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www.isaporidelmiosud.it Anno IV N°31 GENNAIO 2008 L’Arancia, tanti spicchi di Salute In questo numero In questo numero di Domenico Saccà di Domenico Saccà Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata Le varie specie di agrumi sono tutte originarie dell’India e dell’Estremo Oriente, dove la loro coltura risale a tempi estremamente lontani, e da cui pervennero a noi in epoche diverse. Gli agrumi furono introdotti prima nelle contrade più calde del Mediterraneo, dove trovarono condizioni ambientali non troppo dissimili da quelle dei loro paesi di origine; più tardi, col Rinascimento, la coltivazione degli agrumi fu destinata anche nei paesi meno favoriti dalla natura, a scopo di godimento estetico. Sorsero così le aranciere, stanzoni a grande vetrate, non riscaldate ma solo riparate: a Firenze, a Roma e a Venezia si ammirarono ville con slendide aranciere. Questa coltivazione, coi Medici, passò in Francia, dove si costruirono famose aranciere come quelle delle Tuileries e di Versailles. Poi, con la sco- perta e la colonizzazione di nuovi paesi, la coltiva- zione agraria degli agrumi, oltre che al Mediterraneo, si è estesa in molte regio- ni dalle terre con clima a essi confacenti. L’Arancio (dal persiano narang = arancio amaro) è fra gli agrumi quel- lo che assume il più grande sviluppo erboreo, potendo raggiungere l’altezza di 10-12 metri, ma che normalmente non supera i 6-7 metri. Ha chiome arrotondate e dense. Può vivere oltre 100 anni; nel periodo di maggiore produ- zione, che comincia circa con i 20 anni, ogni pianta in Sicilia dà dai 400 agli 800 frutti l’anno. L’albero d’arancio (citrus aurantium) delle famiglie Rutacee, matura un agrume globoso (l’arancia), commestibile, a polpa più o meno acquosa, dolce-acidulo, e con scorza di color giallo-aranciato e fino a rosso carico o cremisi, a seconda delle varietà o razze coltivate. I fiori d’arancio bianchi ed olizzanti, sono noti col nome di zagare e si offrono a scopo augurale, alle spose, il giorno delle nozze. L’arancia rido- na vigore ed energia, tonifica i muscoli, è un’at- tiva disintossicante, e antiemorragica e, con- temporaneamente, fluidificante del sangue. I diabetici possono gustare l’arancia senza timo- re, perchè 100 grammi di agrumi sbucciati apportano una quantità di sostanze glicogeni- che inferiore a quelle contenute in 10 grammi di pane. Nei casi di stitichezza, l’arancia dev’es- sere mangiata intera, poichè la scorza agisce sull’intestino come una spazzola, asportando i microbi e favorendone l’eliminazione con le feci. Essa contiene importanti principi nutritivi in un giusto rapporto quantitativo. Sotto forma di succo puro, appena spremuto, svolge attivi- tà rinfrescante e calmante nei casi di febbre. Molti medici raccomandano una cura a base di arance (succo o frutto intero) nei casi di cefalea, di nevrosi e di isterismo in cui esse agiscono come un vero calmante del sistema nervoso. L’arancia è particolarmente ricca di vitamina C di cui l’organismo presenta un fab- bisogno quotidiano, non avendo la possibilità di immagazzinarla. Un’arancia di medie dimensioni contiene circa 50 mg. di vitamina C, pari al fabbisogno di un bambino di 5 anni. Le donne in gravidanza o che allattano, necessitano di una quantità tre volte superiore (ovvimente, la vita- mina C è presente in numerosi altri frutti e nei legumi). La vitamina P (rutina) contenuta in questo frutto prezioso rinforza la parete dei vasi sanguigni, spesso affetti da malat- tie degenerative (arteriosclerosi), prevenendo fenomeni di rottura, alterazione o indurimento. Le presenza delle viamine B1, B2, B6 esplica i suoi effetti bene- fici sull’equilibrio nervoso. Anche il contenuto in carotene, o provitamina A, dev’essere segnalato nell’arancia. L’analisi della compo- sizione di questo agrume non è completa se non si citano i sali minerali. Un’arancia con- tiene una quantità di calcio pari a quella pre- sente in 100 gr. di latte. La presenza del fosfo- ro ne facilita la fissazione e tonifica le cellule nervose. Il potassio attiva la produzione delle cellule del sangue e svolge azione tonica nei confronti del sistema muscolare e ghiandola- re. Il magnesio stimola le difese contro le malattie infettive, tumorali, e altre. Il cloro, lo zolfo, il ferro, il rame, lo zinco, il bromo ed il manganese confermano l’importanza dell’a- rancia per il metabolismo minerale dell’organi- smo. Quando acquistate delle arance, preten- dete che siano maturate in condizioni naturali (siano di stagione), senza trattamenti artificia- li nè passaggi in celle frigorifere, e soprattutto che non vengano impiegati fertilizzanti chimi- ci. Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che non solo la mela, ma anche un’arancia al gior- no “leva il medico di torno”. [email protected] L’Associazione Na.Sa.Ta. - I Sapori del mio Sud avvisa i gentili soci che si è aperta la campagna rinnovo tesseramenti per l’anno 2008. L’Arancia, tanti spicchi di Salute pag. 2 Il Food Design pag. 3 Scelte Alimentari degli Adolescenti Europei pag. 4 DOP, IGP, STG: l’Ialia al primo posto in Europa *** News in Breve pag. 5 I Legumi parte 1 pag. 6 Il Torrone *** Carne di Rettile pag. 7 Ricette del Mese pag. 8 Incidenti Domestici pag. 9 Depurarsi dopo le Feste pag.10 La Storia della Sicilia pag.11 Anniversario Matteo e Caterina Munafò pag.12 Domenica del Villaggio *** Pillole di Saggezza

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www.isaporidelmiosud.itAnno IV N°31 GENNAIO 2008

LL’’AArraanncciiaa,, ttaannttii ssppiicccchhii ddii SSaalluutteeIn questo numeroIn questo numerodi Domenico Saccàdi Domenico Saccà

Periodico di informazione dei soci dell’Associazione Culturale Nasata

Le varie specie di agrumi sono tutte originariedell’India e dell’Estremo Oriente, dove la lorocoltura risale a tempi estremamente lontani, eda cui pervennero a noi in epoche diverse. Gliagrumi furono introdotti prima nelle contradepiù calde del Mediterraneo, dove trovaronocondizioni ambientali non troppo dissimili daquelle dei loro paesi di origine; più tardi, colRinascimento, la coltivazione degli agrumi fudestinata anche nei paesi meno favoriti dallanatura, a scopo di godimento estetico. Sorserocosì le aranciere, stanzoni a grande vetrate,non riscaldate ma solo riparate: a Firenze, aRoma e a Venezia si ammirarono ville conslendide aranciere. Questa coltivazione, coiMedici, passò in Francia, dove si costruironofamose aranciere comequelle delle Tuileries e diVersailles. Poi, con la sco-perta e la colonizzazionedi nuovi paesi, la coltiva-zione agraria degli agrumi,oltre che al Mediterraneo,si è estesa in molte regio-ni dalle terre con clima aessi confacenti. L’Arancio (dal persianonarang = arancio amaro) è fra gli agrumi quel-lo che assume il più grande sviluppo erboreo,potendo raggiungere l’altezza di 10-12 metri,ma che normalmente non supera i 6-7 metri.Ha chiome arrotondate e dense. Può vivereoltre 100 anni; nel periodo di maggiore produ-zione, che comincia circa con i 20 anni, ognipianta in Sicilia dà dai 400 agli 800 frutti l’anno.L’albero d’arancio (citrus aurantium) dellefamiglie Rutacee, matura un agrume globoso(l’arancia), commestibile, a polpa più o menoacquosa, dolce-acidulo, e con scorza di colorgiallo-aranciato e fino a rosso carico o cremisi,a seconda delle varietà o razze coltivate. I fiorid’arancio bianchi ed olizzanti, sono noti colnome di zagare e si offrono a scopo augurale,alle spose, il giorno delle nozze. L’arancia rido-na vigore ed energia, tonifica i muscoli, è un’at-tiva disintossicante, e antiemorragica e, con-temporaneamente, fluidificante del sangue. Idiabetici possono gustare l’arancia senza timo-re, perchè 100 grammi di agrumi sbucciatiapportano una quantità di sostanze glicogeni-che inferiore a quelle contenute in 10 grammi dipane. Nei casi di stitichezza, l’arancia dev’es-sere mangiata intera, poichè la scorza agisce

