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PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ. LE TEORIE. 6 cfu A.A. 2019/20 prof.ssa Lisa Di Blas [email protected]

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Page 1: Psicologia della personalità. Le teorie.€¦ · i tratti complessi: le qualità individuali , siano discrete (colore degli occhi) siano continue (intelligenza), spesso dipendono

PSICOLOGIA DELLA PERSONALITÀ.LE TEORIE.

6 cfu

A.A. 2019/20

prof.ssa Lisa Di Blas

[email protected]

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LE TEORIE DEI TRATTI O DELLE DISPOSIZIONILA STABILITÀ DELLA PERSONALITÀ: LA VERIFICA QUANTITATIVA DELLA STABILITÀ DEI TRATTI E LA PREVISIONE DEGLI OUTCOME COMPORTAMENTALI

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Lo studio della continuità dei tratti disposizionali

Disposizioni temperamentali e disposizioni di personalità

sono così diverse tra loro?

No, a livello tassonomico le similitudini sono prevalenti

No, personalità e temperamento hanno comparabili livelli di ereditarietà

No, personalità e temperamento risentono entrambi dell’impatto dell’ambiente e delle esperienze

E allora i tratti disposizionali sono stabili attraverso il tempo,

dall’infanzia all’età adulta?

E come si indaga la stabilità dei tratti nel tempo? E il loro cambiamento? Quali domande possiamo porci per comprendere la loro stabilità e continuità nel tempo?

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Lo studio della continuità dei tratti disposizionali

L’approccio è quantitativo e indaga diverse forme di continuità psicometrica attraverso il tempo, tra le quali

1. Continuità differenziale o gerarchica:

stabilità degli ordini di rango (test-retest)

2. Continuità assoluta:

andamento dei livelli medi nel tempo (studi trasversali e studi longitudinali)

gap maturazionali

3. Continuità individuale

stabilità di una singola variabile a livello individuale (RCI)

Premessa: Continuità concettuale delle categorie disposizionali indagate

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Continuità differenziale

verifica la stabilità degli ordini di rango

e si misura mediante coefficiente di correlazione

(test-retest)

Qual è la relazione tra età e stabilità test-retest dei tratti?

A quale età si osserva il picco della stabilità?

Qual è il livello di questo picco? Sufficientemente elevato per dire che non si cambia più?

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Continuità differenziale

Roberts e Del Vecchio, 2000: meta-analisi di 152 studi longitudinali con oltre

3000 correlazioni test-retest (min = 1 anno, max = 53 anni, media = 6,7 con sd = 7,5),

età da 6 settimane a 73 anni; categorie BF e 5 fattori di Martin e Presley (1994)

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Continuità assoluta

verifica la stabilità dei livelli medi di una caratteristica individuale

e si indaga mediante studi trasversali e studi longitudinali

Quale l’andamento dei livelli medi?

Vi è un picco vs un livello minimo ? A quale età?

Vi sono gap maturazionali?

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Continuità assoluta: self-esteem

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Continuità assoluta: gap maturazionali(studio trasversale; strumento:NEO-FFI, campione scandinavo; Allik et al., 2004)

9

C

A

O

E

N

Gap maturazionali

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Continuità assoluta

• Uno studio trasversale su adulti mostra che Amabilità aumenta tra i 30 e 50 anni (Srivastava et al., 2003) → impatto delle esperienze sociali che favoriscono il cambiamento

• Studi longitudinali di Kagan e classificazione tipologica a favore del cambiamento

• Costa e McCrae invece sottolineano la stabilità e la continuità, attirbuendo un peso limitato all’ambiente che modificherebbe poco, nonostante i tanti cambiamenti ambientali, la personalità

• Teorie sulla genetica comportamentale e cognitivo-sociali aiutano a comprendere peso e ruolo dell’ambiente

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Continuità individuale

verifica la stabilità del livello di una

caratteristica individuale nel singolo individuo

attraverso il tempo

e indaga se vi sia variazione o cambiamento

affidabile da un tempo all’altro

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TEORIE DEI TRATTI: LA PREVISIONE DEGLI OUTCOME COMPORTAMENTALI (HAMPSON, 2012)

TRATTO OUTCOME ASSOCIAZIONE

DIRETTA

il nevroticismo si associa a molti outcome anche oggettivi:

•bassa auto-stima

•maggiori livelli di problemi psicosomatici

•relazioni interpersonali meno soddisfacenti

•maggiori problemi cardiovascolari

•minore longevita’

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STIMATORE OUTCOME MODERATORE

TRATTO

Teorie dei tratti: La previsione degli outcome comportamentali(Hampson, 2012)

Studi mostrano che persone con maggione N hanno risposte emotive più intense e reagiscono

con maggiore stress agli stessi eventi avversi rispetto alle persone emotivamente stabili.

