polifonia, enunciazione e punto di vista. la parola agli altri introduzione

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  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    INTRODUZIONE

    1. Premessa

    Polifonia, enunciazione e punto di vista: La parola agli altri

    il titolo che abbiamo scelto per la nostra tesi. Con la selezione

    di questo titolo vogliamo mettere in evidenza almeno due aspetti

    basilari del nostro approccio: in primo luogo, sebbene ilfenomeno della polifonia sia abitualmente correlato ai problemi

    delle eterogeneit discorsive !cfr. "".##., 1$$%&, delle voci

    degli altri che il locutore non prende in carico, e quindi ai

    diversi gradi con cui il testo riproduce queste presenze,

    tuttavia non riducibile ad essi. 'n e(etti, esistono una

    molteplicit di discorsi che, anche se non rispondendo

    direttamente alle caratteristiche proprie delle forme deldiscorso riportato e della citazione nei quali si riproduce un atto

    d)enunciazione all)interno di un altro atto d)enunciazione1,

    tuttavia mostrano una struttura di natura polifonica. *iscorsi

    che proponiamo di chiamare normalizzati, che cio non

    1+ come viene denita da Compagnon !1$-$: e sgg.&: /)acte decitation est une 0nonciation singulire: une 0nonciation de r0p0titionou la r0p0tition d)une 0nonciation !une 0nonciation r0p0tante&, une r00nonciation ou une dnonciation. 'nfatti, secondo Compagnon, lacitazione istaura una relazione tra due sistemi semiotici ciascuno diloro composto da un testo e da un soggetto: 21!"1, 31& e 24!"4, 34&. 31 il testo in cui l)enunciato citato compare per la prima volta o da dove preso, mentre 34 il testo entro il quale l)enunciato viene ripreso, idue autori "1e "4sono i soggetti dell)enunciazione di t!l)enunciato& in31e 34. 'n questo senso, il rapporto interdiscorsivo o intertestuale !315 34& soltanto una modalit particolare della corrispondenza tra isistemi. 6) importante menzionare che l)interpretazione diCompagnon suppone, in e(etti, che data l)autonomia relativa dei duesistemi semiotici si stabilisca un principio di non-ridondanzatra loro,

    un principio d)inconvertibilit che suppone che anche se gli enunciati!citato e citante& possono essere identici tuttavia rimaneun)irriducibile di(erenza tra i due sistemi riguardante la loroenunciazione.

    1

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    manifestano particolarit morfosintattiche e lessicali proprie

    delle forme del discorso riportato !i.e. le virgolette citazionali, il

    condizionale e altre espressioni proprie dello scarico di

    responsabilit, elementi espressivi quali le esclamazioni, i

    vocativi, le esitazioni ecc.&, ma che denunciano nonostante una

    congurazione enunciativa straticata e complessa.4

    /a teoria della polifonia linguistica di +s7ald *ucrot

    propone alcuni esempi del tipo di enunciati normalizzati che

    possono ricevere una lettura polifonica. "d esempio si considera

    polifonica la struttura enunciativa soggiacente a tutti gli

    enunciati della forma non-p, vale a dire enunciati negativi del

    tipo 8aria non intelligente. 'n e(etti, secondo

    l)interpretazione di *ucrot !1$9: ;$%&,

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    a(ermazione e al quale il locutore nalmente si assimila. 2e si

    ammette questa spiegazione possibile analizzare tutti gli

    enunciati negativi come una sorta di dialogo cristallizzato

    rappresentato dal confronto tra queste gure enunciative.

    "ltre evidenze di questo fenomeno sono costituite

    dall)ironia, dal discorso d)autorit, dalle presupposizioni e

    dall)apparizione di alcuni morfemi che esigono per essere

    interpretati di una lettura in termini di polifonia.

    'l fenomeno che ci proponiamo di considerare quindi di

    tutt)altra portata: non consiste nel riconoscere la presenza della

    parola di /1 !sotto la forma della citazione o riporto& in un

    discorso di un altro locutore /, ma piuttosto nel rendere conto

    che all)interno di un discorso attribuito a un unico soggetto !che

    provvisoriamente chiameremo soggetto dell)enunciazione&, alla

    maniera di una pice de thtresi mettono in scena uno o piA

    personaggi che sono sostanzialmente diversi dal soggetto

    parlante. "lcune di queste gure compaiono come

    rappresentanti dei punti di vistadentro il testo@enunciato.

    'n secondo luogo, metaforicamente la parola agli altri

    rinvia anche all)espressione convenzionale con la quale si

    introduce un oratore o si lascia parlare qualcuno !lascio la

    parola aB, adesso la parola aB &. =uesto gioco linguistico ci

    permette di scoprire un altro aspetto della questione: la

    possibilit inscritta nella lingua, e quindi nell)enunciato e nelle

    procedure di messa in discorso della signicazione, di far

    parlare qualcuno che non possiede letteralmente la parola e

    quindi non rappresentato esplicitamente nel discorso

    attraverso delle marche enunciative, ma che l)espressione di

    una voce virtuale. e sono un esempio gli enunciatori della

    teoria della polifonia linguistica di +s7ald *ucrot !1$9;& o gli

    5"d esempio, per una descrizione del connettore mais cfr.

    DruEelles et alii !1$-%: ;-%4&, per d)ailleurs si veda Dourcier et alii!1$9: 1$

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    osservatori della teoria degli attanti cognitivi di Facques

    Gontanille !1$9$&, le due teorie delle quali ci occuperemo.

    6) nostro interesse quindi analizzare in profondit il

    fenomeno del punto di vistaa partire dalla congurazione che

    ne costruiscono queste due teorie. Congurazione che noi

    consideriamo abbastanza simile in molti aspetti e i cui punti di

    contatto proveremo a mettere in luce.

    /e ipotesi che orientano il nostro lavoro nel ristretto ambito

    di questi due loni e che tenteremo di dimostrare possono

    essere riassunte in quattro punti.

    'n primo luogo, riteniamo che abbia una qualche

    importanza il fatto che questi due approcci, sebbene circoscritti

    a domini diversi,%si siano interessati nel corso del tempo allo

    studio delle stesse questioni generali, che provvisoriamente

    chiameremo le questioni della prospettiva enunciativa !intese

    come la non concomitanza tra il dire e il mostrare&. 'nfatti, se si

    considerano le diverse origini e destinazioni !cfr. 8anetti,

    1$$9: $& dei due approcci questa attenzione sembra

    particolarmente signicativa. Hno dei risultati di queste

    teorizzazioni la distinzione tra una serie di gure !osservatore,

    enunciatore, locutore, ecc., sulle quali torneremo& che

    permettono di rendere conto, da una parte, dei diversi rapporti

    esistenti tra i soggetti enunciativi e la circolazione del sapere

    dentro i testi e, dall)altra, dei diversi soggetti dell)enunciato tra i

    quali si trovano i responsabili dei punti di vista iscritti in esso, e

    che sono tra loro omologabili.

    'n secondo luogo, siamo convinti che la possibile

    integrazione tra le tipologie semiotiche e linguistiche utilizzate-

    6on vogliamo certamente dimenticare le di(erenze esistenti traqueste due linee teoriche: e la vocazione testuale della semioticagenerativa, e il carattere interfrastico della linguistica ducrotiana. 8aquesto non preclude, secondo noi, la possibilit di trovare dei punti di

    parziale tangenza che costruiscano possibili linee di convergenza tral)uno e l)altro lone.7Come tra l)altro propone lo stesso Gontanille !1$9$:

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    per descrivere il fenomeno della prospettiva enunciativa non sia

    di certo una circostanza fortuita. /a possibilit di tale

    integrazione si deve in grande misura, secondo noi, al fatto che

    questi due modelli, che, come abbiamo detto, rispondono ad

    approcci diversi, ad un momento determinato del loro sviluppo 5

    i primi anni )9 5 assumono una posizione teorica a(ine rispetto

    al ruolo del punto di vista e in particolare rispetto alla sua

    congurazione all)interno di un testo@enunciato.

    'n e(etti, questi due modelli hanno contribuito a

    sottolineare per vie diverse 5 che ci riserviamo di discutere piA

    estesamente 5 il fatto che le questioni del punto di vista

    costituiscono una delle specicit dellatto enunciativo.

    Precisamente, sia che si consideri l)enunciazione come l)atto

    presupposto dall)enunciato e della quale solo l)enunciato puI

    darci l)illusione attraverso l)enunciazione enunciata, sia che la

    si consideri l)evento storico che consiste nell)apparizione

    dell)enunciato e della quale l)enunciato ci o(re l)immagine, in

    tutti e due i casi l)interesse delle riJessioni risiede

    nell)attenzione nei confronti dello scarto, dello slittamento, dello

    scambio tra diverse posizioni enunciative vuote, luoghi

    variabili, che le operazioni della messa in discorso, da una parte,

    e il senso dell)enunciato, dall)altra, provvederanno a ri

    costruire. /)importanza della categoria del punto di vista nella

    sua relazione coi processi di costituzione della signicazione

    stata gi evidenziata da 6co nella presentazione del volume di

    !arte se"iotichededicato a questo argomento:

    KBL non c) da un lato il fenomeno della semiosi e dall)altro

    un punto di vista dal quale gli oggetti semiotici !ormai

    deniti& vengono messi a fuoco: il punto di vista,

    8'n altre parole, la questione del punto di vista non riducibile ad

    una semplice congurazione tipologica, al contrario un fenomenoche riguarda la costruzione delle ipotesi esterne in questi duemodelli, e cio opera come un ltro teorico per quanto riguardal)analisi dei fenomeni pertinenti.

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    dell)enunciatore e del destinatario, viene a far parte dello

    stesso processo per cui la semiosi si denisce, e la

    signicazione si instaura !6co, 1$99: $&.

