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BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI RESTAURO DELLA VETRATA DELLA MADDALENA BASILICA OF ST FRANCIS IN ASSISI RESTORATION OF THE MAGDALENE STAINED GLASS WINDOW QUADERNO N. 9

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Page 1: QUADERNO N. 9 BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI · Controllo e manutenzione di decorazioni pittoriche in S. Francesco ad Assisi, Roma, 1989; Work undertaken by the Central InstItute

BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI RestauRo della vetRata della Maddalena

BASILICAOFSTFRANCISINASSISIRestoRation of the Magdalene stained glass window

QUADERNO N. 9

Page 2: QUADERNO N. 9 BASILICA DI SAN FRANCESCO IN ASSISI · Controllo e manutenzione di decorazioni pittoriche in S. Francesco ad Assisi, Roma, 1989; Work undertaken by the Central InstItute

Schema iconografico della vetrata (evidenziata la “luce” restaurata)Iconographic scheme of the stained glass window (the restored section is highlighted)

Cristo RedentoreChrist the Redeemer

Madonna con BambinoVirgin with Child

Noli Me TangereNoli Me Tangere

Cena in BetaniaSupper in Betania

S. Maria MaddalenaSt Mary Magdalene

La Maddalena nel desertoMary Magdalene in the desert

Cristo appare allaMaddalena come ortolanoApparition of Christ as gar-dener to Mary Magdalene

Resurrezione di LazzaroResurrection of Lazarus

S. Maria di CleofeSt Mary of Cleofe

La Maddalena riceveuna veste dall’AngeloMary Magdalene receives a cloak from the Angel

Cristo difende laMaddalena dalle accusedi MartaChrist defends Mary Magdalene from Marth's accusations

Incontro alle portedi BetaniaMeeting at the Betania gates

S. Maria di SalomèSt Mary of Salomè

Seppellimentodella MaddalenaBurial of Mary Magdalene

Cristo apparealle tre MarieApparition of Christ to the three Marys

Cena in casa diSimone FariseoSupper at the house of Si-mon Pharisee

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La ricollocazione della quarta “luce” della vetrata della Cappella della Maddalena dopo il restauro presso i laboratori del nostro Istituto, a meno di due anni da quando sono stati ricollocati i frammenti della Vela di Cimabue, crollata in seguito al terremoto del 26 settembre 1997, mi sollecita a fare un paio di brevi considerazioni.La prima è che, ancora una volta, viene confermato nei fatti il legame fra l’Istituto centrale del restauro (ora Istituto Superiore per la conservazione e il restauro) e la Basilica di S. Francesco in Assisi: un lega-me che ha inizio al momento stesso della creazione dell’Istituto e che si è poi protratto nel tempo senza subire mai soste, se mai intensificandosi, come è successo appunto in seguito al sisma del ’97.La seconda è che questa attività non si è limitata a prendersi cura delle opere per le quali la Basilica è nota in tutto il mondo, voglio dire i grandi cicli di pittura murale che, con Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, dà origine alla pittura moderna d’Occidente. Come è noto, infatti, l’Istituto ha ope-rato su ogni tipo di manufatto: dai dipinti su tela e tavola, ai tessuti, ai metalli, ai cuoi, ai dipinti murali staccati , ai manufatti su carta e pergamena, ogni volta mettendo a punto metodi e tecniche innovati-ve, rispondendo così in pieno ad uno dei suoi più importanti compiti istituzionali, quello a carattere normativo.E appunto in questo consiste il valore del cantiere pilota, per di più a carattere didattico, messo in opera su una delle vetrate più significative di quello che rappresenta il più imponente complesso di vetrate antiche del nostro Paese: con l’auspicio che i risultati ottenuti possano facilitare il reperimento delle risorse necessarie ad estendere l’intervento non solo alle altre “luci” di questa vetrata ma anche, come è stato reiteratamente richiesto, a tutte le altre vetrate della Basilica.

I feel bound to make two brief observations now that the fourth section of the stained glass window in the Magdalene Chapel of St Francis’ Basilica has been returned to its original location after being resto-red in the laboratories of our Institute. And it is worth remembering that this took place less than two years after the Institute re-assembled the fragments of the “Vela di Cimabue” which collapsed during the earthquake on 26 September 1997.The first observation is that the link between the Central Institute for Restoration (now the Higher Insti-tute for Conservation and Restoration) and the Basilica of St Francis in Assisi has been confirmed once again. It is a tie that began way back when the Institute was founded and which has endured without interruption – rather, it has strengthened over time, especially in the aftermath of the 1997 earthquake.The second observation is that this activity goes far beyond taking care of the works for which the Basi-lica is renowned throughout the world – by this I mean the great cycles of wall paintings by artists such as Giotto, Simone Martini and Pietro Lorenzetti whose example led the way to modern painting in the West. As we know, the Institute has dealt with all types of artworks: paintings on canvas and wood panels,

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fabrics, metal objects, leather, detached wall paintings, paper and parchment items. In every case, the Institute has devised innovative methods and techniques, thereby fully exercising one of its main insti-tutional responsibilities, that of establishing norms and good practices.This represents the chief value of the pilot worksite, along with its clear teaching purpose, set up to resto-re one stained glass window out of what is the most imposing group of ancient windows in Italy. I trust that the results achieved will help towards finding the resources required to take action not only on the other sections of the same window but also, as has been requested many times, on all the other stained glass windows in the Basilica.

Caterina Bon ValsassinaDirettore Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

Director of the Higher Institute for Conservation and Restoration

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NUOVA LUCE NELLE VETRATE NELLA CAPPELLA GIOTTESCA DELLA MADDALENA IN ASSISINEW SECTION OF STAINED GLASS WINDOW IN THE GIOTTO-STYLE MAGDALENE CHAPEL IN ASSISI

Dopo circa un anno di intenso studio e lavoro tornano a splendere, nella loro interezza, le vetrate della Cappella della Maddalena nella Basilica inferiore di San Francesco in Assisi. Un grazie sincero e riconoscente va in primo luogo ai Responsabili dell’Istituto Centrale del Restauro, che hanno coordi-nato l’impegno dei restauratori, fotografi, disegnatori, chimici e fisici.

Nella imminenza dell’8° centenario dell’approvazione della Regola francescana e della sicura presenza di Giotto in Assisi (7° centenario), cogliamo in questo compimento restaurativo un nuovo motivo per gioire di tanta attenzione che si è aggiunta a quella della Comunità francescana del Sacro Convento. Due anni or sono, infatti, tramite la Tecnireco, i Francescani si adoperarono per un intervento di re-stauro e di conservazione di tutta la Cappella giottesca, compresa la parte lapidea.

