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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE PIANO STRALCIO DI SETTORE DEL PIANO DI BACINO PIANO STRALCIO DI SETTORE DEL PIANO DI BACINO Studente Francesco Orrù Docente Poff.ssa Sabrina Lai

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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE

PIANO STRALCIO DI SETTORE DEL PIANO DI BACINO PIANO STRALCIO DI SETTORE DEL PIANO DI BACINO

StudenteFrancesco Orrù

DocentePoff.ssa Sabrina Lai

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Inquadramento storico della tutela delle acque in SardegnaInquadramento storico della tutela delle acque in Sardegna

La Regione Autonoma della Sardegna ha affrontato la tematica della tutela delle acque dall’inquinamento già nel 1973 con la La Regione Autonoma della Sardegna ha affrontato la tematica della tutela delle acque dall’inquinamento già nel 1973 con la Legge Legge Regionale 1 agosto 1973, n. 16Regionale 1 agosto 1973, n. 16, concernente la protezione delle acque pubbliche , concernente la protezione delle acque pubbliche contro l’inquinamento”contro l’inquinamento”, successivamente abrogata con , successivamente abrogata con l’entrata in vigore della l’entrata in vigore della Legge 10 maggio 1976 n. 319 - Legge 10 maggio 1976 n. 319 - Legge MerliLegge Merli. .

. .

La Regione Sardegna, all’entrata in vigore della Legge 319/76, abrogata la LR 16/73, ha, quindi, avviato una serie di attività di attuazione La Regione Sardegna, all’entrata in vigore della Legge 319/76, abrogata la LR 16/73, ha, quindi, avviato una serie di attività di attuazione della “Legge Merli”: della “Legge Merli”:

1) Direzione del sistema di controllo degli scarichi e degli insediamenti;1) Direzione del sistema di controllo degli scarichi e degli insediamenti;

2) Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature attraverso2) Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature attraverso : :

− − i Decreti dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente, DADA n. 550 del 14/12/1981, n. 186/84 e il n. 34/1997, che disciplinano gli i Decreti dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente, DADA n. 550 del 14/12/1981, n. 186/84 e il n. 34/1997, che disciplinano gli scarichi in maniera differenziata con definizione di limiti di accettabilità e di procedure amministrative in funzione del tipo di scarico e scarichi in maniera differenziata con definizione di limiti di accettabilità e di procedure amministrative in funzione del tipo di scarico e del recipiente; del recipiente;

− − la Legge regionale per contributi alle imprese per la realizzazione di opere antinquinanti (LR 4/84); la Legge regionale per contributi alle imprese per la realizzazione di opere antinquinanti (LR 4/84);

3) 3) Operazioni di rilevamento delle caratteristiche dei corpi idricOperazioni di rilevamento delle caratteristiche dei corpi idrici. Il rilevamento su tutto il territorio regionale delle caratteristiche i. Il rilevamento su tutto il territorio regionale delle caratteristiche idrologiche, fisiche, chimiche e biologiche dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Tale censimento sistematico, iniziato nel 1979 e idrologiche, fisiche, chimiche e biologiche dei corpi idrici superficiali e sotterranei. Tale censimento sistematico, iniziato nel 1979 e svolto fino al 1984, si è tuttavia interrotto; svolto fino al 1984, si è tuttavia interrotto;

4)4) Predisposizione del Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA) ai sensi dell’art. 10 L. 319/76. Predisposizione del Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA) ai sensi dell’art. 10 L. 319/76.

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Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA)Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA)

Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA), la cui prima stesura risale al 1982 poi ripetutamente aggiornata e adeguata, Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque (PRRA), la cui prima stesura risale al 1982 poi ripetutamente aggiornata e adeguata, fino alla versione attualmente vigente approvata con D.G.R. n. 12/14 del 16/4/2002, costituì un primo strumento unitario in grado di fino alla versione attualmente vigente approvata con D.G.R. n. 12/14 del 16/4/2002, costituì un primo strumento unitario in grado di fornire un quadro di riferimento per le iniziative ed attività di ordine politico, tecnico ed amministrativo per la tutela delle acque fornire un quadro di riferimento per le iniziative ed attività di ordine politico, tecnico ed amministrativo per la tutela delle acque dall’inquinamento.dall’inquinamento.

Per il raggiungimento degli obiettivi del PRRA era fondamentale la costituzione di un organismo unitario per la gestione delle acque. Per il raggiungimento degli obiettivi del PRRA era fondamentale la costituzione di un organismo unitario per la gestione delle acque. La Regione nella redazione del PRRA si è prefissata i seguenti obiettivi:La Regione nella redazione del PRRA si è prefissata i seguenti obiettivi:

a) raggiungimento di livelli di a) raggiungimento di livelli di quantitàquantità e di e di qualitàqualità delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d'uso; delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d'uso;

b) b) recupero e salvaguardiarecupero e salvaguardia delle risorse naturali e dell'ambiente per lo sviluppo delle attività produttive ed in particolare di quelle delle risorse naturali e dell'ambiente per lo sviluppo delle attività produttive ed in particolare di quelle turistiche;turistiche;

c) accrescimento delle disponibilità idriche attraverso il recupero delle acque provenienti dagli impianti di depurazione per la loro c) accrescimento delle disponibilità idriche attraverso il recupero delle acque provenienti dagli impianti di depurazione per la loro riutilizzazione prevalentemente in agricoltura;riutilizzazione prevalentemente in agricoltura;

d) definizione di un quadro amministrativo caratterizzato da certezza istituzionale, competenza e funzionalità tecnica, flessibilità d) definizione di un quadro amministrativo caratterizzato da certezza istituzionale, competenza e funzionalità tecnica, flessibilità operativa, in grado di curare tutte le fasi di attuazione del Piano stesso garantendone la corretta realizzazione attraverso i momenti di operativa, in grado di curare tutte le fasi di attuazione del Piano stesso garantendone la corretta realizzazione attraverso i momenti di decisione, controllo ed intervento. Tale obiettivo risulta di fondamentale importanza tenuto conto dell'intensa stratificazione di decisione, controllo ed intervento. Tale obiettivo risulta di fondamentale importanza tenuto conto dell'intensa stratificazione di competenze e di interventi nel settore;competenze e di interventi nel settore;

e) individuazione di recapiti finali delle acque trattate e di una disciplina degli scarichi tenendo conto delle utilizzazioni e disponibilità e) individuazione di recapiti finali delle acque trattate e di una disciplina degli scarichi tenendo conto delle utilizzazioni e disponibilità idriche in atto o previste e della particolare vulnerabilità di molti corpi idrici in Sardegna;idriche in atto o previste e della particolare vulnerabilità di molti corpi idrici in Sardegna;

f) attuazione di interventi di maggior economicità relativamente ai costi di impianto ed a quelli di esercizio ponendo particolare f) attuazione di interventi di maggior economicità relativamente ai costi di impianto ed a quelli di esercizio ponendo particolare attenzione alle possibilità di centralizzazione degli scarichi ed alla flessibilità delle scelte;attenzione alle possibilità di centralizzazione degli scarichi ed alla flessibilità delle scelte;

g) massima utilizzazione delle strutture ed impianti esistenti o in costruzione con particolare riferimento alle principali aree a g) massima utilizzazione delle strutture ed impianti esistenti o in costruzione con particolare riferimento alle principali aree a concentrazione industriale. Si può affermare, in linea del tutto generale, che soluzioni di questo tipo hanno offerto indubbi vantaggi in concentrazione industriale. Si può affermare, in linea del tutto generale, che soluzioni di questo tipo hanno offerto indubbi vantaggi in relazione alla maggiore facilità di gestione del sistema, efficienza, economicità ed affidabilità dello stesso.relazione alla maggiore facilità di gestione del sistema, efficienza, economicità ed affidabilità dello stesso.

All'applicazione di tale criterio, tenuto conto delle necessità di rispettare, comunque, l'economicità degli interventi, si sono frapposte All'applicazione di tale criterio, tenuto conto delle necessità di rispettare, comunque, l'economicità degli interventi, si sono frapposte una serie di peculiari caratteristiche della Sardegna, come per esempio, la natura insediativa, estremamente frazionata nel territorio, e una serie di peculiari caratteristiche della Sardegna, come per esempio, la natura insediativa, estremamente frazionata nel territorio, e la tormentata orografia.la tormentata orografia.

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Finalità e contenuti del Piano di Tutela delle AcqueFinalità e contenuti del Piano di Tutela delle Acque

. Obiettivi generali e criteri per il loro raggiungimento. Obiettivi generali e criteri per il loro raggiungimento

Obiettivo fondamentale è pervenire alla costruzione di un Piano di tutela delle acque che sia :Obiettivo fondamentale è pervenire alla costruzione di un Piano di tutela delle acque che sia :

ConoscitivoConoscitivo ProgrammaticoProgrammatico DinamicoDinamico

Azioni di monitoraggio; Programmazione;

Individuazione degli interventi, Misure,Vincoli;

Azioni di monitoraggio; Programmazione;

Individuazione degli interventi, Misure,Vincoli;

Tutela integrata degli aspetti Quantitativie Qualitativi della risorsa idrica

Tutela integrata degli aspetti Quantitativie Qualitativi della risorsa idrica

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Questo nell’idea fondativa secondo la quale solo con interventi integrati che agiscano anche sugli aspetti Questo nell’idea fondativa secondo la quale solo con interventi integrati che agiscano anche sugli aspetti quantitativiquantitativi, non limitandosi ai soli , non limitandosi ai soli aspetti aspetti qualitativiqualitativi, possa essere garantito un uso sostenibile della risorsa idrica, per il perseguimento dei seguenti obiettivi:, possa essere garantito un uso sostenibile della risorsa idrica, per il perseguimento dei seguenti obiettivi:

1) raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità fissati dal D.Lgs. 152/99 e suoi collegati per i diversi corpi idrici ed il raggiungimento 1) raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità fissati dal D.Lgs. 152/99 e suoi collegati per i diversi corpi idrici ed il raggiungimento dei livelli ddei livelli di quantitài quantità e di e di qualità qualità delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d’uso; delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d’uso;

2)2) recupero recupero e e salvaguardia salvaguardia delle risorse naturali e dell’ambiente per lo sviluppo delle attività produttive ed in particolare di quelle turistiche; tale delle risorse naturali e dell’ambiente per lo sviluppo delle attività produttive ed in particolare di quelle turistiche; tale obiettivo dovrà essere perseguito con strumenti adeguati particolarmente negli ambienti costieri in quanto rappresentativi di potenzialità obiettivo dovrà essere perseguito con strumenti adeguati particolarmente negli ambienti costieri in quanto rappresentativi di potenzialità economiche di fondamentale importanza per lo sviluppo regionale; economiche di fondamentale importanza per lo sviluppo regionale;

3) raggiungimento dell'equilibrio tra fabbisogni idrici e disponibilità, per garantire un uso 3) raggiungimento dell'equilibrio tra fabbisogni idrici e disponibilità, per garantire un uso sostenibilesostenibile della risorsa idrica, anche con della risorsa idrica, anche con accrescimento delle disponibilità idriche attraverso la promozione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle accrescimento delle disponibilità idriche attraverso la promozione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche; risorse idriche;

4) lotta alla desertificazione. 4) lotta alla desertificazione.

