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Vicenza APRILE 2017 Quadrimestrale gratuito di Volontariato ONLUS ANNO VI - Numero 16 Schio Thiene Arzignano Bassano La Voce Ritrovata

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Vicenza

APRILE 2017Quadrimestrale gratuito di Volontariato ONLUSANNO VI - Numero 16

SchioThiene

ArzignanoBassano

La Voce Ritrovata

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LA VOCE RITROVATAPeriodico di Volonariato ONLUS

Notiziario di informazione quadrimestrale

Reg. Aut. Trib. di Bassano del Grappa (VI) n. 710/2011Reg. periodici N. 18/2011

Sede legale: Vicolo da Ponte, 40 Bassano del Grappa (VI)

Direttore editoriale:Michele Bizzotto

Direttore responsabile:Domenico Lazzarotto

Redazione:Annamaria Marcadella

E-mail: [email protected] Serraiotto

E-mail: [email protected]

Foto di Vicenza in copertina:Stefano Lessio

Stampa:Grafiche Novesi srl - NOVE (VI)

www.lavoceritrovata.it

APRILE 2017Anno VI - N. 16

S O M M A R I O

CHI SIAMOASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀ-ONLUS

• Assistenza psicologica, morale, materiale ai laringectomizzatiprima, durante e dopo l’intervento.

• Corsi per la riabilitazione della parola.• Campagne nelle scuole contro Fumo- Alcol- Droga

CI VUOI AIUTARE?Versamenti a Banca San Giorgio Quinto Valle Agno Credito Cooperativo.

IBAN: IT61W088076026001 600801 7 902 Destina il 5 per mille al nostro codice fiscale: 91035260248

GRAZIE!

IL PUNTO DEL PRESIDENTE pag. 3-4di Pietro Serraiotto

L’EDITORIALE pag. 5di Domenico Lazzarotto

L’AGENDA pag. 6di Redazione

ATTIVITÀ pag. 7-8di P. Serraiotto, L. Lievore e F. Pertile

CURIOSITÀ pag. 9di Redazione

VOLONTARIATOE SOLIDARIETÀ pag. 10-11di Annamaria Marcadella

CULTURA pag. 12-13di Maria Pia Morelli

CONOSCIAMOI NOSTRI NEMICI pag. 14-15di Fulvia Cauci

ATTIVITÀ pag. 16di Pietro Serraiotto

ALLA SCOPERTADEL NOSTRO TERRITORIO pag. 17-19di Diego Furlan

LETTURE pag. 20-21di Luciana Lievore e Claudia Giacon

CUCINA pag. 22di Redazione

ERRATACORRIGE

Numero 15 - pagina 2“Foto di Vicenza in copertina:”STEfANO LESSIOe non Gianni Menegatticome erroneamente indicato

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Il tempo passa e, improv-visamente, ci troviamo alla fine del mandato sta-bilito per l’attuale Consi-glio Direttivo.Non mi rimane ora che fare un bilancio, sia pur molto succinto, di quan-to sia stato fatto e dei ri-sultati ottenuti.

Premetto innanzi tutto che gli anni passati sono stati densi di aggiornamenti imprevedi-bili burocratici, fiscali ecc. che hanno com-plicato non poco i nostri desideri e creato ulteriori intoppi per il raggiungimento dei nostri obiettivi.E poco ci conforta il fatto che queste difficol-tà specialmente quelle burocratiche, siano state dei freni anche per le altre Associazioni di Volontariato.Però, la soddisfazione nel constatare quello che noi abbiamo fatto, ci riempie il cuore di orgoglio perché ci troviamo oggi con una Associazione compatta e coesa, e i rapporti che intercorrono fra i Soci ci fanno sempre pensare di essere una Famiglia oltreché una Associazione.E questo è il merito di tutti gli Associati, spe-cialmente dei componenti il Comitato Coor-dinatore, che tanto si sono prodigati affinché tutte le nostre iniziative avessero il maggior successo.

A loro va il mio più sentito ringraziamen-to per il lavoro fatto e l’aiuto che mi hanno dato sia con i fatti che con le critiche, sempre costruttive, e l’augurio che i prossimi parte-cipanti possano aumentare per continuare la loro collaborazione e avere ulteriori soddi-sfazioni per il loro grande impegno.Non voglio qui elencare le iniziative che ab-biamo avuto e realizzato, basta osservare i risultati finali per constatare che l’Associazio-ne oggi è più viva che mai, le sue radici sono forti e proprio per questo credo fermamente che i miei successori saranno all’altezza di proseguire nella strada che abbiamo intra-preso.Certo “non esistono uomini perfetti, ma solo intenzioni perfette” ed io ho cercato di fare del mio meglio per ottenere i risultati che oggi tutti possono riscontrare.Mi dispiace se qualche volta non li ho rag-giunti al massimo, ma sono tranquillo per-ché so di aver fatto tutto il possibile per ot-tenerli.Ora si avvicina la S. Pasqua e desidero augu-rare una Buona Pasqua a tutti i laringecto-mizzati, ai soci operati ai volontari e alle loro Famiglie.Che sia una Pasqua di resurrezione del corpo e, soprattutto, dello spirito.A tutti il mio cordiale “arrivederci”.

Pietro Serraiotto

IL PUNTO DEL PRESIDENTE...E IL SALUTO DI fINE mANDATO

La Redazione augura a tuttiuna serena Pasqua

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PUNTI D’INCONTROP. I. ARZIGNANO

Martedì 14.00-16.00presso Parrocchia Ognissanti - Mattarello

ResponsabileCAMPAGNOLO STEFANIA

Tel. 338 1347283

P. I. BASSANO DEL GRAPPAMartedì/Giovedì/Sabato 9.00-11.00

Vicolo J. Da Ponte, 40fiduciario

COSTA SAVERIOTel. 0424 31378 - 347 2739540

SegretarioDIEGO FURLAN

Tel. 333 4861612

P. I. SCHIOMercoledì 9.00-11.00

presso Chiesa SS. Trinità - Via VignaResponsabile

DE FRANCESCHI REMOTel. 0445 529574 - 338 6756348

P. I. VALDAGNOVenerdì 9.00-11.00

Via L. Marzotto, 7 - Maglio di sopraResponsabile

MARTINI LEONARDOTel. 0445 411809 - 349 3247634

P. I. VICENZAMartedì 9.00-11.00

Via G. Medici, 91Responsabile

CANDERLE LUIGITel. 0445 650813 - 348 3234882

A V V I S OSI AVVERTONO TUTTI I SOCI OPERATI CHE, CON IL RINNOVO DEL NUOVO NOMENCLATORE,

(L E A) ALCUNI FARMACI RELATIVI ALLE NOSTRE PATOLOGIE SI POSSONO AVERE GRATUITAMENTE. QUANDO SI ORDINANO FARMACI O SERVIZI CHE MAGARI FIN’ORA SONO

STATI PAGATI, MEGLIO ASSICURARSI SE ORA VENGONO FORNITI GRATUITAMENTEO QUANTO BISOGNA PAGARE.