La nostra gioia e la nostra gratitudine è motivata anche da un fatto continuamente presente nel gran-de complesso monumentale di San Francesco: la via della bellezza è cammino verso la verità e la bon-tà dell’esistenza. Un impatto formidabile per chi, in Assisi, viene per crescere e rendersi più cosciente dei vari motivi per vivere; per una cultura che è apertura, relazione, dialogo, gioiosa esperienza del-l’incontro.

After about a year of study and hard work, the stained glass windows of the Magdalene chapel in the Lower Basilica of St Francis in Assisi return to their original splendour in their entirety. First and fore-most, our sincere thanks go to the staff of the Central Institute for Restoration who coordinated the work of restorers, photographers, draftsmen, chemists and physicists.

For the forthcoming 8th centenary of the Franciscan Rule and the certain presence of Giotto in Assisi (7th centenary), we take the occasion of this restoration to give thanks for so much attention that has been given to the Franciscan community of the Holy Convent. Two years ago, through the Tecnireco firm, the Franciscans undertook a restoration and conservation project for the entire Giotto-style chapel, in-cluding the stonework.

Our joy and gratitude is also motivated by something that is continuously present in the great monu-mental complex of St Francis: the path of beauty leads towards truth and the goodness of existence. A powerful message for those who come to Assisi to grow spiritually and to become more aware of the rea-sons for living; through a culture that is open to relations, dialogue and the joyful experience of meeting.

P. Vincenzo ColiCustodeCustodian

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L’impegno deLL’istituto CentraLe deL restauro per Le vetrate deLLa BasiLiCa

Sebbene l’Istituto centrale del restauro non abbia de-dicato alle vetrate della Basilica di San Francesco la cura ininterrotta riservata, fin dalla sua creazione, ai grandi cicli di dipinti murali, ciononostante l’attenzio-ne nei confronti di questa classe di manufatti, piutto-sto rara in Italia e che proprio nella Basilica realizza il complesso più rilevante, sia per quantità che per qua-lità, nel nostro Paese, è abbastanza antica, tanto da avere potuto dare origine ad episodi in diverso modo significativi.Il primo risale a circa 20 anni fa, quando, nell’am-bito di una ricognizione per via campionaria delle decorazioni pittoriche murali della Basilica da poco restaurate1), ho ritenuto opportuno che si profittasse dell’occasione (in particolare la disponibilità di pon-teggi mobili) per procedere a qualche “assaggio” su alcune vetrate della Basilica Superiore – naturalmente non a caso, ma alla luce di considerazioni a caratte-re ambientale, e in particolare in relazione al tipo di esposizione.Fallito sostanzialmente l’obiettivo principale dell’ope-razione, che era quello di trovare uno sponsor che si impegnasse a garantire almeno a cadenza annuale il controllo e la eventuale manutenzione delle decora-zioni murali della Basilica (e, ovviamente, si prendesse cura anche dell’edificio e delle altre decorazioni), non mi restava che tentare di convincere i responsabili ministeriali che quel tipo di operazione era pur sem-

1) G. BASILE, Per la prevenzione. Controllo e manutenzione di decorazioni pittoriche in S. Francesco ad Assisi, Roma, 1989;

Work undertaken by the Central InstItute for restoratIon (ICr) In the basIlICa of st franCIs, assIsISince its foundation, the ICR has devoted most of its efforts to the major cycles of wall paintings in the Basi-lica of St Francis while paying slightly less attention to the Basilica’s stained glass windows. However, the ICR’s commitment goes back quite a time, and a number of important projects have been carried out over the years, especially since stained glass windows are quite rare in Italy, and the Basilica has the most significant examples in terms of quantity and quality. The first project dates back to about twenty years ago. As part of an inspection of the Basilica’s wall paintings (which had recently been restored 1), I decided to take advantage of the occasion (while movable scaffold towers were available) to have a “look” at some of the stained glass in the Upper Basilica – clearly not at ran-dom, but taking into account environmental factors such as location and exposure to the elements.Unfortunately, the main objective of the operation was not achieved, that of finding a sponsor who would undertake to provide for check-ups and maintenance of the Basilica’s wall paintings at least one a year (and clearly, to take care of the building and other decorative features at the same time, including the stained glass windows). At that point, the only choice I had was to convince the ministerial powers that such an operation could always be considered under the heading of “restoration”

1) G. BASILE, Check-ups and maintenance of wall paintings in the Basilica of St Francis, Assisi, Rome, 1989.

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pre rubricabile sotto la denominazione di “restauro” e che pertanto non avrebbero commesso nessun abuso assegnando, anno dopo anno, all’Istituto le ridottis-sime risorse necessarie a noleggiare per un mese un ponteggio da montare in corrispondenza di un sin-golo complesso decorativo e a rimborsare le spese di missione ai restauratori dell’Istituto che vi avrebbero lavorato. Si era cominciato così dalla Cappella di S. Martino, cercando di conciliare l’esigenza di intervenire sui complessi restaurati per primi con l’opportunità di procedere secondo un programma funzionale anche dal punto di vista logistico e in quell’occasione, anche per sottolineare nei fatti la necessità di un approccio non limitato ad una particolare tipologia di manufat-ti, le stesse restauratrici che avevano eseguito i saggi due anni prima (Roberta Bollati e Elisabeth Huber) effettuarono una serie di osservazioni, indagini e sag-gi operativi allo scopo di dare una prima definizione dello stato di conservazione della vetrata e di mettere a punto in maniera generale metodi e tecniche di in-tervento, che avrebbero inoltre consentito di fare una previsione di massima ma realistica dei tempi e delle risorse necessarie al restauro dell’intera vetrata.Contestualmente (e sempre in parallelo con la conco-mitante attività di monitoraggio ambientale delle due Basiliche e della Tomba del Santo) venivano effettuate rilevazioni microclimatiche nell’intercapedine tra la superficie della vetrata e la controvetrata messa in opera (qui come sulle altre vetrate) agli inizi degli anni ’702) .

