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre del 2013, eccezion fatta per alcuni casi in cui il termine è stato portato al 31 dicembre del 2015. E si tratta, sempre in riferimento a questa pattu-glia di collaboratori, di getto-ni molto più pesanti di quelli riconosciuti ai collaboratori dell’«era» Passera. Qualche esempio? Aglaia Rosa Maria Murgia ha un contratto di 4 anni mezzo pagato 90 mila euro all’anno, Pietro Con-dorelli una consulenza più o meno della stessa durata per 80 mila euro all’anno, Ales-sandro Porzio ha un contrat-to iniziato il 21 maggio 2009, poi prorogato al 31 dicembre 2015, con un emolumento an-nuale di 73.852 euro annui. Ci sono poi almeno altre 5 consu-lenze a 65 mila euro all’anno. E tutte le altre a seguire.

Inutile dire che anche que-sto pacchetto alla fine coste-rà milioni e milioni di euro. Sicuramente servirà a garan-tire un’attuazione attenta al «Pon-Gat». Allo stesso tempo, però, per i servigi dei 20 (più i 12 nuovi) non hanno un peso economico indifferente.

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Claudio Scajola

Corrado Passera

DI PAOLO SIEPI

Noi che cosa possiamo fare se siamo nati italiani, se dobbiamo la-vorare in un paese dove le regole valgono solo per chi le rispetta? Franco M. Scaldaferro, Diario di un povero capitalista, Neri Pozza.

Per me, le regole di un buon poliziotto sono solo tre. Primo, devi campare solo del tuo stipendio. Invece a NY regnava la corruzione. E, credetemi: regna ancora. Secondo, la legge è uguale per tutti. E invece quanti neri inseguiti solo perché neri? La pattuglia arrivava sul posto e se c’erano un bianco e un nero, l’agente si avvicinava subito al bianco e chiedeva: che è successo?

Terzo, devi pensare come una persona. E mai come un poliziotto. Frank Serpico, defi nito come «il poliziotto che non poteva essere comperato» e che ispirò il fi lm con Al Pacino, L’uomo che visse due volte. il Venerdì.

Quando se ne andrà, il più tardi possibile, a Cesare Lanza manche-ranno molto i cinque fi gli, che in vita ha trascurato, le due mogli, gli amori vissuti o anche semplicemente sognati, il poker, le scommesse, i libri... e anche le partite del Genoa, non importa se vincenti o per-denti. Tante cose, tanti affetti. Ma perché morire? Cesare Lanza, giornalista e scrittore. L’Attimo fuggente.

Quello che conta è la lezione per le fi glie: non fate conto sugli uomini. Amateli solo per divertimento, come si ama una gita in montagna. Camilla Baresani. Io Donna.

È a Buchenwald che sono diventato europeo. Pierre Sundre-au, patriota francese detenuto nel campo di sterminio. Libèration.

Oh, ragassi, ma siamo passi? Siamo mica qui a met-tere le cravatte alle giraffe. Pier Luigi Bersani. Il Foglio.

Sulla testa del Mullah Omar, il capo dei Talibani in Afghanistan, pende una taglia di 25 milioni di dollari, ma in dieci anni non si è trovato un solo afgano disposto a tradirlo per una cifra che è enorme in sé ed è quasi inconcepibile da quelle parti. Nella cultura superiore, uomini ricchi e potenti si vendono per un soggiorno in albergo, per un affi tto, per un viaggio in aereo, per una nota spese mentre le donne, le libere donne, non oppresse dalla necessità, si fanno comprare per mille euro o poco più. Mas-simo Fini. Il Fatto.

In Corea del Nord nessuno parla. Addirittura falliscono i dentisti, dato che ormai nessuno vuol aprire bocca. Coluche, Pensèes et anecdotes. Le Cherche Midi.

Ho scritto una ventina di libri, nessuno dei quali ha rivoluziona-to il panorama culturale italiano. Claudio Sabelli Fioretti. Io Donna.

Montale. Un poeta che canta per consolarsi di non averlo potuto fare da baritono. Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli.

Un paese che non prende a carico le persone handi-cappate è un paese in situazione di handicap. Slogan

dell’Apf. le Figaro.

All’intrepido ginnasta Dario Riciolini gli rubarono la bicicletta rossa nuova nuova. Andò a denunciare il furto ai carabinieri. I quali furo-no così bravi che gliela ritrovarono subito. Lui li ringraziò ma poi, tornando a casa, incontrò un altro carabiniere che gliela sequestrò. Questa bicicletta risulta rubata, gli disse, venga con me in caserma. Dario provò allora a spiegare che c’era un errore, perché era lui il proprietario della bicicletta, ma il militare replicò: «Sì, sì, è la tua, dicono tutti così, ma intanto vieni in caserma». Valfrido Paoli. «il Sancarlo», Istituto S. Carlo - Foligno.

Qui bisognerebbe mettere le bombe dappertutto. Io non sono un bombarolo, le bombe non risolvono nulla, ma se se ne abusa, anche la pazienza dei popoli fi nisce. Abbiamo sopportato troppe cose. Ma vi rendete conto che ci sono ancora in vita comunità montane a livello del mare? Antonio Martino, deputato Pdl. La Zanzara.

Spero non farai la signorina delicata che si offende per un pette-golezzo. Perché di cosa si vive, se non per essere oggetto di ridicolo agli occhi dei nostri vicini, e per ridere di loro, a nostra volta? Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio.

Basta con questi format comprati all’estero. Anche perché ormai stiamo raschiando il fondo. Non ne funziona più uno. E anche quelli che funzionano, ad esempio, Che tempo che fa, in che cosa consistono? In una persona seduta che fa delle domande. Giancarlo Magalli. Sette.

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PERISCOPIO

PPNSnsua

Terzo devi pen

Mac

Uca

dell’Apf. le Fig

to a tradirlo

e riservata

Catricalà non insegna piùma ne consigliamo il libro

In relazione all’arti-colo «La scuola privata dei burocrati Vip» pre-ciso che Antonio Catri-calà non è più docente presso questa scuola dalla data di nomina a sottosegretario alla presidenza del Consi-glio e cioè dallo scorso 16 novembre, giorno in cui ha sospeso con no-stro dispiacere il corso cui dedicava una le-zione ogni 15 giorni. È vero che consigliamo il testo del prof. Catricalà ma solo perché lo rite-niamo adatto alla pre-parazione dei concorsi.

Giacomo Macchia, Centro italiano

direzione aziendale

LETTERA

Italian Cruise ship captainFrancesco Schettino began his new jobas a bus driver yesterday... *

SCOVATI NELLA RETE

* Il capitano Francesco Schettino ha iniziato ieriil suo nuovo lavoro come conducente di autobus

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11Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 FebbrP R I M O P I A N O

Imbarazzo nel centrosinistra bolognese per la scelta della manager di area democratica

Merola, scivolone sulle nomineAlla Tper il sindaco impone Gualtieri e sconfessa i saggi

DI GIORGIO PONZIANO

Ha vinto le elezioni assi-curando trasparenza e discontinuità.

Ma a l la pr ima, ghiotta nomina il neo-sindaco, Virginio Merola, scivola su una buccia di banana. Infatti sull’onda del successo eletto-rale aveva detto, all’indomani dell’insediamento: metto in atto l’operazione trasparenza e no-mino tre saggi che vaglieranno i curriculum dei candidati alla presidenza e ai consigli d’am-ministrazione degli enti parte-cipati dal Comune, così nessuno avrà nulla da ridire o insinua-re, tutto avverrà alla luce del sole.

A fargli eco, la vicesindaco, Silvia Giannini: «Che io sap-pia, nessun ente locale ha una procedura così trasparente, i tre membri che vaglieranno i curri-culum sono stati scelti per l’ele-vata professionalità, moralità, indipendenza di giudizio».

Insomma, un trionfo della trasparenza. Tanto che la pa-gina locale del quotidiano Pd, l’Unità, scriveva: «È un punto importante. Chi si aspettava tra i saggi fi gure vicine al sindaco o al suo partito, oggi si trova da-vanti a nomi dal prestigio rico-nosciuto e dalla solida carriera: diffi cile che possano avvallare nomine di comodo».

E ancora: «Certo,il sindaco potrebbe anche non pescare tra i curriculum selezionati dal comitato e procedere in modo autonomo. Diventa però im-probabile, dopo aver lui stesso avviato questo percorso di cui anzi fa una bandiera».

Applausi dal Pd. E in questi giorni ecco arrivare la prima nomina che conta, quella del presidente della maxi-newco, Tper, nata dalla fusione di Atc (il trasporto locale) e Fer (le fer-rovie regionali), un grande ente che governerà tutto il traspor-to bolognese (e non solo) con un fatturato di 300 milioni.

I tre saggi (un’imprenditrice, Maria Carla Schiavina e due luminari dell’Alma Mater, Lui-gi Montuschi e Renzo Costi) si mettono al lavoro è radiogra-fano i curriculum degli aspiran-ti presidenti, poi scelgono i tre che a loro giudizio possiedono le migliori caratteristiche profes-sionali per ricoprire l’impegna-tivo incarico: si tratta di Ugo Guelfi , Luciano Marchiori e Paolo Rodighiero, tutti con esperienza manageriale in un settore in cui la neonata Tper dovrà intrecciare trasporto su gomma e su rotaia. Nessuno di loro è politicamente etichetta-bile.

Il dossier col verbale arriva sul tavolo del sindaco il quale che fa ? Non sceglie uno dei tre candidati che i suoi saggi gli hanno proposto ma ne no-mina uno che essi hanno scar-tato, Giuseppina Gualtieri, area Pd, che in passato fu di-

rettore dell’agenzia di marke-ting territoriale del Comune, coordinatrice della presenza bolognese all’Expo di Shangai, direttore di un ente economico regionale, l’Ervet, poi sciolto perché ritenuto inutile, infi ne presidente dell’aeroporto, dove è stata sfi duciata dall’azionista di maggioranza, la camera di commercio. Adesso Merola l’ha ripescata e insediata in uno dei posti più ricchi della città, con buona pace dei saggi.

«È una donna con un alto profi lo manageriale, con eleva-to profi lo curriculare ed espe-rienze maturate nella gestione di società pubbliche», spiega il sindaco con una nota uffi ciale dopo il brusio scatenato dalla sua decisione. E il fatto che non sia stata rispettata la scelta dei saggi ?

No comment.C’è imbarazzo nella stessa

maggioranza che sostiene la giunta Merola. «Se ti dai un marchio di originalità, dovresti rispettarlo», dice Sandro Man-dini, segretario bolognese Idv. «Una volta insediato il comitato dei saggi, bisognerebbe sentirsi obbligati a scegliere tra chi ti presentano. Ma un sindaco ha molte compatibilità di cui tene-re conto…..».

Mentre un opinionista ed ec-

nomista come Piero Formica (tra i suoi libri: Innovazione in salsa bolognese) afferma: «È le-cito chiedersi: se non tutti i can-didati si trovano ben allineati ai nastri di partenza, se tra loro c’è chi è più uguale perché gode della fi ducia e della stima del sindaco, perché mai enunciare buone intenzioni che reste-ranno disattese»?

Ma il sindaco, pur insediato da poco, non è nuovo a querelle di questo tipo. Il presidente di un’altra parte-cipata, l’Acer, si trova indagato per abuso d’uffi cio per l’indizione di un concorso per la co-pertura di un posto di direttore, per il quale è poi risultata vincitri-ce una dipen-dente di

Acer, moglie di un consigliere comunale nonché presidente della commissione territorio e ambiente. In quanto presidente della commissione egli ha con-vocato la moglie per relaziona-re sull’emergenza abitativa, tra l’imbarazzo degli astanti.

Poi la nomina di un compo-nente il consiglio d’ammini-

strazione dell’Istituto per l’inclusione sociale:

il prescelto era l’ex-portavoce dell’asses-sore Amelia Fra-scaroli, nonché il fidanzato di sua fi glia. «Sono emer-si elementi di rela-zione di carattere personale di cui non

ero al corrente», si è affrettato a puntualiz-zare il sindaco a frittata

fatta e con in tasca le dimissioni del

mancato consigliere.Anco-ra, all’Istituzione biblioteche, struttura di punta dell’attività culturale, il sindaco ha scelto come presidente un mancato assessore e come membro del cda il coordinatore della cam-pagna elettorale della stessa assessore Frascaroli. Di fronte all’indignazione degli esclusi e a un’intervista dell’assessore che rimandava la palla ai saggi è dovuto intervenire una delle tre teste d’uovo, Renzo Costi, per chiarire che loro non c’entrano con quelle scelte «effettuate dal sindaco senza tenere conto del nostro parere» Quasi un’avvi-saglia di possibili dimissioni per inutilità.Infi ne la vicenda del suo capo di gabinetto, che non aveva il titolo di studio per ricoprire l’incarico e quindi ha dovuto andarsene non senza po-lemiche e con Merola che si di-fende così: «Si deve valutare la fi ducia solo in base ai diplomi ? Francamente no». E si spinge a chiedere l’abrogazione dell’arti-colo 90 del testo unico degli enti locali, quello che regolamenta gli incarichi fi duciari: «Che un sindaco non possa scegliere una persona di propria fi ducia uni-camente perché c’è un problema di diploma o di laurea lo trovo incredibile».

© Riproduzione riservata Virginio Merola

DI GIAMPIERO DI SANTO

Venti di tempesta su Luigi Lusi, l’ex tesoriere di Dl Margherita reo con-fesso di appropriazione indebita di fondi del partito,

ma anche complicazioni in vista per Riccardo Conti, il senatore del Pdl che ha acquistato dal fondo Omega di Idea Fimit per 26 milioni un immobile in via della Stamperia a Roma subito rivenduto all’Epap (l’En-te previdenziale degli psicologi) per 44 milioni, con una plusvalenza di 18 milioni di euro. Il caso di quella compravendita è finito ieri sotto la lente della Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo senza però formulare ipo-tesi di reato né indicare indagati, proprio mentre Lusi, (espulso dal gruppo Pd al senato) si vedeva ri-fiutare il patteggiamento malgrado avesse proposto la restituzione di 5 dei 13 milioni di rimborsi elettorali sottratti dal bilancio della Margherita. Ma a diffe-renza di Lusi, indifendibile, Conti, con una nota, ha chiarito che «fare l’imprenditore im-

mobiliare è da sempre il mio mestiere e non è un mistero. Ciò sarebbe quindi suffi ciente a qualifi care come ignobile l’operazione poli-tico-mediatica che ha visto con straordinario tempismo accostare la mia vicenda a quella

del senatore Lusi». Conti defi nisce la «ricostruzio-ne dei fatti parziale e non rispondente al vero», parla di una «tempistica dell’operazione ben più articolata di quanto pro-spettato» e precisa che «la cifra indicata come futuro guadagno fi nale è abbon-dantemente fantasiosa». A completare il quadro, è poi intervenuta Idea Fi-mit, la società di gestione del risparmio guidata da Massimo Caputi, con una nota che fa chiarez-za sui principali passag-gi della compravendita. Conclusa evidentemente con soddisfazione di Fi-mit Sgr, perché l’immo-bile di via della Stampe-ria, acquisito dal Fondo

Omega nel dicembre del 2008 «a un prezzo di 17.440.815» euro è stato venduto alla società immobiliare di Conti, la Immobiliare Estate Due, per «26.500.000 euro». Idea Fimit ag-giunge che il palazzo, «era prevalentemente

sfi tto e necessitava di rilevanti interventi di ristrutturazione, quantifi cabili in almeno tre milioni». Soltanto in seguito a «numerose trattative, tutte ampiamente documentabili, sia per la locazione, sia soprattutto per la ven-dita dell’immobile», insomma, l’8 novembre del 2010, la società di Conti presentò l’offerta vincolante di 26,5 milioni «garantita da un deposito cauzionale di 2.650.000». Sbara-gliando così la concorrenza, perché «mani-festazioni d’interesse ricevute, tutte docu-mentabili, da parte di ulteriori potenziali acquirenti, risultavano di importo inferiore o non conformi agli standard richiesti e non si sono concretizzate in alcuna offerta vin-colante». Le cifre fornite da Idea Fimit, che parla di un prezzo ben superiore rispetto al valore di vendita previsto dal business plan e ritenuto «congruo dall’esperto indipenden-te (che a giugno 2010 stimava l’immobile in 22.580.000 euro)» sembrano quindi a favore della tesi di Conti. Difeso dal capogruppo e dal vicecapogruppo del Pdl al senato, Mau-rizio Gasparri e Gaetano Quagliariel-lo, che hanno parlato di un «polverone per tentare di oscurare ben altre vicende altre vicende balzate in queste ore agli onori delle cronache». Sarà la magistratura a fare luce su eventuali responsabilità. Mentre sull’op-portunità che un parlamentare continui a esercitare la sua professione di immobilia-rista a mandato in corso, ci sarà da discu-tere.

© Riproduzione riservata

Ma il parlamentare Pdl: tutto in regola, contro di me un’operazione politico-mediatica

Conti, la Procura apre un fascicolosulla vendita dell’immobile all’Enpap

Riccardo Conti

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12 Giovedì 2 Febbraio 2012 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

In Germania, dice la Berliner Zeitung, sono loro il sale dello sviluppo economico

Gli immigrati fanno nuove impreseDi tutte le provenienze anche i calciatori della nazionale

da BerlinoROBERTO GIARDINA

La nazionale di calcio te-desca? Noi li continuia-mo a chiamare panzer, e loro credono che gli

Azzurri siano sempre fanatici del catenaccio. Nulla da fare con i pregiudizi. La squadra di Frau Merkel gioca elegante, veloce, quasi con spirito latino. È imbottita di oriundi, dalla Mitteleuropa, dall’Africa, dal-la Grecia, dalla Spagna. Non come si usa da noi, difensori e attaccanti naturalizzati dopo, quando si scopre che sono bravi. Sono fi gli di immigrati, nati in Germania, che parlano meglio il tedesco della lingua dei geni-tori. Tedeschi a tutti gli effetti. Noi avevamo Balotelli e l’ab-biamo fatto fuggire.

Non solo calcio. In ogni setto-re, gli immigrati sono presenti. Un terzo delle nuove imprese, rileva la Berliner Zeitung, è cre-ato da loro. Senza gli «stranieri» l’economia tedesca si fermereb-be. Pizzerie, ristoranti, chioschi di kebab? Certamente, sempre di imprese si tratta, ma ormai

chi è arrivato da fuori ha anche altre ambizioni. «Entro il 2050 la popolazione attiva diminui-rà di 700 mila unità», avverte l’esperto di migrazione Marc Evers, della camera Industria e commercio, «senza gli immigra-ti la nostra economia sarebbe paralizzata. Loro portano un al-tro spirito, idee nuove, e hanno entusiasmo e forza di volontà».

Grazie agli stranieri (8 mi-lioni, circa il 10%), sono stati creati negli ultimi due anni 100 mila posti di lavoro. E si tiene conto solo di chi non ha la cittadinanza tedesca. Il nu-mero crescerebbe ancora se si tenesse conto anche di chi ha «un passato di migrazione» nella propria famiglia. Sono oltre 16 milioni. Anche in Ger-mania, come da noi, vige lo jus sanguinis, che ha creato gravi problemi alla caduta del Muro. Russi che potevano dimostrare che un loro avo era emigrato da qualche stato tedesco magari nel Settecento potevano far ri-torno, chiedere sussidi e anche la pensione, anche se non parla-vano neppure una parola della lingua di Goethe.

Chi risiede o nasce in Germa-nia può richiedere il passaporto dopo otto anni, se dimostra che si è integrato, parla la lingua, non ha commesso gravi reati. E se conosce la Costituzione. Il

test comprende 33 domande e, vi assicuro, sono facili. Niente di automatico dunque, ma la procedura, mi assicurano, è rapida.

Philipp Rösler era un or-

fanello vietnamita adottato da una coppia tedesca. Oggi, a 39 anni, è ministro dell’economia e capo del partito liberale. Giu-seppe Vita, siciliano, giunse da giovane medico alla Schering. Ne divenne il capo, e la salvò. E, in pensione, è passato nel consiglio di sorveglianza della Deutsche Bank e della Springer Verlag. Due esempi fra tanti. In Italia chi abbiamo?

Gi stranieri non si dedicano a imprese esotiche, a lavori che i tedeschi non sanno o non vo-gliono fare. Sono attivi anche in settori «typisch deutsch». E non trovano ostacoli. Ovviamente, non è tutto roseo. I problemi esistono, soprattutto a scuola. I fi gli di emigranti incontrano notevoli diffi coltà, come è scon-tato, e molti fi niscono per inter-rompere gli studi, o raggiungo-no un diploma al di sotto delle loro possibilità. Ma si cerca di eliminare gli ostacoli, anche se sarà un processo lungo. «L’eco-nomia tedesca risparmierebbe miliardi se riuscisse a integrare ancora di più gli stranieri», scri-ve la Welt am Sonntag.

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Li chiamano ormai le «spie in tonaca».

Dei quindici membri del santo sino-do della Chiesa ortodossa bulgara, ben undici si sono rivelati ex agenti della

Darjavna Sigurnost, i servizi segreti dell’ex re-gime comunista.

I nomi di questi eminenti metropoli-ti (vescovi) figurano nero su bianco sulla lista resa pubblica dalla commissione incaricata di fare luce sulle azioni della Ds.

I dossier rivela-no che i prelati non solo hanno denun-ciato alla polizia se-greta i loro fedeli e i loro confratelli, ma hanno anche com-plottato e si sono calunniati a vicen-da con l’obiettivo di fare carriera: alcuni hanno chiaramente utilizzato la propria appartenenza alla polizia segreta come un vero e proprio ascen-sore sociale.

I metropoliti si sono riuniti in un sinodo stra-ordinario lo scorso 27 gennaio. Tre di essi, Kiril, Natanaïl e Galaktion, i più presi di mira, hanno pubblicato uno scrit-to nel quale spiegano di aver operato «per la sopravvivenza della Chiesa» e di dover ren-

dere conto del loro operato soltanto all’Onni-potente.

Se alcuni dei vescovi bulgari hanno collabo-rato con la Ds perché costretti, essi non sono che una esigua minoranza. «Sui diciotto re-

clutamenti di ecclesiastici che ho potuto effet-tuare», ha spiegato un ex ufficiale della Ds su un canale televisivo privato, «ben diciassette

erano volontari».Ora in Bulgaria sono in molti

a chiedersi come la Chiesa pos-sa pretendere di incarnare la morale e la spiritualità dell’ex paese comunista.

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Dei 15 membri del sinodo, 11 erano agenti segreti della Ds

I vertici del clero bulgaro accusati di essere spie

«Abbiamo perso l’oc-casione di fi nirla con le agenzie di rating all’indo-

mani della crisi del 2008. Esse non avrebbero mai più dovuto rimettersi in piedi».

A dirlo è un alto funzionario, nonché uno dei migliori econo-misti francesi, secondo il qua-le è scandaloso non solo il fatto che il giudizio di queste società private sia preso seriamente in considerazione, ma anche che esso possa avere conseguenze sull’esistenza stes-sa della zona euro, sulla cresci-ta mondiale e su centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Le agenzie di rating, secon-do l’economista francese, che preferisce restare anonimo, sono corresponsabili della crisi del 2008 e hanno gravemente mancato alla propria missione: quella di consigliare gli investi-tori sulla solidità dei prodotti di risparmio. Come spiegava un’inchiesta del settimanale francese Nouvel Observateur, più si vendono prodotti fi nan-ziari tossici ai quali le agenzie di rating hanno accordato il loro

imprimatur, più queste ultime guadagnano, grazie alle banche, loro principali clienti.

E poi ci sono i giudizi sui singoli stati. «Se i giudizi del-le agenzie di rating hanno un impatto immeritato», scrive il Financial Times, «è perché i go-

verni le hanno investite di un ruolo quasi pubblico attraverso regolamentazioni fi nanziarie»: quelle, per esempio, che impon-gono a un gestore del risparmio pubblico di investire solo nei prodotti promossi dalle agenzie di rating.

Infi ne, nel 2008 le loro valu-tazioni sulla tenuta del merca-to immobiliare (che poi crollò rovinosamente) non avevano nulla di originale e ancor meno di scientifico: esse non erano che un riflesso dell’opinione dominante negli ambienti dei mercati fi nanziari.

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Giudicano gli altri, ma sono messe male

Agenzie di rating da declassare

Philipp Rösler era un orfano vietnamita adottatoda una coppia tedesca. Oggi, a 39 anni,

è ministro dell’economia e capo del partito liberale

Il metropolita bulgaro Galaktion

Le due pagine di «Este-ro - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di

Sabina Rodi

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13Giovedì 2 Febbraio 2012ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Il pericolo non è più quello del riscaldamento ma, semmai, quello del raffreddamento

Contrordine: la terra si raffreddaLo dichiarano 16 grandi scienziati sul Wall Street Journal

DI ALESSANDRA NUCCI

Non c’è da allarmarsi per il riscaldamento globale, non ci sono basi scien-tifi che che giustifi chino

azioni drastiche per «decarboniz-zare» il mondo. Se a convincer-cene non bastasse il gelo record di questi giorni, a ricordarcelo ci hanno pensato 16 scienziati di rango sul Wall Street Journal, che in un articolo indirizzato ai candidati politici delle de-mocrazie del mondo smontano l’idea che la comunità scientifi ca sottoscriva all’unanimità o qua-si la necessità di fare qualcosa per tentare di infl uire sul clima. La notizia si aggiunge ai nuovi dati rilasciati in questi giorni dal noto Centro di ricerche sul clima dell’Università dell’East Anglia, secondo cui la temperatura del pianeta da 15 anni a questa par-te non è aumentata affatto.

L’articolo sul WSJ prende spunto dalle dimissioni nel set-tembre scorso del Premio Nobel per la fi sica, Ivar Giaever, dalla Società americana di fi sica (Aps) in segno di protesta per le posi-zioni assunte dall’istituto. L’Aps,

infatti, defi nisce le prove del ri-scaldamento globale «incontro-vertibili» e foriere di «sconvolgi-menti nei sistemi ecologici, fi sici, sociali, di sicurezza e della salute umana». I 16 fi rmatari dell’ar-ticolo sul WSJ, fra cui l’italiano Antonino Zichichi, segnalano che Giaever è solo uno di un numero crescente di scienziati «eretici», i quali si attengono ai dati che indicano temperature invariate da oltre dieci anni.

L’articolo ricorda i fattacci del-lo scontro sul dogma allarmista, dalla campagna che nel 2003 ot-

tenne il licenziamento di Chris de Freitas, il direttore della rivista Climate Research che aveva osato pubblicare un ar-ticolo clima-scettico, alle e-mail incriminanti del «Climagate» nel 2009 e al timore di dissen-tire pubblicamente espresso da molti scienziati giovani e non ga-rantiti. Il quadro che ne emerge dipinge un ambiente intimi-datorio paragonabile, secondo l’articolo, al «periodo pauroso in cui Trofi m Lysenko aveva dirottato la biologia in Unione sovietica. I biologi sovietici che

rivelavano di credere nel gene umano, che Lysenko diceva essere una fi nzione borghese, venivano licenziati; molti fi ni-rono nei gulag e alcuni furono condannati a morte».

I motivi per le prese di posizio-ne irremovibili a difesa della tesi del riscaldamento globale sono vari, affermano i 16 scienziati, ma per trovarne la radice biso-gna chiedersi «cui prodest» (a chi giova, ndr).

«L’allarmismo», osservano i fi rmatari dell’articolo sul WSJ, «è di grande benefi cio per tanti:

produce fi nanziamenti statali per la ricerca e per le aziende, e fa crescere gli uffi ci statali. Inol-tre offre una buona scusa per aumentare le tasse e un buon pretesto per ottenere grosse donazioni per salvare il piane-ta. Lysenko e i suoi vivevano molto bene e difendevano con i denti i loro dogmi con annessi privilegi».

Pochi giorni prima dell’arti-colo dei 16, l’Università di East Anglia aveva rilasciato i dati raccolti da oltre 30 mila stazio-ni meteorologiche: essi dimostra-no che sono quindici anni che le temperature non aumentano. E se hanno ragione gli scienziati della Nasa, potremmo trovarci alla vigilia di una mini era gla-ciale, paragonabile al calo delle temperature che nel XVII secolo faceva svolgere le fi ere sulla su-perfi cie del Tamigi congelato.

Com’è noto, è sull’allarme cli-ma che si basa il Protocollo di Kyoto e tutta la regolamentazio-ne che ha trasformato le emissio-ni di Co2 in un diritto limitato e quotato in borsa, protetto da swap e derivati.

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Due anni dopo il terremoto che ha devastato l’isola, provo-

cando la morte di ben 220 mila persone, la ricostruzione ad Haiti avanza a passo di lu-maca. E circa 520 mila haitiani vivono ancora in campi di fortuna e in situazioni sempre più precarie.

«Tutti vogliono lascia-re questi campi, dove av-vengono furti e violenze, ma non si sa dove anda-re», racconta una donna che nel sisma ha perso la casa e tutti i suoi ave-ri. «Le ong ormai sono partite e il governo non ci dà niente».

Dove sono finiti i 5,5 miliardi di dollari (4,3 miliardi di euro) pro-messi per il 2010 e il 2011? E i circa 3 miliardi di donazioni private raccolte in tutto il mondo dopo la catastrofe secondo l’ufficio dell’inviato delle Nazioni Unite per Haiti, l’ex presidente usa Bill Clinton?

Una parte dei fondi non è mai arrivata sull’isola caraibica, che si è ormai trasforma-ta in una «repubblica delle ong»: queste ultime hanno preso in carico interi settori dell’azione pubblica, senza alcun coordinamento e, talvol-ta, senza alcuna trasparenza.

Tuttavia, qualche progresso è visibile. Per esempio, più della metà dei dieci milioni di metri cubi di macerie è stata sgomberata. E

oltre il 65% dei senza tetto è stato sistemato in più di 100 mila alloggi provvisori e 25 mila case riparate o ricostruite. Ma, lamenta Jean-Christophe Adrian delle Nazioni unite, «si è speso troppo per il transitorio e non si è in-vestito abbastanza nel lungo termine». E poi, aggiunge, «si sono spesi 500 milioni di dollari per sistemazioni d’urgenza, importando tutto, senza alcun contributo all’economia haitiana né creazione di posti di lavoro».

Più il tempo passa, più si fa concreto il ri-schio che le tendopoli provvisorie diventino una sistemazione definitiva accanto alle bidonville della capitale Port-au-Prince.

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Due anni dopo il sisma, ricostruzione a passo di lumaca

Mezzo milione di haitiani ancora nelle tendopoli

Netto rallentamento (al 6,9%) per la crescita del pil in India, dopo un’espansione costan-

te che dura ormai da 15 anni. Una brutta notizia che si va ad aggiungere ai tormenti dell’in-fl azione e a un defi cit di bilancio più alto del previsto.

Dopo i dati sul secondo trime-stre dell’anno fi scale 2011-2012, il governo indiano è stato così costretto a rivedere al ribasso le sue previsioni di crescita per l’insieme dell’esercizio che si chiuderà a marzo: 7,5% anziché 9%. Ma il premier Manmohan Singh si è mostrato ancora più pessimista, stimando la cresci-ta del pil al 7%, «che non è così

male, considerato l’ambiente internazionale sfavorevole», ha detto il primo ministro, aggiun-gendo: «Speriamo di ritrovare sul medio termine un ritmo an-nuale di crescita compreso fra 9 e 10%».

Per gli analisti però il proble-ma non è tanto il rallentamento della crescita quanto il suo di-sequilibrio, che causa enormi disparità di reddito fra città e campagne.

Dal suo arrivo al potere nel 2004, il governo di centrosini-stra si è inoltre lanciato in costo-si programmi di assistenza per i più poveri, che pesano parecchio sulle fi nanze pubbliche.

