psicologia - giunti psychometrics

21

Upload: others

Post on 29-Jul-2022

16 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics
Page 2: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics
Page 3: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

P S I C O L O G I A

Page 4: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics
Page 5: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Anna Oliverio Ferraris, Alessandro Rusticelli, Jolanda Stevani,

Teresa Zaccariello

Chiamarsi fuoriRagazzi che non vogliono più vivere

Page 6: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

www.giunti.it

© 2009 Giunti Editore S.p.A.Via Bolognese, 165 - 50139 Firenze - ItaliaVia Dante, 4 - 20121 Milano - Italia

ISBN 9788809755338

Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

Prima edizione digitale 2010

È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo,se non espressamente autorizzata dall’editore.

Page 7: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Introduzione di Anna Oliverio Ferraris 9

I. SUICIDIO E TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA

Epidemiologia, fattori di rischio e teorie interpretative (Alessandro Rusticelli) 15

Dati epidemiologici internazionali e nazionali 16Il parasuicidio 19I fattori di rischio 22

L’individuo 23Famiglia e società 33

Teorie “storiche” sul suicidio 38La teoria sociologica di Durkheim 38La prospettiva psicoanalitica 40L’approccio cognitivo 42L’ottica della scuola sistemico-relazionale 44

Considerazioni conclusive 45In sintesi 46Bibliografia 47

II. LA RICERCA COMPULSIVA DEL RISCHIO IN ADOLESCENZA

E I SUICIDI MASCHERATI

(Jolanda Stevani) 51

Rischio e compiti evolutivi in adolescenza 52Essere adolescenti nella postmodernità 56Il significato del comportamento a rischio negli adolescenti 58

Indice

Page 8: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Rischi positivi e negativi 59Perché gli adolescenti giocano con la morte? 62I riti di passaggio dell’adolescente postmoderno 69Tipologie di rischio 73Rischio e differenze di genere 76Considerazioni conclusive 79In sintesi 80Bibliografia 80

III. IL RUOLO DEI MASS MEDIA E L’“EFFETTO WERTHER”(Jolanda Stevani) 83

L’imitazione 86Esiste o non esiste l’effetto Werther? 89La teoria dell’apprendimento sociale e il modellamento 100Gli adolescenti e i media 101Il cybersuicidio 107Considerazioni conclusive 113In sintesi 114Bibliografia 115

IV. DECODIFICARE IN TEMPO I SEGNALI DEL DISAGIO

(Anna Oliverio Ferraris, Teresa Zaccariello) 117

Il caso di Andrea, troppo diverso dai suoi compagni 117Riconoscere i segnali 129

Segni che indicano l’esistenza di un problema 130Segni specifici di allarme 132Fattori precipitanti 133

Miti da sfatare 135In sintesi 137Bibliografia 137

V. LE OPINIONI DEGLI ADOLESCENTI SUL SUICIDIO

(Alessandro Rusticelli, Jolanda Stevani,Teresa Zaccariello) 139

Introduzione 139Le opinioni degli adolescenti sul suicidio 141

Parlare del suicidio 142

Page 9: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Ideazione suicidaria 144Perché un adolescente desidera la morte? 145Intervenire o farsi i fatti propri? 157

Considerazioni conclusive 160In sintesi 161Bibliografia 163

VI. IDENTITÀ SESSUALE E RISCHIO DI SUICIDIO

(Alessandro Rusticelli) 165

Introduzione 165L’omosessualità nella società contemporanea 165Suicidio e tentato suicidio tra adolescenti gay,lesbiche, bisessuali 167

Il problema dell’emarginazione 170Double-minority 172L’importanza del microsistema sociale 173

La situazione in Italia 176Considerazioni conclusive 181In sintesi 181Bibliografia 182

Page 10: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics
Page 11: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

