psicosi e post-razionalismo pasquale parise, ipra, (roma 2014)

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Psicosi e Post- Psicosi e Post- razionalismo razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

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Page 1: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Psicosi e Post-razionalismoPsicosi e Post-razionalismo

Pasquale Parise, IPRA,

(Roma 2014)

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In the 6th edition of Psychiatrie of 1899, Kraepelin reordered the psychiatric universe for the next century by grouping most of the insanities into two large categories, dementia precox and manic-depresive illness. They were distinguished by the following characteristics:

(1) dementia praecox was primarily a disorder of intellectual functioning, manic-depressive illness was primarily a disorder of affects or mood

(2) dementia praecox had a uniformly deteriorating course and a poor prognosis, manic-depressive insanity had a course of acute exacerbations followed by complete remissions with no lasting deterioration of intellectual functioning

(3) there were no recoveries from dememtia praecox, whereas in manic-depressive illness there were many complete recoveries

Berrios

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Classificazione Classificazione KraepelinianaKraepeliniana

Dementia Praecox (1899 VI ediz.)Dementia Praecox (1899 VI ediz.)

Psicosi Maniaco-DepressivaPsicosi Maniaco-Depressiva

Ebefrenia di Hecker

Catatonia di Kahlbaum

Demenza paranoide di Morel

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Criteri Classificatori Criteri Classificatori KraepelinianiKraepeliniani

Raggruppamento di sintomiRaggruppamento di sintomi

Decorso della psicopatologiaDecorso della psicopatologia

Predittività prognostica (outcome)Predittività prognostica (outcome)

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Limiti del modello Limiti del modello kraepelinianokraepeliniano

Non era frequente una distinzione così evidente Non era frequente una distinzione così evidente tra forma clinica ed evoluzione della malattiatra forma clinica ed evoluzione della malattia

La periodicità del decorso era considerata una La periodicità del decorso era considerata una caratteristica generale della malattia mentalecaratteristica generale della malattia mentale

Numerose osservazioni cliniche contrastarono fin Numerose osservazioni cliniche contrastarono fin dall’inizio la rigida divisione binaria delle psicosidall’inizio la rigida divisione binaria delle psicosi

“..sta diventando sempre più chiaro che non possiamo fare una soddisfacente distinzione tra queste due malattie, e questo ci fa nascere il sospetto che la nostra formulazione del concetto possa essere scorretta” (E.Kraepelin, 1920)

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La Paranoia

La paranoia la possiamo considerare concettualmente un tentativo di spostare il fulcro del paradigma psichiatrico di fine ‘800 dalla nozione di processo destinato inevitabilmente alla defettualità del deterioramento (caratterizzato dalla inesorabilità degli aspetti demenziali della follia, che si poteva ritrovare nella concezione unicista di Griesinger, in quella della degenerazione di Magnan, ancora più esplicita nella demenzia praecox di Kraepelin fino ad arrivare, per alcuni aspetti, al concetto inderivabilità del delirio primario di Jaspers) a quella di sviluppo (reazione) comprensibile sulla base delle caratteristiche di personalità.

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La Paranoia

Kraepelin nell’edizione del trattato del 1899 cercò di delimitarne in maniera drastica i confini, distinguendola dalle forme paranoidi e definendola come “un sistema delirante durevole, immutabile, che suole svilupparsi molto lentamente accanto ad una totale conservazione della chiarezza e dell’ordine nel pensiero, nel volere e nell’azione”

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La paranoia kraepeliniana era caratterizzata sostanziamente dalla produzione di un delirio interpretativo lucido, con le caratteristiche della plausibilità, sostenuto da una struttura logica forte, sistematica, sostanzialmente senza aspetti allucinatori e, soprattutto, che non andava incontro a deterioramento.

Questa concezione veniva fatta risalire a delle forme deliranti descritte qualche decennio prima (negli anni 60 da due psichiatri tedeschi, Snell e Sander) che esordivano “a freddo”, senza cioè quegli elementi passionali e affetivi che erano stati descritti come prodromici nella concezione unicista della follia da Griesinger

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La paranoia rappresentava infatti un ottimo argomento di discussione non solo per definire l’origine primariamente affettiva o intellettuale delle esperienze deliranti, ma anche per riflettere sull’antinomia del delirio come sviluppo di personalità, “destino fatale di una costituzione”, e quindi con una sua comprensibilità, oppure delirio come processo morboso, momento di rottura di una biografia, stravolgimento di significati in una costituzione di personalità

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La concezione kraepeliniana rivede il paradigma della paranoia definendola come una forma di alterazione della ragione (concezione intellettualistica) non così grave da involvere verso il deterioramento, caratterizzata da una forte coerenza narrativa, e in cui, soprattutto, non c’è il dissolvimento di una temporalità narrativa; esiste cioè una possibilità di una evoluzione biografica: la temporalità del delirio rimane nell’ambito della temporalità della vita.

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Il Delirio di interpretazione di Serieaux e Capgras

In quegli stessi anni, in maniera simile alla Paranoia di Kraepelin, viene descritto il Delirio di interpretazione da due psichiatri francesi, Serieux e Capgras (1909), che seppure sembrano riferirsi agli stessi malati, dal punto di vista del “meccanismo generatore” iniziano a introdurre il concetto della follia non più come demenza, ma come squilibrio delle funzioni psichiche.

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Il Delirio di interpretazione di Serieaux e Capgras

Nel delirio paranoico infatti loro sottolineano l’iperrazionalità, una vera “ossessione di causalità” di un intelletto che si mostra svincolato da quell’ equilibrio che dovrebbe tenere insieme le varie facoltè psichiche.

Questo evidentemente rappresentava un superamento dell’ottica demenzialista della follia

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Il Delirio di interpretazione di Serieaux e Capgras

Altra importante distinzione del Delirio di interpretazione dei francesi riguarda la concezione della temporalità, che per loro diventa una temporalità “figèe”, non più evolutiva, cristalizzata in una ripetizione infinita dello stesso meccanismo delirante. Per loro “il delirio si espande ma non evolve”. Il delirante attraverso la reiterazione dello stesso meccanismo morboso, tende a ripetere lo stesso tema (persecuzione, gelosia, erotomania...) all’infinito, determinando il congelamento di una biografia. Per loro il meccanismo delirante funziona come uno stampo industriale che traduce ogni volta nella stessa forma la “tranche” di vita della costruzione delirante che sta edificando. Il tempo del delirio é come il presente eterno dell’inferno dantesco, il tempo dove tutto é già accaduto

Del Pistoia, 2008

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Allor surse a la vista scoperchiataun'ombra, lungo questa, infino al mento:credo che s'era in ginocchie levata.

Dintorno mi guardò, come talentoavesse di veder s'altri era meco;e poi che 'l sospecciar fu tutto spento,

piangendo disse: "Se per questo ciecocarcere vai per altezza d'ingegno,mio figlio ov'è? e perché non è teco?".

E io a lui: "Da me stesso non vegno:colui ch'attende là, per qui mi menaforse cui Guido vostro ebbe a disdegno".