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Dopo quindici anni di costante espansione

India, la crescita rallenta al 6,9%

L’ondata di gelo siberiano che ha investito l’Europa sta facendo rotta anche sull’Italia, con buona pace di coloro che sostengono la tesi del riscaldamento globale

Circa 520 mila haitiani vivono ancora nelle tendopoli,in situazioni sempre più precarie

Il primo ministro indiano Manmohan Singh

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21Giovedì 2 Febbraio 2012

CALI

A

on

LE NOVITÀ FISC

SULLA CASA

in edicola coDiritto& Fisco

Le reazioni di Cndcec e sindacati al dl semplii cazioni. E Siciliotti coni da sulla marcia indietro

I collegi sindacali non si toccano Dai commercialisti coro di proteste sul sindaco unico nelle società

DI GABRIELE VENTURA

I collegi sindacali non si toccano. La crisi, infatti, è scoppiata anche per man-canza di controlli, e ridur-

li nelle società in nome delle semplificazioni priverebbe del-le adeguate tutele il sistema economico, a danno della col-lettività. È la posi-zione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che contestano la norma prevista da l l ’ a r-ticolo 36 de l de-creto sulle

semplificazioni così come usci-ta dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, che riduce no-tevolmente i collegi sindacali nelle spa a favore del sindaco unico, che viene invece intro-dotto di regola nelle srl (si veda ItaliaOggi di ieri). Il Consiglio nazionale confida però nella marcia indietro del governo, alla luce soprattutto dei lavo-

ri di ieri al senato nell’ambi-to dell’iter di conversione in legge del dl 212/2012. Dove «tutti i senatori in-tervenuti», fanno notare i commercialisti, guidati da Claudio Siciliotti, «hanno sottolineato l’importanza di porre un freno a colpi di mano e decreti legge per

introdurre modifiche a di-scipline delicate come

quella dei control-li societari e a

disposizioni

del codice civile. All’esito di questo dibattito», osserva Si-ciliotti, «siamo convinti che il governo non vorrà disatten-dere le chiare e unanimi in-dicazioni emerse oggi in aula, mandando tra qualche giorno in Gazzetta Ufficiale un enne-simo decreto legge che modi-fichi ancora la disciplina del collegio sindacale, per di più intervenendo direttamente su norme del codice civile». Netta l’opposizione anche da parte dei sindacati di catego-ria. A partire dai giovani. «La norma suscita in noi delusio-ne, scoraggiamento e indigna-zione», afferma Eleonora Di Vona, presidente dell’Unione nazionale dei giovani dottori commercialisti e degli esperti contabili (si veda anche altro servizio a pagina 30), «in pri-mo luogo, perché sembrerebbe eliminare i collegi sindacali dalle società a responsabilità limitata di qualunque dimen-sione esse siano. In secondo luogo, perché introdurrebbe l’organo sindacale monocra-tico anche per molte società per azioni italiane». Secondo Marco Rigamonti, presiden-te Aidc, «con questa scelta si riduce o addirittura azzera il

sistema dei controlli. Viviamo una delle più grandi crisi che si siano mai verificate proprio per la mancanza di controlli e, per tutta risposta, il governo riduce quelle che dovrebbero essere le tutele principali per il sistema economico. Si dovreb-be, al contrario attuare una po-litica premiale nei confronti di coloro che si sottopongono ai controlli, per legge o volonta-riamente». Sulla stessa linea Marco Cuchel, presidente del-la Fondazione commercialisti italiani. «La nostra posizione è fortemente critica», afferma, «specialmente in questo perio-do di crisi dove i controlli do-vrebbero essere più pressanti. Questa norma è evidentemen-te un controsenso, soprattutto perché comprende anche le spa. Basterebbe, infatti, met-tere dei parametri di debito e dimensione al di sopra dei quali l’organo di controllo deve essere collegiale. Così, sembra una norma fatta apposta per far risparmiare le aziende, anche se a garanzia dei terzi dovrebbe essere assicurato un controllo serio e preciso, so-prattutto in un periodo di crisi come quello attuale. Il sindaco unico si può pensare per le pic-

cole società sane che non han-no debiti», continua Cuchel, «ma per le spa è assurdo, non si capisce come possa essere svolto il compito di un collegio da una persona sola. Mi pare umanamente improponibile e soprattutto va a discapito della qualità». «Rappresenta l’ennesima sconfitta per la categoria e per i vertici», at-tacca invece Domenico Posca, presidente di Unico, «l’aspetto fondamentale di questa norma è la minore qualità dei control-li. Noi, al contrario, da tempo chiediamo di incrementarli e renderli più incisivi, con la determinazione degli inca-richi da parte di un soggetto terzo, in modo da garantirne l’indipendenza». Vilma Iaria, presidente Adc, ritiene invece «che il governo debba rivedere questa posizione che sembra dettata da Confindustria. È evidente infatti che ci trovia-mo in una condizione di crisi perché sono mancati i controlli o sono stati fatti male. Se non vogliamo che questa situazione si ripeta bisogna saper dire no ai giochi delle multinazionali che hanno tutto l’interesse ad avere pochi controlli».

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Finirà quasi certamente in un fascicolo d’inchiesta la compravendita di un immo-bile in via della Stamperia, nel centro di Roma, da parte della società «Estate due»,

amministrata dal senatore Pdl Riccardo Conti, acquistato il 31 gennaio 2011 per 26 milioni di euro dal Fondo Omega e rivenduto, poche ore dopo, per 44 milioni all’Ente nazionale di previdenza e assi-stenza per gli psicologi (Enpap). La vicenda, ogget-to di un servizio del telegiornale di La7 dell’altro ieri, è stata presa in esame dai magistrati. In ogni caso il fascicolo sarà aperto senza ipotesi di reato e senza indagati. Un primo passaggio investigativo potrebbe essere la realizzazione di una perizia. In-tanto, annuncia Nino Lo Presti, vicepresidente della Bicamerale di controllo, la vicenda sarà af-frontata «con la convocazione dei vertici dell’isti-tuto in tempi brevissimi, fra una o due settimane». Sempre ieri l’Ente guidato da Angelo Arcicasa ha rotto il silenzio con un comunicato pubblicato sul proprio sito (www.enpap.it) per precisare me-glio i contorni della compravendita immobiliare. Questa, secondo l’Enpap, la ricostruzione dei fatti. Primo passaggio: «Nel corso del 2009 l’ente previ-denziale si è attivato con un avviso pubblico per la ricerca di un immobile a Roma». Secondo: «Le

offerte degli immobili pervenute sono state tutte esaminate e su quella maggiormente rispondente alle necessità dell’ente sono state effettuate 2 “due diligence” da parte di primarie società per verifica-re il valore dell’immobile e la congruità del prezzo richiesto». Terzo: «Il prezzo dell’immobile risultava in linea con i parametri dell’Omi dell’Agenzia del territorio per immobili con caratteristiche di pre-gio e collocazione simile». L’Enpap ritiene quindi «doveroso rassicurare i propri iscritti sulla assolu-ta economicità dell’operazione immobiliare volta a salvaguardare e implementare il patrimonio dell’Ente e svolta in assoluta legittimità, rego-larità e trasparenza». Puntuale anche la replica del senatore del Pdl Riccardo Conti: «Per quanto mi riguarda, premesso che ricavare proventi dal proprio lavoro non è reato, posso affermare senza timore di smentita che la ricostruzione (giornali-stica, ndr) dei fatti è parziale e non corrispondente al vero; che la tempistica dell’operazione è ben più articolata di quanto prospettato e che la cifra indicata come futuro guadagno finale è abbondantemente fantasiosa».

di Ignazio Marino e Simona D’Alessio

L’ENPAP: OPERAZIONE LEGITTIMA E TRASPARENTE

Ente psicologi nella buferaProbabile inchiesta su una compravendita milionaria

Maxi operazione di recupero dei contributi non versati da parte dei consulenti del lavoro iscritti all’Enpacl. Sono ol-tre 5.000 le diffi de ad adempiere che sono state recapitate in questi giorni a chi non ha versato una o più quote di con-tribuzione soggettiva nel periodo 2008 - 2011. L’ammontare complessivo dell’operazione è di circa 17 milioni di euro. Gli iscritti potranno regolarizzare la propria posizione con-tributiva entro il 29 febbraio prossimo, utilizzando il M.Av. allegato alla diffi da oppure presentando istanza di ratea-zione. Nei confronti di coloro che non dovessero provve-dere, fa sapere l’Ente presieduto da Alessandro Visparelli, sarà attivata automaticamente la procedura giudiziale di recupero e il debito si aggraverà delle spese legali. Per non parlare del fatto che solo con una posizione contributiva regolare è possibile ottenere pensioni, indennità.

Consulenti del lavoro, l’Enpacl rivendica 17 mln di contributi

Claudio Siciliotti

Alessandro Visparelli

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22 Giovedì 2 Febbraio 2012 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

Il Tar Puglia fa scattare l’astreinte per spingere il Consiglio a deliberare più in fretta

Il comune paga cara la lentezzaPiano regolatore in ritardo: 50 euro al giorno al cittadino

DI DARIO FERRARA

L’inerzia del comune? Costa 50 euro al giorno alla stessa amministra-zione, e dunque alla col-

lettività, da pagare interamente al cittadino che aspetta invano un provvedimento. Il tutto per-ché l’ente non si adegua a una sentenza del giudice amministra-tivo che ordina la ritipizzazione di alcuni terreni di proprietà di una famiglia (pensiamo, per esempio, al suolo agricolo che deve diventare edifi cabile) e la-scia spirare invano il termine fi ssato dal magistrato. Il compi-to non è semplice: per integrare lo strumento urbanistico vigen-te deve deliberare il Consiglio comunale e, sempre più spesso, i tempi della politica non coinci-dono con quelli dell’economia. Ma da oggi in poi le amministrazioni dovranno farsi due conti: se per ogni giorno di ritardo sul provve-dimento tardivo l’ente ci rimette 50 euro di penalità di mora in fa-

vore della persona interessata, si fa presto ad arrivare a grosse ci-fre, specialmente se si considera quanti sono i cittadini in attesa che l’amministrazione ottemperi a una sentenza di condanna. È quanto emerge dalla sentenza 254/12, emessa il 26 gennaio dal-la terza sezione del Tar Puglia.

Nel processo amministrati-vo, sostiene il Tar, la nozione di astreinte, la penalità di mora mutuata dal diritto francese, ha un’accezione più ampia che nel civile, dove pure non è pos-sibile surrogarsi al debitore ina-dempiente: nel caso degli enti, invece, è possibile nominare il commissario ad acta da parte del giudice dell’ottemperanza. Il termine entro cui il comune di Bari avrebbe dovuto adempie-re all’ordine della magistratura amministrativa è scaduto da tempo. Allora la famiglia titola-re del terreno che ha diritto alla variazione di tipologia del suolo promuove il giudizio di ottempe-ranza e ottiene di nuovo ragione. Ragione che, tuttavia, rischia di rimanere del tutto teorica, come in occasione della vittoria prece-dente. E allora il Tar nomina un commissario ad acta che si so-stituisca eventualmente all’am-ministrazione in caso di nuova inerzia, stabilendo la penalità di mora di 50 euro da pagare in favore degli interessati per ogni

giorno di ritardo nell’adempi-mento rispetto alla scadenza prefi ssata di 60 giorni. La con-danna è legittimata dall’artico-lo 114, comma 4, lettera e), del codice del processo amministra-tivo che ha mutuato dal codice di procedura civile la nozione

di penalità di mora, ampliando la portata di un istituto a sua volta ispirato alla tradizionale astreinte del diritto transalpino. Risultato? Si tratta di una spin-ta forzosa che ha un carattere punitivo e impone la sussisten-za di tre requisiti: la richiesta di

parte, la manifesta non iniquità dell’eventuale «multa», l’assenza di altri motivi ostativi. In comu-ne con l’astreinte «gemella» nel settore civile la penalità di mora ha generale fi nalità di dissuade-re il debitore dal persistere nella mancata attuazione del dovere

di ottemperanza. Nel caso del Comune di Bari le condizioni imposte dal codice del processo amministrativo ricorrono tutte e tre: che sia il commissario ad acta o il Consiglio a provvedere, bisogna far presto.

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vore della persona interessata si

Nel processo ammini-strativo, la nozione di astreinte, la penalità di mora mutuata dal diritto francese, ha

un’accezione più am-pia che nel civile

La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

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23Giovedì 2 Febbraio 2012GiovedGIUSTIZIA E SOCIETÀ

DI DEBORA ALBERICI

Risponde di infedeltà patri-moniale e non del minore rea-to di appropriazione indebita il socio che, per un confl itto di interessi con gli altri manager, porta via beni aziendali. Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 4244 del 1° febbraio 2012, ha conferma-to la responsabilità del socio di una sas per appropriazione indebita perché, senza parti-colari contrasti con gli am-ministratori, aveva distratto beni aziendali. L’uomo si era appropriato di diversi attrez-zi e arnesi ubicati all’interno della carrozzeria in liquida-zione. Per questo l’altro socio lo aveva denunciato. Il Tri-bunale di Reggio Calabria lo aveva condannato per appropriazione indebita. La decisione è stata confermata dalla Corte d’appello. Quindi il 46enne ha presentato ricor-so alla Suprema corte chie-dendo che l’appropriazione indebita fosse derubricata nel reato societario, anche se, quest’ultimo, ha una pena edittale maggiore rispetto al primo. Una tesi, questa, che non ha convinto gli Er-mellini che hanno respinto tutti i motivi del gravame rendendo così defi nitiva la condanna. In particolare, la seconda sezione penale ha tracciato una linea di confi ne fra i due reati chiarendo che «la norma penale-societaria contenuta nell’articolo 2634 del codice civile presuppone che ricorra tra l’amministra-tore e la società amministra-ta, una situazione di confl itto reale. Nel caso in esame non si ravvisa tale presupposto (peraltro neppure eviden-ziato dalla difesa». In altri termini, la mancanza del presupposto confl itto porta ad affermare l’infondatezza della tesi della difesa, perché, le due fi gure di reato previ-ste (fra loro in rapporto di specialità reciproca), rispet-tivamente dall’art. 646 cp (appropriazione indebita) e dall’ari 2634 c.c. (infedeltà patrimoniale) si differenzia-no essenzialmente perché il presupposto della seconda è proprio la presenza di un conflitto di interessi, con i caratteri dell’attualità e dell’obbiettiva valutabilità, tra i soggetti attivi (ammi-nistratori, direttori generali o liquidatori) e l’ente socie-tario; infatti la ratio dell’art. 2634 c.c. è quello di sanzio-nare qualsiasi atto di gestio-ne dell’amministratore che (quale ne sia l’oggetto) perse-gua un interesse confl iggente con quello della società, men-tre il delitto di cui all’art. 646 cp non necessita del suddetto presupposto».

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CASSAZIONE

È infedeltà portare via beni ai soci

L’aula della camera ha approvato gli emen-damenti alla legge comunitaria 2011 che sopprimono la norma introdotta in commis-sione da una proposta di modifi ca presen-tata dal leghista Gianni Fava. La misura, contestatissima dal popolo della Rete, pre-vedeva che qualunque soggetto interessa-to avrebbe potuto chiedere al provider la rimozione su internet di informazioni da lui considerate illecite o la disabilitazione dell’accesso alla medesima. Il governo ha dato parere positivo agli emendamenti sop-pressivi. «Buona notizia dalla camera dei deputati: salta la norma-bavaglio sul web. Nella discussione sulla legge comunitaria

per fortuna è stato bocciato un punto volu-to da un parlamentare leghista, volto a met-tere le brache alla rete. Vi è stata una grande mobilitazio-ne in queste ultime settimane che ha prodotto un effetto po-sitivo. Basta con le censure», dice il senatore del Pd Vincen-zo Vita. È una «grande vitto-ria» la cancellazione della norma che avrebbe permesso di chiedere la rimozione delle pagine internet considerate illecite, dice il leader Idv Antonio Di Pietro: «Oggi è una grande vittoria per tutti noi. Siamo riusciti

a bloccare l’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete, uno degli ultimi spazi

di libera informazione. È stata una battaglia per la democra-zia che noi dell’Italia dei Valori abbiamo portato avanti e conti-nueremo a sostenere fermamen-te. Alla Lega e a Fava, che aveva presentato un emendamento alla legge comunitaria, volto a censu-rarci e a tutti coloro che, anche in passato, hanno provato a fare

lo stesso ripetiamo: giù le mani dal web, la libera informazione non si tocca».

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Comunitaria, salta la norma sulla rimozione dal web

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24 Giovedì 2 Febbraio 2012 GIUSTIZIA E SOCIETÀ

LIBERALIZZAZIONI/ Pure l’Ania interviene per chiarire le nuove disposizioni del dl 1

Le assicurazioni come i brokerAi clienti anche due polizze concorrenti. Non per iscritto

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Le agenzie di assicurazione, anche monomandatarie, sono diventate «broker» e rischiano sanzioni pe-

santi se non forniscono, al poten-ziale cliente, tariffe e condizioni di altre compagnie. Al cliente, infatti, vanno presentate alme-no altre due opzioni, oltre alla propria. Non è richiesto che ciò avvenga per iscritto. È il risulta-to degli obblighi introdotti dal dl 24/1/2012 n. 1 (il «decreto libera-lizzazioni»), entrato in vigore il giorno di pubblicazione in G.U. (24/1/2012), evidenziato anche dall’Ania in una circolare dello scorso 25 gennaio.

Il comma 1, dell’art. 34 dispo-ne che tutti gli intermediari che distribuiscono servizi e prodotti

di natura assicurativa nel ramo veicoli e natanti devono, «prima della sottoscrizione del contrat-to», informare il cliente in modo trasparente ed esaustivo fornen-do tariffe e altre condizioni con-trattuali «proposte da almeno tre diverse compagnie assicurative non appartenenti a medesimi gruppi». L’agenzia di assicura-zione si troverà così a esercitare, sebbene contro il proprio interes-se e pur essendo monomandata-ria, un’attività di intermediazio-ne che risulta incompatibile con il comma 1, lettera c), dell’art. 12, della Direttiva 2002/92/Ce, nonché degli articoli inseriti nei regolamenti Isvap nn. 5 e 35. La polizza Rc auto, stipulata in assenza della dichiarazione del cliente che attesta il ricevimen-to delle informazioni prescritte

appena indicate, risulterà per-tanto affetta da «nullità». E il mancato rispetto dell’obbligo informativo sarà punito con una sanzione amministrativa da un minimo di 50 mila euro a un massimo di 100 mila euro, applicabile dall’Isvap all’agente e alla compagnia. Le sanzioni sono limitate alle sole agenzie e compagnie, con esclusione degli altri intermediari, comunque ob-bligati all’adempimento.

L’obbligo si pone a carico degli intermediari autorizzati a pro-porre le polizze Rc auto, come agenti, broker, banche e altri in-termediari fi nanziari, dipendenti e collaboratori dei detti interme-diari. Prima di far sottoscrivere una polizza auto, l’agente sarà costretto a verifi care, anche sul web, tariffe e condizioni di alme-

no due ulteriori compagnie non facenti parte del medesimo grup-po assicurativo; dovrà sottoporre i risultati al potenziale cliente e, soltanto successivamente, proce-dere alla sottoscrizione della po-lizza, assicurandosi di ottenere la convalida «scritta» di presa visione del cliente.

Sebbene non sussista alcun obbligo di sviluppo del preven-tivo in forma scritta, è importan-te che l’intermediario si metta nella condizione di dimostrare di aver sottoposto al potenziale cliente le alternative, dovendo ef-fettuare questa operazione, con costi aggiuntivi, anche nell’ipo-tesi in cui la polizza arrivi alla scadenza e venga integrata da ulteriori prestazioni (incendio, furto ecc.).

L’art. 28, del medesimo decre-

to, prevede, inoltre, che se gli isti-tuti di credito e gli altri operatori fi nanziari condizionano la con-cessione di un mutuo alla sotto-scrizione di una polizza vita, gli stessi enti dovranno «sottoporre» al cliente almeno due preventivi La locuzione «sottoporre» sem-brerebbe non imporre obbligo di consegnare su supporto cartaceo al cliente dei preventivi che la banca potrebbe solo far visionare e trattenere nel proprio fascico-lo senza subire alcuna specifi ca sanzione, giacché non prevista in tal caso.

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Pomilio Blumm, agenzia di comunicazione integrata, è sempre alla ricerca di nuove igure professionali: esperti creativi (copy, art, graphic designer, esecutivisti, contenuti di tipo giornalistico e redazionale sia on line che off line), amministrativi, commerciali-gestione clienti-account, informatici, web designer-new media, sviluppatori tecnici e multimediali, esperti fondi strutturali locali, nazionali, internazionali e progettazione comunitaria,esperti pubbliche relazioni e media relation, personale di accoglienza, media manager-planner-strategic-buyer.Particolare attenzione all’esperienze precedenti, lettere di qualificazione, qualità propria della formazione e conoscenza di lingue. L’invio dei curricula è subordinato alla presa visione e formale accettazione ed idoneità al codice etico aziendale disponibile all’indirizzo www.pomilioblumm.it/codiceetico. Per presentare candidatura inviare cv aggiornato a [email protected]

RC AUTO

Confronto delle tariffe con almeno tre • compagnie con informazioni rilevabili dai siti internet di attendibilità incertaPerplessità applicative per le assicurazioni • onlineAttività di intermediazione assicurativa • non menzionata della legislazione vigente comunitaria e nazionalePreventivi scritti non obbligatori ma ne-• cessari al i ne di dimostrare la corretta esecuzione dell’informativaSanzioni di natura civilistica (nullità del • contratto) e di natura amministrativa (da 50 mila a 100 mila euro), apparentemente applicabili esclusivamente alle agenzie e alle compagnie, con esclusione dell’appli-cazione a carico degli altri operatori e spro-porzionate rispetto al danno emergente

MUTUI

Predisposizione di preventivi, e non mero • confronto delle tariffe, di almeno due compagnie assicurativeAdempimento obbligatorio solo per la sti-• pula di assicurazioni sulla vita collegate al contratto di mutuoSanzioni inesistenti in caso di mancato • adempimento dell’obbligo

Confronto delle tariffe con almeno tre•

LE LIBERALIZZAZIONISUL COMPARTO ASSICURATIVO:

PERPLESSITÀ

Il testo del decretosul sito www.italia-oggi.it/documenti

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25Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2I M P O S T E E TA S S E

Befera: dal 2012 il meccanismo di controllo i scale preventivo entra a regime

Tutoraggio a quota 3 milaCompletato l’ampliamento dei soggetti vigilati

DI VALERIO STROPPA

I grandi contribuenti sottopo-sti al tutoraggio oltrepassano quota 3 mila. Tante sono le imprese con volume d’affari

superiore a 100 milioni di euro che saranno monitorate dal Fisco nel corso del 2012. Ad anticiparlo è stato Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, mar-tedì in audizione in commissio-ne fi nanze alla camera (si veda ItaliaOggi di ieri). Quest’anno il meccanismo di controllo previsto dall’articolo 27 del dl n. 185/2008 entra a regime, dopo che negli ultimi tre anni l’asticella del fat-turato è gradualmente scesa da 300 a 100 milioni di euro (si veda tabella in pagina). Si ricorda che le norme sul tutoraggio dispon-gono, per esempio, il controllo sostanziale delle dichiarazioni dei redditi e Iva entro l’anno suc-cessivo a quello di presentazione, attraverso specifiche analisi di rischio concernenti il settore pro-duttivo o il profi lo dei soci, come pure la concentrazione presso le Direzioni regionali delle compe-tenze relativamente alle attività di controllo, accertamento, con-tenzioso e riscossione. «I grandi

contribuenti nei cui confronti sarà svolto il tutoraggio passano dai circa 2 mila del 2011 agli ol-tre 3.100 del 2012», ha spiegato Befera. Che, sempre con riferi-mento ai «big», annuncia anche una maggiore attenzione agli accordi preventivi (c.d. «enhan-ced relationship»), a cominciare dal ruling internazionale. «Tale strategia», spiega il direttore, «fortemente raccomandata a li-vello Ocse (e fi nora pienamente sposata solo da pochi Paesi) consi-ste nella ricerca di un dialogo con gli organismi esponenziali delle grandi realtà aziendali (e/o con le singole grandi aziende) fi nalizza-to alla prevenzione piuttosto che alla repressione delle violazio-ni fi scali, mediante il confronto preventivo su tematiche di par-

ticolare impatto, quali il transfer pricing o le operazioni di fi nanza strutturata che potrebbero risul-tare connotate da profi li elusivi o abusivi». Procedure sicuramente lunghe e complesse, ma che pos-sono portare grandi benefi ci da entrambe le parti. «Si tratta di una innovazione di straordinaria importanza, la quale dimostra il livello di modernità che la funzio-ne del controllo fi scale comincia sempre più ad assumere nel no-stro Paese», osserva Befera.

E sempre in tema di reciproci vantaggi, il numero uno di via Cristoforo Colombo ha evidenzia-to che nel corso del 2012 sarà data attuazione alle norme contenute nell’articolo 10 del dl n. 201/2011. Si tratta del c.d. «regime premiale per la trasparenza». Dal 1° gennaio

2013, ai contribuenti che comuni-cheranno la propria contabilità al Fisco e istituiranno per le proprie attività economiche conti correnti dedicati, spetteranno vantaggi in tema di assistenza negli adempi-menti, velocità dei rimborsi e (a certe circostanze) limitazione dei poteri accertativi. «La norma ruota attorno all’assunto che non tutti i contribuenti a partita Iva siano evasori», puntualizza Befe-ra. «Accanto a soggetti con elevata propensione all’evasione, esistono altri contribuenti (imprenditori e professionisti) che tendono a es-sere tax-compliant e che, se messi in condizione di scegliere, potreb-bero esprimere di sottoporsi a forme di trasparenza potenziata nei confronti del fi sco, in cambio di vantaggi in termini di adempi-menti, tutoraggio, corsia preferen-ziale per i rimborsi Iva». Anche in questo caso l’obiettivo è quello di rafforzare il rapporto di fi ducia e cooperazione tra contribuente e amministrazione. Ma l’attuazio-ne concreta, rileva il direttore, «richiede da parte dell’Agenzia rilevanti investimenti in termini di risorse umane e di adeguamen-ti informatici e procedurali».

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Verso la riapertura dei ter-mini per l’integrazione della documentazione del 5‰. Vie-ri Ceriani, sottosegretario al ministero dell’economia ha dato infatti parere favore-vole rispondendo all’inter-rogazione di Alberto Fluvi in commissione fi nanze della camera. Nel documento si chiedeva un atto ammini-strativo per la proroga del-la regolarizzazione delle do-mande degli enti benefi ciari del cinque per mille. Vieri Ceriani ha dato parere po-sitivo ricordando che negli anni precedenti è stata con-cessa per dare la possibilità di integrare i documenti di domande già presentate. In questo modo dunque la ria-pertura dei termini a favore di associazioni che non han-no correttamente effettuato l’invio della dichiarazione sostitutiva, consentirebbe la riammissione a quei soggetti che sebbene in possesso dei requisiti sostanziali spesso a causa di una mancanza di struttura amministrativa si trovano penalizzati.

CINQUE PER MILLE

Più tempo per inviare

i dati

Sono 62.211 le richieste di rimborso annuale Iva 2010, per un valore di 8.5 mld. Di queste sono state accolte 23.416 richieste per un importo pari a 2.0 mld. Gli importi relativi alle richieste che restano da evadere, se accolte, saranno erogate nel corso del 2012. Vieri Ce-riani snocciola i dati della campagna rimborsi rispondendo all’in-terrogazione di Benedetto Della Vedova sullo smaltimento delle domande di rimborso annuale e infrannuale Iva. Il sottose-gretario all’economia precisa inoltre che nel corso del 2010 con riferimento a crediti infra del 2010 e annuali del 2009, 1.589.661 contribuenti sono stati rimborsati con la com-pensazione per un totale di 13 mld circa. Nel 2011, invece per crediti infra del 2011 e annuali 2010, 1.433.065 contribuenti hanno usufruito del rimborso dei crediti Iva con lo strumento della compensazione per un im-porto pari a 13 mld di euro.

Nessuna deroga alla ma-ternità per il nuovo regime fi-scale di vantaggio. L’apertura, spiega Vieri Ceriani, rispondendo al question time dell’onorevole Gianluca Forcolin, aprirebbe il varco a molteplici richieste di modifiche legislative rela-tive a fattispecie in cui si verifica una forzata astensione dal lavoro (caso di malattia, infortuni, diritto di materni-tà esercitato dal genitore maschio). La condizione richiesta nell’interrogazione (il regime premiale è riconosciuto se si rispetta, tra le altre condizioni, quella di non avvalersi di spese per lavoratori dipendenti o collaboratori) deroga per la contribuente in maternità per poter assumere un aiuto senza perdere il

beneficio non può essere ipotizzabile tenendo conto anche della circostanza che il limite stringente dei ricavi o com-pensi fissato in 30 mila euro l’anno, per fruire del regime di favore trova la sua giustificazione nell’esigenza di favorire l’attività di impresa o lavoro autonomo esercitata individualmente.

Per l’Agenzia delle entrate lo scor-rimento delle graduatorie dei concorsi indetti e chiusi non è una strada per-corribile per le assunzioni di dirigenza. L’ultimo concorso è stato indetto più di dieci anni fa e si farebbe riferimento a requisiti di anzianità e servizio la cui data di possesso risale a quasi vent’anni fa. Troppi tanto da renderli inaffidabi-li: «I criteri selettivi all’epoca adottati erano riferiti a un contesto», spiega Vieri Ceriani, «che ha subito profonde evoluzioni per cui quelle graduatorie non corrispondono alle caratteristi-che di dirigenti di cui l’Agenzia ha

bisogno». Vieri Ceriani torna dunque sull’empasse assunzioni all’Agenzia delle entrate, (si veda ItaliaOggi del 1/2/2012) dopo la richiesta di deroga presentata da Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate in commis-sione finanze. Vieri Ceriani ripercorre lo stato dell’arte del blocco dei concorsi

dell’Agenzia delle entrare e della bocciatura del pri-mo agosto del Tar Lazio che ha censurato la prassi dell’agenzia di attribuire incarichi dirigenziali ai funzionari. La decisione del Tar Lazio a cui se ne è aggiunta un altro che ha bocciato anche l’indizione di un concorso, è stata impugnata dall’Agenzia in secondo grado ma, riconosce Ceriani, «l’alea sull’esito del contenzioso è forte». Situazione meno tormentata per l’Agenzia del territorio. Vieri Ceriani riconosce che l’operato è stato conforme alle regole stabilite dalla normativa in materia. Nel conferire gli incarichi l’agenzia in-

crociare al più alto livello possibile le caratteristiche della posizione da rico-prire con le competenze professionali.

Inoltre l’Agenzia per ricoprire le procedure dirigenziali vacanti avvia la procedura di interpello per garantire la pubblicità delle posizioni dirigenziali disponibili. Le procedure sono rivolte a dirigenti di ruolo e a personale di terza area funzionale quando, in mancanza di candidature dirigenziali richieste, vi fosse la necessità di conferire tempora-neamente un incarico provvisorio.

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INTERROGAZIONI IN BREVEOFFSHORE

Gli Stati intermediari col fisco Usa

DI TANCREDI SEQUI

Cambiamenti in vista per le nuove norme del Fatca (Fo-reign account tax compliance act), il sistema messo a punto dagli Stati Uniti per individua-re, dissuadere e scoraggiare l’evasione fi scale offshore da parte di cittadini o residenti statunitensi. Dopo le polemi-che sollevate dall’Europa sui problemi di tutela della priva-cy connessi con il trasferimento diretto delle informazioni dalle banche europee all’Irs (l’Agen-zia delle entrate Usa), gli esper-ti di Washington consentiran-no che siano le stesse autorità fi scali dei singoli Paesi a fare da intermediari tra gli istituti di credito e il Fisco americano. I termini del Facta prevedono che tutti gli intermediari siano obbligati ad applicare una tas-sazione alla fonte pari al 30% su tutti i pagamenti soggetti a ritenuta d’acconto di origine americana, nel caso in cui gli stessi decidano di non sotto-scrivere un accordo specifi co con l’Irs fi nalizzato a identi-fi care e segnalare i soggetti americani che detengono un conto o investono in titoli per il loro tramite.

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GRANDI CONTRIBUENTISOGGETTI AL TUTORAGGIO

Anno Soglia ricavi Numero soggetti2009 > 300 milioni € 996

2010 > 200 milioni € 1.643

2011 > 150 milioni € Circa 2.000

2012 > 100 milioni € Oltre 3.100

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Con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 22 dicembre 2010 è stato disposto l’obbligo di comunicazione delle operazioni rilevanti ai fi ni Iva da inviarsi, con riferimento all’anno 2010, entro il termine del 31 dicem-bre 2011. Questa scadenza è stata successivamente proro-gata al 31 gennaio 2012 con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 21 dicembre 2011. Il Dpcm del 4 agosto 2011 ha previsto per i contribuenti e i professionisti del cosiddetto cratere del sisma abruzzese del 6 aprile 2009 il differimento del termine per la presentazione delle dichia-razioni relative al 2010 al 16 marzo 2012. Al fi ne, quindi, di consentire l’allineamento temporale degli adempimenti dichiarativi, il termine per l’in-vio della comunicazione relati-va all’anno 2010, da effettuarsi ai sensi dell’art. 21 del decreto legge n. 78 del 2010, è prorogato al 16 marzo 2012. Lo hanno reso noto ieri le Entrate.

In un mese la «tassa sulla fortuna» ha garantito un gettito di circa 6 milioni di euro, ov-vero circa la metà della media stimata. Secondo il ministero dell’economia, spiega Agicos, la tassa dovrebbe garantire 150 milioni di euro l’anno, di media una dozzina al mese. In parte la differenza rispetto alle stime dipende dallo stop imposto dal giudice amministrativo (dal 13 gennaio, durerà almeno fi no al 4 aprile, giorno dell’udienza di merito) sulla tassazione ai premi delle «Videolottery». Inoltre, occorre considerare che la rete vlt non è ancora comple-ta, essendo stato al momento installato solo il 62% delle macchine.

L’aula della camera ha

approvato il decreto legge 215/2011 che proroga le mis-sioni internazionali fi no al 31 dicembre 2012. Il provvedimen-to passa all’esame del senato. Nel testo non vengono rifi nan-ziate la missione dell’Unio-ne europea nella Repubblica democratica del Congo e le attività Nato di consulenza, formazione e addestramento delle forze armate e di polizia irachene mentre è stato disposto un fi nanziamento di 338.947 euro per quanto riguarda la missione dell’Unione europea in Georgia. Autorizzata inoltre la cessione a titolo gratuito al governo provvisorio libico di mezzi non più in uso alle Forze armate italiane. Autorizzate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2012 le spese relative alla parte-cipazione di personale militare alla missione delle Nazioni Unite nella Repubblica del Sud Sudan.

Una legge specifi ca contro «l’autoriciclaggio»: è quanto chiede il Procuratore nazionale antimafi a, Pietro Grasso, che prende di mira i reati fi scali connessi a risorse a loro volta frutto di altri reati. «In Italia abbiamo il problema di punire l’autoriciclaggio, cioè di chi nasconde i soldi che sono già il profi tto di un altro reato. Spe-riamo di poter ottenere questo strumento legislativo».

L’Ordine degli avvocati di Roma ha fatto il punto sullo stato della mediazione al 31 dicembre 2011 nel territorio di propria competenza. Sono stati attivati lo scorso anno 2.778 procedimenti, chiusi 1.333 e 1.445 sono ancora in corso. Per ogni procedimento di mediazione chiuso sono stati attribuiti ai mediatori 213,92 euro comprensivi di oneri accessori e fi scali.

BREVI

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Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3869 del 23/4/2010 recante: “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia”.

AVVISO DI APPROVAZIONE PROGETTO ED INTERVENUTA DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ai sensi e per gli effetti dei seguenti articoli di legge:

• Art. 17 del DPR327/01 e ss.mm.ii.

• Art. 3 dell’OPCM n.3869 del 23/04/2010 che dispone le deroghe alle disposizioni normative

• Art. 1 Ordinanza Commissariale n. 18/4 del 16/01/2012 che dispone la deroga sulla forma di comunicazione ai proprietari prevista dall’art. 17, comma 3 del DPR 327/01 e ss.mm.ii.

