presentazione pp di progetto domino 2 febbraio 2010
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Progetto Domino - Comunita Murialdo del Trentino Alto Adige (Italy)TRANSCRIPT
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• 1. Titolo del progetto: Interventi di accoglienza e affidamento familiare: progetto sperimentale di sostegno individualizzato per le famiglie naturali e accoglienti.
• Progetto sperimentale (ex L.285/1997) proposto dall’ACFA, per il triennio marzo 2003 /giugno 2006.
Storia, evoluzione, obiettivi, caratteristiche
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Domino1 prevedeva quindi tre ambiti di intervento:
1. Il sostegno educativo alla famiglia naturale,2. il sostegno educativo alla famiglia accogliente,3. il sostegno psicologico alla famiglia naturale ed al bisogno
possibilità di consulenza psicologica per la famiglia accogliente.
Destinatari:
sia famiglie naturali che famiglie accoglienti e/o affidatarie
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• Domino1 è stato maggiormente utilizzato dal Servizio sociale a sostegno delle capacità genitoriali delle famiglie di origine con difficoltà di tipo educativo e relazionale,, a a prescindere dalla specificità di collocazione del/i minore/i.
Esiti della sperimentazione L. 285/97 (2003/2006):
6 a.s. impegnate in progettazione, supervisione e gestione13 a.s. sul territorio 2 educatori part-time 2 psicologhe coinvolte15 segnalazioni valutate di cui: 11 prese in carico con 14 fam. seguite, delle quali 10 famiglie naturali e 4 accoglienti e/o affidatarie.
Richiesto intervento educativo diretto solo per 1 famiglia affidataria.
• Tali indicazioni sono venute a costituire il nuovo target di riferimento di Progetto Domino2, proposto a partire dal primo luglio 2006.
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Titolo del progetto: Progetto di sostegno educativo individualizzato alle competenze genitoriali
• La Comunità Murialdo ha quindi presentato un nuovo progetto con il quale ha sostituito l’ACFA dal 01.07.2006.
• Domino2 prevede quindi un intervento di supporto e accompagnamento educativo a: genitori di bambini e ragazzi minorenni che vivono al di fuori del proprio nucleo famigliare, in quanto accolti in strutture di accoglienza o in famiglie accoglienti o affidatarie.
Viene quindi ampliato il target di riferimento dell’intervento.
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FINANZIAMENTO: DA DELIBERA PROVINCIALE DEL 23.02.2007
• …ai sensi dell’art.23 della L.P. 14/91, attraverso il Comune di Trento quale ente gestore territorialmente competente...
• Concordata con il Comune di Trento una presa in carico contemporanea di 4/5 famiglie per ognuno dei 2 educatori assunti a par time, per un intervento di sostegno educativo contemporaneo con 8/9 nuclei familiari.
Riferimenti legislativi: L. 184/83 - L. 149/01- L. 285/97- L.P. 14/91
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Sostegno alla genitorialità
Interventi di affiancamento alla famiglia di origine e supporto alla rete di fronteggiamento
Finalità Finalità
• Accompagnare le famiglie di origine, il minore e la rete di fronteggiamento in un’ottica di prevenzione rispetto al possibile allontanamento del figlio dal nucleo familiare.
• Sostenere i genitori naturali nella gestione della quotidianità e nella rielaborazione delle difficoltà che hanno portato alla presa in carico del figlio da parte di servizi o altre famiglie.
• Affiancare i genitori stessi nello sviluppo di condizioni più favorevoli ad un eventuale rientro del figlio.
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CRITERI DI VALUTAZIONE PER ATTIVARE IL PROGETTO
Il contesto di intervento è quello dell’allontanamento familiare di uno o più minori, nelle 3 fasi in cui tale intervento può avere inizio:
• precedente rispetto al previsto allontanamento, per offrire un supporto che possa servire a capirne meglio il significato e a renderlo meno traumatico.
• Sostegno educativo iniziato durante l’allontanamento.• In prossimità del rientro previsto del minore in famiglia o anche in fase successiva.
Attivare il progetto al primo evidenziarsi di condizioni di inadeguatezza delle competenze genitoriali o di relazioni familiari pregiudizievoli per i minori, rende maggiormente possibile valorizzare un lavoro di rete sul territorio ed esplicitare meglio le potenzialità dell’intervento sull’intero nucleo familiare. Prima si interviene, potenzialmente migliori possono essere i risultati raggiungibili, anche per eventuali altri figli.
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“Qualora le risorse economiche lo permettano, il progetto può inoltre essere attivato in fase preventiva ad un possibile allontanamento del bambino dal proprio contesto familiare”.