2) G. BASILE – S. MASSA, Controllo ambientale e fruizione: S. Francesco in Assisi, in “Atti 49° Congresso nazionale ATI”, Pe-rugia, 1994, vol. IV, pp. 93-98; G. BASILE-S. MASSA, Esperienze di

so they would not be risking anything by assigning to the Institute, year by year, the small amounts required to rent scaffolding for a month – to be erected in front of a single decorative feature – and to refund the mis-sion expenses for the Institute’s restorers who would carry out the work.Accordingly, work began on St Martin’s Chapel, at-tempting to reconcile the need to take action first of all on restored areas with the opportunity to undertake a programme that was feasible in terms of logistics. To emphasise the need for an approach that was not limited to a particular type of artwork, the same resto-rers who had worked on the stained glass window two years previously (Roberta Bollati and Elisabeth Huber) carried out inspections and took samples in order to get a preliminary idea of the window’s state of conserva-tion, and to establish in principle the general methods and techniques to be used. This would also enable us to make a realistic estimate of the time and resources required for the restoration of the whole window.At the same time (and alongside monitoring the en-vironment in the two Basilicas and the saint’s tomb), microclimatic checks were carried out in the air gap between the stained glass itself and the double glazing which had been put in place (here, as with the other windows) in the early 1970s 2).

2) G. BASILE – S. MASSA, Controllo ambientale e fruizione: San Francesco in Assisi, in “Proceedings of 49th national congress ATI”, Perugia, 1994, vol. IV, pp. 93-98; G. BASILE-S. MASSA, Espe-rienze di prevenzione precedenti al sisma del 26.9.’97 e proposte per il futuro, in Il cantiere pittorico della Basilica Superiore di S. Francesco in Assisi, Proceedings edited by G. Basile, Assisi, 2001, pp. 435-446

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Nel caso delle vetrate, a differenza che per i dipinti murali già quasi tutti restaurati nel corso di una ven-tennale campagna di interventi da parte dell’Istituto centrale del restauro e della competente Soprinten-denza umbra, l’obiettivo era, evidentemente, quello di riuscire a restaurarle, e pareva che la cosa potesse andare a buon fine perché proprio in quegli anni a cavallo tra gli ’80 e i ’90 si era accentuato l’interesse per quei tipi di manufatto ritenuti tradizionalmente “minori” (o “applicati” o “industriali”) e pertanto – si sosteneva- non passibili di restauro secondo i principi ormai consolidati per le opere d’arte “maggiori”, tanto da porsi la necessità di mettere a punto tante specifi-che “carte del restauro” (per gli strumenti musicali, per i tessuti, per i mobili e, appunto, auspice in particolare il Corpus Vitrearum Medii Aevi, per le vetrate).Non ritenendo sufficiente effettuare una mera conte-stazione a livello metodologico generale l’Istituto volle incrementare la propria attività in quel campo per potere offrire esempi concreti di restauro di vetrate realizzati alla luce della teoria e della prassi ereditate da Cesare Brandi e comunemente impiegate per tutti gli altri tipi di manufatti artistici. A metà degli anni ’90 vennero pertanto recuperati, restaurati e poi adeguatamente conservati dentro ap-positi contenitori parecchi frammenti di vetrate di va-ria epoca e provenienza conservati nei magazzini del Museo-Tesoro della Basilica. Inoltre, fu restaurato un antello quattrocentesco raffigurante la Madonna con due aggiunte decorative ottocentesche, poi esposto in museo con un sistema di illuminazione che scattava

prevenzione precedenti al sisma del 26.9.’97 e proposte per il futu-ro, in Il cantiere pittorico della Basilica Superiore di S. Francesco in Assisi, Atti a cura di G. Basile, Assisi, 2001, pp. 435-446

Unlike the wall paintings (nearly all restored over a period of twenty years by the ICR and the Umbrian Superintendence), the aim with the stained glass win-dows was clearly to carry out full restoration. And this did indeed seem possible since at that time (late 1980s, early ’90s) there was growing interest in artefacts which were traditionally considered “minor” (“applied” or “in-dustrial”) and therefore – it was felt – not subject to the consolidated principles of restoration for “major” works of art. This led to the publication of specific restoration manuals (for musical instruments, fabrics, furnishings and, in particular, the “Corpus Vitrearum Medii Aevi”, for stained glass windows).Since it was not worth contesting the methodology in general terms, the Institute decided to increase its activity in that field in order to put forward tangible examples of stained glass restored according to Cesare Brandi’s theories and practice, widely employed for all other types of artworks. Therefore, in the mid-1990s, numerous fragments of stained glass from various periods and sources, kept in the storerooms of the Basilica’s Museum-Treasury, were recovered, restored and suitably packed away in special containers. In addition, a 15th century work depicting the Virgin with two 19th century decorative additions, was restored and put on display in the museum (with a special lighting system that switched on only when visitors approached the work and which could be adju-sted to highlight the oldest parts).Moreover, the aftermath of the earthquake on 26 Sep-tember 2007 revealed a completely unexpected aspect – on close examination, none of the stained glass win-dows in the Upper Basilica were found to be damaged or even to have suffered micro-lesions.While the scaffolding was available, a full inspection of

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solo quando il visitatore si avvicinava all’opera e che poteva essere parzializzato in modo da evidenziare la parte più antica o quelle più recenti.Il sisma del 26 settembre 2007 servì a mettere in rilie-vo caratteristiche assolutamente imprevedibili, dato che ad una meticolosa ricognizione delle vetrate della Baslica Superiore risultò che nessuna ne era uscita danneggiata e neppure microlesionata.Potendo fruire dei ponteggi, venne eseguita una rico-gnizione completa delle vetrate , documentandone in altrettante tavole grafiche i materiali impiegati, lo stato di conservazione, i restauri “pregressi”, cioè tutto quello che può servire sapere prima di intraprendere un intervento di restauro3) .Anche stavolta, però, la realtà non ha corrisposto alle aspettative, nonostante che a sostegno della ipotesi ricorrente di imminenti soluzioni positive fosse stato organizzato presso il Sacro Convento ad Assisi perfino un Seminario specialistico sui problemi conservativi e di restauro delle vetrate4).Non si riuscì, infatti, a farle diventare oggetto di in-tervento in occasione dell’attività di conservazione e restauro rivolta all’edificio e ai suoi dipinti murali danneggiati dal terremoto, né si è riusciti finora a tro-vare il mitico sponsor disposto ad accollarsi l’onere pesantissimo di restaurare il più importante comples-so di vetrate in Italia.Sicchè ancora una volta l’Istituto si è trovato a dove-