IntroduzioneAnna Oliverio Ferraris

Dopo gli incidenti il suicidio è tra i giovani la secon-da causa di morte, e i tentativi di suicidio, ossia le con-dotte che hanno come obiettivo la morte senza peròraggiungerla, sono assai più numerosi dei suicidi. Que-sti tentativi assumono a volte la forma dell’incidente,ma non sempre in seguito ad essi si consulta uno spe-cialista della salute mentale perché l’argomento è spes-so un tabù all’interno della famiglia che, sentendosicolpevole, vergognandosi o ritenendo che sia meglio nonparlarne, preferisce ignorare o minimizzare. E se i ten-tativi di suicidio sono più frequenti nelle femmine, isuicidi riusciti lo sono tra i maschi. Le femmine ricor-rono a metodi meno violenti e meno efficaci (per esem-pio il taglio delle vene). I maschi invece utilizzano me-todi più violenti e più gravi come il salto nel vuoto osotto una vettura, l’impiccagione, l’overdose.

Si tratta di una realtà multiforme, complessa e sfug-gente. Suicidi e tentativi di suicidio sono generalmentepreceduti da idee suicidarie e tuttavia la maggior partedegli adolescenti che hanno idee suicidarie non arriva ametterle in pratica. Quegli adolescenti che invece pas-sano all’atto non sempre hanno parlato di suicidio in ma-niera esplicita in precedenza. Parlare di suicidio, inol-tre, può far parte di quella normale crisi adolescenzia-

9

Page 12: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

le, legata alla fragilità indotta da tutti quei cambiamen-ti che un giovane deve fronteggiare dalle trasformazio-ni puberali in poi. Molti sottolineano come il suicidioadolescenziale sia associato a turbe psichiatriche (depres-sione grave, disturbi della personalità, psicosi), ma levalutazioni oscillano tra il 90 e il 25 per cento. Non emer-ge dall’insieme di questi dati quanto sia dovuto a unarelazione diretta e univoca con la malattia mentale e quan-to invece a fattori predisponenti e facilitanti. E se lamalattia psichiatrica non porta necessariamente al sui-cidio, è tuttavia opportuno prendersene carico. Infine,i tentativi di suicidio così come i suicidi riusciti posso-no essere messi in atto da un adolescente che non ha pro-blemi apparenti.

Le cause del suicidio di un adolescente possono re-stare sconosciute, nella maggior parte dei casi però gliadolescenti coinvolti in questo genere di atti presenta-no delle problematiche psicosomatiche multiple: un umo-re depresso, condotte di dipendenza (tre volte più del-la media dei giovani) e anche comportamenti violenti(il doppio degli altri). Altri tratti sono l’assenteismoscolastico, per coloro che vanno a scuola, e la disoccu-pazione, per coloro che invece lavorano. Ancora una vol-ta, queste difficoltà non sono sinonimi di rischio suicida-rio, ma la loro presenza associata a idee suicidarie o adaltre turbe del comportamento deve indurre a una no-tevole vigilanza. Non tutti i suicidi e ancor più i tentati-vi di suicidio corrispondono a un reale desiderio dimorte. A volte in essi si può leggere una forma di ricat-to. Altre volte di colpevolizzazione di amici o familiari.

Il fenomeno del suicidio nell’adolescenza è comples-so perché in esso convergono fattori coscienti e incon-sci, spesso così strettamente interdipendenti da rende-re difficile comprendere quale sia il più rilevante. Tra i

