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Proprietà e qualità dello spazio urbano inTicino: trasformazioni recenti Fonte: SPU, Bellinzona Repubblica e Cantone del Ticino Dipartimento del territorio Divisione della pianificazione territoriale Sezione della pianificazione urbanistica www.ti.ch/pd Introduzione I luoghi dell’abitare, del lavoro e della mobilità Caratteri ricorrenti dello spazio urbano Riflessioni sulla formazione e trasformazione Proposte a cura della Sezione della pianificazione urbanistica Piano direttore cantonale Studi di base / 2

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Proprietà e qualità dello spaziourbano in Ticino:trasformazioni recenti

Fonte: SPU, Bellinzona

Repubblica e Cantone del TicinoDipartimento del territorioDivisione della pianificazione territorialeSezione della pianificazione urbanistica

www.ti.ch/pd

Introduzione

I luoghi dell’abitare, del lavoroe della mobilità

Caratteri ricorrenti dellospazio urbano

Riflessioni sulla formazionee trasformazione

Proposte

a cura della Sezione della pianificazione urbanistica

Piano direttore cantonaleStudi di base / 2

1. Premessa

In Ticino esistono quattro agglomeratiurbani:Locarno,Bellinzona,Lugano e Chiasso-Mendrisio. A dirlo è l'Ufficio federale di statisti-ca (UST),che afferma pure che l'insieme di taliagglomerati forma una delle cinque areemetropolitane elvetiche.Le altre sono quel-le di Zurigo,Basilea,Ginevra-Losanna e Berna.Queste affermazioni possono essere condiviseo meno. A qualcuno potrà apparire eccessivol'uso dell'espressione "area metropolitana"applicata alla realtà ticinese,o inadeguato il fat-to di riunire Chiasso e Mendrisio in un soloagglomerato. O viceversa, di tenere separatiquelli di Locarno e Bellinzona,che nella realtàtendono a unirsi sempre più . Questi aspetti

non intaccano però un dato di fatto che nessu-no può ragionevolmente contestare:malgradola sua posizione periferica e la prevalenza dellacomponente montagnosa,il Ticino contem-poraneo è anche e soprattutto una realtàurbana. Al di là dell'immagine che ancora offre- con i suoi paesaggi alpini e prealpini,i suoi laghi,le sue foreste e i suoi vigneti - il territorio tici-nese è profondamente mutato nel giro di pochidecenni e la sua società e la sua economia sonooggi prevalentemente urbane.E le abitudini delcomune cittadino sono,appunto,quelle dell'uo-mo di città.1

Questa pubblicazione è la sintesi di unlavoro realizzato nell'ambito della revisione delPiano direttore con cui si sono volute esami-nare le trasformazioni più recenti degli spazi

urbani del Cantone secondo un approccio cheha privilegiato l'analisi morfologica.Lo studio èstato commissionato dalla Divisione della pia-nificazione territoriale (DPT) all'architetto Cri-stiana Guerra e diretto per la Sezione dellapianificazione urbanistica (SPU) da AndreaFelicioni e Antonella Steib Neuenschwander;è stato inoltre seguito da un Gruppo diaccompagnamento composto da BenedettoAntonini (Dipartimento del Territorio), Aure-lio Galfetti (Accademia di architettura),Mau-ro Galfetti (SPU,Circondario Sopraceneri) eMario Maggiori (SPU,Circondario Sottocene-ri).Esso va inteso anche quale contributo a undibattito già in corso nel Paese e che deveallargarsi il più possibile tra coloro che in Tici-no la città la costruiscono e la vivono.

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1 Negli ultimi decenni l'insediamento della popolazione e lelocalizzazioni economiche hanno privilegiato i fondi valle e lerive dei laghi.Le aree di fondovalle,al di sotto dei 500 m di al-tezza,rappresentano circa il 14,5 % della superficie cantona-le,e ospitano oggi più dell'80% della popolazione residente eoltre il 90% dei posti di lavoro.

rative" e "Altre attività"2. Ogni singolocaso - un'area selezionata all'interno di dettoquadrato - è stato indagato secondo la mede-sima struttura analitica, in modo da garantiredescrizioni il più possibile rigorose e oggetti-ve,e per rendere il successivo confronto piùsemplice e immediato.Tale struttura è stataorganizzata in tre capitoli principali:1. struttura fondiaria

– caratteristiche morfologiche– caratteristiche della struttura fondiaria

2. caratteri dell'edificato– tipologia ed evoluzione del costruito– proprietà paesaggistiche– proprietà urbanistiche– proprietà architettoniche

3. strumenti di pianificazione– situazione a PR– situazione a PD

L'ultimo capitolo,non direttamente lega-to alla morfologia e alla qualità degli insedia-menti,ha contribuito a chiarire i nessi tra glispazi urbani e chi - direttamente o indiretta-mente, in modo più o meno cosciente - hacontribuito alla loro formazione, in particola-re l'Ente pubblico, attraverso gli strumenti

della pianificazione territoriale.Per la presente pubblicazione sono stati

scelti 3 esempi significativi che illustranoun campione rappresentativo di situazionitipiche del costruito nei diversi tipi di areeurbane del nostro Cantone.

A questo lavoro descrittivo illustrato dapiani, fotografie e mappe catastali ne è segui-to uno più analitico in cui sono stati eviden-ziati i "caratteri ricorrenti";questa secondaparte illustra i tratti salienti emersi dal con-fronto dei 22 casi, e espone le "regole", letendenze e gli aspetti ricorrenti che l'indagi-ne ha permesso di rilevare.

Il testo conclusivo affronta una riflessio-ne più generale sul fenomeno urbano comin-ciando con uno sguardo retrospettivo, perpoi chinarsi sul tema della gestione del feno-meno urbano oggi da parte di autorità,pro-gettisti, operatori e cittadini. Questa rifles-sione intende collocare il tema esaminato nelcontesto più generale della revisione del Pia-no direttore. In particolare, si vogliono faremergere quegli orientamenti che promuo-vano una maggiore qualità urbana e quindiuna maggiore qualità di vita.

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2. Introduzione

La presente indagine è stata realizzata per"tastare il polso" alla componente urbana delTicino.Tra i molteplici approcci possibili - geo-grafico,demografico,economico,ecc.- è sta-to privilegiato quello morfologico. Al cen-tro dell'attenzione si sono poste le forme ele proprietà spaziali delle aree urbanedel Cantone, le loro qualità, le loro peculia-rità, i loro difetti. Lo studio non ha quindi lapretesa di affrontare il fenomeno urbano inmodo esaustivo. Esso si limita all’approcciomorfologico,e mette l'accento sulle trasfor-mazioni più recenti,ossia quelle interve-nute negli ultimi due decenni.Considerata laspecificità di questo approccio, lo studio noncomprende le aree periferiche del Cantoneper le quali sono in corso altri studi.