Oggetto: Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 8 Il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna nella sua qualità di Commissario Governativo delegato per l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia

AVVISA

che con ordinanza commissariale n. 742/65 del 16/12/2011 è stato approvato il progetto preliminare “avanzato” per appalto integrato dei lavori di “Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 8”, con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.Si comunica, inoltre, che l’ordinanza è stata registrata dalla Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Sardegna – 1° Ufficio, al Reg. n. 1 Fg. N. 28 il 20/12/2011.Il progetto di realizzazione della “Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari-Olbia”, comprensivo di tutti i lotti da 0 fino a 9, è stato sottoposto a procedura di valutazione d’impatto ambientale di competenza nazionale conclusasi con l’emissione decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, n. DVA DEC-2011-0000060 del 24/02/2011. Il testo integrale del decreto è reso disponibile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Estratto del decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno 14/4/2011, ai sensi dell’articolo 27 del D.Lgs. 3/4/2006 n. 152 e ss.mm.ii..Il provvedimento di approvazione e gli atti relativi al progetto dell’opera, sono depositati presso l’Ufficio del Responsabile del procedimento, ing. Francesco Ruggieri, nella sede dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, e presso la sezione staccata di Sassari dell’ANAS, in via Carlo Felice 1.Gli elaborati potranno essere visionati nei giorni e negli orari di ricevimento al pubblico nello specifico dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00, il Martedì ed il Giovedì dalle 15.00 alle 16.00.Il provvedimento di approvazione del progetto, è consultabile anche presso gli uffici della Struttura del Commissario a Sassari, presso la sede del Servizio del Genio Civile di Sassari e di Olbia-Tempio, in via Diaz 23 e presso la sede dell’Assessorato dei LL.PP. a Cagliari in viale Trento 69, oltre che sul sito istituzionale della Regione Sardegna.I proprietari potranno far pervenire al Responsabile del Procedimento, presso la sede dell’ANAS dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, ogni utile elemento per determinare il valore da attribuire all’area ai fini della liquidazione della indennità di esproprio.All’uopo si indicano i dati catastali degli immobili interessati dalla presente procedura:

COMUNE di MONTI - Fg. 3: mapp.(171,253) Sala Giorgio (Como 23/09/1974) - mapp.(1158) Kuwait s.p.a. Roma, Piga Maria Rita (Maracalagonis 26/10/1958) - mapp.(1064,209) Piga Maria Rita (Maracalagonis 26/10/1958) - mapp.(291) Canu Giuseppino (Olbia 21/02/1951), Fanti Giuseppina (Olbia 21/02/1953);

COMUNE di LOIRI PORTO SAN PAOLO - Fg. 239: mapp.(84) Piga Maria Rita (Maracalagonis 26/10/1958) - mapp.(136) Mariotti Michele (Monti 02/01/1901) - mapp.(139) Fresu Anna Paolina (Monti 21/05/1948), Fresu Gavina (Monti 22/10/1915), Fresu Giovanni Maria (Monti 13/02/1910) - mapp.(383 ex 133,132) Murgia Bruno (Capoterra 17/09/1940) - mapp.(377) Mariotti Salvatore (Buddusò 26/04/1958) -mapp.(137) Fresu Anna Rita (Monti 11/09/1967), Fresu Antonio (Monti 12/04/1962), Fresu Giovanni (Monti 20/07/1965), Murgia Maddalena (Telti 26/11/1943) - mapp.(70) Fresu Gavina fu Stefano mar. Fresu, Fresu Giovanni Maria fu Giovanni – mapp.(58) Demanio dello Stato ramo ferrovia - mapp.(144,71,145,142,141) Canu Giovanna fu Giovanni Maria, Giua Muzzi Maria fu Giovanni, Isoni Francesco (11/01/1981), Manchinu Antonio Gavino (Monti 08/10/1932), Murga Andreana fu Antonio, Murga Gerolama fu Antonio, Murga Giovanna Maria fu Antonio, Murga Maddalena fu Antonio, Murga Pietrina fu Antonio, Piras Costantino (30/04/1898), Piras Marianna (26/07/1937), Piras Mario (Tempio Pausania 08/01/1931), Piras Paolino (Tempio Pausania 24/09/1934), Satta Francesco (Buddusò 08/04/1911) - mapp.(138) Fresu Gavina (Monti 22/10/1915), Fresu Giovanni Maria (Monti 13/02/1910), Fresu Sebastiano (Monti 13/11/1944) - mapp.(143) Murgia Pietrina (Telti 06/11/1947) - mapp.(149,146) Manchinu Antonio (Monti 08/10/1932), Murgia Giovanna Maria (Telti 23/01/1936) - mapp.(121,150) Isoni Gavina (Monti 25/11/1921), Isoni Giovanni Maria (Monti 31/10/1914), Isoni Salvatorica (Monti 04/01/1920) - mapp.(79) C.O.F. Agricoltura s.r.l. Olbia - mapp.(73) Bandinu Caterina (Monti 04/01/1941), Fresu Antonina (Olbia 03/09/1968), Fresu Gavina (Olbia 16/07/1963), Fresu Pasqualino (Olbia 31/03/1965), Fresu Rosanna (Tempio Pausania 08/11/1976), Fresu Sonia (Olbia 29/10/1978);

COMUNE di OLBIA - Fg. 40 mapp.(200) Dettori Michelino (Buddusò 09/11/1948) - mapp.(75) Mele Giovanni Battista (Bitti 15/05/1948) – mapp.(76) Consorzio per il nucleo di industrializzazione di Olbia - mapp.(42) Amministrazione Provinciale di Sassari;

COMUNE di OLBIA - Fg. 50 mapp. (35,3,151) Carzedda Antonietta Rita (Sassari 28/10/1946) - Carzedda Giuseppina (Olbia 19/04/1941) - Carzedda Lucia Maria (Olbia 24/04/1944) - mapp. (34,32,25,31) Amministrazione Provinciale di Sassari - mapp. (23) DAU E DIANA S.A.S. DI ANTONIO DAU E MARIO DIANA E C. - mapp.(101) Pinna Giovannino (Olbia 11/11/1953) - mapp. (60) Sanciu Fedele (Buddusò 27/10/1959) - mapp. (59) Enel Distribuzione - Società per Azioni (Roma) - mapp. (58,97,96,94) Dettori Giovanna (Buddusò 04/05/1901) - Dettori Giuseppe (Buddusò 25/05/1913) - Dettori Mariangela ( Buddusò 18/12/1899) - Dettori Pietro (Buddusò 04/02/1908) - Dettori Teresa (Buddusò 06/01/1906) - Sechi Maria (Buddusò 05/10/1935) - Senes Giovanni Maria (Buddusò 20/04/1928) - Senes Pietrina (Ozieri 26/06/1977) - Senes Salvatore (Buddusò 24/08/1932) - mapp. (153) Dettori Maria Antonia (Buddusò 08/10/1944) - mapp. (98) Dettori Teresa (Buddusò 14/07/1947) - mapp. (2) Pigozzi Francesca Anna (Alà dei Sardi 24/10/1940) - Pinna Francesco (Sassari 18/07/1941) - mapp. (139) Mele Giuseppa Rosa (Bitti 05/04/1943) - mapp. (140) Mele Antonio (Bitti 18/06/1956) - mapp. (141) Mele Alberto (Bitti 15/11/1958) - mapp. (138,17) Mele Giovanni Battista (Bitti 15/05/1948) - mapp. (24) Manca Antonietta (Bitti 08/03/1946) - Mele Giovanni Battista (Bitti 15/05/1948) - Mele Melchiorre (Bitti 11/02/1946) - Murru Maria (Ortueri 01/12/1954);

COMUNE di OLBIA - Fg. 57 mapp. (128,125) Pattitoni Paolina (Calangianus 17/05/1954) - mapp. (98,101) Sae Caterina Società Agricola Srl (Olbia) - mapp. (94) Associazione Solidarietà (Olbia) - mapp. (56,55,30) Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - mapp. (52,51,45) Putzu Antonia Rosa (Olbia 06/02/1929) - Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Barbara (Olbia 28/02/1957) - Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Maria Dirce (Olbia 16/01/1934) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - mapp. (105) Canu Maria Santa (Sassari 11/04/1968) - mapp. (111) Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915) - mapp. (110) Spano Donato (Olbia 23/12/1971) - mapp. (19) Asara Anna (Olbia 29/02/1948) - Asara Antonietta (Olbia 11/04/1936) - Asara Barbara (Olbia 02/07/1974) - Asara Giuliana (Olbia 26/01/1971) - Asara Italo (Tempio Pausania 29/09/1974) - Asara Maria (Olbia 08/10/1945) - Asara Mario (Olbia 19/04/1955) - Asara Monica (Olbia ) - Asara Roberto (Olbia 07/10/1969) - Asara Sergio (Olbia 14/05/1975) - Asara Silvana (Olbia 27/05/1973) - Asara Tomasina (Olbia 05/01/1953) - Canu Anna Lucia (Olbia 30/03/1955) - Canu Antonio (Olbia 22/04/1927) - Canu Carlo (Olbia 25/04/1956) - Canu Francesco (Olbia 21/01/1951) - Canu Gavina (Olbia 20/09/1929) - Canu Giovanna (Olbia 09/12/1922) - Canu Giovanni (Olbia 09/01/1943) - Canu Giuseppina (Olbia 15/03/1952) - Canu Lucia (Olbia 10/06/1941) - Canu Luigino (Olbia 03/01/1932) - Canu Pasqualino (Olbia 18/09/1935) - Canu Rosina (Olbia 18/04/1945) - Canu Salvatore (Olbia 25/11/1947) - Maciocco Paolina (Olbia 21/02/1921) - Maciocco Pietrina (Olbia 06/05/1914) - Mannu Giacomo (Olbia 02/02/1921) - Minutti Mannu Lucia (Calangianus 21/07/1907) - Palitta Eligia (Olbia 07/01/1944) - Putzu Antonia (Olbia 10/02/1941) - Putzu Antonia Rosa (Olbia 06/02/1929) - Putzu Antonio (Olbia 14/06/1949) - Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926) - Putzu Caterina (Olbia 07/10/1923) - Putzu Francesco (Sassari 23/06/1982) - Putzu Francesco (Olbia 18/07/1929) - Putzu Gavino (Olbia 23/07/1941) - Putzu Giovanna Maria (Olbia 27/03/1937) - Putzu Leonardo (Olbia 31/03/1929) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Marco (Macerata 24/10/1947) - Putzu Maria (Olbia 11/07/1954) - Putzu Maria Dirce (Olbia 16/01/1934) - Putzu Mario (Olbia 03/12/1929) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Paola (Olbia 31/05/1945) - Putzu Paolina (Olbia 20/08/1921) - Putzu Pasqua (Olbia 25/11/1933) - Putzu Roberto (Macerata 08/12/1958) - Putzu Rosanna (Olbia 08/10/1941) - Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915) - Putzu Salvatore (Olbia 30/08/1947) - Putzu Teresa (Olbia 21/02/1963) - Putzu Tomasina (Olbia 16/05/1952) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - Serra Caterina (Olbia 04/12/1910) - Varrucciu Giuseppe Antonio (Olbia 20/12/1946) - mapp. (50,48) Amministrazione Provinciale (Sassari) - mapp.(49) Putzu Antonia (Olbia 10/02/1941) - Putzu Francesco (Olbia 18/07/1929) - Putzu Pasqua (Olbia 25/11/1933) - Putzu Salvatore (Olbia 30/08/1947) - mapp. (13) Putzu Salvatore (Olbia 30/08/1947) - mapp. (96,97) Cassitta Sadonia (Calangianus 16/06/1931) - Putzu Domenico (Olbia 25/11/1952) - Putzu Francesco (Olbia 22/08/1951) - Putzu Gavina (Olbia 17/01/1968) - Putzu Gian Paolo (Olbia 18/06/1966) - Putzu Maddalena (Olbia 28/05/1962) - Putzu Matteo Giovanni (Olbia 07/06/1960) - mapp. (43,47) Putzu Antonia Rosa (Olbia 06/02/1929) - Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Barbara (Olbia 28/02/1957) - Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Maria Dirce (Olbia 16/01/1934) - Putzu Maria Rosa (Olbia 20/04/1899) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1946) - mapp. (18) Canu Giuseppina (Olbia 15/03/1952) - mapp. (9,46) Canu Giuseppina (Olbia 15/03/1952) - Putzu Bianca (Olbia 22/05/1927) - mapp. (45) Putzu Antonia Rosa (Olbia 06/02/1929) - Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957) - Putzu Barbara (Olbia 28/02/1957) - Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926) - Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945) - Putzu Maria Dirce (Olbia 16/01/1934) - Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949) - Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915) - Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943).

COMUNE di OLBIA - Fg. 58 mapp. (145,143,141,135,134,133) Amministrazione Provinciale (Sassari) - mapp. (146) Pattinoni Maria (Olbia 13/08/01941) - mapp. (142) Pattinoni Paolina (Calangianus 17/05/01954) - mapp. (252) Pattinoni Lorenzina (Calangianus 21/09/1950) - mapp. (253) Putzu Caterina (Olbia 07/10/1923) - mapp. (271,245,246,247,248) Sae Caterina Società Agricola S.r.l. Olbia - mapp. (139,152) Marcucci Tomasina (Olbia 14/04/1952) - mapp. (151,149) Associazione Solidarietà Olbia - mapp. (148,147) Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957), Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945), Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949), Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - mapp. (137,131) Putzu Antonia Rosa (Olbia 06/02/1929), Putzu Aurora (Olbia 28/02/1957), Putzu Barbara (Olbia 28/02/1957), Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926), Putzu Licinio (Olbia 26/08/1945), Putzu Maria Dirce (Olbia 16/01/1934), Putzu Mauro (Olbia 25/11/1949), Putzu Rosina (Olbia 05/11/1915), Putzu Vinicio (Buddusò 17/08/1943) - mapp. (136,84,85,86) Putzu Maria Rosa fu Francesco - mapp. (15) ASARA Anna (OLBIA 29/02/1948), ASARA Antonietta (OLBIA 11/04/1936), ASARA Barbara (OLBIA 02/07/1974), ASARA Giuliana (OLBIA 26/01/1971), ASARA Italo (TEMPIO PAUSANIA 29/09/1974), ASARA Maria (OLBIA 08/10/1945), ASARA Mario (OLBIA 19/04/1955), ASARA Monica (OLBIA), ASARA Roberto (OLBIA 07/10/1969), ASARA Sergio (OLBIA 14/05/1975), ASARA Silvana (OLBIA 27/05/1973), ASARA Tomasina (OLBIA 05/01/1953), CANU Anna Lucia (OLBIA 30/03/1955), CANU Carla Argia (SASSARI 23/11/1957),CANU Carlo (OLBIA 25/04/1956), CANU Donatella (SASSARI 13/08/1965), CANU Francesco (OLBIA 21/01/1951), CANU Franco (OLBIA 13/06/1965), CANU Gavina (OLBIA 20/09/1929), CANU Giovanna (OLBIA 09/12/1922) CANU Giovanni (OLBIA 09/01/1943), CANU Giuseppina (OLBIA 15/03/1952), CANU Lucia (OLBIA 10/06/1941), CANU Luigino (OLBIA 03/01/1932) CANU Maria Santa (SASSARI 11/04/1968), CANU Maurizio (OLBIA 24/10/1969), CANU Rosina (OLBIA 18/04/1945), CANU Salvatore (OLBIA 14/01/1972), CANU Salvatore (OLBIA 25/11/1947), MACIOCCO Paolina (OLBIA 21/02/1921), MACIOCCO Pietrina (OLBIA 06/05/1914), MANNU Giacomo (OLBIA 02/02/1921), PALITTA Eligia (OLBIA 07/01/1944), PUTZU Antonia (OLBIA 10/02/1941), PUTZU Antonia Rosa (OLBIA 06/02/1929), PUTZU Antonio (OLBIA 14/06/1949), PUTZU Aurora (OLBIA 28/02/1957), PUTZU Aurora (OLBIA 28/02/1957), PUTZU Bianca (OLBIA 22/05/1926), PUTZU Caterina (OLBIA 07/10/1923), PUTZU Francesco (SASSARI 23/06/1982) PUTZU Francesco (OLBIA 18/07/1929), PUTZU Gavino (OLBIA 23/07/1941), PUTZU Giovanna Maria (OLBIA 27/03/1937), PUTZU Leonardo (OLBIA 31/03/1929), PUTZU Licinio (OLBIA 26/08/1945), PUTZU Licinio (OLBIA 26/08/1945), PUTZU Marco (MACERATA 24/10/1957),PUTZU Maria (OLBIA 11/07/1954), PUTZU Maria Dirce (OLBIA 16/01/1934), PUTZU Mario (OLBIA 03/12/1929), PUTZU Mauro (OLBIA 25/11/1949), PUTZU Mauro (OLBIA 25/11/1949), PUTZU Paola (OLBIA 31/05/1945), PUTZU Paolina (OLBIA 20/08/1921), PUTZU Pasqua (OLBIA 25/11/1933), PUTZU Roberto (MACERATA 08/12/1958), PUTZU Rosanna (OLBIA 08/10/1941), PUTZU Rosina (OLBIA 05/11/1915), PUTZU Salvatore (OLBIA 30/08/1947), PUTZU Teresa (OLBIA 21/02/1963), PUTZU Tomasina (OLBIA 16/05/1952) PUTZU Vinicio (BUDDUSO` 17/08/1943), PUTZU Vinicio (BUDDUSO` 17/08/1943), SERRA Caterina (OLBIA 04/12/1910), VARRUCCIU Giuseppe Antonio (OLBIA 20/12/1946) - mapp. (235,239,233,) Cassitta Sadonia (Calangianus 16/06/1931), Putzu Domenico (Olbia 25/11/1952), Putzu Francesco (Olbia 22/08/1951), Putzu Gavina (Olbia 17/01/1968), Putzu Gian Paolo (Olbia 18/06/1966), Putzu Maddalena (Olbia 28/05/1962), Putzu Matteo Giovanni (Olbia 07/06/1960) - mapp. (234) Mancini Michelina (Tempio Pausania 30/08/1957), Putzu Leonardo (Olbia 12/07/1981), Putzu Monica Paola (Olbia 13/03/1975) - mapp. (268,130,129) Putzu Giovanna Maria (Olbia 27/03/1937) - mapp. (1) Canu Carlo (Olbia 25/041/1956), Putzu Bianca (Olbia 22/05/1926) - mapp. (146) Putzu Maria Virce (Olbia 16/01/1934) -mapp. (132) Canu Antonio (Olbia 22/04/1927), Canu Francesco (Olbia 21/01/1951), Canu Gavina (Olbia 20/09/1929), Canu Giovanna (Olbia 09/12/1922), Canu Giovanni (Olbia 09/01/1943), Canu Lucia (Olbia 10/06/1941), Canu Luigino (Olbia 03/01/1932), Canu Pasqualino (Olbia 18/09/1935), Canu Rosina (Olbia 18/04/1945), Canu Salvatore (Olbia 25/11/1947), Canu Vittore (Calangianus 19/03/1925), Mannu Francesca (Calangianus 22/11/1915), Mannu Giacomo (Olbia 02/02/1921), Minutti Mannu Lucia (Calangianus 21/07/1907) - mapp. (11) Riu Rosalba (Sassari 17/01/1956), Sini Mario Gerolamo (Ploaghe 20/07/1949) - mapp. (69) Canu Antonio (Olbia 22/04/1927), Canu Francesco (Olbia 21/01/1951), Canu Franco (Olbia 13/06/1965), Canu Gavina (Olbia 20/09/1929), Canu Giovanna (Olbia 09/12/1922), Canu Giovanni (Olbia 09/01/1943), Canu Lucia (Olbia 10/06/1941), Canu Luigino (Olbia 03/01/1932), Canu Maurizio (Olbia 24/10/1969), Canu Rosina (Olbia 18/04/1945), Canu Salvatore (Olbia 25/11/1947), Canu Salvatore (Olbia 14/01/1972), Canu Vittore (Calangianus 19/03/1925), Mannu Francesca (Calangianus 22/11/1915), Mannu Giacomo (Olbia 02/02/1921), Minutti Mannu Lucia (Calangianus 21/07/1907), Putzu Paola (Olbia 31/05/1945) - mapp. (323) Canu Giuseppina (Olbia 15/03/1952);

COMUNE di OLBIA - Fg. 72 mapp. (179,1,177,26,40) Bandinu Caterina (Monti 04/01/1941), Fresu Antonina (Olbia 09/03/1968), Fresu Gavina (Olbia 16/07/1963), Fresu Pasqualino (Olbia 31/03/1965), Fresu Rosanna (Tempio Pausania 08/11/1976), Fresu Sonia (Olbia 29/10/1978) - mapp. (178,174,97,173,170,172,53,168,165,163,159,155,176) Amministrazione Provinciale Sassari - mapp. (175,39,185,353,352,164) Padre Francesco Antonio (Monti 02/01/1927) - mapp. (87,98,96) Bandinu Caterina (Monteviale 04/01/1941), Bandinu Francesca Anna (Olbia 27/08/1949), Bandinu Giovanni (Tempio Pausania 16/04/1938), Bandinu Luigi (Olbia 22/11/1952), Bandinu Mariangela (Orosei 08/12/1931), Bandinu Paolina (Monteviale 02/02/1943), Bandinu Salvatore (Monti 20/11/1933), Bandinu Tomasina (Tempio Pausania 04/11/1935), Giua Maria Rosa (Tempio Pausania 31/03/1912) - mapp. (25) Bandino Luigi (Olbia 22/11/1952) - mapp. (350,13,351,354) Padre Filomena (Monti 17/08/1924) - mapp. (379,73) Soddu Francesca (Telti 17/04/1952), Soddu Giovanna (Olbia 30/03/1957) - mapp. (370,382) Serreri Leonardo (Olbia 01/05/1949), Soddu Francesca (Telti 17/04/1952) - mapp. (368) Malesa Antonio (Telti 05/07/1939), Mattola Mario (Trinità d’Agultu e Vignola 14/10/1951), Serreri Leonardo (Olbia 01/05/1949), Soddu Francesca (Telti 17/04/1952), Soddu Giovanna Rita (Olbia 30/03/1957) - mapp. (380,378,375,76) Malesa Salvatore (Olbia 22/05/1943), Rounuf Maryvonne (Francia 03/05/1946) -mapp. (78,169) Giagheddu Mariangela (Tempio Pausania 22/06/1920) - mapp. (103) Bandinu Angela (Orune 08/12/1931), Bandinu Caterina (Monti 04/01/1941), Bandinu Francesca Anna (Olbia 27/08/1949), Bandinu Giovanni (Tempio Pausania 16/04/1938), Bandinu Luigi (Olbia 22/11/1952), Bandinu Paolina (Olbia 02/02/1943), Bandinu Salvatore (Monti 20/11/1933), Bandinu Tomasina (Tempio Pausania 04/11/1935) - mapp. (167) Giua Antonio Maria (Tempio Pausania 18/05/1895) - mapp. (51,3) Giua Giovanna Maria (Tempio Pausania 29/01/1936) - mapp. (65) Soddu Niccolo (Telti 03/07/1913) - mapp. (52) Piras Amelia (Macomer 02/02/1942) - mapp. (5) Giagheddu Dorotea (Telti 15/05/1904) - mapp. (187) Padre Agostina Anna (Monti 09/08/1930), Padre Filomena (Monti 17/08/1924), Padre Francesco Antonio (Monti 01/10/1927), Padre Giovanni (Monti 02/03/1933) - mapp. (162,30) Giua Giovanna Maria (Tempio Pausania 29/01/1936), Giua Tomaso (Tempio Pausania 01/09/1929) - mapp. (161) Giua Antonio Maria (Tempio Pausania 18/05/1895), Giua Giovanna Maria (Tempio Pausania 29/01/1936), Giua Tomaso (Tempio Pausania 01/09/1929) - mapp. (31) Bandino Francesca Anna (Olbia 27/08/1949) - mapp. (160) Fresu Pasqualino (Olbia 31/03/1965) - mapp. (227,226) Bandinu Giovanni (Tempio Pausania 16/04/1938), Murrai Francesca (Monti 05/07/1943) - mapp. (231) Bandinu Antonio (Olbia 11/10/1966) - mapp. (48,228,229,50) Cattina Mario (Ozieri 03/04/1940), Mundula Isabella Antonia (Ozieri 17/10/1947), Mundula Pietro (Ozieri 21/01/1938) - mapp.(343,342,133) Pinna Francesco (Monti 28/05/1951) - mapp. (337) Asara Susanna (Sassari 06/01/1970) - mapp. (132) Murrighiu Biagio fu Pietro, Murrighiu Cassandra fu Giacomo mar. Uscidda, Murrighiu Cassandra fu Pietro, Murrighiu Clemente fu Giacomo, Murrighiu Clemente fu Pietro, Murrighiu Domenica fu Biagio, Murrighiu Salvatore fu Clemente, Murrighiu Santino fu Pietro - v (16) Pinna Giacomina (Monti 03/04/1944) - mapp. (141) Soggiu Giovanni (Alà dei Sardi 19/06/1962), Uwumwonse Helen (Nigeria 28/12/1971) - mapp. (139) Forroia Liana (Olbia 28/08/1974), Forroia Loredana (Milano 27/02/1971), Forroia Luca (Olbia 18/11/1980), Pinna Anna Cecilia (Monti 14/01/1949), Pinna Elia (Monti 18/06/1954), Pinna Francesco (Monti 28/05/1951), Pinna Giacomina (Monti 09/03/1944), Pinna Maria Antonietta (Telti 20/07/1938), Pinna Pietro (Telti 18/02/1940) - mapp. (265,157,271) Modde Matilde (Olbia 14/04/1925), Murrighile Anna Pietrina (Olbia 31/07/1955), Murrighile Maria Rosa (Olbia 20/11/1950), Murrighile Mario (Olbia 27/12/1945), Murrighiu Biagio (La Maddalena 31/01/1982), Murrighiu Marcella (La Maddalena 21/08/1974) – mapp. (266,347) Biddau Maria Luigia (Ozieri 21/06/1939), De Pol Ignazio Vittorio (Ozieri 11/11/1936) - mapp. (268) Murrighile Anna Pietrina (Olbia 31/07/1955) -mapp. (269,264) Murrighiu Biagio (La Maddalena 31/01/1982), Murrighiu Marcella (La Maddalena 21/08/1974) - mapp. (263,272) Modde Matilde (Olbia 14/04/1925) - mapp. (230 ex 79) Fresi Roglia Antonio (Olbia 10/03/1953) - mapp. (273,156) Pttinoni Maria (Olbia 13/085/1941).

Il presente Avviso è pubblicato all’albo dei Comuni di Monti, Loiri – Porto SanPaolo e Olbia, su un quotidiano a diffusione nazionale e un quotidiano a diffusione locale e sul sito della Regione Sardegna, ai sensi dell’art. 11, secondo comma, del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e ss.mm.ii..

Il Commissario Delegato Il Presidente della Regione Sardegna

Ugo Cappellacci

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27Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2I M P O S T E E TA S S E

Pieno di informazioni che non semplii ca la vita ai contribuenti. E mette a rischio sanzioni

I beni all’estero fanno il bisPossesso nel quadro Rw a fi ni dell’imposta e della detenzione

DI DUILIO LIBURDI

Beni all’estero a indica-zione multipla nella di-chiarazione dei redditi : il possesso di un immobi-

le o di una attività fi nanziaria in uno stato diverso dall’Italia dovrà essere evidenziata sia nel quadro Rm ai fi ni della nuova imposta patrimoniale che nel quadro Rw ai fi ni della detenzione. Con un pieno di informazioni che, per certi versi, è tutto fuorché una ipotesi di semplifi cazione e con l’ulteriore rischio di pesantissi-me sanzioni.

La nuova imposta. La ma-novra Monti, introduce, a partire dal periodo di imposta 2011 un prelievo sul possesso di immobili o di attività fi nanziarie detenute all’estero da persone fi siche resi-denti in Italia. A tale fi ne, il qua-dro Rm del modello Unico 2012 contiene una nuova sezione XVI nella quale il contribuente dovrà evidenziare :

- il valore dei beni; - la quota di possesso; - il periodo; - la misura dell’imposta; - il credito di imposta spettante

per l’imposta pagata nello stato estero;

- l’ammontare del debito. A questi fi ni, non vi è limite di

10 mila euro previsto in relazio-ne al sistema del monitoraggio fi scale e, dunque, l’unico limite è quello relativo al versamento minimo importo ottenuto mol-tiplicando il valore dei beni per la misura dell’imposta che, ad esempio, nel caso degli immobili è dello 0,76%.

Gli adempimenti ai fini del monitoraggio fiscale. Nul-la cambia, invece, in relazione agli obblighi di compilazione del quadro Rw del modello Unico in relazione al quale dovrà essere data informazione sugli investi-menti detenuti all’estero anche con riferimento alle stesse ipotesi che confl uiscono nel quadro Rm nonché evidenziazione dei trasfe-rimenti Italia-estero, estero-Italia ed estero su estero. In generale, dunque, una doppia segnalazione per la medesima situazione anche se in relazione ad alcune ipotesi i valori da comunicare non sono i medesimi. Inoltre, ai fi ni della compilazione del quadro Rw vale ovviamente il limite dei 10 mila

euro in relazione agli investimen-ti e ai trasferimenti effettuati dai contribuenti.

Il doppio adempimento. Alla luce delle bozze dei modelli di dichiarazione, appare eviden-te come in alcune situazioni si obbliga il contribuente ad una doppia segnalazione che, laddo-ve non effettuata, soprattutto in relazione al quadro Rw espone a sanzioni pesantissime che non possono essere sanate, in base alle disposizioni normative come interpretate dall’agenzia delle entrate, con la sanzione minima di 258 euro. Ipotizzando il caso di un contribuente che detiene un immobile all’estero e sia in pos-sesso dell’atto di acquisto dell’im-mobile stesso, gli adempimenti dichiarativi saranno pressoché identici nei due quadri. A questo punto potrebbe essere opportuno aggiungere alcuni elementi nel quadro Rm (ad esempio il codice stato) precisando che l’indicazio-ne nel quadro Rm tiene conto anche degli obblighi di monito-raggio. Naturalmente, non tutte le situazioni possono coincidere soprattutto in relazione alla detenzione estera delle attività

fi nanziarie. Infatti, ai fi ni della indicazione nel quadro Rw quel-lo che rileva è sempre il costo di acquisto del bene mentre, ai fi ni della nuova imposta patrimonia-le, la norma afferma che il calcolo dell’imposta stessa debba essere effettuato sul valore di mercato dell’attività fi nanziaria stessa al termine del periodo di imposta.

Ulteriori problematiche ri-guardano i contribuenti che, con riferimento agli immobili, hanno effettuato il cosiddetto rimpatrio giuridico ai fi ni dello scudo fi sca-le. In questo caso, la circostanza che giuridicamente i beni siano rientrati in Italia esonera dalla compilazione del quadro Rw ma non certo dalla compilazione del quadro Rm che, come detto, è un quadro che serve per la li-quidazione della nuova imposta. Indirettamente, dunque, questi contribuenti perdono in qual-che modo la «riservatezza» ot-tenuta mediante l’effettuazione dell’emersione del bene detenuto all’estero. Senza dimenticare, poi, il caso dei frontalieri ovvero dei lavoratori residenti in Italia che svolgono in via continuativa una attività di lavoro in stati o territo-

ri limitrofi rispetto all’Italia. Tali contribuenti, in relazione alle at-tività fi nanziarie e patrimoniali detenute nel paese ove svolgono l’attività lavorativa sono esonera-ti dalla compilazione del quadro Rw mentre non appare operante alcuna disposizione analoga in relazione alla debenza dei nuovi tributi introdotti dalla manovra Monti. A corollario delle comples-sità, si deve ricordare come ai fi ni della compilazione del quadro Rw sia necessaria anche l’indicazione dei trasferimenti nella sezione III laddove superiori nell’anno a 10 mila euro. Anche se il trasferi-mento è stato effettuato median-te intermediario residente che, ovviamente, dovrà fornire segna-lazione alle Entrate. Si dovrebbe rifl ettere sulla effettiva neces-sità di prevedere un obbligo in capo al contribuente di indicare in dichiarazione un dato perfet-tamente conosciuto dall’ammi-nistrazione a rischio, in caso di omissione, di pesantissime sanzioni. Ma forse basterebbe ricordare le norme dello statuto dei diritti del contribuente e del dl 70/2011.

© Riproduzione riservata

DI GIOVANNI GALLI

I rifornimenti di carburan-ti e lubrifi canti destinati alle navi da pesca costiera usufruiscono del regime di

non imponibilità Iva. Il chiari-mento è nella risoluzione 10/E dell’Agenzia delle entrate dell’1 febbraio. Il documento, che re-plica quanto sostenuto dall’am-ministrazione finanziaria in sede di risposta a un’interroga-zione parlamentare (ItaliaOggi del 26 gennaio scorso) affronta la questione della portata ap-plicativa dell’art. 8, comma 2, lettera e), n. 4), della legge comunitaria 2010 (217/2011). La norma, spiega Fiscooggi, nell’individuare quali fornitu-re non possono godere della non

imponibilità, ha sostituito il ter-mine «vettovagliamento» con le «provviste di bordo» utilizzate dall’art. 148, lett. a), della di-rettiva 2006/112/Ce. Facendo riferimento alla versione in lingua inglese dell’art. 148 e considerato che dall’iter di ap-provazione della Comunitaria 2010 non risulta l’intenzione di ampliare il signifi cato del termine «vettovagliamento», l ’Agenzia conclude che ai soli fini dell’interpretazione dell’art. 8-bis, dpr 633/72, al termine «provviste di bordo» va attribuito un significato più ristretto, limitato al solo vettovagliamento, rispetto a quello utilizzato ai fi ni doga-nali dall’art. 252 Tud.