LA SEGRETERIA

INfORmAZIONERINNOVO CARICHE SOCIALI

Oggetto: rinnovo cariche sociali “La Voce Ritrovata”

Presidente Diego FURLANVice Presidente Flavio PERTILESegretaria Luciana LIEVOREConsigliere Saverio COSTA Angelo CARLESSO Probiviri Fulvia CAUCI Luigi CANDERLE Remo DE FRANCESCHI

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Apriamo con questo appello l’Editoriale pa-squale questuando collaborazione, maga-ri nella speranza che venga letto anche da qualche sanitario del settore, il cui contribu-to esclusivamente medico sarebbe quanto mai gradito a “La Voce Ritrovata” che, ed è la verità, dopo 6 anni e 16 numeri, sta atten-dendo ancora la loro voce, magari squillante, per non essere assenti nel mondo dell’asso-ciazionismo.Il motivo?Semplice: manca l’indispensabile contributo di un po’ tutti noi, soci in primis. Il tutto acu-ito dai problemi di salute, fortunatamente in via di completa soluzione, di Annamaria, l’anima di questo giornale nonché portavo-ce dell’omonima Associazione.Ed allora cosa fa una Redazione in sofferenza di notizie?È giocoforza in primo luogo allargare il Cor-po Redazionale e gettarsi a testa bassa sulle notizie possibilmente attinenti all’importan-te ruolo socio-sanitario in cui opera “La Voce Ritrovata”. Naturalmente non tutti i soci o i tanti amici che ruotano attorno al nostro giornale pos-sono in un batter d’ali trasformarsi in redat-tori. Ma in validi collaboratori sì. Come?Con suggerimenti propositivi che diventa-

no fonti di notizie poi da sviluppare. È l’uni-co modo perché “La Voce Ritrovata” ritrovi quella voce nitida per cui si è sempre fatta apprezzare.Perché cari soci e amici è questo l’unico prezzo richiesto da un giornale senza grandi pretese se non quella di cadenzare la Onlus e che come la stessa Associazione si basa solo ed esclusivamente sul Volontariato.Di pochi o di molti? Saremo noi stessi a de-ciderlo con la stessa generosità dimostrata in tutto questo tempo a sostegno di un’As-sociazione che, grazie a Dio, puntando sulla diagnosi precoce e nuove eccellenti tecniche in sala operatoria, non ha più il solo obiet-tivo di curare i malati, ma puntare sulla loro assistenza guidandoli ad una vita normale. Non senza dimenticare l’enorme importan-za, ormai consolidata, dell’attività di alcuni suoi iscritti che svolgono il programma della prevenzione contro il fumo, l’alcol e la droga, nella Provincia di Vicenza.E cosa c’è di meglio di farlo attraverso un giornale che sia il loro portavoce ufficiale?Un augurio che è il miglior biglietto di auguri sinceri per tutti voi: Buona Pasqua!

Domenico Lazzarottodirettore responsabile

“Caro Direttore,da circa 6 anni sto svolgendo l’impegno che mi ero assunta, per altro graditissimo, come re-dattrice de “La Voce Ritrovata”. Purtroppo, negli ultimi tempi ho avuto problemi di salute, ed inoltre ora ho qualche difficoltà a reperire tra i soci e collaboratori articoli interessanti o di un qualche rilievo in campo medico, da pubblicare nel nostro giornale. Personalmente cerco di fare del mio meglio: non sempre ci riesco. Mi piacerebbe che tutti, non solo alcuni, si preoccu-passero della vita associativa e offrissero alcuni momenti della loro disponibilità.Mi può aiutare?”

Annamaria Marcadella

L’EDITORIALEdi Domenico Lazzarotto

DOBBIAmO RITROVARE IN fRETTALA VOCE

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L’AGENDAGennaio 2017 - Bassano del Grappa - Il Mu-seo civico celebra il centenario della Grande Guerra con una mostra che ne ripercorre la storia, il dramma e i protagonisti, ponendo l’accento sul ruolo della città. ”Frammenti” è il titolo dell’esposizione.3 Febbraio - Festa di San Biagio, protettore della nostra Associazione (vedi pag. 7-8)15 Febbraio - Incontro nella sede di Schio, per definire le modalità delle prossime ele-zioni del Consiglio Direttivo.18 marzo - A Villa Ca’ Erizzo di Bassano si inaugura la Mostra “Gli autori della Grande Guerra”: d’Annunzio, Hemingwai, Ungaretti, testimoni del periodo bellico. Il Museo sbar-cherà, più avanti, anche a Cuba e negli USA. Mostra temporanea fino al 14 maggio 2017.19 marzo - Festa del Papà - giorno associato

dalla chie-sa a San Giuseppe, padre pu-tativo di Gesù. Pro-prio per

questo San Giuseppe viene considerato il papà di tutti.26 marzo - Importante Assemblea per le vo-tazioni del nuovo Consiglio Direttivo della nostra Associazione.Ritrovo nella sede di Schio, distribuzione dei fogli con l’elenco dei candidati, quindi a se-guire, ore 11, la S. Messa officiata nella Chie-sa della SS. Trinità della stessa città.

Dopo la cerimonia, t r a s f e r i -mento in un risto-rante per il

pranzo e per passare qualche ora in serena compagnia.5 Aprile - Convocazione, nella sede di Bassa-no, con riferimento alle votazioni di domeni-ca 26 corr., per l’elezione del nuovo CONSI-GLIO DIRETTIVO.16 aprile - Santa Pasqua. La Pasqua è la principale solennità del Cri-stianesimo. Essa celebra, secondo tutte le confessioni cristiane, la resurrezione di Gesù, che avvenne nel terzo giorno dal-la sua morte in croce, come riportato dalle scritture.CURIOSITÀ - Dal giorno del Venerdì Santo fino al giorno della Domenica di Pasqua, in

Italia le campane delle chie-se riman-gono in s i lenz io, in segno

di dolore e di rispetto per il Cristo crocifisso.

di Redazione

NOVE (VI) > Via San Giuseppe, 32 > Tel. 0424 590077 > Fax 0424 592606E-mail: [email protected] > www.grafichenovesi.it

GraficheNovesiStampiamo da cinquant’anni

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ATTIVITÀ3 FEBBRAIO - SAN BIAGIO

S. BIAGIO di Sebaste III secolo 316ricorrenza 3 febbraio

È stato vescovo cattolico e santo armeno.

