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Che cosa vuol dire libertà, che cosa vuol dire democrazia?

Vuol dire prima di tutto fiducia del popolo nelle sue leggi:

che il popolo senta le leggi dello Stato come le sue leggi,

come scaturite dalla sua coscienza, non come imposte dall’alto.

Piero Calamandrei

La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto

di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia

che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere,

la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni.

Alexander Dubcek

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Uno sguardo all’orizzonte

Quella che seguirà è per me, di recente nominato nella funzione, la prima relazione annualedell’Ufficio del Garante dei diritti di adulti e bambini.

Con tale appellativo vorrei venisse indicato l’ufficio dell’Ombudsman, per agevolare la comuni-cazione e avvicinare sempre più l’istituzione ai cittadini. Ciò rappresenta una piccola novità, fun-zionale all’obiettivo di facilitare il rapporto con la nostra comunità.

In questa occasione, tuttavia, illustrerò principalmente l'attività svolta dal mio predecessore il prof.Italo Tanoni, segnalando come l’ausilio del medesimo e di tutto il personale dell’Ufficio mi abbiaaiutato nella comprensione delle questioni e delle problematiche affrontate.

Ho potuto constatare con piacere che l’istituto dell'Autorità di Garanzia gode di fiducia presso lapopolazione ed è generalmente visto con favore dalle istituzioni, dagli uffici pubblici e dai tantisoggetti, anche in forma associativa, che si mettono in relazione con la stessa. Un'Autorità checontribuisce in maniera sostanziale a migliorare il rapporto tra cittadinanza e pubblica ammini-strazione e, soprattutto, ad aiutare la tutela di un’insieme di diritti, il cui rispetto si fa sempre piùimpegnativo, sia per l’attuale situazione di crisi economica che per le trasformazioni cui è sog-getta la nostra società.

Va preliminarmente segnalato che le Marche e il Veneto sono le uniche regioni che, a mio avvi-so opportunamente, hanno ricondotto a un’unica Autorità i diversi settori della Difesa Civica (laquale necessita di un’interpretazione estensiva che tenga conto di una crescente e mutata do-manda), della tutela dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza e di quelli dei soggetti sottoposti amisure restrittive della loro libertà personale.

Molto è stato fatto nel corso del tempo ma molto si può fare ancora.

In primis è necessaria rafforzare la promozione della conoscenza dell’istituzione, prestando un’at-tenzione costante alla comunicazione, utilizzando i media, sia in forma convenzionale che nuova.

Il lavoro si deve caratterizzare, poi, per la necessità di operare in rete, in collaborazione e consul-tazione costante con tutti i soggetti, istituzionali e non, che si occupano dei medesimi settori in cuisi muove l'Autorità di Garanzia, sviluppando le possibili sinergie, ma nel rispetto dei ruoli.

Mettersi al servizio dei cittadini, aiutandoli a rafforzare la loro fiducia nelle Istituzioni, agevolandolinella loro relazione con gli enti pubblici, significa anche tenere conto del contesto sociale nelquale oggi viviamo. La liquidità delle relazioni, l’incertezza che caratterizza le nostre vite, il multi -culturalismo che connota piazze e scuole sono solo alcuni tra gli elementi costitutivi del presente.Elementi che, però, animano il nostro orizzonte.

In un mondo che cambia, cambiano anche i diritti: come diceva un grande statista del Paese incui è nata la figura dell'Ombudsman, Olof Palme, “i diritti della democrazia non sono riservati aun ristretto gruppo all’interno della società, ma sono i diritti di tutte le persone”.

Andrea Nobili

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INDICE GENERALECAP.1 UFFICIO DELL'OMBUDSMAN............................................................................................................................................................7

1.1 Premessa..............................................................................................................................................................................................................................................81.2 Il contesto normativo................................................................................................................................................................................................................81.3 Alcuni dati...........................................................................................................................................................................................................................................81.4 La struttura organizzativa...................................................................................................................................................................................................101.5 Il sito e la comunicazione.................................................................................................................................................................................................101.6 Bilancio sociale...........................................................................................................................................................................................................................111.7 Concessione patrocini.........................................................................................................................................................................................................111.8 Conto consuntivo.....................................................................................................................................................................................................................12

CAP.2 DIFESA CIVICA...................................................................................................................................................................................132.1 Premessa...........................................................................................................................................................................................................................................142.2 Attività di promozione della cultura della Difesa civica con la società civile.................................................................142.3 Casi di particolare rilievo giuridico .........................................................................................................................................................................152.4 Casistica............................................................................................................................................................................................................................................15

2.4.1 Competenza territoriale.................................................................................................................................................................................................152.4.2 Ambiente – tutela del territorio..................................................................................................................................................................................152.4.3 Tributi concorrenza sleale da parte di stati membri U.E............................................................................................................................152.4.4 Accesso agli atti..................................................................................................................................................................................................................152.4.5 Stato............................................................................................................................................................................................................................................162.4.6 Garante privacy..................................................................................................................................................................................................................162.4.7 Regione Marche.................................................................................................................................................................................................................162.4.8 Altre regioni............................................................................................................................................................................................................................162.4.9 Comuni e province............................................................................................................................................................................................................162.4.10 Società partecipate.......................................................................................................................................................................................................162.4.11 Aspetti positivi.....................................................................................................................................................................................................................16

CAP.3 IMMIGRATI E UFFICIO ANTIDISCRIMINAZIONI.......................................................................................................................173.1 Premessa...........................................................................................................................................................................................................................................183.2 Alcuni dati.......................................................................................................................................................................................................................................183.3 L'Ombudsman e la lotta alle discriminazioni .................................................................................................................................................19

3.3.1 Attività di informazione...................................................................................................................................................................................................193.3.2 Attività di progettazione................................................................................................................................................................................................213.3.3 MIR Scuola...............................................................................................................................................................................................................................22

CAP.4 INFANZIA..............................................................................................................................................................................................254.1 Premessa...........................................................................................................................................................................................................................................264.2 Segnalazioni Garante per l'infanzia e l'adolescenza..............................................................................................................................264.3 Area abuso e maltrattamento a danno di minori.....................................................................................................................................264.4 Cybercrime e minori: dalla ricerca agli interventi di prevenzione..............................................................................................274.5 Ricerca/Azione sulla promozione di comportamenti prosociali e sulla riduzione di comportamenti

aggressivi in bambini prescolari (età 3-6 anni) ............................................................................................................................................274.6 Qualità della vita infantile ...............................................................................................................................................................................................28

4.6.1 “Città sostenibili amiche dei bambini e degli adolescenti”...................................................................................................................284.6.2 “Convivere con la propria famiglia”......................................................................................................................................................................28

4.7 Dispersione scolastica...........................................................................................................................................................................................................284.8 MSNA e migranti ......................................................................................................................................................................................................................29

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4.9 Tutori volontari e curatori .................................................................................................................................................................................................294.9.1 “Servizio di consulenza e accompagnamento all’esercizio pratico delle tutele” (art. 10 lett. i – L.R. 23/08).........29

4.10 La Giustizia minorile nella Regione Marche..................................................................................................................................................294.10.1 Gli interventi della Regione Marche....................................................................................................................................................................314.10.2 Gli interventi del Garante...........................................................................................................................................................................................31

CAP.5 DETENUTI...............................................................................................................................................................................................335.1 Gli interventi della regione marche.........................................................................................................................................................................345.2 Situazione delle carceri in Italia e nelle Marche..........................................................................................................................................355.3 La rete regionale dei servizi sanitari penitenziari nelle Marche ....................................................................................................365.4 La REMS (ex OPG): il piano normativo e i dati...............................................................................................................................................365.5 La detenzione femminile nelle Marche................................................................................................................................................................375.6 L'attività dell'Ufficio Esecuzione Penale - UEPE ...........................................................................................................................................385.7 Gli stati generali sull'esecuzione penale..............................................................................................................................................................395.8 Attività ordinaria Ufficio.......................................................................................................................................................................................................40

5.8.1 introduzione............................................................................................................................................................................................................................405.8.2 Problematiche principali affrontate nelle carceri marchigiane (Casistica dell'Ufficio).........................................................40

5.9 Progetti e iniziative...................................................................................................................................................................................................................425.9.1 Attività informativa.............................................................................................................................................................................................................425.9.2 “Ri-Visitare le carceri” incontro interregionale dei Garanti ...................................................................................................................425.9.3 Cibo, religione diritto.........................................................................................................................................................................................................425.9.4 “Carcere e Scuola. Racconti autobiografici con uno strano filo conduttore: la scrittura e l'arte”..............................425.9.5 Polo universitario penitenziario delle Marche...................................................................................................................................................435.9.6 Progetto “Miglioramento delle condizioni di vivibilità interna degli istituti di pena”..............................................................435.9.7 “Oltre l'emergenza”..........................................................................................................................................................................................................445.9.8 Il ruolo del volontariato...................................................................................................................................................................................................445.9.9 Delegazione regionale in visita agli istituti penitenziari delle marche..............................................................................................44

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CAP.1 UFFICIODELL'OMBUDSMAN

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

1.1 PREMESSALa presente relazione è predisposta in coerenzacon le previsioni della Legge 28 luglio 2008, n. 23,istitutiva dell'Autorità di garanzia per il rispetto deidiritti di adulti e bambini – Ombudsman regionale.L'art. 5 della predetta legge prevede, difatti, chel'Autorità trasmetta, entro il 31 marzo di ogni anno,al Presidente dell'Assemblea legislativa regionale,che la inoltra ai Consiglieri regionali e al Presidentedella Giunta regionale, una relazione sull'attivitàsvolta, corredata da osservazioni e proposte.

La relazione viene discussa in Assemblea secondole modalità indicate dal regolamento interno allamedesima. Essa è pubblicata integralmente nelBollettino ufficiale della Regione e alla stessa vienedata ampia diffusione secondo le modalità stabilitedall'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativaregionale, d'intesa con l'Autorità.

Tale relazione, che offre un quadro delle attivitàsvolte dall'Ufficio Ombudsman nel periodo 1 gen-naio – 31 dicembre 2015, riguarda una fase di pas-saggio tra due differenti Garanti.

Infatti, l'attività dell'Ombudsman è stata espletatadal 1 gennaio 2015 al 21 settembre 2015 dal prof.Italo Tanoni (nominato per la legislatura 2010/2015);mentre dal 22 settembre 2015 l’incarico e’ ricoper-to dall’avv. Andrea Nobili, eletto dall’Assemblea le-gislativa per la legislatura regionale 2015/2020, nelrispetto di quanto indicato nell'art. 3 della L.R. n.23/2008.

La relazione è cosi strutturata:

• una parte generale riguardante l'Ufficio e lasua organizzazione;

• una parte specifica sull'operato per ogni setto-re di intervento del Garante.

1.2 IL CONTESTO NORMATIVOLa Legge regionale n. 23/2008 è la normativa istitu-tiva dell'Autorità di Garanzia per il rispetto dei dirittidi adulti e bambini – Ombudsman regionale. L'Au-torità che ha sede presso l'Assemblea legislativa re-gionale delle Marche, svolge i compiti inerenti l'uffi-cio del Difensore Civico, l'ufficio del Garante perl'infanzia e l'adolescenza e l'Ufficio del Garante deidetenuti. Le funzioni dell'Autorità in relazione agliuffici sopra indicati sono disciplinate rispettivamen-te ai capi II, III e IV della citata legge.

1.3 ALCUNI DATIIn primo luogo si evidenzia il dato relativo all'aper-tura dei fascicoli nel corso del 2015, circa la metàdegli stessi hanno trovato definizione nel corso delmedesimo anno.

La maggior parte delle istanze hanno riguardato ilsettore della difesa civica seguito da quello dell'in-fanzia e da quello dei detenuti.

In espansione e crescenti rispetto agli anni prece-denti sono le richieste di intervento nel settore delcontrasto alla discriminazione nei confronti dei cit-tadini stranieri immigrati.

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Aperti339

Chiusi (2015)176

Chiusi (anni prec.)175

Chiusi351

Anno N°2011 42012 102013 392014 122

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22%

1%

difesa civica cittadini stranieri

infanzia detenuti

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

Dal rapporto tra l'apertura di vari fascicoli e la loroconclusione, all'esito di attività istruttoria, emergeun indice di definizione sostanzialmente positivo.

Ciò a dimostrazione della capacità dell'Ufficio diporre in essere interventi adeguati rispettando unatempistica che tiene conto delle necessità dei cit-tadini.

L'andamento riguardante l'apertura dei fascicoliper l'anno 2015 ha risentito della fase di transizionerelativa al cambio del Garante.

Successivamente all'insediamento del nuovo Om-budsman si è registrata una sensibile inversione ditendenza e una ripresa dell'attività.

Come risulta dalla tabella la maggior parte delle ri-chieste proviene dalla provincia di Ancona, a se-guire Pesaro Urbino, Ascoli Piceno, Macerata e Fer-mo.

Di un certo rilievo anche le domande provenientida fuori Regione.

Si rappresenta la quantità e la tipologia degli inter-venti realizzati dall'Ufficio del Garante, i quali per lo

più si caratterizzano per l'accoglimento delle do-mande di assistenza rivolte allo stesso

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anno n°2001 1712002 2242003 1772004 1872005 1672006 2302007 3372008 3202009 4482010 4432011 3922012 4542013 4362014 4942015 3392016 *102

* gennaio/febbraio – aumen to medio 10% stesso periodo ann i preceden ti

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Anno transizioneCambio garante

Provenienza delle istanze131 39% Ancona 72 21% Pesaro-Urbino 31 9% non dichiarato30 9% Ascoli Piceno 29 9% Fuori Regione 26 8% Macerata 15 4% Fermo 3 1% Unione Europea 2 1% Extra Unione Europea

N° Tipo di intervento

87

Esito positivo

65 effettuato intervento40 richiesta evasa36 mediazione

30 progetto/evento/iniziativa

9 parere9 patrocinio concesso5 fornita documentazione1 81%

27 non competenza

16

26 esito non favorevole 19%

fornita assistenza/informazioni

proced. Penale in corsoNon pertinenti

alle funz ioni del Garante e Senza esito

non interessato a proseguire

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

1.4 LA STRUTTURA ORGANIZZATIVAPer lo svolgimento della propria attivitàl'Ombudsman regionale si avvale dellerisorse umane assegnate al servizio Auto-rità Indipendenti che è un'articolazioneamministrativa del Consiglio regionale.

Nel 2015 l'organico del personale asse-gnato è rimasto invariato fino al 31 luglio2015, mentre successivamente l'UfficioInfanzia e Adolescenza ha visto la ridu-zione di un'unità a seguito dell'autorizza-zione di un comando presso l'Ufficio Au-torità Garante nazionale per l'infanzia eadolescenza con sede a Roma.

La criticità causata dalla riduzione delpersonale nel settore infanzia, tenutoconto che era composto da due risorseumane di cui una in posizione part-time,risulta di significativa rilevanza determi-nando una forte compromissione delleattività progettuali mentre, con fatica, siè cercato di mantenere quella afferentela gestione delle segnalazioni.

Il nuovo Garante, per garantire la funzio-nalità della struttura, a fronte di un volu-me di attività crescente e della inade-guatezza del numero delle risorse uma-ne a disposizione degli Uffici, ha la necessita’ di av-viare la procedura per il reclutamento di nuovopersonale.

Nel grafico a fianco si riporta la composizione dellastruttura operativa dell'Ombudsman al 31 dicem-bre 2015 che consta di un Dirigente e di 10 unità dipersonale distribuite nei diversi settori di competen-za dell'Ombudsman quali la difesa civica, i cittadinistranieri immigrati, l'infanzia e l'adolescenza e i de-tenuti anche se per talune progettualità le risorseumane svolgono attività trasversali alle aree stesse.

Alla struttura sono affiancate altresì n. 3 figure: 2amministrativo-fiscali-contabili che curano esclusi-vamente la parte fiscale-contabile delle iniziativeprogettuali realizzate dall'Ombudsman e n. 1 infor-matico. Tali attività sono svolte trasversalmente aquella esercitata nel Comitato Regionale delle Co-municazioni – Co.Re.Com..

1.5 IL SITO E LA COMUNICAZIONEL’Autorità ha curato la comunicazione delle proprieattività prevalentemente attraverso il sito istituziona-le www.ombudsman.marche.it, con il proprio profilofacebook e con youtube.