© Riproduzione riservata

Risoluzione dell’Agenzia delle entrate

Navi da pesca, dribblata l’Iva

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28 Giovedì 2 Febbraio 2012 DIRITTO E AGRICOLTURA

Una missiva della Commissione europea sconfessa il vecchio meccanismo italiano di restituzione

Multe latte sbagliate per un mld €L’Italia compensa male gli splafonatori. Si paga solo in pianura

PAGINA A CURA DI LUIGI CHIARELLO

L’Italia ha sbagliato le compensazioni sul-le quote latte fino al 2002/2003. Le quote

assegnate, ma non prodotte, do-vevano essere redistribuite in mi-sura paritaria tra i produttori che superavano, di volta in volta, le quote individuali assegnate. E la compensazione poteva avvenire solo a condizione che il prelievo supplementare (cioè la multa a chi ha splafonato, ndr) fosse stato effettivamente versato ad Agea. Così, in caso di eventuale supe-ramento successivo della quota nazionale assegnata da Bruxel-les all’Italia, le multe sarebbero dovute ricadere su tutti gli spla-fonatori. In base a contributi che lo stesso stato avrebbe dovuto fissare. Ma lo stato italiano non ha rispettato i precetti della com-missione europea tout court. E per alcune categorie di allevatori ha scelto una via alternativa di com-pensazione, «ordinando» ai primi acquirenti di latte di restituire il prelievo supplementare riscosso, cioè l’importo delle trattenute fat-te a questi produttori durante il periodo di commercializzazione, per aver sforato la quota indivi-duale assegnata. Queste somme,

questi prelievi supple-mentari, queste multe che dir si voglia, dun-que, non sono mai arri-vate nelle casse Aima-Agea. Ma sono tornate al 100% nelle tasche di alcuni splafonatori agevolati dalla legge. Si tratta in sostanza di allevatori che operano in zone svantaggiate e in zone montane; al-levatori a cui la legge 118/1999 considerava prioritario ripartire le compensazioni, per alleviarne il gap competitivo strutturale. Fatto sta, che anche questa compensa-zione/restituzione sarebbe dovuta avvenire solo dopo che questi alle-vatori avessero pagato per intero le loro multe ad Agea. Così non è stato. E al momento del supe-ramento della quota nazionale, il costo del prelievo supplementare è ricaduto tutto sulla testa degli splafonatori, che non risiedevano nelle aree svantaggiate. Il vulnus emerge da uno scambio di lettere tra l’allora capo dipartimento del ministero delle politiche agricole, attuale ministro, Mario Catania e l’allora direttore della dg agri-coltura e sviluppo rurale della commissione europea, Jean-Luc Demarty. La corrispondenza è

emersa due giorni fa nel corso della prima udienza al Tar Lazio, relativa a un procedimento sul prelievo supplementare avviato su ricorsi presentati tra il 1999 e il 2001. Oltre dieci anni fa. Per la cronaca la questione riguarda un mld di euro di multe non ancora rateizzate per le campagne dal 1995/1996 al 2001/2002. Più altri 253 mln di euro per la campagna 2002/2003. La lettera con le ri-chieste di chiarimento di Catania reca la data primo luglio 2010. La risposta della commissione euro-pea è ha stretto giro di posta: sette luglio 2010. Gli effetti di questa corrispondenza, fino ad oggi ri-masta nei cassetti del dicastero dell’agricoltura, potrebbero essere dirompenti. Lo stesso Catania lo

scrive nel-la sua missiva avvertendo Bru-xelles: «Nel corso di un recente procedimento giudiziario», dice, «sono stati avanzati dubbi, da parte del giudice amministrativo adito, in merito alla possibilità di rimborsare, in via prioritaria, la trattenuta agli allevatori appar-tenenti alle categorie privilegiate (di cui alla legge 118/1999, ndr) ed è stata accolta la tesi di un ricor-rente che contesta tale procedura in quanto non sarebbe risponden-te al regolamento comunitario n. 3950/1992 (quello che disciplina le procedure di compensazione, ndr)». Quindi, l’attuale ministro chiede conferma del corretto ope-rato alla commissione Ue; nella lettera si legge: «la scrivente ritie-

ne che le autorità ita-liane abbiano operato in linea con la regola-mentazione comunita-ria e chiede ai servizi della commissione europea di voler espri-mere la propria valuta-zione in proposito». E la risposta di Bruxelles non si fece attendere. Il funzionario Hoelgaard, per conto del dg Demar-ty, scrisse che, sebbene la riattribuzione delle quote non prodotte agli splafonatori debba esse-

re fatta su base paritaria: «Tut-tavia lo stato membro potrebbe decidere in alternativa di non riattribuire le quote individuali inutilizzate al termine di ciascun periodo contingentale. In questo caso, l’importo riscosso in eccesso rispetto al prelievo dovuto», scrive Bruxelles, «potrebbe essere utiliz-zato per sovvenzionare program-mi nazionali di ristrutturazione e/o ridistribuito ai produttori di talune categorie (privilegiando in particolare le zone di montagna, ecc). Tali gruppi prioritari devono essere definiti dallo stato membro sulla base di criteri obiettivi, a norma dell’art. 2, paragrafo 4, del regolamento Cee n. 3950/1992». Premesso questo, la precisazione della commissione arriva al punto: «Inoltre», scrive Bruxelles, «l’eser-cizio di compensazione può essere applicato solo a condizione che il prelievo debba essere effettiva-mente versato (ossia che la pro-duzione lattiera nazionale superi la quota nazionale attribuita allo stato membro). Dunque, l’impor-to del prelievo supplementare, la multa insomma, andava comun-que ed «effettivamente» versata ad Agea. Anche dagli allevatori svantaggiati. Che poi, eventual-mente, avrebbero incassato la restituzione ex post, attraverso compensazione. E questo perché, il calcolo della quota italiana di produzione viene fatto ogni anno in base alle dichiarazioni di pro-duzione dei primi acquirenti. E il venir meno di una bella fetta di prelievi supplementari riscossi ha comportato un calcolo errato delle compensazioni da parte di Agea, che ha fatto ricadere l’inte-ro importo dell’esubero nazionale. che l’Italia doveva pagare a Bru-xelles, sugli allevatori delle aree non vantaggiate. Cioè di pianura. Una conferma di ciò? La condi-zione essenziale per restituire le multe agli svantaggiati è che lo stato abbia incassato più somme dagli allevatori di quanto dovuto alla Ue per esubero nazionale. Ed è solo questo surplus che può essere restituito. Del resto lo pre-vede l’articolo 2, paragrafo 4, del reg. Ce 3959/1992. E lo ribadisce la stessa commissione Ue nella ri-sposta inviata a Catania. Di con-seguenza, il venir meno del gettito delle multe dovute dai produttori svantaggiati ha ridotto gli spazi di compensazione, a scapito degli splafonatori rimanenti.

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Una rivoluzione cul-turale per l’Italia. I lobbisti vengono sdoganati, istituzio-

nalizzati, codificati in un elen-co, ammessi ufficialmente al dialogo con le istituzioni e alla presentazione di propri proget-ti di legge. Ma, soprattutto, le istituzioni dovranno consultare obbligatoriamente le lobby nel redigere le proprie riforme. Per legge. È questo il contenuto di un decreto del ministro alle po-litiche agricole, Mario Catania che, per primo nell’esecutivo e nella storia del paese, fa suo un percorso avviato nel 2008 dalla commissione Ue: portare le lobby (e il loro lavoro) alla luce del sole. A Bruxelles l’ope-razione trasparenza ha porta-to migliaia di registrazioni in poco tempo. In Italia, Catania lancia la sfida: «abbiamo adot-tato questo provvedimento per rendere trasparente l’attività di interazione tra ministero e lobby». Un nucleo centrale co-ordinerà i rapporti tra dicastero e rappresentanti di particolari interessi. E «tutto sarà a costo zero», spiega Catania. L’Unità conterà su membri Mipaaf e su soggetti esterni che presteranno servizio a titolo gratuito.

Catania vara il primo registro lobbisti

1) UNITÀ PER LA TRASPARENZA Viene istituita, presso il ministero delle politiche agricole, l’Unità per la Trasparenza. Sarà composta da 5 persone che svolgeranno tale incarico a titolo gratuito, sotto stretto coordinamento del Capo di Gabinetto.

2) LA CONSULTAZIONE

L’Unità curerà le procedure di consultazione, obbligatorie per legge, dei lobbisti del settore agro-alimentare nelle fasi di elaborazione dei ddl e dei regolamenti mini-steriali di competenza. I lobbisti che desiderino partecipare a tali consultazioni sono tenuti a iscriversi in un Elenco pubblico («Elenco dei portatori di interessi particolari»). L’Elenco, al pari di tutti i documenti prodotti dalle lobbies, saranno consultabili da chiunque sul sito internet www.politicheagricole.it

3) ELENCO DEI LOBBISTINell’elenco i lobbisti dovranno indicare

i dati anagrai ci e il domicilio professionale del portatore o dei portatori di interessi a. particolari, nonché le eventuali ulteriori attività professionali comunque svolte;i dati identii cativi del datore di lavoro, ovvero i dati identii cativi del soggetto b. committente;l’interesse o gli interessi particolari che si intendono rappresentare;c. le risorse economiche e umane di cui si dispone per lo svolgimento dell’attività d. di rappresentanza.

4) RELAZIONI ANNUALI

Gli iscritti all’elenco potranno trasmettere proposte, studi, documenti, ricerche all’Unità per la Trasparenza per rappresentare i propri interessi. Ma dovranno pre-sentare, ogni anno, una relazione sintetica dell’attività svolta. In caso di mancata presentazione della relazione, il soggetto sarà cancellato e non potrà più partecipare alle consultazioni.

Il ministro riferirà annualmente al Parlamento sullo stato di attuazione del decreto lobby e sull’attività di lobbying del Mipaaf.

1) UNITÀ PER LA TRASPARENZA

I PUNTI CARDINE DEL DECRETO LOBBY

La bozza di decretosul sito www.italia-oggi.it/documenti

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La rispostadi Bruxlles

La lettera di Catania

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29Giovedì 2 Febbraio 2012GiovLAVORO E PREVIDENZA

Le nuove registrazioni in vista del trasloco online di tutti gli adempimenti

L’Inail aggiorna le delegheProfi li ad hoc per avvocati e dottori commercialisti

DI DANIELE CIRIOLI

Il trasloco online degli adem-pimenti Inail chiede di risi-stemare deleghe e autorizza-zioni al Libro unico del lavoro

(Lul). Avvocati, commercialisti ed esperti contabili, società capofi -la, associazioni, Caf e consorzi di cooperative devono procedere a registrare un autonomo profi -lo utente sul sito web dell’Inail (punto cliente) trasferendolo dal gruppo consulenti del lavoro fi no-ra utilizzato e che dal 30 aprile sarà disattivato per le tipologie di utenti diversi dai consulenti del lavoro. Lo spiega l’Inail nella nota protocollo n. 656/2012.

Servizi telematici. L’opera-zione, eseguibile dal 30 genna-io, scaturisce dal trasferimento (dalla carta) sulla piattaforma telematica di alcuni adempi-menti dovuti dalle imprese nei confronti dell’Inail (si veda Ita-liaOggi dell’11 gennaio e artico-lo a fi anco). In sostanza si trat-ta della razionalizzazione e del miglioramento dei gruppi utenti nella sezione Punto Cliente, me-diante attivazione di nuovi profi li ed estensione dei servizi telema-

tici (autoliquidazione, denunce, istanze ecc.). Nel primo caso, i nuovi profi li inseriti sono avvo-cato e commercialista ed esperto contabile (professionisti che fi no-ra hanno fatto parte del gruppo consulente del lavoro); società capogruppo; consorzio società cooperative.

Nuovi profili avvocati e commercialisti ed esperto contabile. Nei nuovi profili, spiega l’Inail, saranno gestiti gli

utenti inseriti rispettivamente all’albo avvocati o a quello dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che abbiano effettuato la comunicazione alla direzione provinciale del lavo-ro (come previsto dalla legge n. 12/1979). In mancanza di questa comunicazione, i professionisti possono effettuare adempimenti previdenziali soltanto per impre-se che non occupano dipendenti e chiedere quindi l’abilitazione

con modulo «tributarista, revi-sore e altro professionista per imprese senza dipendenti», con conseguente registrazione nel corrispondente gruppo utenti. I soggetti registrati nei nuovi pro-fi li sono abilitati a tutti i servizi previsti per gli adempimenti re-lativi all’obbligo assicurativo.

Trasferimento deleghe e autorizzazioni (Lul). Come accennato, i consulenti/profes-sionisti possono eseguire adem-pimenti nei confronti dell’Inail per conto di imprese solo sulla base di deleghe e autorizzazioni (quest’ultime riguardano, tra l’al-tro, il Lul). Avvocati e commercia-listi già registrati all’Inail, ma nel gruppo dei consulenti del lavoro, sono tenuti dunque a trasferire le proprie deleghe verso il nuovo e personale profi lo (l’operazione riguarda anche società, caf, asso-ciazioni, consorzi di cooperative). Il trasferimento deve avvenire al più entro il 30 aprile, data fi ssata dall’Inail per la defi nitiva disat-tivazione delle utenze con codice fi scale numerico registrate nel gruppo utenti «consulente del lavoro».

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DI CARLA DE LELLIS

Entro il 31 marzo le coope-rative di facchinaggio devo-no inviare all’Inail gli elen-chi trimestrali degli anni dal 2007 al 2011; a partire dall’anno 2012, la trasmis-sione degli elenchi va fatta entro il giorno 30 del mese seguente al trimestre di riferimento. È quanto sta-bilisce l’Inail nella nota protocollo n. 655/2012 il-lustrando l’attivazione del nuovo servizio telematico obbligatorio.Con circolare n. 1/2012 (si veda ItaliaOggi dell’11 gen-naio), l’Inail ha disposto la prima fase per il passaggio alla telematica (online) de-gli adempimenti dovuti dal-le imprese. Di conseguenza, dal 1° gennaio cinque adem-pimenti non possono più es-sere gestiti su carta perché fi niti defi nitivamente sulla piattaforma telematica. Quattro di essi riguardano l’autoliquidazione; il quin-to adempimento concer-ne la presentazione degli elenchi trimestrali dei soci lavoratori da parte delle cooperative di facchinaggio per la regolazione dei premi speciali (si veda anche arti-colo a fi anco). Con la nota in esame, l’Inail illustra le modalità telematiche che le coop devono utilizzare per inviare gli elenchi trime-strali, necessari all’istituto per il calcolo dei premi do-vuti a titolo di regolazione (saldo).La comunicazione degli elenchi trimestrali deve es-sere effettuata entro tren-ta giorni dalla scadenza del trimestre di riferimento (per esempio, per il primo trimestre gennaio–marzo, la scadenza per la presen-tazione degli elenchi è il 30 aprile) e deve avvenire esclusivamente con moda-lità telematica, utilizzando il nuovo servizio «Regola-zione trimestri» disponibi-le sul sito internet (www.Inail.it).Quale primo appuntamen-to l’Inail fi ssa al 31 marzo il termine per l’invio degli elenchi relativi agli anni dal 2007 al 2011, a cui sono obbligate tutte le co-operative di facchinaggio con Posizioni assicurative territoriali (Pat) attive per quegli anni. L’adempimen-to è dovuto anche da parte delle coop che abbiano già provveduto ad inviare gli elenchi trimestrali con la modulistica cartacea o con il vecchio tracciato.Infi ne l’Inail comunica di avere predisposto il nuo-vi modulo di denuncia per l’apertura della polizza speciale facchini.

NOTA

Facchini, elenchi

entro il 31/3

Al via l’iter per il pagamento del maxi contributo economico per il rilascio o il rin-novo del permesso di soggiorno. Gli importi, variabili da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro riguardano le istanze presentate a partire dal 30 gennaio e dovranno esse-re versati su un apposito conto corrente postale. È quanto precisa la circolare del dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale n. 400/5 diramata il 27 gennaio, in merito alle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 6/10/2011, pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 31 dicembre. Il provvedimento aveva provocato numerose reazioni, tanto da spingere il governo ad annunciare una correzione. Modifi ca che, però, sembra allontanarsi, considerato che il ministro dell’interno, Annamaria Cancel-lieri, ha annunciato nel corso di un’audi-zione alla camera, un riordino complessivo del sistema di rilascio dei permessi di sog-giorno, piuttosto che interventi singoli «sui quali avremmo potuto avere anche problemi tipo Corte dei conti». La nota del Viminale ricorda che gli oneri introdotti dal decre-to (e riportati in tabella) si intendono in aggiunta agli altri costi previsti a carico dello straniero. Ovvero, il costo stesso del permesso di soggiorno elettronico, le spe-se relative all’accettazione delle istanze e

l’imposta di bollo. I nuovi contributi per il rilascio del permesso di soggiorno decor-rono dalle istanze presentate dal 30 gen-naio, quale trentesimo giorno dalla data di pubblicazione del dm 6/10/2011. Il Viminale ricorda che i pagamenti del nuovo contribu-to e del permesso di soggiorno elettronico devono essere versati in un’unica soluzio-ne, utilizzando l’apposito conto corrente postale n. 6 7422402 intestato al ministero dell’economia. Particolare attenzione alla fase del versamento. La circolare, infatti, precisa che se l’importo versato è inferiore a quello dovuto, la trattazione dell’istanza di concessione del permesso di soggiorno si blocca. Tuttavia, il sistema informatico del Viminale è predisposto per indicare allo straniero il corretto importo da versare. La circolare, comunque, informa che la società Poste Italiane sta già mettendo a disposi-zione degli Uffi ci immigrazione un apposi-to bollettino con la causale «integrazione pagamento». Se invece l’importo versato è superiore a quello previsto, il sistema fa proseguire l’iter di concessione, ma gene-ra altresì una nota con le indicazioni per chiedere il rimborso di quanto versato in eccedenza.

Antonio G. Paladino

Permessi di soggiorno, via al maxi contributoSi terrà in Cina una mis-sione che avrà luogo dal 7 al 12 febbraio 2012 e che prevederà la presenza a Shanghai di oltre 50 parte-cipanti tra commercialisti, avvocati e imprenditori italiani. L’iniziativa pro-mossa dall’Associazione «ViCina», rappresenta il proseguimento del percorso di approfondimento sui temi dell’internazionaliz-zazione dei professionisti e delle imprese italiane che ha avuto origine con il ciclo di seminari tenuti a Roma tra settembre e ottobre del 2011 con il patrocinio del Consiglio nazionale dei dot-tori commercialisti e degli esperti contabili oltre che del ministero dello sviluppo economico.

Aumentare la competen-za generale per valore del giudice di pace fi no almeno a 25 mila euro. E trasferire al magistrato di pace le cause pendenti dinanzi al tribunale e non ancora in decisione in materie quale quella condominiale e le esecuzioni mobiliari. Così che si possano concludere i giudizi in meno di un anno, smaltendo l’arretrato. È la proposta avanzata dall’As-sociazione nazionale giudici di pace, raccogliendo l’invito di Guido Alpa, presidente del Cnf, che ha chiesto agli avvocati la disponibilità a redigere le sentenze, con costi irrisori per lo Stato.

BREVI

tici (autoliquidazione denunce utenti inseriti rispettivamente

Avvocatie commercialisti

Escono dal gruppo utenti «consu-lenti del lavoro» ottenendo il pro-i lo utente proprio, per la gestione telematica degli adempimenti dovuti per conto delle imprese nei confronti dell’Inail

30 aprile 2012

È il termine dato ai professionisti per risistemare le proprie dele-ghe trasferendole dal vecchio gruppo (consulenti del lavoro) al nuovo proi lo

E d l g t ti

LE NOVITÀ

Tipologia ContributoCosto del permessoelettronico

Marcada bollo

Totale

Permessi di soggiorno da tre mesi a un anno

80 27,50 14,62 122,12

Permessi di soggiorno da un anno a due anni

100 27,50 14,62 142,12

Permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo

200 27,50 14,62 242,12

Costo del

QUANTO COSTERÀ IL PERMESSO DI SOGGIORNO

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30 Giovedì 2 Febbraio 2012 DOTTORI COMMERCIALISTI

Il commento dell’Ungdcec al decreto semplii cazioni: il dl suscita delusione e indignazione

Srl e spa, si allentano i controlliA pagarne le conseguenze anche i giovani commercialisti

DI ELEONORA DI VONA PRESIDENTE UNGDCEC

L’assenza di dibattito sul collegio sindacale im-plica che, su un tema comunque fondamen-

tale per il corretto andamento dell’economia del Paese, le deci-sioni stanno venendo prese nel buio dei corridoi.

Tutto questo non è certo un buon viatico per quella che, au-spicabilmente, dovrebbe essere una fase nuova.

La norma contenuta nella bozza del decreto legge sulle semplifi cazioni suscita in noi delusione, scoraggiamento ed indignazione.

In primo luogo, perché sem-brerebbe eliminare i collegi sindacali dalle società a respon-sabilità limitata di qualunque dimensione esse siano; in secon-do luogo, perché introdurrebbe l’organo sindacale monocratico anche per molte società per azioni italiane .

Sgombriamo il campo dalle ipocrisie: è ovvio che i commer-cialisti non gradiscono decisio-ni che riducono i loro spazi di

mercato; in particolare, questo sindacato che rappresenta i giovani denuncia che saran-no proprio i giovani a pagare le conseguenze più pesanti di queste scelte.

Così come è ovvio che le im-prese, e in generale ogni consu-matore di servizi professionali, non intendono caricarsi della componente «bene pubblico» delle prestazioni professionali. Questo secondo aspetto, però, è più complicato in quanto il controllo legale sulle imprese è un servizio professionale di-rettamente volto ad una tutela pubblicistica.

È evidente che questa dialet-tica puramente economica sta solo sullo sfondo del problema, ma che la questione che dovreb-be essere dibattuta riguarda la tipologia dei controlli che il no-stro sistema giuridico intende darsi; e la questione scotta se si pensa che proprio in questo momento il tema dei controlli la fa da protagonista non solo nei simposi scientifici, ma anche presso l’opinione pubblica, visto che la scintilla di questa crisi risiede nel tradimento della fi -

ducia degli operatori proprio in carenza di controlli.

Onestà intellettuale impone a tutti di rifl ettere sul fatto che il tema dei controlli non può es-sere solo e soltanto una questio-ne di costi.

I controlli perfetti evidente-mente non esistono e anche i controlli e la loro cultura su-biscono l’andamento ondivago dell’economia; ma resta fermo per tutti che essi devono esser-ci, devono essere effi caci e devo-no essere capaci di indurre effi -cienza nel sistema economico.

D’altra parte il sistema dei controlli non può essere una sorta di regola mondiale: l’ap-piattimento dei controlli mera-mente procedurali e meccanici che caratterizzano le tecniche di revisione mutuate dai modelli di revisione anglo-sassone non appaiono essere la panacea per ogni problema sia in considera-zione del fatto che i controlli di legalità sono indubbiamente più incisivi rispetto al solo con-trollo di regolarità contabile sia in considerazione del fatto che le piccole-medie imprese del tessuto connettivo dei distretti

industriali italiani sono forte-mente caratterizzate da rappor-ti face to face, da stratifi cazioni di rapporti informali, tessiture di reti relazionali e accumula-zione di patrimoni reputaziona-li che decisamente sfuggono ad una fredda analisi procedurale, ma vengono valorizzati dalle relazioni personali.

Credo che nessuno possa con-testare che il collegio sindacale è stato uno strumento di gover-nance sicuramente originale ed altrettanto effi cace che ha ac-compagnato lo sviluppo del no-stro sistema economico, il siste-ma dei distretti industriali dal dopoguerra fi no agli anni 90.

Nelle fasi fi siologiche il ruolo dei controlli rimane importan-tissimo, ma è relegato in secon-do piano nell’ambito delle dina-miche sociali, mentre assurge ad un ruolo di protagonista principale nella fase patologi-ca della crisi d’impresa. In quei momenti diventa necessaria l’attività del professionista in quanto «persona» ed è questa che fa la differenza.

In quei momenti, in cui ogni decisione può essere decisiva,

l’organo di controllo è combat-tuto tra il garantire che alcu-ne scelte troppo affrettate non distruggano una potenzialità ancora esistente di continuità aziendale e il rischio che scelte troppo ritardate rechino dan-ni irreversibili. L’errore in un caso o nell’altro provoca danni ai soci e ai terzi, le responsabi-lità del collegio sono importanti e tutto si gioca su equilibri de-licatissimi rimessi al prudente apprezzamento, alla esperienza e alla scienza delle persone che compongono il Collegio Sinda-cale.

In quei momenti in cui si ve-rifi cano tensioni fortissime tra l’imprenditore e gli organi di controllo, sono necessari sog-getti dal profi lo professionale ineccepibile, caratterizzati dal-la massima autonomia ed indi-pendenza e non vi è dubbio che, in quelle decisioni così gravi per la sopravvivenza dell’impresa, la collegialità, il confronto tra professionisti che condividono le stesse responsabilità, diviene fondamentale.

Qualcuno può forse negare che è più facile «forzare» su un singolo che su un collegio? Qualcuno può forse negare che in quei momenti gli imprendito-ri perdono la serenità e sono più facilmente disponibili, talvolta anche sciaguratamente, a ten-tare il tutto per tutto, rischian-do non solo del proprio, ma an-che dei soci e dei creditori della società? Questo accade quasi sempre e non perché quegli imprenditori sono delinquenti, ma semplicemente perché im-pauriti e disperati.

Considerata l’importanza di questo ruolo e considerata la particolare congiuntura storica, a noi sembra necessario aprire un grande dibattito per miglio-rare questo sistema e non per annichilirlo.

Possono un Paese e il suo Go-verno ricondurre il problema ad una sola questione di costi da sostenere da parte delle impre-se senza considerare i costi per la collettività di un deteriorarsi del sistema dei controlli? Può il legislatore di un Paese piegar-si alle sole logiche corporative, anche eventualmente a quelle dei professionisti s’intende, ar-rendendosi alla logica del più forte? Può il legislatore a questo punto spiegarci dove è la tutela di un interesse generale?

Possono i giovani commercia-listi restare inerti di fronte alla riduzione di una fondamentale funzione per il sistema econo-mico del Paese?

Abbiamo il dovere morale e civile di rispondere no!

La mobilitazione comincia adesso per un Paese che proprio da questa crisi deve trovare fi -nalmente il coraggio di perse-guire la legalità, proprio perché è il miglior modo di contenere i costi economici e sociali dei comportamenti illeciti.

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Quin ri pfacantardo chsocsemimmapa

Cqupaa nunraran

Pverunsosse la delegsi anderenforpudi

Plisridfunmi

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Laddanaguè ii ccom

La modalità di nomina dei revisori ne-gli enti locali negli ultimi mesi è stata all’attenzione del nostro mondo profes-sionale. L’introduzione del dl 138/2011 ha fissato nuovi e rivoluzionari criteri per la scelta dei revisori, aprendo poi la fase della curiosità generale per il tanto atteso decreto attuativo che, nel dettaglio e in concreto, ne doveva defi-nire l’applicazione. I criteri previsti dal comma 25 dell’art. 16 del citato dl 138 sono stati criticati sin da subito da noi giovani. Non c’è dubbio che siano criteri fortemente discriminanti nei ri-guardi di chi, dietro le spalle, ha pochi anni di esercizio del-la professione. Criteri peraltro per certi ver-si senza alcun senso (vedi la previsione, ai fini dell’iscrizione nell’elenco degli aspiranti revisori, di aver in precedenza avanzato richiesta di svolgere la funzione nell’organo di revisione degli enti locali).Con il recente via libera al decreto at-tuativo, il ministro dell’interno sembra essere andato piuttosto oltre la delega avuta, inserendo ancora limitazioni all’iscrizione nell’elenco previsto dal dl 138. Sembra, infatti essere stata inserita una ulteriore condizione per l’acces-so all’iscrizione nell’elenco e, quindi, all’accesso alla funzione di revisore. Nel dettaglio: per i comuni di secon-da fascia (da 5.000 a 14.999 abitanti) occorrerebbe aver già svolto l’incarico per tre anni, mentre per i comuni di terza fascia (superiori a 15.000 abi-tanti) occorrerebbe aver svolto almeno

due mandati da revisore per aspirare all’iscrizione. La ratio di tale previsio-ne normativa sinceramente ci sfugge. Vero è che un collega che ha già svolto la funzione di revisore può essere più affidabile di un altro che non abbia mai esercitato tale ruolo, ma altrettanto vero è che un professionista è abituato ad aggiornarsi continuamente. Senza considerare che effettivamente la nor-ma già prevedeva il possesso di una specifica qualificazione professionale. Ragion per cui nessuno prevedeva la necessità di tali ulteriori parametri

restrittivi nel decreto attuativo. La ciliegina sulla torta dell’intero l’iter legislativo si è avuta, poi, con l’ulte-riore previsione di uno slittamento dei termini di entrata in vigore dei nuovi meccanismi visto che, in sede di conver-sione in legge del decreto «Milleproro-ghe», è già stato approvato alla Camera il 31 gennaio scorso un emendamento (art. 29 comma 11-bis) che sposta di nove mesi (al 29 settembre 2012) l’ini-zio del nuovo sistema. Quindi ancora incertezza e nuovi possibili scenari visto che da più parti tutta la nuova procedura non convince.Al di là, comunque, di quest’ultima previsione, a noi sembra veramente inverosimile che un paese che voglia ammodernarsi, che parla spesso dei giovani e delle opportunità da offrire

loro, poi invece generi un provvedimen-to legislativo che va in una direzione totalmente opposta. Ma che paese è il nostro? Un paese dove l’anzianità viene scam-biata per competenza, dove i profes-sionisti negli enti locali vengono scelti per estrazione a sorte, dove i giovani commercialisti non possono avere le stesse opportunità dei sessantenni, e dove solo chi è stato revisore in una determinata fascia di comuni può con-tinuare a farlo? Si può considerare il nostro un paese moderno? Noi non ci

stiamo! Vogliamo una classe di-rigente più giovane e, quindi, un accesso più agevole nei diversi ambiti ai giovani professionisti. La nascita di questo nuovo si-stema non può minimamente mettere in discussione la profes-sionalità di migliaia di colleghi che svolgono il compito anche di

consulenti, e non solo di revisori ne-gli locali. Certo, occorre far emergere competenze e meritocrazia. Ma non è certo con il sorteggio o con il princi-pio dell’anzianità che ciò può avveni-re. Tutto ciò porterà verso inevitabili confitti generazionali a cui noi non vorremmo arrivare. Riteniamo, quindi, che occorra rimette-re mano all’impostazione complessiva che il legislatore ha voluto dare alla nomina dei revisori negli enti locali. Lo slittamento dei termini potrebbe veramente essere l’occasione per una più complessiva rivisitazione della normativa.

Calogero Bonoe Stefano Ruberti

componenti Giunta Ungdcec

INTERVENTO LEGISLATIVO

Nomine revisori enti locali, under 45 penalizzati

Pagina a cura dell’

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31Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2FONDOPROFESSIONI

Dal centro studi la mappa delle strutture professionali in Italia. Le iniziative per il 2012

Formazione sempre più strategicaAumenta la domanda negli studi di piccole dimensioni

Anche nel 2012 si con-ferma il trend positivo della domanda di forma-zione nel settore delle li-

bere professioni. Secondo i primi dati, elaborati dal Centro studi di Fondoprofessioni, le adesioni al Fondo paritetico per la forma-zione continua hanno superato il tetto dei 50 mila studi professio-nali, per un totale di quasi 200 mila dipendenti iscritti. A tirare la volata sono ancora una volta gli studi del Nord, guidati dal-la Lombardia con oltre 6 mila strutture professionali aderen-ti, tallonata dal Veneto con circa 4.800 studi.

La mappa degli studi. Il Centro studi di Fondoprofessio-ni è riuscito a codifi care il dna degli studi professionali in tutta Italia. Incrociando i dati statisti-ci sulle adesioni, il risultato che emerge rappresenta una realtà fortemente radicata sul territo-rio, ma di piccole e piccolissime dimensioni. Il 74% delle struttu-re aderenti a Fondoprofessioni, infatti, ha un numero di dipen-denti pari o minore a tre unità, mentre ben il 42% ha un solo dipendente. «Questi dati sono lo specchio di un settore polverizza-to fatto di piccolissime strutture, presenti in maniera capillare sul territorio e fondamentali per il sistema-Paese», ha commentato il presidente di Fondoprofessio-ni, Massimo Magi. «Al Fondo va il compito di intercettare e soddisfare, attraverso una for-mazione innovativa, i bisogni di sviluppo di queste strutture per rendere un servizio alla gente, oltre che ai professionisti e ai dipendenti».

Un altro dato che emerge dai rilievi del Centro studi riguarda la trasversalità della formazione in tutte le categorie professiona-li: le adesioni al Fondo trovano consensi sia tra le professioni

economiche, che tra quelle giu-ridiche, sia tra quelle socio-sani-tarie che per l’area tecnica. Su tutte spiccano commercialisti, odontoiatri e medici, con nume-ri di aderenti decisamente rile-vanti. Nel dettaglio, sono più di 7 mila i commercialisti italiani che versano lo 0,30% del mon-te salari dei propri dipendenti al Fondo per lo sviluppo della professionalità dei propri di-pendenti attraverso la forma-zione fi nanziata. A seguire, tra le professioni amministrative, i consulenti del lavoro con circa 1.600 studi iscritti. Anche il dato relativo ai notai risulta inco-raggiante. Infatti, aderiscono al Fondo più di 1.000 studi notarili, circa un quarto dei notai operan-ti nel nostro Paese, con margini di incremento decisamente rile-

vanti. «L’area delle professioni amministrative manifesta, nel suo complesso, una grande at-tenzione al Fondo, con numeri elevati di strutture aderenti, so-prattutto tra i commercialisti», sottolinea Magi. «Ma ampi mar-gini di crescita vengono registra-ti negli studi di consulenza, sui quali il Fondo sta investendo e lavorando attraverso incontri in-formativi ad hoc per valorizzare le opportunità della formazione fi nanziata».

