piani assistenziali giulianini

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  • 5/23/2018 .Piani Assistenziali Giulianini

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    P.P.S DIABETE MELLITOIl diabete ha conseguenze fisiche, sociali, ed economiche a volte devastanti su chi ne affetto. I principali obiettivi peril trattamento di questa malattia sono: il controllo della glicemia e la prevenzione di complicanze acute e croniche.

    EPIDEMIOLOGIA

    La prevalenza del tipo 1 in Italia tra lo 0,4 e l1 per mille. Il diabete di tipo 2 in continua crescita a causadellaumento dellobesit e della sedentariet. Inizialmente asintomatico per cui la prevalenza stimata intorno al 3-

    4%, mentre indagini mirate forniscono percentuali sensibilmente pi elevate, del 611%. Incidenza: Tra gli 014 anni 10 su 100.000 Tra 1529 7 su 100.000 Dai 55 anni in su, una persona su 5 ha il diabete

    FATTORI DI RISCHIO

    Storia familiare di diabete Obesit Gruppo etnico/razziale Et Intolleranza al glucosio o alterata tolleranza al glucosio Ipertensione Colesterolo HDL Storia di diabete gestazionale

    DIAGNOSTICA

    Glicemia > 126 mg/dl a digiuno da 8 ore, oppure glicemia >200 mg/dl, misurata casualmente pi volte al giorno.

    CLASSIFICAZIONE DEL DIABETE

    Esistono vari tipi di diabete: Tipo 1: causato da uninsufficiente produzione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas, distrutte da

    un processo autoimmune (lorganismo produce anticorpi diretti contro i propri tessuti). Si manifesta in formaacuta, il paziente magro e sotto i 30 anni. Il trattamento prevede: controlli frequenti di glicemia, somm.ne diinsulina, liquidi ed elettroliti, dieta ed attivit fisica. Complicanza acuta: chetoacidosi diabetica

    Tipo 2: causato da una resistenza allinsulina e da una ridotta secrezione dellormone stesso. Si manifesta informa cronica e il paziente si presenta obeso con et superiore ai 30 anni. Il trattamento inizialmente prevedeuna dieta e attivit fisica. Successivamente se i precedenti non sono sufficienti al controllo vengono somm.tiipoglicemizzanti orali e a volte anche insulina. Complicanza acuta: sindrome iperosmolare non chetonica.

    Diabete gestazionale: unintolleranza al glucosio che insorge durante la gravidanza. Il trattamento prevededieta e monitoraggio glicemico, a volte anche somm.ne di insulina

    MANIFESTAZIONI CLINICHE

    Abbondante produzione di urine (poliuria) Aumento della sete (polidipsia) Aumento dellappetito (polifagia), causata dalla demolizione di grassi e proteine Affaticamento e debolezza Alterazione della vista Formicolio o perdita della sensibilit delle mani e dei piedi Cute secca Lenta guarigione di ferite o ulcere Infezioni ricorrenti Nausea, vomito e dolori addominali, solo nel tipo 1COMPLICANZE

    ACUTE: ipoglicemia, chetoacidosi diabetica, coma iperosmolare iperglicemico non chetosicoCRONICHE: infezioni, vasculopatia, neuropatia, retinopatia, nefropatia

    IPOGLICEMIASi verifica quando la concentrazione ematica di glucosio < a 50-60 ml/dl, pu essere causata dalla somm.ne didosi eccessive di insulina o di ipoglicemizzanti orali, da unalimentazione insufficiente da un eccesso di attivitfisica. I sintomi dellipoglicemia possono essere raggruppati in:

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    se lipoglicemia lieve labbassamento dei livelli di glucosio stimola il sistema nervoso simpatico, laliberazione di adrenalina causa sintomi quali: sudorazione, tremore, tachicardia, palpitazioni, nervosismo eaumento dellappetito

    se lipoglicemia modesta il tessuto nervoso cerebrale soffre per la scarsit di apporto nutrizionale, simanifestano: incapacit di concentrazione, cefalea, giramenti di testa, confusione, deficit di memoria,insensibilit delle labbra e della lingua, difficolt nella parola, mancanza di coordinazione, alterazionistato emotivo, comportamenti aggressivi, sonnolenza

    se lipoglicemia grave le funzioni del SNC sono compromesse a tal punto che il paziente necessitadellassistenza di unaltra persona per il trattamento. I sintomi includono: disorientamento, convulsioni,difficolt a svegliarsi, perdita di coscienza

    CHETOACIDOSI DIABETICACausata dalla mancanza o dalla grave insufficienza di insulina rispetto al fabbisogno dellorganismo. Le principalicaratteristiche sono:

    disidratazione perdita elettroliti acidosi

    Le principali cause della chetoacidosi diabetica sono: riduzione del dosaggio di insulina o mancata somm.ne altre patologie o stati infettivi diabete non diagnosticato o non trattato

    In caso di deficit di insulina la quantit di glucosio che entra nelle cellule ridotta e la produzione epatica aumenta;entrambi sono causa di iperglicemia. A questultima fa seguito, lescrezione renale di glucosio con acqua edelettroliti. Leccessiva produzione di urine causa disidratazione e perdita di elettroliti. Il deficit di insulina causaanche la demolizione dei lipidi in glicerolo e acidi grassi liberi, questi ultimi nel fegato vengono trasformati incorpi chetonici; in assenza dellinsulina che ne regola la produzione, queste sostanzeacide si accumulano in circolocausando acidosi metabolica.

    La carenza di insulina si verifica con iperglicemia e aumento della demolizione dei grassi; per quanto riguardaliperglicemia causa poliuria conseguente disidratazione che porta ad aumento della sete. Il paziente pu accusaredisturbi della vista, debolezza e cefalea. Invece per laumento della demolizione dei grassi abbiamo: aumento

    produzione acidi grassi con conseguente liberazione dei corpi chetonici (respiro acetonico), questo porta ad acidosied aumento della frequenza respiratoria. Alla chetoacidosi si associano sintomi gastrointestinali quali: anoressia,nausea, vomito e dolori addominali.

    COMA IPEROSMOLARE IPERGLICEMICO NON CHETOSICO una condizione grave in cui abbiamo iperglicemia e iperosmolarit, la causa biochimica la resistenza allinsulina.La persistente iperglicemia causa diuresi osmotica con perdita di acqua ed elettroliti. Alla glicosuria edisidratazione si associano ipernatriemia e aumento dellosmolarit. Questa complicanz a si manifesta nei soggettidi et avanzata che non hanno mai sofferto di diabete o hanno una forma lieve di diabete tipo 2, lo sviluppo dellacomplicanza pu dipendere da una patologia acuta, dallassunzione di farmaci che possono provocare deficit diinsulina e dallesecuzione di procedure terapeutiche (dialisi). In questa sindrome linsulina non sufficiente a

    prevenire liperglicemia, ma sufficiente ad evitare la demolizione dei lipidi. Le manifestazioni clinichecomprendono: ipotensione, profonda disidratazione, tachicardia, segni neurologici di vario tipo.

    PIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)

    Nella fase dellaccertamento si far unaccurata anamnesi del paziente facendo riferimento ai fattori di rischio e allemanifestazioni cliniche proprie del diabete.

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Paura correlata alla diagnosi di diabete, alle complicanze acute o croniche e alle iniezioni di insulina, che si

    manifesta con pianto e chiusura in se stessi.

    Interventi: ridurre lansia con un approccio empatico e di relazione daiuto, sostegno emotivo e tecniche di

    rilassamento spiegare la patologia, segni e sintomi,fattori di rischio, complicanze e trattamento coinvolgere familiari ed amici nella spiegazione e nello svolgimento dellassistenza

    Rischio di coping inefficace correlato alla malattia cronica, al regime della cura di s e a futuro incerto.

