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PIANO REGOLATORE MOLINA DI LEDRO VARIANTE N. 1/2013 CON ADEGUAMENTO NORMATIVO INTEGRAZIONE RELAZIONE TECNICA 2^ ADOZIONE 2013

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PIANO REGOLATORE MOLINA DI LEDRO

VARIANTE N. 1/2013

CON ADEGUAMENTO NORMATIVO

INTEGRAZIONE RELAZIONE TECNICA 2^ ADOZIONE

2013

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Variante al Piano Regolatore generale del Comune di Molina di Ledro

Agenzia Metropolitana Srl – Arch. Roberto Bresciani 1

Il progetto urbanistico proposto si qualifica come Revisione (variante) del Piano Regolatore Generale per

il Comune di Molina di Ledro.

La revisione del PRG, , si inserisce in un complesso di azioni che l’Amministrazione Comunale di Molina

di Ledro ha intenzione di svolgere – e in parte già svolge - in ordine alle tendenze evolutive in atto di tipo

strutturale, alle attese dei diversi soggetti in campo, siano essi pubblici che privati, ed al necessario

adeguamento degli strumenti urbanistici al farsi concreto della città e del territorio, all’introduzione di

concetti innovativi in merito alla pianificazione ed alla gestione del territorio. In relazione a questi

intendimenti si sono rese necessarie alcune riflessioni attorno alle procedure attuative del Piano ed

alcune correzioni di rotta in relazione ai nodi ed ai problemi che il dispiegarsi del piano costruito ha

messo in evidenza. La qualità delle scelte, i nuovi sistemi di gestione e di compatibilità modificano

parzialmente la precedente strumentazione urbanistica integrando e concretizzando scelte rimaste

ancora sulla carta e definendo i limiti delle trasformazioni.

L’impostazione del nuovo piano si orienta invece nel rispetto della pianificazione paesistica provinciale,

sulla complessità, integrazione e qualità delle azioni, in sintonia con quanto previsto dal Piano

urbanistico Provinciale e dalla normativa previgente, il vecchio piano urbanistico comprensoriale,

approvato nel 1991.

La strategia adottata è coerente con i richiami di tali document; infatti:

- punta ad uno sviluppo sostenibile, eco-compatibile, mediante una politica attiva di difesa e

valorizzazione ambientale;

- attua una crescita limitata e proporzionata al reale sviluppo della popolazione , crescita equilibrata, che

salvaguardia e valorizza l’ambiente, attenta alla città ad ai dintorni;

- riconosce che gli interessi- - pubblici, generali e particolari - sono, con pari dignità, i motori del

cambiamento

- detta regole per stimolare perequare e compensare gli interessi in gioco

- persegue la politica di tutela e di salvaguardia, ma non per questo inibisce il recupero dei centri storici,

anzi

estende i concetti di riuso e riqualificazione ad altre aree di pregio, ai contenitori urbani ed al patrimonio

rurale;

- individua nel sistema del verde, dei viali, delle piste ciclabili, dei corridoi ecologici, i punti di forza che

più di ogni altro qualificano la Valle di Ledro del futuro;

- mette a disposizione aree produttive, nella quantità e dimensione atta al soddisfacimento delle

esigenze

RELAZIONE ILLUSTRATIVA INTEGRATIVA SECONDA ADOZIONE

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insediative delle aziende, con tipologie e dimensioni diversificate;

Nonostante le forze in gioco,Molina di Ledro è attualmente un comune abbastanza equilibrato, pur

interessato da problematiche ambientali, insediative ed infrastrutturali, non è coinvolta da irreversibili

fenomeni di degrado urbano ed è dotata di una quantità di servizi pubblici di base , assicurata dai vecchi

piani, sufficiente alla esigenze della popolazione.

Stante la premessa, il piano si pone l’obiettivo di rispondere alle aspettative di equilibrio, di qualità, di

riassetto, di ricucitura, di recupero, in netta alternativa ad ulteriori ed improbabili crescite illimitate dell e

espansioni urbane.

Il Piano Regolatore Generale è uno degli atti politici più importanti di un’Amministrazione come quella di

Ledro ed influenza per anni la crescita del territorio. Alla discussione hanno partecipato attivamente,

oltre che i tecnici e le figure politiche, anche i cittadini. Sono stati organizzati incontri di discussione e

condivisione del modello.

La variante intende chiarire le problematicità e le potenzialità sussistenti sul territorio rispetto alle quali

definire obiettivi e strategie di intervento per l'impostazione del progetto urbanistico della variante.

La stessa è quindi da intendersi quale elemento di analisi - identificazione nonché condivisione -

discussione delle linee programmatiche proposte per lo sviluppo futuro della comunità.

Mediante l'analisi del contesto esistente - tendenze passate e presenti - e l'inquadramento delle

potenzialità e problematicità sussistenti, è possibile delineare sommariamente le fondamentali

coordinate di riferimento, ovvero: identità - sostenibilità - integrazione - competitività - efficienza.

Il concetto di crescita e sviluppo, per il Comune di Ledro, verrà tradotto non tanto in termini quantitativi,

ma piuttosto qualitativi.

In tal senso, la crescita non può limitarsi ai soli aspetti architettonico paesaggistici, ma deve includere il

conseguimento degli appropriati standard di servizi.

Inoltre, lo sviluppo sostenibile, costituisce un aspetto irrinunciabile per qualsiasi modello di crescita

locale proposto. Si deve quindi individuare e garantire un percorso di coevoluzione dei tre grandi

sottosistemi che costituiscono un territorio: quello ambientale, quello socio-culturale e quello economico.

Tale percorso si coniuga con l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e prevede la partecipazione di tutti gli

attori sociali.

Attuare una politica del territorio che colga il corretto equilibrio tra conservazione dell'identità

paesaggistica, sociale e culturale del territorio e innovazione delle modalità di utilizzazione delle risorse

disponibili per favorire lo sviluppo sostenibile.

Ciò è perseguibile attraverso il miglioramento di scambi intercomunali e di cooperazione.

Rafforzare le capacità locali di auto-organizzazione e di competitività attraverso un maggior impegno

degli attori pubblici locali nell'attuare una gestione strategica del proprio territorio, nel solco definito dal

PUP e anche attraverso forme di coinvolgimento degli attori privati efficaci dal punto di vista dello

sviluppo di tutta la comunità.

La concretizzazione della pianificazione sul territorio, e quindi dello sviluppo, deve puntare su strumenti

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e percorsi in grado di limitare i margini di “non attuazione”.

In tal senso è fondamentale una fase conoscitiva preliminare di confronto/ascolto con la comunità e con

i principali soggetti pubblico-privati che operano sul territorio.

Determinante appare l'azione preventiva di concertazione condivisione - compartecipazione

pubblico/privata delle tematiche territoriali diffuse e delle trasformazioni urbanistiche localizzate.

Un valido impianto di P.R.G. consente di garantire efficienza in termini di conseguimento degli obiettivi di

sviluppo sostenibile e necessita l'impiego di previsioni e norme che evitino una programmazione rigida

ed eccessivamente vincolante. Diversamente, l'attuazione del P.R.G., deve garantire adeguati margini di

assestamento rispetto alla mutevolezza delle condizioni sociali che, inevitabilmente, si manifestano

durante la vita di uno strumento urbanistico. Questo, per consentire ulteriori confronti tra le parti,

nell'ottica del conseguimento dell'interesse collettivo.

Sulla base di questi principi si è reso possibile, a mezzo di processi partecipativi e in concerto con le

esigenze espresse dalla popolazione nonché di attente analisi del contesto fisico ambientale, individuare

obiettivi specifici e singole criticità che a loro volta possono essere ricondotti a poche sintetiche

tematiche di studio al fine di darne una risposta razionale ed organica entro obiettivi strategici di ampio

respiro.

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Lo spirito ed il contenuto del futuro PRG ,- cioè la sua impostazione per così dire filosofica - parte da una

serie di assunzioni .

Si ritiene infatti che da oggi in avanti l’assetto urbanistico e ambientale del territorio debba essere

impostato e regolato a partire da modelli insediativi che hanno caratterizzato la storia e che

caratterizzano il territorio comunale di Molina di Ledro e delle sue diverse frazioni, il che impone come

prima cosa di riconoscerli ragionando sul rapporto fra insediamenti e paesaggio, ovvero fra le attività , le

localizzazioni umane e la geografia più vasta che le accoglie e alla quale esse vanno conformate, in una

certa prospettiva temporale. Il che significa radicarsi urbanisticamente su una ritrovata “trentinità”

genetica dei luoghi e al tempo stesso pianificare innovativamente per progetti.

Per fare questo gli assunti generali impongono di valutare le scelte in rapporto agli obiettivi che si

vogliono raggiungere ed alla sostenibilità ambientale, riconoscere che gli interessi- pubblici, generali e

particolari- sono con pari dignità i motori del cambiamento, dettare regole per stimolare e compensare

tali interessi, cercare soluzioni fattive ed operative e cogliere le opportunità .

Il rapporto polo urbano centri minori

Gli obiettivi di organizzazione, riequilibrio e sviluppo socio-economico e territoriale erano così sintetizzati:

la presenza di un forte polo urbano (Riva ed Arco) che costituisce il punto di riferimento per i centri

minori e periferici, determina un forte rapporto di dipendenza;

la necessità di equilibrare il rapporto tra polo urbano e centri minori presuppone la revisione della

distribuzione dei ruoli e delle funzione complementari, concedendo ai centri minori specifiche funzioni

che diminuiscano l'eccessivo senso di dipendenza dal polo urbano;

i centri minori hanno bisogno di essere integrati con il polo urbano attraverso una serie di servizi

differenziati ed insieme raggiungibili, che non siano troppo dispersivi, e tuttavia sufficientemente diffusi

ed intercambiabili a livello locale;

gli elementi fondamentali sui quali agire sono la viabilità e l'organizzazione dei trasporti, nonchè la

ridistribuzione dei servizi e delle unità produttive in rapporto alla residenza.

I valori ambientali

Le zone che possiedono una particolare rilevanza ambientale- economica della Valle di Ledro e che

hanno attinenza con il territorio di Molina di Ledro sono identificate nelle rive del lago di Ledro quali

l’aree di Besta e di Pur soggette a specifici Piani generali di zona.

Agricoltura

Per la Valle di Ledro il settore zootecnico potrebbe garantire prospettive di sviluppo soltanto con forme

spinte di integrazione delle strutture produttive, diversamente si avrebbe solamente una integrazione di

reddito e non una remuneratività e competitività del settore.

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In tal senso si propone un modello di integrazione fra agricoltura e turismo mediante la promozione della

formula dell’agriturismo.

Industria ed artigianato

Industria ed artigianato permangono come attività economiche rilevanti, capaci di concorrere ad uno

sviluppo economico integrato, tuttavia al fine di mantenere determinati livelli occupazionali si dovrà

puntare su una serie di fattori:

ai fini del raggiungimento della competitività del settore si rendono necessari salti di qualità delle imprese

artigiane mediante il superamento di determinate soglie occupazionali aziendali;

strategico sotto il profilo del consolidamento occupazionale appare lo sviluppo dell'area dei servizi alle

imprese, mediante l’attivazione di un processo di parziale riconversione dei settori produttivi in essere;

Con tali premesse la proposta di PRG ha come obiettivi e criteri generali :

1. La qualità insediativa e territoriale vale a dire elevare la qualità dell’ambiente naturale e costruito

garantendo la tutela ed il corretto uso dei beni ambientali, storici, documentari e naturalistici superando

gli attuali squilibri e le attuali carenze.

2. L'adeguamento dei servizi e delle infrastrutture vale a dire affrontare da una parte i problemi della

mobilità in modo complessivo considerando la realtà territoriale specifica del Comune e la sua

particolare collocazione territoriale, e dall’altra promuovere il potenziamento delle reti tecnologiche e di

smaltimento al fine di ottenere la massima integrazione la massima efficienza ed economicità di

gestione.

3. La tutela e salvaguardia del territorio vale a dire salvaguardare l’ambiente e le risorse naturali che

costituiscono l’elemento principale di ricchezza e rappresentano un bene determinato e disponibile in

quantità limitata.