Il metodo utilizzato è stato quello dell'a-nalisi di casi concreti.Sono stati seleziona-ti 22 casi,22 porzioni di territorio di unchilometro quadrato ritenute rappresen-tative delle diverse situazioni urbane del Tici-no.Gli esempi sono ripartiti tra i vari agglo-merati e si suddividono in tre grandi areetematiche:"Residenza","Attività lavo-

Le 22 aree oggetto dell’analisi1

Regione Residenza Attività Lavorative Altre attività

Locarnese 1. Locarno Saleggi 13.Riazzino 19. Ascona Saleggi2. Verscio Salino3. Magadino Cadepezzo

Bellinzonese 4. Bellinzona Semine 14.S. Antonino Serrai 20.Castione svincolo5. Camorino Guasti6. Monte Carasso

Luganese 7. Capriasca Cagiallo 15.Mezzovico Vira 21.Lugano Cornaredo8. Caslano Campagna 16.Noranco Scairolo 22.Morcote Arbòstora9. Lugano Molino Nuovo10.Breganzona Vergiò

Mendrisiotto 11.Mendrisio Ordenada 17.Mendrisio San Martino12.Besazio Porascia 18.Stabio Palazzetta

1 In questa sintesi vengono presentati i 3 casi di Camorino Guasti,Mendrisio San Martino e Castione svincolo.

2 Gli spazi per "altre attività" comprendono in particolare learee destinate ad infrastrutture per lo sport e lo svago,quel-le fortemente toccate da infrastrutture per la mobilità e lerive dei laghi.

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zione del Piano di Magadino e convergono sulponte sopra la ferrovia,collegando il quartie-re al vecchio nucleo.

Le particelle attuali sono il risultato dell'ulteriore frazionamento in senso trasversaledella trama agricola (campi lunghi e stretti);

hanno forma più o meno quadrangolare,condimensioni di ca.500-800 m2.

I grossi appezzamenti sono ancora liberi.

Caratteri dell’edificatoTipologia ed evoluzione del costruito

Case unifamiliari, inserite nella tramaortogonale della struttura fondiaria agricola,stanno sostituendo i vigneti e i campi (inmodo preponderante negli ultimi dieci anni).Tendenzialmente le costruzioni più recentisorgono su parcelle più piccole di quelle diepoca precedente e più lontano dal vecchionucleo. Le case sono orientate secondo latrama ortogonale e si affacciano tutte a sud-ovest,verso il Piano di Magadino.

Proprietà paesaggisticheUn tempo il limite tra i vigneti e i campi

era molto chiaro e marcava il passaggio dapendìo a piano;questo confine oggi non è piùevidente.Con le case unifamiliari sono appar-si anche giardini e alberi ad alto fusto chehanno modificato l' immagine paesaggisticadel luogo.

3. I luoghi dell'abitare,dellavoro e della mobilità:tre casi

3.1 L'abitazione: l'area dei Guasti di Camorino

Struttura fondiariaCaratteristiche morfologiche

Camorino,posto su un cono di deiezio-ne ai piedi del Pizzo Corgello, si affaccia sulPiano di Magadino. La zona residenziale diespansione del paese ha subìto negli ultimianni una forte e repentina crescita, che l'haspinta a raggiungere il piano. Il nuovo quartie-re è delimitato a est dalla ferrovia, che losepara dal nucleo storico,e a sud dalla stradadi collegamento allo svincolo autostradale diBellinzona Sud.

Caratteristiche della struttura fondiariaUn tempo coltivata intensamente a vigne-

ti, l'area presenta una trama fondiaria in cui èancora ben leggibile la struttura agricola.

La zona è attraversata da tre strade paral-lele di origine agricola che riprendono la dire-

Struttura fondiaria 2003

Ortofoto 2003

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Più a sud,ai piedi della montagna e sottola zona in esame,si trova una stretta fascia dizona R4, già edificata con costruzioni cherisultano oggi oggetti isolati nella campagna.

Il piano del traffico del PR prevede lineedi arretramento (ml.4.00 dal ciglio della stra-da) sulle strade perpendicolari al pendìo.

Non è prevista la creazione di una reteviaria di supporto al quartiere, in particolareper quanto riguarda i collegamenti trasversa-li, la cui realizzazione è completamentedemandata ai privati.

Situazione a PDIl quartiere in oggetto confina diretta-

mente con una zona di superfici per l'avvi-cendamento colturale (SAC), la cui area,cir-condata oramai da zone insediative e chiusaa sud dallo svincolo autostradale,è oggetto di"verifica insediativa".

Il comparto è attiguo all'area toccata daltracciato di Alptransit e delle nuove bretelleferroviarie di collegamento (scheda 12.1).

La parte più occidentale del comparto èinclusa nell' "Area di verifica insediativa:com-prensorio speciale Alptransit" (scheda A.10sul Piano di Magadino) in cui verrà verificata

Proprietà urbanisticheLe tre strade agricole che dal villaggio

conducevano al piano sono diventate stradedi quartiere. I collegamenti trasversali sonostati lasciati al privato a seconda delle suenecessità e in genere continuano tutti finoall'ultima particella da servire.Non sono con-template misure atte a promuovere la mobi-lità lenta in genere.

Proprietà architettonicheLa morfologia del terreno viene modifi-

cata nella parte più a monte;nella piana i giar-dini vengono alzati o terrazzati, con riempi-menti anche importanti e poi recintati consiepi e/o reti metalliche.Le case sono posi-zionate in genere al centro della particella.

Strumenti di pianificazioneSituazione a PR

Il PR in vigore prevede una zona residen-ziale R2a tra la ferrovia e la strada di collega-mento allo svincolo autostradale,quale zonadi espansione del Comune.I parametri sono i seguenti (NAPR 1998):Indici edificatori: IS = 0.6; IO = 30%Altezza massima:ml 7,50.

la possibilità di sviluppo delle aree insediativee la realizzazione di una nuova stazione inrelazione alle opportunità legate alla nuovainfrastruttura ferroviaria.

Lungo la strada di quartiere verso lamontagna corre un tratto di percorso cicla-bile di interesse regionale.

