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1 PREMESSA L a presente “guida” si propone di valorizzare ed illustrare i Musei Storici della Forza Armata, fedeli custodi delle testimonianze del valore di molte generazioni di Italiani che, nelle diverse Armi e Specialità dell’Esercito, hanno contribuito alla nascita e alla difesa del Paese. Il patrimonio ivi custodito, non rappresenta una mera testimonianza storica, ma documenta l’evolversi della tecnologia, della scienza e della cultura militare negli anni e le sue applicazioni alla realtà militare. Questo opuscolo, inoltre, nel suo rigore sintetico, non ha pretese storiografiche o documentarie, ma contribuisce con la sua praticità di consultazione a far luce su quegli eventi e tradizioni che contraddistinguono le Unità della Forza Armata.

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PREMESSA

La presente “guida” si proponedi valorizzare ed illustrare iMusei Storici della Forza

Armata, fedeli custodi delletestimonianze del valore di moltegenerazioni di Italiani che, nellediverse Armi e Specialitàdell’Esercito, hanno contribuito allanascita e alla difesa del Paese. Il patrimonio ivi custodito, nonrappresenta una mera testimonianzastorica, ma documenta l’evolversidella tecnologia, della scienza edella cultura militare negli anni e lesue applicazioni alla realtà militare.Questo opuscolo, inoltre, nel suorigore sintetico, non ha pretesestoriografiche o documentarie, macontribuisce con la sua praticità diconsultazione a far luce su queglieventi e tradizioni checontraddistinguono le Unità dellaForza Armata.

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La SedeL'idea di costituire un Museo della Fanteria Italianache testimoniasse la storia gloriosa dell'Arma sorsealla fine della Grande Guerra, quando più recente epiù vivo era nell'animo degli italiani il ricordo dellegesta e dei sacrifici compiuti dalla Fanteria in quelconflitto. Ma, mentre si diffondevano e si attuavanonegli anni successivi pregevoli iniziative intese a ricor-dare, con la creazione di monumenti e di Musei, leglorie di alcune specialità, come i Bersaglieri ed iGranatieri, nulla venne attuato per ricordare laFanteria nel suo insieme.Furono i reggimenti dell'Arma a prendere l'iniziativa dicostituire, presso le rispettive caserme, piccoli sacra-ri nei quali raccogliere le testimonianze delle gloriosetradizioni; ma le distruzioni conseguenti al SecondoConflitto Mondiale cancellarono o dispersero quasitutti i cimeli raccolti.Nel 1948 lo Stato Maggiore dell'Esercito affidò alGenerale Edoardo Scala l'incarico di raccogliere ilmateriale ancora reperibile per costituire il tanto attesoMuseo della Fanteria. L'11 novembre 1959 il Museo fuinaugurato dal Presidente della Repubblica, on.Giovanni Gronchi, alla presenza delle bandiere dei reg-gimenti di Fanteria.

Il Museo ha sede in Piazza S. Croce in Geru-salemme, 9 - 00185 Roma.Telefono e Fax 06/7027971.Il Museo può essere visitato tutti i giorni, esclusi ifestivi, dalle ore 09.00 alle 13.00.Visite guidate in altre ore del giorno, compresa ladomenica, da parte di Associazioni e Scuole, pos-sono essere effettuate previo accordo con laDirezione del Museo.

MUSEO STORICO DELLA FANTERIA

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Il Patrimonio StoricoIl Museo è articolato in tre settori portanti - Armi, Ban-diere ed Uniformi - ed è organizzato in una Direzione,la Biblioteca con Archivio Storico, il Sacrario, 35 saleespositive e 5 gallerie ed androni. I reperti esposti riflet-tono l’evoluzione storica della Fanteria, dal Risor-gimento alla Guerra di Liberazione. Il Museo disponeinoltre di una ricchissima raccolta di armi da fuoco por-tatili, anche straniere, Drappelle e Stemmi Araldici.Caratteristica dell’Ente museale è la ricchezza di opered’arte, tra le quali citiamo la statua marmorea del"Partente" dello scultore Poidimani, posta al pianoterra presso l'ingresso e l'imponente gruppo in bronzoche raffigura il Redentore sulla Croce nell'atto di pie-garsi a sorreggere due fanti morenti, opera dello scul-tore Edmondo Furlan, costitutente il Sacrario eretto aricordo dei Caduti dell'Arma. Sempre in questa Sede èesposta un’ampia esposizione dei carri armati, veriprotagonisti della Seconda Guerra Mondiale, di sicurointeresse per studiosi e ricercatori.

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La SedeLa prima idea di un Museo della Specialità Granatierinacque il 5 marzo 1903, allorché una rappresentanzadi Ufficiali dei due Reggimenti si riunì nella Sala deiRicordi Storici della Caserma "Ferdinando di Savoia"in Roma e propose che in quella sede venissero rac-colti cimeli, documenti e dati storici allo scopo di "per-

Il Museo ha sede in Piazza S. Croce in Gerusalem-me, 7 - 00185 Roma.Telefono e Fax 06/7028287Il Museo può essere visitato il martedì, giovedì esabato, dalle ore 10.00 alle ore 12.00.Visite di gruppi o di singoli in orari diversi possonoessere effettuate previo accordo con la Direzionedel Museo.

MUSEO STORICO DEI GRANATIERI

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petuare le glorie e le tradizioni della BrigataGranatieri". L'iniziativa ottenne ampie adesioni ed ilpiccolo Museo, anche grazie all'appoggio della casaregnante, cominciò subito un'intensa attività di recu-pero e promozione delle illustri tradizioni dei "BianchiAlamari".Già all'epoca della Guerra di Libia (1911), tuttavia, laquantità e la qualità dei materiali storici raccolti eratale da imporre l'esigenza di una loro sistemazione inuna nuova e più idonea sede. Tale necessità venivasancita ufficialmente negli atti del Museo in un verba-le del 3 luglio 1912 nel quale si indicava, quale possi-bile ubicazione, la Caserma "Umberto I" in PiazzaSanta Croce in Gerusalemme, a Roma. L'avventodella Prima Guerra Mondiale impose, però, di rinviareil progetto.Alla fine del conflitto, per interessamento del Consigliodel Museo, il Comune di Roma assegnò un'area inPiazza Santa Croce in Gerusalemme perchè vi sorges-se la nuova sede ed il 3 giugno 1922, alla presenza diVittorio Emanuele III, venne posta la prima pietra del-l'edificio.Edificato da maestranze costituite per la maggior parteda Granatieri volontari e con il determinante contribu-to economico dei Granatieri di tutta Italia, il Museovenne inaugurato, alla presenza dei regnanti di casaSavoia, il 3 giugno del 1924, 265° anno dell'istituzionedel Corpo.Scampato nel luglio del 1943 al bombardamento delvicino scalo ferroviario di San Lorenzo, nel 1986 ilpatrimonio del Museo dei Granatieri, come quello deglialtri Musei delle Forze Armate, è stato devoluto, condecreto del Presidente della Repubblica, al Ministerodella Difesa ed ha assunto lo statuto di Reparto dellaBrigata Meccanizzata "Granatieri di Sardegna".

