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Le ASD patrimonio dell'Etica Sportiva Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVII, n. 5 - Maggio 2016 Alla ricerca degli eroi perduti Rio de Janeiro: Italia si, Italia no Bavisela: un successo annunciato Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma Aut C/RM/08/2016

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Page 1: PRIMATO Maggio 2016

Le ASD patrimoniodell'Etica Sportiva

Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVII, n. 5 - Maggio 2016

Alla ricerca degli eroi perduti Rio de Janeiro: Italia si, Italia no Bavisela: un successo annunciato

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SOMM

ARIO

Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XVII, n. 5Aprile 2016

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoLuciano Barra, Marco Cochi, Donatella Italia,Gianmaria Italia, Massimiliano Morelli, FedericoPasquali, Carlo Santi, Luisa Santiloni, UmbertoSilvestri.

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

stampaStamperia Lampo - Roma

Chiuso in redazione: 20/05/2016

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 Alla ricerca degli eroi perdutiItalo Cucci

6 Rio de Janeiro: Italia sì, Italia noFederico Pasquali

10 La Coppa Davis contro tuttiMarco Cochi

12 Wimbledon old styleMassimiliano Morelli

15 Addio stadio Olimpico di TorinoLuciano Barra

18 Schwazer divide, Schwazer vaCarlo Santi

20 Un “segretario” veloce come il ventoDonatella Italia

24 Giorgi: “L’Atletica è il fiore all’occhiello dell’Asi”Gianluca Montebelli

26 Mattonai: “L’Asi Toscana al servizio delle Società”Paolo Signorelli

28 È tempo di... SoftairLuisa Santiloni

31 Bavisela Running Festival: un successo annunciatoSandro Giorgi

34 Jeet Kune Do L’arte delle arti marziali

37 Asi Organizza

42 Asi Attività

45 Tuttonotizie

46 Controcopertina

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Anche il 2016 ha visto svolgersi la Festa del-l'Etica nello Sport organizzata da MECSMovimento italiano per l’Etica, la Cultura elo Sport, in collaborazione con ASI Associa-zioni Sportive e Sociali Italiane. Il sodalizio tra i due soggetti dura da sei annie si è consolidato giacché entrambi pensa-no che sia fondamentale dal punto di vistasociale e civico (!) rafforzare i principi eticinel settore sportivo. Da sempre ASI si è fattaportavoce di questa esigenza; nel 2010, adesempio, istituimmo un premio denomina-to ‘Cartellino verde’ (recentemente anchela Lega di Serie B ha fatto una cosa simile)che voleva essere un riconoscimento per icomportamenti virtuosi - come quelli di chiauto-ammette una violazione sfuggita aigiudici o agli arbitri della gara, oppure di chiaiuta un compagno di squadra o un avver-sario in difficoltà. Un cartellino, appunto,che diversamente da quelli giallo o rossousati nel calcio, gettasse luce su episodipositivi. Nel 2012, invece, organizzammo iltalk show ‘L’Etica nello Sport’ e chiamam-mo a relazionare l’allora presidente dellaFedercalcio Giancarlo Abete che, nonostan-te i clamorosi arresti della sera precedentel’appuntamento, dovuti all’inchiesta sulcalcio scommesse, decise di essere presen-

Le ASD patrimonio dell’etica sportiva

> Claudio Barbaro

EDITORIALE

dalle nostre associazioni sportive, ci offro-no quotidianamente, infatti, uno spaccatodi ciò che ha rilevanza etica. Per la loronatura giuridica, l’assenza di lucro e la loroinclinazione sono il più grande palcosceni-co di comportamenti virtuosi: il bene comu-ne ogni giorno viene raggiunto attraverso laconvivenza, la cooperazione e la solidarie-tà. Abbiamo pertanto modo di vedere l’intrin-seca eticità dell’attività sportiva-culturale,a prescindere dal tipo di disciplina e dallalatitudine a cui viene praticata. Eppure, sembrerebbe che fossimo in pochiconsapevoli delle potenzialità e del valoredi questo tesoro. Le Istituzioni troppo pocospesso riconoscono a quella che è la veraspina dorsale dello sport italiano la suagrande rilevanza sociale, tendendo invecea sottovalutare la portata del loro agire.Il sostegno a soggetti come MECS - oggi piùdi ieri un solido ancoraggio sul tema in mez-zo al crescere di premi e iniziative che sem-brerebbero scopiazzarne la missione –appartiene ad un preciso obiettivo checome Ente di Promozione Sportiva cerchia-mo di raggiungere: dimostrare come l'etici-tà delle associazioni sportive e sociali italia-ne risieda nei loro piccoli gesti quotidianiche, nel silenzio dei più, si ripetono genero-samente e naturalmente a catena.

Oggi, continuiamo adinvestire risorse ed energie

nella promozione delbinomio sport-etica, perché

crediamo che questidebbano viaggiare in

sintonia, visto che lealtà e correttezza rappresentanoi principi fondanti del primo

e, al tempo stesso, sono conseguenze naturali

della seconda

te e di parlare apertamente del tema. Oggi, continuiamo ad investire risorse edenergie nella promozione del binomiosport-etica, perché crediamo che questidebbano viaggiare in sintonia, visto chelealtà e correttezza rappresentano i principifondanti del primo e, al tempo stesso, sonoconseguenze naturali della seconda.Come Ente di Promozione Sportiva, poi,questa attenzione e questo impegno – chedivengono forma mentis – sono molto natu-rali: le grandi reti di volontariato costituite

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L'articolo che dedicai ai Grandi Dimenti-cati su "Primato" di marzo ha spintoAugusto Frasca, collega di provata com-petenza e storico dello sport, a dedicarmidue righe contenenti un elenco di prota-gonisti della Storia Sportiva condannatiall'oblío dai contemporanei, in particolare

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L'OPINIONE

> Italo Cucci

Alla ricerca degli eroi perdutiSono tanti protagonisti della storia sportiva caduti nell’oblio, celebrati assi del loro tempo cheoggi non ricorda più nessuno. Eppure seppero far emozionare e scrivere pagine indelebili dellosport italiano. E’ nostro dovere riportarli alla ribalta

da coloro che hanno appena vissuto la cro-naca, l'attualità e producono Miti e Eroicon faciloneria pari all'ignoranza del pas-sato. Ho scelto, da sempre, non di fare lo storicoabusivo ma di raccontare i contemporaneicon i quali ho vissuto prima le loro impre-se poi il loro istruttivo ritiro a disposizionedegli appassionati e dei curiosi, definizio-

ni che dalle mie parti caratterizzano i gior-nalisti. È stato bello, ad esempio, viverein diretta le imprese di personaggi comeBerruti, Benvenuti, Cassius Clay, prota-gonisti della prima Olimpiade (Roma1960) a portata della mia penna, accom-pagnarli dall'Oro all'Autunno, dall'epicaalla vita quotidiana; ma garantisco la feli-cità del rapporto con Gino Bartali nato

Nino Benvenuti

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nella sua piena maturità di "ritirato" men-tre da ragazzino lo inseguivo sulle stradedi Romagna poi ripercorse insieme. Inautomobile. E che straordinaria sorpresa fu ricevere ilsaluto e l'incoraggiamento di una gentilevecchia signora quando fui chiamato acelebrare i cent'anni della Fortitudo nel-l'Aula Magna dell'Università di Bologna:si presentò "Sono Ondina Valla". E persila parola. Così fu straordinaria l'occasioneofferta dal presidente della RepubblicaGiuseppe Saragat che a metà dei Sessantainvitò al Quirinale - fra un brindisi e l'altro- gli olimpionici italiani di tutti i tempi(come di recente ha fatto intelligentemen-te Giovanni Malagò) e io trascorsi unabella giornata insieme a campionissimiquasi tutti dimenticati, compresi gli eroidi Berlino 1936. Ne raccontai su "Stadio", più o meno neglistessi giorni in cui Aldo Bardelli mi inca-ricava di celebrarne i primi vent'anni(1945-1965), così come alla fine del 2015fui invitato a ricordarne i settanta, e mipareva che dalle sue pagine sortissero mil-le eroi spesso ignorati dai nostri eredi,dico di quei giornalisti che abusano deltitolo perché privi di memoria e cultural-mente formati alla Scuola Calcio (4-2-4/4-3-3/5-3-2/4-2-3-1/o 9-1, come spiegaIronicamente Capello).Bene: io vorrei che da questo giornalepartisse l'invocazione a una ricerca deipersonaggi e del tempo perduto, soprat-tutto perché - come ho scritto nel miolibro dedicato a Enzo Ferrari - fra questisi nascondono i veri Padri della Patria cuidedicare pur tardivi onori, vie e piazze.Attenti a non mescolare il vero e il falso,la Storia, la cronaca e l'aneddotica, comespesso succede nelle più pretenziose egratuite Hall of Fame. Cercando l'Uni-versità di Bologna su Wikipedia ho sco-perto che fra i più famosi frequentatori-allievi dell'Alma Mater figura (con foto)la giornalista palestinese Rula Jebreal.Alla sua sinistra, Niccolò Copernico.Giovanni Spadolini si gira nella tomba.

OndinaValla

In una foto sgranata dal tempol’arrivo trionfale di Berruti a Roma

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OLIMPIADI

Rio de Janeiro:Italia sì, Italia noDi questi tempi vanno di moda le previsioni in vista delle Olimpiadi. In Italia si fanno i conti suquante possibili medaglie potremo conquistare, la speranza è che si possano “tenere” i numeri diLondra anche se qualche apprensione c’è soprattutto per quel che riguarda le donne

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I Giochi olimpici di Rio de Janiero sonoalle porte. Come accade da sempre, proie-zioni e previsioni iniziano a imperversare.Il Coni, la “mamma” dello sport italianofa delle previsioni basate sui risultati pre-Giochi degli azzurri qualificati e in partesulla tradizione: vedi scherma, tiro a voloe con l’arco. Alcuni guru dello sport li fan-no su altri dati. Poi ci sono i giornalisti chein genere fanno previsioni: chi catastrofi-che chi esaltanti. Serve tutto a poco, ineffetti, perché i conti si fanno alla chiusura

dei Giochi e del medagliere. E’ li che sifanno e in parte si “regolano” i conti. Conchi? I Giochi olimpici, anche se non inassoluto, sono il termometro dello stato disalute delle federazioni e in primis delConi. Lo ha evidenziato bene fin dall'ini-zio del suo mandato il presidente Malagò,riaffermandolo pochi giorni fa all'Ansa:“Quando fui eletto dissi che non volevoessere giudicato dalle medaglie ma daaltro, certo bisogna confrontarsi con que-sta classifica e ritengo quindi che da 25medaglie possiamo ritenerci soddisfatti”.Dunque 25 medaglie rientrano nel limite

della soddisfazione del numero uno dellosport italiano. Se così fosse, sarebbe unbottino in ribasso rispetto alle ultime 5 edi-zioni. Chiariamo: non cadono teste perchéil bottino è inferiore al quadriennio prece-dente. I malumori però, in caso di “falli-mento”, sono all’ordine del giorno. Le cri-tiche si abbattono dai vecchi ct sui nuovict, dai vecchi presidenti sui nuovi, dagliatleti esclusi su quelli inclusi e così via. Macome sempre accaudto, il tutto si spegnedi pari passo con l’oscuramento mediaticodei Giochi olimpici, qualche settimanadopo la chiusura degli stessi.

> Federico Pasquali

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OLIMPIADI

VENTICINQUE Malagò prende questa cifra, 25 medaglie,come punto di riferimento. Le previsionidi molti giornalisti ed esperti dicono tra17 e 22. Numeri che farebbero uscirel'Italia dalla top ten del medagliere, unfatto accaduto soltanto quattro volte nelle25 partecipazioni della spedizione azzur-ra ai Giochi olimpici estivi. Capiamo dal-le proiezioni più concrete da dove ci siattendono le medaglie. Innanzitutto dallascherma, e soprattutto dalla coppia di fio-rettiste d'oro composta da Arianna Errigoe Elisa Di Francisca, della spadista Ros-sella Fiamingo, ma anche dall'intramon-tabile Aldo Montano nella sciabola. Nonessendoci la gara a squadre femminile difioretto, dove l'Italia è praticamenteimbattibile da qualche lustro, difficile chenella scherma si possa eguagliare quantofatto a Londra. Le discipline acquatichehanno le loro punte di diamante. Dalla

potabandiera azzurra Federica Pellegrini,al campione del mondo dei 1500 stilelibero Gregorio Paltrinieri, passando perTania Cagnotto, alla sua ultima Olimpia-de della carriera dunque agguerrita piùche mai a conquistare l'unica medagliadella carriera che le manca. Che sia nellagara individuale dai 3 metri o nel sincroin coppia con Francesca Dallapè. Senzatralasciare le possibilità di medaglia delSettebello. Le speranze dell'atletica leg-gera sono fioche: fondmentalmente pas-sano per l'iridato indoor del salto in altoGianmarco Tamberi e qualcosina si speranella maratona maschile con il campioneeuropeo Daniele Meucci. E c’è l’incogni-ta Alex Schwazer, difficile quanto possi-bile medaglia nella marcia al ritorno nellagara olimpica dopo l’oro di Pechino 2008e la lunga squalifica iniziata alla vigiliadei Giochi di Londra 2012 e terminata il29 aprile di quest’anno.

Negli sport di squadra è la pallavolomaschile ad avere più chance. E le aspet-tative sulla nazionale sono alte perchè...“E' la medaglia d'oro che più mi piace-rebbe vincere – a dirlo è il presidenteConi Malagò – perché è una disciplina incui l'Italia ha vinto Europei, Mondiali eWorld League ma gli è sempre sfuggitoquesto alloro. Ecco perchè vorrei che riu-scissero nell'impresa”. Nella vela si pun-ta forte sulle campionesse del mondodella classe 49er FX Giulia Conti e Fran-cesca Clapcich, mentre nel tiro a voloPetra Zublasing, iridata della carabina,Jessica Rossi, seppur in una fase non pro-prio d'oro, e Niccolò Campriani hanno leloro chance di medaglia. Anche dal ten-nis potrebbe arrivare una medaglia,soprattutto al femminile con la coppiaVinci-Errani, ma non è da meno quellamaschile composta da Fognini e Seppi.Veniamo al pugilato, dove le speranze di

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salire sul podio in casa azzurre sonodiverse. Senza nasconderci, ClementeRusso parte tra i favoriti della vigilia nel-la sua categoria di peso: in fin dei continelle due ultime Olimpiadi ha vinto duevolte la medaglia d'argento. Anche Vin-cenzo Mangiacapre, bronzo a Londra2012, con quattro anni di espereinza hamolte frecce nel suo arco. E perché no,nella lista si inserisce la giovane iridatajuniores Irma Testa che con l'incoscienzadella sua età potrebbe essere la grandesorpresa. Nella lotta l'iridato Frank Cha-mizo è tra i più indicati per salire sulpodio, così come nel tiro con l'arcoDavid Pasqualucci e nel ciclismo Aru,Nibali e Viviani. Infine, anche se la disci-plina è davvero troppo complicata perazzeccare una previsione, il pentatletaRiccardo De Luca, attuale leader del ran-king mondiale, è tra quelli in grado divincere una medaglia.