3) M. ANGELINI-R. BOLLATI, Le vetrate della Basilica Superiore: ricognizione dello stato di conservazione e proposta per una docu-mentazione organica, in Restauri in S. Francesco ad Assisi. Il can-tiere dell’Utopia, a cura di G. Basile, Perugia, 2007, pp. 213-222

4) Il seminario era presieduto da Enrico Castelnuovo, ma non è stato possibile finora pubblicarne gli atti.

the stained glass windows was carried out, and graphic documents were prepared showing the materials used, the state of conservation and previous restoration work – in other words, all the information required to under-take a full restoration programme 3).However, this time too, the actual outcome did not live up to our expectations, in spite of the fact that a specia-lised seminar on preserving and restoring stained glass windows 4) was held at the Sacred Convent in Assisi, on the assumption that the outcome would be positive.Unfortunately, it was not possible to include the stained glass windows as part of the conservation and restora-tion of the building and its wall paintings damaged by the earthquake, nor was it possible to find a sponsor prepared to take on the heavy cost of restoring the most important series of stained glass windows in Italy.

Once again, the task fell to the Institute, within the limits of its competence and resources, of assisting the organisations who were formally required to prevent further deterioration, by making available a complete example of how to proceed, not only in terms of metho-dology but also scientifically and technically, for the benefit of whoever was responsible for restoring this and other stained glass windows in the Basilica. The model included a study of the interactions between the windows and their surroundings prepared by the Insti-tute’s physics laboratory.

3) M. ANGELINI-R. BOLLATI, Le vetrate della Basilica Superiore: ricognizione dello stato di conservazione e proposta per una docu-mentazione organica, in Restauri in S. Francesco ad Assisi. Il can-tiere dell’Utopia, edited by G. Basile, Perugia, 2007, pp. 213-222

4) To date, it has not been possible to publish the proceedings of this seminar chaired by Enrico Castelnuovo.

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re surrogare , nei limiti delle sue competenze e delle risorse assegnategli, gli enti cui tocca per legge di oc-cuparsi di prevenire l’ulteriore progredire del degrado, mettendo a disposizione di chi si troverà ad interveni-re sulle restanti zone della vetrata, nonché sulle altre vetrate della Basilica,un esempio completo di come procedere sia a livello metodologico che scientifico e tecnico, ivi compreso – ma stavolta con intervento diretto del laboratorio di Fisica dell’Istituto - lo studio delle interazioni manufatto-ambiente.

Giuseppe Basile

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Fig. 1 - Smontaggio di un pannello Dismantlingapanel

Fig. 3 - Sezione stratigrafica di un frammento di vetro viola ottenuto alternando strati di color porpora e strati di vetro blu.Cross-sectionofvioletglassfragmentobtainedbyalternatinglayersofpurpleandblueglass

Fig. 4 - Particolare in cui si evidenzia la grisaglia utilizzata in due diluizioni diverse (una più chiara e una più scura) sulla superficie interna delle lastrineDetailshowinggrisailleusedintwodifferentdilutions(oneclearer,theotherdarker)ontheinternalsurfaceoftheglasspieces

F ig. 2 - Last re di Perspex posizionate provvisoriamente al posto dei pannelli rimossi.TemporaryPerspexsheets replacingpanelsremovedforrestoration

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Fig. 5 - Particolare effetto decorativo ottenuto rimovendo parte della grisaglia già stesa. Detailofdecorativefeatureobtainedbyremovingpartofthegrisaillepreviouslyapplied

Fig. 7 - Particolare dei piombi originali e della loro saldaturaDetailoforiginalleadingandthejoints

F i g . 6 - I n alcune zone la gr isaglia è stata stesa anche sulla s u p e r f i c i e esterna per rafforzare il disegno.In some ar-eas, thegri-s a i l l e w a salsoappliedontheexter-nalsurfacetoreinforcetheoutline

Fig. 8 - Corrosione per punti sulla superficie esterna delle lastrine Spottedcorrosionontheexternalsurfaceoftheglasspieces

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Fig. 9 - Strati alterati bruni presenti sulle superfici interne delle lastrine e localizzati in prossimità dei piombiAlteredbrownlayersontheinternalsurfaceoftheglasspieces,adjacenttotheleading

Fig. 10 - Alterazione nerastra presente su entrambe le superfici delle lastrine collocate nella parte bassa della vetrataBlackishalterationonbothsurfacesoftheglasspieces,fromthelowerpartofthewindow

Fig. 11 - Piombi di riparazione inseriti per risarcire lastrine fratturateLeading used torepairbrokenglasspieces

Fig. 12 - Depositi presenti sulla superficie interna delle lastrineDepositsontheinternalsurfaceoftheglasspieces

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Fig. 13 - Rimozione dei piombi di riparazioneRemovalofleadingusedforrepairs

Fig. 14 - Rimozione di residui di mastice applicati in precedenti restauriRemovingtracesofputtyappliedduringpreviousrestorationwork

Fig. 15 - Lastrine estratte dal reticolo dei piombi e posizionate sullo schema del pannello Glasspiecesextractedfromtheleadingandpositionedontherestorationpanel

Fig. 16 - Pannello con lastrine in parte estrattePanelwithextractedglasspiecesinposition

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Fig. 17 - Ricom-posizione di una lastrina fratturata con l’ausilio di un nastro adesivo trasparenteRepairingabro-kenpieceusingtransparentad-hesivetape

Fig. 18 - Integrazione di una lacuna presente in una lastrina con resina colorataFillinginalacunaonaglasspieceusingcolouredresin

Fig. 19 - Tassello di pulituraImplementforcleaning

Fig. 20 - Telai di rinforzo (indicati dalle frecce rosse) realizzati in acciaio inossidabile e posizionati secondo le linee principali del reticolo dei piombi Reinforcingframe(shownbyredarrows)instainlesssteel,posi-tionedaccordingtothepatternoftheleading

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Figg. 21 e 22 - Quarta luce della vetrata prima e dopo il restauroFourthsectionofthestainedglasswindow,beforeandafterrestoration

Figg. 23 e 24 - Cena in casa di S imone Fariseo prima e dopo il restauro“SupperatthehouseofSimonthePharisee”,beforeandafterres-toration

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Fig. 25 - Veduta della vetrata dall’esterno con la controvetrata di protezioneViewofwindowfromoutside,withdoubleglazingprotection

Fig. 26 - Veduta della vetrata dall’internoViewofstainedglasswindows

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indagini, restauro e riCoLLoCazione

Nell’ottobre del 2007 una delle “luci” (la quarta) della vetrata della cappella della Maddalena è stata smon-tata e portata nei laboratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) di Roma, per esservi sottoposta ad interventi di conservazione e re-stauro, accompagnati dalle necessarie indagini scien-tifiche e da una sitematica documentazione grafica e fotografica a carattere digitale. Le “luci” della Vetrata sono complessivamente quattro ed ognuna è costituita da sei pannelli; in alto è presen-te un grande rosone e altre piccole finestre. Nel 1970 a protezione delle vetrate originali è stata posizionata una controvetrata.Il lavoro ha richiesto un anno di tempo e la colla-borazione di diverse professionalità, sia interne che esterne all’Istituto: restauratori, fotografi, disegnatori, chimici, fisici , storici dell’arte.