Il Patrimonio StoricoRicchissimo di cimeli storici di ogni epoca e provenien-za, il materiale raccolto è esposto in 15 sale contenen-ti armi italiane e straniere, fotografie risalenti in gran

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parte alla Grande Guerra, motivazioni diMedaglie d'Oro al Valor Militare assegnate aiGranatieri, planimetrie dei principali luoghiove combatterono i vari reparti, bandiere edoggetti personali donati dai militari stessi odalle famiglie. In una delle sale è stato inoltrerealizzato il Sacrario dei Granatieri, sulle cuipareti sono incisi a caratteri d'oro i nomi dioltre 8.500 caduti di tutte le guerre.L'itinerario di esposizione segue i periodi sto-rici più intensamente vissuti a partire dal1659, anno in cui nasce la specialità deiGranatieri, per proseguire poi nei ricordi stori-ci delle guerre coloniali di Eritrea, 1896, eLibia, 1911-1912; la Sala d'Armi della PrimaGuerra Mondiale per passare poi ai ricordidedicati alle Campagne di Albania, Grecia eJugoslavia.L'itinerario prosegue nella sala riservata airicordi storici della Guerra di Spagna, 1936-39, e Jugoslavia, 1941-43, e, successiva-mente, nella Sala del Consiglio, ove si riunivainizialmente il Consiglio Direttivo del Museo,attigua allo scalone il piano superiore, dedi-cata alla partecipazione dei Granatieri allaGuerra di Liberazione. Raggiunto il primo piano, si passa nel Saloned'Onore ove vengono ricordati i regnanti dellaCasa Savoia, sostenitori della specialità deiGranatieri sin dalla sua costituzione. Due salededicate alla Guerra italo-etiopica, una Saladi ricordi storici vari, quella dedicata alTenente Guido Zanetti e quella dedicata allevetuste bandiere di guerra dei Granatieri con-cludono la visita.Per la varietà dei documenti storici conserva-ti, il Museo Storico dei Granatieri rappresentaun valido punto di riferimento per quanti desi-derano conoscere le vicende di questo anti-co e glorioso Corpo.

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La SedePorta Pia è una delle vie di accesso ricavata sulle anti-che mura Aureliane, le mura urbane del periodo clas-sico. Esse sono un capolavoro di architettura militare,avviato dall'imperatore Aureliano nell'anno 271, rima-sto in efficienza grazie alla cura costante dei papi perben sedici secoli. Percorrendo le mura lungo il Corsod'Italia si giunge a Porta Pinciana e di lì a VillaBorghese.Il Comune di Roma mise a disposizione i locali sitiall’interno di Porta Pia nel 1931 e il 18 settembre 1932avvenne l'inaugurazione, in concomitanza con quelladel monumento al Bersagliere nella piazza antistante. Passando sotto il grande arco della Porta esterna delVespignani, si entra nel cortile interno del Museo ovesono collocati busti in bronzo dei più illustri rappresen-tanti del Corpo, unitamente al monumento ad EnricoToti, il più romano tra i bersaglieri, volontario per voca-zione.Dal lato nord del cortile si accede ai locali interni in cuisono esposti i cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione eall'evoluzione del Corpo, seguendo il filo logico dellevicende alle quali parteciparono reparti di Bersaglieri.Al piano terreno sono ubicati la saletta La Marmora, ilSalone d'Onore ed il Sacrario. Seguono, poi, alcunesale dedicate alla battaglia della Cernaia e a quella del

Il Museo ha sede in Via XX Settembre - Porta Pia,00187 Roma.Telefono 06/486723Il Museo può essere visitato da gruppi o singoli illunedì, il mercoledì e il venerdì, dalle ore 09,00 alleore 13,00. Si consiglia di prendere accordi preventi-vi con la Direzione.

MUSEO STORICO DEI BERSAGLIERI

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20 settembre 1870, allorché le colonne d'attaccodell’Esercito Italiano, con in testa i Bersaglieri, irruppe-ro attraverso la Breccia di Porta Pia e travolsero gliZuavi Pontifici.Il Corpo dei Bersaglieri nasce ufficialmente, in forza diun Regio Viglietto, il 18 giugno 1836 ed ha il suo "bat-tesimo del fuoco" l'8 aprile 1848 nella battaglia diGoito durante la Prima Guerra d'Indipendenza.L'ideatore del Museo fu l'Ispettore dei BersaglieriEdoardo Testafochi; la raccolta dei cimeli fu poi porta-ta avanti dal suo successore, Generale Bruti, fino al1895, data di soppressione dell'Ispettorato.L'opera del riordino dei cimeli fu continuata dalComandante del 3° Reggimento, Colonnello Butturini,dal 1902 al 1907, configurandolo in apposito Ente.Il Museo Storico dei Bersaglieri venne inaugurato dalre Vittorio Emanuele III il 18 giugno 1904, presso laCaserma "La Marmora" in Trastevere. Un momentosignificativo dei primi passi del Museo si ebbe quando,già riconosciuto con Regio Decreto del 16 maggio1909, riscosse l'onore di custodire le decorazioni alvalore collettivo guadagnate dai reparti Bersaglieri.Ai cimeli raccolti dai reggimenti si aggiunsero quellidella Società di Mutuo Soccorso tra Bersaglieri, checostituì il primo nucleo dell'Associazione d'Arma, poiinaugurata nel 1925.Il Museo, assurto nel frattempo al rango di Ente mora-le con il Regio Decreto del 27 dicembre 1921, vennetrasferito - per una intuizione del Commissario Straor-dinario, Generale Martinengo di Villagana - nei locali diPorta Pia.

Il Patrimonio Storico Nella saletta La Marmora, sotto il busto delFondatore, sono esposte due carabine a tiro rapido,con fiaschetta per polvere a misurazione automaticaper caricamento, da lui ideate prima del 1836; uno deidue modelli fu adottato nel 1839 quale armamentobase per i primi reparti di Bersaglieri. Nel Saloned'Onore tra i diversi preziosi cimeli c'è la Proposizione

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originale, uno scritto di pugno diLa Marmora per ottenere dal reCarlo Alberto la costituzione delCorpo, documento che è allaradice di tutta la sua successivae gloriosa vicenda. Il pianterrenosi conclude con il Sacrario dedi-cato agli oltre centomila Cadutiper la Patria; la sala, al cui centroè esposta la sciabola che LaMarmora impugnò l'8 aprile1848 a Goito, ha nella parete difronte un ritratto ad olio delFondatore affiancato da duegrandi teche contenenti le me-daglie al valore collettivo asse-gnate ai reparti bersaglieri dal1848 ad oggi. Nei locali del primo piano sonoesposti i cimeli, le documentazio-ni ed i ricordi relativi alle campa-gne del Risorgimento, dal 1848al 1866, taluni di estremo interes-se storico e documentario, qualiuniformi, armi da fuoco e armibianche personali fino ai ricordidelle campagne contro il brigan-taggio nelle province meridionalidopo il 1860.Il piano superiore del lato suddell'edificio è dedicato, con lesue tre ampie sale, alle campa-gne coloniali, dal primo sbarcodei bersaglieri a Massaua, il 5febbraio 1885, ai combattimentidi Agordat (1890 e 1893) e diCassala (1894), alla battaglia diAdua (1896), alla spedizione inCina (1900), alle operazioni per laconquista di Libia e del Dodecan-