4. Il miglioramento e sviluppo delle condizioni di vita della collettività vale a dire studiare le vforme

più idonee e ricercare le condizioni complessive ( territoriali, economiche e sociali) che consentano la

piena utilizzazione delle risorse, sia pubbliche che private, al fine di generare un circuito virtuoso di

qualità della vita intesa come qualità dell’ambiente, qualità del territorio, sicurezza del lavoro e del

reddito, disponibilità ed accessibilità dei servizi ( casa, trasporti, attrezzature collettive).

5. La promozione , il consolidamento e la riqualificazione dei tessuti urbani ed edilizi tenendo

conto che le previsioni edificatorie dovranno soddisfare le esigenze della popolazione residente e con

particolare riferimento allo studio ed alla qualificazione dello spazio pubblico ( strade e piazze), al

recupero sistematico del patrimonio edilizio ed al potenziamento ed alla razionalizzazione dei servizi .

6. La salvaguardia delle attività agricole, di trasformazione dei prodotti agricoli e delle attività forestali esistenti sul territorio tenendo conto nel contempo anche della necessità di incentivare l’uso

agrituristico della Valle , anche in raccordo con i comuni limitrofi e dell’esigenza di contenere e

ridelimitare l’avanzata incontrollata del bosco anche in riferimento al Piano forestale in vigore.

7. Lo sviluppo compatibile delle attività produttive moderne quali il turismo , l’artigianato ed il

commercio che deve svolgersi attraverso un uso corretto e sostenibile delle risorse naturali ed in termini

non contraddittori con l’organizzazione territoriale contribuendo all’elevazione della qualità delle vita.

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8. Predisporre uno strumento urbanistico con un alto contenuto di operatività, come strumento

attuativo delle scelte territoriali dell’amministrazione. In questo senso questa nuova revisione assume

una diversa valenza : quella di dare il via alla attuazione del Piano come processo .

Intendere il Piano come" processo", come "programma d'attuazione", conferisce un impostazione

dinamica alla pianificazione urbanistica in vista del raggiungimento di obiettivi, quali la salvaguardia e la

tutela del territorio nonché l'aumento della qualità insediativa, obbiettivi che sono centrali ai fini di un

corretto uso del territorio montano.

Oggi più che mai occorre concentrare l'attenzione sulla definizione di programmi razionali definiti

temporalmente , recuperando la certezza del fare , bruciata dal succedersi convulso di decisioni assunte

caso per caso, anno per anno, su iniziative scoordinate ed eventi che hanno alterato il quadro delle

attese amministrative e stravolto il contesto delle decisioni locali.

Per questo va recuperata una dimensione programmatica dell'azione pubblica, per fornire un sistema di

obiettivi realizzabili e concreti sul quale mobilitare l'impegno dei cittadini e degli amministratori pubblici. I

quali , pur riconoscendo che è definitivamente finita l'epoca della

"espansione senza qualità" sono sommersi da un complesso di leggi, di programmi e di interventi che

tendono a generare solo sconcerto e confusione. Ecco allora che il "piano come processo di scelte

attuative" tende ad acquistare la sostanza di un preciso e coerente sistema di impegni, di interventi e di

capacità gestionali non esaurendosi in una sterile imposizione di vincoli e di tutele passive. Ed ecco

anche il tentativo di semplificare e di chiarire ( all'interno della complicata legislazione urbanistica

vigente) , le modalità e le possibilità di intervento edilizio per dare al cittadino maggiori certezze ( ciò che

si può fare e come, e ciò che non si può fare), maggiori conoscenze e quindi maggiori possibilità di

intervento corretto.

Questi dunque sono gli obiettivi ed il senso della revisione che si vuole a predisporre, privilegiando

atteggiamenti di creativo buon senso urbanistico ( in questo peraltro "aiutati" dalla rigidità e dalla

complessità della legislazione urbanistica vigente), senza far prevalere soluzioni semplicistiche ai

problemi, impostazioni rigide e vessatorie o pericolose ed accademiche fughe in avanti alla ricerca di

una qualità tutta teorica e irrealizzabile ma al contrario cercando di impostare il problema della qualità

urbana dei luoghi e degli edifici come metodo di lavoro e come nuova sensibilità da acquisire. E,' in un

certo senso, la revisione del piano possibile, qui, ora e con queste leggi.

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2.UN PRIMO QUADRO DELLE QUESTIONI DA AFFRONTARE

Una prima lista di problemi di rilievo per la futura revisione del PRG comprende questioni di carattere

molto diverso che vanno da temi generali , quali l’approfondimento e la modifica della normativa ( da

perseguire attraverso una più chiara definizione e semplificazione dell’apparato delle norme ) a singoli

nodi irrisolti presenti da tempo a Ledro e che devono trovare soluzione nell’attuazione del PRG.

Quanto alle questioni più specifiche , la lista di seguito proposta vuole essere un prima passo verso la

definizione di una “agenda” di problemi da sottoporre a discussione per assegnare delle priorità ( quali

urgenze si pongono, quali risorse destinare) e far convergere gli sforzi progettuali verso azioni e

decisioni significative , all’interno di un percorso concordato. Non si tratta di una lista esclusiva ed

esaustiva , ma di una prima individuazione di tematiche che appaiono rilevanti nel contesto

dell’attuazione del PRG, tematiche che sono emerse finora dallo studio del Piano vigente e dal confronto

con la Giunta Comunale.

2.1 L’ADEGUAMENTO E L’AGGIORNAMENTO CARTOGRAFICO

La cartografia di piano ha messo in evidenza diverse carenze, alcune dovute al normale aggiornamento

dello stato di fatto ( aggiornamento delle concessioni edilizie e delle costruzioni eseguite), altre alle

modalità di formazione della cartografia stessa.

Un primo elemento di carenza cartografica è relativo al fatto che la cartografia del piano in vigore è

obsoleta , non svolta su basi aereofotogrammetriche ed informatiche.

La formazione di una nuova cartografia su basi aero - fotogrammetriche è strumento essenziale per una

pianificazione comunale consapevole della realtà dei luoghi, utilizzando il sofware Prg Tools si è

provveduto alla sistemazione di tutto ciò.

L’adeguamento e l’aggiornamento cartografico , peraltro necessario, potrà dare anche la possibilità di

mettere il PRG e le sue norme, definitivamente variate, anche on line sia utilizzando il sito del Comune di

Sporminore sia utilizzando portali Internet esterni che in Trentino offrono questi servizi.

La Variante 2009 del PRG del Comune di Ledro conferma sostanzialmente la struttura del piano vigente,

integrando parzialmente il sistema ambientale e modificando la cartografia con alcune varianti.

La nuova veste grafica del PRG informatizzato e le varianti proposte al sistema infrastrutturale ed

insediativo (cartografie urbanistiche in scala 1:2000), non debbono in ogni caso far considerare la

Variante 2009 come un piano regolatore nuovo, ma piuttosto come un PRG rinnovato soprattutto dalle

seguenti azioni di carattere formale:

•aggiornamento della cartografia catastale di base del piano vigente previo inserimento dei nuovi

frazionamenti fondiari relativi ai nuovi edifici realizzati ma non in mappa o a quelli già legittimamente

concessionati, alle viabilità nuove o già potenziate, ai parcheggi pubblici, agli ampliamenti cimiteriali,

ecc.;

•verifica delle aree a destinazione pubblica del piano vigente (che comportano un vincolo di esproprio

sulle proprietà private) che, dalla data di entrata in vigore del piano originario non sono state mai attuate

e che comunque non sono nel programma delle opere pubbliche dell’Amministrazione comunale: si

rende necessaria al fine di evitare, ove possibile, la reiterazione del vincolo di esproprio con

conseguente possibilità di richiesta di indennizzo al Comune da parte dei privati proprietari;

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•verifica delle aree vincolate a piano attuativo dal piano vigente (piani a fini speciali, piani di lottizzazione,

schede normative) in relazione alla loro attuazione e scadenza e rivisitazione dei contenuti per quei piani

che, a tutt’oggi, non risultano ancora attuati.

•verifica dell’estensione delle aree agricole e loro adeguamento (anche normativo) alla impostazione

derivata dal nuovo PUP previa differenziazione tra aree di pregio e aree normali;

•adeguamento delle Norme di attuazione di PRG a quelle vincolanti del nuovo PUP, in particolare per

quanto riguarda le zone produttive, l’area di protezione fluviale, le zone agricole di pregio, i beni del

patrimonio dolomitico, i siti di interesse comunitario (SIC), ecc;

•adeguamento delle Norme di attuazione di PRG alla normativa provinciale inerente le strutture

distributive e gli insediamenti commerciali (criteri di programmazione del settore commerciale stabiliti

dalla L.P.n° 4/2000 e successive modifiche);

•adeguamento delle Norme di attuazione di PRG alle disposizioni di cui alla deliberazione della Giunta

provinciale n. 2879, di data 31 ottobre 2008 “Disciplina in materia di distanze minime tra fabbricati e dai

confini di proprietà”.

•utilizzo della legenda standard (simbologia e colori RGB unificati) di PRG stabiliti dal Servizio

Urbanistica e Tutela del Paesaggio ( attraverso l’innovativo sistema “prg tools”), in sintonia con la

Deliberazione della Giunta provinciale n. 2129 dd. 22 agosto 2008, “Uniformità e omogeneità della

pianificazione per il governo del territorio”.

2.2 LE MODIFICHE NORMATIVE

Dopo un’attenta lettura e confronto sulle Norme di attuazione del PRG in vigore si sono individuati

problemi e necessità di modifiche ed integrazioni alla Norme di attuazione del PRG tali da pensare ad

una loro completa riscrittura soprattutto in relazione ad una migliore definizione degli interventi , ad una

più univoca interpretazione della norma e ad una loro più snella applicazione.

L’obiettivo è stato quello di regolare l'attività edilizia su basi normative omogenee rispetto alla totalità del

territorio comunale, unificando e rendendo compatibili le diverse legislazioni che afferiscono l'uso del

territorio, indirizzando su basi tecniche certe gli interventi, suggerendo modalità corrette di intervento

subordinato al PRG, nonché di gestione e controllo dell'attività edilizia.

La nuova normativa dovrà essere chiara e comprensibile, corredata di schemi esemplificativi , di schemi

tipologici e di abachi e se del caso di progetti-norma che permettano una facile attuazione della norma

scritta.

- E’ stata ridefinita la norma sull’altezza degli edifici allo scopo di generare architetture meglio

rispondenti alla tradizione locale e montana senza limitare l’espressione all’architettura moderna.

- Sono introdotte norme chiare sull’incremento di volume e sulle sopraelevazioni.

- E’ stato incentivato , a livello normativo, il recupero ed il riuso abitativo dei sottotetti e delle soffitte

- Sono state ridefinite precisamente le pertinenze degli edifici

- Sono stati regolati i volumi tecnici

- Sono regolamentate e pianificate, anche attraverso la proposizione di schede tipologiche , le

legnaie ed i manufatti di pertinenza degli edifici

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- Vanno chiarite le disposizioni in materia di posti macchina

-Si è integrato quanto previsto nell’Allegato 1 alla deliberazione n.2023 di data 3 settembre 2010 e s.m.

-Si è riportato quanto previsto all’allegato 2 in materia di distanze con le ultime modificazioni apportate

con deliberazioni della Giunta Provinciale n.1427 di data 1 luglio 2011 e n.1858 di data 26 agosto 2011.

- Sono state inserite le invarianti con il richiamo delle norme di attuazione del PUP.

- E’ stata inserita la norma sui beni culturali, con l’aggiornamento dei riferimenti normativi rispetto al

d.lgs. n.42/2004 e s.m.

- Carta di sintesi geologica, con il rinvio ai contenuti della carta provinciale il cui VI aggiornamento è

stato approvato con la deliberazione della giunta provinciale n.1544 del 18 luglio 2011;

- Sono state inserite le aree di protezione di pozzi e sorgenti, con il rinvio ai contenuti della Carta delle

risorse idriche, approvata dalla giunta provinciale con la deliberazione n.2248 del 5 settembre 2008 ai

sensi dell’articolo 21 del PUP.

