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Cracovia:leggende, tradizioni e fede

Cracovia:leggende, tradizioni e fede

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Rynek Glowny (la Piazzadel Mercato) è il cuore

della città vecchia. Progettatanel 1257, con i suoi 200x200m, è la più grande piazzamedievale d’Europa. Al centrosorge l’antico Sukiennice (ilPalazzo del Tessuto). Realiz -zato all’inizio del Trecento,deve il suo stile rinascimentalealla ricostruzione effettuata ametà del XVI secolo a cui furo-no aggiunte, nell’Ottocento, learcate. Al livello della strada losi può percorrere alla ricerca disouvenir e oggetti dell’artigia-nato locale esposti in piccolestrutture di legno allineatelungo i lati del vasto corridoioche lo attraversa. Al pianosuperiore si trova la pinacotecadel Museo Nazionale.

Su un lato della piazza, quasi aproteggerla, si erge una chiesagotica, con due torri di differen-te altezza: è la Basilica dellaBeatissima Vergine Maria(Mariacka Bazylika). La primatorre, quella del campanile, èalta 69 m con una cupola rina-scimentale, mentre la seconda,a guglia, è più alta di 12 m. Alloscoccare di ogni ora del giorno,tutti i giorni dell’anno, dalle più

alte finestre della torre (postein corrispondenza dei punticardinali) si affaccia un trom-biettere per suonare una melo-dia composta da sole 5 note. E’l’Hejnal (la chiamata a raccolta,una volta segnale di allertacontro gli attacchi dei tartari)che il trombiettere, alla quartasonata, interrompe brusca-mente per poi agitare unamano e inviare un saluto agliastanti.La chiesa è formata da trenavate per 100 metri di lun-ghezza, gli interni sono parti-colarmente ricchi e sfarzosi; dinotevole interesse sono ilmonumentale altare in legno ele vetrate dipinte.Dal lato opposto della piazza,al di là del Palazzo dei Tessuti,

Seconda città della Polonia, una delle più belle e una delle pochissime rimaste quasi intatte nei secoli,un luogo dove la storia si mescola con infinite leggende

Leggendaria Cracovia

Sulla Piazza del Mercato si affaccia Sukiennice (il Palazzo deiTessuti) che dal 1879, al termine dei lavori di restauro, ospitail Museo Nazionale di Cracovia con la Galleria d’Arte polaccadel XIX secolo. Un’opera donata dall’artista Henryk Siemiradzki ha dato avvioalla raccolta che oggi, in quattro sale, ospita più di 100 opere(quadri e sculture) che rappresentano le più importanti cor-renti artistiche a partire dalla fine del XVIII secolo: romantici-smo, realismo, impressionismo fino agli albori dell’impressio-nismo.

La Galleria d’Arte polacca del XIX secolo

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si fa notare la Torre delMunicipio (alta 70 m). E’ quan-to rimane del trecentescomunicipio distrutto dagliaustriaci nel 1818. Caratte -ristica di questa costruzione, èla leggera inclinazione di 55cm. Attualmente l’edificio ospi-ta il Museo Storico e dalla suasommità si gode di una splen-dida vista sulla città.Un altro monumento di RynekGlowny è la Chiesa di SanAdalberto, una piccola chiesafra le più antiche dell’Europacentrale. Costruita in legno allafine del primo millennio hasubito una ricostruzione roma-nica nell’XI sec e un amplia-mento, in stile barocco, nelSeicento. Al piano interrato sitrova il Museo della Piazza delMercato.Il centro di Cracovia, che fucapitale della Polonia dal 1038al 1609, offre poi altri numerosiedifici e monumenti che merita-no di essere visti come il teatroSlowacki, l’università (del1364), la chiesa dei SS. Pietroe Paolo, le chiese e i conventidei Domenicani e deiFrancescani, un tratto dellacinta muraria che una voltaproteggeva la vecchia Cra -covia (era lunga 4 km e aveva47 torri difensive) con la porta(unica sopravvisuta delle ottooriginarie) di San Floriano, ilBarbacane, la collina delWawel con il Castello Reale, ilbellissimo cortile rinascimenta-le ad arcate, la Cattedrale,dove sono sepolti re e capi di

