più difficile un accordo con berna sui temi fiscali · guidata dal presidente del consiglio enrico...

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Mensile degli Svizzeri in Italia con comunicazioni ufficiali delle Autorità svizzere e informazioni del Segretariato degli Svizzeri all’estero Internet: http://www.gazzettasvizzera.it Anno 45 N.2, febbraio 2014 Per frenare l’immigrazione Si può tornare ai contingenti? Da quest’anno i cittadini bulgari e ru- meni godono della libera circolazione in Europa e anche in Svizzera. Tuttavia, secondo gli accordi con l’UE, la Svizze- ra può fissare contingenti massimi per l’immigrazione da questi due paesi. La posizione del Consiglio federale è mol- to delicata, poiché soggetta a pressioni contrarie dei due paesi interessati e favorevoli da parte di alcuni ambienti politici svizzeri. Molto potrebbe dipendere dall’esito del- la votazione del 9 febbraio sull’iniziativa contro l’immigrazione massiccia. Re- centi scoperte di abusi nell’applicazio- ne delle regole della libera circolazione evidentemente portano acqua al mulino dell’iniziativa e spingono l’opinione pub- blica – finora favorevole in maggioranza alla libera circolazione delle persone – a sostenere l’idea di reintrodurre il si- stema del contingentamento anche nei confronti di altri paesi dell’UE. L’immigrazione in Svizzera ha toccato negli ultimi anni cifre da primato con circa 80’000 persone all’anno e una massiccia presenza di stranieri sul ter- ritorio. Un recente confronto internazio- nale pone infatti la Svizzera al secondo posto mondiale (dietro solo il piccolo Lussemburgo) per numero di persone residenti non nate in Svizzera. Questo dato particolare (27,3%) è perfino su- periore al tasso ufficiale di stranieri in Svizzera nel 2003 che era del 23%, con un aumento medio all’anno dello 0,8%, dopo l’entrata in vigore degli accordi di libera circolazione nel 2002. Entro maggio il Consiglio federale dovrà de- cidere se vuole già adottare il possibile contingentamento di bulgari e rumeni. Il resto sarà molto più difficile. Lo testimonia anche la recente presa di posizione della vice-presidente della Commissione europea Viviane Reding, che ha chiaramente detto che la denun- cia dell’accordo sulla libera circolazione delle persone farà cadere anche tutti gli altri accordi bilaterali con la Svizzera. Ignazio Bonoli pagina 19 La “Beneficenza” di Venezia con Milano pagina 26 Gli stranieri e la Svizzera pagina 30 Aus dem Bundeshaus Honorarvertretungen pagina 32 Wawrinka vince a Melbourne pagina 2 Naturalizzazione e cittadinanza pagina 15 Gli stemmi di Glarona e dei Grigioni NAZ/134/2008 DCOOS3273 CMP Milano - Roserio Slitta la visita di Enrico Letta a Berna Più difficile un accordo con Berna sui temi fiscali Congresso del Collegamento Svizzero in Italia A Torino il 17 – 18 maggio Si svolgeranno il 17 e il 18 maggio prossimo i lavori del 76° Congresso del Collegamento Svizzero in Italia. Il tema che verrà trattato il sabato pomeriggio (la partecipazione è aper- ta a tutti) è dedicato a “Fisco, segreto banca- rio svizzero e cooperazione internazionale”. Seguirà una breve storia del Circolo Svizzero di Torino. Alle ore 20.00 avrà poi luogo la cena ufficiale. La domenica sarà invece dedicata a una vi- sita della città e del Museo egizio e, dopo il pranzo, vi sarà la possibilità di visitare la Mole Antonelliana e il Museo del Cinema. Il programma e i moduli per l’iscrizione e la riservazione degli alberghi sono pub- blicati nel numero di gennaio di “Gazzet- ta Svizzera”, reperibile anche su inter- net. Il programma riservato ai giovani è pubblicato a pag. 5 di questo numero. Il secondo Forum per il dialogo fra una de- legazione svizzera guidata dal presidente Didier Burkhalter e una delegazione italiana guidata dal presidente del Consiglio Enrico Letta, previsto per il 30 gennaio, non vedrà la partecipazione del “premier” italiano, trat- tenuto da impegni a Roma. Verrà sostituito dal ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, ma proba- bilmente non porterà a un accordo sui temi finanziari da più parti auspicato. Il viaggio di Letta è comunque previsto entro breve, men- tre Berna avrà la visita di Stato del presidente italiano Napolitano in maggio. Da parte italia- na si va ripetendo da qualche tempo l’intenzio- ne di “andare a cercare i capitali italiani nelle banche svizzere”, mentre da parte svizzera si è pronti a fare concessioni sullo scambio di informazioni, ma si mettono sul tappeto anche altri temi come quello dei frontalieri e dei padroncini, nonché un atteggiamento italiano più propositivo nel senso di togliere la Svizzera dalla lista nera, unicamente italiana, di paesi non collaborativi. Intanto il ministro italiano Saccomanni ha già incontrato sia il presidente della Confedera- continua a pagina 5

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Page 1: Più difficile un accordo con Berna sui temi fiscali · guidata dal presidente del Consiglio Enrico Letta, previsto per il 30 gennaio, non vedrà la partecipazione del “premier”

Mensile degli Svizzeri in Italia con comunicazioni ufficiali delle Autorità svizzere e informazioni del Segretariato degli Svizzeri all’estero Internet: http://www.gazzettasvizzera.it

Anno 45 N.2, febbraio 2014

Per frenare l’immigrazione

Si può tornareai contingenti?Da quest’anno i cittadini bulgari e ru-meni godono della libera circolazione in Europa e anche in Svizzera. Tuttavia, secondo gli accordi con l’UE, la Svizze-ra può fissare contingenti massimi per l’immigrazione da questi due paesi. La posizione del Consiglio federale è mol-to delicata, poiché soggetta a pressioni contrarie dei due paesi interessati e favorevoli da parte di alcuni ambienti politici svizzeri.Molto potrebbe dipendere dall’esito del-la votazione del 9 febbraio sull’iniziativa contro l’immigrazione massiccia. Re-centi scoperte di abusi nell’applicazio-ne delle regole della libera circolazione evidentemente portano acqua al mulino dell’iniziativa e spingono l’opinione pub-blica – finora favorevole in maggioranza alla libera circolazione delle persone – a sostenere l’idea di reintrodurre il si-stema del contingentamento anche nei confronti di altri paesi dell’UE.L’immigrazione in Svizzera ha toccato negli ultimi anni cifre da primato con circa 80’000 persone all’anno e una massiccia presenza di stranieri sul ter-ritorio. Un recente confronto internazio-nale pone infatti la Svizzera al secondo posto mondiale (dietro solo il piccolo Lussemburgo) per numero di persone residenti non nate in Svizzera. Questo dato particolare (27,3%) è perfino su-periore al tasso ufficiale di stranieri in Svizzera nel 2003 che era del 23%, con un aumento medio all’anno dello 0,8%, dopo l’entrata in vigore degli accordi di libera circolazione nel 2002. Entro maggio il Consiglio federale dovrà de-cidere se vuole già adottare il possibile contingentamento di bulgari e rumeni. Il resto sarà molto più difficile.Lo testimonia anche la recente presa di posizione della vice-presidente della Commissione europea Viviane Reding, che ha chiaramente detto che la denun-cia dell’accordo sulla libera circolazione delle persone farà cadere anche tutti gli altri accordi bilaterali con la Svizzera.

Ignazio Bonoli

●pagina 19 La “Beneficenza” di Venezia con Milano ● pagina 26

Gli stranieri e la Svizzera

●pagina 30 Aus dem Bundeshaus Honorarvertretungen

●pagina 32 Wawrinka vince a Melbourne

●pagina 2 Naturalizzazione e cittadinanza ●pagina 15

Gli stemmi di Glarona e dei Grigioni

NAZ/134/2008 DCOOS3273

CMP Milano - RoserioXxxxx Xxxxxxxxxxxxxx

Slitta la visita di Enrico Letta a Berna

Più difficile un accordo con Berna sui temi fiscali

Congresso del Collegamento Svizzero in Italia

A Torino il 17 – 18 maggioSi svolgeranno il 17 e il 18 maggio prossimo i lavori del 76° Congresso del Collegamento Svizzero in Italia. Il tema che verrà trattato il sabato pomeriggio (la partecipazione è aper-ta a tutti) è dedicato a “Fisco, segreto banca-rio svizzero e cooperazione internazionale”. Seguirà una breve storia del Circolo Svizzero di Torino. Alle ore 20.00 avrà poi luogo la cena ufficiale.La domenica sarà invece dedicata a una vi-sita della città e del Museo egizio e, dopo il pranzo, vi sarà la possibilità di visitare la Mole Antonelliana e il Museo del Cinema.Il programma e i moduli per l’iscrizione e la riservazione degli alberghi sono pub-blicati nel numero di gennaio di “Gazzet-ta Svizzera”, reperibile anche su inter-net. Il programma riservato ai giovani è pubblicato a pag. 5 di questo numero.

Il secondo Forum per il dialogo fra una de-legazione svizzera guidata dal presidente Didier Burkhalter e una delegazione italiana guidata dal presidente del Consiglio Enrico Letta, previsto per il 30 gennaio, non vedrà la partecipazione del “premier” italiano, trat-tenuto da impegni a Roma.Verrà sostituito dal ministro dell’economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, ma proba-bilmente non porterà a un accordo sui temi finanziari da più parti auspicato. Il viaggio di Letta è comunque previsto entro breve, men-tre Berna avrà la visita di Stato del presidente italiano Napolitano in maggio. Da parte italia-

na si va ripetendo da qualche tempo l’intenzio-ne di “andare a cercare i capitali italiani nelle banche svizzere”, mentre da parte svizzera si è pronti a fare concessioni sullo scambio di informazioni, ma si mettono sul tappeto anche altri temi come quello dei frontalieri e dei padroncini, nonché un atteggiamento italiano più propositivo nel senso di togliere la Svizzera dalla lista nera, unicamente italiana, di paesi non collaborativi.Intanto il ministro italiano Saccomanni ha già incontrato sia il presidente della Confedera-

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N. 2, febbraio 2014

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Editore: Associazione Gazzetta Svizzera CH-6963 Cureggia

Redazione: Dott. Ignazio Bonoli CP 146, CH-6932 Breganzona Tel. +41 91 966 44 14, Fax +41 91 950 98 45E-mail: [email protected]

Pubblicità: Mediavalue srlVia G. Biancardi, 2 – 20149 Milano (Italy)Tel. +39 028 945 97 63 – Fax +39 028 945 97 [email protected] www.mediavalue.it

Testi e foto da inviare per e-mail a: [email protected]

Gazzetta svizzera viene pubblicata 11 volte all’anno. Tiratura media mensile 24’078 copie.

Gazzetta svizzera viene distribuita gratuitamente a tutti gli Svizzeri residenti in Italia a condizione che siano regolarmente immatricolati presso le rispettive rappresentanze consolari.

Cambiamento di indirizzo: Per gli Svizzeri immatricolati in Italia comunica re il cambiamento dell’indirizzo esclusivamente al Consolato.

Introiti: Contributi volontari, la cui entità viene lasciata alla discrezione dei lettori.Dall’ltalia: versamento sul conto corrente postale italiano no. 325.60.203 intestato a «As so cia zio ne Gazzetta Svizzera, CH-6963 Cureggia».

Oppure con bonifico alla Banca Popolare di Milano, Agenzia 344, 20148 Milano, sul conto corrente intestato a «Collegamento Svizzero in Italia, Rubrica Gazzetta».IBAN IT78 N 05584 01652 000000002375.Dalla Svizzera: versamento sul conto corrente postale svizzero no. 69-7894-4, intestato a «Associazione Gazzetta Svizzera, 6963 Cureggia».IBAN CH84 0900 0000 6900 7894 4, BIC POFICHBEXXX

Composizione e impaginazione: TBS, La Buona Stampa sa Via Fola 11CH-6963 Pregassona (Lugano) www.tbssa.ch

Mensile degli svizzeri in Italia. Fondata nel 1968.Internet: www.gazzettasvizzera.it

I soci ordinari dell’Associazione Gazzetta Svizzera sono tutte le istituzioni volontarie svizzere in Italia (circoli svizzeri, società di beneficenza, scuole ecc.). Soci simpatizzanti sono i lettori che versano un contributo all’Associazione. L’Associazione Gazzetta Svizzera fa parte del Collegamento Svizzero in Italia (www.collegamentosvizzero.it).

Rubrica legaledell’Avv.Markus

W. Wiget

Indicazioni generali per figli di cittadini svizzeri muniti della sola cittadinanza italiana

La naturalizzazione agevolatae la reintegrazione della cittadinanzaBuongiorno Avvocato,con la presente Le richiedo informazioni in me-rito alla naturalizzazione facilitata per me e per i miei due figli.Sono figlia di madre svizzera. Sono nata e ri-siedo in Italia.Cordiali saluti.

(S. T.)

RispostaCara Lettrice,sono lieto di ricevere la Sua lettera e La ringra-zio. In effetti, ricevo molte richieste di informa-zioni sul tema della cittadinanza ed ecco perché ho ritenuto che l’argomento possa senz’altro in-teressare tanti altri Lettori della Rubrica Legale.La disciplina svizzera relativa alla cittadinanza ed alla naturalizzazione “agevolata”, infatti, ha subìto dal 1952 ad oggi varie revisioni e modi-fiche, spesso correlate anche al mutare della considerazione sociale della donna. Innovazioni che hanno poi ampliato le condizioni alle quali la madre svizzera poteva trasmettere la propria cittadinanza ai figli nati all’estero o aventi padre straniero.Da questi molteplici interventi normativi, per quello che concerne la naturalizzazione, deriva-no, allo stato attuale, soluzioni differenti anche (ma non solo) a seconda del periodo di nascita dell’interessato. Purtroppo, le informazioni che Lei fornisce non sono molte e pertanto tratterò il tema in via molto generale. Non è dato comprendere, ad esempio, la Sua età, che invece è un primo aspetto di estrema importanza. Conseguentemente, sebbene Lei mi rivolga una richiesta estremamente precisa, relativa al solo istituto della naturalizzazione “facilitata” (in realtà essa è detta agevolata) mi pare opportu-no richiamare anche le norme riguardanti la c.d. reintegrazione (della cittadinanza).

I due istituti, infatti, hanno molti elementi in comune e, soprattutto, sia l’uno che l’altro po-trebbero in realtà trovare applicazione nella Sua vicenda personale.

L’acquisto della cittadinanza svizzera per nascita e la sua successiva perditaIn primo luogo, mi pare opportuno ricordare che, in Svizzera, la disciplina relativa alla cit-tadinanza è contenuta nella Legge federale sull’acquisto e la perdita della cittadinanza svizzera del 29 Settembre 1952 (più sintetica-mente LCit).Proprio in principio (art. 1) tale testo normati-vo stabilisce che è cittadino svizzero fin dalla nascita:a) il figlio di genitori coniugati dei quali almeno

uno sia svizzero;b) ma anche il figlio di madre svizzera non co-

niugata con il padre.Da ciò deriva il principio in forza del quale il figlio di uno svizzero non debba fare alcunché per beneficiare fin dalla nascita della cittadinanza del genitore.Sennonché, la stessa Legge sulla cittadinanza con gli articoli 8 e ss. chiarisce che la cittadinan-za acquisita alla nascita può essere perduta. Ciò, in particolare, accade:– in caso di annullamento del rapporto di

filiazione (art. 8);– in caso di adozione del minorenne sviz-

zero da parte di uno straniero che gli tra-smetta la cittadinanza (art. 8a): ciò – preciso – salva comunque l’ipotesi in cui si crei o per-sista un rapporto di filiazione con un genitore svizzero;

– infine, quando il figlio nato all’estero da almeno un genitore svizzero entro il compimento del 22° anno di età, non sia stato notificato ad un’autorità svizzera (in patria o all’estero), non si sia autonoma-

mente annunciato o, ancora, non abbia dichiarato per iscritto di voler mante-nere la cittadinanza svizzera (art. 10). Queste ultime circostanze determinano la c.d. perenzione.

In tutti i casi indicati – aggiunge comunque l’art. 10 – anche i figli dell’interessato perdono con lui la precedente cittadinanza svizzera.A scanso di equivoci, però, proprio per evitare fraintendimenti ed allarmi di fatto già verificatisi in passato con riferimento alla perenzione, val-gano due precisazioni.La prima, è che l’art. 10, non trova applicazio-ni per tutti i soggetti i cui genitori abbiano già notificato al Consolato generale o al luogo d’origine la nascita del proprio figlio (entro il 22° anno di età). In questo caso, infatti, non è necessario confermare la volontà di mantenere la cittadinanza svizzera, atteso che, ai fini della norma, per evitare la perenzione è sufficiente una qualsiasi comunicazione volta all’iscrizione nel luogo d’origine, all’immatricolazione o al ri-lascio dei documenti di legittimazione.La seconda, è che, comunque, già verso il compimento del 18° anno, il Consolato svizzero, invia a tutti i concittadini all’e-stero una scheda personale, che gli stessi devono verificare, sottoscrivere e poi rimettere all’autorità diplomatica al fine di essere iscritti in-dividualmente. In caso contrario, gli stessi ven-gono cancellati dal registro consolare, senza però perdere, per ciò soltanto, la propria cittadinanza elvetica.

La naturalizzazionePassiamo quindi al tema centrale della lettera della nostra Lettrice, ossia la naturalizzazio-ne. Con riguardo alla stessa occorre in particolare distinguere:– tra la naturalizzazione c.d. ordinaria (artt.

12 e ss. L.Cit),

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N. 2, febbraio 2014

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Contributi dei lettori!Novità per le richieste di informazione all’avv. Markus Wiget e al sig. Robert EngelerCari Lettori, come sapete bene, la nostra Gazzetta Svizze-ra vive esclusivamente dei contributi volontari dei lettori e della pubblicità di pochi ma generosi inserzionisti.Purtroppo, i contributi volontari per la Gazzetta Svizzera sono fortemente diminuiti quest’anno, tanto che i nostri conti chiuderanno in perdita. Grazie ad un’oculata gestione possiamo sopportare una perdita una volta, ma dobbiamo prendere gradualmente delle misure per riportare i nostri conti nuovamente in equilibrio.Siamo consapevoli delle difficoltà di questi tempi, ma vi chiediamo comunque un piccolo sforzo in più, nell’inte-resse di tutti. Vi esortiamo, quindi, a sostenere la nostra pubblicazione per i servizi e le informazioni che essa offre

a tutti i nostri compatrioti.Il Comitato, infatti, presta la sua opera gratuitamente. Oltre al lavoro di volontariato di tutto il comitato, il Signor Robert Engeler e l’Avvocato Markus Wiget offrono anche, nei setto-ri di rispettiva competenza, un’importante consulenza men-sile, pure assolutamente gratuita, a favore di molti lettori.Ci rivolgiamo innanzitutto dunque a coloro che indirizzano le loro richieste di informazioni legali o pratiche rivolte a Markus Wiget o Robert Engeler. Ci sembra infatti giusto che le doman-de ci pervengano da persone che anche loro contribuiscono al nostro mensile – l’unico mensile nazionale per gli Svizzeri all’estero in tutto il mondo. Prima di rispondere, verificheremo quindi se la persona in

questione abbia contribuito alla Gazzetta con un importo di propria scelta nell’anno in corso oppure nell’anno prece-dente, ricordando agli stessi di provvedere nel caso non l’avessero fatto. In futuro poi, se questa diminuizione di contributi dovesse confermarsi una tendenza, il Comitato si vedrà costretto ad imporre, come prima misura, che ven-gano prese in considerazione esclusivamente le domande dei nostri compatrioti che contribuiscono volontariamente ai costi della Gazzetta.Attenzione: i bollettini ci arrivano spesso con ritardo, fino a 5-6 settimane. Se ci fate arrivare un contributo alcuni giorni prima della Vostra domanda, il vostro versamento molto probabilmente non risulterà.

– e quella c.d. agevolata (agli artt. 26 e ss. nonché 58 L.Cit).

Per quello che concerne la prima, mi limito solo a ricordare come la stessa presupponga una residenza in Svizzera anche non continuativa di almeno 12 anni, di cui tre nei cinque anni precedenti la domanda.Assume rilievo, per contro, nel caso della no-stra Lettrice, residente in Italia, proprio la disci-plina della naturalizzazione agevolata. Essa, più precisamente, trova operatività:– per gli stranieri che abbiano sposato cit-

tadini svizzeri;– nonché, ed è l’ipotesi di nostro interesse, per

i figli di un genitore svizzero.In entrambi i casi la naturalizzazione agevolata presuppone (art. 26) che l’interessato:– sia integrato in Svizzera;– si conformi all’ordinamento giuridico

svizzero;– non comprometta la sicurezza interna

ed esterna della Svizzera.

Queste ultime condizioni per i residenti all’e-stero vengono verificate “per analogia”. Esse, dunque, sono considerate complessivamente e valgono in sostanza ad individuare i soggetti che si sono conformati alle regole della comu-nità straniera in cui si sono stabiliti o – come nel caso della nostra Lettrice – sono nati.I requisiti appena citati non sono tuttavia da soli sufficienti. Tralasciando, però, le varie ipotesi del tutto avulse dalla vicenda che ci occupa (tra cui ad esempio anche quella dell’acquisto “per erro-re” della cittadinanza art. 29), giova ricordare il contenuto della disposizione di diritto tran-sitorio dettata dall’art. 58a L.Cit. La norma in questione – preciso – trova la sua ragion d’es-sere proprio nella volontà del legislatore del 2003 di eliminare le discriminazioni cui erano sottoposte le madri svizzere nella trasmissione della loro cittadinanza ai figli. Questa norma, in concreto, stabilisce che il fi-glio straniero nato prima del 1° luglio 1985 e la cui madre possedeva la cittadinanza svizzera al momento o prima del parto può presentare una domanda di naturalizzazione agevolata se ha “stretti vincoli con la Svizzera”.Ovviamente, quella degli “stretti vincoli” è una nozione in verità un po’ vaga dal punto di vista giuridico. Ecco perché, nella prassi, per verifi-

care se tali vincoli sussistono, si considerano indici quali:– le eventuali vacanze o soggiorni fatti in Sviz-

zera, – la presenza in Svizzera di persone che cono-

scono personalmente l’interessato, – l’interesse per gli eventi e per la vita politica

del Paese, – i contatti con cittadini o associazioni elvetiche

all’estero;– il fatto di lavorare per un’azienda svizzera o

l’aver frequentato una scuola svizzera all’e-stero;

– il grado di parentela con la persona emigrata.Solo sussistendo questi “stretti vincoli”, dun-que, l’interessato potrà acquisire – per natura-lizzazione agevolata - la cittadinanza cantonale e comunale che la madre ha o aveva da ultimo, e con ciò la cittadinanza svizzera.In ogni caso la relativa domanda deve essere presentata all’Ufficio Federale della Migrazione (UFM) di Berna, Divisione Cittadinanza, a cui spetta la decisione.