Finalità e contenuti del Piano di Tutela delle AcqueFinalità e contenuti del Piano di Tutela delle Acque● Obiettivi GeneraliObiettivi Generali

Il raggiungimento degli obiettivi avviene attraverso un insieme di misure e norme connesse all’attuazione del PTA.Il raggiungimento degli obiettivi avviene attraverso un insieme di misure e norme connesse all’attuazione del PTA.

Sono state definite, in termini generali, le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dal D.Lgs. 152/99 e le misure per Sono state definite, in termini generali, le misure per il raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dal D.Lgs. 152/99 e le misure per l’equilibrio del bilancio idrico; sono state l’equilibrio del bilancio idrico; sono state trattate alcune questioni riguardanti il rapporto tra PTA e Piano d’Ambito inoltre, sono state trattate alcune questioni riguardanti il rapporto tra PTA e Piano d’Ambito inoltre, sono state discusse, discusse, in termini preliminari, le problematiche legate all’integrazione delle previsioni del PTA nella pianificazione territoriale e urbanistica a seguito di in termini preliminari, le problematiche legate all’integrazione delle previsioni del PTA nella pianificazione territoriale e urbanistica a seguito di una definizione più precisa e puntuale di misure e interventi.una definizione più precisa e puntuale di misure e interventi.Il PTA definisce, quindi, quanto segue:Il PTA definisce, quindi, quanto segue:

1) Raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale fissati dal D.Lgs. 152/99 per i diversi corpi idrici e raggiungimento dei 1) Raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale fissati dal D.Lgs. 152/99 per i diversi corpi idrici e raggiungimento dei livelli di qualità delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d’uso;livelli di qualità delle risorse idriche compatibili con le differenti destinazioni d’uso;

2) Misure per l’equilibrio del bilancio idrico;2) Misure per l’equilibrio del bilancio idrico;

3) Integrazione del Piano d’Ambito nel PTA ;3) Integrazione del Piano d’Ambito nel PTA ;

4) Norme per la tutela del territorio connesse con il PTA ;4) Norme per la tutela del territorio connesse con il PTA ;

● Criteri per il raggiungimento degli obiettiviCriteri per il raggiungimento degli obiettivi

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Finalità e contenuti del Piano di Tutela delle AcqueFinalità e contenuti del Piano di Tutela delle Acque● Definizioni e Struttura del Piano Definizioni e Struttura del Piano

art.3 – Definizioni art.3 – Definizioni Ferme restando le definizioni contenute nelle disposizioni di legge o direttive nazionali e comunitarie, ai fini del presente Piano si intende per: Ferme restando le definizioni contenute nelle disposizioni di legge o direttive nazionali e comunitarie, ai fini del presente Piano si intende per:

a. a. Bacino IdrograficoBacino Idrografico: territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi e : territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi e stagni per sfociare al mare in un’unica foce, a estuario o delta; stagni per sfociare al mare in un’unica foce, a estuario o delta;

b. b. Sottobacino IdrograficoSottobacino Idrografico: territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi e : territorio nel quale scorrono tutte le acque superficiali attraverso una serie di torrenti, fiumi ed eventualmente laghi e stagni per confluire in un’unica sezione in un corpo idrico di ordine superiore; stagni per confluire in un’unica sezione in un corpo idrico di ordine superiore;

c.c. Unità Idrografiche Omogenee (UIO)Unità Idrografiche Omogenee (UIO): unità territoriali elementari composte da uno o più bacini idrografici, attraverso le quali si è suddiviso il : unità territoriali elementari composte da uno o più bacini idrografici, attraverso le quali si è suddiviso il territorio regionale in aree omogenee ed ottenute, prevalentemente, a partire dai bacini drenanti sui corpi idrici significativi del 1° ordine ed territorio regionale in aree omogenee ed ottenute, prevalentemente, a partire dai bacini drenanti sui corpi idrici significativi del 1° ordine ed accorpando a questi i bacini minori territorialmente omogenei per caratteristiche geomorfologiche o idrografiche o idrologiche secondo quanto accorpando a questi i bacini minori territorialmente omogenei per caratteristiche geomorfologiche o idrografiche o idrologiche secondo quanto specificato nella Relazione Generale del PTA;specificato nella Relazione Generale del PTA; d.d. Distretto Idrografico (DI)Distretto Idrografico (DI): definito ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, è costituito dall’area di terra e di mare di uno o più bacini idrografici : definito ai sensi della Direttiva 2000/60/CE, è costituito dall’area di terra e di mare di uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere. E’ definito la principale unità per la gestione dei bacini idrografici e l’intero territorio della limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere. E’ definito la principale unità per la gestione dei bacini idrografici e l’intero territorio della Sardegna viene individuato quale Distretto Unico Regionale; Sardegna viene individuato quale Distretto Unico Regionale;

e. e. Autorità di Bacino (AdB)Autorità di Bacino (AdB): definita ai sensi della L. 183/89 e del D.P.R. 18.07.95. Per gli effetti della Delibera di Giunta Regionale (: definita ai sensi della L. 183/89 e del D.P.R. 18.07.95. Per gli effetti della Delibera di Giunta Regionale (DGRDGR) n. ) n. 45/57 del 30 ottobre 1990, “45/57 del 30 ottobre 1990, “ la Giunta assume, nelle more della definizione, attraverso le opportune modifiche legislative e regolamentari, la Giunta assume, nelle more della definizione, attraverso le opportune modifiche legislative e regolamentari, dell’individuazione delle Autorità di Bacino, le funzioni – compatibili con la natura del Piano Regionale di Bacino – che l’art. 12 della L.183/89 e dell’individuazione delle Autorità di Bacino, le funzioni – compatibili con la natura del Piano Regionale di Bacino – che l’art. 12 della L.183/89 e modifiche successive prevede per il Comitato Istituzionalemodifiche successive prevede per il Comitato Istituzionale”; ”;

f. f. Autorità d’Ambito (AdA)Autorità d’Ambito (AdA): consorzio obbligatorio di Comuni e Province della Sardegna ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 29 del 17 ottobre 1997; : consorzio obbligatorio di Comuni e Province della Sardegna ai sensi dell’art. 5 della L.R. n. 29 del 17 ottobre 1997;

g.g. Ambito Territoriale Ottimale (ATO)Ambito Territoriale Ottimale (ATO): ai sensi dell’art. 3 della L.R. n. 29 del 17 ottobre 1997 e s.m.i., in applicazione dell'articolo 8, comma 1, : ai sensi dell’art. 3 della L.R. n. 29 del 17 ottobre 1997 e s.m.i., in applicazione dell'articolo 8, comma 1, della Legge n. 36 del 1994, il territorio regionale costituisce un unico ambito territoriale ottimale i cui limiti territoriali sono quelli della Regione della Legge n. 36 del 1994, il territorio regionale costituisce un unico ambito territoriale ottimale i cui limiti territoriali sono quelli della Regione Sardegna. Sardegna.

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Finalità e contenuti del Piano di Tutela delle AcqueFinalità e contenuti del Piano di Tutela delle Acque

art.4 - Contenuti del PTA art.4 - Contenuti del PTA

1. Il PTA contiene ai sensi dell’art. 44, comma 4, del Decreto1. Il PTA contiene ai sensi dell’art. 44, comma 4, del Decreto : :

a) i risultati dell’attività conoscitiva; a) i risultati dell’attività conoscitiva;

b) l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione; b) l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione;

c) l’elenco dei corpi idrici a specifica destinazione e delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento; c) l’elenco dei corpi idrici a specifica destinazione e delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento;

d) le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico; d) le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico;

e) l’indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità; e) l’indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità;

f) il programma di verifica dell’efficacia degli interventi previsti; f) il programma di verifica dell’efficacia degli interventi previsti;

g) gli interventi di bonifica dei corpi idrici. g) gli interventi di bonifica dei corpi idrici.

RELAZIONI RELAZIONI

- - Relazione Generale del PTA – parte a; Relazione Generale del PTA – parte a;

- - Relazione Generale del PTA – parte b; Relazione Generale del PTA – parte b;

- - Monografie delle Unità Idrografiche Omogenee; Monografie delle Unità Idrografiche Omogenee;

- - Norme Tecniche di Attuazione. Norme Tecniche di Attuazione.

CARTOGRAFIACARTOGRAFIA

-- TAV.1: Limiti Amministrativi TAV.1: Limiti Amministrativi

- TAV.2: Centro di Documentazione dei Bacini Idrografici - TAV.2: Centro di Documentazione dei Bacini Idrografici (CEDOC) - Idrografia superficiale (CEDOC) - Idrografia superficiale

- TAV.3: Uso del suolo - TAV.3: Uso del suolo

- TAV.4: Complessi acquiferi- TAV.4: Complessi acquiferi

- TAV.5: Unità Idrografica Omogenea (UIO) - TAV.5: Unità Idrografica Omogenea (UIO)

- TAV.6: Classificazione delle acque destinate alla - TAV.6: Classificazione delle acque destinate alla balneazione balneazione

- TAV.7: Aree sensibili - TAV.7: Aree sensibili

- TAV.8: Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi - TAV.8: Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi

- TAV.9: Designazione delle Zone Vulnerabili da nitrati di origine agricola

- TAV.10: Distribuzione dei fitofarmaci a livello comunale

- TAV.11: Registro aree protette-altre aree di salvaguardia (elevato interesse ambientale e naturalistico)

- TAV.12: Carichi diffusi sul territorio

- TAV.13: Schemi depurativi esistenti e previsti nel Piano d’Ambito

- TAV.14: SECA: stato ecologico dei corsi d’acqua e dei laghi

- TAV.15:Reti di monitoraggio RAS

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Quadro Normativo Comunitario

Quadro Normativo Comunitario

Quadro Normativo Regionale

Quadro Normativo RegionaleQuadro Normativo

Nazionale

Quadro Normativo Nazionale

Direttiva 91/271/CETrattamento delle Acque Reflue

Direttiva 91/271/CETrattamento delle Acque Reflue

Direttiva 91/676/CEProtezione delle acque

dall'inquinamento provocato dai nitratiprovenienti dalle fonti agricole

Direttiva 91/676/CEProtezione delle acque

dall'inquinamento provocato dai nitratiprovenienti dalle fonti agricole

Direttiva 2000/60/CEWater Framework Directive

Direttiva 2000/60/CEWater Framework Directive

Legge 183/89“Norme per la difesa del suolo”

E' il riferimento normativo nazionale in materia di riassetto e difesa del suolo. Tra gli obiettivi della legge

troviamo il risanamento delle acque, la razionale fruizione e gestione delle risorse idriche e la tutela degli aspetti ambientali.

La legge, ha introdotto per la prima volta in Italia, una visione globale dell'intero ciclo delle acque,In

cui il bacino idrografico viene considerato come un ecosistema unitario al fine di superare le difficoltà derivanti dalla

frammentazione delle competenze tra enti ed amministrazioni diverse.

Legge 183/89“Norme per la difesa del suolo”

E' il riferimento normativo nazionale in materia di riassetto e difesa del suolo. Tra gli obiettivi della legge

troviamo il risanamento delle acque, la razionale fruizione e gestione delle risorse idriche e la tutela degli aspetti ambientali.