Vissuto fra il III e il IV secolo in Armenia (Asia Minore) è venerato come santo dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Ortodossa.Era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede fu imprigio-nato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana. Mori decapitato.San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell’Impero Romano (313). Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dis-sidio tra Costantino I e Licinio, i due impera-tori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a

morte per i vescovi.È famoso il miracolo che S. Biagio ha compiu-to su un fanciullo che stava morendo soffo-cato per aver conficcato nella gola un osso di pesce. Da qui la qualifica di protettore di tutti i mali di gola.

S. BIAGIO 2017Anche quest’anno è stata celebrata la ricor-renza della festività di S. Biagio.Nell’ospedale di Bassano è stato organizza-to dalle varie Associazioni un incontro che è cominciato con la celebrazione della S. Mes-sa officiata da don Oreste il quale, dopo una importante omelia, ha benedetto la frutta che, opportunamente confezionata, è stata poi distribuita a tutti gli ammalati dell’Ospe-dale.

I partecipanti, oltre alle Autorità ospedalie-re, sono stati numerosi, anche se si notavano alcune assenze determinate dal momento poco favorevole per la influenza che ‘impe-rava‘ in quei giorni a Bassano.Durante la S. Messa alcune Associazioni han-no partecipato direttamente con una breve preghiera.Alla fine, con la proverbiale competenza di Suor Mariangela e la generosità di alcuni vo-lontari, è stata offerto un ricco buffet.Noi della Associazione LA VOCE RITROVA-TA, ringraziamo in particolare della collabo-razione le Associazioni: “ASS. VOLONTARI

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OSPEDALIERI”, “ASS. MAI SOLI”, “ASS. ONCO-LOGICA SANBASSIANO”, “ASS. LILT”, “ALCO-LISTI ANONIMI”, “CASA“ E, NATURALMENTE, L’AMMINISTRAZIONE DELL’OSPEDALE.CURIOSITÀ: per la prima volta, ho visto che al posto del tradizionale ‘messale’ il celebrante ha usato il ‘tablet‘ (progressi della tecnica!).

P. S.

A San Biagio questa giornata è dedicata,per la cerimonia si porta la frutta,nel svolgersi del rito viene benedetta.Onoriamo San Biagio,patrono dell’Associazionee a lui chiediamo,per la gola, tanta protezione.

F.P.

Anche a Santorso, presso l’Ospedale Alto Vicentino è stata celebrata una Messa. Noi soci della Voce Ritrovata eravamo presen-ti per ricordare questo Sato famoso. Siamo entrati nella Cappella dell’Ospedale, bella e accogliente, dove pervadeva il silenzio. Alla Messa erano presenti i laringectomizzati con i famigliari, amici, infermieri e medici che tengono in modo particolare a questa ceri-monia.

Non è mancata la bella omelia recitata da Don Pierangelo e la preghiera piena di sentimento letta da Raimondo, incoraggia-mento ad affrontare la vita con un sorriso.Quindi c’è stata la be-nedizione della frutta e caramelle, il rito del-le candele incrociate

sulla gola, per preservarci dai malanni.

Ci siamo poi ritrovati in una saletta per un rinfresco e per dei saluti con il dott. Bona-to, il dott. Turco e il personale del reparto O.R.L.: que-sta ricorrenza di San Biagio è stata molto a p p re z za ta da tutti i pre-senti.

L. L.

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CURIOSITÀACCORGImENTI PER STARE mEGLIO

Prendersi qualche giorno per fare ordine nella propria casa aiuta a stare meglio e sen-tirsi più sereni e a proprio agio: pulire i vetri ed arieggiare la casa per far entrare più luce, eliminare ciò che non serve più, mettendo ordine negli armadi, scrivanie , scarpiere, eli-minare dal guardaroba ciò che non si mette più e regalarlo. Alleggerirsi di fardelli inutili può solo farci vivere meglio.

I RImEDI DELLA NONNA1) Vetri e spec-chi molto spor-chi vanno puliti con acqua tiepi-da nella quale è stato sciolto del bicarbonato nella dose di 10 gram-mi per litro.

2) Per evitare ostruzioni e cattivi odori nel lavandino, versare ogni tanto un litro di ace-to ben caldo nel quale è stato disciolto una manciata di sale grosso. Lasciare agire per un’ora prima di far scorrere l’acqua. 3) Per avere pavimenti puliti e profumati, ag-giungere all’acqua qualche goccia di sham-

poo per capelli.4) Per sgrassare e mantenere lucidi i mobili laccati, in uno spruzzino miscelare acqua con shampoo neutro e spruzzare.5) Per evitare che i libri ingialliscono col tem-po, mettere tra le pagine qualche foglia fre-sca di lauro.6) Per eliminare i cattivi odori dalle scarpe, porre al loro interno della polvere di timo: profuma e disinfetta.7) Per proteggere il sale dall’umidità, mette-re nella saliera qualche granello di riso.8) Per evitare gli schizzi di olio bollente du-rante la frittura, mettere nella pentola degli stuzzicadenti.9) Per pulire i gioielli d’oro e le collane di per-le, immergerli in acqua e sapone neutro per qualche minuto, quindi sciacquarli e asciu-garli.10) Per combattere il raffreddore versare in una tazza di acqua bollente un cucchiaio di miele e il succo di un limone. Mescolare bene e bere prima del sonno. La varietà di miele migliore per queste affezioni delle vie respiratorie è quella di eucalipto.