sull’intestino come una spazzola, asportando imicrobi e favorendone l’eliminazione con lefeci. Essa contiene importanti principi nutritiviin un giusto rapporto quantitativo. Sotto formadi succo puro, appena spremuto, svolge attivi-tà rinfrescante e calmante nei casi di febbre.Molti medici raccomandano una cura a basedi arance (succo o frutto intero) nei casi dicefalea, di nevrosi e di isterismo in cui esseagiscono come un vero calmante del sistemanervoso. L’arancia è particolarmente ricca divitamina C di cui l’organismo presenta un fab-bisogno quotidiano, non avendo la possibilitàdi immagazzinarla. Un’arancia di mediedimensioni contiene circa 50 mg. di vitaminaC, pari al fabbisogno di un bambino di 5 anni.Le donne in gravidanza o che allattano,

necessitano di una quantità trevolte superiore (ovvimente, la vita-mina C è presente in numerosi altrifrutti e nei legumi). La vitamina P(rutina) contenuta in questo fruttoprezioso rinforza la parete dei vasisanguigni, spesso affetti da malat-tie degenerative (arteriosclerosi),prevenendo fenomeni di rottura,

alterazione o indurimento. Le presenza delleviamine B1, B2, B6 esplica i suoi effetti bene-fici sull’equilibrio nervoso. Anche il contenutoin carotene, o provitamina A, dev’esseresegnalato nell’arancia. L’analisi della compo-sizione di questo agrume non è completa senon si citano i sali minerali. Un’arancia con-tiene una quantità di calcio pari a quella pre-sente in 100 gr. di latte. La presenza del fosfo-ro ne facilita la fissazione e tonifica le cellulenervose. Il potassio attiva la produzione dellecellule del sangue e svolge azione tonica neiconfronti del sistema muscolare e ghiandola-re. Il magnesio stimola le difese contro lemalattie infettive, tumorali, e altre. Il cloro, lozolfo, il ferro, il rame, lo zinco, il bromo ed ilmanganese confermano l’importanza dell’a-rancia per il metabolismo minerale dell’organi-smo. Quando acquistate delle arance, preten-dete che siano maturate in condizioni naturali(siano di stagione), senza trattamenti artificia-li nè passaggi in celle frigorifere, e soprattuttoche non vengano impiegati fertilizzanti chimi-ci. Possiamo dire, senza ombra di dubbio, chenon solo la mela, ma anche un’arancia al gior-no “leva il medico di torno”.

[email protected]

L ’ A s s o c i a z i o n eNa.Sa.Ta. - I Saporidel mio Sud avvisa igentili soci che si èaperta la campagnarinnovo tesseramentiper l’anno 2008.

L’Arancia, tanti spicchi di Salutepag. 2

Il Food Designpag. 3

Scelte Alimentari degliAdolescenti Europei

pag. 4

DOP, IGP, STG:l’Ialia al primo posto in Europa

***

News in Brevepag. 5

I Legumi parte 1pag. 6

Il Torrone***

Carne di Rettilepag. 7

Ricette del Mesepag. 8

Incidenti Domesticipag. 9

Depurarsi dopo le Festepag.10

La Storia della Siciliapag.11

AnniversarioMatteo e Caterina Munafò

pag.12Domenica del Villaggio

***

Pillole di Saggezza

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Approfondimento del MeseApprofondimento del Mese

II ll ff oo oodd ddee ss ii ggnn

“Tre spicchi di chef, tre cuc-chiai di designer”

Il Food Design (progettazione delcibo) è una disciplina Internazionalesviluppatasi negli ultimi anni.Recentemente in Italia è stata amplifi-cata dal Salone Internazionale delMobile di Milano 2004 grazie allamostra (aperta anche alla TriennaleCoffedesign) Dining Design (GuidaInterni Streetfood Restdesign).La corrente di pensiero è di stampoculturale filosofico e vede il cibo comeargomento di ricerca. Gli alimenti ven-gono visti come prodotti di Designche nascono per soddisfare un'esi-genza dell'uomo. Food Design Studio,azienda leader nel settore, riunisceesperienze e conoscenze di Chef,Designer, Tecnologi, Chimici, Fisici eScienziati, allo scopo di esplorare ilcibo e l'alimentazione sotto tutti gliaspetti.L'obiettivo primario è la diffusionedella cultura di progetto e innovazionetecnologica in campo,Enogastronomico e Agroalimentare,una vera e propria filosofia metodicadi lavoro, un modo di porsi verso lapropria attività.Prevede di studiare e adottare unp i a n oc h ep a r t epreventi-vamentein modoorganiz-zato eordinatoda un'i-dea e si

sviluppa per passi programmati finoad arrivare alla realizzazione dell'o-biettivo.Una volta che il progetto è testato, ilprogramma prevede di fissare le rego-le che ne disciplinano la corretta ripro-ducibilità nel tempo. Food Design haindividuato il mezzo per raggiungerequesto scopo nella progettazione diportata, disciplina questa che studia larealizzazione di Architetture Alimentaricontestualizzate.

Celebri stilisti, Importanti Università,Ricercatori, Designer ed Aziendestanno investendo notevoli risorse nelfuturo di questa nuova disciplina.Il Food Design, basa le sue regole sul-l'applicazione di norme derivate dallearti visive in simbiosi con il polisenso-riale. L'applicazione riguarda settoricome industrial, interior e productdesign, spaziando dalla Mise enplace, all'ambiente, sino al contenutodel piatto, il tutto concentrato per otte-nere l'aura che determina il raggiungi-mento espressivo del regalareun’emozione al proprio interlocutore-consumatore.

Nel xx secolo è sempre più il designad acquistare importanza artistica:l’oggetto disegnato secondo criteri distile, utilità ed economia di riproduzio-ne diventa il protagonista dell’immagi-nario popolare. Anche gli utensili dacucina rientrano in questa rivisitazionedove tutto diventa progettazione. Ilsenso del food design è quello di riuni-re il cibo e il design in un tutt’uno arti-stico, facendo diventare il materialealimentare oggetto d’uso, funzionale efruibile e nello stesso tempo gli utensi-li di uso quotidiano relativi al cibooggetti di culto.

