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Primo concorso artistico-letterario Il Volo di Pègaso Raccontare le malattie rare: parole e immagini A cura di Paola De Castro e Domenica Taruscio

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Primo concorsoartistico-letterario

Il Volo di PègasoRaccontare le malattie rare:parole e immagini

A cura di Paola De Castro e Domenica Taruscio

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Rivista trimestrale dell’Istituto Superiore di Sanità

Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore responsabile: Enrico Garaci

Redattore capo: Enrico Alleva

Comitato di redazione: Enrico Alleva, Pietro Comba, Paola De Castro, Paola Fattibene, Maria Ferrantini, Alessandro Giuliani, Teodora Macchia, Paolo Pasquali, Giovanni Rezza, Emanuele Scafato, Stefano Vella

Segretaria di redazione: Federica Napolitani Cheyne

Redazione, impaginazione e grafica: Federica Napolitani Cheyne (Coordinamento redazionale), Maria Cristina Barbaro, Cosimo Marino Curianò, Alessandra Fuglieni, Ilaria Palazzesi, Laura Radiciotti

Pubblicazione: gli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità appaiono in fascicoli trimestrali e speciali, preparati e composti dal Settore per le Attività Editoriali dell’Istituto Superiore di Sanità e pubblicati da Editrice Kurtis s.r.l.

Direzione e Redazione: Settore Attività Editoriali, Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena, 299 00161 Roma, Tel.: +39 06 49902945 | Fax: +39 06 49902253, E-mail: [email protected] |www.iss.it/anna

Pubblicato da: Editrice Kurtis s.r.l. Via Luigi Zoja 30 - 20153 MilanoE-mail: [email protected]|www.kurtis.it

Stampato da: Arti Grafiche Istaco s.r.l., Via Arluno 4 - 20010 Casorezzo (Milano)E-mail: [email protected]

ISSN 0021-2571©Istituto Superiore di Sanità 2009

Primo concorso artistico-letterario

Il Volo di Pègaso Raccontare le malattie rare:parole e immaginia cura di Paola De Castro e Domenica Taruscio

Supplemento al Vol. 44, No. 4, 2008degli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità

La Commissione del ConcorsoLaura Mancinelli, Lella Mazzoli, Paola Salvi, Ivo Bomba, Giovanni Berlinguer, Emiliano Mancuso

Hanno contribuito alla realizzazione de “Il Volo di Pègaso”

per il Centro Nazionale Malattie Rare: Domenica Taruscio (Direttore), Stefania Razeto, Fabiola Gnessi, Davide Varì

per il Settore Attività Editoriali: Paola De Castro (Direttore), Egiziana Colletta, Patrizia Mochi, Bruno Ballatore, Luigi Nicoletti, Antonio Sesta, Marco Cornacchia, Luciano Galante, Silvio Cicchinelli

I diritti d’autore di quest’opera sono riservati. Nello spe-cifico sono vietate la riproduzione, anche parziale e in qualsiasi forma (fotocopie, microfilm, ecc.), la ristampa, la traduzione, la trasmissione verbale o radiotelevisiva, la me-morizzazione su mezzi informatici (CD-Rom, impianti di elaborazione dati, ecc.) senza il consenso scritto dell’Istitu-to Superiore di Sanità. Inoltre, anche nel caso di autorizza-zione, la riproduzione di quest’opera, o di una qualsiasi sua parte, è ammessa solo nei limiti stabiliti dalla legge.

Finito di stampare nel mese di febbraio 2009

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Il Volo di Pègaso • III

Presentazione - Enrico Garaci ......................... V

Introduzione - Domenica Taruscio .................. VII Per una chiave di lettura del volume - Paola De Castro e Domenica Taruscio ................ ... IX

PARTE I Opere letterarie Riflessioni sulla lettura dei contributi - Laura Mancinelli .............................1

SEZIONE 1 • Narrativa Il sole che vince sul buio - Roberta Corti .......................... 4 Le grandi industrie farmaceutiche e i piccoli bambini con malattie rare - Giovanni Alfredo Zapponi .......................... 6 Un paio di ali - Silvia Samoggia .......................... 8 La voce degli occhi - Gianluca Moiser .......................... 9 La fine e l’inizio - Vincenzina De Cata ..................... 12 Un campione su quindicimila - Roberto Garofalo ..................... 14 Il filo - Leonardo Notari ..................... 16

SEZIONE 2 • Poesia Tra delicatezza e dramma (urlo di madre) - Daniele Amitrano ..................... 20 La cetra di Orfeo - Tiziana Monari ..................... 21 Oltre - Assunta Abbate ..................... 22 Preghiera per una figlia - Donatella Albergo ..................... 23 Una su migliaia - Roberta Colonna ..................... 24 Pegaso - Luca Masala ..................... 25 Antoine e Michel - Gianstefano Blengio ..................... 26

PARTE II Arti visive D’après - Paola Salvi SEZIONE 3 • Disegno Terra di nessuno - Candida Maria Duarte ..................... 30 Prigionia - Elisa Mayol ..................... 31 Uguale come diverso Istituto di Istruzione Superiore S. Pertini, Campobasso, Classe IV D, Gruppo A ..................... 32 Raro: prezioso - Elena Proietti ..................... 33 Il volo dell’aquilone - Valerio Pasquali ..................... 34 Sarò sano? - Kirill Pannunzi ..................... 35 Vivi sorridendo - Jonathan Torres ..................... 36

Indice del Volume

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IV • Il Volo di Pègaso

SEZIONE 4 • Pittura Le ali del DNA (vetro parlante) - Sergio Barlati ..................... 38 Bones - Elisa Piezzo ..................... 39 Bianco-Sangue - Renata Solimini ..................... 40 Le tre luci - Gian Domenico Renzi ................... 41 Là in fondo, una luce - Ester Ferraris, Luca Quaranta ................... 42 L’albero d’oro - Nora Bosman ..................... 43 Vorrei - Ausilia Elce ..................... 44

SEZIONE 5 • Scultura Radica frassinea - Romualdo Lucà ..................... 46 DNA - Elisa Di Cioccio ..................... 47 La cataratta congenita - Mauro D’Acunto ..................... 48 Sindrome di Down - Giuliano Bove ..................... 49 Pegaso di Anibal Voyer - Fabrizio Tosto ..................... 50 Il polipo - Cristina Bonanni ..................... 51 Speranza - Camilla Malusà ...................... 52

SEZIONE 6 • Fotografia Isolamento - Gianluca Azzalin ..................... 54 Un farmaco orfano - Francesco Cintia ..................... 55 Riflessi di diversità - Federica Viezzoli ..................... 56 Le diversità - Giovanni Pietrantonio ..................... 57 Nessuno è perfetto - Reanna Gumiero ..................... 58 Sphere - Simone Valentini ..................... 59 La speranza - Emanuele Cidonio ..................... 60

PARTE III Sezione giovani Rebecca è speciale - Alice Durante ..................... 62 Allergia alla luce - Marilia Valenza ..................... 63 La solitudine - Tommaso Schwarz ................... 64 Quindici anni fa... - Sara Bertolli ..................... 65 Vi sembro un mostro? - Eleonora Sciullo .................. 66 Gelatite - Lucrezia Lozza ..................... 67 Fragilità - Serena De Caro ..................... 68 L’abbraccio della speranza - Giorgia De Rose ..................... 69 L’albero della vita - Giorgio Galifi Cerquetti ..................... 70 La scala di Seta - Carlotta Tafuro ..................... 71

Elenco dei partecipanti al Concorso ..................... 73 Indice dei nomi dei vincitori ................... 78

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Il Volo di Pègaso • V

Sono particolarmente lieto di presentare la pubblicazione contenente le opere vincitrici del concorso “Il Volo di Pègaso”, il primo concorso artistico-letterario dedicato alle malattie rare. La medicina talvolta dimentica che dietro ogni singola malattia c’è una persona e relega in secondo piano le emozioni, le paure e le speranze di quanti sono costretti a convivere con essa. E il concorso “Il Volo di Pègaso”, io credo, è servito proprio a ricordare ad ognuno di noi che parlare di malattie rare vuol dire parlare, sì, di alterazioni molecolari e sintomi, ma anche di esperienze di vita, di emozioni e di diritti.

Assicurare il diritto alla salute di queste persone significa dunque anche garantire loro spazi di espressione e visibilità. L’impegno dell’ Istituto Superiore di Sanità va anche in questa dire-zione e questo concorso ne è una prova concreta.

Voglio dunque ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il concorso “Il Volo di Pè-gaso”: in primo luogo i partecipanti che con le loro opere hanno contribuito a far conoscere cosa significhi convivere con una malattia rara. Inoltre voglio ringraziare, come presidente di questo Istituto, Domenica Taruscio, direttore del Centro Nazionale Malattie Rare ed idea-trice de “Il Volo di Pègaso”, e Paola De Castro, Direttore del Settore Attività Editoriali, che hanno contribuito in modo fondamentale a renderne possibile la realizzazione.

Enrico GaraciPresidente dell’Istituto Superiore di Sanità

Presentazione

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Il Volo di Pègaso • VII

Quando, qualche mese fa, abbiamo pensato ad un concorso artistico-letterario integral-mente dedicato alle malattie rare, eravamo pieni di dubbi sulla sua riuscita, sul fatto che un tema del genere potesse arrivare a toccare le corde più profonde delle persone. La ma-lattia viene spesso rimossa, nascosta negli angoli più reconditi della coscienza. Il nostro mondo, la nostra società, vive come se essa non esistesse e, cosa ancor più grave, come se milioni di persone con malattia rara non esistessero. Per questo il concorso “Il Volo di Pègaso” è stato così importante: per fare luce su questo universo che vive e reclama visibi-lità e diritti. D’altra parte il nostro concorso si inseriva all’interno di un filone artistico che ha attraversato la storia della letteratura e della storia dell’arte. Da Dostoevskij a Leopardi, da Van Gogh a Munch, l’arte si è spesso nutrita della malattia considerata come occasione straordinaria di introspezione e di conoscenza di sè. C’è la sofferenza, certo, ma c’è anche la possibilità di intraprendere un viaggio metaforico tra le pieghe più nascoste della propria anima. Anche questo, dunque, è stato “Il Volo di Pègaso”.

Non eravamo certi della riuscita del concorso, si diceva, ma decine e decine di persone, di appassionati di scrittura, di pittura, di scultura e di fotografia hanno smentito ogni nostro timore. Nel giro di pochi mesi ci sono infatti pervenuti racconti, fotografie, disegni, pitture, sculture e poesie. E in quel momento abbiamo capito che il nostro simbolo, Pègaso il caval-lo alato, aveva vinto, aveva raggiunto la sensibilità di tante persone che hanno voluto dare forma alla loro idea di malattia rara. Ed allora vogliamo ringraziare uno per uno i parteci-panti di questo primo concorso artistico. Tutti coloro che hanno dedicato parte del proprio tempo alla realizzazione di un’opera hanno infatti contribuito a dare visibilità e dignità alle centinaia di migliaia di persone che convivono con una malattia rara.

Ciò che più sorprende scorrendo le opere in concorso, è l’eterogeneità dei punti di vista con cui è stato affrontato il tema della malattia. C’è la solitudine e la sofferenza, certo, ma c’è anche la solarità, la speranza e la richiesta di dignità, c’è persino l’allegria, sano contraltare all’eccesso di pietismo. E c’è soprattutto la vita. Perchè in fondo di questo si parla: di per-sone che reclamano il diritto ad un vita piena e il più possibile serena.

