presentazione standard di powerpoint - scuoleasso.gov.it · 1982: “se non ora, quando?”è il...
TRANSCRIPT
PRIMO LEVI
Primo Levi nacque a Torino nel 1919, da una famiglia di
origine ebraica. Si laurea in chimica nel 1941 e nel 1943,
durante la II Guerra Mondiale, aderisce alla lotta
partigiana. Viene arrestato dai fascisti e deportato nel
campo di concentramento “Auschwitz III”.
Viene liberato dalle truppe russe, torna a Torino, lavora
come chimico e comincia a dedicarsi alla letteratura.
Muore suicida a Torino nel 1987.
PRIMO LEVI – la vita
Gran parte delle sue opere ha come tema fondamentale
l’esperienza nei lager nazisti.
1947: pubblica “Se questo è un uomo”, che rievoca e
descrive il periodo della deportazione. Ha subito grande
successo.
1966: scrive “La tregua”, che narra del suo viaggio di
ritorno dal campo di concentramento.
1975: pubblica “Il sistema periodico”, raccolta di racconti
di vario tipo con riferimenti autobiografici (anche
all’esperienza della guerra e dei lager)
1982: “Se non ora, quando?” è il suo primo romanzo
senza riferimenti diretti alla sua vita: è una storia inventata
ambientata durante la guerra.
1986: esce “I sommersi e i salvati”, un’opera in cui Levi,
tra le altre cose, tratta i temi della debolezza della
memoria umana, la lotta interna al lager tra i prigionieri e il
sentimento di angoscia e di vergogna che l’autore ha
provato al momento della liberazione.
PRIMO LEVI – le opere
PRIMO LEVI – altre opere
Altre opere di Primo Levi, che non hanno riferimenti diretti all’esperienza
nei campi di concentramento sono:
“Storie naturali” (1966):
“Vizio di forma” (1971):
“Chiave a stella” (1978):
Necessità del
ricordo e del
“non
dimenticare”
Caratteristiche delle opere
Le opere di Primo Levi sono caratterizzate da una
narrazione asciutta e sintetica e da uno stile realista-
descrittivo.
Tre sono i temi e le caratteristiche ricorrenti nei libri di Primo
Levi:
Riflessioni
sull’esperienza
vissuta e sulle
condizioni in
cui gli individui
si trovano
Rievocazione
della
memoria
“Se questo è un uomo”
è un invito a non
dimenticare cosa l’uomo
è stato capace di fare
ad altri uomini
Si narrano momenti
realmente vissuti
dall’autore
Se questo è un uomo – il libro
Se questo è un uomo è ambientato nel campo di sterminio di
Auschwitz, in Polonia: è stato scritto da Levi al suo ritorno
dalla prigionia, nel 1945.
La narrazione segue i ricordi personali dell'autore,
intrecciando delle riflessioni sulla condizione dell'uomo.
Si descrive il lager e si
racconta l'assurda realtà
che si viveva al suo interno
dove tutte le regole
dell'umanità sono violate:
- la violenza delle SS;
- il lavoro disumano;
- la fame;
- la morte.
Se questo è un uomo – il libro
Ad Auschwitz i prigionieri perdono la loro identità: il loro nome
viene sostituito da un numero, tatuato sul braccio. Alla perdita
della dignità come esseri umani seguirà, nella maggior parte dei
casi, l'annientamento fisico.
Di fronte alla perdita di identità e alla realtà drammatica che si
trovano ad affrontare, i prigionieri reagiscono in maniera diversa.
Per sperare di sopravvivere in una condizione così difficile, nel
campo regnano:
- astuzia;
- tradimento;
- intrighi.
Se questo è un uomo – la poesia
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi
e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando
queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano
il viso da voi.
Chi era ULISSE
Ulisse è l’eroe greco protagonista dell’Odissea, un poema di Omero.
Nell’Odissea vengono narrate le avventure che Ulisse vive durante il
viaggio di ritorno dalla guerra di Troia, per raggiungere la sua terra,
Itaca.
Ulisse è il simbolo dell’uomo intelligente e furbo, capace di superare le
prove più difficili e pericolose utilizzando la sua astuzia.
È il simbolo anche di un uomo moderno, libero e capace di prendere
nelle sue mani il suo destino.
