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1 AUTOGOLAL90.COM AUTOGOL NOVANTESIMO Anno 1 - Numero 1 Giugno 2018 DOUGLAS COSTA L’uomo in più di Max NAPOLI DA RECORD...BENE MA NON BENISSIMO ROMA: LA STAGIONE DI DIFRA IN 8 MOMENTI PAZZA INTER DI NUOVO IN CHAMPIONS DOPO 6 ANNI Il brasiliano è stato decisivo nella volata finale verso il tricolore FLOP MILAN? LA COLPA E’ DI ANTONIO CONTE MILINKOVIC-SAVIC & LUIS ALBERTO RUBRICHE E CURIOSITA’ PROSSIMA USCITA SPECIALE

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AUTOGOL NOVANTESIMOAnno 1 - Numero 1 Giugno 2018

DOUGLAS COSTAL’uomo in più di Max

NAPOLI DA RECORD...BENE MA NON BENISSIMO

ROMA: LA STAGIONE DI DIFRA IN 8 MOMENTI

PAZZA INTER DI NUOVO IN CHAMPIONS DOPO 6 ANNI

Il brasiliano è stato decisivo nella volata finale verso il tricolore

FLOP MILAN? LA COLPA E’ DI ANTONIO CONTE

MILINKOVIC-SAVIC & LUIS ALBERTO

RUBRICHE E CURIOSITA’

PROSSIMA USCITA SPECIALE

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Autori articoliRocco Lucio Bergantino (RB)Valerio Vitali (VV)Luigi Favero (LF)Andrea Danuzzo (AD)

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SERIE A 2017/2018: IL RESOCONTO 6 DOUGLAS COSTA: L’UOMO IN PIÙ DI MAX 8

INCHIESTA - SERIE A QUALCOSA NON VA 14 GLI ULTIMI SARANNO I PRIMI 14

SERIE A: 20 SQUADRE SONO TROPPE 26

NAPOLI: BENE MA NON BENISSIMO 30EUSEBIO DI FRANCESCO: IL RITRATTO DELLA STAGIONE 36

CHE BIDONI!!! 40LA PAZZA INTER, LA BELLA LAZIO ED IL CORAGGIO DI DE VRIJ 48

LUIS ALBERTO & MILINKOVIC-SAVIC: GLI ASSI BIANCOCELESTI 52FLOP MILAN: TUTTA COLPA DI CONTE 56

GLI OSCAR DEL CALCIO: SERIE A 2017/2018 60CARO EROE: BRIGNOLI E LA SUA IMPRESA 66

FREDDY ADU: LA PROMESSA NON MANTENUTA 70GLI PIÙ BIZZARRI DELLA STORIA DEL CALCIO 74

LA COPPA DELLE LEGHE ITALIANE 84

SPAZIOGIOVANI: RICCARDO SOTTIL 90

RUSSIA 2018: IL PROGRAMMA DEGLI INCONTRI 92

ALL’INTERNO...

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SERIE A FILM

LOTTA SALVEZZA Partendo dal basso, a parte le due retro-cesse premature (Verona e Benevento), serrata è stata la lotta per evitare l’ultimo posto libero nella zona rossa.I 90 minuti finali, infatti, sono risulta-ti decisivi per le sorti di ben 6 squadre. Chievo, Udinese, Spal e Cagliari hanno beneficiato della sconfitta del Crotone a Napoli, rendendo quindi piacevolmente

ininfluenti le proprie vittorie negli impe-gni di giornata.Una lotta che ha tenuto tutti sul filo del rasoio fino all’ultimo con il Crotone usci-to, seppur sconfitto, comunque a testa alta da questa battaglia, retrocesso no-nostante abbia totalizzato 1 punto in più rispetto alla scorsa stagione (quando la quota salvezza era di 34 punti, invece dei 36 attuali).

ZONA EUROPA LEAGUEScorrendo verso l’alto la classifica e ar-rivando nella zona Europa, l’Atalanta si riconferma piacevolmente ad alti livelli, nonostante dovrà disputare gli spareggi per l’accesso ai gironi di Europa League.Benino il Milan che, seppur partito con obbiettivi ben diversi, riesce a portare un sesto posto che ha il sapore del premio di consolazione (forse anche meno).

Quinta la Lazio dopo l’entusiasmante spareggio Champions, uscita sconfitta dopo un suicidio sportivo (rigore del pa-reggio, espulsione e rete del vantaggio Inter in pochi minuti) ma che comunque non va ad inficiare un’ottima stagione in cui i gioielli biancocelesti (Milinkovic Sa-vic, Luis Alberto e Ciro Immobile) hanno brillato alla grande.

ZONA CHAMPIONSStagione positiva, guardando la classi-fica, quella dell’Inter tornata in Cham-pions dopo tanti (troppi) anni, seppur non essendo stata sempre impeccabile (con la sconfitta contro il Sassuolo sem-brava aver buttato tutto all’aria).Bene la Roma che, pur non riuscendo a tenere il passo delle due di testa, è riuscita a tirarsi fuori dalla lotta Cham-pions, centrando la qualificazione con una giornata di anticipo.

LOTTA SCUDETTOPoco da dire guardando le prime due posizioni; da una parte, il Napoli del bel gioco che raggiunge la faraonica quota di 91 punti (record storico), dall’altra una squadra che non sa più perdere in terra italiana, la Juventus.I bianconeri alzano il settimo trofeo con-secutivo, dopo non poche difficoltà le quali, tuttavia, rendono il successo an-cora più dolce.

Sarà ancora la Vecchia Signora la squa-dra da battere il prossimo anno, con tut-te le altre che dovranno darsi da fare per tentare di interrompere il dominio bian-conero.

IL RESOCONTOSERIE A 2017/2018

Il punto sulla stagione di Serie A appena conlcusa .

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L’UOMO IN PIÙ DI MAXDOUGLAS COSTA

Arrivato da soltanto una stagione, il fuoriclasse brasiliano si è ritagliato un ruolo da protagonista nell’11 titolare di Max Allegri.Indicato da molti come miglior giocatore della stagione, il brasiliano è stato, dunque, l’uomo del cambio di marcia e quindi uno dei principali artefici del verso 7° Scudetto consecutivo.

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Già ad inizio stagione, le pre-messe erano delle migliori su

Douglas Costa; l’età giusta, il cur-riculum (anche di internazionale) di tutto rispetto, ed il bagaglio tecni-co arricchito da una grande veloci-tà, un dribbling ubriacante ed una grande lettura di gioco, davano ottime speranza a tutto l’ambiente bianconero.

Tuttavia, dopo una prima parte di stagione dove non ha brillato total-mente, le ottime premesse avevano lasciato spazio ad i primi dubbi sul suo vero valore e sull’incidenza tat-tica che il suo innesto avrebbe po-tuto dare. Ed è stato proprio quan-do questi primi embrionali dubbi iniziavano a farsi vivi, che il classe ’90 è esploso, proprio nel momento più complicato della stagione per i bianconeri (quando il Napoli era col fiato sul collo della vecchia signo-ra).Da quel momento, è stato uno degli uomini più decisivi, a disposizione di Massimiliano Allegri.

Vero e proprio nettare vitale per la classifica bianconera, il suo score nelle ultime12 giornate, con 2 reti segnate e (soprattutto) 8 assist ser-viti ai compagni.Quanto tutti hanno iniziato ad ac-cusare cali di condizione fisiologi-

ci dunque, il brasiliano ha dato lo strappo decisivo, imponendosi per distacco come miglior giocatore della stagione juventina.

Tuttavia, se è assodato che la Ju-ventus abbia ottimizzato a pieno l’arrivo del fuoriclasse brasiliano, è altrettanto vero che anche Costa, ha trovato in Torino una piazza as-sai gradita, e nello Stadium la nuo-va casa dove continuare a cresce-re, arrivando a livelli di rendimento mai raggiunti.

Infatti, se da una parte il nume-ro 11 bianconero ha eguagliato le due stagioni in Bundesliga per gol segnati (4), dall’altra ha nettamen-te incrementato quello relativo agli assist serviti ai compagni (9 nella stagione migliore al Bayern contro i 13 della stagione appena conclu-sa).

Un vero e proprio top player, dun-que, del quale la società bianco-nera non vuole privarsi. 40, infatti, sono i milioni di euro sborsati dai bianconeri, per esercitare il riscat-to; soldi ben spesi quelli biancone-ri, per l’uomo più importante nella cavalcata al settimo scudetto con-secutivo.

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GLI ULTIMI SARANNO I PRIMISERIE A COSÌ NON VA

ALLA (RI)SCOPERTA DELLE ULTIME CLASSIFICATEL’inchiesta “Serie A così non va” vuole andare a scovare i tratti ormai obsoleti e che non funzionano più del nostro campionato. per fare questo, iniziamo andando a porre l’attenzione sulle ultime classificate ossia sulle squadre che hanno occupato, nel cor-so delle ultime stagioni, la posizione numero 20 nella graduatoria della nostra Serie A, andando a comparare le varie squadre, scovando le differenze e sottolineando come qualcoa sia cambiato (in peggio)-L’arco di tempo preso in considerazione va dalla prima stagione a 20 squadre (2004-2005) alla scorsa,

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INCHIESTA

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Allenatori: Andrea Mandorlini – Delio Rossi

Elementi di spicco della rosa: Montolivo, Pazzini, Makinwa, Lazzari, Marco Motta, Migliaccio Migliore marcatore: Stephen Makinwa 6 reti

La squadra bergamasca arrivava da una bella promozione ad opera di mister An-drea Mandorlini. Il tecnico ravennate, confermato sulla panchina atalantina ed all’esordio massima serie, non riesce tuttavia a raggiungere subito risultati, probabilmente pagando la sua inesperienza e quella di una rosa molto giovane. Nelle prime 14 giornate la Dea ottiene soltanto 7 punti; il magro bottino e le continue delusioni portarono, dopo l’ennesima sconfitta per 1-0 sul campo del Palermo, all’esonero di Mandorlini. Al suo posto arriva Delio Rossi il quale riesce a centrare la prima vittoria stagionale al secondo tentativo, contro la Fiorentina. Il rendimento della squadra migliora netta-mente ma, nonostante le buone prestazioni, arriva la matematica retrocessione alla penultima di campionato.