Le provocazioni di alcuni designer daun lato, l’incursione di alcuni grandichef nelle categorie del progetto dal-l’altro (la cui origine risale all’invenzio-ne della nouvelle cuisine francese difine anni ‘70), sono stati elementideterminanti nel suscitare il grandeinteresse attuale per il food design,divenuto ormai materia di seminari,corsi universitari (ai Politecnici di

Torino e Milano), iniziative culturali epubblicazioni, probabili premesse auna futura frequente collaborazionetra designer, grandi chef e industria.La ricerca tecnologica legata alDesign e alla forma di alcuni prodotti,ne ha sicuramente garantito la fortu-na: dal tradizionale cioccolato svizze-ro Toblerone, la cui architettura invitaa un particolare gesto per spezzarnele porzioni, alle più recenti patatinePringles, un artificio chimico-fisico-morfologico dove la fetta di patata èricostruita in una sagoma ergonomicache si adagia sul palato e veicola leparticelle che determinano il saporesolo sul lato a contatto con le papillegustative.Le famose patatine, nascono non soloper stuzzicare il palato, ma per farlo ilpiù a lungo possibile. A questo devonola loro forma, che si adatta perfetta-mente alla bocca, lasciando il saporepiù a lungo. E a questo serve il famo-so tubo, comodo e perfetto per nonschiacciare il prodotto. Poco importache la patatina, in fondo, non sia pernulla una patatina, ma il prodotto diuna farina di patata compatta. O ancora il Solero, granita che sosti-tuisce il ghiaccio tritato con palline chesi sciolgono in bocca, cambiando radi-calmente la percezione del gusto.In questi casi la forma diventa l'ele-mento caratterizzante per identificareil prodotto, determinandone indiscuti-bilmente il successo.E ancora nasce una nuova figura pro-fessionale per metà Chef e per metàDesigner o meglio è una collaborazio-ne tra una e l'altra forma di lavoro edè rappresentata al massimo dellecapacità da un team in cui rientranoanche chimici e laboratori di ricercaavanzati. Chiunque può diventarlo inun'ottica creativa, i Designer perquanto riguarda metodo e visione pro-gettuale e gli Chef per le conoscenzetecniche.Buono da mangiare, buono dapensare.Claude Lévi-Strauss

di Consuelo Palelladi Consuelo Palella

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NewsNews

Sce l t e a l imen t a r i d e g l i a d o l e s c e n t i e u r o p e i

The European Food Information Councilè la guida sulla sicurezza alimentare, qualitàdei cibi, salute e nutrizione per una dietabilanciata e uno stile di vita sano, elaboratodalla Comunità Europea per fornire indicazio-ni e notizie circa le novità riguardanti il mondodell’alimentazione e coinvolgere il consumato-re in un’ottica di conoscenza responsabile.

Lo studio HELENA (Healthy Lifestyle in Europe byNutrition in Adolescents) fornisce nuove informazioni sulleabitudini alimentari e sugli stili di vita dei giovani in cinquepaesi europei ed evidenzia sorprendenti somiglianze, oltread alcune differenze sostanziali, in tutta Europa.Lo studio HELENA è un progetto di 3 anni finanziatodall’Unione Europea per approfondire la conoscenza delleabitudini alimentari e degli stili di vita correlati dei giovanidi età compresa fra 13 e 16 anni in dieci paesi europei(per ulteriori informazioni sugli obiettivi complessivi dellostudio consultare il n. 49 di Food Today – giugno 2005).

La fase iniziale del progetto

L’assunzione di alimenti è influenzata da determinate per-cezioni e atteggiamenti nei confronti della nutrizione edella salute, ma anche da scelte e preferenze alimentari.La fase preliminare dello studio HELENA ha indagato sutali parametri utilizzando ricerche qualitative che hannocomportato un’ approfondita comprensione del comporta-mento umano e delle ragioni che lo governano in cinquepaesi partecipanti (Belgio, Ungheria, Spagna, Svezia,Regno Unito).

Metodo

Complessivamente, un totale di 304 studenti a tempopieno sono stati suddivisi per sesso ed età (13-14 anni e15-16 anni) in 44 gruppi oggetto di analisi focus group neicinque paesi.Le discussioni ad ampio spettro sono state facilitate damoderatori esperti utilizzando una guida per la discussio-ne tradotta nella lingua di ciascun paese. Ai partecipanti èstato specificamente chiesto di mettere in ordine di impor-tanza, partendo da una lista precompilata, i tre principalifattori che influenzano le rispettive scelte alimentari inrelazione a ciascun pasto o spuntino nell’arco della gior-nata.

Risultati

Gli spuntini sono universali.Le tipologie di consumo dei pasti e la scelta degli alimen-ti consumati nei diversi pasti cambiano da paese a paese.Tre pasti al giorno inframmezzati da spuntini costituisconola norma in tutti i paesi, con l’eccezione della Spagna,dove gli adolescenti più giovani consumano 3-5 pasti algiorno più gli spuntini. Gli spuntini fra i pasti sono comuniin tutti i paesi, in particolare dopo la scuola.

Il gusto è il fattore più importante nella scelta degli ali-menti.Vi sono numerose somiglianze fra i diversi paesi relativa-mente ai principali fattori che influenzano la scelta degli

alimenti.Il ‘gusto’ è risultatodi gran lunga il fatto-re più importanteper tutti i pasti in tuttii paesi.Altre somiglianzesono l’influenza deigenitori, in particola-re per la prima cola-zione ed il pastoserale, e l’importan-za attribuita allasalute (principal-mente dai genitori

più che dai partecipanti alla ricerca), e la praticità.

Anche se le consuetudini influenzano le scelte alimentariin tutti i paesi, in particolare in relazione alla prima colazio-ne e agli spuntini, ciò risulta particolarmente vero in Belgioe in Spagna ma meno evidente in Ungheria e nel RegnoUnito. In Svezia l’influenza della scuola è stata indicataparticolarmente significativa sia per la prima colazione siaper il pranzo.

Barriere ad una alimentazione sana

I giovani partecipanti a questa indagine comprendono l’im-portanza di una alimentazione sana e sanno di non man-giare sempre bene e come dovrebbero. Per loro il proble-ma associato al cibo ‘sano’ è che risulta noioso e non haun buon sapore, non li sazia quando hanno fame, richie-de troppo impegno ed è costoso.

Sembra esservi una mancanza di preoccupazione imme-diata in relazione alle abitudini alimentari o allo stile di vita.Gli adolescenti sembrano avere una qualche conoscenzarelativa alla teoria della nutrizione e della salute, ma danumerosi commenti emerge la difficoltà nel mettere in pra-tica tale teoria, probabilmente anche a causa di equivocii,alcuni fraintendimenti e della mancanza di informazionisugli alimenti.

Prossimi passi

I risultati dei gruppi di discussione saranno utilizzati persviluppare un questionario volto ad ottenere informazioniquantitative in relazione ai fattori che influenzano le sceltee le preferenze alimentari degli adolescenti in 10 paesi(Austria, Francia, Germania, Grecia e Italia in aggiuntga aicinque paesi che hanno partecipato alla fase qualitativa).L’attenzione sarà dedicata agli snack, alle bevande ed alleabitudini e atteggiamenti nei confronti del cibo, alla dietaed alla salute.Le informazioni ottenute faciliteranno lo sviluppo di ali-menti più sani che risultino allettanti per il gusto e le abitu-dini alimentari degli adolescenti e aiutino ad abbattere lebarriere percepite nei confronti di una alimentazione sana.

Selezione a cura di Consuelo Palella e Floriana Riso

Informazione Ut i leInformazione Ut i le

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Marchi a denominazione di origine: Come ottenere una certificazione DOP, IGP, STG

Lo scenario alimentare europeo è estremamente ricco e variegato, un prodotto chediventa conosciuto al di fuori dei confini nazionali, si trova in un mercato in cui altri pro-dotti si definiscono genuini e ostentano uno stesso nome; è una concorrenza sleale chescoraggia i produttori onesti e inganna i consumatori. Per arginare il fenomeno della contraffazione, a partire dal 1992 la Comunità Europea haistituito un regime di protezione e promozione dei prodotti agroalimentari delle varie

regioni d’Europa, creando alcuni sistemi di certificazione dei prodotti tipici di pregio, noti come DOP, IGP, AS e STG.