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Outcome

Baseline (t1)

OUTCOME

(t2)

Studi sperimentali mostrano che i tratti del FFM anticipano incrementi

• nei problemi esternalizzanti (C- A- E+) e internalizzanti (N+ E-)

nell’infanzia e adolescenza

• nei DCA anoressia nervosa (N+ Pf+) e bulimia (C-)

TRATTO

Baseline (t1)

Teorie dei tratti: La previsione degli outcome comportamentali:

Il modello di vulnerabilità

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LE TEORIE DEI TRATTI O DELLE DISPOSIZIONIIL CONTRIBUTO DELLA GENETICA COMPORTAMENTALEPER LO STUDIO DELLE BASI BIOLOGICHE E AMBIENTALI DEL COMPORTAMEN TO

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TEORIE DEI TRATTI: BASI GENETICHE

Se le differenze individuali di base dipendono da disposizioni, allora è necessario trovare

conferma che i tratti hanno una base biologica, in particolare genetica

Genetica comportamentale cerca di stimare e comprendere fino a che punto il

genotipo determina le differenze nel fenotipo

genetica quantitativa

genetica molecolare

Genetica e ambiente agiscono sull’individuo, non si può considerare l’una senza l’altro

Lo studio della genetica comportamentale contribuisce alla concettualizzazione

dell‘ambiente e alla comprensione del suo ruolo sullo sviluppo delle differenze

individuali

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

i GENI sono quegli elementi che determinano le caratteristiche manifeste (codificando

sequenze di aminoacidi e generando specifici enzimi e proteine)

i geni possono avere forme alternative dette ALLELI o fattori

che hanno la capacità di controllare un carattere FENOTIPICO

(ALLELOMORFISMO)

un allele può essere dominante o recessivo (cfr legge della dominanza)

una combinazione di alleli è detta GENOTIPO

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

i geni sono collocati in luoghi o LOCI specifici all’interno di un cromosoma che a sua

volta è collocato nel nucleo di una cellula

l’uomo è un organismo DIPLOIDE per cui ogni cromosoma è presente in doppia

coppia

nell’uomo vi sono 23 coppie di cromosomi omologhi

ogni coppia di cromosomi omologhi contiene le stesse informazioni genetiche, cioé

dettano in ogni punto lo stesso carattere, ma non necessariam lo stesso allele

da un gene con 2 alleli possono derivare 3 genotipi (PP, Pp, pp)

se 2 cromosomi omologhi hanno 2 alleli identici, allora l’organismo è omozigote

per quel carattere (es. PP omozigote dominante vs pp omozigote recessivo)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

G. Mendel e 3 leggi fondamentali

Legge della segregazione o della disgiunzione

• 2 elementi determinano una caratteristica individuale manifesta

• in un individuo, i 2 elementi si separano durante la riproduzione

• ciascun individuo eredita un elemento paterno e uno materno

Legge della dominanza

• un elemento può essere dominante o recessivo

• se si combinano un elemento dominante e uno recessivo, il carattere manifesto

dipenderà da quello veicolato dall’elemento dominante

Legge dell’assortimento indipendente

• ciascun elemento viene ereditato indipendentemente dall’altro (uno dalla madre, uno

dal padre)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

Un esempio: la malattia di Huntington

malattia degenerativa ereditaria che si manifesta per lo più tra 40-50 anni, con

disturbi del movimento, cognitivi e comportamentali

responsabile è un gene specifico (localizzato sul cromosoma 4), con allele dominante

e genotipo Hh (eterozigote dominante)

H h h h

50% affetti 50% sani

Si può dimostrare

che la frequenza

rimane inalterata per

la generazione

successiva Hh Hh hh hh

Hh hh

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

Un altro esempio: la fenilchetonuria o PKU:

una malattia recessiva, degenerativa ereditaria, si manifesta nella primissima infanzia,

determinando importanti ritardi nello sviluppo, responsabile è un gene specifico

(localizzato sul cromosoma 12), con allele recessivo e genotipo pp (omozigote recessivo)

Pp Pp

P p P p

PP Pp Pp pp

50% portatori25% sani 25% affetti

75% stesso fenotipo

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

i tratti complessi: le qualità individuali , siano discrete (colore degli occhi) siano continue

(intelligenza), spesso dipendono non da un singolo gene, ma da più geni → tratti

POLIGENICI, vale a dire, il risultato sommativo dell'espressione di due o più geni

che determinano un unico carattere fenotipico

Come lavorare su dimensioni continue?