Tra le professioni socio-sani-tarie spiccano, in particolare, odontoiatri e medici (entrambi con circa 5 mila studi aderen-ti), particolarmente sensibili al tema della formazione. «L’area socio-sanitaria dimostra di esse-re in gran fermento», conferma Magi. «L’evoluzione della pro-

fessione sanitaria, infatti, im-pone un costante e qualifi cato aggiornamento delle competen-ze del personale di studio, che viene assecondato dal Fondo at-traverso il fi nanziamento della formazione, vera e propria leva strategica per la crescita profes-sionale del personale».

Formazione su misura. Dopo i positivi risultati regi-strati lo scorso anno, le prime indicazioni di gennaio 2012 ri-badiscono una stretta relazione tra l’aumento delle iscrizioni al Fondo con un forte incremento della domanda di piani forma-tivi innovativi e il più possibile aderenti alle mutate condizioni del contesto sociale ed econo-mico in cui operano gli studi professionali. In questo ambito, Fondoprofessioni ha saputo va-

lorizzare le caratteristiche dei dipendenti, attraverso bandi ritagliati su misura degli studi professionali, come nel caso del bando 02/09 (vedi articolo in pagina) che fi nanzia interventi formativi personalizzati per un massimo di tre dipendenti pro-venienti dalla stessa struttura.

L’orientamento impresso dal Fondo per venire incontro alla domanda formativa degli studi, oltre ai corsi e ai seminari fi nan-ziati, trova ulteriori conferme nella formazione personalizzata fi nanziata fi no all’80% attraver-so le risorse del bando 02/09, per il quale sono ancora disponibili circa 60 mila euro. Sulla stessa linea si muove anche l’avviso 02/10, che fi nanzia, sempre nella misura dell’80%, la partecipazio-ne dei dipendenti degli studi e delle aziende alle attività for-mative presenti all’interno dei cataloghi formativi degli istituti di formazione accreditati per il bando. Per il bando 02/10 sono ancora disponibili circa 150 mila euro, destinati alle strutture aderenti per il finanziamento della formazione.

Anche l’elevato numero di pia-ni formativi presentati al Fondo rifl ette una chiara crescita all’in-terno del comparto di riferimen-to. L’ultimo bando del Fondo, infatti, ha visto l’approvazione di più di 600 tra corsi e proget-ti (gestiti, organizzati e rendi-contati da importanti istituti di formazione accreditati) che avranno luogo in 16 differenti regioni italiane, per favorire un omogeneo sviluppo territoriale del professionalismo italiano. «Il settore delle professioni è in continuo divenire», osserva Magi, «chi vuole essere compe-titivo punta sull’innovazione e le competenze attraverso la for-mazione fi nanziata garantita da Fondoprofessioni».

Più vicini alle categorie professionali. Per incentivare la conoscenza del Fondo presso le strutture appartenenti alle differenti categorie professiona-li, anche nel 2012 il Fondo scen-derà in campo per organizzare incontri sul territorio e valoriz-zare le opportunità derivanti dall’adesione gratuita al Fondo. Sulla scia dei positivi riscontri registrati nel 2011, con oltre 80 seminari promozionali che hanno toccato quasi tutte le re-gioni italiani e incontrato tutte le categorie professionali, Fon-doprofessioni ha infatti deciso di proseguire l’impegno anche nel 2012 per dare continuità al lavoro svolto in sinergia con le differenti categorie e incontrare gli studi e i dipendenti prove-nienti dalle differenti aree del Paese.

economiche che tra quelle giu- vanti «L’area delle professioni fessione sanitaria infatti im-

Obiettivo: conciliare lavoro e formazione. Come? Attraverso interventi formativi perso-nalizzati direttamente sul posto di lavoro. Il bando 02/09 di Fondoprofessioni rappresenta ancora oggi uno dei modelli più evoluti nel panorama della formazione continua in Ita-lia. Lanciato nel 2009, il bando metteva sul piatto 300 mila euro per fi nanziare interventi formativi rivolti a massimo tre dipendenti pro-venienti dalla stessa struttura. Un progetto sperimentale per fornire al comparto delle pro-fessioni uno strumento di intervento mirato per lo sviluppo delle competenze del personale dipendente su tematiche specifi che e altamen-te qualifi canti, progettati da istituti formativi accreditati presso il Fondo e altamente spe-cializzati. Il bando 02/09 di Fondoprofessioni è rivolto agli studi di piccole e piccolissime dimensioni, dove la formazione può rappre-sentare un reale valore aggiunto L’intervento formativo personalizzato, infatti, è dedicato al dipendente o i dipendenti (massimo tre) di una stessa struttura professionale e dovrà essere concordato tra datore di lavoro e lavoratori, per garantire il raggiungimento di obiettivi di

crescita condivisi. Ciascun intervento forma-tivo viene fi nanziato dal Fondo nella misura dell’80%, fi no ad un massimo di 2 mila euro, nel caso di un solo dipendente in formazione. Ma la quota fi nanziabile sale fi no a 2.500 euro con due dipendenti e a 3 mila euro con tre. Fino ad oggi sono stati approvati 110 piani forma-tivi, che hanno coinvolto quasi tutte le regioni italiane e i settori professionali e, a distanza di tre anni dal varo dell’avviso, oggi, sono ancora fi nanziabili interventi formativi personalizzati per un valore pari a circa 60 mila euro. Per ac-cedere alle risorse ancora disponibili è neces-sario aderire a Fondoprofessioni, riportando la dicitura «FPRO» all’interno della denuncia mensile del fl usso Uniemens e rivolgersi ad uno degli istituti di formazione accreditati a Fondoprofessioni (l’elenco è consultabile sul sito www.fondoprofessioni.it) per la progetta-zione di un intervento formativo ad hoc, mo-dellato sulle esigenze di sviluppo provenienti dalla struttura. Per richiedere informazioni relative al bando 02/09 è possibile inviare una mail a [email protected] o telefonare al numero 06-54210661.

Ancora disponibili le risorse del bando 02/09

Santa Croce sull’Arno (Pi), Milano, Palermo, Treviso, Udine. Riparte a pieno ritmo il tour promozionale di Fondoprofessioni con cinque eventi

sul territorio previsti per il mese di febbraio. Si parte lunedì 13 febbraio con il seminario divulgativo «Le novità in materia di sicu-rezza sul lavoro introdotte dai nuovi accordi Stato-Regioni di dicembre 2011», organizzato dall’istituto di formazione Masoni Consul-ting. L’evento si terrà a Santa Croce sull’Arno (Pi) presso le Aule Masoni Consulting, in via di Pelle 44. Via ai lavori alle ore 14,30. Du-rante la sessione di lavori interverrà Roberto Raineri, responsabile dell’organizzazione di Fondoprofessioni. Da una regione del Centro ad una del Nord. Martedì 14 febbraio, si va a Milano. Qui si terrà il seminario «Futuro previdenziale dei consulenti del lavoro - For-mazione continua negli studi di consulenza del lavoro», organizzato dall’Ancl Up Milano.

A fare da teatro all’iniziativa sarà l’Audito-rium Don Bosco, di Via M. Gioia 48 a Milano. Franco Valente, direttore del Fondo, interver-rà su «Le opportunità di Fondoprofessioni per la formazione dei dipendenti». È previsto, fra l’altro, un intervento di Fabio Faretra, vi-cedirettore generale dell’Enpacl. All’estremo opposto d’Italia, sarà Palermo ad ospitare il seminario di giovedì 16 febbraio, organizzato dall’istituto di formazione Asterisco Sicilia. Appuntamento alle ore 17,00 presso la sede dell’Associazione per lo sviluppo socio-eco-nomico, in via Marchese di Villabianca, 70, a Palermo. «Formazione continua e risorse umane nel mondo delle professioni: le op-portunità di Fondoprofessioni», è il titolo del seminario divulgativo palermitano. «Pia-nifi care lo sviluppo delle risorse umane. Il contributo di Fondoprofessioni. Esperienze e proposte per la provincia di Treviso», è il leitmotiv del seminario organizzato venerdì

17 febbraio a Treviso, presso l’Associazione Unionliberi di Via E. Reginaldo 87. L’even-to, organizzato dall’istituto di formazione Cofi n, comincerà alle ore 14,30 con i saluti di apertura, e con l’intervento di Marco Natali, tesoriere di Confprofessioni.

Sempre nel Nordest, martedì 21 febbra-io, presso la sala convegni Uniqua Prote-zione, di viale Venezia, a Udine, si terrà il seminario «Il collegato lavoro. Nuovi ter-mini di impugnazione del licenziamento». L’evento (ore 14) è organizzato dall’Ancl (l’Associazione nazionale consulenti del lavoro). È previsto, tra gli altri, l’interven-to di Francesco Longobardi, presidente nazionale Ancl, mentre Domenico Garo-falo, ordinario di diritto del lavoro presso l’Università di Bari illustrerà i dettagli del collegato lavoro. Roberto Raineri presen-terà le opportunità derivanti dall’adesione a Fondoprofessioni.

SUL TERRITORIO

Le cinque tappe del tour di FondoprofessioniDa Milano a Palermo, il calendario degli eventi promozionali di febbraio

Pagina a cura diFONDOPROFESSIONI

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32 Giovedì 2 Febbraio 2012 TRIBUTARISTI - ANCIT

La vicepresidente Ancit sulla Manovra Monti: proseguire sulla strada avviata

Liberalizzazioni, fase due Firpo: è necessario insistere sulla concorrenza

«Un accenno di libera-lizzazione, ma non basta». È questo il commento di Raffa-

ella Firpo, vicepresidente di Ancit, sulla manovra appena varata dal governo Monti. Un giudizio seve-ro, ma che sottende l’incoraggia-mento a proseguire nella strada avviata dall’esecutivo.

Domanda. Vicepresidente Fir-po, come giudica la situazione attuale del Paese?

Risposta. Mai come in questo momento lo sviluppo del nostro paese ha rappresentato l’ob-biettivo primario per noi tutti. La speranza che ci guida ogni giorno è quella che il governo, affi ancato dai nostri sforzi quo-tidiani di cittadini e lavoratori, riesca a traghettarci fuori dalla crisi nera in cui siamo precipitati, senza spremerci ulteriori lacrime e sangue.

D. Ritiene dunque che le mi-sure del governo Monti siano adeguate?

D. Fino a un certo punto. Per iniziare seriamente il cammino di rinnovamento, sono necessa-rie riforme strutturali e quelle

appena approvate sono sì un inizio, ma non bastano. Bisogna avere il coraggio di andare oltre la superfi cie, intesa come le stor-ture più evidenti del sistema, e osare incidere senza esitazione in profondità, in quella cultura delle corporazioni e dei pri-vilegi che rappresenta oramai una zavorra insostenibile.

D. Cosa si aspet-ta Ancit, quindi, dal Governo?

R. Da questo ese-cutivo ci aspettiamo rispetto verso tutte le categorie e soprat-tutto verso i cittadini, senza alcuna interfe-renza di lobby che fi no ad oggi hanno ostaco-lato qualsiasi provvedimento in direzione del vero cambiamento.In passato sono state troppe le promesse non mantenute e solo per inseguire gli interessi di ca-tegoria che gravitano attorno alle scelte politiche. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, abbiamo dovuto subire le enormi diffi coltà e len-tezze da parte della politica nella reazione alla crisi.

D. Che signifi ca, secondo lei, liberalizzare le professioni?

Liberalizzare vuol dire creare un mercato più equo, dove beni e servizi hanno un giusto prez-zo, direttamente rapportato alla qualità, e la selezione la fanno i

clienti e solo loro. La nostra categoria ha da sempre vissuto in un regime di concorrenza leale, dove lo sviluppo della professione su tutto il territorio ita-liano è stato lo spec-chio delle capacità dei professionisti. I nostri clienti ci scelgono ogni giorno nel libero mercato, perché non abbiamo mai goduto di privilegi di casta.

Al contrario, abbiamo dovuto conquistarci il nostro spazio sul campo, attraverso l’adozione pro-gressiva e attenta di strumenti per presentarci al meglio sul mer-cato. Penso all’assicurazione, alla formazione continua, agli attesta-ti di competenza, fi no ad arrivare alla certifi cazione di qualità, ot-tenuta dalla nostra associazione all’inizio del 2010.

D. Dunque non avete bisogno di esistere come libera associa-zione riconosciuta dallo Stato per conquistare il vostro posto al sole?

R. Il paradosso per Ancit è che in questo momento stiamo spe-rimentando il processo inverso: abbiamo già il giusto riconosci-mento da parte del libero mer-cato, ma aspettiamo una seria presa di posizione ed un defi ni-tivo riferimento normativo dalle istituzioni. Da lungo tempo atten-diamo il riconoscimento uffi cia-le, ma non riusciamo a ottenerlo una volta per tutte, a causa della mancanza di coraggio degli orga-ni legislativi.

D. Da dove proviene questa riluttanza a una vera riforma liberalizzatrice delle profes-sioni?

R. Da chi ci guadagna a man-tenere lo status quo. Coloro che hanno paura di affrontare i cam-biamenti in un momento simile sono gli stessi soggetti che hanno goduto di privilegi fi no ad ora. I privilegi hanno creato una situa-zione favorevole al mercato di alcuni a discapito di altri. Abbat-tiamo quindi subito gli ostacoli

sulla strada del libero mercato. Se il governo Monti riuscirà a fare questo, sarà l’unico ad ave-re il merito, negli ultimi anni, di aver fatto l’interesse di tutti e non delle singole corporazioni.

D. Lei invita il governo a non ascoltare le lobby, ma non fanno parte anch’esse dei meccanismi della democrazia?

R. L’ascolto delle categorie deve essere un aiuto per lavorare, ma oramai chi dialoga con il governo ha in mano troppi giochi di pote-re alle spalle e svende le realtà senza farne il giusto interesse. La categoria degli interlocutori dovrebbe cambiare sistematica-mente, perché chi parla deve es-sere anche colui che opera e che tutti i giorni è a stretto contatto con i lavoratori. In troppi casi non è così e continuiamo nel solito gioco di poteri che non porta alla soluzione dei problemi

D. Che ne pensa della politica anti-evasione che stiamo veden-do questi giorni?

R. Non amo la campagna di paura fi scale che sta incutendo il governo. In questo momento bi-sogna cercare di instillare nelle persone serenità e fi ducia nella ripresa, serve un attimo di tregua per tutti. Fiscalmente ritengo si debba puntare a scoprire i grossi evasori e non fare le pulci ai pic-coli imprenditori, che da soli non possono certo risollevare le sorti del paese.

D. È un riferimento anche alla sortita a Cortina?

R. Non va bene la pubblicità mediatica dei blitz. Le visite an-nunciate portano i furbi a farsi ancora più furbi. Non mi dispiac-ciono le iniziative come quelle di Cortina e Porto Cervo, ma do-vrebbero essere fatte in silenzio, lontano dai rifl ettori.

Si punti, invece, a migliorare comunicazione diretta col contri-buente: la gente che vuole pagare le tasse arretrate, ha bisogno di giusti strumenti di dialogo con lo Stato.

Oggi coloro che cercano di re-golarizzare la propria situazione fi scale hanno a che fare con ban-che che non danno più accesso al credito e strumenti non idonei alla gestione di gravi situazioni imprenditoriali. Si tratta spesso di situazioni di emergenza che ci troviamo ad affrontare tutti i giorni. Mi vengono in mente casi di edili che per lavorare hanno bisogno del Durc, ma che hanno grossi pregressi e le rate proposte da Equitalia non sono consone al loro guadagno. Ecco, dovremmo trovare soluzioni an-che per queste realtà, perché per chi vuole ripartire o continuare a lavorare si tratta di cose fon-damentali.

Per concludere: Monti insie-me al suo staff ha in mano oggi un grande potere e una grande responsabilità. Rispetto ai suoi predecessori, non ha una partita politica da giocare. Ma si ricordi che sta giocando una partita con ciascun italiano, che merita ri-spetto e serietà.

Si rafforza sempre più la collaborazione tra Equi-talia Nord e l’Associazio-ne nazionale dei consu-

lenti tributari. Dopo gli accordi firmati in Liguria e Piemonte, da oggi anche gli iscritti Ancit della Lombardia po-tranno avvalersi di un canale rapido di comunicazione con l’Agente della riscos-sione. Il protocollo d’intesa è stato siglato a Milano dal direttore regionale Lombardia di Equitalia Nord, Andrea Parma, e dal di Ancit Lombardia, Nicola Pappalettera.

Grazie all’attivazio-ne di uno sportello telematico, accessibile attraverso la sezione «Invia un’e-mail al Servizio Con-tribuenti» sul sito www.gruppo-equitalia.it, i professionisti ade-renti ad Ancit potranno chiedere assistenza per i loro clienti su tutti gli adempimenti legati alla riscossione. Equitalia Nord, in questo modo, offrirà un servizio di consulenza tempestiva per le questioni più semplici, mentre per quelle di maggiore comples-sità sarà possibile fissare un appuntamento presso gli uffi ci dell’Agente della riscossione.

«Questa convenzione è l’ul-teriore conferma della fattiva

collaborazione tra la nostra associazione e la pubblica am-ministrazione», spiega Nicola Pappalettera, «con l’obiettivo di semplificare gli adempimenti dei consulenti attraverso il ser-vizio telematico ed evitare così

le code agli sportelli. Ringrazio i funziona-ri di Equitalia per la disponibilità e l’inte-resse prestato».

L’iniziativa fa parte di una strate-gia di collaborazio-ne consolidata nel Gruppo, indirizzata a favorire l’attiva-zione di canali per garantire assistenza immediata e a creare

rapporti sempre più trasparenti tra l’Agente della riscossione e le categorie professionali e produt-tive del Paese.

Firmato un nuovo accordo nel Nord Italia

Asse fra Equitaliae l’associazione

Raffaella Firpo

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Nicola Pappalettera

Pagina a curaDELL’UFFICIO STAMPA

DELL’ANCIT

ASSOCIAZIONENAZIONALE DEI CONSULENTI

TRIBUTARI ITALIANI

Via G. B. Moroni 32, 20146 Milano, telefono 02/4692113,

fax 02/700447577

E.Mail: [email protected]

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33Giovedì 2 Febbraio 2012

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LIBERALIZZAZIONI/ Questione di incostituzionalità sollevata dal tribunale di Cosenza

Tariffe forensi, stop in ConsultaCon l’abolizione vuoto normativo che paralizza il giudice

DI ANTONIO CICCIA

Abolizione delle tariffe forensi a rischio di inco-stituzionalità. Perchè la abrogazione del decreto

ministeriale con i compensi per le toghe ha provocato un vuoto normativo, che il giudice non può colmare con una pronuncia di equi-tà. Una equità che potrebbe portare a discriminazioni tra i cittadini e limitare il diritto di difesa. Que-sta la motivazione per cui il tribunale di Cosenza, giudice Giuseppe Greco, con l’or-dinanza 1° febbraio 2012 resa nel procedimento n. 5299/20111, ha sollevato la questione di le-gittimità davanti alla Consulta dell’articolo 9, commi 1 e 2 del decreto legge 1/2012 (si veda Ita-liaOggi del 27 gennaio scorso).

Il giudice ha accolto un provve-dimento di urgenza e si è trovato nella necessità di liquidare le spe-se a favore della parte vincitrice.

Tuttavia mentre prima del decre-to 1/2012 il giudice poteva fare uso delle tariffe forense, così non è più. Il decreto ha stabilito che i giudici potranno fare riferimento a parametri che saranno stabiliti con decreto ministeriale, decreto

ovviamente ancora non emanato. Nel frattempo bisogna stabilire che fare sia nel caso di liqui-dazione giudiziale dei compensi, sia nel caso di autoli-quidazione dei com-pensi nei precetti. Il giudice, tuttavia, ha

ritenuto di non avere riferimenti normativi utilizzabili e ha man-dato tutto alla Corte costituziona-le, che dovrà valutare se l’assenza di una norma transitoria è legit-tima. Ma vediamo di illustrare il contenuto dell’ordinanza. Il tribunale cosentino ha rilevato la mancanza di una disciplina transitoria, ragione per cui non è possibile ritenere ultrattivo il vec-chio regime delle tariffe, che sono state istantaneamente cancellate

senza possibilità di sopravviven-za neppure provvisoria.

Tra l’altro il giudice richiama l’allarme del Consiglio naziona-le forense il cui Uffi cio Studi ha evidenziato come l’assenza dei «parametri» da stabilirsi da par-te del ministro della giustizia può deter-minare «la paralisi del procedimenti di liquidazione in sede giurisdizionale. Tra l’altro le tariffe, in quanto del tutto eli-minate, non possono nemmeno servire da parametro per una applicazione analogica o per una valutazione equitativa.

Secondo il tribunale, infatti, l’equità potrà essere utilizzata dal giudice ma con riferimento ai parametri ministeriali, para-metri che ancora non ci sono.

Peraltro non è che tutte le cause arrivate già a decisione possano essere messe in stand by in attesa dei parametri mini-steriali.

Inoltre il tribunale ha valuta-

to che ricorrere a criteri diversi da quelli espressamente previsti dal legislatore potrebbe risulta-re, volta a volta, se si liquida una somma troppo bassa, mortifi can-te per il decoro della professio-ne forense e quindi in contrasto

con il primo comma dell’articolo 36 della Costituzione, tenuto conto che sotto l’at-tuale regime li pro-fessionista non po-trà ottenere in sede giurisdizionale la determinazione del compenso in via au-tonoma nei confron-

ti del proprio cliente; oppure, se si liquida una somma troppo alta, troppo gravoso per l’esercizio del diritto di difesa.

Ancora è concreto il rischio che si decida in maniera discrimina-toria in diversi processi, per cui un giudice valuta congrua una certa somma e un altro, magari della stessa sezione, adotta crite-ri diversi (più bassi o più alti).

Queste le ragioni per cui il tri-bunale di Cosenza ha ritenuto che

le disposizioni di cui al commi 1 e 2 dell’articolo 9 del decreto legge n, 112012, si pongono in contra-sto con il principio costituzionale della ragionevolezza della legge, nella parte in cui non prevedono la disciplina transitoria limita-ta al periodo intercorrente tra l’entrata in vigore della norme e l’adozione da parte del ministro competente dei nuovi parametri. Inoltre le stese norme risultereb-bero in contrasto con l’articolo 24 della Costituzione in quanto le-sive del diritto di agire e resiste-re in giudizio, rendendo incerto l’onere delle spese da affrontare nel corso dei procedimento. Infi ne il giudice ritiene che sia in contra-sto con il principio di uguaglianza attribuire una facoltà del tutto discrezionale al giudice, tenuto obbligatoriamente a liquidare gli onorari di difesa.

© Riproduzione riservata

Nel 2011 sono arrivati al Con-siglio di stato 10.538 ricorsi avverso sentenze, 2.725 av-verso ordinanze cautelari

e 732 riconducibili ad altre tipologie (revocazione, esecuzione del giudicato, regolamento di competenza, opposizio-ne di terzo). E 2.078 pendenze arretra-te sono state abbattute. Ma la strada è ancora lunga, poiché attualmente i ricorsi ancora da affrontare ammon-tano a 22.149, quelli ai Tar, Tribunali amministrativi regionali, sono circa 440 mila. Cifre diffuse ieri mattina da Pa-squale De Lise, presidente del Consiglio di stato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a palazzo Spada, a Roma, alla presenza del presidente della repubblica Giorgio Napolitano e del ministro della giustizia Paola Se-verino. Con riferimento ai Tar, lo scorso anno sono pervenuti 55.500 ricorsi e ne sono stati defi niti 121.732, con una dif-ferenza in positivo di 66.232. L’attuale situazione degli organici rende diffi cile un ulteriore, sostanziale abbattimento dell’arretrato, e si scontra con la neces-sità, sempre più pressante, di garantire una giustizia innanzitutto celere», così come pesano sul comparto della magi-stratura amministrativa «la cronica

carenza di risorse, e la mancata attua-zione delle misure» per lo smaltimento delle pendenze, «previste dal codice, già deliberate dal Consiglio di presidenza, ma non ancora appro-vate dal governo», ha evidenziato. Conforta, poi, la recente valuta-zione dell’Associazione fra i Consigli di stato dell’Unione europea, che per un altro anno consecutivo ha con-siderato «il livello di produttività dei giudici amministrativi italiani più elevato rispetto a quelli delle magistra-ture amministrative di molti altri paesi».

Necessario, inoltre, ha incalzato De Lise, è sì cambiare la pubbli-ca amministrazione, ma non distruggerla, perché «occorre avere il coraggio di riformarla, anche radical-mente», prendendo come stella polare i recenti provvedimenti dell’esecutivo Monti sulle liberalizzazioni e sulla sem-plifi cazione (n.1/2012) che «si muovono

in questa direzione prevedendo, in par-ticolare, misure volte a semplifi care le procedure amministrative anche attra-verso l’eliminazione degli atti autoriz-

zati non essenziali, la maggiore celerità ed ef-fi cienza nella gestione delle singole pratiche, la riduzione degli ap-parati, la revisione dei meccanismi che assicu-rano più certezze nel rispetto dei tempi di durata» delle procedu-re stesse; bisogna lotta-re per uno stato gestito in maniera migliore, ma «non si può accet-tare l’idea di uno stato senza una amministra-zione che sia al servizio dei cittadini. Le regole si devono, ma non si possono abolire, dal momento che, senza di esse, non vi sono diritti,

né coesione, né cittadinanza sociale», ha aggiunto. A giudizio di De Lise, poi, il processo per liberalizzare il mercato va attuato e, se possibile ampliato, poiché rappresenta «una leva forte di politica

economica». E, entrando nel merito della fi gura

del giudice amministrativo, il vertice di palazzo Spada, dinanzi al capo dello stato, ha voluto mettere in luce che si tratta di un professionista che «cura, ove possibile, le patologie dell’ammini-strazione, non ne demolisce le funzioni, ma fornisce insegnamenti e indirizzi per migliorarne l’esercizio», e in molti casi «lo fa prima delle leggi, anticipando le principali innovazioni del diritto ammi-nistrativo: si pensi all’obbligo di moti-vazione dei provvedimenti, al diritto di accesso, alla legittimazione riconosciu-ta ai portatori di interessi diffusi, che ha aperto la strada alla tutela giurisdi-zionale dell’ambiente e del patrimonio paesaggistico-culturale». Premesse fon-damentali queste, visto che secondo De Lise «le sentenze, da sole, non bastano», tuttavia «si può fondatamente afferma-re che i giudici amministrativi svolgono un ruolo anticiclico nei confronti del-la crisi degli apparati pubblici», che è «strettamente connesso e funzionale al primo dovere di noi giudici: guardare agli interessi sostanziali del cittadino che chiede giustizia».

Simona D’Alessio© Riproduzione riservata

L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO

Giustizia amministrativa con 460 mila pendenzeTanti sono i ricorsi ancora da affrontare da parte del Consiglio di stato e dei Tar

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La Corte do-vrà valutare se l’assenza

di una norma transitoria è

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Il giudice richiama

anche l’allar-me del Cnf: blocco della

giustizia

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La sentenzasul sito www.italia-oggi.it/documenti

Pasquale De Lise

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34 Giovedì 2 Febbraio 2012 L A L E G G E

MEDIATORI/ Il dl sulle liberalizzazioni riconduce tutto alla normalità

Non esiste tirocinio a vitaMassimo 18 mesi, concentrati a inizio attività

DI GIUSEPPE NAIM

Il dl sulle liberalizzazioni eli-mina il tirocinio a vita per il mediatore. L’art. 9 comma 5 del dl n. 1 del 2012, c.d. dl

sulle Liberalizzazioni, stabilisce che «la durata massima del tiroci-nio per le professioni regolamen-tate non potrà essere superiore a 18 mesi». Conseguentemente non solo avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro ma tutte le professioni regolamentate, e tra queste anche quella di mediacon-ciliatore, che prevedono un perio-do di praticantato superiore a tale periodo, dovranno rimodulare i loro ordinamenti, e non potran-no avere una barriera all’accesso superiore nel massimo ai 18 mesi previsti dal dl sulle liberalizzazio-ni ormai in vigore

Si è già evidenziato in sede di commento della circolare mi-nisteriale del 20/12/2011 come la previsione di un «tirocinio a vita e tra pari grado» imposto ai mediatori dal dm 145 del 2011 fosse una vera e propria anoma-lia che avrebbe reso la fi gura del mediatore l’unica professione in Italia (e forse nel mondo) nella

quale professionisti già abilitati all’esercizio della loro attività siano obbligati, non solo all’ini-zio dell’attività ma dopo l’abili-tazione e per tutta la carriera a prestare lunghi periodi, gratuiti, di «tirocinio».

Va ricordato che l’art. 2 del dm 145/2011 così recita: «All’articolo 4, comma 3, del decreto del mi-nistro della giustizia 18 ottobre 2010, n. 180, sono apportate le seguenti modifi cazioni:

la lettera b) è sostituita dalla seguente: «b) il possesso, da par-te dei mediatori, di una specifi -ca formazione e di uno specifi co aggiornamento almeno bienna-le, acquisiti presso gli enti di formazione in base all’articolo 18, nonché la partecipazione da parte dei mediatori, nel biennio di aggiornamento e in forma di tirocinio assistito, ad almeno 20 casi di mediazione svolti presso organismi iscritti;».

In pratica, un mediatore, dopo aver conseguito l’iscrizione nel re-gistro ed essere immediatamente abilitato ad esercitare, dovrebbe ogni due anni non solo partecipa-re all’aggiornamento obbligatorio (di 18 ore ed a pagamento) ma

anche prestarsi a una sorta di gioco dell’oca partecipando a ben 20 procedure di mediazione gra-tuite, alternandosi circa una volta al mese nel ruolo ora di dominus ora di praticante e ciò per ogni biennio di aggiornamento.

Si ritiene che il dl n. 1 del 2012 riporti il tutto nell’alveo della normalità determinando un periodo massimo di 18 mesi di tirocinio, che naturalmente va calcolato solo all’inizio dell’atti-vità, e che imporrà un nuovo decreto ministeriale che adegui il tirocinio dei mediatori, ad oggi contra legem, alle nuove disposi-zioni legislative.

Circa l’applicabilità del dispo-sto dell’art. 9 comma 5 del dl n. 1 del 2012 alla fattispecie del me-diatore, si osserva che la norma si riferisce a tutte le professioni regolamentate e non solo a quelle ordinistiche, con la sola espressa esclusione di quelle sanitarie; pertanto l’attività del mediatore vi rientra in pieno, non potendola considerare tra quelle cd non re-golamentate ossia completamen-te libere e rimesse solo ai dettami del codice civile. L’art. 4 comma 1 lett. A) del dlgs 206/2007,che

recepisce la direttiva 2005/36/Ce defi nisce la «professione regola-mentata»:

«a) l’attività, o l’insieme delle attività, il cui esercizio è consen-tito solo a seguito di iscrizione in Ordini o Collegi o in albi, registri ed elenchi tenuti da amministra-zioni o enti pubblici, se la iscrizio-ne è subordinata al possesso di qualifi che professionali o all’ac-certamento delle specifi che pro-fessionalità».

Nel caso del mediatore è ap-punto lo Stato a fi ssare le regole e i criteri minimi per esercitare la professione, attraverso la legge e appositi regolamenti che stabi-liscono i requisiti per l’accesso: titolo di studio, frequenza ai cor-si, iscrizione negli organismi, ag-giornamento ecc. È pur vero che la professione del mediatore non sembrerebbe essere ricompresa nell’elenco uffi ciale delle «profes-sioni regolamentate» pubblicato ex dlgs 206/07, ma solo perché istituita successivamente, men-tre non vi è dubbio che nell’elenco delle 146 professioni regolamen-tate la mediaconciliazione abbia diritto a farne parte.

© Riproduzione riservata

DI ADELAIDE CARAVAGLIOS

«Il conferimento di borse di studio non può confi gurare l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego, ancorché non di ruolo. Ciò in quanto lo scopo principale di una bor-sa di studio non è quello di consentire la prestazione di un’attività lavorativa, bensì quello di favorire l’appren-dimento e l’affi namento pro-fessionale del borsista anche mediante il suo temporaneo inserimento nella struttura operativa del soggetto eroga-tore»: è quanto si legge nella sentenza n. 251/2012 del Consiglio di stato».

Sulla base di queste con-siderazioni il collegio giudi-cante ha respinto l’appello promosso da un medico, il quale – vincitore di una borsa di studio – aveva prestato, per circa quattro anni, la propria attività presso una struttura ospedaliera del capoluogo pu-gliese; al termine del periodo di specializzazione, il dottore aveva chiesto che il proprio operato fosse riconosciuto, ai fini giuridici ed economici, come rapporto di pubblico impiego non di ruolo e che, quindi, non solo gli venissero corrisposte le differenze retri-butive, ma che venisse anche costituita la relativa posizio-ne previdenziale.

L’istanza veniva respinta sia dal commissario straor-dinario dell’ente, che dal Tar per la Puglia, il quale ultimo, confermando la deliberazione dell’istituto oncologico, chia-riva che: «l’attività del borsi-sta si caratterizza per fi ni di addestramento e affi namento professionale, in relazione ai quali gli emolumenti percepi-ti non hanno natura sinallag-matica rispetto a prestazioni lavorative erogate, essendo fi nalizzate essenzialmente a sovvenire il borsista nel corso del periodo formativo».

Ad analoghe conclusioni è giunto anche il Consiglio di stato al quale l’appellante, ritenendo erronea la decisione dei giudici amministrativi, si era ulteriormente rivolto: è vero – si legge nella decisione – che il rapporto dei borsisti risultava disciplinato da ap-posita normativa di natura regolamentare (art. 21), ma è altrettanto vero che, nella stes-sa, era precisato che la borsa non dava luogo a rapporto di impiego; era incompatibile con lo svolgimento di attività professionale o di consulenza retribuita presso enti pubblici o privati; non dava diritto ad alcun trattamento previden-ziale né poteva essere valuta-ta ai fi ni economici e giuridici di carriera, fatto salvo quanto contenuto nell’art. 39.

