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CHIRURGIA ORALE PIEZOSURGERY E MINI-INVASIVITÀ IN CHIRURGIA PRE-IMPLANTARE AVANZATA Paola Sara Morcavallo, Giuseppe Riazzoli, Fabrizio Carini Università degli Studi di Milano-Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche, Clinica Odontoiatrica, Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomatologica, Direttore professor M. Baldoni RIASSUNTO: L’evoluzione in campo odontostomatologico verso nuove tecniche chirurgiche mini-invasive, dettata dalla crescente richiesta da parte dei pazienti di una chirurgia ‘gentile’ che comporti il massimo rispetto dei tessuti a vantaggio di una minore morbilità e di un minore dis- comfort intra e post-operatorio, è alla base dell’enorme e recente successo riscontrato nell’utilizzo degli ultrasuoni nella chirurgia ossea. La chi- rurgia piezoelettrica, nota come Piezosurgery®, è una tecnica innovativa che permette di eseguire osteoplastica e tagli osteotomici con massima precisione ed efficienza; il taglio osseo è determinato dall’azione di microvibrazioni ultrasoniche a modulazione di frequenza variabile. L’elettivi- tà d’azione esclusiva dell’apparecchio verso i tessuti mineralizzati permette di operare con maggiore sicurezza in siti chirurgici limitrofi a struttu- re anatomiche a rischio, quali fasci vascolo-nervosi o tessuti molli, preservando la loro integrità anche in caso di contatto accidentale con essi. Nel presente lavoro vengono riportate le principali applicazioni della chirurgia ossea piezoelettrica nel campo della chirurgia pre-implantare, con esposizione iconografica di relativi casi clinici esemplificativi della Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomatologica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. PAROLE CHIAVE: chirurgia ossea, chirurgia piezoelettrica, implantologia SUMMARY: Piezosurgery and advanced mini-invasive pre-implant surgery. The development of new, mini-invasive dental techniques is dictated by our patients’ growing demand for less invasive surgery, utmost respect of tissues, decreased morbidity and less intra- and post-op discomfort. This all stands at the basis of the recent vast success seen in the use of ultrasounds in bone surgery. Piezoelectric surgery, referred to as Piezosur- gery ® , is an innovative technique that enables to perform osteoplasty and osteotomic cuts with utmost precision and efficiency; bone cutting is de- termined by ultrasound microvibrations with variable frequency modulation. The device operates electively on mineralised tissues. This enables to operate more safely on surgical sites near to the anatomic structure at risk, such as vascular-nervous bundles or soft tissues, while preserving their integrity also in case of accidental contact with them. This paper illustrates the main piezosurgery applications in the field of pre-implant surgery, and offers pictures of clinical cases from the Dental School of the Bicocca University in Milan (Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomato- logica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca). KEY WORDS: bone surgery, implantology, piezosurgery S ebbene le prime applicazioni cliniche degli ultrasuoni per tecniche osteotomiche risal- gano alla fine degli anni ’70 1 , la chi- rurgia piezoelettrica ha preso piede solo di recente nel campo odonto- stomatologico. Introdotta in odontoiatria da T.Ver- cellotti 2 (figura 1), è stata creata co- me risposta alle esigenze di un taglio micrometrico e selettivo verso il tessuto osseo,superando i limiti del- le tecniche tradizionali con stru- menti rotanti nei casi di ostectomia e osteoplastica effettuate in prossi- mità di strutture anatomiche a ri- schio, quali vasi, tronchi nervosi, membrane e tessuti molli. Il suo successo, che ne ha determi- nato la diffusione anche nel campo della neurochirurgia 3 , è dato dalla frequenza operativa degli inserti del manipolo che ne giustifica l’azione elettiva per i tessuti mineralizzati, permettendo il taglio selettivo di questi e preservando pertanto l’in- tegrità dei tessuti molli anche in ca- so di contatto accidentale 4-7 . L’effetto di cavitazione 8 , creato in seguito alla diffusione di tali micro- vibrazioni in una soluzione irrigan- te, permette tra l’altro di lavorare in un campo esangue migliorando conseguentemente la visibilità del campo operatorio 9 . Al contrario, l’utilizzo di strumenti rotanti a elevata velocità per tecni- che osteotomiche è noto essere po- tenzialmente dannoso a causa del- l’eccessivo incremento di tempera- tura responsabile di zone di osteo- necrosi che compromettono la gua- 72 IL DENTISTA MODERNO DICEMBRE 2006