10

INTRODUZIONE

Page 13: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

motivi più o meno coscienti ci sono l’aggressività versose stessi e gli altri (che vanno puniti), un modo per por-re fine alle proprie ansie e sofferenze, a sentimenti di vuo-to e di nullità, oppure per sottrarsi a una situazionebloccata e senza via d’uscita (maltrattamenti, abusi ses-suali, insuccessi, delusioni, infelicità). Cosciente è an-che il desiderio di mettere il proprio destino nelle manidi una potenza superiore o del fato per vedere se si me-rita di vivere o di morire, oppure di sfidare la morte,che a questa età provoca e attira, spaventa e affascina.Del tutto incoscienti invece sono spesso una serie dimotivi connessi alla crisi adolescenziale: gli stati de-pressivi dovuti alla ristrutturazione del proprio mondoe dei propri vissuti, il rifiuto di un corpo che cambia,l’esigenza di stabilire dei limiti tra sé e i propri genitoriquando la distanza appare insufficiente, il bisogno di ave-re un controllo totale su di sé, di affermarsi come indi-viduo libero e autonomo. Darsi la morte o sfidarla pernon sentirsi vittima ma protagonista. Darsi la morte co-me protesta per una vita percepita come insoddisfa-cente, noiosa o deludente, troppo distante dalle pro-prie aspirazioni e dai sogni dell’infanzia. Uccidersi pernon morire e per non invecchiare: per restare immorta-le nel ricordo di amici e familiari, bloccati definitivamen-te alla propria età di quel momento. Morire per svinco-larsi dai propri genitori restando pur sempre, nel ricor-do, il loro bambino o la loro bambina. Morire per rea-gire a un dolore intollerabile, a un lancinante senso dicolpa, di vergogna o di profondo disgusto e delusione.

Certe relazioni di dipendenza da un genitore posso-no a volte indurre pensieri suicidi in un adolescente chealterna atteggiamenti regressivi da bimbo piccolo e fughein comportamenti a rischio. Il tentativo di suicidio, in con-comitanza con uno stato ansioso, può essere una di que-

11

INTRODUZIONE

Page 14: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

ste vie di fuga. Patrizia, per esempio, che ha avuto unamadre fredda e autoritaria e ha molto sofferto, quandoè diventata madre a sua volta di Claudio, l’ha circonda-to di un amore totale: non gli ha mai rifiutato nulla, nonlo ha mai lasciato neppure per un giorno, ha sempreprevenuto ogni suo desiderio. Con la morte del maritoquesto atteggiamento si è ulteriormente rafforzato. Tut-to bene nell’infanzia, ma quando arriva l’adolescenzacome staccarsi da questo paradiso? Come immaginaredi poter viverne al di fuori? Come affrontare una vitaautonoma? Come lasciar sola una madre che ne soffrireb-be terribilmente? Il tentativo di suicidio è allora per Clau-dio il “terzo separatore” (generalmente il padre) da unamadre simbiotica. Per Mirella invece la fuga nell’attosuicida (si è lanciata dalla finestra) è stato l’ultimo atto,impulsivo, di una lunga diatriba con la madre sullo stiledi vita, culminato quando questa, stufa degli insuccessiscolastici della figlia, dei pomeriggi e delle serate passa-te fuori casa ad ascoltare musica rock e a farsi le cannecon gli amici, ha strappato dalle pareti della stanza diMirella tutte le foto della sua cantante preferita – mo-dello di riferimento e di identificazione – provocando co-sì nella ragazza un senso di impotenza e di angoscia in-contenibile.

Ma anche i pessimi rapporti con i pari, la difficoltàdi trovare una collocazione accettabile nel mondo ex-trafamiliare sono a volte all’origine di fughe nell’attodi sorganizzatore del suicidio nel tentativo di uscire dalsistema. Nel suo saggio Bullismo a scuola, Dan Olweusriporta vari casi di ragazzi che si suicidarono o tentaro-no di suicidarsi a seguito di persecuzioni e gravi preva-ricazioni da parte dei coetanei. Persecuzioni e prevarica-zioni che possono distruggere psicologicamente un ra-gazzo: «Una nota sulla scrivania», scrive Olweus a pro-

12

INTRODUZIONE

Page 15: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

posito di un tredicenne che aveva tentato di suicidarsicon un tubetto di sonniferi e aveva lasciato uno scrittoper spiegare il suo gesto, «diceva che non poteva soppor-tare oltre le prevaricazioni di cui era vittima, che si sen-tiva completamente inutile e credeva che il mondo sa-rebbe stato un posto migliore senza di lui». Anche la ver-sione più aggiornata del bullismo, il cosiddetto cyber-bullismo, può essere all’origine di suicidi e tentati sui-cidi per il senso di totale impotenza e di vergogna checrea nella vittima. Nelle cronache dei giornali sonocomparsi in questi ultimi anni casi di ragazze che han-no tentato il suicidio o si sono suicidate dopo avere sco-perto che una loro foto sexy o un filmato di un rappor-to sessuale era finito sui telefonini dei compagni di scuo-la oppure in qualche sito internet.