    'n terzo luogo, le assunzioni alle quali porta l)utilizzo della

    categoria di punto di vistapresuppongono come passo previo

    una rielaborazione di alcuni postulati teorici di base. el caso

    della teoria dell)osservatore si tratter di ripensare

    l)importanza che la semiotica generativa assegna alla

    dimensione cognitiva dei testi e alle operazioni della messa in

    discorso, a partire dalla costruzione di un modello narrativodell)enunciazione, mentre nel caso della polifonia linguistica si

    tratter invece dell)abbandono di alcuni dei classici principi

    enunciativi$ in favore del riconoscimento di un)alterit

    costitutiva dei discorsi e soprattutto degli enunciati. 'n realt, la

    questione delle basi teoriche della polifonia linguistica piA

    complessa, dal momento che questo modello fa capo a dottrine

    abbastanza eterogenee a seconda delle diverse fasi della suaevoluzione: la teoria degli atti linguistici, il dialogismo

    bachtiniano, la teoria dell)enunciazione di Mmile Denveniste, la

    semantica argomentativa ecc., per citare solo alcuni degli

    apporti che saranno trattati piA avanti.

    'noltre la riformulazione dei principi che ne conformano i

    modelli teorici produce il conseguente distacco tra l)approccio

    di *ucrot e quello di Gontanille rispetto alla questione del puntodi vista. 2e da una parte si osserva lo spostamento del centro

    d)attenzione della semantica linguistica verso questioni piA

    attinenti alle capacit argomentative della lingua e quindi allo

    studio del valore argomentativo degli enunciati e delle parole,

    dall)altra l)approccio semiotico accoglier la questione del punto

    di vista tra le nuove riJessioni intorno ai fenomeni dell)estesia e

    della percezione. 2i puI dire che se nella prospettiva della9Ci riferiamo ai lavori linguistici di Mmile Denveniste, raccolti inDenveniste !1$%%& e !1$-;&

    %

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    linguistica ducrotiana i problemi della polifonia e del punto di

    vista costituiscono il punto di arrivo delle riJessioni sorte

    intorno agli anni )- in materia di eterogeneit enunciative,

    nella prospettiva semiotica invece questa nozione, che

    costituisce originariamente il punto di partenza di una serie di

    considerazioni intorno al fare cognitivo dei soggetti, continua a

    manifestare la sua fecondit teorica e la sua Jessibilit

    concettuale all)interno dei recenti sviluppi della semiotica con

    base fenomenologica.

    'nne il quarto aspetto da considerare. *a ciI che abbiamo

    detto nora risulta evidente quanto le manifestazioni discorsive

    del punto di vista 5 che saranno comunque il nostro lo

    conduttore 5 siano inseparabili da un)altra questione, senza

    confondersi perI con essa: quella dellavoce enunciativa.=uindi

    il nostro studio tenter di analizzare anche i diversi rapporti

    esistenti tra punto di vistae voce.

    /a convinzione che presiede a questo lavoro, forse la piA

    generale delle nostre ipotesi, che la nozione di punto di vista

    costituisca un importante punto d)intersezione tra i due

    paradigmi, quello semiotico e quello semanticopragmatico, e

    che questo contatto, anche se parziale e limitato nel tempo, sia

    comunque ricco di indicazioni che meritano di essere messe in

    luce. Possibilit di contatto che in stretto rapporto con la

    direzione verso la quale si indirizzano le ricerche in materia di

    polifonia linguistica e le sue successive modicazioni.

    =uesto crocevia stato gi individuato da F.Cl. Coquet

    !1$9

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    /)un des m0rites de la r0JeEion s0miotique a 0t0 Nustement

    de montrer au cours des ann0es que nous n)avions Namais

    a(aire dans l)analOse du language des 0nonciations Q !

    des saisies de l)oral&, mais des 0nonciations 0nonc0es.

    "utrement dit, non seulement l)0nonc0 prime sur

    l)0nonciation KBL, mais il est notre unique obNect d)eEamen.

    *ans cette perspective, l)0nonciation et son suNet deviennent

    des e(ets de sens dont on cherchera les indices dans

    l)0nonc0. C)est sur ce chemin que s)est engag0, nous

    sembletil, +. *ucrot, encore que ses formulationsdemeurent notre avis ambiguRs KBL. !Coquet, 1$9

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    parte, SenrO Fames e le sue teorizzazioni riguardanti il ruolo

    dello scrittore in rapporto alla congurazione dell)universo

    diegetico e dei suoi personaggi, e dall)altra, alcuni studiosi della

    letteratura quali Dooth, 3odorov, Pouillon e lo stesso >enette

    che fa un)analisi molto approfondita della questione del modo e

    della voce nei testi narrativi. 'n e(etti, allo studioso francese

    sono imputabili la ormai classica distinzione tra chi vedee chi

    parla nel racconto e la classicazione dei diversi modi della

    visione in termini di focalizzazionie di alterazionidel punto di

    vista. /)ultima parte del capitolo dedicata da un lato, all)analisi

    di un racconto breve di Dorges /a forma della spada, nel quale

    si mette alla prova la classica dicotomia genettiana, e dall)altro

    alla nota revisione della teoria genettiana delle focalizzazioni

    intrapresa da 8ieTe Dal.

    'l secondo capitolo dedicato alla questione delle

    eterogeneit enunciative. =uesta problematica sorta in ambito

    linguistico rispecchia una presa di posizione riguardante i

    fenomeni enunciativi didue posizioni teoriche fondamentali: in

    primo luogo, il riconoscimento di uneterogeneit costitutivadei

    soggetti e dei discorsi che riguarda la determinazione a monte

    di una serie di ipotesi riguardanti la frammentazione della

    coscienza, la presenza degli altri nella propria parola ecc. e

    che derivano sia dalla psicanalisi sia dagli studi bachtiniani

    trasposti in ambito linguisticoU in secondo luogo, il

    riconoscimento di uneterogeneit "ostrata nei discorsi che

    rivela a valle alcuni meccanismi e strategie che permettono

    l)inscrizione dell)altro nel proprio discorso. /)eterogeneit

    emerge chiaramente sottoponendo il testo ad unVanalisi per

    mezzo degli strumenti dell)analisi discorsiva che rende conto

    delle molteplici forme attraverso le quali si manifestano

    fenomeni polifonici di vario tipo quali la citazione, il discorso

    riportato ecc.

    $

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    =uesta scissione del fenomeno polifonico in due grandi

    ambiti d)interesse ci ha permesso di evidenziare che la posizione

    della linguistica enunciativa che fa capo al modello polifonico

    ducrotiano si inscrive nel primo lone delle ricerche. 'n e(etti,

    Polifonia enunciativa, la seconda parte del capitolo,

    indirizzata a rendere conto piA in profondit di alcuni aspetti

    teorici del modello riguardanti le nozioni di enunciazione e

    polifonia. "bbiamo dedicatoun)attenzione particolare ai diversi

    modi attraverso i quali la linguistica ducrotiana, mediante

    successive ridenizioni, circoscrive e denisce il proprio

    dominio di studio in materia di polifonia e in rapporto ad altri

    fenomeni polifonici !ad esempio le forme del riporto&. Hna volta

    circoscritto l)ambito della polifonia enunciativa abbiamo dunque

    proceduto a rendere conto della costruzione del suo modello

    teorico, delle ipotesi e dei principi fondamentali che

    costituiscono il suo impianto teorico e metodologico. CosW

    abbiamo individuato un insieme di nozioni che rappresentano i

    pilastri sui quali si costruisce il suo apparato formale: le nozioni

    di frase e di enunciato coi rispettivi valori semantici, il

    signicato e i l senso. 'n e(etti, la polifonia enunciativa vede

    negli enunciati e nel loro senso il suo principale oggetto di

    studio. /e frasi vengono considerate come entit virtuali

    appartenenti alla lingua il cui signicato costituito da una

    serie di istruzioni per interpretare il senso degli enunciati.

    Parallelamente il sensodegli enunciati inteso come i commenti

    che vengono fatti alla loro enunciazione, o anche come

    un)immagine della loro enunciazione. /)evento enunciativo

    !l)enunciazione propriamente detta& presupposto

    dall)esistenza degli enunciati: in questo senso, l)oggetto di

    studio della teoria ducrotiana sono gli enunciati !che si

    costituiscono cosW negli unici osserva#ilidella teoria& e dal loro

    essere signicanti, vale a dire dotati senso e passibili di

    interpretazione. 6) solo a partire dal senso degli enunciati che

    1

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    possibile dire qualcosa sull)enunciazioneU in e(etti, per la teoria

    ducrotiana, il senso degli enunciati consiste in un)i""agine

    della loro enunciazione, immagine che puI essere ricreata a

    partire di una serie di tracce e di marche enunciative.

    =uesti e altri aspetti ci hanno permesso diidenticare i tre

    modi in cui si manifesta la costitutivit del fenomeno polifonico

    entro la teoria ducrotiana, che abbiamo chiamato

    rispettivamente polifonia costitutiva !che rende conto

    dell)eterogeneit costitutiva&, polifonia enunciativa !che rende

    conto del principio secondo il quale la struttura polifonica di

    natura polifonica& e ipotesi polifonicache rende conto, a livello

    metateorico, del fatto che l)appello al concetto di polifonia

    riguarda la costruzione delle ipotesi esterne al modello.

    'l terzo capitolo dedicato allo studio del secondo degliaspetti sopra citati, vale a dire, all)analisi della strutturapolifonicadegli enunciati. /a ricostruzione critica del modelloducrotiano ci ha permesso d)individuare i principali punti e isuccessivi emendamenti della teoria no all)ultima versione del

    modello polifonico che riconosce all)interno degli enunciati unastruttura enunciativa straticata e complessa in cui si lascianosentire una molteplicit di voci diverse da quella del soggettoche produce l)enunciato. #oci le cui fonti sono gure discorsiveo esseri di carta i cui ruoli sono deniti esclusivamente infunzione di, e all)interno degli, enunciati nei quali compaiono.

    'n questo senso, l)ultima versione della teoria polifonica

    ducrotiana si presenta come un modello di carattere strutturale

    che accomuna da una parte alcuni risultati degli studi di

    Denveniste in ambito enunciativo e dall)altra alcuni dei principi

    !i piA antropologici& del dialogismo del Circolo di Dachtin, e

    che propende per lo studio unicato della componente

    semantica e di quella pragmatica entro un)unica descrizione

    linguistica chiamata pragmatica integrata.