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CHIRURGIA ORALE

PIEZOSURGERY E MINI-INVASIVITÀ IN CHIRURGIA PRE-IMPLANTARE AVANZATA

Paola Sara Morcavallo, Giuseppe Riazzoli, Fabrizio Carini

Università degli Studi di Milano-Bicocca, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Neuroscienze e Tecnologie Biomediche,Clinica Odontoiatrica, Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomatologica, Direttore professor M. Baldoni

RIASSUNTO: L’evoluzione in campo odontostomatologico verso nuove tecniche chirurgiche mini-invasive, dettata dalla crescente richiesta daparte dei pazienti di una chirurgia ‘gentile’ che comporti il massimo rispetto dei tessuti a vantaggio di una minore morbilità e di un minore dis-comfort intra e post-operatorio, è alla base dell’enorme e recente successo riscontrato nell’utilizzo degli ultrasuoni nella chirurgia ossea. La chi-rurgia piezoelettrica, nota come Piezosurgery®, è una tecnica innovativa che permette di eseguire osteoplastica e tagli osteotomici con massimaprecisione ed efficienza; il taglio osseo è determinato dall’azione di microvibrazioni ultrasoniche a modulazione di frequenza variabile. L’elettivi-tà d’azione esclusiva dell’apparecchio verso i tessuti mineralizzati permette di operare con maggiore sicurezza in siti chirurgici limitrofi a struttu-re anatomiche a rischio, quali fasci vascolo-nervosi o tessuti molli, preservando la loro integrità anche in caso di contatto accidentale con essi. Nelpresente lavoro vengono riportate le principali applicazioni della chirurgia ossea piezoelettrica nel campo della chirurgia pre-implantare, conesposizione iconografica di relativi casi clinici esemplificativi della Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomatologica dell’Università degliStudi di Milano-Bicocca.

PAROLE CHIAVE: chirurgia ossea, chirurgia piezoelettrica, implantologia

SUMMARY: Piezosurgery and advanced mini-invasive pre-implant surgery. The development of new, mini-invasive dental techniques is dictatedby our patients’ growing demand for less invasive surgery, utmost respect of tissues, decreased morbidity and less intra- and post-op discomfort.This all stands at the basis of the recent vast success seen in the use of ultrasounds in bone surgery. Piezoelectric surgery, referred to as Piezosur-gery®, is an innovative technique that enables to perform osteoplasty and osteotomic cuts with utmost precision and efficiency; bone cutting is de-termined by ultrasound microvibrations with variable frequency modulation. The device operates electively on mineralised tissues. This enables tooperate more safely on surgical sites near to the anatomic structure at risk, such as vascular-nervous bundles or soft tissues, while preserving theirintegrity also in case of accidental contact with them. This paper illustrates the main piezosurgery applications in the field of pre-implant surgery,and offers pictures of clinical cases from the Dental School of the Bicocca University in Milan (Scuola di Specialità in Chirurgia Odontostomato-logica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca).

KEY WORDS: bone surgery, implantology, piezosurgery

S ebbene le prime applicazionicliniche degli ultrasuoni pertecniche osteotomiche risal-

gano alla fine degli anni ’701, la chi-rurgia piezoelettrica ha preso piedesolo di recente nel campo odonto-stomatologico.Introdotta in odontoiatria da T.Ver-cellotti2 (figura 1), è stata creata co-me risposta alle esigenze di un tagliomicrometrico e selettivo verso iltessuto osseo, superando i limiti del-le tecniche tradizionali con stru-menti rotanti nei casi di ostectomia

e osteoplastica effettuate in prossi-mità di strutture anatomiche a ri-schio, quali vasi, tronchi nervosi,membrane e tessuti molli.Il suo successo, che ne ha determi-nato la diffusione anche nel campodella neurochirurgia3, è dato dallafrequenza operativa degli inserti delmanipolo che ne giustifica l’azioneelettiva per i tessuti mineralizzati,permettendo il taglio selettivo diquesti e preservando pertanto l’in-tegrità dei tessuti molli anche in ca-so di contatto accidentale4-7.