La reintegrazioneRitengo parimenti utile richiamare anche un altro istituto previsto dalla Legge sulla cittadinanza, e cioè quello della reintegrazione, disciplinato dagli artt. 18 e ss. L.Cit.La reintegrazione, in particolare, visto il dispo-sto dell’art. 18 L.Cit presuppone, prima di tutto, condizioni non dissimili da quelle già viste per la naturalizzazione, ossia che il richiedente:– si conformi all’ordinamento giuridico

svizzero;– non comprometta la sicurezza interna

ed esterna della Svizzera.Anche in questo caso per i residenti all’estero tali requisiti vengono verificati “per analogia”.Quindi, sussistendo tali presupposti, ai sensi dell’art. 21 L.Cit. se la persona interessata ha perduto la cittadinanza per essere nata all’este-ro può presentare l’istanza di reintegrazione:a) entro 10 anni dalla perenzione avendo

vincoli semplici con la Svizzera, laddove abbia omesso, per motivi scusabili, di notifi-carsi o di fare la dichiarazione secondo l’art. 10 (v. sopra) (art. 21, cap. 1);

b) oppure oltre 10 anni dalla perenzione, avendo però, in questo caso, l’onere di dimo-strare la sussistenza di vincoli stretti con la Svizzera (art. 21, cap. 2).

Della nozione di vincoli stretti si è già detto. Mi limito per questo solo a segnalare che, in contrap-posizione ad essi, i vincoli semplici sono rappre-sentati da legami meno significativi: il fatto di aver già visitato la Svizzera, di coltivare dei rapporti con persone che ci vivono e così via. Anche per la reintegrazione, poi, la relativa domanda deve essere presentata all’Ufficio Federale della Migra-zione (UFM) di Berna, Divisione Cittadinanza.

La posizione dei figliLa Legge sulla cittadinanza si premura poi di considerare variamente la posizione dei figli dei soggetti interessati alla naturalizzazione o alla reintegrazione.In questo senso, quindi, nell’ambito delle dispo-sizioni comuni ai due istituti, si chiarisce che, di regola, i figli minorenni del richiedente sono compresi nella sua naturalizzazione o reintegrazione (art. 33).Peraltro, in caso di domanda del loro genitore, i minorenni oltre i sedici anni devono esprime-re per iscritto la loro volontà di acquisire la cittadinanza svizzera (art. 34).Da ultimo, sempre con riferimento ai figli, il ci-tato art. 58a aggiunge che se il richiedente ha a sua volta figli che hanno “stretti vincoli con la Svizzera”, anch’essi possono presentare una domanda di naturalizzazione agevolata. Quest’ultima disposizione, evidentemente, ha una portata residuale, applicandosi al caso di figli maggiorenni esclusi, quando erano minori e per qualsivoglia motivo, dalla procedura di na-turalizzazione o reintegrazione del loro genitore ai sensi dell’art. 33.

ConclusioniDalla Sua lette ra, come ho sottolineato, non emergono purtroppo alcune informazioni im-portanti, necessarie per una risposta più pre-cisa: la Sua età e quindi il fatto che Lei sia nata prima o dopo il 1° Luglio 1985; se non ha mai acquisito la cittadinanza svizzera o se l’ha per-duta per qualche motivo; i Suoi attuali legami con la Svizzera; o, ancora, l’età dei Suoi figli.Spero comunque che le indicazioni di portata generale che Le ho fornito Le siano comunque utili, consentendoLe poi di decidere secondo quale via procedere. In ogni caso un più spe-cifico supporto lo potrà certamente offrire la rappresentanza svizzera in Italia a Lei più vicina.

Avvocato Markus W. Wiget

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N. 2, febbraio 2014

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AVS/AI Assicurazioni

socialidi Robert Engeler

Per la pensione di vecchiaia

I contributi versati in Svizzera sonoequiparati a quelli in un Paese UE

Contributi dei lettori!Novità per le richieste di informazione all’avv. Markus Wiget e al sig. Robert Engeler

Cari Lettori,come sapete bene, la nostra Gazzetta Svizzera vive esclusivamente dei contributi volontari dei lettori e del-la pubblicità di pochi ma generosi inserzionisti.Purtroppo, i contributi volontari per la Gazzetta Svizze-ra sono fortemente diminuiti quest’anno, tanto che i no-stri conti chiuderanno in perdita. Grazie ad un’oculata gestione possiamo sopportare una perdita una volta, ma dobbiamo prendere gradualmente delle misure per riportare i nostri conti nuovamente in equilibrio.Siamo consapevoli delle difficoltà di questi tempi, ma vi chiediamo comunque un piccolo sforzo in più, nell’in-teresse di tutti. Vi esortiamo, quindi, a sostenere la nostra pubblicazione per i servizi e le informazioni che

essa offre a tutti i nostri compatrioti.Il Comitato, infatti, presta la sua opera gratuitamen-te. Oltre al lavoro di volontariato di tutto il comitato, il Signor Robert Engeler e l’Avvocato Markus Wiget offrono anche, nei settori di rispettiva competenza, un’importante consulenza mensile, pure assolutamen-te gratuita, a favore di molti lettori.Ci rivolgiamo innanzitutto dunque a coloro che indirizzano le loro richieste di informazioni legali o pratiche rivolte a Markus Wiget o Robert Engeler. Ci sembra infatti giusto che le domande ci pervengano da persone che anche loro contribuiscono al nostro mensile – l’unico mensile nazionale per gli Svizzeri all’estero in tutto il mondo. Prima di rispondere, verificheremo quindi se la per-

sona in questione abbia contribui-to alla Gazzetta con un importo di propria scelta nell’anno in corso oppure nell’anno precedente, ricordando agli stessi di prov-vedere nel caso non l’avessero fatto. In futuro poi, se questa diminuizione di contributi dovesse confer-marsi una tendenza, il Comitato si vedrà costretto ad imporre, come prima misura, che vengano prese in considerazione esclusivamente le domande dei nostri compatrioti che contribuiscono volontariamente ai co-sti della Gazzetta.Attenzione: i bollettini ci arrivano spesso con ritardo, fino a 5-6 settimane. Se ci fate arrivare un contributo alcuni giorni prima della Vostra domanda, il vostro ver-samento molto probabilmente non risulterà.

di Roberto Dulio – Avvocato giuslavorista, Senior partner dello Studio legale Associato B.B.D.

Ai fini dell’anzianità contributiva quinquennale richiesta dall’art. 25, d.lgs. n. 151/2001 per l’accreditamento della contribuzione figurati-va dei periodi di maternità fuori dal rapporto di lavoro, è ammissibile la totalizzazione dei periodi contributiviex art. 45 del regolamento Cee n. 1408/1971, la quale non riguarda sol-tanto la fruizione delle prestazioni, ma anche l’accredito strumentale alla costituzione della provvista contributiva.

(Corte di Cassazione, sez. lavoro sentenza n. 28019/13; depositata il 16 dicembre)

E il beneficio è esteso alla contribuzione ma-turata in Svizzera, in forza dell’accordo 21 giugno 1999 tra Confederazione Elvetica e Comunità Europea. Così afferma la Corte di Cassazione, sezione lavoro con la sentenza n. 28019, pubblicata il 16 dicembre 2013.Pensione di vecchiaia contestata dal-l’INPS per mancanza dei requisiti con-tributuvi necessari. Una lavoratrice aveva richiesto al tribunale del lavoro l’accertamento del diritto alla pensione di vecchiaia, negata dall’INPS a motivo della asserita insussisten-za del requisito contributivo. Il Tribunale adito accoglieva la domanda, riconoscendo il diritto

alla pensione. Ugualmente la Corte d’Appello, decidendo sul gravameproposto dall’INPS, af-fermava il diritto della lavoratrice, rigettando l’appello. Proponeva così ricorso in cassazio-ne l’INPS.I contributi figurativi. L’art. 25, D. Lgs. 26 marzo 2001, n. 151 prevede che «In favore dei soggetti iscritti al fondo pensioni lavoratori dipendenti e alle forme di previdenza sostitu-tive ed esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i su-perstiti, i periodi corrispondenti al congedo di maternità di cui gli articoli 16 e 17, verificatisi al di fuori del rapporto di lavoro, sono con-siderati utili ai fini pensionistici, a condizione che il soggetto possa far valere, all’atto della domanda, almeno cinque anni di contribuzione versata in costanza di rapporto di lavoro». La contestazione mossa dall’ente previdenziale trae fondamento dal fatto che, per il perfezio-namento del requisito di 5 anni di contribuzio-ne, non sarebbe possibile utilizzare la contribu-zione versata in uno stato estero (nel caso in esame in Svizzera).L’art. 25 deve coordinarsi con gli artt. 30, 31 e 37 Cost. Secondo la Suprema Corte, la tesi prospettata dall’INPS è fonadata. Già il Collegio di legittimità si era espresso su fatti-specie analoghe a quella in esame, affermando che ai fini dell’anzianità contributiva quinquenna-le richiesta dall’art- 25, d. lgs. n. 151/ 2001 per l’accreditamento della contribuzione figurativa

dei periodi di maternità fuori dal rapporto di la-voro, è ammissibile la totalizzazione dei periodi contributivi ex art. 45 del regolamento Cee n 1408/1971, la quale non riguarda soltanto la fruizione delle prestazioni, ma anche l’accredi-to strumentale alla costituzione della provvista contributiva. L’interpretazione data dalla Su-prema Corte tende a tutelare il Valore sociale della maternità, integrando la ratio dell’art. 23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che consente di manterere o adottare misure a vantaggio del sesso sfavorito.La disciplina comunitaria tutela i diritti dei lavoratori migranti. Occorre notare co-me d’altra parte le disposizioni comu nitarie in materia tendono a tutelare i diritti dei lavoratori migranti, assicurando loro il cumulo di tutti i pe-riodi contributivi presi in considerazione dalle varie legislazioni nazionali. l’art. 45 del Regola-mento CEE n. 1408/1971 appunto prescrive che si deve tenere conto di tutti i periodi contri-butivi come se si trattasse di periodi compiuti sotto la legislazione del Paese membro la cui normativa trovi applicazione in ragione della prestazione richiesta dal lavoratore migrate.La contribuzione Svizzera equiparata a quella comunitaria in forza di trattato specifico. Nel caso in esame, i contributi versati per una lavoratrice italiana in Svizzera sono equiparati ai contributi versati in un Paese dell’Unione europea in forza dell’accordo sulla libera circolazione delle persone stipulato tra Unione europea e Confederazione elvetica in data 21 giugno 1999. Pertanto appaiono sod-disfatti i requisiti contributivi di 5 anni di con-tribuzione, richiesti dall’art. 25, D.lgs n. 151 citato; e dunque corrette appaiono le pronunce dei giudici in merito, di primo e secondo grado, con conseguente infondatezza del ricorso per cassazione proposto dall’INPS.

A completamento di quanto scritto da Robert Engeler, nel numero di gennaio 2014 di Gazzetta Svizzera, in risposta alla domanda di M.M. in merito ai contributi AVS in Svizzera da aggiungere a quelli INPS in Italia, ospitiamo oggi il parere dell’Avv. Roberto Dulio. L’esperto cita l’accordo sulla libera circolazione delle persone, stipulato tra Unione Europea e Confederazione Svizzera nel 1999, in base al quale i contributi AVS versati in Svizzera vengono equiparati a quelli degli altri paesi dell’UE e quindi obbliga l’INPS a tener conto dei contributi figurativi nel valutare il diritto alla prestazione assicurativa (red.).

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Per la pensione di vecchiaia

I contributi versati in Svizzera sonoequiparati a quelli in un Paese UE

Quest’anno il Congresso del Collegamento Svizzero in Italia, che si terrà il 17 e 18 maggio a Torino e approfondirà il tema del fisco e del sistema bancario svizzero, ha in serbo tante sorprese per i giovani. Il gruppo di ragazzi del Circolo Svizzero di Torino, con il sostegno e l’esperienza del Comitato Giovani del Collega-mento Svizzero in Italia, ha infatti creato una lista di eventi per un programma alternativo da proporre a tutti i giovani che si iscriveranno al Congresso (iscrizione al Congresso gratuita per i giovani fino a 25 anni). Invitiamo, pertan-to, tutti i ragazzi con un’età tra i 15 e i 30 anni a partecipare con noi a questo evento annuale.

Il programma, in base alle iscrizioni, prevede: venerdì sera una cena tipica pie-montese o la visita a “La Stampa”; sabato mattina verso le ore 11 l’assem-blea del Comitato Giovani del Collegamento, di po-meriggio la partecipazione

al Congresso, poi la cena ufficiale (offerta dal Collegamento per i giovani fino a 25 anni) e a seguire la scoperta dei posti tipici della “movi-da” torinese del cosiddetto “quadrilatero”; in-fine domenica mattina un brunch nel quartiere di San Salvario, dove potremo salutare tutti e fare delle piccole riflessioni sull’andamento del weekend (chi vuole probabilmente avrà il tempo di aggregarsi alla visita organizzata della domenica pomeriggio). Il programma dei giovani sarà definito nei dettagli al più presto.

Collegamento Svizzero in Italia

76° Congresso di Torino: il programma dei giovani

Per contenere le spese di soggiorno e facili-tare gli spostamenti, abbiamo pensato di far soggiornare i ragazzi tra i 15 e i 30 anni in un residence (http://www.sportresidence.com/) che si trova a 2 fermate di tram dai due alberghi principali. Il residence è diviso in bilocali e quadrilocali. In base alle persone che verranno, divideremo le stanze e le spese sa-ranno intorno ai 40€ a notte. Ogni bilocale o quadrilocale ha a disposizione un bagno e un piano cottura.

Per le adesioni a questo programma, l’allog-gio, ulteriori informazioni, e soprattutto se vo-lete seguirci in tempo reale, venite a trovarci sul gruppo Facebook chiamato “Giovani Colle-gamento Svizzero” o scrivete a [email protected]. Il programma sarà diffuso il prima possibile.Il termine per le adesioni è il 20 marzo 2014.Vi aspettiamo numerosi.

Cecilia Döring e Bianca Rubino

Slitta la visita di Enrico Letta a Berna

Più difficile un accordo con Berna

zione Didier Burkhalter, sia la ministra delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf al Forum mondiale di Davos. A proposito dell’accordo in discussione a Berna, Saccomanni è stato piuttosto evasivo. A Roma si stava, infatti, vo-tando in Parlamento il nuovo progetto italiano di autodenuncia dei capitali italiani depositati all’estero, la cosiddetta “Volontary Disclosu-re”.Rispetto a quanto discusso finora con la Sviz-zera, con proposte volte soprattutto a regola-re la posizione dei capitali esportati in passa-

to, l’Italia ha quindi cambiato atteggiamento e si è allontanata dalle proposte svizzere di imposta alla fonte, come concordato con Gran Bretagna e Austria (in un primo tempo anche con la Germania, poi non accettate dal Parlamento di Berlino).Di conseguenza Saccomanni ha detto che le trattative con la Svizzera si trovano oggi fra due pilastri: quello deciso dall’Italia (il mecca-nismo di autodenuncia) e quello internaziona-le con le direttive dell’OCSE e del G20. Queste ultime puntano chiaramente verso lo scambio automatico di informazioni fiscali, cosa che evidentemente non può essere accettata in base alle leggi svizzere (segreto bancario).

Per questo la Svizzera è disposta ad allarga-re l’assistenza amministrativa (su richiesta) e anche ad accettare le richieste “di gruppo”.Inoltre chiede che anche le regole dell’OCSE siano prima applicate da tutti i paesi interes-sati. Berna vorrebbe comunque regolarizzare tutte le posizioni precedenti. Ma – come si vede nell’aspro dibattito con gli Stati Uniti – non ha più molte frecce al suo arco. Rischia-no di restare ancora sul tappeto anche altre richieste svizzere, come la revisione della tassazione dei frontalieri.Sotto questo aspetto anche il mutato atteg-giamento italiano è molto significativo.

Ignazio Bonoli

continua dalla prima

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«Primo piano» A cura di Annamaria Lorefice www. gazzettasvizzera.it

I commenti di Marta Lenzi e Paolo Grandi ex collaboratori della Fondazione di libri rari e antichi

Che fine ha fatto la preziosaBiblioteca gastronomica di Lugano?

Un’immagine contenuta in uno dei preziosi volumi della Bing Bibliotèque Interna-tionale de Gastronomie: la Fondazione creata da Orazio Bagnasco a Lugano. Rac-coglieva 4000 volumi antichi di agricoltura e gastronomia, a partire da un foglio autentico della Bibbia di Gutenberg fino a volumi pubblicati entro il 1899. Da pochi mesi la biblioteca non c’è più, e il nome dell’acquirente della collezione è tenuto nel più stretto riserbo. (Foto: La cucina grassa P. Brueghel).

Lugano - Che fine ha fatto la straordinaria Bi-blioteca Internazionale di Gastronomia (B.IN.G) che aveva sede in Canton Ticino? Mistero. Un patrimonio unico nel suo genere, una collezione privata di testi rari che raccoglieva 4000 volumi antichi di agricoltura e gastronomia, ad iniziare da un foglio autentico della Bibbia di Gutenberg a libri pubblicati il 1899. Libri preziosi e quindi di gran valore raccolti da Orazio Bagnasco, fi-nanziere italiano residente in Svizzera, noto alle cronache cruciali degli anni ‘80 relative al Banco Ambrosiano. Per sua volontà la biblioteca nacque nel 1992, come Fondazione, a Sorengo, comune a ridos-so di Lugano, e fu sempre visitata da eminenti personalità svizzere e italiane della cultura, della gastronomia e della politica. Da qualche mese la biblioteca, che era stata nel frattempo spostata a Lugano, non esiste più. È stata venduta. A chi? Non è dato saperlo. Un top secret su cui non intendiamo ora indagare, poiché il punto d’interesse, il dato saliente, è che un pezzo di cultura sparisce dal Ticino e dalla Svizzera. Una sparizione che ricorda, pur trattandosi di oggetti diversi, la vicenda del Castello di Trevano, edifi-cio che, pur menzionato nelle enciclopedie per la sua importanza architettonica, con un colpo di ruspa fu raso al suolo nel 1961.Spariscono i luoghi della bellezza, i paesaggi da sogno, le ville storiche, e ora anche prestigiose biblioteche. La Biblioteca internazionale di Ga-stronomia non era un’istituzione per pochi culto-ri interessati al tema, bensì aveva un’importanza collettiva, poiché qualsiasi argomento, e dunque anche il cibo e la sua descrizione storica, forni-sce concetti e pensieri che formano quel patri-monio culturale che appartiene a tutti noi.Si trattava di una biblioteca strutturata alla per-fezione. Ne è testimone “un’opera monumen-tale”, il Catalogo del Fondo Italiano e Latino di Gastronomia con la descrizione dei libri in essa contenuti. Il Catalogo, composto di tre libri, è consultabile nella biblioteca cantonale di Luga-no, e risulta in vendita on line al prezzo di circa 700 euro. È stato realizzato ad opera di Orazio Bagnasco con l’ausilio di specialisti della mate-ria. Vi contribuì anche l’ex direttrice e curatrice della biblioteca Marta Lenzi, un’economista che venne conquistata dal sapere gastronomico.Il suo lavoro in questa gloriosa biblioteca è durato vent’anni e ha procurato alla Lenzi sva-riati riconoscimenti come il “Gourmand Special Awards” per il succitato catalogo. «Avevo sem-pre seguito l’ing. Bagnasco in tutte le sue atti-vità, principalmente culturali», racconta Marta Lenzi a Gazzetta Svizzera. «La materia gastro-

nomica nasce culturalmente proprio 20 anni fa e di conseguenza l’impegno richiesto è divenuto sempre maggiore». Un lavoro impegnativo ma anche di soddisfa-zione, dice Lenzi: «Quando si ha la possibilità di lavorare con gente che ti può insegnare cose nuove, imparare quotidianamente, affrontare temi nuovi che permettono di crescere molto

e rileggere la storia sotto un’ottica diversa, è fantastico. Grazie a tutto ciò’ sono diventata anche più consapevole di quello che mangio… ». Lenzi ha avuto a che fare con testi molto an-tichi e di valore: «Il più antico era un bando del 1200 sulla panificazione, mentre stabilire quali fossero i testi più preziosi è difficile. Il valore di un libro dipende da tanti fattori. Per me erano

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[email protected]

Sul web risulta acquistabile la prima edizione del Catalogo del Fondo Ita-liano e Latino di Gastronomia, rea-lizzato con il contributo della Banca della Svizzera italiana; le schede si presentano corredate di collazioni e riproduzioni dei frontespizi. I 3 volumi del Catalogo sono consultabili nella Biblioteca cantonale di Lugano.

tutti importanti: dal menu di nozze di Isabella d’Aragona e Giangaleazzo Sforza di fine 400, a un manuale sulla piegatura dei tovaglioli del 600. Per il nostro territorio l’edizione del Platina

del 1475 che ha confermato le origini bleniesi di Maestro Martino». Quest’ultimo, un ticinese, è ritenuto il primo cuoco moderno della storia gastronomica.Perché questa biblioteca era considerata unica nel suo genere? «Perché permetteva una visione completa dello sviluppo della gastronomia e de-gli usi e costumi sociali a partire dal XIV secolo sino a fine 800 – spiega Lenzi - non solo quindi con ricettari, ma con opere che riguardavano la civiltà materiale, la medicina, il galateo... ».Questa biblioteca era dunque una eccezionale istituzione a valenza mondiale. Conosciuta in Svizzera e dagli appassionati studiosi indigeni e stranieri, fu visitata spesso anche da personalità politiche e intellettuali: «Mi ricordo la visita di tut-to il board della Library of Congress di Washing-ton, con l’allora presidente Mr. Billington che si inginocchiò davanti a un testo di gastronomia americana del 1790 che loro non possedevano. I maggiori studiosi della materia di tutto il mondo hanno sempre fatto riferimento alla biblioteca per il loro lavoro». Ora che non potrà più vedere quei libri con i quali ha “convissuto” così a lungo, Marta Lenzi si augura che «possano dare ad altri le stesse soddisfazioni che hanno dato a me».La Fondazione aveva come obiettivo “la conser-vazione e la consultazione di questa “eredità” libraria per tutti gli studiosi e collezionisti di testi rari di cucina e gastronomia del mondo”.Dunque questa eredità è stata ritirata chiuden-do la Fondazione: la biblioteca potrebbe magari risorgere, in qualsivoglia forma, da parte di chi

oggi è proprietario della collezione dei libri? «Ce lo auguriamo tutti» conclude l’ex direttrice. Altro collaboratore della biblioteca è stato Pao-lo Grandi, sociogastronomo ticinese e Delegato della Accademia Italiana della cucina per la Sviz-zera Italiana: «Ho visto nascere la B.IN.G; questa famosa biblioteca era un riferimento speciale per chi studia e lavora sulle tradizioni culinarie dei popoli europei e americani, tradizioni, ma-trici di cultura, comportamenti, arte e storia». Offriva un excursus storico fondamentale: «Noi mangiamo quello che ci tramandiamo da se-coli ed oggi stiamo modificando la tradizione culinaria con l’impatto di nuovi comportamenti non più condizionati dalla regione o dal nostro lavoro o dalla stessa religione». Cultura in sen-so ampio come spiega Grandi: «Per capirci di più e conoscerci meglio. Parla come mangi! Un documento scoperto tra i volumi della B.IN.G ha originato la storia di un famoso banchetto cui aveva partecipato il famoso maestro Martino de Rubeis della valle di Blenio, erroneamente accreditato alla città di Como». Perché chiude-re questa istituzione? «In Ticino difficilmente si trova una disponibilità finanziaria pubblica per acquisire un patrimonio di questo genere e gli eredi volevano vendere perché non coinvolti né interessati negli studi della gastronomia. Dubito che la Biblioteca risorga, ma se succedesse non sarà più cosi vicina e consultabile come lo è stata dal 1981 al 2013 a Lugano».