    Interventi:

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    invitarlo a partecipare alla pianificazione assistenziale incoraggiarlo ad unirsi a gruppi di sostegno identificare strategie di coping che hanno avuto successo in passato fornire opuscoli informativi sul diabete

    Nutrizione superiore al fabbisogno, correlata ad eccessiva assunzione rispetto al consumo per le attivit, deficit diconoscenza o coping inefficacie.

    Interventi: cambiamento stile di vita pianificazione di una dieta insieme al professionista (tipo 2 primo obiettivo)

    Rischio di lesione, correlato a grave episodio di ipoglicemia, diminuzione della vista e della sensibilit tattile.

    Interventi: monitoraggio glicemico (pasti programmati, zollette di zucchero, cartellino identit) insegnare le manovre per trattare lipoglicemia (glucagone)

    Rischio di alterazione del modello di sessualit (uomo) correlato a problemi erettivi secondari a neuropatiaperiferica.

    Rischio di disfunzione sessuale (donna) correlato a frequenti problemi urogenitali, agenti stressanti e infezioni.

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze e del trattamento e del follow-up.Interventi:

    educazione al paziente: definizione di diabete mellito, modalit di trattamento, riconoscimento,trattamento, prevenzione delle complicanze acute e croniche, insegnare lautoassistenza

    TRATTAMENTOLobiettivo del trattamento del diabete il raggiungimento di livelli di glucosio normale senza provocareipoglicemia e senza alterare lo stile di vita e lattivit del paziente. Il trattamento prevede:

    Dieta Attivit fisica

    Controllo dei parametri significativi (monitoraggio della glicemia, emoglobina glicosilata, concentrazionedi glucosio nelle urine, presenza di corpi chetonici nelle urine) Terapia farmacologia (insulina e ipoglicemizzanti orali) Educazione del paziente (educazione di base, approfondimento, educazione permanente; acquisite nel

    corso della vita in modo informale e formale)

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    P.P.S. INFARTO MIOCARDICOSi parla di infarto del miocardio riferendosi al processo di necrosi cellulare del tessuto miocardio, solitamente causato da una riduzione del flusso ematico in unarteria coronaria e alla completa occlusione di unarteria da partedi un embolo e trombo. Altre possibili cause sono vasocostrizione improvvisa di una coronaria, il ridotto apporto diossigeno.Inizialmente quando il fabbisogno cellulare di ossigeno non soddisfatto si sviluppa unischemia; con il tempo lacarenza di ossigeno provoca un infarto e quindi necrosi cellulare. Il primo sintomo di un infarto un dolore

    toracico che insorge improvvisamente e persiste nonostante il riposo e la somm.ne di farmaci. Il paziente puessere ansioso e irrequieto con cute fredda pallida e umida. La frequenza cardiaca e respiratoria possono aumentare.La diagnosi di infarto si basa sulla storia del decorso d ella malattia attuale, sullECG e sui risultati di esami dilaboratorio (enzimi cardiaci).

    EPIDEMIOLOGIA

    Principale causa di morte nella popolazione adulta dei paesi occidentali con circa il 30% di decessi, la met deiquali prima del ricovero. Tra i pazienti ospedalizzati la mortalit del 7-15% durante lospedalizzazione e di unaltro 7-15% nellanno successivo.

    FATTORI DI RISCHIO

    Obesit, aumenta la resistenze periferiche e il lavoro cardiaco Fumo, altera il livello di lipidi e compromette il trasporto di ossigeno Dieta ricca di grassi e sodio, contribuisce alla formazione di placche nelle arterie ed un eccessivo apporto

    di sodio aumentala ritenzione idrica Stile di vita sedentario, porta ad avere una scarsa circolazione collaterale Alcol, potente vasodilatatore, la successiva vasocostrizione aumenta il lavoro cardiaco Ipertensione, contribuisce allarteriosclerosi Contraccettivi orali, alterano la coagulazione del sangue, la funzione piastrinica, e lattivit fibrinolitica Diabete

    DIAGNOSTICA

    Storia del decorso della malattia attuale ECG per identificare larea colpita e levoluzione dellinfarto ECOCARDIO per valutare la funzionalit cardiaca (ventricolare) ESAMI LAB. Enzimi cardiaci: CK (creatina-chinasi) LDH (lattico-deidrogenasi), mioglobina, troponina

    (proteina del miocardio)

    COMPLICANZE

    ARITMIE: il tessuto ischemico elettricamente instabile provoca aritmie, cio ritmo e frequenza cardiaca instabili.SHOCK CARDIOGENO si manifesta con diminuzione del volume di eiezione e della gittata cardiaca. Percompensare questo deficit ed aumentare il livello di ossigeno nel sangue, lorganismo aumento la FC e FR,diminuendo la circolazione a livello degli arti.SCOMPENSO CARDIACO CONGESTIZIO: lischemia miocardica riduce la capacit del ventricolo sinistro di

    pompare sangue diminuendo la gittata cardiaca a aumentando la congestione vascolare polmonare, determinandolingresso di liquidi nel tessuto polmonareTROMBOEMBOLIAPERICARDITE

    TAMPONAMENTO CARDIACO/ROTTURA CUORE: il primo dovuto ad un accumula di liquidi in eccessonello spazio pericardio, provocando compromissione della funzionalit cardiaca e diminuzione della gittatacardiaca. Il secondo invece si verifica perch i leucociti rimuovono il tessuto necrotico assottigliando la paretemiocardicaDIFETTI STRUTTURALI: aneurisma ventricolare, difetto del setto ventricolare, rottura dei muscoli papillari.

    PIANO ASSISTENZIALEACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)Linfermiere compie una valutazione per ottenere informazioni di base sulle condizioni del paziente in modo chequeste alterazioni vengano prontamente rilevate, egli compie unanamnesi accurata in relazione alla descrizione deisintomi: dolore toracico, dispnea, palpitazioni, sincope e sudorazione. Ogni sintomo deve essere considerato infunzione del momento in cui si manifesta, della durata e dei fattori che ne facilitano la scomparsa; inoltre

    unaccurata visita fondamentale per rilevare eventuali complicanze.DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTIAnsia e paura, correlata a situazione sconosciuta e a effetti negativi sullo stile di vita, paura della morte e

    possibile disfunzione sessuale, che s manifesta con pianto e chiusura in se stessi.

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    Interventi: ridurre lansia con un approccio empatico e di relazione daiuto, sostegno emotivo e tecniche di

    rilassamento spiegare la patologia, segni e sintomi,fattori di rischio, complicanze e trattamento coinvolgere familiari ed amici nella spiegazione e nello svolgimento dellassistenza

    Lutto, correlato a perdite reali o percepite secondarie a condizine cardiaca che si manifesta con isolamento e di

    munizione dellappetito.Interventi: Fare esprimere al cliente le proprie emozioni Promuovere lelaborazione del lutto in relazione alle sue risposte Promuovere i rapporti familiari

    Dolore acuto, correlato a ischemia del tessuto cardiaco ce si manifesta con agitazione.

    Interventi: istruire il paziente a riferire qualsiasi episodio di dolore somm.re analgesici su prescrizione medica una volta passata la fase acuta del dolore, spiegarne le cause e possibili fattori spiegare e aiutare a mettere in atto misure alternative di controllo del dolore (posizionamento, distrazione,

    massaggio, esercizi di rilassamento)

    Intolleranza allattivit correlata a ossigenazione insufficiente per le attivit di vita quotidiana secondaria a

    ischemia tessutale cardiaca, immobilit prolungata, narcotici o altri farmaci.

