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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Primavera 2011 Insieme in cammino Nessuna mano è tanto piccola da non poter lasciare un'impronta

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Primavera 2011

Insieme in camminoNessuna manoè tanto piccola

da non poterlasciare

un'impronta

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l’ind

ice L’editoriale

Problemi o risorse?di don Daniele PAGINA 3

QuaresimaTempo favorevole per crescere

PAGINA 4

Sinodo dei vescovi del Medio OrienteIl profetico Sinodo della Chiesa

di Sandro Bisesti PAGINE 5-6-7

I nostri consacratiSuor Iginia (Pierina) Cont

a cura della redazione PAGINE 8-9

Capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesiA Tambalt e Carbonari

a cura della redazione PAGINE 10-11

Convegno sul sacramento del matrimonioAppunti di viaggio

di Michela e Stefano, Paola e Antonio PAGINA 12

MatrimoniPAGINA 13

La poesia di don ValerioSignore non sei stupido

PAGINA 14

I battezzati delle nostre parrocchiePAGINA 15

L’intervista triplaAlle assessore dei nostri paesi

PAGINE 16-17-18-19

L’intervistaMassimiliano, Licilla e Alba

a cura della redazione PAGINE 20-21-22

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 23-24-25-26

Don Daniele rispondeI parrocchiani interrogano

PAGINA 27

News dal mondo cristianoPAGINA 28

In gita con la famigliaIl sentiero dei Santi d’Europa

di Celestina Schmidt PAGINE 29-30

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Emanuela Groaz, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.

Hanno collaborato a questo numero:don Valerio Bottura, Celestina Schmidt, Sandro Bisesti, Michela Dallago e StefanoRossi, Paola Comotti e Antonio Albergati, Giusy Lorenzi e Maurizio Cadonna, Ivo CondiniMosna, don Giulio e Rosanna Zamuner.Stampa: Grafiche Dalpiaz Ravina (Tel. 0461/913545)Contatti:Tel. canonica: 0461/842514E-mail: [email protected]. sacrestano: 338/4493195

La Sacra ScritturaChi era costui: Salomone

a cura della redazione PAGINE 31-32-33

I separatiSepararsi, quante sofferenze!

di Giusy Lorenzi e Maurizio Cadonna PAGINE 34-35

La QuaresimaIn Quaresima digiuniamo così

PAGINE 36-37

ApprofondimentoA proposito di... cibo e donne

a cura della redazione PAGINE 38-39

Testimonianze di vitaA Cei: la lode del giovedì

di don Giulio PAGINE 40-41

Il viaggio in CentroafricaFare il bene fa bene anche a noi

di Rosanna Zamuner PAGINA 42

L’associazionismoProgetto compiti

PAGINA 43

I nostri defuntiPAGINE 44-45

Album fotoPAGINA 46

I tagliandi di iscrizionePAGINA 47

Gli orari del triduo pasqualePAGINA 48

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Problemi o risorse?

Oggi non è più possibile trasmettere la fede per convenzionesociale come succedeva fino a qualche anno fa: si nasceva inuna famiglia cristiana e attraverso meccanismi automatici si

viveva e moriva cristiani. Si era cristiani per contatto, semplicemen-te adottando i modi di pensare, i comportamenti e le pratiche dell'am-biente credente a cui si apparteneva. Oggi non succede più così. Sipuò diventare cristiani solo entrando in una prospettiva di "generazio-ne", convinti che il Vangelo invita tutti gli uomini a condurre una vitaautentica, a livello di coscienza. Una tale proposta di senso è tanto piùimportante quanto più i nostri contemporanei si ritrovano fragili a causadella problematicità delle scelte di vita. Hanno perduto i punti di riferimen-to… In questo contesto, la proposta del Vangelo trova tutte le sue chances. La perso-na di Cristo può essere significativa per molti, poiché incarna in maniera unica eincomparabile un modo di vivere estremamente umano. In suo nome, i cristiani con-testano vivamente e pubblicamente certe dinamiche della cultura contemporanea chesnaturano la dignità dell'uomo. Si uniscono a una moltitudine di uomini e donne chenon sono cristiani, per promuovere una vita autenticamente umana. In tal modo, la pro-posta del Vangelo è per loro l'asse portante della pastorale. Ma sono tanto più liberinell'annunciare il Vangelo quanto più lasciano che la Buona Notizia scavi in ciascunola "risposta di fede" che gli sgorga dal cuore e dalle labbra: quella d'un uomo o d'unadonna del Regno o quella d'un discepolo, sapendo che tra queste due figure, lo Spiritosuscita una grande diversità di risposte, differenti nelle loro modalità. I segni dei tempici invitano a lasciare allo Spirito di Cristo stesso il compito di tracciare i sentieri di vitadiversificati a seconda degli individui. Nei Vangeli Gesù incontra tante persone, diver-

se per forma-zione, età ecultura, a tuttechiede di pas-sare da unafede di devo-zione o di pra-tica esterioread una fededel cuore edella vita, chemetta al cen-tro Cristo eche cambi lavita. Nel

clima di diffuso relativismo in cui viviamo Gesù si ripropone ancora una volta comecentro assoluto della nostra vita. Non è che forse anche noi che ci diciamo cristiani inrealtà lo siamo solo di facciata? Forse il cammino Quaresimale, che stiamo per inizia-re, può diventare una nuova opportunità per una reale conversione del cuore. Non èche magari col nostro modo di fare, spesso cristiano solo a parole, allontaniamo le per-sone da Gesù Cristo e dalla chiesa?Buon riflessione a tutti, don Daniele vostro parroco

l’editoriale

Il 19 febbraio i ragazzi dell’oratorio hannopreparato la cena per i loro genitori

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Quaresima 2011: tempo favorevole per crescere

Il tempo della quaresima - i quaranta giorni che precedo-no la Pasqua - è stato vissuto dalla chiesa fin dai primis-

simi secoli come tempo propizio, come opportunità diconversione, cioè di ritorno all'autenticità del vissuto dellapropria fede. La quaresima potrebbe essere per tutti noiuna preziosa occasione da vivere con serietà e autenticità,riscoprendone la dimensione fondamentale di conversioneal Signore e al suo vangelo e offrendo così spunti di rifles-sione, valori di riferimento e modelli di comportamentosignificativi anche per chi non condivide la stessa fede.Quando, come oggi, siamo bombardati da messaggi come"consumate, aumentate i consumi", e così siamo invitati aimmedesimarci negli oggetti da comprare e possedere,quando i modelli offerti sono quelli del successo, dellavanità, dell'apparire, dell'aggressività del vincitore,dovremmo saper reagire in modo da risvegliare unacoscienza individuale e sociale capace di far riferimento aun'etica. La sobrietà, cioè il controllo sui propri appetiti, così comeil maggior silenzio, l'ascolto, la vigilanza, la solidarietà, ilr i p e n s a -

mento sui propri comportamenti posso-no aiutare anche la società in cui i cri-stiani vivono come cittadini con paridiritti e doveri a una pausa di riflessionee a una presa di distanza rispetto allachina pericolosa verso la barbarie chesembra impossessarsi progressivamentedei rapporti sociali. Se il tempo quaresimale servisse a farciritrovare lo specifico della fede e a rin-vigorirne le energie nell'attuazione quo-tidiana del vangelo professato, allora nebeneficerebbe anche l'insieme dellasocietà e la possibilità di un dialogosereno e costruttivo. Sì, perché - e vadetto con chiarezza e convinzione - o lafede cristiana ha una rilevanza, unospessore umano oppure non è vera fedecristiana: la sua qualità si misura propriosul suo essere una umanizzazione auten-tica o sul suo contraddire l'uomo e lasocietà, che egli può costruire nella giu-stizia, nella pace e nella riconciliazione.

LA VIGNETTA DI SARA CIMADON

Cesarina Marchi con la casulada lei finemente realizzata perla parrocchia di Aldeno

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Il profetico Sinodo della Chiesa nel Medio Oriente

Si è tenuto a Roma, dal 10 al 24 ottobre, il Sinodo della Chiesa nel Medio Oriente1. E’la prima volta che ciò accade a Roma alla presenza del papa. Il Sinodo è stato forte-

mente voluto da Benedetto XVI nell’intenzione di confermare e rafforzare i cristianinella loro identità grazie alla parola di Dio, ai sacramenti e per rinnovare la comunioneecclesiale fra le singole Chiese.Il tema scelto rappresenta in maniera efficace quest’obiettivo. La chiesa cattolica nelMedio Oriente: comunione e testimonianza. “La moltitudine di coloro che erano diven-tati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (At 4,32).In queste parole c’è un’importante indicazione: l’abbinamento tra comunione e testimo-nianza. Parlando di testimonianza il pensiero va evidentemente al fatto che, nella mag-gior parte dei casi, i cristiani del Medio Oriente vivono in Paesi di maggioranza musul-mana con tutte le difficoltà che ciò comporta e al problema, a volte anche drammatico,della loro emigrazione. Parlando, invece, di comunione si fa riferimento ad un altrotema, anche questo molto sentito: i cristiani in Medio Oriente sono una moltitudinedisaggregata in termini di riti e confessioni e questa convivenza d’anime diverse generauna notevole quantità di problemi. Il Sinodo, allora, ha voluto essere una grande esperienza d’unità per confrontarsi e perdare ai propri fedeli consapevolezza nel rinvigorire le ragioni della loro presenza. Unapresenza che è in costante diminuzione numeri-ca con problemi di scarsa comunione intercon-fessionale quando non di conflitto, in un conte-sto di altissima instabilità politica e di difficileconvivenza con la maggioranza islamica, spes-so di pesante discriminazione e anche di perse-cuzione.Hanno partecipato a quest’assemblea 177 padrisinodali, tra cui 19 Cardinali, 9 Patriarchi, 72Arcivescovi, 67 Vescovi e 10 Presbiteri, oltre a69 collaboratori. La riflessione dei padri sinodali ha preso lemosse dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizionesoffermandosi a meditare su come questa terrasia stata scelta da Dio, nel mistero del suoamore, per essere la culla del suo piano univer-sale di salvezza. “Da là, di fatto, è partita lavocazione di Abramo. Là, la Parola di Dio si è incarnata nella Vergine Maria per l’a-zione dello Spirito Santo. Là, Gesù ha proclamato il Vangelo della vita e del regno. Là,egli è morto per riscattare il genere umano e liberarlo dal peccato. Là è risuscitato daimorti per donare la vita nuova ad ogni uomo. Là, è nata la Chiesa che, da là, è partitaper proclamare il Vangelo fino alle estremità della terra”. Ha una valenza tutta pastorale questa prima riflessione che si qualifica - scrivono i padrisinodali - nell’impegno di portare nei nostri cuori la vita, le sofferenze, le speranze deinostri popoli e le sfide che si devono affrontare ogni giorno, convinti che “la speranzanon delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo delloSpirito Santo che ci è stato dato’’ (Rm 5,5). In queste parole c’è l’appello alla fermezza