    3uttavia, il punto fondamentale di questa concezione

    enunciativa del senso che coincide con la svolta polifonica del

    modello che l)immagine dell)enunciazione trasmessa dal senso

    degli enunciati consiste in una struttura enunciativa a varie

    voci$ 'n e(etti, se prima la questione dell)eterogeneit

    11

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    enunciativa veniva studiata fondamentalmente in rapporto alle

    forme del discorso riportato e alla citazione, la novit della

    proposta ducrotiana consiste nel riconoscere la presenza di

    questa struttura enunciativa polifonica co"plessa anche

    all)interno di una grande quantit di enunciati normalizzati

    quali gli enunciati negativi, gli enunciati ironici, le

    presupposizioni ecc. 2i tratta in denitiva di analizzare !e

    relativizzare& il principio dellunicit del soggetto parlante che

    suppone che dietro un enunciato ci sarebbe uno e solo un

    soggetto che parla a cui sarebbero imputabili la responsabilit

    dell)enunciato, le marche deittiche e le attitudini espresse in

    esso.

    'n pratica, la polifonia linguistica propende per una sorta di

    frattura enunciativa che permette di distinguere tre gure

    fondamentali: un soggetto e"pirico !eEtradiscorsivo e che

    rappresenta il soggetto reale della comunicazione del quale la

    linguistica non si occupa&, un locutore!un essere discorsivo

    che responsabile dell)enunciato e anche referente dei deittici&

    ed un enunciatore, che nell)ultima versione della teoria diventa

    il responsabile virtuale dei punti di vista espressi

    nell)enunciato, vale a dire le attitudini e opinioni che in esso si

    manifestano.

    'l processo enunciativo, secondo *ucrot, consisterebbe

    dunque nella "essa in scenada parte del soggetto che enuncia

    di una serie di gure discorsive, di esseri di carta che

    riJettono diverse posizioni e che possono essere in accordo o in

    disaccordo tra loro. 2i tratta dunque della costruzione di una

    serie di si"ulacri la cui origine secondo noi si rif al concetto

    bachtiniano di "ascherata. Parallelamente e nella misura in cui

    queste gure discorsive possono ricoprire piA ruoli, si avvia la

    possibilit di postulare un sincretis"o tra di esse: il locutore

    puI essere l)enunciatore delle opinioni contenute nel suo

    discorso, ma possibile anche che il punto di vista sostenuto

    14

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    dall)enunciatore s)identichi invece con l)opinione

    dell)allocutario ecc.

    'nne le ultime teorizzazioni linguistiche in materia di punti

    di vista si collegano con le riJessioni sorte in ambito

    narratologico intorno alle questioni della voce e del modo

    narrativo. 'n particolar modo, la distinzione genettiana tra chi

    vedee chi parlapuI essere messa in correlazione con le diverse

    categorie ducrotiane. 'n questa maniera possibile stabilire

    un)analogia funzionale tra soggetto

    empirico@locutore@enunciatore e le categorie

    autore@narratore@fo%er di percezione riconosciute a livello

    testuale.

    /a manifesta tendenza del modello ducrotiano di prendere

    delle categorie che operano ad un livello testuale per ricondurle

    al seno dell)enunciato ciI che avvia la possibilit di esplorare

    eventuali coincidenze tra le teorizzazioni linguistiche e altri

    modelli di riJessione, come quello semiotico strutturale. Per

    fare ciI si reso necessario provvedere ad una ricostruzione

    teorica di alcuni aspetti fondamentali della teoria greimasiana

    riguardanti il ruolo della dimensione cognitiva dei testi, la

    narrativizzazione dell)enunciazione, e gli ultimi sviluppi in

    materia di percezione e pra&isenunciativa.

    'l quarto capitolo dunque indirizzato alla ricostruzione deipunti salienti dello sviluppo della riJessione sulla dimensionecognitiva dei testi in quanto saperi enunciati ma ancheenunciativi: la costruzione dell)osservatore e dell)informatorecome delegati dell)istanza enunciativa, il loro ruolo e i regimidella loro interazione all)interno dei testi. 'n questo contestos)inscrive la nostra analisi del breve racconto di CortXzar /ucase il polipo il cui scopo di evidenziare il modo in cui si d lacostruzione testuale dei regimi intersoggettivi d)interazione equindi il valore che assume la costruzione dei punti di vista.

    'nne, questo capitolo tiene in considerazioneanche inuovisviluppi semiotici riguardanti i rapporti tra punto di vista epercezione che si inscrivono nell)ambito delle nuove riJessioni

    su base fenomenologica, cosW come le di(erenze esistenti tral)approccio semiotico e quello narratologico intorno a questaproblematica.

    1

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    'l risultato di questa ricostruzione mette in evidenza lapossibilit di stabilire un)analogia funzionale tra la categoriadell)enunciatore ducrotiano !responsabile dei punti di vista& edell)osservatore. =uesta e altre corrispondenze costituiscono gliargomenti fondamentali del quinto capitolo.

    'n e(etti, un)altra corrispondenza che il nostro studiomette in luce quella esistente tra la gura dell)attantepragmatico di verbalizzazione !locutore o narratore& e illocutore ducrotiano. 'nne, i diversi d#ra%age !spaziotemporali, tematici ecc& attraverso i quali possibile avviare ilprocesso di gurativizzazione dell)attante pragmatico all)internodei testi !coi ruoli di relatore, testimone, testimone partecipanteecc& ci ha permesso di mettere in risalto anche le a(initesistenti tra alcune di queste gure inscritte a diversi livelli del

    percorso generativo con la gura del locutoreinquantoesseredelmondo descritta dal modello ducrotiano. /e conclusioniricavate in questo ambito di riJessioni ci hanno consentito dirilevare l)esistenza di altri punti di convergenza tra i duemodelli questa voltariguardanti alcuni aspetti vincolati al loroimpianto teorico e metodologico. Hna parte importantedell)ultima parte del nostro lavoro stata indirizzata adimostrare l)esistenza di una si"ile attitudine se"iotica ese"antica!nel senso denito da Denveniste& tra i due approcci,in stretto rapporto con le questioni del punto di vista, dellapolifonia e dell)enunciazione. Per rendere conto di questi

    aspetti, abbiamo ricreato una sorta di dialogo tra le diverseposizioni che tendono a porre lVaccento sia sulle convergenze siasulle divergenze tra i due loni. 'n funzione ai risultati ricavatidalla nostra ricostruzione critica delle diverse fasi del lorosviluppo abbiamo proceduto a puntualizzare i loro principalipunti di convergenza, riformulando e a volte ancheminimizzando alcuni dei presupposti che, secondo alcunistudiosi, determinano le loro divergenze.

    ' due paradigmi quello semiotico e quello pragmaticolinguistico nel loro complesso rimangono incommensurabili.3uttavia, il merito del nostro studio consiste forse nell)avermesso in evidenza che la possibilit di trovare dei punti diparziale tangenza riguardanti l)identit funzionale di un insiemedi gure enunciative fondata su alcune interessanti linee diconvergenza teorica tra l)uno e l)altro lone.

    1;

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    CAPITOLO PRIMO

    LA NOZIONE DI PUNTO DI VISTA

    =uand estce qu)on 0crira au point de vue

    d)un #lague suprieure, c)estdire comme

    le bon *ieu les voit d)en hautY

    >ustave Glaubert

    1. 'ntroduzione

    'te" perspectiva una parola latina che signica guardare

    attraverso. Z in questo senso che *[rercerca di circoscrivere

    il concetto di prospettiva. ella storia della pittura in cui il

    concetto si originato in quanto principio d)organizzazione

    fondamentale della rappresentazione, il punto di vistacoincide

    con il punto di convergenza geometrica delle linee

    perpendicolari al piano del quadro, il punto di fuga che marca

    simbolicamente la solidariet tra lo sguardo dell)autore e quello

    dello spettatore. PanofsTO !1$4;1$4& adotta questa denizione

    per descrivere la prospettiva in pittura non come un mero

    elemento esterno dell)opera d)arte, ma come un elemento che

    esprime l)essenza stessa dell)arte. Per PanofsTO in e(etti

    l)antichit classica costruisce una rappresentazione dello spazio

    che si chiama prospettiva fondata su delle leggi stilistiche e

    matematiche essenzialmente diverse da quelle del

    ?inascimento. /a discrepanza nella nozione di prospettiva in

    1

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    questi due momenti della storia della cultura sono segnati

    tuttavia dalle di(erenze attribuite alle congurazioni generali

    dello spazio. =uest)autore chiama intuizione prospettica dello

    spazio la trasformazione del dipinto in una nestra attraverso

    la quale sembra di contemplare lo spazio, vale a dire quando la

    supercie materiale pittorica su cui compaiono le gure

    negata co"e talee trasformata in un mero piano gurativo sul

    quale e attraverso cui si proietta uno spazio unitario che

    contiene le diverse gure. 8a possibile un arte gurativa che

    non disponga gi di una qualsiasi forma di prospettiva, per

    quanto lontana essa possa essere da ciI che attualmente

    s)intende con questa nozioneY Z possibile dunque parlare delle

    !varie& prospettive che si succedono nella storia dell)arteY Per

    PanofsTO, che assimila la nozione di prospettiva non soltanto alla

    sua moderna denizione geometrica !la messa in relazione tra

    un punto di fuga, un punto di vista e la distanza

    d)osservazione&, ma soprattutto alla manifestazione di una

    forma simbolica che rende conto dei diversi modi di

    signicare lo spazio, la risposta evidentemente a(ermativa.

    CosW intesa, la prospettiva antica sarebbe l)espressione di una

    determinata intuizione che riguarda sostanzialmente una

    concezione dello spazio come non sistematico, discontinuo,

    laminato, un semplice aggregato di gure, e che di(erisce

    sostanzialmente da quella moderna.

    8olto vicino alle posizioni di PanofsTO, *amisch !1$9-&

    sostiene l)idea della prospettiva come un paradig"a o

    dispositivo regolatorele cui funzioni riguardano non soltanto la

    costruzione delle relazioni geometriche, ma anche la

    costruzione di una rete dindizi che costituiscono l)equivalente

    del sistema dell)enunciazione linguistica e che corrispondono

    all)elemento simbolico che si troverebbe all)origine della loro

    espressione. ella misura in cui la prospettiva costruisce un

    punto che puI intendersi come un)istanza analoga a quella del

    1%

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    soggetto nella lingua, o a quella della persona in relazione

    ad un orae un qui, *amisch, lettore di Denveniste, sottolinea

    l)analogia esistente tra la costruzione della soggettivit per

    mezzo della lingua e la costruzione del soggetto della

    prospettiva.