Le sue parole e 'l modo de la penam'avean di costui già letto il nome;però fu la risposta così piena.

Di subito drizzato gridò: "Come?dicesti "elli ebbe"? non viv'elli ancora?non fiere li occhi suoi lo dolce lume?".

Quando s'accorse d'alcuna dimorach'io facea dinanzi a la risposta,supin ricadde e più non parve fora.

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"Deh, se riposi mai vostra semenza",prega' io lui, "solvetemi quel nodoche qui ha 'nviluppata mia sentenza.

El par che voi veggiate, se ben odo,dinanzi quel che 'l tempo seco adduce,e nel presente tenete altro modo".

"Noi veggiam, come quei c'ha mala luce,le cose", disse, "che ne son lontano;cotanto ancor ne splende il sommo duce.

Quando s'appressano o son, tutto è vanonostro intelletto; e s'altri non ci apporta,nulla sapem di vostro stato umano.

Però comprender puoi che tutta mortafia nostra conoscenza da quel puntoche del futuro fia chiusa la porta".

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Questa distinzione, tra Paranoia di Kraepelin e Dellirio d’interpretazione di Serieaux e Capgras, sottolinea una importante differenza di paradigma tra una concezione ottocentesca del delirio, caratterizzata da una cifra sostanzialmente contenutistica (temi e loro evoluzione nel tempo) e una concezione del nuovo secolo, interessata maggiormente ai meccanismi generatori del delirio, e alla struttura psicopatologica dell’esperienza delirante

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Paranoia come sviluppi di personalità

Psicosi passionali di de Clerambault

Costituzione paranoica dei francesi

Il Beziehungswahn di Kretschmer

Gli sviluppi di personalità di Jaspers

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Paranoia come sviluppi di personalità

Conferimento al delirio di un significato “comprensibile” (inteso quindi come ‘reazione paranoide’ ad un evento)

Continuità tra delirio e stile di personalità

Ottimismo della prognosi

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Paranoia e Ipocondria Interessante risulta essere l’accostamento tra

paranoia e ipocondria, caro ad una certa tradizione fenomenologica, dove si possono individuare due tratti psicopatologici distintivi comuni: l’argomentare (caratterizzato dalla continua ricerca dell’accreditamento sociale del proprio delirio) e il vissuto del corpo opaco (ogni segno della corporeità dell’ Altro é caratterizzato dalla polisemia, nel senso che può essere espunto dal contesto di appartenenza e reinterpretato in termini autoreferenziali)

Del Pistoia

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Paranoia e Ipocondria

In questo senso l’ipocondriaco può essere considerato il geloso, l’erotomane, il querulomane del proprio corpo (Tatossian). Il corpo diventa un oggetto destorificato e deanimato, centro di costanti attenzioni e continua fonte di preoccupazioni, di cui si rivendica un possesso sempre sul filo del tormento e della sofferenza da un lato, e della esibizione e del compiacimento dall’altro

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Dopo Kraepelin il concetto di Dopo Kraepelin il concetto di “demenzia praecox”, sempre “demenzia praecox”, sempre contrapposto alla psicosi maniaco-contrapposto alla psicosi maniaco-depressiva, venne affrontato e depressiva, venne affrontato e ridefinito da Eugen Bleuler che ridefinito da Eugen Bleuler che introdusse il termine di “introdusse il termine di “schizofreniaschizofrenia”.”.

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““Quando Eugen Bleuler ha introdotto il Quando Eugen Bleuler ha introdotto il termine di termine di schizofreniaschizofrenia, sostituendolo a , sostituendolo a quello di quello di dementia praecoxdementia praecox, ha spostato , ha spostato radicalmente e vertiginosamente l'asse della radicalmente e vertiginosamente l'asse della conoscenza e della denominazione della conoscenza e della denominazione della forma morbosa forma morbosa dal piano di una esperienza piano di una esperienza psicotica, che si riconosca e si costituisca psicotica, che si riconosca e si costituisca utilizzando criteri clinici, utilizzando criteri clinici, aa una esperienza una esperienza psicotica che si abbia a definire e a psicotica che si abbia a definire e a diagnosticare mediante criteri diagnosticare mediante criteri nonnon clinici clinici (comportamentali ed esteriori) (comportamentali ed esteriori) mama, appunto, , appunto, psicopatologici (interiori e immedesimativi).” psicopatologici (interiori e immedesimativi).”

(E. Borgna)

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Le Schizofrenie di BleulerLe Schizofrenie di Bleuler Sottolineava gli aspetti psicologici del Sottolineava gli aspetti psicologici del

disturbodisturbo

Modello teoretico-patogeneticoModello teoretico-patogenetico

Gruppo di sintomi descrittivoGruppo di sintomi descrittivo

Gruppo di sintomi eziopatogeneticoGruppo di sintomi eziopatogenetico

Sintomi fondamentali Sintomi accessori

Sintomi primari Sintomi secondari

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Le Schizofrenie di BleulerLe Schizofrenie di Bleuler Sintomi fondamentaliSintomi fondamentali

Sintomi accessoriSintomi accessori

Sintomi primariSintomi primari: alterazioni delle : alterazioni delle associazioni (associazioni (spaltung e allentamento dei nessi spaltung e allentamento dei nessi associativiassociativi))

Sintomi secondariSintomi secondari: tutti gli altri: tutti gli altri

Autismo Ambivalenza Alterazioni delle Associazioni Alterazione dell’Affettività

Deliri Allucinazioni Comportamenti catatonici Disturbi del comportamento

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Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo

““Chiamiamo autismo il distacco dalla Chiamiamo autismo il distacco dalla realtà e la predominanza della vita realtà e la predominanza della vita interiore… Gli schizofrenici gravi non interiore… Gli schizofrenici gravi non hanno più alcun rapporto col mondo hanno più alcun rapporto col mondo esterno, vivono in un mondo a sé; se esterno, vivono in un mondo a sé; se ne stanno con i loro desideri, che ne stanno con i loro desideri, che ritengono appagati, o con la sofferenza ritengono appagati, o con la sofferenza della propria persecuzione; limitano al della propria persecuzione; limitano al massimo i contatti col mondo.”massimo i contatti col mondo.”

