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Page 1: Quando cadiamo in preda al demone dell’accidia dividiamo in due la nostra anima, e lo facciamo a prezzo di lacrime: una parte la destiniamo a confortarci,
Page 2: Quando cadiamo in preda al demone dell’accidia dividiamo in due la nostra anima, e lo facciamo a prezzo di lacrime: una parte la destiniamo a confortarci,

• Quando cadiamo in preda al demone dell’accidia dividiamo in due la nostra anima, e lo facciamo a prezzo di lacrime: una parte la destiniamo a confortarci, l’altra a esserne confortati; così, ponendo in noi stessi i semi di buone speranze, ripeteremo con il santo Davide:

Page 3: Quando cadiamo in preda al demone dell’accidia dividiamo in due la nostra anima, e lo facciamo a prezzo di lacrime: una parte la destiniamo a confortarci,

• “Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui salvezza del mio volto e mio Dio”

( detto di Evagrio Pontico, trattato pratico

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• Evagrio considera la possibilità che il guardiano del nostro cuore non riesca ad arrestare tutti i pensieri. Alcuni mostreranno il loro vero volto solo quando saranno entrati nella nostra casa.

Page 5: Quando cadiamo in preda al demone dell’accidia dividiamo in due la nostra anima, e lo facciamo a prezzo di lacrime: una parte la destiniamo a confortarci,

• Per descrivere tutto ciò Evagrio utilizza un’altra immagine. Dobbiamo suddividere la nostra anima in due parti e avviare un dialogo tra di esse. Questo è un consiglio che, in modo simile, ci fornisce la moderna psicologia.

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• Quando proviamo tristezza e inquietudine interiore non ha molto senso gettare fuori di noi i sentimenti depressivi. Continueranno a tornare. Fanno parte della nostra casa. Dobbiamo rassegnarci a questo fatto.

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• Anche l’inquietudine ha un senso, anche la depressione ha diritto di esistere. Semplicemente non dobbiamo permettere che facciano ciò che vogliono. Dobbiamo parlare con esse.

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• Per il dialogo con i nostri sentimenti negativi, Evagrio ci consiglia di recitare un salmo che dà voce a entrambi gli stati d’animo, la tristezza e la speranza. Per prima cosa dobbiamo quindi entrare in quella parte della nostra anima che è triste, turbata, piena di inquietudine.

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• E quindi prendere confidenza con l’inquietudine interiore. Che cosa vuol dire? Che sensazioni ci trasmette? Dove vorrebbe condurci? Per prima cosa dobbiamo chiederle che cosa vorrebbe indicare, poi possiamo indirizzarla verso il Signore: “Spera in Dio!”

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• Con questo metodo Evagrio vuole in fondo dirci che ogni sentimento vorrebbe condurci a Dio. Dobbiamo prendere sul serio i sentimenti, osservarli, interrogarli e infine farci indirizzare da loro verso il Signore.

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• Non possiamo giungere a Dio ignorando i nostri sentimenti, bensì unicamente per loro tramite.

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• Tutte le nostre emozioni, si tratti di paura, rabbia, odio, gelosia, amarezza o tristezza, non si placano finchè non ci hanno portato tra le braccia di Dio e trovano pace in lui.

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• Pensieri estratti dal libro di A.Grun “La via del deserto” Ed. Queriniana 2005.

• Elaborazione: arcofloridapps

• Monache Benedettine S.Margherita Fabriano

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• Foto: archivio del Monastero