stato, con l’enorme campana“Sigismondo” (per grandezza,la seconda in Europa). Scendendo dalla collina delWawel si incontra il quartiereKazimierz, che è stato testimo-ne di un tragico capitolo di sto-ria, la storia degli ebrei polac-chi e del loro sterminio. Dopoanni di abbandono, Kazimierzsta ora lentamente tornando anuova vita, trasformandosi inun centro ricco di fermenti arti-stici e intellettuali.Non mancano, sparsi ovun-que, locali, piccoli e grandi, diritrovo a simboleggiare la viva-cità della città. E poi ci sono le leggende.Sembra che ogni muro, ogniangolo, ogni monumento abbiauna storia da raccontare.Ai piedi del Wawel dal latodove scorre la Vistola, adesempio, si trova una grottaaccanto la quale si staglia lafigura del drago, una sculturache ricorda il famoso “inquilino”che solo l’astuzia di un giovane

sarto riuscì a sconfiggere, con-sentendo al novello eroe disposare la figlia del sovrano, ilPrincipe Krak.Chi si reca alla Cattedrale delWawel noterà che sopra l’in-gresso sono incatenate treenormi ossa (forse di una bale-na, di un mammut e di un rino-ceronte preistorici). Quandofurono ritrovate, un astrologo“lesse” nelle stelle che eranoun “segno” importante non soloper Cracovia, ma per il mondointero. Si decise di fissarle almuro con delle grosse catenee, sempre secondo la leggen-da, devono rimanere lì sospe-se e, quando cadranno, ilmondo e l’umanità cesserannodi esistere. Le leggende non finisconoperò qui. E’ impossibile elen-carle tutte. Una brava guida diCracovia, mentre accompagnain girò per la città, ne può rac-contare un’infinità, da quelleconosciute da tutti a quellemeno note. Buon ascolto.

Sotto la superficie della Piazza delMercato si cela Podziemia Rynku, unmuseo sotterraneo davvero speciale.Nei suoi spazi sono stati sapientementemescolati i ritrovamenti della Cracoviamedievale con le più moderne tecnichemultimediali (l’ingresso è un muro di

vapore dove scorrono alcune immagini che riportano indietro nella sto-ria antica della città). Sono esposti alcuni dei reperti archeologici venutialla luce durante la campagna di scavi condotta dal 2005 al 2007. Ilmuseo può essere visitato seguendo le proprie curiosità accompagnatidalla voce (in italiano) delle audioguide, osservando plastici, parti di stra-de, ricostruzioni di laboratori, teche con oggetti ritrovati durante gli scavi.Si possono scorrere pagine (anche queste in varie lingue, tra cui l’italia-no) su schermi touchscreen. Info: www.podziemiarynku.pl

Un museo sotterraneow

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Il periodo che precede ilNatale a Cracovia è davve-

ro speciale. Un Mercatino fattodi tante casette di legno, albe-ri di Natale, piccoli e grandi,decorati e illuminati, profumi ecolori di una città che si veste,con allegria, a festa. Ovunquefamiglie e tante persone allaricerca di un qualcosa di spe-ciale da regalare, ma soprat-tutto tanti giovani (ricordiamoche Cracovia è una città uni-versitaria che accoglie oltre200mila studenti) .La Piazza del Mercato (a cuila neve regala un fascino deltutto particolare e fa quasiscordare il freddo a volte pun-gente), vicino alla Basilica diS. Maria, viene pacificamente

invasa dalle bancarelle cheoffrono oggetti di artigianato(in legno, lana e pelle) alcunidavvero belli e utili (cappelli,guanti e pantofolone), tantigioielli in ambra del Baltico,vetro di Boemia, colorateceramiche per la casa, tova-glie ricamate, addobbi natalizie numerose ghiottonerie.

Qua e là si notano enormibarili in legno ai quali si com-prono bicchieri fumanti di vinbrulé (grzaniec). Alcuni standespongono formaggi locali, avolte “tradotti” in specialitàpreparate e servite al momen-to. Non mancano i dolciumi, labirra calda, le salsiccie tradi-zionali polacche, in alcunepentole fumanti cuocionoanche deliziose zuppe e ricchistufati.Può anche capitare di assiste-re a un concerto di canti popo-lari eseguito da un piccologruppo di persone nel tradizio-nale costume polacco o ascol-tare una dolce melodia intona-ta da un piccolo coro di vocibianche.