Il canto di ULISSENella Divina Commedia, Dante dedica un canto a Ulisse, che è messo
dal poeta all’inferno, sia a causa della sua eccessiva astuzia che della
sua superbia, perché la sua voglia di libertà e di scoprire cose nuove
aveva sfidato i limiti imposti da Dio all'uomo.
Dante rappresenta Ulisse come una fiamma a due punte che,
parlando, racconta della sua sete di conoscenza del mondo e degli
uomini, che l'ha portato a lasciare la sua isola per andare oltre le
Colonne d'Ercole (l'attuale Stretto di Gibilterra), il limite del mondo
conosciuto fino ad allora.
Ulisse verrà punito per aver sfidato i divieti divini naufragando e
pagando con la vita.
Il canto di ULISSE
Perché Primo Levi ricorda il canto di Ulisse della Divina Commedia
nella sua opera “Se questo è un uomo” (cap. 11)?
Ad Auschwitz, mentre Levi sta pulendo una cisterna, cerca di
ricordare a memoria il canto di Ulisse nella Divina Commedia.
In quel canto, Ulisse dice di aver convinto i suoi compagni a
intraprendere il viaggio oltre le Colonne d'Ercole dicendo “fatti non
foste per viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”: gli
uomini non sono fatti per restare ignoranti, ma per conoscere tutto il
possibile.
Il canto di ULISSE
E' il ricordo di quel canto che aiuta Levi a superare quei
momenti difficili ed è la prova che la letteratura serve a
qualcosa:
è nella degradazione più profonda, in un mondo nel quale gli
uomini sono trattati peggio delle bestie, che si può riscoprire la
propria umanità per risollevarsi: l'uomo non è fatto per restare
“bruto”, ma per migliorarsi e rialzarsi. È la vittoria
dell'intelligenza sulla brutalità.
IL PETROLIOCOS'E' E COME SI FORMA
Il petrolio è una miscela naturale di idrocarburi (soprattutto carbonio e
idrogeno) estratta dai giacimenti che si trovano nella crosta terrestre, a una
profondità generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di
metri.
Si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e
di piante che crescono sui fondali oceanici.
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per
eliminare l'acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas
naturale residuo.
IL PETROLIO
COME SI ESTRAE?
I più importanti giacimenti di petrolio si
trovano sottoterra.
Per estrarre il petrolio si scavano dei pozzi
che perforano la roccia fino a incontrare il
giacimento. Sopra i giacimenti si installano
allora le caratteristiche torri che servono ad
eseguire le perforazioni (pozzi petroliferi)
attraverso le quali il petrolio arriverà in
superficie. A volte il petrolio sale da solo
spinto dalla pressione a cui si trova nel
sottosuolo, più spesso deve però essere
pompato dall’esterno. Il petrolio estratto dai
pozzi (detto petrolio greggio) viene poi
trasportato, attraverso lunghe condutture
(oleodotti) e mediante navi cisterna
(petroliere) di enormi dimensioni, fino alla
raffineria dove sarà lavorato.
IL PETROLIOIMMAGAZZINAMENTO E RAFFINAZIONE
Il petrolio viene immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene
trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi
opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali
autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna).
Dalla sua raffinazione si ottengono prodotti molto importanti come benzina,
cherosene, oli per motori diesel, oli per riscaldamento, lubrificanti, oltre ad una
serie di prodotti destinati alle industrie petrolchimiche.
IL PETROLIO
Per la sua importanza nell’economia mondiale, il petrolio viene detto anche "oro
nero".
La civiltà industriale dipende in larga misura dai derivati del petrolio. Solo negli
anni Settanta (con la crisi derivante dai conflitti in Medio Oriente) la riduzione
delle forniture petrolifere (e il conseguente rialzo dei prezzi) costringe i paesi
industrializzati a cercare prodotti alternativi al petrolio, sia nel settore della
produzione di energia, sia in quello industriale.
Con la crisi del 1973 gli italiani sono costretti a
lasciare ferme le auto e girare con altri mezzi
IL PETROLIO
DOVE SI TROVA?