Di Redazione

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Decoratori Bassanesi srl Via Vallina Orticella, 48 - 31030 Borso del Grappa (TV)

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VOLONTARIATO E SOLIDARIETÀTEmPO PREZIOSO: BANCA DEL TEmPO

La Banca del Tempo nasce da un’esperienza concreta di organizzazione del tem-po di vita, dal desiderio di una proficua condivisione e dall’offerta di gratuità attra-verso le quali ci si può scam-

biare prestazioni e servizi vari a vantaggio della vita di tutti.Cos’è la Banca del Tempo?La Banca del tempo è appunto una forma di associazionismo basata sullo scambio gratu-ito di servizi tra i soci, ciascuno dei quali met-te a disposizione parte del proprio tempo (quantificato in ore e mezz’ore) per svolgere svariate prestazioni in favore e per conto de-gli altri soci, in cambio di altrettanto tempo e prestazioni.I servizi in questione possono consistere in ospitalità, riparazioni domestiche, baby-sit-ting, lavori di cucito, lezioni private, cura di animali e piante, accompagnamento e così via.

Per ogni servizio erogato in vostro favore ri-cambierete prestando parte del vostro tem-po, per svolgere voi stessi una qualche pre-stazione nella quale siete abili per conto di altri soci.Ciascun servizio viene valutato in funzione del tempo occorso per svolgerlo e nient’al-tro.Le Banche del tempo nascono alla fine dell’800 e negli anni ’30 in un momento di profonda crisi economica. Oggi però è ne-cessario essere coinvolti in un tessuto socia-le nel quale non ci sono solo problemi di tipo economico.Questa istituzione, altrimenti chiamata “Ba-ratto”, esiste anche a Bassano, fin dal lonta-no 1974. Un gruppo fortemente attivo che si ritrova una volta al mese presso l’associazio-ne “QUESTA CITTÀ”, per favorire la reciproca conoscenza e rendere più facile lo scambio tra gli iscritti.Il Baratto è un metodo molto semplice: un’ora del tuo tempo in cambio di un’ora del

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COSTENAROASSICURAZIONI

UNIPOL

mio. Il sistema però sotto intende anche di valorizzare i rapporti umani, quali il piacere di stare insieme, elargendo sapere, cono-scenza e capacità.Primo passo è iscriversi, gratuitamente, e mettere a disposizione la propria abilità, così che altri iscritti possano usufruirne. È bellis-simo, perché si scoprono nelle persone cose e desideri inaspettate, quali regalare ricette esotiche e segreti di cucina, oppure insegna-re a ricamare o a giocare a carte. Molto ri-chiesto è l’uso del PC o accompagnamento a mostre e a fare shopping.Ma non c’è l’obbligo di essere sempre dispo-nibili quando si viene contattati e lo scam-bio, una volta deciso, avviene direttamente tra i soci, mediante telefonate. Non ci sono quote da pagare, a meno che non ci sia un rimborso di spese vive, quali la benzina per

un trasporto o materie prime indispensabili per creare l’aiuto nello scambio del tempo.L’ Associazione stimola il più possibile incon-tri tra gli iscritti, con feste, gite e progetti, per favorire le richieste dello “scambio del tem-po”, a volte difficile da richiedere.Fatto molto positivo è che negli ultimi tempi hanno fatto il loro ingresso alcune persone giovani, così che essendo preparate in mate-rie tecnologiche più delle persone anziane, hanno reso lo scambio più interessante e vi-vace.La forza di queste banche sta nel saper scal-fire la solitudine, nell’accogliere l’altro met-tendo da parte le differenze, nella afferma-zione di una propria identità, nel ritrovare lo spirito di una comunità solidale e aperta.

Ricerca di Annamaria Marcadella

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Non ne faceva un mistero con nessuno. Pur essendo conosciuto in tutta l’Europa, pur avendone frequentato le corti più fastose, pur apprezzando le capitali dell’Inghilterra, della Francia, dell’Austria, Antonio Canova restava profondamente, pervicacemente, innamorato della sua terra.Per lui, artista veneto nato a Possagno sulle pendici del Grappa nel 1757, e genio ricerca-to, vezzeggiato come pochi altri nel suo tem-po, da sovrani, principi, papi e imperatori, l’Italia era sempre in cima ai suoi pensieri. Lo sapeva bene anche Luigia Giuli, la governan-te alla quale aveva confidato di “ringraziare il cielo di essere nato in Italia”.

Non l’avrebbe tradita per nessuna ragione, la sua terra d’origine; l’ha protetta, arrivando addirittura, supportato da Papa Pio VII a dare battaglia per la difesa del suo patrimonio ar-tistico, nella veste di ispettore generale delle antichità e delle Belle Arti per conto dello Stato della Chiesa. E non a parole, ma con

i fatti. Grazie alla sua preziosa intercessione diplomatica con il barone Dominique Vivant Denon, ottenne, per citarne solo alcuni, la restituzione e il rimpatrio di capolavori come l’Estasi di Santa Cecilia e la Trasfigurazione di Raffaello, il Laocoonte e i quattro cavalli in bronzo della Basilica di San Marco, trafugati e trasportati in Francia per ordine di Napo-leone.

Insomma, Antonio Canova il tempo da dedi-care alla sua terra lo trovava sempre. Faceva lo scultore a livelli altissimi, ma si preoccu-pava anche di salvaguardare le meraviglie ricevute in eredità da un passato straordi-nariamente ricco che ha sempre caratteriz-zato l’Italia rendendola unica al mondo. Esa-minando quindi la storia di Antonio Canova noi, suoi eredi, siamo costretti a riflettere e a intervenire senza indugi per tutelare, salva-guardare e promuovere l’unica vera “mate-

CULTURAANTONIO CANOVA. IL SEGNO DELLA GLORIA

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ria prima” che possediamo: le opere d’arte di ogni epoca, nelle loro varie espressioni.Oggi come ieri, Canova può continuare a es-sere nume tutelare del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. Lo può fare attra-verso noi, grazie al nostro impegno. Perché Canova, in fondo, è un brand che ci dà lustro e noi dobbiamo considerarlo un volano di positività ad ampio raggio per il rilancio del-la cultura. La sua produzione scultorea, unita a quella di bozzetti e disegni, resta all’apice.L’Istituto di Ricerca per gli Studi su Canova e il Neoclassicismo fondato nel 1995 a Bas-sano del Grappa ha avuto l’onore e l’onere di sostenere e promuovere, con totale di-sinteresse e la più profonda dedizione cul-turale, la conoscenza del grande interprete di un’epoca, quella neoclassica che, proprio grazie a lui, ha avuto successo e diffusione anche oltreoceano. Negli anni l’Istituto bassanese ha organizza-to oltre a convegni internazionali, concerti e conferenze, tredici “Settimane canovia-

ne” che hanno formato, grazie alle borse di studio messe a disposizione, tre generazioni di studiosi; fatto incontrare giovani studen-ti con autorevoli esperti italiani e stranieri; prodotto pubblicazioni scientifiche e tredici ristampe anastatiche di libri dedicati all’ope-ra di Antonio Canova che consentono oggi, anche a biblioteche non dotate di un pa-trimonio librario antico, di disporre di una letteratura dedicata all’artista. Nell’ambito delle attività messe in campo, tante sono state le mostre allestite nelle città italiane ed estere, a partire dalla prima, quella romana di Palazzo Braschi: un fiore all’occhiello, oltre che un’ulteriore testimonianza del grande impegno profuso per valorizzare e promuo-vere un artista così meritevole.