ATALANTA 04/05

35PUNTI

Allenatori: Ezio Rossi – Alberto Cavasin – Diego Bortoluzzi

Elementi di spicco della rosa: Handanovic, Maggio, Acquafresca, Borriello, Pin-ga, Fava

Migliore marcatore: Reginaldo/Borriello 5 reti

La stagione 2005-2006, vede un affascinante esordio in Serie A, il Treviso. Reduce da una quanto inaspettata tanto storica promozione (arrivata nonostante la sconfitta nelle semifinali di PlayOff per il concomitante fallimento delle due finaliste, Perugia e Torino) la squadra del capoluogo veneto nonostante i buoni propositi, fatica. L’ini-zio è da incubo, con 5 sconfitte nelle prime 5 giornate di campionato. Il rendimento, condizionato anche dal fatto che per buona parte dell’inizio di stagione i trevigiani sono costretti a giocare in “trasferta” (all’Euganeo di Padova) anche le gare casa-linghe (troppo piccolo l’Omobono Tenni), ha una piccola scossa con i primi punti collezionati nelle trasferte di Verona e Reggio Calabria.Tuttavia, nonostante una rosa di tutto rispetto, il Treviso conclude in ultima posizio-ne (diventata poi penultima a causa degli accadimenti di Calciopoli) con 21 punti totalizzati.

TREVISO 05/06

21PUNTI

Allenatori: Bruno Giordano - Alberto Cavasin - Bruno Bolchi

Elementi di spicco della rosa: Storari, Illiev, Floccari, Parisi, Candelà, D’Aversa, Rigano

Migliore marcatore: Riganò 19 reti

In un campionato fortemente condizionato da vicende che poco hanno a che fare con il calcio giocato (con Fiorentina, Lazio, Milan e Reggina al via con importanti penalizzazioni) il Messina mette da subito in mostra ottime prestazioni. Sono 8, in-fatti, i punti totalizzati dai siciliani nelle prime 4 giornate. Tuttavia, il rendimento cala sensibilmente e, nonostante la grande stagione di bomber Riganò, con i siciliani che racimolano soltanto 18 punti nelle successive 34 gare, chiudendo la stagione sull’ultimo gradino della graduatoria.

MESSINA 06/07

26PUNTI

Allenatore: Giancarlo Camolese

Elementi di spicco della rosa: Tavano, Diamanti, Tristan, Amelia, Galante, Kne-zevic

Migliore marcatore: Tavano 10 reti

Nella stagione 07/08, il Livorno arrivava da un’ottima stagione nella massima serie, conclusa all’11esimo posto in classifica. Tuttavia la squadra livornese, ritrovatasi orfana di Cristiano Lucarelli suo uomo sim-bolo (autore di 20 reti nella stagione precedente) nel frattempo passato agli ucraini dello Shakhtar Donetsk, non riesce a ripetersi e, nella stagione 07/08, riesce a met-tere insieme soltanto 6 vittorie e 12 pareggi (per un totale di 30 punti), classifican-dosi all’ultimo posto della graduatoria di Serie A.

LIVORNO 07/08

30PUNTI

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Allenatori: Mario Beretta - Luigi De Canio

Elementi di spicco della rosa: Rosati, Cacia, Edinho, Vives, Giacomazzi, A. Espo-sito, Basta, Tiribocchi

Miglior marcatore: Tiribocchi 11 reti

Una stagione partita con tante buone aspettative sotto la guida di mister Beretta, si rivela alla lunga una grande delusione per i tifosi salentini. Al termine del cam-pionato 2008-09, infatti, i giallorossi tornano nella serie cadetta insieme a Chievo e Bologna. Nonostante il non positivo risultato finale, non mancano, nel corso della stagione importanti risultati ottenuti contre le grandi del nostro campionato; ne sono un esempio, il pareggio della settima giornata esterno contro la Lazio per 1-1, quello interno sempre per 1-1 contro il Milan della giornata 11, la vittoria ottenuta all’Artemio Franci di Firenze contro i viola alla giornata 18 (con il punteggio di 2 reti a 1) ed altri due pareggi contro Juventus fuori casa e sempre con la Fiorentina (in casa) rispettivamente alla giornata 34 e 37, con il punteggio di 2-2 nel primo caso e 1-1 nel secondo.

LECCE 08/09

30PUNTI

Allenatori: Gennaro Ruotolo – Serse Cosmi

Elementi di spicco della rosa: Tavano, Galante, Cristiano Lucarelli, Danilevi-cius, Pulzetti, Knezevic

Miglior marcatore: Lucarelli 10 reti

Sulla panchina amaranto viene confermato Gennaro Ruotolo (affiancato da Vittorio Russo, in quanto non in possesso dell’”patentino” per allenare in Serie A) artefice della promozione dalla Serie B nella stagione precedente.Nelle prime 8 partite il Livorno ottiene solo 3 punti, bottino che conduce (alla nona giornata) all’esonero di Gennaro Ruotolo. Al posto del tecnico campano, sale in pan-ca Serse Cosmi, il quale debutta con una tanto prestigiosa quanto storica vittoria per 1-0 all’Olimpico contro la Roma (cosa che, infatti, non accadeva da 62 anni). Non nnn un caso isolato, infatti la squadra toscana si rende protagonista di altri importanti risultati. Tuttavia, è il girone di ritorno a vanificare quanto di buono fatto. A causa del pessimo rendimento Serse Cosmi, dopo il pareggio esterno per 1-1 con il Genoa alla 32ª giornata, viene esonerato e sostituito, nuovamente, da Gennaro Ruotolo.

LIVORNO 09/10

29PUNTI

Allenatori: Giampiero Ventura - Bortolo Mutti

Miglior marcatore: Barreto 4 reti

Elementi di spicco della rosa: Kutuzov, Barreto, Donati, Alvarez, Okaka

L’inizio di campionato è dei migliori; dopo le prime cinque giornate, infatti, i galletti sono a due lunghezze dalla testa della classifica con 8 punti. Tuttavia, il momento positivo si interrompe con il 4-0 patito dai baresi, nella gara di San Siro contro l’Inter. Nelle 8 giornate successive, i biancorossi totalizzano 1 solo punto (grazie al pareggio 0-0 sul campo del ChievoVerona), mettendo in mostra brutte prestazioni e poca convinzione. In seguito, rinnovata la fiducia a Ventura sia da parte della società che dai giocatori, nelle ultime sei giornate del girone d’andata i biancorossi, pur rimanendo all’ultimo posto, migliorano il rendimento mettendo insieme cinque punti in sei partite.Tuttavia un nuovo periodo negativo assale i galletti: una serie di risultati negativi (ed un profondo malessere tra i tifosi) portano Ventura a firmare con la società la rescissione consensuale del contratto; al suo posto Bortolo Mutti. il quale conduce il Bari alla inevitabile retrocessione arrivata il 23 aprile.

BARI 10/11

24PUNTI

Allenatori: Marco Giampaolo – Daniele Arrigoni – Mario Beretta

Elementi di spicco della rosa: Candreva, Eder, Ghezzal, Martinez, Iaquinta, Mutu

Miglior marcatore: Mutu 8 reti

Nella stagione 2011-12, il Cesena retrocede in B classificandosi all’ultima posizione in campionato. la squadra romagnola esce sempre sconfitta negli ultimi cinque tur-ni, contro Juventus (gara che sancisce l’aritmetico ritorno tra i cadetti), Inter, Udine-se, Novara e Roma.

CESENA 11/12

22PUNTI

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Allenatori: Giovanni Stroppa – Cristiano Bergodi – Christian Bucchi

Elementi di spicco della rosa: Perin, Weiss, Quintero, Caprari, Bjarnason

Miglior marcatore: Weiss/Celik 4 reti

La stagione 12/13 è quella del ritorno in Serie A del Pescara dopo quasi vent’anni (dalla stagione 92/93). Arrivati in nella massima serie dopo una promozione trionfa-le, con artefici del calibro di Zdeněk Zeman (poi passato alla Roma), Ciro Immobile (ceduto al Genoa), Lorenzo Insigne (di ritorno al Napoli dopo un anno di prestito) e Marco Verratti (ceduto al PSG per 12 milioni), per la stagione del ritorno in A, si affida a mister Giovanni Stroppa. Con 3 vittorie 1 pareggio e 7 sconfitte e 10 punti nelle pri-me 11 giornate, Stroppa lascia la panchina presentando le sue dimissioni; al suo po-sto, Cristiano Bergodi. Il primo periodo del nuovo corso è nettamente positivo, infatti la squadra arriva a chiudere il girone d’andata fuori dalla zona retrocessione. Tuttavia dopo il giro di boa i biancazzurri non vincono più neanche un match perdendo tutte le partite del girone di ritorno tranne due pareggi (contro Roma e Palermo per 1-1). Neanche l’arrivo a marzo di Christian Bucchi riesce a migliorare la situazione.