Il petrolio, come molte altre materie prime, è distribuito sulla Terra in modo
omogeneo. I paesi più ricchi di petrolio, sono quelli del medio oriente (IRAK,
IRAN, ARABIA SAUDITA E KUWAIT), le due Americhe, (USA,
MESSICO, VENEZUELA in particolare), l'Africa Settentrionale, l'Algeria, la
Libia, la Russia. Molti altri paesi industrializzati, tra i quali l'Italia, non
dispongono di giacimenti e devono quindi ricorrere all'importazione. Molti altri,
pur disponendo di ricchi giacimenti preferiscono acquistare il petrolio all'estero
e conservare le proprie risorse.
IL PETROLIO
Lo sfruttamento di nuovi giacimenti e l'incremento della
percentuale di petrolio estratto dalle riserve già note, fanno
ritenere che il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i
fabbisogni energetici dell'umanità fino ai primi decenni del XXI
secolo.
Il problema della crisi energetica avrà come conseguenza anche
una crisi della produttività agricola. Il petrolio serve sia per i mezzi
di trasporto degli alimenti, sia per arare e dissodare, sia per
pompare l’acqua ed irrigare.
Il cubismo
Il cubismo è una corrente artistica che nasce a
Parigi attorno al 1907.
Nella pittura cubista gli oggetti sono ripresi da
diversi punti di vista contemporaneamente.
I pittori cubisti dipingevano non solo ciò che
vedevano, ma anche quello che non vedevano e
che sapevano esserci.
Il cubismo.Il procedimento pittorico cubista è caratterizzato da
scomposizioni e ricomposizioni dell’oggetto,
rompendo la regola del punto di vista unico.
L’immagine appare con l’inconfondibile trama di
angoli e piani prospettici incrociati.
L’osservazione del soggetto introduce un nuovo
concetto: il tempo. La percezione cambia, non si
limita ad uno sguardo, ma implica l’indagine
approfondita sulla struttura delle cose e sul loro
funzionamento.
Pablo Picasso nacque in Spagna nel 1881. A soli
quattordici anni venne ammesso all’Accademia di Belle
Arti di Barcellona. Effettuò il suo primo viaggio a Parigi nel
1900 e vi tornò più volte, fino a stabilirvisi definitivamente.
Dal 1901 ebbe inizio il cosiddetto “periodo blu”
che si protrasse fino al 1904. Il nome di questo
periodo deriva dal fatto che Picasso utilizzava
prevalentemente il blu in tutte le tonalità e
sfumature possibili.
I soggetti erano soprattutto poveri ed
emarginati e Picasso li ritraeva a figura intera,
in posizioni isolate e con aria mesta e triste.
Il periodo bluIl periodo blu
Dal 1905 alla fine del 1906 ci fu il “periodo rosa”. Oltre a
cambiare il colore dominante, cambiano anche i soggetti: ad
essere raffigurati sono personaggi presi dal circo,
saltimbanchi e maschere dalla commedia dell’arte come
Arlecchino.
Il periodo rosa
La svolta cubista avvenne tra il
1906 e il 1907. In quegli anni vi fu
la grande mostra sulla pittura di
Cezanne, il pittore
postimpressionista da poco
scomparso, che ebbe molta
influenza su Picasso.
Picasso, nello stesso periodo, si
interessò anche alla cultura
africana.
Da questi incontri e dalla volontà di
continua sperimentazione che ha
sempre caratterizzato il pittore
nacque nel 1907 il quadro “Les
demoiselles d’Avignon” che segnò
l’avvio della stagione cubista di
Picasso.
Il cubismo
Il cubismo
La fase cubista di Picasso durò circa dieci anni. Nel 1917, anche a
seguito di un suo viaggio in Italia, vi fu una inversione totale nel
suo stile. Abbandonò la sperimentazione per passare ad una
pittura più tradizionale; la vitalità di Picasso, però, non si arrestò: la
sua capacità di sperimentazione continua lo portarono ad
avvicinarsi ai linguaggi dell’espressionismo e del surrealismo,
specie nella scultura che in quel periodo lo vide particolarmente
impegnato. Picasso morì nel 1973 all’età di novantadue anni.