Sinodo dei vescovi del Medio O

riente di Sandro B

isesti

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della fede, fondata sulla Parola di Dio, el’invito alla collaborazione nell’unità, allacomunione nella testimonianza dell’amo-re in tutti gli ambiti della vita.Le sfide da affrontare. La prima viene danoi stessi e dalle nostre Chiese. Ciò cheCristo ci domanda – scrivono i padri sino-dali- è di accettare la nostra fede e diviverla in ogni ambito della vita. Ciò cheegli domanda alle nostre Chiese è di raf-forzare la comunione all’interno di cia-scuna Chiesa e tra le Chiese cattoliche didiversa tradizione, inoltre di fare tutto ilpossibile nella preghiera e nella carità perraggiungere l’unità di tutti i cristiani e rea-lizzare così la preghiera di Cristo: «perchétutti siano una sola cosa; come tu, Padre,sei in me e io in te, siano anch’essi in noi,perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17, 21).La seconda sfida viene dall’esterno, dalle condizioni politiche e dalla sicurezza nei nostripaesi e dal pluralismo religioso. Infatti, “ci siamo soffermati ad analizzare la situazionesociale e la sicurezza nei nostri paesi del Medio Oriente. Abbiamo avuto coscienza del-l’impatto del conflitto israelo-palestinese su tutta la regione, soprattutto sul popolopalestinese che soffre le conseguenze dell’occupazione israeliana: la mancanza di liber-tà di movimento, il muro di separazione e le barriere militari, i prigionieri politici, lademolizione delle case, la perturbazione della vita economica e sociale e le migliaia dirifugiati. Abbiamo riflettuto sulla sofferenza e l’insicurezza nelle quali vivono gliIsraeliani. Abbiamo meditato sulla situazione di Gerusalemme, la Città Santa. Siamopreoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano di mutare la sua demografia e il suostatuto. Di fronte a tutto questo, vediamo che una pace giusta e definitiva è l’unico mezzodi salvezza per tutti, per il bene della regione e dei suoi popoli”.Questo sinodo è stato un passo molto importante perché ha dato l’occasione ai padrisinodali di parlare delle loro realtà concrete, di esprimere speranze, di formulare propo-ste che hanno per oggetto la crescita della vita cristiana, la comunione fra le diverseChiese e la volontà d’essere uomini perfettamente integrati nei loro ambienti in dialogocontinuo con le altre religioni, ebraismo e islam, nella ricerca della pace. La pace è pos-

sibile. La pace è urgente. Con queste parole il Papa ha parlatodei conflitti in Medio Oriente. “Datroppo tempo in Medio Oriente per-durano i conflitti, le guerre, la vio-lenza, il terrorismo. La pace, che èdono di Dio, è anche il risultatodegli sforzi degli uomini di buonavolontà, delle Istituzioni nazionalied internazionali, in particolaredegli Stati più coinvolti nella ricerca

Gregorios III Laham, patriarca di Antiochia deigreco-melkiti e arcivescovo di Damasco

Proteste in Libia

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della soluzione dei conflitti. Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza di pace. La paceè la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della società.La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente”. “Chiedete pace per Gerusalemme” ci dice il salmo (122,6).1 E’ utile precisare che per Medio Oriente s’intendono i seguenti Paesi: Arabia Saudita, Bahrein,Cipro, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Qatar,Siria, Turchia, Territori Palestinesi e Yemen. Questa regione si estende per 7.180.912 kmq, civivono 356.174.000 persone, di cui 5.707.000 sono cattolici, che rappresentano l’l,6 % dellapopolazione. Il numero approssimativo dei cristiani dovrebbe essere di circa 20 milioni di per-sone pari al 5,62 % dell’intera popolazione.

Sinodo dei vescovi del Medio O

riente

La poesia di Ivo Condini Mosna

La nosa CesaNel milisettezent’settantaseisti ani i ha fat su la nosa Cesae penso che i problemi sia sta quei:come farente co sta grosa spesa?

I soldi ‘n le famiglie i scarsegiavai feva quasi tuti i contadiniel bel l’era saer chi che pagavaen capital sì gros, senza i quatrini.

L’ Curato de alor non so chi l’era,senz’altro l’era ‘n Pret con tanta fedeche ‘l so morale no ‘l va mai per teraperché ‘n la providenza Elo ‘l crede.

E tant l’ha predicà a i so paesani:“finchè ghe vita ghe anca speranza”basta che almen restante tuti sanie che le intrade vegna en abondanza.

L’è fazile pensar che Quel de Sorael gabia abondà na qualche intradae l’abia benedì quei che laoramandando tanta ua, e bem pagada.

No so mi quant che sia durà sto debit,senz’altro l’è durà per qualche anadae no podo saer se i ha fat creditso sol che ancoi la ghè, e lei pagada.

Tuti ne la godem sta bela Cesache a Sant Modest la è stada dedicadala è accogliente e sempre en attesache da la zent la vegna frequentada.

E noi che podem goder de sta manaciapante l’occasiom finchè podemscoltante le campane che ne ciamada quel bel campanil che ga Naldem.

El Parroco de ades l’è don Danielel’è zovem ma l’è brao e convincentele prediche che ‘l fa le è sempre belee ‘l vol che ‘l Paradis ne guadagnente.

Elo ‘l se lo guadagnerà senz’altroel core su a Zimom e anca ‘n Garnigaperché lassù de Pret no ghe n’è naltroe ghè restà a El tuta la briga.

L’è attivo e risorse no ghe ‘n mancael coinvolge e ‘l se fa aiutarel se maneza a drita come a zancal’ariva sempre en do ‘l vol arivar.

Grazie disente al Sergio sacristamgrazie ai cantori per Messa Cantadagrazie a quei che iuta e dà na mame grazie a chi la tegn bem regolada.Gennaio 2011 Ivo Condini Mosna

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Suor Iginia (Pierina) Cont

Suor Iginia, classe 1919, ci racconta momenti della sua vitapresente e passata.

Ciò che traspare dalle sue parole è un profondo senso di gioiae di ringraziamento per una vita ricca dell’amore di Dio e deifratelli che ha aiutato, ma dai quali è stata anche molto aiuta-ta.La vocazione di suor Iginia è il frutto di una religiosità pro-fonda e matura, vissuta prima di tutto in famiglia e poi raffor-zata dalla preghiera e dall’esempio di altre sorelle. Un percor-so meditato e voluto.Così infatti ci racconta: «La mia vocazione è nata in famiglia

guardando e riflettendo come viveva la mamma. Partecipandoattivamente all’associazione dell’Azione Cattolica si è rafforzata, si è resa piùcosciente e, ha suscitato in me il bisogno di pregare più frequentemente per conosce-re Gesù. Diventata giovane diciottenne, nell’estate del 1937, sono andata a lavora-re a Milano. Qui ho incontrato e conosciuto da vicino le Suore di Carità delle SanteBartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa dette di Maria Bambina. Piano, piano hoverificato e maturato la vocazione e la decisione di farmi suora come loro».Per tutta la vita si è occupata degli altri, per obbedienza ha iniziato la sua missioneprendendosi cura dei bambini sfollati dalla guerra e poi si è sempre divisa tra bambi-ni e anziani dispensando loro gioia di vivere, affetto, conforto e consolazione. Il suoè stato un peregrinare dall’Istituto Pini di Gorla in provincia di Milano dove si occu-pava di bambini poliomielitici, ad Andora in Liguria presso un istituto scolastico,passando per la colonia di Miralago a Riva del Garda, alla volta della scuola mater-na S. Giuseppe di Belluno Veronese.Il contatto con i bambini la ha sempre resa gioiosa, serena e ha contribuito a mante-nerla giovane perchè «loro trasmettono entusiasmo e tanta voglia di vivere».Una tappa molto significatica nella sua missione è stata altresì la cura delle personepassate alla «seconda giovinezza» nellaR.A.S. di Malè in cui ha trascorso annisereni facendo compagnia, confortandoe consolando, alleviando sofferenze esolitudine.Diversi, certo, i toni con cui suor Iginia,suora di carità, ricorda le varie espe-rienze di missione che ha svolto nellasua lunga vita; non possiamo non per-cepire l’entusiasmo di stare coi giovani,ma per sua ammissione tutte le espe-rienze, da quelle più gioiose a quellepiù sofferte, hanno corroborato la suafede e la inducano ancor oggi a dire che

Suor Iginia

Particolare della colonia Miralago a Riva del Gardadove suor Iginia ha lavorato per molti anni

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«bello è camminare sulla strada delSignore, dove, come buon Pastore, ciguida, accompagna e cammina connoi» e che «ripercorrendo la mia vitavedo le consuete fatiche proprie diogni vita, ma soprattutto provo sereni-tà e gratitudine scorgendo quel «filorosso» dell’amore tenuto in mano dalSignore che mi è stato Padre attento,premuroso e sollecito in ogni istante».Attualmente, il cammino la ha riporta-ta a Riva del Garda dove, da più di seianni, è sagrestana nella parrocchia diS. Giuseppe (rione Degasperi).Tirando delle conclusioni Suor Iginiaè profondamente grata al Signore per lasua vita e, ricordando il tempo andatocon nostalgia, sente il dovere morale di ringraziare: «mi sento onorata di aver servi-to e poter servire il Signore amando, pregando e aiutando i fratelli. Ogni giorno, omeglio, ogni momento elevo la mia lode di ringraziamento al Signore per avermifatta nascere, senza alcun mio merito, in un tempo in cui la famiglia, la scuola e laparrocchia collaboravano ad educare umanamente, spiritualmente e socialmentepersone coscienti, responsabili, cristiane e onesti cittadini. Esse erano fonti cui sipoteva sempre attingere per qualsiasi bisogno, erano punti di riferimento, di sicurez-za, di serenità e di fedeltà al proprio ruolo. Qui si trovavano e venivano presentatiideali sani e modelli di vita per potersi orientare e scegliere il proprio futuro».Rispetto al tempo presente ammette che le difficoltà non sono poche, che ci sonodistrazioni forti per l’uomo di oggi e per i giovani soprattutto, ma la sua fede le per-mette di aver fiducia e sperare in qualcosa di positivo e soprattutto la porta a ringra-ziare sempre e comunque perché «ho avuto tanti, tanti doni, la gioia di riconoscerli,di apprezzarli, per questo mi sento privilegiata e in dovere di pregare per intercede-re per gli uomini di oggi tanto fragili in umanità, profondamente poveri di fede,sovrabbondanti di messaggi e di stimoli che non hanno sapore di vita e di eternità.Ho la sensazione che sia difficile per loro sentire e ascoltare la voce del Signore per-ché sono troppo spesso avvolti dal frastuono, sono in difficoltà a trovare il tempo perqualcosa di serio, che impegna e che favorisca il dialogo, l’incontro con il Signore.Rimane sempre vero quello che dice S. Agostino: «il nostro cuore è inquieto finchénon riposa in Te ed è pienamente felice quanto si abbandona filialmente a Lui».La sua missione ha ha portata lontana da Aldeno ma ciò non le ha impedito di colti-vare i suoi contatti con i parenti di Aldeno e con la comunità che ricorda con affetto,cui assicura la vicinanza nella preghiera e che ringazia soprattutto nella misura in cuisa essere comunità vera che si spende per gli altri.Le foto di questo articolo sono poche in quanto suor Iginia ci confida che non averconservato immagini che la ritraggono ai tempi dell’insegnamento... ma una almen-to ce la ha regalata!!