- Riserve naturali provinciali e riserve, con l’aggiornamento delle definizioni a quanto introdotto dalla l.p.

n.11/2007;

- Siti e zone della rete Natura 2000 con l’aggiornamento delle definizioni a quanto introdotto dalla l.p.

n.11/2007;

- aree produttive del settore secondario, con l’aggiornamento dei contenuti a quanto stabilito dall’art.33

delle norme del Pup;

- aree agricole e aree agricole di pregio, con il richiamo agli articoli 37 e 38 del PUP;

- Fascie di rispetto stradale, con l’adeguamento in aprticolare alle disposizoni dell’articolo 6 della

deliberazione della Giunta Provincia n.909/1995 e s.m;

- fasce di rispetto cimiteriali ai sensi dell’art.66 della l.p. del 4 marzo 2008 n.1;

- aree a bosco, con l’adeguamento all’articolo 40 del PUP.

- Vengono modificate le N.T.A per quanto riguarda le Aree di Tutela Archeologica con inserimento

di quanto segnalato dalla Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici.

- Inserito nelle aree produttive del settore secondario quanto previsto dall’Art. 38 dal decreto del

Presidente della Provincia 13 luglio 2010, n. 18-50/Leg - Casi e condizioni per l'eventuale

realizzazione di una ulteriore unità abitativa e dall'articolo 4 dell'allegato 6 della DGP n. 2023/2010.

- Adeguamento alla normativa commerciale in conformità con l’ art.3, comma 3 e art.8,comma2

della L.P. 8 maggio 2000, n.4 e Regolamento di esecuzione – In conformità con “Indirizzi generali

per l’insediamento delle medie e grandi strutture di vendita” approvati con deliberazioni n. 339 e

340/2001 e allegati e con i criteri di programmazione urbanistica del settore commerciale – In

conformità con la L.P. 30 luglio 2010, n.17 e allegati e deliberazioni della G.P.)

Inserita specifica normativa per la realizzazione di legnaie e manufatti accessori.

- La presenza di un asterisco ( * ) in cartografia segnala la presenza di una prescrizione attuativa

su quell’ area, oppure indica il riferimento ad un piano attuativo ed alla relativa normativa di

attuazione.

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In fase di seconda adozione si è predisposto uno specifico fascicolo relativo alle norme di attuazione, rivedendo il testo coerentemente con quanto disposto dalla normativa provinciale in materia. Si è deciso di non predisporre un documento di raffronto tra lenorme di attuazione vigenti e quelle previste dalla variante, in quanto quest’ultime vanno a sostituire e rivedere in maniera chiara e completa tutte le tematiche affrontate.

Le Norme di attuazione hanno lo scopo di esplicitare le scelte urbanistiche del PRG e di definirne i

contenuti giuridici.

Esse fanno riferimento al quadro legislativo e normativo recente. Le NA della Variante 2009 al PRG di

Ledro, sono così suddivise:

Per quanto concerne i piani di lottizzazione contraddistinti dai diversi cartigli a livello cartaceo si specifica

che nelle norme di attuazione è stato evidenziato che per l’infrastrutturazione dell’area e per

l’acquisizione dei terreni necessari tutte le spese sono a carico dei lottizzanti. Inoltre a titolo perequativo

per la volumetria concessa dovranno essere cedute a titolo gratuito al comune le aree conteggiate negli

standards del verde pubblico e dei parcheggi pubblici indicate nelle schede sotto evidenziate.

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INDICE ARTICOLI

TITOLO PRIMO IL PRG E LA SUA ATTUAZIONE

CAPITOLO I° (DEL TITOLO PRIMO)

PRESCRIZIONI GENERALI

Art. 1 DOCUMENTI DEL PIANO pag. 1 Art. 2 DISCORDANZE NEL P.R.G. pag. 1 Art. 3 APPLICAZIONE DEL PRG pag. 1 Art. 4 ATTUAZIONE DEL PRG pag. 2 CAPITOLO II° (DEL TITOLO PRIMO)

DEFINIZIONI GENERALI E STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA

Art. 5 INDICI URBANISTICI ED EDILIZI DEFINIZIONI GENERALI pag. 2 Art. 6 INTERVENTO EDILIZIO DIRETTO pag. 7 Art. 7 PIANI ATTUATIVI (PA) pag. 8 Art. 8 CONTENUTI DEI PIANI ATTUATIVI pag. 8 Art. 9 FABBISOGNO PER L’EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE pag. 9 Art. 10 PIANO COMPRENSORIALE DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI pag. 9 Art. 11 CERTIFICATO DI DESTINAZIONE URBANISTICA pag. 9 Art. 12 TIPOLOGIE EDILIZIE pag. 9 Art. 13 EDIFICIO SOGGETTO A DEMOLIZIONE SENZA RICOSTRUZIONE pag. 9 Art. 14 SERRE pag. 10 Art. 15 LEGNAIE pag. 11 Art. 16 IMPIANTI PER SISTEMI RADIOMOBILI DI TELECOMUNICAZIONE pag. 12 CAPITOLO III° (DEL TITOLO PRIMO)

DISPOSIZIONI IN MATERIA DI DISTANZE Art. 17 DISPOSIZIONI GENERALI pag. 13 Art. 18 DEFINIZIONI E CRITERI DI MISURAZIONE DELLE DISTANZE pag. 13 Art. 19 DISTANZE TRA EDIFICI DA APPLICARE NEGLI INSEDIAMENTI STORICI ED AREE EDIFICATE pag. 13 Art. 20 DISTANZE TRA EDIFICI DA APPLICARE NELLE AREE PRODUTTIVE pag. 14 Art. 21 DISTANZE TRA EDIFICI DA APPLICARE IN ALTRE AREE pag. 14 Art. 22 DISTANZE DA APPLICARE TRA MANUFATTI ACCESSORI pag. 14 Art. 23 DISTANZE DEGLI EDIFICI DAI CONFINI pag. 15 Art. 24 DISTANZE IN MATERIA DI MURI ED OPERE DI SOSTEGNO DELLE TERRE:DEFINIZIONI E DISPOSIZIONI GENERALI pag. 15 Art. 25 DISTANZE DEI TERRAPIENI ARTIFICIALI E DEI MURI DAI CONFINI pag. 16 Art. 26 DISTANZE DELLE ABITAZIONI DAI TERRAPIENI ARTIFICIALI, DAI MURI LIBERI EDAI MURI DI SOSTEGNO pag. 16

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Art. 27 DISTANZE DEGLI EDIFICI NON ADIBITI AD ABITAZIONE DAI TERRAPIENI ARTIFICIALI, DAI MURI LIBERI E DAI MURI DI SOSTEGNI pag. 16 Art. 27bis NORME FINALI pag. 17 CAPITOLO IV° (DEL TITOLO PRIMO)

NOREME TRANSITORIE E FINALI Art. 28 DEROGA PER LA REALIZZAZIONE DI OPERE O IMPIANTI PUBBLICI O DI INTERESSE PUBBLICO pag. 17 Art. 29 NORME TRANSITORIE E FINALI pag. 17

TITOLO SECONDO SISTEMA AMBIENTALE

CAPITOLO I° (DEL TITOLO SECONDO)

CRITERI DI TUTELA AMBIENTALE

Art. 30 AREE DI TUTELA AMBIENTALE PROVINCIALE pag. 18 Art. 31 RETE NATURA 2000 pag. 18 Art. 32 CRITERI GENERALI DI TUTELA AMBIENTALE pag. 20 Art. 33 AREE DI SALVAGUARDIA AMBIENTALE pag. 20 Art. 34 RETE VIABILISTICA STORICA E TRACCE NELLA

SISTEMAZIONE AGRARIA pag. 21 Art. 35 INSERIMENTO AMBIENTALE DELLE COSTRUZIONI, PERTINENZE E

LOTTI LIBERI pag. 21 Art. 36 CRITERI DI TUTELA NELLE AREE ASSOGGETTATE A TUTELA DEGLI

INSEDIAMENTI STORICI pag. 22

CAPITOLO II° (DEL TITOLO SECONDO) AREE DI CONTROLLO GEOLOGICO

Art. 37 CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÁ pag. 23 CAPITOLO III° (DEL TITOLO SECONDO)

AREE DI CONTROLLO TECNICO AMMINISTRATIVO -TAVOLA DEL SISTEMA AMBIENTALE- Art. 38 AREE ASSOGGETTATE A VINCOLO IDROGEOLOGICO pag. 23 Art. 39 AREE DI RECUPERO AMBIENTALE pag. 24 Art. 40 MANUFATTI E SITI DI INTERESSE CULTURALE pag. 24 Art. 41 AREE ED ELEMENTI DI INTERESSE ARCHEOLOGICO pag. 25 Art. 42 AREE DI PROTEZIONE DEI CORSI D’ACQUA pag. 26 Art. 43 VIABILITÀ STORICA pag. 27 Art. 44 AREE ESTERNE A QUELLE SOGGETTE A VINCOLI AMBIENTALI pag. 27 Art. 45 TUTELA DELL’INQUINAMENTO ACUSTICO pag. 28

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TITOLO TERZO SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO A VALENZA

STORICA - CULTURALE - TAVOLA DEI CENTRI ABITATI -

CAPITOLO I° (DEL TITOLO TERZO)

DISPOSIZIONI GENERALI ED ATTUATIVE PER GLI INSEDIAMENTI STORICI

Art. 46 AMBITO DI APPLICAZIONE DELLE NORME - DESTINAZIONI D’USO pag. 29 Art. 47 MODALITÁ DI ATTUAZIONE DEL PRG ALL’INTERNO DEGLI

INSEDIAMENTI STORICI - PIANI DI RECUPERO - pag. 29 Art. 48 PRIORITÁ D’INTERVENTO pag. 30 Art. 49 ADEGUAMENTO AL PRG DI SPAZI LIBERI E MANUFATTI

ESISTENTI pag. 30 Art. 50 MANUFATTI ACCESSORI pag. 31 Art. 51 MODALITÁ DI INTERVENTO SUI MANUFATTI DI

ARREDO URBANO pag. 31 Art. 52 RIFERIMENTI NORMATIVI pag. 31 CAPITOLO II° (DEL TITOLO TERZO)

MODALITÁ DI INTERVENTO SU SINGOLE UNITÁ EDILIZIE NEGLI INSEDIAMENTI STORICI Art. 53 MODALITÁ D’INTERVENTO SU SINGOLE UNITÁ EDILIZIE pag. 32 Art. 54 MANUTENZIONE ORDINARIA -M1- pag. 32 Art. 55 MANUTENZIONE STRAORDINARIA -M2- pag. 32 Art. 56 RESTAURO -R1- pag. 33 Art. 57 RISANAMENTO CONSERVATIVO -R2- pag. 34 Art. 58 RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA -R3- pag. 36 Art. 59 DEMOLIZIONE, SOSTITUZIONE -R4- pag. 37

TITOLO QUARTO AREE RESIDENZIALI, AREE PRODUTTIVE, SERVIZI ED

INFRASTRUTTURE CAPITOLO I° (DEL TITOLO QUARTO)

AREE A PREVALENTE DESTINAZIONE RESIDENZIALE - TAVOLA DEI CENTRI ABITATI - Art. 60 AREE RESIDENZIALI pag. 39 Art. 61 AREE RESIDENZIALI DI COMPLETAMENTO “B” pag. 40 Art. 62 RISANAMENTO STATICO ED IGIENICO NELLE ZONE RESIDENZIALI DI

COMPLETAMENTO “B” pag. 40 Art. 63 RISTRUTTURAZIONE E RIPRISTINO pag. 41 Art. 64 EDILIZIA ESISTENTE CONSOLIDATA pag. 41 Art. 65 EDILIZIA ESISTENTE SATURA "BS1" pag. 41

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Art. 66 PRESCRIZIONE SPECIFICA PER AREE DI COMPLETAMENTO “B” pag. 42 CAPITOLO II° (DEL TITOLO QUARTO)

AREE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI DEL SETTORE PRIMARIO ED INCOLTI - TAVOLA URBANISTICA - Art. 67 AREE GENERALITA’ pag. 43 Art. 68 AREE AGRICOLE DI PREGIO “E1” pag. 44 Art. 69 AREE AGRICOLE “E2” pag 45 Art. 70 AREE BOSCHIVE “E4” pag. 46 Art. 71 AREE A PRATO O PASCOLO “E5” pag. 47 Art. 72 AREE IMPRODUTTIVE “E6” pag. 47 CAPITOLO III° (DEL TITOLO QUARTO) AREE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI DEL