L’effetto di cavitazione8, creato inseguito alla diffusione di tali micro-vibrazioni in una soluzione irrigan-te, permette tra l’altro di lavorare inun campo esangue migliorandoconseguentemente la visibilità delcampo operatorio9.Al contrario, l’utilizzo di strumentirotanti a elevata velocità per tecni-che osteotomiche è noto essere po-tenzialmente dannoso a causa del-l’eccessivo incremento di tempera-tura responsabile di zone di osteo-necrosi che compromettono la gua-

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rigione e la rigenerazione ossea del-la zona trattata7,10,11.É da tenere conto, però, che que-st’ultimo fenomeno possa crearsianche con l’utilizzo del Piezosur-gery® in seguito al mancato raffred-damento della zona tramite soluzio-ni irriganti ovvero in seguito all’ap-plicazione di una pressione eccessi-va al manipolo durante il suo utiliz-zo, poiché un incremento di questaal di sopra di certi limiti può com-portare il blocco della produzione dimicrovibrazioni con trasformazio-ne dell’energia in calore e conse-guente danno termico ai tessuti5.Un corretto funzionamento del si-stema prevede quindi l’applicazionedi pressioni ridotte, in modo da ot-tenere la massima efficienza di ta-glio e ridurre al minimo l’innalza-mento termico; requisito fonda-mentale per un corretto taglio del-lo strumento sarà quindi il costantemovimento della punta lavorantesul tessuto trattato5.Di qui la necessità di particolare ac-cortezza da parte dell’operatore du-rante il suo utilizzo.

MATERIALI E METODI

Il sistema Piezosurgery® è dotato diun kit di inserti differenti a secondadel tipo di applicazioni ed è basatosulla produzione di ultrasuoni12 os-sia vibrazioni acustiche di frequen-za elevata che si diffondono sottoforma di onde di compressione-de-compressione lavorando a una fre-quenza di risonanza variabile in unrange di 25-29,5 kHz.L’estremità dell’inserto, sottoposta atali vibrazioni micrometriche, su-bisce delle brevi oscillazioni che

mento di dimensione e possibileesplosione delle stesse8, dando ori-gine a un’azione meccanica e in-crementando l’efficacia di tagliodello strumento.Il passaggio degli ultrasuoni attra-verso i tessuti crea inoltre un innal-zamento della temperatura; il siste-ma è per tale motivo dotato di unmeccanismo di irrigazione con so-luzione a base di cloruro di sodio,dautilizzarsi refrigerata (4 °C), chepermette di dissipare il calore gene-

pedia, nella chirurgia estetica e inquella odontostomatologica.Nella nostra casistica, previo otteni-mento del consenso informato, so-no stati inclusi pazienti in attesa diriabilitazione implanto-protesica,ma con condizioni anatomiche dipartenza non idonee all’inserimen-to di impianti.Per la selezione dei pazienti si è te-nuto conto di vari fattori legati al-la loro storia anamnestica quali as-senza di patologie sistemiche e di

CHIRURGIA ORALE

1. Piezosurgery® e ingrandimento del manipolo.

possono variare tra i 60 e i 200 µm,sia in senso verticale sia in sensoorizzontale.Gli ultrasuoni andando a interagirecon i tessuti biologici determinanoeffetti di tipo meccanico, termico,chimico e di cavitazione12.In particolare, l’effetto di cavitazio-ne si viene a creare nel fluido in se-guito alla diffusione in esso di mi-crovibrazioni e la creazione di pic-cole bolle di gas con successivo au-

ratosi durante il funzionamento del-l’apparecchiatura, dando la possibi-lità al contempo di lavorare in uncampo esangue9.La mini-invasività e il rispetto distrutture anatomiche con cui vienein contatto,oltre al minor danno tis-sutale apportato11,13, ne hanno de-terminato una vasta diffusione incampo medico riscuotendo notevo-le successo nella neurochirurgia,nell’otorinolaringoiatria, nell’orto-

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terapie farmacologiche di rilevanzain atto o di abitudini viziate (fumo>10 sigarette/die) che potesserocausare un rallentamento delle fasidi guarigione e/o rischi di infezio-ni (per esempio diabete scompen-sato, immunodeficienze, radio ochemioterapia, ecc.); altri criteriper il reclutamento dei pazienti so-no stati il riscontro di un adeguatolivello di igiene orale, oltre a un’at-tenta valutazione delle loro aspet-tative.L’esame del paziente per la pianifi-cazione degli interventi si articolavain un’analisi clinica (ispezione e pal-pazione) e radiografica (OPT e TACDentascan) al fine di valutare dalpunto di vista quali/quantitativo ilsupporto osseo e i tessuti molli, ol-tre ai rapporti intermascellari chefossero compatibili all’esecuzionedella chirurgia pre-implantare.A tutti i pazienti sono state impar-tite le medesime istruzioni post-chi-rurgiche per mezzo di un moduloscritto.In particolare veniva loro sommini-strata una terapia antibiotica di as-sociazione di amoxicillina e acidoclavulanico da 1 g (2 volte al gior-

no per 6 giorni) e nimesulide gra-nulare 100 mg come analgesico (2volte al giorno per 2 giorni e poisolo al bisogno) con la raccoman-dazione di assumere una dieta di ci-bi morbidi e freddi per almeno duegiorni e di non praticare manovre dispazzolamento solamente nella zonaendorale interessata dalla chirurgia.Le visite di controllo sono state pro-grammate il giorno successivo al-l’intervento e dopo 8-10 giorni perla rimozione della sutura.