La Denominazione d'Origine Protetta (DOP) identifica un prodotto la cui produzione, trasformazione ed elabo-razione devono aver luogo in un'area geografica determinata e caratterizzata da una perizia riconosciuta, tale che laqualità o le caratteristiche del prodotto stesso siano strettamente legate all’ambiente geografico. Nell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), invece, il legame con il territorio deve essere presente in almenouno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell'elaborazione del prodotto. Inoltre, il prodotto deve goderedi una certa reputazione per cui la sua qualità deve essere attribuita all’origine geografica. Una Specialità Tradizionale Garantita (STG) e una Attestazione di Specificità (AS) non fanno riferimento aun'origine, ma valorizzano una composizione tradizionale del prodotto o un metodo di produzione tradizionale, chedistingue nettamente il prodotto da altri simili. Ci si riferisce, quindi, a prodotti ottenuti secondo un metodo di produzio-ne tipico tradizionale di una particolare zona geografica, al fine di tutelarne la specificità. Seguendo questo metodo,pertanto, qualsiasi produttore europeo può utilizzare tale attestazione. Per esempio, la «mozzarella» ha una attesta-zione di specificità (AS) e può essere quindi prodotta in qualsiasi zona seguendo le prescrizioni, mentre la «mozzarel-la di bufala campana» è una DOP e quindi può essere ottenuta solo in Campania e in alcune zone del Lazio. L’Unione europea può vantare, attualmente, la registrazione di oltre 700 DOP o IGP, di cui 164 sono di origine italia-na, con una maggioranza di prodotti di tipo ortofrutticolo e cerealicolo. Grazie alle 164 denominazioni riconosciute, suun totale di 769 in tutta l'UE, l'Italia si tiene saldamente al primo posto della graduatoria comunitaria sui prodotti a deno-minazione d'origine, e si aggiudica il 21,2% dell'intera fetta di mercato europeo. Come ottenere una certificazione DOP, IGP, STG.Per ottenere una certificazione, un gruppo di produttori deve definire un prodotto sulla base didati precisi e successivamente trasmettere la domanda all’autorità nazionale competente, che,nel caso italiano, è il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. La richiesta vienestudiata a livello nazionale, ed è quindi trasmessa alla Comunità Europea: se soddisfa i requisi-ti fissati, una prima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee informerà tuttele persone interessate nell'Unione. In mancanza di obiezioni, il nome del prodotto protetto verràpubblicato definitivamente sulla Gazzetta Ufficiale.

LE CAVALLETTE SONO MOLTO PIÙ NUTRIENTI DELLE ARAGOSTE: Una cavallet-ta gigante grigliata può non sembrare così allettante come un’aragosta, ma a livellonutritivo, vince a mani basse. Mentre due cavallette forniscono 28 grammi di proteine (lametà del fabbisogno maschile e almeno il 75% di quello femminile) e 6 miriagrammi diferro, un’intera aragosta garantisce 22 grammi di proteine e solo lo 0,8 di ferro.

LE MELE POSSONO SCONFIGGERE L’HERPES: Una mela apporta almeno 150supernutrienti, per non parlare delle vitamine, dei saliminerali e della pectina, che aiutano a ridurre il cole-sterolo e gli zuccheri nel sangue. Ma grazie alla quer-

cetina è in grado di uccidere virus come l’Herpes. Unica accortezza: bisogna mangia-re le mele con la buccia, perché la sostanza benefica è contenuta lì.

PEPERONCINI PICCANTI POSSONO DARE ASSUE-FAZIONE: I peperoncini contengono capsaicina che silega ai recettori in bocca e porta il messaggio al cervel-lo, che registra la sensazione di bruciore. Ma questogenere di reazione porta al rilascio di endorfine, l’antidolorifico naturale, che regala unasensazione di piacere. Ecco perché molte persone sono come «drogate» e mangianosempre più piccante per mantenere questa sensazione di benessere ed euforia.

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News in BreveNews in Breve

di D.S.di D.S.

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Rubrica del MeseRubrica del Mese

II LL ee gg uumm ii parte 1

I legumi nella storia

L’Europa dei “secoli bui” medievalidovette essere davvero terribile se, acausa delle reiterate epidemie si sfio-rò parecchie volte lo spopolamento diintere comunità di persone, poco pre-parate peraltro a resistere alle malat-tie, essendo il loro fisico costituzional-mente debole per carenza di alimen-tazione. La carne, infatti, introvabileed irraggiungibile per la gente povera,cioè per la massima parte degli abi-tanti, costituiva per contro il cibo quo-tidiano per l’entourage delle corti feu-dali e per pochissimi altri ricchi, chealla fine finivano col contrarre malan-ni determinati da troppa carne pre-sente nel quotidiano della loro dieta.Un maiale, per chi si poteva permet-tere di allevarlo e ingrassarlo, era lafonte di carne prioritaria: di questoanimale non si buttava niente! I pochigiorni canonici in cui il signore aprivai suoi boschi alla pubblica venazioneerano occasioni d’oro da non perderein assoluto per poter far incetta di unpo’ di carne: un cinghiale o un cervocostituivano l’approvvigionamento dicarne per più settimane, se non permesi!Lenticchie, fave, piselli e fagiolisono alimenti consumati dall’uomogià nella notte dei tempi, ma eranostati sempre considerati poco pregiatie quindi discriminati nella gerarchiaalimentare. Nell’Egitto dei Faraonierano apprezzati ceci, lenticchie episelli; i fagioli al contrario erano rite-nuti al rango di alimento per poveri e,pur presenti nelle ricette del “De ReCoquinaria” di Apicio, nel medesimomodo venivano altresì considerati inepoca romana dal naturalista Plinio edal Columella.In Europa solo verso il X secolo, cioèall’inizio del Basso Medio Evo, con laripresa dei traffici e dei commerci, siincrementa la coltura dei legumi e siarricchisce pertanto di elementi ladieta alimentare comune, che vieneulteriormente migliorata nel XVI seco-lo con le varietà esotiche di fagioliamericani portati, fra altri prodotti,dagli Spagnoli. È di questo periodo ilsignificativo dipinto di AnnibaleCaracci “Il mangiafagioli”, nel qualel’artista rappresenta l’uomo nell’atto diportare alla bocca con appetito unacucchiaiata di fagioli mentre sul tavo-lo, fra poche suppellettili, spiccasovrana una ciotola bella e piena:l’uomo e il suo cibo. Si tratta tuttaviadi cibo per poveri e per contadini,essendo i legumi molto poco frequen-

ti alla tavola dei ricchi, che, giova ripe-tere, erano estimatori e consumatoridi carne di ogni genere. È solo con laRivoluzione Francese (1789) che ilegumi salirono di rango e dignitànella gastronomia, essendosi sovver-tita la graduatoria della cucina aristo-cratica. In un interessante articolo sulCorriere della Sera redatto daUmberto Eco, “per il loro alto valorenutritivo e l’elevato contenuto in pro-teine”, egli considera i fagioli “l’inven-zione più importante del 2° millennio”:“Se siamo ancora qui…questo èdovuto ai fagioli… Senza fagioli lapopolazione europea non sarebberaddoppiata in pochi secoli”.Esaurito questo breve e doverosoinquadramento storico, servito peral-tro ad illustrare l’importanza di questialimenti nel passato, veniamo ora adanalizzare nel dettaglio l’oggetto delnostro discorso.

