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IL PAZIENTE NEOPLASTICO
Indipendentemente dal tipo di neoplasia è possibile riconoscere alcune condizioni cliniche comuni che richiedono particolare attenzione dal punto di vista medico ed infermieristico.
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
I fattori che condizionano il quadro clinico generale del paziente sono rappresentati da:
TIPO DI NEOPLASIA STADIO DELLA MALATTIA GRADO DI MALIGNITA’ COESISTENZA DI SDR PARANEOPLASTICHE COESISTENZA DI ALTRE PATOLOGIE ASPETTI PSICOLOGICI DEL PAZIENTE SITUAZIONE SOCIO-FAMILIARE
BIOLOGIA DELLA CELLULA TUMORALE
Caratteristiche delle cellule tumorali:
CRESCITA INCONTROLLATA CAPACITA’ DI METASTATIZZARE
Entrambe queste caratteristiche sono dovute a particolari modificazioni genIche della cellula.
Attivazione di oncogeni ed inattivazione di geni oncosoppressori.
IL CICLO CELLULARE
Fase G1(crescita che precede
la sintesi del DNA)
Fase S(sintesi del DNA)
Fase G2(crescita tetraploide)
Fase M
(mitosi)Fase G0(quiescenza)
LA CHEMIOTERAPIA ANTIBLASTICA
Alcuni farmaci antitumorali sono specifici per alcune fasi del ciclo cellulare.
Alcuni schemi di chemioterapia tengono in considerazione questo aspetto per sincronizzare la somministrazione del farmaco con il ciclo di replicazione cellulare.
FARMACI ANTINEOPLASTICI
AGENTI ALCHILANTI Aggiungono gruppi alchilici alla guanina
ANTIMETABOLITI Inibiscono la sintesi di DNA o RNA
TOSSICI SULLA TUBULINA Bloccano la polimerizzazione e depolimerizzazione dei tubuli
ANTIBIOTICI Meccanismi diversi
INIBITORI DELLA TOPOISOMERASI Interferiscono con lo svolgimento del DNA durante la duplicazione.
ENZIMI (l-asparaginasi)
ALTRI Interferon alpha, carboplatino, cis-platino, flutamide, IL-2, leuprolide, tamoxifene.
COMPLICANZE DELLA TERAPIA ANTINEOPLASTICA
Nonostante gli effetti della terapia antitumorale siano diretti principalmente sulle cellule neoplastiche, tutti i protocolli antitumorali attualmente utilizzati hanno importanti effetti anche sui tessuti normali.
Complicanze ACUTEComplicanze TARDIVE E PERMANENTI
(sterilità, cardiotossicità, fibrosi polmonare)TERATOGENICITA’
FARMACI ANTINEOPLASTICI: effetti collateraliAGENTI ALCHILANTI nausea, vomito, depressione midollare, fibrosi polmonare, sterilità, cistiti emorragiche, neoplasie secondarie, alopeciaANTIMETABOLITI nausea, vomito, depressione midollare, ulcerazioni orali e gastrointestinali, tossicità epatica, alopecia, alterazioni neurologicheTOSSICI SULLA TUBULINA nausea, vomito, dolore in sede di stravaso, depressione midollare, neuropatia periferica, alopecia, SIADH, ileo paraliticoANTIBIOTICI nausea, vomito, depressione midollare, cardiotossicità, fibrosi polmonare, ipocalcemia, alopecia INIBITORI DELLA TOPOISOMERASI nausea, vomito, depressione midollare, necrosi in sede di stravaso, febbre, brividi, cardiotossicitàENZIMI nausea, vomito, febbre, reazione anafilattiche, alterazioni del SNC, pancreatite, trombosi, tossicità epatica e renale.ALTRI nausea, vomito, depressione midollare, febbre, brividi, tossicità renale, ginecomastia, impotenza, vampate di calore
LA DEPRESSIONE MIDOLLARE POST-CHEMIOTERAPICA
Effetto collaterale frequente nel corso di chemioterapia antiblastica.