CASISTICA CLINICA

Riportiamo in questo articolo leprincipali applicazioni cliniche delPiezosurgery® in chirurgia pre-im-plantologica nella pratica dellaScuola di Specializzazione in Chi-rurgia Odontostomatologica del-l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.Dal mese di gennaio 2005 al mese digiugno 2006 sono stati eseguiti nelnostro Reparto di Chirurgia Orale,presso l’Azienda Ospedaliera SanGerardo di Monza, gli interventisono stati descritti in tabella 1.

SINUS LIFTLa riabilitazione implantare dei set-tori latero-posteriori del mascellaresuperiore risulta in alcuni casi limi-tata dalla presenza del seno mascel-lare.Con la perdita degli elementi den-tari si verifica nella zona post-estrat-tiva un graduale riassorbimento os-seo e/o pneumatizzazione del senomascellare con conseguente residuodi una cresta ossea insufficiente inaltezza all’inserimento di impianti ea garantirne la stabilità primaria14.In tali casi, a seconda dell’altezzacrestale residua e della quantità diosso deficitaria, per garantire unabuona stabilità e durata dell’impian-to si può ricorrere a una tecnica chi-rurgica di aumento della dimensio-ne verticale del processo alveolaretramite rialzo parcellare (piccolo ri-alzo di seno) o attraverso un granderialzo del seno mascellare.Il piccolo rialzo del seno in caso diosso residuo di buona qualità, di al-tezza ( 6-7 mm) e spessore adegua-to (5-6 mm), è un intervento chi-rurgico conservativo e di relativasemplice esecuzione. Questo vieneeffettuato tramite osteotomi di dia-

TABELLA 1

TIPI DI INTERVENTI ESEGUITI*

A1 A2 B1 B2 C1 C2Sinus lift Sinus lift Split crest Split crest Prelievo osseo Prelievo osseo(tecnica (chirurgia (tecnica (chirurgia (tecnica (chirurgia

tradizionale) piezoelettrica) tradizionale) piezoelettrica) tradizionale) piezoelettrica)

N° siti operati 5 7 6 6 8 8

N° totale pazienti 10 12 16

*Interventi eseguiti presso la Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca (Azienda Ospedaliera San Gerardo Nuovo di Monza)

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metro crescente che, introdotti nelsito implantare precedentementecreato con associazione o meno dimateriali da innesto, permettono ilsollevamento della mucosa sinusaleper via trans-crestale, tramite ungraduale incremento pressorio conottenimento di aumenti in altezzaossea dell’ordine di 1-5 mm15,16.In caso di cresta ossea di altezza in-feriore ai 6mm e necessitando di in-crementi verticali più importanti, siricorre invece a un intervento mag-giormente invasivo che prevede ilsollevamento del pavimento del se-no mascellare associato all’utilizzo dimateriali da innesto, eseguito trami-te una finestra ossea di accesso dallaparete antero-laterale del seno (tec-nica di Caldwell-Luc) e inserimentoimmediato o differito di impianti17.L’apertura della finestra ossea puòessere eseguita con l’ausilio dellachirurgia piezoelettrica tramiteosteoplastica o osteotomia (figure2, 3), a seconda dello spessore osseodella parete vestibolare; nel caso dipareti ossee di spessore maggiore di1mm, è possibile praticare l’accessoalla cavità sinusale tramite osteopla-stica con il consumo graduale dellaparete ossea che permette tra l’altrodi raccogliere frustoli ossei da poterutilizzare come materiale da innestoautologo.Nel caso di pareti ossee di spessoreesiguo è preferibile la tecnica osteo-tomica, delineando il taglio della fi-nestra di accesso tramite appositoinserto diamantato11,18.La complicanza più temibile di taletecnica chirurgica è la perforazionedella membrana di Schneider du-rante le manovre osteotomiche perl’apertura della finestra ossea e il suosollevamento (figura 4)19.

