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Quando si trova davanti al Cristo, però, Maria non lo riconosce, perché è ancora vincolata all'esperienza del Gesù pre-pasquale; pensa che sia il custode del giardino. È quando Gesù pronuncia il suo nome: «Maria!» che lei si volta (nel testo greco c’è il verbo che, in altri contesti, indica la conversione), lo riconosce ed esclama: «Rabbunì!». Maria riconosce Gesù nel momento in cui viene interpellata con il suo nome. Questo, infatti, dice l’originalità e l’unicità della persona, che solo Dio conosce fino in fondo ed ama come nessun altro. Quella della Maddalena è un’esperienza intima, profonda e coinvolgente di incontro con colui che la ama in modo unico e personale, e questo è un presupposto indispensabile per annunciare la Buona Notizia: fare un’esperienza viva e non «per sentito dire» (Gb 42,5a) dell’infinito amore di Dio. Questa chiara e nitida consapevolezza sarà come una forza propulsiva che metterà in moto lo slancio missionario di Paolo, il quale dichiara: «Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20). Così si afferma nella Lettera circolare ai consacrati e alle consacrate Rallegratevi del 2 febbraio scorso: «La tristezza e la paura devono fare posto alla gioia: Rallegratevi ... esultate ... sfavillate di gioia, dice il Profeta (Is 66,10). Ogni cristiano e soprattutto noi, siamo chiamati a portare questo messaggio di speranza che dona serenità e gioia: la consolazione di Dio, la sua tenerezza verso tutti. Ma ne possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da lui, di essere amati da lui» (n. 3). Orazione Dio, onnipotente ed eterno, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annunzio della gioia pasquale; fa' che per il suo esempio e la sua intercessione proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. www.smr.it SERVE DI MARIA RIPARATRICI Verso il XVII Capitolo generale «Andò ad annunciare ai discepoli "ho visto il Signore" e ciò che le aveva detto» (Gv 20,18). Come discepole amate, inviate ad annunciare il Vangelo perché Gesù Cristo sia amato e conosciuto. Inno (David M. Turoldo) Cristo è risorto per tutti, o fratelli, l'albero verde del nuovo giardino: or la natura ha finito di gemere, la vanità della morte è finita! Tu sii per noi e per tutti i mortali perenne gioia pasquale, o Cristo, e quanti sono rinati alla grazia al tuo trionfo associa e assicura. A te ogni gloria, Gesù Salvatore. A te che splendi da oltre la morte, insieme al Padre, insieme allo Spirito, eguale gloria nei secoli eterni. Vangelo 11 Maria [di Magdala] stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12 e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15 Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16 Gesù le disse: "Maria!".

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Quando si trova davanti al Cristo, però, Maria non lo riconosce, perché è ancora vincolata all'esperienza del Gesù pre-pasquale; pensa che sia il custode del giardino. È quando Gesù pronuncia il suo nome: «Maria!» che lei si volta (nel testo greco c’è il verbo che, in altri contesti, indica la conversione), lo riconosce ed esclama: «Rabbunì!». Maria riconosce Gesù nel momento in cui viene interpellata con il suo nome. Questo, infatti, dice l’originalità e l’unicità della persona, che solo Dio conosce fino in fondo ed ama come nessun altro.

Quella della Maddalena è un’esperienza intima, profonda e coinvolgente di incontro con colui che la ama in modo unico e personale, e questo è un presupposto indispensabile per annunciare la Buona Notizia: fare un’esperienza viva e non «per sentito dire» (Gb 42,5a) dell’infinito amore di Dio.

Questa chiara e nitida consapevolezza sarà come una forza propulsiva che metterà in moto lo slancio missionario di Paolo, il quale dichiara: «Cristo mi ha amato e ha dato se stesso per me» (Gal 2,20).

Così si afferma nella Lettera circolare ai consacrati e alle consacrate Rallegratevi del 2 febbraio scorso: «La tristezza e la paura devono fare posto alla gioia: Rallegratevi ... esultate ... sfavillate di gioia, dice il Profeta (Is 66,10). Ogni cristiano e soprattutto noi, siamo chiamati a portare questo messaggio di speranza che dona serenità e gioia: la consolazione di Dio, la sua tenerezza verso tutti. Ma ne possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da lui, di essere amati da lui» (n. 3).

Orazione

Dio, onnipotente ed eterno, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annunzio della gioia pasquale; fa' che per il suo esempio e la sua intercessione proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

www.smr.it

SERVE DI MARIA RIPARATRICI

Verso il XVII Capitolo generale

«Andò ad annunciare ai discepoli "ho visto il Signore" e ciò che le aveva detto» (Gv 20,18). Come discepole amate, inviate ad annunciare il Vangelo perché Gesù Cristo sia amato e conosciuto.