E. Bleuler , 1911

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Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo MinkowskiMinkowski ( (19261926) parla di perdita del “contatto vitale ) parla di perdita del “contatto vitale

con la realtà” e di quel radicamento abituale al mondo con la realtà” e di quel radicamento abituale al mondo intersoggettivo della vita che determina la intersoggettivo della vita che determina la “presunzione che l’esperienza continui costantemente “presunzione che l’esperienza continui costantemente nel medesimo stile costitutivo” (Husserl). L’accordo e nel medesimo stile costitutivo” (Husserl). L’accordo e la sintonia col mondo della vita non riguarda la la sintonia col mondo della vita non riguarda la conoscenza razionaleconoscenza razionale delle cose, ma il presupposto delle cose, ma il presupposto ontologico della costituzione del mondo, quello sfondo ontologico della costituzione del mondo, quello sfondo pre-categoriale, pre-riflessivo, pre-verbale che pre-categoriale, pre-riflessivo, pre-verbale che caratterizza l’esperienza della propria ipseità.caratterizza l’esperienza della propria ipseità.

l’autismo inizia ad essere considerato come un l’autismo inizia ad essere considerato come un “disturbo generatore” dell’essere schizofrenico che “disturbo generatore” dell’essere schizofrenico che indica una profonda trasformazione del tessuto indica una profonda trasformazione del tessuto dell’esperienza e della possibilità di condividerla con dell’esperienza e della possibilità di condividerla con gli altri esseri umani gli altri esseri umani

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Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo

BinswangerBinswanger (1963) “il concetto base usato (1963) “il concetto base usato nella comprensione di ciò che è chiamato il nella comprensione di ciò che è chiamato il tessuto esistenziale dello schizofrenico è la tessuto esistenziale dello schizofrenico è la nozione di nozione di crisi della coerenza della crisi della coerenza della esperienza naturaleesperienza naturale - la sua incoerenza. - la sua incoerenza. L’incoerenza implica precisamente L’incoerenza implica precisamente l’incapacità di “lasciare essere le cose” l’incapacità di “lasciare essere le cose” nell’incontro immediato con esse, in altre nell’incontro immediato con esse, in altre parole di parole di sostare indisturbato presso le sostare indisturbato presso le cosecose””

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Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo In questo senso l’autismo non è una proprietà In questo senso l’autismo non è una proprietà

indipendente dalla persona ma indica una indipendente dalla persona ma indica una trasformazione del Sé, una trasformazione del Sé, una trasformazione del trasformazione del dialogo tra il Sé e il Mondodialogo tra il Sé e il Mondo, che implica la , che implica la perdita di quel “senso comune”, quella perdita di quel “senso comune”, quella naturalità dell’evidenza caratterizzata da una naturalità dell’evidenza caratterizzata da una tacita condizione dell’esperienza, qualcosa di tacita condizione dell’esperienza, qualcosa di simile ad un medium o a un orizzonte nel simile ad un medium o a un orizzonte nel quale l’esperienza, inclusa la riflessione quale l’esperienza, inclusa la riflessione esplicita e tematica, è resa possibile e prende esplicita e tematica, è resa possibile e prende luogo luogo

Parnas, 2002

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Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo

Disturbo dell’intenzionalità costitutivaDisturbo dell’intenzionalità costitutiva dell’esserci intersoggettivo, dove per dell’esserci intersoggettivo, dove per “intenzionalità” intendiamo la “necessità “intenzionalità” intendiamo la “necessità di raggiungere, nell’interazione sociale, di raggiungere, nell’interazione sociale, una comune costituzione di significato”.una comune costituzione di significato”.

C. Mundt, 1985

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Blankenburg si riferisce a quelle forme di schizofrenie paucisintomatiche, “subapofaniche”, nelle quali può essere colta l’essenza della modificazione schizofrenica in quanto non sommersa dalla produzione delirante allucinatoria.

“L’evidenza dell’evidente si sottrae all’attenzione dell’essere sano nasconendosi dietro la maschera del banale, del trascurabile,e si rifiuta ostinatemente alla coscienza...nelle schizofrenie subapofaniche si perde questa caratteristica dell’evidenza...che è una qualità di fondo e di base allo stesso tempo” (Blankenburg, 1971)

Il concetto di AutismoIl concetto di Autismo

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Le Schizofrenie di BleulerLe Schizofrenie di Bleuler Forma SimplexForma Simplex

Forma EbefrenicaForma Ebefrenica

Forma CatatonicaForma Catatonica

Forma ParanoideaForma Paranoidea

Chiusura autistica, appiattimento dell’affettività, mancanza d’interessi e d’iniziative

Appiattimento affettivo, giovane età, dissociazione ideoaffettiva

Manifestazioni catatoniche (stupor, flexibilità cerea, negativismo)

Produttività delirante, Allucinazioni

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K. Jaspers e la psicopatologia fenomenologica

"L’oggetto della psicopatologia è l’accadere psichico reale e cosciente. Noi vogliamo sapere che cosa provano gli esseri umani nelle loro esperienze e come le vivono" Il delirio viene quindi visto non come un errore del giudizio ma come un’alterazione dell’esperienza (un’esperienza delirante primaria), caratterizzata da uno stravolgimento dei significati del mondo attraverso il meccanismo della percezione delirante (l’esperienza del delirare è contemporanea alla percezione di una trasformazione dei significati mondani)

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Karl Jaspers e l’incomprensibiltà Karl Jaspers e l’incomprensibiltà dell’esperienza schizofrenicadell’esperienza schizofrenica

Nel 1913 Jaspers, nel suo trattato di Nel 1913 Jaspers, nel suo trattato di Psicopatologia Generale introduce il concetto Psicopatologia Generale introduce il concetto d’d’incomprensibilitàincomprensibilità dell’esperienza delirante dell’esperienza delirante primaria (schizofrenica) attraverso la primaria (schizofrenica) attraverso la definizione di “processo psichico”, che definizione di “processo psichico”, che rappresenta tutto ciò che non si riesce ad rappresenta tutto ciò che non si riesce ad afferrare attraverso la comprensione empatica, afferrare attraverso la comprensione empatica, che non si riesce a che non si riesce a derivarederivare in senso storico- in senso storico-biografico dall’incontro col pz: paradigma della biografico dall’incontro col pz: paradigma della discontinuità dell’esperienza e della relazione.discontinuità dell’esperienza e della relazione.

Per Jaspers lo schizofrenico è qualcuno da cui ci Per Jaspers lo schizofrenico è qualcuno da cui ci si sente separati da si sente separati da “un abisso che si oppone a “un abisso che si oppone a qualsiasi descrizione”qualsiasi descrizione”

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Karl Jaspers e l’esperienza delirante

Introduce quindi la distinzione tra i “veri” deliri, che riguardano le esperienze deliranti primarie, e i deliroidi (wahnhafte ideen), che sono in qualche misura derivabili dalle variazione dell’umore e comprensibili nell’ambito di queste variazioni.

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Karl Jaspers e l’esperienza delirante

"Diamo il nome di vere idee deliranti solamente a quelle idee deliranti che hanno la radice in una esperienza patologica primaria...mentre chiamiamo idee deliroidi quelle che sorgono, comprensibilmente...e che possono quindi psicologicamente essere derivate dalle emozioni, dalle pulsioni, dai desideri e dalle paure"

Jaspers, 1913

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Karl Jaspers e l’esperienza delirante

Le convinzioni deliranti derivano da esperienze deliranti, a partire dalle quali il paziente costruisce un sistema delirante “che nella sua concatenazione può essere completamente comprensibile, anzi talvolta molto acuto, stringente e tale che ci diventa incomprensibile solo nelle fonti ultime dell’esperienza primaria”

“L’esperienza delirante... consiste.. nello stravolgimento dei significati che assume il mondo circostante”

Jaspers, 1913

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Kurt Schneider e la sua psicopatologia clinica

Concetto medico-scientifico, naturalistico della patologia mentale

Sistema di classificazione triadico La diagnosi fondata su criteri di status e

non di decorso Introduzione del concetto di sintomi di

primo rango per la diagnosi di schizofrenia

La distinzione, nell’ambito delle psicosi endogene, tra Dasein e Sosein

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Il concetto di ‘malattia’ in psichiatria per KS era supportato non tanto da obiettività patologiche del soma, quanto da una serie di peculiarità psicopatologiche:

la psicosi “infrange la compiutezza, la sensatezza e la continuità di significato dello sviluppo di una vita”

sono caratterizzate da sintomi psicopatologici che non hanno analogie con le esperienze psichiche non psicotiche (come i sintomi di primo rango)

non sono comprensibili alla luce di particolari eventi nè motivate da questi

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Attraverso la ‘comprensione genetica’ si può afferrare l’esser-così (Sosein) dello psicotico, arrivando ad una buona comprensione dei temi e dei contenuti, ma rimane l’’incomprensibiltà’ degli aspetti formali del delirare, l’inaccessibilità dell’essere-con (del Dasein).