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neso (1911 - 1913), alla conquista dell'Africa Orientale(1935 - 1936).Il piano inferiore, primo piano del lato sud, è dedicatoalla 1ª Guerra Mondiale (1915 -1918). La visita ha ini-zio con la saletta dedicata a Enrico Toti, nella qualesono esposti ritratti, fotografie e vari cimeli appartenu-ti all’Eroe ed in particolare la bicicletta e la celebrestampella. Nelle sale successive, numerosi sono iricordi di altri decorati al valor militare e di reparti chesi coprirono di gloria nella guerra contro gli ImperiCentrali del 1915-1918. Si va dai cimeli dei battaglioniciclisti e dei reparti d’assalto, alle armi italiane eaustriache recuperate sui campi di battaglia, a oggettipersonali di bersaglieri di ogni grado, che compironoimportanti atti di valore o che si distinsero nella guer-ra che decise l’unificazione nazionale. Tra questi ilbusto del Maresciallo d’Italia Gaetano Giardino,Comandante dell’Armata del Grappa, e la fotografia diFrancesco Rismondo, primo martire irredento di origi-ni dalmate. Un artistico cofanetto contiene il Tricoloredi seta cucito e ricamato a mano segretamente dalle“ragazze di Trieste”, nel 1916, in casa della signoraBianca Slataper, sorella dell’Eroe Scipio. Sotterrato nelgiardino, fu donato ai bersaglieri del Generale Colalli,allorché sbarcarono al molo “Audace”. Il pianoterra dellato sud è dedicato alla 2ª Guerra Mondiale (1940 -1945), su tutti i fronti: dal deserto libico-egiziano allasteppa russa, dalle montagne greco-albanesi al colledi Montelungo. Tra i cimeli più importanti, quelli appar-tenuti ad altri due Marescialli d’Italia: Ettore Bastico,Comandante dello scacchiere dell’Africa Settentrio-nale fino alla battaglia di El Alamein, e Giovanni Messe,Comandante del Corpo di Spedizione Italiano inRussia e della 1ª Armata in Tunisia. In due urne fune-rarie romane sono conservate la sabbia di El Alameine la terra dell’ansa del Don, a segnare i due momenticulminanti delle vicende eroiche che i bersaglieri sep-pero vivere per la storia d’Italia nel conflitto del 1940-1945. Un’intera sala è infine dedicata ai reparti bersa-glieri che, dopo l’8 settembre 1943, combatterono

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contro i tedeschi nella Guerra diLiberazione. Il Museo affianca, alle sue struttureespositive, una biblioteca ed un archi-vio storico, che custodiscono rispetti-vamente volumi ed opuscoli rari e diedizione esaurita e documenti origi-nali di coloro i quali militarono, in annilontani nel Corpo, tramandandoci latestimonianza dello spirito, dellemodalità di addestramento e dell'im-piego dei suoi primi reparti.

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La SedeIl Museo Storico degli Alpini è insediato in un imponen-te scenario naturale, sulla rocca del Doss, Trento (o"Verruca"), che domina la città e che ospitò importan-ti insediamenti preistorici. Con l'imperatore Augusto, e,

il Museo Storico degli Alpini si trova in Via Brescia 1,38100 Trento, sulla rocca del Doss,detta anche "Verruca", che domina la città.Telefono e Fax 0461/827248e-mail [email protected] Museo è aperto, ad ingresso libero, nei giorni dimartedì - mercoledì - giovedì dalle 09,00 alle 12,00e dalle 13,30 alle 16,30. Il venerdì è aperto dalle09,00 alle 12,00.Nel periodo estivo, il sabato ed i giorni festivi èaperto dalle 15,00 alle 17,00, mentre nel periodoinvernale apre soltanto su prenotazione. Il lunedì ilMuseo osserva il turno di chiusura.Ulteriori informazioni possono essere richiestetelefonando al nr. 0461/827248 (anche fax), o scri-vendo alla casella postale 33, Trento, oppure all'in-dirizzo e-mail [email protected].

MUSEO STORICO DELLE TRUPPE ALPINE

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particolarmente durante le invasioni barba-riche, ebbe funzione di accampamento for-tificato delle genti che venivano man manoinsediandosi ai margini della pianadell'Adige.Sulla parte più alta del Doss sorgeva unachiesa paleocristiana di cui è rimasta la trac-cia perimetrale. Durante il dominio austriaco,la "Verruca” faceva parte della piazzaforte diTrento ed era stata adattata a polveriera mili-tare.Nel luglio 1916, il Presidente del Consigliodei Ministri, Paolo Borselli, propose alParlamento che fosse eretto un monumen-to a Cesare Battisti, a Trento. Nel 1921 ilprogetto di legge fu approvato e nel 1935,su disegno dell'architetto Ettore Fagioli, ilMausoleo battistiano venne portato a termi-ne. Costruito tutto in pietra trentina, ilmonumento è composto di tre parti: ilbasamento, alto 5 metri, le colonne, 12metri, e la trabeazione, alta 3 metri; nel cen-tro, la grande ara di porfido di Paneveggio;sotto, il vasto ipogeo con la tomba ed ilbusto dell'Eroe, opera dello scultore trenti-no Fozzer. L'idea che accanto al Mausoleobattistiano sorgesse un Museo nazionaledel Corpo degli Alpini si deve alla LegioneTrentina, Associazione dei volontari trentininella guerra 1915-18. La proposta per lasua attuazione fu accolta dal Governo nel1938.Nel 1940, alcuni eminenti architetti presen-tarono un progetto che prevedeva la costru-zione sulla "Verruca" di un grandioso com-plesso monumentale di opere durature, rie-vocante il "castrum" romano, per celebrarenel tempo le gesta delle truppe da monta-gna d'Italia: "l'Acropoli Alpina". Non poten-dosi più realizzare, nei difficili anni del dopo-

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guerra, il grande monumentale "castrum",per l'altissimo costo dell'opera, venne deci-sa la costruzione del solo Museo, qualeprimo nucleo del complesso dell'AcropoliAlpina, resa possibile dal generoso contri-buto finanziario delle autorità regionali edalla cessione, da parte del Comune diTrento, della ex polveriera austriaca da adat-tarsi a sede del Museo. Il 15 marzo 1958, in occasione dell'aduna-ta dell'Associazione Nazionale Alpini aTrento, fu inaugurata ufficialmente la costru-zione.Sul lato ovest della cinta muraria è collocatauna struttura in legno dedicata al mulo, ele-mento determinante della logistica storicadelle truppe alpine, dove sono custoditi fini-menti, bardature ed arnesi vari.