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Sebbene tale evenienza sia comun-que legata all’esperienza dell’opera-tore, l’utilizzo del Piezosurgery®, intali casi, permette di ridurre note-volmente tale rischio grazie allapossibilità di taglio esclusivo dei tes-suti mineralizzati e di cessazione delfunzionamento dell’apparecchiaturain caso di contatto accidentale conla membrana11,18.

Bisogna però tenere conto che unutilizzo non corretto dello stru-mento possa comunque comporta-re la perforazione o la lacerazionedella membrana, compromettendol’esito dell’intervento chirurgico eincrementando la possibilità di in-sorgenza di complicanze post-ope-ratorie, quali fistole oro-antrali e/osinusiti, in seguito alla diffusione in

sede ectopica del tessuto innestatoche và in necrosi per ridotta vasco-larizzazione7,20.Il Piezosurgery® dispone tra l’altrodi un inserto apposito che, inseren-dosi tra la membrana di Schneidere la parete ossea interna della fine-stra di accesso, facilita il clivaggio eil sollevamento della membranastessa dalla parete ossea senza lace-razioni; inoltre, l’effetto di cavitazio-ne dà origine a una pressione idrop-neumatica che contribuisce in mo-do atraumatico al sollevamento del-la membrana11,18 (figura 4).

SPLIT CRESTDEL MASCELLARE SUPERIORELa riabilitazione tramite impiantiosteointegrati richiede, oltre a cor-retti rapporti inter-mascellari e auna buona qualità dei tessuti molliperi-implantari, una presenza di os-so di adeguato spessore, altezza equalità in modo da garantire il suc-cesso a lungo termine21.In caso di creste ossee di spessoreesiguo l’inserimento degli impianti

2. Apertura della finestra di accesso al seno mascellaretramite osteotomia eseguita con Piezosurgery® (notarel’abbondante irrigazione).

3. Linea osteotomica della finestra di accesso per il si-nus lift eseguita con Piezosurgery®.

4. Fase di sollevamento della membrana schneiderianadalle pareti ossee.

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di misure standard sufficienti a so-stenere adeguatamente il carico ma-sticatorio nella zona latero-poste-riore deve essere preceduto da unintervento chirurgico di espansionedella cresta ossea (figure 5, 6, 7).In presenza di osso di tipo 3-4 e diadeguato spessore (4 mm), la tecni-ca chirurgica convenzionale preve-de l’espansione della cresta tramite

l’utilizzo di osteotomi di diametrocrescente16; tale espansione è resapossibile dall’elasticità del tessutoosseo del mascellare superiore.In caso di osso più compatto e dispessore non inferiore ai 3-4 mm emorfologia della cresta favorevolecon volume crescente in direzioneapicale, si ricorre invece al distanzia-mento in senso orizzontale delle

due corticali ossee tramite una frat-tura a legno verde, al fine di creareuno spessore osseo residuo compa-tibile all’inserimento delle fixture22.La frequenza ultrasonica modulatadel Piezosurgery® permette l’espan-sione di creste edentule anche in ca-so di osso più compatto (tipo 1-2) edi 2-3 mm di spessore.Si minimizza così il rischio di frat-ture iatrogene delle pareti ossee (piùfacili con la chirurgia convenziona-le) e i conseguenti danni ischemicicausa di necrosi del segmento osseointeressato. Si evitano anche altrecomplicazioni quali deiscenze e fe-nestrazioni con perdita di stabilitàprimaria dell’impianto23.

PRELIEVO INTRAORALEDI OSSO AUTOLOGO INBLOCCO O PARTICOLATO

Si è già accennato come la presenzadi un’adeguata qualità e quantità os-sea in spessore e altezza siano requi-sito indispensabile per un’implanto-

CHIRURGIA ORALE

5. Condizioni cliniche pre-operatorie per la split crestdella figura 6.

6. Split crest del mascellare superiore effettuata conl’ausilio del Piezosurgery® al fine di inserire impianti apiù ampio diametro.