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La psicopatologia di K. La psicopatologia di K. SchneiderSchneider

““L’esperienza insegna che spesso vi sono L’esperienza insegna che spesso vi sono grosse difficoltà nel basare una diagnosi grosse difficoltà nel basare una diagnosi psichiatrica su un dato psicopatologico. psichiatrica su un dato psicopatologico. Non si tratta qui infatti di addizionare o Non si tratta qui infatti di addizionare o combinare sintomi obiettivamente combinare sintomi obiettivamente coglibili e dimostrabili, come nelle coglibili e dimostrabili, come nelle diagnosi di malattie fisiche, bensì della diagnosi di malattie fisiche, bensì della valutazione di affermazioni, della valutazione di affermazioni, della valorizzazione di comportamenti e di valorizzazione di comportamenti e di atteggiamenti dell’esaminato, e delle atteggiamenti dell’esaminato, e delle impressioni dell’esaminatore”impressioni dell’esaminatore”

K. Schneider, 1950

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I Sintomi di Primo RangoI Sintomi di Primo Rango

““I sintomi che abbiamo posto in rilievo ai fini I sintomi che abbiamo posto in rilievo ai fini diagnostici sono talvolta esperienze abnormi, altre diagnostici sono talvolta esperienze abnormi, altre volte espressioni abnormi. Dobbiamo quindi volte espressioni abnormi. Dobbiamo quindi cercare di stabilire un ordinamento per rango dei cercare di stabilire un ordinamento per rango dei sintomi nella loro struttura ai fini della diagnosi. Si sintomi nella loro struttura ai fini della diagnosi. Si può dire, in generale, che alcune modalità può dire, in generale, che alcune modalità abnormi dell’esperienza, riconosciute in modo abnormi dell’esperienza, riconosciute in modo inequivocabile, hanno la precedenza rispetto alle inequivocabile, hanno la precedenza rispetto alle abnormità dell’espressione.”abnormità dell’espressione.”

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I Sintomi di Primo RangoI Sintomi di Primo Rango

“ “ Tra le numerose varianti abnormi Tra le numerose varianti abnormi dell’esperienza schizofrenica, ve ne sono alcune dell’esperienza schizofrenica, ve ne sono alcune che noi chiamiamo sintomi di primo rango, non che noi chiamiamo sintomi di primo rango, non perchè li abbiamo considerati “disturbi perchè li abbiamo considerati “disturbi fondamentali”, ma perchè essi hanno fondamentali”, ma perchè essi hanno un’importanza e un peso tutto particolare ai fini un’importanza e un peso tutto particolare ai fini della diagnosi. Questa valutazione si riferisce della diagnosi. Questa valutazione si riferisce quindi solo alla diagnosi. Non dicono cioè nulla quindi solo alla diagnosi. Non dicono cioè nulla nei riguardi della teoria della schizofrenia, come nei riguardi della teoria della schizofrenia, come invece i sintomi ‘fondamentali’ e ‘accessori’ di invece i sintomi ‘fondamentali’ e ‘accessori’ di Bleuler “Bleuler “

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Disturbi dei confini dell’Io

I disturbi dei confini dell’Io possono essere concettualizzati secondo quattro organizzatori psicopatologici:

- Perdita della meità- Passività- Permeabilità dei confini dell’Io- Immediatezza

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Perdita della meità

Questa fa riferimento alla perdita del senso di appartenenza dei propri pensieri (sentimenti, impulsi, atti di volontà), che vuol dire il pz ha la convinzione che i pensieri, sentimenti, ecc... non gli appartengano, non siano i suoi. Anche se sono localizzati nella sua mente, non sono generati da lui.

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Passività

Questa si riferisce al senso di perdita del sentimento di attività rispetto ai propri pensieri (affetti o movimenti). L’esperienza L’esperienza del pz è che i pensieri, le sensazioni, i del pz è che i pensieri, le sensazioni, i movimenti del suo corpo gli siano imposti da movimenti del suo corpo gli siano imposti da forze esterne (ciò viene generalmente forze esterne (ciò viene generalmente espresso con la convinzione di “essere espresso con la convinzione di “essere controllato”), e che lui deve passivamente controllato”), e che lui deve passivamente sottomettersi a queste esperienze.sottomettersi a queste esperienze.

Queste esperienze di passività possono essere descritte lungo un continuum che va dall’esperienze aspecifiche di influenzamento all’esperienze di completa alienazione (come nella diffusione del pensiero)

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Continuum della passività (Koehler, 1979)

F5 Esperienze aspecifiche di influenzamento: il soggetto è certo che c’é un qualche controllo o influenza generale che é esercitata su di lui dall’esterno

F6 Esperienze specifiche d’influenzamento: l’esperienza è come in F5 ma ora il soggetto ha acquisito certezza rispetto a quali aree specifiche dell’Io sono controllate da una forza esterna

F7 Esperienze d’influenzamento e depersonalizzazione: si realizza una combinazione della più comune esperienza di depersonalizzazione del sé, con l’esperienza specifica d’influenzamento come in F6

F8 Esperienze di alienazione positive: come in F6 ma ora il soggetto è certo di esperire positivamente pensieri, sentimenti, ecc..che gli sono completamente alieni o estranei; questi non li riconosce come suoi ma come imposti dall’esterno (ad es: inserzione del pensiero)

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Continuum della passività (Koehler, 1979)

F9 Esperienza di alienazione negativa-attiva: come in F6 ma qui il soggetto é certo di essere consapevole “in negativo” di aver perduto i propri pensieri, sentimenti, ecc.. poichè questi gli sono stati attivamente sottratti dall’esterno (ad es: furto del pensiero)

F10 Esperienze di alienazione negativa-passiva: come in F6 ma il soggetto é certo di essere consapevole “in negativo” del fatto di aver perso i propri pensieri, sentimenti, ecc.. poichè questi sono stati, contro la sua volontà, in qualche modo diffusi o persi

nel mondo esterno (ad es: diffusione del pensiero)

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Permeabilità dei confini dell’Io

Si intende che tutti i disturbi dell’Io, vale a dire furto, influenzamento, diffusione del pensiero e le esperienze di passività descritte possono essere raggruppate insieme e considerate “sotto il comune angolo visuale della permeabilità della ‘barriera’ Io-Ambiente, cioè della perdita dei limiti dell’Io, della dissolvenza dei suoi contorni” (Schneider, 1950)

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Immediatezza

Ai primi tre organizzatori della psicopatologia classica, Blankemburg ha aggiunto quello della immediatezza dell’esperienza avvertita, che rimanda al tema del preriflessivo, e quindi immediato, dell’esperienza delirante.