Piano regolatore 1988

3.2 Il lavoro:l'area di San Martino a Mendrisio

Struttura fondiariaCaratteristiche morfologiche

Originariamente la piana di San Martinoera paludosa;oggi è marcata dalla forte pre-senza dell'autostrada e dalla zona industria-le/commerciale del Comune.

Questa zona è definita a est dal tracciatodella ferrovia ai piedi della montagna;a ovest,oltre il campo autostradale,dal fiume Laveg-gio; a sud dal cavalcavia dell' autostrada (viaZorzi); a nord da ciò che resta della pianaagricola di San Martino.

Il fiume Morea scorre incanalato lungo

l'autostrada per poi attraversare diagonal-mente la zona industriale commerciale.

Caratteristiche della struttura fondiariaI lotti hanno forma,dimensione e dispo-

sizione molti irregolari.Solo raramente si individua la struttura

originale dei campi agricoli.Le strade interne seguono l'andamento

irregolare delle particelle.Il tracciato del fiume Morea non è per-

cettibile all' interno del comparto.

Caratteri dell’edificatoTipologia ed evoluzione del costruito

La prima edificazione consisteva in

magazzini e depositi;poi,per la presenza del-lo svincolo autostradale e per la disponibilitàdi terreni, dagli anni Novanta sono staticostruiti capannoni per grossi centri com-merciali che determinano un forte afflusso dipubblico e di traffico veicolare.Quest'area ètuttora in forte espansione.

Proprietà paesaggisticheL'immagine paesaggistica del borgo di

Mendrisio, posto in una situazione legger-mente elevata rispetto alla pianura, è ogginotevolmente sminuita dalla composizioneeterogenea e caotica dei centri commercialicostruiti sull'antistante piana.

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Carta Nazionale 1989Carta Nazionale 2001

Orografia e idrografia

CN 1954

nuano a crescere in modo amorfo e casuale.Le insegne pubblicitarie permettono di distin-guere i contenuti dei capannoni commercialida quelli industriali.

Strumenti di pianificazioneSituazione a PR

Il PR in vigore prevede una zona IC -indu-strie e commerci- per il comparto in esame,con i seguenti parametri:IE = 7.5 mq/mc; altezza massima = ml 15.00;distanza da confine = ml 8.00;area verde min.20%.

Una variante di PR intende introdurrequale parametro l'indice di sfruttamento alfi-ne di regolamentare le potenzialità edificato-rie per i contenuti commerciali.

Situazione a PDLa scheda 12.24 sul Piano dei trasporti

del Mendrisiotto e Basso Ceresio prevede di"migliorare le condizioni di accessibilità e dicircolazione interna del polo d'importanzacantonale Mendrisio-Chiasso", nonché diridurre l'impatto ambientale del traffico pri-vato su strada nei comuni del comprensorio.

Il Modello di organizzazione territorialedel Mendrisiotto e del Basso Ceresio (sche-da 10.5) attribuisce il comparto alle "areestrategiche" quale "aree di attività produttivedella piana di S.Martino/Rossa".

La zona industriale-commerciale è lam-bita a est dal percorso ciclabile d'interessenazionale.

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Proprietà urbanisticheLo spazio edificato è circondato da aree

di posteggio e da piazzali di scarico merci,disposti senza nessun altro criterio che quel-lo di utilizzare la massima superficie possibi-le per parcheggiare o scaricare le merci.

I percorsi veicolari all'interno del com-parto si snodano in modo tortuoso e senzanessuna gerarchia attorno agli edifici.Non èdata nessuna importanza alla mobilità lenta eai percorsi pedonali.

Proprietà architettonicheI capannoni industriali si profilano in

maniera differente sul fronte autostradale,mentre sugli altri lati sono cresciuti e conti-

Piano regolatore 1997

PD 1990

DFU 1972

3.3 Le infrastrutture:l'area dello svincolo autostradale di Castione

Struttura fondiariaCaratteristiche morfologiche

L'area è caratterizzata dalla confluenzadei fiumi Moesa e Ticino.

Questo snodo risulta essere l'incontro ditre comprensori: la città di Bellinzona e quindiil Piano di Magadino,la Mesolcina e la Riviera.

L'area costituisce pure uno snodo didiverse infrastrutture per la mobilità chemarcano fortemente il territorio: l'asse fer-roviario del Gottardo, lo svincolo autostra-dale di Bellinzona nord e il raccordo con lasemiautostrada del San Bernardino.

Caratteristiche della struttura fondiariaGli appezzamenti hanno dimensioni con-

siderevoli e irregolari,dettate dagli elementinaturali esistenti e dalla costruzione delleinfrastrutture viarie.

Non ci sono direzioni o forme predomi-nanti che derivano dalla relazione tra le variefunzioni dei luoghi.

Caratteri dell’edificatoTipologia ed evoluzione del costruito

A nord del comparto si trova l'area indu-striale di Arbedo Castione, con depositi eimpianti per gli inerti. Al centro, leggermentesopraelevata rispetto al fiume ma sotto learterie stradali,una zona sportiva (campo dicalcio, tennis e centro ricreativo). Il viadotto

dell'autostrada,costruita negli anni Settanta,halasciato libero lo spazio sottostante.La zonaresidenziale si estende sull'ampio cono di deie-zione del torrente Traversagna ed è delimitatadal tracciato della strada cantonale.

Proprietà paesaggisticheSopra la zona naturale fluviale sorge un

paesaggio artificiale fatto di arterie autostra-dali e ferroviarie. L'immagine paesaggisticarisultante è uno spazio frammentato in cui gliassi viari soprastanti condizionano l'occupa-zione e l'uso delle aree sottostanti. I temipresenti (natura,mobilità, industria, tempolibero) sono trattati a compartimenti stagnicon attività che coesistono le une accantoalle altre.

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Ortofoto 1995

Orografia e idrografia

CN 1958

Strumenti di pianificazioneSituazione a PR

Il comparto è diviso in zone con funzionidiverse: una zona industriale, una zona perattrezzature pubbliche e una zona boschiva.Il PR in vigore ha codificato la situazione esi-stente sul territorio.

L' approvazione della zona industriale anord dello svincolo è sospesa.

Situazione a PDParte dell' area fluviale è segnalata quale

area naturale da accertare in vista di una suaprotezione.

Linee di forza del paesaggio delimitano ilcostruito verso la zona naturale protetta incorrispondenza dell' area fluviale che dallaconfluenza dei due fiumi si estende lungo ilTicino verso nord.

Varie ciclopiste attraversano il comparto.Verso Gorduno i ripari fonici proteggono

l'abitato dal rumore.