    Interventi: aumentare ad ogni turno lattivit del paziente monitoraggio parametri vitali cercare di migliorare la qualit e di aumentare la quantit dei periodi di riposo e sonno del paziente insegnare al paziente a risparmiare le energie durante le attivit di vita quotidiana

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia dellinfarto miocardio usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze insegnare modalit di trattamento e autoassistenza

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    BPCO (brocopneumopatia cronica ostruttiva)Con il termine BPCO si fa riferimento ad un insieme di malattie che provocano ostruzione delle vie aeree; essecomprendono: la bronchite cronica, lenfisema polmonare, la bronchiectasia e lasma bronchiale. Lostruzione delflusso daria una condizione irreversibile e pu essere associata a ipereattivit delle vie aeree. Questa riduce lacompliance in base alla malattia sottostante. Nelle bronchiti croniche leccessivo accumu lo di muco e secrezioni

    blocca la vie aeree. Nellenfisema, lalterato scambio gassoso risulta dalla distruzione delle pareti degli alveoli.Nellasma invece, le vie aeree ristrette e infiammate ostruiscono il flusso dellaria.

    BRONCHITE CRONICADefinita come la presenza di una tosse produttiva che dura tre mesi allanno per due anni consecutivi. Il fumo disigaretta il fattore di rischio principale, si aggiungono anche: linalazione passiva di fumo, l inquinamentodellaria e lesposizione occupazionalea sostanze pericolose presenti nellaria.Il fumo e altri agenti inquinanti irritano le vie aeree dando luogo ad una ipersecrezione di muco e infiammazione;questa irritazione causa unipertrofia delle ghiandole secretici di muco, un iperplasia delle cell ule caliciforme, la

    perdita delle ciglia e un aumento di produzione del muco che provoca ostruzione e restringimento bronchiale. Glialveoli adiacenti ai bronchioli sono danneggiati e per questo si verifica unalterata funzione dei macrofagi alveolari.Come risultato il paziente pi suscettibile nel tratto respiratorio, con il tempo si verificano alterazioni polmonariirreversibili con enfisema e bronchiectasia.I sintomi sono: tosse cronica e produttiva nei mesi invernali.

    BRONCHIECTASIE una dilatazione cronica dei bronchi e dei bronchioli che pu essere causata da: infezioni polmonari o ostruzionedel bronco, aspirazione di corpi estranei, di vomito o altro materiale dalle vie respiratorie superiori, pressioneestrinseca esercitata da tumori, vasi sanguigni dilatati e linfonodi ingrossati.Il processo infiammatorio associato alle infezioni polmonari danneggia la parete bronchiale provocando la perditadella sua struttura e producendo un espettorato denso che pu ostruire i bronchi. Le pareti vengono dilatate in modo

    permanente da una tosse severa. Le bronchiectasie sono localizzate e colpiscono un lobo o un segmento deipolmoni. Con il tempo il paziente sviluppa uninsufficienza respiratoria con ridotta capacit vitale, diminuitaventilazione e un aumento del rapporto del volume residuo rispetto al capacit polmonare totale.I sintomi comprendono: la tosse cronica e la produzione di espettorato purulento, emottisi, dita a bacchetta ditamburo a causa dellinsufficienza respiratoria e ripetuti episodi di infezione polmonare.

    ENFISEMA POLMONARE

    un quadro non uniforme di dilatazione anormale permanente degli spazi daria distalmente ai bronchioliterminali, con distruzione degli alveoli. La funzione polmonare danneggiata in modo irreversibile. Il fumo la

    principale causa dellenfisema. Ci sono numerosi fattori che causano ostruzione delle vie aeree: infiammazione,gonfiore della mucosa bronchiale, eccessiva produzione di muco, perdita dell elasticit delle vie aeree, collasso dei

    bronchioli e ridistribuzione degli alveoli funzionali.Man mano che le pareti degli alveoli vengono distrutte la superficie alveolo-capillare diminuisce, provocando unaumento dello spazio morto e unalterata diffusione dellossigeno che provoca ipossiemia. Mentre le paretialveolari continuano a rompersi si riduce il letto dei capillari polmonari;il flusso ematico polmonare aumenta e ilventricolo dx costretto a mantenere una pi elevata pressione sanguigna nellarteria polmonare. Si crea cos unoscompenso cardiaco della parete dx. Esistono due tipi di enfisema: panlobulare in cui si verifica una distruzione del

    bronchiolo respiratorio del dotto alveolare e degli alveoli. Si evidenzia un torace ipergonfio (torace a botte), unamarcata dispnea sottosforzo e calo ponderale; centrolobulare, i cambiamenti patologici hanno luogo nel centro dellobulo secondario, ci provoca cianosi, edema periferico e insufficienza respiratoria. Il paziente sottoposto a

    terapia diuretica. I pazienti con enfisema di solito hanno una storia di fumo di sigaretta e aumentata dispnea;questultima contribuisce allo sviluppo di anoressia, perdita di peso debolezza e inattivit. Vi un aumento di tosse,escreato purulento, sibili e occasionalmente febbre.

    ASMA una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che determina: iperesponsivit, edema della mucosa e

    produzione di muco. Questa infiammazione porta a episodi di sintomi asmatici: tosse, rigidit toracica, starnuti edispnea. Pu iniziare a qualunque et. Lesposizione cronica a irritanti o a llergeni aumenta il rischio di svilupparelasma.Linfiammazione che porta ad ostruzione provocata da fattori quali: gonfiore delle membrane che rivestono i

    bronchi, riduzione del diametro delle vie aeree, contrazione della muscolatura liscia bronchiale che circonda le vieaeree che causa restringimento, un aumentata secrezione di muco che diminuisce il calibro delle vie aeree eostruisce i bronchi. Si verifica un ingrossamento del muscolo bronchiale e delle ghiandole mucose con produzione

    di un espettorato denso ed iperestensione degli alveoli. Le cellule che giocano nellinfiammazione dellasma sonole mastcellule, neutrofili e eosinofili e linfociti. Le mastcellule quando attivate rilasciano sostanze chimiche dettemediatori, queste perpetuano la risposta infiammatoria causando aumentato afflusso ematico, vasocostrizione,fuoriuscita del liquido dai vasi, attrazione dei globuli bianchi nellaria e broncocostrizione.

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    I tre sintomi pi comuni sono: tosse, dispnea e sibili respiratori. Gli attacchi dasma si verificano pi spesso di notteprobabilmente collegabili a variazioni del ritmo circadiano. Si pu verificare anche una rigidit toracicageneralizzata.

    EPIDEMIOLOGIA

    45 anni 4 su 100 malato > 85 aumenta notevolmente

    no differenze tra M e FFATTORI DI RISCHIO

    Esposizione a fumo di tabacco Fumo passivo Esposizione occupazionale Inquinamento ambientale dellaria Anomalie genetiche, da parte di un enzima inibitore che reagisce alla distruzione del tessuto polmonare

    DIAGNOSTICASPIROMETRIAEGARX TORACE

    MANIFESTAZIONI CLINICHE

    La BPCO caratterizzata da dispnea, tosse e respirazione difficile.

    COMPLICANZE

    Ipossiemia Scompenso cardiaco dx Insufficienza respiratoria Atelectasia Polmonite PNX Enfisema sottocutaneo

    Ipertensione polmonareTRATTAMENTO

    Nel trattamento possiamo includere: luso di broncodilatatori inalati usati per ottenere unazione diretta dibroncodilatazione delle vie aeree, somm.ti regolarmente durante il giorno o al bisogno. Lossigenoterapiadetermina un miglioramento della qualit di vita e della sopravvivenza. La riabilitazione polmonare viene usata percompletare le cure standard e alleviare i sintomi ottimizzando lo stato funzionale e migliorando la qualit di vita del

    paziente. condotta da un operatore sanitario specialista.

    PIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)La raccolta dati comporta: la valutazione dei sintomi presenti e le manifestazioni patologiche presenti

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Liberazione inefficacie delle vie aeree correlata a secrezioni eccessive e dense che si manifesta con riduzione della

    saturazione e cianosi.