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Percezione DelirantePercezione Delirante

“ “ Si parla di Si parla di percezione delirantepercezione delirante quando a una quando a una percezione percezione realereale viene attribuita, senza un viene attribuita, senza un motivo comprensibile conforme alla ragione motivo comprensibile conforme alla ragione (razionale) o al sentimento (emozionale), un (razionale) o al sentimento (emozionale), un significato abnorme, generalmente nel senso significato abnorme, generalmente nel senso dell’autoriferimento. Questo significato è di tipo dell’autoriferimento. Questo significato è di tipo particolare: quasi sempre è inteso come particolare: quasi sempre è inteso come qualcosa di importante, di profondo, di qualcosa di importante, di profondo, di penetrante, in certo qual modo di personale, penetrante, in certo qual modo di personale, come un avvenimento, un messaggio, come un avvenimento, un messaggio, un’ambasciata proveniente da un altro mondo.”un’ambasciata proveniente da un altro mondo.”

K. Schneider, 1950

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La percezione delirante rappresenta quindi il delicato punto di equilibrio tra la sospensione dell’abituale significatività delle cose, l’incrinatura delle categorie dell’esperienza e l’improvvisa comparsa (apofania) di un contenuto tematico nuovo, autoreferenziale e idiosincrasico. Quello che qualcuno ha chiamato una “regressione tolemaica” dell’esperienza,

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“ In una esperienza delirante primaria è insito qualcosa che ribalta una visione del mondo, una rottura epistemologica, una crisi di paradigma...che rivoluziona il rapporto figura/sfondo. L’elemento di rottura che la percezione delirante introduce ha a che vedere con la necessità di uno iato nella propria biografia...che fratturi la contiguità tra il tema del delirio e la propria esistenza.”

M. Rossi Monti, 2008

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Torso arcaico d’Apollo (R.M.

Rilke) Non conoscemmo il suo capo inaudito

e le iridi che vi maturavano. Ma il torso tuttavia arde come un candelabro 

dove il suo sguardo, solo indietro volto,resta e splende. Altrimenti non potrebbe

abbagliartila curva del suo petto e lungo il rivolgere

lieve dei lombi scorrere un sorriso fino a quel centro dove l'uomo genera.

E questa pietra sfigurata e tozzavedresti sotto il diafano architrave delle spalle,

e non scintillerebbe come pelle di belva,

e non eromperebbe da ogni orlo come un astro:

perché là non c'è punto che non vedate, la tua vita. Tu devi mutarla.

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Nella poesia di Rilke, secondo Blankenburg, si ritrovano gli aspetti formali di una percezione delirante nell’incontro con una opera d’arte. Il poeta si sente soggiogato e trasformato da quell’incontro: colui che osserva si sente all’improvviso colui che viene osservato, e dal torso origina in maniera inaspettata un imperativo categorico: “devi cambiare la tua vita!”, come improvvisa nuova certezza di sè. Si assiste quindi all’irruzione di un evento nuovo, improvviso e soggiogante sulla propria esperienza. Non è questa, si chiede Blankenburg, la struttura tipica del vissuto nella percezione delirante? Non siamo di fronte a quella condizione nella quale un significato emerge in maniera incomprensibile da un’esperienza percettiva?

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La differenza tra l’esperienza di Albrecht e quella del poeta sta non tanto negli aspetti formali dell’irruzione di un evento nuovo e discrepante nella biografia dell’individuo, quanto nella capacità di assimilazione dell’evento stesso da parte della persona. Nel poeta la continuità della storia di vita non viene spezzata ma l’evento rappresanta il tema di una elaborazione personale. Il torso di Apollo trova un ‘tu’ con cui entrare in dialettica. Il quadro di Albrecht non trova nessun ‘tu’ con cui confrontarsi: al contrario impone il proprio significato come un diktat.

M. Rossi Monti, 2008

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Schneider’s SymptomSchneider’s Symptom

DeliriDeliri Percezione delirantePercezione delirante

Allucinazioni uditiveAllucinazioni uditive Eco del pensieroEco del pensiero

Voci che discutono o litiganoVoci che discutono o litigano

Voci che commentano le Voci che commentano le azioni del pazienteazioni del paziente

Disturbi del pensiero: Disturbi del pensiero: passività del pensieropassività del pensiero

Furto del pensieroFurto del pensiero

Inserimento del pensieroInserimento del pensiero

Trasmissione (diffusione) del Trasmissione (diffusione) del

pensieropensiero

Esperienze di Esperienze di passività: deliri di passività: deliri di controllocontrollo

Passività affettivaPassività affettiva

Passività degli impulsiPassività degli impulsi

Passività della volontàPassività della volontà

Passività somaticaPassività somatica

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““Non c'è una modalità astratta e impersonale in Non c'è una modalità astratta e impersonale in psicopatologia, ma in essa ogni forma di conoscenza è psicopatologia, ma in essa ogni forma di conoscenza è implacabilmente implicata e immersa in una circolarità implacabilmente implicata e immersa in una circolarità ermeneutica che trascini con sè la interiorità (la ermeneutica che trascini con sè la interiorità (la soggettività) del paziente e la soggettività (la soggettività) del paziente e la soggettività (la interiorità) del medico. Non c'è, dunque, possibilità di interiorità) del medico. Non c'è, dunque, possibilità di conoscenza in psicopatologia, non c'è captazione conoscenza in psicopatologia, non c'è captazione possibile degli possibile degli orizzonti infiniti che fanno da orizzonti infiniti che fanno da sfondo ai sintomisfondo ai sintomi (ai fenomeni), che possano fare a (ai fenomeni), che possano fare a meno delle connessioni radicali con l'area sfuggente e meno delle connessioni radicali con l'area sfuggente e problematica, ma essenziale, della problematica, ma essenziale, della intersoggettivitàintersoggettività..

Non è possibile fare della psicopatologia, non è Non è possibile fare della psicopatologia, non è possibile sondare i modi di vivere e di ri-vivere (le cose possibile sondare i modi di vivere e di ri-vivere (le cose e le situazioni) da parte dei pazienti se non si rinuncia e le situazioni) da parte dei pazienti se non si rinuncia a ogni atteggiamento di neutralità, di fredda e gelida a ogni atteggiamento di neutralità, di fredda e gelida scientificità, di fronte a loro, e se non ci si serve della scientificità, di fronte a loro, e se non ci si serve della intuizioneintuizione e della e della immedesimazione immedesimazione.” .”