NUMERI E DONNE Anche la quantità dei partecipanti ai Gio-chi olimpici rappresenta un traguardo daraggiungere. Perché se è vero che lemedaglie sono ciò che conta in terminidi posizionamento mondiale, avere unbuon numero di partecipanti nella mag-gior parte delle discipline olimpiche ècomunque indice di salute dello sport divertice di una nazione. Attualmente l'Ita-lia ha già superato quota 200 e le previ-sioni del Coni fanno sperare il raggiun-gimento di quota 300. Sarebbe un datoimportante in quanto agli ultimi Giochidi Londra 2012 l'Italia toccò quota 281.Il dato invece in controtendenza è quellorappresentato dalla donne. Ora, dei quat-tro portabandiera nominati sotto l'eraMalagò, due sono donne (la pentatletaAurora Tognetti ai Giochi estivi giovani-li 2014 e Federica Pellegrini per i Giochidi Rio 2016) e due uomini (lo slittinista

Armin Zoeggler ai Giochi invernali del2014 e l'altro slittinista Felix Schwarzper quelli invernali giovanili del 2016).Un segnale chiaro verso quell'uguaglian-za che nello sport in fin dei conti non c'èancora. Ma a livello di risultati, sempreanalizzando le previsioni, Rio de Janeiropotrebbe essere amaro per lo sport inrosa. Il boom delle medaglie al femmini-le si verificò per la prima volta ai Giochidi Atlanta 1996, quando le azzurre con-quistarono 13 medaglie, bottino inegua-gliato finora. Il maggior numero di vitto-rie invece avvenne nell'edizione succes-siva di Sydney: 6 ori. A Pechino 2008 siregistrò la parità uomini-donne nel com-puto totale degli ori: 4 e 4. A Londra èiniziato il “declino”, sia in termini di ori(3) che di medaglie totali (8). Per Rio2016 le previsioni, ad oggi, sono ancorain ribasso, dunque la parità tra i sessi èquasi un miraggio.

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STORIA DELLO SPORT

Quarant’anni fa Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli vinsero l’Insalatiera d’argento, unicavolta nella storia del nostro tennis. La partecipazione alla finale fu fortemente contestata

dall’opinione pubblica perché l’Italia andò a giocarla a Santiago contro il Cile in pieno regime Pinochet che tre anni prima aveva preso con la forza il potere del Paese sudamericano

Il prossimo 18 dicembre ricorrerà il quaran-tesimo anniversario di un’impresa memora-bile per il nostro tennis: la conquista nel1976 della coppa Davis, che sancì una dellepagine più belle dello sport italiano e la defi-nitiva consacrazione di Adriano Panatta, chenello stesso anno si aggiudicò gli internazio-nali d’Italia e il Roland Garros.La memorabile vittoria, oltre all’ex bandieradel tennis italiano, vede protagonisti PaoloBertolucci, Tonino Zugarelli e CorradoBarazzutti, che avevano conquistato la fina-le battendo Polonia, Jugoslavia, Svezia,Inghilterra e Australia.

Gli ultimi tre incontri decisivi si disputanocontro il Cile del generale Augusto PinochetUgarte, che l’11 settembre di tre anni primaaveva preso il potere con l’aiuto delle forzearmate e dei carabineros.Il 25 settembre gli USA riconobbero uffi-cialmente il governo della giunta militare,che secondo il Rapporto Rettig, redatto dopola fine della dittatura dalla Commissionenazionale per la verità e la riconciliazione,si rese ufficialmente autore di 3.508 omicidi(2.298 giustiziati e 1.210 desaparecidos), cuivanno aggiunte 28.259 vittime di tortura,persecuzione ed esilio forzato. Un totalecomplessivo di circa 32mila persone, che avario titolo sono state vittime della repres-

sione del regime. Il tragico bilancio è poisalito a 40.018, tra morti e perseguitati,secondo un successivo computo del 2011. Date simili premesse è facile intuire che lafinale per l’assegnazione del prestigioso tro-feo si trasformò in un caso politico, che susci-tò roventi polemiche anche all’interno delnostro governo. L’esecutivo, guidato dall’al-lora primo ministro Giulio Andreotti, daprincipio non prese posizione, aspettando glisviluppi della situazione. L’estrema sinistra,invece, spinse verso il boicottaggio dellafinale mentre c’era addirittura chi temeva perl’incolumità della squadra italiana.Il governo con una mossa dilatoria rimandòla decisione al CONI, che a sua volta si affi-

> Marco Cochi

La Coppa Davis contro tutti

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dò al parere della Federazione italiana ten-nis, alla cui presidenza era stato da poconominato Paolo Galgani.Il neopresidente inizialmente cercò di capirequale sarebbe stato l’orientamento preva-lente, poi decise di seguire quello di EnricoBerlinguer, che pochi mesi prima a Berlinoaveva dato vita all’eurocomunismo, entran-do in collisione con l’Unione Sovietica.I dettagli di come l’allora segretario del PCIaveva maturato la decisione di prendere par-te alla finale di Santiago sono stati resi notisolo alcuni anni dopo. Berlinguer si era inqualche modo sentito con il leader comuni-sta cileno Luis Corvalán, che lo aveva messoin guardia sulle ricadute politiche, favorevo-li al dittatore cileno, di un eventuale boicot-taggio. Venuto a conoscenza del concreto rischioche l’ipotesi di disertare la finale avrebbepotuto saldare un improvviso consensonazionalistico a favore di Pinochet, il capodi Botteghe Oscure decise di propendere asfavore del boicottaggio.La svolta decisiva arriva durante un dibattitotelevisivo al quale partecipano Ignazio Pira-stu, allora responsabile della CommissioneSport della direzione del PCI, e il capitanonon giocatore della squadra italiana di coppaDavis, Nicola Pietrangeli, che voleva andarein Cile a tutti i costi. Nel corso della trasmis-sione, Pirastu manifestò la posizione dei ver-tici del suo partito e i moschettieri azzurriprepararono le valigie per Santiago.La nazionale sudamericana era ostica, manon molto forte e in concreto non aveva mol-te speranze di vincere il torneo. I cileni eranoarrivati all’atto conclusivo soprattutto grazieal fatto che diverse federazioni avevanorinunciato a giocare in segno di protesta con-tro il regime di Pinochet. L’entusiasmo era comunque altissimo, per-

ché per i cileni c’era sempre qualche possi-bilità di aggiudicarsi la coppa. Per questo, lacapienza dell’Estadio Nacional de Ciledi Santiago venne aumentata da quattromi-lacinquecento a seimila spettatori, che il 17dicembre 1976 alla presenza di alcuni gene-rali e di Gustavo Leigh Guzman, uno degliesponenti più potenti della giunta militare,assistono ai primi due singolari che vedonola vittoria di Barazzutti su Filol e poi Panattasbaragliare in tre set Cornejo.Il giorno dopo si gioca il doppio, che per tra-dizione è la giornata della presentazioneufficiale con il rituale scambio di gagliardet-ti e l’esecuzione degli inni nazionali. E pergli azzurri è anche l’occasione adatta perscendere in campo con indosso una magliet-ta rossa in segno di protesta contra la ditta-tura dei militari cileni.Panatta racconta che riuscì a vincere l’ini-ziale ritrosia di Bertolucci, dovuta al noningiustificato timore di possibili ritorsioni, ascendere in campo con una maglia ‘Fila’ ros-so fuoco e calzoncini bianchi. Una piccolaprovocazione che però urtò la suscettibilità

delle autorità di Santiago, che più tardiinvieranno una nota di protesta al nostrogoverno tramite l’ambasciata. I cileni sembrano intenzionati a non cederefacilmente e vincono il primo set, ma gli ita-liani si aggiudicano il secondo e il terzo. Poi,dopo il riposo i nostri tennisti si preparanoall’assalto finale abbandonando la magliettarossa e tornando in azzurro per celebrarel’imminente trionfo.Sul 5-3, 40-0, servizio Panatta, Bertoluccisbaglia il primo match point, Filiol e Corne-jo annullano secondo e terzo. La tensione èalle stelle mentre Panatta serve unatro match point che Filol fatica a controllarespedendo la palla sulla rete: la prima Davisitaliana diventa realtà. Un traguardo ecce-zionale e ancora oggi unico, nonostantel’Italia abbia disputato altre sei finali diDavis.Trentatré anni dopo, l’impresa della Davisdel 1976 ha ispirato il film documentario“La maglietta rossa”, diretto dal registaMimmo Calopresti in cui Panatta recita laparte di se stesso. La pellicola ha ricevutol’ICFILMS Award ed è stata premiata comeBest Documentary Feature Film, al I’veseen Films 2010 - International Films Festi-val di Milano.Trascorsi quattro decenni dalla spedizionein Cile, si può affermare che Pietrangeli,Panatta e Berlinguer avevano ragione, per-ché alla fine, nell’albo d’oro della massimacompetizione mondiale a squadre del tennismaschile è rimasta l’Italia e non il Cile del-l’epoca Pinochet.

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I GRANDI STADI

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WimbledonSi chiama All England Lawn Tennis and Croquet Club il circolo che ospita il più longevotorneo di tennis della storia. Il prossimo anno festeggerà i suoi primi... centoqurant'anni

old style 2.0

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DISCIPLINE EMERGENTI

> Massimiliano MorelliWimbledon è il capolinea della District Line,nel South West London. Wimbledon è storiae fascino, è modernità che si contrapponealla tradizione, è il classico che s'abbina colcasual, ma volendo anche col punk e con lostile da campagnolo. E' lo smoking che seindossato con un paio di scarpe da tennis nonstona. Mai. Wimbledon non è come gli altriteatri dello sport, Wimbledon è diverso perl'erba sempreverde, per lo stile british che satanto di perfezione e compostezza e per lemise bianche dei tennisti, perché – è regolascritta, e se non fosse scritta sarebbe la stessae identica cosa - giocatori e giocatrici devonoindossare divise da gioco di color bianco,anche se poi piccoli accenni di altre tonalitàsono comunque ammessi. Ma vengonoosservati con aria snob da parte del pubblico.Anche se poi il colore non manca, visto cheWimbledon è verde e viola, come i coloritradizionali. Educazione e signorilità. AWimbledon. le tenniste vengono chiamate“Miss”o “Mrs” durante il gioco, basti pen-sare a quando il giudice di sedia dichiara ilpunteggio, mentre i tennisti sono chiamatisolo col cognome. Si, Wimbledon è diversodagli altri, perché “racconta” e ricorda millestorie diverse fra loro e ognuno di noi ha unistantanea diversa, nell'archivio della propriamemoria, del torneo più affascinante e lon-gevo della storia del tennis. C'è chi se chiude

gli occhi ripensa a Borg, chi a Lendl, chi aLaver, chi alla Evert, insomma a chi hasegnato e disegnato la storia del torneo. Pre-messo tutto questo va anche spiegato che sigioca in un club fondato nel 1877 e cherisponde al nome di All England Lawn Ten-nis and Croquet Club, trecentosettantacin-que membri a tempo pieno, cento tempora-nei e molti soci onorari, ex campioni deltorneo inclusi. Raffinatezza e old style, sep-pur nella sua modernità l'atmosfera del cir-colo pare quella del tempo che fu, meritod'una cultura e d'un modo di pensare cheoltre la Manica riesce a staccarsi dell'ordi-nario. Talmente diverso che oltre ai campida tennis ce ne è uno anche per il croquet,comunque con dimensioni troppo esigueper competizioni di alto livello. Di campida tennis invece il comprensorio ne conta19 ufficiali, per le partite, cui si aggiungonoquelli per il solo allenamento, quindi con

spalti ridotti. Il Centre Court è il campoprincipale, e generalmente ospita le finalidel torneo, che fa parte del Grande Slam. Ilcampo centrale, dopo la ristrutturazionecompiuta nel 2009, ha oggi una capienza diquindicimila posti ed è dotato di un tettomobile capace di aprirsi e chiudersi in dieciminuti. Un nuovo campo numero 2 da quat-tromila posti venne ultimato e usato per laprima volta proprio nel 2009; e il vecchiocampo numero 2 venne a sua volta rinomi-nato campo numero 3. Poi, alla fine del tor-neo il campo numero 3 (dunque ex numero2) e il numero 4 (dunque ex numero 3) ven-nero demoliti e in seguito ricostruiti. Wim-bledon è un po' come l'Azteca. Lì, a Cittàdel Messico, c'è la targa dedicata alla partitadel secolo, Italia-Germania 4-3. A Wimble-don la targa compare invece in onore diJohn Isner e Nicolas Mahut, che nel primoturno dell'edizione 2010 disputarono l'in-contro professionistico più lungo della sto-ria del tennis, durato undici ore e cinqueminuti. Finale inevitabilmente dedicato alpalco reale, unico nel suo genere, control-lato a vista non solo da chi ha il compito didifendere regina, principi e duchesse. Si,Wimbledon si differenzia anche alla chiu-sura del sipario: dall'edizione di quest'annoKate Middleton, la Duchessa di Cambrid-ge, prenderà il ruolo che da sempre appar-tiene alla Regina e diventerà madrina dellamanifestazione.