Il Patrimonio Storico Una breve scalinata conduce all'entrata,"protetta" da due cannoni controcarro da47/32 ed un pezzo da 100/17.All'interno, nella grande sala, nelle otto nic-chie perimetrali, è raccolta in sintetiche ras-segne la documentazione della storia delCorpo degli Alpini, dalla sua fondazione aigiorni nostri; mentre cimeli, pubblicazioni emateriale illustrativo vario sono esposti nellevetrine. Sulla parete d'entrata, i grandiritratti del Generale Giuseppe Perucchetti,ideatore del Corpo e di Cesare Battisti; labandiera austriaca che un tempo sventola-va sulla "Verruca" di Trento e il Medaglieredel Generale Giuseppe Adami. Egli, giàComandante del 5° reggimento alpini nellaCampagna di Russia, fu uno dei valorosiprotagonisti della battaglia di Nicolajewka.Commissario prima e Presidente poi dellaFondazione Acropoli Alpina, vi dedicò tutta

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la sua intelligente ed appassionata attività, fino allamorte, avvenuta il 31 luglio 1964. Sulla parete di fron-te, il pannello raffigurante "La morte del Capitano" delconte Paolo Caccia Dominioni, con parole tratte dallamotivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare allamemoria del Capitano Giuseppe Grandi del Bat-taglione Tirano del 5°, caduto in Russia. Negli angoli,gli stendardi dei reparti e il busto de "l'Alpino". Trofei, armi e cimeli vari sono esposti sui pilastri tra lesingole nicchie. Nella saletta all'entrata del Museo, uni-formi e materiale di equipaggiamento. Un breve rialzoporta al Sacrario delle Medaglie d'Oro delle TruppeAlpine. Nel mezzo, un masso del Monte Grappa; allepareti, i nomi dei decorati delle guerre dal 1896 al1945 incisi su grandi lastre di marmo bianco; sopra,tutt'intorno, la significativa e suggestiva rappresenta-zione dei luoghi che furono testimoni delle gesta diguerra degli Alpini, anch'essa opera del conte CacciaDominioni. Il museo è, inoltre, dotato di una ricca e preziosaBiblioteca di alto valore storico documentale, attraver-so la quale i visitatori possono sviluppare attività diricerca nel settore della storia militare con particolareriferimento all’evoluzione delle “penne nere”.

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La SedeIl Museo Storico dell'Arma di Cavalleria ha sede inPinerolo nell'antica Caserma Principe Amedeo, oraGenerale Fenulli, eretta per volere ed a spese dellaCittà a partire dal 1845.Nel 1849, dopo la Battaglia di Novara, l'abdicazionedi Carlo Alberto e la salita al trono di VittorioEmanuele II, l'allora Ministro della Guerra Alfonso LaMarmora, decise di trasferire la Scuola di Equi-tazione, creata da Carlo Felice nel 1823 alla VenariaReale, nella città di Pinerolo, con il nuovo nome diScuola di Cavalleria. Ciò, secondo una memoria delGenerale Montù, "per la mitezza del clima, l'abbon-danza delle acque e dei foraggi, la salubrità delleterre ed al fine di aumentare la distanza da Torinoche, specialmente per la gioventù, costituiva un cen-tro di attrazione pericoloso".

Il Museo ha sede in Via Giolitti, 5 10064 - Pinerolo(TO) - Telefono 012/1376344 Fax 012/1376344Il Museo è visitabile nei seguenti giorni: martedì e giovedì: dalle ore 09.00 alle ore 11.30 edalle 14.00 alle 16.00;domenica: dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle15.00 alle 18.00.I giorni di chiusura sono:il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato, l’1 e 6 genna-io, la domenica ed il lunedì di Pasqua, il 25 aprile, il1° maggio, il 2 giugno, il 15 agosto, il 1° novembre,l’8 - il 25 - il 26 ed il 31 dicembre. Eventuali visite daparte di scolaresche o gruppi organizzati (minimo10 persone) possono essere effettuate previoaccordi con la Direzione (tel. 0121 376344), surichiesta, anche nei giorni di non prevista apertura.L'ingresso è gratuito.

MUSEO STORICO DELL’ARMA DI CAVALLERIA

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E a Pinerolo la Scuola rimase fino al 1943, anno delsuo scioglimento. Su istanza del Consiglio della As-sociazione Nazionale Arma di Cavalleria, il Museo fuistituito nella sede di Pinerolo dal Ministro dellaDifesa alla fine del 1961, ed è quindi uno tra i piùrecenti Musei Militari dello Stato. Ricevuta dalPresidente della Repubblica personalità giuridica, fuinaugurato ed aperto al pubblico ormai più di tren-t'anni fa, nell'ottobre del 1968. Oggi il Museo dipen-de dal Comando Reclutamento e Forze diCompletamento Interregionale Nord di Torino.Particolarità del Museo è che quasi nulla di ciò chevi è custodito proviene dall'Amministrazione dellaDifesa: la stessa Caserma che lo ospita è di proprie-tà della città di Pinerolo, alla quale viene pagato unaffitto simbolico. Quasi tutti i cimeli esposti, sonostati donati nel tempo da Ufficiali, Sottufficiali, Militaried estimatori dell'Arma.

Il Patrimonio Storico La vasta esposizione di reperti, che di giorno in giornosi arricchisce grazie a nuove donazioni, lo rende unotra i più ricchi Musei d'Arma d'Europa.Nell'utilizzazione degli spazi e nella sistemazione deireperti, si è cercato di conseguire un filo storico carat-terizzato da senso logico e cronologico.Al piano terra, sono stati riuniti carri, carriaggi, selle,gualdrappe ed è stata curata la ricostruzione di unamascalcia reggimentale.Al primo piano, sono esposti Stendardi, Bandiere,bronzi, argenti, quadri, stampe, fotografie, decorazionied una ricca raccolta di uniformi risalenti al periodoche intercorre tra l'inizio delle Guerre per ilRisorgimento Nazionale ed i giorni nostri.Il secondo piano è stato dedicato alle CampagneColoniali ed alle due Guerre Mondiali ed una delle suegallerie è stata riservata all'esposizione delle armibianche e da fuoco, africane ed europee. Interessanteil Polo Culturale, costituito da una Biblioteca Militare eda una Biblioteca del Cavallo che custodiscono

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importanti e rare opere dei seco-li XV, XVI, XVII, XVIII e XIX e laFototeca nella quale è conserva-ta una ricca documentazionefotografica, attraverso la quale èpossibile ripercorrere la vita dellaScuola e dell'Arma dal 1861 adoggi.Nel Museo Storico dell'Arma diCavalleria (tre piani espositivi,circa 5000 mq. di ampiezza con33 sale), il visitatore attento puòpercorrere tre itinerari diversi: • il primo riguarda l'evoluzione

dell'uniforme italiana di Caval-leria dal 1861 ai giorni nostriosservata attraverso l'esamedi centinaia di fotografie anti-che, quasi sempre inedite,corredate da approfondite di-dascalie, disposte su ben 23espositori piani.

• il secondo affronta il temadelle uniformi, i copricapi ed iloro accessori in uso dall'U-nità d'Italia ad oggi, illustratiattraverso gli stralci dei Gior-nali Militari dell'epoca e lariproduzione delle relative ta-vole sinottiche, conservati incirca duecento vetrine espo-sitive.

• il terzo percorso è dedicatoalle Medaglie, Decorazioni egli Ordini Cavallereschi di cuifurono insigniti più frequente-mente gli Ufficiali dell'ArmataSarda prima e del RegioEsercito poi, anch'essi corre-dati da ampie schede infor-

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mative. Il Museo, molto frequentato da scolare-sche e gruppi organizzati, non solo piemontesi,ospita spesso comitive di stranieri, e ciò a dimo-strazione di quanto l’Ente Museale sia conosciutoall'estero.