Cosa sonoI legumi sono i semi commestibili,singoli o multipli, delle piante apparte-nenti alla Famiglia delle Leguminose,sottofamiglia delle Papilionee. Duevalve, costituenti il baccello, si apronoa maturità lasciando liberi per l’ap-punto tali semi, i quali, tra tutti gli ali-menti vegetali, sono i più ricchi disostanze proteiche della migliorequalità di proteine, in quantità doppiarispetto a quella dei cereali, pari oanche superiore a quelle delle carni,rispetto alle quali sono tuttavia quali-tativamente inferiori. Pur di originevegetale, tali proteine apportano infat-ti degli aminoacidi essenziali, comela lisina, la treonina, la valina, il tripto-fano in quantità discreta, senz’altrosuperiore a quella esistente nelle pro-teine del frumento, del mais e del riso.Queste ultime per contro contengonoaminoacidi solforati, a loro voltamolto carenti nei legumi. Per tal moti-vo l’associazione di cereali con legu-mi rende disponibile per l’organismouna miscela proteica di valore biologi-co paragonabile a quello delle protei-ne animali. Pasta e fagioli, pasta e

piselli, riso e bisi, pasta e ceci, riso ececi rappresentano pertanto alimentinutrizionalmente equilibrati, daportare in tavola come piatto unico,completo e senza colesterolo, carat-terizzato dalla doppia funzione, ener-getica e plastica, producono cioèenergia e costruiscono i tessuti orga-nici: ecco la funzione fondamentaledell’alimentazione! Al contrario i legumi associati a pro-teine di origine animale, rappresenta-no un vero e proprio inquinamentoper l’organismo, un superlavoro perreni e intestino, provocando sensa-zioni di gonfiore addominale e gastri-co. Dei legumi i fagioli, i piselli, le favepossono essere consumati anche fre-schi, ceci e lenticchie dopo la raccol-ta necessitano di un periodo di espo-sizione all’aria aperta per essereasciugati, per cui sul mercato si pos-sono reperire solo secchi: è evidenteche, a parità di peso, il prodotto fre-sco, avendo un contenuto di acquamolto superiore (dal 60 al 90 % afronte del 10 – 13 %), ha un contenu-to proteico e glucidico inferiore evalore calorico più basso.Principalmente allo stato secco ilegumi contengono una bella quantitàdi fosforo, di calcio, anche se parzial-mente legata e quindi non completa-mente disponibile, e soprattutto diferro, uno dei principi nutritivi più diffi-cilmente reperibili negli alimenti; i glu-cidi sono presenti sotto forma diamido e di oligosaccaridi, responsabi-li peraltro della flatulenza; i lipidi disolito sono scarsi, tranne che nellearachidi; si notano ancora grassiessenziali e, nei ceci, un quantitativonon trascurabile di EFA; discretesono le quantità di Sali minerali eparticolarmente di potassio; il patri-monio vitaminico (B1, B2 e niacina)viene quasi tutto distrutto dalla cottu-ra, allo stato fresco è presente anchela Vitamina C. Notevole è infine il con-tenuto in fibra alimentare, sia di quel-la “insolubile” localizzata nella bucciaesterna, capace di regolare le funzio-ni intestinali, sia di quella “solubile” o“formante gel”, in grado di collaborareal controllo dei livelli di glucosio e dicolesterolo nel sangue. A voler esse-re più precisi, indipendentemente dal-l’azione delle fibre solubili, non è datosapere con certezza assoluta daquale componente scaturisca esatta-mente l’azione “ipocolesterolemiz-zante” comune a tutti i legumi: forsedalle proteine stesse, forse dai fosfo-lipidi, forse da quel toccasana chesono le saponine.

di Giuseppe Abbondanzadi Giuseppe Abbondanza

NewsNews

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di Agostino D’Arrigo di Agostino D’Arrigo

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Altro che salmone o caviale, cappo-ne o tacchino. Se la tendenza degliultimi mesi verrà confermata, nel 2008rischiamo di assistere a un’autenticainvasione sulle nostre tavole di pre-sunte leccornie esotiche come lacarne di coccodrillo, serpente, lucerto-la o tartaruga.

Pericolo virus e batteriLa carne di rettile è sempre più diffusaper il consumo umano, nel terzomondo, ma anche in Europa e negliUsa. I suoi sostenitori dicono che ènutriente e ricca di proteine, oltre acostare relativamente poco. Ma tac-ciono sui rischi per la salute. A lancia-re l'allarme sui pericoli per la saluteumana è stata di recente l'Autoritàeuropea per la sicurezza degli alimen-ti (Efsa), che ha stilato un dettagliatorapporto sulla possibile trasmissionedi ospiti sgraditi (salmonella, funghi,parassiti) dal rettile all'uomo. E la con-clusione è che mangiare carne di coc-codrillo del Nilo, di testuggine o lucer-tola, comporta “rischi rilevanti” per lasalute, soprattutto per via della salmo-nella, rinvenuta in grande quantità nel-l'intestino dei coccodrilli sia vivi siasurgelati. Non solo: alcuni parassiti e

protozoi presenti nei serpenti possonoportare alla Pentastomiasi, con lesioniai linfonodi del tratto digestivo, o allaSparganosi, che produce cisti sottocu-tanee, lesioni e infiammazioni moltodolorose in ogni parte del corpo efibromi. Non uno scherzo dunque,senza contare la possibilità che i virusche infettano i rettili siano trasmissibiliall'uomo.

Mania senza confiniEppure, la carne di rettile va per lamaggiore: il suo consumo è in fortecrescita in America, Asia e Australia, ecomincia a farsi strada anche inEuropa. Carne di coccodrillo è giàimportata in Belgio, Danimarca,Spagna, Germania e Regno Unito, eproprio gli inglesi dimostrano una pre-

dilezione particolare, visto che fannoincetta anche di alligatori, tartarughe,serpenti e pitoni. Di questi paesi, solo la Danimarca hauna legislazione rigida, che prescriveil surgelamento dei rettili per ucciderela gran parte dei virus, e l'analisi dellapotenziale Salmonella. Molto diffusoanche l'allevamento dei rettili per ilconsumo umano: i coccodrilli inZimbawe, Papua Nuova Guinea,Australia e Inghilterra, i serpenti inAsia e Nord America, le iguane inCentro America, le tartarughe in Cina,Giappone e Sud Est Asiatico.

Misure di sicurezzaUn allevamento ad alto tasso di igie-ne, con ricambio d'acqua, controllodei mangimi e cure veterinarie periodi-che, attenua il rischio di virus, ma nonlo esclude. “Non è possibile una valu-tazione di rischio dei potenziali conta-minanti”, fa notare l'Efsa in conclusio-ne di una indagine approfondita, “per-ché c'è una carenza di studi su questespecie”. Tuttavia, l'Unione Europea“dovrebbe adottare per la carne di ret-tili importata le stesse misure di sicu-rezza previste per i mangimi”.

Il torrone è un dolce tipicamentenatalizio composto da un impasto dialbume d'uovo, miele e zucchero, far-cito con mandorle o nocciole, spessoricoperto da due ostie. La maggiorparte degli studiosi si trova d’accordonell'attribuire al torrone origini arabe.A supporto di questa tesi vi sarebbe,fra l'altro, il De medicinis et cibis sem-plicibus, trattato dell'XI secolo scrittoda un medico arabo, in cui è citato ilturun.Gli Arabi portarono questo dolcelungo le coste del Mediterraneo, inparticolare in Spagna e in Italia. La

versione spagnola del torrone ha ori-gine nella regione di Alicante e le sueprime attestazioni certe risalgono alXVI secolo. Il torrone a Cremona,invece, pare abbia origini addiritturaanteriori, se diamo credito alla tradi-zione che dice che il primo torrone siastato servito il 25 ottobre 1441 al ban-chetto che si tenne alle nozze, cele-brate a Cremona, fra FrancescoSforza e Bianca Maria Visconti. Quelnuovo dolce, sempre secondo la tra-dizione, era stato modellato riprodu-cendo la forma del Torrazzo, la torrecampanaria della città, da cui sembraprenda il nome anche il dolce. Laprima notizia certa riguardo al torronea Cremona risale al 1543, anno in cuiil Comune di Cremona acquistò deltorrone per farne dono ad alcuneautorità, soprattutto milanesi. Questoepisodio ci mostra come già all'epocail torrone fosse radicato negli usi dellepopolazioni lombarde. Col tempoquesto dolce venne legandosi sem-pre più alla tradizione natalizia.Le principali varietà di torrone sonoquello duro e quello morbido: la prin-