La legge, ha introdotto per la prima volta in Italia, una visione globale dell'intero ciclo delle acque,In

cui il bacino idrografico viene considerato come un ecosistema unitario al fine di superare le difficoltà derivanti dalla

frammentazione delle competenze tra enti ed amministrazioni diverse.

Legge 36/94(Disposizioni in materia di risorse idriche)

Stabilisce che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e costituiscono una risorsa da salvaguardare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà e, salvaguardando i

diritti delle generazioni future. Con questa legge si è avviato un complesso e articolato

processo finalizzato ad ottenere una riorganizzazione territoriale e funzionale del “Servizio Idrico Integrato

Legge 36/94(Disposizioni in materia di risorse idriche)

Stabilisce che tutte le acque superficiali e sotterranee sono pubbliche e costituiscono una risorsa da salvaguardare ed utilizzare secondo criteri di solidarietà e, salvaguardando i

diritti delle generazioni future. Con questa legge si è avviato un complesso e articolato

processo finalizzato ad ottenere una riorganizzazione territoriale e funzionale del “Servizio Idrico Integrato

D.LGS. 152/99 e s.m.i. (Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relative alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole)

Definisce la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee, perseguendo i seguentiobiettivi:

1) prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati 2) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguare protezioni di quelle destinate a particolari usi (potabile, allevamenti ittici, e di molluschi) 3) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili4) mantenere la capacità naturale di auto depurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate non si limita al solo recepimento delle direttive europee ma ammoderna inoltre, costituisce una norma quadro del settore abrogando la storica “Legge Merli”

D.LGS. 152/99 e s.m.i. (Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relative alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole)

Definisce la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterranee, perseguendo i seguentiobiettivi:

1) prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati 2) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguare protezioni di quelle destinate a particolari usi (potabile, allevamenti ittici, e di molluschi) 3) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili4) mantenere la capacità naturale di auto depurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate non si limita al solo recepimento delle direttive europee ma ammoderna inoltre, costituisce una norma quadro del settore abrogando la storica “Legge Merli”

DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 45/57 DEL 10/10/1990

- Designazione del bacino unico regionale - Individuazione dei 7 sub-bacini- Assunzione da parte della giunta delle funzioni di “Comitato Istituzionale” come definito dalla L. 183/89

DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 45/57 DEL 10/10/1990

- Designazione del bacino unico regionale - Individuazione dei 7 sub-bacini- Assunzione da parte della giunta delle funzioni di “Comitato Istituzionale” come definito dalla L. 183/89

DECRETO ASSESSORE DIFESA DELL'AMBIENTE N. 34 DEL 21/01/1997

“Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili”

DECRETO ASSESSORE DIFESA DELL'AMBIENTE N. 34 DEL 21/01/1997

“Disciplina degli scarichi delle pubbliche fognature e degli scarichi civili”

LEGGE REGIONALE N. 14 DEL 19/07/2000“Attuazione del decreto legislativo

11/05/99 n. 152, sulla tutela delle acque dall'inquinamento, modifica alle leggi

regionali 21 Settembre 1993, n. 46 e 29 Luglio 1998 n. 23 e disposizioni varie.”

LEGGE REGIONALE N. 14 DEL 19/07/2000“Attuazione del decreto legislativo

11/05/99 n. 152, sulla tutela delle acque dall'inquinamento, modifica alle leggi

regionali 21 Settembre 1993, n. 46 e 29 Luglio 1998 n. 23 e disposizioni varie.”

DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 12/14 DEL 16/04/2002

Approvazione del II Piano regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.) e del

Programma di interventi urgenti, a stralcio di quello previsto dall'Art. 11 c. 3, L.36/ 94

(P. ambito) ex Art. 141 c. 4 della Legge 388/2000

DELIBERA DI GIUNTA REGIONALE N. 12/14 DEL 16/04/2002

Approvazione del II Piano regionale di Risanamento delle Acque (P.R.R.A.) e del

Programma di interventi urgenti, a stralcio di quello previsto dall'Art. 11 c. 3, L.36/ 94

(P. ambito) ex Art. 141 c. 4 della Legge 388/2000

Principali Norme di rifermento del PTAPrincipali Norme di rifermento del PTA

DELIBERAZIONE N. 14/16 DEL4.4.2006Approvazione del Piano di Tutela delle Acque

Art. 44, D.Lgs. 11 maggio 1999 n.152 e s.m.i.; Art 2, L.R. 14/2000.

DELIBERAZIONE N. 14/16 DEL4.4.2006Approvazione del Piano di Tutela delle Acque

Art. 44, D.Lgs. 11 maggio 1999 n.152 e s.m.i.; Art 2, L.R. 14/2000.

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Attività Conoscitiva per la redazione del PTAAttività Conoscitiva per la redazione del PTA

Per la redazione dei PTA di cui all'articolo 44 del D.Lgs 152/99, le Regioni hanno il compito di effettuare preliminarmente una serie di attività conoscitive.

L’attività principale consiste nella raccolta ed elaborazione dei dati relativi alle caratteristiche dei bacini idrografici, con particolare attenzione agli elementi geografici, geologici, idrogeologici, fisici, chimici e biologici dei corpi idrici superficiali e sotterranei, oltre a quelli socioeconomici presenti in ogni bacino idrografico.

A tal fine, il D.Lgs. stabilisce che le regioni, con il supporto delle autorità di bacino, predispongano un Centro di Documentazione dei bacini idrografici cui attribuire il compito di raccogliere, catalogare e diffondere le informazioni relative alle caratteristiche dei bacini idrografici ricadenti nei territori di competenza.

Al fine di effettuare una prima caratterizzazione dei bacini idrografici si è reso necessario sviluppare le seguenti attività:

Attività conoscitivaAttività conoscitivaAttività conoscitivaAttività conoscitiva

Acquisizione del patrimonio informativo disponibile

(Acque superficiali)

Acquisizione del patrimonio informativo disponibile

(Acque superficiali)

Predisposizione di un catasto dei corpi idrici

(Acque Superficiali)

Predisposizione di un catasto dei corpi idrici

(Acque Superficiali)

Acquisizione del patrimonioInformativo disponibile

(Acque Sotterranee)

Acquisizione del patrimonioInformativo disponibile

(Acque Sotterranee)

Predisposizione di un catasto dei corpi idrici(Acque Sotterranee)

Predisposizione di un catasto dei corpi idrici(Acque Sotterranee)

Ricostruzione di un modello Concettuale idrgeologico

(Acque Sotterranee)

Ricostruzione di un modello Concettuale idrgeologico

(Acque Sotterranee)

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Attività Conoscitiva per la redazione del PTAAttività Conoscitiva per la redazione del PTA

Attori e sistemi coinvolti durante la fase ConoscitivaAttori e sistemi coinvolti durante la fase ConoscitivaLa Regione ha previsto l’istituzione e il funzionamento con la Legge Regionale del 19 luglio 2000 n. 14 dal titolo “Attuazione del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, sulla tutela delle acque dall'inquinamento, modifica alle leggi regionali 21 settembre 1993, n. 46 e 29 luglio 1998, n. 23 e disposizioni varie”, che all’art. 1 riporta, presso l'Assessorato della difesa dell'ambiente, il Centro di documentazione per la raccolta dei dati sulle caratteristiche dei bacini idrografici e la loro relativa elaborazione, gestione e diffusione, inoltre sono stati istituiti, secondo l'art. 3 del D.Lgs. 152/99, il Sistema Informativo Territoriale (SII) ed il Sistema di Supporto alle Decisioni.

Il CEDOCIl CEDOCUno degli scopi del CeDoc è l'acquisizione e la distribuzione dei dati per renderli disponibili nel momento in cui siano richiesti a chi ne abbia la necessità. Inoltre il CeDoc consente di mettere in relazione tra di loro dati diversi, sulla base del loro comune riferimento geografico in modo da creare nuove informazioni a partire dai dati esistenti. A tutto ciò il CeDoc associa le funzioni di elaboratore per l’emissione dei giudizi sulle varie caratterizzazioni della qualità delle acque indicate nel D.Lgs. 152/99. Il database è organizzato in maniera tale da poter dare una serie di informazioni di supporto per una vera e propria caratterizzazione dei bacini idrografici (corpi idrici significativi e d’interesse). Il sistema è continuamente aggiornato dall’Assessorato e viene alimentato dalle informazioni derivanti dall’attività di monitoraggio e dalla conseguente compilazione dei certificati di analisi inviati, telematicamente, dalle sedi periferiche.Il database del CEDOC contiene una molteplicità di informazioni (compresa rappresentazione cartografica) rese accessibili tramite un sistema geografico informatizzato disponibile su internet (tramite tecnologia WEB-GIS), al quale possono accedere, con diverse limitazioni, tre tipologie di utenti: l’Assessorato, con controllo completo del sistema; i PMP, con possibilità di inserimento dei certificati delle analisi quali-quantitative; altre Amministrazioni ed Enti pubblici e i cittadini con accesso ai risultati delle elaborazioni. Il sistema permette l’estrazione di report e statistiche (andamento dei parametri rilevati), nonché la loro rappresentazione cartografica.

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Attività Conoscitiva per la redazione del PTAAttività Conoscitiva per la redazione del PTA

Il Sistema Informativo Territoriale (SII)Il Sistema Informativo Territoriale (SII)

Affinchè il CEDOC svolgesse al meglio la propria funzione è stato ritenuto opportuno creare un Sistema Informativo Territoriale cioè un sistema finalizzato a catturare, immagazzinare aggiornare, manipolare, analizzare e mostrare tutte le forme di informazioni geograficamente referenziate (o geo-referenziate). Esso è composto da una raccolta organizzata di dati geografici in continua evoluzione, apparecchiature (hardware e software) e personale tecnico inoltre, è in grado di realizzare un integrazione ed una correlazione delle informazioni presenti nei diversi database, e consentire la visualizzazione, l'inserimento e la modifica di informazioni da parte di utenti aventi diritto tramite una procedure di identificazione ed autorizzazione basata su piattaforma WEB-BASED.