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La SedeIl progetto di costruzione di un Museo di Artiglieria inTorino risale al 1731. In tale anno Carlo Emanuele III, redi Sardegna, dava ordine al Maresciallo di Rebhinder diriunire sotto la sua presidenza un Congresso per esami-nare varie questioni riguardanti il servizio dell'Artiglieria eper concretare i provvedimenti da sottoporre alla sovra-na decisione. Il Congresso inoltrò al re diverse proposte,tra cui quella per la costituzione di un vero e proprioMuseo di Artiglieria, come di seguito riportato: "Final-mente che vengano formati tutti li Modelli e Mostre per

Il Museo Storico Nazionale di Artiglieria si trova inCorso Galileo Ferraris n. 0,angolo Via Cernaia 10100 TORINOTelefono 011/5629223 Fax 011/5629223Orari: da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00 (ora-rio continuato). Ingresso GRATUITO.Informazioni: 011-5629223.

MUSEO STORICO DELL’ARMA DI ARTIGLIERIA

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ogni categoria e Robe d'Artiglieria cui apporvi sopra iBiglietti da conservarsi il tutto separatamente con buonordine in una stanza dell'Arsenale". Il re Carlo EmanueleIII, con propria determinazione del 18 aprile 1731, davadisposizione al marchese Foschieri affinché desse ese-cuzione alle proposte. Nasceva così, in alcune sale delRegio Arsenale, oggi Scuola d'Applicazione d'Arma, ilMuseo d'Artiglieria. Il 1° dicembre 1752 fu istituita laDirezione del Museo e del Laboratorio Mineralogico chevenne disperso durante la dominazione francese.Nel 1842, su proposta del Comandante del Corpo Realedi Artiglieria, Maggior Generale Vincenzo Morelli diPopolo, fu ricostituito col proposito di raccogliervi imodelli relativi ad armi portatili nazionali ed estere, artiglie-rie, materiali da ponte, modelli di artifizi da guerra, muni-zioni, attrezzi e macchine da laboratorio, bombardieri efabbriche da polvere. Fu nominato Direttore il Capitanod'Artiglieria Annibale Avogadro di Valdengo, fino al 1846.Nel 1861, divenuto Museo nazionale d'Artiglieria, fu postosotto la direzione del Capitano d'Artiglieria AngeloAngelucci, appassionato studioso e valente scrittore mili-tare, che conservò la carica fino al 1885. Nel 1893 ilComune di Torino cedette in comodato all'Am-ministrazione Militare il Mastio della Cittadella, unico ele-mento superstite della fortificazione voluta nel 1564 daEmanuele Filiberto, allo scopo di assegnare una autono-ma e prestigiosa collocazione al Museo di Artiglieria; nellanuova sede, lo stesso anno avvenne l'inaugurazione.

Il Patrimonio StoricoSubito dopo l’Unità d’Italia il Museo ebbe il compito diraccogliere, insieme al già esistente materiale di origineprevalentemente piemontese e francese, tutte le boccheda fuoco rinvenute nelle roccaforti degli Stati Preunitari“che risultassero pregiati per antichità, lineari di forme,valore storico”.Il Museo dispone di circa 11.000 reperti che, partendodalla preistoria, giungono ai tempi moderni. Essi sonosuddivisi in diverse categorie: artiglierie e relativi accesso-ri, modelli vari, munizionamento, armi portatili lunghe,

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armi portatili corte, piastre a ruota, a pietra focaia e lumi-nello, inneschi ed accessori per armi antiche, armi bian-che, bandiere, trofei vari, medaglie e quadri.Sono presenti, inoltre, armi preistoriche in pietra e cime-li archeologici. Tra i più importanti reperti si annoverano:un'ascia bipenne risalente al 3.000 A.C., un "elmo apulo"risalente al IV secolo A.C., un "falconetto con la gioia dibocca zoomorfa" del XV secolo, un "organo manescoda 13 canne" del XVII secolo, una "pistola corta a fucilemontata a stiletto", una "bombardella" in ferro battutoproveniente dal Castello di Morro del XIV secolo, artiglie-ra più antica presente al Museo, ed altri.Nel corso degli anni il Museo si è notevolmente arricchi-to di nuovi materiali, tanto da rendere necessario l'am-pliamento dell'area espositiva; quindi, le artiglierie dal XVIal XVIII secolo e quasi tutti gli altri reperti sono custoditinel Mastio, mentre quelle del XIX e XX secolo ed altripochi cimeli sono allocati in una sede distaccata, pressoun'infrastruttura militare dismessa, già MagazzinoArtiglieria e Difesa Chimica, sita in via Bologna 190; con-testualmente le poche sale del Mastio lasciate liberesono state destinate ad ospitare mostre tematiche.

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Il Museo ha sede a Lungotevere della Vittoria, 3100195 Roma.Telefono 06/3725446 Fax 06/3725446La Direzione è aperta nei giorni feriali, dalle ore08.30 alle 12.30 (il sabato fino alle 11.30).Le sale sono visitabili nei giorni di martedì, giovedìe sabato dalle ore 09.30 alle 12.30.L'Archivio storico e la Biblioteca sono aperti neigiorni di martedì, mercoledì e giovedì, dalle ore08.45 alle 11.45 e dalle 13.15 alle 15.15.Per le visite in giorni od orari diversi, è necessarioprendere accordi con la Direzione dell'Istituto.

La SedeIl Museo storico dell'Arma del Genio occupa tutto ilpianterreno dell'edificio, circa 4.400 mq. di superficie,ed ha il compito di testimoniare l'intima connessioneche è sempre esistita tra Società civile e Genio milita-re in tutti i campi dell'ingegneria e dell’architettura.

Il Patrimonio StoricoPreceduto da due Sale d'Onore, in cui fanno spicco icimeli del Tenente del Genio Camillo Benso conte diCavour e del Generale Federico Menabrea, scienziatoe Primo Ministro, il Museo è diviso in due grandi setto-ri: il primo riguarda il Genio in tutte le sue specialità,quelli del tempo di pace, quelle che si formano intempo di guerra e quelle che si sono tanto evolute neltempo da divenire addirittura autonome come l'Ae-ronautica Militare, il Corpo Automobilistico, il ServizioChimico Militare e le Trasmissioni.Il secondo settore è dedicato al Genio Militare nellevarie guerre che si sono succedute dal Regno di Sar-degna, allo Stato italiano, sino a tutto il SecondoConflitto mondiale.

ISTITUTO STORICO E DI CULTURA DELL’

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ARMA DEL GENIO

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Il visitatore trova, lungo il percorso, una vastissimadocumentazione che testimonia l'importanza degliaspetti tecnici e storici dei reperti. Così è per l'ampiapanoramica di ponti stradali regolamentari e di circo-stanza per il superamento rapido di interruzioni: pontigalleggianti tra cui fa spicco il 160/14, protagonista diepici forzamenti di fiumi, quali il Piave o il Dnepr inRussia.Meritano attenzione i Dirigibilisti e gli Aerostieri che coni loro fragili mezzi preannunciano l'Aeronautica.In particolare, all’interno del museo è possibile apprez-zare uno dei rarissimi monoplano Blériot che nel 1911svolse la prima azione bellica al mondo durante laguerra di Libia.Dopo il salone riguardante le Colonie, un grandeSacrario dedicato a tutti i Caduti, con un'Ara dona-

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ta da tutti gli Ufficiali del Genio. Seguono le salededicate alle campagne di guerra ed ai loro cimeli,ad iniziare dalla Repubblica Romana del 1848 - 49,per continuare con la Campagna di Crimea, 1855 -56 e con l'Assedio di Gaeta, 1860 - 61, ove spicca-no le grandi opere ossidionali del Generale Me-nabrea ed i primi cannoni rigati del Generale Cavalli.Segue un'ampia carrellata documentale dei mezzi ditrasmissione, dai segnali a fuochi dell'epoca omeri-ca, all'impiego dei colombi viaggiatori, ai mezzi otti-ci sempre più perfezionati e quindi dal telegrafo, allaradio e al suo geniale inventore, Guglielmo Marconi,Capitano del Genio e ai suoi rivoluzionari apparec-chi.Al primo piano trova collocazione il Museo stori-co dell'Architettura Militare che, con dovizia di plasti-ci e modelli, illustra la storia dell'architettura militareitaliana ed europea, a cominciare dai castellieri prei-storici ai nuraghi sardi, per continuare con le fortifi-cazioni romane, i castelli medioevali, i forti dalle varieepoche sino ad oggi. Chiude la visita il Salone GiulioCesare, dedicato al "Primo Grande Geniere" dellastoria.