Un raro ritratto di lei in compagnia di un suo alunno

i nostri consacrati

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Capitello in zona “Tambalt” sul Bondone, il Capitello Carbonari a Garniga Vecchia

Ai lettori più attenti non sfuggirà che il capitello raf-figurato qui a fianco è già comparso sul nostro bol-

lettino lo scorso inverno. Allora, non conoscendone lasua storia, ci eravamo limitati a descriverlo e suggerireai passanti ad una breve sosta.Ora lo riproponiamo perché ne abbiamo appreso la sto-ria che merita di essere diffusa e conosciuta.A raccontarcela ci ha pensato il signor Ezio Ruzz diAldeno che mi accoglie in casa un sabato, ed esordiscedicendomi: “è una storia molto lunga...”Bé, il tempo non manca e l’interesse neppure. Avantiallora!!!Per risalire alla storia si fa aiutare da alcuni punti fermi:lui oggi ha 86 sei anni e a fine mese dovrà rinnovare la patente, per il suo 80° complean-no si era regalato la macchina nuova e quella di prima la aveva tenuta per gli undici anniprecedenti; ecco doveva essere il 1994-1995...Sulle prime questo incipit mi sembra molto strano, ma non dico nulla e ascolto...Il signor Ruzz prosegue raccontandomi che il Cristo in ferro è molto vecchio, era già pre-sente sulla lapide del bisnonno Valentino nel cimitero di Aldeno agli inizi del 20° seco-lo. Al momento dei lavori di ristrutturazione del cimitero – si dovette allargare il vialeper consentire il passaggio di mezzi più grandi-, il crocefisso venne rimosso e il signorEzio decise di portarlo a casa.Per quasi 50 anni rimase appeso ai muri di casa, in una stanza piuttosto che in un avvol-to e sempre il signor Ruzz pensava quale destinazione farne. Tenerlo voleva perché eraun ricordo del bisnonno.Il 14 luglio del 1994, di ritorno dal Bondone dove erano sistemate le sue api, il signorRuzz stava scendendo in direzione Garniga quando, per evitare un capriolo, finisce fuoristrada; la macchina vola su carpini e frassini e si schianta contro un pino dopo ben 25 mdi corsa precipitando nella scarpata. Il signor Ruzz ammette che in quella circostanzaviaggiava ad una certa velocità e ciò gli valse, a suo dire, la salvezza perché la macchi-na andò dritta e non si capottò nella scarpata.Raggiunto il suolo il signor Ruzz cerca di uscire velocemente dal veicolo preso dallapaura che possa incendiarsi e faticosamente risale la scarpata aggrappandosi a ciuffid’erba e sterpaglie; ricevuto l’aiuto di un passante, viene portato a casa e di lì all’ospe-dale. Riporta la frattura di 9 costole ma la vita è salva.Dopo 15 giorni di ospedale fa rientro a casa e la prima cosa che fa è andare a vedere lasua macchina nella scarpata e constatare che è stato molto fortunato!!!Famiglia e amici gli dicono tutti: “te devi far en quadro ala Madona!” Lui ne è consa-pevole, e pensa seriamente a come ringraziare il Signore.Una notte, e questo lo confessa solo ora - non lo aveva mai detto a nessuno -, sogna uncapitello con quel suo crocefisso che campeggia sui muri di casa.Ecco, ora sa cosa deve fare, ma dove lo può mettere?Comincia allora la sua ricerca, ogni volta che va in Bondone e scende dalla strada diGarniga si ferma, guarda e cerca un posto che possa accogliere degnamente quel ‘suo

Il capitello in zona Tambalt

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desiderio votivo’.Un giorno, fermandosi lungo la strada, vede, nascosto trala sterpaglia, un grosso masso, comincia a liberarlo edecco, potrebbe essere proprio il piedistallo adatto!!Si tratta di scoprire di chi sia il territorio e di chiedereeventualmente la disponibilità. La sua ricerca lo porta achiedere al sindaco di Garniga e agli uffici provincialicompetenti. Tutti gli rispondono di procedere e lui così fa.Con l’aiuto di due amici si prepara.A distanza di quasi un anno può assolvere a quel voto erealizzare il capitello.Il lavoro è stato tanto e tutto in segreto, ha portato il cro-cefisso a Mattarello da un ferraiolo perché ne faccia lacopertura, lo ha portato a Pianezze perché sia sabbiato enon arrugginisca, lo ha riportato e nascosto in casa, tuttosenza dire nulla alla famiglia che qualcosa sospetta e si fa domande sul suo comporta-mento così misterioso.Una domenica, quando oramai tutto è pronto, racconta alla moglie e ai figli quali sonole sue intenzioni e trova approvazione in famiglia.Con i soliti compagni un pomeriggio d’estate si porta nel luogo scelto e comincia acostruire il piedistallo. Lasciando il lavoro a metà per il sopraggiungere della notte, almattino viene fermato dal proprietario del terreno.Il suo desiderio è così forte e risponde ad un ‘bisogno’ così sentito che non ci vuole moltoa convincere il proprietario, e così può procedere.Nell’estate del 1995 il capitello è ormai pronto, eppure, ci credete? Non è ancora statobenedetto!!! Don Daniele, è compito tuo...Il capitello CarbonariScendendo dal Bondone, dopo aver oltrepassato l’abitato di Garniga Vecchia, in corrispon-denza del bivio per le “case di sotto”, completamente ricavato nel muro di contenimentodella strada e in corrispondenza di un provvidenziale ‘slargo’ di quella stretta via, è visi-bile il capitello dedicato a San Simone apostolo.La nicchia contiene un bassorilievo in metallo che raffigura il santo mentre riceve dalSignore il compito di andare e annunciare il Vangelo.Il capitello, lo si legge ai piedi dei due personaggi, è stato realizzato nel 1991 per assecon-dare la volontà di Simone Carbonari, abitante di Garniga, che dispose con lascito che dopola sua morte venisse realizzato questo capitello dedicato al santo di cui portava il nome.Il capitello, e lo possiamovedere in questa foto qui afianco, venne benedetto dall’al-lora parroco di Garniga, donErnesto, alla presenza dei fami-liari del defunto.I figli ancor oggi ricordano conemozione quella cerimonia inquanto così facendo, poterono esentirono di aver risposto alsentito desiderio del padre.

Il capitello a Garniga vecchia

capitelli, edicole e cappelle dei notri paesi

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Appunti di viaggio dal «Convegnosulla grazia del Sacramento dellenozze - Stupirsi del dono Grande»

Collevalenza di Todi 27 - 30 dicembre 2010.

Di ritorno dal convegno sentiamo il bisogno e ilpiacere di condividere con voi le sensazioni rac-

colte in questa esperienza. Confessiamo che se ciavessero chiesto di scegliere fra 4 giorni aCollevalenza di Todi per parlare della spiritualità delmatrimonio o in alternativa un paio di giorni in una

«beauty» in Alto Adige la scelta non sarebbe stata facile.Ma, da coppie animatrici del percorso fidanzati, abbiamo sentito la necessità di arricchi-re le nostre conoscenze in merito al sacramento del matrimonio, di ampliare i nostri oriz-zonti condividendo con altre coppie le nostre esperienze di vita sponsale per essere ingrado di accompagnare i fidanzati nel loro cammino di preparazione al matrimonio.Crediamo fermamente che la famiglia sia l'elemento trainante della società. Infatti, se sicrea una buona famiglia si crea una società migliore. Al rientro, ci siamo sentiti rinfor-zati nello spirito; neanche la settimana del benessere più organizzata avrebbe potuto farealtrettanto. Certo, le giornate sono state piene, tanti approfondimenti teologici e pocotempo per le chiacchiere, tanti momenti di riflessione spirituale e zero tempo per noi; mapoco importa... quello che abbiamo ricevuto è stato di gran lunga superiore alle aspetta-tive. In sintesi, al sodo...., questi i momenti affrontati nella «4 giorni»:LA GRAZIA: un insieme di contenuti teologici specifici sulla grazia del Sacramento delmatrimonio attraverso insegnamenti e testimonianze di docenti di teologia.LO STUPORE: momenti di riflessione per aiutare le famiglie partecipanti a gustare,esprimere e contemplare il dono ricevuto attraverso testimonianze, dinamiche, momentidi preghiera.LA PREGHIERA: momenti di preghiera attraverso la celebrazione e la continua ado-razione eucaristica durante tutto il periodo del convegno. LA CONDIVISIONE: momenti di lavoro in piccoli gruppi per esplicitare ciò che èstato appreso durante le relazioni.Nello specifico, sono stati affrontati i temi della "Grazia del sacramento del matrimo-nio", "La tenerezza come espressione della grazia ricevuta" e "Nella relazione tra Cristoe Chiesa: la pienezza della relazione nuziale".Ciò che ci ha subito sorpreso è stato il numero dei partecipanti (oltre 600 persone di tuttele età, provenienti da tutte le regioni d'Italia) che ci ha dimostrato quante famiglie creda-no, lavorino e siano coinvolte nel testimoniare la sacralità del matrimonio. Abbiamoriscoperto la difficoltà ma al tempo stesso il piacere di pregare insieme, sia come comu-nità, che come coppia (quanto è imbarazzante ma intimo pregare in coppia!). Abbiamoavuto conferma del grande "Dono" ricevuto e la gioia con la quale va vissuto. Crediamo perciò che sia necessario per ogni coppia prendersi del tempo da dedicare allariflessione e alla meditazione sul percorso cristiano fino ad ora intrapreso, e che sia dav-vero una grazia riscoprire i valori fondamentali del matrimonio. Ci piace concludere con un'immagine: LA COPPIA NON E' UN ALBERO DAOMBRA, MA UN ALBERO DA FRUTTO.

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Moratelli Fabrizio e Aiello Jasmine26/12/2010 a Garniga TermeFedrizzi Ennio e Mariana Perez

Torrescano Salgado23/07/2010 a Garniga Terme

Buglisi Maurizio e Alice Valle 05/06/2010 a Folgaria

Dallago Iari e Paola Failoni07/08/2010 a Tione

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È un po' difficile questa poesia. Dio misericordioso si ferma sempre peraccogliere un peccatore, qualunque delitto abbia commesso. Noi talvoltalo critichiamo se è troppo indulgente, ma guai se non lo fosse. Poveri noi!Rileggetela con attenzione.

Signore, non sei stupidoquando ti fermi da me.M'hai conosciuto più buono.Bollente fornacetre volte accesa,capacedi orgoglio e puntigliod'ogni immaginosa impresa.Adessoè calda appena la cenere.

Anche quel mezzo tizzoneuscito da galeradinanzi alla mia portal'altra seraper una manciata di mille lire,e la droga negli occhi strabici,sognava nostalgia da non dire.Signore, non sei stupidoquando ti fermi da lui.

L'ha strangolata l'altra nottenelle viscere il suo non natoquella donna.Mi rugge sdegnoa volgerle un segnodi pietà.E un'adultera da Luiebbe licenza d'andarsene.Signore, non sei stupidoquando ti fermi da lei.

Urliamo ipocrisia da ogni poro,urliamo l'odio dalla piazza,e fra noi due quando impugnobilancia e metro,o decimo di millimetro,sul grugno o sul retro,del vicino che altercaper un posto che cerca.

Per noi, tutti saremmo crocipiantate a tranellodel prossimo fratello.

Signore, non sei stupido quando ti fermi da noi, e ti sdrai sullenostre croci,

sfida a passarvi sopra.

Signore non sei stupido

Eugenia Gazza e Vittorio Baldo

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i battezzati delle nostre parrocchie

LUSINI CAMILLAbattezzata 08/12/2010

ad Aldeno figlia di Alberto e Michela Girardi

BALDO GIANLUCAbattezzato 08/12/2010

ad Aldeno figlio di Nicola e Arianna Majer

INNOCENTI MARTINAbattezzata 08/12/2010

ad Aldeno figlia di Loris e Rosa Bernardi

BERTOLDI LEONARDObattezzato 18/10/2010

a Cognola figlio di Lorenzo e Laura Pederzolli

ZANLUCCHI GIULIAbattezzata 14/11/2010

a Garniga Terme figlia di Fabrizio e Tania Maevsca

SPERANZA SIMONE FRANCESCObattezzato 31/10/2010

ad Aldeno figlio di Andrea e Roberta Rocco

SCANDELLA SOFIAbattezzata 08/12/2010

ad Aldeno figlia di Daniele e Michela Pasqualini

RIPANTO GIOELEbattezzato 08/12/2010

a Castella Grotte (Ba) figlio di Paolo e Maria Grazia Cimadom

GIORDANO SARAbattezzata 20/02/2011

ad Aldeno figlia di Marco e Cristina Coser

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Alida

Cramerotti

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Sposata con Walter,mamma di quattro figli:Matteo, Matilde, Andrea eFrancesco.