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Obiettivi del progetto:
• aiutare i genitori a riappropriarsi della fiducia e autostima necessarie per poter gestire efficacemente il rapporto o alcuni aspetti del rapporto con i figli;
• sostenere e promuovere lo sviluppo e il potenziamento delle capacità genitoriali dei genitori coinvolti in situazioni di allontanamento dei figli o di interventi socio educativi nei confronti dei figli;
• promuovere e sostenere lo sviluppo di modalità e capacità di collaborazione e integrazione fra gli enti e i soggetti coinvolti;
• facilitare, ove possibile, lo sviluppo di condizioni e ambienti nelle famiglie naturali che garantiscano la possibilità di un rientro del figlio nel proprio contesto famigliare;
• promuovere la capacità e la disponibilità delle famiglie naturali a diventare risorsa per altre famiglie naturali.
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Condizioni imprescindibili per la presa in carico
– Assenza nella famiglia di gravi elementi di fragilità (problemi psichiatrici, dipendenze di vario tipo, ecc.), tali da compromettere gravemente la presa di coscienza delle difficoltà familiari o pregiudicare in qualche modo l’ effettiva possibilità di intervento.
– Verificata disponibilità del/i genitore/i, qualora l’altro genitore
non ponga ostacoli insuperabili.
- Ovviamente disponibilità effettiva di un educatore
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Equipe educativa del Progetto
L’equipe educativa è composta al momento da 4 operatori, di cui 3 Educatori professionali ed un’Assistente sociale...
Per il Comune di Trento 2 operatori a 20 ore settimanali ciascuno (oltre al coordinamento) per una presa in carico contemporanea di circa 8/9 situazioni familiari, un educatore porta a termine gli interventi in atto ed uno al momento copre richieste di altri Enti gestori.
L’equipe educativa si coordina e si relaziona con lo staff dei singoli Enti Gestori che segnalano le situazioni da prendere in carico, con tempi e modalità da definire insieme. Si coordina inoltre con le altre realtà pubbliche o private coinvolte nella gestione delle situazioni prese in carico attraverso incontri periodici di progettazione e verifica.
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Aspetti organizzativi
• Tempo medio per ogni situazione familiare seguita: 5-6 ore settimanali;
• rapporto fra lavoro frontale e non frontale: circa 50%;• educatori in riferimento continuo all’equipe educativa con proprio
coordinatore, alla direzione della Comunità Murialdo ed al Gruppo Istituzionale del Progetto;
• supervisione all’equipe e formazione specifica garantita; • strumenti: (PEI, accordo iniziale, colloqui, visite domiciliari, telefono,
mail, ecc.)…
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Relazione educatore-genitore/i
Intervento molto centrato su obiettivi educativi attraverso
• una relazione personale e “speciale” dell’educatore con il/i genitore/i, basata sulla fiducia, sul riconoscimento e valorizzazione di... fatiche, sofferenze, vissuti, ansie, competenze, abilità e fragilità, affetti, relazioni affettive, familiari, amicali …
costruita insieme passando per: > il senso di prossimità
> un clima abilitante > un rapporto rispettoso e paritario > l'importanza del fare insieme > la flessibilità e la disponibilità continua, anche serale e nei fine settimana > il rimanere in contatto
un intervento quindi che non si limita al semplice lavoro d'ufficio
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Caratteristiche dell’intervento educativo
• Centralità del/i genitore/i e non del/i figlio/a/i, con relative difficoltà;• ruolo di affiancamento, del “fare con”, di accompagnamento educativo al
genitore e di “facilitatore” di relazioni;• non ruolo di controllo;• lavorare sulle risorse presenti, aiutando prima a riconoscerle per poterle
poi valorizzare e sostenere e non solo sui problemi;• lavorare sul possibile e non sul necessario: “genitori sufficientemente
buoni”;• lavorare in un contesto di empatia con il/i genitore/i;• individuando e condividendo anche con la famiglia obiettivi semplici,
mirati, limitati e possibili per il/i genitore/i;• lavorare su un periodo di tempo definito e condiviso;• perfezionare l’iniziale valutazione della presa in carico, ridefinendo magari
obiettivi, modalità e tempi; • valutare l'intervento: in equipe, con l’assistente sociale, con la famiglia,
attraverso la successiva intervista ed altre modalità più generali sul Progetto stesso.
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Modalità di valutazione - 1
1. Gruppo Istituzionale: assicura un processo continuo di verifica e monitoraggio utili per il miglioramento continuo dell’intervento.
E’ composto da un rappresentante per ogni Ente coinvolto: C. Murialdo, Servizio Attività sociali del Comune di Trento, Servizio per le Politiche Sociali della PAT, Enti Gestori delegati all’esercizio delle attività socio-assistenziali ai sensi della L .P. 14/91oltre al coordinatore del Progetto ed ha il compito di:
– condividere le informazioni a conoscenza dei singoli Enti;– elaborare proposte di potenziamento o ridimensionamento dell’attività
del progetto;– proporre ed organizzare momenti specifici di confronto e di formazione
in riferimento agli aspetti metodologici dell’intervento...
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Modalità di valutazione - 2
2. Comunità Murialdo: verifica e monitoraggio in itinere da parte dei responsabili della Comunità Murialdo in stretta collaborazione con l’equipe educativa del progetto e con gli altri Enti coinvolti.