Un ringraziamento particolare va ai giovani, spesso giovanissimi, partecipanti de “Il Volo di Pègaso”. Lo sguardo dei bambini ha il grande dono di sdrammatizzare anche le situazioni più difficili, di rendere prossimo anche ciò che sembra distante e inavvicinabile.Oggi, quindi, è un giorno importante per le persone con malattia rara e per quanti ne con-dividono le difficoltà quotidiane e i problemi. E domani, potrà essere un giorno diverso. Questo concorso ci ha infatti dato una nuova spinta a lavorare con sempre più impegno e passione.

Introduzione

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VIII • Il Volo di Pègaso

Un ringraziamento particolare va al Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Enrico Garaci. Fin da subito entusiasta del concorso, il Prof. Garaci ha colto immediatamente il senso profondo di questa esperienza e ci ha sostenuto senza riserve. Un grazie va inoltre a Paola De Castro, direttore del Settore Attività Editoriali dell’Istituto Superiore di Sanità e al suo staff che ha coordinato le attività del concorso “Il Volo di Pègaso” insieme al Centro Nazionale Malattie Rare.

Domenica TaruscioDirettore del Centro Nazionale Malattie Rare, Istituto Superiore di Sanità

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Il Volo di Pègaso • IX

Gli elaborati qui riprodotti, rappresentanti i vincitori del Concorso, sono suddivisi nelle sei se-zioni previste dal bando: narrativa, poesia, disegno, pittura, scultura, fotografia. In ogni sezione sono presentati i sette elaborati che hanno ottenuto la migliore valutazione da parte della Com-missione giudicatrice esterna all’Istituto Superiore di Sanità, in ordine di punteggio: appaiono per primi i lavori che hanno ottenuto la valutazione più alta. I parametri valutativi hanno tenuto conto dei seguenti criteri: interpretazione (attinenza al tema del concorso e capacità di interpre-tarne il senso); originalità (capacità creativa e di astrazione relativa al tema in concorso); capacità comunicativa ed emotiva (forza dell’opera di comunicare emozioni). Inoltre, per la sezione let-teraria sono stati considerati anche la forma e lo stile (tecnica narrativa per i racconti e lirica per la poesia) mentre per le arti visive sono state considerate la tecnica (fattura artistica, pittorica o fotografica) e la capacità di sintesi (raccontare il tema in un singolo disegno, scultura o pittura o un singolo scatto fotografico).

Tuttavia, in un concorso di questo tipo è molto difficile parlare di vincitori: in effetti la scelta non è sempre stata facile, non solo per le tematiche trattate, ma anche considerando che molti contributi sono stati elaborati da persone, giovani e meno giovani, anche direttamente colpiti da malattie. Per questo motivo, a conclusione dell’attività della Commissione, ci è sembrato impor-tante dare un riconoscimento a parte alle opere dei più giovani; abbiamo così creato una sezione apposita per ospitare quegli elaborati che pur non essendo tra i primi sette di ogni sezione, ci sono sembrati meritevoli di pubblicazione. La Sezione dedicata ai più giovani, inserita a conclu-sione del volume, ospita dunque alcuni lavori eseguiti da bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni di età, afferenti alle sezioni narrativa, poesia, disegno, pittura e fotografia; nessuna opera di scultura è stata presentata al concorso da bambini o ragazzi di età inferiore ai 18 anni.

Per doveroso riconoscimento a tutti coloro che hanno inviato un loro contributo (bambini, ra-gazzi, adulti, insegnanti, madri, padri, figli, parenti e amici di persone che vivono o hanno vissuto l’esperienza della malattia), abbiamo anche inserito un elenco dei nomi di tutti i partecipanti al Concorso i cui elaborati sono stati raccolti in un volume fuori commercio donato loro in occa-sione della Giornata ufficiale della premiazione: 27 febbraio 2009.

A conclusione di questa prima, emozionante, esperienza del concorso artistico-letterario “Il Volo di Pegaso”, è più che mai necessario ringraziare i membri della Commissione esaminatrice, qualificati professionisti e rappresentanti del mondo accademico, scientifico, artistico e letterario, che hanno dedicato il loro tempo prezioso ad una attività tanto diversa da quelle abitualmente svolte, nonché le Associazioni di Pazienti che hanno sostenuto e promosso l’iniziativa e tutte le persone, i colleghi e gli amici, che a vario titolo hanno contribuito con impegno ed entusiasmo a questo primo “Il Volo di Pegaso”, il cui successo fa già pensare a nuove edizioni del concorso.

Paola De Castro, Direttore del Settore Attività Editoriali Domenica Taruscio, Direttore del Centro Nazionale Malattie Rare

Per una chiave di lettura del volume

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PARTE I Opere letterarie

Riflessione sulla lettura dei contributi“Credevo che fosse un lavoro tranquillo, invece la lettura dei contributi soprattutto delle prose, per le quali ho forse una competenza e una capacità di giudizio maggiore, mi ha coinvolta profondamente e spesso turbata. Forse perché anche io appartengo alla schiera degli infelici colpiti da malattia di cui non si conoscono le cause, una Sclerosi Multipla che mi ha tolto l’uso delle gambe dall’ottobre del 1994, togliendomi la possibilità di camminare e nuotare in mare come piaceva a me.Per il resto la malattia, giunta improvvisa e con una poussée violentissima, è stata piuttosto clemente perché mi ha lasciato la possibilità di leggere, scrivere e pensare, che sono parte integrante della mia esistenza. Leggendo i contributi dei concorrenti mi sono sentita coin-volta in sofferenze molto maggiori della mia, che spesso mi hanno lasciato il cuore pieno di angoscia e la mente offuscata dalla tristezza. Mi sono trovata di fronte a realtà a dir poco sconvolgenti”.

Laura MancinelliScrittrice, membro della Commissione giudicatrice del Concorso

Il Volo di Pègaso • 1

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SEZIONE 1 • Narrativa

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4 • Il Volo di Pègaso

È una sera di metà aprile, un venerdì, fuori piove e fa freddo, un colpo di coda dell’inverno, quadro perfetto per quanto sarebbe accaduto da lì a breve.Sono insolitamente molto stanca, preparo la cena che consumo con i miei due figli (mio marito arriverà più tardi), facciamo progetti per il fine settimana che ci aspetta, ma soprat-tutto organizziamo le vacanze pasquali ormai alle porte. Pensiamo di andare al mare con il nostro camper, i bambini sono entusiasti, mi chiedono se possono portare tutte le uova di Pasqua che gli hanno regalato e insieme cerchiamo di indovinare le sorprese che po-trebbero contenere. Sì, la settimana che incomincerà sarà corta perché da giovedì le scuole chiuderanno per un lungo tempo. Ridiamo, scherziamo e sogniamo le belle giornate che ci aspettano, ma improvvisamente un dolore fitto, molto forte, mi prende il petto, un dolore che mi trafigge, mi fa mancare il respiro, impallidisco tanto che i miei bambini si accorgono subito che qualcosa non va, si spaventano, cerco di tranquillizzarli, ma il dolore non passa, diventa sempre più forte, sono un’infermiera professionale e so che è successo qualcosa di grave, penso subito ad un infarto.Chiedo a mio figlio di chiamare il 118 e mio marito, a mia figlia di aiutarmi a preparare un pigiama. Il loro sguardo impaurito, perso, è l’ultimo ricordo che ho prima della parten-za dell’autoambulanza. Arrivo in pronto soccorso, stranamente non c’è nessuno in attesa, mi sono tutti adosso: esami, ECG, ecocardiogramma e poi la TAC… continuo a chiedere perché non mi portano in Unità Coronarica, perché la TAC… non è forse un infarto?? Le mie colleghe cercano di tranquillizzarmi, mi dicono anche qualche bugia… poi eccoli: il cardiologo, l’anestesista e la diagnosi “Dissecazione dell’aorta di tipo A”.Non c’è tempo, devono sedarmi e cercare al più presto una cardiochirurgia pronta ad inter-venire. Piombo nel buio, nella disperazione ma è solo per un breve tempo (meglio così) poi il lungo sonno. “Mamma mamma svegliati ti supplico svegliati…” è una voce che dapprima mi arriva non ben chiara, poi quasi ovattata, poi a poco a poco si avvicina, si fa più forte … ora la riconosco è quella di mio figlio, cerco di aprire gli occhi, ma la luce è acceccante e me lo impedisce, cerco di tendergli una mano ma sono legata, cerco di parlare ma qualcosa in bocca me lo impedisce.Cosa è successo? Dove sono? ho paura… ma la voce di mio figlio è vicina, lo sento e mi tranquillizza, sono più calma adagio riesco a socchiudere le palpebre e riesco a distinguere i lineamenti di Luca e poco più in là quelli di mio marito. Non so per quanto tempo riesco a focalizzare le due figure, sono stanca e gli occhi si richiudono. Solo più tardi mi sveglio com-pletamente, di fianco a me c’è un medico che mi calma, mi spiega che sono in ospedale, sono intubata e mi racconta ciò che è successo e mi sorprendo di aver “dormito” per quattro giorni. Non sono proprio stata una paziente modello per questo sono stati costretti a contenermi. Da quel momento inizia una dura lotta per risalire la china, ma sono viva, sono cosciente e ho sempre i miei cari al mio fianco. Dopo una settimana di terapia intensiva mi trasferiscono in reparto, mi guardo allo specchio e faccio fatica a riconoscermi: i capelli in disordine, il viso

Il sole che vince sul buio

SEZIONE 1 • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 5

pallido e tirato, poi quel terribile taglio che divide in due il mio torace… è la disperazione! Ma ho due figli che hanno bisogno di me non posso piangermi adosso, chiedermi perché proprio a me… devo reagire, devo lottare per tornare ad essere me stessa. È una strada lunga piena di difficoltà, di dolore, di paura ma ce la faccio e dopo quaranta giorni torno a casa. È una giornata di maggio: il cielo è azzurro, il sole splende caldo, le rose in fiore, tutto mi dice che mi è stata data una nuova vita. È questo sole che mi accompagna sempre, che mi fa gioire della quotidianità, che mi ha sorretto tre anni dopo quando sono stata sottoposta ad un altro intervento di cardiochirurgia, che mi ha aiutato ad accettare la diagnosi di Sindrome di Marfan, che dà luce e calore alle giornate buie. La vita è un dono meraviglioso e ho imparato a viverla appieno a casa e al lavoro cercando di trasmettere in ogni momento della giornata qualcosa di positivo.