Due esempi:

Schizofrenia: il rischio di schizofrenia è del 48% per gemelli identici, 17% per

gemelli fraterni, 9% per i fratelli e genitori/figli, 4% per nipoti (nonni/nipote,

zii/nipote)

QI: il coefficiente di correlazione tra punteggi al QI è pari a .85 per gemelli

identici, .60 per gemelli fraterni, . 45 per i fratelli e genitori/figli, .15 tra cugini

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

Figli

50%

In generale, i dati empirici mostrano che il

rischio di schizofrenia e i livelli di

correlazione tra profili del QI aumentano

in base al grado di parentela

Zii

25%genitori

50%

Nonni

25%

Fratelli /

Gemelli

diversi

50%

Gemello identico

100%

Nipoti

25%

Figli

50%

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO

le leggi di Mendel si applicano anche a tratti poligenici

in particolare, se operano con EFFETTI ADDITIVI, per cui non sono completamente dominanti o recessivi, ma operano contribuendo

ciascuno al fenotipo,

allora si può dimostrare come

da 1 gene con 2 alleli 3 genotipi e 3 fenotipi

da 2 geni con 2 alleli 9 genotipi e 5 fenotipi

da 3 geni con 2 alleli 27 genotipi e 7 fenotipi

vale a dire, all’aumentare del numero di geni che contribuiscono al tratto, ci si approssima a una distribuzione normale dei

fenotipi

ma i geni agiscono in modo più complesso, interagendo

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO:

GENETICA COMPORTAMENTALE QUANTITATIVA

Alla base della genetica quantitativa vi è l’idea che i tratti quantitativi dipendono da tratti poligenici

Benché la maggior similitudine fenotipica di tratti poligenici si associ al crescere del legame di parentela (within family), di per sé tale legame

non prova la base genetica del tratto, poiché la somiglianza potrebbe dipendere dalla condivisione ambientale

Per questo, la genetica quantitativa tiene conto non solo della variabilità genetica ma anche di quella ambientale, in particolare stima il

grado in cui le differenze individuali dipendano da differenze genetiche e da differenze ambientali

→ l’ereditarietà dei tratti è multifattoriale

La genetica molecolare stima specifici geni e profili genetici che sottendono manifestazioni fenotipiche delle differenze individuali

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: GENETICA COMPORTAMENTALE QUANTITATIVA

La genetica quantitativa: la scomposizione delle fonti di variabilità

variabilità within family : i livelli di somiglianza fenotipica tra membri di una famiglia possono dipendere da

genetica e ambiente

varianza fenotipica P = G + E

G = variabilità genetica o grado in cui le differenze a base genetica si associano alle differenze fenotipiche

E = variabilità ambientale (unica e condivisa)

Modello ACE (modelli SEM di analisi dei dati)

Additive genetics

Common environment

unique Environment

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: GENETICA QUANTITATIVA

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA:

si basano sui livelli di similitudine tra membri appartenenti alla stessa famiglia per legami di sangue e non

Metodo dei gemelli cresciuti assieme

Gemelli identici: rMZ

= A + C (dove A è pari a 1 o 100% var condividsa)

Gemelli fraterni: rDZ

= 0.50 A + C (dove A è pari a 0,5 o 50% var condividsa)

A = 2 (rMZ

– rDZ

)

C = rMZ

- A

E = 1 - rMZ

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: GENETICA QUANTITATIVA

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA (A)

MZ cresciuti separatam vs DZ cresciuti separatamente:

A = 2 (rMZ

– rDZ

)

Adozioni

fratelli naturali ma cresciuti separatamente (r attesa= 0.5 → A = 2 r)

genitori naturali e figli dati in adozione (r attesa= 0.5)

genitori/figli naturali e vissuti assieme vs genitori naturali e figli dati in adozione: A = 2 (rGFn

- rGFa

)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: CORRELAZIONI WITHIN-FAMILY

(Lohelin, 1992; McGue, 1981)