Interventi pr eliminariI sei pannelli sono stati rimossi dopo aver smontato la controvetrata con l’ausilio di un ponteggio collocato sia all’interno che all’esterno della cappella e al loro posto sono stati posizionati pannelli di Perspex sui quali erano stati riprodotti con tecnica fotografica i singoli riquadri. In laboratorio sono poi stati rimossi i telai .

Tecniche di produzioneNei pannelli sono presenti vetri caratterizzati dai se-guenti colori: verde- sia chiaro che scuro-, blu, giallo in diverse tonalità, rosso e viola oltre a vetro incolore. I vetri sono stati colorati mediante l’aggiunta di ossidi

surVeys restoratIon and reloCatIon

In October 2007, one of the “sections” (the fourth) of the stained glass window in the Magdalene chapel was dismantled and taken to the laboratories of the Higher Institute for Conservation and Restoration (ISCR) in Rome, to undergo conservation and restoration, to-gether with scientific surveys and systematic graphic and photographic documentation using digital equip-ment. The “sections” of the stained glass window are four in all, and each one is made up of six panels; above, there is a large rose window and other smaller ones. In 1970, double glazing was installed to protect the stained glass.The work took a year with the collaboration of various experts from the Institute and externally: restorers, photographers, draughtsmen, chemists, physicists, art historians.

Preliminary interventions The six panels were removed after dismantling the double glazing, using scaffolding erected inside and outside the chapel. The glass was replaced with tempo-rary Perspex panels on which the individual scenes we-re reproduced photographically. Once in the laboratory, the frames were removed.

Production techniquesA few glass colors were used for the panels: bright green, dark green, blue, various tones of yellow, red and violet. Usually, to obtain the colors, metallic oxides were ad-ded to the melting glass, except for the red glass obtai-ned by a flashing process. A thin coat of colored glass

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metallici alla miscela vetrificabile. Il vetro rosso è stato preparato interponendo un sottile strato rosso tra due strati incolore (vetro incamiciato) mentre quello viola alternando due strati di color porpora a due strati di vetro blu. Questa tecnica era comunemente usata nelle vetrate medievali nord europee per ampliare la gamma cromatica.I pezzi di vetro sagomati secondo il disegno della vetrata sono stati tagliati da lastre di diversi colori e rifiniti con il grisatoio. La pittura dei singoli pezzi per tracciare linee, contorni e ombreggiature è stata ef-fettuata con la grisaglia, materiale costituito da vetro bassofondente e particelle di ossidi coloranti di ferro o rame, stemperati in un medium legante. È stata usata con diverse diluizioni: una per linee scure, un’altra- più chiara- per le ombreggiature. Particolari effetti decorativi sono stati ottenuti eliminando in parte la grisaglia già stesa che, solitamente, è stata applicata sulla parte interna delle lastrine, anche se talvolta il disegno è rafforzato anche dall’esterno.La grisaglia è stata fissata alla lastrina di vetro median-te successiva cottura. La maggior parte dei piombi in opera erano originali e prodotti colando il piombo fuso in uno stampo; essi circondano ogni pezzo di vetro formando una sorta di reticolo, i cui incroci sono stati saldati con lo stagno.

Deterioramento. Le lastrine di vetro e il reticolo di piombi si presenta-vano in condizioni relativamente buone, almeno ad una prima osservazione. I vetri posizionati nella parte superiore mostravano, tuttavia, una corrosione per punti nella superficie esterna e sottili strati brunastri sulla superficie interna, soprattutto vicino ai piom-bi. Le lastre collocate nella parte bassa della vetrata

is applied on a base colorless glass. Also, the violet was made by alternating strata of purple and blue glass. Additionally, clear, colorless glass was used.The glass pieces were cut from different colors sheets of glass, and often the edges were refined by grozing. The pieces obtained in this way were then painted with grisaille, using different brushes. It consists in a painting made of fine glass powder, colored by iron or copper oxides, diluted in a medium and fixed onto the glass, after drying, by a firing process. This grisaille was applied using two different dilutions: one for very dark lines, the other for shadows. Some of the decorative fra-mes were achieved by scratching off part of the grisaille before firing. The grisaille is mostly applied onto the inner surface of the glass, but some of the drawings are reinforced on the external side as well.Most of the original lead cames were rather well preser-ved. They were produced by casting the molten metal into moulds. Each glass piece was surrounded by a lead came and all the joints of the lead structure were then soldered on both sides of the panel.

Deterioration The stained glass window and the original lead ma-trix seemed to be in relatively good condition. The glass surfaces of the upper panels show little corrosion pits on the outside, and thin black corrosion stains on the interior surface, especially near the cames. In contrast, the bottom half of the lower panel is almost entirely blackened by glass weathering on both sides. The conservation of the grisaille, on the other hand, is reasonably good. There are only little points where one can notice some loss, seemingly due to abrasion during previous restoration work. Both the glass and grisaille surfaces are covered with a layer of deposits.

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presentavano invece una alterazione brunastra sia sulla superficie esterna che interna. In buono stato di conservazione appariva la grisaglia, con mancanze limitate riconducibili probabilmente a precedenti interventi di restauro. Piuttosto estesa la presenza di piombi di riparazione, collocati per risarcire lastrine di vetro fratturate, che rendevano difficoltosa la lettu-ra del disegno. Infine, sulle superfici interne ed esterne dei vetri era-no presenti depositi superficiali ben aderenti.