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Addio stadio Olimpico di Torino

TESTIMONIANZE

Questo articolo è pubblicato da Primato per gentile concessione di www.sportolimpico.it,diretto da Gianfranco Colasante. E stato scritto da Luciano Barra, uno dei più importanti dirigentisportivi degli ultimi decenni. Segretario generale della Fidal dal 1969 al 1988.Per quindici anni ha agito all’interno della Iaaf come assistente di Primo Nebiolo.Dal 1993 al 2003 è stato dirigente generale del Coni

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TESTIMONIANZE

> Luciano BarraLa cultura Olimpica Italiana ha subito unaltro scempio senza che nessuno dicessenulla. Mi riferisco alla fine che ha fatto loStadio Olimpico di Torino, già Stadio Mus-solini e poi Comunale, voluto da LeandroArpinati, costruito in sei mesi nel 1933,inaugurato da Starace per i Campionati Uni-versitari e poi sede dei Mondiali di Calcioin programma in Italia (e vinti dall’Italia) epoi gli Europei di Atletica alla loro primaedizione, organizzati grazie a Mario Saini ePuccio Pucci, e poi diventato Stadio Comu-

nale sede di epiche partite di Juve e Torino,oltre che delle Universiadi del 1959 e 1970e tanti record del mondo di atletica, ed infineristrutturato grazie al Comune di Torino edanche con i fondi dello Stato per essere sededella Cerimonia d’Apertura dei GiochiOlimpici di Torino 2006.La prima scoppola lo Stadio Olimpico diTorino l’ha avuta dal CONI/Comitato Orga-nizzatore dei Giochi del 2024 quando non èstato incluso negli Stadi proposti per il Tor-neo di Calcio del 2024. Ora la seconda scoppola l’ha ricevuta con ilnuovo battesimo deciso in maniera unilate-

rale dal Comune di Torino che ha intitolatolo Stadio al Grande Torino. Non so se ilCONI sia stato interpellato e se comunqueabbia fatto un qualche intervento. Va ricor-dato che i Membri Italiani del CIO rappre-sentano il CIO in Italia e non viceversa. El’Accademia Olimpica presieduta da MauroCheccoli?Io credo che sarebbe stato logico che ilGrande Torino avesse intitolato lo StadioFiladelfia dove il Grande Torino ha giocatoper tanti anni e che dopo molte tribolazioniè ora, grazie a Cairo, in ricostruzione. Mache c’entra lo Stadio Olimpico dove il gran-

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de Torino non ha mai giocato? E che segnalesi dà al CIO ora che l’Italia è i ballo con unacandidatura Olimpica?Od è stata una mossa elettorale dell’attualeSindaco Juventino – ricandidato per ilsecondo mandato – per ingraziarsi i tifosi delToro? La città di Torino dovrebbe invecevergognarsi per aver dimenticato di intitola-re ben altro alla memoria di Vittorio Pozzodue volte Campione del Mondo (di cui unaa Torino) e Campione Olimpico.So che questo mio intervento turberà unaserie di “Torinisti” famosi come Chiampa-rino, Castellani, Giampa Ormezzano, Gian-ni Romeo, Massimo Gramellini, Aldo Gras-so ed i “nascosti” Giraudo e Moggi, oltre acari amici Augusto Frasca, Marco Sberna-

dori e Paolo Bellino.Ciò ricorda la titolazione delle Terme diCaracalla a Nando Martellini invece che aBruno Zauli. O le goffe titolazioni del cam-po di Atletica dell’Acqua Acetosa a PaoloRosi, che invece avrebbe meritato di averintitolato l’adiacente campo di Rugby doveaveva giocato per tanti anni e vinto due cam-pionati con la Rugby Roma (fino ad esserel’unico Italiano a far parte della squadramista Europea contro l’Inghilterra a Twic-kenam, credo nel 1953, dove marcò ancheuna meta) o nell’emozione della immaturascomparsa di Pietro Menna la titolazionedello Stadio dei Marmi dove lui aveva fattoal massimo un po’ di riscaldamento primadei Campionati Europei del 1974. La stessa

titolazione dello Stadio del Tennis, ex-cen-trale, a Nicola Pietrangeli fu una forzatura,con tutti i meriti sportivi e non che vannodati a Nicola, ma prima di lui non ci dovevaessere Giorgio De Stefani? D’altronde aParigi non hanno intitolato il loro campocentrale a Philippe Chatrier, anche lui Pre-sidente della Federazione Francese ed Inter-nazionale?La sensazione è che queste titolazioni sianofatte più per far propaganda a chi le decideche per ricordare i veri personaggi del pas-sato, come avviene all’estero. A prestoanche lo Stadio Olimpico di Roma cambieràdi nome e verrà intitolato a Francesco Tot-ti?Evviva la cultura Olimpica Italiana!

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L’OPINIONE

Schwazer divide,Schwazer vaIl ritorno in nazionale del marciatore fermato per doping nel 2012 ha scatenato opposti pensieri nel mondo dell’atletica italiana. Molti vedono in modo positivo la suaredenzione, altri, come il saltatore Tamberi, lo vorrebbero fuori dalla nostra rappresentativa.Intanto lui, al rientro, ha vinto la Coppa del Mondo di marcia di Roma

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Il ritorno in maglia azzurra di Alex Schwa-zer dopo la lunga squalifica per doping hafatto, almeno alla vigilia, infuriare molticompagni di nazionale. Gianmarco Tambe-ri, utilizzando i social che sono, ormai, ilprincipale veicolo per comunicare, ha posta-to “Schwazer vergogna d’Italia” esprimen-do, a suo dire, il pensiero di gran parte degliazzurri. Il mondo dell’atletica ma non solosi è diviso: pro e contro il rientro di Schwa-zer.La questione non è nata alla vigilia dellaCoppa del Mondo di marcia: è nata moltoprima, esattamente il giorno in cui è emersala positività di Alex all’Epo, il 30 luglio del2012. La questione non sta, a nostro avviso,solo nel doping, un male da estirpare dalmondo dello sport; sta nel comportamentotenuto lungo i quasi quattro anni di stop da

Schwazer. Appena scoperto, nell’agosto2012 a Bolzano Alex ha spiegato le sueragioni durante una conferenza stampa.Piangendo e disperandosi ha raccontato lesue debolezze. Giustificava così l’inganno eci va bene pur non condividendo la stradadella scorciatoia. Poi ha cambiato tante, anzitroppe, volte la versione tirando in balloanche la sua fidanzata, Carolina Kostner,alla quale ha fatto negare la sua presenza acasa, a Obertsdorf, quando gli ispettori dellaWada sono andati a cercarlo il 30 luglio2012. In seguito, a dicembre 2014, ha pat-teggiato una pena di 8 mesi con una multadi 6000 euro davanti alla Procura di Bolza-no.E ha tirato in ballo, per togliersi tante colpedi dosso, medici e funzionari della Federa-zione di atletica che, a suo dire, sapevanodegli illeciti dell’ex carabiniere e della fre-quentazione con il dottor Michele Ferrari.

> Carlo Santi

Questi sono i fatti, quelli di un processopenale che a Bolzano vede sotto accusa perfavoreggiamento persone estranee alla suacolpa (il doping) mentre Schwazer, che hascatenato il processo, ha patteggiato ed èuscito di scena.Il percorso della squalifica, che il marciatoreha scontato fino in fondo, 3 anni e 9 mesi,pur costellato da qualche forzatura come itest effettuati tra Tagliacozzo e Roma, equalche tono un po’ alto, li mettiamo da par-te. Terminato lo stop (il 29 aprile scorso),Schwazer è tornato un atleta a tutti gli effettie, senza parlare di seconda opportunità, può(lo ha fatto) tornare ad essere un atleta tes-serato, può gareggiare e può vestire lamaglia azzurra.È stato così per tanti altri atleti, nel mondoe in Italia. Queste sono le regole, inutile pro-testare anche se ciascuno può (deve) averela sua idea. Nessuno ha alzato la voce quan-do Luciano Zerbini è tornato a gareggiaredopo quattro anni di squalifica; altrettanto èaccaduto con Andrea Longo e, se guardiamooltre il giardino della nostra atletica, nulla èaccaduto con Justin Gatlin. Per lo sprinterstatunitense solo qualche no a partecipare adalcuni meeting che, però, sono competizioniprivate e non gare che assegnano titoli masolo premi e ingaggi. Mondiali e Olimpiadi,invece, hanno aperto a lui le porte.Oggi Alex Schwazer, che ha vinto la 50 chi-lometri della Coppa del Mondo di marcia aRoma chiudendo in 3h39:00, secondo tem-po al mondo del 2016, è di nuovo un atletacome gli altri. È, anzi, un atleta in rotta versol’oro olimpico di Rio dove può compierel’impresa di salire due volte sul podio, nella20 e nella 50 km. Nessun dubbio che lui siaforte e pretenda di fare suo il primato delmondo. Non gli serviva il doping per realiz-zarlo perché il suo motore è straordinario.Aveva solo bisogno di essere sereno. Ades-so, però, per compiere fino in fondo il suopercorso di redenzione, dica la verità e siassuma le sue colpe senza gettare la croceaddosso agli altri. Solo così potrà tornaresimpatico e stimato da tutti, compagni diazzurro in testa. Il doping è stato un peccato,una parentesi da dimenticare, ma nella vitaconta non solo il campione ma l’uomo.

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

Un anno da ricordare, è una bella favola sul mondo dellecorse dei cavalli prodotto dalla Disney. È la storia di“semplice casalinga” che riesce farsi valere in un mondo al maschile intuendo le doti da fuoriclasse di Secretariat un cavallo sul quale nessuno avrebbe puntato

Un “segretario”veloce come il vento

Perché mai una donna, casalinga e madredi quattro figli, dovrebbe buttarsi animae corpo nell’equitazione? È questa ladomanda che si pongono tutti nel lungo-metraggio di Randall Wallace “Un annoda ricordare”. Siamo nel 1969, nello sta-to della Virginia, e Penny Tweedy (inter-pretata dalla bella ed elegante DianeLane), tranquilla casalinga e mamma diquattro figli, decide di aiutare il padre, dapoco vedovo, nella gestione della scude-ria di famiglia. Le due giumente di casa,infatti, sono entrambe incinte dello stal-

lone Bold Ruler, uno dei più importanticavalli del suo tempo. Penny comprendeche il momento è importante, soprattuttoperché sono in accordi con OdgenPhipps, proprietario di Bold Ruler, didividersi i due puledri tramite il lanciodella moneta. Questo tipo di accordo pre-vedeva che il vincitore scegliesse uno deidue puledri appena nati e lasciasse l’altroalla parte perdente. Al momento dellanascita dei due puledrini, Phipps vinse illancio e optò per il figlio di Bold e dellagiumenta più giovane Hasty Matilda, aPenny restò così l’erede dello stallone edell’altra cavalla, Somethingroyal.

> Donatella Italia

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

Ciò che in un primo momento, però, sem-brava un mix svantaggioso (ovvero l’esserenato da una giumenta più anziana), si rivelòinvece una combinazione vincente per ilgiovane Big Red. “Big Red” non fu però ilnome con cui venne iscritto al registro dellecorse, dato che non venne accettato, e fu allafine nominato “Secretariat” da ElizabethHam (la talentuosa Margo Martindale),segretaria dei Tweedy.Fin da subito il piccolo Big Red mostra unacuriosità e una indipendenza molto partico-lari, che convincono Penny delle doti nasco-ste in quanto, secondo lei tipico comporta-mento individuale dei grandi campioni supista. Evidentemente, da mamma, la signoraci aveva visto giusto e la storia le avrebbedato ragione.Affiancati dal bizzarro allenatore LucienLaurin (l’immenso John Malkovich), lavolitiva signora Ham e il fedele stalliereEddie Sweat (il bravo Nelsan Ellis), Pennye Big Red/Secretariat affrontano la primagara all’Aqueduct Race Track di New york.Purtroppo l’esordio non si rivelerà all’altez-za delle aspettative, poiché Secretariat siqualificherà solo quarto; in un secondomomento i nostri scopriranno che aveva unascesso a un dente e il dolore non gli avevapermesso di esprimersi al meglio durante lacompetizione. A peggiorare la situazione,per colpa del maltempo, Penny non potràassistere alla recita sulla guerra in Vietnamorganizzata dalla sua primogenita Kate edovrà accontentarsi di ascoltarla dal telefo-no dell’albergo, con all’altro capo del filo idue figli più piccoli a reggere la cornetta. Sono momenti difficili per la donna, cheteme di non essere adatta per l’equitazionee di aver tralasciato la famiglia per la stradasbagliata. In parallelo, la figlia Kate prose-gue il suo percorso pacifista; molto bello ilconfronto e l’appoggio a distanza delle duedonne, che si sostengono a vicenda nelleloro coraggiose scelte.Ristabilitosi Secretariat, il team è pronto perrimettersi in gioco e lo fa vincendo la garadi Saratoga. A questo punto Penny e Luciententano la Triple Crown, ovvero la triplicecorsa formata da: Kentucky Derby, Preak-ness Stakes e Belmont Stakes, nel 1973. Ilpurosangue si impone sulle prime due,riconquistando la fiducia dei delusi e,

soprattutto, facendo ricredere anche il mari-to di Penny nelle scelte della moglie. Su que-sto, molto bella la frase che il marito rivolgealla moglie in occasione di una festa primadell’ultima gara: “C’è una cosa che devisapere: io voglio che tu vinca. Ma che tu vin-ca o perda hai insegnato ai nostri figli checos’è una vera donna e che significa crederein se stessi e io non avrei saputo farlo. E haiinsegnato qualcosa anche a me.”. Arriviamo così alla sfida di Belmont Stakes,la corsa più lunga e più difficile per un velo-cista come Secretariat. Il cavallo riesce amantenere la testa della corsa dall’inizio allafine, dimostrandosi così non solo un veloci-sta, ma anche resistente sulle lunghe distan-ze. Risuta essere il secondo miglior cavalloda corsa americano del 20° secolo.

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I titoli di coda ci regalano un accenno dicome si è evoluta la vita dei personaggi prin-cipali: da Lucien, che continuò ad allenareancora per parecchi anni, a Penny che, gra-zie a Secretariat, è riuscita a salvare la fat-toria di famiglia; al fantino Ronnie Turcotte,costretto dal 1978 su una sedia a rotelle perun incidente. Il film, di impianto classico, scorre leggero,senza mai annoiare ma purtroppo senza riu-scire a coinvolgere lo spettatore nel pathosdel racconto. Resta comunque un buon filmdi produzione Disney, con volti degni dinota, su tutti Diane Lane e John Malkovich– la sua verve è qui purtroppo un po’ sacri-ficata – che tengono il racconto fino allafine. Ma si rivela importante soprattutto alivello storico, per raccontare come ancheuna “semplice casalinga” può farsi valere inun mondo al maschile.

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MONDO ASI

L’esperienza, la competenza, le capacità orga-nizzative al servizio dell’Asi. Una lunga car-riera da dirigente sportivo, già Presidente delFiamma, l’ente di cui Asi rappresenta la con-tinuità, con alle spalle diversi in carichi nel-l’ambito della Fidal, di società sportive, idea-tore e organizzatore da quasi mezzo secolo delTrofeo Bravin una delle rassegne giovanili piùimportanti e di tradizione che si svolgono inItalia. E tanto altro ancora. Sandro Giorgi rap-presenta certamente una delle eccellenzedell’Ente. Il suo lavoro nel settore atletica leg-gera ha portato in passato, e continua a portare

numerose, e proficue sinergie, creando unmovimento in continua crescita.Sandro qual è la filosofia con cui hai impostatoil tuo lavoro per la promozione all’interno del-l’Asi di quello che è considerata “la Reginadegli Sport”?“Da quando è stata fondata Asi ha semprepuntato molto sull’atletica. Molti nostri atletihanno portato risultati di prestigio ed abbiamosempre cercato di organizzare eventi di grandelivello. Per riuscire a far questo abbiamo pun-tato sul lavoro di base nella periferia ed abbia-mo cercato di instaurare rapporti di collabo-razione con la Federazione Italiana di AtleticaLeggera sia a livello nazionale che periferico.