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Firenze, ore 16,45 - ventisei dicembre 2013, Piazza della Repubblica2 già Piazza Vittorio Emanuele ed ancor prima (in parte) Piazza del Mercato, Caffè delle Giubbe Rosse3 che fù ritrovo e salotto dei Futuristi, sono in anti-cipo ed in attesa mi siedo. Al cameriere che si avvicina dico che aspetto un amico e già compagno di liceo, il Nidwaldese Edo Ada-cher discendente di Josef Alois4 alabardiere delle Guardie Pontificie, attinente di Stans.Così avendo un po’ di tempo per far ciò che spesso è precluso, vago con lo sguardo sui tavoli di ghisa posti lungo le pareti di legno e verso la piazza: fuori comincia a far sera e sfumate per nebbia, svaniscon le ombre e s’attenuan persino le grida dei bimbi per suoni di giostra al centro di quella.E così, a ritroso nel tempo negli anni, ripenso alle date, al tempo e all’età della Piazza e di questo Caffè, d’un tratto mi torna alla mente che, dopo la sbornia di Firenze capitale, ma ancora sotto gli effetti di quella, alla fine del 1883, venne dato il via ai progetti di “risana-mento” di questa piazza, si cominciarono ad abbattere le antiche case ed costruire questi palazzi che le fanno “brutta” cornice: insieme a quei Palazzi, questi portici ed anche que-sto locale che fu prima Società di Scacchi e poi divenne Caffè e che… son giusto cento-trent’anni!E se son “giusto” centotrent’anni, vuol dire che questa Piazza, questo Palazzo e queste pareti, hanno la medesima età della Società Svizzera di Milano!Così, chiesto qualche foglio di carta, comincio a scrivere queste piccole note sulla bellissima festa di gala che abbiamo trascorso qualche sera fa alla Società Svizzera di Milano. In una serata particolarmente umida per piog-gia recente e nebbia leggera, lo scorso 19 ci siamo ritrovati tutti in una Sala Meili occupata in ogni ordine di posti e con i tavoli sin nel foyer.Erano anni che non si vedeva un tal concorso di presenze e di commensali, di invitati, ospiti ed amici. Un vero successo per il la serata e particolarmente per il nostro Presidente Jean Pierre Hardegger che, dopo l’ottimo aperitivo, ha aperto la serata con una breve e simpatica “allocuzione” che ha toccato i punti salienti del-la festa: il Natale, i Centotrent’anni della Socie-tà, il libro di Renata Broggini e Marino Viganò che uscirà in primavera e narrerà fatti noti e

Centotrent’anni e non li dimostra!

Cena degli Auguri alla Società Svizzera di Milano. Noi c’eravamo!

Ho cenato con un piccolo pezzo di focaccia e ho bevuto con piacere coppe di vino;

ora l’amata cetra toccò con dolcezza e cantò l’amore…

Anacreonte

meno noti di questi 130 anni, le numerose attività del nostro sodalizio, quelle passate e quelle future, le nuove frontiere e soprattutto gli impegni del prossimo 2015, ma anche le nostre serate nella Stube, nella sala Birilli ed i programmi di incontri, musica e divertimento del 2014.Poi, mentre sullo schermo in fondo alla Sala, scorrevano immagini e foto di luoghi e vol-ti conosciuti, il Console Generale Baggi ha preso la parola centrando il suo saluto sulla “sfida” dell’Expo 2015 e sulla necessità di esserci. Sul fatto che la Svizzera già c’è ed è impegnata perché l’idea di questa partecipa-zione come “Confooderatio Helvetica” abbia una reale ed efficace funzione più che di sem-plice vetrina, di profondo esempio del nostro innato modo di essere per il quale le risorse in genere e di cibo e d’energia in particolare non debbono essere e non verranno sprecate.

Poi il via alla cena con un risotto giallo allo zaf-ferano servito ben caldo quale primo piatto. Per secondo un polpettone con più formaggio che carne (e tuttavia morbido e di gusto) con contorno di purea di patate e scorzonera!Dopo la cena, mentre attendevamo il dessert (“vermicelli” di castagne di desertica morbi-dezza e panna in quantità omeopatica cui poco ha potuto fare il successivo panettone mancante dell’annunciata crema al mascar-pone della tradizione milanese), sono stati presentati dal nostro frizzante Consigliere

Riccardo Klinguely e son saliti sul palco, i Jubilant Singers che hanno allietato con Spirituals, Gospel5 e Canti di varia origine, orecchiabilità ed effetto, la bellissima serata e l’attentissima sala.

Da i più che noti “When the Saints go mar-chin’in” e “We wish you a Merry Christmas” ai più complessi e difficili “Go, tell it on the mountain” o “Walk together, children” o anco-ra, in onore delle nostre molte lingue: “Oh du fröliche” cui è seguito “Cantique de Noël” per finire con “Tu scendi dalle stelle”.Prima di ciascun brano, dalla voce del barito-no Paolo Merli, una breve e gradevole intro-duzione storica al testo ed al suo significato, poi l’esecuzione con l’accompagnamento di un violino e di un paio di chitarre sotto la gradevolissima coreografica e mobilissima direzione del Maestro Andrea Locati.Se un appunto va fatto al bravissimo gruppo è quello di aver scelto un numero di brani per i quali l’attenzione non ha potuto mantenere negli ultimi i livelli dei primi, ma gli applausi forti e sentiti, soprattutto sui brani conosciuti, sono stati sinceri e di lunga durata.Poi, la tradizione, che per voce del Presidente, ci ha chiamati all’estrazione dei bei premi in palio: un orologio digitale da scrivania con re-lativa calcolatrice da tavolo, due biglietti delle Ferrovie Retiche, due biglietti aerei per Zurigo ed ancora due biglietti delle FFS (Ferrovie Fe-derali Svizzere) e della BLS Lötschbegbahn (Bern-Lötschberg-Simplon Società Anonima – per azioni – di ferrovia privata).Servito il dessert di cui abbiamo già detto e giunti i caffè, mentre Pino sul palco scaldava i già pronti strumenti, c’è stato il tradizionale quanto attesissimo “pellegrinaggio” per “lo scambio” dei doni che ciascuno – arrivando – aveva depositato in attesa di questo mo-mento.Così, di tavolo in tavolo, chiamati in ordine da un ispirato Riccardo, i presenti si sono avvicinati al ricchissimo e stracolmo tavolo dei regali in modo che ciascuno, attratto chi dalla forma, chi dal volume, chi dal colore chi infine da un insolito fiocco ovvero da più di una di queste combinazioni, potesse scansa-re il proprio e scegliere quello portato da altri,

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In una serata particolarmente umida per pioggia recente e nebbia leggera, lo scorso 19 ci siamo ritrovati tutti in una Sala Meili occupata in ogni ordine di posti e con i tavoli sin nel foyer. Erano anni che non si vedeva un tal concorso di presenze e di commensali, di invitati, ospiti ed amici. Un vero successo per il la serata e particolarmente per il nostro Presidente Jean Pierre Hardegger che, dopo l’ottimo aperitivo, ha aperto la serata con una breve e simpatica “allocuzione” che ha toccato i punti salienti della festa: il Natale, i Centotrent’anni della Società, il libro di Renata Broggini e Marino Viganò che uscirà in primavera e narrerà fatti noti e meno noti di questi 130 anni, le numerose attività del nostro sodalizio, quelle passate e quelle future, le nuove frontiere e soprattutto gli impegni del prossimo 2015, ma anche le nostre serate nella Stube, nella sala Birilli ed i programmi di incontri, musica e divertimento del 2014. Poi, mentre sullo schermo in fondo alla Sala, scorrevano immagini e foto di luoghi e volti conosciuti, il Console Generale Baggi ha preso la parola centrando il suo saluto sulla “sfida” dell’Expo 2015 e sulla necessità di esserci. Sul fatto che la Svizzera già c’è ed è impegnata perché l’idea di questa partecipazione come “Confooderatio Helvetica” abbia una reale ed efficace funzione più che di semplice vetrina, di profondo esempio del nostro innato modo di essere per il quale le risorse in genere e di cibo e d’energia in particolare non debbono essere e non verranno sprecate.

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tornando al tavolo per il comune piacere della scoperta e della sorpresa.Quest’anno, dobbiamo pur dire che i regali sono stati di grande qualità e che per l’ottima fantasia della scelta e delle confezioni, hanno rallegrato e soddisfatto sia chi li ha impac-chettati e deposti che chi li ha presi, scartati e portati… via!E mentre gli ultimi si avvicinavano al tavolo per gli ultimi luccicanti pacchetti, Pino ha cominciato con una bella canzone e l’augu-rio forte e sentito per i nostri giovani cen-totrent’anni, non senza prima scusarsi della mancata presenza di Rosy che costretta a casa per una indisposizione non ci ha potuto deliziare con la sua affascinante presenza e bellissima voce.Pino ha tuttavia dato il meglio di sé pur non potendo eguagliare per estetica e sorriso, la bravissima Rosy, cui sono andati i nostri augu-ri di pronta guarigione e Buone Feste.Ma con una presenza scenica di tutto rispetto ed ineguagliata bravura, Pino ha superbamen-te “riempito la scena” ed allietato la serata.E molti ballerini, sin dalle prime note del primo ballabile, hanno occupato la pista dopo aver-ne creato lo spazio spostato qualche tavolo e molte sedie.Ed a tale inizio – sembrava che i presenti non aspettassero altro – è seguito un continuo di brani noti e notissimi che hanno tenuta occu-pata la pista fino ad oltre mezzanotte.Qualcuno ad un tavolo ha fatto arrivare una piccola bottiglia di kirsch che ha reso men dolorosi i saluti che son cominciati in sordina per poi prender forma di baci ed abbracci e ancora d’auguri per questo e per quello.Pian piano ritorna la Piazza coi suoni e le grida dei bimbi: la Festa è finita, Natale è passato, gli Amici ne vanno! Nell’aria ritorna il profu-mo dei rami d’abete, scintille di luce da vetri soffiati, di neve nell’aria, di canti lontani, di musiche lente e gioie perdute.Ed ecco pian piano la nebbia sparisce, ritorna quel suono di giostra vicina, rimanda all’indie-tro quei canti di bimbo ed ecco tornata la sera ed io seduto di nuovo al Caffè.Già son suonate adesso le cinque ed ecco che Edo – entrato non visto – si guarda all’in-torno, mi cerca, lo trovo: “Carissimo Edo che grande piacere vederti, auguri per tutti ed anche per Te!”

Niccolò G. [email protected]

_________NOTE1. Cena degli auguri di Natale e Festa dei 130 anni della Società Svizzera di Milano: la Società Svizzera di Milano venne fondata in Milano il 15 dicembre 1883 intendendosi con tale data quella di approvazione del suo elaborato statuto. A dire il vero il primo nucleo della Società Svizzera vide la luce verso la fine del 1869 quan-do, una ventina di giovani svizzeri decisero di riunirsi per cantare insieme i canti patriottici della vicina ed al tempo stesso lontana Patria. Già nell’inverno successivo (1870-1871), quei giovani decisero di affrontare il palco del Teatro Gustavo Modena e di dare un concerto che ebbe un ottimo successo di pubblico ed incassi che vennero devoluti in beneficenza. Il 31 dicembre 1879 decisero di festeggiare, con l’inizio del nuovo anno, i dieci anni di vita del sodalizio. Dopo il 1882, anno nel quale venne aperto il traforo del Gottardo, la Comunità Svizzera di

Milano aumentò per numero ed importanza e pertanto quei venti giovani promotori, divenuti ormai settanta, decisero di dare miglior forma ed assetto al gruppo e dunque, il 15 dicembre 1883, vollero che nascesse la “Schweizer Verein in Mailand” con Teophilo Naef quale primo Presidente.2. Piazza della Repubblica già Piazza Vittorio Ema-nuele e prima ancora spazio occupato (in parte) dal Mercato del Vecchio Ghetto Lorenese e prima ancora punto di incontro fra Cardo e Decumano, è una piazza del centro storico di Firenze di forma rettangolare gran-de circa 75 m per 100 m, tra le più grandi in Italia. È il risultato più conosciuto (secondo Ottone Rosai ed altri, tristemente conosciuto) dell’epoca del “Risanamento”, quando fu ridefinita l’urbanistica della città in seguito all’insediamento della capitale del Regno d’Italia a Firen-ze (dal 1865 al 1871). L’aspetto attuale della piazza è l’effetto degli interventi urbanistici progettati a seguito della proclamazione di Firenze capitale d’Italia (1865-71), ma – more solito – realizzati molti anni dopo. In particolare i lavori all’odierna piazza della Repubblica ebbero luogo tra il 1883 e il 1895. Quel periodo, che stravolse l’assetto di buona parte del centro cittadino è conosciuto come il periodo del Risanamento, secondo la pomposa terminologia celebrativa ottocentesca, men-tre per i più sensibili e nobili animi, l’operazione venne definita lo “sventramento” cittadino. La decisione di am-pliare la piazza comportò la distruzione totale di edifici di grande importanza: le torri medievali, le chiese, le sedi corporative delle Arti e delle Corporazioni, alcuni palazzi di nobili famiglie, nonché botteghe artigiane e abitazioni. L’operazione viene presentata come neces-saria per risanare le condizioni igienico-sanitarie dell’a-rea, ma in realtà fu soprattutto legata alla speculazione edilizia ed alla volontà di legittimazione dell’emergente classe borghese, protagonista delle vicende italiane im-mediatamente successive all’Unità d’Italia. La città subì di fatto una enorme perdita, in minima parte risarcita dal salvataggio di monumenti come la Loggia del Pesce del Vasari che viene smontata e rimontata in piazza dei Ciompi. L’aspetto della piazza prima delle demolizioni ot-tocentesche è documentato da stampe, dipinti e plastici nel Museo storico topografico “Firenze com’era” situato in via dell’Oriuolo. Molti pezzi d’arte e anche frammenti architettonici alimentarono il mercato antiquario, e solo una parte di essi venne salvata nel lapidario del Museo di San Marco, mentre altri sono tornati alla città con donazioni come quelle che hanno permesso l’istituzione del Museo Bardini e del Museo Horne. Artisti come Tele-maco Signorini ritrassero con malinconia questo pezzo di città che andava scomparendo. Nel 1888, dopo la demolizione delle catapecchie del centro del mercato, era riapparsa l’antica piazza del Mercato Vecchio, con la Loggia, la Colonna dell’Abbondanza e la chiesa di San Tommaso, ma agli oculati restauri si preferì procedere con uno smantellamento più radicale. Il 20 settembre 1890, con i cantieri ancora aperti per ricostruire i pa-lazzoni nella piazza, venne inaugurato alla presenza del re il monumento a Vittorio Emanuele II a cavallo, che diede il nome di allora alla piazza. Una foto risalente al giorno dell’inaugurazione mostra gli edifici della piazza ancora incompleti e coperti da teli come scenografie di fortuna per la cerimonia civile solenne. La statua, opera celebrativa e piuttosto retorica, con quel baffuto perso-naggio seduto a cavallo come nel luogo di comodo, non piacque ai fiorentini, che chiamarono – sin da subito – il monumento “Emanuele a corpo sciolto”. Oggi la statua si trova nel piazzale delle Cascine, luogo più adatto a quei comodi di quel tal re che apprezzava sì i piaceri del caval-lo, ma a cavallo di un canapè. I palazzi che sorsero nella nuova piazza, definiti amaramente da Telemaco Signorini porcherie, seguivano la moda eclettica del tempo ed erano stati progettati da architetti allora molto in voga: Vincenzo Micheli, Luigi Buonamici, Giuseppe Boccini. A seguito di questa trasformazione, la piazza divenne una sorta di “salotto buono” della città; vi si affacciarono fin da allora palazzi signorili, alberghi di lusso, grandi ma-gazzini ed eleganti caffè, tra cui il noto Caffè Le Giubbe Rosse, luogo d’incontro e di scontro di letterati ed artisti di grande fama.3. Il Caffè “Delle Giubbe Rosse”, situato nell’odierna piazza della Repubblica ai civici 13-14/r, è uno dei più antichi e storici Caffè di Firenze. II locale che già esisteva da più di 12 anni, dopo varie infelici gestioni, nel 1896/7 fu acquisito dai fratelli Reininghaus, fabbricanti di birra tedeschi. Secondo la moda viennese del tempo, i ca-merieri indossavano giubbe (giacche) rosse tanto che i fiorentini, trovando difficoltà nel pronunciare quel nome straniero che pareva più “un ringhio” che “un cognome”, preferivano dire: “andiamo da quelli delle giubbe rosse”.

Così a poco a poco per semplicità e sintesi tutta popola-re, il Caffè si chiamo semplicemente “Le Giubbe Rosse”. Dal 1909 divenne sede fìssa dei futuristi fiorentini, tra-sformandosi in luogo di incontro per letterati e artisti ita-liani e stranieri. Tuttora ha le pareti interamente coperte da foto, disegni e memorie dei suoi celebri frequentatori. Il 30 giugno 1911, fu teatro della rissa, che prosegui poi alla Stazione ferroviaria, tra i futuristi milanesi di Marinet-ti (del Caffè Savini di Milano) e gli artisti fiorentini raccolti intorno alla rivista La Voce (e alle Giubbe Rosse), sulla quale Ardengo Soffici pubblicò un articolo che attaccava i rivali. Dopo tale scontro a suon di schiaffi e pedate, gli uni e gli altri divennero amici e formarono un sodalizio letterario di rara forza e profondità. Nel secondo dopo-guerra e per alcuni anni, il Caffè venne rilevato e gestito da un ex dipendente dell’Hotel du Parc di proprietà della Famiglia Ciseri. 4. In realtà gli Adacher: come l’amico Edo, giusta-mente fiero me ne mostrò anni fa i documenti, erano e sono stati per anni, per tradizione e vocazione Guardie Pontificie. Fra questi, Josef Alois (1809-1858) fu primo alabardiere (guardia) pontificio dal 1832 sino alla morte e dopo di lui, dal 1864 al 1870, il figlio Felice nato dal matrimonio con Marianna Sinner. Tutti attinenti di Stans nel Canton Nidwalden (allora Unterwalden). L’amico Edo che vive e lavora fra Firenze e la Sicilia, è laureato in giuri-sprudenza, finissimo e delicato scrittore, accurato pub-blicista, attento e raffinato curatore di mostre ed eventi culturali, cultore di arte, storia e ricchissima aneddotica. È amico carissimo e sincero.5. Il Gruppo “The Jubilant Singers” è nato a Milano nell’autunno 2000 dall’idea di un gruppo di amici, prove-nienti da esperienze musicali diverse quali lo studio di uno strumento, il canto corale o l’animazione musicale li-turgica. L’idea era ed è quella di condividere le sensazioni uniche ed entusiasmanti del cantare e far musica insieme e di proporsi ad un pubblico per ulteriormente condivi-dere questa meravigliosa esperienza. Per prepararsi alla nuova avventura il Gruppo si è affidato alle cure di un mu-sicista “vero”: Andrea Locati, che a tutt’oggi prepara e dirige i Jubilant Singers. Il loro debutto “ufficiale” di fronte ad un vero pubblico è stato il 16 dicembre 2000, con un concerto di brani natalizi di tradizione popolare e di un repertorio internazionale. Nei successivi anni di attività, il Gruppo si è arricchito di nuove voci ed ha ampliato il proprio repertorio, dedicandosi in particolare al genere degli Spirituals afro-americani e Gospels, cantati nella versione in lingua originale: una scelta dettata dalla sin-tonia dei “Jubilant Singers” con le particolari sonorità ed il carattere ora esuberante, ora intimista, tipico di questi generi musicali. Il Gruppo non ha scopo di lucro. In questi anni si sono esibiti in concerti benefici e animazioni musi-cali presso Chiese, Ospedali, Carceri, Scuole ed a favore di Enti a Onlus a Milano e in Lombardia, riscuotendo particolari apprezzamenti per l’originalità del repertorio affrontato e per lo spirito “giubilante” espresso durante le esecuzioni. Hanno inoltre vissuto l’avventura di cantare per un pubblico “non italiano”, a Praga e successivamen-te a Bregenz, in Austria. I loro spirituals hanno anche più volte animato funzioni liturgiche e cerimonie matrimo-niali. Per una volta hanno anche voluto cimentarci in un concorso corale, che si svolge ogni anno a Porana di Pizzale, non lontano da Voghera, aperto a cori amatoria-li; nell’occasione è stato loro assegnato il premio della giuria, per la sezione “extra-liturgica”.Il loro repertorio prevede l’esecuzione “a cappella” di brani a quattro/cinque voci, a volte arricchiti da accompagnamento strumentale (chitarra, violino, violoncello, percussioni). Per chi volesse saperne di più: il Gruppo effettua le prove in Milano, alla via Carlo Goldoni n. 75; ha come Direttore il Maestro Andrea Locati ed è contattabile al Numero di Telefono: 00393343032415 oppure all’indirizzo e-mail: [email protected]. Ed ancora come sito inter-net: www.jubilantsingers.altervista.org/index.html 6. “Spiritual”, canto religioso afro-americano, ad una o più voci, frutto musicale dell’incontro con il cristiane-simo degli schiavi deportati dall’Africa, realizzato nelle chiese (unico luogo di riunione e scambio sociale) pro-babilmente a partire dagli ultimi anni del secolo XVIII. Fonde elementi melodici del canto liturgico europeo con altri di sopravvivenza africana, quali i moduli ritmici e lo schema di canto domanda-risposta fra voce solista e coro. I testi, di ispirazione biblica, adombrano le difficoltà e le frustrazioni della vita quotidiana degli schiavi neri, ma esprimono spesso anche una speranza di liberazio-ne e di riscatto. Moderna evoluzione dello spiritual è il “gospel”, caratterizzato da metri brevi e da notevole vivacità ritmica: entrambi si collocano alle radici della cultura nera d’America e vengono fusi successivamente nel blues e nel jazz.