Le violenze sessuali, infine, possono lasciare una fe-rita profonda che resta aperta a lungo e che nei casi piùgravi crea danni che non si recuperano. Secondo unaricerca promossa dalla Commissione per le pari oppor-tunità del Friuli Venezia Giulia (prof. Patrizia Romito)che nel 2008 ha interessato 627 studenti e studentessedi 14 anni tra licei, istituti tecnici e professionali dellaregione, tra le ragazze che hanno subito violenza o mo-lestia sessuale l’11 per cento ha tentato di uccidersi, ri-spetto al 3 per cento per chi non ha dovuto affrontarequesta esperienza. Secondo questa ricerca la fantasia divoler togliersi la vita riguarda ben 48 under 20 su 100,sempre limitandosi a coloro che hanno dovuto affron-tare la violenza, mentre le non abusate pensano di farlafinita nel 28 per cento dei casi. Sempre tra le studen-tesse abusate, il 55 per cento ha dichiarato di avere attac-chi di panico (38% è la percentuale delle non abusate)e il 65 per cento ha affermato di soffrire di depressio-ne, una percentuale che scende al 43 per le coetanee.

13

INTRODUZIONE

Page 16: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Tra i casi estremi ricordiamo quello di Valentina che a22 anni fu violentata una notte a Milano in presenzadel fidanzato da due balordi della sua età. A distanzadi sei anni dalla brutale violenza Valentina, pur avendocercato di dimenticare, essersi applicata allo studio ealla pittura, si tolse la vita impiccandosi. Nonostantegli sforzi compiuti, Valentina non riuscì a liberarsi dalricordo di quella notte. Ma soprattutto non riuscì a reg-gere l’umiliazione e la terribile delusione nel vedere i suoiaggressori ridere in aula durante le udienze del proces-so nonché la profonda delusione per l’impossibilità diottenere dai violentatori un cenno di pentimento per aver-le rovinato la vita.

Conoscere le cause che spingono un giovane a toglier-si la vita è indispensabile per prevenire il suicidio e in-tervenire correttamente nei casi di tentato suicidio.

14

INTRODUZIONE

Page 17: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

I

Suicidio e tentato suicidio in adolescenzaEpidemiologia, fattori di rischio e teorie interpretative

Alessandro Rusticelli

In un passo de Le opere e i giorni Esiodo narra conqueste parole il mito del vaso di Pandora:

Prima sopra la terra la stirpe degli uomini viveva al ripa-ro dal male, e lontano dall’aspra fatica, da malattie dolo-rose che portan la morte, veloci infatti invecchiano i mor-tali nel male. Ma la donna, levando con la sua mano dal-l’orcio il grande coperchio, li disperse, e agli uomini pro-curò i mali che causano pianto. Solo Speranza, come in unacasa indistruttibile, dentro all’orcio rimase […] E infini-te tristezze vagano fra gli uomini e piena è la terra di ma-li, pieno n’è il mare.

Non c’è metafora più calzante del mito di Pandoraper descrivere l’esperienza di quei ragazzi che scelgonodi togliersi la vita. Essi vengono investiti da un disagiointollerabile e l’esistenza improvvisamente si svuotad’ogni speranza, stretta nella morsa della sofferenza.

La morte volontaria di un ragazzo nel fiore degli anniè un fatto difficile da comprendere e da accettare: per-ché mai un giovane, che ha davanti a sé tutta la vita conle sue molteplici possibilità, dovrebbe desiderare la mor-te? Cosa lo spinge a pensare al suicidio, a programmarela propria fine a volte in maniera meticolosa e ossessiva?

15

Page 18: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Sembra un gesto privo di senso, un atto contro natura, ep-pure il suicidio giovanile è una triste realtà che negli ul-timi cinquant’anni è cresciuta in molti paesi, suscitandola preoccupazione di psichiatri e psicologi.