> Gianluca MontebelliA colloquio con il dinamicodirigente responsabile del settore che sta regalando grandi soddisfazioni all’Ente.Crescono gli iscritti e lemanifestazioni ma soprattutto il livello degli eventi. Dal TrofeoBravin alla Bavisela, dalla Corsadel Ricordo alla Corricastrovillari,tanto per citarne alcuni,raccolgono consensi per il numero dei partecipanti e la qualità organizzativa

Giorgi: “L’Atletica è il fioreall’occhiello dell’Asi”

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Questa strategia si è rivelata vincente ed oggici permette di offrire ai nostri iscritti un’ orga-nizzazione funzionale e spesso vincente”.Dal Fiamma all’Asi, una tradizione che nonsi è fermata. Il settore atletica si è allineato aicambiamenti, intuendo sempre quale fosse lastrada da seguire“Il nostro lavoro ha un preciso obiettivo: favo-rire l’attività delle società di base, permetten-do loro di operare sul proprio territorio. Unconcetto semplice che funziona e che ha sem-pre raccolto consensi positivi sia all’internoche al di fuori del nostro ambiente”.Quali sono le discipline dell’atletica e le cate-gorie nelle quali rivolgete maggiormente ivostri sforzi organizzativi.“ L’impegno dell’Asi è a 360 gradi, dalle corsecampestri alle attività su pista, dalle corse sustrada a quelle in montagna, senza limitazionidi età, dagli esordienti ai master, perché credoche tutti abbiano diritto alle stesse attenzionie alle stesse opportunità, travalicando i limititecnici e le diversità sociali”.I Campionati Asi di Atletica riescono ognianno a raccogliere un numero crescente di par-tecipanti. Momenti importanti, sia per gliaspetti tecnici che per quello che rappresenta-no come aggregazione.“Sono sicuramente un nostro fiore all’occhiel-lo. L’organizzazione, soprattutto in momenti

di crisi economica, non è sempre facile, masiamo convinti che eventi come i Campionatisiano lo specchio del lavoro dell’Asi, e fun-gono da stimolo per le nostre società e per inostri atleti”.E sono in aumento anche le manifestazioniorganizzate sul territorio nazionale dallevostre affiliate.“La qualità e la capacità organizzative dellenostre società, soprattutto quelle che operanonel mondo delle corse su strada, sono cresciutanotevolmente e questo permette di organizza-re eventi ricche di partecipanti, sostenute dasponsor e di buon impatto mediatico. Dobbia-mo crescere invece nel settore della pista, maquesto è un problema che coinvolge tuttal’atletica italiana. Stiamo lavorando affinchèle gare da noi organizzate crescano ancora nel2017 rispetto al 2016”.Parliamo del trofeo Bravin, un evento che tista particolarmente a cuore.“Quest’anno organizzeremo la 49^, un recordassoluto in Italia per longevità. Un evento chenel proprio albo d’oro vede scritti nomi chehanno fatto la storia del nostro sport. Da PietroMennea a Gabriella Dorio, da Franco Fava aDaniele Secci, tanto per citarne alcuni. Oltreal Bravin però ci sono tante altre manifesta-zioni che hanno raggiunto l’eccellenza. Parload esempio della Bavisela di Trieste, che que-

st’anno ha raggiunto gli 11.000 partecipanti,la Corsa del Ricordo, che non ha solo un valo-re sportivo, e che nel 2017 sarà esportata daRoma anche a Trieste e Milano; la Gaeta-For-mia; la Vola Ciampino (quest’anno validacome campionato nazionale Asi di corsa sustrada); la gara internazionale “La Normanna”di Mileto; la Corricastrovillari; la mezza mara-tona di Salerno”.Quali innovazioni pensa di introdurre peraumentare il processo di crescita del settore?“Per il futuro vogliamo implementare inizia-tive nell’ambito scolastico per favorire la par-tecipazione dei più giovani all’attività del-l’atletica e per creare nel nostro ambito unvivaio importante e di cui tutta l’atletica ita-liana ha bisogno”.Gli Enti di promozione hanno recentementefirmato una discussa convenzione con laFederazione Italiana di Atletica Leggera. Qualè il tuo pensiero in merito“Al contrario di quanto pensano molti nel-l’ambito degli EPS, sono convinto che non siariduttiva nei nostri confronti, va esaminata evalorizzata in tutti i suoi contenuti e dai primiconfronti con alcuni dirigenti dell’Asi abbia-mo evidenziato molti aspetti positivi che cipermetteranno di lavorare in maniera proficuaal fianco della Fidal, con reciproco vantag-gio”.

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MONDO ASI

Prosegue il nostro viaggio alla scopertadei presidenti Comitati Regionali dell’ASI. Questa volta è il turno della Toscana.In questa intervista Luca Mattonai ci illu-stra l’attività che l’ente svolge nella suaregioneAvvocato, quanti anni sono che fa partedel nostro Ente?“Sono in ASI esattamente dal 23 Novem-bre 2010, quando sono stato nominato inun primo momento delegato provincialedi Pisa e, successivamente, nel novembredel 2013 come Presidente del Comitatoregionale della Toscana”.La scelta di entrare in ASI, essendo damolti anni nel settore dello sport, è dovuta

al fatto che ho trovato in questo Ente nonsolo la promozione nell’ambito sportivo,ma anche valori come la lealtà e l’ugua-glianza. Non facili da riscontrare al gior-no d'oggi”.Qual è la situazione generale del Comita-to Regionale ASI Toscana?“Il nostro Comitato ha sicuramente avutouna forte crescita negli ultimi anni, dovu-ta anche ad un notevole aumento di ASDe SSD nel nostro territorio. Questo ha pre-messo al nostro comitato di svilupparemaggiori e migliori servizi per gli asso-ciati e tesserati, dando sempre più voce acoloro che hanno deciso di aderire alnostro Ente”.Quali sono i Comitati più attivi sul terri-torio toscano e quelli che invece devono

migliorare? “Senza dubbio quelli di Pisa, Firenze,Grosseto e Pistoia si stanno distinguendoper la promozione di continui eventi spor-tivi. Invece, i Comitati Provinciali chedevono ancora attivarsi pienamente, o deltutto, sono quello di Massa Carrara, Luc-ca, Livorno e Arezzo”.E quali i settori più sviluppati e con piùseguito?“ I settori più attivi sono il Fitness, laDanza, il Calcio, il Nuoto, il Tennis, loSpinning e le Arti Olistiche. Ma vogliamopromuovere tutte le discipline, anchequelle che per ora non hanno avuto gran-de seguito all’interno della nostra orga-nizzazione “.Che obiettivi avete fissato per il futuro?

A colloquio con il Presidente Regionale che sta lavorando con passione ed impegno per promuoverelo sport e per dare ai dirigenti e alle ASD il maggior sostegno possibile per lo sviluppo delle attività

> Paolo Signorelli

Mattonai: “L’Asi Toscanaal servizio delle Società”

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“In primis, quello di riuscire ad organiz-zare sempre più eventi sportivi per sensi-bilizzare la comunità ad avvicinarsi e pra-ticare lo Sport”. Avete delle manifestazioni in programma

a breve?“ Certamente, ne abbiamo diverse, alcunecon date già definite ed alcune con dateancora da definire. Molti saranno nel set-tore dello Spinning (non solo nella regio-

ne Toscana, dove si terrà una maratona diSpinning) ma anche altre che riguardanolo Yoga, il Fitness e il Calcio a 5 e 7.Abbiamo anche sviluppato un progetto(in collaborazione con ASI Veneto e ASIFitness) chiamato "Fit For Children", uniniziativa caratterizzata da eventi sporti-vi, convegni, master-class, maratonemotorie, open day. Il cui contributo verràdevoluto alla CITTA’ DELLA SPERAN-ZA in Centro Oncologico Infantile diPadova, alla quale potranno parteciparetutte le Associazioni o Società sportiveaffiliate all’ASI.Infine, é intento del Comitato RegionaleASI Toscana organizzare corsi finalizzatiad informare gli operatori dello sport sul-la gestione amministrativa delle ASD, alfine di poter trasferire ai dirigenti tutte lenozioni necessarie per ottenere tutte leagevolazioni fiscali previste dalla leggeper ottimizzare la gestione delle lororisorse ”.Pensa che ci sia qualcosa da migliorare?“Ci piacerebbe raggiungere in primo luo-go una maggior collaborazione tra i variComitati provinciali e Settori e successi-vamente lavorare in simbiosi con gli altriEnti e Federazioni per un obiettivo comu-ne: la promozione dello sport e la forma-zione di tecnici e dirigenti”.

Luca Mattonai

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Pensate ad una sfida a squadre su un ter-reno impervio con fango e ostacoli. Pen-sate ad un vero e proprio percorso di guer-ra di 5 km in cui dopo essersi arrampicatisu una parete, i partecipanti hanno dovutotrascinare materiali pesanti e misurare laloro forza residua tirando una fune ruvidae spessa. Sedici stazioni per mettersi allaprova sia come individui che come gruppi(le prove dovevano essere completate datutti i componenti della squadra). Ecco,in questo momento vi siete immedesimatinella testa di uno dei cento partecipanti

del "Warriors Challenge" che domenica20 marzo si sono sfidati a Padova nellospazio per il softair di ASI, in corsoAustralia, accanto al Gran Teatro Geox.Ma perché proprio uno spazio dedicato alsoftair per un evento del genere? Lo chiediamo al Responsabile regionaledella disciplina per il Comitato regionaleASI Veneto, Marco Zago.Marco, la "Warriors Challenge" si è svol-ta in un luogo che era di proprietà comu-nale ed oggi – grazie ad un’amministra-zione comunale molto sensibile alle esi-genze di riqualificazione del territorio, inparticolar modo grazie all’Assessore al

bilancio Stefano Grigoletto - viene gesti-to dal Comitato regionale ASI Veneto(affidamento biennale), utilizzato per ilsoftair e per esercitazioni. Quali sono i punti di contatto tra unadisciplina come quella dei softgunners emanifestazioni come la "Warriors Chal-lenge"?“La sfida, la vita all'aria aperta, il lavorodi squadra, il solving problem, la vogliadi mettersi in gioco, il desiderio di usciredalla routine quotidiana, l'amore per losport”.Di che tipo di infrastruttura sportiva c'èbisogno per praticare il softair? Come è

> Luisa Santiloni

È tempo di... SoftairEntriamo nei segreti di una attività che vanta sempre più proseliti in tutta Italia. Lo facciamo con Marco Zago responsabile ASI della disciplina per la regione Veneto

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messo il Veneto e qual è la situazione alivello italiano?“Le zone utilizzate per praticare il softairvanno dall’ambiente boschivo a quelloall'urbano. Di solito si impiegano costru-zioni e spazi abbandonati al degrado,riqualificandoli e rendendoli nuovamenteliberi a disposizione della collettività.Nel Veneto esistono tantissime realtàsportive ed associazioni di softair conappuntamenti fissi annuali presso i piùgrandi eventi fieristici del Veneto, non-ché tornei anche a livello nazionale.In Italia, secondo quanto riportato dauna stima pubblicata in un’inchiesta del

sito di Repubblica, dovrebbero essercicirca mezzo milione di praticanti “.La struttura gestita dal Comitato regio-nale ASI Veneto ed utilizzata per il sof-tair viene frequentata anche da altri sog-getti per altri scopi? Se sì chi sono?“Il campo "Geox" di proprietà del comu-ne di Padova, in gestione biennale alComitato regionale ASI Veneto, vieneutilizzato principalmente dalle associa-zioni e società sportive dilettantisticheASI softair per le loro esercitazioni, par-tite e tornei. Tuttavia, è anche impiegatoper l'addestram.ento militare con forzedi polizia e aeronautica, protezione civi-

le e associazioni di fuoristrada. L’obiet-tivo è quello infatti di sviluppare siner-gie per valorizzare lo spazio che abbia-mo a disposizioneIn questa ottica, grazie alla collaborazio-ne con la società sportiva e dilettantisti-ca Fitness & Dance Academy, dal 2015ASI ha programmato nel sito ancheeventi di notevole importanza come laWarriors Challenge, raccontata nelnostro video di Youtube, e in program-mazione anche la Warriors Bike, unevento con un percorso attrezzato convarie difficoltà da superare con l'utilizzodelle mountain bike”.

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Bavisela è il nome dato dai triestini aquell’ alito di vento che in dialetto signi-fica brezza. Oggi la Bavisela è diventata un festa disport, che si concretizza con una ker-messe a cui tutta la città prende parte.E’ stato Fabio Carini, dinamico Presi-

dente della Asd Bavisela, che quest’an-no ha ampliato la classica Green EuropeMarathon facendola diventare “Bavise-la Running Festival”. E’ stata la settima-na del Running avendo avuto inizio il 30aprile con la Trieste SoloWomen Run,terza tappa nazionale dell’esclusivo cir-cuito di corsa femminile, vinta da GiuliaSchillani.

La settimana della Bavisela è continuatacon gare riservate ai giovanissimi; men-tre nella serata di mercoledì si è svoltala corsa dedicata ai cani con proprietarioal guinzaglio, ed infine una divertentecorsa con i sacchi. La conclusione diquesta grande festa dello sport triestinosono state le tre gare che si sono svoltecontemporaneamente nella domenica 8

> Sandro Giorgi

Bavisela Running Festival: un successo annunciato

A Trieste coinvolgente kermesse podistica che ha coinvolto tutta la città con la partecipazione di 11000 podisti. Un evento che quest’anno ha lasciato positivamente

il segno grazie all’impegno organizzativo di Fabio Carini e dei suoi collaboratori

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è stato Robert Chemonges dell’Uganda,mentre in campo femminile prima atagliare il traguardo Maurizia Cunico(Runners Team Zanè) davanti a DanielaDa Forno, atleta della società organiz-zatrice. A vincere la 21.Green EuropeHalfMarathon il keniano Alfred RonohKimeli, secondo Stefano Scaini (ParcoAlpi Apuane); per le donne prima Rosa-ria Console (Fiamme Gialle), secondaSimona Saicu (ROU). Premiato il grup-po più numeroso in gara, il VicenzaMarathon. Primo triestino al traguardoè stato Paolo Massarenti. Accoglienzaspeciale al traguardo invece per EmilioStarz, triestino, alla sua 100esima mara-tona, acclamato dagli amici con unospeciale striscione. Come di consuetotutto lo staff Bavisela ha atteso l’ultimorunner in gara, con spumante e festeg-giamenti, ed è stata la norvegese IreneHuagen Solvi, del gruppi FemiRun. LaBavisela Gerenarli Family: il popolodella non competitiva (8.000 parteci-panti) è partito con l’animazione diRadio Punto Zero da Miramare, un lun-go fiume colorato di musica, striscioni,gruppi di associazioni, onlus, societàsportive, tantissime famiglie anche conbimbi molto piccoli. A passeggio ancheun pony, che ha tagliato il traguardoinsieme ai proprietari. Tanti i messaggidi responsabilità sociale portati di corsada sodalizi del territorio. Il più numero-so è stato il gruppo formato dall’Azien-da Sanitaria di Trieste, LILT e CentroCardiovascolare, con oltre 500 parteci-panti alla Generali Family. Da tutti è stata definita una organizzazio-ne impeccabile, ai collaboratori più strettidella Associazione si sono gradualmenteaffiancati numerosi volontari e Enti, Asso-ciazioni e Istituzioni della famosa città diTrieste. A consegnare i premi ai vincitorisul palco autorità e sponsor, ma anche rap-presentative delle principali società spor-tive triestine. Per l’Asi era presente ilresponsabile nazionale del settore atleticaleggera Sandro Giorgi e il Presidente delComitato Regionali Friuli Venezia GiuliaEnzo Esposito.

maggio con la Green Europe Marathoncon partenza da Lipica in Slovenia, laGreen Europe Halfmarathon che ha pre-so il via da Duino e la Bavisela GeneraliFamily avviatasi dallo splendido Castel-lo di Miramare.