Roberta Corti

SEZIONE 1 • Narrativa

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6 • Il Volo di Pègaso

Mr. Scrooge, direttore proprietario della Multinational Magnum-Pharma Enterprise, in quel giorno era molto felice. Le largamente diffuse recenti notizie sull’insorgenza di nuove e perico-lose tipologie di influenza provenienti da paesi lontani avevano creato una grande paura nella popolazione mondiale e, di conseguenza, incrementata a livelli mai prima raggiunti la vendita di vari farmaci che, pur non essendo specifici per la nuova malattia, erano considerati in qualche modo protettivi. La grande richiesta di questi farmaci ne aveva portato la disponibilità quasi ad esaurimento. Le recenti entrate dell’industria di Scrooge erano arrivate a più di dieci milioni di dollari e continuavano a crescere. Scrooge convocò immediatamente i suoi esperti di farma-cologia e i suoi consiglieri economici per definire al meglio le strategie future. Diede l’ordine di dedicare tutte le energie alla produzione di farmaci contro l’influenza, tralasciando le altre produzioni. Quasi tutti i partecipanti si dichiararono d’accordo. Tuttavia, il Dr. Schustar, il più giovane dei suoi ricercatori, operante in un piccolo laboratorio in una filiale secondaria dell’ente, ebbe il coraggio di presentare un’obiezione, chiedendo il permesso di continuare le sue ricerche sul nuovo virus (HBR), causa di una grave malattia infantile, scarsamente nota, molto rara e con una sopravvivenza molto limitata. Scrooge chiese subito l’entità dell’incidenza di questa malattia, che Schustar indicò essere dell’ordine di una o due decine per milione. Il Dr. Schone, direttore dell’ufficio economico, osservò immediatamente che i possibili guadagni raggiungibili con la ven-dita di farmaci per la cura di una malattia così rara sarebbero stati minimali e che quindi questa attività doveva essere interrotta.Schustar replicò che suoi studi sulle possibili terapie erano ormai vicini a un buon risultato, presentò varie pubblicazioni scientifiche sull’argomento che erano state molto apprezzate, e concluse sottolineando che un’industria già così ricca poteva ben prendersi carico di attività non molto remunerative economicamente, ma certamente importanti dal punto di vista etico, e rientranti nella missione della Magnum-Pharma Enterprise, il cui motto era “We are working for the health of all people”. Fu comunque deciso che gli studi sul virus HBR dovevano essere interrotti. Schustar tornò al suo laboratorio e con tristezza guardò i suoi strumenti, le sue pubblicazioni e la lettera di encomio, ricevuta dall’università di maggior rilievo nell’ambito delle ricerche che sino ad allora erano state lo scopo principale della sua vita. Si sedette nel suo piccolo studio e scrisse le sue dimissioni. Mentre stava finendo, squillò il suo telefono: la madre di un bambino con il virus lo chiamava per sapere se vi erano nuove speranze, e nella sua voce si percepiva un pianto discreto. Schustar si sentì ancora più in crisi. Le rispose che si trovava in un momento molto difficile, ma che comunque avrebbe fatto del suo meglio perché era suo dovere. Chiuse la sua stanza e il suo laboratorio e diede addio al piccolo mondo in cui era vissuto per molti anni. Passò un mese e a Scrooge accadde qualcosa di nuovo e brutto. La sua figlia aveva bisogno di aiuto: Peter, il suo bambino, nipotino preferito di Scrooge, era affetto da una malattia strana che i vari medici consultati non avevano ancora identificato.Tuttavia, dopo qualche tempo, un anziano professore, a cui era stato richiesto un parere,

Le grandi industrie farmaceutiche e i piccoli bambini con malattie rare

SEZIONE 1 • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 7

chiamò la signora dicendo che esaminando con cura la letteratura scientifica pertinente aveva trovato che gli unici studi importanti sulla patologia e le possibili terapie del nipote di Scrooge erano stati effettuati proprio alla Multinational Magnum-Pharma Enterprise, da un certo Dr. Schustar.Scrooge, disperato, usò tutte le sue risorse per contattare il ricercatore che aveva praticamente estromesso e che sembrava introvabile. Finalmente venne a sapere che Schustar lavorava in una piccola università in cui aveva potuto proseguire i suoi studi, sia pure con scarse risorse. Schustar stava terminando una sua lezione sulle patologie rare, quando vide Scrooge entrare in fondo all’aula. Il suo ex gran capo gli si avvicinò con timidezza, umilmente. “Ho sbagliato tante cose, ma ora ho bisogno del tuo aiuto, ti prego, perdonami”. Il giorno dopo Schustar era all’ospedale dove era ricoverato Peter. Lo carezzò e gli parlò con voce tranquilla: “Forse non mi capisci perché sei piccolo piccolo, ma voglio dirtelo lo stesso. Qualche settimana fa è stata sperimentata la terapia che sono riuscito a scoprire. Ha funzionato e i bambini curati ora stan-no molto meglio. Se lavoriamo insieme ce la faremo, vedrai”. Il nipotino di Scrooge gli sorrise e gli tese le mani per essere preso in braccio. Attualmente la Multinational Magnum-Pharma Enterprise ha una importante sezione sulle patologie rare dei bambini, riconosciuta come una delle migliori esistenti. Ha anche un giardino molto bello, dove spesso Peter, Scrooge e Schustar giocano insieme.

Giovanni Alfredo Zapponi

SEZIONE 1 • Narrativa

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8 • Il Volo di Pègaso

La storia che vi voglio raccontare inizia una mattina come tante altre, in una piccola ma gra-ziosa casetta di montagna. Giorgi è seduta sulla sedia a rotelle e ammira incantata il paesaggio, quando arriva la nonna che l’accompagna a tavola per la colazione. Il nonno legge il giornale, la nonna scalda il latte e Giorgi sogna ad occhi aperti un’avventura fantastica. Giorgi vive con i suoi nonni da quando si è trasferita, prima abitava in una grande città, non aveva amici perché tutte le sue compagne di 11 anni la prendevano in giro a causa di quell’in-gombrante sedia a rotelle. Ora invece ha tanti amici che sono gli uccellini. Come ogni mattina dopo colazione apre la porta ed esce in giardino. L’erba bagnata dalla rugiada scintilla alla luce di quella splendida mattina e crea un paesaggio da sogno. La bambina spingendo a fatica la sedia a rotelle sull’erba arriva in un prato ricolmo di fiori. In mano ha un sacchettino rosso, lo svuota su una lastra di marmo: ne cadono fuori chicchi gialli, è mangime per uccelli. Subito arrivano in picchiata tre passeri che iniziano a beccare il marmo. Tutt’intorno è silenzio, si odono solo le risate felice di Giorgi che accarezza un passerotto. Poi i tre volano via, volano su un albero, un’alta quercia dalla quale si sentono i cinguettii dei piccoli affamati. Giorgi osserva sorridendo, il suo sogno è spiccare il volo insieme a loro, volteggiare lontano, volare via da quella sedia a rotelle. Purtroppo è un sogno impossibile visto che lei non sa neanche cammi-nare. Come tutti i giorni si avvicina alla quercia e canta una breve strofa che riguarda il suo sogno di volare. Un alito di vento scuote le foglie della quercia e lascia filtrare fasci di argentea luce che creano arcobaleni sull’erba. Giorgi sfiora la corteccia rugosa dell’albero che brulica di formichine e sospira. Come per incanto da un arcobaleno prende vita un esserino con due ali, che si libra lasciando cadere una polverina magica, che quando tocca il suolo fa crescere colorati fiori. La creatura è una meravigliosa fata, che subito si posa sulla mano di Giorgi. Lei incredula, sbalordita, ha il cuore che batte a mille per l’emozione. La fata fa un inchino e dice con una vocina cristallina: “Ciao! Sono Aria ho sentito il tuo desiderio di volare e sono qui per soddisfarti!”La minuscola fatina schiocca le dita e subito appare un paio di lucenti ali. Giorgi è al culmine della gioia, il suo sogno impossibile si è finalmente avverato! Le ali si attaccano alla sua schiena e lei viene sollevata dolcemente dalla sedia a rotelle, inizia volare, il vento le sfiora i lunghi capelli, lei osserva le cime degli alberi diventare sempre più piccole fino a divenire un minuscolo puntino sotto di lei, le nuvole la circondano creando il paesaggio dei suoi sogni e finalmente vola felice insieme agli uccellini e alla sua fatina.

Silvia Samoggia

Un paio di ali

SEZIONE 1 • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 9

Quante ne aveva viste, all’interno dei suoi possenti muri. Quante vite, quante famiglie, quante voci aveva nel cuore.Ma adesso era vecchia, si sentiva alla fine. Ogni gesto, ogni emozione le pareva un enorme macigno da portare. Non aveva più energie, non più forze. Era stata una splendida villetta signorile del primo Novecento, a due piani, con portone d’ingresso fiancheggiato da due piccole colonne e sormontato da un frontoncino. Le finestre avevano persiane di legno bianche che spiccavano sul colore giallastro, ormai sporco, dell’intonaco. Il tetto, piuttosto alto, nascondeva due piccoli abbaini. Era stata una gran bella casetta, ma ora era vecchia. Nessun lifting, nessun restauro: era ancora in grado di difendere dal freddo i suoi ospiti, sì, ma sentiva il peso dei suoi anni sempre di più. Sognava di restare da sola e di lasciare chiuse le sue finestre per sempre, di addormentarsi finalmente, lei che non si era mai addormentata in vita sua. C’erano sempre stati rumori, voci. E poi bisognava controllare che il fuoco del camino non bruciasse il tappeto della sala, che l’acqua del rubinetto che gocciolava non allagasse la cucina, che le finestre fossero ben chiuse quando c’era un temporale. Se non lo erano, le faceva sbattere fragorosamente, finché qualcuno correva a chiuderle. Era davvero faticoso essere una casa scrupolosa e previdente!Da un po’ di tempo era venuta ad abitare una nuova famiglia: una coppia giovane e simpatica e la loro bambina, Anna. Come tutti i precedenti inquilini avevano portato nuovi mobili e facevano il solletico ai suoi vecchi muri piantando in essi chiodi per sorreggere dipinti e foto-grafie, quasi tutte della piccola.Ma ben presto la casa si accorse che Anna non era come gli altri bambini che aveva visto muo-versi nelle sue stanze. Anna non parlava. Riusciva a capire ciò che le altre persone dicevano, ma quando provava a fare altrettanto, cioè a parlare, dalla sua bocca uscivano suoni strani e rauchi che la gente non comprendeva. Così quasi tutti erano convinti che Anna non capisse e che vivesse in un mondo tutto suo, un mondo sconosciuto che a qualcuno faceva addirittura paura. In realtà il suo mondo era ad un passo da quello degli altri, se solo gli altri avessero potuto interpretare i suoi sgradevoli suoni. I genitori avevano condotto Anna da molti medici e psicologi ma non era servito a nulla: Anna non riusciva a parlare.Così la bambina se ne stava intere giornate a fissare il vuoto. Le sue gambe e le sue braccia erano divenute deboli da quando non correva e non giocava più, perché gli altri bambini la evitavano.Una notte, mentre fissava la finestra della sua cameretta da cui entrava la luce argentata della luna, Anna sentì una voce. “Non avresti voglia di parlare un po’ con me? ”Anna non si spaven-tò e domandò, nel suo strano linguaggio: “Chi sei?”“Sono la casa, chi credi che sia?” Anna era eccitata: qualcuno aveva compreso la sua domanda! “Ma tu riesci a capirmi? No, non è possibile: nessuno riesce a capire quello che Anna vuole dire!” “Senti, bambina, io non sono “nessuno”: sono una casa di buona cultura e piuttosto affabile: sono in grado di parlare con chi voglio. Vedi, in realtà noi due non stiamo parlando con la bocca. Io, poi, non ho nemmeno una bocca, come potrei? Eppure comunichiamo lo stesso: le