(E.Borgna)

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SISTEMI NOSOGRAFICI ATTUALISISTEMI NOSOGRAFICI ATTUALI

Modestia epistemologica Modestia epistemologica ((caratterizzata da pretese finalità caratterizzata da pretese finalità essenzialmente operative, rifiutando ogni essenzialmente operative, rifiutando ogni responsabilità di carattere ontologicoresponsabilità di carattere ontologico))

Aspirazioni essenzialiste e Aspirazioni essenzialiste e oggettiviste (oggettiviste (sforzi di carattere sforzi di carattere scientifico, culturale, economico per la scientifico, culturale, economico per la ricerca di markers biologici, genetici, ricerca di markers biologici, genetici, neurofisiologici della schizofrenianeurofisiologici della schizofrenia))

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Una tale Una tale nosografia descrittiva e staticanosografia descrittiva e statica ha avuto il vantaggio della massima ha avuto il vantaggio della massima condivisione all’interno del mondo condivisione all’interno del mondo scientifico privando però di significato e scientifico privando però di significato e di storicità la sofferenza individuale, che di storicità la sofferenza individuale, che viene vista in maniera impersonale, viene vista in maniera impersonale, senza mostrare molto interesse per il senza mostrare molto interesse per il contenuto di questa sofferenza, dove contenuto di questa sofferenza, dove deliri e allucinazioni sono spesso visti deliri e allucinazioni sono spesso visti come “rami secchi” da potare come “rami secchi” da potare farmacologicamente farmacologicamente

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Le Le premesse epistemologichepremesse epistemologiche di di una tale prospettiva sono che una tale prospettiva sono che esista una realtà oggettiva data esista una realtà oggettiva data alla quale i tentativi di alla quale i tentativi di classificazione debbano tendere classificazione debbano tendere

Page 61: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dal nostro punto di vista, invece, i Dal nostro punto di vista, invece, i sintomi vanno ricondotti in un contesto sintomi vanno ricondotti in un contesto storico di significato dell’individuo e la storico di significato dell’individuo e la psicopatologia dovrebbe essere psicopatologia dovrebbe essere organizzata su costrutti generatori di organizzata su costrutti generatori di senso piuttosto che di diagnosi.senso piuttosto che di diagnosi.

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Da questa prospettiva il concetto Da questa prospettiva il concetto d’incomprensibilità e inderivabilitàd’incomprensibilità e inderivabilità dell’ dell’ esperienza delirante primaria, al centro esperienza delirante primaria, al centro del tentativo di sistematizzazione della del tentativo di sistematizzazione della psicopatologia di Jaspers, corre il rischio psicopatologia di Jaspers, corre il rischio di rimandare all’esperienza di rimandare all’esperienza dell’osservatore il giudizio sulla congruità dell’osservatore il giudizio sulla congruità e comprensibilità di un significato (che in e comprensibilità di un significato (che in altri termini potrebbe anche voler dire altri termini potrebbe anche voler dire cercare una corrispondenza di significati cercare una corrispondenza di significati tra osservatore e osservatotra osservatore e osservato).).

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“Il sentimento di estraneità dello psichiatra corrisponde all’estraneazione del malato. Il fallimento della comprensione é in psicopatologia un criterio fondamentale. La coscienza dello psichiatra diventa, per così dire, un ‘reattivo sensibile’, ed acquisisce una specie di ipersensibilità all’incomprensibile. Questa ipersensibilità consente di isolare più facilmente l’elemento schizofrenico.”

Blankenburg, 1971

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In questo senso il rischio è di non In questo senso il rischio è di non cogliere che la comprensibilità cogliere che la comprensibilità riguarda non soltanto il mondo del pz riguarda non soltanto il mondo del pz ma piuttosto qualcosa che riguardi ma piuttosto qualcosa che riguardi l’osservatore: il suo zelo, l’elasticità l’osservatore: il suo zelo, l’elasticità dei suoi concetti interpretativi, le sue dei suoi concetti interpretativi, le sue capacità empatiche, il tempo capacità empatiche, il tempo dedicato e trascorso insieme al pz, dedicato e trascorso insieme al pz, etc.etc.

Page 65: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

“…“…è difficile evitare la conclusione che è difficile evitare la conclusione che una delle principali funzioni dei sistemi una delle principali funzioni dei sistemi di classificazione fosse convincere i di classificazione fosse convincere i medici e il pubblico della complessità medici e il pubblico della complessità della follia e della conoscenza precisa della follia e della conoscenza precisa e specialistica necessaria per il suo e specialistica necessaria per il suo trattamento.”trattamento.”

Mary BoyleMary Boyle

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Attualmente è ancora difficile dire in Attualmente è ancora difficile dire in maniera definitiva cosa sia la maniera definitiva cosa sia la schizofrenia e, soprattutto, se esista schizofrenia e, soprattutto, se esista un’unica patologia caratterizzata da un’unica patologia caratterizzata da un'unità di sintomi, decorso, esito e un'unità di sintomi, decorso, esito e fisiopatologia che rappresenti fisiopatologia che rappresenti l’espressione prototipica della follia l’espressione prototipica della follia umana umana

Page 67: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

La SchizofreniaLa Schizofrenia

Realtà sindromica cui poter arrivare da Realtà sindromica cui poter arrivare da più direzioni caratterizzata da una più direzioni caratterizzata da una mutazione profonda dell’esperienza, in mutazione profonda dell’esperienza, in cui cui viene definitivamente persa la viene definitivamente persa la certezza preriflessiva nelle certezza preriflessiva nelle caratteristiche del mondo e della caratteristiche del mondo e della realtàrealtà, , cheche determina quindi determina quindi l’impossibilità a partecipare ad una l’impossibilità a partecipare ad una prassiprassi condivisa di senso con la perdita condivisa di senso con la perdita di quello sfondo di “evidenza naturale”, di quello sfondo di “evidenza naturale”, di “common sense” che ci permette di di “common sense” che ci permette di “sostare indisturbati vicino le cose”“sostare indisturbati vicino le cose”

Page 68: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Il ‘Senso Comune’Il ‘Senso Comune’

“ “..la sempre presente e sempre ..la sempre presente e sempre dimenticata cornice dimenticata cornice dell’esperienza…che dà continuità dell’esperienza…che dà continuità storica al Sé e costituisce il flusso storica al Sé e costituisce il flusso dell’intersoggettività” dell’intersoggettività”

A. Tatossian

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Psicosi Non SchizofrenichePsicosi Non Schizofreniche

Nelle forme di Nelle forme di scompenso psicotico scompenso psicotico non non schizofreniche è più evidente una schizofreniche è più evidente una amplificazione di temi basici di amplificazione di temi basici di significatosignificato senza che però vengano senza che però vengano messe in discussione le categorie messe in discussione le categorie attraverso le quali facciamo esperienza attraverso le quali facciamo esperienza della realtà. In questi casi non si assiste della realtà. In questi casi non si assiste alla completa rottura della cooperazione alla completa rottura della cooperazione e del consenso nella condivisione e del consenso nella condivisione dell’esperienza. dell’esperienza.