SETTORE SECONDARIO E TERZIARIO - TAVOLA URBANISTICA -

Art. 73 GENERALITA’ pag. 49 Art. 74 AREE PRODUTTIVE DEL SETTORE SECONDARIO DI INTERESSE

LOCALE “D1” pag. 49 Art. 75 AREE PRODUTTIVE DEL SETTORE SECONDARIO DI INTERESSE

LOCALE AL SERVIZIO DELL’AGRICOLTURA “D1” pag. 51 Art. 76 AREE PER ATTIVITÁ ALBERGHIERA “D3” pag. 51 Art. 76bis AREE A CAMPEGGIO pag. 51 Art. 77 AREE COMMERCIALI pag. 52 Art. 77bis AREE ITTICOLE pag. 53 CAPITOLO IV° (DEL TITOLO QUARTO)

AREE PER SERVIZI ED ATTREZZATURE PUBBLICHE E PERTINENZE PRIVATE - TAVOLA URBANISTICA - Art. 78 AREA PER SERVIZI PUBBLICI pag. 54 Art. 79 ATTREZZATURE E SERVIZI PUBBLICI “F1” pag. 54 Art. 80 AREE PER VERDE PUBBLICO “F2” pag. 55 Art. 81 AREE PER IMPIANTI SPORTIVI “F3” pag. 56 Art. 82 VERDE PRIVATO “F4” pag. 56 Art. 83 VISUALI E PUNTI PANORAMICI pag. 56 CAPITOLO V° (DEL TITOLO QUARTO)

INFRASTRUTTURE E FASCE DI RISPETTO - TAVOLA URBANISTICA -

Art. 84 INFRASTRUTTURE E FASCE DI RISPETTO pag. 57

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Art. 85 AREE PER IMPIANTI TECNOLOGICI “G2” pag. 57 Art. 86 AREE PER PARCHEGGI “G3” pag. 57 Art. 87 AREE CIMITERIALI “G4” pag. 58 Art. 87bis AREE DI RISPETTO DEI DEPURATORI pag. 58 Art. 88 AREE DI RECUPERO AMBIENTALE - CAVE “G5” pag. 59 Art. 89 VIABILITÁ pag. 59 Art.90 FASCE DI RISPETTO STRADALE pag. 60 Art.91 DISTANZE DALLE STRADE pag. 60 Art. 92 FASCE DI RISPETTO DEI POZZI E AREE DI RISPETTO IDROGEOLOGICO

DELLE SORGENTI pag. 61 Art. 93 LAGHI, CORSI D’ACQUA E FASCE DI RISPETTO pag. 62 Art. 94 ALTRE INFRASTRUTTURE pag. 62 Art .94bis ELETTRODOTTI E FASCE DI RISPETTO “F10” pag. 62

TITOLO QUINTO

NORME GENERALI Art. 95 DEROGHE pag. 63 Art. 96 NORME TRANSITORIE E FINALI pag. 63 Art. 96bis VARIANTI PUNTUALI pag. 63

TITOLO QUINTO NORME TECNICHE DI PIANI PARTICOLAREGGIATI

Art. 97 PIANI DI LOTTIZZAZIONE E PIANI ATTUATIVI pag. 64 SCHEDE ALLEGATE TABELLA 1 MISURAZIONE DELLE ALTEZZE DEGLI EDIFICI ......................................67 TABELLA 2 MISURAZIONE DELLE ALTEZZE DEGLI EDIFICI ......................................68 TABELLA 3 DIMENSIONI MINIME DEI PSOTI MACCHINA ESCLUSI GLI ES.COMMERCIALI 69 TABELLA 4 DIMENSIONI MINIME DEI POSTI MACCHINA PER GLI ES. COMMERCIALI 70 TABELLA 5 DIMENSIONI MINIME DEI BOX .....................................................................71 AUTORIMESSE E POSTI MACCHINA...................................................................................72 TABELLA 6 LARGHEZZA DELLE FASCE DI RISPETTO STRADALI.................................. CATEGORIA ..............................................................................................................................73 TABELLA 7 LARGHEZZA DELLE FASCE DI RISPETTO STRADALI.................................. CATEGORIA ..............................................................................................................................73 TABELLA 8 DISTANZE DEI TERRAPIENI ARTIFICIALI E DEI MURI DAI CONFINI ...... art. 25...........................................................................................................................................74 DISTANZE DEI TERRAPIENI ARTIFICIALI E DEI MURI DAI CONFINI.............................. art. 25...........................................................................................................................................75 DISTANZE DEI TERRAPIENI ARTIFICIALI E DEI MURI DAI CONFINI.............................. art. 25 ...........................................................................................................................................76 TABELLA 9A DISTANZE DELLE ABITAZIONI DAI TERRAPIENI ARTIFICIALI, DAI MURI LIBERI E DAI MURI DI SOSTEGNO Art. 26...............................................................77 TABELLA 9B DISTANZE DEGLI EDIFICI NON ADIBITI AD ABITAZIONE DAI TERRAPIENI ARTIFICIALI, DAI MURI LIBERI E DAI MURI DI SOSTEGNO ..................... Art. 27..........................................................................................................................................79 TABELLA 10 DOTAZIONE DI STANDARD PER PARCHEGGI AL SERVIZIO DELLE SINGOLE COSTRUZIONI.........................................................................................................80 TABELLA 11TIPOLOGIA n.1 LEGNAIA IN LEGNO PER ILRICOVERO DI ATTREZZI AGRICOLI………………………………………………………………………………………………. 81

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TABELLA 12 TIPOLOGIA n. 2 LEGNAIE IN MURATURA PER IL RICOVERO DI ATTREZZI AGRICOLI 83 TABELLA 13 - TIPOLOGIA n. 3 TETTOIE APERTE IN MURATURA PER IL RICOVERO DI ATTREZZI AGRICOLI 85 TABELLA 14 CARATTERISTICHE DELLE SEZIONI STRADALI 87 TABELLA 15 AMPIEZZA DELLE FASCE DI RISPETTO DEI DEPURATORI 88 TABELLA 16 TIPI E AMPIEZZA DELLE FASCE DI RISPETTO a)INFRASTRUTTURA 89 TABELLA 17 MANUFATTI ACCESSORI – LEGNAIE ……………………………………………… PIANTA LEGNAIA IN ADERENZA AL FABBRICATO 90 PIANTA LEGNAIA STACCATA DAL FABBRICATO 91

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2.3 UN AGENDA DI TEMI E DI PROBLEMI URBANISTICI DA AFFRONTARE Questa prima lista di temi urbanistici che il nuovo PRG dovrà affrontare emerge sia dallo studio e dalla

pratica attuazione del PRG vigente sia dagli elementi propositivi forniti dalla Giunta Comunale.

Una prima indicazione è quella della ricerca della qualità – edilizia e degli spazi aperti- che un luogo

come Molina di Ledro deve assolutamente perseguire pena il depauperamento della qualità complessiva

della vita.

Qualità territoriale e insediativa significa essenzialmente il superamento degli attuali squilibri e delle

attuali carenze ed il primo ed indispensabile strumento per la ricerca di tale qualità è l'individuazione e la

gerarchizzazione dei problemi da risolvere.

Il problema della qualità edilizia contribuisce, assieme a quello degli spazi aperti, a definire il tema della “

bellezza dei luoghi” troppo spesso ignorato e sottovalutato. Non è un problema

semplice da affrontare , ma va in ogni caso fatto qualche approfondimento relativamente alle relazioni

tra le regole urbanistiche ed edilizie definite dal Piano e le realizzazioni fisiche , in termini di qualità

architettonica, di organizzazione degli spazi aperti, in termini di qualità ambientale.

Relativamente alla qualità degli spazi aperti va sottolineato che le caratteristiche del nostro territorio

danno a tale problema un taglio ben diverso a quello tipico dei grandi centri urbani.

Nondimeno si tratta di un problema sentito, che influisce sulla percezione degli spazi, sul modo di viverli

e frequentarli, insomma sul senso che si ha della qualità della vita. Per questo è necessario operare su

alcune parti urbane ( i centri storici in particolare) sul sistema viario, sul sistema lago e del verde, su

molti luoghi pubblici ricercando un buon raccordo con le azioni dei singoli operatori privati entro un

“disegno del suolo” unitario e soprattutto sensato e condiviso.

E su questo il nuovo Piano dovrà fornire degli strumenti di intervento.

In quest’ottica i problemi specifici finora individuati possono raggrupparsi nei seguenti settori:

Il recupero urbano. Gli insediamenti storici

Gli sviluppi edilizi e la prima casa

La riqualificazione urbana

Il potenziamento e la razionalizzazione della viabilità e dei parcheggi

Il recupero ambientale e la valorizzazione del sistema dei laghi

Il sistema del verde e degli spazi aperti ( agricoli, a bosco ,a pascolo)

Le strutture produttive

Il recupero urbano. Gli insediamenti storici -E’ eseguita una verifica sulla potenzialità insediativa nei centri storici

-E’ stata valutata le possibilità di studiare progetti di riqualificazione urbana, con interventi, anche

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incentivanti, nei confronti dei privati non escludendo anche la possibilità di edificare

-Vanno create condizioni di vivibilità negli insediamenti storici , ricercando la creazione di slarghi

, piazzette ed elementi d’arredo . In questo senso vanno previsti anche Piani attuativi su suolo

pubblico e privato che permettano di ricreare situazioni urbane appetibili sia per la residenza che

per i commerci.

- Sono state verificate , in particolari casi, le categorie d’intervento previste.

Gli sviluppi edilizi e la prima casa Dimensionare gli sviluppi edilizi in base alle esigenze ed alla domanda sociale , soprattutto di prima casa

trovando soluzioni anche per l’edilizia sovvenzionata ed agevolata. In buona sostanza si tratta di trovare

soluzione e risposta alla pressante domanda di prima casa dando risposte effettive tramite anche lo

strumento della perequazione urbanistica alle esigenze abitative della popolazione locale. In questo

settore vanno studiati sia a livello cartografico che normativo nuove modalità che escano dal normale

mercato speculativo delle aree.

Alla luce di queste considerazioni:

- E’ stata razionalizzato l’esistente soddisfacendo anche le richieste private che trovino omogeneità con

un metodo non dispersivo e perequato;

- E’ stata completati gli abitati, utilizzando anche i lotti interstiziali disponibili , tenendo presente il criterio

prioritario della presenza delle opere di urbanizzazione;

- E’ stata rivista la problematica relativa all’ampliamento degli edifici esistenti ricercando soluzioni anche

diverse dall’ampliamento percentuale

-Sono state ricercate soluzioni normative che favoriscano il ricompattamento fondiario;

CONTENUTI ED ELEMENTI DEL PRG IN ATTUAZIONE DEL NUOVO PUP

Con specifico riferimento al nuovo Piano Urbanistico Provinciale, le risorse, individuate

nell’Inquadramento strutturale del PUP, e le relative relazioni costituiscono per valore ambientale,

paesistico e territoriale elementi o aspetti strutturali del territorio da riconoscere e valorizzare, nel rispetto

delle relative norme, nell’ottica dello sviluppo sostenibile.

L’evidenziazione di tali elementi risponde all’obiettivo di fornire un quadro conoscitivo sufficientemente

approfondito e completo per garantire la trasformazione coerente delle componenti territoriali che

strutturano il territorio provinciale, nelle sue articolazioni, e gli conferiscono duratura riconoscibilità e

funzionalità.

Gli elementi strutturali, assunti nello strumento di pianificazione comunale, sono articolati nel:

Quadro primario (rete idrografica, elementi geologici e geomorfologici, aree silvo-pastorali, aree

agricole, aree a elevata naturalità), relativo agli elementi di strutturazione fisica del territorio;

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Quadro secondario (sistema degli insediamenti storici, sistema degli insediamenti urbani, sistema

infrastrutturale), relativo alla sedimentazione dei processi di insediamento;

Quadro terziario (paesaggi rappresentativi), relativo al riconoscimento degli elementi e dei paesaggi

rappresentativi.

Tra gli aspetti strutturali, assunti nell’Inquadramento, il PUP individua come “invarianti” quegli elementi

aventi carattere di permanenza e di insostituibilità, in quanto strettamente e durevolmente relazionati con

l’ambiente e il territorio, nonché con la comunità che in essi si riconosce e si

identifica.