Si verifica dopo 7-10 gg dal ciclo chemioterapico (soprattutto per quanto riguarda la linea leucocitaria)
Nella maggior parte dei casi, dopo il nadir, vi è un ecuparo spontaneo della funzione midollare, mentre a volte è necessario stimolare farmacologicamente la produzione di leucociti dal midollo osseo.
LA DEPRESSIONE MIDOLLARE POST-CHEMIOTERAPICA
LEUCOCITOPENIA Infezioni opportunistiche gravi
che richiedono terapia antibiotica ad ampio
spettro
TROMBOCITOPENIA rischio emorragico
ANEMIA ipossia tissutale generalizzata,
in particolare cuore e cervello
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
Quando è necessaria ?
In condizioni di anemizzazione acuta o cronica o in condizioni di shock ipovolemico.
Durante interventi chirurgici per ricostituire le perdite ematiche dovute all’atto chirurgico.
In condizioni di grave piastrinopenia con manifestazioni emorragiche.
In situazioni di ipocoagulabilità del sangue.
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
COSA SI TRASFONDE ?
SANGUE INTERO EMAZIE CONCENTRATE PIASTRINE CONCENTRATE DA DONAZIONE O DA AFERESI PLASMA FRESCO RICCO DI FATTORI DELLA COAGULAZIONE ALBUMINA AUTOTRASFUSIONE
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
Ciascuna persona possiede sulla superficie dei globuli rossi delle proteine specifiche che conferiscono il gruppo sanguigno. Inoltre ciascuna persona possiede in circolo anticorpi diretti contro gli altri gruppi sanguigni.
Esistono 2 sistemi antigenici principali sugli eritrociti:
Il sistema AB0 ed il sistema Rh
La compatibilità ABO ed Rh
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATILa compatibilità ABO
Gruppo A Gruppo B
anticorpi anti-B anticorpi anti-A
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATILa compatibilità ABO
Gruppo 0Gruppo AB
anticorpi anti-A ed anti-B
Nessun anticorpo anti A ed anti B
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATIIl fattore Rh
Rh NegativoRh Positivo
anticorpi anti-Rh
Nessun anticorpo anti-Rh
I GRUPPI SANGUIGNI
Gruppo A Rh positivo anti BRh negativo anti B, anti
Rh
Gruppo B Rh positivo anti ARh negativo anti A, anti
Rh
Gruppo AB Rh positivo nessun anticorpoRh negativo anti Rh
Gruppo 0 Rh positivo anti A, anti BRh negativo anti A, anti B,
anti Rh
GruppoAB0
FattoreRh
Anticorpicircolanti
LA TRASMISSIONE DEL GRUPPO AB0
Gli antigeni A e B segregano in modo indipendente durante la
meiosi.
Esempio 1.Generazione del gruppo
AB0 da coppia ABx0
A B00
A BA B
Esempio 2.Generazione del gruppo
AB0 da coppia ABxB
A BBB
AB BAB B
LA TRASMISSIONE DEL FATTORE Rh
Il fattore Rh(+) è determinato da diverse proteine denominate c/C
d/D e/E f/F variamente combinate fra loro per cui la previsione del
fattore Rh è più complessa.
LA TRASMISSIONE DEL FATTORE Rh
Madre Rh(-) Padre Rh(+)
Figlio Rh(+)
Rischio di malattia emolitica del neonato
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
SANGUE INTERO
E’ indicato quando un’emorragia acuta è in grado di produrre ipovolemia.
E’ in grado sia di correggere la volemia, sia di trasportare l’ossigeno.
In caso di emorragia acuta l’ematocrito potrebbe non riflettere correttamente l’entità della perdita ematica nelle prime 48 ore.
LA TRASFUSIONE DI SANGUE E DERIVATI
EMAZIE CONCENTRATE
Emazie provenienti da donazioni, purificate e separate dagli altri elementi cellulari e dal plasma e concentrate (Hct 80%).