La voce degli occhi

SEZIONE 1 • Narrativa

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10 • Il Volo di Pègaso

nostre menti, i nostri cuori comunicano, tanto che ci sembra di parlare, come in genere le persone fanno tra di loro. Ora stai attenta a quello che ti dico: quando vuoi comunicare con qualcuno, guarda nei suoi occhi, come poco fa hai fatto con me. Le mie finestre infatti sono i miei occhi, e vedono, anche attraverso le tende bianche che tua madre ha messo, vedono la tua annità”. “La mia cosa?” chiese la bambina. “La tua annità. Come è Anna dentro, come è davvero, quello che pensa in questo preciso momento. E tu ora stai vedendo la mia casità”. Anna rise divertita. “Ti svelo un segreto: se ascolti la voce degli occhi, puoi parlare anche con gli animali. Sapessi quante cose sanno, quante ne capiscono. Gli uomini nemmeno se l’immaginano! Ecco, ora hai imparato un nuovo modo di comunicare. E devi usarlo, perché non puoi certo passare la vita a parlare con una vecchia casa”. Anna decise che avrebbe provato.Ogni giorno, da allora, si svegliava con l’intenzione di guardare negli occhi qualcuno per par-lare con lui, ma quando si trovava di fronte alle persone temeva che dalla sua bocca uscissero i soliti suoni incomprensibili e così taceva. E la notte tornava a parlare con la casa.Passarono alcuni mesi. “Anna, ormai dobbiamo salutarci”, disse una notte la casa.“Proprio così, per me è arrivato il momento di riposarmi, finalmente”. La voce della casa era gioiosa, ma più debole del solito. “Mi dispiace per te e per i tuoi genitori, ma presto dovrete fare un altro trasloco”. Anna non capiva cosa la casa volesse dire, ma istintivamente accarezzò i muri e iniziò a piangere. “Sai, ci sono case molto più vecchie di me che sono ancora in pie-di, altre più giovani non ci sono più. Non si può dire quanto possa vivere una casa, ma lei sa quando è giunto il suo momento. Non devi piangere: è giusto così.” La casa non aveva la forza di aggiungere altro e si limitò a muovere dolcemente la porta della camera. “Io ti voglio bene, sei la sola che comprende le mie parole. Non puoi andartene!” La porta sbatté di nuovo. La casa faceva ormai sempre più fatica a parlare. “Faranno dei lavori: papà farà sistemare i muri. Tornerai come nuova. Avrai scale nuove, mattoni nuovi”. “Sono stanca, Anna. Non voglio più vivere, è diventato troppo faticoso per me”.In quel momento entrò nella camera la madre di Anna, preoccupata dal rumore della porta e soprattutto dal fatto che la bambina senza rendersene conto gridava e piangeva. Anna corse tra le braccia della madre. “Per me, deve vivere per me!” Improvvisamente ripensò a quanto la casa le aveva insegnato e capì che era giunto il momento di provarci davvero. Guardò la mamma negli occhi, inducendola a fare altrettanto. La madre provò una straordinaria gioia: per la prima volta ebbe l’impressione di comprendere le parole della figlia. Sì, sentiva quello che le diceva. “La casa sta morendo, mamma!” La donna, attratta dalla luce che filtrava, volse lo sguardo verso la finestra della stanza e la casa le parlò. In un istante capì ogni cosa e strinse a sé la piccola, mentre le lacrime bagnavano i suoi occhi. “Non può fare nulla per restare con te. Con noi”. “Ha capito che il suo percorso è finito. La porta sbatté ancora, debolmente, con riconoscenza. La madre di Anna stava rendendo più facile l’addio. Improvviso, si udì una specie di gemito e tutte le porte della casa iniziarono a sbattere contemporaneamente, con un movimento convulso. Furono istanti terribili, infiniti. Poi più

SEZIONE 1 • Narrativa

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nulla. Una straordinaria pace. La casa si era finalmente addormentata. E prima di addormen-tarsi per sempre aveva insegnato ad Anna a comunicare con gli altri.Qualche tempo dopo la bambina e i suoi genitori si trasferirono in una nuova casa, moderna e bianca. Il vecchio edificio del primo Novecento infatti cominciava a cadere a pezzi e poteva addirittura essere pericoloso abitarvi.Per Anna era iniziata una nuova vita: ormai guardava negli occhi la gente. Non tutti ricam-biavano il suo sguardo: pazienza! Ma chi lo faceva capiva il significato dei suoi strani suoni e imparava a parlare con lei, a capirla. A capire la sua annità.

Gianluca Moiser

SEZIONE 1 • Narrativa

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12 • Il Volo di Pègaso

Il sole è già alto e fa caldo. La mattinata conferma la bella stagione. Forse non dovrei uscire con Chiara che è così piccola, ma è troppo forte l’orgoglio che sento per tenere la sua bellezza solo per me. Per questo motivo sono venuta nel mio paese nativo: voglio che la vedano tutti, parenti, amici, conoscenti e non. Voglio che le riempiano di complimenti e di auguri. Eh, sì, Chiara è proprio una bella bimba; ha solo due settimane di vita, ma è veramente una sintesi di perfezione. Ha un corpicino proporzionato e un visetto da bambola che racchiude due vivaci occhi grigio-verdi, un nasino a patata e una bocca a cuore. E poi mangia bene e dorme sempre puntuale e godereccia.Cosa posso desiderare di più? Ci prepariamo con cura e usciamo. Scelgo di percorrere il viale principale del paese perché questa è la sua prima uscita ufficiale. Sono molto serena e altret-tanto lo è Chiara visto che dorme beata e sorride nel sonno. L’ora è giusta per la passeggiata e sento che l’atmosfera è gradevole. Improvvisamente avverto qualcosa di strano: non c’è nes-suno per strada. Non incontriamo anima viva per tutto il viale, fino alla piazza del municipio che rappresenta il centro vitale del paese. Il mio paese ha spesso abitudini un po’ strane, ma questa situazione le supera tutte. Nonostante ciò, sono sempre tranquilla. Decido di sedermi sulla panchina che fronteggia il grande palazzo municipale. Questo posto è stato sempre il mio preferito, sin da piccola, e mi piace abbandonarmi ai ricordi: il percorso che facevo per andare a scuola, i miei compagni, le uscite della domenica…Le emozioni si susseguono e si accavallano velocemente e non mi rendo conto del tempo che passa. Immersa nei miei pensieri non mi accorgo delle tre donne apparse all’improvviso, dietro di me. Sono così colta di sorpresa che non riesco a focalizzare bene le loro persone e soprattutto i loro visi. Sono vestite di scuro e parlano insieme; parlano, parlano, con una va-langa di parole. Sembrano fare complimenti, dare saluti da parte di qualcuno, ma le parole si accavallano tanto che non riesco a capire bene cosa dicano. E, solo per convenienza, rispondo con un grazie. Improvvisamente sento che qualcosa nella situazione mi sta sfuggendo e ciò mi disorienta. Il disorientamento si trasforma in inquietudine. Perché due delle donne si sono avvicinate troppo a me e mi stanno quasi addosso? Perché cercano di distrarmi dall’attenzione che tento di mantenere per la carrozzina e per Chiara? Perché stanno nascondendo la terza donna? Cosa sta succedendo? L’inquietudine ora è diventata un fastidio fisico e il fastidio in paura per la bimba. Non vedo più Chiara! Quelle donne mi “impediscono” di vedere Chiara e ciò mi sta terrorizzando.Con uno strattone allontano le due donne e così vedo meglio la terza donna: è china su Chiara e la sta ripetutamente sul corpo, sul viso. Tali movimenti sarebbero normali se non fosse per lo sguardo feroce e il sogghigno che ravviso sul volto della donna. Cosa sta tentando di fare alla mia bimba? Se vuole farle del male non glielo permetterò! Strattono anche lei, afferro la carrozzina e mi allontano più in fretta possibile. Le tre donne ora si guardano compiaciute (ma di che cosa?) e come se niente fosse, camminando lentamente si allontanano dalla piazza a braccetto. Ormai lontana dovrei sentirmi più al sicuro, più tranquilla, invece sento ancora un

La fine e l’inizio

SEZIONE 1 • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 13

forte pericolo! Allora mi fermo e sposto il piccolo lenzuolo dal corpo di Chiara per controlla-re che stia bene e che stia dormendo. Il cuore quasi mi si ferma: i suoi occhi sono sbarrati, mi guardano impauriti, terrorizzati, perché la sua piccola bocca si sta velocemente ritraendo. Oh mio Dio, cosa le sta succedendo? In pochi secondi non ci sono più quelle belle labbra rosee, ma delle pieghe informi! Sono terrorizzata, ma voglio salvare la mia bimba. Devo fermare que-sto movimento incessante! Tento di trattenere con le dita quello che rimane ancora fuori della bocca, ma non ci riesco. I miei occhi corrono lungo il lato interno della carrozzina e scorgono la spilla da balia decorata che trattiene il ciuccio. La stacco freneticamente perché voglio usarla per fermare l’implosione”. Nonostante il raccapriccio mi faccio forza e infilo nelle tenere carni la spilla sperando che questo gesto estremo possa salvare la vita alla mia bimba. Per un attimo mi pare di avercela fatta! Invece, il risucchio continua inesorabile: ormai al posto della bocca c’è solo un buco nero che pare stia risucchiando il resto del viso.Ogni speranza è sparita e la violenza di tale improvvisa consapevolezza mi fa sentire un colpo al cuore tanto forte da farmi male fisicamente. È il dolore di una madre disperata. E allora urlo, urlo, urlo! “Enza! Enza! Svegliati! Su, non piangere più! È solo un sogno!”. La voce calda e rassicurante di Francesco, mio marito, mi riporta bruscamente alla realtà. È stato tutto un sogno, un brutto sogno! Ho realmente urlato nella notte e ora sto ancora piangendo di un pianto disperato. È così vivo in me quel dolore da farmi ancora tanto male il cuore. Tento di allentare la tensione guardando e riguardando i particolari della mia camera, ma soprattutto osservo con attenzione la culla vicino al mio letto. Chiara è lì, vicino a me, che dorme beata e tranquilla. Mi alzo dal letto per guardarla meglio, più da vicino, e soprattutto toccarla. Il suo visetto è sereno e la sua bocca accenna un sorriso, il sorriso dell’innocenza. Ora sono tranquil-la perché l’incubo è finito. Domani sarà un altro giorno e ciò che ho appena vissuto diventerà certamente solo l’esperienza inconscia di una notte. Chiara ora ha venti anni e ne sono sempre orgogliosa. È sempre una bella ragazza: i suoi occhi sono vivaci, espressivi, la sua bocca a cuore, morbida e sempre sorridente. Ma non ha mai parlato! Chiara è affetta da una grave malattia rara, la sindrome di Rett. La fine dell’incubo di quella notte è stata solo l’inizio di un altro.