Le “invarianti” sono dunque intese “come gli elementi, i connotati, gli aspetti del territorio dei quali

tutelare, mantenere e arricchire le caratteristiche distintive di stabile configurazione o di lenta

modificazione”, vale a dire l’insieme degli elementi (areali, lineari, puntuali) diffusi, mstrettamente

relazionati con l’ambiente e con il territorio che li esprime e assimilabili alle categorie di “beni” in cui le

comunità si riconoscono e si identificano.

Costituiscono “invarianti”, riconoscibili alla scala provinciale, le seguenti componenti: gli elementi

geologici e geomorfologici principali (vette, forre, morfosculture, marocche, aree carsiche, grotte,

morfologie glaciali e periglaciali, aree di interesse paleontologico, mineralogico e stratigrafico), compresi

negli elenchi allegati al PUP o specificamente individuati con provvedimento della Giunta provinciale in

quanto beni ambientali, da tutelare al fine della conservazione dell’identità dei luoghi;

la rete idrografica, costituita da tutto il sistema delle acque superficiali e sotterranee (laghi, fiumi e

torrenti, pozzi e sorgenti selezionati) nonché dai ghiacciai in coerenza con il Piano generale di

utilizzazione delle acque pubbliche;

le foreste demaniali e i boschi di particolare valenza naturalistica e paesaggistica, specificamente

individuati mediante i Piani forestali e montani, le aree a elevata naturalità (parchi naturali, siti e zone

della rete europea “Natura 2000”, riserve naturali), da tutelare e valorizzare secondo le specifiche

disposizioni di legge;

le aree agricole, individuate dal PUP sulla base del pregio colturale e paesaggistico, da riconoscere e

tutelare al fine della valorizzazione produttiva e dell’attrattività complessiva del territorio; i paesaggi

rappresentativi (beni ambientali, beni archeologici, architettonici, storico-artistici rappresentativi, beni del

patrimonio dolomitico), in quanto elementi identificativi dei luoghi, da riconoscere, arricchire e

approfondire al fine della conservazione dell’identità territoriale, per la cui precisa individuazione e

disciplina di protezione si rinvia alle specifiche disposizioni di legge o ai provvedimenti di istituzione. A tal

fine si riporta uno stralcio delle norme di attuazione relative ai tematismi del nuovo PUP:

ALLEGATO D ELENCO DELLE INVARIANTI

RETE NATURA 2000

1. Nei Siti di Interesse Comunitario (SIC), nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS), nelle Riserve

Naturali provinciali, che rientrano nel sistema di aree destinate alla conservazione della diversità

biologica denominato “Rete 2000”, si applicano le opportune misure per evitare il degrado degli

habitat naturali e degli habitat delle specie di interesse comunitario, conformemente alle direttive

92743CEE e 409/79/CEE, nonché al DPR 357/97.

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2. Qualsiasi piano, all’interno del territorio comunale, e tutti i progetti che abbiano incidenza

significativa su tali aree, ovvero ogni intervento al di fuori dei siti e zone che possa incidere in essi in

modo significativo, anche congiuntamente ad altri progetti, va sottoposto a valutazione di incidenza

secondo le procedure previste dalla normativa vigente.

3. I Siti di Interesse Comunitario, le zone di Protezione Speciale e le Riserve Naturali provinciali

individuati sul territorio comunale sono:

4. IT3120093 CRINALE PICHEA – ROCCHETTA (ZPS) Il contingente di specie endemiche è decisamente apprezzabile; è significativo inoltre che molte

entità ad areale incentrato sulle Prealpi lombarde raggiungano qui il loro limite distributivo

orientale. Il locus classicus di Hypochoeris facchiniana è compreso all'interno del sito. Valico di

interesse internazionale per il transito di molte specie migratrici a medio e lungo raggio nel

periodo tardo estivo e autunnale (migrazione post-riproduttiva).

5. IT3120096– BOCCA DI CASET L'effetto di vetta e gli antichi disboscamenti consentono l'insediamento di praterie (Seslerieti), in

parte rocciosi, ricchi di specie endemichea baricentro occidentale. La bocca di Caset rappresenta

forse il valico di maggiore importanza delle Prealpi Trentine per quel che riguarda il passaggio di

uccelli migratori.

6. IT3120127– MONTI TREMALZO E TOMBEA (ZPS) Sito di straordinario interesse floristico per l'eccezionale concentrazione di specie endemiche,

noto in tutta Europa e meta obbligata di escursioni botaniche. Ancora frequenti gli ambienti

selvaggi e poco antropizzati. Il sito è di rilevante interesse nazionale e/o provinciale per la

presenza e la riproduzione di specie animali in via di estinzione, importanti relitti glaciali,

esclusive e/o tipiche delle Alpi.

INVARIANTI: FORRA E CASCATA DEL PONALE INVARIANTE N.6 Il torrente Ponale, emissario del Lago di Ledro, prima di sfociare nel Lago di Gardacompie un salto di

circa 590 m, coincidente con il dislivello che separa la bassa Valle di Ledro dalla conca Benacense.

Nell'ultimo tratto di questo percorso il torrente scorre in una profonda forra formando una cascata di

notevoli dimensioni, visibile percorrendo la vecchia strada che dalla centrale idroelettrica di Riva sale

verso Ledro.

Il salto che deve compiere il corso d'acqua è dato dal fatto che quella di Ledro è una Valle sospesa;

durante l'ultima glaciazione era occupata da una diramazione del grande ghiacciaio Atesino, che

scendeva lungo la Valle del Sarca, cui si deve anche la messa in posto della morena che sbarra a valle il

Lago di Ledro.

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AREE ARCHEOLOGICHE: Sono state inserite sia in normativa che a livello cartografico e ridefinite secondo quanto definito

dall’allegato D del PUP.

La classificazione e le perimetrazioni sulle tavole grafiche seguonole indicazioni della Soprintendenza

per i Beni Archeologici della P.A.T., che potrà eseguire sopralluoghi e segnalare eventuali

modifiche/integrazioni, come previsto dall’art.9 della l.p. 17.02.2003 n.1 sui perimetri o sulla classe di

tutela, secondo le caratteristiche di seguito descritte,

- Aree a tutela 01 Sito contestualizzato, vincolato a ben precise norme conservative ai sensi del D.Leg.

22 gennaio 2004, n.42 e ss.mm.

- Aree a tutela 02 Sito contestualizzato archeologicamente ancora attivo, non sottoposto a rigide

limitazioni d’uso.

- Gli interventi antropici di trasformazione programmati e/o programmabili si effettueranno sotto il

controllo diretto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della P.A.T.. L’area indagata potrà, ai sensi

delle normative vigenti, essere totalmente bonificata o sottoposta a vincolo primario (area a rischio 01)

Allo scopo di garantire la tutela delle aree a rischio archeologico, ove siano previste opere di scavo e/o

movimento terra che richiedono la domanda di concessione edilizia, è di primaria importanza la

possibilità, da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici della P.A.T., di acquisire con congruo

anticipo il maggior numero di informazioni circa i lavori che si intendono eseguire, per poter così

programmare gli interventi del caso. A tale scopo alla richiesta di concessione edilizia deve essere

allegato un testo compilato conforme al facsimile predisposto dalla Soprintendenza per i Beni

Archeologici, che l’ufficio Tecnico trasmetterà alla Soprintendenza per i Beni Archeologici. La

Soprintendenza per i Beni Archeologici potrà così eventualmente decidere, in comune accordo con la

proprietà, il progettista e la direzione lavori,se nell’area interessata dalle opere sia opportuno eseguire

dei sondaggi preliminari, delle prospezioni geofisiche o delle semplici ricerche di superficie, allo scopo di

determinare l’entità del deposito archeologico eventualmente sepolto e, qualora fossero necessarie, le

strategie di scavo stratigrafico da adottare. Eventuali lavori interessanti nuclei storici, come perimetrali

dal P.R.G., devono parimenti essere segnalati alla P.A.T. quando gli eventuali lavori di sbancamento

scendono ad una profondità superiore a m. 1,50 ed interessano aree manomesse in passato ( p.e.

realizzazione di parcheggi interrati o nuove cantine).

Aree a tutela 03 Sito non contestualizzabile puntualmente per la scarsità delle informazioni disponibili.

Si segnala l’indizio archeologico per un’attenzione da porre durante eventuali interventi di

trasformazione: Nuovi interventi potranno comunque contestualizzare il sito e riqualificarlo come area a

rischio 01 o 02.

Per quanto riguarda queste zone, per le quali le informazioni non sono attualmente tali da permettere

una precisa individuazione dei luoghi di rinvenimento, si ritiene comunque utile che la Soprintendenza

per i Beni Archeologici della P.A.T. venga informata circa gli interventi di scavo che interessano gli ambiti

di massima evidenziati e le zone limitrofe.

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A tale proposito l’Ufficio tecnico del Comune trasmetterà la comunicazione delle concessioni edilizie

approvate che interessano tali aree.

Aree di interesse archeologico Ove individuate, per esse si applicano le disposizioni di legge in vigore che prevedono, per qualsiasi

intervento di modificazione del territorio, la preventiva comunicazione al competente Ufficio della PAT.

Le aree di protezione di siti e beni, non vincolati ai sensi del D.L. n. 490 del 20 ottobre 1999, di cui agli

Elenchi di Invarianti Allegato D al nuovo PUP approvato con L.P. 5/2008 della Variante P.U.P. 2000 ,

Appendice E, sono relative al seguente:

Comune Molina di Ledro Aree a tutela 01 Molina di Ledro A53 Località Palafitte D.M. 25/02/1965 Insediamento palafittino di Età preistorica Molina di Ledro A54 Volta Di Besta Insediamento con strutture abitative in legno di età Altomedioevale Aree a tutela 02 Molina di Ledro Biacesa - presso S. Giovanni necropoli di epoca altomedievale Molina di Ledro Cava di Ghiaia sepolture di cronologia incerta Molina di Ledro Colle ripostiglio di epoca romana Molina di Ledro Colle Pulota edifici di epoca romana Molina di Ledro ex Chiesa di S. Vigilio edificio di epoca romana Molina di Ledro ex fabbrica Magnesio necropoli di epoca altomedievale Molina di Ledro Prà S. Giacomo - Via Nuova necropoli di epoca romana e altomedievale Molina di Ledro Sponda Lago strutture ed edifici dell'età del bronzo e altomedievale Molina di Ledro Tra Legos e Pre necropoli altomedievale Molina di Ledro Val Fontanine ripostiglio dell'età del bronzo BENI CULTURALI E’ stata predisposta un’apposita cartografia in cui sono stati evidenziati le aree e i manufatti soggetti alla

tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali provinciali.( Vedi tavola tutela ambientale, tavole Prg ).

Nella cartografia sono state inseriti beni monumentali e architettonici con vincolo diretto secondo quanto

previsto dagli elenchi della Soprintendenza dei Beni Culturali di Trento.

IL SISTEMA AMBIENTALE Chi interviene consapevolmente nella pianificazione deve porre quale assioma che “l’ambiente è la

struttura portante del futuro assetto territoriale”.

Il sistema ambientale deve essere considerato infrastruttura per la rete ecologica, risorsa verde che

cinge il paese e parco che si contrappone al costruito seguendone i confini ed i limiti dello sviluppo,

proponendosi come luogo verde alternativo all’edificato.

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L’intento è quello di definire un nuovo ruolo dello spazio agricolo e boschivo facendoli assumere un ruolo

compensativo della “non naturalità” dell’ambiente urbano.

IL PAESAGGIO COME ESPRESSIONE DEL TERRITORIO

Il sistema paesaggio, può essere studiato attraverso tre ambiti: caratteri fisici (ad esempio le forme del

rilievo, la distribuzione e il tipo della vegetazione), caratteri dell’antropizzazione (ad esempio l’uso del

suolo, la distribuzione e la tipologia degli insediamenti), caratteri culturali (in particolare l’attribuzione di

valori simbolici, estetici o affettivi).

I caratteri fisici e quelli dell’antropizzazione sono caratteri materiali, tangibili, mentre i caratteri culturali

appartengono alla sfera dell’immateriale, sono più difficilmente rappresentabili, ma non per questo è

meno importante il loro contributo alla costituzione del paesaggio.