    Interventi: Istruire il paziente sui metodi appropriati di tosse controllata: respirando profondamente e lentamente,

    respirazione diaframmatica (perch riduce la FR e aumenta la ventilazione alveolare) Insegnare al paziente misure idonee per ridurre la viscosit delle secrezioni mantenendo unidratazione

    adeguata ed unadeguata umidit dellaria inspirata (bere 2,5-3,5 lt di acqua al gg) Incoraggiare o garantire unadeguata igiene orale dopo la tosse

    Intolleranza allattivit correlata a ossigenazione inadeguata per lattivit ed affaticamento che si manifesta con

    riduzione dei PV.

    Interventi: Spiegare al paziente le attivit e i fattori che aumentano il fabbisogno di ossigeno (fumo, T estreme,

    stress, peso eccessivo) e suggerire misure su come conservare lenergia Aumentare gradualmente le attivit di vita quotidiana

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    Insegnare tecniche efficaci di respirazione Continuare a somm.re ossigenoterapia se necessario, perch migliora lintolleranza allattivit Valutare lo stato nutrizionale del paziente e insegnare strategie per migliorarlo (una dieta ricca di

    carboidrati causa una maggior produzione di CO2, mentre unin troduzione ridotta determina un deficitenergetico; questo causa malnutrizione e perdita di massa muscolare, responsabili di una minor forzamuscolare e diaframmatici.

    Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento che si manifesta con aumento della FC e FR.Interventi: Garantire un ambiente calmo e tranquillo Offrire aiuto per le azioni da compiere durante gli episodi di dispnea Incoraggiare il paziente a usare tecniche di respirazione nei momenti di ansia

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia dellBPCO usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze insegnare modalit di trattamento e autoassistenza (cessazione del fumo)

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    CIRROSI EPATICA caratterizzata dalla sostituzione del tessuto epatico normale con tessuto fibrotico che altera la struttura del fegatoe la sua funzione. Ci sono tre tipi di cirrosi: cirrosi alcolica frequentemente dovuta ad alcolismo cronico; cirrosi

    post-necrotica come risultato tardivo di una pregressa epatite virale acuta; cirrosi biliare che deriva da formecroniche di ostruzione e infezioni biliari. La cirrosi coinvolge le aeree portali e periportali del fegato, questediventano sede di infiammazione e i dotti biliari sono occlusi da bile addensata e pus. Si osserva lo sviluppo di untessuto composto da dotti biliari neoformati non collegati e circondati da tessuto cicatriziale.

    MANIFESTAZIONI CLINICHE

    I sintomi sono: febbre e ittero intermittente, incapacit del fegato di sintetizzare proteine, fattori della coagulazionee altre sostanze, e dallipertensione portale.

    COMPLICANZE

    Emorragia Tossicit da farmaci Insufficienza renale

    TRATTAMENTO

    Si prescrivono antiacidi per diminuire i disturbi gastrici e minimizzare la possibilit di emorragia gastrointestinale.Assunzione di vitamine e integratori alimentari promuovono la risoluzione del danno cerebrale e migliorano lo

    stato nutrizionale. Diuretici risparmiatori di potassio possono diminuire lascite e ridurre le alterazionidellequilibrio idroelettrolitico. Una dieta bilanciata e lastensione dalluso di alcol sono essenziali.

    PIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO(RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)Si basa sullinsorgenza dei sintomi, sulla storia dei fattori precipitanti: abuso di alcol, cambiamenti della dieta,fisici e mentali del paziente. Si valutano le esposizioni ad agenti tossici connessi con le attivit lavorative,lesposizione a farmaci potenzialmente epatotossici o ad anestetici generali.

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Nutrizione alterata inferiore al fabbisogno correlata ad anoressia, ad alterato metabolismo delle proteine dei

    grassi, del glucosio e della riserva vitaminica (A, C ,K, D, E) che si manifesta con diminuzione del peso corporeo.

    Interventi: Gestione della nutrizione, assistenza di una dieta bilanciata nellassunzione di cibo e liquidi.

    o pasti piccoli e frequenti perch lascite riduce la capacit dellapparato digerenteo evitare liquidi unora prima e dopo i pasti in quanto la sovradistensione dello stomaco

    diminuirebbe lappetitoo dieta: adeguata quantit di proteine, calorie, vitamina B12, acido folico, tiamina, ferro per

    compensare la diminuzione del metabolismo e del deposito di vitaminico dovuta al danno acarico del tessuto epatico

    o limitare cibi e bevande ad alto contenuto lipidicoo spiegare i rischi legati allassunzione di alcol, in quanto tossico per il fegato e diminuisce

    lappetito mantenere unadeguata igiene orale prima e dopo i pasti

    Eccesso di volume dei liquidi correlato a ipertensione portale e ritenzioni di sodio che si manifesta con oliguria.

    Interventi: incoraggiare il paziente a diminuire lapporto di sale ricco di sodio che potrebbe contribuire alla

    formazione di edemi adottare misure idoneo per prevenire le lesioni, in quanto la cute edematosa tesa e facilmente soggetta a

    lesione

    Dolore acuto, correlato ad ascite e ad epatomegalia che si manifesta con aumento PV ed agitazione.

    Interventi: gestione del dolore e somm.ne analgesici

    Diarrea, correlata a eccessiva secrezione lipidica nelle feci secondaria a disfunzione epatica che si manifesta con

    dolori addominali e crampi.

    Interventi:

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    aiutare la persona ad identificare gli elementi stressanti che contribuiscono alla diarrea gestione della diarrea: valutare il contenuto nutrizionale delle entrate registrate, monitorare la cute

    nellarea perianale per ricercare segni di irritazioni e ulcerazioni, educare la persona sul corretto uso deifarmaci antidiarroici, insegnare alla persona le tecniche di riduzione dello stress in modo appropriato

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segnie sintomi di complicanze, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia della cirrosi epatica usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze insegnare modalit di trattamento e autoassistenza (cessazione del fumo)

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    EPATITE VIRALELepatite virale uninfezione virale sistemica caratterizzata da necrosi e infiammazione del fegato. Esistonocinque tipi diversi di epatite: A, B, C, D, E. Le epatiti A e E sono simili per la modalit di trasmissione, mentre leepatiti B, C e D hanno molte caratteristiche simili. Questa patologia di facile trasmissione, elevata morbilit e haun notevole impatto economico e sociale.

    EPATITE A

    O epatite infettiva. Si trasmette per via oro-fecale con lingestione di cibi o bevande infette a causa di scarsa igiene,contatto tra mani-bocca. Di norma questa infezione si risolve, ma pu recidivare. Per la prevenzione esiste ilvaccino.MANIFESTAZIONI CLINICHEDi solito i pazienti sono senza ittero, ma pu comparire in seguito. Gli altri sintomi sono: febbre lieve, anoressia,urine di colore scuro, dispepsia, dolore epigastrico, nausea, bruciore di stomaco, flatulenza e forte avversione algusto e al fumo di sigaretta. Questi sintomi spariscono quando littero raggiunge il suo massimo.TRATTAMENTOIl trattamento prevede: istruzioni specifiche riguardanti la dieta, il riposo, il controllo di parametri ematici,limportanza di non bere alcolici e le misure igieniche personali(pulizia delle mani) e ambientali (cibo e acqua noncontaminati).