Nel periodo tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2015 ilnumero dei visitatori è stato di 16.485, con una me-dia mensile pari a 1.374 superiore/inferiore del 6% aquella registrata nel 2014 (1.295).

Sul sito sono pubblicate le determine, la carta deiServizi, il Bilancio Sociale, documenti, articoli e i co-municati stampa, video, nonché tutte le informazio-ni inerenti l'Ufficio, lo staff e le iniziative, realizzatedall'Ombudsman nei diversi settori, utili per i desti-natari della normativa e per i portatori di interesse.C'è anche una sezione dedicata alla richiesta di

10

Autorità indipendentiDirigente Antonio Russi

Informatico Autorità IndipendentiMaurizio Belletti

Ombudsman delle MarcheItalo Tanoni Andrea Nobili

22 settembre

Difesa Civica

● (P.O.) Claudia Castellucci● Elisabetta Giacchè

Cittadini Stranieri

Anna Clora Borghesi

Infanzia

● Albarosa Talevi● Carla Urbianti(di cui n.1 con rapportopart-time e n.1 comandata dal 1/8/2015 in altro Ufficio)

Detenuti

● Annalisa Marinelli● Roberta Papacella● Gabriele Cinti

Segreteria

Andrea Buffarini

Referente Informatico

Diego Cerca

Adempimenti Fiscali e contabili Autorità indipendentiPaolo Rossi e Roberta Savini

Anno 2015Tot. 16.485

Min giorn. 16Max giorn. 105

Media giorn 45,2Media mens. 1.373,8

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

intervento e alla segnalazione delle discriminazioni.

L’interesse per le attività svolte dall’Autorità è an-che confermato dal numero crescente degli utentifacebook e delle visualizzazioni youtube.

Nei casi di argomenti di particolare interesse sonostati diffusi via web comunicati stampa.

1.6 BILANCIO SOCIALENel mese di giugno, è stato realizzato per la primavolta il Bilancio Sociale dell'Autorità di Garanzia peril rispetto dei diritti di adulti e bambini – Ombud-sman regionale per rendicontare e illustrare ai cit-tadini e ai portatori di interesse in modo trasparentee chiaro le priorità, gli obiettivi, le attività e gli inter-venti programmati e realizzati nel corso dell'anno2014. Il Bilancio Sociale è stato diffuso a richiesta inversione cartacea.

1.7 CONCESSIONE PATROCINILa Legge regionale n. 23 del 28/07/2008 stabiliscele competenze dell'Ombudsman e prevede che ilGarante per lo svolgimento delle proprie attivitàpromuova iniziative per la tutela dei diritti degliadulti e bambini. Per favorire e sostenere la diffusio-ne della cultura e dell'informazione l'Ombudsman,con determina n. 5/TAN del 04/03/2014, ha discipli-nato la concessione del proprio patrocinio, intesocome adesione non onerosa, quindi puramentesimbolica, ad eventi o ad iniziative rilevanti a livelloregionale. Ai fini della concessione del patrocinio leiniziative devono: tendere a promuovere l'immagi-ne dell'Ombudsman in campo culturale, scientifico,sociale, educativo, artistico, sportivo, ambientale edeconomico, nonché apportare crescita e valorizza-zione nell'ambito della tutela dei diritti; essere in li-nea con gli obiettivi e l'attività dell'Ombudsman oconcernenti materie di specifico interesse dell'Uffi-cio del Garante; vedere la partecipazione di per-sonalità di particolare prestigio. Nel 2015 l'UfficioOmbudsman ha concesso complessivamente n. 9patrocini di cui n. 3 nel settore dei cittadini stranieriimmigrati e n. 6 nel settore infanzia e adolescenza.

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

1.8 CONTO CONSUNTIVOL’Autorità, che svolge le proprie funzioni in autono-mia e indipendenza (art. 2 della L.R. 23/08) si avvaledel personale della struttura organizzativa “ServizioAutorità Indipendenti” per la gestione degli inter-venti programmati e delle richieste di interventoprovenienti dal territorio e tramite il Dirigente dellostesso servizio gestisce le attività sia dal punto di vi-sta organizzativo che amministrativo-contabile.

La fonte del finanziamento dell'attività dell'Ombud-sman proviene dalla Regione Marche: nel 2014l'ammontare è consistito in €123.534,11, mentre nel2015 (con decreto del Dirigente del Servizio Politi-che Sociali e Sport n. 149/SPO del 29/12/2015) èstato di €70.000,00, di cui €55.0000 per lo svolgi-mento delle sue funzioni e un ulteriore finanziamen-to di €15.000 per la realizzazione del progetto “Cy-bercrime”. Il finanziamento essendo pervenuto afine anno non è stato utilizzato per lo svolgimentodell'attività 2015 che invece è stata realizzata conresidui derivati da precedenti annualità.

Ancora una volta si segnala la specificità dell'an-nualità 2015, determinata dall'avvicendarsi dei Ga-ranti, con conseguenze anche relative agli impegnidi spesa.

12

Fondo di cassa iniziale al 01/01/2015 297.735,50

Riscossioni in c/competenza 7.194,98Riscossioni in c/residui 0,00TOTALE ENTRATE RISCOSSE 7.194,98 + 7.194,98

Pagamenti in c/competenza 21.310,70Pagamenti in c/residui 83.500,00Pagamenti in c/perenti 46.369,84TOTALE SPESE PAGATE 151.180,54 - 151.180,54

Avanzo di cassa al 31/12/2015 -143.985,56 -143.985,56Fondo di cassa al 31 dicembre 2015 153.749,94(vedi estratto conto Banca Marche)

Somme da riscuotere in c/competenza 70.000,00Somme da riscuotere in c/residui 0,00 70.000,00

Somme da pagare in c/competenza 1.830,00Somme da pagare in c/residui 20.000,00Somme da pagare in c/perenti 3.006,92TOTALE SPESE IMPEGNATE DA PAGARE 24.836,92 24.836,92 - -45.163,08

198.913,02Avanzo di amministrazione al 31/12/2015(al netto dei residui perenti)

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CAP.2 DIFESA CIVICA

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

2.1 PREMESSAL'anno 2015 è stato caratterizzato dal passaggio diconsegne tra l'Ombudsman uscente e quello at-tuale, il quale ha gestito solo l'ultimo trimestre del-l'attività dell'Autorità di Garanzia

Ad eccezione delle pratiche che costituiscono l'at-tività ordinaria dell'Ufficio del Difensore civico, lafase conclusiva del precedente Ombudsman havisto una flessione delle istanze trattate da que-st'Ufficio.

Difatti, per sua natura, l'Ufficio del Difensore civicoregionale tratta questioni giuridiche, nello specificoafferenti la legittimità dell'operato delle PP.AA, cherichiedono tempi medio-lunghi ed analisi attente,specie laddove vengono a sfociare in pareri, darendersi ai soggetti che ne facciano richiesta.

Pertanto, la naturale cessazione del precedenteOmbudsman, in carica sino al 22 settembre 2015,ha in un certo qual modo, prodotto una flessionedelle istruttorie a decorrere dall'estate 2015 sino al-l'avvenuta elezione dell'attuale Autorità.

L’istituto del Difensore civico è espressione di unacultura istituzionale che consente ai cittadini di ot-tenere un’estensione della tutela dei propri diritti,anche avvalendosi della sua attività di mediazione.

Anche nelle Marche trattasi di un organo operantein posizione di terzietà a favore del cittadino, inun’ottica di garanzia e controllo, sia pur sui generis,dell’attività amministrativa.

Il Difensore civico è un tramite che aiuta a supera-re la percezione di un dualismo tra Pubblica ammi-nistrazione e collettività, agevolando forme di col-laborazione tra istituzioni e cittadini.

La principali funzioni attribuite al Difensore civico, dicui si sono avvalsi i cittadini marchigiani possonoessere così sintetizzate:

• stimolo: la P.A. viene invitata a rivedere la pro-pria azione e a riesaminare i provvedimenti. Sicontribuisce quindi a migliorare l’azione ammi-nistrativa in termini di tempestività ed efficacia;

• assistenza e consulenza ai soggetti privati: l’a-zione del Difensore civico rappresenta un vali-do aiuto per le persone più deboli che, in diffi-coltà nel relazionarsi con il sistema burocratico-amministrativo, trovano nello stesso un punto diriferimento;

• funzione di mediazione: le parti, di comune ac-cordo, dopo essere state inviate a una rivulata-zione dei propri interessi, sono incoraggiate a

raggiungere un punto di equilibrio;

• trasparenza e accesso agli atti: crescente ilruolo del Difensore civico nel dare concretezzaal principio della trasparenza amministrativa edel rispetto del diritto d’accesso agli atti.

Nell’interpretare la proprie funzioni il Difensore civi-co, può spingersi oltre l’impegno per garantireun’interlocuzione effettiva tra il cittadino istante ela Pubblica amministrazione, che consente di per-venire a un risultato chiarificatorio. Un Difesa civicaforte può approfondire le zone oscure dell’azioneamministrativa assolvendo un duplice compito.

Accanto al controllo in ordine alla legittimità e tra-sparenza dell’operato della Pubblica amministra-zione si colloca la realizzazione di una sorta di os-servatorio sulla P.A. Stessa.

2.2 ATTIVITÀ DI PROMOZIONE DELLA CULTURA DELLA DIFESA CIVICA CON LA SOCIETÀ CIVILE

Il Progetto “Autorità sul territorio” è stato coltivatocon tenacia sino in fondo.

Obiettivo dell'Autorità era la stipula della Conven-zione con ANCI Marche, finalizzata ad estenderel'istituto della difesa civica nei presidi territoriali co-munali mediante locali Servizi URP. In data 25 feb-braio del 2016 tale lavoro ha ottenuto riconosci-mento tramite la stipula della citata convenzione.

Cessata, invece, l'attività di collaborazione con ilCentro Interdipartimentale dell'Università di Pado-va, sorta per effetto della sigla della Convenzioneda parte del Coordinatore nazionale dei difensoricivici regionali e delle province autonome con l'A-teneo padovano, avente un valore statistico e dimonitoraggio.

La segnalata circostanza non impedisce, tuttavia,che, per il futuro, analoga collaborazione non pos-sa essere disposta su base regionale, con le Univer-sità marchigiane.

I contatti e gli incontri con le Associazioni dei con-sumatori, quali sensori dell'efficienza della macchi-na amministrativa territoriale, sono rimasti vivi epressoché costanti.

L'auspicio ha ragione di sussistere anche in consi-derazione della proposta di istituire un “tavolo per-manente sulla prevenzione della corruzione e tra-sparenza," che comprenda, oltre alla Regione, an-che le Prefetture, le Associazioni dei consumatori ri-conosciute, l'ANCI, l'UPI e l'Ombudsman della Re-gione Marche.

14 Difesa civica

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

Infine, per quanto riguarda la strategia legata allaMacroregione Adriatico – Ionica si è lavorato perun coinvolgimento del Difensore civico regionaleper favorire ed accrescere le relazioni tra le comu-nità dei Paesi coinvolti.

Ciò in sintonia con il contenuto della Relazione del-la Commissione al Parlamento Europeo "sulla go-vernance delle strategie macroregionali "(Bruxelles,20.5.2014 COM-2014-284 final).

2.3 CASI DI PARTICOLARE RILIEVO GIURIDICO

In merito alla scelta delle questioni più stringenti,affrontate per l'anno 2015, si è preferito utilizzareuno schema orizzontale, parametrato ai criteri dellacompetenza, rationae materie e territoriale, piutto-sto che seguire la nota distinzione verticale : Stato,Regioni, Enti locali etc.

Il nuovo metodo adottato, trae spunto da due cir-costanze:

a) da un lato, la necessità di segnalare l'impor-tanza dell'Ufficio del Difensore civico della Re-gione Marche in ambito nazionale, consideratele richieste d'intervento, pervenute da altre Re-gioni. Fatto non secondario se si considera cheil Legislatore nazionale non ha rinvenuto la ne-cessità di istituire un'apposita Autorità di garan-zia, diversamente opinando rispetto alla figuradel Garante per l'infanzia e del Garante deldetenuti;

b) dall'altro, la non secondaria esigenza di af-frontare questioni, di tipo trasversale tra Stato eRegioni, quali Ambiente, Salute, Assistenza so-ciale e Tributi.

2.4 CASISTICA

2.4.1 Competenza territoriale

Il primo aspetto, lungi dal riguardare questioni dinatura squisitamente formale, evidenzia, per con-tro, l'eterogeneità e la diversità del panorama re-gionale italiano e la richiesta d'intervento, perve-nuta da soggetti, residenti in altri territori.

a) Richieste di informazioni, relative alle rette daversare per parenti disabili gravi, che frequen-tano centri di riabilitazione in regime semiresi-denziale.

b) Richieste di informazioni sulle modalità di rela-zione con gli enti territoriali.

c) Acquisizione di documentazione, presso gli enti

preposti, necessaria ai fini previdenziali.

I casi presentati offrono spunto per ragionare intor-no alla necessità di promuovere maggiormente lafigura del Difensore civico e per delineare i contor-ni, le sfere di competenze tra i rappresentanti dellevarie Regioni e dei rapporti, gli interscambi infor-mativi tra i livelli regionali ed il coordinatore nazio-nale ed infine la necessità di tracciare linee guidanazionali in ambito di difesa civica, onde renderemaggiormente omogenea la relativa tutela sul ter-ritorio.

2.4.2 Ambiente – tutela del territorio.

Intervento relativo ai danni cagionati dalle erosionimarine, dalle esondazioni fluviali, dalle frequentimareggiate, abbattutesi nella zona di Fano, crean-do danni ingenti ai cittadini e agli esercenti dellazona.

2.4.3 Tributi concorrenza sleale da parte di stati membri U.E.

È stato sottoposto all'Ombudsman regionale il pro-blema relativo all'applicazione dell'Iva sul tartufo,allegando una petizione europea, inviata dal sin-daco di Alba (CN) al Presidente del ParlamentoEuropeo.

Si sono condivise le preoccupazioni per le conse-guenze a danno del prodotto italiano per perditadi competitività nei mercati esteri e per la manca-ta fruizione da parte dei coltivatori italiani di fondiper lo sviluppo rurale per la tutela di boschi e tartu-faie, che l'Unione Europea eroga, per converso, aPaesi concorrenti, in ragione della qualificazioneagricola del prodotto da parte di questi ultimi, conl'ulteriore deprecabile conseguenza di veder par-tecipare l'Italia a contribuire, a proprio danno, allosviluppo di economie concorrenti, evidenziava l'im-possibilità per il Difensore civico regionale di inter-venire in ambito di competenze statali.

2.4.4 Accesso agli atti

I fascicoli relativi ai ricorsi ex articolo 25, comma 4,della Legge 7 agosto 1990, n. 241, ammontano a32 istruttorie.

Gli enti, cui viene richiesto accesso alla documen-tazione amministrativa, sono, perlopiù, rappresenta-ti da Comuni ed ASUR Marche.

A riprova di quanto sopra, si evidenzia che, dei 32fascicoli indicati:

- 15 riguardano i Comuni marchigiani;

Difesa civica 15

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

- 9 ASUR Marche;

- 2 la Provincia di Ancona;

- 3 le Società Partecipate, tra le quali, una in-stante fuori Regione (Friuli Venezia Giulia);

- 1 lo Stato (Ministero Beni Culturali);

- 1 l'INPS ( da istante Regione Toscana);

- 1 Ordini Professionali.

2.4.5 Stato

I fascicoli relativi a materie statali sono 3 e riguar-dano le competenze del MEF- Agenzie Fiscali.

2.4.6 Garante privacy

n. 1 istruttoria, concernente la necessità d'installa-zione di telecamere per motivi di sicurezza.

2.4.7 Regione Marche

Il totale dei fascicoli, concernente la Regione Mar-che, le aziende e gli enti dalla stessa controllati,ammonta a 40, così distribuite:

- 22 Sanità e Servizi Sociali

- 2 Trasporto

- 4 Tributi

- 4 Lavoro e Formazione Professionale

- 5 Ambiente e Urbanistica

- 1 legislazione regionale

- 2 Altro

In materia ambientale si segnala l'istruttoria relativaa fenomeni alluvionali di rilevante entità, compor-tanti, tra le altre conseguenti dissesti idrogeologicipresso il litorale Fano-Marotta (Comitato Le Breccedi Fano).