Vincenzina De Cata

SEZIONE 1 • Narrativa

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14 • Il Volo di Pègaso

Enrico dormiva oramai da più di un’ora e Filippo stava concludendo il suo lavoro.Si, perché Filippo si portava il lavoro a casa, lo faceva perché così poteva passare più tempo con Enrico.Più tempo per giocare, più tempo per parlare, più tempo per stare insieme (anche in silen-zio) più tempo per espletare tutte quelle attività che erano necessarie per la vita di Enrico… già, perché Enrico doveva andare agli allenamenti, doveva andare in piscina, doveva andare in palestra e doveva pure studiare!!! Erano già passate le 24 e Filippo iniziava il suo giro di ricognizione, lo faceva ogni sera da 4381 giorni…giorno più, giorno meno… era il suo rito prima di andare a dormire gli piaceva andare a salutare il suo piccolo cucciolotto, così si di-lettava chiamarlo.Arrivato davanti la porta della camera di Enrico – lo si capiva per l’enorme scritta di quelle con i personaggi famosi dei cartoni della Walt Disney – Filippo la aprì e subito un raggio di luce accecante illuminò il volto del suo piccolo grande eroe… si perché Enrico non era un bimbo normale, era un bimbo speciale, Filippo lo chiamava il suo “Piccolo Willy”, erano 4381 giorni che lo chiamava così ed a loro piaceva molto e piaceva pure a Matilde, la mamma di Enrico.Enrico era speciale perché la natura aveva deciso di dargli un ingrato compito: convivere con la mancanza di una piccola, piccolissima, minuscola, microscopica, impercettibile porzione del cromosoma 15.La natura aveva deciso che era arrivato il suo momento: era il prescelto tra 15 000 bambini. Enrico era un bimbo speciale perché il suo esile corpicino era sempre in riserva energetica, non aveva la forza di correre come voleva e come facevano gli altri,ma Enrico era speciale perché lui era il portiere di una grande squadra di calcio! Si, perché non potendo correre aveva deciso di partecipare al gioco guardando la partita da lontano ed intervenendo solo nelle situazioni necessarie… quando c’era da salvare il risultato! Enrico era un bambino speciale perché non poteva ingozzarsi, come facevano i suoi amici e questo si ripeteva oramai da 4381 giorni… giorno più, giorno meno… da quando era piccino. Enrico era perennemente a dieta, ma lui era speciale proprio per questo perché la sua volontà era più forte di qualsiasi vicissitudine, perché lui non si tirava mai indietro, perché come tutti, qualche volta sgarrava e si faceva prendere la mano dal cibo, così mangiava un pò più del normale. Ma egli era speciale perché al pasto successivo era pronto a triplicare la rinuncia ed era speciale perché era riuscito a contenere il suo peso corporeo. Si, perché se gli altri ingrassavano lui ingrassava ancora di più e quindi tutto per lui era più difficile. Filippo era orgoglioso del suo Enrico che era un bambino speciale perché era il beniamino dei suoi compagni, il suo narcisismo infatti lo portava ad avere una cura maniacale della sua per-sona, non aveva mai un capello fuori posto non aveva mai una camicia sgualcita, non aveva mai un pantalone fuori moda e le ragazze impazzivano per lui per quel ragazzo dai lunghi capelli biondi e dagli occhi azzurro cielo. Enrico era un bambino speciale perché sin da piccolo lui

Un campione su quindicimila

SEZIONE 1 • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 15

doveva sempre mantenere la calma, lui non si poteva lamentare, lui non poteva fare i capricci come gli altri bambini perché quelli che erano capricci per gli altri, per lui erano definiti scatti d’ira e così Enrico aveva imparato sempre ad essere pacato e misurato, mai un lamento, mai un capriccio mai un’arrabbiatura, sembrava un soldato in trincea eseguiva gli ordini e basta… ed in trincea Enrico ci stava da 4381 giorni… giorno più, giorno meno! Enrico era un bimbo speciale perché sapeva cucinare, certo il suo menù prevedeva rigorosamente cibi dietetici, ma i suoi amici facevano a gara per essere invitati a casa sua e degustare le leccornie che egli sapeva sapientemente preparare. Mentre Filippo pensava a tutto questo la luce accecante fece destare Enrico e fu allora che egli capì che era arrivato il momento di salutarlo come faceva oramai da 4381 giorni… giorno più, giorno meno…, si avvicinò al suo piccolo grande eroe, poggiò le labbra sulla fronte del suo campione e gli consegnò un dolce bacio di buona notte. Filippo era orgoglioso del suo campione, il suo piccolo grande willi…. e con la gioia nel cuore si recònella sua camera dove lo attendeva Matilde la sua compagna di vita, consegnò anche a lei un dolce bacio di buona notte, poggiò la testa sul cuscino e si addormentò.

Roberto Garofalo

SEZIONE 1 • Narrativa

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16 • Il Volo di Pègaso

Pianeta Terra. 2150 D.C. Pochi milioni di persone popolano quello che un tempo era con-siderato il vecchio continente, la culla delle civiltà moderne e dell’economia: l’Europa. Esse sono sopravissute a ciò che Einstein scherzando già aveva previsto nei primi anni del 900: una guerra atomica su scala mondiale che nel 2050 aveva risparmiato la vita ad un pugno di perso-ne. Ed infatti da allora non si considerano più uomini ma si chiamano i “sopravissuti”. In una decina di anni sono riusciti a riutilizzare le tecnologie al cento per cento, hanno ricostituito una forma di stato democratico e si sono stabiliti quasi completamente nella penisola italica: la migliore per il clima e la meno contaminata dalle radiazioni. Il pensiero di ciò che era stato il mondo prima del giorno della “morte e rinascita” - così come lo chiamano loro - non li turbava e non passava nemmeno per un attimo nelle loro menti; era come se fosse stato cancel-lato dal loro inconscio. Gli uomini e le donne non si ponevano domande sui rispettivi nonni, genitori scomparsi, sugli amici o i conoscenti di un tempo, tutto era ricominciato come se non era mai successo niente: il 2050 era il loro anno 0, la genesi di una nuova era. I “sopravissuti” conducevano una vita agiata e pacifica, ognuno con il suo impiego e le sue occupazioni.Non vi erano più omicidi o litigi, la giustizia era il buonsenso comune a tutti; e chiunque rispettava il prossimo non con il pensiero ad un tale dio e con il timore di una punizione ma perché si sentiva di fare così spontaneamente.Era come se l’ambizione, l’odio, il rancore, l’invidia e più in generale lo stesso “peccato origi-nale” fossero stati estirpati con le bombe e la guerra.E non esisteva più il denaro; le borse, gli scambi e l’economia intera si erano estinti ed avevano lasciato il posto all’impegno lavorativo per il prossimo e per tutta la comunità. Ovvero il dottore curava senza avere rientri, ma se voleva un po’ da mangiare andava al mercato e prendeva ciò che gli serviva senza pagare. Non vi erano truffe, furti o chi prendeva una pagnotta in più dell’altro perché il buonsenso governava indiscusso. Al capo della società presiedeva un collegio di saggi accompagnati da due rappresentanti di ogni classe sociale, che sia il contadino, o il tecnico di computer, e questa assemblea si riuniva una volta a settimana. Non vi erano funzionari incaricati da questa per controllare il comportamento dei cittadini poiché essi si autogestivano perfetta-mente. Seguendo una scala gerarchica al di sotto dell’assemblea vi era la gente comune ed infine ai piedi si trovavano gli “sconosciuti”. Gli scienziati dicevano che questi ultimi erano una via di mezzo fra gli animali e l’uomo e che non avevano concluso il processo evolutivo rimanendo dei brutti ibridi. Loro presentavano delle malformazioni facciali ed anche nel resto del corpo e sem-pre secondo gli studiosi non avevano ancora raggiunto la maturità intellettiva anche se qualche cosa erano in grado di dirla.I “sopravissuti” utilizzavano questi individui per svolgere le mansio-ni più misere e vergognose di ogni lavoro, sfruttandoli fino alla morte. Infatti degli “sconosciuti” ne morivano moltissimi ogni giorno e le loro scomparse erano considerate come la perdita di un oggetto o di un arnese utile, ma rimpiazzabile con un suo simile. La grande assemblea autoriz-zava tutto ciò ed assicurava che essi (ovvero gli “sconosciuti”) erano rimasti sulla Terra proprio per aiutare gli uomini e le donne in qualsiasi azione gli fosse stata troppo pesante.

Il filo

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Il Volo di Pègaso • 17

Solo uno scrittore, che prima faceva parte del collegio dei saggi ma poi ne era stato bandito, aveva avanzato un’ ipotesi assurda e improponibile: (tratto direttamente dal testo) “e quindi posso dedurre che gli “sconosciuti” non sono altro che uomini con malformazioni genetiche, che non riesco ancora a spiegarmi, sopravissuti come noi al giorno della morte e rinascita”. Egli senza alcuna richiesta o obbligo si era allontanato dalla società e si era ritirato in una casa di campagna. Prima della sua partenza l’azienda che si occupava di smerciare gli “sco-nosciuti”, in segno di ringraziamento per l’aiuto che aveva dato fino a quel momento alla comunità, gli diede in affidamento due tra i migliori esemplari di quei tanto sfruttati ibridi. L’autore del discusso libro li accettò volentieri e se li portò nella sua nuova residenza. Qui li istruì, per quanto egli fosse in grado di fare, e li trattò come uomini veri a tutti gli effetti. Certe volte cercava di scambiare con loro qualche frase e dopo i primi insuccessi riuscì, con grande meraviglia, a interagire e parlare anche se di cose banali. I due ora si comportavano come avessero l’intelligenza di un bambino, ma i discorsi non si evolvevano e rimanevano sempre ad uno stato puramente infantile. Dopo un mese di convivenza lo scrittore si trovava a ricoprire il ruolo della badante, ma comunque i tre vivevano pacificamente insieme senza grandi problemi fino a quando qualcosa cambiò completamente le carte in tavola. Una sera, durante la solita cena a base di minestra con le verdure, il letterato stava cercando di spiegare ai suoi nuovi compagni che, secon-do la sua teoria, loro un tempo erano come lui ma nell’anno 0 era successo qualcosa di inspiegabile che li aveva cambiati.Mentre pronunciava queste parole le facce dei conviviali si impallidirono ed essi cominciarono a fremere, a muoversi, a dire frasi insensate, poi si misero a strillare e a correre per la casa ed infine crollarono a terra svenuti.L’uomo rimasto scioccato sulla sua sedia corse a soccorrerli e li depositò sui rispettivi letti, si prese cura di loro e li lasciò dormire.Tornato nell’altra stanza ripercorse i suoi discorsi e le sue parole e si rese conto che aveva co-minciato a vedere in loro qualche cambiamento appena si era messo a parlare del passato e del giorno della morte e rinascita; era come se loro si ricordassero ciò che era rimasto all’oscuro per anni e l’impatto con tali pensieri li aveva scioccati fino a quel punto.Nei mesi successivi le sue ipotesi si dimostrarono veritiere e dalle parole mischiate degli sco-nosciuti riuscì a capire che prima del 2050 nel mondo c’erano molte più persone e la vita era completamente diversa. Un punto dei loro discorsi che gli rimaneva sempre nascosto e difficile da comprendere era la presenza nell’antico mondo di un qualcosa, di un essenza che rendeva sempre le persone molto tristi e non affezionate veramente al prossimo. Questo qualcosa non era niente altro che il male che ci è stato tramandato dalla notte dei tempi e lo porteremo con noi fino alla fine di tutto. I sopravissuti avevano provato a scordarselo, ma esso non muore mai, ed infatti si era radicato nei loro cuori fino a fargli scordare cosa erano veramente e non permettendogli di riconoscere gli sconosciuti: loro simili trattati da estranei. Ormai i vuoti e le lacune dello scrittore erano stati colmati fino a fargli comprendere che quegli ibridi tanto

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18 • Il Volo di Pègaso

brutti e stupidi sarebbero stati la chiave per ricollegarsi completamente al passato e finalmente poter riscrivere i libri di storia.Dopo due anni passati recluso nella casa di campagna decise di tornare all’assemblea e rife-rire ciò che aveva scoperto. I saggi ascoltarono attentamente tutte le scoperte che erano state fatte, e spaventati dalla portata di tali notizie decisero di uccidere lo scrittore e gli altri due sconosciuti affermando che egli era stato troppo a contatto con loro fino a diventare uguale ad essi.Ma l’autore, consapevole di ciò che sarebbe successo, prima di entrare nell’assemblea aveva distribuito in molte città le copie di un libro che aveva scritto in quegli anni, che raccontava finalmente tutta la verità. Tale libro venne chiamato “il filo” e così rimase famoso negli anni a seguire: esso fu capace di ricucire passato e presente. Da allora quello che era stato sempre visto come un attrezzo vecchio da usare e poi buttare via, come un essere diverso, affetto da una malattia e da una malformazione incurabile, da emarginare ai confini della società per pau-ra di un confronto, divenne un cittadino onorario. Essi non vennero chiamati più sconosciuti ma uomini. L’assemblea venne sciolta e i grandi saggi si scoprirono grandi stolti, ciechi di riconoscere nella loro sapienza l’umanità di quegli schiavi tanto disprezzati. E così grazie agli sconosciuti ognuno si riappropriò del suo passato, e la popolazione scoprì ciò che era stata la Terra prima di quel fatidico anno nelle sue luci e ombre.L’autore di quel tanto discusso libro che aveva cambiato le sorti del mondo ripeteva spesso questa frase: “dobbiamo scendere con i piedi per terra dalla nostra vita serena e abbassarci al livello di questi esseri non perfetti, ma buoni, per riconoscere nei loro sguardi chi siamo veramente”.