Analisi chimicheLe analisi chimiche sono state condotte con lo scopo di caratterizzare i vetri e le grisaglie oltre che identifi-care i processi di alterazione.A tale scopo, dalle lastrine sono stati prelevati piccoli frammenti analizzati mediante microscopia ottica e microscopia elettronica a scansione con microanalisi a raggi X sia a dispersione di energia che di lunghezza d’onda.I depositi superficiali sono stati studiati mediante diffrazione di raggi X: tali analisi hanno consentito di mettere a punto il metodo di pulitura più idoneo.

Composizione del vetroI risultati delle analisi dimostrano che i vetri sono di tipo silico-potassico-calcico ottenuti fondendo misce-le di silice e ceneri di piante continentali. Questo tipo di vetro è caratteristico della produzione del centro Europa tra il XII e il XV secolo. Solo il vetro verde scuro ha una composizione diversa con una concentrazione elevata di piombo, che ne aumenta la stabilità chimi-ca.

During previous repairs most of fractured glass pieces were mended with strips of lead covering the glass fracture, and their ends soldered to the adjacent cames, disfiguring the design.

Analytical investigationsThe aim of the analyses was to get information on the nature and composition of the glass and the grisaille, to identify their weathering phenomena. Optical microscopy, scanning electron microscopy and X-ray microanalysis were used to investigate small fragments sampled from broken glass pieces. Furthermore some deposits, both on the inner and the outside face of the window, were analyzed by X-ray diffraction in order to guide the choice of the cleaning method and products to be used.

Glass composition The glasses were obtained by melting silica and conti-nental plant ash producing a ‘potash-lime-silica glass’. This is typical of central Europe glassmaking between the 12th and 15th centuries. An exception was a dark green glass containing a very high concentration of lead. The specific technique used to realize red and violet glass (incamiciato or layered glass) was commonly employed in northern Europe stained glass windows to widen the range of colors.

Grisaille compositionThe grisailles result to be heterogeneous, being made of a scarce glassy phase and red pigment particles. The red pigment is made of iron oxide (probably hematite) particles.

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Composizione delle grisaglieLe grisaglie sono risultate molto eterogenee, costituite da scarsa fase vetrosa e da particelle di pigmento ros-so, a base di ossido di ferro, probabilmente ematite.

Alterazione del vetroLe composizioni dei vetri analizzati sono classifica-bili come poco durevoli, soprattutto per la modesta quantità di silice. Tutti i frammenti presentano quindi evidenti fenomeni di alterazione (opacizzazione, im-brunimento, corrosione per punti) più evidenti sulla superficie esterna e nei pannelli localizzati nella parte bassa della vetrata. Solo il vetro verde scuro si pre-senta in condizioni migliori, essendo costituito da un vetro con una maggiore stabilità chimica.Negli strati di vetro alterati, formati da materiale po-roso e fragile, sono presenti sali formatesi per inte-razione con l’ambiente esterno mescolati a residui provenienti da trattamenti precedenti. Strati alterati sono presenti anche sotto le grisaglie, indebolendone l’adesione.

Il restauroDopo lo smontaggio, i singoli pannelli vetrari sono stati numerati in maniera da poterli identificare fa-cilmente all’interno della finestra e per poter iniziare la documentazione grafica. Questa è stata realizzata usando il software AutoCAD, ed aveva lo scopo di svi-luppare cinque tematiche: materiali costitutivi, tecni-che esecutive, indagini diagnostiche, interventi prece-denti e stato di conservazione, intervento di restauro.Come prima fase, dai singoli pannelli sono stati ri-mossi i telai in ferro preesistenti mediante la semplice apertura delle legature metalliche e sono stati elimi-nati i piombi di restauro tagliando o dissaldando il

Glass weatheringDue to the low silica and high modifiers contents, the potash-lime-silica glass of the investigated stained window can be classified as low-durable. All the glass pieces exhibit marked surface weathering phenomena (opacification , darkening, micro pitting) which are more evident on the outside surface and in the lower panel. Only the green lead glass pieces are better pre-served. This difference is due to the different chemical durability of the two types of glass.Salts and materials coming from the environment or used in previous restoration work have infiltrated the porous weathered glass layers. These layers often extend under the paintwork affecting its stability.

Restoration The first step was to number the panels, to identify them within the window and begin the process of graphic documentation using the software AutoCAD. Graphic documentation was carried out to illustrate and develop five main themes: materials and techno-logy, diagnostic investigations, previous intervention, condition, and treatment. The intervention began by removing the supporting iron frame, detaching its metal ties and removing the mending leads by cutting or de-soldering them. Mortar and mastic from previous interventions were carefully removed on both sides of the panels .The chemical cleaning was performed with a chelating agent able to transform the concretions into more solu-ble complexes. This was then followed by mechanical cleaning using the scalpel under a magnifying lens. At the end of the cleaning process, in order to remove the residues of the solution left on the surface, an extrac-tion poultice was applied on the treated areas.

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piombo stesso.Residui di malta e i mastici applicati in precedenti in-terventi sono stati rimossi da entrambe le superfici.La pulitura chimica è stata eseguita con un agente chelante, cioè capace di trasformare le concrezioni in complessi più solubili. Successivamente la pulitura è stata rifinita con l’ausilio di bisturi e lente d’ingran-dimento. Allo scopo di rimuovere ogni residuo di sostanze chimiche, la pulitura è stata completata con impacchi estrattivi di acqua e polpa di carta, applicati nelle aree interessate.Per alcuni pannelli è stato necessario aprire il reticolo di piombi onde eliminare le parti deteriorati e di re-stauro (piombi di riparazione) e per poter estrarre le lastrine che non potevano essere incollate ed integrate correttamente in situ.Prima di procedere all’incollaggio con una resina epossidica fluida, i vetri fratturati sono stati accostati coll’ausilio di nastro adesivo trasparente. Parti man-canti e fratture che non combaciavano bene sono sta-te integrate con resina epossidica colorata, in modo da restituire unità ottica alle lastrine. Le lacune sono state colmate con resina epossidica opportunamente colorata, dopo aver sigillato le parti mancanti con la-stre di cera.In interventi di restauro precedenti, molte lastrine tra-sparenti del bordo perimetrale erano state sostituite e, allo stato attuale, si presentavano plurifratturate e la-cunose, perchè spesso troppo sottili. Per questo moti-vo è stato scelto di sostituirle con lastrine vitree nuove con colore e spessore più vicini a quelli originali. Tutte le lastrine inserite durante l’intervento sono state con-trassegnate con l’indicazione dell’anno (2008) inciso con una punta diamantata.Il reticolo dei piombi originale è stato conservato il