Architettura WEB-BASED

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Attività Conoscitiva per la redazione del PTAAttività Conoscitiva per la redazione del PTA

Il Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS)Il Sistema di Supporto alle Decisioni (DSS)

Al fine di dotarsi di opportune tecnologie informatiche per la previsione di scenari derivanti da scelte sia di carattere tecnico che politico-amministrativo allo scopo di assicurare l’equilibrio tra disponibilità idriche e fabbisogni ed al fine di definire misure da adottare nei periodi di siccità o di abbondanza della risorsa idrica è stata realizzata una procedura informatica di supporto alla risoluzione di problemi (Sistema di Supporto alle Decisioni - DSS), anche complessi, sull'uso e sulla tutela delle risorse idriche che consente la definizione delle priorità e delle alternative, la valutazione dell’efficacia delle scelte e l’analisi economica costi-benefici, a cui enti locali e comunità produttive in genere possono riferirsi per risolvere problemi connessi alla pianificazione territoriale e all'utilizzazione delle acque. Nella progettazione del sistema si è tenuto conto del modello ambientale concettuale DPSIR (Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte) applicato al comparto idrico:

1) D = determinanti (driving forces), rappresentano l’origine delle criticità dei corpi idrici e cioè tutte le attività sia antropiche che naturali che hanno un effetto sullo stato quali-quantitativo di uno o più corpi idrici;

2) P = pressioni, possono essere definite come le modalità con le quali le determinanti esercitano la loro azione sull’ambiente (emissioni, scarti, reflui);

3) S = stato, indica lo stato di qualità dei corpi idrici e le sue alterazioni, viene descritto mediante l’utilizzo di opportuni indicatori;

4) I = impatto, indica le ricadute su salute e benessere causate dalle alterazioni dello stato di qualità dei corpi idrici;

5) R = risposte, indicano l’insieme delle politiche, strategie e misure da mettere in atto al fine di migliorare lo stato di qualità del sistema idrico al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Sorgenti Determinanti

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Attività Conoscitiva per la redazione del PTAAttività Conoscitiva per la redazione del PTA

Altre attività conoscitiveAltre attività conoscitive

Durante la fase conoscitiva, propedeutica alla stesura del presente Piano di tutela sono state svolte altre attività che hanno consentito di completare il quadro conoscitivo esistente. Tra queste:

1) acquisizione ed analisi di piani e programmi, terminati o in corso, relativi al comparto acque;

2) acquisizione ed analisi degli studi di settore e dei progetti, terminati e in corso, aventi interconnessioni o riguardanti le problematiche della tutela delle acque;

3) acquisizione ed analisi dei dati settoriali (agricoltura, zootecnia, industria, pregresse classificazioni delle acque, ittica, miniere);

4) ricognizione dei corpi idrici inseriti nel programma di monitoraggio qualitativo, predisposizione del programma operativo di monitoraggio delle portate e inizio del monitoraggio quantitativo;

5) censimento dei punti di acqua e predisposizione del programma operativo di monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei ed avvio della caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei;

6) varie ricognizioni delle strutture fognario-depurative dell’intero territorio regionale.

Tutte le attività sono state svolte in stretto contatto con le istituzioni e con gli Enti significativi per il reperimento di informazioni utili al Piano di Tutela.

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Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del PTAPTA

Individuazione delle Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.)Individuazione delle Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.)

La Regione Sardegna ha individuato, nell’intero territorio regionale, il bacino unico regionale La Regione Sardegna ha individuato, nell’intero territorio regionale, il bacino unico regionale ai sensi della L. 183/89 e l’Ambito Territoriale Ottimale ai sensi della L. 36/94; si adotta la ai sensi della L. 183/89 e l’Ambito Territoriale Ottimale ai sensi della L. 36/94; si adotta la stessa delimitazione unica anche per il Distretto Idrografico ai sensi della direttiva stessa delimitazione unica anche per il Distretto Idrografico ai sensi della direttiva 2000/60/CE. 2000/60/CE. Nella redazione del PTA (art. 24 ed Allegato 4 del D.Lgs. 152/99) per le finalità derivanti Nella redazione del PTA (art. 24 ed Allegato 4 del D.Lgs. 152/99) per le finalità derivanti dall’esigenza di circoscrivere l’esame di approfondimento, riservandolo a porzioni omogenee dall’esigenza di circoscrivere l’esame di approfondimento, riservandolo a porzioni omogenee di territorio, si è suddiviso l’intero territorio Regionale in 16 di territorio, si è suddiviso l’intero territorio Regionale in 16 Unità Idrografiche Omogenee Unità Idrografiche Omogenee ((U.I.O.U.I.O.) costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi, a cui sono state convenzionalmente ) costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi, a cui sono state convenzionalmente assegnate le rispettive acque superficiali interne nonché le relative acque sotterranee e assegnate le rispettive acque superficiali interne nonché le relative acque sotterranee e marino – costiere.marino – costiere.La suddivisione del territorio non preclude l’analisi delle ricadute derivanti dalla presenza di La suddivisione del territorio non preclude l’analisi delle ricadute derivanti dalla presenza di interconnessioni nonchè di corpi idrici posti a cavallo tra più UIO, situazioni per le quali è interconnessioni nonchè di corpi idrici posti a cavallo tra più UIO, situazioni per le quali è necessaria un’analisi dei processi DPSIR, eventualmente estesi, di volta in volta, a più UIO.necessaria un’analisi dei processi DPSIR, eventualmente estesi, di volta in volta, a più UIO.

Quindi le U.I.O. nascono dall'esigenza di volere individuare un comparto territoriale su scalasufficientemente ampia da:

1) tener conto delle complesse relazioni tra le varie pressioni insistenti sul territorio e i rispettivi corpi idrici (superficiali e sotterranei);

2) tener conto delle complesse relazioni eventualmente esistenti tra i vari corpi idrici (interconnessioni, pozzi, sorgenti, ingressione marina, affluenze etc.);

3) tener conto dell’ampio campo di influenza di ogni specifica misura che può avere ricadute su molteplici obiettivi pur essendo determinata, in prima battuta, da un’unica specifica esigenza ambientale;

4) estendere la descrizione territoriale e la relativa analisi delle pressioni da attività antropica oltre i confini del singolo bacino idrografico, comprendendo quindi più bacini idrografici ed i rispettivi tratti di marino-costieri, andando così a costituire sistemi territoriali:

− omogenei per caratteristiche geomorfologiche o idrografiche/idrologiche o per tipologia delle pressioni da attività antropica;− interrelati naturalmente (acquiferi significativamente afferenti su più bacini);− interrelati artificialmente (interconnessioni tra invasi artificiali, schemi acquedottistici e/o Irrigui e/o schemi fognario depurativi a cavallo degli spartiacque, etc.),

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Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del PTAPTA

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

Quadro MorfologicoQuadro Morfologico

L’U.I.O. del Tirso ha un’estensione di circa 3365,78 Kmq ed è L’U.I.O. del Tirso ha un’estensione di circa 3365,78 Kmq ed è costituita solo dall’omonimo bacino idrografico. La U.I.O. è costituita solo dall’omonimo bacino idrografico. La U.I.O. è caratterizzata da un’intensa idrografia con sviluppo caratterizzata da un’intensa idrografia con sviluppo prevalentemente dentritico dovuto alle varie tipologie rocciose prevalentemente dentritico dovuto alle varie tipologie rocciose attraversate lungo la parte centrale ed è delimitata a Ovest dal attraversate lungo la parte centrale ed è delimitata a Ovest dal massiccio del Montiferru, a Nord-Ovest dalle Catene del massiccio del Montiferru, a Nord-Ovest dalle Catene del Marghine e del Goceano, a Nord dall’altopiano di Buddusò, a Marghine e del Goceano, a Nord dall’altopiano di Buddusò, a Est dal massiccio del Gennargentu, a Sud dall’altopiano della Est dal massiccio del Gennargentu, a Sud dall’altopiano della Giara di Gesturi e dal Monte Arci.Giara di Gesturi e dal Monte Arci.L’altimetria è notevolmente varia: all’interno di questa U.I.O. L’altimetria è notevolmente varia: all’interno di questa U.I.O. sono presenti aree pianeggianti, collinari, e montuose che sono presenti aree pianeggianti, collinari, e montuose che culminano con le vette del versante settentrionale del culminano con le vette del versante settentrionale del Gennargentu (Bruncu Spina 1829 m s.l.m.).Gennargentu (Bruncu Spina 1829 m s.l.m.).Il fiume Tirso nasce dall’altopiano di Buddusò e sfocia nel Il fiume Tirso nasce dall’altopiano di Buddusò e sfocia nel Golfo di Oristano dopo un percorso di 159 km circa. Golfo di Oristano dopo un percorso di 159 km circa. L’andamento del suo corso si differenzia notevolmente L’andamento del suo corso si differenzia notevolmente procedendo dalla sorgente alla foce, anche se è possibile procedendo dalla sorgente alla foce, anche se è possibile individuare tre tratti connotati nella maniera seguente:individuare tre tratti connotati nella maniera seguente:• • Nel primo tratto, compreso tra le sorgenti e la confluenza col Nel primo tratto, compreso tra le sorgenti e la confluenza col Rio Liscoi, il corso del fiume presenta un percorso tortuoso con Rio Liscoi, il corso del fiume presenta un percorso tortuoso con notevoli pendenze;notevoli pendenze;• • Nel secondo, tra la confluenza con il Rio Liscoi e il lago Nel secondo, tra la confluenza con il Rio Liscoi e il lago Omodeo, la pendenza si fa via via più dolce e il corso del fiume Omodeo, la pendenza si fa via via più dolce e il corso del fiume assume un’andamento regolare;assume un’andamento regolare;• • Nell’ultimo, attraverso la piana di Oristano, il corso del fiume Nell’ultimo, attraverso la piana di Oristano, il corso del fiume presenta pendenze minime ed è caratterizzato dalla presenza presenta pendenze minime ed è caratterizzato dalla presenza di grossi meandri.di grossi meandri.

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Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del PTAPTA

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

Aspetti Geologici e GeomorfologiciAspetti Geologici e Geomorfologici

La parte della U.I.O. coincidente con il bacino del fiume Tirso, considerato al netto dei due bacini del second’ordine del Taloro e del Massari, si La parte della U.I.O. coincidente con il bacino del fiume Tirso, considerato al netto dei due bacini del second’ordine del Taloro e del Massari, si sviluppa lungo una vasta area della Sardegna che si estende nelle regioni storiche della Barbagia, del Goceano, del Mandrolisai, del Sarcidano e sviluppa lungo una vasta area della Sardegna che si estende nelle regioni storiche della Barbagia, del Goceano, del Mandrolisai, del Sarcidano e dell'Arborea.dell'Arborea.Da un punto di vista geologico l'area è caratterizzata da una vasta eterogeneità che si traduce anche nello sviluppo di un reticolo idrografico Da un punto di vista geologico l'area è caratterizzata da una vasta eterogeneità che si traduce anche nello sviluppo di un reticolo idrografico asimmetrico.asimmetrico.Le rocce più abbondanti in questo bacino sono rocce paleozoiche. In particolare, nel settore settentrionale è presente un complesso granitico Le rocce più abbondanti in questo bacino sono rocce paleozoiche. In particolare, nel settore settentrionale è presente un complesso granitico sotto forma di altopiani (Altopiano di Alà dei Sardi e Buddusò) con morfologia molto regolare. Nel settore orientale è presente una catena di sotto forma di altopiani (Altopiano di Alà dei Sardi e Buddusò) con morfologia molto regolare. Nel settore orientale è presente una catena di vulcaniti oligo-mioceniche, graniti e rocce vulcaniti oligo-mioceniche, graniti e rocce metamorfiche. Nella parte sud-orientale sono presenti delle rocce paleozoiche (Siluriano) metamorfiche. Nella parte sud-orientale sono presenti delle rocce paleozoiche (Siluriano) debolmente debolmente metamorfosate costituite da Arenarie scistose, Micascisti, Quarziti e filladi.metamorfosate costituite da Arenarie scistose, Micascisti, Quarziti e filladi.