La costa spagnola in motocon mio marito nell’estatedel ‘97.

La musica e il teatro: inte-ressi per i quali ultima-mente però non riesco aritagliarmi il tempo chevorrei.

“Shrek 3” con i miei figli.

“La bisettrice dell’anima”di Loreta Failoni.

Non ho un attore/attrice,mi piacciono RobertoBenigni e Gerard De-pardieu.

Michela

Larentis

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Mamma, papà e una sorel-la: Giorgia.

In Nuova Zelanda nel2006.

Lo sport. Ultimamentesono talmente impegnatache non lo pratico più.

Alice in Wonderland.

“Angeli e demoni” di DanBrown.

Non ne ho.

Serena

Romeo

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Due figli: Manuel e Dennis.

A Roma.

Mi piace tantissimo leggere.

La banda dei tre Babbi.Natale“Mamma senza paracadu-te” di Lidia Castellani.

Julia Roberts.

Nome:

Cognome

Età

Famiglia

Il viaggio più bello che hai fatto

Hobby

Ultimo film visto al cinema

Ultimo libro letto

Attore o attrice preferita

Domande alle assessore dei nostri paesi

Aldeno Cimone Garniga Terme

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La nascita dei figli.

La fine del mio matrimo-nio.

La mia mamma.

Ma il voto non è segreto?

Si, siamo molto lontanidalla parità.

Assessore alla cultura, sport,turismo e poliche sociali.

Una donna in politica èsicuramente un valoreaggiunto: il suo contributoè diverso perché conoscebene tutto ciò che riguardail sociale e la famiglia.

Si, devo dire che per quan-to riguarda le mie compe-tenze ho piena autonomia.

Una migliore viabilità epolitiche che agevolinol’aggregazione giovanile.

Quello del mio matrimo-nio.

Quello in cui è mortoDaniele Baldo.

Mia madre.

Partito Democratico.

Si; anche se le donne, intal senso, ci mettono moltodel loro.

Vicesindaco e assessorealla cultura e spettacoli.

Dare innanzitutto rappre-sentatività “diretta” e vocealle donne e al mondofemminile. Il che si tradu-ce nel fare politica lascian-do grande spazio anche afantasia, sensibilità, edu-cazione, pragmatismo edefficienza: qualità questeche tipicamente deve pos-sedere chi, dalla vita, èchiamato a svolgere e con-ciliare ruoli diversi(mamma, moglie, sorella,lavoratrice, volontaria,amministratore, ecc..)

Da tanti anni sono in poli-tica e, anche per questo,mi sento considerata. Ilpunto di vista femminile avolte però è occasione diconfronto e anche di scon-tro.

Prevedere e comprenderele dinamiche dei flussidemografici che stanno

Quando è nata mia sorella.

La morte di mio cuginoStefano.

La mia mamma.

Simpatizzo Lega Nord.

Secondo me no.

Assessore alle foreste,ambiente e turismo.

Noi pensiamo molto primadi parlare, abbiamo mag-gior capacità di ascolto edi mediazione.

Da alcuni si, da altri asso-lutamente no.

Giovani e viabilità.

Il giorno più bello della tua vita?

... e il più brutto?

La persona a cui devi di più

Quale partito nazionale ti piace di più

La politica italiana è maschilista?

Quale il tuo ruolo in comune?

Quale contributo diverso può dare una donna alla politica?

Ti senti apprezzata e considerata nelle tue idee dai colleghi maschi?

Quale sono le urgenze dei nostri paesi?

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l’intervista tripla

La piccola SerenaMichela il giorno della

prima comunione

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Speriamo presto.

Nessuna in particolare, leammiro tutte perché pernoi donne è molto più dif-ficile conciliare famiglia epolitica.

Chiunque lavori con pas-sione senza perdere rispet-to per se stesso e gli altri.

Amare ed essere amatarende una donna bella siadentro che fuori.

La loro sicurezza e iltempo a disposizione.

Premesso che a differenzadi Aldeno e GarnigaTerme qui c’è già stata,spero presto.

Maria Stella Gelmini.

Le persone modeste, chesanno ascoltare e che sonosensibili.

Il fatto di saper donare unsorriso anche nei momentipiù difficili e il saper esse-re forte.

A volte sono più menefreghi-sti, passano sopra tante cosesenza ripensarci troppo.

interessando tutti i centridella cintura urbana; pro-grammare quindi congrande lungimiranza ilfuturo e, in particolare, losviluppo urbanistico esociale del nostro Paese,adeguando conseguente-mente tutti quegli stru-menti amministrativi chepossono favorire lamiglior integrazione di chiviene da fuori e, al tempostesso, garantire e rispetta-re l’identità di una colletti-vità che si troverà a dareloro il benvenuto.

Quando la gente lo vorrà;e comunque quando, senzaquote rosa imposte, ledonne impareranno a vota-re “donna”.

Anna Finocchiaro.

Colui che mantiene fede aipropri ideali senza maimodificare o, peggio, adat-tare il proprio modo diessere al contesto in cui sitrova a pensare e ad agire.

La serenità e la felicità, inaltre parole lo star benecon se stessa, credo possa-no rendere più bella unadonna.

Nulla.

A quando un sindaco donna?

Quale donna in politica ti piace di più?

Chi è un modello da seguire?

Cosa rende bella una donna?

Cosa invidi ai maschi?

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Serena il giorno dellaprima comunione

Alida da piccola

La piccola Michela

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Sicuramente l’impulsività.

Sistemazione del parcoattorno al Lago, concreazione di uno spazioteatro-concerti.

La fede, la sincerità, lafamiglia, l’onestà e il rispet-to per le cose e le persone.

Abbastanza buono.

Andare a trovare miofratello in Brasile.

“Quello che sorprende glialtri non è tanto quello chefacciamo, ma il veder checi sentiamo felici di farlo esorridiamo facendolo”.(M. Teresa di Calcutta)

La mia sensibilità a voltemi frega, mi fido troppodelle persone.

Mi piacerebbe tantissimoche le persone fossero piùunite.

La famiglia.

Credo tantissimo, ma nonsono praticante.

Un figlio.

Vivi serenamente, senzaarrabbiarti.

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l’intervista tripla

Mi piacerebbe – senza in-terromperli – saper ascol-tare di più gli altri.

Il potenziamento dell’of-ferta integrata di serviziper giovani e anziani: cen-tro diurno, R.S.A. e pale-stra.

Onestà e fedeltà.

Sono credente; a causa deifigli piccoli partecipo asinghiozzo alla messadomenicale, mi piacemolto entrare nelle chiesequando non c’è nessuno.

Imparare a suonare la chi-tarra.

Cercate di apprezzare ciòche avete in questo paese,preservatelo e lasciatevicoinvolgere; ognuno di voi,se lo vuole, ha qualcosa diimportante da dire e da fare.

Cosa vorresti cambiare di se stessa?

Un progetto per il tuo paese

Oggi si parla molto di valori imprescindibili, quali sono secondo te?

Quale è il tuo rapporto con la fede?

Una cosa che non hai mai fatto e vorresti fare

Un consiglio per chi legge

Alida assieme ai suoi compagniil giorno della prima comunione

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«Aprite le porte» Massimiliano, Lucilla e Alba

Siamo a casa di Massimiliano, Lucilla e Alba. Tutti e tre provengono da lonta-no: il capofamiglia è italiano, nato a Cagliari e cresciuto ad Oristano, mentre la

compagna e sua figlia hanno origini sudamericane, per la precisione paraguayane. Siamo venuti a trovarli a Garniga Vecchia. Ad accoglierci ci sono le due donne dicasa, Massimiliano è ancora al lavoro presso la BMW di Trento, dove è meccani-

co specializzato, e ci raggiunge quandoormai è ora di cena.Lucilla comincia a raccontarci la sua sto-ria…L: Sono nata e cresciuta a Caaguazu, unacittadina distante circa 100 Km daAsunciòn, la capitale del Paraguay. Ho 31anni e sono la quarta di ben 13 figli. Hofrequentato le scuole locali fino alla terzamedia, poi ho iniziato a lavorare. InParaguay però non è semplice trovareun’occupazione stabile e così, ben presto,ho deciso di andarmene. All’età di 19 annimi sono trasferita a Buenos Aires, inArgentina. In questa grande città ho trova-to lavoro presso una sartoria in qualità diricamatrice. Sono rimasta per sei anni, poiè arrivata la grande crisi economica …

D: E così hai deciso di partire per l’Italia?L: Sì, esatto. Era il 2005. A Milano vivevano una mia sorella ed alcuni amici. Holasciato mia figlia e la mia famiglia e li ho raggiunti.D: È stata dura trovare lavoro?L: A dire la verità non così tanto. Ho inizia-to a lavorare dopo pochi giorni in un’azien-da che produce imballaggi di cartone.Successivamente, per circa due anni, hovissuto presso un’anziana signora, sonostata la sua badante fino a quando è manca-ta.D: Ma a Garniga Vecchia quando seiarrivata?L: Nel momento in cui ho perso questo ulti-mo lavoro, ho deciso di raggiungereMassimiliano, che avevo conosciuto aMilano e che, nel frattempo, era diventato ilmio compagno. Abbiamo così preso in affitto questo appartamento ed ho final-mente avuto l’occasione di far venire in Italia anche Alba.

La famiglia al completo

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D: Quando è arrivata tua figlia?L: Lo scorso anno, a marzo. Alba si è subito inserita qui, è stata davvero bravissi-ma! Ha imparato l’italiano in pochissimo tempo e da scuola sono arrivati tanti beivoti. Ora frequenta la classe II media, l’anno prossimo sarà già tempo di scelte.D: Cosa vuol fare “da grande” Alba?L: Si è messa in testa un’idea pazzesca: vuole diventare meccanico! Io non sonomolto d’accordo, speriamo cambi idea …D: Torniamo a te: qual è stata la difficoltà più grande che hai dovuto affron-tare al tuo arrivo in Italia?L: Beh, io sono stata fortunata: qui c’erano giàmia sorella e i miei amici ad aspettarmi. Inoltre,come per mia figlia, imparare la vostra lingua,così simile allo spagnolo, è stato piuttosto sem-plice.D: Sembra quasi troppo perfetto..L: In effetti qualcosa c’è … Arrivata a Milano,ho faticato non poco ad abituarmi al clima,molto più freddo e grigio rispetto al Paraguay. Epoi le relazioni tra le persone: mi aspettavo fossepiù semplice stringere nuove amicizie, invece èproprio difficile, quasi impossibile direi. Gli ita-liani sono riservati e chiusi, molto più di quantomi sarei aspettata. Nel mio Paese è un’altra cosa,come in tutto il Sud America del resto … D: E con i tuoi connazionali? Conosci altri paraguayani che abitano in questazona?L: A Garniga sono l’unica e credo che nessun mio connazionale abiti a Cimone oad Aldeno. Sicuramente a Trento qualcuno ci sarà, ma io non conosco nessuno. AMilano era diverso: la comunità paraguayana era molto numerosa, c’erano luoghi

ed occasioni per incontrarsi. Era unaspetto veramente importante per me:c’è bisogno di “ritrovarsi”, condivide-re con altri le proprie origini e la pro-pria cultura.D: Riesci a mantenere i rapporticon la tua famiglia?L: Certo, soprattutto per telefonoovviamente. Lo scorso anno, quandosono tornata in Paraguay per prendereAlba, ho potuto riabbracciare i mieigenitori e gran parte dei miei fratelli.I cinque più giovani vivono ancoraAlba

l’intervista

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con mamma e papà, altri sono in Brasile e in Argentina, la sorella che avevo rag-giunto a Milano vive ora a Roma …D: Conosciamo poco il Paraguay. Ci racconti qualcosa?L: Posso dire che ha circa sette milioni di abitanti ed è una repubblica presidenzia-le. Non ha sbocchi sul mare, è pressoché pianeggiante e la sua economia si basasoprattutto sull’agricoltura e sull’allevamento, attività pressoché maschili, il cherende davvero difficile per una donna trovare lavoro.D: Sei cattolica?L: Sì, come la quasi totalità dei miei connazionali. Mi ricordo ancora le lezioni dicatechismo: ci facevano leggere e rileggere il Vangelo, le sue pagine sono impressenella mia mente … Ancora oggi mi piace aprirlo e apprezzarne i passi, mi rilassa.D: Ultima domanda: cosa ti auguri per il futuro?