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Proprietà urbanisticheLe strade di servizio sono spesso a fondo

cieco. Il livello del terreno esistente è statomodificato e adattato.Piste ciclabili e percor-si pedonali attraversano il comparto.

Proprietà architettonicheLe infrastrutture pubbliche e sportive

sono recintate e chiuse da cancelli.Gran par-te della sponda del fiume è inaccessibile ericoperta di vegetazione. Alla confluenza delfiume Moesa con il Ticino, in estate, il gretoviene utilizzato come spiaggia.

Carta Nazionale 1989Carta Nazionale 2001

4. Caratteri ricorrenti dellospazio urbano

Dall'esame dei 22 casi esaminati sonoemersi i tratti salienti, le "regole", le tendenzedello spazio urbano ticinese di recente tra-sformazione. Esponiamo questi caratteriricorrenti in 4 ambiti tematici.

4.1.Le infrastrutture viarie In genere i tracciati viari più antichi

seguono l'andamento del terreno:– in collina e nelle zone di pendio si adatta-

no alle difficili condizioni orografiche (es.Mendrisio Ordenada);

– sui coni di deiezione si dispongono quasisempre perpendicolarmente e parallela-mente alle curve di livello (es.Camorino

Guasti);– nei piani o nelle zone di fondovalle si adat-

tano ai corsi d'acqua o tendono a disegna-re trame ortogonali (es.Verscio Salino).

Di regola i nuovi insediamenti si sviluppa-no su terreni usati in precedenza a fini agri-coli (campi, vigneti, ecc.) e adottano la reteviaria creata a quello scopo.

I tracciati completamente nuovi tendonoad ignorare l'orografia e sono il risultato diconsiderazioni tecniche e funzionali (es.Bel-linzona Semine).Spesso viene a mancare unrapporto dialettico con l'orografia e più ingenerale con il territorio.

Gli spazi urbanizzati negli ultimi 50 annisono soprattutto il risultato di decisioni pre-cedenti dettate da esigenze di economia

agricola, relative alla struttura fondiaria e allarete viaria. In genere, i criteri funzionali edeconomici hanno prevalso rispetto a quelliurbanistici.

I tracciati più regolari si trovano nelle pianu-re,laddove si è proceduto a bonifiche e al rag-gruppamento dei terreni (es.Piano di Magadino).

In genere la rete viaria secondaria è insuf-ficiente,sia dal profilo funzionale (viabilità),siadal profilo urbanistico (qualità e fruibilità).

I tracciati denotano spesso mancanza dirazionalità,con conseguente spreco di suolo.

Sovente nelle zone di recente urbanizza-zione i corsi d'acqua sono stati incanalatie/o interrati. Altre volte scorrono, quasiimpercettibili,paralleli ai tracciati stradali.

Il loro potenziale paesaggistico e il valorenaturalistico è stato ignorato.

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Orografia e struttura fondiaria

Idrografia e struttura fondiaria

Mendrisio Ordenada

Ascona Saleggi Lugano Molino Nuovo Sant’Antonino Serrai Mezzovico Vira

Camorino Guasti Verscio Salino Bellinzona Semine

ra oggi quasi sempre leggibile, anche nellezone residenziali,dove si è proceduto ad unulteriore frazionamento a fini edificabili (es.Caslano Campagna,Camorino Guasti).

Nelle zone industriali e commerciali si èverificato il processo opposto:le particelle sonostate unite onde permettere l' edificazione deigrossi capannoni (es.Riazzino,Mezzovico Vira).

Il disegno fondiario precedente non è quin-di stato modificato,benché la funzione agricolasia stata sostituita da quella residenziale e daquella lavorativa;quest'ultima ha introdotto nelterritorio una nuova scala dell' edificato.

Il raggruppamento terreni a fini agricoliha rappresentato un intervento pianificatoriopropositivo e coraggioso.L' ente pubblico èintervenuto sulla struttura fondiaria in modoincisivo per far fronte alle esigenze dell' agri-coltura moderna. Uno sforzo analogo perfronteggiare il successivo sviluppo urbanonon è stato fatto,o non nella misura di quel-lo precedente.Gli interessi locali e quelli pri-vati sembrano aver prevalso.

La possibilità offerta dalla Legge cantona-le di applicazione della legge federale sulla Pia-nificazione del territorio (LALPT) di operarela ricomposizione particellare a scopi ediliziè stata quindi poco utilizzata.

Lo stesso fenomeno si riscontra nelle peri-ferie urbane:con l'espandersi della città oltre iconfini dello sviluppo ottocentesco,i grandi lot-ti agricoli sono stati suddivisi in particelle via viasempre più piccole e puntualmente edificate.

Lo sforzo urbanistico dell'Ottocento nonè però stato proseguito nell' epoca successi-va,né si intravede un nuovo disegno urbani-stico nei quartieri più recenti.

I grandi interventi infrastrutturali - inparticolare per la ferrovia e l'autostrada - inci-dono pesantemente sulla struttura fondiaria,generando importanti cesure spaziali e conse-guenti spazi residui.In genere non si riscontra unridisegno urbanistico che valorizzi tali spazi,mapiuttosto una visione frammentaria del luogo.

Si denota una mancata cura urbanisticadelle aree adiacenti ai grandi progetti.

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4.2.La struttura fondiariaGli esempi di urbanistica ottocente-

sca ticinese mostrano come le preesistenzefondiarie abbiano condizionato il modellourbanistico scelto. Infatti,nonostante questosia sostanzialmente identico (impianto stra-dale e lottizzazione), la diversità della strut-tura fondiaria ha determinato impianti aLugano, Bellinzona e Locarno assai diversiper forma e per tracciato.

Nel corso del XX secolo la struttura fon-diaria è ridisegnata e semplificata da ingegne-ri e geometri secondo criteri funzionali allenuove esigenze dell'agricoltura attraverso ilraggruppamento dei terreni.

La nuova parcellazione risulta dall'impian-to delle strade di raggruppamento.Il successi-vo sviluppo urbano si sovrappone a questasituazione,creata al fine di migliorare l'agricol-tura,senza modificare sostanzialmente né leinfrastrutture viarie né la struttura fondiaria.

La trama fondiaria agricola, caratte-rizzata da particelle lunghe e strette,è anco-

Fonte:Fabio Giacomazzi,Le città importate,Armando Dadò,Locarno,1998.