Uso del Suolo Uso del Suolo

L’uso del suolo è caratterizzato per più del 50% da L’uso del suolo è caratterizzato per più del 50% da aree a carattere naturale, ripartite nel seguente aree a carattere naturale, ripartite nel seguente modo: il 27% di Zone con Vegetazione Arbustiva e/o modo: il 27% di Zone con Vegetazione Arbustiva e/o Arborea e il 23,5% di Aree Boscate. Queste zone Arborea e il 23,5% di Aree Boscate. Queste zone occupano soprattutto la parte centro-orientale della occupano soprattutto la parte centro-orientale della U.I.O., doveU.I.O., dovesono presenti numerosi boschi in cui si trovano in sono presenti numerosi boschi in cui si trovano in associazione leccete e sugherete e macchia associazione leccete e sugherete e macchia mediterranea (corbezzolo, lentisco e forme arbustive mediterranea (corbezzolo, lentisco e forme arbustive quali mirto, ginestre e eriche).quali mirto, ginestre e eriche).Il 45,8% del territorio è, invece occupato da Il 45,8% del territorio è, invece occupato da destinazioni d’uso agricole, in cui la quota maggiore destinazioni d’uso agricole, in cui la quota maggiore è data dai Seminativi (24,5%), seguiti dalle Zone è data dai Seminativi (24,5%), seguiti dalle Zone Agricole eterogenee (11,3%), e dalle Colture Agricole eterogenee (11,3%), e dalle Colture Permanenti (9,9%). Tra le colture permanenti sono Permanenti (9,9%). Tra le colture permanenti sono presenti soprattutto ulivi e viti. In particolare è presenti soprattutto ulivi e viti. In particolare è presente il vitigno autoctono della Vernaccia di presente il vitigno autoctono della Vernaccia di Oristano che in passato ha avuto un ruolo Oristano che in passato ha avuto un ruolo dominante rispetto alle altre colture.dominante rispetto alle altre colture.

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Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del PTAPTA

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso INDIVIDUAZIONE DEI CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI, DEI CORPI IDRICI A SPECIFICA DESTINAZIONE E DELLE AREE RICHIEDENTI INDIVIDUAZIONE DEI CORPI IDRICI SIGNIFICATIVI, DEI CORPI IDRICI A SPECIFICA DESTINAZIONE E DELLE AREE RICHIEDENTI SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE DALL’INQUINAMENTO E DI RISANAMENTO SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE DALL’INQUINAMENTO E DI RISANAMENTO

Sulla base degli artt. 3, 4 e 5 del D.Lgs. 152/99, alle Regioni è demandato il compito di individuare e classificare i corpi idrici al fine della definizione Sulla base degli artt. 3, 4 e 5 del D.Lgs. 152/99, alle Regioni è demandato il compito di individuare e classificare i corpi idrici al fine della definizione del grado di tutela da garantire alle acque superficiali e sotterranee e delle conseguenti azioni di risanamento da predisporre per i singoli corpi idrici del grado di tutela da garantire alle acque superficiali e sotterranee e delle conseguenti azioni di risanamento da predisporre per i singoli corpi idrici definite all’interno del Piano di Tutela delle Acque (art. 44). definite all’interno del Piano di Tutela delle Acque (art. 44). Nell’Allegato 1, punti 1.1 e 1.2 del D.Lgs. 152/99, vengono definiti, per le diverse categorie di corpi idrici, i criteri minimi che devono essere Nell’Allegato 1, punti 1.1 e 1.2 del D.Lgs. 152/99, vengono definiti, per le diverse categorie di corpi idrici, i criteri minimi che devono essere soddisfatti perché un corpo idrico venga considerato “significativo”. soddisfatti perché un corpo idrico venga considerato “significativo”. I corpi idrici sono distinti in 5 categorie: I corpi idrici sono distinti in 5 categorie:

1) corsi d’acqua, naturali e artificiali; 1) corsi d’acqua, naturali e artificiali; 2) laghi, naturali e artificiali; 2) laghi, naturali e artificiali; 3) acque di transizione; 3) acque di transizione; 4) acque marino-costiere; 4) acque marino-costiere; 5) acque sotterranee. 5) acque sotterranee.

In linea generale, i criteri che identificano i corpi idrici superficiali (categorie 1-2) come corpi idrici significativi sono sintetizzabili come segue: In linea generale, i criteri che identificano i corpi idrici superficiali (categorie 1-2) come corpi idrici significativi sono sintetizzabili come segue:

1) dimensione del bacino afferente al corpo idrico; 1) dimensione del bacino afferente al corpo idrico; 2) superficie specchio liquido o capacità d’invaso. 2) superficie specchio liquido o capacità d’invaso.

Sono comunque da monitorare e classificare: Sono comunque da monitorare e classificare:

1) tutti quei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale; 1) tutti quei corpi idrici che, per valori naturalistici e/o paesaggistici o per particolari utilizzazioni in atto, hanno rilevante interesse ambientale; 2) tutti quei corpi idrici che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere una influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi. 2) tutti quei corpi idrici che, per il carico inquinante da essi convogliato, possono avere una influenza negativa rilevante sui corpi idrici significativi.

- Idrografia Superficiale- Idrografia Superficiale

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Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del Risultati prodotti dall'Attività Conoscitiva per la redazione del PTAPTA

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

- Idrografia Sotterranea :- Idrografia Sotterranea :

Per ottenere un quadro conoscitivo dettagliato, sono stati individuati, per tutta Per ottenere un quadro conoscitivo dettagliato, sono stati individuati, per tutta la Sardegna, 37 complessi acquiferi principali, costituiti da una o più Unità la Sardegna, 37 complessi acquiferi principali, costituiti da una o più Unità Idrogeologiche con caratteristiche idrogeologiche sostanzialmente omogenee.Idrogeologiche con caratteristiche idrogeologiche sostanzialmente omogenee.Di seguito, si riportano gli acquiferi che interessano la U.I.O. del Tirso Di seguito, si riportano gli acquiferi che interessano la U.I.O. del Tirso

1. Acquifero dei Carbonati Mesozoici della Barbagia e del Sarcidano1. Acquifero dei Carbonati Mesozoici della Barbagia e del Sarcidano

2. Acquifero Detritico Carbonatico Oligo-Miocenico del Campidano Orientale2. Acquifero Detritico Carbonatico Oligo-Miocenico del Campidano Orientale

3. Acquifero delle Vulcaniti Oligo-Mioceniche della Sardegna Nord- 3. Acquifero delle Vulcaniti Oligo-Mioceniche della Sardegna Nord- Occidentale Occidentale

4. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche della Sardegna Centro- 4. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche della Sardegna Centro- Occidentale Occidentale

5. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche del Monte Arci5. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche del Monte Arci

6. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche della Giara di Gestori6. Acquifero delle Vulcaniti Plio-Pleistoceniche della Giara di Gestori

7. Acquifero Detritico-Alluvionale Plio-Quaternario del Campidano7. Acquifero Detritico-Alluvionale Plio-Quaternario del Campidano

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Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

- SINTESI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI SIGNIFICATIVI ESERCITATI DALL’ATTIVITÀ ANTROPICA SULLO STATO DELLE ACQUE - SINTESI DELLE PRESSIONI E DEGLI IMPATTI SIGNIFICATIVI ESERCITATI DALL’ATTIVITÀ ANTROPICA SULLO STATO DELLE ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANE:SUPERFICIALI E SOTTERRANE:

Con il termineCon il termine “pressioni”“pressioni” si indica normalmente l’insieme dei fattori di matrice antropica che esercitano un’azione impattante sulla componente si indica normalmente l’insieme dei fattori di matrice antropica che esercitano un’azione impattante sulla componente ambientaleambientale. L’individuazione delle pressioni e degli impatti, esercitati sui corpi idrici, è finalizzata a fornire, in prima battuta, indicazioni circa le . L’individuazione delle pressioni e degli impatti, esercitati sui corpi idrici, è finalizzata a fornire, in prima battuta, indicazioni circa le attività conoscitive da avviare su ciascuno di essi per definirne lo stato di compromissione attuale. attività conoscitive da avviare su ciascuno di essi per definirne lo stato di compromissione attuale.

Le pressioni esercitate sulle diverse componenti del comparto acqua possono essere generate sia da fonti di inquinamento, puntuali e diffuse, Le pressioni esercitate sulle diverse componenti del comparto acqua possono essere generate sia da fonti di inquinamento, puntuali e diffuse, sia da squilibri fisici del sistema idrico, come prelievi e modifiche delle caratteristiche morfologiche del territorio. sia da squilibri fisici del sistema idrico, come prelievi e modifiche delle caratteristiche morfologiche del territorio.

- Individuazione dei centri di pericolo potenziale - Individuazione dei centri di pericolo potenziale

- Carichi Prodotti da fonte diffusa puntuale- Carichi Prodotti da fonte diffusa puntuale

- Carichi prodotti da fonte diffusa - Carichi prodotti da fonte diffusa

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Reti di monitoraggio e stato quali-quantitativo delle AcqueReti di monitoraggio e stato quali-quantitativo delle Acque

Il piano di tutela delle acque esplica la sua azione nel coordinare le misure ed interventi per gli Il piano di tutela delle acque esplica la sua azione nel coordinare le misure ed interventi per gli “obiettivi di qualità ambientale”“obiettivi di qualità ambientale” e per gli “ e per gli “obiettivi di qualità per specifica destinazione”obiettivi di qualità per specifica destinazione”. .

Ai sensi del D.Lgs. 152/99 il monitoraggio si articola in una fase conoscitiva iniziale, della durata Ai sensi del D.Lgs. 152/99 il monitoraggio si articola in una fase conoscitiva iniziale, della durata di 2 anni, che ha come scopo la prima classificazione dello stato di qualità ambientale dei corpi di 2 anni, che ha come scopo la prima classificazione dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici ed in una fase a regime in cui viene effettuato un monitoraggio volto a verificare il idrici ed in una fase a regime in cui viene effettuato un monitoraggio volto a verificare il raggiungimento ovvero il mantenimento dell’obiettivo di qualità raggiungimento ovvero il mantenimento dell’obiettivo di qualità “buono”“buono”di cui all’articolo 4. di cui all’articolo 4.

La rete di monitoraggio regionale è articolata nei seguenti ambiti: La rete di monitoraggio regionale è articolata nei seguenti ambiti: 1) “Sanitario” 1) “Sanitario” monitoraggio delle acque collegate alla salute ed al benessere dell’individuo. monitoraggio delle acque collegate alla salute ed al benessere dell’individuo. Per le acque interne si ha: Per le acque interne si ha: -la rete per la classificazione delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile; -la rete per la classificazione delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile; -la rete per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci. -la rete per la classificazione delle acque dolci superficiali idonee alla vita dei pesci.

Nell’ambito delle acque salmastre e marine si ha: Nell’ambito delle acque salmastre e marine si ha: -la rete per il rilevamento delle caratteristiche qualitative ed -la rete per il rilevamento delle caratteristiche qualitative ed il calcolo della conformità delle acque destinate alla vita dei il calcolo della conformità delle acque destinate alla vita dei molluschi. molluschi. -la rete di monitoraggio delle acque per la balneazione. -la rete di monitoraggio delle acque per la balneazione.