Nel settore sanità, tra le altre, si cita la richiesta di

danni per HCV da trasfusione e la richiesta di inse-rire la Sindrome di Lynch nell'elenco delle patolo-gie, che danno luogo al rimborso dei farmaci .

A livello legislativo si segnala l'intervento relativoalla fusione tra i comuni di Pesaro e Mombaroccio

2.4.8 Altre regioni

Una nuova tipologia di istruttorie riguarda le istanzeprovenienti da questioni di altre Regioni.

2.4.9 Comuni e province

Si registra un totale di n. 37 istruttorie, piuttosto va-riegate:

-mancato rispetto degli Istituti di partecipazio-ne, previsti dagli statuti comunali;

- ambiente ed urbanistica;

- trasparenza amministrativa;

- Polizia Municipale;

- in materia di disabilità;

- chiarimenti amministrativi;

- commercio;

-mobilità e trasporti;

-minori.

2.4.10 Società partecipate

Si registrano n. 5 istruttorie, come negli anni prece-denti, riguardanti le tariffe del Servizio Idrico Inte-grato (Ambito 3), la contestazione di addebiti sufatture della Multiservizi ed infine i bilanci della Steadi Osimo, ENEL e altre Municipalizzate.

2.4.11 Aspetti positivi

Nel generale quadro di cui sopra, vanno sottoli-neati due aspetti positivi:

• il primo è costituito dal raccordo tra difesa civi-ca regionale e Commissione centrale per l'ac-cesso ai documenti amministrativi (articoli 25,comma 4 e 27 della Legge n. 241/1990);

• il secondo è dato dai 4 interpelli per questioniriguardanti altre Regioni.

16 Difesa civica

47%28%

6%9% 3% 3% 3%

Comuni marchigiani

ASUR Marche

Provincia di Ancona

Società Partecipate

Stato

INPS

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CAP.3 IMMIGRATI E UFFICIOANTIDISCRIMINAZIONI

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

3.1 PREMESSAAlcune considerazioni preliminari e di ordine gene-rale, verranno formulate facendo riferimento a duedocumenti:

a) il Report from the Commission to the EuropeanParliament and Council, del 17.1.2014 che dàconto dello stato di applicazione della norma-tiva antidiscriminatoria UE nei 28 Stati membri,compresa l’Italia;

b) il “Dossier Statistico immigrazione 2015” dati diriferimento anno 2014 (IDOS in parternariatocon Confronti e la collaborazione di UNAR).

Il Report from the Commission to the European Par-liament and Council cade a dieci anni dalla costi-tuzione dell’UNAR, organismo deputato dalla nor-mativa europea alla promozione della parità ditrattamento ed alla rimozione delle discriminazioni,con il quale l'Ombudsman delle Marche coordinala propria attività. In premessa, la Commissioneprecisa che il processo di recepimento è ormaiconcluso in tutti gli Stati membri che hanno acqui-sito maggiore esperienza nell’attuazione praticadelle due direttive, anche a fronte delle proceduredi infrazione avviate nei confronti di 25 Stati e chiu-se per allineamento degli Stati membri alle diretti-ve. Nondimeno, se, da un lato, tutti i 28 paesi del-l’UE hanno reso parte integrante del loro diritto na-zionale sia la direttiva 2000/43/CE (cd. direttiva raz-za) che la Direttiva 2000/78/CE (cd. direttiva occu-pazione); dall’altro, si rimarca il fatto che le autoritànazionali non riescono a garantire una protezioneefficace alle vittime di discriminazione. Secondo ilReport, infatti, le cause principali del divario appli-cativo sarebbero da addurre alla scarsa cono-scenza che ha il pubblico dei propri diritti, al livelloinsufficiente di segnalazione degli eventi discrimi-natori e conseguentemente, alla mancanza di datisulla parità che rende difficile quantificare e moni-torare gli eventi discriminatori. Le priorità che laCommissione indica agli Stati membri per renderesempre più effettivo il principio di parità sono le se-guenti: sensibilizzare l’opinione pubblica sui temidella discriminazione; favorire la segnalazione dellediscriminazioni quindi l’emersione delle denunce;garantire l’accesso alla giustizia; favorire azioni po-litiche volte all’adozione di Strategie Nazionali perla specifica discriminazione dei ROM.

Il Dossier Statistico (anno 2015), contiene molte pre-ziose informazioni che conferiscono una fisionomiaconcreta alla presenza della popolazione immigra-ta sul territorio regionale: aspetti demografici, situa-zione lavorativa, settori di inserimento occupazio-

nale, attività imprenditoriali, prestazioni assistenziali,eventuale coinvolgimento nella devianza nonchéla stima delle appartenenze religiose.

La conoscenza di tale fisionomia costituisce unacondizione indispensabile e preliminare alle politi-che di integrazione e alla corretta comunicazionedel fenomeno migratorio. In controtendenza rispet-to al passato è la diminuzione delle presenze di im-migrati, invertendo così una crescita pressoché co-stante riscontrata fin dall'inizio degli anni '90. Ciò èun effetto della crisi economica degli ultimi anniche ha finito per rallentare fino ad annullare lequote di lavoratori in entrata e ha costretto unconsistente numero di lavoratori e di loro familiarigià presenti sul territorio italiano a un rientro forzatonel proprio paese. A conferma di questa situazioneil rapporto regionale mette a disposizioni informa-zioni sull'andamento economico dell'anno passatocon i conseguenti riflessi in ambito occupazionale:diminuzione dei nuovi assunti e, spesso, un bilancionegativo tra il totale annuo delle assunzioni e quel-lo delle cessazioni dei contratti di lavoro.

3.2 ALCUNI DATINella Regione Marche, come risulta dal dossier ci-tato in premessa, nel 2014 dopo oltre vent'anni dicrescita, la popolazione straniera residente ha subi-to per la prima volta una battuta d'arresto. Al 31dicembre 2014 infatti le persone con cittadinanzanon italiana sono risultate 145.152 unità. Tuttavia èrimasta invariata la loro incidenza sulla popolazio-ne complessiva, il 9,4% in virtù della parallela dimi-nuzione di 2.342 unità del totale dei residenti in re-gione; in ogni caso questo valore resta più altodella media nazionale (8,2%). Le donne sono lamaggioranza con il 54,6%.

La distribuzione tra le 5 province è rimasta immuta-ta rispetto all'anno precedente: la provincia di An-cona è quella dove si concentra il maggior nume-ro di stranieri (45.847), seguita da quella di Macera-ta (34.136), dove c'è la più alta incidenza di stra-nieri sulla popolazione totale (10,6%) dalle provincedi Pesaro Urbino (32.576), Fermo (18.169) e Ascoli Pi-ceno (14.402). Nel 2014 gli iscritti provenienti dall'e-stero sono stati 6.602 (1.929 in provincia di Ancona,1.782 in quella di Macerata, 1168 a Pesaro Urbino,952 a Fermo e 771 ad Ascoli Piceno), mentre i nuo-vi nati stranieri sono stati 2.069 (642 ad Ancona, 522a Macerata 476 a Pesaro Urbino 229 a Fermo e200 ad Ascoli Piceno). Nel 2014 hanno acquistatola cittadinanza italiana 5029 cittadini di originestraniera. Il primato è detenuto dalla provincia diMacerata (1.635), a seguire Ancona (1.324), Pesaro

18 Cittadini Stranieri Immigrati

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

Urbino (1.162), Fermo (480), e Ascoli Piceno (428).Considerando le aree di provenienza dei cittadinistranieri l'Europa continua ad essere il continentepiù rappresentato, con il 56,6% dei residenti, di cuipiù della metà proviene da paesi non comunitari.Tuttavia la maggior parte degli immigrati europeigiunge dalla Romania (25.784), seguita dall'Albania(20.062) e dalla repubblica di Macedonia (9324).l'Africa si trova in seconda posizione con pocomeno di un quinto degli immigrati (19,1%) e i paesimaggiormente rappresentati sono il Marocco(12.621), la Tunisia (4.309) e la Nigeria (3.327). Lacomponente asiatica si conferma al terzo posto(18,8%), anche se con una differenza esigua rispet-to a quella africana. Oltre un terzo degli asiatici(9938), proviene dalla Cina seguita dalle grandicollettività del subcontinente indiano: Pakistan(4528), India (4.291) e Bangladesh (4088). Il conti-nente americano incide soltanto per il 5,5% e lenazioni più rappresentate sono il Perù (2.677), il Bra-sile (1.082) e la Repubblica Dominicana (1.027).

3.3 L'OMBUDSMAN E LA LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI

L'Ombudsman delle Marche, ai sensi della leggeregionale n. 28/2003, art. 7bis, opera per contrasta-re le discriminazioni razziali, etniche e religiose ac-cogliendo le segnalazioni dei cittadini e fornendoinformazione, sostegno, consulenza legale e me-diazione.

Le attività a tutela dei cittadini stranieri immigrati sisuddividono in due macro categorie:

a) attività di informazione, supporto e presa incarico delle segnalazioni;

b) attività di progettazione e acquisizione dati.

Quanto alle funzioni di informazione e di supportoagli stranieri, vittime di discriminazioni dirette e indi-rette per motivi razziali, etnici e religiosi, l'Ufficiosvolge una quotidiana attività di informazione esupporto agli utenti (cittadini stranieri e non) e svol-ge attività di mediazione con Enti Locali e Associa-zioni che operano a sostegno dei cittadini stranieriper la gestione dei singoli casi.

L'attività dell'ufficio è per lo più orientata all'ascol-to e all'orientamento, infatti gran parte del conten-ziosi tra le persone, anche quando sono mossi ovengono alimentati dai pregiudizi etnici e razziali,raramente approdano a livello giudiziale, più spes-so rimangono sotto traccia e in questi casi, unadelle due parti prevale, senza che vi sia alcun so-stegno al soggetto vittima di discriminazione. Ed in-

vero, nelle segnalazioni che pervengono quotidia-namente all’attenzione dell’Ufficio per tutti i fattoridi discriminazione, l’attività essenziale è quella difar conoscere alla vittima i rimedi messi a disposi-zione della legge, i diritti azionabili e quindi l’even-tualità di presentare denuncia laddove il fatto di-scriminatorio si concretizzi in una lesione dei dirittifondamentali.

3.3.1 Attività di informazione

➢ La discriminazione nei servizi di utilitàpubblica

La rapida trasformazione, messa in moto dall’inten-sificarsi dei flussi migratori verso l’Italia, ha posto iservizi di pubblica utilità di fronte alla sfida di man-tenere una qualità elevata, pur vedendo allargatal’utenza. In tempi di bilanci pubblici ridotti, la qua-dratura del cerchio è sempre più difficile, ed è losfondo sul quale occorre situare alcuni dei casi didiscriminazione che si sono verificati nel campodella sanità e della scuola. Le strutture pubbliche,in alcune situazioni, si trovano a dover istituire pro-cedure che, pur avendo come obiettivo l’identifi-cazione degli utenti e una più razionale gestionedel servizio, finiscono per replicare stereotipi e di-scriminare.

Di seguito si ritiene opportuno elencare alcuni deicasi posti all'attenzione dell'Autorità di garanzia emaggiormente rappresentarvi dell'attività svolta nelsettore:

a) Intervento dell'Ombudsman a sostegno del di-ritto alle cure essenziali in capo tutti gli immi-grati, anche a quelli non in regola con il per-messo/titolo di soggiorno. Su tale complessotema l'Ombudsman è più volte intervenuto, av-valendosi della preziosa collaborazione dell'Os-servatorio sulle diseguaglianze nella salute dellaRegione Marche, al fine di garantire una cor-retta informazione ai soggetti coinvolti, sia co-loro che erogano il servizio che gli stranieri stes-si, quindi: immigrati provenienti da paesi al difuori dell’Unione europea (UE) in possesso di re-golare permesso di soggiorno, immigrati extra-comunitari non in possesso del permesso disoggiorno e dei minori stranieri.

b) Intervento dell'Ombudsman per la mancataconcessione, da parte di un ufficio anagrafedel territorio, dell'iscrizione al S.S.N. e conse-guente possibilità di scelta del Medico di Medi-cina Generale (MMG), in capo ad una cittadi-na polacca, in possesso dell'attestazione disoggiorno permanente, che in qualità di citta-

Cittadini Stranieri Immigrati 19

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

dina dell’Unione europea, soggiornante legal-mente e in via continuativa da cinque anni nelterritorio nazionale acquisisce il diritto al sog-giorno permanente, che comporta l'iscrizione atempo indeterminato al SSN (Direttiva2004/38/CE, D.lgs 30/07).

c) Intervento dell'Ombudsman per la mancataconcessione, da parte di un Comune del terri-torio, delle agevolazioni tariffarie per la circola-zione sui mezzi del T.P.L. su gomma e su ferroviain capo ai soggetti beneficiari del progettoSPRAR (Sistema di protezione per richiedentiasilo e rifugiati).

d) Intervento dell'Ombudsman per la mancataconcessione da parte di un ufficio Comunaledi un documento di soggiorno permanente perun minore, con la giustificazione del mancatotrascorrere di “5 anni dalla data di rilascio del-l'iscrizione anagrafica presso il medesimo Co-mune della minore". Ciò in contrasto con la vi-gente normativa, ai sensi della quale il figlio mi-nore di cittadino comunitario ha diritto al sog-giorno permanente, indipendentemente daqualsiasi requisito di previa residenza, se il geni-tore ne ha diritto.

e) Intervento dell'Ombudsman inerente l'emissio-ne di una sanzione, sul bus, in capo ad un cit-tadino straniero con la motivazione “Titolo sca-duto”, a fronte di un abbonamento, che sareb-be scaduto solo successivamente.

f) Intervento dell'Ombudsman per la mancataiscrizione nelle liste di collocamento di due mi-nori stranieri da parte dell'addetto di sportellodel relativo Centro per l'impiego.

g) Intervento dell'Ombudsman per la pubblica-zione di un avviso pubblico di selezione per laformazione di una graduatoria di lavoratori conmansione di Bigliettaio, ove viene previsto chepossano presentare domanda soggetti di citta-dinanza "di uno degli Stati facenti parte dellaUnione Europea".

h) Intervento dell'Ombudsman inerente alcunepresunte disparità di trattamento in ordine al-l'accesso alle graduatorie per le scuole dell'in-fanzia del Comune.

i) Intervento dell'Ombudsman per presunta discri-minazione di genere, per esclusione di una stu-dentessa, da parte di un istituto scolastico delterritorio dotato di un Convitto, munito di unasola sezione maschile, nonostante l'Istituto pos-sa essere frequentato da studenti di entrambi i

sessi.

j) Intervento dell'Ombudsman per presunta esclu-sione illegittima da una Consulta Comunaledegli Immigrati extracomunitari di un Associa-zione rappresentativa di una etnia molto attivasul territorio.

k) Intervento dell'Ombudsman inerente la previ-sione, da parte di una delibera di Giunta, diuna compartecipazione a carico dell'utente,delle spese inerenti il servizio di trasporto disabi-li, per le scuole, da primarie a secondarie di se-condo grado, nonostante, a noma di legge, ilservizio di trasporto scolastico, per alunni disabi-li, debba considerarsi gratuito, rientrando nelladisciplina del trasporto scolastico generale, efacente parte dei servizi di integrazione scola-stica che favoriscono il diritto allo studio.

➢ Quotidiani online

Intervento dell'Ombudsman inerente una segnala-zione concernente la pubblicazione, sulla paginafacebook di un quotidiano di un post oggetto dinumerosi commenti, diffamatori e lesivi dell’onore edell’identità delle persone citate nell'articolo pub-blicato; intervento finalizzato ad informare il Diret-tore della testata giornalistica dell'esistenza dellaRete territoriale contro le discriminazioni, per pro-porre la sperimentazione e il futuro sviluppo di unametodologia per il monitoraggio, la prevenzioneed il contrasto delle discriminazioni fondate sull’ha-te speech on line.

➢ Questione rom

Interventi dell'Ombudsman di varia natura, finaliz-zati per lo più alla definizione dello status giuridicodi persone Rom, Sinti e Caminanti (RSC), situazionecaratterizzata da notevole complessità giuridica:cittadini italiani, cittadini comunitari, stranieri noncomunitari, stranieri ai quali è stato riconosciuto ildiritto di asilo o la protezione sussidiaria, apolidi didiritto e apolidi di fatto, anche con figli e nipoti natiin Italia. L'attività a loro tutela si manifesta partico-larmente complessa e scivolosa, tra di essi moltinon hanno uno status giuridico definito, ad esem-pio i minori, e l'Ombudsman interviene nel tentativodi mediare con le municipalità, sulla loro regolariz-zazione che, spesso, risulta complessa a causa del-la mancanza di “contatti” con le Istituzioni o dellacarenza di documenti che dovrebbero esser lororilasciati dai rispettivi Paesi di origine.