Sono stati 11.000 i partecipanti che han-no raggiunto in contemporanea lafamosa Piazza dell’Unità d’Italia sulLungomare di Trieste, accolti da unpubblico eccezionale. Per la cronaca vincitore della maratona

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NUOVE DISCIPLINE

L’arte delle arti marzialiJeet Kune Do

Alla scoperta della disciplina creata da Bruce Lee e codificata in un libro. Nelle intenzioni del ‘Piccolo Drago’non doveva costituire soltanto un sistema di combattimento ma uno stile "semplificato" concentratosull'efficacia delle tecniche e degli allenamenti

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Il Jeet Kune Do, o semplicemente JKD, è un termine che letteralmente significa "via delpugno intercettore" e indica una disciplina marziale creata da Bruce Lee e codificata nelsuo libro intitolato "Tao del Jeet Kune Do". Il Jeet Kune Do nacque come summa dellenumerose esperienze marziali affrontate dal Piccolo Drago durante la sua vita da prati-cante; in questa disciplina, infatti, vengono combinate le tecniche di combattimento più

efficaci derivanti da diverse tipologie di arti marziali: i pugni del Wing Tjun, i calcidel Kung Fu e molte altre tecniche provenienti dagli stili più disparati come la Boxe

Tailandese, il Savate francese fino ad arrivare al Pugilato occidentale e al Wre-stling americano. Nelle intenzioni di Bruce Lee, il Jeet Kune Do non doveva costituire soltanto

un sistema di combattimento che compendiasse le altre arti marziali, il cam-pione infatti cercò di creare uno stile "semplificato", completamente con-

centrato sull'efficacia delle tecniche e degli allenamenti, che permet-tesse al praticante di ottenere il massimo da ogni esercizio.

Per far questo, dal JKD vennero eliminati molti aspetti "comple-mentari" esistenti nelle altre arti marziali che secondo Bruce pote-vano ostacolare e spesso rallentavano l'atleta nel raggiungimentodell'obbiettivo finale: la perfetta conoscenza e padronanza di sestesso (da qui la definizione del Jeet Kune Do come Arte senza

Arte). Il Jeet Kune Do a ben vedere, sembra configurarsi in ogni suoaspetto come una vera e propria arte marziale, non un semplice stile di combattimento.In ogni caso, è bene precisare che l'intenzione di Bruce Lee non era quella di creare unanuova arte marziale costruita mutuando tecniche da altre discipline, ma quella di costituireun sistema grazie al quale mettere a disposizione i risultati delle sue sterminate esperienze.

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sono differenti e nascondono diversi tipi diinsidie, il segreto della vittoria stà nella capa-cità di reperire ogni volta in se stessi le solu-zioni adatte alle varie contingenze, e questodeve valere sia nello scontro fisico dell'au-todifesa, sia nella lotta contro i propri limitifisici e mentali. Come amano ripetere moltipraticanti di Jeet Kune Do, questo perfettocompendio tra tecniche di combattimento efilosofia del combattimento non insegna adessere dei buoni combattenti, ma dei com-battenti migliori. I principi su cui si basanole tecniche di Jeet Kune Do conciliano istin-tività, semplicità ed efficacia nell'esecuzio-ne; l'educazione alle tecniche di combatti-mento è scalare: si parte dalle soluzioni piùelementari per poi diventare via via padronidi tecniche complesse mano a mano che ilimiti dell'atleta vengono superati. Così, ilpraticante massimizzerà le sue capacitànegli attacchi migliorando i pugni e i calcidiretti utilizzando il braccio o la gamba piùvicini all'avversario; affronterà le tecniche diattacco basate sulle combinazioni di pugni e

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NUOVE DISCIPLINE

Il JKD fù una creazione di portata rivoluzio-naria capace di rompere molti schemi tradi-zionali, cosa che attirò nei confronti di BruceLee molte antipatie negli ambienti più con-servatori. Una delle caratteristiche piùimportanti di quest'arte è infatti la mancanzadi Kata precostituiti, allenamenti al combat-timento tenuti in solitario secondo forme pre-fissate; il Piccolo Drago era infatti convinto

che i segreti del combatti-mento fossero da ritro-

varsi nel combatti-mento stesso. Se ognilotta e ogni avversario

il Jeet Kune Do (JKD), operanti sul territoriodi Roma, e non solo, è la A.S.D. “STREETFIGHTING” , associazione sportiva senzafini di lucro, fondata dal grande MaestroMarco ROCCATANO, Presidente e Diretto-re Tecnico con oltre 30 anni di esperienza ecirca 20 anni di insegnamento. L’ASD èregolarmente iscritta al Registro Nazionaledel CONI ed è affiliata all’ASI per la stagio-ne sportiva 2016. Nonostante la giovane età l’A.S.D. “StreetFighting” si avvale della collaborazione dimaestri di arti marziali, preparatori atletici,allenatori, educatori, assistenti sociali, medi-ci e fisioterapisti di caratura nazionale edinternazionale, per offrire il più alto livellodi servizio in ambito sportivo in generale emarziale in particolare. L’ASD Street Fighting, presso la propriastruttura di Via Aquilonia 30 Roma segue cir-ca trenta atleti, con allenamenti funzionali,sia da un punto di vista tecnico-didattico, siaeducativo-comportamentale. Oltre agli alle-

namenti funzio-nali, seguiti pres-

so la propria strut-tura, con allievi di tutte le

età, l’ASD segue un importan-te progetto, secondo la Legge 13 luglio 2015, n. 107 relativa alla “Riforma del sistemanazionale di istruzione e formazione e delegaper il riordino delle disposizioni legislativevigenti “ALTERNANZA SCUOLA LAVO-RO”, con gli allievi della scuola “Pio XII” diRoma. Progetto che vede in campo circa 35alunni della classe 3°, ai quali vengonoimpartite lezioni specifiche, sia presso lastruttura scolastica, sia presso la strutturasportiva dell’ASD, sui seguenti argomenti:La macchina “uomo” – comprendere i movi-menti “tecnico-sportivo-marziale” Criminologia e bullismo – concetti pratici ecomportamentali Aspetti pratici per l’antiaggressione – “tec-niche e metodi” Inoltre l’ADS ha seguito diversi corsi gratuitia scuole ed enti pubblici al fine di preveniree contrastare i sempre più diffusi fenomenidel “bullismo, violenza nelle strade” e della“violenza sulle donne”. Tale impegno ha tro-vato l’approvazione della Regione Lazioche, nel 2013, ha patrocinato l’organizzazio-ne di un corso gratuito di difesa personalefemminile riscuotendo un grande interesse.

calci; svilupperà la capacità di immobilizza-re l'avversario bloccandolo a terra o impe-dendogli di colpire; imparerà a scoprireintenzionalmente la sua guardia offrendo unfalso punto debole all'avversario; sarà capa-ce di dissimulare le proprie intenzioni fin-gendo di eseguire una tecnica o di colpireuna parte del corpo, per poi cambiare repen-tinamente bersaglio. Oggi esistono due grandi realtà che fannocapo al JKD: il Jun Fan Jeet Kune Do, dettoanche The Original, i cui appartenenti con-tinuano a praticare questo sistema marzialesenza modificare i concetti espressi da BruceLee nel libro intitolato "Tao del Jeet KuneDo", e il Jun Fan Jeet Kune Do Concepts, trai cui fondatori vi è Dan Inosanto, amico, col-lega e allievo di Bruce Lee, che pensanoal JKD come ad una realtà in continua evo-luzione e continuano ad arricchire questadisciplina di tecniche provenienti da altre artimarziali.Una delle principali realtà sportive praticanti

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ORGANIZZA

La redazione di Primato rende noto ai lettori,ai dirigenti della periferia, a tutti gli opera-tori di ASI ,che le manifestazioni di cui si parlanelle pagine del mensile sono soltanto unaparte della miriade di eventi organizzati intutta Italia sotto l’egida dell’ente. La scelta,per evidenti ragioni di spazio, cade su quelleiniziative ritenute di maggior rilevanza siaper numero di partecipanti che per l’interes-se che suscitano sul territorio. Il quadro completo di quanto organizzato daASI trova regolarmente spazio sul sito inter-net www.asinazionale.it.

ANDRIA, TANTI PARTECIPANTI SOTTO LA PIOGGIA PER 10^ “MARCIA MARIANA”Domenica 1 maggio si è svolta nella città di Andria la 10^ edizione della“Marcia Mariana” organizzata dall’Associazione Amici del SantuarioMadonna dei Miracoli in collaborazione con l’Associazione Andria Runs,l’ASI Città di Andria e Fare Verde Andria-Barletta-Trani. Nonostante le con-dizioni climatiche sfavorevoli, la gara ha visto numerosi partecipanti divisiin due percorsi distinti uno da 5 km e l’altro da 10km. Ottima organizzazionee una calda accoglienza hanno caratterizzato la giornata di ieri, numerosesono state le associazioni amatoriali delle città limitrofe, segno questo, diun grande senso sportivo che accumuna tutti i partecipanti. E’ importantesottolineare che alla “marcia” hanno partecipato anche numerose asso-ciazioni sportive delle zone limitrofe. La manifestazione si è svolta alla pre-senza di Francesco Fortunato, atleta internazionale di marcia del grupposportivo “Fiamme Gialle”, di Antonio Lopetuso, atleta e tecnico Fidal, e diGiovanni Zingaro, campione italiano Ultra Maratona M40. L’ASI Andria hapremiato e i vincitori di categoria uomini e donne di entrambi i percorsi.Da evidenziare la partecipazione, nonché vittoria, alla 5 km della referentecomunale ASI Città di Andria, Anita Di Palma, nella categoria donne, Anto-nio di Liddo primo posto categoria uomini. Per la 10Km primo posto Lan-driscina Teresa nella categoria donne, mentre Michele Uva è stato il primodella categoria uomini. Dietro di lui il giovanissimo andriese Pasquale Sel-varolo, già vincitore della “Run to gift 2015”.(Anita Di Palma)

TORINO, TUTTI IN ACQUA PER LA FESTA DELLO SPORT Ha avuto luogo, presso la piscina Colletta di Torino, la tradizionale Festadello Sport organizzata dal Comitato Provinciale ASI Torino in collabo-razione con la ASD Nuotomania Splash. In mattinata si sono svolti i Cam-pionati Provinciali di nuoto ASI, ai quali hanno partecipato i nostri giovaniatleti in delle diverse categorie. Ai soci non agonisti è stata proposta unadivertente sessione di aqua gym a testimoniare le capacità sviluppatenell'arco dell'anno sportivo. Tutti i partecipanti sono poi stati festeggiaticon un ricco buffet e premiati alla presenza del Presidente ProvincialeTorino, Sig.ra Antonietta Tarricone, dal Presidente Regionale Piemonte,sig. Sante Zaza, e dal Coordinatore della V° commissione della Circoscri-zione 6 di Torino, Sig. Luca Deri. Con l'occasione il Presidente Zaza haconsegnato uno speciale riconoscimento al Sig. Luca Deri, per il contri-buto offerto dalla sua circoscrizione alla crescita del nostro ente nel set-tore nuoto, e ai signori Mario Marangon e Dario Loi, responsabili dellapiscina Colletta, per la loro professionalità e grande disponibilità nel-l'agevolare le attività ASI in favore della popolazione. Successivamente,alla presenza dei soci della asd Nuotomania Splash, si è svolta l'Assem-blea elettiva dei soci che ha confermato per acclamazione la presidenzadel Sig. Claudio Sprocatti con La Sig.ra Cinzia Zaza Vicepresidente e laDott.ssa Sara Pomes segretario (al posto della Sig.ra Simona Toppi cheper motivi personali ha deciso di non ricandidarsi). La festa è proseguitanel pomeriggio con la presentazione al pubblico di due novità nel campodell'aqua gym: FITNESS. Con questa giornata di sport ricca e festosa, laasd Nuotomania Splash si è riconfermata come un punto di riferimentonel campo degli sport acquatici per l'utenza delle circoscrizioni 6 e 7 diTorino, un fiore all'occhiello per il Comitato Provinciale Torino.