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La SedeInserito precedentemente in spazi espositivi estremamen-te limitati, nel 1991 il Museo è stato trasferito nell'attualesede dopo il recupero delle infrastrutture preesistenti, inun'area di circa 50 mila mq, molto articolata, con ampiviali, estese zone nel verde e volumi con struttura a "sche-da", tipica dei primi del secolo, un tempo utilizzati per atti-vità didattiche della Scuola della Motorizzazione Militare.

Il Patrimonio StoricoNel complesso sono presenti più di trecento unità traautomobili ed autocarri civili e militari d'epoca, sessantatra mezzi cingolati, blindati e corazzati, e sessanta moto-cicli d'epoca. Tra i sei padiglioni espositivi è da evidenzia-re quello intitolato alla "Medaglia d'Oro Arturo Mercanti"

Il Museo ha sede in Viale dell'Esercito, 170 -00143Roma - Cecchignola.Tel 06/5011885 Fax 06/5011885L’ingresso al Museo è gratuito Si può visitare ilsabato e la domenica dalle ore 09,00 alle 12,00. Dallunedì al venerdì per appuntamento.

MUSEO STORICO DELLA MOTORIZZAZIO

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ONE MILITARE

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nel quale sono ubicati la Direzione, la biblioteca-archivio con dati e schede tecniche riferite amolti mezzi a motore in affidamento all'Esercito,dalle origini ai nostri giorni, nonché materialefotografico e documentale, una grande cartamurale riportante la manovra dinamica attuatadal Generale Cadorna nel Trentino, nell'anno1916, caratterizzata dal primo massiccio impie-go del trasporto automobilistico.Oltre ad alcuni carri a traino animale del 1914 edel 1916, il Museo annovera pezzi di grandevalore ed importanza storica, come gli autocarriFiat 18 BL, Fiat 15 Ter costruiti all’inizio del19020, ebbero il loro primo impiego operativonella guerra di Libia e successivamente il primoimpiego in massa nell’offensiva del Trentino(maggio 1916) e Spa 38 veicolo inarrestabilemaneggevole e che per le qualità rimase inservi-to fino al 1960, nonché due aerei leggeri Piper L18 e L 21 B, una Fiat 501 Torpedo, un carro velo-ce L3, un carro M 15-42 e un carro P 40, unararissima autoblinda Lancia Astura Lince del1942, un autocarro Spa Dovunque 35, una Fiat513 modello 4 del 1910, utilizzata da VittorioEmanuele III per gli spostamenti sul fronte della 1ªGuerra Mondiale e la famosissima autoambulan-za del film "Addio alle Armi", Fiat tipo 2 del 1910.Tra i carri armati, sono presenti quasi tutti i mezziimpiegati durante la 2ª Guerra Mondiale nonchèuna serie di carri schermati e alcuni carri ameri-cani degli anni ’50 e ’60. I mezzi conservati, alcu-ni rarissimi, oltre alla funzione che li ha identifica-ti in passato, testimoniano le tappe di quella evo-luzione tecnica e tecnologica del mezzo mecca-nico che ha promosso la crescita della nostrasocietà. La località della Cecchignola è situatanella periferia sud di Roma, a breve distanza dalquartiere dell'Eur ove sono visitabili il Museo dellaCiviltà Romana, il Palazzo della Civiltà del Lavoroe la chiesa dei Santi Pietro e Paolo.

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La SedeIl Palazzo in cui ha sede il Museo è conosciuto ancheall'estero, soprattutto come casa di Pietro Bembo.Il prof. Oliviero Ronchi, in un suo prezioso libretto, rac-conta che nel 1750 Charles Cochin, incisore predilettodi Luigi XV e precettore di Francesco de Poisson, fratel-lo di madame Pompadour, dopo aver visitato Padova,citò il palazzo nelle sue memorie con viva ammirazione.

Il Museo ha sede in via Altinate, 59 - 35100 Padova,Palazzo Camerini.Telefono 049/8203430 Le visite possono essere effettuate dal lunedì alvenerdì, dalle ore 09.00 alle ore 16.30, e il sabato e igiorni festivi, dalle ore 09.00 alle ore 12.00. A richie-sta, la visita può essere guidata a cura del persona-le militare addetto.

MUSEO STORICO DELLA 3ª ARMATA

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In effetti la costruzione risale al 1400, allorché nacquecome "Casa Bon Romeo", e nel 1512 fu proprietà diBernardo Fortebraccio, condottiero della Serenissima.Il Bembo si interessò a questo palazzo fin dal 1522 eriuscì a comperarlo nel 1527 facendolo divenire centrodi cultura e ritrovo dei migliori ingegni padovani. Morto il Bembo nel 1547, il palazzo passò come dotealla figlia, la quale sposò un Grandenigo. Sempre pervia di successione, nel 1815 furono proprietari i Farset-ti e nel 1847, infine, il palazzo fu acquistato dal ducaSilvestro Camerini, con il cui nome è tuttora conosciu-to il palazzo.Nel 1952 vi prese sede il Comando operativo designa-to della 3ª Armata, omonimo della celebre 3ª Armatadel 1915 - 18, che visse per 20 anni e fu sciolto poi nel1972; in quell'anno subentrò il Comando dell'ArtiglieriaControaerei dell'Esercito, tuttora presente, che ha ilcompito di gestire il Museo della 3ª Armata.Scopo del Museo è rendere omaggio ai Caduti, offriredocumentazione agli studiosi, parlare così ai cittadinidi una pagina gloriosa della storia patria, affinché netraggano le migliori ispirazioni.