20 Cittadini Stranieri Immigrati

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

3.3.2 Attività di progettazione

➢ Rete territoriale - giornata seminariale

Il giorno 16 marzo 2015 presso il Palazzo delle Mar-che, dopo un percorso formativo durato tre anni,che ha coinvolto oltre 100 volontari, la Rete regio-nale contro le discriminazioni è diventata una real-tà operativa. Nell'ambito dell'undicesima Settima-na di azione contro il razzismo - promossa da ANCI,UNAR e MIUR - si è svolta la presentazione ufficialedell'organismo Rete territoriale, con una giornataseminariale dedicata al tema dell'integrazione. LaRete antidiscriminazione è stata costituita al fine dicondividere buone pratiche, campagne informati-ve e sistemi di intervento per educare alla convi-venza e contrastare l'intolleranza. A tutti i Nodi èstata consegnata la chiave “virtuale”, una pas-sword, per entrare in un'area riservata, attiva, all'in-terno del sito internet dell'Autorità di garanzia(www.ombudsman.marche.it), dove è operativoanche uno sportello on line, per raccogliere segna-lazioni, anche anonime, di atti di razzismo. Il percor-so, che ha portato alla nascita della Rete, è il risul-tato di un lavoro di squadra promosso dall'Autoritàper la garanzia dei diritti e dal Servizio Politiche so-ciali della Regione Marche, in collaborazione conl'Università di Urbino (centro interdipartimentale perla ricerca transculturale), l'Ars (agenzia regionalesanitaria) e l'Associazione Avvocati di strada. In Ita-lia, le Marche, è l'unica regione che ha istituito conuna legge approvata dall'Assemblea legislativa(art. 7bis L.R. 23/2008), un servizio specifico antidi-scriminazioni all'interno dell'Autorità di garanzia. Alseminario sono intervenuti anche Marco Buemi(UNAR), Eduardo Barberis (Uniurb) e Daniele Valeri(Avvocati di strada onlus).

➢ “Il cinema per i diritti umani. Dall’HotelHouse ai Balcani”

Il 9 dicembre 2015 presso il Cinema Azzurro di An-cona, in occasione del Corto Dorico Film Festival, èstata dedicata un evento, sostenuto dall'Ombud-sman, all’iniziativa “Il cinema per i diritti umani. Dal-l’Hotel House ai Balcani”. L’iniziativa è stata dedi-cata al tema dei migranti, con la proiezione di cor-ti selezionati da Amnesty International in concorsoal Corto Dorico e del progetto di documentario“Homeward” di Giorgio Cingolani e Claudio Gae-tani sugli adolescenti residenti all’Hotel House diPorto Recanati (già patrocinato dall’Autorità di ga-ranzia), la medesima iniziativa si è ripetuta il giornodopo, presso il Liceo Galilei di Ancona, in forma ri-servata. L’iniziativa, che ha preso il nome di: “Il Ci-nema per i Diritti Umani. Dall’hotel House ai Balca-

ni”, ha rappresentato per l’Ombudsman, un’occa-sione importante e soprattutto unica sul territorio,anche per il suo rilievo mediatico, per poter porrein essere attività di promozione delle proprie funzio-ni e competenze, nonché di sensibilizzazione del-l’opinione pubblica sulle tematiche della tuteladell’infanzia e delle discriminazioni etnico – religio-se, con particolare riferimento alla promozione del-le procedure per le segnalazione, anche on line,delle medesime discriminazioni.

➢ Di.Di.Ma (Diversità e Discriminazione nelleMarche)

Il 18 giugno 2015 presso il Palazzo delle Marche vi èstata la presentazione dei dati conclusivi dei pro-getti di ricerca Di.Di.Ma (Diversità e Discriminazionenelle Marche) e MIR_Scuola (Mediazione Intercultu-rale nelle Scuole della Regione Marche), due pro-getti sostenuti dall'Ombudsman delle Marche erealizzati dal Dipartimento di Economia, Società ePolitica dell'Università di Urbino Carlo Bo. I progettisi sono avvalsi anche della preziosa collaborazionedell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche.

Di.Di.Ma ha previsto la realizzazione di un'indaginetramite questionario anonimo sottoposto agli stu-denti di scuola secondaria di primo grado nellaRegione. L'indagine aveva lo scopo di fornire unostrumento conoscitivo sulle opinioni, rappresenta-zioni ed esperienze in materia di diversità e discri-minazione dei giovanissimi marchigiani. L'obiettivoera quello di capire il rapporto fra relazioni sociali,pregiudizi e ambiente scolastico in un'età piuttostoprecoce rispetto al target usuale delle ricerche sul-la discriminazione.

Sono stati raccolti, in questo anno scolastico, 611questionari in 11 Istituti Comprensivi, 31 classi e 14Comuni della Regione, coprendo tutte le provincee le specificità territoriali del territorio regionale(grandi e piccoli comuni; aree costiere e aree in-terne...).I risultati principali del progetto Di.Di.Ma evidenzia-no che:

a) la diversità culturale non è necessariamenteun ostacolo a relazioni positive in classe: leclassi più multiculturali mostrano una maggiordisponibilità verso gli sconosciuti e verso la di-versità e un minor uso di stereotipi negativi;

b) il numero di alunni di origine straniera contarelativamente: un alunno straniero solo in unaclasse dove tutti gli altri sono italiani si sente piùa disagio ed escluso, così come nelle classi contanti alunni di origine straniera si possono senti-

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

re a disagio gli alunni italiani e può esserci unagenerale scarsa disponibilità ad aiutarsi. Quelloche fa la differenza è il ruolo dell'insegnanteche crea il “clima” della classe per favorire ilbenessere di tutti quando ci sono dei nuovi ar-rivati, in tale ottica sono di estrema importanzal'autorevolezza, l'accoglienza e la disponibilitàal dialogo;

c) la televisione è una fonte importante di ste-reotipi negativi. Mediamente, ogni ora passatadavanti alla televisione aumenta del 4% i pre-giudizi nei confronti degli stranieri e aumentadel 3% la diffidenza nei confronti degli estranei;

d) fare esperienze interculturali (viaggiare, man-giare cibo esotico...) non favorisce i rapporti in-terculturali in classe: serve una riflessione sucome si svolgono queste esperienze;

e) 1 alunno su 8 ha pregiudizi piuttosto consoli-dati già a 12-13 anni, in particolare i maschi,collocati ai due estremi della gerarchia sociale(di classe sociale elevata o bassa), con difficol-tà relazionali, meno soddisfatti del loro ambien-te scolastico.

f) sono maggiormente vittime di stereotipi negati-vi: le principali comunità di immigrati (Romeni,Albanesi, Marocchini, Cinesi); i gruppi oggettodi attenzione dei media in rapporto con le ten-sioni internazionali (la questione musulmana, laquestione medio-orientale, la questione rus-so-ucraina, i rapporti politico-economici dentrol'Unione Europea); le minoranze discriminate in-dipendentemente dalla loro conoscenza (Rom,Neri, Ebrei...).

3.3.3 MIR Scuola

Il progetto MIR_Scuola aveva l'obiettivo di capirequali interventi le scuole marchigiane mettano incampo per gestire la diversità culturale. Il progettoha previsto la somministrazione di un questionarioonline ai dirigenti scolastici, che verteva sui temidella discriminazione, dell'accoglienza degli alunnistranieri, dell'insegnamento dell'Italiano agli alunninon italofoni, del rapporto con le famiglie immigra-te, della gestione di iscrizione e inserimento in clas-se degli alunni di origine straniera, dell'educazionee della mediazione interculturale. In questo annoscolastico sono stati raccolti 223 questionari (hannodunque risposto ben il 56% delle scuole contattate,fra i quali più del 70% degli Istituti Comprensivi).

Alcuni dei principali risultati raggiunti evidenzianoche:

a) per il 53% delle scuole, gli alunni di origine stra-niera rendono più problematico l'apprendi-mento in classe, specie se ci sono alunni cheprovengono da Cina, Nord Africa e Subconti-nente Indiano;

b) per un terzo delle scuole i docenti non sonoancora abbastanza preparati nel campo dellapedagogia interculturale;

c) il 30% delle scuole riporta che si sono verificatiepisodi di discriminazione;

d) un terzo delle scuole non ha una commissioneche si occupi dell'accoglienza dei nuovi arriva-ti;

e) più della metà delle scuole organizza percorsiper il miglioramento della conoscenza dell'ita-liano da parte degli alunni non italofoni. Il nu-mero di ore e le risorse dedicate, però, sonoconsiderate spesso insufficienti;

f) solo 1 scuola su 6 traduce il proprio materialeinformativo in altre lingue;

g) non raramente gli alunni stranieri vengono in-seriti in classi non corrispondenti alla loro età.Una scuola su otto lo fa regolarmente. Quasinessuno è favorevole all'istituzione di classi se-parate.

h) il mediatore interculturale è poco usato (di piùnelle Province di Macerata e Ancona), spessoin modo occasionale;

i) circa la metà delle scuole organizza attività in-terculturali extracurriculari. L'educazione inter-culturale è un tema inserito nel POF di tre scuo-le su quattro (e prioritario per quasi la metà).L'efficacia dell'educazione interculturale è limi-tata dalla scarsità di risorse e di collaborazionisul territorio.

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

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CAP.4 INFANZIA

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

4.1 PREMESSAIl Garante per l'infanzia e l'adolescenza, grazie allasua azione, rappresenta un volano per l'attuazionedei diritti di bambini e adolescenti e contribuisce arilanciare il dibattito sulle politiche pubbliche desti-nate a questa fascia d'età.

4.2 SEGNALAZIONI GARANTE PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

Nel 2015 le segnalazioni trattate dal Garante perl'infanzia e l'adolescenza sono state complessiva-mente 178. Sono stati aperti 75 fascicoli e ne sonostati archiviati 103.

Come risulta ricavabile dal grafico relativo alle ti-pologie dei fascicoli aperti nel 2015, numerose se-gnalazioni (16) hanno riguardato la concessione dipatrocini per iniziative, di rilievo regionale, finalizza-te alla promozione dei diritti dei minori.

Undici sono state le segnalazioni relative ad Istru-zione e formazione, in buona parte riguardanti lacompromissione del diritto allo studio di minori condiagnosi di disabilità o portatori di Bisogni EducativiSpeciali (BES).

Le segnalazioni relative alla conflittualità genitorialeo alla compromissione delle competenze genitorialisono state otto, ed hanno riguardato casi per lopiù già noti alle Autorità Giudiziarie, ma che nono-stante ciò continuavano a presentare elementi dicriticità tali da rendere opportuni interventi del Ga-rante.

Correlate a quest'ultima tipologia di segnalazionisono state spesso quelle relative a Servizi Socio Sa-nitari (8), le quali hanno evidenziato criticità corre-late all'erogazione di servizi rivolti sia a minori che agenitori.

Meno numerose ma molto complesse per la lorocaratterizzazione sono state le segnalazioni relativea casi di minori in affido extrafamiliare (5), quellecorrelate a casi di Tutela e Curatela, a volte relati-ve anche a MSNA (4), all'Abuso e/o maltrattamen-to (2), alla Messa alla prova (2).

Le segnalazioni pervenute nel 2015 sono state pre-sentate nella maggioranza dei casi da adulti di ri-ferimento per i minori (21 donne, per lo più madri,ma anche insegnanti e 17 uomini, nella totalità deicasi padri).

Numerose anche le segnalazioni giunte da parte diIstituzioni Pubbliche (21): Scuole e Servizi Socio Sani-tari. In netto incremento rispetto alle annualità pre-cedenti le segnalazioni di Associazioni private.

4.3 AREA ABUSO E MALTRATTAMENTO A DANNO DI MINORI

Le tematiche dell'abuso e del maltrattamento adanno dei minori, costituiscono un'area di disagiopsicofisico rispetto alla quale gli insegnanti, testimo-ni privilegiati grazie al rapporto quotidiano conbambini e ragazzi, sono spesso sprovvisti dellecompetenze tecniche necessarie alla rilevazioneprecoce degli indicatori di disagio ed all'attivazio-ne dei percorsi di tutela. Per rispondere a tali esi-genze negli ultimi cinque anni sono stati realizzatipercorsi di aggiornamento e supervisione in colla-borazione con il Centro Studi CRISIA dell'Universitàdi Urbino e l’Ufficio Scolastico Regionale. Questoimportante lavoro di sensibilizzazione e formazionedei docenti ha trovato puntuale riconoscimento evalorizzazione nel protocollo interistituzionale, pro-mosso dal Tribunale per i minorenni delle Marche,in riferimento alla prevenzione e presa in carico deicasi di maltrattamento ed abuso. Il suddetto Proto-collo, sottoscritto dall'Ufficio del Garante e dall'Uffi-

26 Infanzia e Adolescenza

16 Patrocini11 Istruzione e formazione

8

8 Servizi socio sanitari - sanità

7

5 Affido5 Varie

4

3 Rapporti con altri garanti2 Abuso e maltrattamento

2

2 Pareri1 Adozione1 Comunità

Fascicoli aperti 2015Tipologia

Famiglia e questioni legate alla genitorialità

Progetti e iniziative del garante per la promozione dei diritti

Tutela e curatela - minori stranieri non accompagnati

Giustizia minorile - procedimenti penali - messa alla prova

21 donna21 istituzione pubblica17 uomo11 associazione3 istituzione privata2 (vuoto)

Fascicoli aperti 2015Richiedente

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

cio Scolastico Regionale, ha infatti evidenziato lanecessità di una formazione e di aggiornamentiprofessionali degli insegnanti, nonché la necessitàdi valorizzare il ruolo di supporto degli insegnanti aiservizi sociosanitari nella vigilanza sullo stato di salu-te dei minori.

Per rispondere a queste finalità definite dal Proto-collo, sono state avviate molteplici occasioni diconfronto con l'Ufficio Scolastico al fine di definirele migliori modalità di realizzazione delle azioni disupporto ai docenti e di creazione di rapporti sta-bili di collaborazione tra servizi territoriali e plessiscolastici.

4.4 CYBERCRIME E MINORI: DALLA RICERCA AGLI INTERVENTI DI PREVENZIONE

Nel mese di giugno è stato completato il Report sultema del Cyberbullismo-Cybercrime e Minori, rea-lizzato dall'Ufficio del Garante in collaborazionecon il Tribunale per i minorenni delle Marche, la Po-lizia Postale e delle Comunicazioni - Comando del-le Marche, l'Ufficio Scolastico Regionale, il Diparti-mento per le Politiche Integrate di Sicurezza e perla Protezione Civile e l’Università degli Studi di Urbi-no "Carlo Bo"- DESP (Dipartimento Economia So-cietà Politica).

I risultati del report hanno rappresentato il punto dipartenza per una riflessione condivisa con gli Enti avario titolo coinvolti rispetto alle problematicheconnesse all'uso improprio delle nuove tecnologieda parte dei minori, riflessioni da cui sono scaturiteipotesi d'intervento nelle scuole, con il coinvolgi-mento degli insegnanti, degli studenti e delle stessefamiglie, attualmente al vaglio del Tavolo interistitu-zionale su Cybercrime e minori, promosso dal Ga-rante.

4.5 RICERCA/AZIONE SULLA PROMOZIONE DI COMPORTAMENTI PROSOCIALI E SULLA RIDUZIONE DI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI IN BAMBINI PRESCOLARI (ETÀ 3-6 ANNI)

Le interazioni/relazioni con i coetanei, fin dall’etàprescolare, hanno un’influenza significativa sullosviluppo della personalità, delle competenze socio-emotive, dell’immagine di sé e del pensiero mora-le.

Comprendere la natura, gli antecedenti e le con-seguenze dei rapporti prosociali e/o ostili tra pari èfondamentale da un lato per promuovere una

crescita armoniosa e il benessere psicosociale edall’altro per prevenire e/o trattare il disagio e ilmalessere che possono comportare, nel breve enel lungo termine, sia a livello individuale che, piùampiamente, a livello sociale.