Leonardo Notari

SEZIONE 1 • Narrativa

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SEZIONE 2 • Poesia

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20 • Il Volo di Pègaso

Tenue rupe di diamanti d’argentocomparsa sopra quel mare in tormentadelicata sorpresa che quasi spaventache l’amore a tratti muta in tormento

fisso in ogni sforzo d’assopimentoora che la vita ha snodato il drammail delirio che i suoi umori ingannaschiaffi di rose e carezze in cemento

che mi lasciano inerme sulla rivaa sopportare qualunque arroganzain ginocchio in balia della derivacome un aquilone senza speranza

con un’ala materna martoriatacolpevole di niente e condannata.

Daniele Amitrano

Tra delicatezza e dramma (urlo di madre)

SEZIONE 2 • Poesia

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Il Volo di Pègaso • 21

Ho solo giorni di nuvolepiramidi di saleuna carta dispari in manoin queste sere colme d’inverno

non ho tempo per vestire il mattino di piume e di ferrodi abbracciare un aprile bianco di neve

vivo bagnata di lucciolein una danza di fumo e caliginegocce di me

mi abbaglia il dolorequesto albero che mi ha reso prigionein uno strano geloso lamento

ho suoni d’ombranebbie nel cuorelabbra scucite brune di fata

intorno ridono i santi dei loro peccatinessun Orfeo a suonare la cetra

solo l’esilio del corpouna bugia di tempo.

E la fine.

Tiziana Monari

La cetra di Orfeo

SEZIONE 2 • Poesia

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22 • Il Volo di Pègaso

Oltre

Un mondo invisibileignaro m’attraversa…Contemplo anonime veritàal delicato tocco delle dita,al confuso percepirelabirinti d’aria e cemento.

In punta di piedi celebro la vitaassaporando ambra e cicutain polvere d’aria,linfa di foglie eneve di rugiada.

Tu, pane d’amore,vesti di bambagiail mio cammino,disveli il senso dell’arcanoaprendo fessure d’orizzontea miraggi impalpabili.

Assunta Abbate

SEZIONE 2 • Poesia

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Il Volo di Pègaso • 23

Preghiera per una figlia

Concedi la speranza che quelle dita accartocciate si distendano,

che quelle deboli mani sottilitrovino la forza per i bisogni di tutti i giorni,

che quei piedi martoriati e cadentiabbiano il passo sicuro e imparino a correre,

che possano ballare, scendere e salire le scale,attraversare tranquilli la strada,

che siano liberati dalle orribili gabbie di protesi,da deformazioni, da crampi e da dolori,

che un uomo possa amarla com’èe che ci siano tanti figli, ma sani

e se non può guarire, lascia almeno che rimanga com’è.

Consola la sua solitudine e le sue rinunce,consola il mio cuore di madre

che vede le nostre forze mancaresenza poterci aiutare.

Cancella il pensiero di doverla domani lasciare più debole e sola,

proprio quando i giorni saranno più lunghi e bui e avrà più bisogno di me.

Perdona se da bambinanon ho capito la sua malattia

e la spingevo a fare ciò che non poteva:correre, saltare, andare in bici…

Dà vita, forza e lucea un medico dagli occhi azzurri

che conosce la sua stessa penae con complicità e tenacia le ha misurato le forze.

Concedigli una stilla della tua sapienzaperché possa illuminare il buio

e raggiungere la luce della conoscenza e della guarigione per sé e per gli altri.

Fa’ che io non dimentichi le pene e le speranze altrui

perché il mio dolore è il loro dolore,la mia preghiera è la loro preghiera.

Fa’ che la ricerca possa vincere la malattiae ridare il sorriso a tanti figli e madri.

Donaci la speranza.

Donatella Albergo

SEZIONE 2 • Poesia

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24 • Il Volo di Pègaso

Una su migliaia

Buio.Buio. La vita può finire così?Mai avrei pensato di essere proprio io.Mai stata speciale.Mai stata la prima in qualcosa.Ma questa volta ho vinto io.Sono io.Quella speciale.Sono io quella infetta.Una su migliaia.Una su migliaia.E ora la vita smette.Il mondo deve saperlo.Deve sapere che questa malattia esiste.Huntington.Sembra quasi una parola senza senso.Nessuno sa che è incurabile.Incurabile.

Buffa parola.Buio.La vita finisce così.Con una diagnosi.Una parola.Forse senza senso.Forse buffa.Depressione.E speri che la morte ti trovi.La chiami.La supplichi.La speranza.La speranza di morire il più in fretta possibile.Le dita non rispondono.Voglio smettere di scrivere.Baratro.E vorresti con tutta te stessa,Morire.

Roberta Colonna

SEZIONE 2 • Poesia

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Il Volo di Pègaso • 25

Lucedi piume intrisedell’acqua fonda di cieloquando il sole si spegne nel marenotte di chiaroscuri odorosidell’ultimo voloprima che gli occhi tristi di Diosi chiudanonel sonno eterno della vita

C’era in me il desiderio d’oblioa consolare la speranzasenza che l’odio per l’amore negatotornasse a galla un’ ultima voltaa risuonare d’iniquità lasciandomi vago e persosenza il sollievo di un perché svelato

E non era l’unicità del nulla a distinguermi angelo raroma il fuoco del cuoresenza più battiti

a rendermi diverso distantedal qui e ora

Fino al lampo di luce che cambiò la rottanave naufraga in tempestaa darmi terre che ho visto abitate da altri meugualiinsiemenon più soli

Senza mai smettere di volareper giungere dove non solontanonel tempoche voglio vivere fino all’ultimo barlume di esistenzae oltre.

Luca Masala

Pegaso

SEZIONE 2 • Poesia

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26 • Il Volo di Pègaso

Antoine e Michel

Cosa hai pensato, Antoine,quando è nato tuo figlio,estraneoal mondo dei normali?Quanto vivrà?Quantodovrà soffrire?Rabbia, dolore,nei tuoi occhi di padre:uno su centomila!Ma luiha saputo sottrarsial gioco crudeleche lo voleva nascosto,lontanodal mondo che brilla.

CosìIl tuo doloreè diventatola nostra gioia.Michel,ossa di vetro, piccolo uomo immenso,musica cristallina.Hai fattodi ciò che ti mancavala tua forza più grande.Ci hai datoun sogno per sempre.

Gianstefano Blengio

SEZIONE 2 • Poesia

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PARTE II Opere visive

Paola Salvi, Membro della Commissione giudicatrice del Concorso D’après, 1992, tecnica mista su carta (cm 39 x 30)

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SEZIONE 3 • Disegno

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30 • Il Volo di Pègaso

Candida Maria Duarte, Terra di nessuno (cm 35x50)

SEZIONE 3 • Disegno

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Il Volo di Pègaso • 31

Elisa Mayol, Prigionia (cm 24x33)

SEZIONE 3 • Disegno

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32 • Il Volo di Pègaso

Ilaria Donatelli, Studente Referente, Istituto di Istruzione Superiore S. Pertini, Campobasso, Classe IV D – Gruppo AUguale come diverso (cm 50x70)

SEZIONE 3 • Disegno

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Il Volo di Pègaso • 33

Elena Proietti, Raro: prezioso (cm 30x42)

SEZIONE 3 • Disegno

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34 • Il Volo di Pègaso

Valerio Pasquali, Il volo dell’aquilone (cm 27x13)

SEZIONE 3 • Disegno

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Il Volo di Pègaso • 35

Kirill Pannunzi, Sarò sano? (cm 24x32,5)

SEZIONE 3 • Disegno

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36 • Il Volo di Pègaso

Jonathan Torres, Vivi sorridendo (cm 70x50)

SEZIONE 3 • Disegno

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SEZIONE 4 • Pittura

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38 • Il Volo di Pègaso

Sergio Barlati, Le ali del DNA (vetro parlante) (cm 23x33x110)

SEZIONE 4 • Pittura

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Il Volo di Pègaso • 39

Elisa Piezzo, Bones (cm 28x70)

SEZIONE 4 • Pittura

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40 • Il Volo di Pègaso

Renata Solimini, Bianco-Sangue (cm 50x60)

SEZIONE 4 • Pittura

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Il Volo di Pègaso • 41

Gian Domenico Renzi, Le tre luci (cm 50x60)

SEZIONE 4 • Pittura

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42 • Il Volo di Pègaso

Ester Ferraris, Luca Quaranta, Là in fondo, una luce (cm 120x100)

SEZIONE 4 • Pittura

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Il Volo di Pègaso • 43

Nora Bosman, L’albero d’oro (diametro cm 17,5)

SEZIONE 4 • Pittura

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44 • Il Volo di Pègaso

Ausilia Elce, Vorrei (cm 35x50)

SEZIONE 4 • Pittura

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SEZIONE 5 • Scultura

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46 • Il Volo di Pègaso

Romualdo Lucà, Radica frassinea (cm 46x29x39)

SEZIONE 5 • Scultura

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Il Volo di Pègaso • 47

Elisa Di Cioccio, DNA (cm 21x21x50)

SEZIONE 5 • Scultura

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48 • Il Volo di Pègaso

Mauro D’Acunto, La cataratta congenita (cm 12x12x32)(ita (ita (

SEZIONE 5 • Scultura

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Il Volo di Pègaso • 49

Bove Giuliano, Sindrome di Down (cm 16x16x8)

SEZIONE 5 • Scultura

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50 • Il Volo di Pègaso

Fabrizio Tosto, Pegaso di Anibal Voyer (cm 16x16x23)

SEZIONE 5 • Scultura

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Il Volo di Pègaso • 51

Cristina Bonanni, Il polipo (cm 70x70)

SEZIONE 5 • Scultura

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52 • Il Volo di Pègaso

Camilla Malusà, Speranza (cm 30x40x18)

SEZIONE 5 • Scultura

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SEZIONE 6 • Fotografia

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54 • Il Volo di Pègaso

Gianluca Azzalin, IsolamentoG l A l I l

SEZIONE 6 • Fotografia

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Il Volo di Pègaso • 55

SEZIONE 6 • Fotografia

Francesco Cintia, Un farmaco orfano

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56 • Il Volo di Pègaso

SEZIONE 6 • Fotografia

Federica Viezzoli, Riflessi di diversità

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Il Volo di Pègaso • 57

SEZIONE 6 • Fotografia

Giovanni Pietrantonio, Le diversità

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58 • Il Volo di Pègaso

SEZIONE 6 • Fotografia

Reanna Gumiero, Nessuno è perfetto

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Il Volo di Pègaso • 59

SEZIONE 6 • Fotografia

Simone Valentini, Sphere

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60 • Il Volo di Pègaso

SEZIONE 6 • Fotografia

Emanuele Cidonio, La speranza

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PARTE III Sezione giovani

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62 • Il Volo di Pègaso

La mia cuginetta si chiama Rebecca.Ha sei anni e va ancora all’asilo. Lei è una bambina molto particolare per me e per gli altri, perchéha la Sindrome di Prader-Willi, cioè se mangia troppo può morire.Mia zia la veste sempre molto carina, curando i minimi particolari.Ha gli occhi dolci e celesti, i suoi capelli sono biondi e molto fini.Lei per me è unica, perché non ci sono parole per descrivere quanto è bella e dolce.Quando stiamo insieme lei mi abbraccia, mi accarezza i capelli e mi da tanti baci.Per Rebecca è molto difficile esprimersi, infatti va dal logopedista che l’aiuta ad imparare nuove paroline.Il suo modo di camminare è buffo sembra un pinguino sul ghiaccio.Rebecca è una bambina che ha bisogno di attenzioni, ed io cerco sempre di aiutarla.Mia zia dice che solo io riesco a capirla ed a insegnarle molte cose.Lei è una bambina molto timida, ha difficoltà a fare amicizia con gli altri, ma quando siamo insieme io riesco a farla sorridere. Le voglio un mondo di bene.