    EPATITE B

    Si trasmette attraverso il sangue, la saliva, il liquido seminale, nelle secrezioni vaginali, le membrane mucose eattraverso le lesioni cutanee. La maggior parte di questo tipo di epatite guarisce in 6 mesi. In pochi casi diventacronica portando il paziente a cirrosi epatica e a carcinoma epatocellulare. La prevenzione utile per proteggere le

    persone a rischio elevato mediante immunizzazione attiva con il vaccino dellepatite B e attuare limmunizzazionepassiva per le persone senza protezione esposte al virus dellepatite BFATTORI DI RISCHIO

    frequente esposizione a sangue, emoderivati o altri liquidi biologici emodialisi attivit omosessuale e bisessuale in individui maschi abuso di droghe per via endovenosa stretto contatto con portatori di HBV viaggi o residenza in aree in cui le condizioni sanitarie non sono soddisfacenti contatto con partner sessuali multipli ricevimento di sangue o emoderivati

    MANIFESTAZIONI CLINICHEI sintomi sono molto simili allepatite A. Come: artralgia, esantemi, perdita dellappetito, dispepsia, doloriaddominali, malessere, debolezza, ittero (pi o meno evidente), feci chiare, urine scure. Il fegato, la milza e ilinfonodi cervicali possono essere dolenti o ingrossati.TRATTAMENTOFarmaci come interferone alfa, riposo a letto, non consumare alcoliciValutare gli aspetti psicosociali della patologia, gli effetti dellisolamento e della separazione dai familiari e dagliamici durante la fase acuta e infettiva. necessario pianificare misure speciali per ridurre al minimo le alterazionidelle percezioni sensoriali. La pianificazione terr conto delle esigenze dei familiari del paziente cercando di

    predisporre misure che riducano, oltre a quelle del paziente, le loro paure e ansie circa la diffusione della malattia.Altro compito importante promuovere lassistenza domiciliare e di comunit a causa del lungo periodo di

    convalescenza.EPATITE C

    Si trasmette attraverso lemotrasfusione, i rapporti sessuali, condivisione delle siringhe per liniezione endovenosadi droghe, punture dago accidentali, lesioni di altro tipo tra il personale sanitario. I sintomi sono simili a quellidellepatite B. se il paziente diviene portatore cronico aumenta il rischio epatopatia c ronica, cirrosi, cancro delfegato. Trattamento efficace combinazione di interferone e ribarivina; riposo, dieta e vitamine non producono alcun

    beneficio.

    EPATITE D

    Si verifica in alcuni casi di epatite B. solo i soggetti con epatite B sono a rischio di epatite D. questo tipo di epatite comune anche tra chi fa uso di droghe per via endovenosa, pazienti emodializzati e politrasfusi e i contattisessuali. I sintomi sono simili a quelli dellepatite B, ma i pazienti sono pi soggetti a epatiti fulminanti, epatite

    cronica e cirrosi

    EPATITE E

    Si trasmette per via oro-fecale, attraverso acqua contaminata. molto simile allepatite A

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    EPATITE G

    Ancora sconosciuta. I fattori di rischio sono simili allepatite C

    Altri tipi di epatiti sono: epatite non virale: causata da sostanze chimiche epatite tossica: causata da sostanze epatotossiche, farmaci epatite da farmaci: causata da manifestazioni di sensibilit a farmaci responsabile di insufficienza epaticafulminante (sindrome clinica caratterizzata dallo sviluppo improvviso di insufficienza epatica grave)

    COMPLICANZE

    encefalopatia porto-sistemica ipopotassiemia emorragia tossicit da farmaci insufficienza renale degenerazione epatica progressivaPIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAME

    OBIETTIVO)La raccolta dati comporta: la valutazione dei sintomi presenti e le manifestazioni patologiche presenti

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Rischio elevato di trasmissione di infezioni, correlato a natura contagiosa degli agenti virali.

    Interventi: per tutti i liquidi organici usare le precauzioni universali (D.P.I.) relative alle sostanze corporee usare tecniche appropriate per smaltire rifiuti, lenzuola, e liquidi corporei infetti e per pulire strumenti e

    superfici contaminate spiegare limportanza di frequenti lavaggi delle mani ai paziente, ai familiari, ai visitatori e al personale

    sanitario.

    Dolore acuto, correlato ad epatomegalia secondario a processo infiammatorio che si manifesta con aumento PVed agitazione.Interventi:

    gestione del dolore e somm.ne analgesiciNutrizione inferiore al fabbisogno,correlata ad anoressia, dolorabilit epigastrica e nausea che si manifesta con

    mancanza di appetito e calo ponderale.

    Gestione della nutrizione, assistenza di una dieta bilanciata nellassunzione di cibo e liquidi.o pasti piccoli e frequenti perch lascite riduce la capacit dellapparato digerenteo evitare liquidi unora prima e dopo i pasti in quanto la sovradistensione dello stomaco

    diminuirebbe lappetitoo dieta: adeguata quantit di proteine, calorie, vitamina B12, acido folico, tiamina, ferro per

    compensare la diminuzione del metabolismo e del deposito di vitaminico dovuta al danno a

    carico del tessuto epaticoo limitare cibi e bevande ad alto contenuto lipidicoo spiegare i rischi legati allassunzione di alcol, in quanto tossico per il fegato e diminuisce

    lappetito mantenere unadeguata igiene orale prima e dopo i pasti

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia della cirrosi epatica usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze e prevenzione. insegnare modalit di trattamento e autoassistenza

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    ICTUS CEREBRALE unimprovvisa perdita della funzione cerebrale causata dallinterruzione del flusso ematico a una parte delcervello, importante un trattamento precoce che permette una riduzione dei sintomi e del danno funzionale.Lictus diviso in due maggiori categorie: ischemico (85%) ed emorragico (15%). Il primo avviene generalmente acausa di:

    un trombo (coagulo ematico in un vaso sanguigno del cervello o del collo) un embolia cerebrale (un coagulo o altro materiale trasportato da unaltra parte del corpo al cervello) ischemia (diminuzione del flusso cerebrale in una zona del cervello)Il secondo invece causata da unemorragia cerebrale (rottura di un vaso sanguigno cerebrale con cons eguente

    emorragie nel tessuto cerebrale o negli spazi limitrofi) dovuta a: malformazioni arterovenose, rottura di unaneurisma, trauma, farmaci (anticoagulanti e amfetamine).In entrambi i casi il risultato uninterruzione del flusso ematico al cervello, che provoca una perdita dimovimento, pensiero, memoria, parola o sensazione, temporaneo o permanente.

    EPIDEMIOLOGIA

    Lictus la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, causando il 10% -12% di tutti idecessi per anno, rappresenta la principale causa dinvalidit e la seconda causa di demenza.Il tasso di prevalenzadi ictus nella popolazione anziana (et 65-84 anni) italiana pari al 6,5%, ed leggermente pi alto negli uomini.

    MANIFESTAZIONI CLINICHEUn ictus provoca una grande variet di deficit neurologici:

    defici nel campo visivo:o emianopsia omonima (perdita di met del campo visivo)o perdita della visione periferica (difficolt nella visione notturna e inconsapevolezza del contorno

    degli oggetti)o diplopia (visione doppia)

    deficit motorio emiparesi (debolezza viso, braccia, gambe dello stesso lato)o emiplegiao atassia (barcollamento, incapacit ad unire i piedi)o disartria (incapacit di strutturare le parole)o disfagia (difficolt di deglutizione)

    deficit sensorialio parestesia (localizzata nel lato opposto della lesione) si manifesta con torpore e prurito in alcune

    zone del corpo deficit verbali

    o afasia espressiva (incapacit di strutturare parole comprensibili)o afasia recettiva (incapacit di comprendere le parole dette)o afasia globale (combinazione di entrambi i tipi di afasia)

    deficit cognitivio perdita della memoria a breve e a lungo termineo diminuita durata dellattenzioneo indebolita capacit di concentrazioneo povert di ragionamento astrattoo giudizio alterato

    deficit emozionalio perdita di autocontrolloo labilit emotivao diminuita tolleranza alle situazioni stressantio depressione isolamentoo timore, ostilit e rabbia

    FATTORI DI RISCHIO

    Ipertensione Patologia cardiovascolare Coronaropatia Insufficienza cardiaca congestizia Ipertrofia ventricolare sn Aritmia Patologia reumatica Ipercolesterolemia

    http://localhost/var/www/apps/conversion/tmp/scratch_9/wiki/Demenzahttp://localhost/var/www/apps/conversion/tmp/scratch_9/wiki/Demenzahttp://localhost/var/www/apps/conversion/tmp/scratch_9/wiki/Demenza
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    Obesit Ematocrito basale alto Diabete Contraccettivi orali Tabagismo Abuso di sostanze stupefacenti Consumo di alcolDIAGNOSTICA