DATI EPIDEMIOLOGICI INTERNAZIONALI E NAZIONALI

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ne-gli ultimi cinquant’anni i tassi di suicidio sono aumenta-ti in maniera significativa in diversi paesi e attualmenteil suicidio rappresenta una delle tre principali cause dimorte tra le persone di età compresa tra i 15 e i 44 anni.Nel solo 2000 sono stati registrati circa un milione disuicidi, un tasso globale di mortalità pari a 16 su 100 000.Si tratta di dati che non tengono conto dei tentativi di sui-cidio, i quali sono da dieci a venti volte più frequentidei suicidi riusciti. Il nostro paese appartiene al gruppodi nazioni in cui i suicidi sono compresi tra 6,5 e 13 ogni100 000 abitanti; insieme all’Italia troviamo anche Spa-gna e Gran Bretagna e, oltre oceano, Stati Uniti e Cana-da. Più grave, invece, è la situazione in paesi come la Fran-cia e la Germania, oppure nelle nazioni dell’Europa del-l’Est, in Russia e soprattutto nei paesi asiatici, Giappo-ne e Taiwan in primis.

Sebbene il suicidio sia più frequente in età avanzata,il numero delle morti tra i giovani è andato progressiva-mente aumentando; l’OMS e il SUPRE (Suicide Preven-tion) stimano che ogni anno nel mondo siano almeno100 000 gli adolescenti che compiono questo gesto defi-nitivo. Negli Stati Uniti la gravità del fenomeno è ormainota da anni e sono stati compiuti molti studi sull’argo-mento con l’obiettivo di delinearne le dimensioni. Una re-cente analisi condotta nel 2000 ha messo in evidenza co-me il suicidio sia la terza causa di morte tra i giovani ame-

16

CAPITOLO I

Page 19: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

ricani e i suoi tassi sono stimabili intorno agli 1,5 su 100 000tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 14 anni e 8,2 tragli adolescenti di 15-19 anni. Il problema, poi, assume pro-porzioni ancora più rilevanti quando si prendono in con-siderazione anche i giovani con età superiore ai 20 anni,le condotte autolesive e l’ideazione suicidaria1.

In Europa il numero dei suicidi tra ragazzi varia am-piamente da una nazione all’altra: tenendo conto delladifferenza tra i sessi, si può dire che i maschi commet-tono suicidio più frequentemente delle femmine, conproporzioni che variano da 2:1 a 8:1, mentre le ragazzemettono in atto all’incirca il doppio dei tentativi nonletali rispetto ai loro coetanei. Questo vuol dire che perogni suicidio di una ragazza se ne contano tra i due egli otto di ragazzi e che per ogni tentativo di un ma-schio ce ne sono all’incirca due tra le femmine dellastessa età. Sulla base degli ultimi dati disponibili fornitidall’OMS (2002) per quanto riguarda il suicidio tra gliadolescenti di 15-24 anni, la Federazione Russa è al pri-mo posto della lista (32/100 000), seguita dalla Litua-nia, dalla Finlandia e dalla Lettonia. La classifica, cheprevede dati raccolti in 33 nazioni europee, vede al di-ciottesimo posto della graduatoria la Svezia, con menodi 10 suicidi ogni 100 000 abitanti, quota paragonabilea quella rilevata negli USA, e si chiude con la Gran Bre-tagna, la Spagna, il Portogallo, l’Italia e la Grecia che han-no tassi di suicidio adolescenziale compresi tra 5 e3/100 000.

17

SUICIDIO E TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA

1. Il termine “ideazione suicidaria” sta ad indicare la presenza di pensieri chepossono spingere la persona alla decisione di togliersi la vita. Può avere diversi li-velli di gravità e ciò dipende dalla presenza di un piano specifico su come metterein atto i propri propositi e dalla reale intenzione di morire. L’APA definisce l’idea-zione suicidaria nel modo che segue: «thoughts of serving as the agent of one’sown death» («pensieri che spingono una persona a procurarsi la morte»).