PESCARA 12/13

22PUNTI

Allenatori: Davide Nicola - Domenico Di Carlo

Elementi di spicco della rosa: Bardi, Benassi, Siligardi, Paulinho, Greco, Emer-son

Miglior marcatore: Paulinho 15 reti

Il campionato 2013-14 si chiude con un’immediata retrocessione per il neopromos-so Livorno: il ritorno in Serie B diviene certo al penultimo turno, per la sconfitta interna contro la Fiorentina. La società toscana, non è riuscita a centrare la salvezza, nonostante gli elementi di spicco della rosa tra cui, Paulinho, autore di un’ottima stagione con ben 15 reti segnate in campionato.

Così come accaduto nella stagione 09/10, il Livorno torna nella serie cadetta dopo solo una stagione.

LIVORNO 13/14

25PUNTI

Allenatore: Roberto Donadoni

Elementi di spicco della rosa: Cassano, Mirante, Lodi, Paletta, Varela, Amauri

Migliore marcatore: Cassano 5 reti

Il numero di punti totalizzati (19) raccontano di una stagione sportiva totalmente da dimenticare. Tuttavia, non ci si può soffermare troppo sulle vicende del cam-po nel giudicare la stagione 14/15 del Parma. La profonda instabilità societaria, i continui cambi dirigenziali (si sono susseguiti 7 diverse figure presidenziali nel cor-so della stagione, tra le quali “spicca” l’interregno di fantozziana gestione, firmato Giampietro Manenti), hanno fatto precipitare tutto l’ambiente in una situazione di disperazione mista ad incredulità. Giocatori e staff tecnico senza stipendi per molti mesi, tifosi rimandati di settimana in settimana a qualcosa che prima o poi tutti immaginavano sarebbe successo (il fallimento), un insieme di situazioni che ha por-tato la formazione emiliana a totalizzare soltanto 19 punti. Comunque, encomiabile l’impegno dei giocatori e del mister i quali si sono impegnati a portare a termine la stagione onorando i colori ducali.

PARMA 14/15

19PUNTI

Allenatori: Andrea Mandorlini – Luigi Del Neri

Elementi di spicco della rosa: Toni, Pazzini, Romulo, Juanito Gomez, Rafa Mar-quez, Viviani, Emanuelson

Miglior marcatore: Toni 6 reti

Dopo un’altra salvezza (raggiunta nella stagione 14/15), la società aggiunge alla sua rosa Pazzini. A fine settembre la squadra perde Toni per alcune settimane, a causa di un’operazione al ginocchio. I negativi risultati fanno traballare il posto di Mandorli-ni: nonostante un’iniziale conferma, a dicembre il tecnico viene sostituito da Luigi Delneri. Con appena 8 punti e nessuna vittoria nel girone di andata, viene stabilito un primato negativo per la A.La prima vittoria arriva solo a febbraio contro l’Atalanta. Tuttavia, il distacco accu-mulato dal quartultimo posto diviene ancor più ampio nelle giornate successive a causa anche delle sconfitte negli scontri diretti con Carpi e Frosinone (società che, a fine stagione, accompagnano gli scaligeri nella serie cadetta).

VERONA 15/16

28PUNTI

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Allenatori: Massimo Oddo - Zdeněk Zeman

Elementi di spicco della rosa: Caprari, Verre, Aquilani, Pepe

Miglior marcatore: Caprari 7 reti

Tornato in Serie A con le più rosee aspettative, il Pescara firmato Massimo Oddio ci ha messo poco a ritagliarsi il posto di fanalino di coda del campionato. Soltanto 18 i punti messi insieme in 38 giornate, 3 dei quali grazie alla vittoria a tavolino contro il Sassuolo (alla prima di campionato) assegnata dal giudice sportivo per la nota “vicenda Ragusa”.Cambia poco con il ritorno di Zeman (a parte la prima vittoria in goleada contro i Genoa), con una retrocessione che sembrava scritta fin dalle prime giornate.

PESCARA 16/17

18PUNTI

LA CLASSIFICA

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21PUNTI

BENEVENTO 17/18Allenatori: Marco Baroni - Roberto De Zerbi

Elementi di spicco della rosa: Cataldi, Sandro, Sagna, Brignola

Miglior marcatore: Diabatè 7 reti

L’inizio di stagione è disastroso per le streghe, le quali restano all’asciutto di punti per ben 14 giornate. Inoltre, dopo il 3-0 incassato dalla Fiorentina al nono turno (sconfitta che peggiora il record in rosso stabilito dal Venezia nel torneo 1949-50) la società opta per il cambio in panchina, chiamando De Zerbi a sostituire Marco Baroni.Successivamente la squadra si sblocca iniziando a mettere insieme dei punti. Tutta-via chiude il campionato all’ultimo posto, senza essere arrivata mai neanche lonta-namente vicina alla zona salvezza.

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Quello che emerge osservando la graduatoria finale, è che la mag-

gior parte delle formazioni presenti nella prima metà di classifica (5 su 6), sono le “più datate” (cronologicamente colloca-te nell’arco di tempo che va dalla stagio-ne 04/05 alla stagione 09/10) eccezion fatta per il Verona 15/16. Viceversa, le ultime classificate delle stagioni più “re-

centi”, occupano le ultime posizioni del-la nostra speciale classifica (in questo caso, l’unica eccezione è rappresentata dal Treviso 05/06).Questo andamento non è da conside-rarsi casuale, ma pone le basi in molte-plici fattori.Innanzitutto, la questione che sta alla base, riguarda la profonda variazione che hanno subito le “piccole” della no-stra Serie A nelle ultime stagioni; se prima, infatti, le società medio picco-

le erano delle vere e proprie “palestre” per giovani talenti, ora stanno sempre più prendendo le sembianze di “radu-ni” per calciatori ultratrentenni in cerca di riscatto o, ancor più, a fine carriera. Per dimostrare ciò, prendiamo, a titolo esemplificativo, in considerazione l’età media delle due squadre che rappre-sentano gli estremi temporali dell’arco

di tempo preso in esame.

Per quanto riguarda l’Atalanta 04/05, in-fatti, l’età media della rosa era di 24,2 anni, mentre per il Benevento 17/18 si arriva a 27,2 anni.Andando anche ad osservare nello spe-cifico le rose delle due squadre, emerge come la rosa bergamasca fosse ricca di grandi talenti come Pazzini, Montoli-vo e Consigli (all’epoca rispettivamente 20enne e 19enne e 17enne) mentre il

Benevento, aveva in rosa giocatori nel maggiore dei casi ultratrentenni (Brigno-la una della pochissime eccezioni).Questo fattore, conduce direttamente ad un altro aspetto di grande rilevanza, che emerge osservando le classifiche rela-tive alle stagioni nelle quali militavano proprio l’Atalanta 04/05 ed il Benevento 17/18.

Per quanto riguarda la stagione 04/05, infatti, il totale dei punti messi insieme dalle prime 10 della classifica di Serie A, è di 595 punti (con una media di 59,5 punti per squadre); prendendo in con-siderazione il dato analogo relativo alla stagione appena conclusa, il totale dei punti arriva a quota 696 (con una media di 69,6). Continuando in questa modalità di inda-gine e spostando la lente sulle squadre occupanti la colonna di destra, emerge

come per quanto riguarda la stagione 04/05, il totale di punti messi insieme dalle 10 squadre è di 420 (con una me-dia di 42 punti), mentre si ferma a 361 punti (con una media di 36,1) il totale relativo alle “ultime 10” della stagione 17/18. Un netto aumento del divario tra “le pri-me” e “le ultime”, dunque, il quale non

si palesa soltanto dal punto di vista dei punti totalizzati, ma si riflette direttamen-te sull’andamento delle singole partite dove, sempre più raramente, le “picco-le” riescono a mettere in difficoltà e far risultato contro le grandi del nostro cam-pionato.

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SERIE A 20 SQUADRE SONO TROPPE

Il format a venti squadreQuesto format, introdotto a parti-re dalla stagione 2004-2005 sta portando a galla tutte le enormi problematiche di un campionato poo competitivo. E’ vero, anche nel passato, con un a Serie A a 187 ci sono stati fenomeni di squadre cosiddette “cuscinetto”. Tutti ricorderan-no l’Ancona che nella stagione 2003-2004 concluse a 13 punti, lontanissima anche dalla penul-tima classificata, ma resta quasi un unicum.

Troppe volte, con una classifica così lunga, abbiamo assistito e continuiamo ad assistere ad un campionato già deciso in zona retrocessione e quello che è av-venuto nell’ultima stagione ne è la dimostrazione, con soltanto l’ultimo posto il terzultimo posto deciso all’ultima giornata.

Livello più basso dei piccoli clubAltro fatto degno di nota è l’ab-

Veniamo al punto della nostra inchiesta: la Serie A, con l’attuale sistema a venti squadre sembra non essere più sinonimo di spettacolo

SERIE A COSÌ NON VAINCHIESTA

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bassamento di livello delle squadre “piccole”. Non ci sono più gli Ascoli o i Catanzaro, gli Avellino degli Anni 80′, squadre dal tasso tecnico note-volmente inferiore rispetto alle “gran-di” ma che sapevano farsi rispettare domenica dopo domenica.Oggi, club come (senza che nessu-no si offenda) Benevento, Crotone, SPAL, o ad esempio Carpi e Frosino-ne qualche anno fa, non ce la fanno a reggere il passo nemmeno rispetto ai club che occupano la zona interme-dia della classifica, facendo emerge-re un dislivello tecnico spaventoso, che li condanna da subito a ritornare nella “Serie cadetta”.

L’esempio del Benevento è quello

che più calza a pennello: due sole vittorie fino ad adesso.