    TACRMNECGECOGRAFIA CAROTIDEA

    COMPLICANZE

    Ipossia cerebraleIpertensione endocranicaPolmoniti/atelectasia

    PIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)Durante la fase acuta, va tenuto un diario dellandamento neurologico del paziente in cui si registrano i seguenti

    parametri di valutazione infermieristica: Ogni cambiamento nel livello di coscienza o di risposta rilevato da movimenti, da resistenza ai

    cambiamenti di posizione, da risposte agli stimoli, orientamento spazio-temporale e interpersonale La presenza o lassenza di movimenti volontari o involontari delle estremit, il tono muscolare, la postura

    del corpo, la posizione della testa La rigidit o la flaccidit del collo Lapertura degli occhi, il diametro delle pupille e le reazioni pupillari alla luce, la posizione oculare Il colore del volto e delle estremit, la T e lumidit della pelle La qualit e il ritmo delle pulsazioni e della respirazione LEGA arteriosa, la T corporea e la pressione arteriosa La capacit di parlare Il volume dei liquidi ingeriti o somm.ti e il volume delle urine emesse ogni 24 ore La presenza di sanguinamento Il mantenimento della pressione entro i parametri desiderati

    Dopo la fase acuta linfermiere valuta lo stato mentale (memoria, attenzione, percezione, orientamento, affettivit,discorso-linguaggio),sensazioni-percezioni (in genere il paziente ha una diminuita consapevolezza del dolore edella T),controllo motorio (movimenti delle braccia e delle gambe),capacit di deglutizione, stato d idratazione enutrizionale, integrit cutanea, tolleranza allattivit e funzioni vescicale e intestinali.

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Compromissione della mobilit, correlata a emiplegia ed emiparesi secondario al danno di motoneuroni superiori

    che si manifesta con difficolt a muoversi nel letto e a compiere semplici esercizi.

    Interventi: insegnare al paziente ad eseguire esercizi degli arti non interessati almeno 4 volte al giorno eseguire esercizi passivi degli arti interessati 4 volte al giorno quando il paziente a letto fare in modo di mantenere lallineamento corporeo garantire un mobilizzazione progressiva:

    o mantenere la testata del letto ad un angolo di 30o aiutare il paziente a passare lentamente dalla posizione distesa a quella seduta e fargli muovere le

    gambe qualche minuto fuori dal letto prima di alzarlo

    Compromissione delle comunicazione verbale, correlato a disartria che si manifesta con incapacit di articolare le

    parole.

    Interventi: collaborare con il terapista del linguaggio fornire brevi e frequenti sedute cercando di inserirvi argomenti di interesse per il paziente garantire la privacy parlare lentamente e con tono normale

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    diminuire i rumori e le distrazioni incoraggiare il paziente a condividere le sue frustrazioni offrire al paziente la possibilit di prendere decisioni sullassistenza non forzarlo a comunicare ascoltare attentamente e non correggere gli errori insegnare al paziente tecniche idonee a migliorare il suo modo di parlare

    o istruirlo a parlare lentamente, con frasi brevio allinizio fargli domande a cui possa rispondere si o noo se il cliente in grado, incoraggiarlo a condividere i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni

    Rischio di lesione, correlato a deficit neurologici (campo visivo, motori, sensoriali) secondario ad ictus

    Interventi: adottare misure che riducono i rischi ambientali e aumentano la sicurezza

    o dirgli di usare il campanello per chiedere assistenzao mantenere il letto basso e can le spondine sollevateo mantenere privo di ostacoli il percorso verso il bagnoo illuminare tutte le zone che lo richiedonoo garantire la luce notturnao verificare la T dellacqua del bagnoo controllare gli arti per rilevare eventuali lesionio mantenere la pelle calda e asciutta ammorbidendola con lozioni emollientio consultare il fisioterapista per esercizi relativi allandaturao istruire il paziente ad indossare scarpe con suole antiscivoloo eliminare tappeti, sporco e disordineo fare in modo che la superficie del bagno non sia scivolosao applicare le maniglie in bagno, dei corrimano nei corridoi e per le scaleo rimuovere gli oggetti protendenti (es.appendiabiti)

    Compromissione della deglutizione, correlato a paresi muscolare secondario al danno di motoneuroni superiori

    che si manifesta con incapacit di masticare e deglutire gli alimenti e i liquidi

    Interventi: pianificare i pasti per quando il paziente ben riposato interrompere lalimentazione se il paziente stanco perch la fatica pu aumentare il rischio di aspirazione allinizio del pasto offrire cibi molto viscosi (banane, patate, gelatina) offrire liquidi densi (frullato, nettare)

    Incontinenza urinaria, correlato a ridotto capacit vescicale, difficolt o incapacit di raggiungere il bagno che si

    manifesta con presenza di barriere allaccesso del bagno.

    Interventi: ispezionare lambiente per verificare se vi sono barriere allaccesso del paziente in bagno applicare maniglie laterali se il paziente ha bisogno di assistenza garantirgli un rapido accesso al campanello ricordare al paziente di andare al bagno ogni due ore dopo i pasti e prima di coricarsi mantenere una idratazione ottimale e fare assumere liquidi ogni 2 ore in quanto la disidratazione potrebbe

    impedire la sensazione di ripienezza vescicale e potrebbe contribuire alla perdita del tono vescicale

    Deficit nella cura di s, correlato ad emiplegia che si manifesta con incapacit di vestirsi e lavarsiautonomamente.

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, del trattamento, programma riabilitativo e del follow-up.Interventi:

    spiegare la fisiopatologia dellictus usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze e prevenzione. insegnare modalit di trattamento, percorso riabilitativo e autoassistenza

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    INSUFFICIENZA RENALE CRONICA una condizione in cui i reni non sono in grado di rimuovere i prodotti del catabolismo e di svolgere la loronormale funzione. Le sostanze eliminate con lurina si accumulano nellorganismo a causa dellinefficacieescrezione renale e portano a disfunzioni metaboliche ed endocrine come alterazioni del bilancio idroelettrolitico eacido-base. Essa un deterioramento progressivo e irreversibile della funzionalit renale con il quale viene amancare la capacit dellorganismo di mantenere un equilibrio metabolico idroelettrolitico fino allinstaurarsidelluremia. Pu essere causata patologie sistemiche quali: diabete, ipertensione, glomerulo nefrite cronica,

    pielonefriti, ostruzione del tratto urinario, lesioni ereditarie (rene policistico), disturbi vascolari, infezioni, farmaci esostanze tossiche.Quando la funzionalit renale si deteriora i prodotti del catabolismo proteico che vengono escreti con lurina siaccumulano nel sangue, causando cos dei sintomi gravi. Il paziente mostra segni e sintomi vari, la gravit di questidipende dal grado di deterioramento della funzione renale, presenza di condizioni patologiche, et del paziente.

    EPIDEMIOLOGIA

    L'insufficienza renale una patologia cronica diffusa, che aumenta e complica il decorso di altremalattie cardiovascolari come diabete, ipertensione, anemia, rene policistico, pielonefriti.

    DIAGNOSTICA

    Urine 24h: clarence della creatinina (riduzione del tasso di filtrazione glomerulare) causato dalla disfunzioneglomerulare

    ESAMI LAB: azotemia, creatinina, emocromo (anemia e trombocitapenia), elettroliti, calcio fosfati(diminuiscono).