L: Spero proprio di trovare al più presto unlavoro. Non sono abituata a stare in casa tuttoil giorno, ho proprio bisogno di essere occu-pata. Mi sono rivolta ad alcune agenzie, hopresentato domande ovunque, ora non restache aspettare. Un’altra cosa che piano piano cipiacerebbe fare sarebbe riuscire a trasferirci,magari ad Aldeno. Io non ho la patente e,anche nell’eventualità di trovare lavoro aTrento, abitare a valle sarebbe molto più pra-tico. Speriamo…Non ci resta che fare loro i nostri più calorosiauguri perché i loro desideri si realizzino alpiù presto.

FESTIVOAldeno ore 08.00

ore 10.30ore 20.00

Cimone ore 09.30Garniga T. ore 10.30

1° venerdì di ogni mesea Garniga Vecchia alle ore 18.00

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì ore 17.30

martedì ore 08.00mercoledì ore 17.30giovedì ore 08.00venerdì ore 08.00

Cimone: giovedì ore 18.00

Garniga T.: martedì ore 18.00

ORARIO SANTE MESSE IN VIGOREFINO AL 12 GIUGNO 2011

Le cascate Cataratas del Iguazu in Paraguay

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l’intervista ai sindaci

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AL. CI. GA. Aldeno, Cimone, Garniga Terme

Il funerale della volpeUna volta le galline trovarono la volpe in mezzo al sentiero. Aveva gli occhichiusi, la coda non si muoveva. È morta, è morta, gridarono le galline.Facciamole il funerale. Difatti suonarono le campane a morto, si vestirono dinero e il gallo andò a scavare la fossa infondo al prato. Fu un bellissimo funera-le e i pulcini portavano i fiori. Quandoarrivarono vicino alla buca la volpesaltò fuori dalla cassa e mangiò tutte legalline. La notizia volò di pollaio in pol-laio. Ne parlò perfino la radio, ma lavolpe non se ne preoccupò. Lasciò pas-sare un po’ di tempo, cambiò paese, sisdraiò in mezzo al sentiero e chiuse gliocchi. Vennero le galline di quel paese esubito gridarono anche loro: - È morta,è morta! Facciamole il funerale.Suonarono le campane, si vestirono dinero e il gallo andò a scavare la fossa in mezzo al granoturco. Fu un bellissi-mo funerale e i pulcini cantavano che si sentivano in Francia. Quando furono

vicini alla buca, la volpe saltò fuori dallacassa e mangiò tutto il corteo. La notiziavolò di pollaio in pollaio e fece versaremolte lacrime. Ne parlò anche la televisio-ne, ma la volpe non si prese paura pernulla. Essa sapeva che le galline hannopoca memoria e campò tutta la vita facen-do la morta. E chi farà come quelle gallinevuol dire che non ha capito la storia.

(Gianni Rodari)

LA SOLUZIONE DEL GIOCO DEL NUMERO PRECEDENTE

La vincitrice assoluta del concorso èLinda Turato (nella foto qui a fianco) diAldeno che riceve l’abbonamentoannuale a Focus Junior e la magliettaAL.CI.GA.

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25Le soluzioni dei giochi saranno pubblicate sul prossimo numero

bollettino junior - giochi

LA ZIGGURAT

CRUCI A PEZZI

Le regole di questo gioco sonomolto semplici: devi riempire i

blocchi della ziggurat con i numericorretti aiutandoti con quelli già scritti e sapendo che: 1 - la cifra che si viene a trovarein un blocco giallo è la differen-za dei numeri dei due blocchisottostanti.2 - la cifra che si viene atrovare in un blocco gial-lo è la diffrenza deinumeri dei due bloc-chi sottostanti.I numeri nei bloccibianchi sono labase di partenzaper le operazioni.Buon divertimento!

Quella sbadata diOlimpia ha fatto

cadere i cruciverba!Adesso si è rotto in 10pezzetti. Riuscirai aricomporlo? Per aiutartiha trasctitto già l’unicaparola di cui ricordaval’esatta posizione.Al termine, se non avraifatto errori, nella colonnaindicata dalla stellinapotrai leggere la soluzione del quiz.

Le soluzioni sul prossimo numero

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Sfida all’ultimo lego!Cosa ti serve: pezzi di lego a volontà e un po’di tempo per divertirti.Tema: una costruzione o un soggetto a liberascelta.Come si partecipa?Costruisci, a casa tua, quello che vuoi con moltafantasia ed espressività. Il tuo progetto puòavvalersi delle collaborazione di amici o deigenitori, quando lo hai realizzato fagli una bellafoto su cui ci sia la costruzione e le persone chel’hanno realizzata, spediscila via e-mail all’in-dirizzo [email protected] (se preferisci invecefare una foto tradizionale portala in canonica onella buca delle lettere con il nome dei parteci-panti e l’età). Verrà premiato il progetto che la redazione riter-rà più bello ed originale. Premio: un buono acquisto presso negozio digiocattoli di Trento.

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orso CONCORSO A PREMI PER BAMBINI E GENITORI

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Mio figlio guarda i Simpson…

Ancora oggi, dopo 24 stagioni televisive e un film cam-pione di incassi, i Simpson stanno battendo tutti i pri-

mati. I Simpson rimangono tra i pochi programmi televisi-vi per ragazzi in cui, anche se trattate a volte con una certasuperficialità, la fede cristiana, la pratica religiosa e ladomanda su Dio sono temi ricorrenti. Homer J. Simpson è cattolico. E se non fu vocazione -complice un’ammaliante pinta di «Duff» - ci mancò dav-vero poco. Tanto che oggi il re della ciambella fritta diSpringfield non esita a esclamare che «il cattolicesimo èmitico». Salvo poi ricredersi in un catartico «D’oh!». La battuta è tratta dall’episodio«Padre, Figlio e Spirito Pratico», in cui Homer e Bart si convertono grazie all’incontrocon il simpatico padre Sean. È fuori discussione che la serie creata da Matt Groening haportato nel mondo del cartone animato una rivoluzione linguistica e narrativa senza pre-cedenti. Abbandonata la tranquillizzante distinzione tra bene e male tipica delle produ-zioni «a lieto fine» della Disney, Homer&Company hanno aperto un vaso di Pandora. Neè uscita comicità surreale, satira pungente, sarcasmo sui peggiori tabù dell’Americanway of life. Ma attenzione, ci sono anche altri livelli di lettura. Ogni episodio apre temiantropologici legati al senso e alla qualità della vita. Temi come l’incapacità di comuni-care e di riconciliarsi, l’educazione e il sistema scolastico, il matrimonio e la famiglia. E

non manca la politica. Pomo della discor-dia, la religione. Che dire al cospetto dellesonore ronfate di Homer durante le predi-che del reverendo Lovejoy? E che diredelle perenni umiliazioni inflitte al pateti-co Neddy Flanders, l’evangelico ortodos-so? Sottile critica o blasfemia ingiustifica-bile? La famiglia recita le preghiere primadei pasti e, a suo modo, crede nell’al di làed è lei il mezzo attraverso cui la fedeviene trasmessa. La satira più che coin-volgere le varie confessioni cristiane tra-volge le testimonianze e la credibilità dialcuni uomini di chiesa.

I pericoli esistono perché il lassismo e il disinteresse che emergono rischiano di edu-care ancora di più i giovani a un rapporto privatistico con Dio. Occorre separare l’er-ba buona dalla zizzania. I genitori non debbono temere di far guardare ai loro figli leavventure degli ometti in giallo. Anzi, il realismo dei testi e degli episodi «potrebbeessere l’occasione per vedere alcune puntate insieme, e per coglierne gli spunti perdialogare sulla vita familiare, scolastica, di coppia, sociale e politica. Nelle storie deiSimpson prevale il realismo scettico, così le giovani generazioni di telespettatori ven-gono educate a non illudersi. La morale? Nessuna. Ma si sa, un mondo privo di faci-li illusioni è un mondo più umano e, forse, più cristiano.

La famiglia Simpson al completo

I parrocchiani interrogano

Curiosa immagine di Homerumanizzato don D

aniele risponde

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Unità dei cristiani: daGerusalemme un appello alleChiese del mondo.Si è aperta sabato 22 gennaio, dallabasilica del Santo Sepolcro, aGerusalemme, la Settimana diPreghiera per l’unità dei cristiani, ilcui tema di quest’anno è stato sceltoproprio dai cristiani di Gerusalemme:«Essi ascoltavano con assiduità l’in-segnamento degli apostoli, vivevanoinsieme fraternamente, partecipava-no alla Cena del Signore e pregavanoinsieme». Consapevoli delle proprie

divisioni e della necessità di fare di più per l’unità del Corpo di Cristo – si legge inuna nota del Patriarcato latino - le Chiese di Gerusalemme invitano tutti i cristiani ariscoprire i valori che costituivano l’unità della prima comunità cristiana diGerusalemme”. La sfida lanciata dai cristiani locali a quelli delle Chiese nel mondo“è rendere questa settimana di preghiera un’occasione per rinnovare il proprio impe-gno a lavorare per un vero ecumenismo e ricordarli nella precarietà della loro attua-le situazione e di pregare per una giustizia che porterà la pace in Terra Santa”.Libano. I cristiani fermento di modernità nelmondo arabo.Essi sono una fonte di ricchezza per l’avvenire,anche se la loro presenza è a volte “indesiderata”.L’Islam vive una fase di cambiamento, ma lapolitica deve essere separata dalla religione. I cri-stiani restano una comunità “assetata di moderni-tà”, senza la loro presenza, il mondo arabo “nonha futuro”. Ecco il pensiero del giornalista Jean-Michel Cadiot che nel suo “I cristiani d’Oriente,vitalità, sofferenza, avvenire”, ricorda che i cri-stiani sono fermento di modernità nel mondoarabo.L’autore racconta la storia ma evoca anche l’attua-lità di questi “cristiani d’Oriente”, circa 100milioni, che formano una comunità dinamica,assetata di modernità e di giustizia, ma anche diriconoscenza e rispetto. È un fatto del tutto evi-dente: “il futuro dei cristiani d’Oriente è strettamente legato al futuro del mondoarabo. Di contro, senza i cristiani il mondo arabo non ha futuro, meno ancora nellamodernità. Perché il processo che porta all’individuo, l’aspirazione alla libertà, allacoscienza individuale di sé come soggetto di diritti inalienabili – come la libertà reli-giosa e di coscienza – sono il centro della modernità. E questo tipo di processo nonpotrà essere selettivo: sarà collettivo, altrimenti non si realizzerà affatto”.