© Riproduzione riservata

SENTENZA CDS

Borsa studi Non è

impiego

Il credito del Ctu discende dal decreto di liquidazione emes-so dal giudice. E dunque, se le spese vengono poste in solido a carico delle parti, l’ausiliario del giudice può pretendere legittimamente che una sola parte gli versi l’intera somma di spettanza. Anche se il giudice, quando il procedimento sia giunto a sentenza, abbia condannato l’altra parte al pagamento delle spese legali. Le sentenze, infatti, hanno effi cacia solo tra le parti. E siccome il Ctu non è parte nel giudizio, la sentenza non può essere opposta per evitare di pagare. Sarà poi onere della parte intimata, dopo ave-re versato la somma pretesa dal Ctu, rivalersi in sede di regresso nei confronti della controparte. In quella sede, infatti, la sentenza potrà essere fatta valere per pretendere il versamento del dovuto. Ma non nel giudizio monitorio promosso dal Ctu. Perché in quella fase l’unico titolo valido ai fi ni dell’azione è il decreto emesso dal giudice nella fase endoprocessuale. Così ha deciso la Corte d’appello di Torino con la sentenza n. 7654/2011 depositata il 30/12/2011. Il caso riguardava un soggetto che aveva fatto causa a un’impresa. Nel corso del procedimento era stata disposta una consulenza tecnica d’uffi cio e il giudice aveva emesso il decreto di liquidazio-ne, ponendolo in solido a carico delle parti. Nel frattempo, però, l’impresa era fallita e il Ctu si era risolto a pretendere il versamento del dovuto a carico dell’altra parte. Dopo di che il giudizio era giunto a sentenza e il giudice aveva dato ragione al soggetto che aveva proposto l’azione contro l’impresa. Quest’ultimo, dunque, aveva opposto la sentenza nei confronti del Ctu. Ma ad esito del giudizio promosso da quest’ultimo, questa volta è risultato soccombente. Ci-tando la giurisprudenza della Corte di cassazione, la Corte d’appello ha fatto presente, infatti, che il compenso dovuto al Ctu deriva da una prestazione svolta da quest’ultimo nell’interesse della giustizia e, quindi, di tutte le parti in causa. E dunque, il credito del Ctu può essere fatto valere direttamente nei confronti delle parti che, generalmente, risultano obbligate in solido nei confronti del medesimo. Ne consegue la piena legittimità della pretesa di riscossio-ne esercitata dal consulente tecnico d’uffi cio anche se nei confronti di una sola parte. Salvo il diritto di quest’ultima di rivalersi sull’altra parte qualora il regolamento delle spese risulti ad essa favorevole.

Antimo Di Geronimo© Riproduzione riservata

Ctu pagata per intero anche da una sola parte

Il 27 gennaio scorso, sulle pagine di ItaliaOggi, è stato pubblicato un articolo dal titolo «Copertura Assicurativa, gli ordini non sono impreparati», nel quale si riferiva che le Istituzioni dell’Avvocatura si stavano attivando per trovare un’adeguata soluzione per i professionisti.L’articolo prendeva spunto dal dl n. 1/2012 recante «Dispo-sizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infra-strutture e la competitività», nel quale, all’art. 9, comma 3, è scritto che «il compenso per le prestazioni professionali è pattuito al momento del conferimento dell’incarico pro-fessionale. Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le infor-mazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni pro-vocati nell’esercizio dell’attività professionale». Stante la formulazione della norma, sia nell’ipotesi che il compenso del professionista non sia pattuito nella forma indicata, sia in caso di mancata indicazione dei dati della polizza professionale, l’inottemperanza costituisce un ille-cito disciplinare.Sin dal dicembre 2001, Cassa Forense aveva inteso stipulare, a condizioni molto vantaggiose, una polizza professionale con una primaria compagnia di assicurazione in favore di tutti gli iscritti agli Albi degli avvocati e ai Registri dei praticanti avvocati, a cui avevano aderito quasi 45 mila iscritti.Il consiglio di amministrazione di Cassa Forense, nella seduta del 24 novembre u.s., si è premunito di rinnova-re, anche sulla base delle disposizioni contenute nel dl n.138/2011, detta convenzione. L’aggiornamento della convenzione in essere riqualifica le condizioni per offrire in tutte le opzioni un livello di copertura e protezione ade-guate al contesto attuale. Sono state, inoltre, introdotte ulteriori nuove garanzie assicurative opzionali, richieste dall’Avvocatura, a copertura delle attività del professionista svolte nell’ambito delle procedure esecutive immobiliari, le attività di custode giudiziario e l’attività di mediatore. Rispetto alla iniziali condizioni previste dalla convenzione, sono stati, inoltre, introdotti nuovi massimali di copertura (c.d. massimali superiori). Ulteriori informazioni relative alla convenzione sono disponibili sul sito internet della Cassa www.cassaforense.it.

Nunzio Luciano, vicepresidente vicario della Cassa Forense

L’INTERVENTO/ CASSA FORENSE

La polizza rinnovata

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35Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 Febbraio 2L A L E G G E

L’impatto operativo del decreto sulle liberalizzazioni

Precetti con equitàAvvio dell’esecuzione col fai-da-te

DI ANTONIO CICCIA

Precetti da conteggiare con l’equità. Saltate le tariffe per gli avvocati si pongono molti proble-

mi pratici. Uno di questi è come compilare gli atti di precetto, in cui il legale indica le somme do-vute per l’attività svolta nell’at-to che dà l’avvio all’esecuzione. A questo proposito non soccorre l’articolo 9 del decreto legge n. 1/2012. In effetti nel decreto si tratta dell’ipotesi di contratta-zione del compenso tra legale e cliente, ma non disciplina in maniera espressa il caso dell’au-toconteggio dei compensi nel pre-cetto. Dunque l’avvocato si trova nell’impossibilità di usare le ta-riffe forensi (abrogate) e non avrà altra possibilità se non indicare i compensi che appaiono congrui. Peraltro allo stato attuale solo il giudice chiamato a decidere una opposizione del debitore potrà stabilire se la quantificazione sia stata equa o no.

Il citato articolo 9 innanzitutto abroga le tariffe delle professioni e dispone che nel caso di liqui-dazione da parte di un organo

giurisdizionale, il compenso del professionista sarà determina-to con riferimento a parametri stabiliti con decreto del ministro vigilante. Quindi la tariffa pro-fessionale non può essere punto di riferimento per la liquidazio-ne giudiziale del compenso (come previsto dall’articolo 2233,com-ma 1, del codice civile). L’unico parametro utilizzabile è quello dell’equità. Peraltro nella liqui-dazione del compenso il giudice dovrà applicare equitativamente i «parametri» che saranno fi ssati da un futuro decreto del «mini-stro vigilante». Fino ad allora non vi sarà altro possibilità se non usare l’equità.

Peraltro l’utilizzazione dei pa-rametri nei contratti individuali tra professionisti e consumatori o microimprese darà luogo alla nullità della clausola relativa alla determinazione del compen-so. Il compenso per le prestazioni professionali dovrà essere pattu-ito al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il pro-fessionista, in particolare, dovrà deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incari-co, fornendo tutte le informazioni

utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico.

Il legale deve anche indicare i dati della polizza assicurativa per la responsabilità professiona-le. In ogni caso la misura del com-penso, previamente resa nota al cliente anche in forma scritta se da questi richiesta, dovrà essere adeguata all’importanza dell’ope-ra e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi.

Se il legale viola queste dispo-sizioni sarà soggetto a sanzioni disciplinari del professionista.

L’avvocato ha quindi l’obbligo e anche l’interesse a contrattare il compenso con il proprio clien-te, pattuizione (diversa e suc-cessiva al preventivo), che deve avere la forma scritta anche ai sensi dell’articolo 2233 comma 3 del codice civile. Rimane, tut-tavia, il dubbio della legittimità costituzionale della norma nella parte in cui impedisce alle parti di accordarsi sulla misura dei compensi seguendo le tariffe o i parametri ministeriali.

©Riproduzione riservata

Sanzionato il legale che dice bugie al legale di controparte. «Quei libretti? Tranquillo collega, ce l’ho io». Invece non è vero: i titoli al portatore al centro della controversia successoria non sono nella disponibilità dell’avvocato, che giustifi ca la mancata restitu-zione al legale di controparte con le scuse più fantasiose. È vero: le esigenze della difesa prevalgono sui rapporti di colleganza, ma va sanzionata la condotta del professionista che mente all’avversario per guadagnare tempo e indurlo a una transazione perché sa che diversamente perderebbe la causa. Emerge dalla sent. 529/12, pubblicata il 17/1 dalle S.u. civili della Cassazione. Confermata la sanzione disciplinare della censura a carico dell’avvocato che ha raccontato balle al collega, facendo del legale di controparte l’inconsapevole strumento del suo disegno dilatorio: tacendo la notevole circostanza che i libretti al portatore contesi non sono in realtà davvero in mano sua, il professionista incolpato guadagna tempo per studiare meglio la sua linea processuale e soprattutto ritarda in modo del tutto abusivo la realizzazione del diritto della controparte: una strategia, questa, che non può essere giustifi cata con la mera difesa degli interessi del clienti. La condotta del profes-sionista senza scrupoli - una donna, per la cronaca - risulta ambi-gua al punto da violare i doveri di correttezza, lealtà e colleganza costituiti a carico della classe forense: la misura della sanzione così graduata si rende necessaria perché ci sono ben cinque missive che da cui emerge la violazione dei precetti deontologici. Inutile, per l’incolpato, dedurre che nella disciplina del processo civile non sussiste alcun obbligo per la parte e per il suo difensore di essere completo nelle allegazioni né di avvantaggiare la controparte, salva la ricorrenza del dolo revocatorio: e ciò che è processualmente lecito, osserva l’avvocato «incriminato», non può essere deontologicamente scorretto. Il Cnf, tuttavia, non è vincolato alla defi nizione dell’illecito quale scaturisce dal testo delle disposizioni del codice deontologico forense; insomma: il Cnf libero di individuare l’esatta confi gura-zione della violazione tanto in clausole generali che richiamano il dovere di astensione da contegni lesivi del decoro e della dignità professionale, quanto in diverse norme deontologiche, o anche di ravvisare un fatto disciplinarmente rilevante in condotte atipiche non previste da quelle norme.

Dario Ferrara

Sanzione sicura per il legale che mente alla controparte

DI DARIO FERRARA

Annullata nella scuola di specia-lizzazione post universitaria la bocciatura per assenze al cor-so dovute a motivi di famiglia.

Vince l’aspirante avvocato: l’obbligo di giustifi cazione tempestiva non è ade-guatamente pubblicizzato. Tra la morte del padre e la malattia della fi glia pic-cola, il funzionario della Regione non sa dove sbattere la testa: è decisamente un periodo «no». Il fatto è che il dipen-dente dell’ente per far carriera vuole diventare avvocato e si è iscritto alla scuola di specializzazione per le profes-sioni legali, superando tutte le verifi che del primo anno. Poi la doccia fredda: no all’ammissione, per troppe assenze, al secondo anno dell’itinerario di studi. Ma ora l’aspirante avvocato ottiene l’annul-lamento degli atti adottati dall’Ateneo che l’ha bocciato: l’obbligo di giustifi care le assenze entro la settimana di lezione successiva a quella in cui riprende la frequenza al corso non risulta per certo reso noto agli iscritti e dunque la man-canza dello studente risulta scusabile. È quanto emerge dalla sentenza 262/12, pubblicata il 26 gennaio dalla terza se-zione del Tar Puglia.

Regole «clandestine»Il numero massimo di ore di lezione

per il quale il regolamento consente di assentarsi ammonta a 60, mentre il dipendente regionale in carriera è mancato per un totale di 78 ore, di cui trentadue nei giorni in cui si aggrava

la patologia del padre: non può iscriver-si al secondo anno di specializzazione, insomma. La segreteria dell’Università non ha dubbi: con un minimo di dili-genza lo studente avrebbe potuto avere conoscenza della disciplina delle giusti-fi cazioni, che (almeno asseritamente) è sempre consegnata in copia all’inizio del corso; comunque, a detta dell’am-ministrazione, il termine previsto per la giustifi cazione delle assenze è del tutto naturale anche in assenza di specifi ca regolamentazione. E invece no: il corsi-sta riesce a giustifi care trentadue ore di assenza con il permesso retribuito per lutto in famiglia e la malattia della fi glia minore, scendendo sotto il «tetto» fi ssato dall’Ateneo. Di più: non risulta provato che la regola della tempestiva giustifi cazione delle assenza sia stata adeguatamente pub-blicizzata nei confronti degli iscritti al corso e, in particolare, dell’inte-ressato: agli atti non c’è documentazione che at-testi la consegna o l’af-fi ssione nei locali della scuola della regola, de-liberata nel corso di una seduta del Consiglio di-rettivo del corso e quin-di nemmeno contenuta nel regolamento della Scuola di specializza-zione. L’università evita almeno la condanna al pagamento delle spese processuali.

Il Tar Puglia e le scuole di specializzazione forense

L’eccesso di assenze non porta bocciatura

DI DARIO FERRARA

La presenza «ingombrante» di un fratello nel circondario giu-diziario può costare molto cara al giudice di pace: decade dalle

funzioni il magistrato onorario in con-fl itto di interessi per colpa di uno stretto congiunto, anch’egli avvocato, che opera come fi duciario di compagnie assicura-tive; grande, infatti, è probabilità che le cause del secondo siano decise dal primo in veste di Gdp. È quanto emerge dalla sentenza 6415/11, pubblicata dalla quar-ta sezione del Consiglio di stato.

Qualità rilevanteHa un bel dire, il magistrato onorario

decaduto: non è tenuto a conoscere con esattezza il numero di cause patrocina-

te dal fratello, non intrattiene più con lo stret-to congiunto al-cun rapporto di natura profes-sionale, e la vec-chia associazione professionale che prima esisteva è cessata ben pri-ma dell’assun-zione delle fun-zioni di giudice di pace. Il rap-porto fiduciario fra l’avvocato e le assicurazioni, spiegano invece

i giudici di Palazzo Spada, denota un collegamento non meramente occasio-nale ma stabile tra il professionista e le compagnie. E ciò indipendentemente dal numero dei singoli, specifi ci incarichi che in concreto possono in un determinato periodo essere concretamente affi dati all’avvocato. Non è dunque determinan-te il rilievo del giudice di pace decaduto secondo cui un avvocato fi duciario può teoricamente non ricevere incarichi per periodi più o meno lunghi. Inevitabile la conferma della sanzione.

Illegittimità esclusaSbaglia il giudice di pace decaduto,

non conta di per sé la non assiduità dell’attività svolta dal familiare «im-barazzante»: risulta invece rilevante il fatto che il fratello abbia continuato a seguire, in proprio o quale fi duciario di un’impresa assicuratrice, in modo co-munque continuativo, incarichi profes-sionali già pendenti alla data di nomina a giudice di pace; ce n’è d’avanzo per giu-stifi care un provvedimento di decadenza, altro che sospensione dall’incarico nelle more dell’espletamento di un’adeguata istruttoria. Inutile, poi, invocare la giu-risprudenza della Consulta: la declarato-ria, intervenuta nel 2006, di illegittimità costituzionale della norma incriminata riguarda la parte in cui proiettava la propria efficacia su tutto il territorio nazionale anziché limitatamente al cir-condario in cui opera il giudice di pace ed è irrilevante nel caso concreto. Non resta che smettere la toga e pagare le spese di giudizio all’amministrazione.

Il Consiglio di stato sulla magistratura di pace

Il fratello fiduciario costa caro al giudice

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36 Giovedì 2 Febbraio 2012 L A L E G G E

Parla Franco Ionta, responsabile dell’amministrazione penitenziaria

Basta con i nidi in carcereAlternative: case famiglia o istituti attenuati

DI MARZIA PAOLUCCI

Nidi in carcere: dal 2014 non dovrebbero esserci più quei 17 attualmen-te funzionanti a dispo-

sizione di 54 bambini per circa 60 mamme. Una legge del 2011 smantella lo status quo attuale per ridisegnare profondamente il rapporto tra genitori detenuti e fi gli minori fi no al sesto anno di età. ItaliaOggi ha sentito sul punto Franco Ionta a capo del Dipartimento dell’Amministra-zione penitenziaria del ministe-ro della Giustizia. Uno spaccato parziale – «dai numeri fl uttuan-ti perché destinati a cambiare continuamente», considera Ionta - su un totale di 67.428 detenuti di cui 2.877 donne in 206 istituti di pena (dati di Antigone aggiornati a settem-bre 2011) ma di forte impatto emotivo su cui ha voluto accen-dere l’attenzione il ministro della Giustizia Paola Severino la scorsa settimana durante la

sua visita al carcere fi orentino di Solliccia-no. «È straziante ve-dere dei bambini che con le loro madri sono in carcere», ha detto il ministro al termine della sua visita pro-nunciandosi per la scelta di soluzioni che non contemplino più le sbarre nella prima infanzia dei fi gli delle detenute. «Un bambi-no», ha considerato, «non si può svegliare la mattina e vedere davanti a sé le sbar-re di un carcere, né si può pensare che al compimento dei tre anni venga strappato dall’unico luogo che ha conosciuto e dalla madre, con la quale ha vissuto i primi tre anni della sua vita e portato via». «La recente legge 62/2011 ha portato a sei anni la permanenza dei bambini con le detenute madri», afferma Ionta. «Ma, esclusa l’ipotesi di creare un unico centro in Italia dove le mamme possano stare tutte insieme per evitare la

deterritorializzazione rispetto alla famiglia di appartenenza, abbiamo oggi di fronte due op-zioni possibili: le case famiglia che svincolate dal ministero, na-scerebbero da convenzioni con gli enti locali e i nostri istituti a custodia attenuata sull’esempio di quello già esistente a Milano in comodato al ministero dalla provincia. Si tratta di un appar-tamento dove vivono sei o sette

donne con i fi gli senza sbarre e con personale in borghese in modo che i bambini non si ac-corgano della limitazione del-la libertà personale. Questo è il modello che auspichiamo e sul quale stiamo facendo uno studio che terminerà entro un paio di mesi per scegliere le sedi e le modalità. In tutto gli Icap saranno cinque o sei e tra le città individuate ci saranno i grossi bacini metropolitani di Roma e Napoli». La recente legge 62/2011 di modifi ca del codice di procedura penale e dell’ordinamento penitenzia-rio «a tutela del rapporto tra detenute madri e fi gli minori» estende il divieto di custodia cautelare in carcere per le

donne incinte, le madri di bam-bini fi no a sei anni di età e anche i padri qualora la madre sia de-ceduta o impossibilitata a pren-dersi cura dei fi gli allungando il termine dell’articolo 275 del codice di procedura penale, com-ma 4 in precedenza fi ssato ai tre anni di età del bambino. È così aumentata da 3 a 6 anni l’età del bambino al di sotto della quale non può essere disposta o

mantenuta la custodia cautela-re della madre in carcere, salvo che sussistano esigenze caute-lari di eccezionale rilevanza. La normativa in Gazzetta Uffi ciale da maggio, introduce i concetti di «casa famiglia protetta» in alternativa agli arresti domi-ciliari e di «istituto a custodia attenuata», Icap, in alternativa alla custodia in carcere, il primo a integrazione dell’articolo 284 c.p.p. e il secondo a integrazio-ne dell’articolo 285 c.p.p. Ma si tratta di un testo congelato in uno stato di limbo giuridico visto che il dettato normativo prevede l’applicazione della leg-ge, «a far data dalla completa attuazione del piano straordi-nario penitenziario, meglio co-nosciuto come “piano carceri” e comunque a decorrere dal 1° gennaio 2014, fatta salva la pos-sibilità di utilizzare i posti già disponibili a legislazione vigen-te presso gli istituti a custodia attenuata». Una fi nestra di luce lasciata dalla legislazione che il ministero della Giustizia sem-bra ora voler aprire in tempi brevi.

©Riproduzione riservata

Autori – Paolo Bidoli e Nicola Tonio-lattiTitolo – Il diritto penale dell’impresaCasa editrice – Seac, Trento, 2012, pp. 232Prezzo - Euro 28Argomento – I contribuenti, persone fisiche, che iniziano una nuova attività professionale o imprenditoriale possono scegliere tra alcuni regimi fiscali che assi-curano una riduzione del carico tributario e adempimenti contabili semplificati. Tra questi il più noto è quello dei «contribuenti minimi» che recentemente ha subito una rivisitazione sostanziale rispetto alla pre-visione normativa originaria introdotta dalla legge n. 244/2007.Con l’art. 27 del decreto legge n. 98/2011, più noto come «Manovra correttiva», pur mantenendo inalterata la struttura e le regole del vecchio sistema (esonero della tenuta delle scritture contabili, esonero dagli obblighi Iva, non assoggettamento ad Irap e studi di settore), sono state in-trodotte importanti novità che riguarda-no l’imposizione e le caratteristiche dei soggetti che possono accedere al regime.Il testo scritto da Paolo Bidoli e Nicola To-niolatti per la collana «editoria fiscale» di Seac passa al setaccio l’intero sistema dei «nuovi contribuenti minimi» andando ad esaminare i requisiti di accesso, le sem-plificazioni e gli adempimenti, i riflessi reddituali e di Iva nel caso di fuoriusci-ta dal regime e tutte le altre peculiarità che lo riguardano. Esempi numerici e di fatturazione, oltre alla consueta appen-dice normativa, completano l’utilissimo testo.

Autore – Sergio MogorovichTitolo – Guida operativa al processo tri-butario e alla conciliazione preventivaCasa editrice – Maggioli editore, Rimini,

2011, pagg. 670Prezzo – Euro 69Argomento – Le manovre economiche hanno introdotto significative modifiche

alla disciplina del contenzioso tribu-tario: la manovra finanziaria 2011 in tema di opposizione alla pretesa fisca-le con il contributo unificato anche per importi minimi, l’ob-bligo del c.d. reclamo prima del ricorso, la definizione delle liti

minori; la manovra bis in tema di spese di giustizia, di sanzioni per la parte che rifiuta ingiustificatamente il tentativo di conciliazione obbligatoria, di incompati-bilità per le cariche di componente di commissione tributaria. Aggiornata con tutte le ultime novità fiscali, la terza edizione di questa apprezzatissima gui-da operativa esplica le singole fasi del processo tributario (dalla proposizione del ricorso alla costituzione in giudizio, dai motivi aggiunti alla trattazione, dai reclami alla notificazione della sentenza fino all’appello) e illustra le azioni da compiere per gestire in modo legittimo ed efficace l’attività difensiva verso ogni tipologia di atto impositivo. A completa-mento, esamina anche le norme finaliz-zate ad evitare le controversie legali con il fisco quali ad esempio lo statuto del contribuente, il ravvedimento operoso, l’accertamento con adesione. Il testo riunisce alla perfezione l’ana-lisi degli elementi formali e la pratica attuazione di quelli sostanziali, aggiun-gendo a corredo un cd-rom contenente il formulario, la documentazione normati-vo-tariffaria e il dizionario dei termini

processuali

Autori – A cura di Giovanni Cocco, Lidi-anna Degrassi, Anna Marzanati Titolo – Aree protette Casa editrice – Giuffrè editore, Milano, 2011, pagg. 270Prezzo – Euro 29Argomento – Il tema delle «Aree pro-tette», affrontato nel convegno tenutosi a Grado il 16 ottobre 2010 è stato preceduto

da quello relativo alla «Valorizzazione dei beni culturali», ogget-to del convegno del 2008 e da quello rela-tivo alle «Politiche del turismo», oggetto del convegno del 2009. Il ciclo di incontri, ori-ginato da specifiche ricerche, voluto e ge-nerosamente soste-

nuto dall’amministrazione comunale di Grado, si è concluso con altrettanti volumi pubblicati nella collana del Dipartimento di Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, quasi a co-stituire una trilogia ideale. Questa terza iniziativa ha visto il confronto tra giuristi di diverse Università italiane, tra opera-tori e rappresentanti delle istituzioni responsabili locali dell’ ambiente e, data la specificità della materia, anche tra scienziati naturalisti e di altre discipline. L’oggetto del convegno è stato individuato partendo dall’idea secondo cui le aree pro-tette, i parchi e le aree transfrontaliere, costituiscono forme di tutela territoriale essenziali, da un lato, per la realizzazione di nuove modalità di gestione di risorse condivise, dall’altro, per la stabilità, la sicurezza, ma anche lo sviluppo di intere aree regionali.

Autore – Luigi AlibrandiTitolo – Codice PenaleCasa editrice – La Tribuna, Piacenza, 2011, pagg. 2.255Prezzo – Euro 62Argomento – Come è noto, la legislazione è in continua, perenne evoluzione. In ma-teria penale, ad esempio sono stati emessi recentemente due provvedimenti normati-vi che hanno introdotto importanti novità: il dl 13 agosto 2011, n. 138, che ha inserito nel codice penale gli articoli 603-bis e 603-ter, in tema di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro; e il dlgs 7 luglio 2011, n. 121, che ha ampliato lo stesso codi-ce tramite l’inserimento degli articoli 727-bis e 733-bis, rispettivamente in materia

di uccisione, distru-zione, cattura, pre-lievo, detenzione di esemplari di specie animali o vegetali selvatiche protette e di distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto. Il Codice penale commentato con la giurisprudenza edi-

to dalla casa editrice piacentina La Tribu-na, si presenta aggiornatissimo avendo recepito le più recenti novità normative e, come di consueto, fornisce a magistrati, avvocati e a tutti i professionisti del dirit-to uno strumento di lavoro da utilizzare quotidianamente. Ogni articolo è accompa-gnato in calce da un ampio commento giu-risprudenziale, aggiornato con le massime delle pronunce più recenti e significative emesse dalla Corte di cassazione e dalla Corte costituzionale.

a cura di Francesco Romano

ola Tonio 2011 pagg 670 processuali

Letture di diritto

Franco Ionta

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37Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì 2 FM A G I S T R AT I TA R

Il dibattito sulla questione delle consulenze che interessa il mondo dei giudici amministrativi

Incarichi assegnati con più rigoreLe carriere parallele incrinano la fi ducia nei magistrati

DI DONATELLA SCALA consigliere Tar Lazio

Le decisioni prese dal Csm, organo investito dalla Costituzione del potere di provvedere alle nomi-

ne delle più alte cariche della magistratura ordinaria, vengo-no ribaltate da un altro organo «che ha stretti rapporti con il potere esecutivo: dalla scelta del Presidente, indicato dal Capo di Governo, alle numero-se mansioni affi date anche di recente ai giudici amministra-tivi. Si realizza così una ano-mala sovrapposizione, (se non sostituzione) che si tramuta in un groviglio dalle dannose conseguenze che sarebbe bene sciogliere alla vigilia di appun-tamenti rilevantissimi a cui è chiamato il Csm».

Così scrive sul Corriere della Sera del 24 gennaio scorso Gio-vanni Bianconi, in un articolo intitolato «Csm e Consiglio di Stato: la vera posta in gioco è l’autonomia», costituisce uno tra i sempre più frequenti esempi di attenzione media-tica nei confronti della giu-stizia amministrativa di cui, ormai, viene offerta all’opi-nione pubblica una immagine ben lontana da quella che la Costituzione ha prefigurato di una giurisdizione terza ed imparziale, e che, invece, pone interrogativi e perplessità sul plesso, tutto insieme conside-rato, in quanto ritenuto sem-pre più compenetrato nel po-tere esecutivo.

In questi termini è signifi ca-tivo anche un altro recente ar-ticolo di stampa che ha defi nito una «oligarchia» il complesso di consulenti, al cui interno sono annoverati anche i giudici amministrativi, designati dal-la politica secondo criteri che sfuggono del tutto a qualunque tipo di controllo, ma che, secon-do l’autore, «devono in misura decisiva il proprio incarico a qualche forma di contiguità con il loro designatore, alla dispo-nibilità dimostrata verso le sue esigenze, e infi ne, o soprattut-to, alla condiscendenza, all’in-trinsichezza - chiamatela come volete - verso gli ambienti e/o gli interessi implicati nel setto-re che sono chiamati a gestire» (Ernesto Galli della Loggia, 20 gennaio 2012).

Il sistema che si delinea e di cui viene reso edotto il citta-dino attraverso la lettura dei quotidiani è, dunque, quello di un gigantesco confl itto di inte-ressi dove i controllori appar-tengono, in defi nitiva, allo stes-so organismo dei controllati.

Questo grado di attenzione sempre più alto, intriso da una ritenuta non più tollerabile contiguità del giudice ammini-strativo con il potere esecutivo, deve indurre a una seria rifl es-sione sul sistema dell’impiego dei magistrati in incarichi ex-tra istituzionali, non solo per

come è stato previsto dal com-plesso di norme che lo regolano, ma anche, del futuro, sulla pos-sibilità, se non necessità, che a questo sia assegnata una rotta completamente diversa.

La lettura di tali articoli, infatti, determina non poca amarezza nella categoria, che, nella stragrande maggioranza, è composta di magistrati dediti esclusivamente allo svolgimen-to delle sempre più delicate e complesse funzioni giurisdizio-nali, e che ritengono, invece, di svolgerle in una posizione di assoluta autonomia.

Bisogna, infatti, considerare, che la problematica riguarda, in defi nitiva, un ristretto nu-mero di magistrati, molti dei quali, peraltro, svolgono più che degnamente compiti di im-portante collaborazione diretta con le Istituzioni.

Se, però, una tale considera-zione dovrebbe inorgoglire il plesso tutto, da cui sono tratti i colleghi poi destinati a compiti di consulenza altamente quali-fi cata, nel corso del tempo si è assistito ad un effetto indotto dal sistema, quale quello della creazione di vere e proprie car-riere parallele, che per entità numerica e temporale, fanno ormai dubitare il cittadino di un sereno e distante svolgi-

mento della funzione princi-pale, non solo e non tanto, da parte di chi rientra nei ruoli una volta conclusa l’esperien-za esterna, ma, in assoluto, da parte della giurisdizione cui appartengono, pro tempore, i consulenti, e ciò, indipenden-temente dal fatto che questi ne siano momentaneamente esonerati.

Il problema, infatti, non può più essere letto solo attraverso la lente di chi è nel sistema e che, di per sé, ritiene di poter garantire l’imparzialità, at-traverso l’adozione di cautele e vincoli all’esercizio di altre attività, ma, soprattutto, at-traverso quella del comune cittadino che reclama una de-cisione non solo secondo legge, ma, soprattutto, giusta e che, in ragione di ciò, non tollera il minimo sospetto che ciò possa non realizzarsi.

Sulla questione è intervenu-ta recentemente l’Anma - As-sociazione nazionale dei magi-strati amministrativi, che ha presentato all’organo di au-togoverno della magistratura amministrativa – Cpga – un documento con cui è stata, in sostanza, richiesta una politica più rigorosa nella assegnazio-ne degli incarichi tecnico-poli-tici (di governo, ministeriali,

presso Authority e Agenzie), ribadendo la necessità di una più rigorosa applicazione dei criteri del dpr n. 418 del 6 ottobre 1993 (regolamento recante norme sugli incarichi dei magistrati amministrati-vi), che dovrebbe condurre ad un ridimensionamento degli stessi, a limitazioni temporali più restrittive e all’adozione di criteri di rotazione.

Contemporaneamente, un gruppo di magistrati ammini-strativi ha sentito l’esigenza di investire della problematica le più alte istituzioni, cui ha fat-to pervenire una lettera aperta nella quale, pure prendendo la distanza da generiche accuse nei confronti di singoli colleghi, è stata ribadita l’esigenza che ad un sempre più frequente offuscamento dell’immagine di autonomia offerto nelle quoti-diane descrizioni giornalistiche faccia da contraltare la volon-tà di continuare a svolgere le proprie delicate funzioni in posizione di terzietà rispetto all’amministrazione sottopo-sta a giudizio, traendo il pro-prio reddito esclusivamente dall’esercizio delle funzioni istituzionali.

In particolare, è stata invo-cata la piena e inderogabile attuazione dell’art. 3, comma

2, del dpr n. 418/93, secondo cui detti incarichi extra-istituzio-nali debbono essere conferiti dall’Organo di autogoverno, su richiesta non nominativa delle amministrazioni interessate, con conseguente abrogazione del comma 4 del medesimo articolo (che, nel prevedere ec-cezioni, è diventato la regola); l’abrogazione delle disposizioni che consentono ai magistrati fuori ruolo non solo di conser-vare integralmente lo stipen-dio, anche senza svolgere per anni funzioni giudicanti, ma di maturare anzianità valide per l’assegnazione di funzioni direttive nella magistratura di originaria appartenenza; l’onnicomprensività dello sti-pendio, affinché le eventuali funzioni consultive extraistitu-zionali siano assorbite sul pia-no retributivo da una modesta indennità aggiuntiva fi ssa.

Gli interventi sopra indicati costituirebbero un segnale forte per una categoria che, per po-tere bene operare ha bisogno che i cittadini godano della più ampia fi ducia nelle istituzioni cui si rivolgono.