With some panels it was necessary to open the lead matrix to eliminate the deteriorated cames, parts of the mending leads, and extract the broken glass pieces that could not be properly glued in situ. Fractures were joined with a self-adhesive tape before proceeding gluing with a fluid epoxy resin. Missing parts and larger cracks needed an integration of colo-red epoxy to reconstruct an optical unity. The lacunae were temporary sealed with wax sheets and filled with the appropriate colored fluid resin.Many border glass pieces were replaced in past resto-rations. As they were generally too thin, they often had missing areas and diffused fragmentation. For this rea-son, we preferred their total replacement with a more suitable glass that had color and thickness comparable to the original. All new pieces introduced in the present restoration were marked ‘2008’ with a diamond drill. The original lead came was saved except for sections which were too deteriorated or warped. If a segment of lead from the outside perimeter was replaced, we used a lead came reinforced with a core of steel. A lead-tin alloy was employed for soldering any open joints of the lead work. A traditional putty was used, made of powder calcium carbonate and linseed oil, to seal the space between the glass elements and the lead cames. This operation was carried out on the outer surface, and only if locally required on the inner one.The six iron supporting frames we found in situ were not reused because of their excessive weight and diffu-sed corrosion. New supporting structures were made out of stainless steel bars following the main lines of the lead-work, avoiding interferences in the drawing as it was before. Regarding the reinstallation of the stained glass win-dow, we used the original mounting system. But first,

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più possibile, ad eccezione di poche sezioni troppo deformate o deteriorate. Per la sostituzione di parti del reticolo perimetrale sono stati usati piombi avente un’anima rinforzata d’acciaio. Per saldare tutti i giunti aperti è stata usata una lega stagno-piombo e per si-gillare gli spazi tra il vetro e le alette del piombo è stato utilizzato un mastice tradizionale, composto di carbo-nato di calcio ed olio di lino, applicato sulla superficie esterna e solo in alcune aree di quella interna. Si è scelto di non riusare i vecchi telai in ferro che rinforzavano i pannelli, perchè giudicati eccessiva-mente pesanti e corrosi. Sono stati quindi realizzati nuovi telai in acciaio inossidabile che seguono le linee principali del reticolo di piombi senza tagliare le scene come i telai precedenti.Per rimontare i pannelli vetrari nel vano della finestra è stato usato il sistema di montaggio originale. Prima del montaggio i residui elementi in ferro sono stati puliti, trattati con un inibitore di corrosione e antios-sidante e, infine, verniciati.

Roberta Bollati, Elisabeth Huber, Maria Elisabetta Prunas, Paola Santopadre, Marco Verità

the original structural iron elements fixed to the stone frame were cleaned, treated with a rust inhibitor, an antioxidant, and protected by a varnish.

Authors: Bollati Roberta, Huber Elisabeth, Prunas Maria Elisabetta, Santopadre Paola, Verità MarcoProject director: Dott. Giuseppe BasileICSR restorers: Roberta Bollati, Elisabeth Huber, Maria Elisabetta Prunas in collaboration with Marina Angelini from the “Soprintendenza Archeologica di Roma”. The students of the ISCR: Emiliano Catalli, Domizia Colonnello, Massimiliano Massera, Maura Mereu, Monica Pastorelli, Elena Raimondi, Laura Rivaroli. Private restorers: Giulia Barella and Manuela MoraldiISCR physicist: Dott. Carlo CacaceISCR chemist: Dott.ssa Paola SantopadreChemist from the “Stazione Sperimentale per il Vetro”, Dott. Marco Verità, , Venice.ISCR photographer: Angelo Rubino.Documentation Department of the ISCR: Maria Antonietta Gorini and Sergio TagliacozziISCR draftsman: Eugenio CriscuoloStainless steel supporting frames realized by Studio Forme, Rome, Italy

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La CappeLLa

La cappella venne dedicata dal committente Tebaldo Pontano, vescovo di Assisi dal 1296 al 1329, a S. Maria Maddalena, cioè alla Maria di Magdala dei Vangeli ma con tutte le trasformazioni subite nel Medioevo alla luce di leggende allora largamente circolanti e raccolte nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze.Le cappelle laterali della Basilica Inferiore furono costruite negli ultimissimi anni del Duecento per rispondere al desiderio di alcune potenti casate di disporre di cappelle gentilizie accanto alla tomba del Santo, a quel tempo ancora nella collocazione origi-naria all’incrocio del transetto con l’unica navata della Basilica Sepolcrale.Per potere mettere in comunicazione le cappelle con la navata si rese necessario l’abbattimento della mu-ratura perimetrale in corrispondenza della zona cen-trale di ognuna di esse, distruggendo, di conseguenza, buona parte delle 4 scene della vita del Santo (e delle 4 scene del Nuovo testamento a riscontro nella parete di fronte) che il grande Maestro anonimo, chiamato dagli storici dell’arte, appunto in quanto autore del primo ciclo figurativo monumentale di pittura murale in Basilica, “Maestro di S. Francesco”, aveva dipinto circa quarant’anni prima. Proprio allo stile di questo artista viene solitamente accostato lo stile del maestro vetraio che, a cavallo tra la fine del sec. XIII e i primissimi del XIV, rappresentò scene della vita e della leggenda della Maddalena, talora ibridandola con quella di S. Maria Egiziaca, oltre alle immagini “iconiche” del Redentore, e delle sorellastre della Madonna S. Maria di Cleofa e S. Maria Salome.La cappella venne poi dipinta a fresco, sempre con

the ChaPel

The chapel was dedicated by the Tebaldo Pontano, bishop of Assisi from 1296 to 1329, to St Mary Magdale-ne, that is the Mary Magdala of the gospels but with all the transformations undergone in the Middle Ages in the light of legends widely circulating at the time, and collected in the Leggenda Aurea by Jacopo da Varazze.The side chapels of the Lower Basilica were built in the late 13th century for wealthy local families so that their chapels could be near the Saint’s tomb, at that time still in its original position where the transept crosses the single nave of the Sepulchre Basilica.To allow the chapels to communicate with the nave, the perimeter wall corresponding to the central part of each chapel had to be demolished, thereby destroying much of the four scenes of the Saint’s life (and the four scenes from the New Testament on the facing wall) which an anonymous maestro had painted about forty years earlier. Since he is the author of the first cycle of figurative wall paintings in the Basilica, he is referred to as the great “Maestro di San Francesco” by art hi-storians. This artist’s style is reflected in the style of the master glass painter who, in the late 13th and early 14th centuries, depicted scenes from the life and legend of Magdalene, sometimes combining them with Santa Maria Egiziaca, as well as “iconic” images of the Redee-mer, and the Virgin Mary’s half-sisters Santa Maria di Cleofa and Santa Maria Salome.The chapel was then painted with frescoes, again with Stories of Magdalene, by a great painter who some say might be Giotto or one of his pupils strongly influenced by Giotto’s art, as shown by some close resemblances to works in the Scrovegni chapel (Resurrection of Laza-rus, “Noli me tangere”) which Giotto painted between