2) “Ambientale”2) “Ambientale” monitoraggio per la tutela dell'ambiente. monitoraggio per la tutela dell'ambiente.

Nell’ambito delle acque interne si ha: Nell’ambito delle acque interne si ha: 1) la rete per la definizione dello stato ambientale dei corsi 1) la rete per la definizione dello stato ambientale dei corsi d’acqua e laghi; d’acqua e laghi; 2) la rete di controllo quantitativa dei corsi d’acqua 2) la rete di controllo quantitativa dei corsi d’acqua superficiali. superficiali.

Nell’ambito delle acque marine e di transizione: Nell’ambito delle acque marine e di transizione: 1) la rete per la classificazione qualitativa delle acque di 1) la rete per la classificazione qualitativa delle acque di transizione. transizione. 2) la rete di campionamento per la definizione dello stato 2) la rete di campionamento per la definizione dello stato ambientale marino costiero. ambientale marino costiero.

3)“Sotterraneo” 3)“Sotterraneo” monitoraggio quali-quantitativo delle monitoraggio quali-quantitativo delle acque sotterranee. acque sotterranee.

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Reti di monitoraggio e stato quali-quantitativo delle AcqueReti di monitoraggio e stato quali-quantitativo delle Acque

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso - Corsi d'Acqua- Corsi d'Acqua

Nella U.I.O. del Tirso sono stati monitorati oltre al Nella U.I.O. del Tirso sono stati monitorati oltre al Fiume Tirso, anche il Fiume Taloro e il Rio Fiume Tirso, anche il Fiume Taloro e il Rio Misturadroxi, affluente del Fiume Massari. Sia il Fiume Misturadroxi, affluente del Fiume Massari. Sia il Fiume Massari che il Taloro sono corsi d’acqua del II ordine il Massari che il Taloro sono corsi d’acqua del II ordine il cui bacino imbrifero ha una superficie maggiore di 400 cui bacino imbrifero ha una superficie maggiore di 400 km2. La situazione può considerasi soddisfacente dal km2. La situazione può considerasi soddisfacente dal momento che, come evidenziano i dati contenuti in momento che, come evidenziano i dati contenuti in Tabella, in tutte le stazioni considerate lo stato Tabella, in tutte le stazioni considerate lo stato ecologico ha quantomeno il giudizio di “Sufficiente”.ecologico ha quantomeno il giudizio di “Sufficiente”.

- Laghi ed invasi - Laghi ed invasi

I criteri per la scelta delle stazioni di prelievo sono quelli I criteri per la scelta delle stazioni di prelievo sono quelli fissati dal D.Lgs. 152/99 ed essendo tutti gli invasi fissati dal D.Lgs. 152/99 ed essendo tutti gli invasi presenti in Sardegna di superficie inferiore a 80 km2, si presenti in Sardegna di superficie inferiore a 80 km2, si ha un’unica stazione fissata nel punto di massima ha un’unica stazione fissata nel punto di massima profondità. Si è pervenuti, per le stazioni di monitoraggio profondità. Si è pervenuti, per le stazioni di monitoraggio e i corpi idrici afferenti, alla classificazione riportata in e i corpi idrici afferenti, alla classificazione riportata in Tabella.Tabella.La situazione degli invasi è abbastanza critica dal La situazione degli invasi è abbastanza critica dal momento che sono quasi tutti in stato eutrofico, se si momento che sono quasi tutti in stato eutrofico, se si eccettua il Taloro a Cucchinadorza.eccettua il Taloro a Cucchinadorza.

2 Esempi 2 Esempi

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi

L’individuazione dei fattori causali che portano al degrado degli aspetti qualitativi della risorsa idrica è stata effettuata a partire dall’analisi L’individuazione dei fattori causali che portano al degrado degli aspetti qualitativi della risorsa idrica è stata effettuata a partire dall’analisi complessiva dei fenomeni che determinano lo stato quali – quantitativo delle acque superficiali e sotterranee. In tal modo sono state complessiva dei fenomeni che determinano lo stato quali – quantitativo delle acque superficiali e sotterranee. In tal modo sono state identificate le cosiddetteidentificate le cosiddette “criticità” “criticità”..

La criticità rappresenta quantitativamente una misura dellaLa criticità rappresenta quantitativamente una misura della “distanza” “distanza” dello stato qualitativo attuale dagli obiettivi di qualità definiti dal dello stato qualitativo attuale dagli obiettivi di qualità definiti dal D.Lgs.152/99: maggiore è la distanza, maggiore risulta essere il livello di criticità, ossia un dato corpo idrico è affetto in maniera più D.Lgs.152/99: maggiore è la distanza, maggiore risulta essere il livello di criticità, ossia un dato corpo idrico è affetto in maniera più significativa di altri da problemi di inquinamento qualitativo.significativa di altri da problemi di inquinamento qualitativo.

Sulla base, infatti, delle conoscenze disponibili relative allo stato di qualità delle acque, al sistema fisico e alle attività antropiche insistenti sui Sulla base, infatti, delle conoscenze disponibili relative allo stato di qualità delle acque, al sistema fisico e alle attività antropiche insistenti sui bacini analizzati (carichi inquinanti recapitanti all’interno di ciascuno di essi), è stato possibile individuare una serie dibacini analizzati (carichi inquinanti recapitanti all’interno di ciascuno di essi), è stato possibile individuare una serie di aree cosiddette aree cosiddette “problema”“problema”, ossia aree considerate problematiche in relazione alla tutela della qualità, ossia aree considerate problematiche in relazione alla tutela della qualità , al rispetto degli obiettivi ambientali e all’uso delle , al rispetto degli obiettivi ambientali e all’uso delle risorse idriche, e definire le relazioni intercorrenti fra tali problematiche ed i fattori naturali ed antropici che le determinano.risorse idriche, e definire le relazioni intercorrenti fra tali problematiche ed i fattori naturali ed antropici che le determinano.

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

L’analisi delle criticità per la qualità ambientale dei corsi d’acqua è stata effettuata rapportando, per ciascun inquinante (BOD5, COD, P, NO3, L’analisi delle criticità per la qualità ambientale dei corsi d’acqua è stata effettuata rapportando, per ciascun inquinante (BOD5, COD, P, NO3, NH4, %O2 alla saturazione), il valore derivante dalla classificazione dello stato ecologico e la concentrazione relativa al livello 3 della NH4, %O2 alla saturazione), il valore derivante dalla classificazione dello stato ecologico e la concentrazione relativa al livello 3 della Tabella 7Tabella 7 – Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori, contenuta nell’Allegato 1 al D.Lgs.152/99.- (– Livello di inquinamento espresso dai macrodescrittori, contenuta nell’Allegato 1 al D.Lgs.152/99.- (Per la classificazione viene calcolato, ai Per la classificazione viene calcolato, ai sensi del D.Lgs.152/99, il 75-esimo percentile della serie storica di concentrazioni misurate durante il monitoraggio.sensi del D.Lgs.152/99, il 75-esimo percentile della serie storica di concentrazioni misurate durante il monitoraggio. ))

Per ciascun macrodescrittore (BOD5, COD, P, NO3, NH4, %O2 alla saturazione, Escherichia Coli), viene riportato un rapporto evidenziandolo Per ciascun macrodescrittore (BOD5, COD, P, NO3, NH4, %O2 alla saturazione, Escherichia Coli), viene riportato un rapporto evidenziandolo in maniera diversa a seconda del valore assunto, per indicare diversi gradi di criticità. Più precisamente sono stati definiti i livelli illustrati nella in maniera diversa a seconda del valore assunto, per indicare diversi gradi di criticità. Più precisamente sono stati definiti i livelli illustrati nella Tabella seguente:Tabella seguente:

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

Al fine di pervenire a una ipotesi sulle possibili cause delle criticità sono Al fine di pervenire a una ipotesi sulle possibili cause delle criticità sono stati calcolati i carichi effettivi, che insistono su ciascuna delle stazioni stati calcolati i carichi effettivi, che insistono su ciascuna delle stazioni di monitoraggio, suddivisi per fonti puntuali (carichi di tipo civile e di monitoraggio, suddivisi per fonti puntuali (carichi di tipo civile e industriale) e diffuse (carichi zootecnici e agricoli). Nella Tabelle industriale) e diffuse (carichi zootecnici e agricoli). Nella Tabelle seguenti viene riportata la percentuale di carico sul totale che compete seguenti viene riportata la percentuale di carico sul totale che compete a ogni singolo comparto, che insiste sulla singola stazione, in maniera a ogni singolo comparto, che insiste sulla singola stazione, in maniera tale da rendere possibile un’analisi del legame tale da rendere possibile un’analisi del legame causa – effettocausa – effetto tra tra carico effettivo e criticità e da mettere in evidenza il peso che ogni carico effettivo e criticità e da mettere in evidenza il peso che ogni comparto esercita, in termini di contributo di inquinante, sulla singola comparto esercita, in termini di contributo di inquinante, sulla singola stazione.stazione.La situazione esistente, per quanto riguarda iLa situazione esistente, per quanto riguarda i corsi d'acqua, corsi d'acqua, è la è la seguente:seguente:

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso

- Laghi- Laghi

La definizione delle criticità per la qualità ambientale dei La definizione delle criticità per la qualità ambientale dei laghi si è basata sulla definizione di livelli di criticità per i laghi si è basata sulla definizione di livelli di criticità per i quattro parametri necessari alla classificazione dello stato quattro parametri necessari alla classificazione dello stato ecologico dei laghi, cioè ecologico dei laghi, cioè Trasparenza, Ossigeno Trasparenza, Ossigeno Ipolimnico, Clorofilla “a” e Fosforo TotaleIpolimnico, Clorofilla “a” e Fosforo Totale. Analogamente a . Analogamente a quanto effettuato per i corsi d’acqua, le criticità sono state quanto effettuato per i corsi d’acqua, le criticità sono state distinte in livelli (A, B, C, D) e sono state associate ad un distinte in livelli (A, B, C, D) e sono state associate ad un colore che ne esplicita la rilevanza: i livelli di criticità sono colore che ne esplicita la rilevanza: i livelli di criticità sono stabiliti per singolo macrodescrittore in funzione della stabiliti per singolo macrodescrittore in funzione della classe del SECA, come esplicitato nella Tabella seguente: classe del SECA, come esplicitato nella Tabella seguente:

Le criticità per i laghi della U.I.O. in esame mostrano Le criticità per i laghi della U.I.O. in esame mostrano anche i carichi di fosforo che insistono su ciascun singolo anche i carichi di fosforo che insistono su ciascun singolo corpo idrico, come corpo idrico, come contributo percentuale di ciascun contributo percentuale di ciascun comparto (civile, industriale, agricolo, zootecnico).comparto (civile, industriale, agricolo, zootecnico).

Una volta definiti i livelli di criticità si è ritenuto opportuno Una volta definiti i livelli di criticità si è ritenuto opportuno effettuare un approfondimento al fine di evidenziare effettuare un approfondimento al fine di evidenziare l’eventuale sussistenza di condizioni di “naturalità” per l’eventuale sussistenza di condizioni di “naturalità” per quanto riguarda lo stato trofico dei laghi.quanto riguarda lo stato trofico dei laghi.