3. Ente gestore di riferimento come previsto da parte del Servizio per le Politiche Sociali della Provincia Autonoma di Trento.
5. Intervista alle famiglie: altra modalità di verifica, adottata dall’equipe educativa con l’obiettivo di migliorare costantemente la qualità del suo intervento.
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Situazioni familiari segnalate dal 01.07.06 al 31.12.09
27 da Comune di Trento + 7 da altri Enti gestori *
Segnalazioni effettivamente prese in carico: 16 + 2*• In qualche caso l’assistente sociale ha modificato il progetto • Talvolta i genitori non hanno accettato la proposta 2 • Alcune situazioni familiari in evoluzione rimangono in osservazione per una
eventuale futura presa in carico
Situazioni attualmente seguite: 9 + 1*
Interventi terminati: 7 + 1*Durata media interventi mesi 13,14
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Alcuni riscontri dell’intervento educativo
Dalle relazioni finali (ass.sociale-educatore) emergono:
• maggiore autostima sviluppata nei genitori coinvolti, più fiducia in loro stessi, nei membri della loro famiglia ed anche nei servizi;
• funzioni genitoriali più adeguate, in modo più o meno evidente; • miglioramento delle relazioni intra ed extrafamiliari; • più ricercata attenzione ai reali bisogni dei figli; • disposizione diversa di fronte alle difficoltà, con maggiore disponibilità
ed adeguatezza nel chiedere aiuto, sia all’educatore di Domino che ad altri operatori;
• migliore capacità di cogliere i rispettivi ruoli e volontà di collaborazione anche con altre agenzie educative;
• Accresciuta capacità di rapportarsi con uffici vari e di chiedere informazioni;
• più adeguata capacità di autocontrollo.
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Fasi successive dell’intervento:
• Segnalazione telefonica o scritta dell’Assistente sociale;
• primo incontro di presentazione all’equipe educativa con successiva valutazione degli educatori...;
• l’Assistente sociale verifica l’effettiva disponibilità della famiglia e predispone la relazione;
• secondo incontro assistente sociale- equipe educativa per condivisione di obiettivi, tempi, modalità dell’intervento, durata...
• presentazione educatore-famiglia, definizione di ruoli e compiti ed accordi per i successivi incontri;
• dopo 3 mesi circa, verifica e ridefinizione di obiettivi più specifici anche con la famiglia, quindi stesura del PEI da parte dell’educatore, analisi, condivisione e firma con l’Assistente sociale.
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• Verifiche periodiche in equipe, con l’a.s. e fra le figure professionali coinvolte (psicologi, neuropsichiatri, insegnanti, educatori domiciliari, equipe di altri Enti, equipe multidisciplinare per l’Affido, Il Filo e il Nodo...), famiglie acc. e/o affidatarie;
• aggiornamenti regolari da parte dell’Educatore all’Assistente sociale, anche attraverso la stesura di relazioni scritte;
• verifica periodica del P.E.I.;
• anche quando si prospetta la chiusura dell’intervento, obiettivi e risultati vengono ridiscussi, possibilmente anche con le famiglie;
• l’educatore provvede a stesura della relazione finale relativa all’intervento educativo di P. Domino2, che viene condivisa con l’A.S., con misurazione in percentuale il più oggettiva possibile dei risultati;
• A distanza di pochi mesi l’educatore propone al/i genitore/i l’intervista, eventualmente effettuata dallo psicologo dott. Vinicio Carletti.
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Valore sociale aggiunto del progetto-1
La scelta di attivare Progetto Domino:
• evidenzia capacità e volontà del S.S. di dare fiducia alle potenzialità della famiglia naturale. Essa viene presentata come detentrice di risorse da supportare ed ampliare e non solo di problemi ed a tale riconoscimento l’educatore a volte ricorre anche in seguito;
• attiva la percezione di un maggiore protagonismo della famiglia naturale, che, grazie al forte riconoscimento del suo fondamentale ruolo e del sentirsi parte attiva di un processo, può riuscire più facilmente ad accettare di mettersi in discussione per diventare “genitore sufficientemente buono”
• Nel parlare di affidamento di un bambino ad una famiglia o ad una struttura, si prende in considerazione come elemento importante e centrale nell'intervento non solo la famiglia affidataria o la struttura e il bambino ma anche la famiglia d'origine, con le sue criticità e complessità ma specialmente con le sue risorse e potenzialità…
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Valore sociale aggiunto del progetto-2
• Promozione di relazioni sociali intra ed extra familiari migliori con una ricaduta significativamente positiva su tutto il contesto familiare, parentale, amicale, sociale.
• Lavorare partendo da questo punto di vista permette di considerare l'affidamento come un percorso di crescita della rete e di tutti i soggetti coinvolti.
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• telefono coordinatore: 3471785419
• Comunità Murialdo, Via Endrici 20-Trento
• telefono uffici 0461 231320
• fax uffici 0461 236036
• www.murialdo.taa.it
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... Ogni famiglia porta in sè
le risorse necessarie
per affrontare problemi e criticità ...
Silvana e Valeria