cipale differenza fra le due è la quan-tità di mandorle (o nocciole) presenterispetto agli altri ingredienti; aumen-tando questa quantità aumenta anchela durezza del torrone. Come giàdetto i torroni si distinguono poi framandorlati e nocciolati. Varianti piùmoderne comprendono il torroneclassico ricoperto di cioccolato e, maqui ci allontaniamo di più dalla ricettaoriginale, il torrone nel cui impasto èpresente anche il cacao.Oggi il torrone è uno dei dolci natalizipiù diffusi in Italia e sempre più spes-so è possibile trovarlo anche all'este-ro. Il principale centro di produzionerimane Cremona, dove operano ledue principali industrie del settore,varie altre zone d'Italia, però, hannoconsolidato un'ottima tradizione nellaproduzione di questo dolce: fra que-ste citiamo Bagnara Calabra,Cologna Veneta (meglio noto come"mandorlato di Cologna"), Camerino,Tonara e L'Aquila.Da ricordare poi due classici torroni:quello del Sannio e dell' Irpinia inCampania.

CuriositàCuriosità

di Alessio Gennaro di Alessio Gennaro

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Ricette del MeseRicette del Mese

Ingredienti

Nocciole - tritate 180 grNoci - tritate 180 grSale - 1 pizzico6 - 7 albumiVanillina - 1 bustinaZucchero - 360 gr

Presentazione

I biscottini di noci e nocciole, sono dei dolcetti semplici eleggeri, preparati solamente con albumi d’uovo montati aneve, zucchero, noci e nocciole tritate e vaniglia.Mettete l’impasto in una tasca da pasticcere o formate deimucchietti con un cucchiaino su di una teglia, poi lasciateasciugare i biscotti nel forno a calore moderato.

Preparazione

Tritate le noci e le nocciole finemente, poi ponete gli albu-mi in una contenitore dai bordi alti, aggiungete un pizzicodi sale e montateli a neve fermissima.Aggiungete agli albumi, sempre sbattendo, 1 cucchiaioalla volta di zucchero fino al suo esaurimento, poi unite lenoci e le nocciole tritate e la vanillina e mescolate delica-tamente con un mestolo di legno dall’alto verso il basso,come per incamerare aria. Accendete il forno a 100°.Ponete l’impasto ottenuto in una tasca da pasticcere con

la bocchetta liscia (oppure servitevi di un cucchiaino) eformate, su di una teglia foderata con carta forno, dei muc-chietti del diametro di circa 4cm e dell’altezza di circa3cm, distanziandoli tra loro di circa 2-3cm.Infornate i biscotti per circa 30 minuti, poi sfornateli elasciateli raffreddare.

ConsiglioVolendo, potete sostituire alle noci e nocciole dell’altrafrutta secca tritata (mantenendo lo stesso peso della ricet-ta) a vostro piacere, e adagiare sotto all'impasto deibiscottini, prima di infornarli, un’ostia rotonda o a pezzi.

Ingredienti

Acqua - 500 mlClementine - 12 nontrattateZucchero - 650 gr

Presentazione

Le clementine sonodegli agrumi molto

dolci, apprezzati da tutti, soprattutto dai bambini, in quan-to privi di fastidiosi semi: sono frutti ibridi, cioè nati da uninnesto attuato intorno al 1940, fra arancio e mandarino,pertanto la sua reale affermazione sul mercato risale acirca 20 o 30 anni fa.Questa relativa giovinezza delle clementine, non ha per-messo una ricca tradizione culinaria basata su questo frut-to; ecco però come è possibile sfruttare questo dolce esuccoso agrume, creando degli spicchi di clementine can-

dite, ottimi da gustare alla fine diun pasto o per accompagnare eguarnire svariati dolci.

Preparazione

Prendete 12 clementine, lavatele,asciugatele e tagliatele in quattro

parti senza togliere la buccia.Nel frattempo preparate uno sciroppo sciogliendo 130 grdi zucchero in 500 ml di acqua, poi versateci dentro le cle-

mentine; portate a ebollizione e fate bollire a fuoco basso5 minuti, poi spegnete il fuoco e lasciate raffreddare le cle-mentine immerse nel liquido fino al giorno dopo.

Il giorno seguente aggiungete alle clementine 130 gr dizucchero, riportate a ebollizione, e lasciate cuocere per 5minuti a fuoco basso; fate raffreddare e procedete cosìper altri 3 giorni, aggiungendo ogni giorno 130 gr di zuc-chero (5 giorni di bollitura per un totale di 650 gr di zuc-chero).

ConsiglioLe clementine candite sono un’ottima idea da gustare incompagnia: ponetele sulla tavola insieme alla frutta secca,oppure adoperatele per guarnire torte, crostate, gelati,semifreddi, ecc…Potete conservare le clementine candite al fresco invasetti di vetro per qualche mese.

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La casa è da sempre considerata illuogo più sicuro dove poter vivere, tra-scorrere il proprio tempo e, perchè no,rifugiarsi. Un luogo dove tutti pensano nonpossa accadere nulla di male e dovela sicurezza regna sovrana. Le statisti-che putroppo dipingono uno scenarioben diverso da quello appena descrit-to. L’ambiente domestico, infatti, è illuogo in cui avviene il maggior nume-ro di incidenti. Sono circa 2 milioni gli italiani che ognianno subiscono un incidente domesti-co e circa 9 mila perdono la vita. Lacausa principale degli incidenti dome-stici è la distrazione e il non rispettaredelle semplici e piccole regole voltealla sicurezza: pavimenti, finestre,arredamenti, elettrodomestici se utiliz-zati distrattamente possono diventaredelle vere e proprie armi mortali. Gli incidenti domestici, non risparmia-no nessuna fascia d’età e sono laprima causa di morte per i bambiniche, nei primi anni di vita, trascorronole loro giornate quasi esclusivamentein casa. Se vogliamo dare una vera e propriadefinizione, l’infortunio di tipo domesti-co è un incidente che presenta deter-minate caratteristiche:• causa la compromissione tempora-nea o definitiva delle condizioni disalute di una persona, a causa dilesioni di vario tipo • è un evento accidentale, si verificacioè indipendentemente dalla volontàumana e non è prevedibile• l’evento si verifica nell’appartamentoe nelle sue eventuali estensioni ester-ne (balconi, giardino, garage, cantina,