    'nfatti, uno degli e(etti della moderna prospettiva implica

    la ricostruzione di un punto di vista, vincolato con l)altezza

    dell)occhio di un soggetto osservatore che viene denito come il

    soggetto della prospettiva, e la cui posizione d)osservazione

    a sua volta proiettata nel quadro1.

    /e grandi perplessit che la costruzione in prospettiva

    hanno suscitato risiedono, secondo *amisch, precisamente in

    quest)idea della proiezione dell \io\: iosono l(per proiezione in

    quel punto segnato nel dipinto, o meglio, io ho l( il mio luogo

    geometrico, indipendentemente della distanza in cui mi

    posiziono per osservare il quadro.

    'n questo senso, la perspectiva articialis ha provvisto la

    pittura di un dispositivo formale: la distribuzione che organizza i

    punti di vista, di fuga e la distanza da una parte, e la

    sistematizzazione di uno spazio deittico !il qui,in opposizione al

    l( della rappresentazione& dall)altra. /a possibilit di entrare nel

    quadro come in una scena segnata dalla facolt di passare da

    una posizione all)altra mettono in evidenza, davanti al soggetto

    che contempla !l)io&, l)esistenza di un altro: l)altrosegnato dalla

    posizione dell)io nel dipinto che no a questo momento veniva

    escluso dall)arte contemplativa.

    /)interesse sempre crescente per diversi usi e le modalit

    che riveste la costruzione del punto di vista si manifesta ad

    esempio in questa nota incisione di "braham Dosse, '

    prospettori, di 1%;9:

    10'n questo senso, interessante ricordare che secondo PanofsTO lascoperta del punto di fuga storicamente anteriore all)invenzione delpunto di vista, vale a dire all)inscrizione entro l)enunciato dellaposizione d)osservazione.

    1-

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    ' prospettori si muovono senza impedimenti sul terreno,portando ciascuno dei tre la sua propria piramide visuale i cui

    li sono annodati all)altezza dell)occhio. 'n e(etti, se per questo

    artista l)assunzione di un punto di vista determina, in un certo

    senso, una nuova forma di libert associata alla visione, che

    implica l)introduzione di un fattore individuale e soggettivo,

    tuttavia per molti altri la costruzione di un punto di vista

    costituiva invece un fattore d)intollerabile sottomissione ad unordine matematico predeterminato. Come ad esempio si vede

    nella celebre incisione di *[rer del 1

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    'n quest)immagine vediamo il pittore costretto a disegnare i

    contorni della modella attraverso uno schermo reticolato

    trasparente, con la testa rigida e lo sguardo sso nell)orizio

    dell)apparecchio di misurazione: ciI che viene illustrato nella

    scena sono, in e(etti, i mezzi meccanici di cui l)artista si doveva

    servire se voleva ottenere la costruzione legitti"a dellacomposizione.

    Come a(ermazione del principio di realt o come

    potenziamento della sfera individuale, i diversi momenti della

    storia della pittura dal ?inascimento ai nostri giorni possono

    essere connessi quasi direttamente alle modicazioni subite da

    questa notion-valise$ Come a(erma Facques "umont:

    /)histoire de la peinture du ]#eau ]]esicle est celle de lar0gulation, puis de la mobilisation du point de vue: de soninstitution son eEcentrement dans le baroque, sondilution chez le paOsagistes du ]']e et dansl)impressionisme, sa multiplication et sa perte dans lecubisme analOtique. !"umont, 1$9

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    appare dunque come un fenomeno particolarmente complesso.

    CosW, il punto di vista come fenomeno di natura soggettivante,

    con il quale n0 il narratore n0 i personaggi propongono una

    visione conclusiva del mondo diegetico, si trasforma in una delle

    strategie testuali piA di(use del romanzo moderno, una vera

    categoria estetica)):

    KBL on ne pouvait comprendre les arts nouveauE qu)enconsid0rant l)interpr0tation subNective du r0el comme une

    v0ritable cat0gorie esth0tique. "u m^me titre che un 8onet,Les *au& +onna%eursou un roman de #. _oolf rev0laientl)importance du regard du romancier sur son ouvrage. /eroman apparaissait comme un sOstme de signes dont

    l)organisation et le sens d0pendaient des rapportscompleEes et n0cessaires unissant une oeuvre et uneconscience. /)originalit0 d)un roman relevait en premier lieud)une optique narrative particulire: le point de vue duromancier devenait manifestement le plan fondamental KBL.!`era(a, 1$%$: 4-&

    4. 'l punto di vista in letteratura

    /)importanza della nozione di punto di vista in letteratura simanifesta in un)epoca nella quale gli scrittori !e in primo luogo

    SenrO Fames& partono dal principio che la realt puI essere

    percepita solo da una certa prospettiva, e che quindi risulta

    impossibile dare nel romanzo una visione totalmente obiettiva di

    un universo dato. /a rivoluzione estetica degli anni 4 consiste

    pertanto nel considerare l)obiettivit !quella di Dalzac o 3olstoN,

    ad esempio& come un eetto di sensorisultato di uno sguardoesterno che si posiziona fuori dall)universo romanzesco: questa

    situazione di esteriorit esprime gi in se stessa un punto di

    vista.

    11=ueste riJessioni possono essere messe in relazione con leproposte di #olpe !1$99: %%& per la costruzione di una storiadiacronica del punto di vista che renda conto dell)evoluzione del puntodi vista a partire dello studio dell)interazione evolutiva tra funzioni e

    forme. 'n e(etti, secondo l)autore, nella sua evoluzione storica, ilP*# modica la sua funzione all)interno di ciascuna operacontribuendo cosW a determinare la funzione letteraria dell)operastessa.

    4

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    "lcuni studiosi della letteratura !cfr. `era(a, 1$%$, 8iller,

    1$-4 e 2egre, 1$9;& concordano nell)a(ermare che SenrO

    Fames lo scrittore che piA ha contribuito, attraverso le sue opere

    letterarie e soprattutto le sue intuizioni teoriche !gli ormai

    celebri prologhi ai suoi romanzi&, a fondere denitivamente la

    concezione di punto di vista con lart du ro"andel secolo ]].

    'nfatti, a lui imputabile la nozione di reectoro reectors, vale

    a dire la drammatizzazione di una coscienza, la costruzione di

    un centro soggettivo che colora tutti gli eventi e le azioni del

    racconto.

    Proprio nei prologhi !cfr. la raccolta di 8iller, 1$-4& si

    evidenziano le questioni piA signicative della riJessione

    Namesiana che sono alla base della sua pra&is letteraria: la

    necessit di una coscienza al centro dell)opera narrativa, il

    succedersi di queste coscienze, la nozione di reectors, le

    limitazioni imposte allo scrittore dalla scelta di una coscienza

    particolare !ad esempio infantile& ecc.

    'n questo insieme di riJessioni importante sottolineare un

    aspetto che risulta pertinente per l)attuale analisi e che ci

    permette di cogliere la specicit della nozione di punto di vista

    entro la teoria Namesiana. 2i tratta del riconoscimento, da parte

    dell)autore, della necessit di una !o piA d)una& coscienza

    come specchio del mondo diegetico, vincolato ad un)altra

    questione: l)assegnazione dei limiti entro i quali verosimilmente

    si gioca il sapere e il sentire di questi centri soggettivi.

    "d esempio, nel prologo a .he Princess !asa"assi"a

    !1$9&, si rende manifesto l)interesse Namesiano intorno alla

    drammatizzazione di una coscienza:

    "t the same time, ' confess ' never see the leadinginterestof anO human hazard but in a consciousness !on the part ofthe moved and moving creature& subNect to ne

    intensication and 7ide enlargement. KBL 3he greatchroniclers have clearlO al7aOs been a7are of thisU theOhave at least al7aOs either place a mind of some sort 5 in

    41

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    the sense of a reJecting and colouring medium 5 inpossession of the general adventure. !8iller, 1$-4: 4

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    destino. /a visione che i personaggi focalizzano su se stessi se

    da una parte dipende dai loro desideri, dall)altra anche

    subordinata allo sguardo che su di loro proiettano gli altri

    personaggi.

    CosW, i personaggi Namesiani sono attori che registrano tutti

    gli aspetti di una data situazione, entro la quale perI sono

    costretti a giocareU dunque attraverso l)inscrizione del punto di

    vista in una coscienza, Fames assegna due funzioni ai suoi

    personaggi: la funzione di narratorie quella di agenti. 'n quanto

    agente, ciI che un personaggio pensa e sente coincide con la

    storia e il modo in cui agisce, quindi il suo sentimento

    inseparabile della la sua azione. 'n questo senso, la di(erenza

    tra l)agire !doing2 e il sentire !feeling& per Fames una

    distinzione illusoria. 'n e(etti, `era(a riconosce in Fames un

    realismo soggettivo fondamentalmente relativista: tra il

    carattere e il suo ambiente si stabilisce un sistema di scambi

    e interferenze che correggono sistematicamente la coscienza

    interiore:

    "lors que les destins de Fulien 2orel et d)6mma DovarO0taient d0termin0s par le conJit d)un 8oi int0rieur et d)un

    Fe social, chez Fames le 8oi et le Fe s)adaptent l)un a l)autre,mais aussi se d0veloppent, s)enrichissent mutuellment.!`era(a, 1$%$: %1&

    2e da una parte la coscienza individuale puI cogliere uno

    spazio sociale, tuttavia questo spazio serve necessariamente a

    modellarla: l)ottica di Fames si fonda dunque sull)impossibile

    isolamento del soggetto.

    /a visione obliqua che caratterizza i testi Namesiani

    coincide quindi con la visione diretta di un personaggio che

    ricade sull)altro e sul mondo. /o schermo soggettivo trasforma

    perI questa visione in unltroche, se da una parte trasmette al

    lettore dei messaggi che, focalizzati nella coscienza di untestimone, esprimono e signicano la vita di un insieme,

    4

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    dall)altra restituisce allo stesso personaggio un)immagine di se

    stesso.

    /a metafora del punto di vista in SenrO Fames urta dunque

    contro una questione fondamentale delle opere narrative che

    riguarda la posizione dello scrittore rispetto alla materia

    narrata, posizione che, nel racconto moderno, esprime la

    tendenza a cogliere questa materia attraverso l)ottica dei

    personaggi. Come sostiene 2egre !1$9;: 9%&, Fames insomma

    ha preso coscienza di un principio generale della narrazione, e

    ne ha fornito applicazioni personali KBL.