C’è una disposizione del Codice del processo amministrativo che è stata dimenticata dalla maggioranza degli operatori del

diritto e dallo stesso legislatore che l’ha in-trodotta. È l’art. 136 comma 2, che impone ai difensori costituiti di fornire «copia in via informatica di tutti gli atti di parte deposi-tati e, ove possibile, dei documenti prodotti e di ogni altro atto di causa», attraverso la Pec oppure supporti tipo Cd/Dvd. In realtà, si tratta di una norma fantasma, perché – fatta eccezione per studi legali particolar-mente diligenti – è rimasta lettera morta. Si può anzi con sicurezza affermare che, al contrario di quanto stabilito nell’ultimo periodo della disposizione – ossia che il presidente ha facoltà, in casi eccezionali, di dispensare dall’obbligo di deposito – ci si deve ritenere fortunati se, accedendo al sistema informatico della giustizia ammi-nistrativa (N.S.I.G.A.) e quindi al cd. «fa-scicolo elettronico», si nota, a fi anco alla stringa che attesta il deposito del singolo atto, una piccola lettera «D», e quindi il tan-to sospirato deposito in formato digitale. Al di là del fatto che questa scoperta trasmet-te, almeno per un attimo, la sensazione di fare il magistrato in un paese un minimo evoluto e organizzato – posto che invece nel 2012 la giustizia italiana, a tutti i livelli, è organizzata e burocratizzata più o meno allo stesso modo dell’inizio del XX secolo – va altresì rilevato che i vantaggi sono indiscutibili: si evita di produrre quintali di carta (e quindi di spesa) per le copie dei

fascicoli destinati ai componenti del colle-gio; di conseguenza si sgrava la segreteria di un lavoro inutile; inoltre, i componenti del collegio hanno la possibilità di accedere autonomamente anche agli atti e documen-ti depositati all’ultimo momento; infi ne, la possibilità di effettuare un «copia e incolla» di parti dei documenti depositati, consente al giudice di guadagnare tempo prezioso. E dire che non esiste più avvocato che non utilizzi, per scrivere i propri atti, il compu-ter, oppure che non abbia a disposizione uno scanner o un programma informatico per la riproduzione digitale dei documenti. Semplicemente, l’art. 136, comma 2 è una norma senza sanzione, e quindi, come tale, disapplicarla non porta danno, né comporta alcuna decadenza; inoltre, allo stato, non produce alcun vantaggio per il difensore, che per lo scambio con le controparti deve comunque recarsi in Tribunale. Quindi, a che giova impegnarsi per rispettare una disposizione così fastidiosa? Eppure la so-luzione era lì, a portata di mano del legisla-tore, che all’art. 37 della legge fi nanziaria 2011 (legge 111 del 2011), modifi cando gli importi del contributo unifi cato già previsti dal Testo unico sulle spese di giustizia, ha aggiunto al comma 3 dell’art. 13 un comma 3-bis, secondo il quale ove il difensore non indichi il proprio indirizzo di posta elet-tronica certifi cata, il contributo unifi cato è aumentato della metà. Ed ecco quindi che, magicamente, la Pec è comparsa su ogni atto introduttivo del giudizio, anche se sul suo utilizzo concreto permane una

nebulosa simile a quella di Orione. Non si sarebbe potuta prevedere la medesima san-zione anche per l’omesso deposito digitale dei fascicoli? Un’ultima osservazione ri-guarda la fi rma digitale dei provvedimenti giurisdizionali. Attualmente, nonostante il sistema N.S.I.G.A. consenta la trasmissio-ne degli stessi tra componenti del collegio e segreteria, non è possibile per estensore e presidente fi rmarli virtualmente, ma resta l’obbligo di recarsi in sede per apporre la fi rma sulla copia cartacea. Quindi, anche se un magistrato ha scritto le sentenze subito dopo l’udienza, così come se un Presidente ha provveduto immediatamente all’emis-sione di un decreto cautelare urgente, per la loro pubblicazione deve comunque attendersi che si rechino in sede per l’ap-posizione materiale della fi rma. La causa di questo ulteriore buco nel sistema sta, forse, nell’incertezza normativa successi-va all’abolizione dell’A.I.P.A. (Autorità per l’informatica nella pubblica amministra-zione) che collaborava con la Presidenza del consiglio, ai sensi dell’art. 18 del dpr 123 del 2001 sul processo telematico, a stabilire le regole tecnico-operative per il funzionamento e la gestione del sistema informatico della giustizia amministrati-va. La sensazione è che, invece, basterebbe un piccolo impegno del legislatore per su-perare questo stallo, e offrire alla giustizia amministrativa, e quindi ai cittadini tutti, un servizio migliore.

Maria Barbara Cavallomagistrato Tar Sicilia Palermo

EPPURE SAREBBE BASTATO SEGUIRE LA STESSA STRADA DELLA PEC

Copia informatica degli atti, un fantasmaLa previsione è priva di sanzione. Quindi la rispettano in pochi

Pagina a curaDELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI

MAGISTRATI AMMINISTRATIVI

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38 Giovedì 2 Febbraio 2012

1,80 # ,112;/2.,=2650 ,77,3:2 # -23,5.2 05:2 7;--32.2

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3869 del 23/4/2010 recante: “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia”.

AVVISO DI APPROVAZIONE PROGETTO ED INTERVENUTA DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ai sensi e per gli effetti dei seguenti articoli di legge:

• Art. 17 del DPR327/01 e ss.mm.ii.

• Art. 3 dell’OPCM n.3869 del 23/04/2010 che dispone le deroghe alle disposizioni normative

• Art. 1 Ordinanza Commissariale n. 17/3 del 16/01/2012 che dispone la deroga sulla forma di comunicazione ai proprietari prevista dall’art. 17, comma 3 del DPR 327/01 e ss.mm.ii.

Oggetto: Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 7 Il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna nella sua qualità di Commissario Governativo delegato per l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia

AVVISA

che con ordinanza commissariale n. 741/64 del 16/12/2011 è stato approvato il progetto preliminare “avanzato” per appalto integrato dei lavori di “Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 7”, con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.Si comunica, inoltre, che l’ordinanza è stata registrata dalla Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Sardegna – 1° Ufficio, al Reg. n. 1 Fg. N. 29 il 20/12/2011.Il progetto di realizzazione della “Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari-Olbia”, comprensivo di tutti i lotti da 0 fino a 9, è stato sottoposto a procedura di valutazione d’impatto ambientale di competenza nazionale conclusasi con l’emissione decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, n. DVA DEC-2011-0000060 del 24/02/2011. Il testo integrale del decreto è reso disponibile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Estratto del decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno 14/4/2011, ai sensi dell’articolo 27 del D.Lgs. 3/4/2006 n. 152 e ss.mm.ii..Il provvedimento di approvazione e gli atti relativi al progetto dell’opera, sono depositati presso l’Ufficio del Responsabile del procedimento, ing. Francesco Ruggieri, nella sede dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, e presso la sezione staccata di Sassari dell’ANAS, in via Carlo Felice 1.Gli elaborati potranno essere visionati nei giorni e negli orari di ricevimento al pubblico nello specifico dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00, il Martedì ed il Giovedì dalle 15.00 alle 16.00.Il provvedimento di approvazione del progetto, è consultabile anche presso gli uffici della Struttura del Commissario a Sassari, presso la sede del Servizio del Genio Civile di Sassari e di Olbia-Tempio, in via Diaz 23 e presso la sede dell’Assessorato dei LL.PP. a Cagliari in viale Trento 69, oltre che sul sito istituzionale della Regione Sardegna.I proprietari potranno far pervenire al Responsabile del Procedimento, presso la sede dell’ANAS dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, ogni utile elemento per determinare il valore da attribuire all’area ai fini della liquidazione della indennità di esproprio.All’uopo si indicano i dati catastali degli immobili interessati dalla presente procedura:

COMUNE di MONTI - Fg. 3: mapp.(1052) Desole Andrea (Olbia 12/12/1967), Desole Eurice (Olbia 09/05/1954), Desole Patrizia (Olbia 02/07/1965), Desole Tiziana (Olbia 27/07/1958), Desole Vinicio (Olbia 02/09/1960), Meloni Alberto (Tempio Pausania 29/09/1953) - mapp.(355,1215 ex 187) Desole Giovanni (Berchidda 07/10/1923) - mapp.(185,180,724,726) Contu Barbarina fu Raimondo, Mutzu Giovanni Gerolamo fu Leonardo, Mutzu Pasqua Maria mar. Padre (Monti 17/01/1938), Mutzu Fresu Antonio di Giovanni Gerolamo, Mutzu Fresu Geromina di Giovanni Gerolamo, Padre Giovanni Bartolo (Monti 18/12/1923) - mapp.(117,367) Contu Barbarina fu Raimondo ved. Fresu, Desole Cherchi Andrea fu Salvatore, Fresu Fresu Domenico fu Stefano, Fresu Isoni Pasquale fu Stefano, Isoni Domenica fu Tommaso ved. Fresu, Isoni Lacomi Francesco fu Stefano, Mieddu Orgolesu Giovanna Maria fu Giovanni mar Desole, Sanna Careddu Teresa fu Francesco mar. Fresu - mapp.(189) Contu Barbarina fu Raimondo ved. Fresu, Desole Andrea fu Salvatore, Murgia Giovanna Maria fu Giovanni mar. Desole - mapp.(286) Ruiu Maria Paola Piera (Olbia 06/02/1975), Ruiu Valentina (Olbia 22/09/1979) -mapp.(343) Fresu Pasqua (Monti 03/09/1922), Fresu Salvatore (Monti 17/10/1928), Moretto Angelo (Tempio Pausania 15/10/1963), Moretto Anna Pasqualina (Tempio Pausania (05/01/1969), Moretto Antonio (Tempio Pausania 20/11/1961), Moretto Giovanna Maria (Tempio Pausania 02/07/1960) - mapp.(776) Suelzu Gian Marco (Sassari 13/07/1976), Suelzu Salvatore (Monti 30/01/1941) - mapp.(777) Lorusso Stefania (Bari 23/11/1972), Marongiu Ugo Santino (Nuoro 01/11/1963) - mapp.(128) Suelzu Pietrina (Monti 23/03/1937), Tiligna Anna Rita (Sassari 11/07/1972), Tiligna Antonio (Olbia 15/03/1962), Tiligna Gerolamo (Olbia 105/03/1962) - mapp.(132) Mariotti Mario Stefano (Monti 18/05/1941) - mapp.(408,289,131,407) Fresu Gavina (Monti 22/10/1915), Fresu Giovanni Maria (Monti 13/02/1910), Fresu Sebastiano (Monti 13/11/1944) - mapp.(406) Fresu Gavina mar. Fresu (Monti 25/10/1915), Fresu Giovanni Maria (Monti 13/02/1910) - mapp.(290,295) Venus s.r.l. Olbia - mapp.(129,294,134) Ruiu Giovanni Maria (Olbia 11/11/1949) - mapp.(225,516) Marteddu Michelina (Pattada 07/07/1957) - mapp.(517) Demanio NON CENSITO - mapp.(231) Costruzioni Edilizie Camboni Soc. Unipersonale a r.l. Olbia - mapp.(855,856) Ruiu Antonella (Svizzera 17/02/1969) - mapp.(857) Comune di Monti - mapp.(321,1154) Recino Giangregorio (Sassari 01/06/1969) – mapp.(293) Sala Giorgio (Como 23/07/1974) – mapp.(1075) Ruiu Pier Mario (Sassari 04/01/1944);

COMUNE di MONTI - Fg. 5: mapp.(289,287) Manconi Giovanna (Bortigali 29/01/1958), Pudda Gesuina (Monti 01/01/1957), Pudda Salvatore (Ozieri 26/02/1982), Pudda Sara (Ozieri 22/02/1986), Taras Maria Caterina (Berchidda 02/02/1949) - mapp.(442) Pudda Pietro Paolo (Monti 17/01/1948), Scanu Mariangela (Mores 05/08/1949);

COMUNE di MONTI - Fg. 6: mapp.(326) Isoni Giacomina mar. Sanna fu Pietro, Isoni Pasquale fu Pietro, Isoni Pietro fu Pietro - mapp.(142,101) Marini Andreana (Monti 06/09/1937), Marini Fabrizio (Monti 11/01/1975), Marini Giovanni Bernardino (Monti 05/06/1945), Marini Martino (Monti 16/08/1933), Marini Silvio (Ozieri 19/12/1985), Putzulu Maria Bonaria (Monti 01/07/1945) - mapp.(215) Nuova Intrapresa Sarda s.r.l. Monti - mapp.(216) Isoni Andreana (Monti 26/06/1944), Nieddu Giuseppe (Monti 18/03/1945) - mapp.(274) Nieddu Giuseppe (Monti 18/03/1945) -mapp.(546) Isoni Gianfranco (Nuoro 07/09/1971), Isoni Pier Angelo (Nuoro 18/02/1973), Pintus Miranda Maria Domenica (Pau 21/08/1934) - mapp.(122,347) Ghera Rosa (Alà dei Sardi 12/04/1949), Pirina Ignazio (Monti 26/11/1956), Pirina Maria Antonietta (Monti 29/07/1959), Puddighinu Stefanina (Monti 17/02/1960), Raspitzu Antonio (Monti 16/08/1942), Raspitzu Tonino (Monti 23/07/1951) - mapp.(602) Pirina Ignazio (Monti 26/11/1956), Puddighinu Stefania (Monti 17/02/1960);

COMUNE di MONTI - Fg. 7: mapp.(244 ex 63) Masia Milena mar. Murrai (Scano di Montiferro 01/12/1937), Murrai Antonio (Alà dei Sardi 07/09/1935), mapp.(245 ex 65, 248 ex 65 ) Mureddu Gavina (Firenze 22/10/1936), Mureddu Pietro (San Giovanni d’Asso 19/05/1940), Mureddu Sebastiano (Monti 10/10/1902), Mureddu Tomaso (Firenze 02/01/1938), Sanna Giamopiero (Monti 28/10/1956) - mapp.(182,194) Manca Franca (Borore 24/01/1943), Manca Giovanni Maria (Loceri 13/01/1947), Manca Pietro (Austis 03/04/1944), Manca Salvatore (Muravera 01/06/1949) - mapp.(183) Manca Franca (Borore 24/01/1943), Manca Gabriele (Ozieri 08/06/1982), Manca Giuseppe (Ozieri 23/05/1985), Manca Pietro (Austis 03/04/1944), Manca Salvatore (Muravera 01/06/1949), Pinna Maria Gesuina (Ossi 02/02/1954) - mapp.(184,196) Manca Gabriele (Ozieri 08/06/1982), Manca Giuseppe (Ozieri 23/05/1985), Pinna Maria Gesuina (Ossi 02/02/1954) - mapp.(185,179) Manca Franca (Borore 24/01/1943), Manca Pietro (Austis 03/04/1944) - mapp.(178) Manca Salvatore (Muravera 01/06/1949) - mapp.(254 ex 197,37) Manca Franca (Borore 24/01/1943), Manca Pietro (Austis 03/04/1944) - mapp.(177,256 ex 190, 168,68) Isoni Pietrina (Monti 19/11/1916), Sanna Andreana (Monti 15/03/1942), Sanna Gavino (Monti 05/02/1940), Sanna Paolo (Monti 03/01/1948) - mapp.(95,92,93,94) Lutzu Giovanni Vittorio (Monti 22/12/1940) – mapp.(70,39,43) Sanna Gavina (Monti 11/12/1936) - mapp.(87,44,141,69) Sanna Pasqualino (Monti 24/03/1940) - mapp.(101) Mutzu Annita Maria (Monti 17/01/1927) - mapp.(90,71) Isoni Pietro (Monti 19/09/1935) - mapp.(230,89) Isoni Gianfranco (Olbia 21/01/1960), Mureddu Gavina (Firenze 22/10/1936) – mapp.(129) Mutzu Luigi (Olbia 09/02/1959) - mapp.(150,148,151,72) Mutzu Simica fu Antonio mar. Sanna - mapp.(113) Mureddu Gavina (Firenze 22/10/1936) - mapp.(73,74,152,31,75) Sanna Andreana (Monti 22/01/1934), Sanna Gavino (Monti 20/01/1926), Sanna Giovanna Maria (Monti 22/09/1936), Sanna Pietro (Monti 09/02/1939), Sanna Pietruccia (Monti 20/01/1928) - mapp.(29) Sanna Andreana (Monti 22/01/1934), Sanna Gavino (Monti 20/01/1926), Sanna Pietro (Monti 09/02/1939), Sanna Pietruccia (Monti 20/01/1928), Azzena Antonello (Tempio Pausania 04/01/1975) - mapp.(77,22) Isoni Marcello (Monti 17/12/1952), Isoni Piero (Monti 30/09/1958), Padre Francesca Maria (Monti 11/05/1930) - mapp.(146 ex 80, 57) Mancini Pietrina (Tempio Pausania 25/11/1929), Murrai Francesco (Olbia 05/09/1961), Murrai Paola (Olbia 17/07/1958) - mapp.(225,81,82) Di Palo Anna (Olbia 09/06/1950), Murrai Giuseppe (Olbia 10/08/1980), Murrai Paola (Olbia 22/03/1977), Murrai Pasqua (Olbia 23/05/1978) - mapp.(59,118) Fiori Antonio di Giovanni, Fiorni Mariangela di Giovanni, Fiori Matteo di Giovanni, Fiori Salvatorica di Giovanni, Isoni Caterina, Isoni Gavina fu Pietro, Isoni Giovanni, Isoni Giovanni fu Pietro, Isoni Giovanni Maria, Ledda Domenico di Francesco, Ledda Pietrina di Francesco, Leoni Pietro (Loiri Porto S. Paolo 02/04/1924), Leoni Salvatore (Loiri S. Paolo 08/10/1920), Sanna Andreana di Giovanni Maria, Spanu Maria Teresa fu Matteo - mapp.(116) Laconi Anna Rita (Olbia 26/10/1963), Laconi Antonio (Olbia 10/03/1959) - mapp.(117) Giua Maria Rosa (Tempio Pausania 26/12/1931), Laconi Bachisio (Olbia 17/11/1957), Laconi Giovanna (Tempio Pausania 11/05/1953), Laconi Sabina (Tempio Pausania 25/12/1958) - mapp.(23) Isoni Antonica (Monti 23/02/1932) - mapp.(24) Desole Patrizia (Olbia 02/07/1965) - mapp.(120,119) Padre Paolo (Monti 11/05/1941) - mapp.(B) Demanio;

COMUNE di MONTI - Fg. 8: mapp.(4) Laconi Annarita (Olbia 26/10/1963), Laconi Antonio (Olbia 10/03/1959) - mapp.(427,419) Masone Mannu s.n.c. Olbia - mapp.(140,169,139,166,163,359) Pirisino Anna Maria Lea (Olbia 05/11/1946), Pirisino Giacomo Maria Carmelo (Olbia 14/07/1956), Pirisino Giovanni Quirino Giacomo (Monti 20/02/1948), Pirisino Speranza Maria Maddalena (Sassari 19/08/1945) - mapp.(181) Isoni Salvatore (Monti 18/01/1927), Pagliari Rita (Lecce 07/07/1936) - mapp.(164) Fiamma 2000 s.p.a. Ardea - mapp.(356,322,138) Carzedda Peppino (Bitti 10/12/1927) - mapp.(323) Demanio - mapp.(2) Meloni Vittoria (Monti 30/11/1907), Padre Francesco (Monti 03/01/1947), Padre Leonardo (Monti 24/10/1949), Padre Michele (Monti 10/05/1955) - mapp.(408,210) Isoni Salvatorica (Monti 04/01/1920) - mapp.(391,171) Isoni Gavina fu Francesco (Monti 25/12/1921), Isoni Giovanni fu Francesco, Isoni Giovanni Maria (Monti 31/10/1914), Isoni Pietro (Monti 03/12/1923), Isoni Salvatorica (Monti 04/01/1920);

COMUNE di MONTI - Fg. 10: mapp.(131,11) Calvisi Lucia Rosa (Olbia 06/09/1969), Schintu Anna Speranza (Tula 21/11/1930) - mapp.(15) Demanio dello Stato - mapp.(136) Isoni Giovanna Maria (Monti 15/11/1923), Isoni Michele (18/03/1932), Isoni Nicolò (06/04/1922), Isoni Nicolò (13/09/1919), Isoni Paolino (18/01/1936), Murrai Gavina (18/10/1895) - mapp.(361,175,363,364,488,177) Isoni Giovanna Maria (Monti 15/11/1923), Isoni Michele (18/03/1932), Isoni Nicolò (06/04/1922), Isoni Nicolò (13/09/1919), Isoni Paolino (18/01/1936), Murrai Gavina (18/10/1895), Muzzu Domenica mar. Isoni (01/08/1921) - mapp.(487) Isoni Pietro (Monti 01/03/1956) - mapp.(224,135,178,176) Murrai Maria Antonietta (Semestene 24/10/1957) - mapp.(92) Marini Andreana (Monti 06/09/1937), Marini Fabrizio (Monti 11/01/1975), Marini Giovanni Bernardino (Monti 05/06/1945), Marini Martino (Monti 16/08/1933), Marini Silvio (Monti 19/12/1985), Pinducciu Pietruccia (Monti 16/09/1907), Putzulu Maria Bonaria (Cagliari 01/07/1945) - mapp.(137,64,138) Ferrari Maria Maddalena (Monti 26/02/1943), Marini Antonio, Marini Giacomo Maria (Monti 16/08/1907), Marini Martino (Monti 16/08/1933) - mapp.(271,10) Isoni Andreana (Monti 30/09/1937), Marini Antonia (Monti 26/08/1902), Pirina Giovanni (Monti 25/08/1926), Pirina Pasquale (Monti 04/07/1924) - mapp.(272) Demanio della Regione Autonoma della Sardegna Cagliari - mapp.(9) Marini Giacomo Maria (Monti 26/08/1902), Pirina Giovanni (Monti 25/08/1926), Pirina Pasquale (Monti 07/04/1924), Sarai Angelo (Sadali 22/09/1943), Sarai Caterina (Orroli 07/01/1951), Sarai Maria Antonia (Sadali 05/03/1939), Sarai Mario (Dolianova 28/09/1937) - mapp.(76) Ledda Pasquale (Monti 21/02/1958), Sanciu Chiara (Berchidda 27/01/1933).

Il presente Avviso è pubblicato all’albo del Comune di Monti, su un quotidiano a diffusione nazionale e un quotidiano a diffusione locale e sul sito della Regione Sardegna, ai sensi dell’art. 11, secondo comma, del D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 e ss.mm.ii..

Il Commissario Delegato Il Presidente della Regione Sardegna

Ugo Cappellacci

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3869 del 23/4/2010 recante: “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia”.

AVVISO DI APPROVAZIONE PROGETTO ED INTERVENUTA DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ai sensi e per gli effetti dell’art.14ter della Legge 241/90 e ss.mm.ii.

Oggetto: Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 8 Il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna nella sua qualità di Commissario Governativo delegato per l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia

AVVISAche con ordinanza commissariale n. 742/65 del 16/12/2011 è stato approvato il progetto preliminare “avanzato” per appalto integrato dei lavori di “Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 8”, con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.Si comunica, inoltre, che l’ordinanza è stata registrata dalla Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Sardegna – 1° Ufficio, al Reg. n. 1 Fg. N. 28 il 20/12/2011.Il progetto di realizzazione della “Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari-Olbia”, comprensivo di tutti i lotti da 0 fino a 9, è stato sottoposto a procedura di valutazione d’impatto ambientale di competenza nazionale conclusasi con l’emissione decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, n. DVA DEC-2011-0000060 del 24/02/2011. Il testo integrale del decreto è reso disponibile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Estratto del decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno 14/4/2011, ai sensi dell’articolo 27 del D.Lgs. 3/4/2006 n. 152 e ss.mm.ii..Il provvedimento di approvazione e gli atti relativi al progetto dell’opera, sono depositati presso l’Ufficio del Responsabile del procedimento, ing. Francesco Ruggieri, nella sede dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, e presso la sezione staccata di Sassari dell’ANAS, in via Carlo Felice 1.Gli elaborati potranno essere visionati nei giorni e negli orari di ricevimento al pubblico nello specifico dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00, il Martedì ed il Giovedì dalle 15.00 alle 16.00.Il provvedimento di approvazione del progetto, è consultabile anche presso gli uffici della Struttura del Commissario a Sassari, presso la sede del Servizio del Genio Civile di Sassari e di Olbia-Tempio, in via Diaz 23 e presso la sede dell’Assessorato dei LL.PP. a Cagliari in viale Trento 69, oltre che sul sito della Regione Sardegna.Il presente Avviso è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, su un quotidiano a diffusione nazionale e sul sito della Regione Sardegna. Dalla data della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale decorrono i termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte dei soggetti interessati.

Il Commissario Delegato Il Presidente della Regione Sardegna

Ugo Cappellacci

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3869 del 23/4/2010 recante: “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia”.

AVVISO DI APPROVAZIONE PROGETTO ED INTERVENUTA DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ

Ai sensi e per gli effetti dell’art.14ter della Legge 241/90 e ss.mm.ii.

Oggetto: Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 7 Il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna nella sua qualità di Commissario Governativo delegato per l’emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nelle province di Sassari e Olbia-Tempio, in relazione alla strada statale Sassari - Olbia

AVVISAche con ordinanza commissariale n. 741/64 del 16/12/2011 è stato approvato il progetto preliminare “avanzato” per appalto integrato dei lavori di “Adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari – Olbia. Lotto 7”, con la contestuale dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.Si comunica, inoltre, che l’ordinanza è stata registrata dalla Corte dei Conti, Sezione di Controllo per la Sardegna – 1° Ufficio, al Reg. n. 1 Fg. N. 29 il 20/12/2011.Il progetto di realizzazione della “Nuova strada tipo B (4 corsie) Sassari-Olbia”, comprensivo di tutti i lotti da 0 fino a 9, è stato sottoposto a procedura di valutazione d’impatto ambientale di competenza nazionale conclusasi con l’emissione decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, n. DVA DEC-2011-0000060 del 24/02/2011. Il testo integrale del decreto è reso disponibile sul sito web del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Estratto del decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il giorno 14/4/2011, ai sensi dell’articolo 27 del D.Lgs. 3/4/2006 n. 152 e ss.mm.ii..Il provvedimento di approvazione e gli atti relativi al progetto dell’opera, sono depositati presso l’Ufficio del Responsabile del procedimento, ing. Francesco Ruggieri, nella sede dell’ANAS di Cagliari in via Biasi 27, e presso la sezione staccata di Sassari dell’ANAS, in via Carlo Felice 1.Gli elaborati potranno essere visionati nei giorni e negli orari di ricevimento al pubblico nello specifico dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00, il Martedì ed il Giovedì dalle 15.00 alle 16.00.Il provvedimento di approvazione del progetto, è consultabile anche presso gli uffici della Struttura del Commissario a Sassari, presso la sede del Servizio del Genio Civile di Sassari e di Olbia-Tempio, in via Diaz 23 e presso la sede dell’Assessorato dei LL.PP. a Cagliari in viale Trento 69, oltre che sul sito della Regione Sardegna.Il presente Avviso è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, su un quotidiano a diffusione nazionale e sul sito della Regione Sardegna. Dalla data della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale decorrono i termini per eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte dei soggetti interessati.

Il Commissario Delegato Il Presidente della Regione Sardegna

Ugo Cappellacci

COMUNE DI FIRENZEUfficio Segreteria Generale e Affari Istituzionali

Servizio Contratti e Appalti

ESTRATTO AGGIUDICAZIONE APPALTO

Si informa che l’avviso dell’appalto aggiudicato mediante procedura aperta per l’appalto “Fornitura di 31 autocarri leggeri per varie Direzioni e cessione in permuta di veicoli usati (lotto unico)” è stato pubblicato sulla GUCE n. 2012/S 14-021576 del 21/01/2012.Il risultato integrale di gara è consultabile al seguente indirizzo internet: http://www.comune.fi.it/opencms/export/sites/retecivica/materiali/bandi/appalti_aggiudicati.html

IL DIRIGENTE(Dott.Domenico Palladino)

COMUNE DI UDINEAvviso di gara mediante procedura aperta

Il Comune di Udine, C.F. e P.I. 00168650307, via Lionello 1 - 33100 Udine

indiceprocedura aperta per i lavori di ampliamento e ristrutturazione della Scuola Primaria Fruch. – Opera 6677 CIG: 3799999260; Importo a base d’asta € 961.634,88 + IVA; oneri della sicurezza pari ad € 25.800,00 non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OG1 € 767.396,35 Classifica III. Categoria scorporabile interamente subappaltabile: OG11 € 194.238,53 Classifica I. Contratto da stipulare a corpo; Aggiudicazione: prezzo più basso determinato mediante offerta a prezzi unitari. Data di pubblicazione sulla GURI: 30/01/2012. L’offerta deve essere presentata esclusivamente attraverso il sistema telematico sul sito informatico del Comune di Udine “Gare telematiche” entro le ore 17:30 del giorno 05/03/2012; Data di apertura dell’offerta: 07/03/2012 ore 09:00 presso la sede municipale.I requisiti richiesti, le modalità di partecipazione e tutta la documentazione di gara integrale sono visionabili presso il Dipartimento Gestione del Territorio delle Infrastrutture e dell’Ambiente - via Lionello 1, tel. 0432 271537, fax. 0432 271539 - Udine - nonché sul sito www.pleiade.it/comune-udine/ ove è possibile anche estrarne copia.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO(f.to arch. Lorenzo Agostini)

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Page 33: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Paga il … il consigliere Rizzo Nervo che si dimesso per protesta. Speriamo solo che non ci ripensi. Avremmo ... fll ff ddl ld Utili raddoppiati

39Giovedì 2 Febbraio 2012

Fondamentale l’apporto di Auburn Hill. In borsa Spa a +4,81%, Industrial +5,02%

Fiat-Chrysler, utili al raddoppioCon ricavi a 59,5 mld, +66%. Saliranno a 77 nel 2012

È stato un anno record quello appena chiuso dal gruppo Fiat, nonostante il calo vendite sul mer-

cato europeo. La soddisfazione dell’a.d., Sergio Marchionne, si è estesa a piazza Affari, dove Fiat spa ha chiuso a +4,81% euro, +5,02% e Fiat industrial, dopo lo scivolone di martedì, dovuto ai dati sotto le attese di Cnh, ha chiuso a 7,75 euro, +3,47%. Il tito-lo ha benefi ciato soprattutto del deciso calo dell’indebitamento, a 1,2 mld, ben oltre le aspettative.

Fiat (inclusa Chrysler da giu-gno 2011) ha chiuso il 2011 con un utile (esclusa la gestione ati-pica) pari a 684 mln euro (342 mln nel 2010). Conside-rando i proventi atipi-ci netti pari a 1 mld (principalmente ri-feribili alla valuta-zione della quota detenuta in Ch-rysler al momento del consolidamen-to) l’utile netto sale a 1,651 mld (222 mln nel 2010).I ricavi net-ti sono

saliti a 59,559 mld (+66%) e ri-fl ettono il contributo di Chrysler per il periodo giugno-dicembre, di 23,6 mld e la crescita del 4,2% dei ricavi di Fiat esclusa Chry-sler (37,4 mld). I ricavi hanno mantenuto il livello del 2010, nonostante le diffi cili condizioni di mercato in Europa. I mar-chi sportivi e di lusso e i com-ponenti hanno conseguito un tasso di crescita a doppia cifra.L’utile della gestione ordinaria è salito a 2,392 mld (1,112 mld nel 2010). Escludendo Chrysler, l’utile della gestione ordinaria è stato pari a 1 mld, in linea con il 2010. L’utile operativo è salito a 3,336 mld rispetto a

992 mln di fine 2010.L’indebitamento netto

industriale è stato di 5,5 mld, in crescita rispetto ai 0,5 mld di fi ne 2010, prin-cipalmente per effetto del consoli-

damento del debito netto di Chrysler (3,9 mld), dell’acquisto

delle quote di Ch-

rysler

detenute dal Dipartimento del tesoro statunitense e dal Ca-nada (0,5 mld), e degli investi-menti (5,5 mld), al netto delle disponibilità generate nell’eser-cizio dalle attività operative (5,2 mld). L’indebitamento net-to industriale di Fiat, esclusa Chrysler, è stato di 2,4 mld; se calcolato al netto degli esborsi per l’acquisto delle quote in Ch-rysler e di altre poste non mone-tarie, è stato di 0,7 mld, ben al di sotto dell’obiettivo originario.La liquidità disponibile, che comprende 3 mld di linee di credito non utilizzate, si è at-testata a 20,7 mld. I 12,3 mld relativi a Fiat esclusa Chrysler sono stati in linea con la liqui-dità disponibile di fine 2010.

Nel quarto trimestre, Fiat (inclu-sa Chrysler) ha poi riportato un utile (esclusa la gestione atipi-ca) di 322 mln euro (248) mentre l’utile netto è salito a 265 mln (153). Inoltre, i ricavi netti sono cresciuti a 19,644 mld (+107,8%), l’utile della gestione ordinaria a 765 mln (319) e l’utile operativo a 708 mln (224).

A permettere questi risultati è stata, ancora una volta, Chrysler, che ha chiuso, per la prima vol-ta dopo 15 anni di passivo, con un utile di 183 milioni di dollari (-652 nel 2010), con ricavi netti per 55 mld di dollari, +31% e una quota di mercato salita, in Usa, al 10,5% dal 9,2 del 2010.

Il gruppo torinese ha anche fornito la guidance sul 2012, so-

pra le attese degli analisti. Fiat ora stima ricavi sopra 77 mld, un utile tra 3,8 e 4,5 mld euro, un utile netto tra 1,2 e 1,5 mld e un indebitamento netto tra 5,5 e 6 mld.

Nel corso della conference call sui conti Chrysler, l’a.d. Sergio Marchionne ha spiegato poi che il Lingotto salirà al 100% (dall’attuale 58,5%) del capitale della casa di Auburn Hills entro il 2016. La proposta di distribu-zione del dividendo di Fiat in-dustrial, nel suo primo anno in borsa, sarà così articolata: 0,185 euro per azione ordinaria, per un totale di 202,1 milioni; 0,185 euro per azione privilegiata, per 19,1 milioni; 0,2315 euro per azione di risparmio, per 18,5 milioni di euro. Invece, «considerando che Fiat intende mantenere un ele-vato livello di liquidità e che sus-sistono restrizioni alla possibilità di Chrysler di distribuire divi-dendi ai propri soci, il consiglio di amministrazione ha deciso di non raccomandare la distribuzione di un dividendo alle azioni ordinarie di Fiat», si afferma in una nota del Lingotto. Per quelle speciali, il dividendo complessivo sarà di 39,7 milioni di euro: 0,217 euro per azione privilegiata, per 22,4 milioni di euro; 0,217 per le ri-sparmio, per 17,3 milioni di euro.Il gruppo ha tuttavia rivisto le vendite al 2014, alla luce dei dati 2011, con un calo in Europa e conferma delle aspettative per Nord America, America latina e Asia-Pacifi co.