Fino ad oggi gli studi nazionali ed internazionalihanno rivolto maggiore attenzione alle interazioniprosociali/ostili in età scolare, dalla scuola primariaalla secondaria superiore. Minore attenzione è sta-ta rivolta alla fascia di età prescolare, che è inve-ce proprio quella in cui si costruiscono le basi dellapersonalità e delle disposizioni relazionali, sia di tipoamicale/altruistico, sia di tipo aggressivo/prevari-cante, le cui influenze positive e negative si rendo-no visibili poi in età adolescenziale e nell’età adul-ta.

Stante la rilevanza dei fenomeni di bullismo tra mi-nori e la necessità, condivisa da tutte le istituzioni avario titolo operanti per la tutela dei minori, di pro-cedere alla realizzazione di azioni educative effi-caci, quali principale forma di contrasto a tali fe-nomeni di devianza ed antisocialità, l'Ufficio delGarante per l'infanzia e l'adolescenza, ha attivatoin collaborazione con l'Università di Urbino, l'UfficioScolastico Regionale ed alcune scuole del territoriouna ricerca-azione finalizzata a:

• mettere in luce, nella fascia d'età prescolarealcuni indicatori precoci dei successivi compor-tamenti psico-sociali sia adattivi che disadattivi,mediante l'analisi delle competenze emotive,linguistico-verbali e delle rappresentazioni mo-rali;

• fornire a genitori ed insegnanti le competenzeutili al riconoscimento precoce dei comporta-menti disfunzionali ed antisociali, informazioni emodelli educativi funzionali alla promozione didisposizioni empatiche, abilità verbali (in parti-colare del lessico psicologico), l’interiorizzazionedelle norme e dei valori sociali.

Nel mese di settembre è stato completato il reportsulle attività di ricerca e formative svolte con stu-denti, genitori ed insegnanti.

I dati emersi saranno utilizzati nella programmazio-ne degli interventi dell'Ufficio nell'area della pre-venzione del Bullismo, anche per via informatica, everranno raccolti in una pubblicazione ufficiale, acura del Garante.

Infanzia e Adolescenza 27

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

4.6 QUALITÀ DELLA VITA INFANTILE

4.6.1 “Città sostenibili amiche dei bambini edegli adolescenti”

L'esigibilità del diritto dei bambini/e e degli adole-scenti ad essere ascoltati, di partecipare alle deci-sioni, di esprimere le proprie opinioni e di vivere inun ambiente più sano e “a misura” rappresenta unpunto centrale dell'attività che il Garante per l'in-fanzia e l'adolescenza delle Marche ha sviluppatoin questi anni su tutto il territorio regionale per raf-forzare complessivamente il sistema di garanzia deidiritti. Con il progetto “Città sostenibili amiche deibambini e degli adolescenti”, giunto alla secondaedizione e arricchito della collaborazione con l'USRe con gli Assessorati Regionali alla cultura, all'am-biente, alle politiche sociali e all'istruzione-forma-zione, si è inteso proseguire nell'attività a sostegnodell'operosità solidale e dell'impegno della comu-nità civile. Ciò al fine di rendere esigibili, attraversoazioni mirate e concrete, i diritti dell'infanzia e del-l'adolescenza per migliorare la qualità della vitanelle città coinvolte in questa prospettiva.

Progetti permeati di cultura innovativa, caratteriz-zata dalla sostenibilità e dal radicamento nei valoridella tradizione, orientati a facilitare la costruzionedi un’idea di futuro di pace, di cooperazione e diintegrazione e soprattutto rispettosi del diritto deibambini e degli adolescenti alla partecipazioneattiva nella governance delle città e nelle scelteche li riguardano.

L'iniziativa ha ottenuto grande consenso da partedell'intera comunità regionale. Hanno aderito, allaseconda annualità, 35 Comuni, piccoli e grandirappresentativi dei cinque territori provinciali.Ognuna di queste realtà municipali, con deliberedi giunta o di consiglio, ha assunto e sottoscritto unprotocollo d'intesa in cui l'amministrazione si impe-gna a realizzare alcuni progetti loro proposti daUNICEF Italia e Legambiente Marche. Il percorsoprogettuale si è concluso nel giugno 2015.

4.6.2 “Convivere con la propria famiglia”

Giunto alla seconda annualità, il progetto realizza-to in collaborazione con il Comune di Ancona si èproposto di promuovere il diritto dei minori a cre-scere ed essere educati all'interno della propria fa-miglia. Il progetto ha previsto la realizzazione di ini-ziative finalizzate al sostegno ed al recupero dellefunzioni genitoriali attraverso la realizzazione di :

• Gruppi di sostegno per genitori con figli in co-

munità educativa o in affidamento famigliare.

• Mediazione familiare, servizio finalizzato ad af-frontare e risolvere il conflitto della coppia ge-nitoriale nel percorso di separazione e divorzio.

• "Famiglie di sostegno", servizio realizzato da vo-lontari che offrono interventi di sostegno a nu-clei familiari temporaneamente in difficoltà nel-la gestione dei propri figli.

• Sportello di ascolto per genitori con bambinida 0 a 3 anni che frequentano gli asili nido. Ilservizio realizzato con l'ausilio di esperti è statofinalizzato al sostegno psico-pedagogico alleneomamme ed all'individuazione precoce diforme di disagio familiare.

4.7 DISPERSIONE SCOLASTICAÈ stato avviato il progetto “Contrastare l'abbando-no scolastico” realizzato in collaborazione con l'USRper le Marche, l'IPSIA “F. Corridoni” di Corridonia(MC), la Regione Marche – Centro Regionale per laMediazione dei Conflitti e l'Assessorato all'istruzione,formazione e lavoro.

Obiettivo generale: quello di individuare un model-lo operativo di contrasto al fenomeno dell'abban-dono scolastico con degli indicatori di efficacia(buone pratiche) che possano poi essere assunticome riferimento a livello regionale.

La proposta è stata rivolta, in questa prima fase disperimentazione, a cinque Istituti d'istruzione supe-riore della regione (uno per ogni provincia) indivi-duati sia dall'USR che dall'Assessorato regionalealla Formazione e Lavoro delle Marche tra quelliche per le caratteristiche di utenza e territorio sonoi più esposti al rischio potenziale di abbandono. IISPodesti di Ancona (AN) , IPSIA Benelli di Pesaro(PU) , IPSIA Corridoni di Corridonia (MC), IIS Einaudidi Porto S'Elpidio (FM), IPSIA di San Benedetto delTronto (AP).

Il percorso è stato orientato su due livelli di impe-gno e di azioni concrete: quello del coinvolgimen-to dei territori e delle istituzioni per generare unamaggiore mobilitazione/responsabilizzazione dell'in-tera comunità verso questo fenomeno e quellodella creazione di un sistema di messa in rete, me-diante azioni sinergiche, delle varie istituzioni territo-riali che avevano già in essere progetti assimilabilie/o che a vario titolo si occupano di abbandonoscolastico. Il secondo livello è stato quello internoagli Istituti campionati, che attraverso l'adozione diprogetti (a partire da quelli promossi dall'USR e/odell'Assessorato all'Istruzione-Formazione e Lavoro),

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

hanno individuato e promosso azioni efficaci voltea contrastare la dispersione scolastica. Sono statimessi in campo percorsi alternativi di apprendi-mento/formazione (esperienze di scuola-lavoro), in-terventi mirati al superamento dei conflitti all'inter-no delle singole classi e/o sui singoli casi dei ragazzipiù a rischio, "sportelli/interventi di mediazione sco-lastica", esperienze avanzate di “peer mediation”ma anche di cogestione e/o coinvolgimento dellefamiglie, dell'associazionismo e delle aziende locali,esperienze di scuola aperta, offerte formative inte-grate (scuola della seconda occasione).

La realizzazione dell'itinerario processuale sopra in-dicato, ha previsto come pre-condizione, una mo-tivazione forte da parte di tutti i soggetti coinvolti,coniugata con la capacità/volontà della scuola edel territorio di monitorare il fenomeno dell'abban-dono attraverso indicatori, qualitativi e quantitativicomuni, utili a una rapida e precisa lettura delle si-tuazioni di criticità scolastica e sociale. Appare ne-cessario, non solo valorizzare e potenziare i cosid-detti “fattori protettivi” all’interno della comunitàeducativa ma creare sinergie d’intervento fra ope-ratori scolastici, sociali e delle attività produttiveaumentando la consapevolezza delle correlazionidel fenomeno.

Il progetto si è concluso con la fine dell'anno sco-lastico 2014-2015.

4.8 MSNA E MIGRANTI L'ufficio del Garante regionale dell'infanzia e del-l'adolescenza ha proseguito l'opera diraccordo/sensibilizzazione tra le Istituzioni che a va-rio titolo e livello si occupano del fenomeno. Inparticolare è stata garantita la propria presenza aitavoli nazionali promossi dall'Autorità Garante Vin-cenzo Spadafora, collaborando in maniera fattivasia alla stesura delle linee guida generali, sia aiprotocolli con le forze dell'ordine, con la elabora-zione e successiva distribuzione del “WELCOMEKIT”: opuscolo/guida per l'orientamento e l'infor-mazione dei MSNA che arrivano nel territorio nazio-nale. L'Ombudsman, su invito del Garante Nazio-nale e in rappresentanza dei Garanti Regionali, hapartecipato all'incontro internazionale per la stesu-ra della Carta di Lampedusa.

4.9 TUTORI VOLONTARI E CURATORI Durante l'anno trascorso il Garante regionale del-l'infanzia e adolescenza, riconoscendo l'importan-za strategica del ruolo del tutore e del curatorenelle azioni a garanzia dei diritti dei minori d'età e

in considerazione delle più recenti normative sultema, ha aggiornato l'elenco dei Tutori e Curatori.

Il nuovo elenco si compone ora di 190 professionistidisponibili a svolgere la funzione di tutori e curatori.Tale elenco è stato suddiviso per province di ap-partenenza e inviato a tutti i Tribunali Ordinari, aiGiudici Tutelari della Regione Marche e al TribunaleMinorenni affinché vi possano attingere nel caso dinomina. Si ritiene, infatti, che la prossimità territoria-le del Tutore al luogo di vita del minore sia unadelle garanzie imprescindibili per seguirne il proget-to di crescita e fuoriuscita dalla condizione che loriguarda.

Il progetto è proseguito con la programmazione diincontri nei territori provinciali tra i tutori/curatori e idiversi soggetti istituzionali coinvolti nella tutela (Tri-bunali, Giudici Tutelari, Servizi pubblici Territoriali, Or-dini degli avvocati), con l'obiettivo di sensibilizzarele istituzioni, costruire alleanze e investire nelle risor-se e nella partecipazione della cittadinanza attiva,favorendo l'azione concorrente di indirizzo educa-tivo e di crescita del minore sottoposto a tutela.

4.9.1 “Servizio di consulenza e accompagnamento all’esercizio pratico delle tutele” (art. 10 lett. i – L.R. 23/08)

Si è continuato a garantire ai tutori e ai curatorinominati, il servizio “BeTheVoiceForAChild”. Un'op-portunità per “prendersi cura” dell'infanzia e moni-torare l'appropriatezza e la competenza del lavorosvolto.

4.10 LA GIUSTIZIA MINORILE NELLA REGIONE MARCHE

Dall'analisi dei dati riportati in Tabella risulta una ri-duzione dei giovani in carico all'USSM rispetto il2014 che da 952 sono scesi a 902 soggetti.

Infanzia e Adolescenza 29

USSM Ancona: Minori presi in carico anno 2015

Totale minori segnalati al Servizio nel 2015: n.902

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Ciò potrebbe essere dovuto, come giustificato a li-vello nazionale, al fatto che a seguito dell'introdu-zione, a livello centrale di Giustizia Minorile, del Si-stema Informativo Servizi Minorili - SISM, gli Ufficistanno procedendo alla chiusura dei fascicoli deiminori per i quali non sono più effettuati da tempointerventi.

Rimangono invece confermati la prevalenza disoggetti maschili e italiani rispetto a quelli femminilie stranieri. L'incremento di soggetti maggiorenni ri-spetto a quelli minorenni è imputato al fatto che igiovani presi in carico da periodi precedenti sonodivenuti nel frattempo maggiorenni. I giovani stra-nieri provengono prevalentemente dall'Africa, daPaesi Europei non UE, dall'UE, dall'Asia e dall'Ameri-ca. La tipologia di reato più diffusa riguarda per il48% contro il patrimonio, per il 24% contro la perso-na, per il 12% contro l'incolumità, l'economia e lafede pubblica. Seguono piccole percentuali direati contro lo Stato, le altre istituzioni sociali e l'or-dine pubblico, altri delitti, contravvenzioni e reatinon definiti.

Il totale dei casi segnalati all'USSM nel 2015 sonostati n. 643 di cui 487 italiani e 156 stranieri. La pre-

senza femminile è maggiormente rappresentativatra gli italiani che costituiscono il triplo di quellastraniera.

I progetti di Messa alla Prova disposti dall'AutoritàGiudiziaria dal 2010 al 2015 sono stati n. 725 di cuin. 127 attuati nel 2015. Di questi il 72% sono rivolti asoggetti di nazionalità italiana e il 28% straniera. Lafascia d'età prevalente dei giovani sottoposti aMAP è tra i 18 e i 19 anni.

I flussi di utenza presso le CPA in questi ultimi cin-que anni sono andati man mano diminuendo. Nel2015 se ne contano n. 6.

Gli ingressi in Comunità di soggetti seguiti dall'USSMsono stati in totale n. 44 di cui n. 2 con provvedi-mento civile e n. 42 con procedimento penale. Deltotale la maggior parte si riferisce alla MAP e art.22 misura cautelare e art. 22 più MAP.

I comportamenti devianti, più o meno gravi, messiin atto da minorenni, rappresentano segnali di di-sagio, richieste d’aiuto, che hanno necessità di es-sere colti tempestivamente per essere osservati e inseguito trattati con la medesima rapidità.

30 Infanzia e Adolescenza

Progetti di Messa alla Prova disposti dall’Autorità Giudiziaria dal 2010 al 2015

Totale progetti messa alla prova disposti dal 2010 al 2015 n. 725

2014 2015totali 952 902

maschi 837 790femmine 115 112italiani 645 650

UE 68 50extra UE 239 202

356 400

596 502

giovaniAdulti

(18/25 anni)minori

(<18anni)

Tabella provenienza minori stranieri

Totale minori stranieri = 252

Ingressi in comunità di soggetti seguiti dall’USSM

Tot.56

Tot. 48

Tot.44

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

I minori che manifestano comportamenti deviantimostrano carenze a livello educativo-relazionale:molto spesso vivono in contesti familiari poveri distimoli che non favoriscono comportamenti con-grui e rispondenti a principi di legalità.

Sia il minore che il suo contesto familiare, inoltre,manifestano esigenze di supporto che favoriscanol’individuazione delle motivazioni/dinamiche perso-nali e familiari che hanno spinto il minore a metterein atto comportamenti devianti.

Il contesto familiare e in particolare i genitori delminore, vanno accompagnati e sostenuti in questipercorsi di analisi e di rielaborazione dei comporta-menti posti in essere dal ragazzo in una logica diresponsabilizzazione, svolgendo, in tal modo, una si-gnificativa attività di prevenzione rispetto al rischiodi recidiva.

4.10.1 Gli interventi della Regione Marche

La Regione Marche, al riguardo, nel rispetto diquanto previsto nella L.R. n. 28/08 “Sistema regio-nale integrato degli interventi a favore di soggettiadulti e minorenni sottoposti a provvedimenti del-l'Autorità Giudiziaria, ed a favore degli exdetenuti”, ha destinato agli Ambiti Territoriali Sociali,il finanziamento complessivo di € 90.000,00 per larealizzazione nell'anno 2015 di interventi per attività

trattamentali e di prevenzione della recidiva persoggetti minorenni. Le attività hanno riguardatoprincipalmente azioni specifiche di riabilitazione, direcupero alla legalità e di percorsi educativi/for-mativi.

4.10.2 Gli interventi del Garante

L'Autorità di Garanzia per l'infanzia e l'adolescenzaper assicurare la piena attuazione nel territorio re-gionale dei diritti e degli interessi, sia individuali checollettivi dei minori, promuove, in attuazione diquanto previsto nella L.R. n. 23/2008, art. 10, letterar), in collaborazione con gli enti e le istituzioni che sioccupano di minori, interventi a favore dei mino-renni inseriti nel circuito penale. Nel 2015, nellemore del rinnovo della legislatura regionale e lanomina del nuovo Ombudsman, l'Autorità di Ga-ranzia alla fine del suo mandato istituzionale nonha ritenuto avviare nuovi progetti. Pertanto, l'attivi-tà si è concentrata nell'ultimazione di quanto fattoin precedenza.