Alice Durante

Rebecca è speciale

SEZIONE GIOVANI • Narrativa

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Il Volo di Pègaso • 63

Da quando ho iniziato a pensare mi sono chiesto “ma perché proprio io?” Non potevo vedere mamma e papà, non potevo giocare ed è stato allora che ho iniziato anche a voler morire.E quando il mio giovane cuore smetterà di battere, il mondo neanche se ne accorgerà ma… forse è anche meglio così…Non sopporterei il falso dolore di chi non si cura di come io stia…Non sopporterei la loro compassione.Da quanto tempo vivo qui non lo so. Credo da sempre.Le uniche persone che “vedo” sono i miei genitori.Loro hanno provato a portare qui qualche bambino, ma i bambini hanno paura del buio, hanno paura di me, perciò rimarrò qui solo fini a quando finalmente morirò.Sono prigioniero della mia malattia. Non gioco come gli altri bambini, non vivo la mia infanzia, penso come un adulto al dolore della vita.Ti è mai capitato di addormentarti con il pensieroche domani potresti non svegliarti più?A me…. Succede ogni notte… Il 40% di “noi” muore senza preavviso prima dei 20 anni.È così che presto toccherà anche a me:morirò in questo cubo da solo,in silenzio,senza che nessuno possa sentirmi esalare l’ultimo respiro, senza avermi mai visto nessuno.

Marilia Valenza

Allergia alla luce

Riproduzione del lavoro originale

SEZIONE GIOVANI • Narrativa

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64 • Il Volo di Pègaso

Nel sogno del mare c’è un’anima marina.

Il sogno diventa acqua e le barche vanno da solenel cuore dell’anima marina.

Nel sogno del mare c’è un’anima marina.

E te che sei sola sulla riva del mare.

Nel sogno del mare c’è un sogno marinoe un uomo che va sulla barca da solo.

Nel sogno del mare non c’è nessunoe i pesci nuotano da soli.

Tommaso Schwarz

La solitudine

Riproduzione del testo manoscritto

SEZIONE GIOVANI • Poesia

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Il Volo di Pègaso • 65

Quindici anni fa, ero piccolae ciò che mi accadeva intornonon mi sfiorava affatto.Crescendo ho capito che accanto a me,c’era un vuoto…un vuoto pieno di dolore,causato dalla perdita di una persona indispensabileche ora troverò solo nel mio cuore…un padre.

Un tumore me lo ha portato via,la sua grande forza è stata sconfitta da una malattia,non è stato in grado di superare un ostacolo cosi grande.

Passavano i giorni e mi chiedevo perché,perché non c’era stata una cura capace di salvarlo.

Spesso le lacrime mi sfiorano il viso,ma nessuno lo sa,perché ogni lacrima che scende è un ricordo mai avuto di un padre sconosciuto.

Ed ogni lacrima è un pensiero che va a chi come me, soffre…L’unica speranza è quella di sapere che ogni giorno c’è qualcunoche si preoccupa di trovare un rimedio,perché la vita va vissutae tutti si meritano di viverla.

Sara Bertolli

Quindici anni fa...

SEZIONE GIOVANI • Poesia

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66 • Il Volo di Pègaso

Eleonora Sciullo, Vi sembro un mostro? (cm 21x30)

SEZIONE GIOVANI • Disegno

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Il Volo di Pègaso • 67

Lucrezia Lozza, Gelatite (cm 21x30)

SEZIONE GIOVANI • Disegno

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68 • Il Volo di Pègaso

Serena De Caro, Fragilità (cm 42x19)

SEZIONE GIOVANI • Pittura

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Il Volo di Pègaso • 69

Giorgia De Rose, L’abbraccio della speranza (cm 30x25)

SEZIONE GIOVANI • Pittura

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70 • Il Volo di Pègaso

Giorgio Galifi Cerquetti, L’albero della vita (cm 25x30)

SEZIONE GIOVANI • Pittura

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Il Volo di Pègaso • 71

Carlotta Tafuro, La scala di Seta

SEZIONE GIOVANI • Fotografia

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Il Volo di Pègaso • 73

Atsoggiu Lucia S1/3 Narrativa Abbate Assunta S2/16 Poesia Abbiendi Claudio per AISMME Onlus S4/7 PitturaAbrami Girolamo S6/4 Foto Albergo Donatella S2/26 Poesia Alfò Francesca* S6/26 Foto Altiero Diana S4/28 Pittura Amato Rosario S4/6 Pittura Amitrano Daniele S2/9 Poesia Ancis Stefania S1/4 Narrativa Angelucci Sara S3/37 DisegnoAnnati Federica S1/96 Narrativa Arganese Veronica* S3/32 DisegnoArnofi Antonio S6/2 Foto Asquini Maurizio S1/14 Narrativa Avanzato Maria Silvia S1/22 Narrativa Azzalin Gianluca S6/19 Foto Azzarini Amalia S1/8 Narrativa Babibi Serena* S3/59 Disegno Ballarini Giulia S1/27 Narrativa Barbieri Alessia S4/10 Pittura Barbieri Silvia* S4/11 Pittura Barlati Sergio S4/4 Pittura Bazzoffi Federica* S2/63 Poesia Becucci Simona S1/71 Narrativa Bellei Paola S1/94 Narrativa Belli Stefania S2/19 Poesia Bellizzi Francesca* S3/47 DisegnoBellomo Carlo* S4/13 Pittura Berdini Luca S1/73 Narrativa Bergami Elisa* S3/64 DisegnoBergo Silvia S1/54 Narrativa

Bertolli Sara* S2/46 Poesia Blanzieri Camilla* S5/12 SculturaBlengio Gianstefano S2/30 Poesia Bonanni Cristina S5/2 Scultura Bonanni Valerio S6/9 Foto Bonifazi Stefano* S4/29 Pittura Borrelli Martina S2/43 PoesiaBortoli Grety* S3/14 Disegno Bosman Nora S4/1 Pittura Bove Giuliano* S5/10 SculturaBranca Valeria S1/86 NarrativaBroggi Maria Angela S2/54 Poesia Bruno Rosa Tiziana S1/15 Narrativa Busentin Renata S6/17 Foto (Fuori Conc.)Calise Mariapia* S1/66 Narrativa Calzecchi Alessia* S3/25 Disegno Cannelli Ciro Orso S3/31 DisegnoCapuano Simone Angelo* S5/9 SculturaCaria Emanuela* S3/56 DisegnoCarli Filippo* S2/47 Poesia Casali Paola S4/18 Pittura Cavuti Valentina S1/99 Narrativa Ceccanti Cinzia S4/21 Pittura Chirico Mattea S4/25 Pittura Cicerano Alessandra S1/101 Narrativa Cidonio Emanuele* S6/7 Foto Cimmaruta Ersilia S2/38 Poesia Cintia Francesco* S6/33 Foto Cito Cosimo S1/11 Narrativa Classe IV D, gruppo A, IIS “Sandro Pertini”, Campobasso S3/19 Disegno

Elenco dei partecipanti al Concorso Per doveroso riconoscimento dell’impegno dei più giovani, accanto al nome dell’autore è riportato un asterisco (*) se l’autore risultava minorenne al momento della realizzazione del contributo. Tutti i dati personali sono trattati in base alla vigente normativa sulla privacy (Decreto Legislativo 196/2003).Per tutte le immagini raffiguranti minori è stata richiesta ed ottenuta la liberatoria per il loro utilizzo. La sigla accanto al nome indica la sezione nella quale è stato presentato il lavoro e il numero di registrazione (S1 = Narrativa, S2 = Poesia, S3 = Disegno, S4 = Pittura, S5 = Scultura, S6 = Fotografia).

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Classe IV D, gruppo B, IIS “Sandro Pertini”, Campobasso S3/20 DisegnoClasse V D, IIS “Sandro Pertini”, Campobasso S3/21 DisegnoClasse V G, IIS “Sandro Pertini”, Campobasso S3/22 DisegnoColacrai Davide Rocco S2/23 Poesia Colapaoli Ada S6/10 Foto Colleoni Martina* S3/55 Disegno Colonna Roberta* S2/58 Poesia Conte Alessandra* S3/9 Disegno Contini Gianluca S1/16 Narrativa Coppola Daniele* S3/40 Disegno Coppotelli Antonio S2/41 Poesia Corsello Loredana S1/100 Narrativa Corti Roberta S1/46 Narrativa Costa Monica S1/56 Narrativa Cresi Gianfranco S6/32 Foto D’Acunto Mauro* S5/6 Scultura Dalla Simone* S3/57 Disegno Dall’Ava Giacomo S2/57 Poesia D’Ambrosio Eleonora* S3/46 DisegnoDanieletto Silvia S1/45 Narrativa D’Arienzo Francesco S2/59 PoesiaDe Caro Serena* S3/33 Disegno De Cata Vincenzina S1/98 NarrativaDe Donno Fabio* S2/61 PoesiaDe Rose Giorgia* S4/12 Pittura De Rossi Giuseppina S1/61 Narrativa Dei Cas Martina S1/40 Narrativa Del Piano Michele S2/31 Poesia Della Rocca Federico S4/14 Pittura Delle Foglie Anna S2/55 Poesia Di Cioccio Elisa* S5/5 Scultura

Di Fausto Matteo* S3/1 DisegnoDi Loreto Mirko S1/25 Narrativa Di Maria Loreika (studente referente)* S3/20 DisegnoDi Matteo Pierfrancesco S2/2 PoesiaDi Rienzo Francesco* S2/59 Poesia Di Scala Carmen S1/51 Narrativa Diana Pasqualina* S3/5 DisegnoDolazza Carla S1/31 Narrativa Domestici Raffaella S4/5 Pittura Donatelli Ilaria (studente referente)* S3/19 DisegnoDuarte Candida Maria S3/7 Disegno Dumitrescu Valentin* Marco S3/52 DisegnoDurante Alice* S1/32 Narrativa Egidi Laura S1/29 Narrativa Elce Ausilia S4/22 Pittura Eleuteri Arianna* S3/44 DisegnoEsposito Gaia* S3/41 DisegnoEsposito Marco S1/5 Narrativa Evangelisti Arianna S2/64 PoesiaFazio Daniela S3/54 DisegnoFerrara Emanuela S2/29 Poesia Ferrari Silvana S2/42 Poesia Ferraris Ester S4/27 PitturaFerrigno Sara* S3/51 DisegnoFerrone Marilena S2/21 Poesia Finucci Francesco S1/44 Narrativa Fogliaresi Mauro S2/50 Poesia Fontanelli Roberta S4/20 Pittura Forchini Alberto S4/17 Pittura Fortunato Barbara S1/28 NarrativaFranceschi Gigliola S1/95 Narrativa Franceschin Sara* S3/42 DisegnoFranciosi Luca* S2/67 Poesia Frustagli Roberta S1/2 Narrativa

