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1 Group Institutional & Regulatory Affairs Italy and Germany Institutional & Regulatory Affairs 17 Novembre 2016 Principali politiche, riforme e interventi del governo Renzi a sostegno della crescita Editor: Fabrizio Sadun, Zeno Rotondi Co-editor: Attilio Pasetto Fonti: Banca d’Italia, CER, Governo Italiano, Istat, Prometeia, REF.ricerche, Ufficio Parlamentare di Bilancio, UniCredit Research, Institutional Affarirs in Italy and Germany UniCredit Il Sole 24Ore UEPUniCredit Economic Policy Position Paper

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Group Institutional & Regulatory Affairs Italy and Germany Institutional & Regulatory Affairs

17 Novembre 2016

Principali politiche, riforme

e interventi del governo

Renzi a sostegno della

crescita

Editor: Fabrizio Sadun, Zeno Rotondi Co-editor: Attilio Pasetto

Fonti: Banca d’Italia, CER, Governo Italiano, Istat, Prometeia, REF.ricerche, Ufficio Parlamentare di

Bilancio, UniCredit Research, Institutional Affarirs in Italy and Germany UniCredit Il Sole 24Ore

“UEP” UniCredit Economic Policy Position Paper “UEP” UniCredit Economic Policy Position Paper “UEP” UniCredit Economic Policy Position Paper “UEP” UniCredit Economic Policy Position Paper “UEP” UniCredit Economic Policy Position Paper

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17 Novembre 2016

Indice ATTUAZIONE PROGRAMMA DI GOVERNO - QUADRO DI SINTESI....... 3

LE RIFORME DAL 2015 AD OGGI ....................................................................... 7

A)RIFORME ISTITUZIONALI ..................................................................................... 7 A1) Riforma del Senato (approvata)............................................................................................................................ 7 A2) Legge elettorale (approvata) .................................................................................................................................. 7

B)MISURE DI STIMOLO ALL’ECONOMIA .............................................................. 8 B1) Legge di Bilancio 2017 (in corso).......................................................................................................................... 8 B2) Decreto banche 3 maggio 2016 (approvato) ................................................................................................... 8 B3) Riforma del codice degli appalti (approvata) ................................................................................................... 9 B4) Dl banche di credito cooperativo e garanzie per cartolarizzazione sofferenze (approvato) ....... 10 B5) Ddl Concorrenza (in corso) ................................................................................................................................... 10 B6) Banda ultra larga (in corso) ................................................................................................................................. 11 B7) Investment Compact (approvato) ...................................................................................................................... 11

C)RIFORME DEL MERCATO DEL LAVORO ......................................................... 12 C1) Ddl su lavoro autonomo (in corso) .................................................................................................................... 12 C2) Jobs Act (approvato) ............................................................................................................................................... 12

D)RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ....................................... 14 D1) Legge Delega (in corso) ......................................................................................................................................... 14

E)RIFORMA DELLA GIUSTIZIA ............................................................................... 15 E1) Riforma del processo civile (in corso) .............................................................................................................. 15 E2) Riforma della disciplina dell’insolvenza (in corso) ...................................................................................... 15 E3) Riforma del processo penale (in corso) ........................................................................................................... 16 E4) Decreto legge sulle procedure concorsuali (approvato) ........................................................................... 16 E5) Disegno di legge anti corruzione (approvato) ............................................................................................... 17 E6) Disegno di legge sulla prescrizione (in corso)............................................................................................... 17 E7) Ddl sulla responsabilità civile dei magistrati (approvato) ...................................................................... 17

F)REVISIONE DEL SISTEMA FISCALE .................................................................. 17 F1) D.Lgs. sulla riforma del sistema sanzionatorio (approvato) .................................................................... 17 F2) D.Lgs. sul riordino della riscossione (approvato).......................................................................................... 17 F3) D.Lgs. sul contenzioso con il fisco (approvato) ............................................................................................. 18 F4) D.Lgs. su tax expenditures (approvato) ............................................................................................................ 18 F5) D.Lgs. sulle agenzie fiscali (approvato) ............................................................................................................ 18 F6) D.Lgs. Internazionalizzazione delle imprese (approvato) .......................................................................... 18 F7) D.Lgs. Certezza del diritto (approvato) ............................................................................................................. 18 F8) D.Lgs. Fatturazione elettronica (approvato) ................................................................................................... 18

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ATTUAZIONE PROGRAMMA DI GOVERNO - QUADRO DI SINTESI

DECRETO BANCHE 3 MAGGIO 2016

(*) IN ATTESA DELLA COMPLETA EMANAZIONE DEI DECRETI LEGISLATIVI

(**) IN ATTESA DELLA COMPLETA ATTUAZIONE

DECRETO LAVORO (POLETTI)

RIFORMA DEL CODICE DEGLI APPALTI

JOBS ACT LEGGE DELEGA

RIFORMA DELLA PA DECRETO LEGGE

RIFORMA DELLA PA LEGGE DELEGA (*)

DECRETO IRPEF

DECRETO CULTURA

DECRETO COMPETITIVITA'

DECRETO SBLOCCA ITALIA

DECRETO LEGGE SULLA RIFORMA DELLA GIUSTIZA

RIFORMA BCC E GARANZIE SU SMOBILIZZO SOFFERENZE

RIFORMA DEL PROCESSO PENALE

RIFORMA FISCALE - LEGGE DELEGA (**)

DECRETO SULLE PROCEDURE CONCORSUALI

RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE

APPROVAZIONE

LEGGE ELETTORALE

RIFORMA DEL SENATO

RIFORMA DELLE PROVINCE

FASE DI CONSULTAZIONE/APPROVAZIONE

CONSIGLIO DEI MINISTRI

PRIMA LETTURA

PARLAMENTARE

SECONDA LETTURA

PARLAMENTARE

RIFORMA DELLA SCUOLA (*)

INVESTMENT COMPACT

CONCORRENZA

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17 Novembre 2016

Cosa è stato fatto

Cosa resta da Fare

MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE

L’ITALICUM APPLICAZIONE DAL 1° LUGLIO 2016 La nuova legge, approvata in via definitiva il 4 maggio 2015, prevede un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 3%, un premio di maggioranza per la lista che guadagna il 40% dei voti e il ballottaggio tra le prime due liste, nel caso in cui nessun partito raggiunga il 40%.

Le nuove disposizioni per l’elezione della Camera dei deputati si applicano a partire dal 1° luglio 2016.

RIFORMA DEL SENATO APPROVAZIONE DEFINITIVA REFERENDUM CONFERMATIVO Dopo un iter iniziato dal Senato l’8 agosto 2014, la riforma è stata approvata definitivamente dalla Camera il 12 aprile 2016. Il Senato non è più eletto dai cittadini e non vota la fiducia né la legge Finanziaria. Viene modificato anche il Titolo V della Costituzione, abolendo le province e cambiando la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni.

E’ atteso ora il referendum confermativo, che si terrà il 4 dicembre 2016. Qualora prevalessero i sì alla riforma, dovrà essere approvata una legge elettorale per stabilire le regole di elezione dei consiglieri regionali che verranno designati come senatori.

LAVORO DL POLETTI, JOBS ACT E LAVORO AUTONOMO DDL SU LAVORO AUTONOMO IN PARLAMENTO A maggio 2014 è stato convertito in legge dal Parlamento il decreto Poletti con le modifiche dell’apprendistato e dei contratti a termine. A ottobre 2014 è stato approvato il Jobs Act, cui ha fatto seguito l’approvazione dei relativi decreti legislativi tra cui quelli sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e i nuovi ammortizzatori sociali. Il 28 gennaio 2016 il CdM ha poi approvato un disegno di legge sulla tutela del lavoro autonomo e il 23 settembre 2016 ha emesso un decreto legislativo correttivo del Jobs Act.

Restano da emanare alcuni decreti ministeriali relativi al Jobs Act, tra cui quello sulla riforma dei servizi ispettivi, mentre il disegno di legge sulla tutela del lavoro autonomo deve essere approvato dal Parlamento.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE APPROVATI LA RIFORMA E ALCUNI DECRETI LEGISLATIVI ATTESO IL COMPLETAMENTO DEI DECRETI LEGISLATIVI Dopo l’approvazione il 4/8/2015 da parte del Parlamento della riforma della PA, il governo ha emanato il 20/1/2016 in via preliminare 11 decreti legislativi riguardanti trasparenza della PA, nuove regole sui licenziamenti disciplinari degli impiegati pubblici, taglio delle società pubbliche partecipate, ristrutturazione delle funzioni di polizia e delle autorità portuali, PA digitale, segnalazione certificata di inizio di attività, conferenza dei servizi. Altri 3 decreti legislativi su riforma della dirigenza pubblica, camere di commercio ed enti di ricerca sono stati approvati in via preliminare il 25/8/2016.

Dei decreti legislativi approvati in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, hanno avuto l’approvazione definitiva i decreti su trasparenza della PA, licenziamenti disciplinari dei dipendenti, segnalazione certificata di inizio di attività, conferenza dei servizi, assorbimento della Guardia Forestale nei Carabinieri, taglio delle partecipate, PA digitale. Mancano ancora sia l’approvazione definitiva dei decreti su dirigenza pubblica, camere di commercio ed enti di ricerca sia l’emanazione di alcuni decreti preliminari, come quelli sulla riforma dell’ACI-PRA e delle prefetture nonché il testo unico sul pubblico impiego.