Tra gli appuntamenti tradizionali del Natale ci sono i Mercatini che occupano metà Rynek Glowny.Autentici, offrono oggetti di artigianato tipico

I Mercatini di Natale

L’ambra è una resina di conifere che con il tempo è fossiliz-zata. E’ traslucida, il suo colore può variare dal giallo al ros-siccio, al bruno. Può contenere insetti: goccioline di resina,cadendo su animali di piccolissime dimensioni, li ingloba-vano completamente, soffocandoli e conservandoli, persempre, intatti. Le fossilizzazioni in ambra hanno permessoagli studiosi di studiarne le caratteristiche proiettando nelpresente insetti del passato.Lavorata e levigata, l’ambra viene trasformata in moniliricercati, anelli, braccialetti, orecchini, spille, collane, alcuniche rispettano la tradizione, altri più estrosi.

Ambra, “oro” polacco proveniente dal Baltico

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I presepi (szopki) fatti dicarta, cartone e stagnola

colorata sono una tradizione aCracovia. Dal 1927 vengonoesposti e fatti sfilare nellaPiazza del Mercato. Il primogiovedì di dicembre al mattino,piano piano, arrivano i primiesemplari e vengono depostisul basamento del monumen-to con la statua di AdamMickiewicz. Ce ne sono di tutte le dimen-sioni: da quelli ad altezzauomo a quelli in miniatura.Vengono realizzati da artigia-ni, ma anche da giovani, inte-re famiglie e persino da bam-

bini (abbiamo visto partecipa-re una classe della scuolamaterna con il grande “capola-voro” da loro realizzato).Ad ognuno viene assegnatoun numero e tutti vengono sot-toposti al giudizio di una giuriache dovrà proclamare il più

bello. A mezzogiorno sfilanonella Piazza del Mercato finoal palco dove vengono mostra-ti, uno per uno, alle tantissimepersone che si sono radunateper ammirarli. I più tradizionali sono fatti,appunto, di carta, cartone estagnola colorata, ma vengonoammessi anche presepi fatticon il ricamo, con i dolci e per-sino con altri materiali di rici-clo. I presepi in concorso ven-gono poi esposti (dal 5 dicem-bre 2010 al 27 febbraio 2011)al Muzeum Historyczne MiastaKrakova (Museo Storico dellaCittà di Cracovia).

Il primo giovedì di dicembre si riuniscono nella Piazzadel Mercato. Dai più grandi ai più piccoli fanno bellamostra di sé prima della proclamazione del vincitore

I Presepi di Cracovia

Nel 1364 il re di Polonia Casimiro il Grande volle dare una sontuosa festa per cele-brare il matrimonio di sua nipote Elisabetta di Pomerania con Carlo IV. A MikołajWierzynek, ricco mercante e consigliere di Cracovia, venne chiesto di ospitare l'e-vento e tanti illustri ospiti (Carlo IV, l'imperatore, il re Luigi d'Ungheria, re di CiproPietro I, re Waldemar IV di Danimarca…). La festa durò 20 giorni e 20 notti, men-tre si succedevano le portate di un banchetto oltremodo generoso con i cibi e lebevande serviti in piatti e bicchieri d’oro che, al momento della partenza, furonodonati dal commerciante ai suoi ospiti. In questo edificio passato alla storia per lostorico banchetto ancora oggi si può pranzare. Al Ristorante Wierzynek (Piazzadel Mercato), famoso per la sua atmosfera (ognuna delle otto storiche sale, comela Camera del Cavaliere o la Sala dell'Orologio, è unica per decori e arredi) e perl’eccellente cucina basata su ricette tipiche polacche a base di selvaggina, pesce,funghi, semole, erbe e spezie. Non mancano le specialità dolciarie e i liquori della

casa ottenuti secondo antiche ricette da assoporare anche nella caffeteria o acquistare nel negozio.