Nello specifico il 25/02/2015 si è tenuta la Giornataconclusiva del progetto denominato “Corso di for-mazione ed avviamento all'esperienza lavorativaper minori sottoposti a procedimento penale delterritorio della Regione Marche e/o collocati in co-munità” con la consegna degli attestati di parteci-

Infanzia e Adolescenza 31

Tipologia reato

Totale reati nel 2015: 2154

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

pazione ai giovani che hanno frequentato il corso.Il progetto, realizzato nel 2014 in collaborazionecon l'USSM, l'Istituto Pieralisi di Jesi e la ComunitàEducativa Agorà di Corinaldo ha previsto la realiz-zazione di un corso formativo per carrozzieri.

Al corso hanno partecipato n. 14 giovani (ved. Ta-bella) di età compresa tra i 17 e i 21 anni e haavuto la durata di 7 mesi (24/3/2014-31/10/2014).Esso è stato strutturato in lezioni teorico-pratico-la-boratoriali tenute da esperti carrozzieri nell'Officinadella Confartigianato di Ancona, presente all'inter-no dell'Istituto Pieralisi di Jesi, e in uno stage praticopresso aziende artigiane carrozziere di Ancona,Falconara, Jesi, Corinaldo, Senigallia. Seppure, conalcune difficoltà di natura comportamentale daparte di alcuni corsisti, il corso ha dato dei risultatimolto positivi sia dal punto di vista formativo cherelazionale. Infatti, i maestri artigiani con la loroesperienza, dedizione e pazienza sono riusciti acoinvolgere fattivamente i giovani nelle attivitàteorico-pratiche e a costruire con essi delle relazio-ni significative. Per 4 giovani il progetto si è conclu-so positivamente anche dal punto di vista lavorati-vo in quanto sono state offerte loro delle concreteopportunità formative tra cui n. 1 contratto di ap-prendistato (non realizzato a causa del trasferimen-to del giovane fuori Regione) e n. 3 tirocini lavorati-vi retribuiti dalla Regione Marche ai sensi della L.R.28/08 in riferimento a quanto disposto dalla DGR1170 del 13.10.2014. La giornata conclusiva con laconsegna degli attestati di partecipazione ha rap-presentato un momento di riflessione sull'interventorealizzato dall'Ufficio, sull'importanza di supportare igiovani nel percorso di rielaborazione dei compor-tamenti in una logica di responsabilizzazione non-ché sui significativi legami di rispetto scaturiti tra igiovani e i docenti carrozzieri.

32 Infanzia e Adolescenza

Italiani6

UE2

Extra UE6

Provenienza partecipanti al CorsoTotale 14 (7con provvedimento di Messa alla Prova)

(n. 3 in Comunità)

(n. 2 in Comunità)

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CAP.5 DETENUTI

33

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

5.1 GLI INTERVENTI DELLA REGIONE MARCHE

La Regione Marche, ai sensi della L.R. n. 28/2008“Sistema regionale integrato degli interventi a favo-re di soggetti adulti e minorenni sottoposti a prov-vedimenti dell'Autorità Giudiziaria, ed a favore de-gli ex detenuti”, promuove interventi a favore dellepersone ristrette negli istituti penitenziari o in esecu-zione penale esterna, nonché dei minorenni sotto-posti a procedimento penale, allo scopo, in parti-colare, di favorire il minor ricorso possibile alle misu-re privative della libertà. Promuove, altresì, interventiper il recupero ed il reinserimento sociale dei sog-getti di cui sopra nonché degli ex detenuti. Gli in-terventi sono attuati nel rispetto delle competenzedell’amministrazione penitenziaria e della giustiziaminorile, con cui la Regione si coordina anche pro-muovendo gli opportuni atti d’intesa. In sintesi, laRegione esercita le funzioni di programmazione, in-dirizzo e coordinamento degli interventi mentre agliEnti locali viene demandata la realizzazione e ge-stione degli interventi sulla base degli indirizzi stabilitidalla Regione Marche e fatte salve le competenzedell’ASUR in materia di tutela della salute. Gli inter-venti, salvo le eccezioni previste dalla legge regio-nale, sono realizzati di norma attraverso gli ambititerritoriali sociali nel cui territorio ha sede un istitutopenitenziario.

Nell'anno 2015 le attività realizzate dagli ATS, me-diante il finanziamento regionale complessivo pariad € 669.000,00 (D.D.P.F. Disagio Sociale e Albi So-ciali n. 168/IGR del 37/11/2014), hanno riguardato:

• interventi di inclusione socio-lavorativa per unammontare complessiva di € 232.500,00

• interventi per attività trattamentali e di preven-zione della recidiva per soggetti adulti pari ad €296.500,00;

• interventi a destinazione vincolata per un am-montare complessivo di € 50.000,00 quale con-tributo al sostegno delle attività di accoglienzaresidenziale rieducativa di detenuti ammesse amisure alternative ed ex detenuti presso duestrutture di comprovata esperienza nel settore;

• interventi per attività trattamentali e di preven-zione della recidiva per soggetti minorenni pariad € 90.000,00.

Di seguito si riportano alcuni dati relativi agli inter-venti realizzati dagli ambiti con i contributi della L.R.28/2008

34 Detenuti

Ambito N° progetti Contributo

2 € 26.853

2 € 52.960

24 € 116.390

14 € 32.413

13 € 106.263

11 € 51.621

Tot. Regione 66 € 386.500

FermoATS 19Ascoli PicenoATS 22AnconaATS 11CamerinoATS 18PesaroATS 1FossombroneATS 7

FermoATS 197%

Ascoli PicenoATS 2214%

AnconaATS 1130%

CamerinoATS 188%

PesaroATS 127%

FossombroneATS 713%

Percentuale contributi ATS

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5.2 SITUAZIONE DELLE CARCERI IN ITALIA E NELLE MARCHE

Nel corso di questi ultimi anni la popolazione car-ceraria è sensibilmente diminuita. I provvedimentilegislativi intervenuti nel nostro ordinamento, suc-cessivi alla sentenza Torreggiani con cui la CorteEuropea dei diritti dell'Uomo ha individuato a cari-co del nostro Paese una violazione dell'art. 3 CorteEDU, hanno senz'altro apportato miglioramenti allavivibilità all'interno del carcere. A tal proposito, ilComitato dei Ministri del Consiglio d'Europa nellariunione dello scorso giugno, ha preso atto dei pro-gressi fatti dallo Stato italiano, e nella medesimacircostanza, il segretario generale ha lodato le mi-sure messe in atto dall'Italia per fronteggiare il pro-blema del sovraffollamento. Tali misure sono statericonosciute quale esempio di buone pratiche peraltri Paesi.

Il 2015 si è caratterizzato per una riflessione sul siste-ma dell'esecuzione della pena. Al riguardo, il dise-gno di legge delega approvato dalla Camera dei

Deputati il 23 settembre scorso, intende restituire,nel punto riguardante la riforma dell'ordinamentopenitenziario, effettività alla funzione rieducativadella pena attraverso la valorizzazione di un ampioprogetto di recupero del condannato che sia il piùpossibile personalizzato. Gli Stati Generali dell'ese-cuzione della pena, di cui ai successivi paragrafi,intendono dare concretezza a un nuovo approccioculturale sul significato della sanzione penale.

Dai dati, forniti dalle Direzioni degli istituti peniten-ziari delle Marche, risulta che alla data del31/12/2015 erano presenti in totale di n. 873 dete-nuti su una capienza regolamentare di n. 772 posti.

Risulta un minimo sovraffollamento generale, mag-giormente presente nel carcere di Pesaro, il qualeha anche la maggiore presenza di detenuti stranieri(totale regionale stranieri 303 - Pesaro 120).

Per quanto riguarda i procedimenti giudiziari pen-denti si registra un totale regionale di 163 imputati,51 appellanti e 55 ricorrenti in cassazione, numeroridotto rispetto agli anni precedenti.

Detenuti 35

A/S

41b

is

di cui

imp

uta

ti

ap

pel

lant

i

rico

rrent

i

154 141 122 19 108 33 - 48 93 66 17 10

100 115 58 57 115 - - 112 3 - - 3

104 130 98 32 87 - 43 92 38 26 10 2

41 52 23 29 52 - - 21 31 23 5 3

41 57 42 15 57 - - 53 4 1 1 2

179 154 123 31 80 74 - 153 1 - 1 -

153 224 104 120 224 - - 125 99 47 17 35

totale regione 772 873 570 303 723 107 43 604 269 163 51 55

ISTITUTOPENITENZIARIO

Ca

pie

nza

Reg

.

n° d

ete

nuti

italia

ni

stra

nie

ri

com

uni

de

finiti

vi

in a

ttesa

di

giu

diz

io

Ancona C.C.Montacuto

Ancona C.R. Barcaglione Ascoli C.C.

PicenoCamerino

C.C.FermoC.R.

FossombroneC.R.

PesaroC.C.

Italia 66897 65701 62536 53623 52164Marche 1170 1225 1072 869 873

Stranieri (Italia) 24174 23492 21854 17462 17340Stranieri (Marche) 504 542 483 388 303

PopolazioneDetenuta

Data31/12/2011

Data31/12/2012

Data31/12/2013

Data31/12/2014

Data31/12/2015

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5.3 LA RETE REGIONALE DEI SERVIZI SANITARI PENITENZIARI NELLE MARCHE

La Regione Marche con DGR n. 1220 del30/12/2015 ha recepito l’Accordo della Conferen-za unificata sull’assistenza sanitaria negli istituti pe-nitenziari per adulti. L’intesa garantisce ai detenutiristretti negli istituti penitenziari delle Marche le stes-se opportunità di cura previste dai Lea (Livelli es-senziali di assistenza) per tutti i cittadini. L’ASUR(Azienda sanitaria unica regionale) ha il compito diorganizzare la rete sanitaria intra penitenziaria, terri-toriale e ospedaliera, in collaborazione con il Prov-veditorato regionale dell’amministrazione peniten-ziaria. Ai detenuti verranno garantite cure adegua-te nell’ambito detentivo, anche attraverso l’attiva-zione di sezioni dedicate. A questo scopo sarà sti-pulata una convenzione con la Regione Emilia Ro-magna per fornire l’assistenza intensiva (Sai) non di-sponibile negli istituti penitenziari delle Marche.L’Osservatorio regionale sulla sanità penitenziariacurerà il monitoraggio semestrale sul funzionamen-to delle rete.

Una indagine della Regione Marche e ASUR sui ser-vizi esistenti ha consentito di prevedere le seguentitipologie di offerte:

• sette servizi intra penitenziari, di cui quattro sono“servizi medici di base” (Fossombrone, AnconaBarcaglione, Camerino, Fermo), due “servizi me-dici multi professionali integrati” (Pesaro, Anco-na Montacuto) e un “servizio medico multi pro-fessionale integrato con sezione specializzata”(Ascoli Piceno);

• tre sezioni sanitarie specializzate: custodia atte-nuata tossicodipendenti (Ancona Barcaglione),ridotta capacità motoria (Ancona Montacuto)e salute mentale (Ascoli Piceno);

• sette camere di detenzione per malattie infetti-ve (una in ciascun istituto penitenziario);

• camere per la degenza e il ricovero dei dete-nuti sono predisposte presso le Aziende ospe-daliere Marche Nord e Ospedali Riuniti Ancona,gli Ospedali di Camerino, Civitanova Marche,Fermo, Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto.

Una recente ricerca (16 mila le persone coinvolte)evidenzia che oltre il 70% dei detenuti è affetto daalmeno una patologia e oltre il 40% da almeno unapatologia psichiatrica (ansia, nevrosi, depressione,adattamento). La dipendenza da sostanze è la pa-tologia più diffusa e riguarda il 24% dei detenuti.Seguono quelle infettive (epatite C e B, HIV), iper-

tensione, dislipidemia, diabete mellito di tipo 2, ma-lattie dell’apparato digerente (le più diffuse, dopoquelle psichiatriche). Un’emergenza è rappresenta-ta dai gesti di autolesionismo che nel 2015 sonostati 113 come si evince dalla tabella seguente.

5.4 LA REMS (EX OPG): IL PIANO NORMATIVO E I DATI

Con la L. n. 9 del 17/02/2012 è stato sancito il defi-nitivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giu-diziari con l'obbligatorietà di individuazione in ogniregione di una Residenza Sanitaria che accolga lepersone a cui sono applicate le misure di sicurezza(REMS). Le successive disposizioni contenute nellalegge n. 81/2014 hanno introdotto il termine del31/03/2015 per l'attivazione del percorso definitivodi superamento dell'OPG, pena il commissariamen-to della regione inadempiente, con l’obiettivo direndere ogni Regione autonoma nella gestione deipropri internati.

Le REMS sono strutture residenziali sanitarie gestitedalla sanità territoriale in collaborazione col Ministe-ro della Giustizia con il compito di garantire l'ese-cuzione della misura di sicurezza e al tempo stessol'attuazione di percorsi terapeutici.

La Regione Marche, in attuazione della normativa

36 Detenuti

44

1

0

3

2

8

55

totale regione totale 113

IstitutoPenitenziario

EpisodiAutolesionismo

Ancona C.C.Montacuto

Ancona C.R. Barcaglione Ascoli C.C.

PicenoCamerino

C.C.FermoC.R.

FossombroneC.R.

PesaroC.C.

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

nazionale, ha quindi previsto un piano di attuazioneche ha individuato, con determina del DirettoreGenerale ASUR n. 189 del 03/04/2014, un progettodi costruzione della REMS che verrà realizzata nelcomune di Fossombrone (PU) in un'area di proprie-tà regionale vicina all'attuale ospedale, con unasuperficie di 1.300 mq. di cui 400 mq. destinata adarea abitativa, 600 mq. a servizi comuni e 300 mq.per le attività di recupero. La struttura, i cui lavorisono iniziati ufficialmente il 18/12/2015 e dovrebbe-ro terminare secondo il cronoprogramma presenta-to dall’ASUR, entro il 19/5/2017, avrà una disponibi-lità di 20 posti letto, pari ad una stima presunta delfabbisogno marchigiano, distribuiti in dieci cameresingole e cinque doppie.

Considerato che i tempi di edificazione della REMSnon si conciliavano con le prescrizioni normative èstato urgente e indispensabile individuare una strut-tura alternativa con i requisiti per essere considera-ta una REMS provvisoria in grado di gestire ed ospi-tare transitoriamente, nel rispetto della normativavigente, l'inserimento di pazienti ex OPG non dimis-sibili legati alla fase di superamento degli OPG stes-si. Pertanto, l'ASUR, a seguito di avviso e selezionedelle strutture convenzionate ex DSM operanti nellaRegione Marche, ha individuato nella struttura“Molino Giovanetti” di Monte Grimano Terme delGruppo Atena srl, la sede provvisoria più idoneaper l'inserimento di pazienti psichiatrici non dimissi-bili (ex OPG). In attesa del perfezionamento delleprocedure amministrative regionali di autorizzazionee accreditamento della struttura “Molino Giovanet-ti”, oltre alla parziale ristrutturazione della stessa econsiderata l'urgenza di far fronte alle disposizioninormative, è stato stabilito di utilizzare in via transi-toria la struttura Serenity House, sempre della Socie-tà Atena srl, che eroga prestazioni di struttura resi-denziale sanitaria psichiatrica, già accreditata aisensi della DGR 1889/2001. La struttura “SerenityHouse” è stata accreditata per 3 anni all'erogazio-ne di prestazioni psichiatriche di residenza per l'ese-cuzione di misure di sicurezza (REMS), secondo glistandard assistenziali previsti per tali strutture, conuna dotazione di 12 posti letto in favore di pazientinon dimissibili ex OPG legati alla fase di supera-mento degli OPG stessi in regime residenziale. Lastruttura che è operativa da giugno 2015 alla datadel 30 ottobre ospitava n. 17 pazienti. Attualmenteil gruppo Atena ha concluso il percorso di ristruttu-razione della struttura denominata “Molino Giova-netti” ed ha avviato le procedure di autorizzazioneed accreditamento per 15 posti. La Regione Mar-che, PF Accreditamenti, sta espletando la faseistruttoria del relativo decreto.