Per l’Istituto è stato un orgoglio riproporre Canova a Roma, dove lui era di casa: nella capitale alloggiava per lunghi periodi, aveva studio e laboratorio, teneva contatti influen-ti, riceveva importanti riscontri. Canova li merita anche oggi. E noi vogliamo ampliare il numero delle nostre amicizie, per far di-ventare lui amico di chi ha a cuore le cose belle, il gusto della conoscenza e il rispetto dell’arte con la A maiuscola, che prevalica il tempo proprio perché senza tempo, come i valori espressivi che la sottendono. Il vero artista è colui che fa ascendere la materia avvicinandola al trascendente. L’im-mortalità e la gloria di Canova, forse, deriva-no anche da questo.

di Maria Pia Morelligiornalista e scrittrice

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Ricordo che da bambina la mamma mi man-dava dal droghiere per acquistare la cannella o il pepe o la noce moscata. Per me quelle erano le droghe. Conobbi con l’andar degli anni che il nome di quei condimenti della cucina asiatica era “spezie”. La parola “droga” etimologicamente deri-va dall’olandese “drog” che significa “arido, secco” perché la pianta delle droghe, riser-vate agli usi della cucina e della farmacia, è una pianta secca. L’uomo ha sempre cercato sostanze in grado di agire favorevolmente per alleviare i dolo-ri, per guarire malattie, migliorare le presta-zioni fisiche e intellettuali, favorire il sonno, evadere dalla realtà e ottenere piacere. Le principali sostanze psicoattive si ricavano da piante essiccate: il papavero, la canapa in-diana, la coca, il tabacco, il cactus, il caffè, i funghi allucinogeni. I nostri antenati scopri-rono le proprietà di queste piante e iniziaro-no ad utilizzarle.Gli ideogrammi di capsule di papavero da op-pio, trovati su bassorilievi e su tavolette d’ar-gilla in scrittura cuneiforme dei Sumeri come dei popoli della Mesopotamia del 4000 a.C., attestano che le popolazioni conoscevano le proprietà di questa pianta, come pianta del-

la gioia con proprietà euforizzante.Gli egizi usavano l’oppio come calmante per i bambini ma utilizzavano anche molte altre sostanze psicoattive per curare l’ansia, molti malesseri e per parlare con gli dei.I Maya usavano i funghi allucinogeni, la lin-fa di una particolate agave e altri vegetali psicoattivi nel corso delle loro cerimonie re-ligiose. Nell’antica Grecia le droghe venivano consi-derate sostanze che agivano per raffredda-re, riscaldare, umidificare, rilassare o addor-mentare. Le droghe erano utilizzate anche dai filosofi perché, se assunte in quantità moderata, portavano all’ebbrezza. Usavano: l’oppio,la canapa indiana, la mandragola an-che per alettare i loro banchetti.

L’oppio era la sostanza psicoattiva più usata dai romani e dai loro imperatori. Il più grande medico dell’antichità, Gallieno, prescriveva l’oppio diluito in alcool e miele per moltissi-mi disturbi, tanto che fece diventare l’impe-ratore Marco Aurelio dipendete dall’oppio. I romani utilizzavano come bevanda inebrian-te il vino, considerato dai filosofi come la so-stanza che “trionfa sull’oscurità della mente portando a galla l’anima che apre le porte alla sapienza” (il vino, quindi viene usata come una sostanza psicoattiva).Sappiamo che la canapa indiana è stata molto utilizzata, sia come sostanza allucino-gena che come medicamento nelle popola-zioni dell’Islam A volte la canapa indiana o

CONOSCIAMO I NOSTRI NEMICILE SOSTANZE PSICOATTIVE. STORIA E RIfLESSIONI

canapa indiana

oppio

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cannabis indaca diventa la sostanza di al-cuni gruppi religiosi; infatti dalla resina del polline dei suoi fiori ricavavano l’hashish e miscelando fiori, foglie e steli ottenevano la marijuana. La legge islamica non proibiva il consumo di droghe come l’hashish e il popo-lo considera di poterle usare.

Si pensa che la canapa indiana sia stata usa-ta anche in età neolitica nei territori intorno al Mar Caspio e poi si sia diffusa in India e Cina dove veniva usata per scopi terapeutici e nelle funzioni religiose. Anche in Messico e in America Centrale è stato scoperto che la popolazione faceva uso di allucinogeni derivati dal fungo magico, il Teonanacti, si riteneva che questo fungo avesse proprietà magiche e curative. Gli aztechi ricavavano una sostanza allucinogena dal cactus peyote che usavano nelle cerimonie religiose e per entrare in comunità con dio.

Nel 1500 in Europa, con lo sviluppo delle scienze e della farmacologia, un alchimista svizzero introdusse in medicina il laudano, una soluzione idroalcolica di oppio, che, as-

sieme all’oppio, divenne rapidamente po-polare. Erano merci prodotte in larga scala e acquistabili a basso prezzo poiché le pian-tagioni del papavero dell’India davano agli inglesi una gran quantità di questo prodotto che veniva commercializzato e dava grandi guadagni soprattutto con i farmaci sotto for-ma di sciroppi, polveri e cordiali per curare tossi, mali di testa, ansie, disturbi del sonno e tristezze.

Con la scoperta dell’America arriva in Euro-pa la coca. La pianta della coca ha avuto una grande importanza in tutte le civiltà andine, era considerata il dono del dio Sole per al-leviare le sofferenze e dare forza al genere umano. La popolazione poteva consumarla soltanto in occasione di riti religiosi o per scopi terapeutici. Dopo la conquista degli spagnoli gli indios cominciarono a farne uso libero e così pure gli spagnoli che la consuma-vano nel lavoro massacrante nelle miniere.