Sulla base dei risultati ottenuti dall’applicazione del Sulla base dei risultati ottenuti dall’applicazione del modello empirico (indice MEI), è stata ricavata la modello empirico (indice MEI), è stata ricavata la concentrazione media di fosforo teorica naturale ed il concentrazione media di fosforo teorica naturale ed il conseguente stato trofico, riportata in Tabella, unitamente conseguente stato trofico, riportata in Tabella, unitamente allo stato trofico attuale, derivante dalla classificazione.allo stato trofico attuale, derivante dalla classificazione.

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Obiettivi di PianoObiettivi di Piano

Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi

Grazie al D.Lgs. 152/99 e s.m.i., si sono potuti fornire degli strumenti più adeguati per la tutela ed il risanamento dei corpi d’acqua ed Grazie al D.Lgs. 152/99 e s.m.i., si sono potuti fornire degli strumenti più adeguati per la tutela ed il risanamento dei corpi d’acqua ed abrogando contestualmente la precedente normativa. abrogando contestualmente la precedente normativa. La nuova disciplina, ai fini della tutela e del risanamento delle acque superficiali e La nuova disciplina, ai fini della tutela e del risanamento delle acque superficiali e sotterranee, fissa obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi ovvero obiettivi di qualità per specifica destinazionesotterranee, fissa obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi ovvero obiettivi di qualità per specifica destinazione (acque (acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque destinate alla balneazione, acque idonee alla vita dei pesci e acque destinate superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, acque destinate alla balneazione, acque idonee alla vita dei pesci e acque destinate alla vita dei molluschi).alla vita dei molluschi).

Nel Titolo II, Capo I, il D.Lgs. 152/99 individua gli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualità per Nel Titolo II, Capo I, il D.Lgs. 152/99 individua gli obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualità per specifica destinazione da garantirsi su tutto il territorio nazionale. specifica destinazione da garantirsi su tutto il territorio nazionale.

L'obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di L'obiettivo di qualità ambientale è definito in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

L'obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo a una particolare utilizzazione da parte dell'uomo, alla L'obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo a una particolare utilizzazione da parte dell'uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi.vita dei pesci e dei molluschi.

Gli obiettivi da perseguire entro il 31 dicembre 2016 sono i seguenti:Gli obiettivi da perseguire entro il 31 dicembre 2016 sono i seguenti:

1) sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di 1) sia mantenuto o raggiunto per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei l’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono”“buono” di cui all di cui all’Allegato 1’Allegato 1;;

2) sia mantenuto, ove esistente, lo stato di qualità ambientale 2) sia mantenuto, ove esistente, lo stato di qualità ambientale “elevato”“elevato” come definito nell’Allegato 1; come definito nell’Allegato 1;

3) siano mantenuti o raggiunti altresì per i corpi idrici a specifica destinazione di cui all’articolo 6 gli obiettivi di qualità per specifica 3) siano mantenuti o raggiunti altresì per i corpi idrici a specifica destinazione di cui all’articolo 6 gli obiettivi di qualità per specifica destinazione di cui all’Allegato 2.destinazione di cui all’Allegato 2.

Inoltre, entro il 31 dicembre 2008, ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato Inoltre, entro il 31 dicembre 2008, ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire almeno i requisiti dello stato “sufficiente”“sufficiente” di cui all’Allegato 1. di cui all’Allegato 1.La legge stabilisce, inoltre, che a seguito di analisi e di verifiche più approfondite possano essere definiti degli obiettivi di qualità ambientale La legge stabilisce, inoltre, che a seguito di analisi e di verifiche più approfondite possano essere definiti degli obiettivi di qualità ambientale differenti per singoli corpi idrici anche in considerazione delle peculiari caratteristiche degli stessi. Pertanto, anche in deroga rispetto a quanto differenti per singoli corpi idrici anche in considerazione delle peculiari caratteristiche degli stessi. Pertanto, anche in deroga rispetto a quanto sopra scritto, il D.Lgs. 152/99 consente di definire:sopra scritto, il D.Lgs. 152/99 consente di definire:

a) obiettivi ambientali più elevati (art. 4, comma 7);a) obiettivi ambientali più elevati (art. 4, comma 7);

b) tempistiche diverse per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale in caso di condizioni b) tempistiche diverse per il raggiungimento dell’obiettivo di qualità ambientale in caso di condizioni del corpo idrico o di pressioni agenti tali del corpo idrico o di pressioni agenti tali da non consentire il raggiungimento dello stato «buono» entro da non consentire il raggiungimento dello stato «buono» entro il 31 dicembre 2016 (art. 5, comma 4);il 31 dicembre 2016 (art. 5, comma 4);

c) obiettivi ambientali meno rigorosi qualora ricorrano le condizioni di cui all’articolo 5, comma 5.c) obiettivi ambientali meno rigorosi qualora ricorrano le condizioni di cui all’articolo 5, comma 5.

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi

Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Obiettivi generaliObiettivi generali

Ai sensi dell’art.4, comma 4, del dlgs 152/99 entro il 31 dicembre Ai sensi dell’art.4, comma 4, del dlgs 152/99 entro il 31 dicembre 2016 devono essere conseguiti gli obiettivi generali di qualità 2016 devono essere conseguiti gli obiettivi generali di qualità ambientale riportati nella Tabella di destra, unitamente agli ambientale riportati nella Tabella di destra, unitamente agli esiti esiti della classificazione, per i corsi d’acqua monitorati della U.I.O. della classificazione, per i corsi d’acqua monitorati della U.I.O. del Tirso.del Tirso.

Obiettivi specificiObiettivi specifici

Gli obiettivi specifici vengono esplicitati in funzione dei macrodescrittori critici nella Gli obiettivi specifici vengono esplicitati in funzione dei macrodescrittori critici nella TabellaTabella segunte: in generale l’obiettivo specifico è dato dal segunte: in generale l’obiettivo specifico è dato dal portare tutti i macrodescrittori critici in una data sezione fluviale nelle seguenti condizioni:portare tutti i macrodescrittori critici in una data sezione fluviale nelle seguenti condizioni:

• • Entro il 31 dicembre 2008 la concentrazione del macrodescrittore attualmente critico non dovrà superare quella corrispondente all’estremo Entro il 31 dicembre 2008 la concentrazione del macrodescrittore attualmente critico non dovrà superare quella corrispondente all’estremo superiore del Livello 3 della superiore del Livello 3 della Tabella 7 dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99Tabella 7 dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99

• • Entro il 31 dicembre 2016 la concentrazione dello stesso macrodescrittore non dovrà superare quella corrispondente all’estremo superiore del Entro il 31 dicembre 2016 la concentrazione dello stesso macrodescrittore non dovrà superare quella corrispondente all’estremo superiore del Livello 2 della Tabella 7 dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99.Livello 2 della Tabella 7 dell’Allegato 1 del D.Lgs. 152/99.

Inoltre vengono evidenziati sulla base delle criticità definite nella Inoltre vengono evidenziati sulla base delle criticità definite nella Tabella delle criticitàTabella delle criticità, il comparto o i comparti su cui è prioritario intervenire. In , il comparto o i comparti su cui è prioritario intervenire. In tale Tabella è anche contenuta la percentuale ipotetica di abbattimento del carico da applicare per far si che il macrodescrittore critico arrivi alla tale Tabella è anche contenuta la percentuale ipotetica di abbattimento del carico da applicare per far si che il macrodescrittore critico arrivi alla concentrazione definita dal Livello 3.concentrazione definita dal Livello 3.

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Corsi d'acqua)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Corsi d'acqua)

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Le strategie di intervento specifiche per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, sono state definite in funzione Le strategie di intervento specifiche per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, sono state definite in funzione delle criticità evidenziate in precedenza. delle criticità evidenziate in precedenza.

Pertanto, per un dato corso d'acqua il cui stato di qualità ecologico è definito in funzione dei macrodescrittori Pertanto, per un dato corso d'acqua il cui stato di qualità ecologico è definito in funzione dei macrodescrittori BOD5, COD, P, NO3, NH4, %O2disc, Echerichia coli, e in cui un eventuale stato di criticità è determinato da uno o più parametri, BOD5, COD, P, NO3, NH4, %O2disc, Echerichia coli, e in cui un eventuale stato di criticità è determinato da uno o più parametri,

l'obiettivo specifico è dato dall'abbattimento più o meno spinto, in funzione del livello di criticità, l'obiettivo specifico è dato dall'abbattimento più o meno spinto, in funzione del livello di criticità, di questo/questi inquinante/inquinanti di questo/questi inquinante/inquinanti

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Corsi d'acqua)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Corsi d'acqua)

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Laghi)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Laghi)

Obiettivi generaliObiettivi generali

Gli obiettivi generali di qualità ambientale per i laghi sono contenuti nell’Art.4 del D. Lgs 152/99 e esplicitati, per i laghi appartenenti alla U.I.O. del Gli obiettivi generali di qualità ambientale per i laghi sono contenuti nell’Art.4 del D. Lgs 152/99 e esplicitati, per i laghi appartenenti alla U.I.O. del Tirso, nella Tabella sottostante. In essa sono anche riportati gli esiti della classificazione per i laghi, e lo stato trofico naturale valutato utilizzando Tirso, nella Tabella sottostante. In essa sono anche riportati gli esiti della classificazione per i laghi, e lo stato trofico naturale valutato utilizzando il modello empirico descritto nel Capitolo 8 della Relazione Generale.il modello empirico descritto nel Capitolo 8 della Relazione Generale.

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Laghi)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Laghi)

Obiettivi specificiObiettivi specifici

Per quanto riguarda la definizione degli obiettivi specifici in Per quanto riguarda la definizione degli obiettivi specifici in primis va sottolineato come nei quattro macrodescrittori utilizzati primis va sottolineato come nei quattro macrodescrittori utilizzati per la classificazione (trasparenza, ossigeno ipolimnico, per la classificazione (trasparenza, ossigeno ipolimnico, clorofilla, fosforo) solo l’ossigeno ipolimnico non presenti mai clorofilla, fosforo) solo l’ossigeno ipolimnico non presenti mai criticità significative o non trascurabili. criticità significative o non trascurabili. D’altra parte è noto che gli altri tre macrodescrittori sono legati D’altra parte è noto che gli altri tre macrodescrittori sono legati tra loro da relazioni empiriche che vedono in generale la tra loro da relazioni empiriche che vedono in generale la concentrazione di clorofilla aumentare con la concentrazione di concentrazione di clorofilla aumentare con la concentrazione di fosforo, e la trasparenza diminuire con l’aumento della fosforo, e la trasparenza diminuire con l’aumento della concentrazione di clorofilla. Per questo motivo gli obiettivi concentrazione di clorofilla. Per questo motivo gli obiettivi specifici sono stati esplicitati con riferimento al solo specifici sono stati esplicitati con riferimento al solo macrodescrittore fosforo: macrodescrittore fosforo: per tutti i laghi l’obiettivo specifico è dato dal controllo del carico per tutti i laghi l’obiettivo specifico è dato dal controllo del carico di fosforo afferente al lago in maniera tale da riportare la sua di fosforo afferente al lago in maniera tale da riportare la sua concentrazione alla concentrazione naturale definita tramite concentrazione alla concentrazione naturale definita tramite l’indice MEI (calcolato con l'alcalinità).l’indice MEI (calcolato con l'alcalinità).