7. OPT post-operatoria.

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logia di successo; l’implantologiamoderna è riuscita a ovviare a que-sto limite grazie alla tecniche di chi-rurgia preprotesica e all’utilizzo diinnesti di materiale autologo e non,associati o meno a membrane bar-riera24.In caso di insufficiente quantità os-sea, è possibile effettuare, con l’ausi-lio del Piezosurgery®, dei prelievi diosso autologo in blocco (figure 8, 9)o particolati da sedi intraorali e uti-lizzarli come materiale da innesto25.La tecnica di prelievo prevede,attra-verso l’utilizzo dello strumento pie-zoelettrico,un miglior controllo deimargini osteotomici oltre a un ac-cesso chirurgico con lembi menoampi. Ciò è realizzato grazie anchealla disponibilità di punte con di-versa angolazione a seconda delledifferenti necessità.In caso di prelievi da sedi donatricimeno accessibili e più a rischio perla vicinanza a strutture vascolo-ner-vose è garantita una maggiore sicu-rezza intra-operatoria dal migliorcontrollo e maneggevolezza intrin-

seca allo strumento con riduzionedelle complicanze intra- e post-operatorie.Inoltre, in caso di interventi esegui-ti in sede ambulatoriale, la mini-in-vasività dello strumento e le ridottevibrazioni percepite risultano in unminore discomfort per il paziente.Analisi istologiche eseguite su pre-lievi ossei particolati,ottenuti trami-te l’ausilio di frese rotanti e tramitePiezosurgery®, hanno dimostrato inentrambi i casi la persistenza di cel-lule vitali capaci in vitro di differen-ziarsi in osteoblasti25 all’interno deibone chips prelevati.

DISCUSSIONE

Possiamo comparare la metodicatradizionale rotante e la tecnica delPiezosurgery®.La metodica tradizionale comportal’impiego di forza aggiuntiva peropporsi alla rotazione della fresa conconseguente incremento di macro-vibrazioni, una diminuita sensibilità

tattile dell’operatore e conseguenzerilevanti soprattutto in caso di pas-saggio a strutture di consistenza os-sea minore13.Risultati di studi sperimentali di-mostrano come l’ulteriore danno ditipo diretto o indiretto, determina-to dall’incremento di temperaturaarrecato dagli strumenti tradiziona-li ai tessuti molli vicini, possa com-promettere l’apporto sanguigno lo-cale e contribuire alla perdita di vi-talità del tessuto osseo di pertinen-za.La tecnica tradizionale rotante com-porta fenomeni di osteonecrosimarginale del segmento osseo co-involto, come conseguenza del dan-no termico subito dalla zona tratta-ta, che andrebbe incontro ad altera-zioni strutturali delle proteine emodificazioni del metabolismo edell’attività di alcuni enzimi8,10,26,27.Ulteriore fattore a sfavore della tec-nica osteotomica eseguita con stru-menti rotanti è la possibile contami-nazione del sito chirurgico deter-minata dalla dispersione di micro-

8. Prelievo di osso in blocco dalla sinfisi mentonieraeseguito con l’ausilio del Piezosurgery®.

9. Prelievo di osso autologo in blocco pronto per l’in-nesto.

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particelle metalliche, responsabile dipotenziali alterazioni strutturali deltessuto osseo oltre a effetti tossici alivello cellulare locale25,28.Il Piezosurgery® offre una precisio-ne di taglio maggiore con un mi-gliore controllo dello strumento inquanto è necessario una forza di ap-plicazione del manipolo inferiore.Inoltre è stato osservato che in se-guito all’utilizzo del Piezosurgery®

si ottiene una neoformazione osseapiù rapida e migliore rispetto aquella ottenuta in siti trattati confrese rotanti11,13.La superficie ossea di taglio ottenu-ta con l’ausilio della chirurgia pie-zoelettrica si è vista non presentaresegni di necrosi coagulativa;a dimo-strazione di ciò la presenza di su-perfici ossee con osteociti vitali eprive di danni citoplasmatici7.L’unico limite di tale tecnica chi-rurgica è il maggior tempo neces-sario per eseguire il taglio3, che puòessere considerato però di poca ri-levanza se comparato alla minoremorbilità del paziente resa possibiledalla mini-invasività dello strumen-to, dalla migliore guarigione tissu-tale conseguente al minor trauma ealla possibilità di operare con relati-va maggiore sicurezza in zone ana-tomiche a rischio.Per i motivi suddetti di ordine tec-nico-biologico la nostra clinica pre-dilige, laddove ce ne siano le indi-cazioni, l’uso del Piezosurgery®.

Corrispondenza: Fabrizio CariniUniversità degli Studi di Milano BicoccaClinica Odontoiatrica, Ospedale San Gerardo Nuovo, Villa Serenavia Pergolesi 33, 20052 Monza (MI)e-mail: [email protected]

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CHIRURGIA ORALE

In redazione da agosto 2006

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