Una dolce pausa o un pranzo da Wierzynekw

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Il lavoro in miniera è semprestato pericoloso, molto peri-

coloso. Per questo i minatorierano soliti costruire delle cap-pelle nelle quali si recavano,all’inizio di ogni turno, a prega-re. A Wieliczka (a circa 12 kmdal centro di Cracovia) i minito-ri della miniera di salgemmaaffidavano le loro vite a Dio, allaMadonna e ai Santi, in partico-lare Santa Kinga, Sant’Antonio,San Clemente e Santa Barbara(patrona dei minatori). Tante letradizioni legate a una vita fattadi grandissimi sacrifici, in parti-colare quella del saluto con laformula “Che Dio ti benedica”che viene rivolto, ancora oggi,sia a chi entra sia a chi escedalla miniera.Il sale era considerato l’“oro

bianco”, ed era estremamenteprezioso. Nel Medioevo veni-va estratto a mano, faticosa-mente caricato sulle spalle e iminatori, inerpicandosi sustretti e irregolari scalini sca-vati nella roccia, lo portavanofino in superficie. Per estrarlo iminatori di Wieliczka hannoscavato per secoli. Oggi la miniera (iscritta dal

1978 nella prima lista delPatrimonio Mondiale Culturalee Naturale dell’Unesco), tuttorain attività, si presenta come uncomplesso di cave sotterraneecollegate da 300 km di corridoie disposte su nove livelli cheraggiungono la profondità di327 m. L’itinerario turistico,lungo circa 2 km, porta allascoperta di 22 grotte, collegateda gallerie, situate nell’area delPozzo Danilowicz. Si scende al1° livello, a 64 m di profondità,utilizzando una scala con 378gradini, per arrivare poi fino ai135 m del 3° livello prima dellarisalita con l’ascensore delpozzo. Durante la visita (durata2 ore) si incontrano la Cappelladi Sant’Antonio (1690-1710),con le statue in sale di SanFrancesco e San Domenico, ilsantuario sotterraneo (la cap-pella di Santa Kinga) e laGrotta Janowice scavata in unblocco di sale nella prima metàdel XVII sec (le statue che visono state collocate illustranola più bella delle leggende dellaminiera che racconta la sco-perta del giacimento di salgem-ma in Polonia).

A Wieliczka “Che Dio ti benedica” è il nome del primo itinerario di pellegrinaggio sotterraneo

alla scoperta di Santi, cappelle e persino di un santuario

La miniera di sale

All’esterno della miniera, un edificio completa-mente ristrutturato è diventato un luogo dove “illusso è nascosto in una grande storia”. Il bouti-que Hotel Grand Sal (4 stelle) si affaccia sulparco monumentale, a due passi dall’ingressodella miniera (che ospita anche il Centro

Sotterraneo di Terapia e Riabilitazione grazie alla straordinaria purezzabatteriologica del microclima e all’alto contenuto di cloruro di sodio e diioni di magnesio e calcio della miniera). Gli eleganti interni assicurano unsoggiorno all’insegna del totale benessere. Info: www.grandsal.pl

Hotel Grand Sal

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Si deve risalire al 1044 pertrovare la data di fonda-

zione, ad opera del PrincipeCasimiro il Rinnovatore, delmonastero benedettino diTyniec, località a soli 12 kmdal centro di Cracovia. Si trat-ta di una serie di edifici che siinnalzano su una roccia e sispecchiano nelle acque delfiume Wisla (Vistola). La loroposizione geografica ha influi-to, e non poco, sulla storia diquesto monumento. Nel corsodei secoli l’abbazia non èstata infatti solo un centro dispiritualità e cultura, ma si ètrovata spesso a svolgere unruolo strategico nel controllo enella difesa del territorio.Ed è proprio per questo moti-vo che poco è rimasto dellastruttura originaria che fu dap-prima saccheggiata daiMongoli nel XII secolo, poidagli svedesi nel XVII e, infi-ne, dai russi nel fine del XVIIIsecolo durante la prima rivoltapolacca. Nel 1816 il monastero vienesoppresso dagli austriaci. Nel1939 i monaci tornano aTyniec.

La maggior parte di quanto sipuò vedere oggi è stato edifi-cato nel XVI secolo e in segui-to ristrutturato in stile barocco.La visita all’abbazia inizia dalportale di ingresso al di sopradel quale si può vedere lostemma che racchiude laspada di San Paolo e le chiavidi San Pietro. Superato il por-tale, si accede alla prima partedel complesso: il “Castello”.Una volta attraversatoanch’esso, si arriva nella piaz-za del Monastero su cui siaffacciano la chiesa abbazia-le, l’ingresso al chiostro e l’an-tica biblioteca (che oggi acco-glie il Benedettino Istituto diCultura). Proprio quest’ultimoedificio negli ultimi anni è statooggetto di un recupero spetta-colare. Quel poco che è rima-