(FINE pRIMA pARtE LA SEcONDA NEL pROSSIMO NuMERO).

Ricerca di Fulvia Cauci

hashish

mandragola

coca

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ATTIVITÀfESTA DI PRImAVERA

Domenica 26 marzo ci siamo ritrovati per l’annuale appuntamento della Festa di Pri-mavera.

Quest’anno abbiamo ripetuto, come orga-nizzazione, il percorso usato l’anno scorso dai Soci di Thiene, Schio e Alto Vicentino. A dire il vero, non si sono smentiti in quanto a volontà e impegno ottenendo ottimi risulta-ti come previsto.La Santa Messa è stata officiata nella Chiesa della SS. Trinità di Schio che, celebrava con-temporaneamente la Festa del Perdono dei bambini.La Chiesa, con la nostra presenza, era oc-cupata in ogni angolo e bisogna riconosce-re che il Parroco, mons. Carlo, ha seguito i gruppi partecipanti con grande esperienza e con assoluta competenza.

Per noi de LA VOCE RITROVATA, aveva addi-rittura riservato, nei locali della Parrocchia, prima una stanza affinché potessimo fare la nostra Assemblea e poi aveva previsto an-

che dei posti in Chiesa. Veramente bravo. Grazie.I partecipanti sono stati numerosi, così le votazioni si sono svolte secondo il program-ma e i risultati sono ora pubblicati su altra pagina del giornale. (vedi pagina 4)Poi ci siamo recati al ristorante “Il Calesse” già conosciuto dall’anno scorso, dove fra un piatto e l’altro di ottimo pesce abbiamo estratto alcuni numeri per la ormai consue-ta lotteria.I premi erano molti, vari e belli.La sistemazione dei posti a sedere in risto-rante quest’anno è stata quanto mai como-da e spazio-sa, al punto che “qual-che socio si è trovato il posto da grande ho-tel!” (vedi foto!). Il tutto era condito da una sana al-legria che ci ha accompagnato fino alla sera, giunta la quale ci siamo lasciati con la pro-messa di ritrovarci al più presto per un altro incontro, magari pensato con una nuova formula.

L’attività della nostra Associazione non po-teva cominciare meglio di così. Grazie a tutti e arrivederci a presto.

Pietro Serraiotto

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Mi piacerebbe ac-compagnarVi per una breve escur-sione, spero inte-ressante e coinvol-gente dal punto di vista storico, pae-saggistico, tradizio-nale ma soprattut-to culturale. Se da

Bassano del Grappa prendiamo la direzione Trento, generalmente percorreremo la Val-sugana; la denominazione non è del tutto esatta poiché ci stiamo dirigendo lungo il CANALE DI BRENTA, in una stretta valle fino a Cismon del Grappa, precisamente a Pri-molano, caratterizzata da proprie peculiarità dal punto di vista geografico ed antropico. Il Canale di Brenta è molto più stretto rispetto la Valsugana, infatti ha origine fluviale e non glaciale; come suggerisce il nome, la vallata è attraversata dal fiume Brenta. Il Canale di Brenta inizia sulla sponda destra dopo l’ulti-ma frazione a nord di Bassano del Grappa, Campese e sulla sinistra Pove del Grappa. Il nostro percorso toccherà poi Solagna, Cam-polongo sul Brenta, Valstagna con Oliero, S. Nazario e Carpanè, Cismon del Grappa per terminare a Primolano.Da Bassano del Grappa e per circa 32 Km. si snoda il percorso dell’”Alta Via del Tabac-co” (AVT) sul versante destro orografico per-correndo alcune vie di comunicazione tra i terrazzamenti, ove dal 1630 al 1960 circa si coltivava il tabacco. Il sentiero è stato ide-ato dalla Comunità Montana del Brenta ed è mantenuto e valorizzato dall’Associazione Alta Via del Tabacco, percorrendo il quale, infatti, è possibile riscoprire i segni dell’uo-mo usati per guadagnare terreni coltivabili strappandoli alla montagna. Troviamo in-fatti i terrazzamenti che sono sostenuti da muri di sostegno chiamati “masiere” a sec-co, alti fino a 8 metri, realizzati in pietra a

secco (senza cioè l’uso di calce e cemento come legante), le opere di captazione e uti-lizzo dell’acqua piovana, le mulattiere che in questo habitat sono vere vie di comuni-cazione per la mezzacosta ed il fondovalle. La coltivazione del tabacco in Val Brenta fu un privilegio concesso dalla Serenissima Repubblica. Infatti importato nel XVII° seco-lo dai monaci di Campese, contribuì a tra-sformare il paesaggio caratterizzandolo con la creazione dei terrazzamenti. Il percorso, più a nord, interseca il punto di inizio per la “Calà del Sasso”, la scalinata più lunga del mondo composta da 4444 gradini percorri-bili agevolmente perché aperta al pubblico.

Dall’”Altopiano dei Sette Comuni” venivano trascinati sino a fondo valle i tronchi che servivano alla costruzione delle imbarcazio-ni della Serenissima, quindi fluitati attraver-so il fiume Brenta, per favorirne la discesa e renderla meno faticosa per l’uomo, nel XIV° secolo Gian Galeazzo Visconti ordinò la co-struzione di questo manufatto unico nelle Alpi.Una attrattiva di indubbio fascino la for-nisce la visita alle “Grotte di Oliero”, com-plesso cavernicolo in prossimità di Oliero in comune di Valstagna, esempio classico di carsismo, spiegato dal fatto che dalle grot-te sgorga gran parte dell’acqua che penetra dal sovrastante Altopiano dei Sette Comuni. Nelle Grotte ha origine la sorgente del fiume

ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIOIL “cANALE DI BRENtA”