Altri periodi
GuernicaGuernica è il nome di una cittadina spagnola, la prima città in assoluto ad
aver subito un bombardamento aereo: ciò avvenne la sera del 26 aprile
del 1937 ad opera dell’aviazione militare tedesca. In quegli anni era in
corso la guerra civile in Spagna, con la quale il generale Franco cercava
di attuare un colpo di stato per sostituirsi al legittimo governo: in questa
guerra aveva come alleati gli italiani e i tedeschi. La cittadina di
Guernica, però, non era teatro di azioni belliche e così la furia distruttrice
si abbatté sulla popolazione civile uccidendo soprattutto donne e
bambini.
Sconvolto da questo fatto, Picasso decide di realizzare un pannello
che denunciasse l’atrocità del bombardamento su Guernica. L’opera,
di notevoli dimensioni (3,5 x 8 metri), fu realizzata in appena due
mesi. Il quadro è realizzato secondo lo stile cubista: lo spazio è
annullato per consentire la visione simultanea dei vari frammenti che
Picasso intende rappresentare; il colore è del tutto assente per
accentuare la carica drammatica di quanto è rappresentato.
Guernica
Guernica – i dettagliIl cavallo occupa il
posto centrale.
Sembra un animale
impazzito e nella
bocca ha una
sagoma che ricorda
quella di una
bomba. È la figura
che simboleggia la
violenza della furia
omicida che
sconvolge la vita
quotidiana di
Guernica.
Guernica – i dettagliIl lampadario con una
semplice lampadina è un
elemento che sottolinea
ulteriormente la presenza
drammatica di un cavallo
imbizzarrito in uno spazio
fatto di cose semplici e
quotidiane.
È un omaggio che Picasso fa
al quadro «I mangiatori di
patate» di Van Gogh: di
quell’atmosfera tranquilla
rimane solo il lampadario,
tutto il resto è stato spazzato
via dal bombardamento.
Guernica – i dettagliIl toro è il simbolo della
Spagna ferita e della
corrida, la lotta leale tra
un toro e un uomo, che
rischia la propria vita
sfidando un animale
più forte di lui.
Il bombardamento
aereo, invece, è ciò
che di più vigliacco
l’uomo può attuare,
perché la distruzione
piove dal cielo senza
poter opporre
resistenza.
Guernica – i dettagli
Anche il braccio che tiene in mano una spada
spezzata sembra simboleggiare la fine di un
duello allo stesso livello: la spada ricorda la
lealtà di uno scontro che vede affrontarsi
degli uomini ad armi pari.
Guernica – i dettagli
IL PETROLIOPROBLEMI
Come tutti i combustibili di origine fossile anche il petrolio e i suoi derivati,
durante la combustione producono sostanze inquinanti. Tali sostanze sono
pericolose per la salute dell'uomo e sono responsabili delle piogge acide che
danneggiano i laghi e corrodono i monumenti marmorei.
L’INDIA
L’INDIA - confini
L’India confina:
a NORD con la Cina, il
Pakistan,
il Nepal e il Bhutan;
a EST con il Bangladesh, il
Myanmar
e con l’oceano indiano;
a SUD con l’Oceano indiano;
A EST con il Mare Arabico
L’INDIA - montiA nord c’è una fascia
montuosa con le catene del
Karakorum e dell’Himalaya.
A sud il territorio è
caratterizzato dall’ALTOPIANO
del DECCAN, che si estende
fra due sistemi montuosi, i
Ghati orientali e i Ghati
occidentali.
L’INDIA - pianure
Al centro c’è la pianura
Indogangetica formata dal
deposito alluvionale di tre
fiumi: Indo, Gange,
Brahmaputra.
L’India – coste e mari La costa indiana
misura 7.517 km di
lunghezza: 5.423 km
appartengono all’India
peninsulare e 2.094 km
appartengono alle isole
Andamane, Nicobar, e
alle isole Laccadive. La
costa continentale è
così suddivisa: 43%
spiagge di sabbia; 11%
coste rocciose, tra cui
le scogliere e il 46%
zone fangose o coste
paludose.
L’INDIA - climaIn India, salvo che nelle zone
di alta montagna, il clima è
generalmente caldo e
condizionato dai monsoni.
I monsoni sono dei venti
stagionali. Il monsone
d’inverno (da ottobre a
marzo) è secco e freddo.
Rinfresca la temperatura e
rende asciutto il terreno: è la
bella stagione per l’India.
Il monsone estivo (da giugno
a ottobre) porta la stagione
delle grandi piogge.