Vescovi Cattolici di Terra Santa durante la recentevisita del Santo Padre

Notre Dame du Liban

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Il sentiero dei Santid’Europa

Il sentiero dei Santi d’Europa parte daBressanone (via Castelliere) ed è caratterizzato

da un modesto dislivello, circa 150 metri.Un percorso facile che permette di raggiungere lachiesa di S. Cirillo in un’ora di cammino. Lachiesa venne menzionata in un documento stori-co del 1283 e si ipotizza che essa sia stata edifi-cata su un precedente edificio sacro pagano. Ilsoffitto risale al XV secolo, mentre gli arredi delpresbiterio risalgono al tempo barocco.L’idea dal Sentiero dei Santi d’Europa nasce nel1993 (l’anno europeo) e il tentativo perseguitocon la sua messa a punto è stato quello di coniu-gare la prospettiva della nuova Europa nel segnodel cristianesimo con un sentiero che induca allameditazione. L’Europa non è più solo una sempli-ce entità economico-monetaria, ma è un’unità di popoli chiamati a dare un’anima allacomunità europea, una comunità basata sul rispetto reciproco, sulla dignità dell’uo-mo e sulla fede nell’unico Dio. A tal fine la bandiera d’Europa posta lungo il cammi-no non è quella consueta: presenta un numero di stelle maggiori per abbracciarel’Europa dall’Atlantico agli Urali e una croce per richiamare le sue radici cristiane.Lungo il sentiero sono posti sette capitelli ciascuno dedicato ad un tema specifico enel cammino siamo accompagnati da 23 santi europei di 18 nazioni diverse.I temi richiamati sono: 1) L’EUROPA – con Cristo verso l’unità nella diversità: ricordandoci che il rispettoe la dignità dell’uomo vengo prima di tutto ed è ciò che ci permette di costruire unacomunità veramente unita pur nella diversità.2) L’EVANGELIZZAZIONE – intesa come lieto annuncio di Cristo, unità di paro-la e azione: con l’espressione Nuova Evangelizzazione si fa riferimento allo sforzodi avvicinare sempre più cristiani alle sorgenti della fede.3) GIUSTIZIA E PACE – elementi fondamentali per raggiungere l’unità: è soloattraverso la giustizia che si raggiunge la pace e quindi l’unità.4) SALVAGUARDIA DEL CREATO – per dire un forte sì alla vita: il richiamo allenostre responsabilità per la salvaguardia dell’ambiente e della natura sono pressantirammentandoci che il creato è un dono divino e che la nostra condotta di vita “usa egetta” ci porta a minacciarlo costantemente.5) CARITAS – dal servizio al prossimo all’unità: l’amore verso il prossimo è com-pito di ognuno ed è ciò che ci permette di raggiungere l’unità, affrontando tutti insie-me delle situazioni che da soli non potremo sopportare.

in gita con la famiglia di C

elestina Schmidt

Il duomo di Bressanone

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6) FAMIGLIA – luogo di amore, fede e coesione: la famiglia è la base su cui si fondala società, una famiglia “sana” è fondamentale per avere una società “sana”.7) DIOCESI DI BOLZANO E BRESSANONE – incontro a Cristo come comuni-tà di fede: uno speciale tributo alla diocesi che fortemente ha voluto questo sentiero.Concludiamo la descrizione del percorso con le parole lasciate dal defunto VescovoEgger: “La chiesa deve percorrere il proprio cammino insieme con tutti gli uomini,andando incontro ai suoi contemporanei e accompagnandoli secondo il modello delRisorto”.I Santi hanno percorso il cammino della vita con Cristo e gli uomini. Anche noi,accompagnati dai Santi, siamo invitati a percorrere il sentiero che porta a S. Cirilloper incontrare Gesù Risorto.

Il cuore

Rabbi Mendel soleva dire che tuttigli uomini che gli avevano chiesto dipregare Dio per loro gli passavanonella mente quando diceva la tacitapreghiera delle Diciotto Benedizioni(preghiera che si recita tre volte algiorno stando in piedi). Un giorno un tale si stupì che ciòfosse possibile, poiché il tempo nonbastava certo. Rabbi Mendel rispose:"Una traccia della pena di ognunorimane incisa nel mio cuore. Nell'oradelle preghiera io apro il mio cuore edico: Signore del mondo, leggi ciòche è scritto qui!".(Martin Buber, Storie e leggendechassidiche, Mondadori)

Il Santo Padre visiterà le diocesi del Nordest il 7 e 8 maggio 2011.

Chi desidera partecipare alla Messaa Mestre può prenotarsi presso

l’ufficio diocesano pellegrinaggi (Tel. 0461 231055)

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Chi era costui: SalomoneSecondo il racconto biblico era figlio del re Davide e Bath-Sheba (Betsabea).Il suo regno viene considerato dagli ebrei come un’età ideale e ciò per più ragioni, eper la saggezza con cui regnò e per la costruzione del suo Tempio (in appena 7 anni)che divenne leggendario per le sue molteplici valenze simboliche, e soprattutto per inumerosi amori e matrimoni a fini politici che lo unirono a donne potenti e leggen-darie (pensiamo alla Regina di Saba da cui ebbe il figlio Menelik); cosa, quest’ulti-ma che portò alla decadenza spirituale all’interno di Israele, dato che ogni nuovamoglie adorava diverse divinità, e anche Salomone prese ad adorarli.

Il fatto portò alla decisione divinadi dividere il regno in due parti,il regno sulle tribù di Giuda eBeniamino, da una parte, e tuttele altre, creando il regno diIsraele, dall’altra.Del periodo precedente la suaincoronazione le scritture nondicono nulla di più. Salomonedivenne re per designazionedivina (1Cr. 22,9), e la congiuradi Adonia, suo fratellastro, conl’appoggio del potente generaleJoab, accelerò solo i tempi.Pur essendosi dissolto il partitofedele ad Adonia, Salomonetrovò presto occasione di ordi-nare l’uccisione del fratello edin seguito anche del generaleribelle. Salito al trono,

Il giudizio di Salomone

Il primo Libro dei Re dà un esempio signifi-cativo della sapienza di Salomone. Nelmondo antico era un fatto comune chiedere ilgiudizio del re, non esistendo la moderna sud-divisione dei poteri: i regnanti, quindi, eranoi giudici supremi a cui venivano sottoposti icasi più difficili. E quello sottoposto al red’Israele sembrava irrisolvibile.«Due donne si presentarono da Salomone:ciascuna aveva partorito un figlio a pochigiorni di distanza l’uno dall’altro ed entram-be dormivano nella stessa casa. Una notteaccadde che uno dei due bambini morì e suamadre, secondo l’accusa, aveva scambiato ilfiglio morto con quello vivo dell’altra donnamentre questa dormiva. Salomone, dopo averascoltato le due donnesostenere più volte le lorotesi, fece portare unaspada e ordinò che il bam-bino vivente fosse tagliatoa metà per darne unaparte a ciascuna di esse.Allora la vera madre losupplicò di consegnare ilbimbo all’altra donna, purdi salvarlo. Salomone capìcosì che quella era la veramadre e le restituì il bam-bino».

la Sacra Scritturaa cura della redazione

Poussin Nicolas, Il Giudizio di Salomone, 1649 Louvre, Parigi

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Salomone si impegnò in ripe-tuti scontri militari con letribù che premevano ai confi-ni del regno di Israele edintensificò la rete commer-ciale, stringendo accordi coni vicini più potenti ed aggiun-gendo al numero delle suemogli la figlia del faraoned’Egitto. Il punto di snodo del regno diSalomone fu la richiesta aDio di dargli la sapienza,necessaria secondo lui pergovernare un popolo. Dopoquesto fatto la sua potenza ericchezza divennero leggendarie. Le notizie su Salomone si diffusero in Oriente,tanto che molti «potenti» di allora vollero metterlo alla prova, facendogli visita e por-

La produzione letteraria che gli è attribuitaA Salomone sono attribuiti il Quelet, le Ecclesiate, il Libro dei Proverbi e ilCantico dei Cantici.Molti sono i detti che ci permettono di comprendere la saggezza e l’acume di que-

sto personaggio.Eccone alcuni esempi:«Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena lelabbra è prudente»«Il buon nome vale più di grandi ricchezze; la stima,più che l’oro e l’argento».«Va’ dalla formica, o pigro, guarda le sue abitudini ediventa saggio».«Un anello d’oro al naso d’un porco, tale è la donnabella ma priva di senno».«Un amico vuol bene sempre, è nato per essere un fra-tello nella sventura».E non dimentichiamo lo straordinario canto d’amoredel Cantico dei Cantici, sebbene consti di soli 117 versie sia il libro più breve della Bibbia, questo testo è statooggetto di studio nei secoli. Il tributo alla sessualità diquesto componimento, considerato anche troppo espli-cito, portò, durante il Medioevo, l’esegesi e la medita-zione dei maggiori mistici a interpretarlo come l’alle-goria dell’amore sponsale di Cristo per la Chiesa.

Sebastiano del Piombo, Giudizio di Salomone, 1509 KingstonLacy, National Trust

Copertina di una recenteproduzione per la tv

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Il Tempio di SalomoneOltre che per la sua saggezza,Salomone è ricordato come il costrutto-re del tempio di Gerusalemme, una«casa» per Dio: «... il Signore mio Diomi ha dato pace da ogni parte e non honé avversari né particolari difficoltà.Ecco, ho deciso di edificare un tempioal nome del Signore mio Dio, come hadetto il Signore a Davide mio padre:Tuo figlio, che io porrò al tuo posto sultuo trono, edificherà un tempio al mio nome» » (1 Re 17-19).Considerato una delle sette meraviglie del mondo, fu realizzato come rappresen-tazione del cosmo.La sua costruzione venne affidata ad un leggendario architetto, Hiram, che appli-cò le leggi dei Numeri, dei Pesi e delle Misure.Secondo antiche ricostruzioni, il Tempio era lungo sessanta Cubiti, largo venti ealto trenta, ovvero 33x11x16,5, misure che secondo la Cabala corrispondonoalle proporzioni perfette. Nella parte più interna si trovava il Santuario, ricoper-to d’oro, nel quale era custodita l’Arca dell’Alleanza.Il Tempio venne distrutto varie volte e varie volte riedificato; quello che rimaneoggi è soltanto il famoso Muro del Pianto, unica parte della costruzione originaria.Ma ricordiamo che Dio non abita né può abitare in nessun tempio e in nessunacasa perché nulla di ciò che esiste può contenerlo: allora dobbiamo riconoscereche il tempio è il segno del luogo dove egli abita e pone il suo Nome; il luogovero dove Dio abita, dove mi rivela il suo amore e mi incontra, è lì dove ognu-no di noi vive.

tandogli doni. La saggezza di cui Salomone è la figura esemplare, è quella forma disapere che non inerisce all’intelligenza bensì al cuore («concedi al tuo servo un cuoredocile») e la cui finalità o senso non riguarda l’ordine della conoscenza bensì l’ordi-ne della giustizia (così infatti in 1 Re 3,9: «Concedi al tuo servo un cuore docile per-ché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male»).Al Signore piacque la preghiera di Salomone al quale risponde: «Perché hai coman-dato questa cosa e non hai domandato per te né una lunga vita, né la ricchezza, néla morte dei tuoi nemici ma hai domandato per te di amministrare la giustizia, eccofaccio come tu hai detto. Ecco, ti concedo un cuore saggio e intelligente: come te nonci fu alcuno prima di te né sorgerà dopo di te. Ti concedo anche quanto non haidomandato, cioè ricchezza e gloria, come nessun re ebbe mai» (1 Re 3, 11-13).Il «cuore docile», che Salomone chiede al Signore all’inizio dell’esercizio della suaregalità, è il cuore «giusto» e «buono» che non domanda per sé ma domanda per l’al-tro e la cui occupazione non è il desiderio dell’io da realizzare bensì il bisogno del-l’altro da ascoltare.

la Sacra Scrittura

Il tempio

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Separarsi, quante sofferenze!