E’ necessario indagare sulle cause delle sue dinamiche entro la sfera della realtà geografica, senza

approfondire lo studio dei meccanismi interni a tale sistema, l’analisi dei segni visibili può

contemporaneamente risultare uno strumento indispensabile per un primo approccio alle problematiche

ambientali fornendo informazioni che, con altri mezzi, sarebbe difficile rilevare.

La frammentazione di un territorio produce una serie di “relitti naturali” circondati da una alterata

destinazione d’uso del territorio stesso.

La capacità di queste zone di mantenere integra la loro naturalità dipende esclusivamente dalla distanza

che intercorre tra le stesse “isole” e dalla conseguente possibilità di mantenere la connessione che

favorisce la biodiversità valorizzata dal mantenimento di una rete ecologica.

E’ opportuno sostenere le scelte per il ripristino della connettività fra ambientinaturali e riqualificazione di

ambienti degradati, mitigando gli effetti di una progressiva frammentazione.

Questo ruolo di testimonianza, di primo e principale strumento di contatto con la realtà geografica,

diventa fondamentale per individuare l’importanza che ha il tema del paesaggio; infatti la lettura dei

segni paesistici rappresenta il primo fondamentale strumento per un rapporto con il territorio che si sforzi

di comprenderne le dinamiche e per un approccio non superficiale alle realtà ambientali ed umane.

Dalla lettura e dalla comprensione delle dinamiche paesaggistiche e dalla verifica del loro rapporto con il

contesto culturale in cui si trovano, scaturiscono infatti da un lato il riconoscimento degli effetti delle

azioni dell’uomo sull’ambiente e la relativa assunzione di responsabilità, e dall’altro il radicamento in un

territorio e il ritrovamento di identità culturale in sintonia con le generazioni passate e future.

IL SISTEMA INSEDIATIVO: aree per attivita’ AGRICOLA Premessa La struttura economica del comune di Ledro è caratterizzata dalla presenza preponderante di attività di

servizio commercio, costruzioni a supporto dell’agricoltura.

.L’agricoltura nel nostro territorio, vista la configurazione e la morfologia dello stesso, i costi ed i ricavi, è

un’attività che sta trascinandosi senza grosse spinte, né in positivo né in negativo.

Il paese e le frazioni in continua crescita ed espansione provocano una incessante pressione verso i

territori agricoli.

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In altre parole, le zone migliori per la crescita degli insediamenti abitativi, per lo sviluppo di quelli

industriali e per il passaggio dei tracciati infrastrutturali, sono proprio le stesse dove si è stabilità e

consolidata l’agricoltura migliore.

In contrapposizione alla pressione urbana esiste un altro fattore favorevole alla conservazione dei terreni

agricoli, ovvero la salvaguardia dell’ambiente storico naturale.

La tutela della memoria storica, come stratificazione di eventi che hanno trasformato nei secoli la

campagna, portando a noi i segni delle metodologie agricole più antiche, generate dal “genius loci”, dagli

aspetti morfologici e climatici, dalle esposizioni o giaciture dei pendii.

Accanto a questo la campagna è comunque vista come risorsa ambientale e paesaggistica, elemento di

riequilibro termico e idrico di stabilità geologica e di polmone per il ricambio dell’aria. L’aspetto

paesaggistico infine gioca un ruolo determinante per la salvaguardia dei territori agricoli, intesi come

bene naturale unico ed irriproducibile.

Pianificazione –Il P.U.P. Il Piano urbanistico provinciale, che fornisce le indicazioni di base per le pianificazioni comunali,

classifica le aree agricole in base alle prerogative colturali dei terreni, sia in atto che potenziali. La

casistica suddivide le aree agricole in due grosse categorie: quella dei suoli di grande interesse dal

punto di vista della produttività e quelli dei suoli di interesse minore, distinguendo in sostanza, aree di

interesse primario e secondario.

Nelle aree agricole di interesse primario il vincolo è più esclusivo e cogente, consentendo solamente

attività produttive agricole con i relativi impianti e strutture ma consentendo comunque al PRG modeste

aree di manovra nel senso della trasformazioni del syuolo agricolo in suolo destinato ad altra attività.

Nelle aree di interesse secondario le norme del P.U.P. seguono la stessa logica delle prime, ma con

minor imperio. Infatti i piani regolatori generali possono modificarne, motivatamente, i confini anche per

reperire nuove aree da urbanizzare in funzione non agricola.

Il P.U.P. individua poi anche aree a bosco e a pascolo esistenti, e per esse da prescrizioni che si

pongono vari obiettivi. Il primo è di rendere congruenti con le direttive generali di difesa e promozione

dell’agricoltura e dell’ambiente le attività ammesse, che sono rispettivamente la coltivazione del bosco,

la zootecnia e la prima trasformazione del latte.

Le scelte del PRG La pianificazione comunale ha recepito la suddivisione delle aree agricole nelle due classi definite dal

P.U.P., discernendo però ulteriori categorie legate al supporto della produzione agricola ovvero alla

tutela di di quella ambientale.

Si è introdotta infatti la categoria delle zone agricole di particolare tutela ( che possono essere primarie o

secondarie) che comprendono le parti del territorio in cui per motivi di carattere ambientale,

paesaggistico , produttivo e di rispetto delle risorse naturali, gli interventi di trasformazione del territorio

devono essere ridotti al minimo .

Nelle varie destinazioni agricole vengono definite le caratteristiche proprie della zona, i requisiti che

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debbono sussistere per poter interagire sulle stesse e le possibilità offerte in termini di interventi edilizi.

Una particolare cura è stata posta nella definizione dei requisiti soggettivi per il rilascio di concessioni

edilizie in zona agricola così come per la definizione e la possibilità di ampliamento degli edifici esistenti.

Su quest’ultimo argomento, oltre ad una precisa definizione di edificio esistente, è stata fatta una precisa

catalogazione scalare per l’ampliamento degli edifici destinati ad un recupero residenziale . Si è cioè

data una differente possibilità di ampliamento a seconda della cubatura degli edifici.

ZONE DI TUTELA E PROTEZIONE Zone di rispetto e tutela degli insediamenti storici Il PRG ridefinisce parzialmente le aree di tutela degli insediamenti storici inserendo parte delle zone

previste dal PRG VIGENTE in zone a verde privato soprattutto laddove siamo in presenza di edifici

esistenti.

Il Piano classifica aree di rispetto e tutela degli insediamenti storici, le aree libere poste a ridosso degli

insediamenti storici aventi le caratteristiche di coltura agricola, orto, parco o giardino privato di

particolare interesse paesaggistico per la presenza di alberature, prati e di verde in genere. Tali aree

svolgono il ruolo di cuscinetto tra nuclei storici e nuova

edificazione, pertanto sono finalizzate alla tutela ambientale degli insediamenti. In tali aree è prescritto il

mantenimento

migliorativo dello stato dei luoghi, in particolare particolare per quanto riguarda l’andamento naturale del

terreno, i manufatti accessori storici quali muri di sostegno in pietrame ed il rapporto visivo con gli edifici.

Sono inoltre consentite le operazioni necessarie per il razionale mantenimento e trasformazione delle

colture agricole.

FASCIE DI RISPETTO STRADALE

Rapportate alla categoria della strada ed al tipo di intervento, vengono definite le fasce di rispetto,

rappresentate come vincolo di inedificabilità sovrapposto ad una qualsiasi zonizzazione. Il nuovo Piano

interpreta in modo diverso, le “fasce di rispetto”, esse vengono intese come “vincoli di inedificabilità” e

non come zone urbanistiche.

Tale variazione si è resa necessaria per poter riconoscere esattamente l’effettiva destinazione di utilizzo

di aree di confine.

Per quanto concerne l’argomento in esame, appare doveroso evidenziare un’altra importante peculiarità

che il Piano contiene. Le fasce di rispetto stradale sono di due tipi: indicativa fuori dalle zone destinate

all’insediamento, prescrittiva entro tali aree. Le “fasce prescrittive” vengono misurate sulla cartografia di

Piano e rapportate alla realtà e si basano sulla normativa e sugli allineamenti esistenti in realtà sul

territorio, mentre le “fasce indicative” demandano alla normativa la precisa lettura della loro larghezza

che andrà rapportata alla classificazione e al tipo di intervento previsto su di esse.

Tale interpretazione si è resa necessaria per evitare malintesi e contenziosi generati dall’inesattezza

della base catastale sulla quale si opera. In questo modo i suddetti vincoli vengono misurati sul posto,

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dal ciglio strada o dall’asse stradale e non fanno riferimento a definizioni planimetriche che possono

presentare grossolani errori.

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VARIANTI PREVISTE DALLA SECONDA ADOZIONE Mediante l'analisi del contesto esistente - tendenze passate e presenti - e l'inquadramento delle

potenzialità e problematicità sussistenti, è possibile delineare sommariamente le fondamentali

coordinate di riferimento che il P.U.P. 2006 propone come ausilio per le strategia di sviluppo territoriale,

ovvero: identità - sostenibilità - integrazione - competitività.

Questi indirizzi fondamentali "assumono il ruolo di linee guida del processo di pianificazione territoriale

secondo una logica che, partendo da posizioni generali, promuove l'attuazione del Piano attraverso la

condivisione dei soggetti territoriali interessati".

(Piano Urbanistico Provinciale 2006, Allegato 2 - Indirizzi per le strategie della pianificazione territoriale e

per la valutazione strategica dei piani)

Identità La comunità e il territorio di Molina di Ledro sono storicamente caratterizzati da una specifica identità

legata alla vocazione turistica e paesaggistico - ambientale.

Tale identità, peraltro condivisa con i comuni limitrofi, necessita di essere rafforzata, valorizzando la

specificità territoriale del rapporto bosco - lago - edifici storici sparsi - centri abitati e potenziando le

infrastrutture di collegamento tra le varie realtà.

Sostenibilità

Il concetto di crescita e sviluppo, per il Comune di Molina di Ledro (Ledro), verrà tradotto non tanto in

termini quantitativi, ma piuttosto qualitativi.

In tal senso, la crescita non può limitarsi ai soli aspetti architettonico paesaggistici, ma deve includere il

conseguimento degli appropriati standard di servizi.

Inoltre, lo sviluppo sostenibile, costituisce un aspetto irrinunciabile per qualsiasi modello di crescita

locale proposto. Si deve quindi individuare e garantire un percorso di coevoluzione dei tre grandi

sottosistemi che costituiscono un territorio: quello ambientale, quello socio-culturale e quello economico.

Tale percorso si coniuga con l’ottimizzazione dell’uso delle risorse e prevede la partecipazione di tutti gli

attori sociali.

Integrazione

Attuare una politica del territorio che colga il corretto equilibrio tra conservazione dell'identità

paesaggistica, sociale e culturale del territorio e innovazione delle modalità di utilizzazione delle risorse

disponibili per favorire lo sviluppo sostenibile.

Ciò è perseguibile attraverso il miglioramento di scambi intercomunali e di cooperazione.

Competitività

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Rafforzare le capacità locali di auto-organizzazione e di competitività attraverso un maggior impegno

degli attori pubblici locali nell'attuare una gestione strategica del proprio territorio, nel solco definito dal

PUP e anche attraverso forme di coinvolgimento degli attori privati efficaci dal punto di vista dello

sviluppo di tutta la comunità.

Efficienza

La concretizzazione della pianificazione sul territorio, e quindi dello sviluppo, deve puntare su strumenti

e percorsi in grado di limitare i margini di “non attuazione”.

In tal senso è fondamentale una fase conoscitiva preliminare di confronto/ascolto con la comunità e con

i principali soggetti pubblico-privati che operano sul territorio.

Determinante appare l'azione preventiva di concertazione, condivisione e compartecipazione

pubblico/privata delle tematiche territoriali diffuse e delle trasformazioni urbanistiche localizzate.

Una valida pianificazione consente di garantire efficienza in termini di conseguimento degli obiettivi di

sviluppo sostenibile e necessita l'impiego di previsioni e norme che evitino una programmazione rigida

ed eccessivamente vincolante. Diversamente, l'attuazione della pianificazione deve garantire adeguati

margini di assestamento rispetto alla mutevolezza delle condizioni sociali che, inevitabilmente, si

manifestano durante la vita di uno strumento urbanistico. Questo, per consentire ulteriori confronti tra le

parti, nell'ottica del conseguimento dell'interesse collettivo.