Urbanistica ottocentesca Raggruppamento terreni Residenza nelle periferie urbane

Lugano quartiere Cassarate 1849 Riazzino struttura fondiaria ca.1930 Caslano campagna,struttura fondiaria 2003 + CN 1953

Bellinzona Semine,struttura fondiaria 2003 + CN 1953Riazzino struttura fondiaria 2003Lugano quartiere Cassarate 1918

4.3.L'edificato L'abitazione: la casa unifamiliare

Sorge di regola in mezzo alla particella,quasi sempre di forma quadrangolare e congiardino verso il sole e/o la vista. Il volume ègeneralmente di due piani con piano scantina-to interrato o seminterrato.Quando è in pen-denza, il terreno viene modificato mediantemuri di sostegno,terrazzamenti,scarpate,ecc.cercando una sistemazione più piana possibileattorno alla casa.Il confine viene recintato consiepi e/o reti metalliche.I posteggi sono il piùvicino possibile alla casa,sotto corpi separati osotto la stessa,in spazi accessibili tramite ram-pe.L'accesso veicolare è il punto d' agganciotra lo spazio privato e quello pubblico dellastrada.Verso lo spazio pubblico la casa tendequindi a chiudersi.Le dimensioni delle parti-celle diminuiscono progressivamente a causadella disponibilità e dei costi del terreno,maanche a causa dell'aumento degli indici di sfrut-tamento.La maggior densità si produce più percompressione dei vuoti a scapito dei giardiniprivati e degli spazi pubblici,che non per unacrescita in verticale dell' edificato.

In genere l'urbanizzazione secondariarisulta da interventi dei privati piuttosto chedall'ente pubblico. Ne consegue una scarsaqualità dello spazio stradale che assume uni-camente una valenza funzionale. Raramentenei quartieri di case unifamiliari si trovano spa-zi pubblici che rappresentano luoghi di aggre-gazione e di svago del quartiere. Le unichearee pubbliche riscontrate sono quasi semprele infrastrutture scolastiche,spesso situate inmodo piuttosto casuale all'interno della tra-ma del quartiere:purtroppo queste aree nonvengono in genere pensate per assumere unafunzione pubblica più universale.

L'abitazione: la casa d'appartamentiSorge anch'essa al centro della particella.

E' composta da un minimo di 3 piani e arrivaanche a 7-8 piani,nelle città anche oltre.Qui ilpiano terreno ospita spesso spazi commercialie pubblici (bar,negozi,ecc.) mentre altrove è leg-germente sopraelevato rispetto al giardino e,come il resto dell' edificio,è adibito alla residen-za.In generale l' edificio è circondato da piazzalicon box,posteggi esterni e/o posteggi interrati.

Il giardino è ciò che resta della particella.Il confine è marcato da siepi e/o recinzionimetalliche.L'orientamento dell' edificio è sta-bilito in base all'insolazione e alla tipologiadegli appartamenti,ma raramente in relazio-ne allo spazio pubblico.

Il lavoro: il capannone e il centro commercialePer le loro dimensioni, i capannoni indu-

striali e i centri commerciali hanno instauratocon il territorio un nuovo rapporto di scala.Lo sfruttamento dei fondi è totale:gli edificioccupano in genere gran parte delle particel-le, il resto è adibito a posteggi,piazzali, stradedi servizio.Gli edifici sono grandi contenito-ri di attività diverse e interscambiabili. L'im-magine esterna è sempre più caratterizzatada cartelloni ed insegne pubblicitarie,rivoltesoprattutto verso gli assi di traffico,sui qualivi è l' affaccio principale. La distinzione traattività del secondario e attività del terziarioè sempre più difficile. I centri commerciali,situati nei pressi degli svincoli autostradali,hanno generato grossi afflussi di traffico,spes-so non gestiti.

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Case unifamiliari Case d’appartamenti Capannoni e centricommerciali

Quartino Cadepezzo Bellinzona Semine Mendrisio San Martino

Camorino Guasti Bellinzona nord Mendrisio San Martino

– la ristrutturazione urbanistica delle areeindustriali e artigianali;

– la promozione di un corretto rapportospaziale tra zone insediative e zone libe-re da insediamenti;

– la riconsiderazione della struttura degliinsediamenti in funzione del promovi-mento dell'uso dei mezzi di trasportopubblici e degli spostamenti a piedi e inbicicletta su reti di percorsi pedonali eciclabili sicure e attrattivi;

– il miglioramento della qualità urbanisticadegli insediamenti, riqualificando i quar-tieri residenziali di recente formazione,riabilitando i centri storici e i nuclei tra-dizionali e promuovendo il disegno urba-no per i nuovi insediamenti.

L'effetto di questi obiettivi si esplica attra-verso i Piani regolatori comunali.Il passaggiodagli obiettivi generali del Piano Direttore allaloro realizzazione attraverso la pianificazionelocale non ha spesso dato i risultati sperati.

Piano regolatoreGli esempi in cui si riscontra una partico-

lare attenzione alla qualità degli spazi pubbli-ci e stradali risalgono ad un'epoca passata. Intempi più recenti vi è qualche esempio quali-ficante nato come intervento di moderazio-ne del traffico o intervento legato alla realiz-

zazione di nuove case comunali e relativepiazze pubbliche.Gli spazi stradali sono rara-mente considerati e pertanto non vengonoprogettati quali spazi pubblici.

La scelta di dove situare aree di interessepubblico è spesso stata dettata più da con-tingenze (disponibilità di aree libere) che dauna visione complessiva dell'insediamento.

In genere gli unici spazi pubblici presentinei PR sono quelli delle aree scolastiche e deicampi sportivi.

Spesso le potenzialità di sfruttamento inaltezza offerte dai PR non vengono sfrutta-te. Il tema della densificazione inoltre èsovente affrontato in termini quantitativi piùche qualitativi.

Anche lo strumento dell'arretramento hadimostrato forti limiti nel determinare la qua-lità urbanistica e in particolare quella dellospazio pubblico. Nonostante una tendenzaalla riduzione della dimensione delle parti-celle, il modello che persiste è quello dellacostruzione in mezzo al sedime: questa ten-denza deriva sia dai modelli abitativi domi-nanti che dalle norme di PR (distanze mini-me). Sono stati rilevati diversi casi in cuirecentemente sono state definite norme diPR che dovrebbero permettere una riqualifi-ca degli insediamenti. In genere i PR non sonoriusciti a proporre un disegno urbanistico oterritoriale d'insieme per i vari comparti.