Serie A a 18 squadre: è necessarioLa soluzione più logica è quella di tornare ad un campionato a 18 squa-dre. Questa possibilità è stata già presa in considerazione in FIGC, ma cozza pesantemente con gli interes-si che aleggiano intorno al “sistema calcio”. Meno soldi per tutti, meno visibilità all’estero, meno partite da vendere o da acquistare sulle emit-tenti satellitari, meno share.La domanda che è opportuno por-

si è la seguente: fino a che punto il calcio italiano è disposto a vendersi per qualche milione di Euro in più? Non escludendo il fatto che con un maggiore spettacolo si potrebbe poi rivendere la nostra Serie A in modo migliore all’estero, come accade in Bundesliga.

Non a caso i campionati più equilibra-ti li abbiamo avuti nel periodo degli Anni 80, dove la Serie A era compo-sta addirittura da “sole” 16 squadre, con la supremazia delle grandi che poteva essere intaccata da inaspet-tate outsider (come accaduto nella stagione 84/85, con il Verona lau-

reatosi campione d’Italia soltanto 2 stagioni dopo la promozione in Serie A) un’autentica utopia se pensiamo al calcio italiano di oggi, che farebbe bene ad evitare il cosiddetto “para-cadute Serie B” che non fa altro che incentivare squadre in lotta per non retrocedere a scendere nella Serie minore.

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NAPOLI BENE MA NON BENISSIMO Stagione ottima in cui i (pochi) passi falsi hanno fatto dire addio ai sogni di gloria.

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E’ innegabile il fatto che, la stagione appena terminata per il Napoli sia

stata quella della definitiva consacrazione (se ancora ce ne fosse bisogno) come top club. La quota di 91 punti, infatti, non è di certo un caso isolato ma il risultato di un percor-so di crescita durato tante stagioni. Sol-tanto la schiacciasassi Juventus ha tolto al Napoli la gioia tricolore, con una quota punti per i partenopei che, fino a qualche anno fa, avrebbe condotto gli azzurri a vit-toria certa.Le 28 partite vinte sulle 38 totali rappresen-tano un dato di estrema autorità e grande caratura nazionale, dal quale bisogna ri-partire anche con il nuovo corso. Sarri, nella sua gestione, ha preso una squadra con grande potenzialità ma anche tante la-cune, donandogli nuova vita, consapevo-lezza delle proprie forze ed il tanto amato “bel gioco”. La distanza di soltanto 4 punti (due pareg-gi in più) dalla vetta, è stata causata da un calo fisico fisiologico, per una squadra de-cisamente più corta rispetto agli avversari bianconeri, e dall’unico vero neo della sta-gione, ossia il passo falso interno contro la Roma (il quale ha accresciuto ancor più la fatica psicofisica dei ragazzi che non sono riusciti a dare il decisivo colpo di reni fina-le).Di contro, resterà impressa a lungo, nelle menti e nei cuori di tutti i tifosi partenopei, la storica vittoria di Torino contro i bianco-neri, la quale ha regalato alla città cam-pana una delle gioie più grandi dell’ultimo decennio.

La chiosa finale ce la serve su un piatto d’argento Aurelio dDe Laurentiis, il quale ha così reso (giustamente) omaggio ai suoi ragazzi, durante la cena di fine stagione consumata dalla squadra a Villa D’Angelo lo scorso 17 maggio.

Partendo da Maurizio Sarri ed arrivando a voi tutti della squadra e dello staff tecnico, vi dico grazie per questa grandissima stagione che cinematograficamente definisco come una “Grande Bellezza”.

Siete stati protagonisti di un calcio spettaco-lare, notato e apprezzato non solo in Italia ma in tutto il Mondo. Quello che avete fatto resterà per sempre nella storia del Calcio Na-poli. E io ve ne sono grato.

Aurelio De Laurentiis

La squadra di Sarri, dunque ha accarezzato l’idea di poter primeg-giare, riuscendo a scalzare dal se-condo posto la Roma.

Una stagione ottima, dunque, chiusa bene ma non benissimo (per il tricolore bisogna riprovarci il prossimo anno).

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EUSEBIO DI FRANCESCO Il ritratto della stagione in 8 momenti

QUI ROMA

L’allenatore della Roma, alla sua prima esperienza sulla panchina di una grande, rappresentava un punto interrogativo, non tanto per le sue indiscusse capacità, quanto per la difficoltà a gestire una piazza complicata come quella di Roma.

Il 12 giugno 2017 INIZIO AVVENTURA Eusebio Di Francesco, dopo le posi-tive stagioni con il Sassuolo, torna a Roma da allenatore (129 presenze da calciatore con la maglia gialloros-sa). L’accoglienza dei tifosi al suo primo giorno a Trigoria è caldissima veicolata da una grande fiducia nei mezzi tecnici dell’allenatore Pesca-rese.

20 agosto 2017 PRIMA VITTORIAIl calendario ha messo Eusebio subi-to davanti ad un ostacolo ostico, già alla prima giornata. L’Atalanta in tra-sferta, infatti, poteva rappresentare un pericolo considerevole; tuttavia, la Roma porta a casa i tre punti gra-zie ad una rete di Kolarov su calcio di punizione. La prima di Eusebio, quin-di, coincide con la prima vittoria.

27 settembre 2017 PRIMO ACUTO EUROPEODopo il pareggio a reti bianche nell’e-sordio europeo contro l’Atletico di Si-meone, arriva il primo acuto europeo (non senza soffrire), sul campo del Qarabag per 1-2, con reti di Manolas e Dzeko

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1 ottobre 2017 PRIMA VITTORIA CONTRO UNA BIGMister DiFra inanella il primo colpo contro una big in campionato; a San Siro, con-tro il milan, è 2-0 per i giallorossi.

18 novembre 2017 PRIMO DERBY VINTOEusebio vince il suo primo derby con il punteggio di 2-1, grazie alle reti di Perotti e Nainggolan ad inizio secondo tempo. Inutile la rete di Immobile su calcio di rigore, al minuto 72.

3 marzo 2018COLPO AL SAN PAOLOContro ogni pronostico, DiFra ed i suoi ragazzi espugnano il San Paolo con un sonoro 4-2 ed una prestazione stellare.

10 aprile 2018 LA NOTTE DELLA STORIACon un vero e proprio capolavo-ro tattico (difesa a 3 quasi inedi-ta), il tecnico giallorosso ribalta il 4-1 del Camp Nou, vincendo 3-0 all’Olimpico contro il Barcel-lona, e raggiungendo una semi-finale storica, alla prima espe-rienza in Champions.

13 maggio 2018 OBBIETTIVO CHAMPIONSLa Roma, nel frattempo elimina-ta dal Liverpool in semifinale (a testa alta dopo il 4-2 dell’Olimpi-co) centra con un turno di antici-po la qualificazione alla prossima Champions League. Punto deci-sivo nello 0-0 dell’Olimpico con-tro la Juve (che vale lo scudetto matematico per i bianconeri) ed i concomitanti passi falsi di Inter (sconfitta) e Lazio (pareggio).

Una stagione ottima quella di Eusebio Di Francesco, im-preziosita da una cavalcata europea tanto inaspetta-ta quanto sorprendente, la quale ha mostrato la ritro-vata caratura internaziona-le della squadra gialloros-sa. Certo, non è stato tutto perfetto, la bacheca infatti è vuota anche quest’anno, ma lavorando su questa li-nea il tecnico pescarese po-trà condurre i suoi ragazzi ad alzare dei trofei

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CHE BIDONI!!!!10 GIOCATORI CHE SICURAMENTE NESSUNO HA MAI RIMPIANTOMolti sono i giocatori che, nelle proprie esperienze nel nostro campionato, non hanno lasciato il segno ritagliandosi, invece, un posto nel novero dei “grandi bidoni”. Ricordiamone qualcuno

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Vampeta Inter 2000-20018 presenze0 gol

Arrivato a Milano sponda interista nell’estate del 2000 ed accolto come un grande colpo, si rivela essere un giocatore dalle mediocri qualità tecni-che. Via dopo una stagione (ed una sola presenza), acquistato dal PSG (con-tenti loro…).

Harvey EsajasMilan 2004-2005 1 presenza0 gol

La favola dell’ex calciatore diventato cuoco, sovrappeso e ripescato da una grande squadra (il Milan) non produce gli effetti desiderati.Unica nota lieta, nel gennaio 2005, quan-do fa il suo debutto nel Milan nel ritorno degli ottavi di Coppa Italia 2004-2005 contro il Palermo (entrando a tre minuti dalla fine al posto di Massimo Ambrosi-ni) ritrovandosi a piangere di gioia nello spogliatoio.

Mario BolattiFiorentina 2010-2011 27 presenze0 gol

Un colpo in pieno stile Fiorentina; tanti punti interrogativi, tanti proclami e poca concretezza nella realtà. Arriva nel 2010 con il gran merito di aver portato l'Argen-tina di Maradona al Mondiale (con la rete decisiva per la qualificazione alla Coppa del Mondo del 2010).A Firenze, pero, poco e niente; 27 pre-senze in 1 anno, e 0 reti.

Gonzalo SorondoInter 2001-200311 presenze0 gol

All’Inter nel 2001; ci resta per due sta-gioni con scarsissimi risultati. La stazza fisica che, a primo impatto, poteva es-sere vista come un vantaggio, si rivela un’ulteriore pesante zavorra da trascina-re in mezzo al campo. Pur di non veder-lo girare per i campi della Pinetina, viene mandato in prestito un po’ ovunque tra il 2003 ed il 2005 prima della cessione a titolo definitivo al Charlton nel 2006.

Gustavo BarteltRoma 1998-200012 presenze0 gol

Preferito, nella sessione di mercato esti-va, a Trezeguet da Zeman (a quel tempo mister della Roma) arriva nella capitale nell’estate del 1998.Doveva essere “in nuovo Caniggia”, ma in area di rigore si rivela essere meno utile di un divano; in campionato 12 pre-senze e 0 reti. Ceduto dopo una stagio-ne.