SBLOCCA ITALIA IL DECRETO LEGGE PER LE INFRASTRUTTURE EROGAZIONE DEI FONDI Il 29 agosto 2014 il Cdm ha approvato il decreto “Sblocca Italia”, convertito in legge il 5 novembre, che prevede il versamento di €3,9 mld al Fondo infrastrutture per lo sblocco di opere pubbliche già programmate.

Il decreto prevede l’apertura di una serie di cantieri dal 2015 con date diverse a seconda dei contratti. I versamenti al Fondo infrastrutture prevedono 26 mln nel 2014, 231 mln nel 2015, 159 mln nel 2016 e 3,5 mld dal 2017 al 2020.

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17 Novembre 2016

LEGGE DI BILANCIO 2017 INIZIO DELL’ITER ALLA CAMERA APPROVAZIONE ENTRO FINE 2016 Il 29 ottobre 2016 il governo ha presentato la Legge di Bilancio 2017 alla Camera. Collegato alla legge delega, che prevede una manovra di 26,7 miliardi, è il decreto legge fiscale, approvato dal Parlamento il 16 novembre. La legge di bilancio prevede misure a sostegno delle famiglie e delle imprese nonché interventi per affrontare le emergenze delle migrazioni e della ricostruzione post terremoto.

La Legge di bilancio deve essere approvata dal Parlamento entro il 31 dicembre 2016. Il governo ha inoltre inviato il 17 ottobre il Documento programmatico di bilancio alla Commissione europea, che ha rimandato il giudizio definitivo al 2017, dopo il referendum costituzionale.

INVESTMENT COMPACT PROVVEDIMENTI URGENTI ALTRE MISURE ATTESE Il decreto legge, approvato dal Parlamento il 24 marzo 2015, prevede misure urgenti per il settore bancario e per gli investimenti, tra cui la riforma delle banche popolari, la costituzione di una SpA a sostegno delle imprese sane in temporanea crisi di liquidità, l’estensione del patent box a tutti i marchi nonché incentivi a favore delle PMI innovative.

Rispetto a quanto previsto inizialmente, sono rimandati a provvedimenti futuri la riforma del Fondo Centrale di Garanzia, nuove misure per attrarre investimenti esteri in Italia, la costituzione di un’Agenzia per il sostegno del made in Italy e il rifinanziamento degli incentivi per le reti d’impresa.

GIUSTIZIA APPROVATO DAL GOVERNO IL DDL SUI FALLIMENTI ANCORA LUNGO L’ITER COMPLESSIVO DELLA RIFORMA Finora il Parlamento ha approvato: il 6 novembre 2014 il decreto legge per ridurre l’arretrato del contenzioso civile, il 24 febbraio 2015 il disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, il 21 maggio 2015 il Ddl anti corruzione, il 5 agosto il decreto legge sulle procedure concorsuali. La Camera in prima lettura ha approvato il Ddl sulla prescrizione e le riforme del processo civile e penale. Il 10 febbraio 2016 il governo ha approvato il Ddl sui fallimenti.

La legge delega sui fallimenti è in discussione in Parlamento con l’obiettivo di realizzare un testo unico sulla materia. Devono ancora essere approvate da parte del Senato la legge sulla prescrizione e le riforma sia del processo civile sia di quello penale.

RIFORMA FISCALE 10 DECRETI LEGISLATIVI EMESSI DAL GOVERNO TASSELLI MANCANTI Il Parlamento il 27 Marzo 2014 ha approvato una delega fiscale, in base alla quale il governo ha emesso dieci decreti legislativi in materia di: semplificazione del sistema fiscale, revisione delle commissioni censuarie, certezza del diritto, fattura digitale, internazionalizzazione delle imprese, sistema sanzionatorio, riordino della riscossione, contenzioso con il fisco, tax expenditures, agenzie fiscali.

Sono rimasti esclusi dall’attuazione della delega alcuni importanti provvedimenti, come la riforma del catasto, l’imposta sui giochi d’azzardo, la tassazione delle piccole imprese, l’esclusione Irap per gli autonomi. Tali provvedimenti potranno però rientrare in successivi atti legislativi.

SCUOLA LA RIFORMA NOVE DELEGHE AL GOVERNO Il 12 marzo 2015 il governo ha approvato un disegno di legge per la riforma della scuola. Riguarda l’allargamento dell’organico e l’assunzione dei precari, la riforma degli stipendi dei professori, il rafforzamento del piano formativo, l’alternanza scuola-lavoro, il bonus fiscale per l’iscrizione alle scuole private, il piano digitale. La Camera ha approvato in via definitiva la riforma il 9 luglio 2015.

Il disegno di legge assegna nove deleghe al governo, che dovranno essere esercitate entro 18 mesi, su: sistema nazionale di istruzione, accesso alla professione, inclusione scolastica, istruzione professionale, scuola d’infanzia, diritto allo studio, cultura umanistica, istruzione all’estero, competenze degli studenti.

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17 Novembre 2016

CONCORRENZA LA LEGGE DELEGA ALL’ESAME DEL SENATO Il 20 febbraio 2015 il governo ha approvato un pacchetto di misure di liberalizzazione relative ad assicurazioni, professioni, energia e farmacie. L’esecutivo ha dovuto fare i conti con molte resistenze, che hanno ridotto la portata del provvedimento, come attesta il numero degli articoli passati da 50 delle prime bozze a 33.

La legge delega, approvata dalla Camera, è ancora all’esame del Senato, dove sono stati presentati numerosi emendamenti.

AGENDA DIGITALE ESTENSIONE DELLA BANDA ULTRA LARGA NUOVI STANZIAMENTI E NUOVI BANDI Il 3 marzo 2015 il governo ha presentato all’esame del Consiglio dei Ministri un piano da 7 miliardi sull’estensione della banda ultra larga. Il Cipe il 6 agosto 2015 ha sbloccato i primi 2,2 mld da utilizzare entro il 2020 per interventi in aree a rischio di fallimento di mercato. Il 3 giugno 2016 è stato pubblicato sulla G.U. il primo bando da 1,4 mld per tali interventi in sei regioni. Il 30 giugno 2016 la Commissione Ue ha dato l’OK per il piano italiano da 4 mld in totale.

L’approvazione di Bruxelles stabilisce che il piano italiano per la banda ultra larga è in linea con le norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato. Ciò consentirà di varare gli interventi previsti dal primo bando e di far partire nuovi bandi per tutte le altre regioni. Saranno necessari anche nuovi stanziamenti per raggiungere gli obiettivi del piano.

CODICE DEGLI APPALTI APPROVATA LA RIFORMA ATTUAZIONE OPERATIVA ENTRO IL 31/12/2016 Dopo l’approvazione da parte del Parlamento della legge delega che recepisce le direttive europee in materia di appalti pubblici, il governo ha approvato in via definitiva il 15 aprile 2016 il decreto legislativo che riforma il codice degli appalti. L’Anac è il perno della riforma, che semplifica la normativa e pone fine alle procedure speciali della legge obiettivo.

Il nuovo codice è già in vigore, ma le linee guida per l’attuazione operativa, che vengono emesse dall’Anac, non sono state ancora completate. Dovranno esserlo entro il 31 dicembre 2016. Dato il forte impatto operativo, le imprese invocano comunque l’adozione di una fase transitoria, nella quale valgano ancora le vecchie regole fino a fine 2016.

RIFORMA DELLE BCC E GARANZIE SU SMOBILIZZO SOFFERENZE MISURE URGENTI PER IL SETTORE BANCARIO RINVIATI I RIMBORSI AGLI OBBLIGAZIONISTI SUBORDINATI Il 10 febbraio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge contenente la riforma delle banche di credito cooperativo e il recepimento dell’accordo raggiunto con la Commissione europea sullo schema di garanzia per agevolare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza. Il Parlamento ha approvato il provvedimento il 6 aprile.

Non sono entrati nel provvedimento i rimborsi per i risparmiatori penalizzati dal decreto salva-banche del 22 novembre 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti). Tali rimborsi fanno parte del successivo decreto del 3 maggio 2016.

DECRETO BANCHE 3 MAGGIO 2016 INDENNIZZI E RECUPERO CREDITI PIU’ RAPIDO IN ATTESA DEI DECRETI ATTUATIVI SUGLI ARBITRATI Il 29 aprile 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge riguardante sia l’indennizzo dei 10.000 obbligazionisti subordinati di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti sia procedure più rapide di recupero crediti. Il Parlamento ha approvato il decreto il 29/6/2016.

E’ attesa a breve la presentazione di un decreto della Presidenza del Consiglio (DPCM) che deve definire la nomina degli arbitri per i risparmiatori che non rientrano nei parametri per gli indennizzi automatici o che puntano a realizzare un rimborso più alto.