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Grandi feste ed allegre serate alla Società Svizzera di Milano

Dalla Raclette dei giovani alla Schützenabend1 e Cena con le Signore dei “Birillisti del lunedì”

In questo clima di totale insoddisfacente real-tà, sotto il continuo assedio di questo Stato che ci opprime e schiaccia non solo con le più fantasiose tasse, imposte, contributi e gabel-le, ma anche con continue e costanti docce fredde di ordini e contrordini, di decisioni e retro-marce, di affermazioni e smentite che non si trovano neppure nelle migliori comme-die di Feydeau (e qui siamo in piena tragedia!), in questo clima – dicevo – noi Svizzeri, forse per un’innata esperienza nelle difficoltà, ci ri-tagliamo dei momenti di serena sospensione dagli affanni e dalle preoccupazioni e ci ritro-viamo per festeggiare ora i Tiratori ed i loro risultati, ora i giovani che verranno dopo di noi ora l’allegra e gaudente compagnia dei Birillisti del lunedì.Così la sera del 28 novembre scorso, ottima-mente allestita dall’infaticabile Sara, la Sala Meili appariva un’accogliente luogo di cena e svago con tanto di luci e strumenti sul palco.Un ottimo ed anche troppo abbondante aperi-tivo all’ingresso, bei tavoli disposti in cicladico ordine all’interno della Sala, un menu non del tutto rispondente alle aspettative, ma una mu-sica piacevole ed accattivante, hanno reso la serata accettabile al palato e gradevole all’o-recchio per i non numerosi, ma determinati presenti.Prima della cena – come al solito – al cospet-to di coppe e medaglie degli anni andati, si è tenuta nella Stube la premiazione dei migliori tiratori.Così con premi, medaglie e bellissimi distintivi di satinato metallo sono stati premiati alcuni soci, cui chi scrive è legato per amicizia e stima grandi e dunque nella comprensibile difficoltà di chi citare per primo.Allora, memore e fatto astuto dall’esperienza

“… portaci una bella coppa ragazzo, perché si possa brindare ad’un fiato.Mettici dieci misure d’acqua e cinque di vino per poter onorare Bacco

e sorseggiare così il vino fra i bei canti, senza gli strepiti e le urla delle bevute che fanno gli Sciti...”

Anacreonte fr. 332

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Allora, memore e fatto astuto dall’esperienza dei marinai che per evitare lo scudiscio, firmavano le critiche (il mugugno) in tondo, così da non potersi risalire a chi avesse firmato per primo, riporterò i loro nomi in forma circolare così ad uno che sembra precedere l’altro, seguirà l’altro che non solo lo segue, ma pure - a sua volta - lo precede:

Ma poi, in ordine sparso, vi dirò che c’era chi come Manuela è stata prima monitore donna tra tutte le (33) Società di Tiro estere, c’era chi come Aldo ha conseguito la prima distinzione cantonale, chi come Ernesto (il giovane, ma promettente rampollo di tanto padre!) le prime distinzioni nel tiro di campagna e feldstich, chi come Gianfranco ha vinto il tiro di campagna e quello del Monte Ceneri e chi come Alberto, Presidente della Sezione Tiratori di

dei marinai che per evitare lo scudiscio, firma-vano le critiche (il mugugno) in tondo, così da non potersi risalire a chi avesse firmato per primo, riporterò i loro nomi in forma circolare così ad uno che sembra precedere l’altro, se-guirà l’altro che non solo lo segue, ma pure – a sua volta – lo precede:

Ma poi, in ordine sparso, vi dirò che c’era chi come Manuela è stata prima monitore donna tra tutte le (33) Società di Tiro estere, c’era chi come Aldo ha conseguito la prima distinzione cantonale, chi come Ernesto (il giovane, ma promettente rampollo di tanto padre!) le prime distinzioni nel tiro di cam-pagna e feldstich, chi come Gianfranco ha vinto il tiro di campagna e quello del Monte Ceneri e chi come Alberto, Presidente della Sezione Tiratori di Milano, tutti gli altri sette concorsi della sezione e varie distinzioni nelle trasferte e tiri cantonali.Dunque non possiamo che rallegrarci con i nostri amici e soci per il pregevole risultato e gli ottimi risultati.Dopo la premiazione, l’aperitivo è proseguito più allegro che mai, sino al momento in cui tut-ti siamo stati invitati a prender posto a tavola.Una cena con un menù più apparente che rea-le, con un risotto più al parmigiano che allo champagne, una porzione di arrosto più in for-ma di puzzle che di affresco, con una patata al forno così piccola e tagliata per il mezzo da apparir triste progenie di una stirpe negletta.Infine – per dessert – una fetta di strudel che per dirla parafrasando il Manzoni… “quando si dice che è stata messa nel piatto e servita, s’è detto tutto!” Così, fra un dolce poco dolce ed un caffè non per tutti, si è chiusa la cena.La nota piacevole della serata oltre alla verve del presentatore Riccardo (socio e consiglie-re della Società), è stata la presenza di Pino e Rosy che dal palco con la loro musica, hanno allietato davvero la sala ed i presenti.

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Allora, memore e fatto astuto dall’esperienza dei marinai che per evitare lo scudiscio, firmavano le critiche (il mugugno) in tondo, così da non potersi risalire a chi avesse firmato per primo, riporterò i loro nomi in forma circolare così ad uno che sembra precedere l’altro, seguirà l’altro che non solo lo segue, ma pure - a sua volta - lo precede:

Ma poi, in ordine sparso, vi dirò che c’era chi come Manuela è stata prima monitore donna tra tutte le (33) Società di Tiro estere, c’era chi come Aldo ha conseguito la prima distinzione cantonale, chi come Ernesto (il giovane, ma promettente rampollo di tanto padre!) le prime distinzioni nel tiro di campagna e feldstich, chi come Gianfranco ha vinto il tiro di campagna e quello del Monte Ceneri e chi come Alberto, Presidente della Sezione Tiratori di

Ed allora buona musica da ascolto e da ballo con la splendida voce di Rosy ed i migliori arrangiamenti di Pino.L’attesa estrazione ha garantito ad alcuni di noi, rossi cappellini, libri, bottiglie di vino ed i sempre desiderati biglietti delle Ferrovie Re-tiche.Qualche ricordo della recente cena del 5 di-cembre, con tanti giovani, una ricca raclette e tante, tante verdure fresche e con il piacere e l’attesa di leggere qualcosa nel prossimo numero della Gazzetta.Ancora qualche discorso sulle recenti votazio-ni cantonali e federali e qualche commento sui risultati, poi di nuovo musica, ballo e canto sin quasi a mezzanotte, con l’impegno per alcuni di noi di ritrovarci – di lì a pochi gior-ni – alla cena dei “Birillisti del lunedì” con le rispettive signore, amici e simpatizzanti.

Ed allora il 9 dicembre i “Birillisti del lunedì” hanno organizzato ed offerto alle loro Signo-re, amici e simpatizzanti una cena nei locali ove all’inizio di ogni settimana ci incontriamo per buone chiacchiere, ottimo cibo, splendido bere e strabiliante gioco!Presi buoni accordi nelle settimane preceden-ti, tutti si sono dati ad organizzare e prepa-rare.

Tutto è andato ottimamente, sotto l’alto quan-to attento e discreto controllo di Alberto che, sin dal sabato precedente, si è curato di preparare una abbondante quanto splendida Zuppa d’orzo alla Grigionese3 particolarmen-te ricca di prosciutto affumicato, pancetta ed altri carni ed aromi da renderla suprema all’olfatto e sublime al gusto.Poi Luca e Silvia (ma forse più la seconda “pescatrice” che il primo “cacciatore”) hanno reso più gustoso l’antipasto e leggera l’atte-sa, con delle trotelle in carpione; chi scrive che ha procurato un leggero formaggio a pasta filata ed un salame (anzi tre) dei colli piacentini, con ricche e più o meno piccanti salse (Pili-Pili di Zanzibar, Aivar dalla Crozia,

La splendida Bündner Gerstensuppe di Alberto.

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80 gr. di orzo perlato (Giotta) Gran Alpin; lavare e mettere in ammollo per una notte, 1 piccola cipolla, tritata fine-mente, ½ porro, 1 carota, 1 costa di sedano, 100 gr. di carne secca dei Grigioni. Si può usare anche un pezzo di Rippli affumicato (carne di maiale affumicata) oppure un pezzetto di lardo: in questo caso bisogna essere prudenti con il sale e le spezie. La ricetta originale prevedeva lardo cotto o strisce di carne secca. 2 patate, 1 cucchiaio di burro per soffriggere, 30 gr. di fagioli bianchi messi in ammollo, 2 l di brodo di manzo, 2 dl di panna, un po’ di sale e pepe, 1 cucchiaio di erba cipollina tritata finemente. Pulire le verdure e tagliarle a dadini insieme alla carne sec-ca. Far sciogliere il burro in una padella capiente, aggiunge-re le cipolle e le verdure e far soffriggere. Aggiungere poi le patate, i fagioli e l’orzo e far cuocere brevemente con il resto. Versare il brodo e far cuocere a fuoco lento per circa 2 ore. Prima di servire aggiungere la panna, aggiustare di sale e pepe e guarnire con l’erba cipollina. La zuppa d’orzo, anche riscaldata il giorno dopo, è buona come appena fatta. Per questo raccomandiamo di preparare la zuppa raddoppiando o triplicando le dosi.4. “Sandhas”, “babeli” e “kranz”: sono modalità di gio-co e/o punteggi: kranz spick: modalità di gioco in cui si comincia a giocare sul pieno dei 9 birilli e si prosegue fino all’abbattimento di tutti, poiché i birilli non abbattuti, vengono riposizionati dal sistema fino al totale loro abbat-timento; kranz – medesima radice di krone-corona – significa ghirlanda, infatti si ha questo tipo di figura quando dei nove birilli presenti in losanga sul campo, ne vengono abbattuti gli otto del contorno e ne resta l’uno al centro (koenig/re); “babeli” è il punteggio pieno che si ottiene quando con una sola boccia si abbattono tutti e 9 i birilli; sandhas (coniglio nella sabbia): si ha questa penalità quando la boccia lanciata, al primo impatto non batte a terra sulla banda “rossa” di tiro, ma sulla pista, rendendo con ciò il tiro nullo; sponda: si ha questa penalità se la boccia lanciata tocca una delle due sponde prima di raggiungere i birilli, qualunque sia il numero di birilli che viene abbattuto, il punteggio è zero)5. Le squadre: sulla pista di destra si sono alternati: Sa-sa, Riccardo, Stefano, Gianfranco, Federico, Maurizio e Vito; su quella di sinistra: Rita, Simona, Betty, Cristian, Claudio R., Marco e Niccolò,6. Gara del “taglio del pino”: si tratta di una gara lo scopo della quale è quello di fare ad ogni lancio tanti pun-ti quanti ne sono necessari ad eliminare sul tabellone i numeri preventivamente segnati e disegnati in forma di pino appunto.

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3 3 34 4 4 4

5 5 5 5 56 6 6 6 6 6

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Ciascun giocatore, dichiarandolo o meno, deve effettuare il proprio lancio abbattendo uno, due, tre o quattro… fino a tutti i birilli (9), così da eliminare dalla figura il numero corrispondente ai birilli abbattuti fino a cancellare tutti i numeri ed “abbattere” il pino. La difficoltà del gioco sta appunto nel fatto che i numeri 1 e 9 compaiono una sola volta e dunque ai fini della cancellazione del numero 1 o 9, un birillo andrà abbattuto una sola volta come anche 9 birilli potranno essere abbattuti una sola volta. Due birilli potranno essere abbattuti due sole volte e tre birilli tre vol-te sole, perché una volta cancellati quei punti non potranno più essere fatti ed il tiro corrispondente non porterà alcun vantaggio allo scopo del gioco che è quello di finire la serie prima dell’altra squadra. 7. Venite, informatevi, chiedete ed iscrivetevi: So-cietà Svizzera di Milano fondata nel 1883: – Via Palestro, 2 (III piano) 20121 Milano – Tel. +390276000093 – Fax +390245473511 – Segreteria: Sig.na Sara Fraticelli dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 19.00 – [email protected] – www.societasvizzera.it

Harissa dalla Somalia e Oelek dall’Indonesia); Maurizio che ha – di suo – aggiunto una buo-na dose di crostini di fegato e molta e ben au-gurante frutta fresca e secca; Claudio che ha fornito un imperial panettone di ciclopiche dimensioni (da 25 persone) ed infine Marco con molto e variegato gelato di gran gusto.Per tacere dei bianchi (Prosecco, e Berlucchi) in apertura di programma, dei rossi nel prose-quio (Sassaiolo, Beaujolais e Rosso dei Colli Piacentini) e per finire del gradevole e ben ghiacciato Champagne Mumm che tutti hanno apprezzato e gustato.Caffè, ottime grappe e kirsch hanno contrap-puntato il dopo cena, mentre alcuni presenti già si apprestavano a fare qualche tiro ai birilli.

Alcuni veterani, altri neofiti e giovani Signore, si sono poi dati al gioco ed in breve quasi tutti hanno voluto cimentarsi nei tiri “nel pieno” con qualche sponda, qualche “sandhas”, qualche altro tiro fra il goffo e l’impacciato, ma poi la serata ha preso buon piede e si son visti alcuni “babeli” e qualche “kranz”4.Si son così formate due squadre5 e visto il Natale nell’aria, si è deciso di gareggiare “al taglio del pino”6. Ormai i lettori conoscono be-ne il gioco e dunque ci limiteremo a dire che si tratta di abbattere ad ogni tiro (minimo 27) quei birilli che per quantità e numero (da 1 a 9) corrispondono a quelli scritti sulla lavagna in “forma di pino”.Dunque, nel più breve tempo e con il minor numero possibile di lanci in rapida succes-sione (minimo 27), ciascuna squadra deve eliminare dal proprio tabellone i numeri pre-ventivamente segnati e disegnati appunto in forma di pino.E poi, dopo la prima manches e dopo una leg-gera pausa per ritemprar membra ed arsura con qualcosa di dolce e qualcos’altro da bere, si svolta “la bella”.Così, senza scambiar le piste e senza far della destra sinistra, le due squadre si son ridate battaglia.Fatte più astute e veloci per la gara di prima, le squadre in poco tempo han tolto di mezzo chi l’uno, i sei, i quattro ed i cinque, mentre l’altra i due, i sette, i sei ed i cinque, finché a destra son rimasti un otto ed un nove ed a sinistra un sette ed un otto.Così in crescendo d’evviva e campani, via l’otto per quelli di destra ed il sette per noi a sinistra.Ed allora fu gara di tempo per lanciare veloci e precisi ed abbatterne loro per nove e noi per quell’otto rimasto!Dopo un quattro ed un sei ed anche uno zero,

finalmente a sinistra s’ottiene un bell’otto e la gara finisce coi campani a suonar dal soffitto.

È già tardi per farne ancor una e qualcuno comincia ad andare, ma la voglia di tutti è tornare e rifarne un’altra così: tutti insieme per allegra amicizia e per voglia di ridere as-sieme: “… su ragazzo, porta la coppa perché si possa bere in allegria!”, ma non prima che il galante Maurizio offra alle Signore presenti una piccola rosa a ricordo della bella serata.E così al piacer della bella serata, si pensa di far Carnevale con chi c’era stasera, mentre ora veloci e precisi si mettono a posto le men-se radunando posate e bicchieri.Poi si spengono luci e fornelli, i birilli ritornano in su e si chiudono porte e finestre.Si salgon le scale, si passa il cortile selciato con stemmi e Cantoni, la notte c’attende e Milano d’intorno c’accoglie per nebbia splen-dente di luci!

Niccolò G. [email protected]

________NOTE:1. Schützenabend: è l’annuale e divertente cena novembrina detta “dei tiratori” che raccoglie ogni anno tanti e tanti consensi. 2. Anacreonte: Teo (Turchia) dopo il 570 a.C. – Tessaglia (Grecia) prima del 485 a.C. Non v’è però certezza né per la data di nascita né per quella di morte, le fonti dicono che visse circa 85 anni. Frammento 33 II P3. Minestra d’orzo alla grigionese (Bündner Ger-stensuppe) La zuppa dei Grigioni più conosciuta in as-soluto – che in Rumantsch Grischun si chiama “suppa da giutta” – è la zuppa d’orzo dei Grigioni, famosa ben oltre il confine del paese. È la regina delle zuppe. Esistono dozzi-ne di variazioni della zuppa d’orzo. Ogni valle ha la propria ricetta, leggermente diversa dalle altre. Soprattutto duran-te le lunghe e fredde giornate invernali questo è un piatto completo. La domenica si cominciava a prepararla molto presto. Poi, durante la messa, la si lasciava cuocere a casa a fuoco lento in un grande paiolo. E così per pranzo si mangiava zuppa d’orzo.Ben presto i contemporanei han-no riconosciuto il valore di questa specialità delle valli dei Grigioni (come per es. l’Engadina). In una cronaca del XVIII sec. si legge: “… posso garantire che in nessun altro pae-se si mangia una zuppa d’orzo migliore che in Engadina”. Esiste anche una canzone popolare che comincia così: “Tippa, tippa, teppa – La mamma ha nom Barbletta – Metta sur la guiotta – Licha la palotta”, che significa “la mamma si chiama Barbletta, mette su la zuppa d’orzo e lecca il mestolo”. Questo piatto, che insieme alla carne secca dei Grigioni è la specialità più diffusa dell’arte culinaria dei Gri-gioni, è rimasta la zuppa classica anche nelle cucine locali.Ricetta per 4 persone

Congresso del Collegamento Svizzero in Italiaa Torino il 17 - 18 maggio

Iscrizioni entro il 15 marzo 2014Il programma e i moduli per l’iscrizione al Congresso e la prenotazione

delle camere sono stati pubblicati nella Gazzetta Svizzera di gennaio 2014.

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Alla Società Svizzera di Milano

Tavola Rotonda: “Malattie e cure: quale ruolo hanno i nostri geni?”L’annuale Tavola Rotonda che l’Associazione degli Alumni dell’Istituto Mario Negri, la MNIAA, ha organizzato il 18 novembre 2013 con la generosa ospitalità della Società Svizzera di Milano, quest’anno ha come titolo “Malattie e cure: quale ruolo hanno i nostri geni?”. È ormai l’ottava edizione di questi eventi e la presenza di un pubblico così folto e attento testimonia come, una diffusione dell’informazione scienti-fica relativa alla salute, alla ricerca e in gene-rale alla biomedicina, documentata e corretta, continui ad essere elemento stimolante per il pubblico. quest’anno ha il titolo “Cure e farma-ci: quale rulo hanno i nostri geni”.Nel 2009 il tema proposto era stato “Le terapie personalizzate: nuove frontiere o il-lusioni?” i relatori avevano dimostrato con molta chiarezza come non si trattasse di una illusione ma come le punte più avanzate della ricerca fossero già fortemente impegnate nel raggiungimento di questo obiettivo.Non più quindi la farmacologia basata sulla malattia, ma sull’individuo portatore della ma-lattia. Che esistesse una variabilità nella rispo-sta ai farmaci tra diversi individui era cosa ben nota in medicina, ma è di qualche decina di anni, successivamente all’individuazione del genoma umano con i suoi circa 30 mila geni, che si è potuto stabilire che questa variabilità dipende in grande misura da fattori genetici. Con lo sviluppo delle biotecnologie si sono così sviluppate due nuove branche disciplina-ri: la farmacogenetica e la farmacogenomica. Nell’insieme esse studiano come le differenze genetiche modificano la reattività ai farmaci e come l’identificazione di differenze genetiche possa essere utilizzata nella messa a punto di nuovi farmaci.La Tavola Rotonda del 18 novembre 2013 ha potuto portare un ulteriore approfondimento di questo argomento e ha documentato come in molti casi la ricerca stia progredendo verso queste nuove frontiere.