INDICAZIONI Anemizzazione acuta e cronica (Hb < 7) da qualunque causa (anemia sideropenica, M. Cooley, emorragie gastro-intestinali, displasie midollari primitive e secondarie, anemie emolitiche, perdite intraoperatorie, etc).
IL PAZIENTE NEOPLASTICO: ASPETTI CLINICI COMUNI DI DIVERSE NEOPLASIE
METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELL’OSSO) MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE MASSE EPATICHE PRIMITIVE E SECONDARIE OCCLUSIONE INTESTINALE IL DOLORE NEOPLASTICO SINDROMI PARANEOPLASTICHE
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELL’OSSO)
Colonizzazione secondaria dell’osso da parte di cellule neoplastiche che puo avvenire per continuità, contiguità o, più frequentemente, per diffusione a distanza per via ematicaDeterminano riassorbimento della componente minerale dell’osso (sono possibili metastasi osteoaddensanti nel caso di carcinoma mammario e prostatico).
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELL’OSSO)
Il quadro clinico è caratterizzato da:
DOLORE FRATTURE PATOLOGICHE IPERCALCEMIA
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
METASTASI OSSEE (TUMORI SECONDARI DELL’OSSO)
TERAPIA
TERAPIA DELL’IPERCALCEMIA DIURETICI, BISFOSFONATI
PREVENZIONE DELLE FRATTURE
BISFOSFONATI TERAPIA ANTIDOLORIFICA
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
Il cranio, per le sue caratteristiche di rigidità della struttura ossea, comporta gravi conseguenza in caso di crescita di masse neoplastiche, che portano ad un rapido aumento della pressione intracranica ed a compressione delle strutture nervose.
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
Il quadro clinico è caratterizzato da:
CEFALEA DEFICIT NEUROLOGICI ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA EDEMA CEREBRALE QUADRI CLINICI SPECIFICI (es.danno
ipofisario)
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE CEREBRALI PRIMITIVE E SECONDARIE
TERAPIA
NEUROCHIRURGIA ANTIEDEMIGENI OSMOTICI E
STEROIDEI TERAPIA ANTIDOLORIFICA
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE
Le localizzazioni polmonari sono tra le più frequenti in tutte le neoplasie.
Spesso interessano non solo il polmone, ma anche la cavità pleurica.
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE POLMONARI PRIMITIVE E SECONDARIE
Il quadro clinico è caratterizzato da:
INSUFFICIENZA RESPIRATORIADISPNEA, CIANOSI, ORTOPNEA,
POLIPNEA, ACIDOSI VERSAMENTO PLEURICO (SIERO-EMATICO) EMOTTISI
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
MASSE EPATICHE PRIMITIVE E SECONDARIE
Il quadro clinico è caratterizzato da:
ALTERAZIONE DELLA FUNZIONALITA’ EPATICAAUMENTO TRANSAMINASI, DEFICIT
COAGULAZIONE, IPOPROTEINEMIA IPERTENSIONE PORTALE, EMATEMESI, MELENA SINDROME EPATORENALE DOLORE INSUFFICIENZA EPATICA ENCEFALOPATIA
EPATICA
IL DOLORE NEOPLASTICO
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
Legato a diversi meccanismi:
CompressioneFrattureTensione delle capsuleInfiltrazioneInteressamento fibre sensitiveDolore neuropatico
IL DOLORE NEOPLASTICO
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
TERAPIA
Dose Minima Efficace
Gradualità dell’impiego dei farmaci
Copertura completa della sintomatologia dolorosa
IL DOLORE NEOPLASTICO
IL PAZIENTE NEOPLASTICO
TERAPIA
FANS per osFANS i.m. ed e.v.Oppiacei atipici (tramadolo)Oppiacei (transdermici, sc, e.v., epidurale)
ENDOCRINE Sdr di Cushing, Acromegalia, Ipoglicemia, etc
IPERCALCEMIA
IPONATRIEMIA Sdr da inappropriata secrezione di ADH
TROMBOSI VENOSA PROFONDA
LE SINDROMI PARANEOPLASTICHE
IL PAZIENTE NEOPLASTICO