Da marzo a maggio c’è la
stagione calda.
L’INDIA – ambienti naturali
Partendo da nord
troviamo:
la foresta di conifere;
la savana umida;
la foresta tropicale
(giungla) nella pianura
indogangetica;
la steppa nell’Altopiano
del Deccan;
L’India – La popolazioneL’India è, dopo la Cina, lo stato più popoloso del mondo. La
popolazione, a causa delle condizioni ambientali esistenti
nelle varie regioni, è distribuita in modo molto ineguale. Uno
dei problemi più gravi dell’India è costituito dal forte
incremento demografico, che tende a vanificare i pur notevoli
progressi dell’economia nazionale.
L’India – le cittàLa capitale è Nuova Delhi, formata da una città vecchia e
una città nuova. Mentre la città nuova, costruita dagli inglesi,
è una città moderna e funzionale con splenditi parchi e
giardini, la città vecchia, ricca di antichi monumenti, è
formata da un labirinto di vie e viuzze.
Mumbay, che sorge sul mar arabico, è il maggior porto
dell’India.
L’INDIA – economiaL’attività predominante in India
è l’agricoltura.
Le colture più diffuse sono il
riso, il grano e il miglio. Fra le
colture industriali e di
piantagione le principali sono
la canna da zucchero, il tè, il
cotone e il tabacco.
L’India possiede giacimenti di
petrolio, carbone, ferro e
rame.
Sono già in funzione da
qualche anno delle centrali
termiche e delle centrali
elettro-nucleari.
Le condizioni stradali e fluviali
sono poco sviluppate, mentre
la rete ferroviaria, è la migliore
dell’Asia meridionale.
Sono in forte sviluppo le
industrie dell’automobile e del
cinema (Bollywood)
L’India – l’economia Settore primario:
L’agricoltura è un’attività ancora
molto praticata in India.
Si coltiva soprattutto: - riso – frumento –sorgo –
patata – patata dolce – banane- grano - miglio
Fra le colture industriali e di piantagioni le
principali sono: - canna da zucchero - tè
Si coltiva anche cotone – iuta
Per il settore estrattivo l’India è ricca
nel sotto suolo di: - petrolio – carbone – ferro
– manganese – rame – cromite – magnesite –
bauxite – oro – uranio
Allevamento
il primato aspetta ai bovini ( usati
particolarmente per il lavoro nei campi, non
vengono macellati poiché per la religione
induista sono animali sacri )
Sviluppata anche la pesca
L’India – l’economiaSettore secondario:
Le principali industrie sono:
- l’industria chimica, aeronautica e
l’industria informatica
(molte aziende hanno trasferito qui i loro
centri elaborazione dati: Deutsche Bank,
Microsoft,Gereral Motors).
Vi è inoltre:
l’industria meccanica, l’industria tessile
(importante la produzione di filati e tessuti
cotone, iuta e seta).
L’industria cinematografica ha il suo
centro a Bombay con Bollywood.
L’India – l’economia
Settore terziario:
Il commercio con l’estero è
ben sviluppato.
Importante è la rete ferroviaria
(treni), mentre le strade sono
per metà non asfaltate.
Calcutta, Mumbai e Madras
sono porti importanti per il
commercio.
Il turismo è sviluppato.
L’India – la religioneIn India sono molte le fedi professate.
Alcune religioni si sono sviluppate
all’interno dell’India, altre provengono
dall’esterno.
INDUISMO (80% della popolazione): è un
insieme di culti e riti spirituali. Gli dei più
venerati sono Shiva, Vishnu e la dea
Shakti.
ISLAM (13%): è la religione proveniente
dall’esterno dell’India che maggiormente ha
influenzato la cultura.
CRISTIANESIMO (2,3 %): è arrivato in
India con i missionari. I cristiani indiani sono
divisi per culti e riti.
RELIGIONE SIKH (1,9 %): proclama
l’uguaglianza tra gli uomini. I Sikh sono
riconoscibili per il turbante e la lunga barba.
L’India – la linguaIn India esistono molte lingue: 15 sono
parlate correntemente, 22 sono
riconosciute dalla costituzione indiana
come lingue principali, 122 sono quelle
risultate dal censimento del 2001!