La persona che si separa, sia che la deci-da sia che la subisca, vive quasi sempre

una grande sofferenza e vorrei sfatare unpo’ il pensare comune per cui sembra che lepersone che arrivano alla separazione lofacciano con superficialità “lo fanno tutti,perché non io!” No! Mi sento di dire chequasi nessuno prende questa decisione acuor leggero anzi é spesso l’esito di tentati-vi non andati a buon fine di far funzionare ilrapporto. Quando poi c’è la presenza di figlila sofferenza aumenta, perché non esiste ungenitore che non sogni una famiglia unita e colma d’amore per isuoi figli. Quindi si infrangono sogni: l’amore per sempre a cui ogni giovane sposo/atende naturalmente e il desiderio di una famiglia; ne consegue che si vive un gran-de senso di fallimento interiore. Il fallimento di qualcosa è una sensazione che abbia-mo provato tutti e ognuno di noi reagisce in modo diverso: chi con rabbia, chi conrassegnazione, chi con vittimismo, chi con la ricerca di colpe proprie e dell’altro…., ma comunque sempre con un grande senso di disagio interiore e riuscire ad affron-tare questa esperienza richiede sempre molte energie. Si comprende quindi che ilfallimento di un matrimonio porta spesso la persona a vivere una grande fatica inte-riore che la spinge in alcuni casi a richiedere un eventuale aiuto psicologico da partedi professionisti. Separarsi dal coniuge significa il più delle volte anche cambiare lerelazioni abituali con cui si interagiva; è una decisione che indubbiamente ha delleconseguenze sugli altri: familiari e amici in comune. Spesso le rispettive famiglie diorigine a loro volta soffrono per questa situazione e fanno fatica a non entrare in pen-sieri giudicanti; gli amici in parte si perdono, perché quelli in comune si incontra-vano insieme e relazionarsi con loro in maniera diversa non sempre è facile e scon-

tato. La persona che vive lafine del proprio matrimoniopuò quindi fare l’esperienzadi una profonda solitudine,perché spesso non riesce atrovare appoggio e compren-sione. Le persone vicinepossono cadere nel senti-mento del giudizio, ma pos-sono anche sentirsi disarmatenon sapendo cosa dire e cosafare. Un altro aspetto che credoimportante rilevare è ildiscorso religioso. Molti

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separati sentono il peso di una Chiesa giudicante, pensano che con la separazionevenga compromessa la loro partecipazione alle attività parrocchiali o l’ammissioneai Sacramenti e quindi vivono un sentimento di emarginazione. In merito è presen-te purtroppo una grande disinformazione e colgo l’occasione per precisare che ilDirettorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia (1993) con riferimento aiseparati dice: “ La loro situazione di vita non li preclude dall’ammissione ai sacra-menti…” (cit.n.209); non è raro trovare persone, laici e anche preti, convinti che iseparati siano esclusi dai sacramenti, evi-denziando una intransigenza immotivata eingiusta. Don Sergio Nicolli, direttore perpiù di 20 anni alla pastorale familiare neisuoi innumerevoli interventi sul tema, hasottolineato più volte con forza: l’esperien-za del fallimento e della sofferenza talvoltarende i separati idonei ad essere nellaChiesa una grande risorsa che va valoriz-zata. È importante ricordare che la Chiesastessa non è una comunità di persone per-fette, ma una comunità di persone in cam-mino e che non è raro che proprio l’esperienza della fragilità personale legata allafine del matrimonio possa portare a scoprire in modo più pieno l’amore di Dio e siaquindi occasione di crescita nella fede.Noi come Chiesa abbiamo una grande responsabilità: ognuno di noi è chiamato adun’attenzione d’amore e di accoglienza. Può rivelarsi difficile stare vicino alla per-sona che vive la separazione, è basilare ad esempio non cadere nel tranello di cerca-re il perché una storia importante finisce (le cause sono molteplici e ci si perdereb-be in un labirinto senza uscita) ma possiamo voler bene e “stare accanto” senza giu-dizio: avere la pazienza e la comprensione di ascoltare col cuore.

i separati

Foto Pisoni

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CON LA MENTE“Amerai il Signore,Dio tuo, con tutta latua mente.” (Mt 22, 37)

CON GLI OCCHI“Se il tuo occhio è limpido, tutto diventatrasparente.” (Mc 6, 22)

CON GLI ORECCHI“Israele, se tu miascoltassi.” (Salmo 81, 9)

CON LA BOCCA“Effatà, apriti…” (Mc 7, 34)

CON LA GOLA“Quanto sono dolci letue parole, Signore!” (Salmo 119, 103)

CON LE MANI“Non amiamo a parole, ma coi fattie nella verità.” (1Gv 3, 18)

CON IL CUORE“Amerai il Signore Diotuo con tutto il tuocuore e il prossimotuo come te stesso.”(Mt 22, 37)

– COLTIVA il pensiero di Dio e della sua bontà: il Signore sia al vertice dei tuoi pen-sieri e dei tuoi progetti.

– EVITA pensieri frivoli e malevoli verso i fra-telli.

– GUARDA il mondo, le cose e le persone con occhio limpido e buono.

– EVITA sguardi poco caritatevoli e immagini non edificanti.

– ASCOLTA la Parola del Signore e il fratello che ti chiede qualcosa o ha bisogno di sfo-garsi.

– NON ASCOLTARE discorsi vani, volgari o insinuazioni malevole.

– APRITI alla lode di Dio e alla preghiera per-sonale, in famiglia o nell’assemblea liturgica.

– EVITA di parlare male di chiunque.

– GUSTA la Parola di Dio e prendi il cibo con sobrietà e gratitudine a Dio e a chi lo ha preparato.

– MORTIFICATI un poco nel mangiare, nel bere, nel fumo, negli spettacoli… Fa’ un po’ di digiuno televisivo.

– AIUTA chi ti chiede un favore, compi il tuo lavoro con serietà, soccorri i poveri secon-do le tue possibilità.

– EVITA l’ozio, la perdita di tempo e le chiac-chiere inutili.

– DIMOSTRA il tuo affetto a chi ti sta vicino, cominciando da quelli di casa.

– RISPONDI come Maria: “Eccomi!”. “Allora la tua luce sorgerà come l’aurora e

la tua ferita si rimarginerà presto.” (Is 58, 8)

In Quaresima digiuniamo così

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la Quaresim

a Ogni venerdì diquaresimaricordati di par-tecipare alla ViaCrucis.Nella foto qui afianco unmomento dellaVia Crucis aGarniga Termedello scorsoanno.

Ormai si può vedere il tetto e numerosi det-tagli del decoro che, grazie all’aiuto dimolte persone, si stanno ultimando. Sevuoi contribuire economicamente o offren-do la tua manodopera per il completamen-to di questa bella opera, puoi contattaredirettamente Gaudenzio Piffer(347.9585954) o Sergio Coser di GarnigaTerme. Un modo ancor più semplice dicontribuire è acquistare i biglietti della lot-teria che puoi trovare a Garniga o in cano-nica ad Aldeno. Andate a vederla e rimarrete piacevolmen-te sorpresi!

Continuano i lavori alla chiesa di Rocal

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A proposito di ... cibo e donne«Nella misura in cui l’amore cresce in te,

cresce anche la tua bellezza, poiché l’amore è la bellezza dell’anima».(dal calendario Insegnaci la sapienza del cuore)

Cibo e abitudini alimentari, piacere e soddisfazione dell’appetito o tabù per conti-nuare a lavorare o essere accettati dalla società?

Un sistema fitto e sottile di rapporti, codici e riti fa dell’universo gastronomico unluogo sensibile e specchio della società e della cultura contemporanea. Il cibo e le sue pratiche, modalità e ritualità di assunzione sono sistemi di comunica-zione a tutti gli effetti, fatti culturali che determinano aggregazione o alienazione nelcaso di rifiuto totale, trasgressione ai fini lavorativi, perché in contraddizione conquanto la società attuale impone. Il Corriere della Sera in uno speciale a novembre

dello scorso anno intito-lava un articolo Fame datop: pause pranzo acco-state solo al consumo diuna sigaretta e tantiliquidi, ad una gallettaipocalorica o in casiestremi ad anfetamine oaltre sostanze sinteticheper stare in piedi. Il cibodiviene, quindi, un peri-colo dal quale difendersiperché contribuisce acompromettere una car-riera, un lavoro necessariper il sostentamento. Setutti normalmente “lavo-riamo per mangiare”, le

top models non mangiano per lavorare. Il lavoro si sostituisce e coincide con uno stiledi vita, con un universo che condiziona le modelle in ogni loro scelta quotidiana. Con tali modelli di vita, nella civiltà dell’opulenza nella quale tutti nel mondo occi-dentale sono esposti all’offerta eccessiva di cibo, si ha la continua ed ossessiva esal-tazione di corpi perfetti. Esaltazione permeata da immagini insistenti che contribui-scono all’aumento preoccupante dei disturbi alimentari, malattie del ventunesimosecolo. L’assunzione di cibo diviene strettamente legata al problema dell’immaginedi sé, rimbalzata a noi dalla società. Anoressia, bulimia, disturbi e dipendenze legateal cibo colpiscono migliaia di adolescenti e non solo, e rappresentano gravissimepatologie, che nascondono mancanze di affetto, autostima, meccanismi e strategie didifesa, bisogni che si conclamano in malattia, nel rifiuto o abnorme controllo del rap-porto con il cibo, calcolo sistematico di calorie e grassi di ogni alimento. Fino a qual-che anno fa erano patologie accostate principalmente al mondo femminile, purtrop-po ora iniziano a diffondersi anche nel mondo maschile; rimane comunque elevata la

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percentuale di donne, ragaz-ze che cercano nel rifiuto delcibo conferme della loro esi-stenza, accettazione da partedegli altri.

A dicembre è stata divul-gata la notizia della mortedella modella franceseIsabelle Caro, avvenuta anovembre: nessuno è rimastosorpreso in quanto una morteannunciata da tempo.Isabelle Caro aveva 28 anni e

soffriva di anoressia da quando ne aveva 13: pesava poco più di 30 chili per un metroe 65 di altezza ed era stata ritratta da Oliviero Toscani per la tanto contestata campa-gna di No-lita, perché giudicata troppo esplicita e scioccante. Lei stessa nella suaautobiografia si definiva “la ragazza che non voleva crescere”, desiderava rimanere“vestita di un corpo da adolescente” per non confrontarsi con la società contempo-ranea. Temeva di abbandonare il proprio stato di ragazzina per diventare donna: cisono tanti motivi che portano una persona all’anoressia, ma tutti sfociano in un sensodi inadeguatezza di vivere la società nella quale viviamo. La voglia di voler sparire,di voler dimagrire il proprio corpo prima per il desiderio di essere simili ai modellidella società e poi mediante un procedimento autolesionista per distruggere le carat-teristiche femminili. Sicuramente i canoni estetici esaltati dalla società occidentale,la magrezza innaturale e il corpo perfetto, piut-tosto che la vera immagine femminile, non aiu-tano a sconfiggere i comportamenti alimentaridisordinati sempre più ricorrenti.

Cibo e trasgressione, ma anche control-lo sociale, emarginazione delle donne

da un lato e strumento di comunicazione epresa di coscienza dall’altro. Cibo e aggregazione, momento di scam-bio di esperienze attorno ad un tavoloimbandito per il benessere di stare insie-me e di confrontarsi. Cibo non comenemico, ma come strumento comunicati-vo all’interno di una società che ha tantobisogno di condivisione.Non c’è amore più sincero di quello per ilcibo.