sto della struttura originaria èstato mantenuto e valorizzato,mentre le parti mancanti sonostate sostituite da materialicome marmi, acciaio ecemento armato. Scelte archi-tettoniche di grande efficaciaseppur nella loro, apparente,semplicità di forme e colori.Attualmente, oltre ad essere lacasa di una trentina di fratibenedettini, l’abbazia è ancheun centro di cultura, un luogodove si svolgono concerti dimusica classica e recital. Il complesso ospita anche unrefettorio e una caffetteria,entrambi aperti al pubblico.Non manca un negozio dove èpossibile acquistare prodottirealizzati localmente, comemiele, marmellate, fruttasecca, caramelle, erbe per tée infusi, birra e vino, tutti diottima qualità.Chi lo desidera può anchesoggiornare in una delle stan-ze, semplici ma accoglienti (cisono stanze singole, doppieed alcune anche per famiglie)realizzate al secondo e alterzo piano dell’edificio.Info: www.benedyktyni.pl.

A soli 12 km da Cracovia, in località Tyniec, sorge il monastero, capolavoro di recupero architettonico

che esalta quanto sopravvissuto dal passato

L’abbazia dei Benedettini

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Cracovia e Karol Wojtyla,Papa dal 16 ottobre 1978

al 2 aprile 2005 con il nome diGiovanni Paolo II. Un legameforte ha unito, e ancora unisce,il Papa polacco con la città chelo ha visto studente, operaio,attore, poeta, seminarista, gio-vane prete, professore univer-sitario, Vescovo, Metropolita diCracovia. Una città che haavuto l’onore di ospitarlo quan-do era Capo della ChiesaCattolica.Nella piccola guida “Lungo isentieri di Giovanni Paolo II”edita dal Comune di Cracoviasi legge che i cittadini “hannoeretto dei monumenti in suamemoria, creato e collocatodelle tavole commemorative echiamato con il suo nome

importanti istituzioni”. Cono -scono i luoghi legati alla suavita. Molti li considerano comeuna sorta di “stazioni sulla viadi Giovanni Paolo II”. La guidaraccoglie 37 tra i luoghi piùimportanti di questo percorso,come il Palazzo dei Vescovi diCracovia dove venne, studen-te, ad abitare nel 1944 e vitornò, come Santo Padre

durante ogni pellegrinaggionella città a lui così cara (nellafoto sopra, un’immagine delPapa è stata posta alla fine-stra dove si affacciava persalutare i giovani e i fedeli chesi riunivano nell’antistanteslargo), la Basilica di SanFrancesco d’Assisi (una targain ottone segnala la pancadove lo studente Karol Wojtylasi fermava a pregare),l’Università Jagellonica dove,nel 1938, Wojtyla iniziò glistudi di filologia polacca nellaFacoltà di Filosofia e laChiesa di Santa Maria (Piazzadel Mercato) dove fu predica-tore e confessore dal 1952 al1957.A Lagiewniki la chiesa dellaMisericordia Divina ospitò l’o-peraio Karol (lavorava nellavicina fabbica chimica Solvaydurante la II Guerra Mondialedove, dal 1940 al 1944, face-va i turni di notte mentre digiorno si dedicava ala lettura ealla preghiera). Da Papa vitornò il 7 giugno 1997 e poiancora il 17 agosto 2002 perconsacrare la nuova Basilica(foto di pag. 14).

Il suo ricordo è presente a Cracovia e lo sarà sempre. La gente considera i luoghi legati alla sua vita

delle “stazioni” lungo il percorso del Papa polacco

I sentieri di Giovanni Paolo II

All’età di 20 anni Helena Kowalska entra nellaCongregazione delle Suore della Beata VergineMaria della Misericordia, prende il nome di SuorFaustina (http://www.faustyna.pl/) e vi rimane finoalla sua morte, all’età di 33 anni. Nel suo “Diario”scrive, con parole semplici, dei suoi incontri conGesù e riporta i Suoi desideri, in particolare quello diricordare al mondo intero l’amore misericordioso di

Dio per ogni uomo e di introdurre nuove forme di culto della MisericordiaDivina: l’immagine di Gesù con la scritta “Gesù, confido in te”.

Santa Elena Faustina Kowalska

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Ente Nazionale Polacco per il Turismo

Via G.B. Martini, 6

00198 Roma

Tel. 06.4827260

[email protected]

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