I quattro relatori che si sono assunti il compito di illustrare questo tema attraverso gli esem-pi tratti dalle loro ricerche sono scienziati di livello internazionale e lavorano in 4 campi di-versi: i tumori, le malattie neurodegenerative, le malattie cardiovascolari, le malattie rare, questo proprio per significare come per tutte le branche della medicina il traguardo sia la personalizzazione delle terapie.Citerò alcuni dei passi più salienti dei loro interventi.Il tumore al polmone è il tumore a più alta mor-talità: 16’000 morti nel 2012. Nelle donne è più frequente del tumore della mammella. Il fu-mo è il più grande fattore di rischio: l’80% de-gli ammalati sono fumatori contro il 15% non fumatori. La farmacogenetica ha evidenziato, spiega la dr.ssa Marina Garassino, oncologa dell’Istituto dei Tumori di Milano, che questo tumore è in realtà costituito da molte diverse forme, sulla base delle mutazioni genetiche che lo hanno formato. Mentre fino a pochi an-ni fa veniva caratterizzato su base istologica in due sole tipiche forme che rispondevano, anche se parzialmente, a due diversi tipi di trattamento, dal 2005 si è potuto dimostrare che le mutazioni di geni diversi e la frequen-za di queste mutazioni sviluppano tumori che sono diversamente rispondenti ai farmaci. E’ divenuto quindi indispensabile sottoporre il paziente prima di qualsiasi intervento tera-peutico ad un’indagine genetica. Per le mu-tazioni di un gene, l’EGFR, presente nei non fumatori, è stato trovato un farmaco molto attivo che in alcuni casi riesce a portare alla completa remissione del tumore. Per le muta-zioni del gene KRAS, presenti nei fumatori non vi sono al momento farmaci attivi. I fumatori, conclude la Garassino, sono quindi ancora più sfortunati, sono a forte rischio di malattia e, se ammalati, non hanno a disposizione tera-pie efficaci.Il Prof. Giorgio Casari, direttore del Centro

di Genomica Translazionale e Bioinformatica dell’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano riferisce su alcune sue recenti ricerche su una malattia neurodegenerativa, l’atassia spinocerebellare di tipo 28 (SCA28) che è una malattia rara ad insorgenza giovanile e a progressione lenta ma inesorabile. Sono state identificate nel gene che codifica per una specifica proteina (AFG3L2) diverse mu-tazioni che causano la SCA28. Per lo studio è stato caratterizzato in laboratorio un modello murino di SCA28 che riproduce le caratteri-stiche cliniche dei pazienti. Infatti, il model-lo murino presenta una atassia progressiva conseguente alla degenerazione e alla perdi-ta di particolari cellule, caratteristica questa peculiare delle SCA umane. Nell’animale que-sta atrofia è facilmente misurabile con test comportamentali ed è quindi anche possibile individuare agenti che intervengano sull’even-to che si ipotizza sia uno dei primi eventi nella patogenesi della SCA28. Sulla base dei dati sperimentali ottenuti sull’animale si è quindi potuto caratterizzare molecolarmente la di-sfunzione causale di questa malattia degene-rativa e sono stati ottenuti incoraggianti risul-tati preliminari dal trattamento farmacologico del modello preclinico. Questi risultati aprono nuove prospettive di cura per i pazienti affetti da SCA28, patologia attualmente incurabile.L’ipercolesterolemia, fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, non è certo una malattia rara, ma anche in que-sto campo la farmacogenomica è importante per l’ottimizzazione degli interventi terapeuti-ci. È ormai a conoscenza di tutti che le LDL-colesterolo il cosiddetto colesterolo cattivo, che determina la fissazione del colesterolo all’interno dei vasi, deve essere presente nel sangue a basse concentrazioni, mentre l’HDL, colesterolo buono che trasporta il co-lesterolo al fegato da dove viene eliminato, dovrebbe avere livelli alti. Per ridurre le LDL ci sono farmaci molto attivi, le statine. Que-sti farmaci, assunti nel mondo da milioni di persone hanno portato ad una diminuzione delle patologie cardiovascolari, delle morti da queste derivanti e delle morti in generale. Ma anche in questo campo la risposta dei pazienti non è univoca, dice la prof.ssa Laura Calabresi, del Centro Grossi Paoletti dell’Uni-versità degli Studi di Milano. Si stanno perciò facendo studi per trovare farmaci capaci di aumentare il colesterolo buono. Tante ricer-che non hanno avuto in questo caso succes-so. Attualmente ci sono studi che sperano di valorizzare una scoperta che risale agli anni ‘70, quando il prof. Sirtori aveva individuato in un paziente che con bassi livelli di HDL non

Studiare a Roma: concorso dell’ISRL’ISR bandisce il concorso Studio Roma per residenze annuali nella sede di Villa Marai-ni, riservate a dodici artiste/i e ricercatrici/tori. Tema di questa seconda edizione è la crisi dell’organizzazione dei saperi e dei modelli conoscitivi. Durante l’anno si svolgono workshop, seminari, ricerche sul campo e masterclass con artisti e studiosi di livello internazionale.

È prevista una borsa di partecipazione di 10’000 CHF.

Scadenza per la presentazione dei progetti: 24 febbraio 2014.

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Programma provvisorio gennaio-aprile 2014

Programma manifestazioni Società Svizzera di MilanoElaborato dal nostro Comitato Manifestazioni in collaborazione con i Presidenti di Sezione.Tutte le manifestazioni indicate nel program-ma ed eventuali ulteriori manifestazioni o va-riazioni che all’atto della stampa del program-

ma stesso non avevano ancora potuto essere definite, verranno comunque ricordate man mano, mediante apposita circolare.

La SegretariaSara Fraticelli

DATA ORARIO MANIFESTAZIONE

Lu 20.01.14 18.30 Presentazione del libro di G. Sacerdoti: “Nel caso non ci rivedessimo”Ma 28.01.14 20.00 Serata raclette nella StubeLu 03.02.14 18.30 Conferenza “La Confederazione Elvetica e lo Stato di Milano. Un’analisi comparata dal medioevo al rinascimento” in collaborazione

con l’Associazione Culturale Terra InsubreLu 10.02.14 18.30 Conferenza “La pittura preziosa nel Cantone dei Grigioni” a cura di

C. GuarnieriMa 11.02.14 20.00 Serata fondue nella StubeMe 12.02.14 18.00 Presentazione di tvsvizzera.it nuovo portale RSI Sa 15.02.14 8.30 Gita a Torino – Visita al Museo del Cinema e alla mostra di Renoir Lu 24.02.14 20.30 Concerto Jazz “Colors of Life” a cura di Lorenzo DefintiLu 03.03.14 16.30 Carnevale dei bambiniGi 06.03.14 20.00 Gran Veglione di Carnevale – Cena SocialeMa 11.03.14 20.00 Serata a base di selvaggina nella StubeGi 13.03.14 8.30 Gita a Bellinzona – Visita dei castelli e alla officine delle Ferrovie

Federali SvizzereLu 17.03.14 18.30 Conferenza “San Colombano e San Gallo” in collaborazione con l’As-

sociazione Culturale Terra InsubreLu 24.03.14 18.00 Serata informativa rivolta ai diciottenni svizzeri Lu 31.03.14 18.00 Presentazione libro 130 anni della Società Svizzera di MilanoLu 07.04.14 18.30 Conferenza “Carlo Cattaneo da Milano alla Svizzera” in collaborazio-

ne con l’Associazione Culturale Terra InsubreLu 14.04.14 21.00 Assemblea Generale Società Svizzera MilanoSa 19.04.14 8.30 Gita a Genova – Visita mostra Munch, del centro storico e del portoLu 28.04.14 18.30 Conferenza “Terapia dietetica e farmacologica per ridurre il coleste-

rolo ed il rischio cardiovascolare” a cura del Prof. Vito de Gennaro Colonna

Culti Riformatimensili

alla casa di riposo svizzeraFondazione “La Residenza”

Via Lazzari, 25 – 21046 Malnatetel. 0332 42 61 01

Sono invitati tutti i riformati a partecipare

Le prossime date sono le seguenti:

domenica 23 febbraio 2014domenica 16 marzo 2014

ogni volta alle ore 17.00 (pomeriggio)

Reformierte Gottesdienste

in MailandCulti Riformati

a Milano

Die nächsten Termine/ le prossime date

domenica 2 febbraio 2014

domenica 23 febbraio 2014

domenica 16 marzo 2014

ogni volta alle ore 10.00 di mattina

Pastore riformato Robert Maier

Piazzale Susa, 14 – 20133 MilanoTel. 02 73 37 51 – Cell. 339 146 62 68

E-mail: [email protected]

lamentava disturbi cardiovascolari, la presen-za di una mutazione in una speciale proteina che favoriva il distacco del colesterolo dalle arterie anche con bassi livelli di HDL. Con le tecniche attualmente disponibili è possibile sviluppare un farmaco che incorpori nell’HDL sintetico questa proteina mutata. Studi effet-tuati sull’animale hanno dato risultati positivi e conferme sono state ottenute anche su un piccolo numero di pazienti. Da quanto è stato detto nelle prime tre re-lazioni si evince che la sperimentazione con gli animali rappresenta ancora una tappa fondamentale anche per la ricerca più avan-zata. La creazione di un modello animale che riproduca le caratteristiche cliniche del paziente permette di capire il meccanismo che ha originato la malattia e di studiarne i possibili approcci terapeutici. Non esistono

tecniche alternative, come sostengono molti disinformati, che possano da sole sostituire la fase preclinica necessaria ad approcciare successivamente l’ammalato. Questo concet-to viene puntualizzato dalla dr.ssa Ariela Beni-gni, Capo Dipartimento Medicina Molecolare dei Laboratori Negri Bergamo, anche quando precisa che per le malattie rare la sequenza deve essere diversa. Se la ricerca biomedica in generale viene intesa come il trasferimento dei risultati degli studi di laboratorio al letto dell’ammalato, per affrontare le malattie rare si deve utilizzare un approccio inverso. Si os-servano i pazienti, si identifica in laboratorio l’alterazione genetica responsabile della ma-lattia e la si riproduce in un modello animale per comprendere le conseguenze dell’anoma-lia. Durante questo processo si comprendo-no le funzioni di molti geni e i meccanismi

che portano alla malattia. Lo studio di una malattia rara non solo aiuta a capire com’è fatto il nostro organismo, ma anche a studiare qual è la funzione dei sistemi che lo regolano e trovare meccanismi di danno che sono re-sponsabili di malattie più comuni.Sono ormai le 20 quando viene aperta la di-scussione. Il pubblico ha seguito con grande attenzione ed interesse ed avrebbe molte domande da porre: i relatori con molta di-sponibilità rispondono a tutti anche durante il rinfresco che la MNIAA e la Società Svizzera hanno offerto alla fine della Tavola Rotonda.

Armanda Jori

Prof.ssa Armanda JoriPresidente MNIAAResponsabile Ufficio StudiIRCCS Istituto Mario Negri

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Accogliendo una proposta della Dr. Elisabet-ta Concetta Gulino, guida turistica di nazio-nalità italo-svizzera, sabato 14 dicembre us. il Consiglio Direttivo del Circolo ha promos-so la tradizionale Festa degli Auguri con una gita culturale a Ferrara in occasione della mostra del pittore Zurbarán (1598-1664) allestita a Palazzo dei Diamanti.Al termine della visita alla mostra, i Parteci-panti si sono trasferiti a piedi per il pranzo al ristorante Este Bar ove hanno gustato spe-

Attività del Circolo Svizzero di Bologna

Visita alla mostra “Zurbarán”e Festa degli Auguri a Ferrara

cialità gastronomiche ferraresi (cappellacci con la zucca, salama da sugo, etc..).Doverosi ringraziamenti al Presidente T. An-dina e al Segretario G. Sermenghi per l’impe-gno profuso nell’organizzazione dell’evento e alla Dr. Gulino per la professionalità con cui ha guidato la visita a Palazzo dei Diamanti e ha steso l’articolo a seguire.

Emanuele Zanghi

La mostraIn una fredda e assolata mattina di dicembre ho avuto il piacere di accogliere una ventina di connazionali e amici e presentare loro il pittore estremegno, uno dei maggiori prota-gonisti del Siglo de oro spagnolo.La prima monografica in Italia dedicata a Francisco de Zurbarán ha portato a Ferrara capolavori noti, opere restaurate per l’oc-casione, altre che per la prima volta hanno lasciato la propria sede storica o che sono state oggetto di recente attribuzione, risco-perta, ridatazione e rilettura. I 49 oli su tela provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo hanno permesso uno spac-cato rappresentativo di tutta la sua opera. Nato a Fuente de Cantos, figlio di un be-nestante commerciante di tessuti pregiati, Francisco de Zurbarán compì il suo apprendi-stato a Siviglia e, dopo un breve ritorno tem-poraneo nella sua terra natale, vi si stabilì e vi trascorse quasi tutto il resto della propria vita prima di trasferirsi nel 1658 a Madrid,

Il gruppo dei partecipanti.

dove qualche anno dopo si spense.Dalle prime committenze sivigliane per i grandi conventi maschili dei domenicani, mercedari e francescani che prevedevano la rappresentazione di storie di santi fondatori e dottori della Chiesa in formati monumentali Zurbarán passò ad opere di formato anche più piccolo, destinate ad una committenza privata per una religiosità più intima e dome-stica. In seguito, grazie all’amico ed estima-tore Diego Velázquez, Zurbarán fu convoca-to alla corte di Filippo IV per un importante incarico per la nuova residenza reale del Buen Retiro. L’esito più che positivo di que-sto lavoro gli valse il titolo di pintor del rey.Zurbarán era molto apprezzato dalle case religiose e dai ricchi coloni del Nuovo Mon-do, un mercato emergente che sollecitava cicli pittorici legati alla vita di santi fonda-tori, rappresentazioni di sante martiri e di scene mistiche centrali alla rinnovata fede cattolica promossa dalla recente Riforma. Il moltiplicarsi di richieste lo obbligò ad una bottega sempre più numerosa e alla crea-zione di obradores, officine che dipingevano alla sua maniera.Nel corso della vita Zurbarán passò da una rappresentazione pittorica tenebrista ad una

più teatrale e scenografica, sposando così il barocco, lo stile più frizzante e aggiornato della metà del Seicento. Da un San Serapio del 1628 oggi a Hartford egli arrivò ad un altrettanto monumentale San Nicola di Bari 1658-60 c. di Guadalupe.In tutta la sua opera Zurbarán eccelse per la resa fotografica di giovani volti e per quella materica dei tessuti degli abiti, per la capacità di dare forma ai momenti mistici. Una certa sua difficoltà di rappresentazione prospettica era ampiamente compensata dall’attenzione con la quale sapeva rendere i dettagli di frutta, fiori e persino del cardel-lino che accompagna Gesù bambino mentre contempla la corona di spine. Straordinaria è la dolcezza del pittore nel rappresentare la figura di Maria, nella veste di bambina, di vergine immacolata e di madre di Gesù. Sorprendente il bodegón 1658-64 c. del Prado anticipatore delle nature morte del bolognese Giorgio Morandi, di Picasso, Dalì e altri ancora.Zurbarán, il pittore tenebrista nemmeno due ore prima ancora quasi sconosciuto ai più, è divenuto subito famigliare a tutti i visitatori.

Elisabetta Gulino

Circolo Svizzero di Firenze

Il Comitato preparail programma di attivitàLa più recente riunione del comitato del Cir-colo svizzero di Firenze, svoltasi lo scorso 14 gennaio, è stata l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività di fine 2013 e per im-postare, sia pure in modo ancora abbastan-za generico la principale serie degli incontri per il 2014, tenendo comunque presente che altre idee e ulteriori spunti non manche-ranno nel corso dei prossimi mesi. Per quanto riguarda il 2013, esso si è con-cluso con alcuni tradizionali appuntamenti, quali il il mercatino, il Samichlaus per i più piccoli e la cena natalizia. L’anno appena passato è stato ricco di even-ti, che verranno ricordati puntualmente in oc-casione della prossima assemblea generale, in programma a marzo. Una delle principali novità del 2013 è stato il

cineforum dedicato alla produzione recente svizzera, che il 24 gennaio ha continuato la serie delle proiezioni in lingua originale con “La petite chambre”, di Stéphanie Chuat e Véronique Reymond (2010). Venerdì 31 gennaio si è svolta invece una cena “fondue”. E mentre si lavora su alcune possibili con-ferenze a tema, non vengono trascurate altre interessanti ipotesi, come ad esempio incontri con Circolo svizzeri di varie città; da un paio di associazioni sono già pervenute richieste in questo senso. Nella riunione di metà febbraio sarà possibi-le stilare un elenco ancora più preciso delle prime attività del 2014.

David Tarallo

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Fra cronaca e storia, tradizione e mito, araldica e diritto

Lo stemma di Glarona ritrae San FridolinoIl nome del Cantone deriva da Sant’Ilario

Canton Glarona

Kanton Glarus (D)Canton de Glaris (F)Chantun Glaruna (R)Kanton Glarus (SD)Dal punto di vista araldico, lo stemma è:“di rosso, al San Fridolino al naturale”in francese“de gueules, à Saint Fridolin au naturel”

Più semplicemente: sullo stemma a sfondo rosso è rappresentato un San Fridolino al na-turale ciò a dire non stilizzato, ma raffigurato a figura intera con tanto di bastone nella ma-no destra che ne indica l’indole di pellegrino ed un libro (la Bibbia) nella sinistra che ne in-dica l’indole di studioso, di riformatore dedito alle conversioni.S. Fridolino di origine irlandese era un reli-gioso e missionario benedettino vissuto nel V secolo “in giro per l’Europa” e morto a Sä-ckingen (Baden) il 6 marzo 538, tanto che il “santo” è più comunemente conosciuto come Fridolino di Säckingen oppure Fridolino degli Alemanni.Era devoto di Sant’Ilario (Ilarius) da cui – ap-punto – deriva il nome “Glarus” attribuito al Cantone.Nel nome di Ilario, Fridolino fece costruire e gli dedicò molte chiese sia in Francia che Germania. Con gli abiti di pellegrino appare anche sul sigillo e sulla bandiera, mentre nel passato, così come su un sigillo del 1277, era spesso rappresentato accanto ad uno scheletro, poi-ché secondo la leggenda conduceva i morti al giudizio universale. In tale veste di “traghettatore dei morti nel-l’aldilà” è raffigurato in una bella vetrata del

 

 

                                               

Norimberga Bad Säckingen

1519 che si trova nel Germanisches Natio-nalmuseum di Norimberga ed anche in una efficace scultura di Speer del 1722 al Frido-linsmünster di Baden SäckingenFu il fondatore dell’Abbazia di Säckingen (Ba-den) ed il suo culto ebbe inizio fra il VI e il VII secolo, ma si sviluppò enormemente dopo la battaglia di Näfels (1388), vinta dai Glaronesi sotto il suo vessillo. Il 6 marzo, data della sua morte, vi è tutto-ra l’usanza glaronese del “fuoco di Fridolino” con il quale la popolazione rende omaggio al “vago pellegrino”!La storia di questo cantone è dominata dalla religione e dalla lotta tra Protestanti e Catto-

 

 

                                               

 

 

                                               

Canton Glarona (in rosso)

lici (XVI e XVII).Glarona è un cantone della Svizzera centro-orientale, confina con il Canton San Gallo a est, con il Canton Grigioni a sud e con i can-toni Uri e Svitto a ovest.È entrato a far parte della Confederazione come sesto Cantone nel 1352 ben prima di affrancarsi del tutto dagli Asburgo (1388), mentre fra il 1798 ed 1803 fece parte del nuovo Cantone di Linth sotto la Repubblica Elvetica, per tornare definitivamente Canton Glarona nel 1815.Con atto legislativo del 25 giugno 1959 il Governo cantonale adottò definitivamente lo stemma con le attuali caratteristiche di colore ed impostazione.Il Cantone è dominato dalla profonda valla-ta del fiume Linth e gran parte dell’area è montagnosa e per ciò stesso ricca d’acqua indispensabile per le industrie tessili e per la forza motrice dei macchinari che producono tali manufatti. Proprio la sua geomorfologia, nel XVII secolo, aiutò a fondare molte fabbriche per la produ-zione di tegole e le sue montagne furono un vantaggio per l’industrializzazione vuoi per la ricchezza delle acque che dei boschi. Infatti, nel XVIII secolo, le filande di cotone divennero così numerose da acquistare un’im-portanza ed una rinomanza europea, andan-do ad affiancare le tradizionali e ben avviate filature della lana per cui era da anni noto il territorio.

 

 

                                               

Ma l’industrializzazione portò anche l’indu-stria della stampa del cotone, gli impianti idroelettrici e in seguito le fabbriche di metalli e macchinari, così come le cartiere.La popolazione di 36’608 abitanti è distribuita su un territorio di 685 km2 con una prevalen-za linguistica tedesca per l’85%, mentre l’ita-liano è parlato dal 4,4% e il francese dal 2,5%.

La capitale è Glarona nel cui stemma sono rappre-sentate le tre municipalità di Ennenda, Netstal e Riedern (stelle d’oro nel III partito) che dal 1° gennaio 2011 fanno parte di Glaro-na Città che è rappresentata

dalla stella nero/oro nel II partito, mentre il trinciato ondato d’argento è il fiume Linth.

Glarona sud: “d’azzurro, allo scaglione ondato rove-sciato abbassato d’argento, accompagnato in capo al sole di 17 raggi”. Lo stem-ma infatti rappresenta i due fiumi della regione che si

gettano uno nell’altro e le 17 unità territoriali che formano la regione.

Glarona nord: “d’oro, in-terzato al centro d’azzurro ondato, accompagnato da otto stelle al palo a destra e sinistra d’azzurro” che rap-presentano “l’ondato d’az- zurro” al centro il fiume Linth e le otto stelle, gli otto co-

muni del territorio.A seguito dell’incendio di Säckingen del 1861 che distrusse più di mezza città, Glarona fu “spianata” per rendere le vie più regolari e parallele agli assi naturali delle strade che tutt’oggi caratterizzano il suo tessuto urbano del centro. La cittadina ha, quindi, un carattere del tutto moderno.Nella città di Glarona, il 13 giugno 1782, fu condannata a morte per stregoneria l’ultima donna in Europa, Anna Göldi.La sigla automobilistica è GL.La Landsgemeinde istituzionale si tiene nella Zaunplatz la prima domenica di maggio.Famoso e di gusto unico il tipico formaggio fresco “Glarner Schabziger”, che peraltro è il più antico formaggio di marca svizzero (1463).

Niccolò G. [email protected]

 

 

                                               

 

 

                                               

Glarona centro

Glarona sud

 

 

                                                Glarona nord

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Giorgio come patrono, la Lega delle Dieci Giurisdizioni simboleggiata – un tempo – da un uomo selvatico con una corona di quercia in testa ed alternativamente una bandiera giallo/azzurra o un albero di pino nella destra.È – infatti – con il nome di “Grigioni” che Francesco Guicciardini (1483-1540) designa i soldati delle tre Leghe che presero parte alla conquista del Ducato di Milano (1515) a fianco degli altri Svizzeri.

L’attuale composizione e conformazione è stata decisa e deliberata con decreto del Piccolo Consiglio (Governo grigionese) l’8 novembre 1932 ed approvato definitivamen-te dal Consiglio Federale nel febbraio 1933.Fino ad allora lo stemma grigionese era l’in-sieme degli stemmi delle tre singole Leghe associate a S. Giorgio (Lega superiore), all’Uomo selvatico (Lega delle dieci giurisdi-zioni) ed allo Stambecco (Lega Caddea).Una delle prime rappresentazioni dello stam-becco si trova nel Duomo di Coira e risale al 1252, un’altra rappresentazione si trova su un documento del 1291 e sui sigilli del Vescovo J. I. Pfefferhard verso il 1325 e del Vescovo Ulrich V. Ribi nel 1331.Dal 1367 divenne definitivamente il simbolo della Lega Caddea (Lega Caddea o della Ca’ di Dio in tedesco Gotteshausbund, in roman-cio Lia da la Chadé).