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Sono i nuovi luoghi d'incontro, le nuovepiazze d'oggi, situati fuori dai nuclei storici emescolati alle zone artigianali industriali.Que-sti spazi pubblici non raggiungono una qualitàall'altezza della loro funzione di aggregazionee sono spazi innanzitutto a misura di auto-mobile. Le esigenze di pedoni e ciclisti nonvengono considerate.

Il tempo libero, la mobilità e gli spazi pubbliciNumerose infrastrutture sportive e per

il tempo libero si trovano lungo l'autostradao in prossimità dei suoi svincoli, in aree cedu-te quale compensazione per l'espropriazionedi terreni necessari alla costruzione di impor-tanti infrastrutture viarie (es.campo sportivodi Arbedo Castione). In altri casi sono situa-te su terreni non lottizzati in passato in quan-to lontani dal centro e quindi ritenuti nonredditizi (es.cimitero e stadio di Cornaredo).Oggi questi spazi sono tutti rigorosamenterecintati alfine di renderne possibile il con-trollo. Ciò provoca una diversa percezionedello spazio, reso frammentario da questemisure funzionali.Nella maggior parte dei casiesaminati, in particolare nei comuni suburba-ni,gli unici spazi pubblici disegnati sono areescolastiche con i relativi piazzali e i campi dacalcio,ovvero i cosiddetti "edifici e attrezza-ture pubbliche".

4.4 Gli strumenti di pianificazione

Piano direttoreAlcuni obiettivi del Piano direttore del

1990 inerenti il paesaggio e gli insediamentiriguardano direttamente la qualità urbana.Traquesti citiamo i più importanti:– la distinzione tra aree insediative e terri-

torio non insediato;– la composizione paesaggistica del fondoval-

le attraverso le linee di forza del paesaggio;– la promozione del carattere urbano dei

territori destinati agli insediamenti resi-denziali e commerciali, in particolare negliagglomerati;

– la rivalorizzazione del verde urbano;

Verscio Salino PD 1990

Stabio Palazzetta PR 1990 Castione Svincolo PR 1990

Castione Svincolo PD 1990

5. Riflessioni sulla formazione e trasformazione dellospazio urbano

La formazione del Ticino urbanoLa storia della città è fatta anche e soprat-

tutto di strutture o infrastrutture realizzateper uno scopo e poi adattate in funzione dimutate esigenze;di contenitori che cambianoil loro contenuto,come gli anfiteatri romanitrasformati in villaggi-roccaforti nel corso delmedioevo;di trame fondiarie tracciate a finiagricoli e poi trasformate in reticoli urbani.

In Ticino gli ingegneri rurali del XX seco-lo,occupandosi del raggruppamento terrenihanno ridisegnato la trama fondiaria del Can-tone, creando inconsapevolmente le pre-messe per la successiva espansione urbana.L'attuale assetto territoriale è stato determi-nato in gran parte da questo ridisegno,e dal-le opere di canalizzazione e di bonifica.La sto-ria del Ticino urbano non si riduce ovvia-mente a questo:momenti e fatti storici pre-cedenti ne hanno determinato la struttura.Tentando di semplificare, possiamo distin-guere tre grandi epoche di questo processo.

In estrema sintesi,le forme del Ticino urba-no possono essere ricondotte a questi ele-menti:nell'epoca della civiltà contadina pochi,pochissimi centri urbani di una certa importan-za e per contro numerosissimi villaggi piccoli emodesti, arricchiti qua e là, soprattutto nellaregione dei laghi,di notevolissimi momenti diurbanità;poi nell'era della rivoluzione industria-le stazioni ferroviarie e quartieri ottocenteschidi una certa ampiezza,ma anche piccole indu-strie e servizi che,espulsi dai nuclei originari,vanno a collocarsi nella "campagna":ospedali,pretori,cimiteri,macelli,le prime grandi ville dicampagna,le case degli emigrati,ecc.;e più tardinel XX secolo,in particolare nella sua secondametà,la vera grande espansione urbana,con lepalazzine residenziali e quelle per uffici,le caset-te,le scuole,le palestre,i capannoni e i depositi,i centri commerciali e quelli sportivi,gli autosili,le aree industriali e quelle "logistiche".

Città e pianificazioneIn che misura la conformazione urbana del

Ticino contemporaneo sia frutto di un disegnopredefinito lo si può intuire in base a quantoappena schizzato.Il Ticino urbano è innanzi tut-to il risultato di un'interminabile sequenza estratificazione di eventi naturali,ma soprattut-to antropici. In questa sedimentazione mille-naria,è ovvio che non si può parlare di visionio pianificazioni,quanto piuttosto di somma diepisodi e fatti solo in parte intrecciati e corre-lati,e in questo senso "casuali".

È solo a partire dal secondo dopoguerra,parallelamente alla "grande trasformazionedel territorio",che il Cantone si dota dei pri-mi strumenti legislativi e pianificatori. E ilModello per l'organizzazione del territorio,pro-posto dal Piano direttore (PD) alla fine deglianni Ottanta,costituisce di fatto il primo ten-tativo dichiarato di controllare e orientare losviluppo urbano a scala cantonale,così comei successivi Concetti di organizzazione territoria-le, elaborati contemporaneamente ai Pianiregionali dei trasporti,rappresentano qualcosadi analogo alla scala regionale.

È interessante rilevare come il Cantoneabbia vissuto - e ancora viva - quella chepotremmo definire una "doppia trasforma-zione culturale",di cui una ha come oggettoil territorio e l'altra la pianificazione. Il Ticinoha infatti iniziato a dotarsi di strumenti digestione dello sviluppo territoriale nello stes-so momento in cui si trasformava in un can-tone urbano. In altre parole, la società ticine-se ha dovuto assimilare una "cultura del pia-no" nello stesso momento in cui dovevadotarsi di una "cultura urbana".

Cultura urbana e coscienza territorialeLe attuali forme del Ticino urbano,anche

dal profilo qualitativo, non possono esseregiudicate senza tener conto delle difficoltàposte da questo duplice sforzo culturale:quello di riconoscere e valorizzare la naturaurbana dei nostri fondovalli e quello di accet-tare la pianificazione urbanistica quale pre-messa necessaria dello sviluppo urbano.Oggi

il problema non è tanto di capire se in Ticinovogliamo o non vogliamo la città, bensì cheforma dare a una rete urbana che esiste già eche in futuro è destinata a svilupparsi ulte-riormente.Pensare allo sviluppo territorialein termini urbanistici è ormai diventato più undovere che una possibilità:"chi sogna la cam-pagna non costruisce una buona città" 3.