scala, ecc). Le conseguenze che un incidente diquesto tipo può avere sulla salute,infatti, sono di diversa gravità: si vadalla semplice ferita a delle vere e pro-prie lesioni che possono comportareinvalidità e, in molti casi, anche lamorte.I soggetti più a rischio sono natural-mente le donne (in particolare lecasalinghe), gli anziani, i disabili e ibambini visto che l’aumento delrischio di infortunio è legato diretta-mente alla quantità di tempo che sitrascorre in casa. Secondo gli studi fatti dall’Istitutosuperiore per la prevenzione e la sicu-rezza del lavoro (Ispesl), tra le causedella genesi e della gravità degli inci-denti domestici ci sono il cambiamen-to della struttura sociale, la scarsainformazione dei cittadini, le carenzeassistenziali e quelle strutturali di casee accessori.Secondo quanto detto dal Censis,Centro studi investimenti sociali, nelprimo rapporto annuale sul valoredella sicurezza in Italia, il luogo che gliitaliani percepiscono come più peri-coloso all’interno della casa è, giusta-mente, la cucina. Il soggiorno e lealtre stanze, che i dati strutturali indi-cano sempre come luoghi ad altorischio, non sono affatto avvertiti cometali. Decisamente sopravvalutati, poi, itantissimi pericoli che si possono cor-rere in bagno, anche se secondo leindagini Ispesl questo è a tutti gli effet-ti un ambiente ad alto rischio.Se vogliamo realizzare una vera e pro-pria elencazione di tutte le cause cheportano al verificarsi degli infortunidomestici, possiamo tranquillamenteaffermare che sono tre i fattori da cuidipendono:• la quasi sempre bassa qualità delsistema abitativo (dovuta per esempioalle infiltrazioni e le perdite d’acqua) • le caratteristiche dei prodotti cheentrano in casa (elettrodomestici,detersivi, ecc.) • le abitudini e, più in generale, i com-portamenti individuali che mettono arischio anche terze persone (scordarele pentole sul fuoco acceso, utilizzareapparecchi elettrici in presenza diacqua, spegnere elettrodomesticitirando il filo della presa, lasciare il gaso i rubinetti dell’acqua aperti, ecc.). Si possono considerare, poi, anche i

pericoli legati alla mancata manuten-zione di alcuni impianti presenti incasa (come le caldaie, il tubo del gas,le condutture) e quelli connessi all’e-sposizione a tre tipi di rischi:• chimici: esposizione a monossidodi carbonio, al fumo di tabacco, agliantiparassitari, ai detersivi, ai medici-nali, ecc. • fisici: il microclima (temperatura,illuminazione, aerazione, rumore),esposizione a campi magnetici e alradon (gas radioattivo e cancerogenopresente nelle zone dove si usanomateriali da costruzione di origine vul-canica). • biologici: gli allergeni (acari, ani-mali domestici, funghi, batteri). Come possiamo fare affinchè il rischiodi incidenti domestici possa nettamen-te diminuire?Come possiamo far tornare le nostrecase il luogo più sicuro del mondo?Gli incidenti domestici possono esseretranquillamente prevenuti, così comeogni malattia. Tante e diverse sono le iniziative por-tate avanti anche a livello nazionale.Le più efficaci sembrano essere lecampagne di informazione e di educa-zione e la fornitura a basso costo didispositivi di sicurezza (maniglie anti-scivolo, spie antincendio).Per evitare gli incidenti domesticibasterebbero comunque sempliciaccorgimenti che garantirebbero lasicurezza soprattutto ai bambini: elimi-nare tutti quegli oggetti che possonoessere d'intralcio (come tappeti, filivolanti elettrici o del telefono ecc.),posizionare gli scaffali ad un’altezzatale da evitare di salire sulle scale,dotare il bagno di maniglie o appiglivicino alla vasca, illuminare gli interrut-tori della luce e le scale, avere luci diemergenza sempre a portata di manosono gli esempi più utili.

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Ma chi l’ha dettoche il solo modo diconservare tutte lesostanze nutritivedelle verdure è dimangiarle crude?A dimostrare il contra-rio è una ricerca con-dotta presso l’Università di Parmasecondo cui, bolliturae cottura al vaporemantengono, anziaumentano la dispo-nibilità di alcunemolecole utili per lasalute.

Le verdure esaminate: carote, zucchine e broccoli.I metodi di cottura utilizzati: bollitura, cottura a vapore efrittura. Il metodo di cottura bocciato è stato la frittura. Leverdure fritte conservano infatti solo una piccolissimaquantità di vitamine e altre sostanze antiossidanti, tutt’al-tro accade per gli altri due tipi di cottura. ''La bollitura e lacottura al vapore mantengono le sostanze antiossidanti -chiarisce Nicoletta Pellegrini, autrice dello studio - e per ibroccoli addirittura la cottura al vapore aumenta il conte-nuto di glucosinolati, un gruppo di composti noti per le loroproprieta' antitumorali''.I risultati ottenuti dalle verdure analizzate: - Carote. Scegliere il modo migliore per cuocere è moltodifficile, e questo perché con la bollitura mantiene la mag-gior parte della vitamina C (viene perso circa il 9%) eaccresce la presenza dei carotenoidi (che calano però lie-vemente con gli altri metodi) ma elimina del tutto i fenoli(sostanze antiossidanti) trattenuti invece con altri metodi(per circa il 60%). - Zucchine. I fenoli sono più resistenti durante la cotturaal vapore, la perdita maggiore si ha con la bollitura e la frit-tura, mentre – come evidenzia lo studio effettuato – “lavitamina C non viene intaccata particolarmente (se neperde il 15%) da nessun metodo''. - Broccoli. Vanno sempre cotti al vapore, mai fritti. La frit-tura riduce i valori di carotenoidi e vitamina C. I glucosino-lati, contenuti nelle verdure, tipici delle Brassicaceeaumentano più del 20%. Lo studio è stato pubblicato dalJournal of Agricultural and Food Chemistry proprio in que-sti giorni, dopo le grandi abbuffate gastronomiche dellefeste natalizie appena trascorse, quando inevitabilmente,ci si ritrova gonfi, stanchi e appesantiti. E questo perchè,nonostante le promesse iniziali, i limiti sono stati abbon-dantemente superati. E’ perciò arrivato il momento giustodi ricorrere a frutta e verdure per depurarsi ed eliminare glieffetti dannosi di una dieta che ci ha portati a fare un pienodi alimenti ricchi di colesterolo.I cibi no in una dieta depurativaDopo le feste per non appesantire ulteriormente il lavorodi fegato, reni e intestino, è importante modificare le pro-prie abitudini alimentari riducendo se non eliminando alcu-ni alimenti. Vediamo quali.- Carni grasse e insaccati. Perché aumentano il lavoroper stomaco e fegato. Vanno evitate soprattutto le carni inscatola. I cibi inscatolati contengono meno vitamine e piùadditivi e conservanti. No anche a frutta, verdura e pescein scatola.

- Uova, specialmente quelle fritte. Pur contenendo, infatti,un notevole apporto di vitamine, sono ricche di colestero-lo. - Dolci. Perchè gli zuccheri non facilitano l'assimilazionedelle proteine, aumentando la presenza di sostanze discarto. - Burro, panna e strutto. Sono tutti alimenti che induri-scono le pareti dei vasi sanguigni diminuendo il processodi ossigenazione dei tessuti. No anche a maionese osalsa tartara, ricche di grassi. - Spezie. Perché si tratta di sostanze che irritando l’appa-rato digerente fanno sì che quest’ultimo necessiti di piùsangue per svolgere l’azione digestiva. Di conseguenza,affluisce meno sangue nel resto del corpo, e perciò minorossigeno e maggior accumulo di scorie. - Vino, superalcolici e bevande gassate. I tannini conte-nuti nelle bevande alcoliche, una volta entrati in circolo,hanno la capacità di moltiplicare l’azione dei radicali libe-ri. Sostanze che per essere metabolizzate producono, irri-mediabilmente, sostanze di scarto. Le bibite gassate sol-lecitano enormemente i succhi gastrici causando acidità,gonfiano e rallentano lo smaltimento delle tossine.Consigli per depurarsiE' possibile depurarsi ricorrendo alle erbe. Sono tantequelle che possono incanalare gli scarti del ricambio versoi reni e il fegato dove sono trasformati e poi eliminati.Le erbe più utilizzate in una cura depurativa sono laBetulla, il Rabarbaro, il Tarassaco e il Rosmarino.Per eliminare le scorie sarebbe utile una buona tisanapreparata con i seguenti ingredienti: 30 gr. di radice ditarassaco, 20 gr. di carciofo, 10 gr. di asparago, 10 gr. diliquirizia, 10 gr. di rosmarino e 10 gr. di radice di rabarba-ro.Modalità di preparazione: in una tazza d'acqua fredda ver-sate un cucchiaio abbondante di tisana. Che bollirete per10 minuti e poi filtrerete.Dosi consigliate: bevete due tazze al giorno dopo pranzoe alla sera prima di andare a letto.Per chi avesse inceve necessità di aumentare la diuresi,vi proponiamo quest’altra versione con ingredienti: 30 gr.di foglie di betulla, 20 gr. di gramigna, 20 gr. di radice ditarassaco, 20 gr. di radice di bardana, 10 gr. di dulcama-ra.Modalità di preparazione: versate in una tazza d'acqua uncucchiaino da tè di tisana, fate bollire il tutto per 10 minu-ti e poi filtrate.Dosi consigliate: bevete due tazze al dì dopo i pasti prin-cipali.Contro i gonfiori addominalisuggeriamo invece 30 gr. dibardana, 20 gr. di grami-gna, 20 gr. di foglie di ortica,10 gr. di finocchio, 10 gr. dicicoria, 10 gr. di radice diliquirizia. Modalità di preparazione:versate in una tazza d'ac-qua un cucchiaio da tè ditisana. L'infuso deve essereportato ad ebollizione per10 minuti e poi va filtrato.Dosi consigliate: anche quibevete due tazze al dì dopoi pasti principali.