    'n e(etti, 2egre !1$99& distingue due signicati nell)uso

    comune della parola punto di vista: da una parte, il punto di

    vista ha un signicato ottico, connesso con la denizione

    delle leggi prospettiche !cfr. quanto esposto in 1.& e dall)altra

    riceve anche un signicato metaforico relativo alle opinioni, le

    convinzioni su una determinata questione, vale a dire, un

    signicato assiologico. ella misura in cui per SenrO Fames il

    posizionamento da un determinato punto di vista presuppone

    che lo scrittore deve limitare le sue possibilit assumendo le

    restrizioni proprie della visione costruita a partire da uno dei

    suoi personaggi, 2egre identica la concezione Namesiana con

    la prima accezione ottica, mentre al polo opposto, identica

    nella teoria bachtiniana l)ambito di sviluppo della concezione

    assiologica del punto di vista. "nche se lo studioso avverte

    sulla possibilit di coesistenza delle due accezioni, tuttavia

    sottolinea anche la rarit di applicazioni pure del punto di

    vista ottico, alla Fames, e la loro avventurosa individuazione,

    mentre per quanto riguarda il punto di vista assiologico

    linguistico, individuabile in modo sicuro con l)analisi dello

    stile.

    4;

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    enette, 1$-4: 4< e

    anche l)ultimo paragrafo della voce #ision dans la ction in

    *ucrot e 3odorov, 1$-4&.

    *alla prima esposizione autonoma dovuta a P. /ubbocT

    !1$41&, alle successive osservazioni, tra le altre, di G. . 2tanzel

    !1$&, Griedman !1$&, aOser !1$9& no al noto saggio di

    _aOne Dooth !1$%1& 5 un)analisi il cui studio approfondito

    oltrepasserebbe purtroppo l)intento del nostro lavoro 5 si

    osserva un)assimilazione tra le due nozioni. 'l caso piA evidente

    forse il testo di Dooth consacrato al punto di vista nel quale si

    assiste, in realt, ad una classicazione delle variet delle voci

    narrative.

    Dooth !1$%1: trad. fr. 9-& denisce il punto di vista come

    un truc) technique, un moOen, pour parvenir des ns plus

    ambitieuses. 3ecnica che se da una parte serve all)autore per

    sviluppare la sua intenzione narrativa, dall)altra utile anche

    per agire sul lettoreU il valore e le caratteristiche di questo

    mezzo sono quindi in stretto rapporto con le nozioni piA generali

    di senso e di eetto che esso destinato a provocare.

    ?iconoscendo che la terminologia in uso si rivela inappropriata

    per rendere conto delle multiples voi&de l)auteur l)obiettivo di

    4

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    Dooth sar di proporre una nuova piA ricca, classicazione delle

    variet delle voci presenti nel testo.

    'n principio lo studioso distingue tra i narratori che

    partecipano alla rappresentazione nzionale dai narratori che

    ri"angono fuori della rappresentazione.1enette tra narratori o"odiegetici ed eterodiegetici. Cfr. infra.14#i sono poi, anche se non chiaramente classicati da Dooth, i

    narratori ca"uati, coloro cio che non sono mai designatiesplicitamente come narratori: i piA importanti sono le coscienzefocali in terza persona, assimilabili ai reectorsdi Fames, attraverso iquali l)autore ltra il proprio racconto.

    4%

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    riguarda anche la questione della distanza dalla verit1, vale

    a dire il grado d)aida"ento assegnato ai narratori. "lle

    precedenti tipologie si a(ianca dunque quest)altra, che rende

    conto dei casi in cui il narratore appare come degno!o indegno&

    di ducia, vale a dire quando agisce in accordo !o disaccordo&

    rispetto alle norme dell)opera e di conseguenza rispetto alle

    norme implicite ssate dall)autore.

    'nne, un)altra dicotomia presente nel saggio di Dooth

    riguarda il grado di libert o di soggezione dei narratori nei

    confronti di altri eventuali narratori che possono essere con essi

    solidali o in disaccordo.

    " questo punto, la classicazione diventa molto eterogenea:

    il maggior problema di questa tipologia !oltre al fatto, gi

    segnalato da >enette, di confondere voce e "odo&

    sicuramente la non unifor"it dei criteri di classicazione che

    sar resa evidente dallo stesso >enette a proposito di altri

    autori1%.

    *i conseguenza, e nel caso di cui ci occupiamo,

    importante rendere operativa la distinzione gi ampiamente

    descritta da >enette !1$-4: 19

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    enunciativa. 'n e(etti, si puI raccontare piA o meno ciI che si

    racconta o si puI raccontare secondo questo o quel punto di

    vista, tuttavia l)uso della prima persona, vale a dire l)identit

    tra il narratore e il protagonista, non implica necessariamente

    una focalizzazione del racconto sull)eroe. Come a(erma

    >enette:

    /a r0presentation, ou plus eEactement l)informationnarrative a ses degr0esU le r0cit peut fournir au lecteur plusou moins d0tails, et de faon plus ou moins directe, etsembler ainsi !pour r0prendre une m0taphore spatiale

    courante et commode, condition de ne pas la prendre lalettre& se tenir plus ou moins grande distancede ce qu)ilraconteU il peut aussi choisir de r0gler l)information qu)illivre, non plus par cet sorte de ltrage uniforme, mais selonles capacit0s de connaissance de telle ou telle partieprenante de l)histoire !personnage ou groupe depersonnages&, dont il adoptera ou feindra d)adopter ce quel)on nomme couramment la vision ou le point de vue,semblant alors prendre l)0gard de l)histoire !pourcontinuer la m0taphore spatiale& telle ou telle perspective.!'#id: 19enette parte della distinzione tra chi narra !problema

    che riguarda l)istanza narrativa& e chi vede !il personaggio il

    cui punto di vista orienta la prospettiva narrativa&. Per illustrare

    questa di(erenza propone una tabella a quattro entrate che

    riprende da DrooTs e _arren !1$;

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    M#M68632

    ""/2M2 *6

    /)'3M?'6H?

    M#M68632

    +D26?#M2 *6

    /)6]3M?'6H?

    arrateur pr0sent

    comme

    personnage dans

    l)action

    !1& /e h0ros raconte son

    histoire

    !4& Hn t0moin

    raconte l)histoire du

    h0ros

    arrateur absent

    comme

    personnage de

    l)action

    !;&/)auteur analOste ou

    omniscient raconte

    l)histoire

    !enette, solo la frontiera verticaletra interno ed

    esterno concerne la delimitazione delpunto di vista, mentre

    quella orizzontale riguarda la voce e quindi l)identit del

    narratore !protagonista o testimone da una parte, o autore

    dall)altra&.

    >enette propone una tipologia delle posizioni focali a tre

    termini, che riprende parzialmente da Pouillon !1$;%& e da

    3odorov !1$%-&.

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    /)interesse della classicazione di Pouillon !1$;%& risiede,

    secondo noi, nel fatto che la tipologia dei punti di vista !o

    visioni come vengono chiamate dallo studioso& non derivata

    dallo stretto studio narratologico ma dalla messa in

    corrispondenza tra psicologia e romanzo. 'nfatti, secondo

    l)autore la di"ensione psicologicadel romanzo consiste nel fatto

    che l)autore vuole rendere comprensibile al lettore la realt dei

    suoi personaggi.

    /a dimensione psicologica del romanzo si denisce in

    funzione dell)insieme dei problemi di cui deve rendere conto.

    /)autore del romanzo si trova di fronte al problema della

    pluralit dei personaggi che presenta e quindi anche alla scelta

    di un punto di vista o una prospettivasecondo la quale ordinare

    e percorrere questa pluralit. /a questione della visione dei

    personaggi si assimila quindi alla loro esistenza nel romanzo.

    2econdo Pouillon, una delle caratteristiche del romanzo che i

    personaggi possono esistere in maniere diverse, nella misura in

    cui sono visti in modi diversi. Per illustrare questa caratteristica

    Pouillon oppone il vedere teatrale al vedere letterario:

    mentre in un)opera teatrale gli attori sono visti in scena di un

    unico modo, nel romanzo i personaggi possono essere visti da

    fuori, da dentro, direttamente o tramite mediazione a

    seconda dell)immagine che di essi costruiscono gli altri

    personaggi.

    Parallelamente, secondo Pouillon, l)autore di un romanzo

    tenta di dare al lettore la stessa comprensione dei personaggi

    che ha lui stesso. 8entre nella vita reale le persone esistono

    indipendentemente da noi e quindi dobbiamo capirle a partire

    dalla loro e(ettiva esistenza davanti a noi, talvolta addirittura

    malgrado noi stessi, il personaggio romanzesco esiste nella

    misura in cui stato previamente pensato !o capito& da un

    autore, comprensione iniziale che il lettore dovr tentare di

    ricostruire.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    'l problema della comprensione romanzesca duplice: se

    da una parte risponde alla domanda qual la posizione

    dell)autore rispetto ai suoi personaggiY, dall)altra deve anche

    rendere conto dei limiti di tale comprensione. 'n questo senso,

    Pouillon assume la prospettiva classica, che distingue un

    dentro e un fuori della realt psicologica. 'l dentro

    corrisponde alla collocazione all)interno della realt psichica

    stessa, mentre il fuori corrisponde invece alle sue molteplici

    manifestazioni oggettivate.

    Parallelamente, la comprensione interna implica anche

    altre due dimensioni: se l)autore coincide con la dimensione

    psicologica del personaggio, si parler di visione con mentre

    se l)autore si separa da questa realt interna che si impegna

    quindi ad analizzare si parler invece di visione da dietro.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    contrario provare con lui la stessa coscienza irriJessiva !non

    distanziata& di se stesso.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    dimostrano esteriormente. 3uttavia la caratteristica di questo

    modo risiede nel fatto che il romanziere si astiene dal mostrare

    esplicitamente l)interiorit dei personaggi.