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17 Novembre 2016

LE RIFORME DAL 2015 AD OGGI

A) RIFORME ISTITUZIONALI

A1) Riforma del Senato (approvata)

Il disegno di legge sulla riforma costituzionale, approvato definitivamente il 12 aprile 2016, mira a realizzare: la riforma del Senato e la riduzione dei costi della

politica; la riforma del Titolo V della seconda parte della

Costituzione, che riguarda l’autonomia delle regioni. Per quanto riguarda la riforma del Senato, le principali linee guida sono le seguenti: il Senato non voterà più la fiducia al governo; il Senato non voterà più la legge finanziaria. Il potere

legislativo del nuovo Senato sarà principalmente limitato agli emendamenti costituzionali, a materie che riguardano il rapporto Stato-Regioni, ai rapporti con la Commissione europea e alle ratifiche dei trattati internazionali;

l’elezione diretta dei senatori verrà abolita. Il numero totale dei senatori sarà ridotto da 315 a 100, di cui 95 eletti dagli organi territoriali – 74 consiglieri regionali e 21 sindaci, uno per ogni regione - e 5 nominati dal Presidente della Repubblica. I 74 consiglieri regionali saranno eletti dai consigli regionali ma designati dai cittadini alle elezioni regionali;

I rappresentanti territoriali non riceveranno alcun compenso addizionale come senatori. Ciò, insieme con la semplificazione dei poteri del nuovo Senato, mira a ridurre i costi della politica.

Per quanto riguarda la Riforma del Titolo V, vengono abolite le province e il Cnel. Cambia inoltre la ripartizione di competenze tra Stato e Regioni fissate dall’articolo 117 della Costituzione. Molte materie, attualmente oggetto du competenza legislativa “concorrente” tra Stato e Regioni, tornano al “centro”. A regime, lo Stato sarà responsabile esclusivo del coordinamento della finanza pubblica, delle politiche attive del lavoro, della promozione della concorrenza e della disciplina dell’ambiente e delle infrastrutture strategiche. Il provvedimento, il cui iter è cominciato l’8 agosto 2014 con la prima approvazione del Senato, è stato approvato, con modifiche, dalla Camera il 10 marzo 2015, di nuovo dal Senato il 13 ottobre e dalla Camera l’11 gennaio 2016, che si è espressa soltanto sugli articoli modificati dal Senato. Successivamente, a distanza di tre mesi dalle rispettive ultime approvazioni, è avvenuta una seconda

lettura definitiva su tutto il testo da parte del Senato il 20 gennaio e dalla Camera il 12 aprile 2016. L’iter si concluderà con il referendum confermativo, che si terrà il 4 dicembre 2016. Se il referendum confermerà la riforma, dovrà essere approvata una nuova legge elettorale per l’elezione dei consiglieri-senatori. Nostro commento: La riforma del Senato mira a semplificare fortemente il ruolo della Camera alta, superando il bicameralismo perfetto, e a rendere il processo legislativo più efficiente, dando più ampio potere legislativo alla Camera dei Deputati. L’obiettivo è quello di garantire tempi certi di approvazione delle leggi. Per quanto riguarda la riforma del Titolo V, il governo intende ridurre la sovrapposizione delle competenze tra i diversi livelli di governo e a restituire la supremazia legislativa al governo centrale. Ciò dovrebbe consentire una maggiore chiarezza nei rapporti tra Stato e regioni, garantendo una migliore gestione di tematiche come l’ambiente e le infrastrutture, che sono state frenate negli ultimi anni da troppi conflitti di competenza.

A2) Legge elettorale (approvata)

La nuova legge elettorale per l’elezione dei rappresentanti della Camera dei Deputati è stata approvata in via definitiva dal Parlamento il 4 maggio 2015. Nel dettaglio: sistema proporzionale con un premio di maggioranza

di 340 seggi su 630 per la lista vincente che guadagna almeno il 40% dei voti;

ballottaggio tra le due liste che ricevono la maggior parte dei voti, nel caso in cui nessuna delle due liste raggiunga la soglia del 40% (sistema a doppio turno);

soglia di sbarramento al 3% per entrare in Parlamento;

divisione delle Regioni in 100 collegi plurinominali con capilista bloccati;

nei 100 collegi ciascun partito presenta una lista “breve” da 2 a 9 nomi: il capolista è scelto dai partiti e viene eletto automaticamente se la lista vince il seggio. Per gli altri candidati l’elettore può esprimere fino a due preferenze di sesso diverso;

le liste elettorali devono assicurare l’eguaglianza di genere.

Nostro commento: La nuova legge elettorale, rispetto al testo approvato in prima lettura dalla Camera, assegna il premio di maggioranza al partito vincente e non alla coalizione. Con la soglia al 40% del premio di maggioranza il ballottaggio è destinato a diventare la regola. La nuova legge, che verrà applicata a partire dal 1° luglio 2016, dovrebbe consentire una maggiore stabilità del sistema politico.

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17 Novembre 2016

B) MISURE DI STIMOLO ALL’ECONOMIA

B1) Legge di Bilancio 2017 (in corso)

Il 29 ottobre 2016 il governo ha presentato la Legge di Bilancio 2017 alla Camera. Collegata alla legge delega, che prevede una manovra di 26,7 miliardi, è il decreto legge fiscale, approvato dal Parlamento il 16 novembre. Il governo ha inoltre inviato il 17 ottobre il Documento programmatico di bilancio alla Commissione europea, che ha rimandato il giudizio definitivo al 2017, dopo il referendum costituzionale. Le principali misure della Legge di Stabilità sono le seguenti: eliminazione degli aumenti delle accise e dell’Iva

previsti dalle clausole di salvaguardia per un valore di 15,3 miliardi;

riduzione dell’imposta sul reddito delle imprese (Ires) dal 27,5 al 24 per cento;

contanti: la soglia per i pagamenti in contanti sale da €1.000 a 3.000;

pacchetto sviluppo a favore delle imprese, che prevede:

- super-ammortamento sui nuovi macchinari (140% dell’investimento effettuato, che arriva al 250% per gli investimenti in digitalizzazione);

- credito d’imposta sulle spese in R&S e rifinanziamento degli incentivi per le start-up innovative;

- rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia e della nuova Legge Sabatini;

- incentivi alla contrattazione decentrata, attraverso l’aumento dei premi di produttività legati alla contrattazione di secondo livello;

interventi su pensionati ed esodati: - aumento dei benefici pensionistici per i redditi più

bassi; - anticipo pensionistico in uscita per chi ha almeno

63 anni; - ottavo intervento di salvaguardia per gli esodati;

nuove risorse sia per l’emergenza migranti (0,5 mld nel 2017) sia per la ricostruzione post terremoto (0,6 mld nel 2017);

aumento di 1,9 mld del Fondo a favore dei contratti della Pa;

maggiori investimenti pubblici a livello nazionale e locale per circa 2,4 mld;

misure per la famiglia: 0,6 mld nel 2017 a sostegno della natalità, del congedo per i papà e per gli asili nido e i servizi di baby-sitting;

capitale umano: pacchetto di misure per circa 0,8 mld a favore dei diciottenni, della scuola e delle università.

Nostro commento: La manovra è espansiva e vede un ampliamento dell’indebitamento netto per 12 miliardi con conseguente aumento del deficit pubblico al 2,3% del Pil. Oltre al maggior deficit, dal lato delle entrate la manovra è finanziata per 3,2 miliardi da risparmi di spesa, per oltre 6 mld dal recupero dell’evasione (compresa la riproposizione della voluntary disclosure per 1,6 mld), per 2 miliardi dalla vendita di frequenze per la navigazione su smartphon e per 1,7 mld dalla riduzione dell’aliquota Ace (dal 4,75% al 2,3%). Il rapporto tra debito pubblico e PIL è previsto scendere dal 132,8% nel 2016 al 132,5% nel 2017.

B2) Decreto banche 3 maggio 2016

(approvato)

Il Consiglio dei Ministri nella riunione del 29 aprile 2016 ha approvato un decreto legge pubblicato in G.U. il 3 maggio recante disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione. Il provvedimento è stato approvato in via definitiva dalla Camera il 29 giugno 2016. Misure sulle procedure esecutive e concorsuali: pegno non possessorio: si introduce la possibilità

per il creditore di costituire una garanzia su beni mobili, esistenti o futuri, destinati all’esercizio dell’impresa, senza che vi sia lo spossessamento del debitore. Il debitore che dà in pegno un bene mobile come un macchinario può continuare ad utilizzarlo nel processo produttivo;

patto marciano nei nuovi contratti di finanziamento: per i contratti di finanziamento stipulati tra istituti finanziari e imprese è introdotta la facoltà di ricorrere al cosiddetto “patto marciano”. Quest’ultimo contempla la possibilità che nel caso di finanziamento con garanzia di un bene immobile (che non deve essere la residenza né dell’imprenditore né del coniuge o parenti entro il terzo grado) le parti possano stipulare un contratto di cessione del bene stesso che diviene efficace in caso di inadempimento del debitore;

norme attinenti le procedure di recupero crediti: per ridurre i tempi di recupero dei crediti a) vengono adottati termini più brevi per la facoltà dei debitori di fare opposizione agli atti dell’esecuzione; b) il giudice deve disporre la provvisoria esecuzione di un decreto ingiuntivo per le somme non contestate, anche in presenza di un’opposizione del debitore; c)

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17 Novembre 2016

l’acquirente del bene in un’asta giudiziaria può indicare l’assegnazione dello stesso soggetto a un terzo;

modifiche alla legge fallimentare: per rendere più celeri le procedure fallimentari si introduce la possibilità di utilizzare le tecnologie telematiche per le udienze e per le adunanze dei creditori. Viene inoltre istituito presso il Ministero della giustizia un registro delle procedure esecutive e concorsuali che dovranno essere tutte digitalizzate.