Legami di parentela Estroversione Nevroticismo Intelligenza

MZ cresciuti assieme .51 .46 .86

DZ cresciuti assieme .18 .20 .60

MZ cresciuti separat .38 .38 .72

DZ cresciuti separat .05 .23

Genitori naturali e figli cresciuti assieme .16 .13 .24

Genitori adottivi e figli .01 .05 .24

Fratelli naturali cresciuti assieme .20 .09 .47

Fratelli adottivi -.07 .11 .32

Impatto degli effetti di contrasto e di

assimilazione sui dati MZ e DZ

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: I RISULTATII risultati

(Plomin & Caspi, 1999)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: GENETICA QUANTITATIVA

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE CONDIVISO (C)

Metodo dei gemelli

gemelli identici cresciuti assieme vs separatamente

adozioni

fratelli adottivi (C = r)

genitori e figli adottivi (C = r)

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE NON CONDIVISO (E)

Metodo dei gemelli

gemelli identici cresciuti assieme (E = 1 - rMZ

)

gemelli esposti a differenti eventi di vita stressanti: si controlla A e si verifica legame tra E e

tratto (es., Nevroticismo, Riese et al., 2014)

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GENETICA QUANTITATIVA: L’IMPATTO DELL’AMBIENTE NON CONDIVISO

Un esempio empirico: progetto NEAD (Nonshared Environment and Adolescent Development, Reiss et al, 2000)

coinvolge 720 famiglie, con 2 figli (10-18 anni)

include dati osservativi (2 h in famiglia) e questionariali

risultati

ci sono correlati comportamentali delle diverse percezioni

dell’ambiente famigliare? SI, negative parenting

(punteggi residui da legame con fratello)

si lega a comportamenti antisociali e depressione

dati r (tra fratelli / tra genitori)

Report ciascun figlio Parenting .25

Relazione tra fratelli .40

Report genitori Parenting verso ciascun figlio .70

Relazione tra fratelli .80

Dati osservativi Figlio → genitore .20

Genitore → figlio .30

Non shared environment is generally the way environment works in behavioral sciences (Plomin)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: L’INDICE DI EREDITARIETÀ

Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui

Alcuni caveat fondamentali per interpretare l’indice di ereditarietà

(Plomin et al. 2008):

l’ereditarietà si stima in base a dati correlazionali: la significatività statistica rivela se la genetica conta e la grandezza

dell’effetto stima quanto conta

H stima il peso della genetica sulle caratteristiche individuali WITHIN family, non BETWEEN people – differenze

mediamente osservate tra gruppi di individui appartenenti a popolazioni diverse possono dipendere interamente da

condizioni ambientali (es. QI)

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BASI GENETICHE DEL COMPORTAMENTO: L’INDICE DI EREDITARIETÀ

Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui

i dati riguardano la variabilità nella popolazione non il singolo individuo

la PKU colpisce 1 su 10.000, perciò ha scarso impatto sulla variabilità delle abilità cognitive nella popolazione, mentre impatto fortissimo

sul singolo

se H = .90 non significa che per il singolo il 90% della sua qualità fenotipica dipende da A e il resto da C ed E, ma che la variabilità tra le

persone per quella caratteristica dipende largamente dalla genetica

il 99.9% del DNA non varia da individuo a individuo: mutazioni anche minime avrebbero un impatto anche dirompente

per il singolo contano sempre genetica e ambiente

H si riferisce a quanto si osserva, non ad un potenziale che dipende da genetica e ambiente

e nemmeno a ciò che dovremmo osservare → non implica determinismo, ma un fattore di rischio che da solo non determina un

comportamento manifesto

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUAL I FENOTIPICHE

relazioni dirette:

ad es, studi di genetica molecolare ha individuato relazioni tra specifici polimorfismi genetici ed espressioni

comportamentali:

gene recettore D4 spiega parte della variabilità nelle differenze individuali nel tratto Ricerca di Novità

gene trasportatore della serotonina 5-HTT spiega parte della variabilità nelle differenze individuali

fenotipiche dei livelli di Nevroticismo

oltre 100 geni sembrano associati a condizioni depressive (Luciano et al., 2017)

oltre 500 all’intelligenza (Hill et al., 2018)

la quota di varianza spiegata è contenuta

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Interazione tra genetica e ambiente (GxE)

la genetica modera l’impatto dell’ambiente sulle differenze individuali fenotipiche: le

differenze individuali nella sensibilità a specifiche variabili ambientali è influenzata dal

profilo genetico che può fungere da fattore protettivo

l’ambiente modera l’impatto della genetica sulle differenze individuali, per cui un profilo

genetico si attiva o meno in risposta a specifiche variabili ambientali: G agisce con

maggiore o minore intensità sulle differenze individuali in funzione di variabili ambientali

che possono fungere da fattore protettivo oppure rafforzare predisposizioni individuali

se GxE coinvolge fattori ambientali non condivisi nel tempo, allora agisce rendendo le

persone geneticamente simili sempre meno simili tra loro (es., dall’adolescenza quando si

cominciano a coltivare relazioni al di fuori dal contesto famigliare)