5.5 LA DETENZIONE FEMMINILE NELLE MARCHE

Quando si parla di detenzione spesso si ignora lacomponente femminile e questo perché effettiva-mente essa rappresenta un'esigua minoranza all'in-terno del carcere. Alcuni dati numerici possono ser-vire a leggere la situazione detentiva della popola-zione femminile. In Italia le donne detenute sonopoco più del 4% dell'intera popolazione detenuta,complessivamente circa 2.107, distribuite in 8 car-ceri esclusivamente femminili ed in 62 sezioni a lorodestinate all'interno dei penitenziari maschili.

Questo fatto comporta che il sistema carcerario siastrutturato fondamentalmente sulle esigenze di cu-stodia di una popolazione maschile e non tenga indebita considerazione tutte quelle problematichepeculiari dell'universo femminile, quali, ad esempio,la maternità o la particolarità della insofferenzadella donna a dover interrompere o sospendere i

Detenuti 37

Da

lle M

arc

he

DSM Ancona 2

DSM Fabriano 1

DSM Fermo 2

DSM San Severino 1

DSM Ascoli Piceno 1

Da

fuo

ri re

gio

ne

DSM Vasto 1

DSM Agrigento 2

DSM Gallipoli 1

DSM Avellino 1DSM Firenze 2CSM Pescara Nord 1CSM Grosseto 1CSM Firenze 1

tot 17

PROVENIENZA DEI PAZIENTI**dati al 30/10/2015

ORGANIGRAMMApsicologo forense 1psicoterapeuta 1assistente sociale 1

educatore professionale 1

operatori socio sanitari 5infermieri professionali 8medici psichiatrici 4medico cardiologo 1medico di base 1medici geriatrici 2

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

legami con la casa e la famiglia. Dunque, nellastruttura penitenziaria si accentuano e si aggrava-no quei fenomeni di emarginazione e discriminazio-ne a cui sono soggette le donne anche nella so-cietà esterna. Negli ultimi anni la generale crescitadella componente straniera nella popolazione de-tenuta, ha visto aumentare in modo esponenzialeanche il numero delle donne detenute di altra na-zionalità che oggi si aggira intorno al 37% dellapresenza femminile.

Questa tendenza, già presente dai primi anni ot-tanta, si accentua nel 1990 in corrispondenza conl'attuazione della Legge sugli stupefacenti 309/90.

Nella Regione Marche ci sono sono solamente duesezioni femminili: una all'interno della C.C. di Pesaroe l'altra in quella di Camerino. Al 31 dicembre nellasezione femminile del carcere di Pesaro erano pre-senti n. 12 donne di cui n. 6 straniere mentre inquella di Camerino n. 8 donne di cui n. 3 straniere.

5.6 L'ATTIVITÀ DELL'UFFICIO ESECUZIONE PENALE - UEPE

Gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna sono Ufficiperiferici del Ministero della Giustizia, Dipartimentodell'Amministrazione Penitenziaria e hanno il compi-to di gestire l'applicazione delle misure alternative,concesse dai Tribunali di Sorveglianza ai condan-nati che per i loro particolari requisiti possonoespiare la pena nell'ambiente esterno ovvero, nelproprio ambiente di vita anziché negli Istituti peni-tenziari. Inoltre, gli Uffici svolgono su richiesta del-l'Autorità giudiziaria le "inchieste sociali" e le "inda-gini socio-familiari", e prestano consulenza negli Isti-tuti Penitenziari per favorire il buon esito del tratta-mento penitenziario. Nell'attuare i propri compitiistituzionali l'Ufficio si coordina con Istituzioni pubbli-che e private e Servizi Sociali presenti nel territorio.

Nelle Marche l'UEPE è presente ad Ancona, concompetenza territoriale nelle province di Ancona ePesaro-Urbino, e a Macerata con competenza ter-ritoriale nelle province di Macerata e Ascoli Piceno.

La finalità del reinserimento nella società secondole ultime ricerche nel settore, viene raggiunta in mi-sura maggiore quando l'esecuzione della pena av-viene all'esterno del carcere. Studi di settore hannoevidenziato una percentuale di recidiva del 70%dei condannati che hanno espiato la pena in Istitu-to penitenziario contro una percentuale di recidivadel 20% tra condannati che hanno beneficiato diuna misura alternativa. Tuttora nuovi studi confer-mano l'efficacia anche in termini economici dellemisure alternative per garantire il reinserimento so-ciale dei condannati.

38 Detenuti

ESECUZIONI PENALI ESTERNE UEPE MARCHE

Anc

ona

Macera

ta

Ma

rche

affidamento ordinario 260 197 457affidamento terapeutico 48 96 144detenzione domiciliare 233 230 463semilibertà 15 7 22totale misure alternative 556 530 1086MESSA alla prova 86 43 129libertà vigilata 103 32 135lavoro esterno 26 6 32lavoro pubblica utilità 156 140 296totale altre misure 285 178 463totale generale 927 751 1678

 

Situazione 2015 Intero Anno

Istituto

5 - - no

9 1 1 no

tot. regione 14 1 1

Detenutecon figli

minorenni

Detenutecon figli

minorenniin istituto

Bambiniminori

di 3 anniin istituto

Pres.asilonido

CamerinoC.C.

PesaroC.C.

Situazione 2015 Intero Anno

Istituto

Nazionalità

18-2

5

25-4

0

Ita UE

altr

a

2 16 15 19 5 9 33

3 7 2 7 2 3 12

tot. regione 5 23 17 26 7 12 45

Età [anni]NumeroDetenuteAnnuo

Ove

r 40

CamerinoC.C.

PesaroC.C.

Situazione 2015 Intero Anno

Istituto A/S

41b

is

def

initi

ve

sog

g. n

uovi

sog

g. r

ecid

ivi

33 - - 19 10 14 19

12 - - - 3 - 12

tot. regione 45 0 0 19 13 14 31

de

t. co

mun

i

atte

sa

giu

diz

io

CamerinoC.C.

PesaroC.C.

Istituto

9 8

11 12

totale regione 20 20

Fotografia al 31/12/2015Capienza

Reg.N°

detenuteCamerino

C.C.PesaroC.C.

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

Il carico di lavoro UEPE dal 2014 al 2015 è notevol-mente aumentato. Si è passati infatti da 3.595 casidel 2014 a 4.091 del 2015. Considerevole incremen-to si evidenzia anche per quanto riguarda l'appli-cazione dell'istituto della messa alla prova per gliadulti, recentemente introdotta, che dai primi 4casi del 2014 è passata a un totale nelle Marchedi 129. Difatti, le relative domande sono cresciuteda 173 nel 2014 a 551 nel 2015.

Lievi flessioni rispetto all'anno precedente si regi-strano nelle misure alternative, nelle osservazioni incarcere e nell'assistenza familiare.

Nell'ambito delle misure alternative sono incremen-tati l'affidamento terapeutico e la semilibertà men-tre sono diminuiti l'affidamento ordinario e la de-tenzione domiciliare.

Le fasce di età maggiormente rappresentative deisoggetti seguiti dall'UEPE sono tra i 36 e 50 anni con772 utenti, tra i 26 e 35 anni con 377 utenti e tra i51 e 60 anni con 259 utenti.

Si segnala inoltre, che a tanto incremento del cari-co di lavoro non corrispondono altrettante risorseumane. Infatti le unità di personale dell'UEPE Mar-che sono in fase di riduzione.

5.7 GLI STATI GENERALI SULL'ESECUZIONE PENALE

Lo scorso 19 maggio il Ministro Orlando ha resopubblico il progetto di avviare una innovativa pro-cedura di consultazione pubblica sui temi dellapena e della sua esecuzione, sul carcere e sullepossibili riforme, a cui è stato dato il nome di “StatiGenerali sull'esecuzione penale”.

Si tratta di un'iniziativa mirata a raccogliere il con-tributo di idee e proposte di avvocati, magistrati,docenti universitari, operatori penitenziari e sanitari,assistenti sociali, volontari, garanti delle persone pri-vate della libertà, rappresentanti della cultura edell'associazionismo civile, nonché degli stessi dete-nuti, nella prospettiva di un cambiamento profon-do del sistema esecuzione delle pene.

La discussione e le proposte saranno patrimonioutile all'esercizio della delega per la riforma dell'OPcontenuta in una proposta legislativa all'esame delParlamento e alla realizzazione di modelli organiz-zativi funzionali all'effettivo reinserimento sociale delcondannato, riducendo così il rischio di recidiva.Inoltre, poiché la recente approvazione del Rego-lamento di riorganizzazione del Ministero della giu-stizia produrrà importanti innovazioni proprio nelsettore della esecuzione delle pene e in particolarenella esecuzione penale esterna, l'apporto dellaconsultazione potrà essere prezioso anche nellaprospettiva dei decreti di attuazione che comple-teranno il progetto di riforma.

Gli incontri tra i componenti dei Tavoli sono avve-nuti prevalentemente su piattaforma web dedica-ta, utilizzata per agevolare il dialogo telematico(anche in videoconferenza), lo scambio e la con-sultazione di documenti sia all'interno di ciascungruppo sia tra i componenti di tavoli diversi.

Il Garante dei detenuti della Regione Marche hafatto parte del Tavolo tematico n. 18 che ha ri-

Detenuti 39

CARICO DI LAVORO UEPE MARCHE

Anc

ona

Mace

rata

Ma

rche

misure alternative 556 530 1086altre misure 285 178 463messe alla prova 86 43 129istanze messa alla prova 348 203 551osservazioni carcere 636 243 879indagini dalla libertà 429 472 901assistenza familiare 21 1 22altri interventi 13 47 60TOTALE 2374 1717 4091

 

Esecuzioni Penali esterne Uepe Marche

01/01/2015 - 31/12/2015

27%

9%

27%

1%

8%

8%

2%

18%

affidamento ordinario

affidamento terapeutico

detenzione domiciliare

semilibertà

MESSA alla prova

libertà vigilata

lavoro esterno

lavoro pubblica utilità

Carico di lavoro Uepe Marche

01/01/15 - 31/12/2015

28%

11%

3%

13%

21%

22%

1%

1%

misure alternative

altre misure

messe alla prova

istanze messa alla prova

osservazioni carcere

indagini dalla libertà

assistenza familiare

altri interventi

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Garante dei diritti di adulti e bambini - Relazione annuale 2015

guardato “Il processo del riassetto organizzativo efunzionale dell'esecuzione penale nel nuovo sce-nario culturale dell'integrazione e dell'apertura allacomunità”.

La partecipazione al Tavolo è stata molto interes-sante in quanto ha consentito di effettuare una ri-flessione ad ampio spettro euristico, ascoltando esistematizzando le analisi e le proposte scaturite daidiversi partecipanti. È stato sostenuto il percorso dievoluzione dell’area del Probation, che comprendel’insieme delle pene non detentive e delle misurealternative previste dal nostro ordinamento, anchein una prospettiva di omogeneizzazione dei sisteminormativi nel contesto europeo. Tale principio diret-tivo si è conciliato con l’esigenza di modificare, an-che attraverso un nuovo assetto amministrativo,l’approccio culturale all’esecuzione della pena. Intal senso, il Tavolo ha condotto una profonda disa-mina sui nuovi scenari organizzativi tracciati dalDPCM 15 giugno 2015 n. 84, entrato in vigore il 14luglio 2015, che determineranno una nuova confi-gurazione degli uffici che si occupano di esecuzio-ne penale. La riorganizzazione delle strutture mini-steriali è intesa a razionalizzare le risorse e a con-centrare nel DAP la struttura dedicata al tratta-mento carcerario e nel Dipartimento per la giustiziaminorile e di comunità che si occupa del tratta-mento extramurario. Il Tavolo, pertanto, ha traccia-to una serie di intenti e di azioni programmaticheimprontate a criteri di efficienza e trasparenza,nonché alla riduzione dei tempi di decisione perprovvedimenti riguardanti la privazione della libertàe le sue modalità attuative, riduzione del numero difunzioni e istanze di staff centrali, maggiore respon-sabilizzazione delle articolazioni territoriali, soprattut-to di livello dirigenziale generale, efficace comuni-cazione con altri Organi interessati all’esecuzionepenale, in particolare con la magistratura di sorve-glianza, positiva comunicazione con il mondoesterno dell’informazione per la costruzione dei unamigliore conoscenza della realtà detentiva da par-te della collettività.

Nel sito ufficiale del Ministero della Giustizia sono di-sponibili pagine dedicate agli Stati Generali dell'E-secuzione Penale e a ciascuno dei 18 tavoli al se-guente link:

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_19.wp

5.8 ATTIVITÀ ORDINARIA UFFICIO

5.8.1 introduzione

La gestione dei fascicoli nel 2015 ha subito un leg-gero calo rispetto allo scorso anno, conseguente

alla variazione della figura dell'Autorità di Garanziacon il derivante tempo di assestamento dedicatoall'insediamento del nuovo Ombudsman, avvenutoalla fine del mese di settembre.

La gestione dei fascicoli è definita come attività or-dinaria e prevede un quotidiano impegno dedica-to alla ricezione delle segnalazioni e delle richiesteavanzate dai detenuti. Le stesse sono pervenute al-l'Ufficio in maniera invariata rispetto allo scorsoanno. Le “domandine” provenienti dalle carceri ela corrispondenza epistolare sono le modalità di se-gnalazione maggiormente utilizzate. Frequenti sonostate anche le richieste di intervento da parte deglieducatori e dei volontari penitenziari, così comeanche delle assistenti sociali che per diverse ragioniseguono i detenuti e le loro famiglie.

L'arrivo delle richieste determina l'apertura di fasci-coli dedicati, ogni domanda però (se effettuata di-rettamente dal detenuto) non sempre è corredatadella motivazione, per cui si chiede un confrontocon il Garante ed è quindi necessario muoversi sudue fronti: o parlare direttamente con l'interessatoper conoscere il contenuto della richiesta, o inviareuna lettera di riscontro in cui si chiede al detenutodi indicare, anche sommariamente, la tipologiadella problematica da affrontare in modo da ren-dere possibile l'attivazione di un intervento ancorprima del colloquio diretto.

I colloqui con i detenuti hanno tendenzialmentecadenza mensile; qualora non sia possibile definirenell'immediato una data precisa per l'incontro ven-gono preventivamente richieste specifiche per ini-ziare a programmare l'iter di intervento. In alcunicasi si hanno contatti diretti con i familiari dei dete-nuti che possono a volte segnalare direttamente lacriticità.

5.8.2 Problematiche principali affrontate nelle carceri marchigiane (Casistica dell'Ufficio)

Alcuni fascicoli si trovano ad avere una vita moltolunga e vengono chiusi solo nel momento in cui gliinterventi hanno avuto un buon fine o quando nonè più possibile procedere alle istruttorie per il venirmeno della competenza.

A causa della complessità delle tematiche gli inter-venti vengono spesso attuati effettuando, quandonecessario, approfondimenti sia con i Servizi coin-volti sia con gli organi che più direttamente si oc-cupano dei detenuti (DAP, PRAP, Sanità, UEPE ...).

Nel corso del 2015 sono stati effettuati n. 224 collo-qui suddivisi tra i 7 penitenziari presenti sul territoriomarchigiano per un totale di 113 fascicoli ancora

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aperti e 92 chiusi. Il numero dei colloqui è superiorea quello dei fascicoli perché qualche detenuto harichiesto più di un confronto con il Garante.

Il maggior numero di richieste proviene, per ordinenumerico da Fossombrone (PU), Marino del Tronto(AP) e da Ancona Barcaglione e Montacuto. In mi-sura minore sono le segnalazioni che provengonoda realtà più piccole come quelle di Fermo e Ca-merino.

Può capitare che nel tempo intercorrente tra lacompilazione della “domandina” e l'effettivo collo-quio alcuni detenuti vengano trasferiti in altro car-cere: se ancora in territorio marchigiano si convo-cano a colloquio, se trasferiti fuori regione, si inoltral'istanza, per competenza, al Garante regionale diriferimento.

La categoria che ha avuto il maggior numero disegnalazioni è quella della Sanità per un totale di30 richieste (26,54%), che vanno a suddividersi aloro volta in problematiche relative alla tossicodi-pendenza (20 richieste 18%) e ad altri problemi disalute, come richiesta di visite specialistiche o dicertificati di invalidità (10 richieste 9%).