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CASTROVILLARI, LA CORRI CASTROVILLARI DA IL VIA AL CDS MASTER SU STRADALa V edizione della CorriCastrovillari, manifestazione, valida quale 1^ prova del CdS Masterdi corsa su strada, è stata  organizzata dall’Asd CorriCastrovillari di Gianfranco Milanese, cheha visto al traguardo finale 196 atleti, molti dei quali provenienti dalle regioni limitrofe.  Il per-corso sviluppato nel centro  cittadino, con un circuito da ripetere 6 volte per complessivi 10km, è stato seguito con particolare interesse da un pubblico attento e festoso. Primo assolutoè stato Marco Barbuscio, che difende i colori dell’Atletica Civitanova  che completa la gara in31’52”, precedendo Davide Pirrone (Hobby Marathon Catanzaro) che ferma i cronometri sultempo di 32’10”, risultato di prestigio che va ad integrare il  suo  palmares ed al terzo postoPaolo Audia (Asd Jure Sport). Tra le donne a vincere è Rossella De Rose,   tesserata per la JureSport di San Giovanni in Fiore (CS), col tempo di 39’35”. Dopo di lei Nella Zofrea e Maria

Carmen Paonessa, (Hobby Marathon Catanzaro). .Relativamente al Campionato di società, dopo la pri-ma prova odierna, la Cosenza K42 guida la classificamaschile, mentre quella femminile vede in testal’Hobby Marathon di Catanzaro. Da sottolineare laperfetta organizzazione della manifestazione che,tra i punti di forza vanta un percorso ben delimitatoe chiuso al traffico nel salotto buono della città, unottimo ristoro post gara, un’adeguata coperturamediatica ed un servizio cronometraggio con chip acura della  Cronogare

PARMA, GIOVANI LOTTATORI IN FESTADomenica 15 Maggio  presso il  Palazzetto delloSport a Parma  si è svolta la Festa di Fine annodel Settore Giovanile SNAP, un evento celebrativoche ha coinvolto i numerosi piccoli lottatori dell’ac-cademia ducale. L’evento, Patrocinato dal Comunedi Parma, ha visto i giovani atleti SNAP cimentarsiin una una dimostrazione delle tecniche appresedurante l’anno ed in una competizione.Gli eventi sono stati suddivisi in base agli obiettividei corsi per il Settore Giovanile, infatti i bambinidel corso Gioca JiuJitsu (4/6 anni), focalizzato tantosull’insegnamento del JiuJItsu quanto sull’insegna-mento della coordinazione, dell’equilibrio e dellapropriocezione, hanno partecipato con un saggiodi agilità  e coordinazione motoria, oltre ad unadimostrazione del metodo Anti-Bullo. I giovani lot-tatori del corso JiuJitsu Kids (7/15 anni), invece, sisono cimentati sia in una dimostrazione del metodoAnti-Bullo che nella competizione.  Filo conduttorenel percorso del Settore Giovanile rimane il focussul metodo Anti-Bullo, concepito per rendere ilbambino sicuro di se e in grado di proteggersi - pri-ma di tutto psicologicamente - durante il suo per-corso di crescita. “Grazie all’impegno di MarcoBaratti, quando SNAP organizza un evento è sem-pre un successo” Commenta l’assessore allo sportGiovanni Marani, che ha presenziato la festa “el’approccio Anti-Bullo ci ha permesso di conoscereappieno le potenzialità di quest’arte marziale” Lapensa così anche Guareschi, Presidente Boxe Par-ma, una leggende per lo sport locale, che commen-ta positivamente il metodo Anti-Bullo e i valori cheriesce a trasmettere ai più giovani. Marco Baratti,presidente SNAP ed organizzatore dell’evento, haconcluso ringraziando l’assessorato allo Sport delComune di Parma, che ha contribuito alla realizza-zione dell’evento, oltre allo Staff SNAP che ha presoparte alla realizzazione di questa giornata, e haannunciato la partecipazione all’evento per l’annosuccessivo anche del corso di Kickboxing per bam-bini, tenuto da SNAP, che porterà molti nuovi gio-vani atleti sui tatami del Palazzetto dello Sport.

NOALE, SI È SVOLTO IL 55° TORNEO PROMOZIONALE GIOVANILE ASI DI KARATE Domenica 8 maggio è stata la festa della mamma anche per i duecento partecipanti alla cin-quantacinquesima edizione del Trofeo promozionale giovanile ASI Karate, organizzato dal Set-tore ASI Karate Veneto e dal Comitato provinciale ASI Venezia al Palasport di Noale (Venezia),entrambe presiedute dal responsabile nazionale de Settore ASI Karate M. Vladi Vardiero. Il pro-getto giovanile dell’Ente di Promozione Sportiva nello sport del karate è iniziato nel lontano2002 e dopo quasi quindici anni di intensa attività il Settore ASI Karate ha elaborato un pro-gramma tecnico che ha riscosso molto successo e consensi, tanto che è oggetto di osservazioneanche da parte della commissione regolamenti della WKF, la federazione mondiale dikarate.Impegnati nei giochi tecnici propedeutici alle specialità del kata (forma) e kumite (com-battimento) i giovani atleti di età compresa tra i 5 e i 12 anni hanno dato prova di grandedestrezza e capacità motorie ed atletiche che fanno ben sperare per il futuro di questa disciplina.C’è infatti grande fermento per l’entrata del Karate alle olimpiadi di Tokio nel 2020. Il CIO deci-derà, infatti, ad agosto le sorti di questo sport, ma intanto le giovani promesse del SettoreKarate dell’Asi si stanno già preparando per questo evento, perché saranno proprio loro - i gio-vani di oggi - ad essere i protagonisti dell’avventura olimpica di domani!

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SAN SEVERO, PROTAGONISTA IL T’IENSHUSi è svolto a San Severo, in provincia di Fog-gia, nella sede della Scuola Centrale, lo Sta-ge Nazionale di T’ienshu, alla presenza delPresidente regionale Asi Puglia Italo Scroc-chia e dei dirigenti nazionali Umberto Can-dela e Walter Russo. Una disciplina educa-tivo-formativa fondata dal Caposcuola Fer-nando Tronnolone, già CoordinatoreNazionale della disciplina T’ienshu nell’Asi.Il T’ienshu conta Scuole su territorio nazio-nale, con numerosi tesserati Asi. Lo stagedi formazione che si svolge alla Scuola Cen-trale è di notevole importanza perché vedela partecipazione di tutti gli Aspiranti Istrut-tori, Istruttori e Maestri di tutta l’Italia èperciò vengono affrontate tematiche di uncerto spessore come i Level Master, Pad ePad-As (Programma Autodifesa Donna eProgramma Autodifesa Antistupro). Duegiornate faticosissime dal punto di vistapsico-fisico, soprattutto poi per chi deveaffrontare anche un lungo viaggio, ma l’in-teresse e la grande passione che tutti gliinsegnanti di T’ienshu hanno, li porta a

vivere esperienze dirette con la fonte ine-sauribile del nostro Caposcuola.Al termine dei due giorni , il Caposcuola haconsegnato i diplomi di qualifica e le tes-sere rinnovo a maestri e istruttori (Gemma,Carpanese, Montedoro M., Di Pace, Gomie-ro, Montedoro R., Perrone, Bramani, Cui-gnon), validi per l’inserimento ufficialenell’Albo Nazionale dell’Asi. Per tutte lescuole di T’ienshu, questo rappresenta unpasso molto importante perché la prepara-zione di tutti i nostriIstruttori e Maestri viene riconosciuta su tut-to il territorio nazionale. Inoltre al MaestroMontedoro Michele, già referente Asi delladisciplina, quest’anno il Caposcuola ha con-ferito il titolo di Coordinatore del SettoreAgonistico Qingda del CseA T'ienshu. IlMaestro Montedoro, che già da tanti anniè responsabile dalla Scuola Centrale T'ien-shu di San Severo ha sempre ottenuto gran-di risultati con la partecipazione dei suoiallievi a gare agonistiche sia a livello nazio-nale che estero. L’ennesima dimostrazione

l’abbiamo avuta al Palasport di Cupello, inprovincia di Chieti, dove si è svolta la sestaedizione del Campionato Italiano “Fu Jow”.All’evento hanno partecipato alcuni degliallievi del M° Montedoro ottenendo 6medaglie d’oro nelle varie categorie delLight Sanda (contatto leggero). I 6 atleti chehanno regalato delle ottime prestazionisono riusciti tutti a salire sul gradino più altodel podio e sono : Vitulano Federico, Amo-roso Giuseppe, Lanzone Kledi, Florio Miche-le, Mucci Stefano e Cinicola Giuseppe. Nellagare delle forme, invece, l’Aspirante Istrut-tore Lanzone Loris si è classificatoal primo posto in due specialità –forme amani nude e –forme con armi corte e si ènuovamente classificato al primo postonella gare di forme a squadra insieme alleatlete Ciociola Giorgia e Padulo Patrizia.Per gli allievi della Scuola Centrale e le lorofamiglie è stata una bellissima giornata pie-na di tantissime emozioni che ancora unavolta la Disciplina del T’ienshu ci ha rega-lato.

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Oltre 300 atleti in gara provenienti da circa 25 società da ogni parte d’Italia. Qualche esempio? Lafortissima compagine polacca capitanata dal coach Nazionale Lukasz Stawarz e da Adam Alenowicz,la delegazione libanese di Master Gaby Abousleiman, la delegazione palestinese del maestroMohammad Abu Rmeileh ed ovviamente una massiccia partecipazione di atleti italiani, tra cui espo-nenti di spicco del team azzurro guidati da due dei coach della nazionale presenti: il Master CiroCammarota e il Master Fabio Iovane, con il loro collaboratore Mario De Lucia. Il torneo, aperto acinture colorate e nere, è stato riservato alle specialità di forme e combattimento ed a carattere siaindividuale che a squadre. In gara bambini e cadetti nel corso della mattinata, juniores e senioresnel pomeriggio. Altissimo il livello tecnico ed  agonistico espresso da tutti i partecipanti, che ovvia-mente ha raggiunto il suo clou nel pomeriggio con le categorie cinture nere juniores e seniores,grazia alla partecipazione dei componenti del team azzurro. La gara è stata presenziata dal direttoretecnico GM Wim Bos e la moglie Tiziana Mimmocchi responsabile della comunicazione Fitae-ITF.Hanno dato letteralmente spettacolo le punte di diamante del team azzurra: la formidabile cam-pionessa Silvia Farigu e Cristian Oriolani dalla Sardegna. E poi ancora, Simone Oliva, Flavia Verona,Florin Tataru,Cristian Ceci, Naas Ali, Tiziano Trimboli, Mattia Fornaro, Bufalieri, Matteo Coppola etanti altri. Il primo posto nella classifica del medagliere per società è stato conquistato dal forteClub ASI del Maestro Fabio Rinaldi (a lui il premio di un week end i hotel a 4 stelle per due personea Terracina). Secondo posto, per un piccolo scarto di punti, la fortissima delegazione polacca TeanDolny Slaszk di Lukasz Stawarz. Al terzo posto ASI Crew Fighters di Mario De Lucia e Ciro Camma-rota; quarto posto per la società MMA ASI  dei maestrI Persia e Cavidossi. Quinto posto, infine, perla società Four Kicks ASI dei maestrI David Capolongo ed Emanuele Manno.

Primo maggio all’insegna dello sport a Monterotondo, in provincia di Roma.Sabato 30 aprile e domenica 1 maggio si è tenuta la quarta edizione delMeeting Nazionale di Nuoto “ Trofeo Città di Monterotondo” presso loStadio del Nuoto cittadino, gestito da Aria Sport dal 2012. MassimilianoRosolino, padrino d’eccezione della manifestazione, porta fortuna ad AriaSport che, fuori da ogni pronostico, vince il primo premio società. Oltre 600atleti, provenienti da 41 diverse società da tutta Italia, hanno gareggiatodi fronte al numeroso pubblico che ha partecipato con passione fino allafine. Quasi 1600 presenze gara per due grandi giornate di sport conclusecon il trionfo di Aria Sport, che ha alzato il prestigioso trofeo di società con-segnato proprio da Massimiliano Rosolino al Presidente Vittorio Ricerni.

FONDI, SPETTACOLO, SPORT E SUCCESSO PER IL TORNEO INTERNAZIONALE OPEN ASI TAEKWON-DO ITF “ANXUR BATTLE”

MONTEROTONDO, ARIA SPORT VINCE LA 4^ EDIZIONE DEL TROFEO CITTÀ DI MONTEROTONDO

Con 523 punti ottenuti, il team Aria Sport è salito sul primo gradino delpodio staccando di gran lunga il C.S. Le Cupole SSD SRL, secondo classifi-cato (punti 332.50) quasi a pari merito con la Pol. Circ. Lavoratori Terni,terzo posto (punti 332). La giuria tecnica ha inoltre conferito uno specialericonoscimento a coloro che, con le loro prestazioni individuali, hanno rice-vuto il punteggio più alto secondo la valutazione ufficiale indicata dallaFederazione Internazionale di Nuoto (FINA). Per il lato rosa vengono pre-miate: Benedetta Pagliara (Swim dream Salerno) 684 punti per la categoriaRagazze; Lucrezia Fiorucci (Swim Project - Umbria) 722 punti, categoriaJunior e Nicole Valentini (Roma Nuoto) 729 punti per la categoria Assoluti;tra i maschi: Alessio De Luca (S.S. Lazio) 649 punti, categoria Ragazzi; GiulioBrugnoni (Libertas R.N. Perugia) 722 punti, categoria Junior e Matteo Milli(C.C. Aniene) con 805 punti, punteggio massimo ottenuto, categoria Asso-luti. Due ori e due argenti per il giovane e talentuoso atleta Aria Sport,Giovanni Cestari (categoria Ragazzi 1°anno) che sfiora di un secondo iltempo degli italiani sia nei 400m misti che nei 400 stile libero; tripletta incampo Assoluti per Giorgio Pansolini, primo nei 100 e 200m rana, 2° nei50m rana e per Luca Ribiscini che conquista un oro nei 100m stile libero,un argento nei 50m della stessa disciplina e un bronzo nei 50m dorso.Molti gli ospiti premianti: l’assessore allo Sport del Comune di Montero-tondo, Alessia Pieretti; l’assessore al Personale, Politiche Giovanili e Turi-smo, Alessandro Di Nicola; Claudio Barbaro Presidente dell’Asi assieme alResponsabile Nazionale Asi Settore Fitness &Wellness Maurizio Bottoni; ilPresidente del Comitato Regionale Fin Lazio Gianpiero Mauretti; GiuseppeAndreana, tecnico della Fisdir; Alvaro Martini, delegato Fin Provincia di.Rieti ed ovviamente la stella olimpica Massimiliano Rosolino che ha esul-tato la vittoria della società ospitante il meeting assieme a tutti gli atleti.