Questa varietà è dovuta sia alle
dimensioni del paese che alla storia: sin
dai tempi più antichi le migrazioni
straniere hanno contribuito a creare la
varietà linguistica.
Nel 1837 l’inglese è diventato la lingua
ufficiale: ancora oggi è molto usato
nella vita di tutti i giorni.
La lingua in India è caratterizzata dal
miscuglio di lingua madre, altre lingue
ufficiali indiane e parole straniere
(solitamente inglesi).
L’India – forma di governoL’India è una repubblica federale con un sistema parlamentare
basato sulla Costituzione indiana, che serve come documento
legale supremo del paese. Si tratta di una repubblica
costituzionale a democrazia rappresentativa, in cui anche le
numerose minoranze vengono tutelate nei confronti della
maggioranza che governa.
A capo dello stato c’è un presidente eletto per 5 anni.
L’India – cucinaLa cucina indiana è nota soprattutto per il
grande uso che fa di spezie, latte e latticini.
Si differenzia in numerose varietà regionali,
riferibili a due grandi gruppi: la cucina
dell'India del nord, che fa uso di carni ed è
meno speziata, e quella del sud, vegetariana
e più speziata.
Le religioni condizionano il tipo di cucina e
gli ingredienti: non si usa la carne di maiale
vietata ai musulmani, né quella di bovino
vietata agli indù. Sia buddisti che indù che
jainisti sono vegetariani. Il consumo di
legumi e verdure è altissimo, mentre le carni
consumate sono tipicamente il pollo ed gli
ovini. Lungo le coste il pesce è molto
consumato. Tra le bevande molto comune il
Chai, che viene preparato facendo bollire
molto a lungo il the con latte e zucchero.
L’India – casteIn India anche se si pensa che
non ci siano più, la
popolazione è divisa ancora in
caste. Chi nasce in una
determinata casta non può
uscirne ed è costretto da
adulto a fare lo stesso lavoro
del padre.
Ogni individuo che nasce in
una casta, ne assume
incondizionatamente lo status
e il ruolo conforme a questa
identità. Ogni persona nasce
quindi in un inalterabile status
sociale. La casta è quindi un
gruppo sociale chiuso.
L’India – caste
In India la maggior parte dei
matrimoni sono combinati e
per questo spesso le
famiglie si rivolgono ai molti
siti matrimoniali su internet,
oltre alle agenzie locali,
pubblicizzati anche sui
giornali, per trovare il marito
o la moglie perfetta per i loro
figli. La ricerca parte proprio
da una prima selezione
basata sulla religione e la
casta di appartenenza.
L’India – storia Si ritiene che la prima grande civiltà indiana si sviluppa
attorno il 2400 e il 1500 a.C. nella valle dell’Indo. La storia
più recente dell’India si divide in 5 periodi: periodo hindu
(500 a.C.-1200d.C.), periodo musulmano (1200-1700),
periodo di transizione (1700-1800), periodo inglese (1800-
1947), periodo dell’indipendenza o dell’Unione Indiana (dal
1947).
L’India – storia Tra il 1500 e il 1600 arrivano le
prime presenze europee
(portoghese e olandese, e poi
francese e inglese). Nel 1700 la
concorrenza fra le compagnie
europee, olandesi, francesi,
inglesi e delle Indie Orientali,
determinano il fallimento
dell’indipendenza del Paese.
Così, alla fine della guerra dei
Sette anni (1763), il trattato di
Parigi assegna l’India francese ai
vincitori inglesi.
L’India - storiaL’economia indiana soccombe,
mentre, per contro, le università
create a partire dal 1857
formano i nazionalisti
intellettuali. Questi, nel 1885,
fondano il partito del Congresso
Nazionale Indiano. Nel 1919
Gandhi inventa un nuovo
modo, non violento, di lotta,
fondato sulla non
collaborazione, un deciso
boicottaggio su tutta la
produzione inglese e porta
finalmente l’India
all‘Indipendenza.
L’India - curiositàIn India, per la strada, tra barbierie lucidascarpe, esistono anche i“pulitori di orecchie”, molto usatidai locali, ma sconsigliati per ituristi.
Suonare il clacson è unaabitudine diffusa per avvertire icamion che dietro di loro citraffico…solo che gli indiani losuonano un po’ troppo spesso!
