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Il progetto SensAzione Dauna: Alla riscoperta di tratturi e
masserie tra Storia Natura e Gastronomia è finalizzato alla
valorizzazione e visitazione di strutture rustiche, antichi
tratturi, centri storici della provincia di Foggia, escursioni
nelle zone umide daunofantine, valorizzando la filiera
enogastronomica con degustazioni di prodotti tipici in
fattorie didattiche e ristoranti. L’edilizia rurale delle
antiche masserie fortificate ed i mestieri antichi sono il
prodotto tipico della civiltà contadina ed artigiana
meridionale, valore strategico del patrimonio locale, legato
alle tradizioni dei saperi e sapori.
PREZZO AI SOCI € 23,00
PREZZO AL PUBBLICO € 33,00*
*Il prezzo è comprensivo di viaggio,
pranzo e servizio guida.
Ai soci il servizio trasporto è offerto
dall’Associazione
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
Ore 8.30 Incontro Partecipanti in Via Tribuna
(fermata autobus) a Manfredonia;
Ore 9.00 Partenza per Vico del Gargano;
Arrivo a Vico del Gargano e Visita del Centro
Storico (Rioni Terra, Casale e Civita con il ro-
mantico vicolo del Bacio ed il Palazzo della Bel-
la) e visita del Museo comunale “Il Trappeto di
Maratea”;
Sosta ad una bottega in cui si filano a mano tessu-
ti su telai dell’800 grazie alla passione ed alla
maestria della Sig.ra Maria Voto;
Ore 13.30 Pausa pranzo Ristorante Osteria “Lo Svevo”;
Raccoglimento nella Chiesa Madre, addobbata di
arance dell’Oasi Agrumaria e venerazione delle
reliquie di San Valentino;
Visita della Cantina “D’Anell” dei f.lli Biscotti
con degustazione e didattica enologica sul vino
“Macchiatello” prodotto da uve autoctone prove-
nienti dalla vigna Mastrocianni nell’agro di Vico
del Gargano ed imbottigliato in un numero limita-
to di bottiglie;
Passeggiata nel mercatino tipico di San Valenti-
no;
Ore 17.00 Partenza per Manfredonia;
Ore 18.30 Arrivo a Manfredonia
Nel cuore del Gargano più spettacolare, dove il mare si inchina docilmente alla potenza del verde montano, si trova il paese dell’amore, Vico del Gargano. Dal 13 al 17 febbraio a Vico del Gargano si svolgono i festeggiamenti in onore di San Valentino, patrono della città e protettore degli agrumeti dell’Oasi Garganica. Il giorno della festa degli innamorati i vicoli e le piazzette del suo centro storico si vestono a festa con addobbi di arance, limoni e foglie di alloro, per accogliere frotte di giovani in amore. Una secolare tradizione racconta che mangiare le arance benedette dal patrono San Valentino e berne il succo, esaudisca tutti i desideri di gioia e felicità, come una miracolosa pozione d’amore. Uno scorcio tipico del centro storico porta il suggestivo nome di “Vicolo del bacio”, strettissima viuzza di solo 50cm di larghezza che garantisce dolci effusioni e facili contatti. Inoltre potrete scoprire come si fa una serenata sotto balconi più caratteristici del centro storico di Vico del Gargano, addobbati suggestivamente su cui si affacceranno graziose fanciulle vestite in costume tradizionale del Gargano in genere, destinatarie dei melodiosi messaggi d’amore.
“I PERCORSI DELL’AMORE”
13 FEBBRAIO 2010
VICO DEL GARGANO (FG) Promozione turistica sociale e culturale
Via San Lorenzo, 112 71043 Manfredonia (FG)
C.F. 92041330710
Telefono: 0884.32.62.99 FAX: 199.44.92.33
Sito web: www.dauniatur.it E-mail: [email protected]
Il caratteristico “Vicolo del bacio”L a T o r r e d e l C a s t e l l o
Normanno Svevo
RISTORANTE OSTERIA LO SVEVO
“Le delizie del palato”
MENU’ PRANZO:
Antipasti misti della casa
PRIMI:
Troccoli con pomodoro fresco
Orecchiette con zucchine mantegate al cacioricotta
SECONDI:
Grigliata mista di carne degli allevamenti di Carpino
BEVANDE:
Vino locale rosso
Acqua
Limoncello della casa
DOLCE:
Crostata della casa
Il pane è sempre stato l’alimento principale del sostenta-
mento dei contadini vichesi, infatti pagnotte grandissime
da 2 o 5 Kg dovevano essere sufficienti a sfamare la fa-
miglia per una settimana o perfino per 15 giorni e proprio
in quella circostanza veniva preparata la paposcia. Infat-
ti, questa suprema squisitezza, nasce dall’esigenza di ve-
rificare se la temperatura del forno fosse giusta: levato
l’impasto usato per le pagnotte di pane, la pasta che rima-
neva attaccata alla madia (la cosiddetta “fazzatura”) ve-
niva raccolta, impastata, allungata con le mani sino a 20 –
30 centimetri, infarinata e posta nel forno per pochi minu-
ti prima delle pagnotte di pane, in quanto la tenuta della
paposcia alla buona cottura preannunciava la buona riu-
scita del pane. La forma allungata e schiacciata, somi-
gliante a quella di una “pantofola” ne fa provenire il no-
me: babbuccia, babouche (in francese) Paposcia in dialet-
to. Questa striscia di massa mai e poi mai veniva buttata,
anzi una volta tagliata a metà era condita con un filo
d’olio e formaggio fresco locale. Questo piatto tutto gar-
ganico è davvero eccezionale, frutto d'antiche tradizioni
contadine, non a caso la Slow Food ha deciso di istituire
un presidio per salvaguardarla.
IL TRAPPETO MARATEA
Nel cuore del borgo antico di Vico del Gargano, in un
ambiente scavato nella roccia umida a pochi metri dal
Castello normanno svevo e dalla Chiesa Madre, è
ubicato il Museo Trappeto Maratea, al suo interno vi
è un antico frantoio documentato già nel 1318. La
presenza del frantoio assicurava una più razionale
estrazione dell’olio e l’importanza del suo ruolo è
attestata dal fatto che il feudatario vi esercitava il
monopolio, proibendo a chiunque di macinare le olive
con il sistema tradizionale domestico. Il trappeto del
museo è lungo 32,25 metri e largo dai 3,50 ai 5,50
metri. È costituito da due corpi sotterranei che si
aprono rispettivamente su via Chiesa Madre e su via
Riccitelli. Qui, tra macine ed antichi arnesi, si
rievocano memorie ed echi di un paese saldamente
legato ai valori ed alla religiosità dell'ulivo. La guida
vi mostrerà le varie fasi dell'antico processo, dalla
molitura a trazione animale entro vasche di pietra,
alla pressa delle olive con torchi in legno, alla
dispersione delle acque di morchia nel sottosuolo
attraverso un inghiottitoio detto inferno, fino alla
raccolta della preziosa sostanza entro cisterne di
pietra. Nel Museo è possibile anche ammirare la
cucina monacesca (una sorta di focolaio domestico)
detta “a tutta camera”, dove chi lavorava e viveva nel
frantoio poteva riposarsi per breve tempo e
rifocillarsi. Sono inoltre esposti un calesse, numerosi
antichi strumenti per la caseificazione e gli oggetti di
vita quotidiana di un tempo, come vestiti, scarpe,
piatti. Visitare il Trappeto Maratea significa
immergersi in un passato non così lontano, ancora
vivo nel ricordo degli anziani e gelosamente custodito
dai vichesi.