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Oliero, considerata tra le più importanti sor-genti valchiusane d’Europa. L’acqua che arri-va filtra attraverso quattro sbocchi chiamati in dialetto covoli: due sono secchi (il covolo degli assassini-o degli Ezzelini- e il covolo delle soree- delle sorelle) gli altri due sboc-cano sul fiume Brenta; dal principale dei due (il covolo dei siori-signori-o grotta Pa-rolini) si accede con apposite imbarcazioni percorrendo una lunghezza di circa 90 metri per una larghezza di 20 metri arrivando ad uno stupendo lago in grotta la cui profondi-tà raggiunge nel punto centrale i 13 metri.Proseguendo ora verso Valstagna lungo la passeggiata sul lungobrenta, ammiriamo dapprima il fiume in tutta il suo tranquillo scorrere, mentre arrivando al centro di Val-stagna muta aspetto assumendo un caratte-

re torrentizio. Per questo motivo il suo cor-so si presta per discese spericolate in canoa, oltre a discese mozzafiato per gli amanti del rafting, e per le succitate caratteristiche è sede del team nazionale di canoa.E’ doveroso anche segnalare che ogni anno l’ultima domenica di luglio qui a Valstagna si rievoca l’antica tradizione del trasporto di ogni tipo di merce lungo il fiume Bren-ta, usando delle zattere, organizzando uno spettacolare “Palio delle zattere”, che vede

impegnate molte persone di ogni contrada; la gara si svolge partendo dalla frazione di S. Gaetano scendendo attraverso un percor-so disseminato di insidie naturali, arrivando con la zattera allo stato originale e prima de-gli altri concorrenti: l’approdo è di solito ad Oliero. E’ uno spettacolo seguitissimo che porta lungo il percorso una folla incredibile e partecipe e culmina con la proclamazione della contrada vincitrice, che rimarrà in cari-ca fino alla prossima gara.

I centri lungo il Canale di Brenta sono ric-chi di manifestazioni molto spesso a carat-tere culturale, una di queste sono le “Feste quinquennali in onore del Divin Crocefisso”, si tengono a Pove del Grappa ogni cinque anni dal 1795 e registrano la partecipazio-ne di moltissimi addetti di ogni quartiere del luogo. Anche a Cismon del Grappa ci sono delle rievocazioni: ogni dieci anni ricorrono le celebrazioni in onore della Madonna del Pedancino; l’origine di questa particolare devozione risale alla fine del ‘700 quando una mano ignota occultò la statua della Ma-donna per farla sfuggire alla persecuzione iconoclasta. Successivamente fu ritrovata da un pastore ai piedi del monte Incino, di qui la denominazione “Madonna del Pedancino”, mentre le feste decennali hanno avuto inizio dal 1814 e sono segno di r i n g r a -ziamen-to e de-vozione

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per il ritrova-mento della stessa statua della Madon-na dopo la distruzione, durante una tremenda alluvione, della chiesetta dove era venerata.A Solagna il giorno 8 dicembre ormai da mol-to tempo, ricorre la “Sagra della Madonna Fredda e del Mandorlato”, altra manifesta-zione che si aggiunge per arricchire l’offerta

r i evo cat i va lungo il “Ca-nale di Bren-ta”. In occa-sione della Festa dell’Im-

macolata Concezione viene allestito un mer-cato di prodotti artigianali e gastronomici locali e dei dintorni. Tra questi ultimi spicca il “Mandorlato Veneto” ed il Cioccolato in tutte le sue varianti; questa festa di origine popolare che rinnova antiche tradizioni è di-venuta ultimamente punto di riferimento e golosità tra i più piccoli.Ultima tappa culturale che offre la parte più settentrionale di questo “canale di Brenta” è il Forte Tombion a Primolano, una delle più importanti fortificazioni edificate non appe-na il Ve-neto fu annesso al Regno d ’ I ta l i a nel 1866, d o p o la terza g u e r r a di indipendenza. Il valico dove sorge, per la conformazione morfologica, è stato da sempre un punto strategico militare, infat-ti la sua funzione era quella di sbarrare la principale arteria di comunicazione tra nord e sud e verso Feltre. E’ stato costruito con conci calcarei e si sviluppa su due livelli, pre-valentemente in lunghezza, seguendo il pro-

filo della vallata; quello che rimane manca di una parte andata distrutta per allargare ed ammodernare negli anni la sede strada-le. Nelle immediate vicinanze del Forte, in località Pianello a Primolano, c’era il confi-ne di stato Italia-Austria, rimasto in attività i primi anni del ‘900, con relativa Dogana a sbarrare la SS. 47, e Stazione Ferroviaria di transito e di scambio per passeggeri e mer-ci, ancor oggi ammirata per la sua inconsue-ta maestosità nel contesto in cui sorge.Ancora il “Canale di Brenta” è percorso ne suo tratto settentrionale da Cismon del Grappa a Primolano, dalla nota ciclopista della Valsugana. Inizia a Levico Terme-Cal-donazzo e porta a Bassano del Grappa, è principalmente ciclabile, aperta a tratti al traffico motorizzato, soprattutto da Cismon del Grappa. All’arrivo, segue il fiume Brenta a volte sulla destra altre sulla sinistra e in parte ricalca il percorso dell’antica via Clau-dia Augusta. Di certo lungo il percorso offre al passante un ambiente pulito, ameno, ma soprattutto incontaminato.Dopo Primolano la Valle si allarga e da quel punto cambia denominazione assumendo il nome più generico di Valsugana. Dalla pro-vincia di Vicenza si passa a quella di Trento, cambiano i paesi, usanze ed anche in parte i costumi, troviamo altre realtà produttive, altre località che si affacciano a dei laghetti, estese coltivazioni di frutta e frutti di bosco, e innumerevoli spunti per curiosità turisti-che. Questa è una delle caratteristiche della nostra Italia, anche a distanze brevi trovia-mo località diverse tra esse, sempre però in grado di suscitare in ognuno di noi emozioni sempre nuove. Ricerca di Diego Furlan

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LETTURELA PAGINA DEDICATA ALLO SPIRITO CREATIVO

DEI NOSTRI SOCI

MAGGIO; MESE DELL’ AMOrE

Non so se succede anche a voi, ma quando arriva la Primavera mi sembra di essereun’altra persona.Il primo mese è Marzo,che col suo venticello ci rallegra.Aprile ci illumina gli occhi con i prati verdi, le foglie sugli alberi e gemme da per tutto. Maggio mi fa sentire viva e mi rallegra per questi tre motivi: maggio mese del fioretto e della devozione alla Madonna, maggio festa della mamma, maggio festa delle rose e dell’amore. Tutte queste cose mi riportano alla mia infanzia. Quando verso sera suonava la campanella, ecco che passava per la strada la signora Rita, tutta vestita di nero: per noi era il segnale che era l’ora di prepararsi per andare in chiesa, per il fioretto, tradizione dedicata alla Madonna, nel mese di maggio. Questa usanza popolare mi ha sempre entusiasmata, più che per il rosario per il fatto che ci si trovava fra amiche , per restare insieme. Per premio il prete, finita la funzione, ci dava un santino. Noi volevamo un gran bene alla Madonna e ci sentivamo amate da lei.