Indennizzi agli investitori: il decreto prevede rimborsi ai clienti di Banca

popolare dell’Etruria, Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Rieti che hanno investito in obbligazioni delle banche stesse. Coloro che hanno acquistato le obbligazioni entro il 12 giugno 2014 – data di pubblicazione della direttiva per il risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie da parte delle istituzioni dell’Unione europea - possono richiedere indennizzi automatici o accedere alla procedura arbitrale. Coloro che hanno investito in data successiva possono accedere alla procedura arbitrale prevista dalla legge di stabilità 2016. In entrambi i casi le risorse vengono attinte al Fondo di solidarietà istituito con la legge di stabilità 2016, che verrà alimentato dal Fondo di tutela dei depositi;

l’erogazione dell’indennizzo è automatica se ricorre una delle seguenti condizioni: a) patrimonio mobiliare dell’investitore inferiore a

€100.000 al 31.12.2015; b) ammontare del reddito lordo ai fini Irpef

dell’investitore inferiore a €35.000 nel 2015; l’importo dell’indennizzo automatico è forfettario,

pari all’80% del corrispettivo pagato per l’acquisto degli strumenti finanziari, ma al netto di oneri e spese connessi alle operazioni di acquisto e della differenza tra rendimenti ottenuti e tasso sui Btp.

Altre misure: fondo bancario di solidarietà del personale del

credito: per agevolare la gestione degli esuberi di personale l’indennità di sostegno al reddito può essere erogata fino a 7 anni rispetto ai 5 attuali;

imposte differite: le società potranno continuare ad applicare le disposizioni fiscali vigenti alle attività per imposte anticipate a condizione che versino un canone annuo pari all’1,5% della differenza tra le attività per imposte anticipate e le imposte versate.

Nostro commento: Il provvedimento va nella direzione di ricostituire la fiducia dei risparmiatori verso le banche e di risolvere il problema delle sofferenze, che continuano a gravare pesantemente sulla ripresa. La legge dovrebbe consentire

un’accelerazione dei tempi di recupero dei crediti, avvicinando l’Italia alla media europea. La soluzione individuata per l’indennizzo a favore dei titolari delle obbligazioni subordinate rappresenta il massimo risultato che il governo italiano poteva ottenere nella trattativa con la Commissione europea. E’ attesa a breve la presentazione di un decreto della Presidenza del Consiglio (DPCM) che deve definire la nomina degli arbitri per i risparmiatori che non rientrano nei parametri per gli indennizzi automatici o che puntano a realizzare un rimborso più alto.

B3) Riforma del codice degli appalti

(approvata)

Dopo l’approvazione da parte del Parlamento il 14 gennaio 2016 del disegno di legge delega che recepisce le direttive europee in materia di appalti pubblici, il governo ha approvato in via definitiva il 15 aprile 2016 il decreto legislativo che riforma il codice degli appalti. Il nuovo codice è già in vigore, ma le linee guida per l’attuazione operativa, che vengono emesse dall’Anac, non sono state ancora completate. Dovranno esserlo entro il 31 dicembre 2016. Questi i principali punti della riforma: ANAC: si ampliano i poteri dell’Autorità Anti

Corruzione, che detta le linee guida del nuovo codice degli appalti, può bloccare le gare irregolari e ha anche potere sanzionatorio.

Deroghe: la riforma vieta l’affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie rispetto a quelle indicate dal nuovo Codice degli appalti.

Varianti: diventerà più difficile chiedere varianti per recuperare i ribassi di gara. Varranno le regole UE che impongono di distinguere le piccole modifiche dalle varianti sostanziali, che richiederanno una nuova gara.

Stazioni appaltanti: sopra una certa soglia potranno indire gare soltanto se in possesso della “certificazione” Anac; di conseguenza dovrebbero sostanzialmente ridursi rispetto alle 36.000 attuali.

Semplificazione: il numero degli articoli del nuovo codice degli appalti scende da oltre 600 a 220. Dovrebbero diminuire anche gli adempimenti e gli oneri documentali.

Grandi opere: viene archiviata la legge obiettivo con il suo lungo elenco di opere strategiche. Finisce anche la stagione delle procedure speciali e si torna, dopo 15 anni, alle procedure ordinarie affidate al Ministero delle Infrastrutture.

Massimo ribasso: non sarà più possibile aggiudicare le gare sopra il milione di euro basandosi solo sul prezzo più basso, ma ci si baserà sull’offerta più vantaggiosa data dal rapporto prezzo/qualità.

Nostro commento:

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La riforma mira a rendere più snelle, ma non per questo meno efficaci le regole sugli appalti, con il duplice obiettivo di puntare sull’efficienza e di combattere la corruzione. L’ANAC diventa il perno di una riforma, che rappresenta il tentativo di dare risposta a domande che aspettano una risposta da vent’anni, contribuendo a rilanciare gli investimenti in opere pubbliche. Dato il forte impatto operativo, le imprese invocano comunque l’adozione di una fase transitoria, nella quale valgano ancora le vecchie regole fino a fine 2016. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 49

B4) Dl banche di credito cooperativo e

garanzie per cartolarizzazione

sofferenze (approvato)

Il 10 febbraio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge contenente la riforma delle banche di credito cooperativo (BCC) e il recepimento nella legislazione dell’accordo raggiunto con la Commissione europea sullo schema di garanzia per agevolare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza. Il provvedimento è stato approvato in via definitiva dal Senato il 6 aprile. Riforma del settore del credito cooperativo: obbligo per le BCC di aderire ad un gruppo bancario

cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni con un patrimonio non inferiore a un miliardo di euro. Le BCC che non intendono aderire a un gruppo bancario cooperativo possono farlo trasformandosi in SpA e pagando un’aliquota del 20%, ma devono possedere un patrimonio di almeno 200 milioni;

la società capogruppo svolge attività di direzione e di coordinamento sulle BCC in base ad accordi contrattuali chiamati “contratti di coesione”, che indicano disciplina e poteri della capogruppo sulla singola banca;

la maggioranza del capitale della capogruppo è detenuto dalle BCC del gruppo. Il resto del capitale potrà essere detenuto da soggetti omologhi (gruppi cooperativi bancari europei) o destinato al mercato dei capitali;

al fine di favorire la patrimonializzazione delle singole BCC è stato elevato il limite massimo dell’investimento in azioni di una banca di credito cooperativo e il numero minimo dei soci;

alla Banca d’Italia viene demandato il compito di definire i requisiti minimi della nuova capogruppo bancaria, del contratto di coesione e di vigilare sulla corretta attuazione delle disposizioni normative.

Garanzia per lo smobilizzo dei crediti in sofferenza: viene concessa la garanzia dello Stato con

riferimento alle operazioni di cartolarizzazione a fronte della cessione di sofferenze;

la garanzia dello Stato è rilasciata solo sui titoli della classe senior ed è subordinata all’ottenimento da parte dei titoli di un rating di un’agenzia esterna riconosciuta dalla BCE;

la garanzia diventa efficace quando la banca abbia venduto più del 50% dei titoli junior, è onerosa e il prezzo è costruito prendendo come riferimento i prezzi dei credit default swaps di società italiane con un rating corrispondente a quello dei titoli senior che verrebbero garantiti.

Nostro commento: il provvedimento va nella direzione di rafforzare il sistema bancario, rendendolo più resistente agli shock e favorendo il finanziamento dell’economia da parte delle banche. Con la riforma delle BCC si dovrebbero superare le criticità del modello cooperativo - dovute sia alla ridotta dimensione sia all’esposizione all’andamento dell’economia del territorio di riferimento - confermandone nel contempo il valore. Per quanto riguarda la garanzia per agevolare le banche nello smobilizzo dei crediti in sofferenza, la misura esclude la presenza di elementi di aiuto come formalmente confermato dalla Commissione europea. Il suo scopo è favorire lo sviluppo del mercato italiano dei non performing loans, facilitando l’accesso di investitori con orizzonte di medio-lungo termine e contribuendo a ridurre la forbice di prezzo tra chi vende e chi compra crediti deteriorati. Non sono entrati nel provvedimento i rimborsi per i risparmiatori penalizzati dal decreto salva-banche del 22 novembre 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti). PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 0

B5) Ddl Concorrenza (in corso)

Il governo ha varato nel Cdm del 20 febbraio 2015 un disegno di legge sulla concorrenza, che è stato approvato dalla Camera il 7 ottobre ed è ora all’esame del Senato: Assicurazioni: previsto l’obbligo di sconti se

l’automobilista accetta clausole per contenere i costi o contrastare le frodi, come l’installazione della scatola nera e dei rilevatori del tasso alcolemico, ispezioni preventive dei veicoli e risarcimento in officine convenzionate. Arriva l’obbligo di indicare i testimoni, in caso di incidenti con soli danni alle cose, non oltre il momento della denuncia.

Professioni: preventivo obbligatorio per gli avvocati, per i quali sono consentite le società multiprofessionali e l’ingresso di soci di capitale. Eliminato il divieto di pubblicità per i notai, che

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potranno allargare il bacino di utenza a livello regionale, dovranno ma ridurre le tipologie di atti per i quali è richiesta l’autentica notarile. Le società di ingegneri potranno assumere commesse dai privati.

Energia: per il gas naturale (relativamente alle famiglie) e l’energia elettrica (per le PMI e le famiglie) si prevede a partire dal 2018 la graduale eliminazione dei contratti a “tutela” per chi non ha ancora scelto operatori del mercato libero. Per i carburanti si vieta l’introduzione, in particolare da parte delle Regioni, di norme discriminatorie a carico dei nuovi entranti.