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Acque destinate al consumo umano)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Acque destinate al consumo umano)

Obiettivi generaliObiettivi generali

Gli obiettivi di Piano si propongono per le acque dolci superficiali Gli obiettivi di Piano si propongono per le acque dolci superficiali utilizzate per la produzione di acqua potabile:utilizzate per la produzione di acqua potabile:

• • entro il 31 dicembre 2016 sia raggiunta la classificazione nella entro il 31 dicembre 2016 sia raggiunta la classificazione nella categorie A1.categorie A1.

• • entro il 31 dicembre 2008, sia mantenuta, ove esistente, la entro il 31 dicembre 2008, sia mantenuta, ove esistente, la classificazione nelle categorie A1 e A2 di cui all’articolo 7 del classificazione nelle categorie A1 e A2 di cui all’articolo 7 del d.lgs. 152/1999; tutti i corpi idrici attualmente in classe A3 d.lgs. 152/1999; tutti i corpi idrici attualmente in classe A3 dovranno arrivare alla classe A2 e tutti quelli contenuti negli dovranno arrivare alla classe A2 e tutti quelli contenuti negli Elenchi Speciali (classi Sub-A3 E1 e E2) dovranno arrivare alla Elenchi Speciali (classi Sub-A3 E1 e E2) dovranno arrivare alla A3.A3.

Dal momento che però è stata rilevato che l’inserimento in Dal momento che però è stata rilevato che l’inserimento in classe A3 o SubA3 deriva talvolta dalla presenza endogena di classe A3 o SubA3 deriva talvolta dalla presenza endogena di manganese, più o meno probabile, per questi corpi idrici si manganese, più o meno probabile, per questi corpi idrici si prevede la possibilità di una deroga per tale parametro, a fronte prevede la possibilità di una deroga per tale parametro, a fronte di accertamenti sulla natura endogena.di accertamenti sulla natura endogena.

Nella Tabella di destra sono riportati per i singoli corpi idrici Nella Tabella di destra sono riportati per i singoli corpi idrici superficiali utilizzati per la produzione di acqua potabile gli superficiali utilizzati per la produzione di acqua potabile gli obiettivi generali dettagliati al 2008 e al 2016.obiettivi generali dettagliati al 2008 e al 2016.

Art. 7. D.Lgs. 152/99Acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile

1. Le acque dolci superficiali per essere utilizzate o destinate alla produzione di acqua potabile, sono classificate dalle regioni nelle categorie A1, A2 e A3 secondo le caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche di cui alla tabella 1/A dell'allegato 2.

2. A seconda della categoria di appartenenza, le acque dolci superficiali di cui al comma 1 sono sottoposte ai seguenti trattamenti:

a) categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione;b) categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione;c) categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione

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Criticità e Obiettivi Criticità e Obiettivi Obiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica DestinazioneObiettivi di Qualità Ambientale e per Specifica Destinazione

Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Acque destinate al consumo umano)Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) del Tirso (Acque destinate al consumo umano)

Obiettivi specificiObiettivi specifici

Per quanto riguarda invece gli obiettivi specifici essi sono Per quanto riguarda invece gli obiettivi specifici essi sono stati esplicitati in funzione dei parametri che determinano stati esplicitati in funzione dei parametri che determinano l’inserimento nella classe attuale. Di conseguenza l’obiettivo l’inserimento nella classe attuale. Di conseguenza l’obiettivo specifico sarà dato dalla diminuzione/rimozione degli specifico sarà dato dalla diminuzione/rimozione degli inquinanti che determinano l’inserimento nella classe inquinanti che determinano l’inserimento nella classe attuale e che sono specificati, per singolo corpo idrico in attuale e che sono specificati, per singolo corpo idrico in Tabella. Tabella.

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Programma di misure e linee generali di intervento Programma di misure e linee generali di intervento

L’insieme delle misure qui riportato si compone di misure di competenza stretta del PTA, misure complementari già previste da altri piani o L’insieme delle misure qui riportato si compone di misure di competenza stretta del PTA, misure complementari già previste da altri piani o programmi d’interventi e valutate dal PTA per le loro specifiche ricadute in tema di tutela della risorsa idrica, misure integrative demandate a programmi d’interventi e valutate dal PTA per le loro specifiche ricadute in tema di tutela della risorsa idrica, misure integrative demandate a strumenti complementari o sottordinati al PTA.strumenti complementari o sottordinati al PTA.

In particolare il PTA, in quanto piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell’art. 17 comma 6-ter, della L. 183/89, è da intendersi In particolare il PTA, in quanto piano stralcio di settore del piano di bacino ai sensi dell’art. 17 comma 6-ter, della L. 183/89, è da intendersi quale quale strumento sovraordinato, ai sensi del comma 4 dell’art. 17 della medesima legge, rispetto ai piani territoriali e i programmi regionali strumento sovraordinato, ai sensi del comma 4 dell’art. 17 della medesima legge, rispetto ai piani territoriali e i programmi regionali previsti dalla L. 27 dicembre 1977, n. 984, ai piani di risanamento delle acque previsti dalla L. 10 maggio 1976, n. 319, ai piani di smaltimento previsti dalla L. 27 dicembre 1977, n. 984, ai piani di risanamento delle acque previsti dalla L. 10 maggio 1976, n. 319, ai piani di smaltimento di rifiuti di cui al D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, ai piani di cui all'articolo 5, L. 29 giugno 1939, n. 1497 , e all'articolo 1-bis, D.L. 27 giugno di rifiuti di cui al D.P.R. 10 settembre 1982, n. 915, ai piani di cui all'articolo 5, L. 29 giugno 1939, n. 1497 , e all'articolo 1-bis, D.L. 27 giugno 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla L. 8 agosto 1985, n. 431, ai piani di disinquinamento di cui all'articolo 7, L. 8 luglio 1986, n. 1985, n. 312, convertito, con modificazioni, dalla L. 8 agosto 1985, n. 431, ai piani di disinquinamento di cui all'articolo 7, L. 8 luglio 1986, n. 349 ed ai piani generali di bonifica, pertanto i relativi contenuti e conclusioni sono da considerarsi integrativi e modificativi rispetto agli 349 ed ai piani generali di bonifica, pertanto i relativi contenuti e conclusioni sono da considerarsi integrativi e modificativi rispetto agli strumenti di pianificazione e/o programmazione sottoordinati quali per es. il PRRA e il Piano d’ambito.strumenti di pianificazione e/o programmazione sottoordinati quali per es. il PRRA e il Piano d’ambito.

La differenziazione può essere fatta inoltre per tipologia d’intervento in: misure di regolamentazione sulle determinanti (cause generatrici La differenziazione può essere fatta inoltre per tipologia d’intervento in: misure di regolamentazione sulle determinanti (cause generatrici teoriche quali: centri abitati, agrizootecnia, insediamenti industriali), misure di riduzione delle pressioni (cause generatrici effettive quali: teoriche quali: centri abitati, agrizootecnia, insediamenti industriali), misure di riduzione delle pressioni (cause generatrici effettive quali: scarichi di reflui, prelievi idrici), misure che agiscono sullo squilibrio ambientale o sull’impatto conclamato (es. bonifiche ambientali).scarichi di reflui, prelievi idrici), misure che agiscono sullo squilibrio ambientale o sull’impatto conclamato (es. bonifiche ambientali).

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Programma di misure e linee generali di intervento Programma di misure e linee generali di intervento

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L'analisi Economica del PTAL'analisi Economica del PTA

Scenari di InterventoScenari di Intervento

Al fine di verificare quale debba essere l’entità della riduzione dei carichi effettivi ai corsi d’acqua per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, Al fine di verificare quale debba essere l’entità della riduzione dei carichi effettivi ai corsi d’acqua per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, sono stati ipotizzati degli scenari che stimano i benefici ottenibili in termini di miglioramento della qualità della risorsa idrica (espressi in termini sono stati ipotizzati degli scenari che stimano i benefici ottenibili in termini di miglioramento della qualità della risorsa idrica (espressi in termini di efficacia nel raggiungimento degli obiettivi di qualità prefissati) conseguente all’attuazione di determinate misure. di efficacia nel raggiungimento degli obiettivi di qualità prefissati) conseguente all’attuazione di determinate misure.

L’analisi economica permette di stimare, in termini quantitativi, le conseguenze derivanti dalle scelte strategiche di ripartizione delle risorse idriche L’analisi economica permette di stimare, in termini quantitativi, le conseguenze derivanti dalle scelte strategiche di ripartizione delle risorse idriche disponibili per i diversi utilizzi. La scelta di allocare risorse in un determinato comparto può comportare importanti ricadute sull’economia locale, disponibili per i diversi utilizzi. La scelta di allocare risorse in un determinato comparto può comportare importanti ricadute sull’economia locale, generando effetti a diversi livelli (maggiori introiti laddove sono state allocate le risorse e un mancato guadagno laddove le risorse non sono state generando effetti a diversi livelli (maggiori introiti laddove sono state allocate le risorse e un mancato guadagno laddove le risorse non sono state allocate). allocate).

Nell’ambito della documentazione concernente le modalità di attuazione della Direttiva CE 2000/60, è stato elaborato un quadro concettuale di Nell’ambito della documentazione concernente le modalità di attuazione della Direttiva CE 2000/60, è stato elaborato un quadro concettuale di riferimento per la corretta interpretazione di un’analisi economica. Tale quadro fornisce indicazioni utili per la comprensione del significato di riferimento per la corretta interpretazione di un’analisi economica. Tale quadro fornisce indicazioni utili per la comprensione del significato di un’analisi economica all’interno di un Piano di Tutela, poiché esso risulta, per molti aspetti, concorde con lo spirito della Direttiva. un’analisi economica all’interno di un Piano di Tutela, poiché esso risulta, per molti aspetti, concorde con lo spirito della Direttiva.

L’analisi economica rappresenta un supporto al processo di pianificazione e si sviluppa nelle seguenti fasi:L’analisi economica rappresenta un supporto al processo di pianificazione e si sviluppa nelle seguenti fasi:

1) Analisi del quadro conoscitivo (uso della risorsa idrica, tendenze a medio e lungo termine di domanda e offerta di risorsa, trend dei principali 1) Analisi del quadro conoscitivo (uso della risorsa idrica, tendenze a medio e lungo termine di domanda e offerta di risorsa, trend dei principali fattori di pressione, modalità di copertura dei costi dei servizi idrici). fattori di pressione, modalità di copertura dei costi dei servizi idrici).

2) Analisi del possibile ritardo o del rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi di Piano (identificazione dei corpi idrici per i quali sussiste il 2) Analisi del possibile ritardo o del rischio di mancato raggiungimento degli obiettivi di Piano (identificazione dei corpi idrici per i quali sussiste il rischio di non rispettare gli obiettivi); rischio di non rispettare gli obiettivi);

3) Valutazione economica dei piani, in termini di analisi costi-efficacia o analisi costi-benefici; 3) Valutazione economica dei piani, in termini di analisi costi-efficacia o analisi costi-benefici;

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