    MANIFESTAZIONI CLINICHE

    Ipertensione Insufficienza cardiaca congestizia Edema polmonare Pericardite Prurito intenso Anoressia Nausea e vomito Singhiozzo Alterazioni del livello di coscienza Ridotta capacit di concentrazione Convulsioni

    COMPLICANZE

    Sanguinamento gastrointestinale: aggravato da una carente aggregazione piastrinica e dalla fragilitcapillare associata ad un alto livello sierico di sostanze di rifiuto azotate

    Anemia: le cause di anemia sono: diminuzione globuli rossi per ridotta produzione di eritropoietina,diminuzione del tempo di sopravvivenza dei globuli rossi causata da alto livello di tossine uremiche,

    perdite ematiche da sanguinamento gastrointestinale, da rottura della membrana, emolisi e perdita disangue nel dialisato residuo, diluizione causato da sovraccarico di volume, fuoriuscita di sangue correlataa flebotomia.

    Acidosi metabolica Pericardite: dovuta a irritazione e accumulo nel siero di prodotti di rifiuto azotati Iperpotessiemia: dovuta a ridotta escrezione, acidosi metabolica, catabolismo, eccessiva assunzione di

    cibi, bevande e farmaci Ipertensione: causata da ritenzione di sodio e di acqua che aumenta il rischio di edema e insufficienza

    cardiaca congestizia.

    TRATTAMENTO

    Farmaci per prevenzione complicanze: antipertensivi, eritroproietina, ferro, calcio e farmaci che legano i fosfati.Dieta: dosata con precisione nelle quantit di proteine, liquidi e cloruro di sodio per compensare le perdite;adeguato apporto di calorie e vitamine.Dialisi: per ridurre la concentrazione ematica di prodotti di scarto uremici.

    PIANO DI ASSISTENZAACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)

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    Valutazione generale del paziente (PV, cute, livello coscienza e stato nutrizionale). Valutazione esami dilaboratorio (azotemia e creatinina)

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Nutrizione inferiore al fabbisogno,correlata ad anoressia, dolorabilit epigastrica e nausea che si manifesta con

    mancanza di appetito e calo ponderale.

    Gestione della nutrizione, assistenza di una dieta bilanciata nellassunzione di cibo e liquidi.o

    pasti piccoli e frequentio evitare liquidi unora prima e dopo i pasti in quanto la sovradistensione dello stomacodiminuirebbe lappetito

    o somm.re vitamine e farmaci che legano i fosfati perch aiutano a mantenere lo stato nutrizionaleo spiegare al paziente il bisogno di consumare proteine perch necessario per prevenire il

    catabolismo proteico e la perdita muscolare mantenere unadeguata igiene orale prima e dopo i pasti

    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia dellIRC usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio, segni e sintomi di complicanze e prevenzione. insegnare modalit di trattamento e autoassistenza

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    DIALISILa dialisi un processo che rimuove dallorganismo liquido e prodotti di rifiuto dallorganismo, al quale si ricorrequando i reni sono mal funzionanti. I metodi includono: lemodialisi, la terapia sostitutiva renale continua e formedi dialisi peritoneale. La dialisi pu essere effettuata con:

    dialisi durgenza: indicata in caso di potassiemia elevata e crescente, eccessiva ritenzione idrica, rischioelevato di edema polmonare, acidosi crescente, pericardite e grave stato confusionale

    dialisi cronica: indicata nellIRC nei seguenti casi: presenza si segni e sintomi uremici che coinvolgonotutti i sistemi dellorganismo, iperpotessiemia, accumulo di liquidi resistente alla terapia diuretica e allarestrizione idrica, malessere generale.

    EMODIALISI

    metodo di dialisi pi comune per pazienti che hanno una malattia acuta e che richiedono una dialisi di brevedurata e per pazienti con malattia renale terminale che richiedono una terapia a lungo termine. Una membranasintetica semipermeabile svolge le funzioni dei glomeruli e dei tubuli renali e agisce come filtro sostituendo il renedeteriorato. Il paziente deve sottoporsi a trattamenti ripetuti tre volte alla settimana per una durata di 3-4- ore per ilresto della vita o fino ad un trapianto renale.

    Lemodialisi viene effettuata per depurare il sangue dalle sostanze azotate, tossiche e per rimuovere leccesso diacqua. Durante la procedura il sangue ricco di tossine e prodotti di scarto del metabolismo delle sostanze azotateviene deviato dal circolo fisiologico in una macchina il dializzatore dove viene ripulito per poi essere

    nuovamente immesso nel circolo. Lemodialisi si basa su tre processi:le tossine e le scorie ematiche sono rimosse per diffusione cio, passaggio da un ambiente di maggioreconcentrazione (sangue) ad una di minore concentrazione (dialisato). Il dialisato una soluzione contenente tutti glielettroliti importanti in concentrazione adeguata, modificando la composizione del dialisato possibile ristabilirelequilibrio elettrolitico del sangue. Leccesso di acqua rimosso dal sangue per osmosi, cio passaggio di acquada un ambienti di maggior concentrazione di soluti (sangue) ad uno di minor concentrazione di soluti (dialisato).Lultrafiltrazioneconsiste nello spostamento di acqua lungo un gradiente di pressione da una zone di maggiore

    pressione ad una di minore pressione, si tratta di un processo di rimozione di acqua pi efficace dellosmosi. Vieneeffettuata con lapplicazione di una pressione negativa su una membrana da dialisi. Il sistema tamponedellorganismo viene mantenuto con limpiego di un dialisato contenente bicarbonato o acetato che vienemetabolizzato a formare bicarbonato. Laggiunta di eparina evita la coagulazione di sangue nel circuito. A di alisiconclusa molte sostanze di rifiuto sono state eliminate dal sangue, lequilibrio idroelettrolitico stato ristabilito e ilsistema tampone ripristinato.

    Per quanto riguarda lemodialisi necessario stabilire un accesso vascolare che avviene con l inserimento di uncatetere a due o pi lumi nella vene succlavia, giugulare interna o vena femorale.I due tipi di accessi vascolari sono:

    Fistola: viene creato chirurgicamente nellavanbraccio creando un anastomosi tra un arteria e una venacon sutura latero-laterale o termino-laterale. Vengono inseriti nel vaso aghi di calibro tale da permettere unflusso sanguigno adeguato attraverso il dializzatore. Il segmento arterioso della fistola viene usato per lacircolazione arteriosa; quello venoso usato per la reinfusione del sangue depurato.

    Innesto artero-venoso: si inserisce sottocute materiale biologico, semibiologico o sintetico che collegaunarteria a una vena. Il materiale sintetico pi usato il politetrafluoroetilene, solitamente si crea uninnesto quando i vasi del paziente non sono adatti alla formazione di una fistola. realizzatonellavanbraccio, nel braccio o nella coscia.

    COMPLICANZE

    Squilibrio elettrolitico (potassio e sodio): pu contribuire alla comparsa di nausea e vomito. Nausea/vomito: pu essere causata da squilibri elettrolitici, ipotensione e ipertensione. Emorragia: si pu avere per distacco accidentale della linea ematica, dislocazione accidentale degli aghi

    dallaccesso vascolare, rottura delle linee ematiche, rottura della membrana dializzante. Embolia gassosa: grosse bolle daria si trasformano in schiuma una volta penetrate nelle cavit cardiaca.

    Lentrata di aria nel sistema cardiorespiratorie causa una risposta negativa profonda Sepsi: pu dipendere da unipertermia, da diffusione nel sangue di tossine batteriche attraverso le

    membrane o da una reazione trasfusionale Ipertensione/ipotensione: si manifestano per uno stato ipovolemico dovuto ad una eccessiva

    ultrafiltrazione durante lemodialisi.

    TERAPIE DI SOSTITUIZIONE RENALEIndicate per pazienti con insufficienza renale acuta o cronica che sono troppo instabili per sottoporsi allemodialisi;

    per pazienti con sovraccarico di liquidi secondario a insufficienza renale oliguria e per pazienti i cui reni non sono

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    in grado di soddisfare un aumento acuto del fabbisogno metabolico nutrizionale. Tutte le terapie di sostituzionerenale impiegano un emofiltro.