Maggio, festa della Mamma: per ognuno di noi è il dono più bello che ci ha fatto nostro Signore. La mamma è la vita, una bellezza fatta di verità e serenità, una forza che Dio ci manda come raggi di sole. Il ricordo più bello di mia mamma?...La vedo seduta in poltrona, con la testa piegata e il rosario tra le mani…La sua faccia piena di rughe del tempoera come un libro aperto,che non si finisce mai di leggere.Se ci penso…quante canzoni dedicate alla mamma. Mi ricordo Gino Latilla quando cantava “Son tutte belle le mamme del mondo”, o Claudio Villa con la sua canzone “Mamma, solo per te la mia canzone vola...”E poi: maggio mese delle rose. Non c’è giardino dove non ci sia profumo di rose…E poi maggio mese degli amori. Proprio per questo c’era la canzone che diceva“Ci sposeremo a maggio con tante rose…” E così è capitato anche a me, tanti anni fa, quasi 50, di incontrare nel mese di maggio un ragazzotto, che poi è diventato mio marito, iniziando una vita di sentimenti.Quando si dice Maggio…mese dei fiori,mese dei colori, mese degli amori.

I nostri soci si dilettano e collaboranoalla stesura del nostro giornale.

Oggi tocca a LucIANA LIEVORE, da thiene

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LETTUREmUSICA e...

Che sia classica o rock, sinfonica o melodica, corale, strumentale, etnica, orchestrale, la musica evoca in noi emozioni!Non possimo negare che la musica accompa-gni molti momenti della nostra vita: così quel particolare motivo ti riporta indietro nel tem-po a quando, ragazzina, uscivi da sola per la prima volta, oppure, sempre adolescente, ti fermavi sotto le finestra, del tuo “amore pla-tonico” sperando (cosa assai improbabile!!) che Lui uscisse! Molte situazioni della nostra vita sono acompagnate da una colonna sono-

ra e, può capitare, di ritrovarsi gli occhi umidi acoltando una musica, non solo perché evo-ca in noi ricordi, ma anche perché la musica suscita emozioni.Ma cos’è la musica? Sette note che, come le lettere, danno origine a parole, frasi, dia-loghi, libri.Ma non esiste una definizione unica di Mu-sica. E’ intrattenimento, diversivo, forza rivi-talizzante, lavoro mentale, scarico, conforto, ed altro ancora. La musica unisce, ci permet-te di condividere un’esperienza, ci fa sentire meno soli, mette allegria o tristezza. Insom-

ma credo che si possa dire che la musica ci fa sentire “vivi”.La musica, ascoltata, suonata o “cantata”, ti entra dentro, fa vibrare le corde del cuore, ti prende per mano e ti porta in mondi fantasti-ci, surreali, magici; dove tutti questi aggettivi non sono solo positivi. La musica ci permet-te di provare, come già detto, tutte le emo-zioni, serenità ed angoscia, felicità e rabbia, pace ed odio; l’importante è “ascoltare col cuore”. Permettere ai nostri sensi di farci av-vogere dalle note, farci accompagnare come se lei ci prendesse per mano e ci portasse per il mondo.Se avete occasione ascoltate il “Largo” dell’In-verno delle “Quattro Stagioni” di Vivaldi e immaginate: mentre l’orchestra fa la pioggia che batte incessante sui campi spogli, il vio-lino solista scivola su di essi e li avvolge nel-la calma della stagione ove tutto rallenta. Di ben altro tenore è il primo movimento de “la Primavera”, dove le note si rincorrono come se fossero fiori che sbocciano nei verdi prati. Anche in questo caso il dialogo continuo tra orchestra e violino solista ci accompagna nel risveglio della natura. La musica può essere usata in mille modi, e sicuramente saper suonare uno strumento è un’esperienza che tutti dovrebbero poter provare. Accennavo prima a come l’esperienza sonora ci stimoli durante tutta la vita, diversi studi hanno dimostrato come suonare sia un po-tente mezzo di esercizio per il nostro cervel-lo; la pratica musicale coinvolge ogni regio-ne del cervello umano. La pratica musicale aumenta l’attenzione per i dettagli, potenzia la memoria, sviluppa l’attitudine all’utilizzo di capacità strategiche e di pianificazione. E quello che è più interessante e che non ci sono limiti d’età per imparare a suonare uno strumento, e che i benefici non si scordano o si perdono. Claudia Giacon

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CUCINAPRImIZIE DI PRImAVERA: GLI ASPARAGI

Ricchi di fibre vegetali, acido folico e vitamine A. C. E. e del gruppo B. Contengono sali minerali, tra cui fosforo, calcio e cromo, regolatori dei livelli di insulina: quest’ultima in-fatti contribuisce a ridurre i livelli di glucosio nel sangue quando è alto; per questa ragione il consumo di asparagi è fortemente consigliato per la prevenzione del diabete di tipo 2. Sono ricchi di antiossidanti e di glutatione, so-stanza in grado di favorire la depurazione dell’organismo, l’eliminazione delle sostanze dannose e dei radicali liberi.

Inoltre, l’alto contenuto di potassio regola la pressione sanguigna ed aiuta il cuore.Infine il contenuto di mulina apporta dei benefici all’apparato digerente e alla flora batterica, rendendo di fatto gli asparagi un vero e proprio antinfiammatorio naturale.

(Ricerca da Internet)

INGREDIENTI:- 350 gr. di riso Carnaroli,- 350 gr. di asparagi selvatici o verdi tagliati

a tocchetti, solo la parte morbida- Olio oliva, pepe, sale- 1 cipolla finemente tritata- 100 gr. di speck ridotto a fiammifero- Mezzo bicchiere di vino rosè, più brodo

vegetale quanto basta- 1 bustina di zafferano sciolto in acqua

tiepida- 20 gr. di burro, parmigiano grattugiato

PROCEDImENTO:Sbollentare i tocchetti di asparago, tenerli da parte.In un tegame soffrigger la cipolla, aggiunge-re lo speck e rosolare il tutto.Unire il riso, tostare e portare a metà cottura col brodo.Unire i pezzetti di asparago e il pepe.A cottura ultimata mantecare col burro e il parmigiano.

Di Redazione

Originale ricetta per gustare i sapori dell’asparago, anche nella sua produzione selvatica.

RISOTTO AGLI ASPARAGI SELVATICI, SPEK E ZAffERANO

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