Esistono anche “gli agenti dellosputo”, che controllano e multanole persone che sputano nei luoghipubblici: è un'abitudine diffusa,infatti, sputare paan e tabacco,che lascia un alone rosso sullestrade e sui muri.
L‘India partecipò a suo modo alla Seconda Guerra
Mondiale.
L'esercito dell'India Britannica, ufficialmente chiamato
anche Indian Army, fu l'armata dell'India tra il1858-1947.
L'esercito dell'India Britannica servì sia come forza di
sicurezza nell'India sia, soprattutto durante la Seconda
Guerra Mondiale, in altre zone del mondo.
L’India nella Seconda Guerra Mondiale
Tra il 1903 e il 1947
l'esercito dell‘India
Britannica consisteva
di due sezioni
differenti: l'armata
indiana e l'armata
britannica in India. Il
primo era formato da
reggimenti indiani
indigeni, il secolo da
truppe britanniche
sparse per il territorio
per il indiano.
L’India nella Seconda Guerra Mondiale
Le truppe indiane nella Seconda
Guerra Mondiale furono
numericamente consistenti, così
come le loro perdite umane. Il 3
settembre 1939, il vicerè informò i
leader politici indiani che essi erano
ufficialmente entrati in guerra contro
la Germania. Più di due milioni di
indiani furono fatti arruolare
nell'esercito provenienti anche delle
regioni meridionali e da altre zone
remote che tradizionalmente non
avevano mai fornito truppe
all'esercito. Ciò comportò quindi
uno straordinario sacrificio
economico oltre che umano.
L’India nella Seconda Guerra Mondiale
Indiani contro indiani durante la guerraNel corso della guerra, un uomo indiano (Subhas Chandra
Bose) costituì un esercito indiano parallelo alleato coi
giapponesi e i nazisti; creò molti problemi alla Gran Bretagna
e ai suoi alleati, ma fallì miseramente.
In questo conflitto tra parti indiane opposte per il controllo
della Birmania soldati indiani vennero a trovarsi schierati gli
uni contro gli altri: tra tutti i teatri di guerra, quello birmano vide
gli scontri più sanguinosi e le perdite maggiori per gli indiani. È
difficile quantificare quanti morti vi siano stati nel campo
indiano nel corso del conflitto: stando alle cifre ufficiali, alla
fine della fine della Seconda Guerra Mondiale furono circa
600.000.
INDIA India is in South Asia. It’s the 7th largest country in the world. The capital is New Delhi. Other important citiesare Mumbai, Calcutta, and Madras.
INDIA The name of the national flag is
Chakra: there is a wheel on it. Chakra means wheel of law.
INDIA People speak different languages, but english is verypopular. There are different religions too: Buddhism,
Islamism and Hinduism. In India live a variety of animals: lions, tigers, anthelopes and different
species of birds. India national animal is the tiger.
INDIA India was part of the british empire from 1858 to 1947, when India got
the indipendence from Britain.
Musica indiana In India la musica ha subito poche influenze ad opera della culturaoccidentale ed è ancora considerata un mezzo religioso dipurificazione e di dialogo con il soprannaturale.
Caratteristica fondamentale delle esercitazione strumentali èl’improvvisazione: gli elementi da cui essa prende avvio sono il ragae il tala. Il raga è una successione di note non necessariamentedisposte in scala; il tala è il ritmo costituito da impulsi organizzatisecondo una gerarchia di accenti. La scelta del raga non èdeterminata solo dell’estro dell’esecutore. Esiste infatti una strettacorrispondenza fra il raga e i momenti della giornata, le occasioni ele stagioni.
Musica indiana Fra gli strumenti tipici troviamo il sitar eil tabla. Il sitar è uno strumento a cordasimile al liuto sul cui è applicata, comecassa di risonanza, una zucca svuotata.È dotato di 6 o 7 corde principali di cuiquattro vengono utilizzate per produrrela melodia, mentre le altre fungono dabordone (producono cioè un suono dibase) Il sitar si suona con plettriapplicati alle dita della mano destra.
Il tabla è un tamburo ad intonazionevariabile, infatti la pelle tesa sullasuperficie superiore è tirata da legaccila cui tensione può essere regolataagendo su appositi cilindretti di legnoposti fra i legacci e i fianchi dellostrumento.