    'l problema per Pouillon allora di riconoscere questo

    modo di comprensione come una vera categoria indipendente

    dalle altre due oppure assumere, al contrario, che si tratta di un

    aspetto in stretto rapporto con esse. 'nfatti, se lo scopo della

    descrizione esterna dei personaggi di suggerire la loro realt

    psichica interna, quest)ultima sembrerebbe condizionare la

    visione. /a visione da fuori presuppone in e(etti la visione

    interna nella misura in cui la presenza del signicato !la

    dimensione psicologica del personaggio& ciI che condiziona il

    segno come tale !il personaggio come lo vede l)autore e,

    insieme a lui, il lettore&. 'l che porta alla ne lo studioso ad

    includere questo modo nella visione da dietro, in quanto

    aspetto di essa.

    'n questo senso, le riJessioni che portano Pouillon a

    cancellare la tricotomia in favore di una dicotomia che renda

    conto solo di una visione interna ai personaggi !inscritta nella

    loro coscienza o dietro di essi& sono condizionate, secondo noi,

    dalla natura stessa dalle sue considerazioni teoriche riguardanti

    i legami che si pretendono stabilire tra psicologia e racconto. 6)

    evidente quindi, da questo punto di vista, che la dimensione

    psicologica puI essere colta solo dall)interno, come anche

    evidente che l)interno condiziona l)esterno.

    3uttavia, possibile un)altra spiegazione che permetta di

    conservare questa tripartizione, interpretazione verso la quale,

    secondo noi, tende >enette. 2i tratta di variare la prospettiva,

    assumendo la possibilit di una dina"ica della visione in cui il

    valore delle diverse ottiche, e quindi il loro signicato, non

    derivi in modo esclusivo dalle caratteristiche psicologiche

    intrinseche ad ogni visione, ma piuttosto dal processo in cui

    sono inserite. *al punto di vista letterario, ad esempio, questa

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    dinamica rende conto della possibilit dell)alternanza,

    opposizione o successione dei punti di vista: coltia volte con i

    personaggi, a volte da dietro e a volte da fuori. 'n tal modo il

    signicato della visione non viene piA segnato esclusivamente

    dai rapporti che intrattiene con la realt psichica, ma viene

    messo in correlazione con gli altri modi di vedere e soprattutto

    con gli altri elementi narrativi.

    Hna classicazione a tre termini molto simile ma derivata

    da un diverso approccio teorico al racconto proposta, a sua

    volta, da 3odorov.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    narratore. Per rendere conto dei diversi tipi di visioni interne al

    racconto, 3odorov si serve della classicazione di Pouillon, nella

    quale introduce perI alcune variazioni. 3odorov riconosce tre

    tipi di visioni:

    1. 5arratore 6 Personaggio !la visione da dietro di

    Pouillon&. 'l narratore sa pi0 di quanto sa il suo personaggio.

    =uesto determina la superiorit del narratore che conosce tutti

    gli eventi, le azioni e le situazioni del racconto, vede dentro la

    mente, la coscienza, i sentimenti dei suoi personaggi, che quindi

    non hanno segreti per lui. 6) la forma tipica del racconto

    classico.

    4. 5arratore 7 Personaggio!la visione con&.'l narratore

    sa tanto quanto sa il personaggio. 'n questo caso il narratore

    non puI fornire spiegazioni degli eventi in cui sono coinvolti o

    dei sentimenti che provano i suoi personaggi prima che essi

    stessi li scoprano. 'nfatti questa visione, che si puI manifestare

    alla prima o alla terza persona, va sempre di pari passo con la

    visione limitata di uno o piA personaggi che si alternano.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    nozioni di punto di vista, visione e campo. CosW distingue

    tre tipi di focalizzazione:

    1. il racconto non focalizzato o a focalizzazione zero che

    corrisponde al narratore onnisciente della letteratura classica

    e quindi alla visione da dietro di Pouillon e alla formula

    arratore Personaggio di 3odorovU

    4. il racconto a focalizzazione interna, sia essa ssa,

    variabile o multipla, risponde alla visione di uno o piA soggetti

    del raccontoU ilfo%erdi prospettiva si colloca allora all)interno

    della coscienza di uno dei personaggi !nel cinema si avrebbe il

    caso della soggettiva in cui la macchina da presa si sostituisce

    agli sguardi del personaggio& che corrisponde alla visione con

    di Pouillon e quindi al secondo tipo di 3odorovU

    enette mette in guardia

    dall)impossibilit di ridurre questo tipo narrativo ad un) unica

    manifestazione letteraria: infatti, una delle caratteristiche del

    romanzo d)avventura sta proprio il fatto che l)autore, col

    proposito di conservare il mistero, non svela in partenza tutto

    ciI che egli sa, e quindi le prime pagine del romanzo sono

    spesso lavorate attraverso la focalizzazione esterna. =uesta

    ignoranza iniziale diventa dunque un toposletterario.

    Hn esempio di questo tipo di procedimento letterario

    l)inizio de Lducation senti"entale di Glaubert, anche se in

    questo caso il mistero immediatamente chiarito. el quarto

    e quinto paragrafo del romanzo si legge:

    Hn Neune homme de diEhuit ans, longs cheveuE et quitenait un album sous son bras, restait auprs du gouvernail,immobile. travers le brouillard, il contemplait des

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    clochers, des 0dices dont il ne savait pas les nomsU puis ilembrassa, dans un dernier coup d)oeil, l)le 2aint/ouis, laCit0, otre*ameU et bientt, Paris disparaissant, il poussaun grand soupir.

    8. Gr0d0ric 8oreau, nouvellement reu bachelier, s)enretournait ogentsur2eine, oA il devait languir pendantdeuE mois, avant d)aller faire son droit. 2a mre, avec lasomme indispensable, l)avait envoO0 au Savre voir un oncle,dont elle esp0rait, pour lui, l)h0ritageU il en 0tait revenu la

    veille seulementU et il se d0dommageait de ne pouvoirs0Nourner dans la capitale, en regagnant sa province par laroute la plus longue. !'l sottolineato nostro&.

    2econdo >enette !1$-4: 49 n.1.& il narratore, per

    introdurre il personaggiofa ntadi non conoscerlo, costruendoquindi una descrizione esteriore del soggetto: i capelli, gli

    oggetti che porta con s0, la posizione che occupa, ciI che vede.

    3uttavia, una volta introdotto tramite questa focalizzazione

    esterna, il racconto fornisce altri dettagli, interni questa volta,

    del personaggio che ci permettono di scoprire quanto il

    narratore sappia realmente. Hn aspetto che palesa quest)ampia

    conoscenza del narratore il riferimento al sentimento delgiovane 8oreau che, dovendo languire !languir& nel suo paese

    per due mesi e a modo di intimo risarcimento !ddo""ager&

    per non poter restare nella capitale, sceglie di ritornare alla sua

    provincia per la via piA lunga.

    +ltre a sostenere che la focalizzazione un fenomeno

    generalmente localizzato su segmenti narrativi determinati,

    >enette sottolinea che la distinzione tra i diversi punti di vista

    non cosW netta come la tipologia sembrerebbe evidenziare.

    Hna focalizzazione esterna in rapporto ad un personaggio

    talvolta deriva da una focalizzazione interna su un altro

    personaggio. Parallelamente la distinzione tra focalizzazione

    varia#ileefocalizzazione zero, a volte, di(icile da stabilire con

    precisione. 'nne, >enette riconosce la piena realizzazione della

    focalizzazione internanel caso dei racconti costruiti attraverso

    monologhi interiori dei personaggi, che fa sW che le peculiarit

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    dei personaggi vengano inferite dalla loro coscienza messa in

    primo piano, che funziona cosW dafocusnarrativo.

    enette, 1$-4: 411 e

    sgg.& che implicano, ad esempio, una restrizione

    dell)onniscienza del narratore, una moltiplicazione deipersonaggi focali ecc. 'nfatti, il cambiamento di focalizzazione,

    soprattutto se isolato all)interno di un contesto coerente, puI

    essere visto come una trasgressione al modo dominante che

    regge il testo. 'nfatti, queste alterazioni, se da una parte

    servono a modulare la coerenza dell)insieme, dall)altra non

    comportano reali cambiamenti dei codici sottostanti sui quali si

    ritagliano e a partire dei quali si deniscono.>enette identica due tipi di alterazioni: il primo tipo, la

    paralipsi, consiste nel dare meno informazioni di quanto sia

    necessario. *i norma questo tipo comporta, ad esempio, nella

    focalizzazione entro la coscienza di un soggetto, l)omissione di

    una sua determinata azione o pensiero che certamente egli non

    puI ignorare, ma che l)autore decide di dissimulare. Hn altro

    esempio l)utilizzazione del toposdell)incipit intrigante di cuisi accennato precedentemente a proposito del testo di

    Glaubert.

    'l secondo tipo di variazione, che >enette denomina

    paralepsi, l)alterazione inversa e quindi presuppone di fornire

    al lettore un eccesso d)informazione in rapporto al modo globale

    del testo. =uesto tipo contraddistinto, ad esempio, dal

    passaggio dalla focalizzazione esterna al modo di focalizzazioneinterna nella coscienza di un personaggio.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    ' primi paragra dell)9ducation senti"entale sopra citati ci

    o(rono un esempio della realizzazione di questi due movimenti:

    nel quarto paragrafo1-viene utilizzata la paralipsi !meccanismo

    che, come abbiamo detto, permette di nascondere inizialmente

    al lettore il nome del protagonista&U tuttavia, nel paragrafo

    successivo si verica il passaggio dalla focalizzazione esterna ad

    una focalizzazione interna, e quindi ad una forma di paralepsi

    !caratterizzata, come abbiamo detto, dalla descrizione dei

    sentimenti del protagonista riguardanti il ritorno obbligato alla

    sua provincia&.

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    propone di riconoscere invece due attitudini narrative generali

    tra le quali il romanziere puI scegliere per costruire la sua

    opera: la prima consiste nel far raccontare la storia da un

    soggetto partecipante, vale a dire da uno dei suoi personaggi, e

    l)altra nel farla raccontare da un soggetto non partecipantealla

    storia, vale a dire da un narratore che non presente nella

    storia che racconta.

    =ueste due attitudini servono a caratterizzare dunque due

    tipi di racconti, che >enette chiama eterodiegetico quando il

    narratore assente dalla storia che racconta !ad esempio

    +mero nell)'lliade&, oppure o"odiegeticoquando il narratore

    invece presente come personaggio !ad esempio il ;las&.