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Jeremie BrechetInter 2003-200412 presenze0 gol

Un altro esponente dell’assemblea dei bidoni nerazzurri (con una Inter molto attiva, nei primi anni 2000, nell’ambito degli acquisti “pittoreschi”, per non dire inutili). Nella stagione 03/04 il francese gioca poco e male, generando attimi di terrore ad ogni possesso di palla…. non degli avversari ma dei suoi compagni di reparto.

Saadi GheddafiPerugia 2003-2004Udinese 2005-2006Sampdoria 2006-20072 presenze totali0 gol

Arrivato a Perugia nel 2003 per moti-vi tutt’altro che calcistici, ci resta fino al 2005 collezionando una sola presen-za in Serie A. Ci riprova fino al 2007, riscuendo a totalizzare soltanto 1 pre-senza in piùUn commento tecnico? Scarso che più scarso non si può.

Cesar PratesLivorno 2005-2006Chievo 2006-200736 presenze totali0 gol

Tutti ormai conoscono il celeberrimo “tiro alla Cesar Prates” (sparacchia-to nella curva del vecchio Delle Alpi, quando vestiva la maglia del Livorno) che dice tutto…

Abel XavierBari 1995-1996Roma 2004-200512 presenze totali0 gol

Acquistato dalla Roma nel 2004 (dopo una prima esperienza italiana nel 95/96 con la maglia del Bari), l’eccentrico di-fensore (dalla capigliatura biondo pla-tino) colleziona soltanto 3 presenze in Serie A, non lasciando traccia nel cuo-re e nei ricordi dei tifosi romanisti.Acquisto più inutile degli ultimi 15 anni della storia giallorossa.

Gaizka MendietaLazio 2001-200220 presenze0 gol

Arrivato a Roma (sponda Lazio) nell’esta-te 2001 dal Valencia per ben 89 miliardi di lire, viene accolto come un grande colpo di mercato (così come appare realmente essere, visto le sue ottime prestazioni in terra spagnola).Il centrocampista, però, alla Lazio non ri-esce mai ad esprimersi al massimo e ad adattarsi; 20 le presenze nella sua unica stagione in Serie A con prestazioni me-diocri prive di spunti positivi. Grande delusione.

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Ultima giornata di Serie A; manca da assegnare un posto in Europa Le-

ague ed un’altro in Champions League ed il tutto si decide nel posticipo serale tra Lazio e Inter.

La Lazio parte favorita data la continuità delle prestazioni in stagione, una squa-dra capace di segnare 69 gol e con una media di 2 reti a partita.Una stagione che verrà ricordata non solo per l’esplosione dei tre tenori Mi-linkovic-Savic, Luis Alberto e Immobile sotto la Curva Nord dell’Olimpico, ma soprattutto per le eccellenti prestazioni della squadra sotto il profilo difensivo e di gioco.

L’Inter invece arriva alla sfida contro i biancocelesti sicuramente sfavorita, il tutto giustificato dal clamoroso scivolo-ne casalingo contro il Sassuolo.La stagione altalenante dei neroazzurri ha messo in luce tutti i limiti di una rosa non compatta e vittima di “Icardicentri-smo”.Ma si sa, l’Inter è PAZZA… quale squa-dra rimonterebbe la Juventus in 10 uo-mini per la maggior parte del match per poi gettare tutto al vento negli ultimi mi-nuti?

Ma l’argomento che ha tenuto banco per tutti i giorni che hanno preceduto il ma-tch dell’Olimpico è stato… Stefan de Vrij deve giocare o non deve giocare?Dopo aver firmato un quinquennale con l’Inter prima della conclusione della sta-gione, il difensore arriva alla sfida contro i nerazzurri in una posizione scomoda.In caso di vittoria della Lazio giocherà in Europa League con l’Inter il prossimo anno, se la Lazio perde il match giocherà il Champions League con la squadra ne-roazzurra.Cosa fare? de Vrij dentro o fuori?

Del giocatore e della sua spigolosa si-tuazione se n’è parlato per tutta la setti-mana il difensore olandese resta in dub-bio sino alle parole di Simone Inzaghi nella conferenza stampa.

“Se n’è parlato tanto, io mi sono limitato a os-servarlo in settimana, a guardarlo, non ave-vo nessun dubbio. Dopo Crotone ho detto “vediamo”, perché ho tutti i componenti della rosa a disposizione, a parte Luis Alberto e Pa-rolo. Ha lavorato bene e quindi non ci sono problemi. Sono sicuro che lui voglia lasciare un segno profondo alla società, ai tifosi e ai

compagni. E far capire all’Inter che spessore di difensore avrà per i prossimi 5 anni“.

Queste le parole dell’allenatore piacen-tino che lasciano intendere che il difen-sore farà parte dell’undici titolare.

Alle ore 20:30 circa vengono ufficializ-zate le formazioni, de Vrij giocacome comunicato da mister Inzaghi in confe-renza stampa.La partita inizia e la Lazio parte subito alla grande segnando un gol fortunoso al 9′ con il tiro di Marusic e la deviazione di Perisicche termina in rete.L’Inter subisce il colpo e non riesce a concretizzare, venendo salvata dal palo sulla punizione di Milinkovic-Savic ma fortunosamente riesce a raggiungere il pareggio con il un gol di D’Ambrosio su-gli sviluppi di un calcio d’angolo al 29′.

Il pareggio però dura poco perché dopo un calcio d’angolo i nerazzurri si fanno infilare da un contropiede fulminante concluso magistralmente da Felipe An-derson al 41′.La prima frazione di gioco si chiude sul 2-1 per i padroni di casa.

Nel secondo tempo il copione non cam-bia, il gioco dell’Inter non gira fossiliz-zandosi su una circolazione di palla

LA PAZZA INTER, LA BELLA LAZIO ED IL CORAGGIO DI DE VRIJRiviviamo (con il racconto in tempo reale) lo spareggio europeo dell’ultima giornata che è valso ai nerazzurri il ritorno in Champions League

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troppo orizzontale e la Lazio pronta a sfruttare le disattenzioni dei neroazzuri con le sue ripartenze.Ci prova Perisic cercando di servire i compagni in area di rigore avversaria con un paio di cross senza successo.

Spalletti cambia e inserisce prima Eder al posto di un evanescente Candreva, poi Karamoh per Rafinha ma non cam-bia nulla, l’Inter non gioca.L’illusione di riaprirla arriva quando al 27′ viene fischiato un rigore per fallo di mano di Milinkovic-Savic ma poi il VAR fa cambiare idea all’arbitro Rocchi.

Nel frattempo, Inzaghi cambia un ano-nimo Immobile per Lukaku avanzando Milinkovic-Savic, e Radu per Bastos.L’episodio che cambia la partita arriva al 32′ quando viene fischiato un rigore a favore dell’Inter, de Vrij interviene male su Icardi.Sì proprio de Vrij.L’attaccante argentino realizza il rigore e il pareggio per 2-2.La partita cambia volto soprattutto per-ché Lulic si fa espellere per secondo giallo, un finale tutt’altro che scontato anche perché l’Inter riesce a passare in vantaggio al 36′ con il gol su corner di Vecino.L’Inter gioca male e vince grazie agli epi-sodi, ma il calcio si sa è imprevedibile.L’Inter giocherà in Champions League la prossima stagione, de Vrij giocherà in Champions League con l’Inter.

Grandissima beffa per la Lazio che dopo un’ottima stagione vede sfumare il suo l’obbiettivo stagionale all’ultima partita.Non si discute la prestazione della La-zio dal punto di vista del gioco, tuttaviaa cosa che fa più discutere è forse l’uti-lizzo di un giocatore che ha firmato per un’altra squadra, più precisamente con la tua diretta avversaria nella corsa al 4° posto contro la quale giocherai una fina-le all’ultima di campionato.Non viene messo in dubbio la profes-sionalità di de Vrij, ne tanto meno vie-ne colpevolizzato come protagonista di un accordo con la sua futura squadra. Semplicemente troppe pressioni, troppe tensioni hanno caratterizzato la partita del mastino olandese.

Il dato lampante che balza agli occhi di tutti dopo lo spareggio dell’Olimpico è uno: non il rigore causato da de Vrij, non il bel calcio espresso dalla Lazio, ma la colpa della stessa nell’aver perso per sua poca concretezza la corsa alla Champions League.

Le occasioni per chiudere il discorso 4° posto ci sono state e non sono state sfruttate dai ragazzi di Simone Inzaghi, in più forse a quest’ultimo si potrebbe imputare “il coraggio” di aver fatto gioca-re un calciatore vittima di troppi interessi e troppe pressioni.

Nel frattempo, Icardi e Spalletti si godo-no l’importante successo.

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I due giocatori si sono resi protago-nisti di una stagione stellare; sia il

serbo che lo spagnolo, infatti, hanno compiuto il classico salto di qualità, andando beno oltre le aspettative di inizio stagione.

LUIS ALBERTOIl 25enne spagnolo era stato acqui-stato dalla Lazio all’inizio della scor-sa stagione, salvo poi trascorrerla costantemente in panchina tra ren-dimento deludente ed incompren-sioni tattiche. Il suo ruolo non poteva essere quello di esterno d’attacco, dove ovviamente Felipe Anderson e Keita Balde erano inamovibili, ma la classe intravista in Spagna e a Liver-pool non poteva essere svanita nel nulla, motivo per cui Simone Inzaghi ha studiato una posizione su misura per esaltare il suo fantasista.