Farmacie: il disegno di legge approvato in consiglio dei ministri il 20 febbraio elimina il limite di titolarità di 4 licenze in capo ad un unico soggetto. Viene inoltre consentito l’ingresso dei soci di capitale. Evitata in extremis la perdita dell’esclusività della vendita dei farmaci C con ricetta a favore anche di parafarmacie e della Gdo.

Nostro commento: A distanza di cinque anni dai provvedimenti del governo Prodi l’esecutivo mette mano al capitolo delle liberalizzazioni. Molte ovviamente le resistenze affrontate, che hanno fatto scendere il numero di articoli del ddl dai 50 delle prime bozze a 33, e ancor di più quelle che si dovranno affrontare nell’iter parlamentare. Tra le misure più attese sono saltate la vendita dei farmaci di fascia C con ricetta nelle parafarmacie nonché le misure di deregulation per il traporto pubblico locale, per i taxi e i porti. Ciò renderà necessario rimettere mano al capitolo liberalizzazioni in successivi provvedimenti. Secondo le stime del governo, le liberalizzazioni, una volta completate, avranno nel 2020 un impatto sul PIL dello 0,4%.

B6) Banda ultra larga (in corso)

Il governo nel CdM del 3 marzo 2015 ha esaminato un piano da circa 7 miliardi per la diffusione della banda ultra larga con l’intenzione di raggiungere gli obiettivi indicati dalla Ue per il 2020: copertura al almeno 100 Mbps fino all’85% della

popolazione; adozione di internet ad almeno 100 Mbps da parte

del 50% della popolazione; copertura al almeno 30 Mbps per il 100% della

popolazione. 4,9 miliardi provengono dal Fondo di sviluppo e coesione e 2,1 dai fondi Ue di competenza regionale Fesr e Feasr. A questa cifra dovranno essere sommate altre risorse provenienti dal piano Juncker e da investimenti privati per raggiungere una massa critica di 12 miliardi.

Il Cipe il 6 agosto ha sbloccato i primi 2,2 miliardi da utilizzare da qui al 2020 per interventi cantierabili in 6.800 comuni relativi ad aree a fallimento di mercato (aree bianche). Il 3 giugno 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il primo bando di gara da 1,4 miliardi per la realizzazione della banda ultra larga nelle aree bianche di sei regioni: Abruzzo, Molise, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto. Il 30 giugno la Commissione europea ha comunicato all’Italia l’approvazione del piano presentato per complessivi 4 mld, stabilendo che il piano è in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato. Ciò consentirà di varare gli interventi previsti dal primo bando e di far partire nuovi bandi per tutte le altre regioni. Saranno necessari anche nuovi stanziamenti per raggiungere gli obiettivi del piano. Nostro commento: Il Piano del governo mira a superare il digital divide italiano, definendo la banda ultra larga come “la risorsa fondamentale per sviluppare la competitività futura del Paese”. L’implementazione del Piano richiederà, pur nel rispetto dei diversi ruoli, la collaborazione fra pubblico e privato, che potrà diventare un importante punto di riferimento per altri interventi nelle infrastrutture. L’obiettivo, molto ambizioso, è di garantire che entro il 2020 l’85% degli italiani disponga della banda larga.

B7) Investment Compact (approvato)

Il 20 gennaio 2015 il governo ha approvato il decreto legge “Misure urgenti per il settore bancario e per gli investimenti”, che contiene una serie di disposizioni di interesse dei settori produttivi. Il decreto è stato approvato dalla Camera in prima lettura il 12 marzo e dal Senato in via definitiva il 24 marzo: Banche popolari: le popolari con attivo superiore a

€8 miliardi dovranno trasformarsi in società per azioni entro 18 mesi dall’emanazione di un regolamento attuativo da parte della Banca d’Italia. Ciò comporta l’addio alla governance capitaria, in cui ogni azionista ha diritto a un voto in assemblea, a prescindere dal numero di azioni possedute.

Conti correnti: la portabilità dei conti correnti dovrà essere gratuita, senza alcuna spesa a carico del cliente che decide di cambiare banca.

Cassa Depositi e Prestiti: avrà la competenza, nell’ambito del sostegno all’export, di esercitare l’attività creditizia direttamente o tramite SACE o un’altra società controllata.

SPA per l’industria: viene istituita una società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese italiane, il cui capitale sarà sottoscritto da partners sia pubblici (Cassa depositi e prestiti) sia

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privati. Lo scopo è il rilancio di imprese industriali, che, nonostante temporanei squilibri patrimoniali e/o finanziari, siano caratterizzate da adeguate prospettive industriali e di mercato.

Patent box: vengono estesi a tutti i marchi commerciali le agevolazioni fiscali sui redditi provenienti dall’utilizzo di brevetti e altri beni immateriali.

PMI innovative: nasce una nuova categoria di imprese, che potranno accedere a buona parte delle semplificazioni e agevolazioni oggi riservate alle startup create da non più di quattro anni. Per rientrare in questa categoria le PMI dovranno possedere almeno due di questi tre requisiti: spese in R&S pari al 3% del maggiore importo tra costo e valore totale della produzione; forza lavoro che per almeno un quinto deve essere costituita da personale altamente qualificato; titolarità di almeno un brevetto o marchio in campo industriale o biotecnologico.

Nostro commento: Il provvedimento approvato dal Consiglio dei MInistri il 20 gennaio contiene solo una parte delle misure attese a sostegno delle imprese. Sono rimasti fuori dal decreto legge la riforma del Fondo centrale di garanzia, gli aiuti alle reti d’impresa, il varo di un’Agenzia unica per il made in Italy, che dovrebbe accorpare Ice, la parte di Invitalia che si occupa degli investimenti esteri diretti e Enit. Tra le misure approvate, a maggio è stato emesso il decreto attuativo relativo alla SpA salva aziende, che dispone di un capitale di 830 milioni e potrebbe occuparsi, come prima operazione, del rilancio dell’Ilva. La misura più importante è la riforma - attuata per decreto e non attraverso una legge parlamentare, come taluni si aspettavano - delle banche popolari. Il governo, che si è mosso in sintonia con gli intendimenti del Fondo Monetario, della Banca d’Italia e della BCE, mira in tal modo a rafforzare il sistema bancario, aumentandone la capitalizzazione. La prima conseguenza del provvedimento sarà infatti quella di accelerare le aggregazioni tra le banche popolari e forse anche le operazioni di fusione con altre banche commerciali, come Monte dei Paschi di Siena e Carige. Ad essere interessate dal provvedimento non saranno tutte le banche popolari, ma solo le dieci più importanti. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 5

C) RIFORME DEL MERCATO DEL LAVORO

C1) Ddl su lavoro autonomo (in corso)

Il CdM ha approvato il 28 gennaio 2016 un disegno di legge che prevede misure di sostegno a favore del lavoro

autonomo e per favorire l’articolazione flessibile della prestazione di lavoro subordinato. Principali disposizioni in materia di lavoro autonomo: previsione di agevolazioni fiscali, consistenti nella

deducibilità nella misura del 100%, entro il limite annuo di €10.000, delle spese sostenute sia per la partecipazione a convegni, congressi e corsi di aggiornamento professionale sia per i servizi di ricollocazione, in quanto presso i centri per l’impiego ci sarà uno sportello dedicato agli autonomi;

parificazione dei lavori autonomi ai piccoli imprenditori ai fini dell’accesso ai PON e ai POR a valere sui fondi strutturali europei;

riconoscimento del diritto di percepire l’indennità di maternità spettante per i due mesi antecedenti la data del parto e i tre mesi successivi;

in caso di gravidanza, malattia e infortunio il rapporto di lavoro non si estingue, ma rimane sospeso, senza retribuzione, per un massimo di 150 giorni.

Disposizioni in materia di “lavoro agile”: non si tratta di una nuova tipologia contrattuale, ma

di una modalità flessibile di svolgimento del rapporto di lavoro subordinato quanto ai luoghi e ai tempi di lavoro;

il lavoratore che svolge tale attività ha diritto di ricevere lo stesso trattamento economico e normativo non inferiore a quello applicato ai lavoratori “interni” all’azienda e di beneficiare anche degli incentivi fiscali sul premio di produttività.

Nostro commento: Il Ddl rappresenta un primo passo verso un welfare che includa anche i lavoratori autonomi, oltre che i subordinati. Un ulteriore ampliamento delle tutele e dei diritti dovrà tener conto dei limiti del bilancio pubblico. Le misure sul “lavoro agile” vanno nella direzione di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro e appaiono coerenti con l’implementazione del Jobs Act.

C2) Jobs Act (approvato)

L’8 ottobre 2014 il Parlamento ha approvato la legge delega che riforma il mercato del lavoro, introducendo maggiore flessibilità. Il 24 dicembre sono stati approvati in prima lettura i primi due decreti legislativi, che dopo essere passati alle Camere per un parere consultivo, hanno ricevuto il via libera definitivo dal governo il 20 febbraio 2015: Introduzione del “contratto a tempo

indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio” per tutti i neoassunti. In tale tipo di contratto si prevede che non vengano più

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garantite le tutele previste dagli attuali contratti a tempo indeterminato, ma che queste siano ottenute in modo graduale. Nella nuova disciplina sui licenziamenti individuali, la possibilità di reintegro del lavoratore è prevista soltanto per i licenziamenti discriminatori e per i licenziamenti disciplinari limitatamente al solo caso in cui non sussiste il fatto contestato. Per i licenziamenti economici non è più previsto il reintegro, ma l’indennizzo pari a 2 mensilità per ogni anno di anzianità aziendale da un minimo di 4 a un massimo di 24. Le regole del licenziamento economico si applicano anche al licenziamento collettivo (almeno 5 dipendenti).