Il Patrimonio StoricoQuando l'Italia entrò in guerra, il 24 maggio 1915,schierò, su un fronte lungo più di 600 km, quattroarmate. La 3ª Armata era responsabile del settore piùmeridionale del fronte e tale rimase non solo nei primitre anni di guerra (sull’Isonzo) ma anche nel 1918,quando si combattè sul Piave. In altre parole la 3ªArmata fu, durante la Prima Guerra Mondiale,l'Armata del Carso e del basso Piave e tanto bastaper poter affermare che essa fu la grande protagoni-sta di celebri pagine di Storia Patria: fu l'armata di Totie di Randaccio, di Locchi e di Baruzzi e ad essaappartennero le padovane medaglie d'oro Zanon eFaggin.II Museo è soprattutto un esposizione di documenti,raccolti in numerose collezioni. Il patrimonio fotogra-fico fu definito, in un articolo, da Mario Cervi, come

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"straordinario": si tratta di fotografie esegui-te dallo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano(12 album), dallo Stato Maggiore dell’E-sercito Austro-ungarico (5 album) e da varioperatori (3 album). Il visitatore può, adesempio, ritrovare e ammirare la fotografiadelle pareti diroccate delle casette di FAGA-RE’ di San Biagio di Callalta sulle quali iragazzi della battaglia del Solstizio scrisse-ro: "...Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppa-ti..." e "...Meglio vivere un giorno da leoniche cent'anni da pecora...". C’è, tra le altre,la foto dell'aereo bruciato di FrancescoBaracca. Accanto alla fotografia, il tele-gramma originale del Generale Diaz che,nel giugno del 1918, comunica alla nazione:"...il valoroso Baracca, che aveva raggiuntola sua 34ª vittoria aerea, il giorno 19 corren-te non ha fatto più ritorno da un eroico volodi guerra".Al Museo c'è anche un interessante volumedi fotografie effettuate, nel 1918, dall’aereodel Capitano Natale Palli, Comandante dellaSquadriglia “SERENISSIMA", che avevabase a San Pelagio di Padova. La raccoltadelle mostrine delle Brigate che combattero-no nella 3ª Armata, vivacissima nei suoi colo-ri, riporta il visitatore indietro nel tempo, perritrovare "i gialli "della Brigata Casale e delCalvario, i Granatieri di Oslavia, i Sardi(mostrine bianco-rosse) della Brigata Sas-sari. Questi hanno il loro monumento sulCarso, vicino al paese di San Martino, oveanche Ungaretti combattè come fante del19° Reggimento, Brigata Brescia (mostrinecremisi solcate di nero).Il Museo possiede una collezione di musichedella guerra del 1915 - 18, che vengono dif-fuse in sottofondo nel corso della visita, perrendere più interessante la visione dei prezio-

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ni cimeli storici contenuti al suointerno.Sono, inoltre, visionabili quattrodocumentari cinematografici sto-rico-militari autentici, compostida scene girate sul terreno deicombattimenti, di varia durata edargomento; uno di questi, oltread essere di eccezionale interes-se, è anche molto raro.

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Il Museo ha sede in Piazza Grande, 170 - 33057Palmanova (Udine) Telefono 0432/928175 Fax0432/928175Il Museo può essere visitato tutti i giorni, escluso ifestivi. d’inverno: dalle ore 09,00 alle ore 12,00 edalle 14,00 alle 16,00; d’estate dalle ore 09,00 alleore 12,00 e dalle 14,00 alle ore 18,00. La Direzionedel Museo che è dislocato su tre sedi, occupa il"Palazzo del Governatore alle Armi" del 1613, ubica-to nella Piazza d'Armi (oggi Piazza Grande) e com-prende, oltre agli uffici direzionali, sale espositivecon reperti di unità che hanno legato la loro storiacon la città e con il Friuli. INGRESSO GRATUITO

La SedeA seguito di Decreto Ministeriale e con provvedimentoordinativo dello Stato Maggiore dell'Esercito, il MuseoStorico Militare nasce nel 1987 con lo scopo di rivita-lizzare la fortezza di Palmanova a fini culturali e di lega-re la sua storia a quella delle unità e dei reparti veneti,

MUSEO STORICO MILITARE DI PALMANO

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austriaci, francesi e naturalmente italiani che vi si sonosucceduti negli ultimi 400 anni.Dopo vari lavori di adeguamento ai fini della pubblicaagibilità, di recupero e restauro delle opere fortificato-rie, il museo è aperto al pubblico dal luglio 1990.

Il Patrimonio StoricoDel periodo veneto (1593 - 1797) si segnala la riprodu-zione in legno di colubrine, armi da fuoco utilizzate dal-l'artiglieria veneta nel secolo XVII con una gittata dicirca 350 metri. Le riproduzioni di documenti e di dise-gni esposti descrivono l'iconografia delle milizie vene-te costituite in prevalenza da alabardieri, picchieri,moschettieri, cernide, bombardieri e cappelletti (miliziea cavallo).Le sezioni riguardanti i periodi napoleonico (1805 -1814), austriaco (1814 - 1866) e italiano (dal 1860 adoggi) sono caratterizzate dalla presenza di uniformi,armi e cimeli militari, in parte riprodotti ed in parte ori-ginali, donati da privati. Nel percorso interno sono col-locati plastici con la rappresentazione delle fortificazio-ni, allo scopo di orientare il visitatore nel settore espo-sitivo "en plein air". Apposita segnaletica consente diprocedere verso la Loggia ove sono stati dispostimanichini che riproducono fedelmente le uniformi e learmi di due soldati della fanteria veneta: il picchiere e ilmoschettiere. Il percorso esterno continua verso ilfianco sinistro del baluardo, un'altra loggia dotata di"rampa di sortita" consente la discesa verso il settoredelle fortificazioni "a cielo aperto". Sono visibili i diver-si elementi fortificati della città: la cortina (lato dell'en-nagono della fortezza), il cavaliere (postazione elevatasulla cortina per artigliere di lunga gittata), il baluardo(terrapieno a forma di punta di freccia, munito di piaz-zetta per l'artiglieria e di riservette per il deposito dellepolveri), la falsabraga (terrapieno parallelo al muro dicortina per occultare gli spostamenti dei soldati dallefortificazioni interne a quelle esterne), il fossato (cunet-ta che separa la prima cerchia di fortificazioni dallaseconda linea difensiva veneziana), il rivellino (terrapie-

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no ubicato esternamente in assealla cortina e protetto da fossatosecco, struttura dotata di piaz-zetta per artiglieria e di riservetteper le polveri e munita di galleriesotterranee).Dalla piazza del rivellino si acce-de alla strada che conduce diret-tamente alla lunetta napoleonica,terza linea fortificata, realizzatadal Genio Francese nel 1805 -1806, posta in asse al baluardo.La struttura centrale detta "capo-niera", dotata di postazioni per icannoni da fortezza, è protetta ailati da due locali in pietra convolta coperta denominati "casa-matte".

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Il Museo ha sede presso la Caserma “La Marmora”- Piazza Castello n. 907100 Sassari (SS) Telefono 079/2085111 Fax079/2085286Orari di apertura Museo:Da Lunedì a Venerdì: dalle ore 08,00 alle ore 16,30.Il Sabato dalle ore 08,00 alle ore 13,00 L'ingresso èlibero.Per visite guidate inviare richiesta scritta, con con-gruo anticipo, indirizzata al Comandante dellaBrigata Sassari, Piazza Castello n. 9, 07100 -Sassari (SS).

La SedeIl Museo, realizzato nel 1992 con il supporto scientifi-co dell’Università di Sassari, è ubicato al piano terrenodella Caserma “La Marmora”, struttura sorta alla finedel secolo scorso nel sito dell’antico castelloAragonese cittadino ed ha lo scopo di ricordare le glo-riose tradizioni della Brigata “Sassari”, Unità costituitanel 1915 e alimentata con reclutamento interamentesu base regionale.