Luis Alberto ha risposto con colpi da grande giocatore, servendo palle gol a ripetizione e facendo impazzire le

Luis Alberto & Milinkovic SavicGLI ASSI BIANCOCELESTI

difese avversarie. La sua posizione di trequartista gli ha permesso di ve-dere fronte alla porta i tagli profondi di Immobile, gli inserimenti di Parolo e Milinkovic, giocatori che attaccano sempre lo spazio, sapendo che Luis Alberto la palla la mette col contagiri.

Esponenziale, quindi, la crescita del classe ‘92, passato da oggetto mi-sterioso nella scorsa stagione (con soltanto 9 presenze ed 1 gol in cam-pionato) a vero e proprio top player della società biancoceleste, con pre-stazioni (quasi) sempre sopra la me-dia in quella appen conclusa. Inoltre, è stato l’unico (insieme a Callejon in un Napoli, che ha tuttavia segnato decisamente più della Lazio) ad es-sere arrivato in doppia cifra sia per gol (11) che per assist (18). Tutta-via, esiste un dato che impressiona ancor più, ossia quello riguardante la percentuale di gol propiziati (tramite rete o assist) dal ragazzo: si arriva al 55% (27 su 49) dei gol stagionali della Lazio (per intenderci, Icardi si è fermato al 45%, Dybala al 31% e, prendendolo nuovamente in causa, Callejon al 32%).

MILINKOVIC-SAVICArrivato a Roma fresco di titolo di Campione del Mondo Under 20, il centrocampista serbo è cresciuto

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molto sotto ogni aspetto del gioco. Mol-to più attivo durante la manovra offen-siva grazie agli inserimenti da mezzala pura, Milinkovic si è reso sempre più utile alla causa biancoceleste.

Grazie agli equilibri dettati da Simone Inzaghi inoltre è cresciuto anche sotto l’aspetto tattico. Il decentramento e il continuo avanzare in campo dall’origi-naria posizione in mediana, non hanno fatto altro che renderlo ancor più peri-coloso in zona gol. .

I numeri del serboSono migliorati esponenzialmente i nu-meri legati al classe I 3 gol siglati nella sua prima stagione alla Lazio, aumen-tati prima a 7 lo scorso anno (con 10 assist) arrivando all’importante score di 14 gol e 9 assist della stagione ap-pena conclusa.

Centrocampista, anzi, “Tuttocampista”Determinante anche in fase di ripiego, Sergej ha recuperato più palloni della sua squadra. Sintomo questo, che è uno dei pochi che può definirsi “tutto-campista”, ovvero sia uno di quei cen-trocampisti che sa fare tutto, di quelli che in terra inglese vengono definiti ‘box to box’ (termine coniato dopo aver visto sbocciare in anglica gente come Steven Gerrard o Frankie Lampard).

Calciatori con le medesime caratteristi-

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che sono difficili da trovare, non solo in Italia, ma anche in Europa. La Ju-ventus ne aveva addirittura due fino a poco tempo fa, Arturo Vidal e Paul Pogba, l’acerrima rivale che occu-pa l’altra metà del Tevere ha avuto in squadra Radja Nainggolan e nei massimi campionati europei ‘tutto-campisti’ di questo livello se ne pos-sono contare sulle dita di due mani.

Milinkovic è stato senza dubbio, in-sieme a Miralem Pjanic, Marek Ham-sik e il già citato Nainggolan uno dei migliori quattro centrocampisti della Serie A, che però, a differenza degli altri dispone di un margine di miglio-ramento considerevole data la sua carta d’identità.

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ARTICOLO MILAN

No, non siamo impazziti. Leggen-do il titolo potreste pensarlo ma,

per quanto assurdo, la “colpa” del flop rossonero degli ultimi anni può essere attribuita ad Antonio Conte. Come è ovvio che sia, questo non a causa di una azione direttamen-te compiuta dal tecnico pugliese, ma per una falsa credenza instau-rata nella comunità calcistica italia-na, dal suo operato all’ombra della Mole. La felicissima avventura di Anto-nio Conte sulla panchina della Ju-ventus (costellata da trofei, vittorie, record ecc) ha avuto un effetto de-cisamente fuorviante verso “gli al-tri”, facendo credere alla maggior parte degli addetti ai lavori del cal-cio italiano che, il fatto di aver gio-cato ed essere stato un simbolo in campo della squadra che si allena, sia un fattore sinonimo di successo. In altre parole, il fatto che Antonio Conte conoscesse l’ambiente Ju-ventus, ha aiutato non poco i bian-coneri ad arrivare alle tante vittorie. Tale concetto può avere la sua ve-ridicità se preso con le “pinze” e rapportato ad altri molteplici fattori come, il grande talento come alle-natore di Conte, la sua lunga e im-portante gavetta (es. promozione col Bari), l’ambiente Juventus gal-

FLOP MILAN

TUTTA COLPA DI CONTE

Ebbene sì, nel flop stagionale della squadra rossonera, c’è anche lo zampino (inconsapevole) del tecnito leccese. Vi spieghiamo il perchè.

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vanizzato da una progressiva risalita dopo la discesa in B, il tutto accresciu-to dal fattore (non da poco) Stadio. Ma a quanto pare tutto ciò è stato pa-lesemente ignorato da molti addet-

ti ai lavori, in special modo dal Milan. Nel corso delle stagioni, infatti, a Casa Milan si è cercato più volte di ricrea-re l’ambiente Conte-Juve, affidando

la panchina ad ex calciatori rossoneri. Dopo Allegri, infatti, si sono susseguiti i vari Inzaghi, Seedorf, Brocchi ed, in-fine, Gattuso, tutti con un comune de-nominatore: la pochissima esperienza.

Senza dilungarci su cosa è stato sba-gliato dai vari attori di questa comme-dia, quella che viene fuori è una gestio-ne della società da videogioco, sia per quanto riguarda il mercato ,spese folli e casuali per calciatori che poi hanno reso ben poco (Bertolacci docet), sia (e soprattutto) per la scelta dell’allenatore. Ci hanno provato più volte a Milanel-lo, a ricreare l’ambiente “Conte-Ju-ventus”, cercando la formula vin-cente ma inciampando sempre negli stessi errori. Ad aggravare la situa-zione, poi, le continue scelte poco ponderate riguardo la lunghezza dei contratti dei vari mister, ed i rinnovi buttati un po’ a caso qua e là (ultimo in ordine di tempo quello di Gattuso). Oggi, dopo stagioni di sterli pro-clami e contue delusioni, è arriva-to il momento, per la dirigenza ros-sonera, di sedersi ad un tavolo ed iniziare a fare le cose sul serio…… …dimenticando Antonio Conte.

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OSCAR Gli

del calcio

Serie A 2017/2018 Nel corso delle ultime scorse settimane, i lettori di Autogol al Novante-simo sono stati i protagonisti votando, di volta in volta, per assegnare #GliOscarDelCalcio 2018, relativi alla stagione 2017/2018 della Serie A.

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I candidati delle varie categorie sono venuti fuori da unavotazione interna alla redazione.

Premio RivelazioneBryan Cristante

Ottima la stagione del classe '95. Punto di riferimento per mister Gasp (lo dimostrano le 36 presenze in campionato) è riuscito più volte a risultare decisivo, con le sue giocate e, soprattutto, con i suoi 9 gol.

RISULTATICristante 43%

Under 42%Barella 10%

Barak 5%

Baby dell’AnnoPatrick Cutrone

Ormai tutto tranne che una sor-presa, il numero 63 rossonero sta sempre più prendendosi l’attacco del Milan. Sono 10 le sue reti in campionato, tante quante quelle messe a segno da Kalinic, Borini e Andre Silva messi insieme.

RISULTATICutrone 73%Brignola 13%Barrow 12%

Donnarumma 2%

Il “Miglior attore non protagonista” Allan

Il centrocampista brasiliano è stato un elemento imprescin-dibile per il gioco di Maurizio Sarri; lo dimostrano le sue 38 presenze su altrettante giorna-te.

RISULTATIAllan 42%

Veretout 26%Lucas Leiva 22%

Torreira 10%

Miglior AllenatoreSimone Inzaghi

La Lazio ha giocato probabil-mente il miglior calcio d’Italia, insieme al Napoli, e gran parte del merito va a Simone Inza-ghi, rivelazione degli ultimi due anni. Miglior attacco del cam-pionato con 89 gol, la Lazio si diverte e fa divertire. Unica macchia la mancata qualifica-zione alla Champions, sfumata negli ultimi minuti di stagione. Bonus track, la stagione incre-dibile di Luis Alberto, che un anno fa voleva smettere col calcio, reinventato da seconda punta.

RISULTATIS. Inzaghi 42%

Allegri 33%Gasperini 14%Semplici 11%

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Migliore giocatoreCiro Immobile

Migliore della stagstagione in carriera, Con 29 gol e 10 assist nelle 33 presenze totali l’at-taccante ex Torino ha rappre-sentato la punta di diamante di una squadre ben collaudata e messa ottimamente in cam-po. La sua affermazione nella stagione appena conclusa, ha avuto come principale artefice la sua immensa voglia di rivin-cita, unita all’apporto di due colleghi, come Milinkovic-Sa-vic e Luis Alberto, che di certo non hanno fatto mancare pal-loni utili.

RISULTATIImmobile 32%

Douglas Costa 31%Alisson 20%

Milinkovic Savic 12%Luis Alberto 5%

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CARO EROE...BRIGNOLI E LA SUA IMPRESALa rete del portiere allo scadere di Benevento-Milan del 03/12/2017 che ha regalato il primo storico punto in Serie A alla squadra giallo-rossa. Riviviamo quella impresa, con il pezzo (del 04/12/2017) attraverso il quale abbiamo celebrato il portiere classe ‘91.