Ammortizzatori sociali: il provvedimento introduce i nuovi ammortizzatori sociali:

- NASPI (nuova assicurazione sociale per l’impiego), che sostituisce da maggio 2015 Aspi e mini Aspi, vale per i dipendenti che hanno perso il lavoro e dura fino a 24 mesi per un importo massimo di €1.300 al mese;

- ASDI è l’assegno di disoccupazione che spetta a chi, esaurita la NASPI, è in condizioni di disagio e non riesce a trovare un lavoro. Entrata in funzione a maggio 2015, non va oltre i 6 mesi e €500 mensili;

- DISCOLL, è il sussidio di disoccupazione per i co.co.pro, (iscritti alla gestione separata INPS), ed ha durata di 6 mesi e gli stessi importi della NASPI.

Sempre in attuazione della legge delega, il governo l’11 giugno 2015 ha approvato in via definitiva altri due decreti legislativi: Riordino delle tipologie contrattuali: vengono

fortemente limitate le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co). Dal 1 gennaio 2016 a quasi tutti i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa saranno infatti applicate le norme del lavoro subordinato. Restano salve le collaborazioni regolamentate da accordi collettivi, il contratto a tempo determinato, il contratto di somministrazione, il lavoro intermittente, i voucher (elevabili fino a €7.000). Viene riformato l’apprendistato, con la possibilità di alternare scuola e lavoro. Via libera anche alla possibilità di cambiare le mansioni del dipendente in presenza di processi di ristrutturazione aziendale, senza riduzioni di stipendio.

Tempi di vita e di lavoro: il decreto prevede l’estensione massima dell’arco temporale di fruibilità del congedo retribuito (dagli attuali 3 anni di vita del bambino a 6) e non retribuito (da 8 a 12 anni di età del bambino). I congedi di paternità vengono estesi a tutte le categorie di lavoratori, non solo ai dipendenti. Il congedo parentale può essere sostituito dal part-time al 50%. Sono previsti benefici “normativi” (esclusione dei lavoratori in telelavoro dal calcolo dei limiti numerici previsti da determinate normative)

per i datori di lavoro che fanno ricorso al telelavoro. E viene introdotto il congedo per le donne vittime di violenza di genere ed inserite in percorsi di protezione debitamente certificati.

Infine, nel Consiglio dei Ministri del 4 settembre 2015, il governo ha approvato in via definitiva gli ultimi quattro decreti legislativi del Jobs Act: Riforma della cassa integrazione: estensione della

Cig a tutte le imprese oltre i 5 dipendenti, che finora ricorrevano alla cassa in deroga. La nuova cig ha una durata di 24 mesi, viene estesa anche agli apprendisti e non può più essere utilizzata in caso di cessazione dell’attività.

Politiche attive: viene costituita la nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive (Anpal), in cui confluiscono le varie strutture, regionali e nazionali, competenti in materia. L’Agenzia ha il compito di coordinare l’attività dei servizi per l’impiego.

Attività ispettiva: nasce l’Ispettorato nazionale del lavoro, nel quale confluiscono tutti i servizi ispettivi di Ministero del Lavoro, Inps e Inail.

Controlli a distanza: viene modificato l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori, con la possibilità di effettuare controlli a distanza sui lavoratori attraverso telecamere, pc, tablet, telefoni aziendali. Viene introdotta l’utilizzabilità a fini disciplinari delle informazioni assunte con gli strumenti di controllo.

Successivamente, il 23 settembre 2016, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva un decreto legislativo che apporta alcune modifiche al Jobs Act: Lavoro accessorio: viene garantita la piena

tracciabilità dei voucher. Gli imprenditori non agricoli e i professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio, sono tenuti a comunicare all’Inps via sms o email - almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione - i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, e il luogo e la durata della prestazione. Per gli imprenditori agricoli la comunicazione può avvenire entro 3 giorni. Le multe previste in caso di violazione vanno da 400 a 2.400 euro per lavoratore.

Solidarietà: i contratti di solidarietà da difensivi (per evitare licenziamenti) si possono trasformare in espansivi (per fare assunzioni).

Politiche attive: il decreto contiene precisazioni su questioni organizzative e gestionali dell’Isfol e dell’Anpal. L’Anpal diviene competente anche per i programmi di formazione destinati ai disoccupati per la loro riqualificazione professionale.

Cassa integrazione: per i lavoratori delle aree di crisi la cassa integrazione straordinaria può essere prorogata fino ad un massimo di 12 mesi.

Nostro commento: Le nuove regole mirano, nelle intenzioni del governo, a dare maggiori certezze alle imprese sui costi di licenziamento,

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limitando fortemente la discrezionalità dei giudici. Vanno anche collegate agli incentivi per le assunzioni previste nelle Leggi di Stabilità 2015 e 2016, che consistono in sgravi contributivi e taglio Irap per le imprese che assumono. Per quanto riguarda i provvedimenti approvati definitivamente l’11 giugno 2015, il decreto legislativo sul riordino delle tipologie contrattuali mira ad eliminare tutte le forme di collaborazione che di fatto celano un rapporto di lavoro subordinato. Il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato viene definito come la forma principale di rapporto di lavoro. Positiva è l’introduzione di misure per la tutela della genitorialità e per la conciliazione fra tempi di vita e di lavoro. Con i provvedimenti approvati il 4 settembre 2015 il governo completa la riforma del mercato del lavoro. Tra le ultime misure, la più controversa è quella sui controlli a distanza, che le commissioni parlamentari avevano tentato di modificare limitandone l’utilizzabilità a fini disciplinari. Fari puntati sulla nuova Agenzia per le Politiche Attive (Anpal), dalla quale ci si attende un reale contributo per far incontrare domanda e offerta di lavoro. Infine, l’intervento correttivo sui vouchers mira a frenare la diffusione di fenomeni di lavoro illegale, notevolmente aumentati dopo l’introduzione del Jobs Act. Secondo le stime del governo, la riforma del lavoro avrà nel 2020 un impatto sul PIL dello 0,6%. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 60

D) RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

D1) Legge Delega (in corso)

Il 4 agosto 2015 il Senato, dopo un lungo iter, ha approvato in via definitiva il disegno di legge delega sulla riforma della PA, in applicazione del quale il governo il 20 gennaio 2016 ha approvato 11 schemi di decreti legislativi. Le principali linee di intervento comprendono: società pubbliche locali: si prevede la drastica

riduzione delle società partecipate (scatole vuote, società con fatturato medio inferiore a un milione all’anno o che hanno chiuso in perdita quattro degli ultimi cinque bilanci, imprese con un numero di consiglieri d’amministrazione superiore agli addetti). Secondo una prima scrematura dovrebbero essere eliminate dalle 2.000 alle 3.000 società. Sono anche previsti più attenti criteri di remunerazione dei manager, specie nel caso di risultati economici negativi. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri il 10 agosto 2016;

nuove regole sui licenziamenti disciplinari: nel caso di falsa attestazione della presenza in servizio, è prevista la sospensione obbligatoria del dipendente entro 48 ore, mentre il procedimento disciplinare dovrà concludersi entro 30 giorni. Sono previste la responsabilità per danno erariale del dipendente, con la condanna minima pari a 6 mesi di mensilità, ove la condotta illecita abbia comportato un danno di immagine all’amministrazione, e la responsabilità disciplinare del dirigente che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 15 giugno 2016;

norme in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA): si potrà presentare presso un unico ufficio, anche in via telematica, un unico modulo standard valido in tutto il paese. La pubblica amministrazione destinataria della SCIA pubblicherà sul proprio sito istituzionale il modello unico e standardizzato e indicherà l’ufficio unico al quale dovrà recarsi l’interessato. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 15 giugno 2016;

conferenza dei servizi: si riducono i casi in cui la conferenza è obbligatoria e si prevedono tempi certi per l’adozione dei provvedimenti amministrativi. E’ prevista la partecipazione di un solo rappresentante per livello di governo. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 15 giugno 2016;

norme per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi: accanto o in alternativa a procedure ordinarie, Comuni e Regioni potranno individuare, con cadenza annuale, investimenti strategici di grande rilevanza finanziaria e forte impatto occupazionale per i quali richiedere alla Presidenza del Consiglio una procedura accelerata. La Presidenza del CdM potrà disporre il taglio dei tempi burocratici per tutte le procedure autorizzatorie. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 28 luglio 2016;

razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato: le guardie forestali saranno assorbite nell’Arma dei Carabinieri, con la conseguente riduzione da 5 a 4 delle forze di polizia. Inoltre verranno razionalizzate le funzioni delle forze dell’ordine, con la polizia che sovrintenderà alle aree urbane e i carabinieri al resto del paese. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 28 luglio 2016;

amministrazione digitale: ogni cittadino avrà un domicilio elettronico, attraverso cui accedere e utilizzare i servizi delle PA, in collegamento con l’anagrafe della popolazione residente. Il decreto è stato approvato in via definitiva dal CdM il 10 agosto 2016;

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prevenzione della corruzione pubblica e trasparenza: rappresenta l’applicazione in Italia del Freedom of Information Act, che stabilisce il principio in base al quale tutti i cittadini hanno diritto di accedere gratuitamente agli atti e alle informazioni in possesso della Pubblica Amministrazione. In tal modo si supera il tradizionale diritto di “accesso agli atti” finora riservato soltanto ai cittadini interessati, come i partecipanti a un appalto o a un concorso pubblico. Le PA avranno l’obbligo di pubblicare online tutti i pagamenti da loro effettuati, in forma puntuale e aggregata, comprese le retribuzioni dei dirigenti. Gli uffici pubblici dovranno fornire risposte alle richieste dei cittadini entro 30 giorni, ma i tempi potranno allungarsi in relazione all’esigenza di tutelare i “controinteressati”. Alle PA è comunque concessa una fase di transizione per organizzarsi. Dopo l’esame delle Commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato, il decreto è stato approvato in via definitiva il 16 maggio 2016.