Il Patrimonio StoricoL’esposizione, articolata in cinque sale, si sviluppa nelmodo seguente:• SALA 1: notizie generali, carte dei testi delle batta-

glie della 1ª Guerra Mondiale e parete d’Onore concitazioni al merito;

• SALA 2: documentazione fotografica delle principalibattaglie sostenute dalla Brigata “Sassari”, esposi-zione di cimeli e reperti;

• SALA 3: ricostruzione di parte di una trincea della1ª Guerra Mondiale e documentazione fotograficadella guerra in trincea;

MUSEO DELLA BRIGATA “SASSARI”

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• SALA 4: la vita al fronte, la morte, la prigionia edesposizione di cimeli, documenti ed uniformi origi-nali dell’epoca;

• SALA 5: la Brigata “Sassari” dopo la 1ª GuerraMondiale fino ad oggi, esposizione di documenti efotografie.

La Prima Guerra MondialeLa Brigata “Sassari”, erede delle tradizioni del Terçiode Cerdena (periodo aragonese-spagnolo) e del Reg-gimento di Sardegna (periodo Sabaudo), fu costituita il1° Marzo del 1915 a Tempio Pausania (SS) e a Sinnai(CA), su due reggimenti, il 151° e il 152° fanteria, com-posti interamente da Sardi. Nel luglio dello stessoanno attraversa l'Isonzo e viene subito impegnata incombattimento.Bosco Cappuccio, Bosco Lancia, Bosco Triangolarefurono tappe eroiche per il conseguimento del primotitolo d'onore che la Brigata conquistò espugnando letrincee delle "Frasche" e dei "Razzi", meritando la cita-zione, prima tra tutte le unità dell'Esercito, sul bolletti-no del Comando Supremo.Spostata dal Carso sull'altipiano di Asiago, nel giugno1916 riconquistò Monte Fior, Monte Castelgomberto eCasera Zebio. Il 3 agosto i suoi reggimenti ricevetterola prima Medaglia d'Oro.Nei tragici giorni di Caporetto i fanti della "Sassari"contrastarono le avanguardie nemiche fino al Piavecombattendo con straordinaria coesione morale,disperato orgoglio e granitica compattezza organi-ca. Il battaglione "Musinu" fu l'ultimo dell'intero Esercito apassare il Piave, inquadrato e al passo, quasi irriden-do il nemico che incalzava.Ultimi a ripiegare, i "Sassarini" furono i primi nellariscossa. Sull'altopiano dei "Sette Comuni", nel genna-io 1918, la Brigata fu protagonista della battaglia dei"Tre Monti" (Col de Rosso, Col d'Echele e MonteValbella) che valse la seconda Medaglia d'Oro alleBandiere dei reggimenti.

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La Grande Guerra costò alla"Sassari" oltre 15.000 perdite(2.164 caduti e 12.858 tra feriti,mutilati e dispersi). Caddero 138Sassarini ogni 1.000 incorporati(la media nazionale fu di 104). 6Ordini Militari di Savoia, 9Medaglie d'Oro, 405 d'Argento,551 di Bronzo rappresentano ilriconoscimento del valore indivi-duale dei sardi che si batteronoall'ombra delle due glorioseBandiere, ciascuna delle qualivenne decorata con 2 Medaglied'Oro al V.M. (caso rimasto uniconel nostro Esercito, nell'arco diuna sola campagna di guerra).Nell'ordinamento provvisorio del1919, la Brigata "Sassari" vienemantenuta tra le Brigate perma-nenti come riconoscimento perlo straordinario valore dimostratoin guerra.

Periodo 1920-1938Nel 1926 assunse la denomina-zione 12ª Brigata di Fanteriainquadrando, oltre al 151° e al152°, il 12° reggimento di Fanteriadella disciolta Brigata "Casale". Nel 1934, con il nome di Brigatadi Fanteria "Timavo", entrò a farparte dell'omonima Divisione.

La Seconda GuerraMondialeNel 1939 venne costituita laDivisione "Sassari", ordinata suidue reggimenti originari e sul 34°reggimento Artiglieria.

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Iniziata la Campagna di Guerra neiBalcani, il 6 aprile 1941 la Divisione"Sassari" - inquadrata nella 2ª ArmataItaliana - penetrò in territorio jugoslavoattraverso il Monte Nevoso.Infranta in sole due settimane la resi-stenza dell'Esercito Jugoslavo, il 20 apri-le le colonne della 2ª Armata, provenien-ti da nord, raggiunsero Tenìn (oggi Knin)che per circa 2 anni rimase la sede delComando della Divisione "Sassari".Nel luglio 1942 i reparti della "Sassari"diedero corso a vaste operazioni dirastrellamento sul Velebit, conclusesicon la conquista del Monte Vrsa e diquota 1210 di Sdlo.Nel marzo 1943 la "Sassari" rientrò nellapenisola, per costituire massa di mano-vra a difesa della Capitale. Dall'8 al 10settembre 1943, unitamente alle Divi-sioni "Granatieri di Sardegna" e "Ariete",prese parte alla difesa di Roma, combat-tendo a Porta San Paolo.Il 10 settembre, poste in salvo in manie-ra avventurosa le Bandiere di Guerra inun monastero presso Monte Mario, ireparti della Divisione "Sassari" si sciolse-ro.

La RicostituzioneNel 1958 venne ricostituito in Sassari il152° Reggimento fanteria e nel 1962, inTrieste, il 151° reggimento fanteriaMotorizzato.Il 1° dicembre 1988 la Brigata "Sassari"e' stata ricostruita in Sardegna, con ladenominazione di Brigata Motorizzata"Sassari" con sede di comando inSassari, inglobando il 151° ed il 152°battaglione.

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Dal 1° gennaio 1992 ha assunto la fisionomia diBrigata Meccanizzata ed il suo organico comprendeattualmente il Comando Brigata e il Reparto Comandoe Supporti Tattici, con sede a Sassari, e i reggimenti151°, 152° e 45° con sede rispettivamente a Cagliari,Sassari e Macomer.Dal 1992 al 1997, con propri reparti, ha partecipatoalle esercitazioni "Forza Paris", alle operazioni "VespriSiciliani", all'operazione "Joint Guard" (151° rgt.), eall'operazione "Alba" (151° rgt.).Dal 1° luglio 1998, a seguito del riordinamento dellaF.A., la Brigata è passata alle dipendenze del 2° FODperdendo il 45° rgt. "Reggio", perchè transitato alledirette dipendenze del Vice Comandante del 2° FOD. Dal 7 ottobre 1999 al 15 marzo 2000 ha avvicendatola Brigata "Folgore" nel comando della BrigataMultinazionale Nord (operazione "Costant Forge")dislocata in Sarajevo.

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SOMMARIO

Premessa............................................................... pag. 1

Museo Storico della Fanteria.................................. pag. 2

Museo Storico dei Granatieri.................................. pag. 6

Museo Storico dei Bersaglieri................................. pag. 11

Museo Storico delle Truppe Alpine......................... pag. 16

Museo Storico dell’Arma di Cavalleria .................... pag. 21

Museo Storico dell’Arma di Artiglieria..................... pag. 25

Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio ..... pag. 28

Museo Storico della Motorizzazione Militare........... pag. 32

Museo Storico della 3ª Armata............................... pag. 36

Museo Storico Militare di Palmanova ..................... pag. 42

Museo Storico della Brigata Sassari....................... pag. 46