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Caro AlbertoNe avrai lette tante, di complimen-ti ne avrai ricevuti a secchiate. Quel-lo che sicuramente nessuno ha an-cora fatto è raccontarti ciò che ieri è successo. Ti sembrerà una cretina-ta, ma invece no, perché probabil-mente ancora non hai capito bene di cosa sei stato capace, e l’unico modo per farlo è sentirtelo raccontare. Prima di iniziare volevo rassicurar-ti; se per caso, da quando è succes-so il tutto, dietro il collo e lungo la schiena senti un lieve peso (come se qualcosa ti scivolasse lungo il corpo) tranquillo, è semplicemente il man-tello che ogni supereroe deve avere. Sì, perché ieri sei diventato un supereroe. No, non è esagerato; ognuno di noi, in-fatti, ha un motivo per vederti come tale. I tifosi del Benevento perché grazie a te hanno incasellato il primo storico punto in Serie A e, in aggiunta, hanno vista interrotta una serie consecutiva di sconfitte da paura; i tifosi di tutte le altre squadre, invece, perché sei sta-to autore di un qualcosa che solo un eroe può compiere. Tutti, insomma. Pensaci, 95esimo minuto, pochi se-condi al triplice fischio, la tua squa-dra è sotto nel punteggio di uno e (per l’ennesima volta) si avvia verso una sconfitta arrivata dopo aver acciuf-

fato il pareggio per qualche minuto. Sei nella tua area e ti senti solo a ri-muginare su cosa si poteva fare di più, magari per evitare i gol ma poi, quasi come un fulmine a ciel sere-no, nel silenzio sfiduciato dei 20 mila del Vigorito, senti un fischio, sol-tanto uno. La fine del match? No! Calcio di punizione per i tuoi da po-sizione defilata (stile calcio d’an-golo)… e che fai? Stai lì a guarda-re o ci provi? Beh ovvio, ci provi!

Parti in quarta, corri come un forsen-nato verso l’area avversaria… ti sarà sembrato anche strano avere tutta quell’aria in faccia nella corsa, per te che di mestiere stai fermo a lanciar-ti a destra e sinistra come un paz-zo… un pazzo sì, solo un pazzo pote-va pensare di provarci in quel modo. Arrivato, che succede? Sembra quasi di non esserci… ti senti nuovamente solo… infatti tutti pensano a marcarsi in modo asfissiante, mentre tu te ne stai lì,

al limite dell’area di rigore, con soltanto un giocatore in maglia bianca che ti tie-ne d’occhio da lontano; ma sicuramen-te tu non ci ha fatto neanche caso… non avevi bisogno di guardare gli avversari perché i tuoi occhi erano fissi su di lui… quel pallone, IL pallone che avrebbe po-tuto trasformare una scorrazzata di un portiere qualunque, nella pazzia più sen-sata e fantastica che potessi compiere. E poi? E poi tutto… il calcio, la palla che vola, i tacchetti che schiacciano i ciuffetti d’erba del Vigorito, le mani dei tuoi che smanacciano gli avver-sari cercando di divincolarsi dalle marcature, e poi gli occhi, 40, 100, 1000, quelli di un mondo intero, che vedono te, volare come un eroe, sul-la testa di tutti, con ed insaccare quel maledetto pallone in fondo alla rete. “Oh ma che davvero?” “Ma chi ha se-gnato?” se lo chiedevano tutti, incredu-li. Poi il un boato, infernale anzi, para-disiaco, gli spalti in delirio, telecronisti che in tutte le lingue urlano al miraco-lo… e in campo? Stessa solfa… gente che strilla, che non ci crede. Poi, da un mucchio di maglie nere, emerge un puntino verde impazzito che urla, salta, corre, quasi non riuscendo ad essere raggiunto neanche dai suoi compagni che vogliono soltanto portarlo in trion-fo; “e chi è quello?” si saranno chiesti in molti… la risposta è semplicissima: quello è Alberto Brignoli, l’eroe!

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Fredua Koranteng AduCon la maglia della sua nazionale

FREDDY ADULA PROMESSA NON MANTENUTA

Fredua Koranteng Adu detto Freddy è uno dei calciatori che meglio incar-na la definizione di “promessa non mantenuta”.Il calciatore statunitense classe ‘89, infatti, fin dall’età di 15 anni era indi-cato come uno dei maggiori prospetti del calcio mondiale, arrivando ad essere definito addirittura il “nuovo Pelè”.Poi la sua storia ha preso binari differenti...

Le qualità del ragazzo non tardano a venire fuori, infatti già all’età di 10

anni l’Inter prova ad acquistarlo; l’offerta del club nerazzzurro viene rifiutata dalla famiglia, per dare la priorità agli studi ri-spetto al calcio.Tuttavia, nonostante il rifiuto, il suo ta-lento continua a crescere arrivando ad avere anche una grande risonanza mediatica e portando Freddy, appena 13enne, a firmare il suo primo contratto di sponsorizzazione con la Nike (dal va-lore di $ 1 milione annui) al quale ne se-guirono tanti altri (tra i quali, la presenza sulla copertina del celebre gioco della EA sports, Fifa06).Il riconoscimento del suo valore, avvie-ne anche sui campi del MLS dove, con-siderato uno dei migliori talenti statuni-tensi, esordisce all’età di 14 anni con la maglia del D.C. United (diventando il giocatore più giovane ad aver mai esor-dito nel campionato professionistico sta-tunitense).Tra il 2004 ed il 2007, il classe ’89 arri-va a totalizzare 103 presenze e 14 reti in MLS, con le maglie del D.C. United e Real Salt Lake.Le sue grandi prestazioni, oltre la giova-nissima età, e l’ottimo Mondiale U20di-sputato (dove risulta essere uno dei

migliori giocatori) portano il Benfica ad acquistare il talentino statunitense, per una cifra di 2 milioni di dollari.Nella sua prima stagione con la squadra portoghese (07/08), a 18 anni, segna 5 goal in 18 partite tra campionato e cop-pa, esordendo anche in Champions Le-ague.Nonostante il discreto bottino, l’espe-rienza in terra portoghese è considerata deludente. Dopo solo una stagione, in-fatti, Freddy si trasferisce al Monaco in prestito dopo aver disputato le Olimpiadi

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con la sua nazionale (dove tuttavia fa-tica a trovare spazio).Tra il 2008 ed il 2011 il ragazzo cam-bia 3 squadre (oltre al Monaco, torna in portogallo militando nel Belenenses per poi sbarcare in terra greca sponda Aris Salonicco) riuscendo a mettere in-sieme 25 presenze e soltanto 2 reti.Il suo declino pare inarrestabile; tra il 2011 ed il 2015, infatti, continua a va-

gare per i campionati di tutto il mondo, tra Turchia (con il Caykur Rizespor), un provvisorio ritorno in patria (Phila-delphia Union), Brasile (Bahia), Ser-bia (Jagodina) ed addirittura Finlandia (KuPS), prima di ritornare in patria al TB Rowdies (formazione militante nel-la NASL, North American Soccer Lea-gue), fino allo svincolo, nel gennaio di quest’anno, prima di firmare per i Las

Vegas Lights dopo un periodo di prova.Quella appena descritta, sembra la carriera di un giocatore ormai ultratren-tenne, che si avvia alla conclusione della propria esperienza sui campi ver-di; eppure Freddy ha soltanto 28 anni.Il problema sta proprio in questo, cioè nel non aver permesso al ragazzo di crescere seguendo il normale corso di vita, catapultandolo in qualcosa più

grande di lui, in tenera età.

Risultato? Oggi ci troviamo a raccon-tare la storia di Fredua Koranteng Adu, giovane talento prodigio svanito nel nulla, Freddy la “promessa non man-tenuta”.

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GLI INFROTUNI PIÙ BIZZARRI DELLA STORIA DEL CALCIOMolti sono (purtroppo) gli infortuni che avvengono sui campi di tutto il mondo (e non solo). In alcuni casi, però, possono essere causati da circostanze che si discostano molto dai "consueti" motivi di campo.Vediamo alcuni degli infortuni più bizzarri.

Leonid SluckijL'ex tecnico del CSKA Mosca fu costretto a ri-tirarsi dal calcio gioca-to già all'età di 19 anni (quando militava nella squadra dilettantistica del Zvezda Gorodišče come portiere), a causa di un incidente mentre cercava di salvare il gat-to della sua vicina da un albero.

David BattyEx centrocampista del Leeds, si ruppe il tendi-ne di Achille dopo esse-re stato investito dal tri-ciclo di suo figlio.

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Gonzalo HiguainTutti ricordiamo la disav-ventura del Pipita dell’a-gosto 2013 poco dopo il suo arrivo al Napoli. Ca-pri ed un tuffo maldestro dal motoscafo fruttaro-no all’attuale numero 9 juventino, ben 8 punti di sutura.

Leroy LitaL’attaccante inglese si procurò stiramento al muscolo della gamba semplicemente stirac-chiandosi nel letto dopo una pennichella.

Santiago CanizaresLo storico estremo di-fensore spagnolo, si vide costretto a saltare il Mondiale del 2002 dopo che una bottiglietta di dopobarba gli provocò escoriazioni e la lacera-zione del tendine dell’al-luce.

Gary MedelNell’Ottobre 2015 Gary Medel, in ritiro con il suo Cile, ha dovuto saltare delle sedute di allena-mento del Cile per un’in-tossicazione alimentare dopo una grande abbuf-fata.

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Sebastian FreyNel 2001 (quando mi-litava nell’Inter), Seba-stian Frey si infortunò a Nizza, tuffandosi in una piscina semivuota, ri-portando un trauma cra-nico.