 

 

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Fra cronaca e storia, tradizione e mito, araldica e diritto

Lo stemma del Canton Grigioniriprende quelli delle antiche “Leghe”

Canton Grigioni

Kanton Graubünden (D)Canton des Grisons (F)Chantun Grischun o Cantung Grischung (R)Kanton Graubündä (SD)Dal punto di vista araldico, lo stemma è:“troncato, nel primo partito, partito a sua volta, partito nel primo di nero e d’argen-to e nel secondo inquartato d’azzurro e d’oro, alla croce dell’uno nell’altro; nel se-condo d’argento, allo stambecco saliente di nero lampassato e immaschito di rosso”in francese“coupé, en premier, parti en premier, parti de sable et d’argent et en deuxième écar-telé d’azur e d’or, à la croix de l’un en l’autre; en deuxième d’argent, au bouquetin saillant de sable, lampassé, vilené de gueules”

Più semplicemente, lo stemma è uno scudo gotico moderno (con la punta in basso arro-tondata) troncato cioè diviso a metà orizzon-talmente, con la parte alta (capo) a sua volta divisa a metà verticalmente con a destra (sini-stra araldica) una croce azzurra e oro a colori e bracci scambiati come i quarti, mentre a sinistra (destra araldica) due fasce verticali nero a sinistra e argento cioè bianco a destra. Nella seconda parte in basso (secondo parti-to) in campo bianco (argento) uno stambecco nero con lingua (lampassato) e membro (im-maschito) rossi estroflessi.Si tratta dell’unione, in un unico stemma dei simboli e colori delle tre Leghe che nei secoli, vennero a formare l’odierno Cantone.Dunque dall’alto a sinistra possiamo vedere: lo stemma della Lega Grigia o Superiore, par-tito di nero e d’argento; in alto a destra quello delle Lega delle Dieci Giurisdizioni, inquartato di blu e oro, con una croce a sua volta, inquar-tata con colori invertiti; infine in basso: quello della Lega Caddea (Casa di Dio), rappresen-tata dallo stambecco in campo argento, nero rampante e con lingua e membro estroflessi e di color rosso.La denominazione di Grigioni, o Grisoni sta appunto ad indicare le comunità sovrane del Libero Stato delle Tre Leghe e risale alle Guer-re d’Italia: la Lega Superiore o Oberer Bündt, Lega Grigia la più forte prestigiosa con S.

 

 

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Stemma di Coira

Successivamente (XVII-XVIII sec.) si è “per-sa” la croce e l’arma si è trasformata in quella che conosciamo oggi, in due fasce verticali una nera ed una bianca (argento).Così era ed era rappresentata l’autonomia delle Tre Leghe e delle loro insegne, ma l’invasione francese del 1798 segnò la fine del Libero Stato delle Tre Leghe.I Grigioni furono ridotti da Napoleone al rango di provincia della Nuova Repubblica Elvetica, sotto l’egida della Francia rivolu-zionaria.La creazione del Cantone dei Grigioni, risale dunque all’atto di mediazione del 1803, con il quale l’Imperatore dei francesi mise fine all’esperienza della “rivoluzionaria” Repub-blica Elvetica.Infatti, il 5 maggio dello stesso anno fu sta-bilito il nome e lo stemma del nuovo canto-ne che si componeva di una giustapposizio-ne delle armi delle Tre Leghe, sostenute dai rispettivi patroni: San Giorgio per la Lega Grigia, la Vergine Maria per la Lega della Ca’ di Dio e l’Uomo selvaggio per la Lega delle Dieci Giurisdizioni. Il Cantone dei Grigioni è il più grande ed il più orientale dei 26 cantoni della Svizzera. È anche l’unico cantone ufficialmente trilin-gue (tedesco, romancio e italiano).I Grigioni sono una meta turistica molto rino-mata e ricca di località da sempre ricercate come Davos e Sankt Moritz per le loro or-ganizzate piste sciistiche, Coira, per la sua produzione di vino e la Val Mesolcina per le sue richiestissime castagne. La capitale è Coira nel cui stemma compare lo stambec-co della Lega Caddea.

Della croce “inquartata” della Lega delle Die-ci Giurisdizioni, si hanno le prime notizie nel 1518 con una croce greca su cui spiccava un uomo selvatico, mentre i colori oro/azzurro risalgono al 1548. L’Uomo selvatico venne aggiunto perché “i colori” di questa Lega era-no o apparivano un po’ troppo simili a quelli della Lega Grigia.

Della Lega Superiore o Grigia si comincia a parlare alla fine del XV secolo (primi del XVI) e veniva rappresentata alternativamente con una croce bianca in campo rosso e poi con uno scudo inquartato di bianco e grigio (la Lega Grigia o Superiore conosciuta più co-munemente con il nome originale romancio di Ligia Grischa).

Stemma di Davos

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Ed ancora il più importante giornale grigio-nese edito a Coira, il “Bündner Tagblat” ha

                                                   

                                                   

                                                   

Inoltre, i Grigioni sono noti per una delizio-sa prelibatezza a base di carne essiccata Bündnerfleisch che somiglia molto alla bresa-ola e si ottiene con un analogo procedimento di lavorazione e stagionatura.Il turismo insieme all’agricoltura rappresenta il pilastro dell’economia del cantone, infatti, circa il 60% della popolazione dei Grigioni è impiegato nel settore turismo.La popolazione è di 193.349 abitanti distri-buita su un territorio di 7.105 km2, la cui pre-valenza linguistica è tedesca per il 68,3%, il romancio per il 14,5% mentre l’italiano è parlato dal 10,2% della popolazione. La sigla automobilistica è GR, mentre della lingua tedesca parlata nel Cantone vi sono al-meno tre varianti regionali: il Walserdeutsch, il Bündnerdeutsch ed una variante del Bavare-se-Tirolese nella zona di Samnaun.

I simboli del Cantone sono molto utilizzati e conosciuti

Le insegne grigionesi nel commercioCoira viene considerata una delle città più an-tiche della Svizzera poiché scavi archeologici hanno rivelato che i primi insediamenti risalgono all’età della pietra (3’000 a.C. circa).Una curiosa particolarità è data dal fatto che i colori ed il marchio della birra “Calanda” che si produce appunto nei Grigioni, riporta “rivi-sitato” in rosso lo stambecco più “saliente” che mai a destra, su sfondo bianco sul tappo e giallo sulla lattina.

Niccolò G. [email protected]

                                                   

ripreso per l’intestazione, l’antico stemma con i tre “protettori”: S. Giorgio, la Madonna e l’Uomo selvatico.

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Al cinema con il Circolo Svizzero di Roma

Con il film di Silvio Soldini“Un’anima divisa in due”Domenica 19 gennaio, nel tardo pomeriggio, un piccolo ma ardito gruppo di soci del Circo-lo di Roma, sfidando la pioggia torrenziale e il blocco della circolazione, ha assistito nella palestra della Scuola Svizzera alla proiezione del film di Silvio Soldini “Un’anima divisa in due”.Il cineforum, dedicato a registi elvetici, ha lo scorso anno presentato il film più famoso dell’affermato regista di famiglia ticinese “Pa-ne e tulipani”. In questa occasione si è voluto invece mostrare il suo secondo lungometrag-gio, del 1993. L’allora poco più che trentenne Soldini ha affrontato con grande rispetto e sensibilità il tema sempre attuale delle diver-sità etniche e culturali e delle grandi difficoltà che i due protagonisti incontrano nel tentativo di superarle. Fabrizio Bentivoglio è Pietro, un giovane uomo in piena crisi esistenziale, che si innamora di una giovane e bella zingara Pabe, impersonata magistralmente dall’esor-diente Maria Bakò.

Come possiamo ben immaginare la conviven-za tra i due non è facile specialmente perché la società non perdona a Pabe di essere,

qualunque sforzo essa faccia, comunque una rom. Fa da corollario agli interpreti principali una serie di attori famosissimi, da Felice An-

Dopo la proiezione il film viene commentato.

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Circolo Svizzero di Roma

L’aperitivo di Natale all’Ambasciata

dreasi a Moni Ovadia, da Antonio Albanese a Sonia Gessner, solo per citarne qualcuno, che testimoniano la stima del mondo del ci-nema per il regista.Al termine si è tenuto come di consueto tra i cinefili un dibattito sulle problematiche pre-

senti nel film e sul modo come sono state espresse.Uno spiacevole guaio iniziale ha rischiato di impedire la visione: dalle due casse acustiche del Circolo sono stati, da ignoti, asportati gli altoparlanti. Accuratamente richiusi, gli am-

plificatori erano stati nuovamente sistemati nell’apposito scaffale! Per fortuna un giovane socio di provata maestria è riuscito a ovvia-re al disastro consentendo agli intervenuti di godere anche l’audio del film.

Matilde Carrara

Accompagnato dalle melodie di Natale suonate magistralmente dalla maestra d’Arpa e socia del Circolo Svizzero Roma Daniela Lorenz, si è tenuto, ospiti di sua eccellenza l’Ambasciatore Svizzero in Italia, San Marino e Malta e, della sua Signora, l’ormai consueto e tradizionale aperitivo Natalizio per lo scambio di auguri. Nello splendido ambiente della Residenza dell’Ambasciatore, i convenuti, raccolti intorno all’albero di natale avvolti da un magnifico e se-reno spirito natalizio hanno intonato e cantato insieme “Tu scendi dalle stelle” e “Stille Nacht”.

La bellezza nel ritrovarsi in un appuntamen-to annuale, particolarmente bello ed atteso è stato il punto centrale della festa che ha ricordato l’importanza della Comunità che si impegna con passione ed è presente. Le varie attività romane e le tecnostrutture pro-poste dal Circolo: dal Rome Swiss Network ad Helvetia Salus, network sanitario a favore degli Svizzeri residenti a Roma agli ottimi ri-sultati sportivi conseguiti dalla piccola socie-tà sportiva, sono attestazioni e testimonianze di partecipazione, di fiducia e di stima che la comunità romana ha nei confronti dell’intera attività che il Circolo Svizzero con impegno e determinazione porta avanti.

Il Circolo con queste azioni intende risponde-re alle necessità ed alle richieste della Co-munità creando nuovi contatti e sinergie che contribuiranno a consolidare i legami culturali e scientifici tra la Svizzera e l’Italia.Il messaggio si è concluso con un augurio per un ottimo, proficuo e sempre migliore anno 2014, un ringraziamento per l’impegno e la passione attestati dalle partecipazioni ed interventi che la Comunità Elvetica con il Cir-colo svizzero romano ha effettuato nell’arco dell’anno ormai passato ed un... “aiutateci ad aiutarVi”.

www.circolosvizzeroroma.it

Prossime proposte(per partecipare agli eventi sociali è necessario essere Soci ed è gradito un cenno di prenotazione presso la Scuola Svizzera 06 440 21 09 oppure: [email protected]):

Martedì, 4 marzo Gran Galà di Carnevale in mascheraPrenotazione ed informazioni sul sito web: circolosvizzeroroma.it.Appuntamento alla Casa Svizzera di Roma – via Marcello Malpighi, n. 14.

Domenica 16 marzo, ore 17.00 cineforum: Agata e la tempesta di Silvio Soldininon è indispensabile la prenotazione; informa-zioni sul sito web: circolosvizzeroroma.it.

Per informazioni consultare il sitowww.circolosvizzeroroma.it

Gli invitati cantano in coro “Tu scendi dalle stelle” e “Stille Nacht”.

Societa Elvetica di Beneficenza di Venezia

Decisa la fusione con la società di MilanoLa Presidente della Società Elvetica di Bene-ficenza di Venezia comunica che in data 14 dicembre 2013, riuniti i soci in Assemblea ge-nerale straordinaria presso il Centro Congressi la Piroga Via Euganea 48, 35030 Selvazzano Dentro (PD) è stata votata all’unanimità la fusio-ne della nostra Società con la Società di Bene-ficenza di Milano. L’Assemblea ha incaricato la

Presidente Signora Verena Sertorio di definire con la Consorella i dettagli dell’adesione che avrà effetto a partire del 1° gennaio 2014.Non senza rammarico, il passo è stato adot-tato con anima di solidarietà e coraggio, nella sicurezza che lo scopo e le prerogative della nostra Società sono state e saranno osservate e consolidate: si tratta di una decisione presa

con spirito veramente elvetico riproponendo il motto Uno per tutti, tutti per uno, programma che fu alla base alla fondazione della Società avvenuta nel lontano 17 novembre 1868 pres-so l’Hotel Victoria a Venezia.

Società Elvetica di BeneficenzaIl Comitato direttivo Verena Sertorio,

Presidente

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Il Circolo Svizzero della Riviera di Ponente

Il Giubileo dei 10 anni dalla fondazioneNuova presidente: Gertrud FischerIeri, 19 gennaio 2014, si è tenuta l’Assemblea Generale ordinaria.La Vela Blu a Riva Ligure, geograficamente al centro tra Andora e Dolceacqua, è stata la scelta perfetta.L’Assemblea si è tenuta nella vetrata sul ma-re. Il presidente, Graziano Poretti, ha aperto i lavori con riassunto delle attività più impor-tante dalla fondazione ad oggi.10 anni sono un bel percorso, assomiglia mol-to al mare: Giorni sereni con sole splendente, giorni grigi e anche tempeste.Ben presto abbiamo perso soci fondatori per decessi inaspettati, altri hanno lasciato per incomprensione, altri per motivi di lavoro. Alla fine siamo ca. 50 iscritti, poco più di 30 sem-pre disponibili. Siamo invidiati per l’attività.Orfani da quando il Consolato Generale di Ge-nova è stato chiuso, da ieri dopo l’intervento del nostro Console onorario. René Rais, un po’ meno.Lui ha provato sulla pelle tutte le situazioni, conosce bene i problemi, ci sta vicino. GRAZIE.Il resoconto 2013 – più breve non si pote-va: Letargo, eventi non più sponsorizzati, gita cancellata… per fortuna c’era un’allegra castagnata ed il tradizionale SAMICHLAUS. Il bilancio si riduce ad una pagina A 4 pre-sentato dal cassiere Angelo e votato in un attimo. L’unica mezza sorpresa: Le dimissioni

del presidente Graziano Poretti per motivi di lavoro. Un GRAZIE grandissimo da tutti noi per l’impegno decennale. Grazie in anticipo per starci vicino anche nel futuro.A lui, fondatore del Circolo e alla nostra ere-mita Ernestine Wattenhofer, chi ci ha sempre sostenuti ed offerto casa sua per feste varie, il Circolo conferisce il titolo di SOCIO ONO-RARIO. Gertrud Fischer da vicepresidente è stata proposta e votata all’unanimità nuovo presidente del Circolo. Cercasi GIOVANI per rinforzare e rinnovare il Comitato.Programma 2014 presentato e approvato all’unanimità. La proposta di integrare la Sviz-zera nel Borgo alla festa del 1° Agosto ha

trovato il consenso di tutti. Per esperienza richieste di supporto devono essere presen-tate all’inizio dell’anno. Vorremmo continuare a presentarci con pubblicità per la Svizzera, CIOCCOLATO, FORMAGGIO ED ALTRO.Nei tempi previsti si è potuto chiudere l’As-semblea, gustare con comodo l’aperitivo, per poi spostarci per causa di pioggia al Risto-rante Vela blu per il pranzo esclusivo, degno dell’evento particolare.Tra le portate, le chiacchierate, una simpati-ca presentazione teatrale-musicale, si andava già verso sera! – e abbiamo dovuto salutarci.

L. R.

Due momenti dell’Assemblea del Giubileo.

Il 18 dicembre, i membri del Circolo di Paler-mo si sono riuniti per farsi gli auguri di Nata-le. Ci siamo ritrovati quasi tutti per pranzare al ristorante “Andrea il Pirata” di Cinisi. Chi veniva da Collesano, da Partinico, da Terrasi-ni e da Palermo, tutti erano felici di ritrovarsi e avevano tante storie da raccontare.Dopo un buonissimo pranzo, siamo stati al-lettati da una simpaticissima suonatrice di liuto. Ci ha un poco spiegato l’origine e la storia di questo strumento molto antico, poi ci ha deliziato di un recital che è stato molto apprezzato. Il suono di questo strumento ci ha rimandati ai tempi antichi, immaginando cavalieri e dame che si muovevano al suo-

Circolo Svizzero di Palermo

La Festa degli auguri di Nataleallietata dal suono del liuto

no di questo strumento che somiglia a un mandolino.Quest’anno invece del solito sorteggio di pensierini, abbiamo deciso di fare un’offer-ta da regalare a famiglie bisognose. Con la somma raccolta abbiamo potuto far felici (al-meno ce lo auguriamo) tre famiglie un poco sfortunate.L’incontro si è concluso con la decisione di rivederci presto per l’assemblea annuale, come al solito, a casa di una Connazionale.Dopo baci, abbracci e tanti auguri per tutti, ognuno è tornato a casa propria, felice di questo incontro.

G.C.All’ascolto della virtuosa del liuto.

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La Scuola Svizzera di Caslino ha vissuto an-che quest’anno diversi momenti che hanno trasportato alunni e genitori in un’atmosfera natalizia.I bambini della scuola elementare hanno in-contrato Santa Claus nel bosco. Arrivando, hanno intravisto l’uomo vestito di rosso tra gli alberi: l’eccitazione cresceva sempre più. Dopo le parole di lode e gli inevitabili ammo-nimenti, i bambini si sono rallegrati alla vista di mandarini e frutta secca che Santa Claus aveva in serbo per loro.La festa di Natale quest’anno si è svolta all’in-terno della Scuola.Gli ospiti hanno assistito a rappresentazioni natalizie con canti, giochi ed esibizioni prepa-rate sia dai bambini della scuola dell’infanzia sia da quelli della scuola elementare, 1ª, 2ª, 3ª classe.Un rinfresco natalizio ha concluso felicemen-te questa manifestazione.

I bambini delle elementari hanno incontrato Santa Claus nel bosco

Natale nella Scuola Svizzera– Campus Caslino – Cadorago (CO)

Tutti gli eventi prenatalizi, nel rispetto delle tradizione di vari paesi, sono una componen-te importante del calendario scolastico e sot-tolineano l‘orientamento multiculturale della Scuola Svizzera.

Christian ZwingliDirettore, SSM-Campus Caslino

Die Schweizer-schule Caslino fei-erte auch dieses Jahr verschiede-ne Veranstaltun-gen, die Schüler und Eltern in Ad-ventsstimmung versetzten.Die Schüler der Primarschule tra-fen im nahegele-

genen Wald auf den Sankt Niklaus. Nachdem die Ersten den rotgekleideten Samichlaus zwischen den Bäumen erspäht hatten, wuchs die Aufregung merkbar. Nach lobenden und mahnenden Worten erfreuten sich alle an den mitgebrachten Nüssen und Mandarinen.Das Weihnachtsfest wurde diesmal in den Schulinstallationen in Caslino durchgeführt. Die Gäste erfreuten sich an Hirtenspielen, Weihnachtsgesängen und Weihnachtspielen, die von den Schülern vom Kindergarten bis zur 3. Primarklasse dargeboten wurden. Ein Weihnachtscocktail rundete die gelungene Veranstaltung ab.Die vorweihnachtlichen Anlässe sind ein wich-tiger Bestandteil des Schulkalenders und unterstreichen die multikulturelle Ausrichtung einer Schweizerschule.

Christian ZwingliDirektor, SSM-Campus Caslino

Rappresentazione all’nterno della scuola e Santa Claus nel bosco.

In Italia sono saliti a 50’716

732’183 Svizzerivivono all’esteroSono sempre più numerosi gli svizzeri che vivono all’estero: lo scorso anno erano 732’183 (+2,3% rispetto al 2012) ossia l’equivalente della popolazione del Canton Vaud. Grazie alla libera circolazione, le comunità elvetiche più folte si trovano negli Stati dell’Unione europea (438’074). Dalla statistica del 2013 sulla Quinta Svizzera pubbli-cata dal Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae), risulta che nei quattro grandi paesi che confinano con la Confederazione vive il 77.6% (339’912) di tutti gli svizzeri all’estero. Nel dettaglio, in Francia risiedono 191’362, in Germania 82’626, in Italia 50’716 e in Austria 15’208. Le maggiori comunità elvetiche fuori dall’Europa si trovano negli Stati Uniti 77’520, in Canada 39’253 in Australia 24’007 e Israele 16’913. La migrazione verso lo Stato ebraico è stata l’anno scorso superiore alla media (+ 5,9%).

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Al Circolo Svizzero di Varese

Sankt Niklaus ha potuto incontrarequesta volta anche undici bambiniDicembre è stato per il CSV un mese davvero eccezionale: per la prima volta dalla fondazione, tredici anni or sono, siamo riusciti ad organizzare la festa di Sankt Niklaus. Per tanto tempo non era stato possibile per mancanza di… bambini. Ora, dopo tanti anni, i soci giovanissimi sono a loro volta diventati genitori e altri soci sono diventati nonni. Undici bambini da uno a otto anni hanno incontrato Sankt Niklaus per la prima volta. Un nonno, bravissimo, si è assunto il non facile incarico di indossare la veste rossa con cinturone e stivali, il pesante sacco sulle spalle e in mano il librone, in cui è annotato tutto, ma proprio tutto dei bambini che incontra. Si è seduto davanti al camino su una sedia “importante” tra alberelli di Natale, rami di abete con candeline accese e sotto-fondo di canti natalizi di fronte a tanti occhi serissimi in attesa. I bambini sono stati ammirevoli: educati e rispettosi, hanno ascoltato lodi e… tiratine d’orecchi da parte del grande vecchio con la lunga barba bianca.Tutto secondo la tradizione, rispettata grazie alla supervisione e ai consigli di alcune socie, che ringraziamo moltissimo per l’impegno nell’organizzazione, insieme al coordinatore del grup-

po giovanile Lorenzo Rana. La tensione dell’incontro con Sankt Niklaus si è sciolta poi davanti ad una calda cioccolata accompa-gnata da buonissimi biscotti e altri dolcetti. Dopo un paio d’ore i bambini sono tornati a casa con i regalini di Sankt Niklaus e, chissà, con il pensiero rivolto alle benevoli critiche ricevute.L’anno prossimo Sankt Niklaus avrà meno annotazioni negative nel suo librone? Speriamo proprio di sì.Naturalmente anche i soci “adulti” hanno avuto il loro Natale: domenica primo dicembre si sono incontrati per il tradizionale pranzo all’Art Hotel di Varese. La giornata non era propriamente natalizia, né fredda né nevosa come ci si aspetterebbe, ma bella e relativamente calda, con un giardino pieno di sole, così piacevole che molti hanno ritardato il pranzo per restare più a lungo all’aperto. Confortevole ed elegante la sala che ci ha ospitato, curato e natalizio il menu che ha accompagnato il chiacchiericcio dei soci fino alle quattro del pomeriggio. Non sono mancati i tradizionali auguri della Presidente e il brindisi con spumante e panettone.

Miriam Gorla Romano

Ufficio Federale della Cultura

I vincitori dei premiSvizzeri di letteratura

Urs Allerman, David Bosc, Roland Buti, Rose-Marie Pagnard, Vera Schindler-Wunderlich, Matteo Terzaghi e Urs Widmer sono le vin-citrici e i vincitori dei Premi svizzeri di letteratura, assegnati per un’opera letteraria pubblicata lo scorso anno. La premiazione avrà luogo il 20 febbraio 2014, in presenza del consigliere federale Alain Berset, Ministro della Cultura, alla Biblioteca nazionale di Ber-na. Nella stessa occasione saranno assegnati alla carriera i due Gran premi svizzeri di letteratura e il Premio speciale di traduzione.