Il Lingotto ha anche annuncia-to che emetterà uno o più prestiti obbligazionari fi no a 3 miliardi di euro (o importo equivalente in altra divisa) da collocare presso investitori istituzionali in una o più tranches entro fi ne 2013.

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detenute dal Dipartimento del Nel quarto trimestre Fiat (inclu-

Fiat group automobiles ha immatricolato in gennaio in Italia quasi 40.500 vetture ottenendo così «sostanzialmen-te lo stesso risultato del mercato e conferma la quota al 29,5%», secondo quanto affermato ieri sera da fonti del Lingotto. Gennaio, secondo il ministero, ha registrato un calo generale di immatricolazioni del 16,9%. In linea con questa quota è anche il calo di Fiat, che per altro ha man-tenuto la quota di mercato.

Risultati positivi per Lancia, che migliora la quota dello 0,8% al 5,1% e soprattutto per Jeep, che incrementa le ven-dite del 43,8% allo 0,5% (era lo 0,3% a gennaio 2011). Alfa Romeo Giulietta si conferma tra le vetture più vendute del segmento C con il 16% di quota. Fga domina ancora la classifi ca delle vetture più vendute, con Panda, Punto, Ypsilon e 500 ai primi quattro posti. Per la Nuova Panda sono già stati fatti 14 mila ordini.

A gennaio, in Italia,quota invariata al 29,5%

Sergio Marchionne

CambiDivisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

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Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 25,157 25,188 -0,0310 19,0945

Corona Danese 7,4337 7,4346 -0,0009 5,6423

Corona Norvegese 7,654 7,656 -0,0020 5,8095

Corona Svedese 8,8896 8,8967 -0,0071 6,7473

Dollaro Australiano 1,2312 1,2366 -0,0054 0,9345

Dollaro Canadese 1,3161 1,3134 0,0027 0,9989

Dollaro N Zelanda 1,5839 1,5918 -0,0079 1,2022

Dollaro USA 1,3175 1,3176 -0,0001 -

Fiorino Ungherese 292,49 293,91 -1,4200 222,0038

Franco Svizzero 1,2048 1,2048 - 0,9145

Rand Sudafricano 10,1889 10,253 -0,0641 7,7335

Sterlina 0,8312 0,8351 -0,0039 0,6309

Yen 100,29 100,63 -0,3400 76,1214

Zloty Polacco 4,2005 4,2243 -0,0238 3,1882

Tasso uffi ciale di riferimento 1,00 1,25 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 5,09 5,09 0,00

Tasso Infl azione ITA 3,30 3,30 0,00

Tasso Infl azione EU 2,70 3,00 -0,30

Indice HICP EU-12 116,30 115,90 0,40

HICP area EURO ex tobacco 113,91 113,54 0,37

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,20 0,70 -0,50

Tasso di disoccupazione ITA 7,65 7,78 -0,13

1 sett 0,380

1 mese 0,376

2 mesi 0,367

3 mesi 0,359

4 mesi 0,349

5 mesi 0,347

6 mesi 0,340

7 mesi 0,338

8 mesi 0,338

9 mesi 0,337

10 mesi 0,336

12 mesi 0,338

Preziosi ($ per oncia)Oro 1745,33 1745,8Argento 33,74 33,8Palladio 693,5 699,5Platino 1614 1624Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2219 2220Rame 8351 8352Piombo 2210 2210Nichel 20865 20870

Stagno 24055 24060Zinco 2091 2092Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 314,01 345,51Sterlina (n.c.) 315,04 345,82Sterlina (post 74) 315,04 345,82Marengo Italiano 231,37 253,84Marengo Svizzero 230,29 251,54Marengo Francese 229,82 251,54Marengo Belga 229,82 251,54

1 Sett. 0,396

2 Sett. 0,480

3 Sett. 0,572

1 M 0,701

2 M 0,907

3 M 1,115

4 M 1,213

5 M 1,306

6 M 1,409

7 M 1,477

8 M 1,535

9 M 1,595

10 M 1,645

11 M 1,694

12 M 1,745

S/N - O/N 0,283 0,139 0,573 0,038 0,107

1 sett 0,344 0,195 0,621 0,040 0,116

2 sett 0,405 0,224 0,654 0,040 0,124

1 mese 0,641 0,264 0,769 0,048 0,144

2 mesi 0,823 0,393 0,881 0,056 0,159

3 mesi 1,049 0,537 1,082 0,071 0,196

4 mesi 1,161 0,624 1,178 0,083 0,241

5 mesi 1,259 0,699 1,284 0,097 0,293

6 mesi 1,366 0,773 1,393 0,122 0,336

7 mesi 1,437 0,823 1,482 0,150 0,386

8 mesi 1,499 0,872 1,568 0,181 0,431

9 mesi 1,557 0,923 1,656 0,219 0,474

10 mesi 1,612 0,974 1,740 0,259 0,504

11 mesi 1,667 1,031 1,813 0,302 0,529

12 mesi 1,720 1,091 1,893 0,343 0,554

1 anno 1,207 1,247

2 anni 1,093 1,133

3 anni 1,146 1,186

4 anni 1,315 1,355

5 anni 1,516 1,556

6 anni 1,713 1,753

7 anni 1,886 1,926

8 anni 2,031 2,071

9 anni 2,150 2,190

10 anni 2,255 2,295

12 anni 2,423 2,463

15 anni 2,572 2,612

20 anni 2,610 2,650

25 anni 2,554 2,594

30 anni 2,489 2,529

Fonte: Icap

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Page 34: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO Paga il … il consigliere Rizzo Nervo che si dimesso per protesta. Speriamo solo che non ci ripensi. Avremmo ... fll ff ddl ld Utili raddoppiati

40 Giovedì 2 Febbraio 2012 MERCATI E FINANZA

Le banche si aspettano un ulteriore inasprimento delle condizioni del cre-dito nel primo trimestre,

dopo la stretta registrata negli ultimi tre mesi 2011. La ten-denza emerge dall’indagine trimestrale sul settore banca-rio europeo della Bce, che ha messo in evidenza come questa condizione sia stata determi-nata dall’intensificarsi della crisi del debito dell’Eurozona.Per contro, gli istituti di credi-to hanno potuto contare sulle misure non convenzionali della Bce che hanno permesso un al-lentamento delle condizioni di fi nanziamento all’ingrosso.

In generale, però, le tensioni sul mercato dei titoli di stato hanno portato a «un signifi ca-tivo deterioramento» delle loro condizioni di finanziamento a causa dei vincoli di bilancio e di gestione della liquidità.Sempre rispetto alle condizioni di fi nanziamento all’ingrosso, le banche vedono un miglioramen-to nel primo quadrimestre, «che potenzialmente rifl ette l’antici-pata effi cacia delle misure non convenzionali della Bce».

L’outlook sui finanziamenti per l’Eurozona arriva dopo l’al-locazione di quasi 500 mld euro di prestiti a lungo termine fat-ta dalla Bce a dicembre che, a detta del suo presidente Mario Draghi, ha evitato una stretta «importante» sul credito.

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Bce: continua la tendenza in atto

Credito più limitatonel primo trimestre

«Nel quarto trimestre i criteri per la concessione dei presti-ti alle imprese e alle famiglie hanno subito un signifi cativo irrigidimento, determinato soprattutto dalle difficoltà di accesso al fi nanziamento sui mercati all’ingrosso e dai problemi di liquidità incon-trati dagli intermediari nel trimestre, nonché dal dete-rioramento delle prospet-tive economiche». È l’esito dell’indagine sul credito fat-ta da Bankitalia per il quar-to trimestre, con proiezioni per il primo trimestre 2012.«L’irrigidimento», puntua-lizza l’istituto di via Na-zionale, «si è tradotto in un aumento dei margini di interesse, ma anche, per le imprese, in una revisione delle linee di credito. Un’ac-centuazione delle tensioni sull’offerta, ma di minore intensità, è prevista anche per il trimestre in corso».«La crescita della domanda di finanziamenti da parte delle imprese sarebbe rima-sta sostanzialmente inva-riata nel quarto trimestre; la domanda delle famiglie avrebbe rallentato», conclu-de Bankitalia.

Bankitalia:meno prestiti

Ci sono segnali di mi-glioramento dall’in-dustria in Europa, mentre indicazioni

analoghe ieri sono giunte an-che dalla Cina.

A gennaio, l’indice tra i re-sponsabili degli approvvigio-namenti nel settore manifat-turiero dell’area euro è risalito a 48,8 punti, dai 46,9 punti di dicembre; pur restando a livel-li di contrazione, ha così regi-strato il valore più elevato da cinque mesi.

Lo ha riferito il centro stu-di Markit economics, con una lettura lievemente superiore a quella della stima preliminare.In questa, come in indagini analoghe, i 50 punti rappre-sentano la soglia di demarca-zione tra espansione e contra-zione dell’attività.

«Si osservano segnali di ri-presa in Germania e Austria», ha rilevato Markit. «I tassi di contrazione della produzione sono diminuiti fortemente in Italia e Spagna, ma cali leg-

germente maggiori sono stati registrati in Francia e Irlanda. In Grecia si osservano i risul-tati peggiori, con il crollo della produzione al tasso più veloce in tutta la storia dell’indagi-ne».

Sulle imprese manifattu-riere dell’Italia, il Purchasing managers index è risalito a 46,8 punti, il valore più elevato da quattro mesi, dai 44,3 pun-ti di dicembre, riporta Markit, mentre in Grecia il pmi index è calato a quota 41 punti.

In Germania esso è invece a valori espansivi e si è ulte-riormente rafforzato a quota 51 punti.

Sempre ieri un altro indice pmi, elaborato dalle autorità della Cina, ha segnato una ri-salita a 50,5 punti su genna-io, dai 50,3 punti di dicembre, anche se l’indagine condotta dalla banca privata Hsbc ha fornito una lettura più bassa, con l’indice pmi stabile a 48,8 punti.

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L’indice pmi Ue è risalito a 48,8 punti

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Unidesio 760183 10,322 20/01/2012

Unidesio 760184 10,316 20/01/2012

Unidesio 760185 10,313 20/01/2012

Unidesio 760186 10,245 20/01/2012

Unidesio 760187 10,282 20/01/2012

Unidesio 760188 10,218 20/01/2012

Unidesio 760189 10,300 20/01/2012

Unidesio 760191 10,033 20/01/2012

Unidesio 760192 10,228 20/01/2012

Unidesio 760193 10,303 20/01/2012

Unidesio 760198 8,6300 20/01/2012

Unidesio 760201 10,249 20/01/2012

Unidesio 760202 10,160 20/01/2012

Unidesio 760203 10,5640 20/01/2012

Unidesio 760205 10,015 20/01/2012

Unidesio 760206 10,011 20/01/2012

Unidesio Obblig.

Breve Termine 9,991 20/01/2012

Unidesio Obblig.

Medio Termine 10,178 20/01/2012

Unidesio Azionario

Area Euro 8,389 20/01/2012

Unidesio Azionario

Internazionale 10,146 20/01/2012

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41Giovedì 2 Febbraio 2012Giovedì MERCATI E FINANZA

Di conseguenza, i bancari trascinano le borse: il Ftse Mib a +2,76%

Spread, voglia di riscattoConsolida discesa sotto 400 pb e chiude a 381

Borse europee e america-ne in grande spolvero ieri, grazie soprattut-to ai forti acquisti nel

settore bancario. Ma è stato soprattutto, almeno in Italia, il giorno dello spread Btp-Bund, che è sceso vertiginosamente di oltre 30 pb dai 416 iniziali a 381, con un rendimento del 5,68%, il livello minimo dell’an-no. Dato non secondario, il calo dello spread è stato costante e resistente a un tentativo, ver-so le 10, di riportarlo di nuovo oltre quota 400. Insomma, il sentiment di fondo dei mercati appare ben più positivo rispetto ai giorni passati.

Secondo Intesa Sanpaolo, lo spread decennale può tornare a 350 pb di qui a sei mesi, anche se, ha spiegato la fi xed-income strategist Chiara Manenti, il differenziale potrebbe raggiun-gere questa soglia anche prima. Dal canto suo, ieri Fitch ha am-monito che «l’Italia è cruciale per il successo dell’euro, ma lo spread deve scendere sotto i 200 punti base».

A Milano il Ftse Mib ha archi-viato la seduta in progresso del

2,76% a 16.264 punti, il Ftse All share del 2,59% a 17.208 punti, il Ftse Mid cap a +2,68%, il Ftse Star a +1,91%. A Francoforte, il Dax ha chiuso a +2,33%, a Parigi il Cac 40 a +2,09%, il Ftse 100 a Londra a +1,81%. A metà seduta, a New York, il Dow Jones segna-va +1,08%, l’S&P 500 +1,22%, il Nasdaq Composite +1,03%.

La giornata è stata ricca di indicazioni macroeconomiche: la stima Adp sui nuovi posti di lavoro negli Usa ha segnato una

crescita di 170 mila unità contro un consensus di 185 mila. Sotto le attese anche l’indice Ism ma-nifatturiero di gennaio, mentre hanno battuto le previsioni le spese per costruzioni a dicembre (+1,5% contro l’atteso +0,6%). Positive anche le indicazioni ar-rivate dall’Europa con i dati sul pmi manifatturiero buoni sia per Germania, Italia e Francia.

A piazza Affari sugli scudi i finanziari. Bene Unicredit (+4,8%) che ha chiuso in anticipo

l’asta dei diritti inoptati, Banca Mps (+10,24%), Banco popolare (+10,93%), Mediobanca (+7,34%), Popolare Milano (+9,44%), Popo-lare Emilia Romagna (+7,76%), Intesa Sanpaolo (+5,55%) e Ubi banca (+7,35%). In progresso Fiat (+5,02%) e Fiat industrial (+3,45%) che hanno accelerato dopo i conti. La prima ha sorpreso con nuove guidance più alte delle stime, mentre la seconda ha evi-denziato un dato sul debito, mi-gliore delle attese. In ascesa Exor (+4,42%). Nel resto del listino in luce FonSai (+10,24%), Falck r. (+5,62%) e Kerself (+9,17%). Tra i peggiori, invece, Seat p.g. (-8,43%).

Quanto all’euro, ha chiuso an-cora in rialzo a 1,3187 dollari, vi-cino ai massimi di seduta. Euro-yen in recupero a 100,33. Stabile a 76,09 il cambio dollaro-yen.

Infi ne il petrolio: dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, cre-sciute di 4,18 milioni di barili a 338,94 milioni di barili, oltre le previsioni, a New York il Wti, a metà seduta, era in calo a 98,28 dollari. In rialzo, invece il Brent a Londra a 112,32 dollari.

© Riproduzione riservata

Il piano del nuovo d.g. di Banca Mps, Fabrizio Viola, «è credibile» e la banca riu-scirà a far valere le proprie ragioni con l’Eba e nella relazione con Bankitalia per raggiungere un Core Tier 1 del 9% entro il pros-simo giugno, evitando un nuovo aumento di capitale.Questo il pensiero ribadi-to ieri dal presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, all’assemblea degli azionisti, prima riunione dei soci senza il dimissionario Francesco Gaetano Calta-girone, sceso nel frattempo sotto la soglia del 2% del ca-pitale sociale (1,383% secon-do le ultime comunicazioni alla Consob). Sul tema, il numero uno della banca ha spiegato che «deciderà il prossimo cda come gestire la vicenda. Non abbiamo ancora pensato» al dopo.Nell’ottica del rafforzamen-to patrimoniale, i soci, tra i vari punti all’ordine del giorno, sono stati chiamati a votare e hanno approvato anche l’aumento del capi-tale sociale gratuito per un importo di 752.261.506,36 euro mediante il passaggio a capitale sociale della riser-va sovrapprezzo azioni che la banca ha a disposizione grazie ai titoli Fresh.

Secondo Viola, i provve-dimenti proposti, compresa l’operazione di buy-back, per un totale di 160 mln, da effettuare entro 18 mesi, rappresentano l’inizio del percorso che Banca Mps intraprenderà per usci-re dall’attuale situazione di difficoltà, con i vertici attivamente al lavoro sul nuovo piano industriale.L’assemblea è stata anche un’occasione per fare il punto sul piano industriale dell’istituto di credito sene-se. Lo stesso Viola ha pre-cisato che sull’argomento si sta iniziando a lavorare ora e la revisione del piano sarà portata all’approvazione del prossimo cda.

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CON TITOLI FRESH

Sì Mpsa nuovo capitale

Come prevedibile, nel primo giorno di offerta sono andati a ruba, in borsa, i diritti inoptati di UniCredit. L’aumento di capitale da 7,5 mld si era chiuso venerdì scorso con sotto-scrizioni pari al 99,8%. Gli ultimi 4,6 milioni di diritti non esercitati, pari allo 0,2% e riguardanti la sottoscrizione di 9,2 milioni di azioni ordinarie, sono stati acquistati tutti ieri mattina. L’offerta dell’inoptato si è così conclusa in anticipo rispetto al termine ultimo che era stato indicato al 7 febbraio. Uni-Credit ha ricordato che l’esercizio dei diritti acquistati e la sottoscrizione delle relative azioni dovrà essere effettuata, a pena di decadenza, entro e non oltre il 6 febbraio.

Subito tutti vendutii diritti inoptati Unicredit

DEUTSCHE-NYSE

Stop fusione:rischiodi monopolioLa Commissione europea ha bloccato ufficialmente la fu-sione tra Deutsche boerse e Nyse euronext confermando le indiscrezioni dei giorni scorsi. A pesare sul fallimento del-la fusione, l’ennesimo no alle proposte di integrazione Lse/Tsx e Sgx/Asx con i potenziali effetti sul mercato regolamen-to dei derivati. La Commissione ha infatti preventivato la possibilità di un «quasi-monopolio» nel segmento per la nuova entità transatlantica.Le preoccupazioni si sono concentrate su Eurex e Liffe, le borse europee dei derivati rispettivamente di Deutsche boerse e Nyse euronext. Una fusione tra le due divisioni avrebbe portato ad avere una quota di mercato di oltre il 90% nei derivati negoziati su mercati regolamentati.I due operatori hanno ora av-viato le trattative per porre fine al patto di fusione da 17 mld. Per il futuro, Nyse euronext ha già rivelato l’in-tenzione di concentrarsi su una strategia stand-alone e di riavviare il piano di buy-back azionario da 550 mln usd dopo la pubblicazione dei risultati 2011 attesi per il 10 febbraio.

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Edizione promuoverà un’opa volontaria sulle azioni ordina-rie di Benetton che non detiene, cioè sul 32,92% del capitale che corrisponde a 60.139.012 titoli - al prezzo di 4,6 euro per azione.Edizione ha però specificato che le motivazioni dell’offerta risiedono soprattutto nella con-siderazione della rapida e pro-fonda evoluzione del contesto di mercato in cui Benetton opera. Inoltre, il delisting potrebbe for-nire al management la fl essibi-lità richiesta nel medio e lungo termine per implementare azio-ni necessarie a fronteggiare le sfi de derivanti dal mutato con-testo competitivo. Edizione ha anche spiegato che non ha preso alcuna decisione con riferimen-to a «possibili fusioni, scissioni e operazioni straordinarie» re-lative al gruppo Benetton.

Eba. L’8 e il 9 febbraio ana-lizzerà i piani presentati dalle banche per la ripatrimonializ-zazione richiesta dalla stessa European banking authority.

Enel ha avviato ieri la ven-dita della sua partecipazione del 5,1% nel capitale di Terna. L’operazione ha riguardato un collocamento accelerato dedi-cato a investitori istituzionali italiani ed esteri. Per l’operazio-ne Enel si è avvalsa di Banca Imi, JP Morgan, Mediobanca e Unicredit in qualità di joint bookrunner.

Astaldi si è aggiudicata in Cile due contratti con l’impresa sta-tale Corporacion nacional del

cobre de Chile (Codelco), per 420 mln usd. Dopo quello idro-elettrico, l’ingresso nel settore minerario cileno risponde alla volontà di Astaldi di espande-re la sua presenza in un paese di sicuro interesse, attraverso una diversifi cazione strategica in nuovi settori di attività.

Marcolin e Balenciaga han-no raggiunto un accordo per la sottoscrizione di un contratto di licenza esclusiva. L’accordo riguarda produzione e distri-buzione in tutto il mondo di collezioni di occhiali da sole e montature da vista a marchio Balenciaga e ha una durata di 5 anni rinnovabili per ulterio-ri 10 anni. La prima collezio-ne sarà presentata nel 2013.

Kerself. Quotazioni in forte ascesa ieri a piazza Affari. A spingere il titolo la notizia che sono stati sottoscritti gli au-menti di capitale riservati ad Avelar e ai soci di minoranza di Ecoware e SaemKerself. Sono stati inoltre eseguiti gli aumen-ti riservati a Nobis e Vitrè e a Francesco Maggi, Sebastiano Maggi e Angelo Colonna.

Ford motor ha registrato a gennaio un aumento delle ven-dite negli Stati Uniti del 7,4% a 136.710 unità. Il solo brand Ford ha visto le vendite crescere dell’8,3% a 131.589 unità.

General motors ha registrato a gennaio un calo delle vendi-te negli Stati Uniti del 6,1% a 167.962 unità.

BREVI BANCHE EUROPEE

Più patrimoniNo dell’Ebaa rinvioL’Eba respinge le richieste di annullamento o rinvio delle ricapitalizzazioni per le banche. «Da più parti», ha detto il presidente dell’Euro-pean banking authority, An-drea Enria, in un’audizione al senato, «sono state solle-vate richieste di ritardare, o addirittura ritirare, le ri-chieste di ricapitalizzazione. Rimango convinto che uno sforzo di ricapitalizzazione delle banche europee sia un passaggio necessario».Il Fondo monetario inter-nazionale, ha sottolineato Enria, «nel suo recente aggiornamento del Global financial stability report, ha affermato che “un credi-bile incremento dei buffer patrimoniali delle banche lungo le linee raccomandate dall’Eba rimane necessario per ripristinare la fiducia dei mercati” e ha richiesto che il Consiglio europeo per il rischio sistemico e l’Eba, in collaborazione con le au-torità nazionali, verifi chino che i piani di deleveraging siano coerenti con l’obiettivo di sostenere il fi nanziamen-to dell’economia. Stiamo muovendoci lungo queste linee».

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Fabrizio Viola

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VALORI AL 16/01/2012

Adesso Index Aprile '07 91,810 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa1 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Adesso Index Febbraio '07 99,092 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa2 | BBB | BBB+ * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Alba Carim Index 08/07 99,916 CASSA DI RISPARMIO DI RIMINI S.p.A. - ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Alti Percorsi Index 1 – 2007 99,396 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

Carichieti Index Linked 2007 96,251 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

Creberg altiplano marzo 07 98,523 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Creberg Altiplano Aprile '07 88,080 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Creberg Polar Aprile '07 87,840 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Derby Index Linked Dicembre 2006 86,180 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ UNICREDIT S.p.A. A2 | A | A- ****

Derby Index Linked Ottobre 2006 94,480 BANCA POPOLARE DI BARI Scrl - | (1) | - BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB | BBB+

Duomo Index Nuove Frontiere III serie 94,660 BANCA POPOLARE DI VICENZA - | BBB | BBB BANCO BILBAO SA Aa3 | A+ | A+

Duomo Index Nuove Frontiere IV serie 95,470 INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Futuro Forte 1 - 2006 100,450 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Index Scatto piu' Persona Life 98,310 SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Index Up 1-2008 85,875 MORGAN STANLEY A2 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Scelgo Index 10 99,567 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A2 | A | A

Scelgo Index 11 99,323 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - CITIBANK N.A. A1 | A | A

Scelgo index 12 99,692 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

Scelgo Index 13 99,141 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A

Scelgo Index 14 98,393 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK Aa3 | A | AA-

Treviso Index 2007 99,396 BANCA POPOLARE DI CIVIDALE SCPA Baa1 | - | - UBS Ltd Aa3 | A | A

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

4,30% International Index Serie V Marzo 2007 89,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A | A

4,30% International Index Serie VIII Maggio 2007 97,100 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

4,30% International Index Serie XV Settembre 2007 97,570 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VI Aprile 2007 90,250 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie VII Aprile 2007 90,250 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

4,30% International Serie X Giugno 2007 96,761 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

AUSTRALIAN & SWISS INDEX SERIE VIII GIUGNO 2006 97,510 MORGAN STANLEY A2 | A- | A UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie IX 2007 90,250 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Convergence Serie VIII 2007 89,010 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- UBS Ltd Aa3 | A | A

Convergence Serie XI 2007 97,100 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Convergence Serie XII 2007 96,761 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

Convergence serie XIV 2007 97,570 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VI 2006 98,761 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 99,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 93,990 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II/2006 101,060 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

CRESCITA SICURA SERIE III 2006 99,450 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Crescita Sicura Serie III 2007 96,270 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE IV 2006 97,980 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 90,400 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE IX 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

CRESCITA SICURA SERIE V 2006 97,760 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A2 | A | A

Crescita Sicura Serie V 2007 97,100 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

Crescita Sicura Serie VI 2007 96,761 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

CRESCITA SICURA SERIE VII 2006 99,160 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Crescita Sicura Serie VII 2007 97,570 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE VIII 2006 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Crescita Sicura Serie VIII 2007 93,130 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

CRESCITA SICURA SERIE X 2006 98,720 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

CRESCITA SICURA SERIE XI 2006 98,960 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

DJ EUROSTOXX CRESCITA EUROPA SERIE II FEBBRAIO 2006 101,060 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Euramerica 87 Index Linked Serie IX Maggio 2007 97,830 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A HVB HYPO-UND EREINSBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 3,75% SERIE VII MAGGIO 2006 97,980 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX 4% PIU' INDEX LINKED SERIE XII AGOSTO 2006 99,160 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XIV OTTOBRE 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XV NOVEMBRE 2006 98,720 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

EUROSTOXX 4% PIU' SERIE XVI DICEMBRE 2006 98,960 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% PIU'SERIE XIII SETTEMBRE 2006 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 99,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE IX GIUGNO 2006 97,760 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A2 | A | A

EUROSTOXX 4% SERIE XI LUGLIO 2006 98,761 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 93,990 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

EUROSTOXX CRESCITA SICURA SERIE III 2006 101,060 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 91,550 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX " uro/Dollaro" BSG 2006/2012 SERIE IV 99,450 SNS BANK NV Baa1 | A- | BBB+ CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE IX 98,761 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE V 97,980 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE VI 97,760 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE X 99,160 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XI 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XII 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIII 98,720 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

INDEX "DJ EUROSTOXX 50" BSG 2006/2012 SERIE XIV 98,960 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "DJ EUROSTOXX 6Y" BSG 2007/2013 SERIE V 93,990 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

INDEX "EUROSTOXX50 - SWING 6Y" BSG-2007/2013 SERIE II 99,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

INDEX "HICP-INFLATION" BSG 2007/2012 SERIE III 99,570 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Index “Alternative Basket 5Y” BSG 2007/2012 Serie XI 93,130 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie IX 96,761 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie VIII 97,100 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

VALORI AL 16/01/2012

Prospetto dei valori correnti delle polizze index linked

Me

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Index Linked Bull Dividend 96,210 BARCLAYS BANK PLC Aa3 | A+ | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Index Linked Select Dividend 95,510 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A

Index Up 1 2007 99,756 BANCA POPOLARE DI INTRA Scrl - UBS Ltd Aa3 | A | A

Nikkei Avenue 93,970 BANCA ITALEASE S.p.A. Baa3 | - | BBB+ INTESA SANPAOLO S.p.A. A2 | A | A

SOLO FRUTTI - SERIE VI 2003 149,290 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie I 150,280 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 149,290 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 148,300 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 147,300 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 149,440 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

VALORI AL 16/01/2012

Carismi Più Certezza 10 99,850 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 11 98,800 BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A BANCO BILBAO SA Aa3 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 3 98,830 C. DI RISP. DI SAN MINIATO S.p.A. - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Carismi Più Certezza 5 98,640 BEAR STEARNS COMPANIES INC. Aa3 | A | AA- DEUTSCHE BANK AG Aa3 | A+ | A+

CARISMI Più Certezza 8 84,090 UNICREDIT S.p.A. A2 | A | A- **** SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Carismi Più Certezza 9 84,270 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

VALORI AL 16/01/2012

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

Index “Convergence 5Y” BSG 2007/2012 Serie X 97,570 HBOS Treasury Services Plc A1 | - | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 96,270 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 90,400 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

Japan – Euro Serie IV 2007 89,000 ANGLO IRISH BANK PLC Caa2 | CCC+ | BB- SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Lombarda vita 6&6 91,710 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 93,985 MORGAN STANLEY A2 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 96,080 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A SOCIETÉ GENERALE A1 | A+ | A+

Lombarda Vita BRIC 40 "5 + 5" 90,540 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 "5,10 + 5,10” 87,560 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Lombarda Vita Classic Markets 98,808 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 89,900 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - BANCO BILBAO SA Aa3 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector 89,650 MEDIOBANCA S.p.A. - | A | - FORTIS BANK SA A1 | AA- | A

Lombarda Vita Euro Sector New 89,870 BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Presente e Futuro 2007-2012 Serie XIV settembre 2007 93,130 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Presente e Futuro Serie XVI 2007 93,130 NIBC Bank NV Baa3 | BBB- | BBB CREDIT SUISSE INTERNATIONAL Aa1 | A+ | A

Protezione e Valore Serie III 2007 99,570 CREDIT SUISSE, LONDON BRANCH Aa1 | - | -

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 99,310 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 93,990 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 96,270 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 90,400 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A2 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Aa3 | AA- | AA-

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVI 2006 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XVII 2006 99,530 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

SWING DJ EUROSTOXX50 SERIE XVIII 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XX 2006 98,720 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie XXII 2006 98,960 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu' Index Serie LI 2006 97,760 GOLDMAN SACHS GROUP, INC. A1 | A- | A ROYAL BANK OF SCOTLAND PLC A2 | A | A

Tortona Borse Piu' Index Serie LIII 2006 98,761 MORGAN STANLEY A2 | A- | A BANCA IMI S.p.A. A2 | A | A

Tortona Borse Piu' Index Serie LV 2006 99,930 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu' Index Serie LVI 2006 99,350 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A

Tortona Borse Piu' Index Serie LVIi 2006 98,720 BNP PARIBAS Aa3 | AA- | A+

Tortona Borse Piu' Index Serie XLIX 2006 97,980 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE A1 | NR | A COMMERZBANK AG A2 | A | A+

VALORI AL 16/01/2012

PRODOTTO VALORE EMITTENTE ZCB RATING Z.C.B. / TITOLO EMITTENTE OPZIONE RATING OPZIONE

TITOLO STRUTTURATO STRUTT. MOODY’S/S&P/FITCH MOODY’S/S&P/FITCH

Previsioni nelle città d’Italia

min max G V S

PIEMONTE Alessandria -8 -1 Asti -7 -1 Cuneo -7 -1 Novara -8 1 Torino -7 -1 Verbania -7 1 Vercelli -8 0 VALLE D’AOSTA

Aosta -13 -5 LOMBARDIA

Bergamo -8 -1 Brescia -8 -1 Como -7 0 Cremona -8 1 Lecco -8 1 Lodi -8 1 Mantova -7 1 Milano -8 0 Pavia -8 0 Sondrio -8 -1 Varese -8 0 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano -12 3 Trento -4 2 VENETO

Belluno -7 1 Padova -7 1 Rovigo -7 1 Treviso -5 2 Venezia -7 1 Verona -7 1 Vicenza -8 1 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia -5 1 Pordenone -7 2 Trieste -7 -1 Udine -6 2 LIGURIA

Genova -3 2 Imperia -2 1 La Spezia -3 0 Savona -5 1 EMILIA-ROMAGNA

Bologna -8 -1 Ferrara -7 -1 Forlì -3 0 Modena -6 0 Parma -6 0 Piacenza -9 0 Ravenna -5 0 Reggio Emilia -5 1 Rimini -4 1 TOSCANA

Arezzo -3 1 Firenze -5 2 Grosseto 0 7 Livorno -3 3 Lucca -2 2 Massa Carrara -3 1 Pisa -4 2 Pistoia -3 2 Prato -3 2

min max G V S

Siena -3 2 UMBRIA

Perugia -2 4 Terni 2 7 MARCHE

Ancona -1 1 Ascoli Piceno 0 3 Macerata -2 1 Pesaro -3 0 Urbino -4 0 LAZIO

Frosinone 1 8 Latina 2 10 Rieti 2 6 Roma 2 11 Viterbo 0 7 ABRUZZO

Chieti 1 3 L’Aquila -2 4 Pescara 0 3 Teramo 0 3 MOLISE

Campobasso 0 3 Isernia 0 4 CAMPANIA

Avellino 4 9 Benevento 4 9 Caserta 3 10 Napoli 4 10 Salerno 4 10 PUGLIA

Bari 3 10 Brindisi 7 11 Foggia 3 9 Lecce 7 11 Taranto 6 12 BASILICATA

Matera 2 8 Potenza 1 3 CALABRIA

Catanzaro 8 12 Cosenza 10 11 Crotone 8 11 Lamezia Terme 6 14 Reggio Calabria 11 13 Vibo Valentia 6 11 SICILIA

Agrigento 6 12 Caltanissetta 6 12 Catania 5 15 Enna 1 9 Messina 12 15 Palermo 11 15 Ragusa 2 12 Siracusa 7 15 Trapani 10 15 SARDEGNA

Cagliari 7 9 Nuoro 3 5 Olbia 4 9 Oristano 6 8 Sassari 3 7

Canale 27 digitale terrestre

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Catania +15Aosta -13

Domani

POCO NUVOLOSO NUVOLOSONEBBIASERENO VARIABILE

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PIOGGIA INTENSA

PIOGGIA MODERATA

NEVE PIOGGIA

NEVETEMPORALI

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MARECalmoQuasicalmoPoco

mossoMossoMolto

mosso

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MoltoagitatoGrosso

VENTODebole

ModeratoForte

Molto forte

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