Per il problema legato al riconoscimento dell'invali-dità, la difficoltà più diffusa è riscontrabile nel gapesistente tra la compilazione della richiesta di visitache deve essere effettuata dal medico di base - ein questo caso dal medico del carcere che ne fale veci - e la scadenza della certificazione utile peraccedere alla commissione di valutazione.

Un problema emergente riguarda l'osservazionepreliminare dei detenuti con sofferenze di originepsichiatrica i quali necessiterebbero di essere allo-cati in strutture idonee al contenimento e alla cura.

La richiesta di trasferimento evidenzia una stima di17 fascicoli, determinanti una percentuale di circail 15% del totale. Le motivazioni più rilevanti riguar-dano la necessità di avvicinamento alla propria fa-miglia e la necessità di lavorare. Talora anche permotivi di studio.

Lavoro e istruzione sono percepiti come elementi diriscatto e condizioni riabilitative.

Per la questione lavoro intra-murario (art. 21 OP), cisono inoltre 16 fascicoli (14%).

Altre istanze pervenute riguardano i rapporti fami-liari (13 richieste, 11%), specialmente laddove cisono genitori anziani o i figli minorenni residenti inlocalità extra-regionali.

Mentre per le richieste di trasferimento in ambitoregionale l'istanza viene inoltrata al Provveditorato

dell'Amministrazione Penitenziaria (PRAP) che agi-sce a livello locale e regionale, per i trasferimenti inaltra regione l'organo a cui fare riferimento è il Di-partimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP)con sede a Roma. La difficoltà nell'accoglimento diqueste istanze risiede nel dover tener conto di di-verse variabili quali: la motivazione per cui un dete-nuto sta scontando la propria pena lontano dallasua regione di origine (pericolosità sociale), tipo direato (se allocato nella Sezione Comune o di AltaSicurezza), possibilità di entrare in contatto con ilterritorio di riferimento (data la sussistenza di reatiostativi).

Il tema delle relazioni familiari assume note ancorapiù critiche quando il detenuto è un cittadino stra-niero e la sua famiglia risiede nel paese di origine.

Nel caso in cui ci si trovi di fronte a pene piuttostolunghe può capitare che la persona decida dichiedere l'estradizione (da inoltrare al Ministero del-la Giustizia in Roma) per poter scontare la penadetentiva nel luogo più vicino alla residenza delproprio nucleo familiare e fare in modo di rimanerein contatto con i propri affetti.

Una delle criticità che ha acquisito una maggioreimportanza rispetto allo scorso anno riguarda leproblematiche relative alla vivibilità nel carcereche hanno totalizzato 24 richieste (21%). Molte dellerimostranze accolte riguardano temi pratici qualisopravvitto, condizioni architettoniche, fruibilità deilocali e sicurezza ed emergono altresì necessità ri-guardanti il rapporto con gli educatori e i colloquicon gli operatori.

Sono pervenute inoltre istanze di intervento indivi-duate nella categoria “altre questioni legate alla li-bertà personale” (7 richieste, 6%) riguardanti il temadella regolarizzazione della propria posizione com-portamentale che viene valutata attraverso unaosservazione di circa 8 mesi e definita attraversouna relazione congiunta degli operatori all'internodel carcere e degli Assistenti Sociali dell'Ufficio Ese-cuzione Penale Esterna (UEPE). Questo è un percor-so che vale per i detenuti che hanno già una defi-nizione della propria pena.

Inoltre tale relazione, definita sintesi, è utile all'inter-no del percorso trattamentale del detenuto perchérende possibile l'accesso ad alcuni tipi di beneficicome il lavoro intra-extra murario e i permessi pre-mio.

Il problema emerge quando il percorso legato allasintesi viene interrotto a causa del trasferimento deldetenuto in altro Istituto di Pena. In questo casonon è possibile tener conto dell'attività pregressa

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ed è necessario ripercorrere l'iter di valutazione chedeve essere corredato di un periodo di osservazio-ne mai inferiore agli 8 mesi. Quindi, se da un lato iltrasferimento (quando richiesto dal detenuto) è vi-sto come indispensabile per il miglioramento dellapropria condizione, dall'altro prevede un allunga-mento dei tempi per la riacquisizione dei diritti pre-cedentemente maturati.

Ulteriori attività svolte dall'Ufficio riguardano le rac-colte dati che vengono annualmente richieste alPRAP al fine di elaborare relazioni e statistiche, irapporti con le Istituzioni e altri organi nonché l'atti-vazione di progetti (13 fascicoli, 11%).

5.9 PROGETTI E INIZIATIVE

5.9.1 Attività informativa

Per informare e sensibilizzare la popolazione dete-nuta a conoscere le competenze e le funzioni delGarante detenuti è stato realizzato un opuscolo in-formativo specifico del settore da diffondere all'in-terno del carcere in occasione dei colloqui con idetenuti.

5.9.2 “Ri-Visitare le carceri” incontro interregionale dei Garanti

In preparazione degli Stati Generali sul sistema car-cerario il 30 gennaio 2015 si è tenuto il Primo Semi-nario di approfondimento al quale è intervenuto il

Coordinatore della Direzione Generale del Diparti-mento Amministrazione Generale DG (EPE), dott.Petralla in rappresentanza del Capo del DAP dott.Santi Consolo, e in qualità di relatori i Garanti deiDetenuti della Regione Umbria, della Puglia e delVeneto. Nell'incontro sono state affrontate impor-tanti tematiche quali la situazione degli istituti peni-tenziari delle Marche, il ruolo del Garante dei dete-nuti tra amministrazione e giurisdizione e le politichedel welfare locale per l'accoglienza e il reinseri-mento di soggetti rimessi in libertà.

5.9.3 Cibo, religione diritto

L'Ufficio del Garante ha supportato una dottoran-da di ricerca presso l'Università della Calabria sultema del cibo e religioni nelle scuole e nelle carce-ri. Nell'ambito del settore detenuti sono stati fornitialla ricercatrice contatti utili degli istituti penitenziaridelle Marche, del Provveditorato Regionale del-l'Amministrazione Penitenziaria e del loro funziona-mento, nonché segnalati, grazie alla disponibilitàdel Garante dei diritti delle persone private della li-bertà personale del Comune di Lecco, documentiutili per effettuare la ricerca a livello nazionale. Laversione italiana del paper sul rispetto delle regolealimentari e religiose in scuole e carceri è statopresentato dalla dottoranda lo scorso giugno a Tur-ku (Finlandia) riportando i dati forniti dai singoli isti-tuti penitenziari. Il documento è stato altresì pubbli-cato nel volume “Cibo, religione e diritto. Nutrimen-to per il corpo e l'anima” curato da Chizzoniti ededito da Libellula edizioni.

5.9.4 “Carcere e Scuola. Racconti autobiografici con uno strano filo conduttore: la scrittura e l'arte”

Il 6 luglio 2015 si è tenuta la giornata conclusiva delProgetto “Carcere e Scuola. Racconti autobiografi-ci con uno strano filo conduttore: la scrittura e l'ar-te” realizzato nell'anno scolastico 2013-2014 con lapresentazione dei pannelli delle attività progettualirealizzate dagli studenti e dai reclusi raccolte indue pannelli espositivi che costituiscono il confrontodel vissuto culturale ed umano di ciascuno. Pro-muovere iniziative di informazione e promozioneculturale sui temi dei diritti e delle garanzie dellepersone sottoposte a misure restrittive della libertàpersonale rappresenta uno dei punti centrali del-l'attività che il Garante dei diritti dei detenuti delleMarche ha sviluppato in questi anni su tutto il terri-torio regionale. Con tale progetto, giunto alla terzaedizione, si è inteso proseguire nell'attività a soste-gno di un percorso formativo che si propone di al-

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largare il confronto della società con il mondo delcarcere, di favorire il dialogo tra le persone reclusee una piccola comunità rappresentata da giovanistudenti delle scuole superiori. Il progetto è stato at-tuato in collaborazione con l'Ufficio Scolastico Re-gionale, il Liceo Classico “Perticari” di Senigallia, ilLiceo Artistico “Mannucci” di Ancona e il Liceo Ar-tistico “Licini” di Ascoli Piceno. L'attività progettualeha coinvolto le direzioni degli istituti penali di An-cona-Montacuto, Ancona-Barcaglione e Marinodel Tronto (AP). Gli studenti, sotto la guida dei coor-dinatori del progetto hanno avviato un percorso in-formativo e di confronto dialettico sulla vita in car-cere, sulle tematiche della legalità e delle devian-ze producendo, attraverso numerosi incontri con ireclusi, testi poetici e immagini disegnate e dipinte.Il progetto ha stimolato gli alunni a maturare unapropria visione della realtà carceraria senza condi-zionamenti, ad innalzare il proprio livello di respon-sabilità personale, il senso di appartenenza al terri-torio e a migliorare il benessere della comunità.Mentre, ai ristretti ha permesso di vivere un'espe-rienza formativa speciale con la comunità esterna,con una comunità giovane che ha favorito la rifles-sione sui reati commessi e dato speranza di cam-biamento per ricostruire la propria vita.

5.9.5 Polo universitario penitenziario delle Marche

È stato sottoscritto lo scorso 22 luglio presso il car-cere di Fossombrone un Protocollo d'intesa tra ilProvveditorato Regionale dell'Amministrazione Peni-tenziaria delle Marche e l'Università di Urbino per lacostituzione di un Polo Universitario Penitenziario.Nella Casa di Reclusione di Fossombrone che al 31dicembre 2015 contava 201 detenuti, è stato per-tanto avviato il percorso già intrapreso in altre Re-gioni che è quello di costituzione di un centro uni-versitario dove si svolgeranno le attività universitariedi tutti e sette gli istituti penitenziari delle Marche.Questa è un'importante e concreta opportunitàper gli studenti-detenuti per migliorare la propriaistruzione e raggiungere l'autonomia indispensabileal reinserimento sociale nella comunità e nel mon-do del lavoro. Il Provveditorato si è impegnato agarantire l’accesso dei detenuti al progetto, non-ché la logistica necessaria mentre l’Università a for-nire la didattica per tutti i corsi studio attivati nel-l’ambito del Polo. L'immatricolazione degli studenti-detenuti interessati, che lo scorso dicembre risulta-vano essere n. 10, è preceduta da un’attività di ve-rifica e orientamento. A seguito di segnalazioneche evidenziava alcune criticità da parte dei dete-nuti di sostenere le spese universitarie in quantomolto spesso privi del supporto delle famiglie, l'Uffi-cio del Garante, ai sensi dell'art. 14 della L.R. n.23/08 si è attivato per proporre agli organi regionalicompetenti interventi di carattere legislativo o am-ministrativo per esonerare gli studenti-detenuti dalpagamento della tassa regionale di diritto allo stu-dio.

5.9.6 Progetto “Miglioramento delle condizioni di vivibilità interna degli istituti di pena”.

Il 19 agosto 2015, in attuazione del Protocollo d'In-tesa e di collaborazione in materia di interventi afavore di soggetti adulti sottoposti a provvedimentirestrittivi della libertà personale sottoscritto nelmaggio del 2014 tra l'Ombudsman, il Provveditora-to Regionale dell'Amministrazione Penitenziaria del-le Marche e gli Enti Locali Capofila degli Ambiti Ter-ritoriali Sociali n. 1, 5, 7, 11, 18, 19 e 22 (Ambiti dovesono presenti gli istituti di pena della Regione), èstata sottoscritta tra l'Ombudsman regionale, ilPRAP e gli ATS n. 1, 7, 11 e 22 la convenzione per larealizzazione del progetto “Miglioramento dellecondizioni di vivibilità interna degli Istituti di pena”. Ilprogetto riguardava la realizzazione di opere mi-gliorative negli istituti penitenziari che avevano pre-sentato istanza di interesse al PRAP ovvero la C.R. di

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Ancona-Barcaglione, la C.C. di Ancona-Montacu-to, la C.C. di Ascoli Piceno, la C.R. di Fossombrone ela C.C. di Pesaro. L'intervento ha lo scopo di miglio-rare la qualità della vita degli ambienti interni in cuisoggiornano i detenuti, implementare le opportuni-tà di formazione-lavoro intramurario, offrire mag-giori opportunità trattamentali, nonché favorire lapartecipazione della comunità esterna all'azionerieducativa dei detenuti per lo sviluppo delle capa-cità relazionali ed il recupero dell'autostima deisoggetti coinvolti. Il progetto sarà ultimato nell'ago-sto del 2016.

5.9.7 “Oltre l'emergenza”

Il Garante dei diritti dei detenuti ha iniziato il suonuovo mandato visitando nel mese di ottobre isette istituti penitenziari presenti nelle Marche al finedi avere un quadro dettagliato sulla situazione didetenzione e sull'attuazione dei processi di reinseri-mento sociale dei detenuti. Dall'esito delle visite èstato redatto un Report “Oltre l'emergenza” che èstato illustrato, nel corso di una conferenza stampatenutasi il 30/10/2015. La situazione carcerariaemersa, seppure abbia evidenziato il progressivosuperamento dell'emergenza sovraffollamento el'impegno delle direzioni e degli operatori dellestrutture carcerari di dare attuazione al principiodella finalità rieducativa della pena di cui all'art. 27della Costituzione, ha sollevato alcune criticità qualilo scarso numero degli educatori impegnati nelleattività rieducative, l'insufficiente organico deglioperatori di Polizia penitenziaria, limitati percorsitrattamentali tenuto conto della variegata popola-zione carceraria composta da molti stranieri, dasoggetti con problematiche psichiatriche e di tossi-codipendenza nonché la diffusa presenza di bar-riere architettoniche. Le risultanze di cui sopra sonostate oggetto di una mozione a iniziativa del Presi-dente del Consiglio Regionale che impegna il Presi-dente della Giunta Regionale a sollecitare il Mini-stero della Giustizia ad adottare le misure necessa-rie alla soluzione delle problematicità evidenziate.L'atto di indirizzo, ampiamente discusso in Aulaconsiliare è stato approvato tenendo conto degliemendamenti proposti concernenti il rifinanziamen-to della L.R. n. 28/08 per garantire la continuità del-le attività trattamentali, l'incremento degli agenti diPolizia Penitenziaria, l'ampliamento delle attività disupporto psicologico nonché una maggiore diffu-sione alla funzione rieducativa della pena.

Il trattamento rieducativo del condannato, in temadi istruzione, lavoro, attività culturali, ricreative esportive e favorire i contatti con il mondo esterno econ la famiglia, rappresenta uno dei punti cardini

dell'ordinamento penitenziario in quanto oltre adassumere un ruolo fondamentale per il migliora-mento delle condizioni di vivibilità all'interno delcarcere rendono più sicura la collettività una voltache il condannato abbia espiato la pena e riac-quistato la libertà.

5.9.8 Il ruolo del volontariato

Nei primi mesi del proprio mandato il nuovo garan-te ha incontrato i rappresentati delle principali as-sociazioni di volontariato che operano a vario titoloin ambito penitenziario.

Merita precisazione che i volontari non garantisco-no solamente il sostegno materiale ai detenuti for-nendo loro beni di prima necessità (vestiario, pro-dotti per la cura del corpo, per la pulizia delle celle,cancelleria, materiale per i corsi di studio, ecc..) maanche sostegno morale attraverso l'organizzazionedi attività ricreative, colloqui, centri di ascolto, corsiprofessionalizzanti, attività culturali e religiose.

Considerata l'importanza dell'opera svolta dalle as-sociazioni e dalle cooperative e al fine di censire leloro attività, sia all'interno degli istituti di penitenziaridelle Marche che all'esterno, sono stati ipotizzatiper il 2016 ulteriori incontri di sistema nonché di col-laborazioni nella segnalazioni di criticità rilevate.

5.9.9 Delegazione regionale in visita agli istituti penitenziari delle marche

Nel mese di dicembre 2015, sulla base delle risul-tanze indicate nel Report “Oltre l'emergenza”presentato dal Garante sulla situazione delle car-ceri marchigiane nel mese di ottobre, il Presidentedel Consiglio Regionale delle Marche e lo stessoGarante hanno proposto formalmente ai parla-mentari, ai consiglieri e assessori regionali di visitaregli istituti penitenziari per sensibilizzarli sulle proble-matiche emerse nello stesso Report.

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Si ringrazia l'Ufficio dell'Ombudsman

e tutti quelli che hanno contribuito

alla stesura della presente relazione

Andrea Nobili

Stampato dal

Centro Stampa dell'Assemblea Legislativa delle Marche

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