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Viaggio del Circolo Svizzero di Napoli nella storia del corallo

Le meraviglie del Museo Ascione

Circolo Svizzero di Napoli

La Fondue nel ricordo di Marie AnneIl Circolo Svizzero di Napoli ha organizzato, sabato 14 dicembre 2013, la tradizionale Fondue prenatalizia, che, contrariamente al solito, è stata preparata per pranzo.Decisione che è risultata molto gradita ed infatti il numero delle adesioni, sempre piut-tosto alto è aumentato anche per la presenza di alcune graziosissime bimbe. Tutto il menù è stato ottimo, grazie anche ai graditissimi dolci preparati da alcune gentili signore. Un momento di grande commozione ha so-speso l’atmosfera goliardica quando il nostro Console Onorario avvocato Adriano Aveta ha parlato, in modo dolce e pieno di rimpianto, dell’improvvisa scomparsa avvenuta il 28 no-vembre 2013 della nostra carissima amica ed attivissima socia Marie Anne Dubied Piscopo, il cui marito, il caro Dino, ha voluto essere con noi e a lui va tutto il nostro affetto. Marie Anne, come ha ricordato il Console, aveva lavorato da giovane al Consolato Svizzero di Napoli, dopo un trasferimento dall’Algeria; si era su-bito inserita nell’ambiente napoletano e qui si era sposata, aveva avuto il figlio Mattia ed in questa città aveva sempre vissuto, pur con-

servando stretti rapporti con la sua Svizzera.Era entrata nei nostri cuori per la sua dispo-nibilità, la sua signorilità, la sua affabilità, la

Il 16 novembre 2013 il Circolo Svizzero di Napoli si è riunito per scoprire tutti insieme le meraviglie del Museo Ascione del Corallo di Napoli, sito al secondo piano della facciata principale della Galleria Umberto I°, di fronte al Teatro San Carlo. Confesso che non imma-ginavo che ci saremmo trovati in un luogo così fantastico, ricco di storia, di pregiati manufatti in corallo, in madreperla, in pietre dure, in pie-tra lavica, in metalli preziosi e con un affaccio meraviglioso sulla facciata del Teatro San Car-lo, sui giardini del Palazzo Reale e, lateralmen-

te, sul Maschio Angioino. Quella della famiglia Ascione è la più antica manifattura di Torre del Greco della lavorazione del corallo e degli altri preziosi detti in precedenza. Questa attività iniziò intorno ai primi anni del 1800, quando Giovanni, figlio di un armatore di “coralline”, particolare tipo di barche adatte alla pesca del corallo, decise di dedicarsi alla manifat-tura di questa meraviglia della natura marina, raggiungendo insieme ai figli vette altissime in questa delicatissima lavorazione. Numero-sissimi antichi attestati ci hanno dimostrato in

quale alta considerazione fosse tenuto il loro lavoro, tanto che divennero fornitori ufficiali della famiglia reale, potendo anche inserire nel loro marchio di fabbrica le insegne dei Savoia. Entrando nelle sale espositive abbiamo ammi-rato gli antichi attrezzi utilizzati e tantissimi gioielli, tra i quali anche pregevoli cammei, alcuni veramente storici ed altri più moderni che ci hanno stupito per la loro bellezza, per la fantasia delle realizzazioni e per la precisione della incisioni.

Gabriella Moesch Lezza

sua dolcezza e per tutti noi sarà impossibile dimenticare il suo sorriso.

Gabriella Moesch Lezza

La tradizionale fondue prenatalizia alla presenza del Console onorario Adriano Aveta.

Limiti di velocità – La Confederazione pre-para un progetto di limitazione della veloci-tà in autostrada durante gli orari soggetti a grandi ingorghi. Alcune autostrade sono già equipaggiate per introdurre le nuove regole a breve.

Notizie in brevedalla Svizzera

Leutenegger candidato a Zurigo – Filippo Leutenegger, da giovane residente in Italia, è candidato dei partiti borghesi alle elezioni municipali del prossimo 9 febbraio contro la sindachessa uscente Corine Mauch.

Lombardi capo del PPD – Il consigliere agli Stati ticinese Filippo Lombardi, membro del Consiglio degli Svizzeri all’estero, è stato nominato capo del Gruppo PPD alle Camere federali.

Votazione sul Gripen – Il popolo svizzero dovrà votare il 18 maggio sull’acquisto dei nuovi aerei da combattimento svedesi Gripen. Il referendum è infatti riuscito.

Freno alle ipoteche – La Banca Nazionale Svizzera ha chiesto di aumentare i fondi pro-pri delle banche per i mutui ipotecari sulle abi-tazioni. La misura è volta a frenare l’espansio-ne eccessiva del mercato edile e provocherà probabilmente un’aumento dei tassi.

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Circolo Svizzero del Veneto

All’incontro natalizio a Selvazzano-Dentroevocata la fusione della “Beneficenza”Con buona partecipazione di soci, il Circolo svizzero di Venezia assieme alla Società Elve-tica di Beneficenza hanno celebrato l’incontro natalizio il 14 dicembre 2013 presso l’Albergo La Piroga di Selvazzano-Dentro. Tutti i dettagli di preparazione dell’incontro erano stati dispo-sti a puntino dalla nostra carissima Presiden-te, Signora Marina Rossetto e lei va rivolto il nostro grazie e la nostra sincera ovazione. Estendiamo il nostro apprezzamento e ringra-ziamento anche al nostro Console Signor Dott. Ferruccio Macola che sempre accompagna la vita della nostra Comunità con attenzione e in-teresse; anche questa volta ha voluto essere presente per desiderare a tutti felici feste na-talizie e un prospero Anno 2014, augurio che noi in coro sinceramente contraccambiamo. Un lungo applauso di consenso segnò pure la

comunicazione della Signora Verena Sertorio: le sue accorate parole dedicate alla fusione della Società Elvetica di Venezia con la Conso-rella di Milano hanno destato vivo interesse e nuove speranze (vedi pagina 19).Ma il ricco buffet preparato sulle tavole ac-canto diresse la discussione e l’attenzione su altri temi. I piatti della tradizione, le specialità culinarie e artigianali dei Colli Euganei che con tanto gusto e perizia ci avevano preparatorisultarono doppiamente gustosi e raffinati che in altre occasioni. I generosi vini padovani poi, noti da tempo e già esaltati dal Petrarca e dal Ruzzante, portarono ai tavolini serenità e alle-gria. E in un ambiente più disteso si rinnovaro-no e si scambiarono doni, auguri e speranze, tutto quello che di meglio ci aspettiamo per l’anno nuovo.

Sul tardo pomeriggio, si aprirono le porte d’accesso ad altre sale del Centro Congressi; un lieve suono di musica giunse d’accanto: si suonava il poema sinfonico La grotta di Fingal di Mendelsshon. L’atmosfera carica di mistero e di fascino si diffuse rapidamente, si voleva ricordare l’abate Melchiorre Cesarotti (1778-1808) la cui villa confina(va) con il parco della Piroga. La recita dei canti delle Poesie di Os-sian destarono poi nell’anima di più di un socio del gruppetto che si era soffermato ad ascol-tare, un senso di nostalgia e di riflessione. E, probabilmente, solamente in quel momento, alcuni dei presenti si dettero conto che la vita viva della nostra Comunità stava evolvendo, anzi, per una parte di essa giungeva alla sua fine…

gc

Circolo Svizzero Sondrio e Alto Lario

Il Samichlaus e lo SchmutzliUna gradita visita a San CassianoCarissimi, come da tradizione, anche il 2013 ha portato al nostro circolo la calorosa visita del Samichlaus, naturalmente accompagnato dal fedele Schmutzli.Dopo il delizioso pranzo e la tradizionale Tom-bolata, gestita con maestria e con abbondanti regali dalla nostra Ester, ci siamo intrattenuti in semplici e piacevoli chiacchiere, rivivendo i ricordi di bambino e assaporando i bei mo-menti trascorsi assieme.Per la gioia dei più piccoli, (e non solo) quest’anno il Samichlaus si è presentato a bordo di una carrozza in una magica atmo-sfera natalizia, atteso dai numerosi parteci-panti in località San Cassiano all’Agriturismo Cà Vegia:A rendere magica la serata sono stati i bam-bini, che hanno atteso il Samichlaus con tre-pidazione, ognuno con la propria candelina accesa e ognuno con il proprio pensiero da rivolgere al Samichlaus.Ringraziamo per la calorosa partecipazione, e per gli splendidi momenti passati assieme, augurando a tutti, anche a chi per diversi mo-tivi non è potuto essere presente un felice e sereno 2014.Nei prossimi numeri della Gazzetta Svizzera vi terremo informati sul programma e sulle at-

tività in svolgimento, e ricordiamo che siamo ben felici di accogliere nuovi iscritti e nuove idee.

Suggerimenti, comunicazioni, osservazioni segnalatele a [email protected] o al nu-mero telefonico +39 346 372 32 14.

L’arrivo del Samichlaus e dello Schmutzli a San Cassiano.

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N. 1, gennaio 2013

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Prima festa di Natale al Circolo Svizzero “Magna Grecia”

Il “Samichlaus” ha ricominciato a fare tappa a Reggio CalabriaNel pomeriggio di domenica nove dicembre 2012, il Circolo Svizzero “Magna Grecia”, si è ritrovato assieme ad un nutrito gruppo di amici italiani grandi e piccini, presso l’ èhotel di Reggio Calabria, sede operativa del club, per festeggiare la propria festa di Natale per la prima volta. Nonostante le avversità climatiche i soci sono accorsi da tutta la provincia di Reg-gio numerosi assieme a tanti amici, avviando un dialogo interattivo ed interculturale che ha caratterizzato tutto l’incontro. L’incontro è stato aperto dal presidente Clau-dio Coletta, che ha dato il benvenuto a tutti i convenuti, spiegando le origini della tradizione del Samichlaus e dando inizio ad un piacevole dibattito tra i presenti che sono stati invitati a prender parte al buffet di dolci appositamente approntato dai singoli soci, per poter spiegare agli amici italiani, in prima persona la storia di ogni singolo dettaglio che caratterizza il nostro modo di vivere l’Avvento. Il tutto è avvenuto tra

i profumi e gli aromi di mandarini, arance, noci, grittibaenz, bretzeli, bi-scotti e torte varie: i bambini sono stati felicissimi, ed anche i più grandi sono tornati un po’ indietro nel tempo. L’ampio e piacevole dialogo che ne è conseguito, si è concluso con un gradito coffee break.Al calar del sole, un allegro Samichlaus ha fatto il suo ingresso e dopo un saluto personale ad ognuno dei presenti, ha cominciato a rivolgersi ai bambini che poco per volta, gli si sono avvicinati ed hanno ricevuto una carezza ed un pensierino che era giusto ricevessero. In verità sono stati loro a fare un regalo impareggiabile a tutti i presenti: ci hanno donato il loro sorriso e trasmesso tutta la loro contagiosa allegria. Oltre che a loro, il Samichlaus ha consegnato ad ognuno, in ricordo dello spirito che ha ca-ratterizzato l’incontro, una composizione a base di legni autoctoni donati dalla meravigliosa natura dell’Aspromonte, peraltro innevato a festa per l’evento, deliziosamente preparate da Julia Leggio, membro giovane del comitato direttivo, e segretaria del club, che assieme al vicepresidente Claudia Vitetta, ai consiglieri Desiree Campolo e Michele Chindamo, ed al presidente, hanno ideato ed organizzato la manifestazione.L’evento, oltre che aver dato ai soci del club la possibilità di festeggiare il Samichlaus, di scambiarsi gli auguri per il Natale e l’anno nuovo alle porte, ha costituito il primo incontro interattivo ed interculturale che il Circolo Svizzero “Magna Grecia”, ha intenzione di replicare nella provincia di Reggio Calabria in maniera sempre più frequente, a partire dall’anno venturo, come spiegato da Claudio Coletta durante l’incontro, al fine di costruire un ponte sempre più solido tra due culture solo apparentemente molto lontane, ma in realtà parecchio vicine in diversi aspetti.L’importanza di tale tematica è stata evidenziate anche dal Console Ono-rario di Calabria Renato Vitetta, socio del club, il quale ha sottolineato l’assoluta importanza dell’attività sul territorio calabrese, sia del Circolo Svizzero Cosentino che opera ormai da anni, che dal nuovo arrivato Circo-lo Svizzero “Magna Grecia” Reggio Calabria, quali promotori e divulgatori della cultura svizzera, congratulandosi anche per l’operato fin qui svolto con dedizione, passione e dinamismo dal nuovo club.Alla fine dell’incontro, dopo un caloroso scambio di auguri, il gruppo si è congedato con l’ormai tradizionale arrivederci a presto.Inoltre tutti i soci del Circolo Svizzero “Magna Grecia” Reggio Calabria, augurano un felice e, sperano vivamente, proficuo 2013 a tutti gli Svizzeri residenti in Italia, nel resto del mondo, ed in Patria. C. C.

Circolo Svizzero di Catania

Serata degli Auguri

Anche quest’anno, il 14 dicembre, ha avuto luogo, presso la sede del Circolo Svizzero Catania di via M. R. Imbriani 32, la tradizionale “Serata degli Auguri”.Alla manifestazione sono intervenuti numerosi partecipanti. Dopo un breve saluto di benvenuto del presidente del Circolo Svizzero Giuseppe Basile, ha preso la parola il console onorario di Catania la signora Sandra Brodbeck la quale ha rivolto ai presenti i migliori auguri di un sereno Santo Natale e di un felice Anno Nuovo. Quindi, dopo una breve presentazione della dott.ssa Mirella De Pasquale ha avuto inizio il concerto del duo “Spellbound”.Maurizio Vecchio (flauto traverso) e Davide Grasso (chitarra) ci hanno con-dotti musicalmente attraverso i secoli, da Vienna fino al Sudamerica. Il meraviglioso concerto si è concluso con un nuovo arrangiamento per chi-tarra e flauto traverso della famosissima canzone natalizia “Stille Nacht”.Dopo un’eccellente cena a base di specialità regionali e dopo gli scambi dei rituali auguri di Natale ha avuto conclusione l’armoniosa e simpatica serata.

G. Basile – A Reichel

Prosegue l’attività del Circolo Svizzero Abruz-zese al suo 21° anno di attività. Con lo scopo di meglio conoscere le meraviglie che la no-stra regione offre, il 27 ottobre siamo andati a Loreto Aprutino provincia di Pescara per visitare il Museo Acerbo delle Ceramiche di Castelli:qui il barone Giacomo Acerbo riunì, nel 1957, il meglio della produzione ceramistica delle dinastie familiari di Castelli (Te) vissute tra il Quattrocento ed i primi del Novecento. La splendida collezione, esposta nelle sale progettate dall’architetto Leonardo Palladini, è composta da 570 pezzi ed è la più con-sistente e completa raccolta della raffinata arte della ceramica castellana. Sempre a Loreto, località famosa per l’altissima qualità dell’olio extra-vergine di oliva prodotto, ab-biamo visitato l’antico oleificio costruito nel 1880. In seguito, sempre nel periodo della raccolta delle olive, il Circolo ha organizzato il 15 dicembre, in collaborazione con i soci Di Flaviano-Hermann, una giornata alla scoperta del rinomato frantoio moderno Montecchia a

Circolo Svizzero Abruzzese

Tra frantoi e ceramiche… nell’Abruzzo

Morro d’Oro sempre nel teramano. Qui i soci hanno potuto sia apprezzare da vicino la mo-derna lavorazione della spremitura delle olive, sia assaggiare l’olio prodotto. Al termine della visita una cinquantina di soci si sono intratte-nuti a Roseto presso il Ristorante “da Franca” per i festeggiamenti di S. Nikolaus. Tra una

tombolata, un canto natalizio, un dolce, un au-gurio, nel primo pomeriggio è arrivato Babbo Natale con i regali per la gioia dei più piccoli e perché no anche dei più grandi.Il prossimo raduno è previsto intorno al pe-riodo pasquale.

C.M.

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Hanno favorito considerevolmente il progresso della Svizzera in un secolo decisivo

Il contributo degli stranieri allo sviluppo della Svizzera“Se qualcuno ha avuto problemi con la polizia, ha perso denaro, insultato un principe, partecipato a un piccolo complotto fallito, si dice subito: non ho niente a che fare, vado in Svizzera dove sarò in sicurezza, poiché lo Svizzero è idiota e possiede denaro come fieno e burro: egli farà fronte ai miei bisogni. È così che arrivano in massa i dottori con gli occhiali e i baffi, i comunisti con la barba di becco, i letterati e gli scrittori nonché gli insegnanti, propagandisti esaltati, lucidascarpe di Roma e di Vienna, apostoli delle barricate e libertari malleabili”.

(Estratto da “Berns moderne Zeit”, edizioni Stämpfli, Berna, 2011)

Sono queste le nuove voci che si sono fatte sentire in occasione della campagna elettorale di Berna nel 1850. Dal XVo secolo la Svizzera era una terra d’immigrazione che accoglieva a braccia aperte genti provenienti da tutti gli orizzonti, come i protestanti francesi chiamati Ugonotti, rifugiati religiosi, che diedero uno slancio importante all’economia in Svizzera. Molti dei perseguitati arrivarono anche all’e-poca post-napoleonica della Restaurazione, a partire dal 1815. A seguito dei fallimenti delle rivoluzioni del 1848 in vari paesi d’Euro-pa, migliaia di rifugiati politici affluirono verso il giovane Stato federale svizzero fondato lo stesso anno. Questi arrivi provocarono riflessi di difesa in seno alla popolazione, come rileva il panflet citato qui sopra. L’accoglienza offerta in Svizzera ai rifugiati mette per la prima volta alla prova la politica estera del Consiglio federale: le grandi poten-ze non vedevano di buon occhio l’asilo genero-samente concesso ai loro concittadini insorti. La Francia, la Prussia e l’Austria reclamarono l’estradizione dei rifugiati, fecero pressione e raggrupparono perfino truppe alle frontiere. L’intermediazione della Gran Bretagna e alcu-ne espulsioni permisero di evitare un interven-to militare. Il Consiglio federale esercitò delibe-ratamente una doppia strategia: difese il diritto d’asilo liberale e cedette caso per caso alla pressione. L’accoglienza riservata ai rifugiati

fu delle più generose, ma i richiedenti l’asilo troppo attivi politicamente furono espulsi.

Il pastore Eduard Blocher s’interroga: “Siamo Tedeschi?”Nel XIXo secolo la Svizzera acquisisce la re-putazione di un paese abituato all’asilo. Essa esercitava una politica migratoria estrema-mente liberale, che si rivelò benefica per il pae-se. Gli immigrati fecero muovere la Repubblica e, in alcuni settori, la Svizzera aveva un gran bisogno dell’arrivo di stranieri ben qualificati, come rivela uno sguardo nelle alte scuole che sorsero in quel periodo. I Tedeschi costituiro-no fino al 50% dei professori. A Zurigo alcuni corsi erano dati esclusivamente da professori esteri. L’Università di Berna inviò perfino agenti per reclutare personale scientifico qualificato all’estero.Le prestazioni dei Tedeschi – soprattutto nella vita intellettuale ed economica – erano larga-mente riconosciute in Svizzera, al punto che una vera e propria germanofilia si propagò verso la fine del XIXo secolo. L’ammirazione per la cultura tedesca raggiunse vertici tali che finì per intaccare l’identità svizzera. Molti Svizzeri apprezzavano tanto la cultura ger-manica – contrariamente alle idee cariche di risentimento germanofono del panflet prove-niente dagli ambienti conservatori citato all’ini-zio dell’articolo – da chiedersi con la massima

serietà: “Siamo Tedeschi?”. Questo è il titolo di una pubblicazione del pastore Eduard Blocher (1870-1942), saggista di primo piano in que-sto campo. Il nonno dell’ex consigliere federale Christoph Blocher definiva la Svizzera tedesca una provincia di cultura tedesca. Le sue radici tedesche hanno certamente un peso: il nonno di Eduard Johann Georg Blocher aveva lascia-to il Wurtemberg alla volta della Svizzera e fu naturalizzato nel 1861 nel canton Berna. Tra la fine del XIXo e l’inizio del XXo secolo, Zurigo contava proporzionalmente tre volte di più Te-deschi di oggi.

La Svizzera, un’avventura paneuropeaAll’epoca, l’economia svizzera fu più forte-mente marcata dagli influssi internazionali di quanto lo sia stata spesso nel XXo secolo. Lo storico dell’economia Tobias Straumann ha di-chiarato recentemente in un articolo: “Di volta in volta, i creatori di aziende estere comincia-rono a trasformare “il mucchio di pietre che era la Svizzera” in uno Stato industriale moderno”. Il germanista e specialista di letteratura Peter von Matt costata: “La politica moderna della Svizzera che è cominciata all’epoca di Napole-one, fu fin dall’inizio un’avventura paneuropea” (estratto da “Die tintenblauern Eidgenossen”, Münich 2001). Anche certe figure di primo pia-no della letteratura elvetica sono ampiamente marcate da autori stranieri: senza il modello degli immigrati tedeschi, che hanno trasmes-so la loro passione politica in versi vibranti, scrive Peter von Matt, un autore come Gottfri-ed Keller non sarebbe esistito”.È anche Peter von Matt che, in occasione della grande cerimonia di commemorazione dei “200 anni della Svizzera moderna” il 17 gennaio 1998 ad Aarau, ha ricordato al Con-siglio federale riunito al gran completo e alla

Napoleone Friedrich SchillerScrittore

Heinrich ZschokkeEditore

Eduard BlocherPastore

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Gottfried SemperArchitetto

Robert StephensonIngegnere ferroviario

Heinrich NestleAiuto farmacista

Alexander ClavelChimico tintore

I tre confederati a Palazzo Federale indicano una Svizzera chiusa. La realtà è diversa.

Svizzera quello che il nostro paese deve alle idee importate: “dal genio politico del francese Napoleone ha ereditato la costituzione della Mediazione che rese la coabitazione di nuovo possibile e dal genio poetico di Friedrich Schil-ler, ha ereditato la “pièce di teatro Guglielmo Tell” che, di fronte al mondo intero, ci attribui-sce un passato glorioso.L’atto di mediazione del 1803 è non soltanto all’origine della struttura federale della Svizze-ra, ma anche della democrazia moderna che nacque in quell’epoca, accompagnata da tutte le sue libertà. Il Guglielmo Tell di Schiller del 1804 canonizza poeticamente la leggenda della fondazione nella sua forma conosciuta oggi. È un contributo non trascurabile alla coscienza di sé della nazione in divenire. La simultaneità temporale degli apporti francesi e tedeschi all’immagine della Svizzera è forse un caso, ma mostra che questo paese e le sue leggende sono anche il frutto di interventi esterni.