Page 20: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Considerando nell’insieme la situazione europea, sipuò dire che a partire dagli anni Ottanta del secolo scor-so si è avuto un aumento rilevante delle condotte suici-darie tra gli adolescenti. La ricercatrice Ellenor Mitten-dorfer-Rutz ha mostrato come i tassi di suicidio adole-scenziale tra il 1979 e il 1996 siano aumentati significa-tivamente in 21 paesi tra i maschi e in 18 tra le femmi-ne. A questo aumento dei suicidi adolescenziali si è ac-compagnato, durante lo stesso periodo di tempo, uncorrispondente aumento dei parasuicidi che, in genera-le, secondo diversi studi, compreso il WHO/Euro Mul-ticentre Study of Parasuicide, continuano ad essere piùfrequenti tra le femmine in tutte le fasce d’età (Mitten-dorfer-Rutz, 2006). Oggi in Europa il suicidio spiegauna porzione compresa tra il 4 e il 21% delle morti tra igiovani dell’età di 15-19 anni e rappresenta una delle prin-cipali cause di morte insieme agli incidenti stradali.

A proposito della situazione italiana, nel nostro paesevi sarebbe un tasso di suicidio tra gli adolescenti pari a 5suicidi su 100 000 abitanti, il che collocherebbe l’Italiainsieme con altri paesi dell’Europa del Sud in coda allalista delle nazioni a rischio stilata dall’Organizzazione Mon-diale della Sanità. Un’analisi più approfondita ci diceperò che tra il 1959 e il 2002 il tasso di suicidio tra gliadolescenti nel nostro paese è aumentato complessivamen-te dell’1,78% annuo tra i maschi, mentre tra le ragazze siè avuta una diminuzione dell’1,52%. C’è da dire che seper le femmine si osserva una diminuzione dei tassi disuicidio nel periodo considerato, per i maschi invece vi èstato un aumento annuo dell’1,9% fino al 1992, seguitoda una tendenza alla diminuzione pari al 2,3% a partiredal 1993. I tassi di tentato suicidio mostrano invece sia peri ragazzi che per le ragazze una tendenza costante alladiminuzione (Tondo, 2004).

18

CAPITOLO I

Page 21: PSICOLOGIA - Giunti Psychometrics

Fin qui abbiamo passato in rassegna le cifre ufficialidel suicidio in adolescenza, ma è importante capire quan-to effettivamente questi dati riflettano la situazione rea-le. Secondo diversi studiosi il fenomeno del suicidiogiovanile è sottostimato e vi sarebbe un errore in difet-to pari circa al 30% (McClure, 1994; Mittendorfer-Rutz,2006). Tra le cause che rendono difficili misurazioni pre-cise, vi sono non solo la riluttanza a classificare la mor-te di un adolescente come suicidio per ragioni religioseo sociali e la non uniformità delle procedure di accerta-mento, ma anche la presenza di numerosi casi che nongiungono a conoscenza delle autorità competenti e quin-di non vengono registrati o finiscono per essere attri-buiti ad altre cause, come avviene per il fenomeno deisuicidi mascherati (overdose, stati d’ebbrezza, ricercacompulsiva del rischio)2. Stando così le cose, non possia-mo essere sicuri che i dati ufficiali forniscano un qua-dro preciso del fenomeno, pertanto è opportuno consi-derarli soltanto come delle stime indicative di una ge-nerale tendenza all’aumento del disagio sociale e psico-logico dei giovani nella società contemporanea.

IL PARASUICIDIO

Il suicidio è «un atto dall’esito fatale, che viene deli-beratamente intrapreso e portato a termine da una per-sona nella piena consapevolezza delle conseguenze de-finitive di un simile gesto»3. Questa è la definizione uf-

19

SUICIDIO E TENTATO SUICIDIO IN ADOLESCENZA

2. Vedi capitolo II.3. «Suicide is an act with fatal outcome, which was deliberately initiated and

performed by the deceased, in the knowledge or expectation of its fatal outcome,and through which the deceased aimed at realizing change he/she desired» (OMS,1986). «Suicide is a self-inflicted death with evidence (either explicit or implicit) thatthe person intended to die» (APA, 2003).