Inno (David M. Turoldo) Cristo è risorto per tutti, o fratelli, l'albero verde del nuovo giardino: or la natura ha finito di gemere, la vanità della morte è finita!

Tu sii per noi e per tutti i mortali

perenne gioia pasquale, o Cristo,

e quanti sono rinati alla grazia

al tuo trionfo associa e assicura.

A te ogni gloria, Gesù Salvatore. A te che splendi da oltre la morte, insieme al Padre, insieme allo Spirito, eguale gloria nei secoli eterni. Vangelo 11Maria [di Magdala] stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 12e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 13Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". 14Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 15Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". 16Gesù le disse: "Maria!".

Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! 17Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". 18Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto.

Commento La prima testimone della Risurrezione

Nel vangelo di Giovanni, Maria di Magdala è la prima testimone della risurrezione del Signore Gesù, che la invia ad annunciare ai suoi fratelli quanto ha visto e udito. Lo stesso Giovanni inizia la sua Prima Lettera proprio con queste parole: «Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani hanno toccato del Verbo della vita [...], quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi» (1 Gv 1,1.3). Ciò che si è visto e udito del «Verbo della vita» non può essere taciuto.

All’inizio del Vangelo, Gesù, accorgendosi che due discepoli di Giovanni Battista lo seguono, si volta e domanda loro: «Che cercate?» (Gv 1,38). Alla fine, invece, chiede a Maria di Magdala: «Chi cerchi?» (v. 15): la domanda non è più «che cosa cercate?» ma «chi cerchi?». I discepoli di Gesù sono coloro che hanno scoperto che tutto quello che gli uomini possono cercare, la gioia autentica, la pace profonda, la letizia del cuore e la vita in pienezza, si trovano in Gesù, l’unico ad avere «parole di vita eterna» (Gv 6,68), capaci di appagare quella sete di eterno e di infinito che Dio stesso ha messo nel cuore di ogni uomo (cf. Gv 4,14). Chi è Maria di Magdala?

Chi è dunque questa donna, che nei racconti delle apparizioni del Risorto occupa un posto singolare tra tutte le discepole e i discepoli del Signore?

Se in Giovanni è la prima testimone della risurrezione, nei Sinottici è nominata sempre per prima nella lista delle donne alle quali appare il

Risorto (cf. Mt 28,1; Mc 16,1; Lc 24,10). È Luca che ci fornisce qualche informazione più precisa. Nel seguito femminile di Gesù (cf. Lc 8,1-3), sono nominate alcune donne che «erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità» (v. 2a). Fra di esse emerge la figura della Maddalena, «dalla quale erano usciti sette demoni» (v. 2b). Sappiamo che questo numero dice totalità e completezza. Possiamo pertanto ritenere che questa donna fosse profondamente ferita e malata in tutte le dimensioni della sua persona: spirito, anima e corpo. Gesù l’aveva liberata da un male che pervadeva tutto il suo essere.

Per questo, una volta guarita, Maria è rimasta sempre tenacemente avvinta al Signore, come l’edera al tronco di un albero, perché era cosciente della sua costitutiva debolezza e vulnerabilità. Per questo è rimasta tra i pochi presso la Croce, e, dopo la sepoltura di Gesù, è uscita, quando era ancora buio, per recarsi al sepolcro. In tal modo, paradossalmente, è proprio a motivo della sua fragilità che ella ha avuto il privilegio di essere la prima testimone del Risorto e di diventare «apostola degli apostoli» (IPPOLITO DI ROMA Cantico dei cantici, 24-25).

Se i Vangeli non ci dicono di più su Maria di Magdala, la tradizione della Chiesa l’ha sempre identificata con la peccatrice anonima di cui si parla in Lc 7,36-50, che è proprio la pericope precedente a quella in cui la si menziona nel seguito femminile di Gesù (cf. Lc 8,2). Come discepola amata ...

Entriamo ora nel vivo della pericope giovannea che narra l'incontro della Maddalena con il Risorto.

La donna si è alzata quando ancora era buio e si è recata a cercare il suo Maestro nel giardino dove era stato posto (cf. Gv 19,41), come la sposa del Cantico dei Cantici, colei che di notte fa il giro della città in cerca dell’amato (cf. Ct 3,1-2) e si incontra con lui nella cornice di un giardino lussureggiante che rievoca l’Eden, quel giardino delle delizie dove era iniziata l’avventura dell’amore tra il primo uomo e la prima donna. E se la donna del Cantico ha fatto l’esperienza che l’eros (l'amore passionale e possessivo) è tenace e forte come la morte (cf. Ct 8,6c), Maria di Magdala farà esperienza che l’agape (l'amore oblativo) è più forte della morte.