In questi casi “il congedo dalla funzione del reale” In questi casi “il congedo dalla funzione del reale” è solo temporaneo.è solo temporaneo.

(G. (G. Arciero)Arciero)

Page 70: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Esperienza e NarrazioneEsperienza e Narrazione

Esistono costantemente, per ognuno di Esistono costantemente, per ognuno di noi, due livelli dell’esperienza noi, due livelli dell’esperienza rappresentati dal continuo rappresentati dal continuo accadere accadere della della propria vita (sotto forma di un’esperienza propria vita (sotto forma di un’esperienza antepredicativa e preintenzionale) e della antepredicativa e preintenzionale) e della sua sua riconfigurazione narrativariconfigurazione narrativa attraverso attraverso il linguaggio (quindi attraverso significati il linguaggio (quindi attraverso significati condivisi che ne permettano un suo condivisi che ne permettano un suo riordinamento stabile). riordinamento stabile).

Page 71: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Esperienza e NarrazioneEsperienza e Narrazione

La nostra ‘esperienza del vivere’ prende continuamente forma attraverso uno “sforzo di appropriazione” del senso, mediato dalla ricomposizione simbolica del linguaggio.

(G. Arciero)(G. Arciero)

Page 72: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dalla continua dinamica circolare tra Dalla continua dinamica circolare tra questi due livelliquesti due livelli, cioè l’esperienza vissuta , cioè l’esperienza vissuta e la continua ricomposizione della propria e la continua ricomposizione della propria storia, prende forma storia, prende forma l’IDENTITA’ NARRATIVAl’IDENTITA’ NARRATIVA, , la cui principale funzione è quella di la cui principale funzione è quella di articolare articolare i temi emotivi, ai quali è i temi emotivi, ai quali è ancorata, e di ancorata, e di integrareintegrare le emozioni le emozioni discordanti e gli eventi inaspettati in un discordanti e gli eventi inaspettati in un senso di unicità e di unitarietà.senso di unicità e di unitarietà.

Page 73: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Identità NarrativaIdentità Narrativa

Questo implica che più efficacemente si Questo implica che più efficacemente si riesce ad riesce ad

articolare l’esperienzaarticolare l’esperienza, riuscendo a darle , riuscendo a darle un significato ‘personalmente’ riconoscibile, un significato ‘personalmente’ riconoscibile,

più si riescepiù si riesce a a

modulare modulare oscillazioni emotive perturbanti eoscillazioni emotive perturbanti e

integrarleintegrarle in un proprio senso di continuità in un proprio senso di continuità personale.personale.

Page 74: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Da un lato abbiamo il senso dell’accadere, della Da un lato abbiamo il senso dell’accadere, della discontinuità dell’accadere rappresentato dalla discontinuità dell’accadere rappresentato dalla ipseitàipseità, legata agli avvenimenti e agli eventi , legata agli avvenimenti e agli eventi emotivi, espressione dell’immediatezza emotivi, espressione dell’immediatezza situazionale e di un’esperienza pre-riflessiva situazionale e di un’esperienza pre-riflessiva dell’accadimento. dell’accadimento. L’ipseità, intesa come un mio modo di essere ‘intenzionalmente’ diretto verso questo o quello in ciascuna occasione, è caratterizzata da una co-appartenenza al mondo su base ante-predicativa.

La costituzione dell’esperienza La costituzione dell’esperienza soggetttiva: l’ipseitàsoggetttiva: l’ipseità

Page 75: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dall’altro lato abbiamo il percepire una Dall’altro lato abbiamo il percepire una continuità e una persistenza nella continuità e una persistenza nella propria esperienza del vivere, il propria esperienza del vivere, il sentirsi sempre sé stesso, e questa sentirsi sempre sé stesso, e questa dimensione è rappresentata dalla dimensione è rappresentata dalla medesimezzamedesimezza, che si struttura su , che si struttura su tratti tratti emotivi ricorrentiemotivi ricorrenti e a sua volta e a sua volta dà dà formaforma alla propria dimensione emotiva alla propria dimensione emotiva

La costituzione dell’esperienza La costituzione dell’esperienza soggettiva: la medesimezzasoggettiva: la medesimezza

Page 76: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

MedesimezzMedesimezzaa

Ipseità Ipseità

Senso di Senso di continuitàcontinuità

Permanenza Permanenza nel temponel tempo

Tratti emotiviTratti emotivi Percezione Percezione

emotiva del emotiva del Sé Sé sedimentata sedimentata nel temponel tempo

• Discontinuità Discontinuità dell’accaderedell’accadere

• Costanza nel Costanza nel tempotempo

• Stati emotiviStati emotivi• Espressione Espressione

dell’immediatezzdell’immediatezza situazionalea situazionale

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L’Identità NarrativaL’Identità Narrativa unifica in maniera unifica in maniera dinamica, per dinamica, per mezzo di una tramamezzo di una trama, gli , gli

aspetti ricorrenti del Self con il Self aspetti ricorrenti del Self con il Self situazionale. Crea una continua situazionale. Crea una continua

dialettica tra i fattori che permettono dialettica tra i fattori che permettono all’individuo di essere certo di essere all’individuo di essere certo di essere sempre sé stesso, di essere sempre sempre sé stesso, di essere sempre

la stessa persona nel tempo la stessa persona nel tempo (medesimezza) e la variabilità, (medesimezza) e la variabilità,

instabilità e discontinuità instabilità e discontinuità dell’esperienza del vivere (ipseità).dell’esperienza del vivere (ipseità).

Page 78: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dimensione InwardDimensione Inward

Pazienti prevalentemente inward, più orientati Pazienti prevalentemente inward, più orientati sulla medesimezza, tenderanno a dar forma sulla medesimezza, tenderanno a dar forma all’Identità Narrativa attraverso la all’Identità Narrativa attraverso la sedimentazione di stati emotivi basici sedimentazione di stati emotivi basici ricorrenti. Questo fa sì che nella costituzione ricorrenti. Questo fa sì che nella costituzione della propria identità personale sia evidente della propria identità personale sia evidente (dato) il mantenimento di una trama narrativa (dato) il mantenimento di una trama narrativa stabile, dove le stabile, dove le principali possibilità di principali possibilità di regolazione emozionaleregolazione emozionale sono costituite dalla sono costituite dalla modulazione dell’attivazione dell’intensità modulazione dell’attivazione dell’intensità emotivaemotiva. .

Page 79: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dimensione InwardDimensione Inward

Da ciò deriva un carattere molto più Da ciò deriva un carattere molto più stabile nel tempo, con un senso stabile nel tempo, con un senso molto più netto di demarcazione molto più netto di demarcazione dagli altri. Questo implica un dagli altri. Questo implica un primato ontologico assegnato al Sé primato ontologico assegnato al Sé a spese del mondoa spese del mondo

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Dimensione OutwardDimensione Outward

Pazienti prevalentemente outward, più orientati Pazienti prevalentemente outward, più orientati sulla ipseità, saranno caratterizzati da un sulla ipseità, saranno caratterizzati da un maggior ancoramento al Mondo/Altro nella maggior ancoramento al Mondo/Altro nella costituzione della propria Identità Narrativa, costituzione della propria Identità Narrativa, che si costituirà soprattutto attraverso che si costituirà soprattutto attraverso l’adesione ad un contesto esterno di l’adesione ad un contesto esterno di riferimentoriferimento: questo farà sì che stati emotivi : questo farà sì che stati emotivi interni possono passare inosservati o interni possono passare inosservati o selettivamente esclusi, senza riuscire a dar selettivamente esclusi, senza riuscire a dar forma a delle esperienze emotive forma a delle esperienze emotive corrispondenti. corrispondenti.