La Svizzera non esisterebbe senza il tedesco Heinrich ZschokkeNapoleone e Schiller non erano immigrati e hanno impregnato dall’esterno l’immagine del-la Svizzera. Però nessun giovane ignora i loro nomi. Contrariamente ad Heinrich Zschokke (1771-1848), che trova raramente posto nella coscienza collettiva. Questo tedesco, origina-rio di Magdeburgo, ha tuttavia influenzato la co-scienza nazionale svizzera sotto molti aspetti. Una biografia esaustiva (Werner Ort, Heinrich Zschokke, Baden 2013) e un’esposizione ad Aarau, dove ha vissuto a lungo e ottenuto la cittadinanza, l’hanno fatto un po‘ uscire dall’o-blio collettivo quest’anno.Edgar Bonjour, un nome di riferimento tra gli storici svizzeri, diceva già 60 anni fa che la Svizzera moderna non avrebbe potuto emer-gere senza Heinrich Zschokke. Quest’ultimo è polivalente: uomo politico, uomo di Stato, rappresentante dello spirito delle “Lumières”, rivoluzionario, scrittore, giornalista, filosofo, pedagogo, deputato al Gran Consiglio e mem-bro del Consiglio costituzionale, era anche un uomo perseguitato, secondo il suo biografo Werner Ort, dopo aver vissuto brevemente a Parigi e, deluso, avendo voltato la schiena alla Francia, scelse deliberatamente la Svizzera

perché credeva possibile in questo paese quan-to era stato certamente “scoperto” in Francia ma che aveva fallito: voleva aiutare il postulato di libertà, uguaglianza e fraternità a trionfare.Oltre molte altre cose, ha contrassegnato la visione della nostra storia su parecchie gene-razioni. La sua opera storica “Histoire de la na-tion Suisse” (1822) ha servito da manuale sco-lastico fino al XXo secolo nelle scuole svizzere. L’opera di Heinrich Zschokke è del resto stata pubblicata da Heinrich Remigius Sauerländer (1776-1847), originario di Francoforte sul Me-no e fondatore della casa editrice omonima ad Aarau. In quanto editore, Heinrich Remigius Sauerländer fu una figura di spicco nella co-struzione della Svizzera moderna. Tra l’altro è stato presidente della Società per la cultura patriottica di Argovia.

I fratelli Snell hanno marcato la riflessione sullo Stato svizzeroLe case editrici e i giornali hanno naturalmen-te avuto un ruolo predominante nel risveglio liberale, come la “Neue Zürcher Zeitung” che prese posizione come giornale liberale di lot-ta e d’opinione. Questo giornale e altri hanno aperto le loro colonne ai rifugiati politici dei

paesi vicini, tra cui Ludwig Snell (1785-1854), il fratello Wilhelm (1789-1851). Questi due fra-telli di Hessen sono considerati fra i teorici del-lo Stato più influenti in Svizzera e hanno avuto un ruolo determinante nel movimento liberale-radicale. Wilhelm Snell è il rettore-fondatore dell’Università di Berna, dove Ludwig è stato il primo professore di scienze politiche. Ma i due fratelli si mostrarono tanto radicali sul piano politico che il popolo non tardò a chiamarli in tedesco “gli Snellen”. Nella lotta per il potere con i conservatori, persero le loro cattedre presso l’Alta scuola di Berna. In quanto pro-fessori di alta scuola, hanno marcato con la loro impronta la riflessione giuridica e filosofica sullo Stato svizzero.

Un rivoluzionario di Dresda traccia la linea d’orizzonte di ZurigoGottfried Semper (1803-1879), danese d’ori-gine, poi tedesco e cittadino di Affoltern am Albis (ZH) a partire dal 1861, mostra che gli stranieri in Svizzera non si sono accontentati di avere un ruolo notevole unicamente all’interno delle alte scuole svizzere. Zurigo gli deve un elemento marcante della sua linea d’orizzon-te: l’attuale costruzione principale della scuola

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politecnica federale (SPF), che domina fiera-mente la città vecchia. L’architetto Gottfried Semper era anch’egli un ribelle e fu costretto a lasciare Dresda (dove si trovano altre realiz-zazioni, tra cui il suo celebre teatro dell’opera Semperoper) a seguito di attività rivoluziona-rie. Costruì anche in Svizzera l’Osservatorio di Zurigo, l’Hôtel de Ville di Winterthur e la nuova torre della chiesa di Affoltern, che gli permise di ottenere la qualità di patrizio di questa città. Conquistò pure l’ammirazione del Consiglio fe-derale che lo nominò professore a vita.

Un Britannico disegna il tracciato delle linee ferroviarieIn pieno sviluppo l’industria svizzera cerca anche specialisti e artigiani all’estero, in par-ticolare per le loro competenze tecniche, che spesso mancano ancora alla popolazione ru-rale svizzera. Le grandi gallerie ferroviarie del Gottardo (1872), del Sempione (1898) e del Loetschberg (1907) furono costruite nella se-conda metà del XIXo secolo, principalmente da stranieri.L’inglese Robert Stephenson (1803-1859), esperto ferroviario di fama internazionale, influì grandemente sulla concezione della rete fer-roviaria svizzera “di importanza cruciale nello sviluppo economico”. Su mandato del Consi-glio federale, egli giunse in Svizzera nel 1850 e presentò una proposta di tracciato delle linee, la cui idea centrale era un grande tracciato fer-roviario tra il Lemano e il lago di Costanza e da Basilea a Lucerna con Olten come punto d’incrocio. Robert Stephenson ha così ideato la costruzione integrata delle ferrovie in Svizzera, che iniziò durante la metà degli anni 1850.

Gli immigrati, imprenditori visionariUna categoria particolare di immigrati, quella degli imprenditori impregnati di tecnica e spes-so visionari, rivela a qual punto l’organizzazio-ne e l’essenza dell’economia del XIXo secolo si basano sul “know how” straniero. Molti di questi immigrati perseveranti sono diventati imprenditori, creando così la vera base della nazione industriale moderna che è la Svizzera. Alcuni di loro hano fondato gruppi conosciu-ti nel mondo interno, come Heinrich Nestlè (1814-1890) originario di Francoforte sul

Meno, che si fece chiamare in seguito Henri Nestlè. Arrivò durante un viaggio di “compa-gnonnage” sul Lemano, dove superò l’esame di ammissione di aiuto-farmacista e posò la prima pietra dell’attuale maggior impresa in-dustriale svizzera e del maggior gruppo agro-alimentare mondiale.Walter Boveri (1865-1924) originario di Bam-berg, fondò a sua volta con Charles Brown la società Brown Boveri SA, conosciuta oggi con il nome di ABB. È uno dei primi gruppi di tec-nica dell’energia e del’automazione. Ciba, una delle società che hanno preceduto Novartis, il secondo gruppo farmaceutico al mondo a Basilea, è stata creata dal lionese Alexandre Clavel (1805-1873). Nel suo laboratorio a Ba-silea, fu il primo e uno dei maggiori fabbricanti di coloranti all’anilina.Tipicamente svizzera, Ovomaltina fu anche creata da uno straniero. L’università di Berna fece venire dalla Germania il chimico Georg Wander (1841-1897) che fondò il proprio labo-ratorio nel centro storico di Berna, dove riuscì a sviluppare specialità farmaceutiche a base di malto come supporto di sostanze nutritive. Con il figlio Albert creò l’Ovomaltina, che fu alla base del successo commerciale dell’impresa

L’edificio principale della Scuola Politecnica Federale di Zurigo. È stato costruito dall’architetto Gottfried Semper, che era stato cacciato da Dresda.

Wander. L’impresa fa oggi parte dell’Associa-ted British Food.Anche nel ramo del divertimento, un’impresa estera divenne nel XIXo secolo un riferimento in Svizzera. L’impresa dei “Fratelli Knie Circo nazionale svizzero” è stata fondata da una fa-miglia di artisti austro-ungheresi e non è quindi di origine così svizzera come il suo nome at-tuale lascia credere. L’antenato Friedrich Knie (1784-1850) creò nel 1806 la sua truppa di artisti. Dal 1814 il circo si esibisce regolar-mente in Svizzera. Nel 1919 ha scelto defini-tivamente Rapperswil, sul lago di Zurigo, per i suoi quartieri invernali.

La Svizzera ha praticato il trasferi-mento di tecnologie innovativeSi tratta quindi ben più che di approfittatori, “dottori che portano gli occhiali e i baffi”, “co-munisti con la barba caprina”, “propagandisti esaltati” e “lustrascarpe di Roma e di Vienna”, come voleva far credere il libello del 1850, che sono venuti in Svizzera. Fra loro ve ne sono molti a cui la Svizzera deve qualcosa di eccezionale.Al momento dell’industrializzazione, la Sviz-zera non poteva approfittare unicamente dei pionieri immigrati, ma, in generale, si è servita generosamente del sapere estero. Il “diziona-rio storico della Svizzera” cita con un certo ritegno: “Nel campo delle tecniche avanzate – quelle che fanno una “rivoluzione industriale” (meccanizzazione tessile, tecnologie ferrovia-rie, elettroniche) -, essa innova per imitazione e appropriazione di tecniche e di procedimenti sviluppati da altri”. Più eloquenti furono i propo-siti dello stampatore Adelrich Benziger (1833-1896) di Einsiedeln che avrebbe detto in oc-casione del Congresso dei brevetti nel 1882: “Se la nostra industria è giunta al suo sviluppo attuale, è perché si è servita dell’estero, se fosse stato furto allora tutti i nostri industriali sarebbero ladri”.

Jürg Müller(Revue Suisse)

Charels BrownCostruttore di macc hine

Walter BoveriIngegnere in genio meccanico

Georg WanderChimico

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“Da Rousseau a Starobinski”è una descrizione degli scrittori della Svizzera romanda tradotta in italiano da Gabriella Soldini. La Svizzera romanda, come la Svizzera italiana del resto, si interroga spesso sulla sua identità, in particolare sul confronto con il paese vicino di cui condivide la lingua. Roger Francillon indaga sulla percezione che gli scrittori svizzero-francesi hanno avuto e hanno dell’identità romanda.

“Riconciliarsi con il padre”È stato scritto da Yvette Z’Graggen, autrice ginevrina di notevole spessore, scomparsa nel 2012. È la traduzione di Grazia Bernasco-ni-Romano di “Changer l’oubli”. L’autrice vi approfondisce il tema del rapporto con il proprio padre, già evocato in altri scritti, quale ricerca delle radici a lungo occultate. Yvette Z’Graggen ha vinto il prestigioso Premio Schiller nel 1996.

L’ultima stregaSempre l’editore Dadò pubblica nella stessa collana la traduzione in italiano del testo di Eveline Hasler “Anna Göldin – Letzte Hexe”. È la storia dell’ultima strega ingiustamente processata da un tribunale di notabili locali, condannata e decapitata a Glarona. La vicenda si svolge attorno al personaggio di Anna Göldin che, per difendere e preservare la sua dignità di donna, finisce per dover soccombere a leggi spietate e disumane. Di umili origini, la Göldin viene assunta come serva in varie case signorili. Concupita da vari signorotti del luogo, avrà due figli illegittimi. Caduta in disgrazia, viene accusata di maleficio, sortilegio e infanticidio. Stremata dalle torture fisiche e psichiche, dovrà ammettere di avere “stregato” una delle figlie dei signori presso cui era di servizio. Il testo è preceduto da una prefa-zione di Nelly Valsangiacomo, professore di storia contemporanea all’Università di Losanna.

Hermann HesseSempre nella stessa collana, viene pubblicata con il titolo “Incanto e disincanto del Ticino”, nella versione originale a cura di Volker Michels, una raccolta di scritti di Hermann Hesse sul canton Ticino. La traduzione in italiano è dovuta a Gabriella de’ Grandi, vincitrice nel 2004 del premio Pro Helvetia per la traduzione. La raccolta è accompagnata da una postfazione dello stesso Volker Michels e da un saggio di Sandro Bianconi, eletto nel 2013 quale accademico corrispondente straniero dell’Accademia della Crusca.

Friedrich DürrenmattCon il titolo “La Svizzera, teatro del mondo”, sempr e nella colla-na “Helvetia Nostra”, viene pubblicato in italiano, a cura di Mattia Mantovani, il saggio di Friedrich Dürrenmatt “Meine Schweiz. Ein Lesebuch”. Gli scritti raccolti in questo volume, in larga parte inediti in lingua italiana, illustrano i vari aspetti del rapporto di Dürrenmatt con la patria elvetica. La Svizzera, agli occhi di uno dei più grandi scrittori e drammaturghi del Novecento, è fatta di visioni e proiezioni immaginative, concretizzate in valutazioni e giudizi coinvolgenti ed efficaci, riflettendo un vero e proprio universo che merita di essere scoperto con la giusta distanza critica, al di là di tutti i cliché e delle immagini consolidate. Il testo è preceduto da un’introduzione di Heinz Ludwig Arnold, uno dei maggiori esperti e interpreti della letteratura tedesca contemporanea, nonché ammiratore dell’opera di Dürrenmatt.

Pubblicati dall’editore Armando Dadò

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N. 2, febbraio 2014

30 Aus dem Bundeshaus

Telefon Schweiz: 0800 24-7-365Telefon Ausland: +41 800 24-7-365E-Mail: [email protected]: helpline-eda

Online-Registrierung für Schweizerinnen und Schweizer auf Auslandreisen

Reisehinweisewww.eda.admin.ch/reisehinweise Helpline EDA +41 (0)800 24-7-365 www.twitter.com/travel_edadfae

www.eda.admin.ch/itineris

Honorarvertretungen: Tun oder Nichttun – Das ist hier die FrageNebst den Berufsvertretungen der Schweiz im Ausland (wie Botschaften, Generalkonsulate, Missionen, Koope-rationsbüros der Direktion für Entwick-lung und Zusammenarbeit DEZA u. a.) unterhält das EDA ein Netz von rund 200 Honorarvertretungen weltweit.

Können Honorarkonsulate Schweizer Pässe oder Visa ausstellen? Können sie Ehen schlie-ssen oder Dokumente legalisieren? Das sind nur ein paar Fragen, die Honorarvertretern oft gestellt werden. Das zeigt sich anlässlich der Honorarkonsuln-Konferenzen – letztmals in Sydney im März 2013 – immer wieder.Honorarkonsulinnen und -konsuln sind immer einer schweizerischen Vertretung unterstellt und vertreten die Botschafterin oder den Bot-schafter bzw. die Generalkonsulin oder den Generalkonsul. Sie agieren als Augen und Oh-ren der offiziellen Schweiz vor Ort. In dieser Funktion vertreten sie unser Land auch an lokalen Anlässen wie Nationalfeiertagen und offiziellen Events.Honorarvertreter unterhalten ein Netzwerk von Kontakten auf lokaler Ebene – in der Verwaltung, im Geschäftsleben, in Kultur, Bildung und Wissenschaft. Sie stehen in regelmässigem Kontakt mit der Botschaft oder dem Generalkonsulat und informieren über Möglichkeiten zur Vertretung schwei-zerischer Interessen in ihrem geografischen Einflussbereich. Sie sind auch Bindeglied zu den lokalen Auslandschweizergemeinschaf-ten und pflegen die Beziehungen der Lands-leute untereinander und zur Schweiz.Lokale Schweizervereine stehen ihrerseits in direktem Kontakt mit der Botschaft oder dem Generalkonsulat, ohne die Dienste der Honorar-vertretung dazu zu beanspruchen. Sie sind aber selbstverständlich Bestandteil des Netzwerks der Honorarkonsuln und Honorarkonsulinnen.

Honorarvertreter können sich in Absprache mit der vorgesetzten Vertretung auch um Schwei-zerinnen und Schweizer in Not kümmern, sei di-es aufgrund von Unfällen, Krankheit, Diebstahl oder Verhaftung. Sie informieren die Vertre-tung über lokale Umstände und/oder Sicher-heitsfragen, welche einen Einfluss auf unsere Landsleute im Ausland haben und von Inter-esse für die EDA Reisehinweise sein können. Der Beitritt der Schweiz zum Schengen-Raum 2008 hat die Stellung der Honorarvertreter beträchtlich verändert. So kann schweizeri-sches Honorarpersonal seither beispielsweise keine Visa mehr ausstellen. Die einzige direkte administrative Aufgabe zu Gunsten der loka-

len Auslandschweizergemeinschaft ist die Bestätigung von Lebensbescheinigungen für die schweizerische AHV/IV. Alle anderen konsularischen Dienstleistungen werden durch die Botschaft oder das Generalkonsu-lat erbracht.Das EDA dankt allen schweizerischen Hono-rarkonsulinnen und Honorarkonsuln einmal mehr herzlich für ihre wertvollen Dienste zu-gunsten unserer Heimat und unserer Mitbür-gerinnen und Mitbürger im Ausland.BOTSCHAFTERIN MARION WEICHELT KRUPSKI

(WELLINGTON) UND BOTSCHAFTER MARCEL STUTZ (CANBERRA)

«Rendez-vous Bundesplatz» – herbstliche Lichtshow an der Fassade des Bun-deshauses Bern.

HinweiseMelden Sie Ihrer Botschaft oder dem Gene-ralkonsulat E-Mail-Adresse und Mobiltelefon-Nummer und/oder deren Änderungen.Registrieren Sie sich bei www.swissabroad.ch, um keine Mitteilung («Schweizer Revue»,

Newsletter Ihrer Vertretung usw.) zu verpassen. Die aktuelle Ausgabe der «Schweizer Revue» sowie die früheren Nummern können Sie jederzeit über www.revue.ch lesen und/oder ausdrucken. Die «Schweizer Revue» (bzw. die «Gazzetta Sviz-

zera» in Italien) wird elektronisch (via E-Mail bzw. als iPad-/Android-App) oder als Druckausgabe kostenlos allen Auslandschweizer-Haushalten zugestellt, die bei einer Botschaft oder einem Generalkonsulat registriert sind.

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31Aus dem Bundeshaus

Die Konsularische Direktion des EDA wünscht allen Auslandschweizerinnen und Auslandschwei-zern ein erfolgreiches neues Jahr und freut sich auf die Zusammenarbeit mit Ihnen im 2014!

Volksinitiativen

Seit der Publikation der «Schweizer Re-vue» Nr. 5/2013 und bis Redaktions-schluss dieser Ausgabe wurden keine neuen Volksinitiativen lanciert. Die Lis-te der hängigen Volksinitiativen finden Sie unter www.bk.admin.ch > Aktuell > Wahlen und Abstimmungen > Hängige Volksinitiativen.

Mit vollem Elan ins Jahr 2014

Bild rechts: (vorne v. l. n. r.) Markus Natsch, Nelly Gagnaux und Peter Zimmerli (hinten v. l. n. r.) Thomas Kalau, Gerhard Brügger, Maria-Teresa Minerva und Stephan Winkler

VERANTWORTLICH FÜR DIE AMTLICHEN MITTEILUNGEN DES EDA:

PETER ZIMMERLIAUSLANDSCHWEIZERBEZIEHUNGENBUNDESGASSE 323003 BERN, Schweiz

TELEFON: +41 800 24 7 365

WWW.EDA.ADMIN.CH

MAIL: [email protected]

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«SwissCommunity ist dieTür zur Heimat und öffnetdie Türen zur Welt – dortfinde ich hilfreiche Infor-mationen und Dienste fürAuslandschweizer.»

Florian BaccaunaudStudentSchweizer in Frankreich

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Svizzeri eccellenti nel primo torneo mondiale di tennis

Brillante vittoria di Stan Wawrinka nel primo grande slam d’Australia

In molti avevano sperato in una finale tutta svizzera al primo grande slam della stagione mondiale di tennis 2014. Sia il pluridecorato Roger Federer, sia l’astro nascente Stanislas Wawrinka erano giunti brillantemente in semi-finale. Federer non ha però resistito agli assalti di uno scatenato Nadal ed ha perso nettamente la qualifica per la finale. A questo punto non erano più molti coloro che potevano sperare in una vittoria del tennista vodese contro uno spagnolo in piena forma.Wawrinka si presentava però con le migliori credenziali. In semifinale aveva infatti eliminato il no. 2 mondiale Novak Djokovic, dal canto suo fermamente intenzionato a riprendersi il no. 1, soffiatogli pochi mesi fa proprio da Nadal.Sul suo cammino Wawrinka aveva dovuto anche affrontare il temutissimo ceco Tomas Berdych, che però è riuscito a battere con si-curezza, mentre Federer non aveva lasciato speranze al francese Jo-Wilfried Tsonga, che nel più recente passato gli aveva pur dato qual-che dispiacere. I due svizzeri hanno entusiasmato un pubblico internazionale esperto e attento: Federer con un ritrovato stile, che è sempre uno dei migliori al mondo; Wawrinka dotato oggi di una poten-za e di una precisione impressionanti.La finale si presentava quindi sotto i migliori auspici. Non senza sorprendere molti appas-

sionati, Wawrinka partiva di gran carriera e si aggiudicava i primi due set. La situazione di

partenza era quindi rovesciata. L’apparente timido e impressionato Wawrinka (era alla sua prima finale di un grande slam) aveva rove-sciato i termini dell’incontro e a sua volta im-pressionato e reso dubbioso l’esperto Nadal.Giocando anche sul piano dei nervi, Nadal chie-deva una pausa per farsi curare la schiena e l’arbitro si rifiutava di comunicare a Wawrinka i motivi dell’interruzione. Lo svizzero perdeva di concentrazione e infilava parecchi errori, per-mettendo a Nadal di aggiudicarsi il terzo set. La storia cambiava però subito al quarto set, durante il quale Wawrinka dominava la scena e si aggiudicava brillantemente la finale,Il carattere riservato di Wawrinka si manifesta-va subito in un entusiasmo molto contenuto. Durante l’intervista ha infatti detto di non aver mai sinceramente sperato di giungere fino a questo punto, ma di esserne fiero e soddisfat-to. Con questa vittoria il vodese – che è sta-to recentemente anche designato “Svizzero dell’anno” – sale al terzo posto della gradua-toria mondiale, mentre Federer scende all’otta-vo. È la prima volta nella storia che due svizzeri figurano nei primi dieci tennisti al mondo.Buone prospettive quindi anche per il prossi-mo incontro di Coppa Davis contro la Serbia, anche se Federer non ci sarà.

i.b.

Wawrinka alza la prestigiosa coppa appena vinta al torneo di Melbourne.

Buone prospettive nello sci per le Olimpiadi di Soci

Lara Gut vince a CortinaDefago primo a Kitzbühel

Lara Gut, vincendo il Super G di Cortina d’Ampezzo, porta a cinque le sue vittorie in Coppa del Mondo e si annuncia quale protagonista per le prossime gare. Didier Defago, a 36 anni, torna in forma e si aggiudica il super G di Kitzbühel, battendo il suo coetaneo, l’americano Bode Mil-ler, fino al numero 24, sicuro della vittoria. Per lo sci svizzero, l’ultima di gernnaio è stata una domenica radiosa e ricca di promesse per i prossimi Giochi olimpici invernali di Soci.