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Il profilo genetico è il moderatore

Se omozigote per l’allele L vs. omozigote per l’allele S o eterozigote S/L, allora maggior efficienza nella regolazione della

serotonina e funge da fattore protettivo rispetto allo sviluppo della depressione a seguito di eventi stressanti

ESPERIENZE

STRESSANTIDEPRESSIONE

GENE: 5-

HTTLPR

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

GENE: GABRA6

REATTIVITA’

FISIOLOGICA AD

EVENTI STERSSANTI

ATTACCAMENTO

MATERNOIl fattore ambientale è il moderatore

Se l’attaccamento materno è di tipo insicuro vs. sicuro, allora chi si caratterizza per un profilo con gabra6 omozigote per

l’allele S mostra maggiore reattività fisiologica ad eventi stressanti,

in altre parole, attaccamento sicuro può fungere da fattore protettivo rispetto ad elevati livelli di reattività, dettati dalla

base genetica, in condizioni ambientali stressanti

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

individui geneticamente simili tra loro sono esposti a fattori ambientali simili che

fittano il loro profilo genetico: così la rGE

rende le persone ancora più simili tra loro

individui geneticamente dissimili tra loro sono esposti a fattori ambientali

differenti, in accordo con il proprio profilo genetico: così la rGE

rende le persone

ancora più diverse tra loro

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

in termini di sviluppo, questa correlazione, nella sua forma attiva, è un meccanismo

noto come niche picking: le persone selezionano e creano ambienti compatibili con

il proprio profilo genetico che a sua volta viene preservato e rafforzato (→

incrementare stima H attraverso il tempo)

G E

Principio di influenza reciproca

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

questa correlazione suggerisce anche che la genetica può agire sulle differenze fenotipiche sia

direttamente sia indirettamente attraverso l’ambiente: The nature of nurture

GGG E P

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

La stima di H nei disegni longitudinali sui gemelli: Il contributo di G rimane costante attravreso il tempo?

Decremento significativo nei livelli stimati di H con l’aumentare dell’età (Kendler, 2012)

•decremento costante per Nevroticismo, da .45 (20 anni) a .20 (80 anni)

•andamento quadratico, a u rovesciata, per Estroversione che cresce fino ai 30 anni (.50) e poi cala costantemente (.35

a 80 anni)

•stabilità di H invece per le abilità cognitive

andamento in accordo con la teoria sociogenetica, secondo cui col tempo sulle differenze fenotipiche agiscono

•accumulo eventi non condivisi

•G x E

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MECCANISMI BIOLOGICI: BASI GENETICHE DELLE DIFFERENZE INDIVIDUALI FENOTIPICHE

Quale la stabilità delle componenti G ed E nei disegni longitudinali?

Scomponendo la varianza fenotipica in componente G ed E, i risultati generalmente mostrano che la componente G rimane

altamente stabile nel tempo (rG

= 1.0 approx), mentre quella ambientale non altrettanto (rE

range .25 - .58, Viken et al, 1994)

Nota: I due indicatori rG e

rE

non dipendono dalla stima dell’impatto di G e di E sulle differenze fenotipiche → piccole porzioni

di H potrebbero restare stabili nel tempo e ampie porzioni di E instabili, o viceversa

La stabilità dipende da G e il cambiamento da E?

Non proprio: l’età modera i livelli delle due correlazioni, essendo G un fattore non perfettamente stabile nella giovinezza ed E un

fattore progressivamente invece più stabile dalla giovinezza all’età adulta (rE

> .80 in alcuni studi)

La stabilità del fattore genetico suggerisce possibile meccanismo legato a rGE

, dalla selezione di nicchie alla loro preservazione

(principio di continuità cumulativa)

La stabilità crescente di E suggerisce possibile meccanismo G xE

difficoltà a misurare l’ambiente