A livello cantonale e locale la presa a cari-co di questa problematica spetta innanzitut-to all'ente pubblico,ma pure le associazioni,l'economia privata e naturalmente il singolocittadino non possono esimersi da questaresponsabilità.La loro coscienza ambientale,maturata nell'ultima generazione grazie aimovimenti ecologisti e verdi,è una necessa-ria premessa,ma non basta più. Amore per lanatura non significa soltanto rispetto per lafauna,per la flora,per l'acqua e per la terra.Significa anche attenzione e considerazioneper il territorio e quindi anche per la città.Perquesto è utile riconoscere nella città unosforzo di razionalizzazione dell'uso dello spa-zio, delle risorse e di energia; è necessariovedervi una millenaria espressione di civiltà,un modello abitativo e una forma di dialogo,forse l'unica possibile, tra uomo e natura.

Per rendere più vivibile e più attrattiva lacittà,va migliorata la sua qualità, in particolarei suoi spazi pubblici. Per raggiungere questoobiettivo è necessaria una cultura urbana epiù in generale una coscienza territoriale.

Per favorire questo processo di cambia-mento a livello individuale è indispensabile chel'ente pubblico faccia il primo passo illustran-do la strada verso uno spazio urbano di qua-lità con esempi di interventi rappresentativi.

La risposta urbanistica:varietà,densità e qualità

Ma "fare città" in Ticino non vuol dire cer-care di emulare Zurigo o Milano.Significa par-tire da quelle forme descritte all'inizio; formegenerate da un contesto geografico e storicospecifico che va indagato,conosciuto e com-preso. Il territorio ticinese offre la possibilitàdi creare un ambiente urbano diverso da

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3 L'associazione Metropoli Svizzera, che da anni si impegnaper trasmettere questo messaggio a livello nazionale, conquesto slogan esprime la necessità di pensare lo sviluppo de-gli insediamenti in termini urbanistici.www.metropole-ch.ch

particolare attenzione.Un'attenzione da por-re non tanto alla qualità tecnica e funzionaledella singola opera,quanto al risultato d'in-sieme.Il problema oggi risiede più nel legametra i singoli elementi che compongono lo spa-zio urbano che non nella loro fattura.

L'esperienza di muoversi nello spaziourbano, invece di essere un esperienza signi-ficativa spesso si trasforma e si riduce a unospostarsi tra elementi urbani.

Comporre il mosaico urbanoLa vera sfida è legare tra loro e dare un

senso all'insieme di tasselli che compongonoil mosaico urbano contemporaneo, e peraffrontarla è necessario partire,come già sot-tolineato,da quello che c'è già. Innanzi tuttodall'orografia e dalla morfologia del terreno,che deve ispirare l'intervento invece di esser-ne piegata.Poi dal contesto storico,dalle trac-ce lasciate da chi,per viverlo,ha modellato ilterritorio prima di noi; tracce che regalano,laddove ancora esistono e a chi si sforza dileggerle, suggerimenti e soluzioni sorpren-dentemente attuali. E poi evitando, soprat-tutto con le grandi opere viarie e infrastrut-turali, di formare barriere nonché resti ointerstizi poi difficilmente recuperabili e rein-tegrabili in un discorso di continuità urbana.

Ma un'attenzione particolare meritanoanche gli aspetti apparentemente minori:unmarciapiede troppo stretto; la totale assenzadi un marciapiede; la siepe che nasconde lacasa e impedisce all'architettura,anche a quel-la residenziale e privata,di svolgere quella fun-zione pubblica che ha sempre avuto; la recin-zione posta nel modo o nel posto sbagliato; ilfilare d'alberi che lungo una strada cambiaaspetto ogni venti metri,ogni qualvolta cam-bia la proprietà; il posteggio improvvisato;ecc.Dettagli che testimoniano del grado di urba-nità e di civiltà di una società e la cui cura,piùche un lusso, è un'occasione per garantiresocialità,sicurezza e qualità di vita.

Piano e progettoIn 25 anni di Legge federale sulla pianifi-

cazione del territorio i Piani regolatori,e piùin generale la pianificazione, sono diventatirispettivamente uno strumento e una disci-plina conosciuti e facenti parte dei compiticorrenti dell'ente pubblico. Oggi tutti iComuni ticinesi dispongono di un Pianoregolatore e benché le opinioni su questostrumento di gestione dello sviluppo territo-riale possano essere alquanto eterogenee, lanecessità di questo strumento è unanime-mente riconosciuta. Allo stesso tempo,25anni di esperienza hanno anche dimostrato ilimiti della pianificazione e la necessità diandare oltre l'imposizione di condizioni qua-dro, azzonamenti, norme e regolamenti. Inaltre parole, hanno dimostrato la necessitàdel progetto quale strumento per immagina-re e materializzare il "prodotto territoriale ourbano" che si vuole ottenere.

Coinvolgimento degli attoriLa necessità di una convergenza è resa

ancor più impellente dal fatto che oggi porreil problema in termini di opportunità di unapproccio piuttosto che dell'altro - del pianorispetto al progetto (o dei pianificatori rispet-to agli architetti o urbanisti) - è riduttivo.Riduttivo perché oggi non basta fare piani enon basta neppure fare progetti; il compito dichi si occupa di territorio è anche quello dimettere coloro che poi sono chiamati a por-tare avanti certe idee nelle condizioni dipoterlo fare, di creare le condizioni per undialogo più costruttivo tra le parti coinvoltein un medesimo progetto.

Non basta più fare piani o progetti,biso-gna anche saperli far fare a coloro che poipossono o devono difenderli e portarli avan-ti, innanzi tutto le strutture di governo locale(gli esecutivi comunali),ma anche l'economiaprivata e gli stessi cittadini.Ciò significa farein modo che il momento del progetto - o delpiano - diventi un momento di confronto e disforzo collettivo,affinché insieme al progettomaturi anche la consapevolezza e la convin-zione comune di volerlo realizzare.

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quello comunemente immaginato:una città ouna rete urbana particolarmente attrattiva ericca di episodi interessanti,e in cui l'abbon-danza, la prossimità e l'accessibilità degli spa-zi naturali e di svago sono una delle caratte-ristiche più preziose. Immaginarla richiedeperò un grande sforzo, uno sforzo sostan-zialmente progettuale e collettivo;rinunciarea questo sforzo non equivarrebbe a optareper la natura,bensì per uno sviluppo se nonproprio incontrollato, sicuramente fram-mentario,confuso e banale.