Page 81: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Dimensione OutwardDimensione Outward

Il mantenimento di un senso di stabilità Il mantenimento di un senso di stabilità personale può essere dato dal cambiamento personale può essere dato dal cambiamento della prospettiva, del punto di vista con il della prospettiva, del punto di vista con il quale interpretare l’evento: questo porta ad quale interpretare l’evento: questo porta ad un continuo un continuo prendere il punto di vista prendere il punto di vista dell’altrodell’altro come modalità definitoria di sé. In come modalità definitoria di sé. In questi casi la trama narrativa viene questi casi la trama narrativa viene asservita al mantenimento del personaggio. asservita al mantenimento del personaggio. Questo implica un primato ontologico Questo implica un primato ontologico assegnato al Mondo/Altro a scapito del Sé. assegnato al Mondo/Altro a scapito del Sé.

Page 82: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Caso di Gabriele

“..era come se quello che vedevo non corrispondesse alla realtà, cioè io vedevo gli arti ma in realtà non li avevo…pensavo che ciò che vedevo fosse tutto un’illusione, fino a pensare che la mia stessa identità fosse un’illusione…fino a pensare di poter essere un’altra persona…ad es. la mia sorellina morta 30 anni prima…”

Page 83: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Caso di GabrieleCaso di Gabriele

Quando si discuteva sul tema della Quando si discuteva sul tema della intrusività ‘percepita’ degli altri intrusività ‘percepita’ degli altri (sensazione di essere spiato su (sensazione di essere spiato su Internet) lui mi dice:Internet) lui mi dice:

“… “…mi viene in mente che lei possa mi viene in mente che lei possa pensare che questo tema ci porti pensare che questo tema ci porti all’invadenza dei miei genitori…se non all’invadenza dei miei genitori…se non avessi pensato che lei ci pensava non avessi pensato che lei ci pensava non ci avrei pensato..”ci avrei pensato..”

Page 84: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Nello stile INWARD la medesimezza Nello stile INWARD la medesimezza orienta la costruzione del racconto di orienta la costruzione del racconto di SéSé

nello stile OUTWARD l’identità nello stile OUTWARD l’identità narrativa è orientata dalla narrativa è orientata dalla corrispondenza a frame esterni di corrispondenza a frame esterni di referenza.referenza.

Page 85: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Caratteristiche della Caratteristiche della riconfigurazione dell’esperienza riconfigurazione dell’esperienza

negli scompensi psicoticinegli scompensi psicotici Negli scompensi psicotici il paziente Negli scompensi psicotici il paziente

spesso perde la capacità di riconoscere spesso perde la capacità di riconoscere come propria l’come propria l’esperienzaesperienza, e la sua , e la sua riconfigurazione narrativariconfigurazione narrativa viene viene avvertita come un dato del livello avvertita come un dato del livello esperenziale. esperenziale.

È inoltre evidente la È inoltre evidente la difficoltà di difficoltà di integrazioneintegrazione dell’esperienza, cioè la dell’esperienza, cioè la capacità di mantenere una narrazione capacità di mantenere una narrazione sequenzialmente unica, stabile, sequenzialmente unica, stabile, cronologica, in cui sia rigidamente diviso cronologica, in cui sia rigidamente diviso l’interno dall’esterno.l’interno dall’esterno.

Page 86: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

L’evento discrepante produrrà un’alterazione dell’articolazione emotiva che si manifesta in maniera diversa a seconda che la propria identità narrativa sia orientata verso la medesimezza (INWARD) o verso la ipseità (OUTWARD).

Page 87: Psicosi e Post-razionalismo Pasquale Parise, IPRA, (Roma 2014)

Scompensi psicotici in INWARD ed Scompensi psicotici in INWARD ed OUTWARDOUTWARD

AmplificazioAmplificazione dei tratti ne dei tratti

emotivi emotivi basicibasici

difficoltà di regolazione difficoltà di regolazione dell’attivazione emotivadell’attivazione emotiva

dell’intensità emotiva con dell’intensità emotiva con incremento dei processi di incremento dei processi di

mantenimentomantenimento

INWARDINWARD

AmplificazionAmplificazione della e della

dipendenza dipendenza dal contesto dal contesto di referenzadi referenza

difficoltà di gestire il difficoltà di gestire il contesto esterno di lettura, contesto esterno di lettura,

interruzione del senso di interruzione del senso di continuità, con incapacità continuità, con incapacità

a riordinare la propria a riordinare la propria esperienza in una trama esperienza in una trama

narrativa consistentenarrativa consistente

OUTWARDOUTWARD

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Scompenso psicotico Inward

In questi pazienti si ha un irrigidimento della trama narrativa, dove il Mondo/Altro viene stravolto (e può diventare minaccioso, persecutorio, effimero come nel delirio nihilistico dei depressi, o inattendibile come nei deliri genealogici, ma anche appassionato e ipercoinvolto come nel delirio erotomanico) in relazione al mantenimento della trama del personaggio.

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Scompenso psicotico Inward

I cambiamenti dell’esperienza del Mondo/Altro, stravolgendo il senso del rapporto col reale, tendono a mantenere il primato ontologico alla propria dimensione esperenziale pre-riflessiva (ad es la paura nella costruzione delirante di un paranoico). In questi pazienti è generalmente mantenuta la distanza tra il proprio Sé e l’Altro (ad es. le esperienze di controllo di questi pz non hanno generalmente il carattere della perdita dei confini del Sé come nella lettura o nell’inserzione del pensiero)

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Scompenso psicotico Outward

In questi pazienti è più caratteristica la perdita del senso di meità dei propri vissuti (nel senso della ownership intesa come senso di appartenenza dell’esperienza, e dell’agency nel senso dell’autorialità delle proprie azioni): il Mondo/Altro amplifica la propria valenza ontologica, la demarcazione tra Sé e il Mondo/Altro tende progressivamente a venire meno. I disturbi dell’esperienza, amplificando il tema del primato ontologico dell’Alterità, darebbero forma alle esperienze caratterizzate dalla perdita della meità, passività, permeabilità dei confini dell’Io. In questi pazienti lo sconvolgimento del senso di agency e di ownership è maggiore, con una maggiore evidenza dei disturbi dei confini dell’Io.

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Scompenso psicotico Outward

E’ come se la dimensione esperenziale pre-riflessiva, disancorata dalla propria carne, fosse in balia dell’Altro/Mondo e perdesse progressivamente ogni possibilità di prospettiva sull’attribuzione di senso degli eventi.