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Gaeta Mariano S2/32 Poesia Gagliardi Bonasegale Gilberto S1/63 Narrativa Galifi Cerquetti Giorgio* S4/15 Pittura Gallo Curcio Nicolò* S3/12 Disegno Gallo Francesco S2/34 Poesia Galuppi Francesco* S3/61 Disegno Garofano Roberto S1/7 Narrativa Gasparro Chiara* S3/53 DisegnoGaudiano Daniele* S3/39 Disegno Gherardi Giulia* S6/36 FotoGhiradi Sandro S2/10 Poesia Giancristoforo Casu S1/18 Narrativa Giardini Gualtiero* S3/50 DisegnoGigliola Pietro Cosimo S6/6 Foto Giovara Renata S1/87 Narrativa Gitto Matteo* S3/29 Disegno Grieco Salvatore S2/56 Poesia Grillini Stefania S1/75 Narrativa Grimaldi Chiara* S5/7 SculturaGuidi Katy S1/10 Narrativa Gumiero Reanna S6/12 Foto Iandolo Enza S1/53 Narrativa Ianniscoli Elisabetta S2/3 Poesia Impagliazzo Concetta* S4/24 Pittura La Padula Velia Maria S6/18 Foto Lamonaca Roberta* S1/83 Narrativa Laterza Mino S6/30 Foto Lattanzi Luigi S3/16 Disegno Lauri Anacleto S1/69 Narrativa Lauro Daniela S1/43 Narrativa Lechiara Alice S2/8 Poesia Leopardi Eleonora* S1/79 Narrativa Licameli Simona S3/22 DisegnoLoik Mirella (studente referente) S1/39 Narrativa Lopetti Daniela S1/97 Narrativa

Lorusso Francesco S2/51 Poesia Lozza Lucrezia* S3/3 DisegnoLucà Romualdo S5/1 Scultura Lucia Chiarina S4/9 Pittura Lungo Raffaele S2/44 PoesiaMagurean Maria Magdalena* S3/8 Disegno Maina Stefano S2/33 Poesia Malenotti Valter S1/17 Narrativa Malusà Camilla S5/11 SculturaMancinelli Maria Sole S1/74 Narrativa Mannucci Angelica* S3/43 DisegnoMariani Maria Paola S6/8 Foto Marrocco Jean Pierre S4/8 Pittura Martini Camilla* S2/11 Poesia Masala Luca S2/15 Poesia Masciavé Ilaria* S2/66 Poesia Mascoli Ornella S1/33 Narrativa Massidda Manuela S1/89 Narrativa Mastracci Loren Maria S1/76 Narrativa Matarese Anna S1/26 Narrativa Mayer Grego Diana S1/90 Narrativa Mayol Elisa* S3/6 Disegno Mazzella Orfeo S1/24 NarrativaMencarelli Sabrina* S3/27 Disegno Meneghetti Daniela S1/52 Narrativa Menetti Maria* S3/60 Disegno Mengoli Andrea S3/63 Disegno Miglio Cinzia S6/22 Foto Miglioli Patrizia S2/45 Poesia Millaci Dora S1/36 Narrativa Minardi Francesca* S3/58 Disegno Mitra Maria Rosaria S1/72 Narrativa Moiser Gianluca S1/92 Narrativa Molino Gisella S6/27 Foto Monari Tiziana S2/14 PoesiaMontedoro Giovanna S3/49 Disegno

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Monteleone Elena S1/20 Narrativa Morgera Federica S1/50 Narrativa Morotti Franca S1/91 Narrativa Munno Flaviano* S5/8 SculturaNanni Andrea* S2/65 PoesiaNardi Enrico S1/23 Narrativa Nebiolo Mario S1/19 Narrativa Notari Leonardo* S1/82 Narrativa Novelli Matteo* S3/30 DisegnoOlivero Antonino S6/3 Foto Onofri Margherita S1/68 Narrativa Orio Neris S1/55 Narrativa Padalino Maria Francesca S2/24 Poesia Paesano Massimo S2/7 Poesia Palazzi Alessandra S1/77 Narrativa Panconesi Silvia* S3/34 Disegno Pannunzi Kirill* S3/11 Disegno Paolini Cristiana M.L. S1/38 Narrativa Paoloni Silvia S1/62 Narrativa Parisi Alessandra* S3/18 Disegno Pasquali Valerio* S3/26 Disegno Passaro Gianluigi S1/30 Narrativa Pellegro 93 S6/28 Foto Perilli Claudia S2/64 Poesia Peritore Vincenzo S2/1 Poesia Perotto Beatrice* S6/34 Foto Piacentini Carlo S6/11 Foto Piantelli Chiara S1/64 Narrativa Pietrantonio Giovanni S6/16 Foto Piezzo Elisa S4/16 Pittura Pignato Alessio* S2/60 PoesiaPignocchi Chiara S1/12 Narrativa Pittiglio Dino S2/39 Poesia Ponzetti Elena* S1/88 Narrativa Proietti Elena* S3/23 Disegno Pucci Livia* S2/53 Poesia Quaranta Luca S4/27 Pittura

Rampazzo Alice* S3/10 Disegno Rampazzo Francesca* S2/22 Poesia Reimann Christine S4/2 Pittura (Fuori Conc.)Renzi Gian Domenico S4/23 Pittura Ricci Eleonora* S1/48 Narrativa Ricci Maria Antonietta S1/21 Narrativa Rizza Giulia* S2/62 PoesiaRizza Giulia* S3/48 DisegnoRocco Giulia S1/78 Narrativa Roveredo Pino S2/40 PoesiaSalituro Aurora* S3/17 Disegno Samoggia Silvia* S1/84 Narrativa Sannipoli Daniela S2/25 Poesia Santese Alessia* S3/49 DisegnoScacciavillani Angelo* S3/24 Disegno Scatà Daniela S1/37 Narrativa Schipizza Elena S2/17 Poesia Schwarz Tommaso* S2/6 Poesia Sciullo Eleonora* S3/2 Disegno Scordo Marinella S1/42 Narrativa Scorza Silvia S1/35 Narrativa Scuderi Gabriella S6/15 Foto Scuderi Maria Chiara S3/36 Disegno Scuderi Maura S3/15 Disegno Sepe Daniel* S3/65 Disegno Sgarro Luigina S1/70 Narrativa Sgroi Sebastiano* S2/48 Poesia Silvestrini Paola S6/1 Foto Simonetti Eugenia S4/3 Pittura Sisti Laura S1/9 Narrativa Soldini Maurizio S2/12 Poesia Solimini Renata S4/19 Pittura Staffieri Piera Paola S2/52 Poesia Stanziola Lucia* S1/67 Narrativa Stefano Daniele* S3/38 Disegno Suffritti Marco S6/14 Foto

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Tafuro Carlotta* S6/35 Foto Taruscio Giovanni S4/26 Pittura Tatì Francesca S3/13 DisegnoTedde Manuela S1/58 Narrativa Tenorio Roma* S2/36 Poesia Terribile Antonietta S6/20 Foto Terzano Maria* S5/3 Scultura Testa Etheloreda* S2/18 Poesia Tiberi Sandro S2/4 Poesia Tiroli Claudia S1/85 Narrativa Tisi Alessandra S1/47 Narrativa Tondl Adriana S1/34 Narrativa Torres Jonathan S3/35 Disegno Tosto Fabrizio S5/4 Scultura Trani Alessandro* S2/27 Poesia Treglia Antonietta* S3/4 Disegno Trentini Michael S2/5 Poesia Trogu Anna Rita S1/57 Narrativa Turini Davide* S6/25 Foto Turli Noemi S3/54 DisegnoTuy Nga Brignol S6/29 Foto Tzouvadaki Aikaterini S1/41 Narrativa Uccella Matteo* S3/28 Disegno Unamì Paola S2/20 Poesia

Valentini Simone* S6/24 Foto Valenza Morilia* S1/93 Narrativa Valli Giulia* S3/62 Disegno Vanni Erminia S6/5 Foto Varazzini Rosanna S1/60 Narrativa Veltri Martina* S3/45 DisegnoVenturi Beatrice S1/80 Narrativa Venturini Gloria S1/65 Narrativa Venturini Gloria S2/28 Poesia Venturini Velio S6/23 Foto Vernì Paolo Alessio S2/37 Poesia Vicenzi Laura S2/13 Poesia Viezzoli Federica* S6/21 Foto Vincenti Giorgio S1/6 Narrativa Vinci Francesca* S6/37 Foto Vinci Paolo S1/1 Narrativa Vitiello Alessia S1/49 Narrativa Zaniboni Ester S2/35 Poesia Zanini Alberto S6/13 Foto Zanini Viviana S1/59 Narrativa Zapponi Giovanni S1/81 Narrativa Zaulovic Peresutti Monica S1/13 Narrativa Zeppa Fabio S6/31 Foto

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Abbate Assunta ................................................................. 22Albergo Donatella ......................................................... 23Amitrano Daniele .......................................................... 20Azzalin Gianluca ............................................................ 54Barlati Sergio ....................................................................... 38Bertolli Sara .......................................................................... 65Blengio Gianstefano .................................................... 26Bonanni Cristina ............................................................. 51Bosman Nora ...................................................................... 43Bove Giuliano ..................................................................... 49Cidonio Emanuele ........................................................ 60Cintia Francesco .............................................................. 55Colonna Roberta ............................................................ 24Corti Roberta ......................................................................... 4D’Acunto Mauro ........................................................... 48De Caro Serena ................................................................. 68De Cata Vincenzina .................................................... 12De Rose Giorgia .............................................................. 69Di Cioccio Elisa .............................................................. 47Donatelli Ilaria,Studente Referente IIS S. Pertini, Campobasso,Classe IV D, Gruppo A ......................................... 32Duarte Candida Maria ............................................ 30 Durante Alice ..................................................................... 62Elce Ausilia ............................................................................ 44Ferraris Ester ....................................................................... 42Galifi Cerquetti Giorgio ........................................ 70Garofalo Roberto .......................................................... 14Gumiero Reanna ............................................................. 58Lozza Lucrezia .................................................................. 67Lucà Romualdo ............................................................... 46Malusà Camilla ................................................................ 52Masala Luca ......................................................................... 25Mayol Elisa ........................................................................... 31Moiser Ginluca ..................................................................... 9Monari Tiziana ................................................................. 21Notari Leonardo ............................................................. 16

Pannunzi Kirill .................................................................. 35Pasquali Valerio ................................................................ 34Pietrantonio Giovanni .............................................. 57Piezzo Elisa ........................................................................... 39Proietti Elena ...................................................................... 33Quaranta Luca ................................................................... 42Renzi Gian Domenico ............................................. 41Samoggia Silvia .................................................................... 8Sciullo Eleonora .............................................................. 66Solimini Renata ............................................................... 40Schwarz Tommaso ........................................................ 64Tafuro Carlotta ................................................................. 71Torres Jonathan ................................................................ 36Tosto Fabrizio ................................................................... 50Valentini Simone ............................................................ 59Valenza Marilia ................................................................ 63Viezzoli Federica ............................................................ 56Zapponi Giovanni Alfredo ..................................... 6

Indice dei nomi dei vincitori (inclusi i vincitori della Sezione giovani)