George Bernard Shaw

l’approfondimento

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A Cei: la lode del giovedì Tutti i giovedì sera, tutto l’anno, la casa diNuovi Orizzonti di Bellaria di Cei è apertaper un momento di preghiera. Dalle 21 alle22 la comunità, con i nostri amici che vivo-no qui intorno e chiunque vuole partecipa-re, si ritrova davanti al SantissimoSacramento. Prima c’è la Messa e poi unmomento di adorazione e di lode: canti cheaiutano la preghiera, che sono preghiere, sialternano con momenti di silenzio e con gli interventi dei presenti. Chiunque, moltoliberamente, può esprimere ad alta voce il proprio grazie, la propria lode o qualchedomanda a quel Signore che sentiamo così vicino. Più che sentirlo, ne sperimentia-mo continuamente l’azione e la misericordia grande. Le preghiere degli altri spessoti toccano e guidano, alimentano la tua. È un momento che invita ad esprimerti e adaccogliere tanti cuori rivolti verso un’unica luce, quella di un Dio che come luce èvenuto per illuminarci dentro, per mostrarci il cammino e le giuste scelte di vita. È

un momento di forte unità: la preghiera ditanti favorisce una grazia speciale e spes-so ci si sente un po’ un cuor solo e un’ani-ma sola. Perché il giovedì sera – in modospeciale – Gesù è protagonista, e uno deisuoi desideri più grandi è che tutti sianouno. È anche un momento in cui si vive la bel-lezza di essere Chiesa con persone chefanno lo stesso cammino, che corronoverso la stessa meta, e la preghiera di chihai di fianco diventa la tua, il suo cuoreaccende il tuo e i tuoi pensieri si rincorro-no con quelli degli altri e con quelli diDio, del suo Vangelo.

La partecipazione di chi viene a lodare con noi è molto preziosa: abbiamo una mis-sione impegnativa, cerchiamo e accogliamo i più lontani, a volte ci buttiamo in qual-che “mission impossible”, e chissà quante grazie ricevute, quanti pericoli scampatisono dovuti alle preghiere di chi ci vuole sostenere.La lode del giovedì è per noi anche una festa: stare con Gesù è una gioia, la più gran-de, e la gioia è il carisma specifico della nostra giovane Opera (giovane ma appenaconfermata dalla Chiesa col riconoscimento Pontificio dei nostri statuti), così – dopocanti e preghiere in un clima di raccoglimento – quando il Santissimo viene ripostoè inevitabile accompagnarlo con canti molto gioiosi. Non è una forzatura: la festa chesi crea è la logica conseguenza dell’essere stati un po’ con Lui. L’aveva chiesto aisuoi amici in un giovedì di 20 secoli fa, non era stato ascoltato (non siete stati capa-ci di vegliare un’ora sola con me?) e con chi lo ascolta oggi sa essere molto genero-so!

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Cosa è “Nuovi Orizzonti”

La Comunità Nuovi Orizzonti sipone l’obiettivo di intervenire in

tutti gli ambiti del disagio sociale:per questo realizza azioni di solida-rietà a sostegno di chi vive situazionidi grave difficoltà; svolge la sua atti-vità avendo presenti tutte le realtà diemarginazione sociale, in modo par-ticolare del mondo giovanile; peresso propone specifici interventiinnovativi e un proprio programma di ricostruzione integrale della persona che uni-sce la dimensione psicologica a quella spirituale e umana. Inoltre propone i valoridella solidarietà, della condivisione, della cooperazione e della spiritualità come ele-menti essenziali per una piena realizzazione della persona.La Comunità che si trova in località Bellaria di Cei è uno dei 36 centri residenzialiche ospitano giovani e adulti - maschi e femmine - che vivono diverse situazioni didisagio legate a dipendenze di vario genere: droghe, alcol, sesso, gioco, internet,disturbi del comportamento alimentare, ecc. Caratteristica peculiare della comunitàdi accoglienza è quella di essere una grande famiglia aperta a tutti coloro che deside-rano fare un’esperienza di vita rinnovata dall’amore. Tutti - operatori, responsabili,ragazzi accolti dalla strada, giovani in discernimento vocazionale - si impegnano acrescere nell’arte di amare, sostenuti da un programma formativo di conoscenza disé e di guarigione interiore, nella consapevolezza che ciascuno può essere un donoper l’altro.

La Turchia dal 13 al 20 maggio 2011

Le Parrocchie in pellegrinaggio sulleorme di san Paolo alla scoperta deiluoghi più suggestivi dell'AsiaMinore. Visiteremo Istanbul, Adana,la Cappadocia, Efeso, Tarso, Konya,Pamukkale e molto altro ancora.Rimangono disponibili alcuni posti.Chi fosse interessato trova il pro-gramma completo in canonica o infondo alla chiesa. Per iscrizioni contattare:Cecilia Stanchina Schiral numero 0461-842643.

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Fare il bene fa bene anche a noi

Sono alla quinta esperienza di volontariato in paesi poveri e ogni volta mi stupiscodelle risorse che i bambini hanno nel godere del poco che possiedono.

Ad agosto sono stata nella Repubblica Centroafricana a Bimbo, periferia di Banguì,dove le figlie del Sacro Cuore gestiscono un orfanotrofio. Alcuni bimbi erano a casadai parenti, e con noi c'erano 50 bambini, il piccolo Deberb, detto Bebè, di 4 anni eLetiziè di 22, che ha preferito rimanere a lavorare come sarta e sorvegliare i bambi-

ni di notte.La Repubblica Centroafricana è un paesebellissimo, le orchidee crescono sugli albe-ri, i manghi sono altissimi e la notte è illu-minata dalle lucciole. Non c'è elettricità, senon in città, per poche ore al giorno, equindi bisogna organizzare tutto prima disera.Il centro di accoglienza "Da ti Nzoni betiJesus" è un centro ben organizzato, le suoresono meravigliose, i bimbi grandi accudi-scono i piccoli e si vogliono bene tutti.C'è la scuola materna e primaria all'internoe i bambini vengono seguiti anche per lesecondarie.

Io, Roberta, Elisabetta, Anna Chiara, e Maddalena, abbiamo lavorato con carta ecolori, nastrini e cotone, goduto della gioiosa vivacità di tutti e sebbene la linguamadre sia il "Sangò"- i bambini imparano il francese e parlano anche un po’ d’italia-no-, dove la lingua non arriva, l’amore reciproco ha consentito di capirci a meravi-glia. Mi porto nel cuore tutti i bimbi che in questi anni ho conosciuto, i bimbi rume-ni, i camerunesi e, se chiudo gli occhi, vedo i bimbi di Banguì mangiare di gusto le"bechete".Fare volontariato, portare il nostro sapere, il nostro lavoro con umiltà è un grandecontributo e un piacere reciproco.Un grazie al Gruppo Missionario di Aldeno e alla cittadinanza per la sensibilità e lafiducia dimostratami.

Un momento di svago tra una lezione e l’altra ... aspettando il maestro

A Mariette e Prislene non servono i banchi ...

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Progetto compiti

Tra i vari scopi dell'Associazione ParrocchialeNOI c'è anche quello di attivarsi a livello locale

per iniziative a sfondo sociale e di mutuo aiuto. Traqueste adAldeno, da alcu-ni anni, il sabatomattina, è statoattivato in cano-nica un serviziodi sostegno peraiutare bambinidelle elementaria fare i compiti.Un gruppo digiovani lavora-tori, universitarie studenti dellesuperiori offronoil loro tempo per

aiutare i ragazzi che frequentano questo progetto. Sitratta di circa 25 baldi fanciulli che, oltre all'aiutodei genitori, il sabato si ritrovano in canonica dalle dieci alle dodici. Ci sono bambi-

ni italiani e non. Naturalmente il tutto è alibera partecipazione, ma è svolto in strettocontatto con la scuola elementare diAldeno, che sollecita la partecipazione daparte di chi può averne, per vari motivi,maggior bisogno. Il referente per il progetto è il dott. CarloNicolodi (per gli amici Carletto). Meritanoun sentito ringraziamento da parte dellacomunità tutte le persone che prestano illoro servizio e si rendono disponibili.Ovviamente se ci fossero altre persone chepossono offrire il loro tempo (maestre inpensione, papà di buona volontà, altri gio-vani) saranno ben accette.

associazionismo

La copertina dell’annuario della scuolaArcivescovile di Trento. L’iscrizionea questa scuola permette di curare,

oltre all’aspetto dell’istruzione, anche quello dell’educazione cristiana.

La scuola è della diocesi.

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i nos

tri d

efun

ti

Dadam Rinaldodi anni 89 Aldeno

07/11/2010

Foladori Vitodi anni 71 Aldeno

10/11/2010

Innocenti Onorinaved. Petrolli

di anni 91 Cimone25/07/2010

Maistri Mariaved. Malfatti

di anni 95 Aldeno31/10/2010

Moratelli Liciodi anni 80 Aldeno

25/12/2010

Sperandio Lilianaved. Maistri

di anni 81 Aldeno04/11/2010

Larentis Alfonsodi anni 59 Cimone

30/07/2010

Marchi Fiorellodi anni 71 Cimone

28/12/2010

Linardi Annadi anni 87 Cimone

02/09/2010

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i nostri defunti

I DEFUNTI DA FUORI PAESE

Mazzurana Diegodi anni 86 Aldeno

07/11/2010

Coser Renatodi anni 77 Aldeno

25/01/2011

Maistri Idadi anni 97 Aldeno

28/11/2010

Cont Ninodi anni 78 Aldeno

28/12/2010

Aldrighetti Palmiraved. Spagnolli

di anni 82 Aldeno 25/01/2011

Piffer Tulliain Frizzi

di anni 85 Cimone10/02/2011 Buratti Giorgio di anni 59 Aldeno 18/01/2011

Endrighi Brunadi anni 89 Aldeno 08/12/2010

Maule Ginadi anni 88 Aldeno 03/11/2010

Cont Palmodi anni 88 Aldeno 29/06/2010

Baldo Gentiledi anni 86 Aldeno 28/04/2010

Lucianer Tulliodi anni 86 di Aldeno

Piz Carmeladi anni 96 Aldeno 14/01/2010

Lorandi Letiziaved. Piffer di Cimone

Frizzi Inesved. Comper di Cimone

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albu

m fo

to

Belle immagini delle Sante Messe di Natale ad Aldeno e Cimone della fotografaRoberta Pisoni

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Nome e cognome

classe frequentata

nato il

via paese

n° di tel.firma di un genitoreo di un responsabile

MODULO DI ISCRIZIONE

All’iscrizione versa la relativa quota

TROVI ALTRI TAGLIANDI IN CHIESA

RITAGLIARE

Proposte estate 2011Campeggio per i mignonTerza asilo, prima e secondaelementare a Garniga TermeDa lunedì 13 a giovedì 16 giugno.Euro 60Campeggio per le elementariDalla terza alla quinta elementarea Tiarno di SottoDa lunedì 11 a lunedì 18 luglio. Euro 170 Campeggio per le mediea Tiarno di SottoDa mercoledì 20 a giovedì 28 luglio. Euro 180Giornata Mondiale della Gioventù Da da sabato 13 a martedì 23 agosto a Madrid

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GIOVEDI’ SANTOSanta Messa in «Cena Domini» con la lavanda

dei piedi alle ore 20 ad Aldeno

VENERDI’ SANTOPassione del Signore alle ore 15 ad Aldenoalle ore 20.00 Via Crucis a Garniga Terme

SABATO SANTOSolenne veglia Pasquale

alle 22.00 ad AldenoDOMENICA DI PASQUA

Come festivo (senza la Messa alle ore 20.00)

PASQUETTACimone Ore 9.30Garniga Terme Ore 10.30Aldeno Ore 10.30

ORARI PARTICOLARI PER LA SETTIMANA SANTA

In quaresima ad Aldeno ogni sabato dalle ore 17.00 alle 18.00

CONFESSIONI

A breve il nuovo calendarioE’ in uscita, tutto nuovo nellaveste grafica, nelle foto e nei

contenuti, il calendario perpetuo.Cercatelo ad aprile,

sarà in distribuzione pressola libreria Artigianelli

o presso la canonica di Aldeno.