Successivamente, il 25 Agosto 2016 il governo ha approvato in via preliminare tre decreti legislativi, che sono ora all’esame del Parlamento: riforma della dirigenza pubblica: scompaiono le

due fasce di inquadramento, che vengono sostituite da un ruolo unico per lo Stato, un ruolo unico per le Regioni, un ruolo unico degli enti locali e uno per le autorità indipendenti. Per conferire gli incarichi le amministrazioni attingeranno a questi ruoli unici, cui si accede tramite concorso. Gli incarichi sono di 4 anni, rinnovabili solo una volta, con una retribuzione che per almeno il 30% sarà determinata dalla valutazione da parte dei vertici delle amministrazioni dell’operato dei dirigenti. Chi non riesce ad ottenere l’incarico rimane “parcheggiato” e perde la parte accessoria della retribuzione. Se il dirigente resta senza incarico per 6 anni rischia il licenziamento, a meno di accettare di essere inquadrato come funzionario;

riordino delle Camere di commercio: Unioncamere dovrà predisporre entro 6 mesi un piano di riorganizzazione, il cui obiettivo è di ridurre del 40% le Camere di commercio, passando da 105 a 60 enti. Andranno accorpati gli enti con meno di 75.000 imprese iscritte e comunque dovrà rimanere almeno una camera di commercio per Regione. E’ prevista la riduzione del 30% del numero dei consiglieri e del 50% degli oneri a carico delle imprese;

semplificazione delle regole per gli enti di ricerca: anticipo di un anno dello sblocco del turnover del personale, che tornerà al 100% già nel 2017. Viene ridotto da cinque a tre anni il vincolo di prima assegnazione del personale di ruolo, misura che punta a incentivare la mobilità degli scienziati. Viene inoltre previsto che ogni ente possa utilizzare lo 0,5%

della spesa per il personale per istituire dei premi biennali per il personale. Viene introdotta anche la chiamata diretta fino al 10% dell’organico di ricercatori e tecnici.

Nostro commento: La riforma si propone di restituire alla PA maggior efficienza, riducendone i costi e rendendola più trasparente e rispondente alle esigenze dei cittadini. L’implementazione delle deleghe affidate al governo dovrebbe condurre al miglioramento delle condizioni di business per le imprese. L’obiettivo del governo è anche quello di tagliare il peso della spesa pubblica corrente attraverso la riduzione delle società pubbliche partecipate dalle attuali 8.000 a 1.000. A regime il governo si aspetta risparmi attraverso la riforma per un miliardo all’anno. Manca però ancora all’appello l’emanazione di alcuni decreti preliminari, come quelli sulla riforma dell’ACI-PRA e delle prefetture nonché il testo unico sul pubblico impiego. Secondo le stime del governo, la riforma della PA avrà nel 2020 un impatto sul PIL dello 0,4%.

E) RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

E1) Riforma del processo civile (in

corso)

La Camera ha approvato il 10 marzo 2016 un disegno di legge che delega il governo a effettuare un’ampia riforma del processo civile, in un’ottica di specializzazione e semplificazione dell’offerta di giustizia: ampliamento delle competenze del tribunale delle

imprese con l’attribuzione delle class action e delle controversie sulla concorrenza sleale;

istituzione di sezioni specializzate presso i tribunali e le corti di appello, cui devolvere le controversie relative alla persona, alla famiglia e ai minori;

accelerazione dei tempi della giustizia civile attraverso la riforma del processo civile di primo grado, del giudizio di appello e di cassazione e potenziando l’istituto dell’arbitrato;

adeguamento della procedura civile al processo telematico, inserendo le disposizioni sull’attuazione del processo telematico nell’alveo del codice di procedura civile.

Il ddl è ora all’esame del Senato.

E2) Riforma della disciplina

dell’insolvenza (in corso)

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17 Novembre 2016

Il 10 febbraio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge delega al governo per la riforma della disciplina delle crisi d’impresa e dell’insolvenza (Commissione Rordorf), che è ora in discussione alla Camera:

viene tolta la parola fallimento mettendo al centro i concetti di crisi e di insolvenza;

vengono semplificate le regole processuali con la riduzione delle incertezze interpretative e applicative che nuocciono alla celerità delle procedure concorsuali;

viene introdotta la figura del giudice specializzato al fine di rendere più efficiente la gestione delle procedure fallimentari;

vengono inserite norme per la revisione delle amministrazioni straordinarie (leggi Prodi e Marzano), vengono innalzate le soglie per l’accesso alla procedura e si prevede che i commissari vengano scelti da un apposito albo.

Nostro commento: la legge delega approvata dal governo, che si pone in continuità con il decreto legge approvato il 5 agosto 2015 sulle procedure concorsuali, ha l’obiettivo di delineare un disegno organico di riforma del diritto di insolvenza. Il provvedimento parte dal presupposto di limitare le perdite del tessuto economico come conseguenza di una crisi aziendale che rischia di coinvolgere anche le imprese sane del territorio.

E3) Riforma del processo penale (in

corso)

La Camera ha approvato il 23 settembre 2015 un disegno di legge delega relativo alla riforma del processo penale e all’ordinamento penitenziario. I principali contenuti riguardano: revisione del processo penale nuova disciplina delle intercettazioni durata ragionevole del processo effettiva finalità rieducativa della pena inasprimento delle pene per il reato di scambio

elettorale politico-mafioso revisione della disciplina del casellario giudiziario.

Il provvedimento è ora è all’esame del Senato.

E4) Decreto legge sulle procedure

concorsuali (approvato)

Il Senato il 5 agosto 2015 ha approvato in via definitiva un decreto legge in materia fallimentare, civile e

processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell’amministrazione giudiziaria: Deducibilità delle perdite: le perdite su crediti delle

banche e delle imprese di assicurazione saranno deducibili ai fini Ires e Irap nello stesso anno in cui sono rilevati in bilancio e non più in cinque, come avvenuto finora. In tal modo si incentivano le banche a dismettere crediti incagliati, aumentando il margine patrimoniale per la concessione di nuovo credito.

Accesso al credito nel corso di una crisi aziendale: il Tribunale può autorizzare finanziamenti interinali a favore del debitore che presenta domanda di ammissione al concordato. In tal modo si aumentano le possibilità di riuscita dei piani di risanamento dell’impresa in crisi.

Offerte concorrenti: il Tribunale può autorizzare offerte per l’acquisto dei beni aziendali nel concordato preventivo, oltre che dal debitore, anche da terzi, purchè migliorative e comparabili. Così si evita la svalutazione del patrimonio aziendale.

Proposte alternative di concordato: possibilità per uno o più creditori di presentare in sede di concordato preventivo proposte alternative a quelle del debitore. In tal modo si favorisce l’immissione di nuovi capitali nell’impresa in crisi e la corretta valutazione del patrimonio del debitore.

Ristrutturazione dei debiti: l’accordo può essere concluso con il 75% dei creditori finanziari, se questi rappresentano almeno la metà dell’indebitamento. Così si impedisce che alcuni crediti finanziari possano bloccare l’esito della procedura.

Curatore fallimentare: la figura del curatore viene resa incompatibile con quella del commissario giudiziale. Il curatore deve essere in grado di completare i propri adempimenti nei termini. In tal modo si garantisce la terzietà del commissario e si riducono i tempi delle procedure di fallimento.

Operazioni di vendita: vengono rese più rapide per migliorare il valore realizzato.

Nostro commento: Il provvedimento contiene alcune misure volte a sostenere il mercato del credito, oggi appesantito dalla mole dei crediti deteriorati, e a realizzare in prospettiva un vero mercato secondario delle sofferenze bancarie. Le banche italiane vengono messe sullo stesso piano delle loro concorrenti estere per quanto riguarda la compensazione fiscale delle perdite nello stesso esercizio e in tal modo possono ridurre il peso delle sofferenze sui loro bilanci, rimettendo in moto più rapidamente il credito. Il beneficio del provvedimento va ben oltre gli attuali crediti deteriorati delle banche, intendendo supportare anche gli ingenti crediti commerciali delle imprese, le imprese in difficoltà, i debitori delle imprese in difficoltà, lo Stato, che è il più grande creditore del Paese.