    3uttavia, >enette osserva che mentre l)assenza del

    narratore dal mondo diegetico un valore assoluto, la sua

    presenza all)interno del racconto puI invece manifestarsi a

    diversi gradi. 8entre in il ;las, il narratore !>il Dlas& anche

    il protagonista della storia, in

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    questo schema triangolare per rendere conto dei due tipi di

    racconto. 2e da una parte la dissociazione tra il personaggio e il

    narratore !P j & denisce il regime eterodiegeticomentre la

    loro identit !P k & determina il regime o"odiegetico,

    dall)altra, per quanto riguarda invece la relazione tra l)autore e

    il personaggio, la loro dissociazione !" j P& determina il regime

    dell)allo#iograa e la loro identit !" k P& determina quello

    dell)auto#iograa)>. 'nne, poich0 la relazione tra autore e

    narratore , secondo >enette, ciI che determina il carattere

    ttizio o meno del racconto, l)identit rigorosa tra queste gure

    !" k P& caratterizzerebbe il racconto fattuale: l)autore assume la

    piena responsabilit delle asserzioni interne al racconto e perciI

    non lascianessuna autonomia al suo narratoreU la forma !" j &

    denirebbe al contrario i racconti letterari intesi come un tipo di

    narrazione in cui l)autore non assume la responsabilit della

    veracit delle asserzioni in esso contenute.

    Per rendere conto di queste relazioni, >enette !i#id$: 9

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    FINZIONE OMODIEGETICA

    N = P

    A

    = AUTOBIOGRAFIA ETERODIEGETICA

    N P

    A

    FINZIONE ETERODIEGETICA

    N P

    =uesti schemi permettono di evidenziare la qualit

    nzionale o fattuale dei racconti in funzione all)identit o

    discordanza tra le gure narrative. 'n questo senso, mentre le

    tre ultime forme dello schema !" j & servono ad identicare i

    racconti nzionali, le due prime forme dello schema !" k &

    contraddistinguono in e(etti i racconti fattuali.

    3uttavia, si rende necessario distinguere la forma

    dell)autobiograa !intesa come un racconto fattuale& da un altro

    tipo di narrazione, questa volta perI di carattere nzionale che

    sembrerebbe rispondere alla stessa equazione: " k k P. 2i

    tratta del caso dell)autonzione, in cui un narratore identicato

    con l)autore !attraverso un insieme d)indizi quali l)identit

    onomastica, i dati biograci ecc.& produce un racconto di

    nzione omodiegetica !ad esempio, Dorges che compare in molti

    dei suoi racconti sia in qualit di testimone sia in qualit di

    protagonistaU cfr. ;&. 2econdo >enette, sotto l)apparente

    somiglianza tra l)autobiograa e l)autonzione si nasconde

    tuttavia una di(erenza fondamentale: ciI che segna l)identit

    narrativa tra l)autore e il narratore non la loro identit

    onomastica o biograca, ma soprattutto l)adesione seria

    ;4

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    dell)autore ad un racconto del quale assume pienamente la

    veridicit. 'n questo senso lo schema pertinente all)autonzione,

    se da una parte deve marcare la di(erenza tra il narratore e

    l)autore, dall)altra,. e in modo indipendente, identica queste

    due gure col personaggio narrativo. /a rappresentazione

    sarebbe quindi:

    A

    = AUTOFINZIONE

    N = P

    2e da una parte >enette mette in risalto il carattere

    contraddittorio dello schema che propone, dall)altra e

    nonostante ciI, sostiene che questa contraddizione sia utile per

    rendere conto in modo chiaro dell)ambiguit inerente a questo

    tipo di racconto.

    'noltre, questo schema mette anche in evidenza la diversa

    natura dell)identit sui tre lati del triangolo. 'nfatti, secondo

    >enette, mentre tra " e P l)identit di carattere giuridico e

    riguarda la responsabilit dell)autore in relazione alle azioni del

    personaggio, tra e P si tratta invece di un)identit di natura

    linguistica tra soggetto dell)enunciazione e soggetto

    dell)enunciato, rappresentata dalle marche della prima persona

    ioU inne l)identit tra " e simboleggia l)assunzione seria da

    parte dell)autore delle asserzioni narrative.

    ;. 8odo e voce in /a forma del la spada di F . / .Dorges.

    /a distinzione tra vocee punto di vistanon sempre facile

    da individuare. 'n e(etti, ciI che l)analisi testuale rivela chemolti racconti congurano le loro situazioni narrative ai limiti

    ;

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    degli intricati rapporti tra l)identit narrativa e la focalizzazione.

    Come sottolinea ?eOes:

    =uando i personaggi servono da punti di mira KBL ilnarratore narra ciI che il personaggio percepisce o crede,ma ci troviamo spesso col problema di distinguere un mododi parlare da un modo di vedere: problema generaledell)assegnazione dei discorsi, dell)oscillazione tral)attribuzione e l)appropriazione. 'n e(etti, citando un puntodi vista il narratore puI citare, simultaneamente, unlinguaggio. /a confusione tra voce e prospettiva, chedenuncia >enette, inscritta nel fenomeno stessodell)espressione narrativa. Chi parlaY PuI separarsi chiparla !il narratore& da chi vede, percepisce, opina,

    attraverso la sua voceY !?eOes, 1$9;: 11. 3rad. nostra&

    =uesto il caso di /a forma della spada di Dorges !1$;4&

    la cui analisi proponiamo come un esempio paradigmatico della

    costruzione testuale del modo e della persona e nel quale si

    mette alla prova la netta distinzione genettiana.

    /a forma della spada forma parte di una raccolta di 1-

    racconti pubblicati nel 1$;; in *inzioni.

    4

    =uesto raccontoscritto nel 1$;4 narra dell)incontro tra due personaggi:

    Dorges e un inglese !poi si sapr che in realt irlandese&

    proprietario di alcuni territori a 3acuaremb !regione orientale

    dell)HruguaO&. *a quest)incontro scaturisce una seconda storia,

    questa volta raccontata dall)irlandese, in cui si scopre l)origine

    della cicatrice a forma di mezzaluna che egli ha sul volto.41

    'l racconto si apre con la descrizione della cicatrice fatta

    dal narratore o"odiegeticoDorges:

    20/a narrativa borgiana ha appassionato i critici delle piA diversenazionalit quindi rendere conto in questa sede dell)ampia bibliograacritica della sua opera eccederebbe i limiti del nostro lavoro. Ciaccontentiamo quindi di ricordare alcuni studi critici che in 'talia si

    sono occupati dell)opera dello scrittore argentino: Caprettini !1$$4&,Paoli !1$--U 1$$4&, ?uta !1$99&.21/a traduzione italiana del testo completo appare in "ppendice, inquesta sede si citer dall)edizione spagnola del 1$%%.

    ;;

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    Le cruza#a la cara una cicatriz rencorosa: un arco

    ceniciento % casi perfecto que de un lado a?a#a la sien %

    del otro el p@"ulo$ /u no"#re verdadero no i"portaA

    todos en .acuere"#@ le decBan el 'ngl0s de /a

    Colorada$!i#id: 14

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    assumendo anche una posizione focale che forse assimilabile

    alla posizione dei paesani le cui voci danno consistenza a uno

    sfondo di dicerie. 3uttavia, possibile interpretare la scelta di

    questa prospettiva come una scelta deliberata attraverso la

    quale il narratore si riuta di dare alcune informazioni al

    lettore: nel testo tale decisione viene suggerita

    dall)a(ermazione del narratore secondo la quale il vero nome

    dell)inglese non importante, mentre tutto il racconto gira

    proprio intorno al no"e !o meglio, allidentit di questo

    personaggio e, come verr svelato alla ne, allo sca"#io

    didentit&. 'n questo senso, l)omissione del nome si rivela un

    occulta"ento fondamentale che il narratore deliberatamente

    condivide col personaggio. Come sar precisato di seguito, si

    puI pensare questa primafocalizzazione dallesternocome una

    forma di sospensione il cui signicato riguarda il

    consolidamento di un lega"e solidale tra il primo

    narratore@testimone ed il secondo narratore@personaggio. 'n

    e(etti, Dorges narratore sa tutto, conosce ogni singolo

    particolare della storia. 3uttavia sceglie, come parte della sua

    strategia, d)introdurre la voce di questo secondo personaggio a

    cui delega la responsabilit di portare avanti il racconto.

    /a struttura del testo quindi si presenta al lettore come un

    racconto incassato in un altro racconto, sviluppato a due livelli

    narrativi diversi: il narratore eEtradiegetico Dorges !primo

    livello& fa raccontare la storia della cicatrice da un narratore

    intradiegetico !secondo livello&, diventandone a sua volta

    l)ascoltatore.

    ;.1. /)auto nzione

    Hna delle caratteristiche piA interessanti di questa primanarrazione data dal suo carattere autonzionale, vale a dire

    ;%

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    una narrazione di carattere nzionale ma la cui identit tra

    autore e personaggio, da una parte, e tra narratore e

    personaggio dall)altra, viene tuttavia mantenuta !cfr. sopra&. 'n

    e(etti, se riprendiamo lo schema che caratterizza l)autonzione

    al testo:

    A Borges

    =

    N = P

    Borges IO Borges

    +sserviamo che se da una parte tra l)autore Dorges e il

    personaggio Dorges sussiste ciI che >enette ha denominato

    identit giuridica e anche ono"astica, dall)altra, perI, il

    carattere nzionale del racconto impedisce di riconoscere la

    stessa identit tra autore e narratore, anche se il narratore della

    prima storia a sua volta un personaggio !vale a dire il soggetto

    a cui si riferiscono le marche della prima persona& e quindi

    sussiste un)identit linguistica tra di essi. =uest)autonzione

    assume nel testo il valore di un ricordodi una vicenda vissuta in

    prima persona e che riguarda un passato non meglio

    determinato in cui hanno luogo un)incontroe la rivelazione di

    un segreto!che in un secondo momento acquisisce la forma di

    unaconfessione&. Coerentemente con la prospettiva incentrata

    sul narratore logicamente implicata dal racconto di primo

    livello, la prima manifestazione del ricordo costituita da una

    descrizione dallesterno dell)inglese che riguarda alcune

    caratteristiche siche e linguistiche: questo tematizza il

    vedere del narratore grazie ad un faccia a faccia con il

    personaggio e che allo stesso tempo anticipa la narrazione

    dell)incontrotra i due:

    ;-

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    Gecuerdo los o?os glaciares, la enrgica acura, el

    #igote gris$CDEA es verdad que su espaHol era

    rudi"ental, a#rasilerado CDE$ !p.14

  • 7/24/2019 POLIFONIA, ENUNCIAZIONE E PUNTO DI VISTA. LA PAROLA AGLI ALTRI Introduzione

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    possibile la storia della cicatrice, riguarda non soltanto ciI che

    si dice, ma soprattutto il "odo in cui lo si dice, e cio il valore

    che il personaggio in qualit di narratore vuole imporre al suo

    racconto. /a condizione imposta dall)irlandese per la

    trasformazione narrativa !da personaggio, e quindi soggetto

    raccontato, a narratore, e quindi soggetto che racconta& di

    rispettare la modalit, il tenore che pretende di dare alla sua

    narrazione: la storia della cicatrice si presenta co"e la storia di

    uninfa"ia che il primo narratore accetta di ascoltare, e con lui i

    lettori$ CiI che segue !la storia raccontata dall)irlandese,

    narratore di secondo livello& citato tra virgolette.