Come spesso accade alle comunità locali in Trentino la prima fonte di attrazione turistica è

rappresentata dal patrimonio ambientale - paesaggistico che contraddistingue le aree montane.

Contestualmente alla sempre più crescente richiesta di tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico,

in considerazione di fattori naturalistici oltre che di carattere economico connessi al turismo, emerge la

mai cessata richiesta di suolo edificabile sia per residenze sia per attività produttive.

Appare coerente inoltre, prevedere una gestione e pianificazione organica dei sistemi di spazi pubblici

volta a definire un sistema ambientale capace di integrare al proprio interno spazi di varia destinazione

funzionale.

È quindi auspicabile che il sistema ambientale già esistente e quelle dimensioni antropiche che a vario

titolo si relazionano ad esso, vadano a essere sempre più coesi fra loro insistendo in una visione unitaria

del territorio non urbanizzato.

Se il sistema ambientale, variamente esteso dovrà integrarsi con i sistemi urbani a servizio della vivibilità

e della socialità della comunità di Molina di Ledro, è altresì fondamentale dare risposta ai problemi

sempre più rilevanti connessi alla gestione delle infrastrutture di servizio. Con ciò si fa riferimento ai

sistemi di viabilità e di accesso ai vari nuclei abitati oltre alle differenti strutture ricreative disperse sul

territorio comunale nonché al sistema delle ciclo-pedonali. Non di minore importanza sono gli spazi per

la sosta che dovranno essere integrati e commisurati alle reali necessità locali specifiche.

Queste peculiarità generali si esplicano in ogni singola località andando ad accentuare le loro specifiche

individualità.

Le varianti puntuali sono suddivise in cinque macrogruppi (indicati con le lettere A, B, C, D e E)

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scelti in funzione della localizzazione e di conseguenza alle caratteristiche della zona.

Le varianti localizzate a Molina (varianti C) si pongono come obiettivi principali sia la riattivazione dello

sviluppo edilizio, permettendo quindi alle aree edificabili inutilizzate di essere sbloccate, che un

aggiornamento delle previsioni per edifici catalogati come “Centro Storico” seguendo idonee esigenze di

riqualificazione. Da non dimenticare anche l’importanza dell’economia locale, così come dimostrato dalle

richieste pervenute all’Amministrazione Comunale che, con questa pianificazione, cerca di rispondere

nel modo più appropriato possibile all’aggiornamento dell’assetto dei suoli proprio in base ad esse.

Per quanto riguarda le zone di Pre (varianti B) e Biacesa (varianti A) con queste varianti si auspicano

puntuali aggiornamenti in accoglimento a specifiche esigenze e ad un riassetto delle previsioni vigenti

nonché la rivitalizzazione e rifunzionalizzazione dell’area del Ponale.

La riattivazione di dinamismi economico - turistici contemporaneamente ad una valorizzazione delle aree

ambientali e paesaggistiche di importanza rilevante e alla possibilità di un utilizzo razionale dei suoli e

degli edifici esistenti a fini abitativi e turistico - ricettivi, risultano di primaria importanza per le località di

Pur (varianti E) e della fascia lago (varianti D) .

Il tutto ovviamente deve essere integrato, valorizzato e implementato da un adeguamento ed un

potenziamento delle infrastrutture di comunicazione tra le singole località.

Si riportano nelle pagine seguenti delle tabelle riassuntive che sintetizzano le varie richieste

catalogandole come illustrato in ortofoto, individuano la localizzazione delle stesse e riportano l’articolo

di riferimento delle Norme Tecniche di Attuazione.

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VARIANTI II ADOZIONE In sede di seconda adozione alla Variante al Prg di Molina di Ledro sono state stralciate le varianti C02 – C11 (PARZIALMENTE)- C15. Sono state inserite le seguenti varianti A10-A11-A12-A13 (variazioni schede) C19-C20-C21-C22-C23-C24-E09. Sono state riviste anche a livello cartografico le seguenti varianti A01-A09-C11-D06-E02-C04

NUOVE VARIANTI

Le varianti A10-A11-A12-A13 sono site in località Biacesa.

VARIANTE A10: Trasformazione dell’area contenente le p.ed.131 e le p.f. 521,522,523,524,525,526,527 da aree

agricole/bosco ad area alberghiera al fine di dare la possibilità alla proprietà di realizzare una struttura

ricettiva (tipo garnì). La realizzazione di tale area turistica verrà realizzata al fine di rivitalizzare l’area di

Biacesa e dare una programmazione cpoerente con le linee politiche turistiche che si stanno affermando

in tutti i “Comuni” della Valle Di Ledro.

AREA VARIANTE 10 IN PRIMA ADOZIONE

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VARIANTE A10 NELLA NUOVA CARTOGRAFIA DI II ADOZIONE

VARIANTE A11 Scheda n. 47 Edificio storico isolato esterno

E’ stata Identificata con asterisco la porzione p .ed 77/2 Edificio storico sparso.

Si permettere un minimo aumento di volume per deposito agricolo e fino al raggiungimento di 2,2 mt di

altezza media ponderale dall’ultimo solaio. Prescrizione : non fare sporti sulla pubblica via.

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VARIANTE A12 Biacesa - p.ed 66/1 Scheda n. 28 PREM Molina di Ledro Biacesa

Stralcio della scheda dal patrimonio storico montano

VARIANTE A13 B102 – p.ed 31/3 Biacesa scheda centro storico n.2-3

Cambio di categoria da ristrutturazione a Demolizione e ricostruzione.

Vincoli particolari: L’edificio può essere riedificato su differente sedime con arretramento di 3 mt dal

ciglio della strada.Si prevede di realizzare il volume perso da tale arretramento sulla parte laterale a est

dell’edificio.

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Le varianti C19 -C21-C22-C23-C24 sono site a Molina di Ledro

VARIANTE C19 E’ stato inserito in normativa e cartografia uno specifico riferimento che da la possibilità di realizzare

degli spazi di sosta a supporto dell’attività agricola dell’area.

Art.65 AREE AGRICOLE 8. Nell' area composta dalle pp.ff. 661,662,664,665,671,672,673,674,675,677,678,679,680-81-82-83-85-

86-87-88-89-90-94 in località Besta e contraddistinte dall'asterisco normativo (E2A) si permette la

realizzazione di piazzole nel limite massimo del 25% della superficie a supporto dell'attività agrituristica.

VARIANTE C21 Creazione di un sottopassaggio pedonale di raccordo tra la zona lago, l’area a campeggio e il nuovo

parcheggio in località Besta.

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VARIANTE C22 Creazione di un nuovo piano di lottizazione a Molina di Ledro.

L’intervento è stato inserito in cartografia e normativo anche attraverso uno schema grafico.

PIANO DI LOTTIZZAZIONE PL.1

Interessa l’area di Molina ricompresa alle p.ed.325 e 326.

Il piano attuativo di lottizzazione è finalizzato a disciplinare l’intervento residenziale e il recupero

urbanistico dell’area. I lottizzanti si impegneranno a cedere parte dell’area per la realizzazione della

nuova strada di accesso alla lottizzazione. Sono a totale carico dei lottizzanti la realizzazione dei muri di

sostegno e di recinzione lungo tutti i confini compresi i fronti stradali. Gli interventi edilizi a carattere

residenziale dovranno rispettare i parametri riportati nelle norme di attuazione agli articoli relativi n.66-

“B2” riassunti nella loro specifica tabella. Si farà inoltre riferimento allo schema relativo allegato alle

suddette norme di attuazione che specificano a livello grafico le disposizioni del verde e dei parcheggi

pubblici all’interno del piano di lottizzazione denominato PL.1. La realizzazione di eventuali opere di

urbanizzazione da parte dei lottizzanti, concordate con l’Amministrazione Comunale, comporterà la

riduzione dell’importo del contributo di concessione fino a un terzo o fino all’importo risultante dal

computo metrico estimativo se tale importo risulta inferiore al terzo del contributo di concessione. Il

computo metrico estimativo sarà redatto sulla base dell’elenco prezzi della P.A.T., IVA e spese tecniche

escluse. Tutte le opere per l’infrastrutturazione dell’area, acquisizione dei terreni necessari ed ogni altra

incombenza saranno a cura e spese dei lottizzanti.

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A titolo perequativo per la volumetria concessa dovranno essere cedute a titolo gratuito al comune le

aree conteggiate negli standards del verde pubblico e dei parcheggi pubblici indicate nella scheda della

lottizzazione. La sistemazione di tale aree,oltre alla cessione, è in carico ai lottizzanti.

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VARIANTE C23 P.ed 210 Scheda n.17 Edificio storico sparso. Da risanamento conservativo a ristrutturazione. Si aggiunge nelle note: Si permette un aumento volumetrico del 20% rispetto all’originario edificato.

VARIANTE C24 Creazione di una strada di collegamento tra il nuovo parcheggio e l’area campeggio in località Besta

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La variante C20 è localizzata in località Legos VARIANTE C20 Scheda L91 – p.ed 122 cc Legos Trasformazione della scheda dell’edificio da risanamento conservativo a ristrutturazione edilizia R3 per

problemi strutturali del muro al primo piano.

La variante E09 è localizzata in località Pur. VARIANTE E09 p.ed 394 Scheda n. 35 Legos I

Stralcio della scheda dal patrimonio edilizio montano.

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Sono state riviste anche a livello cartografico,in maniera sostanziale le seguenti varianti A01-C11-D06-E02 VARIANTI A01 Le aree oggetto di variante riguardano l’ara del Ponale. L’area risulta strategica per Ledro perché ne

rappresenta una vera e propria “porta”.

Si attueranno delle modifiche all’interno di alcune aree a bosco, (cedute dal privato) che saranno

trasformate a verde pubblico e parcheggio. E’ stato ridefinita la possibilità di trasformazione dell’area

alberghiera del Ponale anche attraverso dei riferimenti normativi. A supporto di tali interventi è stata

realizzata una specifica convenzione tra pubblico e privato.

INTERVENTI PROPOSTI:

Trasformazione della p.ed.121 da insediamento storico sparso ad attività alberghiera pp.ff 906/1 - pp.ff 909 trasformazione da bosco a verde pubblico di progetto e nuovo parcheggio

Realizzazione all'interno delle p.ed 168 e 122 a destinazione di attività alberghiera, di residenza turistica alberghiera secondo l'art. 76 comma 9 delle norme di attuazione della nuova Variante al P.R.G di Molina di Ledro. “Nell'area alberghiera sita a Molina in località Ponale composta dalla p.ed 122 contraddistinta dall’asterisco normativo (D3A) si rende possibile in via esclusiva e vista l'importanza strategico a livello turistico dell'intero Comune la trasformazione per il 50% del volume ammissibile in residenza turistico ricettiva. “

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VARIANTI C11 E’ stata stralciata l’area preposta a centro raccolta materiali che torna allo stato precedente di area a

bosco ed in parte area agricola. Sull’area verrà realizzato un parcheggio traslato rispetto a quello

identificato dalla variante di I adozione.

VARIANTI D06 Ridefinizione dei parcheggi lungo lago.

I ADOZIONE

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II ADOZIONE

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VARIANTI E02 Ridefinizione dell’area alberghiera come da richiesta CUP: è stata stralciata la parte di area ricadente in area agricola di pregio del PUP.

I ADOZIONE

II ADOZIONE

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VARIANTI A09 E’ stata rivista l’area di rispetto del torrente, si è provveduto alla trasformazione di una parte di territorio da verde privato a verde pubblico

VARIANTI C04 E’ stata rivista l’area residenziale stralciando la parte ricadente in area agricola di pregio

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RIEPILOGO VARIANTI PRIMA I ADOZIONE

A01 Si prevede la trasformazione dell’esistente ristorante in museo più l’alloggio del custode, e contestualmente il

ripristino dell’antica osteria e la realizzazione di una piccola dependance con conseguenti variazioni di destinazioni

d’uso e ristrutturazioni degli immobili. RIVISTA II ADOZIONE

A03 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località di Biacesa al fine di registrare l’utilizzo del suolo consolidato nel tempo.