Le parole d'ordine per il Ticino urbanopotrebbero dunque essere varietà,densità equalità.Varietà perché lo stesso contesto tici-nese - quello naturale, ma anche quellocostruito - lo suggerisce. Densità perchéancora oggi - malgrado la radicale modificadella nozione di spazio dovuta agli sviluppi tec-nologici nel campo dei trasporti e delle tele-comunicazioni - città vuole ancora e soprat-tutto dire concentrazione.Infine,qualità per-ché densità e varietà da sole non garantisco-no quest'ultimo aspetto; semmai è propriocon la qualità che è possibile superare i pro-blemi che, oltre agli indiscutibili vantaggi, ladensità può porre.

Qualità urbana e qualità degli spazipubblici

La qualità dello spazio urbano va perse-guita innanzi tutto attraverso l'attenzione perlo spazio pubblico, che a sua volta significasforzo collettivo - dell'ente pubblico,ma anchedi ogni singolo cittadino - di dare un senso euna forma non solo alle aree di proprietà pub-blica,ma anche a quelle pubblicamente acces-sibili o anche solo visivamente fruibili. Oggil'attenzione va posta anche e soprattutto ainuovi luoghi di aggregazione e di transito,troppo spesso sistemati in modo sommario opensati esclusivamente in funzione della cir-colazione e dell'accesso veicolare.

Questi spazi e quelli che li collegano traloro e ai luoghi del lavoro e della residenzasono quelli che oggi,altrettanto o più della viae della piazza tradizionale,hanno bisogno di

6. Proposte per la qualità dello spazio urbano in Ticino

Si riassume qui sinteticamente e in formadi possibili regole,quanto scaturito dal lavoro.

Si intendono così far emergere gli orien-tamenti per la trasformazione qualitativa degliinsediamenti, orientamenti che dovrannoessere approfonditi nella seconda parte del-la revisione del Piano direttore incentratasugli aspetti operativi di questo strumento.

Questa conclusione assume quindi ancheun valore prospettico,abbozzando gli indiriz-zi per una maggiore qualità urbana e quindiuna maggiore qualità di vita.

Coscienza territoriale e cultura urbana– Proseguire e approfondire la conoscenza

del territorio ticinese, in particolare del-le sue componenti naturali, storico-cul-turali e della realtà urbana in divenire.

– Rendere disponibile tale conoscenza,creando per esempio un centro di docu-mentazione sul territorio o una bancadati facilmente consultabile.

– Divulgare la conoscenza del territorio tici-nese, alimentando la consapevolezza diquanto la componente urbana sia rilevante.

– Creare e trasmettere un'immagine posi-tiva del Ticino urbano, evidenziandopotenzialità e rischi.

– Promuovere e diffondere l'idea di spaziopubblico quale elemento di ricchezza cul-turale e sociale, nonché quale diritto edovere di una società urbana.

– Sperimentare nuove modalità con cuiassolvere i compiti,previsti dalla legge,diinformare e far partecipare la popolazio-ne alla pianificazione del territorio.

– Pubblicizzare le realizzazioni esemplari, inparticolare quelle capaci di valorizzare ilcontesto (morfologia del terreno,com-ponenti naturali, preesistenze antropi-che), di proporre una maggiore densitàdel costruito, nonché di creare spaziurbani qualitativamente soddisfacenti.

Progettazione urbanistica– Trasformare i grandi progetti infrastrut-

turali e quelli di riordino fondiario inoccasioni di progettazione territoriale,paesaggistica e urbanistica; in particolare,evitare la formazione di aree residue ointerstiziali difficilmente recuperabili o lacreazione di nuove barriere.

– Promuovere il miglioramento dello spa-zio pubblico all'interno di contesti urbanio suburbani degradati o poco attrattivi.

– Sperimentare l'aumento della densità edella qualità urbanistica e architettonica,privilegiando, in particolare, gli esperi-menti in contesti già urbanizzati o nellearee edificabili di grandi dimensioni.

– Dare particolare importanza al temadegli spostamenti a piedi e in biciclettanell'ambito della riqualifica urbanistica.

– Promuovere la multifunzionalità degli spa-zi pubblici, in particolare di quelli legati alleinfrastrutture scolastiche e sportive.

– Promuovere lo studio, la ricerca e la diffu-sione di modelli residenziali alternativi allacasetta unifamiliare,capaci di portare mag-giore densità abitativa e qualità dello spaziopubblico nelle aree residenziali estensive.

– Aumentare le risorse per realizzazioniesemplari.

Modalità e attori– Sperimentare modalità di progettazio-

ne/pianificazione alternative e basate sullacollaborazione,sulla partecipazione,sull'i-niziativa dal basso e sulla concertazione.

– Sperimentare nuovi modi di pianificareche consentano ai diversi attori,pubblicie privati, di vincolarsi mutuamente a unprogetto di qualità condiviso (contratti,accordi,ecc.),al fine di velocizzare le pro-cedure della pianificazione del territorioe di renderla più efficace.

– Creare le condizioni affinché sia possibileaffrontare i temi di sviluppo e trasforma-zione urbana e territoriale in modo com-plessivo (non settoriale) e alla scala piùappropriata (comprensori intercomunali).

– Agevolare l'approvazione cantonale dipiani e progetti che,nel rispetto del qua-dro legislativo, propongono interventiche garantiscono un aumento della den-sità edilizia e un miglioramento della qua-lità urbanistica.

– Utilizzare maggiormente le possibilità diriordino fondiario previste dalla LALPT.

– Studiare l'introduzione o il miglioramen-to di meccanismi fiscali capaci di orienta-re lo sviluppo urbano nei modi desidera-ti (densità e qualità).

– Studiare e sperimentare nuove modalità- alternative o complementari al sempli-ce aumento dei parametri edificatori -per aumentare la densità del costruitonegli insediamenti.

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Per ulteriori informazioni:Sezione della pianificazione urbanistica, tel.+4191.814 37 74, fax.+4191.814 44 43 e-mail: [email protected],www.ti.ch/pianificazione

Autorizzazioni:Cartografie e ortofoto sono pubblicate conl’autorizzazione dell’Ufficio federale di topo-grafia ( swisstopo)

Per saperne di più:Il contenuto di questo inserto è una sintesidello studio elaborato dall’architetto Cristia-na Guerra - “Proprietà e qualità dello spaziourbano in Ticino: trasformazioni recenti” - sumandato della Divisione della pianificazioneterritoriale. Il Dipartimento intende prossi-mamente pubblicare integralmente tale studio.

Supplemento alla rivista “Dati - statistiche e società”anno IV - N.4 - dicembre 2004