    'n relazione all)uso delle virgolette44, inteso come un e(etto

    di trasparenza proprio delle citazioni dirette, che introducono

    nel discorso di un enunciatore 61 quello di un enunciatore

    secondo 64 e quindi suppongono una presa di distanza

    consistente tra il discorso citante e il discorso citato, bisogna

    segnalare perI che in questo caso l)e(etto di verosimiglianza

    viene mitigato da due fattori: il primo, come abbiamo detto,

    riguarda il carattere rievocato degli eventi: si tratta infatti di

    un ricordo di Dorges, primo narratore, la cui memoria

    s)impone come un ltro di lettura che non permette l)accesso

    ad una visione diretta degli eventiU il secondo fattore riguarda

    invece la trascrizione stessa delle parole dell)altro. 'n e(etti, il

    paragrafo che introduce il secondo racconto avverte:

    9sta es la historia que cont@, alternando el ingls con

    el espaHol % aIn con el portugus$!p.14;&

    *i queste variazioni espressive e titubanze linguistiche non

    c) traccia nel testo riportato. /a parola dell)irlandese, il suo

    dire viene quindi tradotto e nor"alizzato in funzione del

    22Purtroppo nella traduzione italiana di Granco /ucentini !1$$& cheabbiamo trascritto in "ppendice si omette di riportare le virgolettecitazionali che inquadrano il racconto di secondo livello.

    ;$

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    discorso che gli fa da cornice, vale a dire il discorso del primo

    narratore. =ual allora il senso delle virgoletteY Cosa rimane

    del discorso citatoY

    /a risposta a queste domande rivela il motivo fondamentale

    che ci ha portato a portare questo testo come esempio

    paradigmatico della costruzione della voce e del modo narrativo.

    2econdo noi la funzione delle virgolette nel testo deve cercarsi

    nel loro valore liminare, sorta di soglia che determina il

    passaggio tra i due livelli del discorso citante e di quello citato.

    'n questo caso, perI, l)importanza di questa demarcazione

    riguarda soprattutto !ciI che ci interessa dimostrare& uno spazio

    !tipograco& di passaggio e di trasformazione ad un punto di

    vista altro, di natura simulacrale. 'n altre parole, ciI che il

    narratore eEtradiegetico decide di riprodurre tra virgolette , da

    un lato, il racconto dell)altro, i fatti e gli eventi, ma dall)altro,

    anche il "odoin cui questi eventi vengono raccontati.

    CiI che si sceglie di rappresentare dunque con un certo

    grado di verosimiglianza sono soprattutto le decisioni narrative

    eettuate dal secondo narratore. 'nfatti, come metteremo in

    luce piA avanti, tutto il racconto verte intorno agli indizi e

    soprattutto agli occultamenti compiuti da questo soggetto

    narrante, che il primo narratore provvede a trascrivere tra

    virgolette.

    CosW, vediamo stabilirsi un secondo rapporto solidale tra i

    due narratori: l)omissione o paralipsi iniziale, attraverso la quale

    il primo narratore fa nta che il suo sapere riguardante il

    personaggio sia limitato ed esterno, seguita dalla scelta di

    aprire un sipario all)interno del proprio racconto, attraverso il

    quale possibile vedere attraverso gli occhi del protagonista:

    messa in scena che contribuir a preservare no alla ne

    l)ambiguit del secondo soggetto che enuncia.

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    ;.4. 'l racconto metadiegetico

    /a storia della cicatrice il racconto di un traditore il cui

    soggetto narrativo in realt abbastanza semplice:

    un)irlandese, che lotta per l)indipendenza dell)'rlanda, si prende

    cura di un nuovo compagno ferito, per poi scoprire che l)uomo

    che aveva protetto lo tradisce, denunciandolo ai nemici in

    cambio della sua incolumit personale.

    'n funzione della dichiarata trasformazione dell)irlandese in

    narratore, sappiamo che questo secondo racconto a carico di

    questo personaggio, che in prima persona narra la sua storia

    passata: un rivoluzionario che, insieme ad altri cospiratori,

    lotta per la liberazione dell)'rlanda intorno al 1$44. 'l rapporto

    che lega questo racconto intradiegetico al racconto diegetico

    sembra essere quindi di natura esplicativa, a carico di un

    narratore strettamente autodiegetico ! k P dove P riveste

    anche il ruolo di protagonista&. 'n e(etti, si tratta della

    rivelazione di un segreto, che cosa ha provocato la cicatrice, che

    viene assunto perI da una narrazione interna al racconto.

    "ll)inizio, l)irlandese a(erma:

    CDE %o era uno de los "uchos que conspira#an por la

    independencia de 'rlanda$ Fe "is co"paHeros, algunos

    so#reviven CDEA otro, el que "s valBa, "uri@ en el

    patio de un cuartel, en el al#a, fusilado por ho"#res

    llenos de sueHo$ CDE

    'rlanda no s@lo era para nosotros el porvenir ut@pico %

    el intolera#le presenteA era una a"arga % cariHosa

    "itologBa, era las torres circulares % las cinagas ro?as,

    era el repudio de Parnell % las enor"es epope%as que

    cantan el ro#o de toros que en otra encarnaci@n fueron

    hroes % en otras peces % "ontaHasD!pp.14;14&

    1

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    'n questo primo brano, narrato dal punto di vista del sapere

    attuale del narratore, si costruisce quindi una sorta di

    riJessione sul passato, sulla natura appassionata e utopica degli

    ideali dei rivoluzionari che collega le aspirazioni di questi

    cospiratori nazionalisti con un)epopea di carattere piA

    universale. 3uttavia, l)esaltazione di questi valori eroici

    contrasta con l)immediata apparizione del traditore descritto

    come segue:

    Kn un a"anecer que no olvidar, nos lleg@ un aliado

    de +unster: un tal 4ohn Mincent +oon$

    .enBa escasa"ente veinte aHos: Kra aco % fofo a la

    vezA da#a la inc@"oda i"presi@n de ser inverte#rado$

    =a#Ba cursado con fervor % vanidad casi todas las

    pginas de no s qu "anual co"unistaA el

    "aterialis"o dialctico le servBa para cegar cualquier

    discusi@n$ Las razones que puede tener un ho"#re

    para a#o"inar a otro o para quererlo son innitas:

    +oon reducia la historia universal a un sordido

    conicto econ@"ico$!p.14&

    =uesta prima descrizione dell)infame mette in risalto alcuni

    aspetti che contrastano in modo evidente con gli attributi che

    poco prima il narratore attribuisce a se stesso e ai suoi

    compagni e che meritano di essere messi in luce. *a una parte,

    la natura romantica che caratterizza il ricordo delle avventure

    nazionaliste e libertarie, viene opposta al carattere del nuovo

    arrivato. 'l primo riferimento riguarda l)aspetto di 8oon, simile

    ad un invertebrato !che sottolinea la sua natura viscida&. *i

    seguito si accenna anche alla sua vanit intellettuale che

    insieme al dogmatismo ad oltranza e al tono apodittico delle sue

    asserzioni contribuiscono a determinare il primo scontro col

    protagonista. =uest)opposizione si estender a tutto il racconto.

    /e pagine che seguono, lungo le quali s)intrecciano e saldano in

    4

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    modo denitivo i destini dei due personaggi, sono caratterizzate

    infatti dal contrasto continuo tra l)uno e l)altro: la codardia di

    8oon e il coraggio e l)integrit dell)irlandese, la perdia di uno

    e la lealt dell)altro.

    /a storia verr raccontata da un)unica voce, l)irlandese,

    mentre la localizzazione del foOer di percezione inscritto nella

    coscienza del narratore osciller tra una restrizione modale

    stabilita a priori, che deriva dalla natura autodiegetica del

    racconto e che >enette !1$9

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    Fe las agonBas % las luces de la guerra no dir nada: "i

    prop@sito es referir la historia de esta cicatriz que "e

    afrenta !p. 14-&.

    Lo re"e"oro con algIn li#ro de estrategia en la

    "anoB!p. 14-&.

    3uttavia, il foOer di percezione localizzato nel narratore

    protagonista, impone dei limiti precisi al suo sapere, ad esempio

    riguardo l)impossibilit del disvelamento dei pensieri, delle

    ragioni occulte e dei motivi che portano 8oon al tradimento. 'n

    e(etti, la norma della visione con presuppone che non sia mai

    possibile l)accesso alla coscienza o ai pensieri degli altri

    personaggi coinvolti nella storia !il traditore in questo caso& se

    non in modo indiretto !attraverso la coscienza del focalizzatore&

    e dall)esterno. 'l racconto intra e autodiegetico narra dunque ciI

    che questo personaggio percepisce dei fatti e delle situazioni in

    cui coinvolto. 'n questo senso, le riJessioni ed interpretazioni

    riguardanti la natura dell)altro e le sue vere intenzioni si

    circoscrivono, nel testo, all)interpretazione che il narratore fa di

    un insieme d)indizi esterni !parole ed atti& e che vengo

    presentati come elementi signicanti del carattere occulto del

    traditore4

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    Oo ha#Ba salido cuando el a"anecer esta#a en el cieloA

    antes del "ediodBa volvB$ +oon, en la #i#lioteca,

    ha#la#a con alguienA