Darren BentDarren Bent, bomber ex Aston Villa, si lacerò un tendine della mano af-fettando cipolle.

Pietro AnastasiL’attaccante saltò i Mon-diali di Messico ’70 per uno scherzo del mas-saggiatore Tresoldi, il quale lo colpì con un asciugamano bagnato ai genitali; un “simpati-co” gioco che portò l’at-taccante ad una opera-zione ai testicoli.

Alessandro NestaIl mitico Alessandro Ne-sta nel 2005 lamentò un forte dolore al polso, causato dalle prolunga-te partite alla Playsta-tion.

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Muricy RamalhoIl brasiliano accusò mal di denti e gli vennero prescritte delle suppo-ste, ma dato che il dolo-re era nella bocca pen-sò di assumerle per via orale. Tre giorni di stop.

Kasey KellerL’ex portiere statuniten-se, si ruppe i denti men-tre prendeva le mazze da golf dal retro della sua automobile.

Rio FerdinandIl difensore ex United si infortunò i legamento del ginocchio, stendendo la gamba mentre guarda-va la TV.

Darius VassellAl limite dello splatter la vicenda che vide prota-gonista Vassel (ex at-taccante del Manche-ster City) il quale decise di curarsi il dolore all’un-ghia del piede nientepo-podimeno che con un trapano. La “cura” non diede gli effetti spera-ti anzi, gli provocò una bella infezione e un au-mento del dolore al pie-de.

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Alex StepneyL’ex portiere del Man-chester United nel 1975 sì slogò la mascella ur-lando ai difensori.

Giampiero VenturaConcludiamo con l’ex CT della Nazionale Ita-liana il quale nell’ago-sto 2012, durante un Siena-Torino (pur non giocando), dalla pan-china riuscì a procurar-si il classico colpo della strega, semplicemen-te imprecando per una buona occasione fallita dai suoi.

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LA COPPA DELLE LEGHE ITALIANE

UNA IDEA FIRMATA AG90 MAGAZINE

Quanti di noi guardano con ammirazione il calcio inglese!? Quanti provano invidia per gli scenari affascinanti che i vari incontri offrono?! Quanti, anco-

ra, guardano con stupore le partite delle coppe di lega inglesi, dove a scontrarsi ci sono molte volte squadre con più di due serie di differenza!?Squadre di Premier che trovano difficoltà (e talvolta vengono persino elimina-te) da formazioni che disputano campionati di serie molto inferiori; i campi di periferia, con gli spalti alti poco più della rete di recinzione, le linee del campo segnate con il buon vecchio gesso, con gli spalti gremiti di gente che crede nei propri ragazzi, crede nell’impresa.In Italia tutt’altro discorso.La Coppa Italia è vista come una scocciatura, un’occasione soltanto per spre-car energie.Gli spalti degli stadi sono quasi sempre vuoti; le squadre che arrivano a giocar-sela sono sempre le solite note e questo, senza dubbio, non aiuta a far appas-sionare gli “altri” tifosi alla competizione. Bisognerebbe creare scenari affasci-nanti, nuovi volti, nuovi luoghi, nuove motivazioni.Il modo per fare ciò? Ripensare a tutto il meccanismo dell’ormai obsoleta Cop-pa Italia.Noi di Autogol al Novantesimo abbiamo pensato ad una possibile soluzione: la Coppa delle Leghe Italiane.Pur consapevoli che quella che vi andremo ad esporre, rimarrà solo e soltanto una proposta che non troverà reale riscontro, è piacevole immaginare gli sce-nari che questo nuovo “format” potrebbe offrire.

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#AG90MAGAZINE AUTOGOLAL90.COMCOPPA DELLE LEGHE ITALIANE

SQUADRE PARTECIPANTI 64– 20 Serie A– 22 Serie B– 22 Serie C Prime 7 di ogni girone, più vincitrice Coppa Italia Serie C**Finalista, se vincitrice già presente nelle prime 7 di uno dei gironi; Ottava classifi-cata del girone in cui compare la vincitrice della coppa, se anche finalista presente nelle prime 7 di uno dei gironi.

Formazione gironiLe 64 squadre partecipanti sono divise in 16 gironi da 4 squa-dre.La formazione dei gironi avviene tramite sorteggio.Al fine di avere gironi uniformi, c’è una divisione del-le 64 squadre, in 4 fasce secondo le seguenti modalità:

Partite gironiLe squadre disputano in questa fase, 3 incontri, affrontando, dunque, tutte le appartenenti al proprio girone (solo andata).I campi nel quale andare a giocare, vengono decisi tramite sorteggio, al momento della formazione dei calendari

Squadre qualificateDi ogni girone si qualificano per la fase successiva, le prime due.

I FASCIAprime 16 di Serie A*

II FASCIA ultime 4 di Serie A + prime 12 di Serie B* III FASCIAultime 10 Serie B + prime 2 di ogni girone di Serie C* IV FASCIArestanti Serie C* *facendo riferimento alle classifiche finali dei campionati precedenti.

FASE A GIRONI

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FASE A ELIMINAZIONE DIRETTASono 32 dunque, le squadre qualificate per la fase ad eliminazio-ne diretta che, quindi, parte dai sedicesimi di finale.

Sedicesimi di finaleGli accoppiamenti per i sedicesimi, avviene tramite sorteggio; le prime di ogni girone devono affrontare le seconde classificate. Le squadre op-poste, si affrontano in una partita secca da disputarsi sul campo della squadre qualificatasi come prima nel proprio girone

Ottavi di finaleCome per i Sedicesimi, anche negli Ottavi è previsto il sorteggio; tuttavia, a differenza di quanto avviene per i Sedicesimi, negli ottavi non ci sono vincoli di fasce; tutti possono sfidare tutti.Oltre a delineare il programma degli incontri per gli ottavi, tramite il sor-teggio viene definito un tabellone il quale servirà in seguito all’incrocio delle squadre nei quarti e nelle semifinali.Le squadre, si affrontano in un doppio confronto (andata ritorno), con re-gola del “gol fuori casa” (ed eventuali supplementari e calci di rigore, in caso di parità nel doppio confronto).

Quarti di finaleDoppio confronto con modalità classiche

SemifinaleScontro tra le squadre, “tipo basket” al meglio delle 5 partite (passa in finale la squadra che vince tre incontri) da disputarsi in campo neutro.Ogni incontro è una partita a sé (con supplementari e rigori in caso di pa-rità) senza il discorso di reti fuori casa.

FinaleIncontro secco in campo neutro con eventuali supplementari e rigori.

RIEPILOGOIncontri totali: 139/142*

Numero massimo di partite disputate da una squadre: 14

Numero minimo di partite disputate da una squadre: 3*variabile in base a numero di incontri disputati per la semifinale

Senza dubbio quello appena esposto, sarebbe una compe-tizione “impegnativa” sia da organizzare che da disputare per le varie squadre; tuttavia, non sarebbe così complicata da mettere in atto.Di sicuro i tifosi di tutta Italia non potrebbero che apprezza-re.

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SpazioGiovani

RICCARDOSOTTIL

Il talento classe ‘99 della FiorentinaTalento classe ’99 del-la Fiorentina Primavera, Riccardo Sottil al mo-mento è uno degli ele-

menti più interessanti del panorama calcistico gio-vanile italiano.Figlio d’arte (papà An-

#SpazioGiovani è una finestra approfondita sui giovani talenti del calcio italiano e non solo.

drea, tecnico del Livorno fresco di promozione in Serie B, girava l’Italia tra gli anni ’90 e 2000 con le

maglie di Torino, Atalan-ta, Udinese e Fiorentina) Riccardo ha da sempre avuto in testa e nel cuore una cosa: il calcio.

All’età di 5 anni muove i suoi primi calci tra Reg-gio Calabria, Genova e Catania; in quest’ultima piazza le sue prestazioni attirano l’attenzione degli osservatori della Juven-tus.A Torino la carriera di Riccardo non decolla il quale, dopo solo 2 anni, abbandona Vinovo per vestire la maglia del To-rino.

Con la formazione Un-der-17 granata, mette insieme una 20ina di pre-senze, siglando 6 reti, tra il marzo 2015 ed il gen-naio 2016.

Ed è proprio nel gennaio

2016 che Riccardo arriva a Firenze, voluto forte-mente da Pantaleo Cor-vino.Dal momento dell’arrivo in Viola la sua crescita è stata esponenziale.

Nel capoluogo toscano il ragazzo ha trovato la sua dimensione, metten-do da subito in mostra le sue grandissime doti tec-nico tattiche. Ottimo an-che lo score realizzativo nella sua prima stagione con la Primavera viola (2016/2017), con 15 reti messe a segno pur par-tendo spesso dalla pan-china (chiuso da gioca-tori di qualche anno più grandi).

Tifoso milanista fin da bambino, si ispira a due ex rossoneri come Pato (versione milanista) ed El Shaarawy essendo,

infatti, rapido nei movi-menti con e senza palla al piede e nell’1 contro 1.A questo, il classe ’99 unisce un ottimo pie-de mancino il quale gli permette di rientrare al centro e calciare in por-ta.Ha dato grandi dimo-strazioni anche nella stagione attuale, di-venendo sempre più un punto di riferimen-to per la formazione di mister Emiliano Bigica, insieme a bomber Gori (cammino in campiona-to interrotto soltanto in finale contro l’Inter)

Un elemento di spicco di cui sentiremo sicura-mente parlare e che, ne siamo certi, la Fiorenti-na non si farà di certo scappare (Chiesa do-cet).

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IL PROGRAMMA DEGLI INCONTRI

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LUGLIO 2018