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17 Novembre 2016

Sulla base di alcuni studi, l’effetto del provvedimento potrebbe essere compreso tra un punto e mezzo e due punti percentuali di Pil nell’arco di due-tre anni. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 3

E5) Disegno di legge anti corruzione

(approvato)

Il Ddl, approvato dal Senato l’1 aprile 2015 e in via definitiva dalla Camera il 21 maggio, prevede: l’inasprimento delle sanzioni per i principali reati

contro la Pubblica amministrazione. Aumentano le sanzioni per la corruzione propria e impropria, per la corruzione in atti giudiziari, per l’induzione indebita, per il peculato e per la concussione;

il ripristino del reato di falso in bilancio, con pene che possono arrivare fino a 8 anni di carcere per le società quotate e fino a 5 anni per le non quotate;

pene più severe per il reato di associazione mafiosa (fino a 26 anni di carcere);

maggiori poteri per l’Autorità anticorruzione, che dovrà essere informata dai pubblici ministeri quando decidono di esercitare l’azione penale per i reati di corruzione.

E6) Disegno di legge sulla prescrizione

(in corso)

Il Ddl è stato approvato in prima lettura dalla Camera il 24 marzo 2015 ed è ora al Senato, dove potrà subire dei cambiamenti, in relazione all’approvazione del Ddl sulla corruzione. Con questo provvedimento la prescrizione si allunga di tre anni, mentre per i reati più gravi e per quelli di corruzione i tempi sono ancora più lunghi.

E7) Ddl sulla responsabilità civile dei

magistrati (approvato)

Disegno di legge approvato il 24 febbraio 2015: cade la necessità di un filtro preventivo di ammissibilità prima di far valere in giudizio la responsabilità dei magistrati; il cittadino non potrà mai agire direttamente contro il magistrato. Sarà lo Stato a pagare in caso di condanna e potrà poi rivalersi fino alla metà dello stipendio annuo del magistrato.

Nostro commento: Un giudizio definitivo sulla riforma della giustizia in termini sia di efficienza sia di equità si potrà dare solo a

conclusione dell’intero processo di riforma, cui mancano ancora alcuni tasselli importanti. Nella giusta direzione, nonostante le forti polemiche che hanno accompagnato la sua approvazione, va comunque il disegno di legge anti corruzione, considerato che quest’ultima – secondo le stime di Confindustria – costa al Paese lo 0,8% di PIL all’anno. Secondo le stime del governo, la riforma della giustizia avrà nel 2020 un impatto sul PIL dello 0,1%.

F) REVISIONE DEL SISTEMA FISCALE Il Parlamento il 27 marzo 2014 (legge 23/2014) ha delegato il governo a portare a compimento, entro 12 mesi successivamente prorogati fino al 26 giugno 2015, la revisione del sistema fiscale. Su queste basi il governo ha approvato dieci decreti legislativi.

F1) D.Lgs. sulla riforma del sistema

sanzionatorio (approvato)

In applicazione della delega fiscale, il governo il 22 settembre 2015 ha approvato un decreto legislativo che apporta modifiche al sistema delle sanzioni penali e amministrative. Il decreto porta da 50.000 a 200.000 euro la soglia per i reati di omesso versamento Iva. Anche per la dichiarazione infedele viene innalzata la soglia di punibilità, dagli attuali 50.000 euro di imposta evasa a 150.000. Scompare la soglia di non punibilità del 3% sull’imponibile evaso, che aveva ritardato l’emanazione del decreto. Il decreto, da un lato, riduce le sanzioni per i comportamenti, pur illeciti, che non sono fraudolenti, mentre, dall’altro, inasprisce le sanzioni per i reati più gravi. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 1

F2) D.Lgs. sul riordino della riscossione

(approvato)

Il governo nella stessa seduta del 22 settembre 2015 ha approvato un decreto legislativo che apporta modifiche al sistema della riscossione. Viene ridotto dall’8% al 6% l’aggio per la riscossione (ossia la remunerazione per l’attività di recupero dei crediti), i cui introiti non entreranno più nella disponibilità di Equitalia, ma saranno devoluti interamente alle casse dello Stato. In materia di rateazione viene introdotto il concetto di “lieve inadempimento”, che non fa perdere i benefici della rateazione in caso di inadempienze leggere. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 4

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17 Novembre 2016

F3) D.Lgs. sul contenzioso con il fisco

(approvato)

Sempre il 22 settembre 2015 il governo ha approvato un decreto legislativo su contenzioso con il fisco e interpello. Il decreto, da una parte, punta a dare più spazio alla mediazione tributaria e alla conciliazione giudiziale, estendendo la mediazione agli atti emessi da tutti gli enti impositori e non più solo a quelli emessi dall’agenzia delle Entrate. Dall’altra parte, il provvedimento modifica il sistema degli interpelli, che vengono distinti in cinque tipologie. L’intento è di facilitare i chiarimenti al fisco. Se il fisco non risponde entro i termini, scatta il meccanismo del silenzio-assenso. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 5

F4) D.Lgs. su tax expenditures

(approvato)

Sempre il 22 settembre 2015 il governo ha approvato un decreto legislativo sul cosiddetto “fondo taglia-tasse”, che sarà alimentato dai proventi della lotta all’evasione fiscale e contributiva e dalla revisione delle agevolazioni. Ogni anno il governo dovrà indicare al Parlamento le norme necessarie per eliminare, ridurre o modificare le spese fiscali. Le somme recuperate saranno destinate alla riduzione delle tasse, fra cui in primo luogo quelle sul lavoro. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 1

F5) D.Lgs. sulle agenzie fiscali

(approvato)

L’ultimo dei decreti legislativi approvati dal governo il 22 settembre riguarda l’organizzazione delle agenzie fiscali. Si prevedono concorsi pubblici per venire incontro alla situazione di difficoltà in cui versano le agenzie fiscali e si lavora a una riduzione delle posizioni dirigenziali fino al 5%. Si punta a delineare un modello 2.0 di agenzie fiscali, che dovranno promuovere la digitalizzazione dei processi, favorendo la riduzione dei costi per gli adempimenti sostenuti dalle imprese. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 0

F6) D.Lgs. Internazionalizzazione delle

imprese (approvato)

Il 6 agosto 2015 il governo ha approvato definitivamente, in applicazione della delega fiscale, il decreto legislativo sull’internazionalizzazione e la crescita delle imprese. Il decreto prevede l’applicazione

di regole più chiare e certe per le imprese nazionali ed estere che intendono effettuare investimenti in Italia, per valori non inferiori ai 30 milioni di euro, che comportino un significativo incremento dell’occupazione. Per conoscere il trattamento fiscale le imprese possono rivolgersi preventivamente all’Agenzia delle Entrate L’Agenzia delle Entrate, la quale è tenuta a fornire una risposta scritta entro 120 giorni, che sarà vincolante per cinque anni. In caso di mancata risposta vale la regola del “silenzio assenso”. Il provvedimento contiene anche una norma volta ad incentivare fiscalmente il rientro dei lavoratori qualificati in Italia. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 8

F7) D.Lgs. Certezza del diritto

(approvato)

Il governo il 31 luglio 2015 ha approvato il decreto legislativo sulla certezza del diritto nei rapporti tra contribuente e fisco. Il provvedimento contiene la nuova normativa sull’abuso del diritto, che intende regolare le situazioni in cui il vantaggio fiscale ricavato da una transazione commerciale è illegittimo. Il provvedimento introduce anche alcune regole di adempimento collaborativo (“fisco amico”), in cui per migliorare i rapporti con i contribuenti l’amministrazione finanziaria diventerà consulente d’azienda delle imprese, e delimita la possibilità di raddoppiare i termini di accertamento nei casi di reato penale. Questa misura può avere implicazioni per i reati tributari connessi al rientro dei capitali (voluntary disclosure). PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 4

F8) D.Lgs. Fatturazione elettronica

(approvato)

Sempre il 31 luglio 2015 il governo ha approvato definitivamente, in applicazione della delega fiscale, il decreto legislativo sulla fatturazione elettronica. Dopo la Pubblica Amministrazione, il decreto estende l’uso volontario della fatturazione elettronica al settore privato a partire dall’1 gennaio 2017. In cambio il contribuente ottiene l’abolizione contestuale di alcuni obblighi di comunicazione: lo spesometro (ovvero l’elenco di tutte le operazioni rilevanti ai fini Iva); le operazioni realizzate con i paesi della Black List; l’elenco degli acquisti intracomunitari di beni; l’elenco riepilogativo dei servizi intracomunitari ricevuti. PROVVEDIMENTI ATTUATIVI PREVISTI: 5 Nostro commento:

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17 Novembre 2016

Con i cinque decreti legislativi approvati dal governo il 22 settembre 2015, si esaurisce l’attuazione della delega fiscale, scaduta il 27 marzo 2015 e prorogata al 26 giugno. I provvedimenti emessi dal governo dovrebbero andare nella direzione di migliorare sia l’efficienza del sistema fiscale sia il rapporto tra fisco e cittadini, assicurando la certezza della legge. Sono rimasti però esclusi dall’esercizio della delega alcune importanti misure attese, come la riforma del catasto, l’imposta sui giochi d’azzardo, la tassazione delle piccole imprese, l’esclusione dell’Irap per gli autonomi. Tali provvedimenti potranno però rientrare in successivi atti legislativi. Secondo le stime del governo, la riforma del sistema fiscale avrà nel 2020 un impatto sul PIL dello 0,2%.