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Un nuovo successo per Arco, in provincia di Trento, dove venerdì 6 e sabato 7 maggio si è svoltala prima edizione di Garda Trentino Trail; tre gare diverse e ad ognuno la sua difficoltà. Un eventodi trail running che unisce il Garda trentino con la val di Ledro.“Un ulteriore prova di come i territori dell’alto Garda e di Ledro siano particolarmente adatti aogni disciplina all’interno del Parco dell’Outdoor. Un luogo dove gli sport all’aria aperta trovanola loro naturale espressione, contribuendo allo sviluppo sociale e turistico di un intero territorio”dice il Presidente di Garda Trentino Trail, Matteo Paternostro.    Venerdi 6 e sabato 7 maggio sono giunti ad Arco 650 atleti di 15 diverse nazionalità, e rappre-sentando 44 province italiane. Tre le gare in programma: la Garda Trentino Trail con i suoi 60kmdi lunghezza e 3500m di dislivello positivo, la Ledro Trail Marathon, 42km e 2400m D+ e la TennoTrail Experience, 28km e 1600m D+. Tre gare per tutti i gusti hanno unito due territori morfolo-gicamente separati. La cresta delle Alpi Ledrensi, ora riserva della Biosfera sotto la tutela del-l’Unesco, ha di fatto unito luoghi troppo spesso divisi tra loro. Subito grandi firme per la gararegina. Garda Trentino Trail ha visto trionfare Federica Boifava in 6:42’36” tra le donne e MatteoPigoni capace di scendere sotto le 6 ore, precisamente in 5:58’05”, tra gli uomini. Ledro TrailMarathon è stata vinta da Daniela Montelli in 5:20’58” e Luciano Meneghel in 4:31’35”. MentreTenno Trail Experience ha visto trionfare Anisleidy Cordero Garcia con il tempo di 3:12’07” eMichele Terlisio in 2:38’39”. Un grande sforzo organizzativo quello di Garda Trentino Trail Asd,con la collaborazione del Comitato Provinciale Asi di Trento, che in poco meno di un anno èriuscita ad organizzare una competizione che ha raccolto commenti di grande entusiasmo daipartecipanti, ed è riuscita pienamente nell’intento di unire le popolazioni e contribuire a far cono-scere il territorio dell’alto Garda e Ledro. Che Garda Trentino Trail abbia colto nel segno lo dimostrail fatto di aver registrato il sold out in tutte e tre le gare, e per la Tenno Trail Experience addiritturaun mese prima della partenza. Artefici di questo successo sono, oltre agli organizzatori, tutti ivolontari impegnati a vario titolo sul percorso di gara. A loro va il sentito ringraziamento di Pater-nostro che ricorda volentieri l’importanza del loro contributo, senza il quale sarebbe impossibileraggiungere traguardi come quelli toccati in questa prima edizione.

CASTELLABATE, 4^ CORSA DELLA SIRENALEUCOSYA IN RICORDO DI SERGIO FIORILLONel ricordo del giovane Sergio Fiorillo (com-movente il minuto di raccoglimento primadello start con il padre Carmine in prima fila),oltre 300 runners provenienti da tutta Italiahanno partecipato alla 4^ Corsa della SirenaLeucosya, organizzata dall’asd “La Marcia-longa di Castellabate” e valida quale 1^ tap-pa del circuito Fidal “Cilento di Corsa 2016”.Ad aggiudicarsi la gara con il tempo di33’24”, bissando così il successo dello scorsoanno, è Giorgio Mario Nigro (Atletica Camal-dolese). Il vincitore del circuito 2015, nono-stante un problema al piede ed una piccolacaduta nel finale alla pineta, riesce a tagliareper primo il traguardo di Piazza GiovanniPaolo II ad Ogliastro Marina precedendodi 4” Massimiliano Fiorillo (Isaura Valle del-l’Irno) e Kamel Hallag (Ideatletica Aurora)giunto a 19”. Tra le donne trionfa PatriziaPicardi (Budokan Portici), che ferma il crono-metro sui 42’20”. Seconda arriva DanielaCapo (Agropoli Running); gradino più bassodel podio in rosa per Alessandra Ambrosio(Amatori Atletica Napoli). Tutte le donnehanno ricevuto a fine corsa un omaggio flo-reale da parte dello staff organizzatore dellaLeucosya. Nella classifica di tappa a squadreprimeggia la 3C Cilento Running Accademycon 3979 punti su Camaldolese e PodisticaSan Giovanni a Piro-Golfo di Policastro.

TIVOLI, LA MEDIEVALE - REDINGÒ, IN 400 SI ARRAMPICANO CON LA BICILa granfondo di ciclismo La Medievale - Redingò ha ottenuto un altro ottimo riscontro di partecipanti:circa 400 sono stati infatti gli iscritti che hanno deciso di dare fiducia all'associazione sportiva dilet-tantistica Ciclismo Lazio, società organizzatrice della corsa in collaborazione con la Biciclo Racing,affiliata al Comitato provinciale ASI Roma. Sarà stato forse merito di una particolarità di questa gran-fondo che la rende unica e imprevedibile: è una delle poche del centro Italia con un arrivo in salita- l’ascesa di San Polo dei Cavalieri, a 600 metri di altezza, doveva essere affrontata dopo la salita diOrvinio. La gara si è accesa nelle fasi finali, quando un gruppo di 5 attaccanti ha ripreso i primi fuggitividi giornata. La sfida alla salita è stata vinta da Giovanni Nucera (Cicli Gaudenzi), che in una volataa due ha regolato Angelo Mirtelli (Cycling Team Terenzi) e Andrea Ferrante (SBT Team). Tra le donne,domina la gara Manuela Lezzerini (AS Roma Ciclismo), che si è presentata sola al traguardo davantia Debora Mascelli (Effetto Ciclismo) e a Valentina Pezzano (AS Roma Ciclismo). “Nonostante varieconcomitanze con diverse gare siamo riusciti a confermare i numeri del 2015 - spiega Guerrino Mala-gesi, presidente dell'associazione sportiva Ciclismo Lazio - e di questo ne siamo molto felici. La par-tenza dal Ponte Gregoriano di Tivoli ha offerto maggiore lustro alla nostra gara, mentre la salita diSan Polo dei Cavalieri si conferma come un’ascesa impegnativa e apprezzata. Grazie a tutti coloroche hanno partecipato, al Parco dei Monti Lucretili per l’ospitalità e a tutti gli sponsor”. Al terminedelle premiazioni è stato assegnato come premio alla squadra più numerosa, l’AS Roma Ciclismo,un viaggio presso l’Alpen Village Hotel di Livigno, struttura studiata su misura per chi ama praticareil ciclismo e gli sport all’aria aperta.

ARCO, SI È SVOLTA LA 1^ EDIZIONE DELLA GARDA TRENTINO TRAIL

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VOVINAM VIET VO DAO, L’IMPEGNO DELL’ASI E DEL MAESTRO GIUSEPPE POLLASTROl Maestro Giuseppe Pollastro, responsabile del Comi-tato provinciale ASI Lecco e Direttore Tecnico dell'as-sociazione sportiva dilettantistica Vovinam Viet VoDao Italia, lo scorso fine settimana si è recato in Viet-nam per sostenere di V dang di Vovinam, nella sessio-ne ufficiale per cinture rosse della Federazione Viet-namita di Vovinam della World Vovina Viet Vo DaoFederation e della European Vovinam Viet Vo DaoFederation. Quarantuno le persone in esame per pre-sentare i gradi da IV a VI dang. Con il Maestro Pollastroaltri tredici IV dang erano in esame, tra cui tanti suoiamici, colleghi e avversari di tante competizioni inter-nazionali come, tra gli altri, Nguyen Binh Dinh, HuynhKhac Nguyen, Lam Dong Vuong e Vo Nguyen Linh.Accompagnato dal fratello, il Maestro Filippo Polla-stro, Giuseppe ha sostenuto brillantemente l'esame,nonostante un clima non particolarmente favorevole.Il risultato dell’ esame è stato reso pubblico duranteuna delle manifestazioni più importanti e più sentiteda tutti i praticanti di Vovinam: Le Gio To (commemo-razione della Morte del Maestro Nguyen Loc, fonda-tore del Vovinam). In questa occasione, oltre allacomunicazione dell'esito, è tradizione consegnare  lacintura solo ai primi sei atleti. Il Maestro Giuseppe Pol-lastro è riuscito ad essere tra questi, essendo risultatosecondo come punteggio acquisito. Durante questasessione di esami erano presenti le cariche più impor-tanti della Vovinam Mondiale tra cui i Maestri NguyenVan Chieu (capo del consiglio dei Maestri della scuolaVovinam Viet Vo Dao) Il Maestro Sen (IX Dang e mem-bro del consiglio dei Maestri della Scuola Vovinam VietVo Dao) e il maestro Nguyen Van Sang ( IX Dang emembro del consiglio dei Maestri della Scuola Vovi-nam Viet Vo Dao) che è stato colui che ha consegnatola cintura al Maestro Giuseppe. Un successo personaledi cui ASI è orgogliosa, soprattutto come testimonain-za della qualità dei suoi dirigenti e dei suoi tecnici.

NUOTO, LA DE AKKER DI BOLOGNA 5^ SOCIETÀ ITALIANA

ATTIVITÀ

Storico risultato per De Akker Team, squadra espressione dell’ ASI, che conquista unprestigoso 5° assoluto in Italia nel campionato a squadre sezione maschile. Un risul-tato che migliora il 6° posto dello scorso anno, grazie a prestazioni eccezionali dei3 giovani (Matteo Bertoldi '97, Pier Andrea Matteazzi '97 e Fabio Lombini '98) chehanno coperto da protagonisti assoluti 7 delle 13 gare individuali e di Ivano Pizzollache ha stabilito il suo primato personale nei 200 rana abbassandolo di 1 secondo.Prestazione superlativa anche per Federico Bocchia che ha ottenuto il pass per gliEuropei di Londra, prima convocazione in Nazionale in Competizioni Internazionaliin vasca da 50 mt, dopo aver ottenuto la medaglia d'argento, dietro a Luca Dottoprimatista italiano, con 22"06. Ad oggi, Bocchia ha il 7° tempo europeo e 12° tempomondiale nuotato quest'anno nei 50 stile libero, una grandissima prestazione chegli danno ora la possibilità di qualificarsi, dopo Londra, per le Olimpiadi di Rio. 

SUL LAGO DI CALDARO 28^ EDIZIONE DEL TRIATHLON OLIMPICOIl Settore nazionale ASI Triathlon si è messo inevidenza ancora una volta. Sono tredici gli atle-ti schierati dalla squadra che porta i colori del-l'Ente di Promozione Sportiva ai nastri di par-tenza dell’olimpico di Caldaro, terra di vignetie meleti in Tirolo, gara classica di inizio stagio-ne giunta alla sua ventottesima edizione. Gior-nata ideale per una gara di triathlon olimpicoin un contesto naturale tra i più belli d’Italia.Quasi settecento gli atleti iscritti, a conferma

della molta “voglia di Triathlon” diffusa oltreil perimetro dell'Ente di Promozione Sportiva,ma soprattutto a testimonianza di quanto desi-derio vi sia di vivere un confronto sportivo mol-to intenso. Il bello del triathlon sta proprio nelfatto che atleti elite professionisti gareggianocon altri alle loro prime esperienze, in batteriediverse, ma accomunati dalla stessa passio-ne... e l’ultimo a tagliare il traguardo è attesoed applaudito come il vincitore! I risultati del-

l’ASI Triathlon vedono ancora una volta pri-meggiare Francesco Zane nella categoria M4con un tempo che ha dell’incredibile per unatleta che non è proprio più un ventenne! Conil suo 33.mo posto assoluto dimostra di essereun vero campione! Lo segue Fabio Cestaro,argento negli M3, che si riconferma uomo dapodio. Interessante, nel settore femminile, laprova di Claudia Morosin, 4.a nelle S4 a pochisecondi dalla terza e quindi dal podio.

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BASKET, ASI FESTEGGIA VIS 2008,CAMPIONI ITALIANI UNDER 20 ELITE!Si realizza un sogno, non solo per i suoi artefici, i ragazzidell'Under 20 Elite di Franchella, Spettoli e Campi, ma ancheper VIS 2008, una società affiliata all’Asi il cui motto è, nona caso, "destinati a un sogno".  Per la prima volta nella sto-ria una formazione ferrarese ha partecipato ad una presti-giosa finale nazionale come quella svoltasi nei giorni scorsia Vicenza e, grazie a passione, allenamento, voglia di vin-cere, carattere ed un team di atleti ed allenatori veramentedi alto livello, ha fatto avverare il suo più grande sogno! Iragazzi della VIS 2008 sono infatti Campioni italiani dellacategoria under 20 Elite!

TAEKWON-DO, ASI PARTECIPA AL CAMPIONATO EUROPEO IN FINLANDIA

Evento bellissimo sotto tutti i punti di vista il Campionato europeo Taekwon-DoItf tenutosi in Finlandia a Tampere, patrocinato dal comune ospitante al qualeha partecipato la FITAE-ITF del Master Carmine Caiazzo, responsabile nazionaledel Settore ASI Arti Marziali. L’Italia – che ha partecipato con 33 atleti, 4 allena-tori, 4 arbitri, 2 ufficiali e 1 fisioterapista – si è piazzata al settimo posto delmedagliere delle nazioni con 4 ori, 2 argenti e 6 bronzi. A conquistare l’oro,ovvero il titolo di Campione europeo 2016 è sempre la straordinaria Silvia Farigunelle forme, categoria individuale femminile Senior IV-IV Dan e nel combattimen-to individuale femminile Senior, 50 Kg. Sul podio più alto salgono anche ClaraGalli nelle forme, categoria individuale femminile Junior II Dam e Timothy Bosnel combattimento individuale maschile Senior, 63 kg. L’argento invece va a Chri-stian Cestra nelle tecniche speciali individuale maschile junior, a Silvia Farigu eChristian Oriolani nella categoria prearranged traditional sparring senior. Il nonmeno prestigioso bronzo è conquistato da David Putzolu (forme individualemaschile Junior I Dan), da Timothy Bos (forme individuale maschile Senior III Dan)da Clara Galli e Luca Pecchia (prearranged traditional sparring junior) dalla squa-dra maschile Senior nelle tecniche speciali (Viola, Oliva, Bos,Tataru, Vello); dallasquadra femminile Junior nelle forme a squadre (Mori, Masi, Saccon A., SacconL., Galli, Pinton A.) e dalla squadra femminile Junior per il combattimento a squa-dre (Mori, Galli, Masi, Pinton A., Melis).Alla luce di questi risultati sportivi il pre-mio migliore atleta maschile senior è attribuito a Timothy Bos con il suo oro econ il suo bronzo, mentre quello per l’atleta femminile va a Silvia Farigu con isuoi due ori e il suo argento (pari merito con Russia e Polonia). Si riconfermanoquindi i campioni delle precedenti edizioni mostrando un ottimo stato di forma:Farigu, già campionessa Mondiale 2015 forme ed Europea 2015 di forme e com-battimento, Bos che fa il suo primo ingresso nella categoria Seniores - già cam-pione mondiale 2015 ed europeo 2015 forme Junior - Galli, campionessa europea2015 forme I Dan. Per motivi strettamente personali il M° Leandro Iagher nonha potuto accompagnare la squadra che è stata seguita dai Master Orlando Sac-comanno, Ciro Cammarota, Fabio Iovane, dal M° Adriana Riccio e dal fisiotera-pista Luca Santarelli. Preziosa la collaborazione del M° Mario de Lucia che hacoadiuvato gli allenatori nella gestione della squadra.Il galà serale con le finali più prestigiose è stato diffuso dalla TV Finlandese conuna trasmissione di 40 minuti. L'Italia è stata rappresentata con le due finali vit-toriose di Bos (combattimento maschile senior -63kg) e Farigu (combattimentofemminile senior -50 kg). La FITAE-ITF - affiliata ad ASI - ha contribuito al correttosvolgimento della gara con quattro arbitri di tutta rilevanza: Master Minotti eM° Cendron, rispettivamente responsabile e membro della Commissione Nazio-nale Arbitri, Master Contini e M° Berton. Tutti hanno lavorato con il massimoimpegno e dimostrato la propria competenza e preparazione tecnica.