    DIALISI PERITONEALE

    la rimozione delle sostanze tossiche e di prodotti tossici del metabolismo e il ripristino di un normale bilancioidroelettrolitico. per questa procedura viene utilizzato il peritoneo, una membrana sierosa che riveste gli organiaddominali e la parete delladdome. Essa funge da membrana semipermeabile. Viene eseguita posizionando

    allinterno della cavit peritoneale un sottile tubo (catetere peritoneale) Pu essere il trattamento per pazienti coninsufficienza renale che non possono o non vogliono sottoporsi allemodialisi o ad un trapianto renale. Pu essereeffettuata con diversi approcci: dialisi peritoneale durgenza intermittente, dialisi peritoneale ambulatorialecontinua, dialisi peritoneale e ciclo continuo.

    PIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)Una valutazione preliminare e la documentazione delle condizione del paziente sono obbligatorie prima di iniziarela procedura dellemodialisi per identificare i problemi. Valutare: cute, PV, accesso vascolare (sito e perviet),esami di laboratorio (azotemia, creatinina, sodio e potassio) in quanto vengono utilizzati come punto di partenza

    per valutare lefficacia della dialisi. Controllare lapparecchio per dialisi (aria o perdite).

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTIRischio elevato di trasmissioni di infezioni, correlato a frequenti contatti con sangue e con persone ad alto rischio

    di epatite B e C.

    Interventi: screening mensile per HBV, HCV osservare una rigorosa procedura di isolamento (DPI) spiegare al paziente e alla famiglia la profilassi immunitaria passiva dellHBV, o att iva mediante la

    vaccinazione accertare la presenza di segni e sintomi di epatite

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    AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) considerata la forma pi grave di malattia collegata allinfezione da virus di immunodeficienza umana. Lemanifestazioni cliniche da infezione da HIV, variano da una lieve anomalia della risposta immunitaria, ad unamarcata immunosoppressione accompagnata da diverse infezioni mortali e neoplasie maligne. Nelle grandi areeurbane il numero dei casi di AIDS maggiore rispetto alle aree rurali a causa di una maggiore incidenza di casi didroga per via iniettiva e rapporti sessuali ad alto rischio. Linfezione predomina tra i giovani e insorge tra personecon et compresa tra i 17 e i 55 anni. Linfezione da HIV viene trasmesso per m ezzo di fluidi corporei che

    includono: il siero, il fluido seminale, le secrezioni vaginali, il liquido amniotico il latte materno. Negli omosessualimaschi il rapporto anale o la manipolazione aumentano il rischio di trauma alla mucosa rettale. Successivamenteaumenta la possibilit di esposizione al virus attraverso le secrezioni corporee. Laumentata frequenza di questa

    pratiche e avere rapporti sessuali con diversi partner contribuiscono al diffondersi di questa malattia. Latrasmissione tramite uso di droghe iniettate avviene attraverso contatto diretto del sangue con aghi e siringhecontaminate. Questo tipo di trasmissione pu aumentare la trasmissione da HIV ai riceventi.

    DIAGNOSTICA

    La diagnosi di infezione da HIV nei soggetti giovani-adulti si basa principalmente sulla ricerca degli anticorpispecifici (cio diretti contro il virus HIV) nel sangue. Esistono, inoltre, test pi sofisticati che vengono utilizzati perconfermare o per porre la diagnosi in casi particolari (esempio infezione nei nati da madre HIV positiva).In tutti i casi lanalisi, con le varie metodiche, viene effettuata sul sangue (in particolare su siero o plasma) cheviene prelevato da una vena del braccio, come in tutte le normali analisi.

    I test da eseguire in caso di un possibile contagio con il virus HIV dovrebbero essere sempre prescritti e interpretatida un medico specialista per evitare errori.I test sono: ricerca degli anticorpi western blot (specifica per virus HIV tipo 1) PCR DNA-RNA (studio di sequenze di DNA e RNA)MANIFESTAZIONI CLINICHE

    Manifestazioni respiratorie: fiato corto, dispnea, dolore al torace, febbre associati con infezioniopportunistiche.

    Manifestazioni gastrointestinali: perdita di appetito, nausea e vomito, candidosi orale ed esofagea, sierracronica.

    Manifestazioni oncologiche: neoplasie maligne Manifestazioni neurologiche Manifestazioni depressive Manifestazioni cutanee Manifestazioni endocrine

    TRATTAMENTO

    Attualmente la terapia antiretrovirale utilizza farmaci appartenenti a tre classi: gli inibitori della trascrittasi inversa, a loro volta distinti in inibitori nucleosidici,

    nucleotidici e non nucleosidici, gli inibitori della proteasi, gli inibitori della fusionePIANO DI ASSISTENZA

    ACCERTAMENTO (RACCOLTA DATI (segni e sintomi), OSSERVAZIONE, COLLOQUIO, ESAMEOBIETTIVO)Include lidentificazione di potenziali fattori di rischio come unanamnesi che contempli le abitudini sessuali eluso do droghe per vie endovenosa. Si prendono in considerazione sia lo stato fisico che psicologico del paziente.

    DIAGNOSI INFERMIERISTICHE e RELATIVI INTERVENTI

    Rischio di trasmissione di infezioni, correlato a natura contagiosa del sangue e dei liquidi organici del paziente.

    Interventi: corretto utilizzo di DPI da parte del personale sanitario lavarsi le mani prima e dopo il contatto con il cliente insegnare al paziente e fornirgli materiale scritto con linee guida per un sesso pi sicuro in quanto riducein misura significativa il rischio di trasmissione di malattie trasmesse sessualmente, materiale sulle

    precauzioni nei confronti della trasmissione da adottare nel contesto domestico

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    Rischio di gestione inefficacie del regime terapeutico correlato a insufficiente conoscenza della malattia, dei segni

    e sintomi di complicanze, deli metodi di trasmissione, della prevenzione, del trattamento e del follow-up.

    Interventi: spiegare la fisiopatologia dellAIDS usando opuscoli informativi illustrare i fattori di rischio e le vie di trasmissione, segni e sintomi di complicanze e prevenzione. insegnare modalit di trattamento e autoassistenza fornire al paziente numeri telefonici dai quali possano ottenere informazioni sullAIDS, in quanto

    forniscono rapidamente informazioni accurate

    Rischio di nutrizione inferiore al fabbisogno, correlato a infezione da HIV, infezioni opportunistiche e neoplasie

    associate allAIDS.

    Interventi: valutare il peso e lo stato nutrizionale del paziente consultare il dietista istruire il paziente su:

    o metodi per aumentare lapporto calorico/proteico nella dieta o misure volte ad aumentare lappetitoo interventi volti a gestire eventuali fattori contribuenti alla perdita di peso quali: ulcere del cavo

    orale, disfagia, modificazioni del gusto, nausea e vomito, diarreao metodi da adottare per evitare malattie trasmesse con gli alimenti

    Rischio di coping inefficacie correlato a recente diagnosi di AIDS.

    Interventi: ascoltare attentamente ed evitare ogni giudizio in quanto si ritiene che lascolto sia una strategia di grande

    aiuto nellassistere i pazienti a far fronte allAIDS determinare le precedenti strategie di coping del paziente ed aiutarlo a sviluppare attualmente strategie

    basate sui risultati positivi ottenuti in passato e su i suoi punti di vista aiutare il paziente a trovare un significato nella malattia e a non assumere il ruolo di vittima aiutare il paziente a identificare appropriati sistemi di sostegno e incoraggialo a farne parte incoraggiare lesercizio fisico, svago attivit di vita quotidiana indipendenti istruire il cliente nelle tecniche di gestione dello stress, nel coordinamento della sua assistenza, sostenendo

    i suoi diritti quando occorre.