Nel caso specifico si tratta di semplice aggiornamento cartografico ad una situazione consolidata nel tempo. Si

evidenzia, di fatto, un erronea attribuzione d’uso alle aree individuate dalla presente e indicate come boschive dal

P.R.G. vigente. Nella realtà per i lotti qui a lato individuati si riscontra il loro ausilio a fini produttivi ( itticoltura ) con

attività e strutture connesse insistenti sin dal 1936 in completamento alle analoghe aree prospicienti la sponda

destra del corso fluviale.

Pertanto si ritiene non “pertinente” l’applicazione di quanto previsto dalla Delibera Provinciale n° 1984 / 2006, e

quindi non vincolante l’attribuzione della categoria di rischio dello stato di fatto, in quanto dedotta a partire da una

cartografia ( mappa dell’uso dei suoli ) che recependo quanto descritto dall’ erronea mappa del P.R.G. Comunale è

a sua volta oggetto di errore.

Ciò premesso si ripropone analogamente alle altre varianti la scheda d, relativa alla valutazione del rischio

idrogeologico, ad esclusivo titolo conoscitivo.

A04 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località di Biacesa al fine di consentire un’estensione dell’abitato e di consolidare la località. RIVISTA II ADOZIONE

A05 Si prevede la variazione del limite della zona di identificazione del centro storico associata ad una limitata

porzione del territorio nella località di Biacesa al fine di consentire l’istituzione di servizi socio assistenziali di idonee

dimensioni. Si prevede l’eliminazione di un vincolo di parcheggio e di un vincolo di attrezzature pubbliche e verde

pubblico all’interno del centro storico. Nella medesima variante si prevede, inoltre, una limitazione dell’area

destinata ad attrezzature e servizi pubblici e l’eliminazione dell’area verde pubblico nel centro storico .

A07 Si prevede la variazione del limite di identificazione della zona a Centro Storico, in considerazione della

connotazione urbana dell’edificato e al fine di consentire una più adeguata trasformazione dell’edificato interessato.

A margine del Centro Storico si prevede inoltre l’ampliamento della zona adibita a verde pubblico per consentire

una migliore fruizione e percezione dell’abitato storico.

A08 Si prevede l’aggiornamento cartografico del P.R.G. con l’identificazione del tracciato della nuova ciclo-

pedonale che costeggiando il torrente risale a sud dell’abitato la vallata per collegarsi ai tracciati gia esistenti ad

ovest di Biacesa.

A09 Nella variante si prevede l’ampliamento dell’area verde di rispetto, ad uso privato, nella zona a sud del centro

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storico.

B01 Si prevede la possibilità di ampliare l’edificio adibito a residenza al fine di consentire un congruo

ridimensionamento degli spazi utili dell’abitazione (prima casa).

B02 Si prevede l’individuazione di un’ area ove si intende realizzare alcuni parcheggi in risposta ad esigenze di

dotazioni di spazi pubblici emergenti nella località. Si prevede contestualmente l’ampliamento della vecchia fucina

in accoglimento all’emergere di esigenze in merito a spazzi di deposito per attrezzature pubbliche a vario titolo.

B03 Si prevede l’istituzione di una nuova area a parcheggio in risposta alle emergenti necessità di integrazione

delle dotazioni di spazi pubblici nella località.

B04 Si prevede l’ampliamento delle aree destinate a parcheggio con un contestuale spostamento del sedime in

previsione della strada in previsione. Si prevede la soppressione della previsione di un limitato tratto di strada in

considerazione rilevata la presenza reale del medesimo collegamento carrabile attraverso le aree identificate a

parcheggio.

B05 Si prevede l’istituzione di un area destinata a servizi ricettivi tipo garni al fine di consentire un rilancio

economico dell’area di Pre

C01 Si prevede la possibilità di intervenire sull’edificazione esistente con interventi di demolizione e ricostruzione

anche su diverso sedime, nel rispetto degli altri indici urbanistici previsti per l’area di appartenenza. In aggiunta si

prevede la trasformazione di una limitata area da verde pubblico a verde di rispetto.

C02 Si prevede il potenziamento della strada di collegamento tra SS 240 e Via Verdi al fine di facilitare l’accesso al

Centro Storico e istituire una circolazione alternativa a quella esistente in occasione di possibili blocchi della SS

240. STRALCIATA

C03 Si prevede la variazione della classe di intervento dell’edificio in oggetto al fine di consentirne una congrua

trasformazione e renderne usufruibili gli spazzi.- Centro storico -

Nello specifico dell’edificio identificato dalla p.ed. 97 C.C. Molina si introduce nella scheda corrispondente al

regolamento edilizio per il centro storico MO63 l’ammissibilità di interventi rientranti nella classe di risanamento

conservativo al fine di consentire una trasformazione degli spazi interni all’edificio secondo idonee dimensioni

caratteristiche (nello specifico delle altezze di interpiano) di ordinari edifici a carattere residenziale.

C04 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località di Legos I al fine di consentire un’estensione dell’abitato e di consolidare la località. RIVISTA II ADOZIONE

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C05 Si prevede l’aggiornamento della cartografia di supporto al Piano Regolatore Generale in atto, nello specifico

all’aggiornamento della mappa catastale di base, al fine di consentire una più congrua lettura delle indicazioni

grafiche e rendere più accessibili nelle procedure normative interventi di ripristino - ristrutturazione di alcuni edifici

di interesse.

C06 Si prevede la variazione di zonizzazione urbanistica, da zona di completamento estensiva ad edilizia di

completamento semintensiva con conseguente incremento di indice fondiario.

C07 In considerazione della tipologia architettonica e della localizzazione dell’edificio individuato qui a lato, si

prevede l’introduzione del medesimo nella schedatura degli edifici isolati di centro storico. In accordo a tale

attribuzione si prevede la possibilità di realizzare un ampliamento dell’immobile interessato dalla variante al fine di

consentire la realizzazione di due ulteriori stanze da letto per rispondere in modo più coerente alle mutate esigenze

abitative.

C08 Si prevede la possibilità di intervenire con congrui ampliamenti volumetrici sull’edificio esistente al fine di

consentirne un adeguamento alle mutate esigenze di spazio espresse dall’attività ricettiva in esso localizzata. - Centro storico, edificio isolato -

Sarà opportunamente variata ed integrata la scheda inerente l’edificio identificato dalla p.ed. 367 C.C. Legos I in

riferimento alle nuove previsioni di trasformazione - ampliamento dell’edificio medesimo come da richiesta

presentata e in accordo a quanto osservato dalla commisione urbanistica.

C09 Si prevede l’eliminazione del vincolo di utilità pubblica (aree per attrezzature pubbliche), ripristinando l’uso a

verde privato contestualmente alla variante di previsione della realizzazione del percorso ciclo-pedonale.

C10 Si prevede l’eliminazione del vincolo di utilità pubblica (aree per attrezzature pubbliche), ripristinando la solo

zonizzazione a Centro Storico.

C11 Si prevede la realizzazione di un nuovo sito per lo stoccaggio di materiali inerti in previsione della

soppressione di quello esistente in vicinanza al lago. STRALCIATA PARZIAMENTE

C12 Si prevede l’introduzione di una nuova strada di servizio e la riqualificazione di una limitata area al fine di

riorganizzare e rilanciare l’area produttiva e commerciale in oggetto.

C13 Si prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale ad integrazione delle reti di comunicazione esistenti

al fine di sottrarre la circolazione pedonale e ciclabile alla strada carrabile principale.

C14 Si prevede l’individuazione di un comparto destinato alla realizzazione di residenze in regime agevolato al fine

di integrare la dotazione di edifici di tale tipologia nell’ambito del comune amministrativo di Molina di Ledr

C15 Si prevede di introdurre destinazione urbanistica residenziale (terreno edificabile) in perequazione delle aree e

delle opere date in cessione nel merito dell’area della nuova discarica inerti in località Barcesino. STRALCIATA

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C16 Si prevede l’eliminazione della destinazione pubblica di alcuni terreni riconoscendone la non idoneità ad

assolvere a tale funzione e ripristinando quindi un utilizzo a vere privato di pertinenza.

C17 Si prevede la prosecuzione della strada interna di comunicazione al fine di garantire un più efficiente sistema

di comunicazione carrabile interno al nucleo abitato a nord della strada principale.

C18 Si prevede la variazione della classe di intervento dell’edificio in oggetto al fine di consentirne una congrua

trasformazione e renderne usufruibili gli spazi. - Centro storico -

Nello specifico dell’edificio identificato dalla p.ed. 97 C.C. Molina si introduce nella scheda corrispondente al

regolamento edilizio per il centro storico MO63 l’ammissibilità di interventi rientranti nella classe di risanamento

conservativo al fine di consentire una trasformazione degli spazi interni all’edificio secondo idonee dimensioni

caratteristiche (nello specifico delle altezze di interpiano) di ordinari edifici a carattere residenziale.

CD Si prevede la realizzazione per finalità pubbliche di una strada a circonvallazione della località abitata di Molina

posta in tunnel.

D01 Si prevede il ripristino delle previsioni urbanistiche previgenti la deliberazione n.1 dd. 15.9.1999 del

Commissario ad acta per l’adozione del piano intercomunale dei Comuni di Concei, Molina di Ledro, Pieve di Ledro

e Tiarno di Sotto; in accoglimento a quanto disposto dalla sentenza del Tribunale Regionale di Giustizia

Amministrativa del Trentino - Alto adige sul ricorso n. 352 del 2002.

D02 Si prevede l’ammissibilità di eventuali interventi di ampliamento dell’edificio entro i limiti propri delle zone in

attribuzione ad edilizia esistente consolidata, corrispondente ad un limite massimo del 40%.

D03 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata “porzione del

territorio” nella località di Molina (riva lago) al fine di registrare la situazione reale di utilizzo degli spazi.

D04 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località Molina ( riva lago ), al fine di consentire un adeguamento delle infrastrutture ricettive in

considerazione delle mutate e sempre più articolate esigenze ricettive espresse dal turismo locale ( spazi fitnes,

piscine, ecc. ).

D05 Si prevede l’istituzione di una fascia di parcheggi a servizio della struttura mussale antistante in riva

lago.Contestualmente al fine di rendere più agevole la circolazione carrabile si prevede la realizzazione di una

rotonda in corrispondenza del vicino incrocio.

D06 Si prevede la realizzazione di due fasce di parcheggi a servizio delle aree limitrofe e in particolare delle

attrezzature pubbliche presenti ed in previsione. RIVISTA II ADOZIONE

D07 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località Molina (Besta) al fine di consentire una congruente riqualificazione dell’area a fini turistico

ricettivi.

D08 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

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territorio nella località Molina (Besta) al fine di consentire una rifunzionalizzazione dell’area a fini ricettivo turistici

D09 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località Molina (Besta) al fine di consentire una rifunzionalizzazione dell’area a fini ricettivo turistici

E02 Si prevede di rendere omogenea la destinazione d’uso alberghiera entro il compendio in ragione

dell’omogeneità formale e di utilizzo delle aree che si connotano quali effettive pertinenze della struttura

alberghiera. Contestualmente si identifica la p.ed. 237 quale residenziale per prima casa. RIVISTA II ADOZIONE

E04 Si prevede la variazione del perimetro di individuazione dell’area sottoposta a Piano di Recupero, in località

Legos II (Pur), al fine di consentire interventi “urgenti” di riqualificazione per limitati edifici destinati a strutture di

servizio dell’attività ricettiva locale.

E05 Si prevede l’ampliamento dell’area con destinazione urbanistica alberghiera contraddistinguendola con un

indice fondiario maggiore al fine di consentire un adeguato ampliamento dell’esistente struttura ricettiva.

E06 Si prevede la variazione dell’attribuzione della categoria urbanistica associata ad una limitata porzione del

territorio nella località di Pur al fine di consentire un’estensione dell’abitato e di consolidare la località.

E07 Si prevede l’aggiornamento cartografico con l’identificazione della condizione in essere di una limitata area

edificata in riva al lago.

E08 Si prevede la modifica della fascia d’area interessata dal piano attuativo e l’estensione dell’area destinata a

strutture alberghiere.

Il PROGETTISTA

Arch. Roberto Bresciani