KARATE, TANTA ATTIVITÀ PER L’ASI KARATE VENETOGreta Leandri, atleta del Settore ASI Karate Veneto, è meda-glia di bronzo al Campionato italiano Juniores femminile svol-tosi al Palafijlkam di Ostia. La giovane atleta noalese riescefinalmente a certificare con questa medaglia il suo valore tec-nico in una categoria molto ostica per la presenza di avver-sarie di altissimo livello tecnico. Seguita dal tecnico GiuliaBernardi la giovane atleta portacolori dell’Ente di PromozioneSportiva ha regalato un’altra medaglia alla forte squadraagonistica diretta dal M. Vladi Vardiero, responsabile nazio-nale del Settore ASI Karate. Altra presenza qualificante dellasocietà veneta nel campionato regionale svoltosi a Padovasabato 7 maggio dove hanno gareggiato gli atleti apparte-nenti alla categoria Esordienti B per la prova di qualificazioneper la fase nazionale, prova valevole anche come Campionatoregionale. L’ASI Karate Veneto riesce a qualificare tre atletiper la fase nazionale in programma al Palafijlkam di Ostia Lido(Roma) nel mese di giugno: Lorenzo Ragazzo, Alice Pedron eAdrian Caragata. Buona la prestazione, anche se priva di qua-

lificazione nazionale, la provadi Cristiano Ranieri e NicolaNiero. ASI Karate Veneto quin-di ancora una volta si distinguerisultando la migliore societàdel Veneto e tra le migliori alivello nazionale ed in partico-lare molto forte nelle categoriegiovanili.

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KICK BOXING, SUCCESSI ASI AL 1^ TROFEO KOMBAT SPORT DI MODENA

Domenica 1° Maggio, in occasionedella 78° Fiera di Modena, si è svoltoa Modena il 1° Trofeo Kombat SportFiera di Modena: un Torneo Multidisci-pinare di Grappling, Kickboxing edMMA.Per lo SNAP di Parma ha gareggiatonel Grappling Matteo Mallia nella -66kg esordienti, alla sua seconda com-petizione. Mallia ha affrontato al pri-mo turno Lorenzo Modica (Shoot TeamModena), impostando una strategiabasata su lavoro dalla guardia, che loporta a chiudere l’incontro grazie aduno strangolamento a triangolo. Infinale Mallia ha affrontato Luca Cifaldi(Shoot Team Modena): anche quil’atleta ducale è riuscito ad intrappo-lare l’avversario nel suo gioco e a chiu-dere uno strangolamento a triangoloche lo ha portato sul podio con l’oro.Questo risultato testimonia il buonpercorso seguito da Mallia, segnato daumiltà, costanza ed attenzione ai con-sigli dell’istruttore: grazie a queste suequalità ed attenzioni Matteo non si èdemotivato di fronte alle sconfitte masi è allenato con maggiore impegno ecostanza, raggiungendo così questorisultato di spicco.

KARATE, SODDISFAZIONE PER I RISULTATI DELL’ASI SICILIA

Gara di kata interstile svoltasi a Canicattì in provincia di Agrigentodove a partecipare è stata la squadra dell’Asi Sicilia del maestro GianniPane e collaborato dal figlio Guglielmo. I partecipanti alla gara, circaduecento atleti, nella categoria 16/35 anni cinture nere al 1° postoChiove Francesco, al 2° posto Grasso Christian al 3° posto Pia Fede-rico exquo con Russo Giuseppe. Nella categoria 16 /35 blu De costaGaetano si classifica al 2 posto, nella categoria bambini 9/11 annicintura blu Paci Luca al 3° posto, mentre al 4° posto si classifica Zap-pala Gabriel nella categoria 9/11 gialla. Grande soddisfazione del mae-stro Gianni Pace che continua la preparazione dei suoi giovani karatekiper i prossimi appuntamenti sportivi siciliani.

CHANBARA, GRANDE SUCCESSODELLA NAZIONALE ITALIANA ALLA NONA EDIZIONE DEI CAMPIONATI EUROPEI DI PARIGI Successo senza precedenti della Nazionale italiana di chanbara agli Europei di Parigi. Già nellaprima giornata di gara, la squadra femminile si è imposta vincendo la medaglia d'oro a squadresia nel kihon che nei combattimenti con le campionesse Miryam Aliberti, Sara di Nicola, AsjaAntonucci e Sara Antonacchio conquistano due dei tre titoli in palio conquistando il titolo diCampione d'Europeo. nNegli individuali di gare, arrivano altre medaglie importanti con Ales-sandro Siano che conquista un argento nei kihon e due bronzi nelle categorie kodachi e chokenfree, Miryam Aliberti oro nei kihon e bronzo choken free, Sara di Nicola argento nei kihon, Rober-ta Procida bronzo choken morote, Houssen El argento nel tate kodachi ed infine Mario baldimedaglia di bronzo nella categoria kodachi. Ottima anche la prestazione degli altri atleti cheanche se non hanno conquistato un podio si sono ben distinti combattendo alla pari con i loroavversari come Furno Michele, Andrea D'Amato, Cosimo De Vita, Flora La Rocca, Procida Ales-sandra, Aliberti Valerio, Alessandro Filippini, Procida Manrico e Antonucci Ezio. I complimentisono arrivati anche dai responsabili Internazionali dell'ISCA e in particolare del Presidente Mon-diale Tanabe che insieme al suo segretario Generale Iwao hanno ribadito che siamo la solaNazionale a Rappresentare le manifestazioni Internazionali visto anche che rappresentiamo l'Ita-lia all'estero dal 1999. Un ringraziamento allo sponsor Tecnico la Nikko Sport, e agli sponsorConvergenza SPA , Allianz Assicurazione, Alilauro, ed un grazie particolare al Presidente Nazio-nale della FISPES Dott. Sandrino Porru ed al Presidente Nazionale dell'ASI Claudio Barbaro peraverci dato il patrocinio morale. Soddisfazione espressa ache da parte di Giancarlo Carosella,consigliere nazionale Asi promotore della convenzione nazionale tra Asi e Federazione ChanbaraItalia che ad oggi conta circa 1.000 tesserati Asi con 38 Associazioni affiliate in tutta Italia.

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tuttonotizie

E' partita da gennaio scorso ufficialmente laconvenzione nazionale tra Asi e Ficb e in solicinque mesi si è consolidato un rapporto cheche sta portando ad entrambi i risultati pre-visti, una sinergia tra Massimo Ragona, Pre-sidente Nazionale della Ficb e GiancarloCarosella, Coordinatore Nazionale del Setto-re Calcio Balilla Asi, che portano ad una seriedi iniziative a carattere sia locale che nazio-nale. Non si contano i tanti eventi e torneiorganizzati dalle singole associazioni inambito locale, ma di grande spessore sono iTornei a carattere nazionale organizzati diret-tamente sotto la regia di Massimo Ragonacon cadenza quasi bimensile. La Federazionecon i suoi grandi eventi, l'ultimo a Caorle(Venezia) ed il prossimo a Capaccio/Paestum(Salerno) sta dando grande visibilità all'Enteche da poco ha intrapreso seriamente questabella disciplina sportiva. L'Asi con la propriastruttura riesce a dare quei servizi che com-pletano e fanno si che la Federazione stessanon ha eguali in campo nazionale. In questipochi mesi di attività  sono tante le associa-zioni affiliate Asi che svolgono questa attivi-tà  e sono circa 7.000 i primi tesserati Asi.Numero previsto a raddoppiarsi entro la finedi questo primo anno di collaborazione. Conl'occasione vogliamo riportare all'attenzionedei lettori, la singolare esperienza vissutadalla Federazione nel mese di febbraio scorsacon "L'isola dei Campioni". Una esperienzaideata dal vulcanico Presidente Ragona cheha portato i 60 migliori giocatori d'Italia per15 giorni sull'Isola di Zanzibar ad effettuareuna serie di giochi a squadre, tra i quali ovvia-mente il Calcio balilla. Esperienza unica chesarà  trasmessa su numerose Tv locali su tuttoil territorio nazionale durante la prossimaestate. E' solo l'inizio di un bel rapporto trauna grande Federazione e un grande Ente diPromozione Sportiva.

NELLA SEDE DIDATTICA ASI CONCLUSO IL TERZOPROPEDEUTICO, ORA AL VIA I CORSI BASE IN IAA

ASI E FEDERAZIONE ITALIANA CALCIO BALILLA: UN CONNUBIO DESTINATO A CRESCERE

COMPLETATA LA CONSEGNA DEL PREMIO ITALIANI NEL MONDOL’intimità della famiglia piuttosto che la festosa atmosfera dell’Adunata nazionale delgi Alpinisono stati la corona della consegna del Premio ASI Italiani nel mondo. Accompagnata dal maritoGiancarlo e dai figli Elena, Alessandro e Stefano, la prof.ssa Maria Sartori-Plebani ha ricevuto,emozionatissima e felice, la nostra targa-premio. E’ un simbolo che premia la sua dedizione all’in-segnamento della lingua italiana all’estero e la collaborazione all’Associazione Culturale Lombardiin Lussemburgo. E’ stata invece Asti, che ospitava l’89° Adunata Nazionale Alpini, a fare da cor-nice alla consegna della targa al Comm. Bruno Roncarati. La mattina dopo egli, affiancato da ungenerale e da un tenente colonnello in servizio, guidava la delegazione ANA Gran Bretagna; Ron-carati è infatti, da una trentina d’anni, il presidente di quella sezione che è la prima per fondazioneall’estero. Un’occasione davvero molto appropriata di Italianità per sottolineare il senso del nostroriconoscimento ai connazionali all’estero che ci onora ulteriormente. (Gianmaria Italia)

La prof.ssa Maria Sartori-Plebani Il Comm. Bruno Roncarati

Anche la terza edizione del Corso Prope-deutico IAA realizzato da ASI FormazioneSocio Sanitaria ha visto numerosi parteci-panti e docenti qualificatissimi: tra loroanche rappresentanti delle istituzioni sani-tarie che seguono l’iter formativo delinea-to dalle Linee Guida, a testimoniare l’im-portanza della relazione Uomo-Animaleanche – se non soprattutto – in un conte-sto di salute e benessere. Cani, cavalli easini sono stati i maestri in campo, mentrein aula – dove pure si è visto anche qual-che cane! - si è parlato di regole, di rela-zione, di équipe,  nel  corso che è il fon-damento e il primo passo obbligato pertutta la formazione in IAA. Da qui si vaavanti con i Corsi Base, dedicati alle sin-

gole figure che compongono l’équipeIAA:  quello per Coadiutore dell’Animale,mentre sono ancora aperte le iscrizioni peril Corso Base Referente-Responsabile

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“Emergenza immigrati”. E’ una frase che abbiamo sentito milionidi volte in questi anni, che però non ha più senso e non da unarappresentazione chiara e corretta della questione. L’emergenza siriferisce a un momento, ad una situazione particolare, mentre l’im-migrazione di massa è diventata oramai una realtà, se volete esserepessimisti cronica, oppure fisiologica se virate all’ottimismo. Intutte e due i casi dovremo conviverci stabilmente, fatevene unaragione. E allora, invece di continuare ad azzuffarci su chi è pro ocontro, su emigranti e rifugiati (come se ci fosse un confine chiaro),sarebbe stato interessante, soprattutto in Europa, che è la patriadelle dottrine economiche e politiche, incominciare ad analizzarein modo più scientifico la questione, a riflettere sul ruolo del model-lo capitalistico e su quello della finanza, sulle democrazie svilup-pate e quelle da sviluppare e soprattutto sulle opportunità chel’apertura al mondo di grandi e ricchi paesi, o interi continenti comel’Africa, potrebbero portare al benessere collettivo generale, inve-ce di innalzare muri e barriere, inutili e dannose. E’ un discorsocomplesso ovvio, qualcuno direbbe demagogico, ma perché noniniziare a ragionare sulla possibilità, per ogni stato o nazione euro-pea, di “adottare”, ad esempio, un singolo paese o una nazioneafricana? Adottare dico e non sfruttare; adottare e contempora-neamente far/ci adottare, in un rapporto diretto e privilegiatoscambiando cultura, tecnologia, intelligenze, territori, mano d’ope-ra, idee. Collaborare, dare e ricevere, “avere un bis ed essere unbis”. Si svilupperebbero infinite possibilità e si impegnerebbe iltempo a progettare, ideare e a realizzare per accogliere ed essereaccolti, invece che respingere. altro che tragedie in mare.

Okay! Mettiamola così, proviamo a ragionaretralasciando la rabbia, iniettandoci nelle veneuna dose massiccia di pazienza e di buonismoe diciamo che il Partito Democratico non è ilnuovo soggetto politico di riferimento per ilmalaffare, la corruzione e le mafie. Lo affer-miamo perché conosciamo la sua storia, lesue origini, i suoi fondatori, le sue battaglie,i suoi antichi dirigenti e migliaia, anzi, milionidi elettori che hanno la coscienza a posto, lafedina penale immacolata e una moralitàspecchiata. Qualcuno direbbe che il cesto è

sano e che i pochi soggetti che lo usano perdelinquere, vanno annoverati tra le “melemarce”. Ma… è proprio così? La risposta ènì, perché intanto quelle mele stanno diven-tando troppe e soprattutto non c’è nessunamano di contadino, di massaia, di segretario,di dirigente che si stia prendendo la briga dipulirlo ogni tanto quel cesto, ma anzi. La ten-denza prevalente è di occultare, coprire,imbellettare e non rimuovere, bonificare,sanare, espellere. Con il rischio che “quellepoche” vadano a contaminare e a marcire il

resto, buttando all’aria e alle ortiche una sto-ria, una tradizione e le idee che hanno segna-to quasi cento anni di vita di questo paese. Inparole povere e fuor di metafora: dentro quelpartito esiste una questione morale grossacome una casa e, dato che non c’è (purtroppo)un nuovo Berlinguer o magari un Moro a por-la, consigliamo che lo facciano con forza gliiscritti, i militanti e le mele sane rimaste, sevogliono sopravvivere e non essere “rottama-ti”, questa volta definitivamente, come spaz-zatura.

Adottiamo/ci

La questione morale nel PD

> Umberto Silvestri

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