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Storie della Maddalena, da un pittore grandissimo, che alcuni identificano nello stesso Giotto, altri in qualcuno dei suoi più grandi allievi, e comunque con legami strettissimi con l’arte di Giotto, come dimo-strano alcune desunzioni quasi letterali dalla Cappella Scrovegni (Resurrezione di Lazzaro, Noli me tangere), da lui dipinta tra il 1303 ed il 1305.I sostenitori della autografia di Giotto ritengono di avere trovato un sostegno in un documento del 4 gen-naio 1309 del notaio Giovanni Alberti da Assisi, rin-venuto nell’Archivio comunale di Bevagna, nel quale il pittore Palmerino di Guido restituisce un prestito a nome proprio e di “Giotto di Bondone da Firenze”1).

1) “ …Iolus Iuntarelli, per se et suos heredes, fecit finem et refu-tationem …Palmerino Guidi, stipulanti pro se et Iocto Bondoni de Florentia, de L libris denariorum cortonensium , quos sibi dare et solvere tenebantur causa mutui …”( Atto notaio Iohannes Alberti de Assisio, Bevagna, Arch. Comun., busta 14c, fasc. E, f. 13 v. )

1303 and 1305.Giotto’s authorship has gained credibility from a docu-ment dated 4 January 1309 drawn up notary Giovanni Alberti da Assisi, found in the municipal archives of Bevagna, in which the painter Palmerino di Guido pays back a loan in his own name and in the name of “Giotto di Bondone” from Florence 1).

1) “ …Iolus Iuntarelli, per se et suos heredes, fecit finem et refu-tationem …Palmerino Guidi, stipulanti pro se et Iocto Bondoni de Florentia, de L libris denariorum cortonensium , quos sibi dare et solvere tenebantur causa mutui …”(Deed drawn up by notary Iohannes Alberti de Assisio, Bevagna municipal archives, envelope 14c, file E, sheet 13 v. )

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GRUPPO DI PROGETTAZIONEgiuseppe Basile Coordinamento e progettazione complessiva degli interventi/ Coordination and overall project planningroberta Bollati Coordinamento e progettazione per gli interventi di restauro; preposto alla sicurezza/ Coordination and planning of restoration; responsible for securityelisabeth Huber Coordinamento e progettazione per gli interventi di restauro; Vice preposto alla sicurezza/Coordination and planning of restoration; deputy for securityrita Batacchi Progettazione delle opere di accantieramento/ Plan-ning the worksiterocco d’urso Progettazione delle opere provvisionali/ Planning provisional works

UFFICIO DIREZIONE DEI LAVORIgiuseppe Basile Direzione lavori/ Works director

Direttori operativi

Bollati roberta per gli interventi conservativi e di restauro e la di-dattica/ for conservation and restoration, and didacticselisabeth Huber per gli interventi conservativi e di restauro e la di-dattica/ for conservation and restoration, and didacticsmaria elisabetta prunas per gli interventi conservativi e di restauro e la didattica/ for conservation and restoration, and didacticsrita Batacchi per le opere di servizio e di accantieramento/ for ser-vices and worksiterocco d’urso per le opere di servizio e di accantieramento e per la sicurezza in fase di esecuzione/ for services and worksite, and for security during executionpaola santopadre per la caratterizzazione dei materiali costitutivi/ for documenting constituent materialsgiuseppe guida per la caratterizzazione dei materiali costitutivi/ for documenting constituent materials

Carlo Cacace per il rilevamento microclimatico in situ/ for microcli-matic measurements in situangelo rubino per il rilievo e la documentazione fotografica/ for surveys and photographic documentationmaria antonietta gorini per la documentazione grafica/ for graphic documentationsergio tagliacozzi per la documentazione grafica/ for graphic docu-mentationeugenio Criscuolo per l’assistenza tecnica meccanica/ for mechani-cal and technical assistance

allievi/StuDentS

Emiliano Catalli, Domizia Colonnello, Massimiliano Massera, Maura Mereu, Monica Pastorelli, Elena Raimondi, Laura Rivaroli

COLLABORATORI ESTERNImarina angelini Soprintendenza archeologica di Roma-interventi conservativi e di restauro/ Archaeological superintendence, Rome - conservation and restorationmarco verità Stazione sperimentale del vetro, Murano - analisi campioni di vetro con mappature degli elementi/ Glass workshops, Murano, analysing glass samples and mapping elementsgiulia Barella, manuela moraldi interventi conservativi e di restau-ro/ conservation and restorationstudio Forme snc – roma realizzazione nuovi telai/ producing new canvasessergio Fusetti – tecnireco, assisi smontaggio e rimontaggio “luce” vetrata - copia 1:1 “luce” vetrata/ dismantling/assembling glass “sec-tion”, with copy 1:1 marilena Bertozzi – artmediastudio, Firenze documentario/ docu-mentary

ministero per i Beni e Le attivita’ CuLturaLi/ MInIstry for Cultural herItaGeISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO

HIGHER INSTITUTE FOR CONSERVATION AND RESTORATION

Caterina Bon valsassina Direttore/ Director

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Resurrezione di Lazzaro prima e dopo il restauroResurrection of Lazarus before and after restoration

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SACRO CONVENTO DI SAN FRANCESCO IN ASSISI - Piazza S. Francesco, 2 - 06081 ASSISI (PG) - Tel. (075) 819001 - fax (075) 816187

SACRO CONVENTO DI S. FRANCESCO IN ASSISI / HOLY CONVENT OF ST FRANCIS IN ASSISI

ISTITUTO SUPERIORE PER LA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO / HIGHER INSTITUTE FOR CONSERVATION AND RESTORATION

a cura di / edited by Giuseppe BasileAssisi, Dicembre / December 2008

Grafica: VIGNATI Stampa: TIPOGRAFIA METASTASIO - ASSISI