Consigli utiliConsigli utili

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La storia dellaSicilia, non rac-conta solamente diuna terra e dei suoiprimi abitanti, deglieventi storici, dievoluzioni e deca-denze e del succe-dersi di dominazio-ni diverse... La sto-ria di Sicilia, resti-

tuisce ciò che di più fantasioso l'immaginario collettivo hacostruito su di essa e racconta di creature leggendarie,maghi e santi, miti e leggende, misteri e fenomeni natura-li… E' Omero che narra nel IX e X libro dell'Odissea, digiganti con un solo occhio, i Ciclopi e dei Lestrìgoni, antro-pofagi abitatori del territorio siciliano, nella zona occupatadall'odierna Lentini … La Sicilia è la terra dell'Etna fucina di Efesto, dell'isolaFerdinandea, che emerse dal mare e nel mare scompar-ve, la terra sorretta da Colapesce, l'isola dei Ciclopi, diCocalo e di Archimede. La Sicilia dei punici, con i lororituali misteriosi, dei greci con i loro Dei e con i loro tem-pli. La Sicilia degli arabi, di Federico II… la prima scuoladi poesia, il primo Parlamento. La Sicilia della rinascita dalterremoto del 1693 e quella delle contraddizioni. La Siciliadel Gattopardo, che per non cambiare deve ricorrere alcambiamento. La terra che ha saputo confondere la storia col mito enella quale ancora oggi, possiamo ritrovare usanze, deri-vanti da antichi rituali d'origine pagana, che donano untocco di folklore ad alcune sentite feste popolari. Infine, laterra che ha saputo forgiare quella sintesi di arti trattedalle diverse dominazioni. Tutti questi caratteri peculiari la Sicilia li ha sintetizzati inun unico modo che è diventato il suo modo di essere.Questo modo, a volte anche difficile da interpretare, è ilrisultato di un’Isola al centro di uno dei contesti cultural-mente più ricchi e variegati del mondo… Il Mediterraneo.Esponiamo brevemente alcuni periodi particolarmentesalienti della Storia di Sicilia. Lungi dal voler essere esau-rienti, le brevi note esposte nelle pagine seguenti, voglio-no essere da supporto a colo-ro che si avvicinano con pas-sione alla storia di questabella terra.

ORIGINI: Paleolitico,Mesolitico, Neolitico.La scoperta di grotte, popola-te già da circa 16.000 anni fa,nel Paleolitico superiore finoa tutto il Mesolitico, (circa8.000 anni fa), rende laSicilia, uno dei siti più interes-santi in ambito europeo. E'proprio il comprensorio paler-mitano a rivestire un impor-tante ruolo grazie alla incredi-bile offerta di incisioni paleo-mesolitiche sulle pareti delle grotte dell'Addaura sul MontePellegrino. La Grotta Addaura -recante su due pareti graf-fiti che raffigurano uomini e animali risalenti al Paleoliticosuperiore-, è una piccola grotta localizzata tra la PuntaPriola e la Colonia Roosevelt. Il relativo deposito paletno-logico è oggi in gran parte conservato al Museo archeolo-gico di Palermo e al Museo geologico Gemmellaro. Le

incisioni parietali preistoriche presenti, che raffiguranoscene rituali o di iniziazione, sono fra le più realisticheespressioni di arte rupestre paleo-mesolitica. A Levanzo,nelle isole Egadi, nella grotta di Cala dei Genovesi, sonostati scoperti graffiti rupestri raffiguranti animali e figureumane (10.000 a.C. circa) già riprodotti con un senso delnaturalismo e della prospettiva. Altre importanti testimo-nianze sono quelle riferibili alle popolazioni che lavorava-no l'ossidiana che si trova nell'isola di Lipari.Commercializzata prima in varie zone costiere dell'isola,questa nera roccia di aspetto vetroso si diffuse poi lungola cosiddetta "via dell'ossidiana" in varie zone delMediterraneo.Nel periodo neolitico si inizia l'allevamento del bestiame el'agricoltura, la lavorazione della ceramica e la tessitura.Inoltre è nell'età neolitica che comincia la lavorazione deimetalli, mentre, nel periodo della lavorazione del bronzo,si intensificheranno i rapporti con alcuni popoli del bacinomediterraneo, specialmente quelli della parte orientale.Con l'età del bronzo si entra nella Protostoria, cioè in quelperiodo di transizione che è posto a cavallo tra i tempi sto-rici e quelli preistorici. Lo storico greco Dionigi diAlicarnasso, racconta che la Sicilia venne raggiunta, nel-l'antichità, da navigatori provenienti da Oriente attraversospedizioni marittime.L'isola diviene tappacommerciale per leflotte micenee e leloro tracce, sonostate ritrovate aThapsos, e aPanarea, dove tro-viamo alcuni cocciriportanti iscrizioni inalfabeto sillabicomiceneo - Lineare B.Thapsos è uno dei siti chiave per la ricostruzione dellaprotostoria in Sicilia. Dal 1400 a.C. infatti, la ceramicaegea era giunta anche nell'isola insieme ad altri oggetti edin particolare nella penisoletta di Thapsos, da cui deriveràl'omonima cultura. Collocato al centro della penisoletta di Magnisi, Thapsosfu il più importante ed esteso emporio commerciale traoriente e occidente della media età del bronzo. Anche aFilicudi, insieme ad attrezzi di pietra, stampi per oggetti dibronzo e fusi che attestano l'uso della filatura e della tes-situra, si trovano ceramiche ad impasto grossolano, orna-te di linee incise e punti appartenenti alla fine dell'elladicomedio (1580 - 1550) e al miceneo (1550 - 1400 a.C.).Poco prima del 1200 a.C. si verificò però un declino delleimportazioni dall'oriente che comportò per le isole Eolie unperiodo di abbandono quasi definitivo. Nella tarda età del bronzo si collocano alcuni significativiritrovamenti della necropoli di Pantalica (ben 5000 tombeche rappresenta il più importante sito protostorico dellaSicilia orientale) e in quella di Cassibile. La Cava Grandedel Cassibile, -sottoposta alla tutela legislativa comeRiserva Naturale Orientata-, è una sorta di canyon natura-le che scorre dal tavolato ibleo fino alla costa; è tra le piùestese tra quelle che solcano gli Iblei. Presenta numerosetombe a grotticella che vanno a costituire la necropoli delCassibile risalente ad un periodo storico che va dall'XI alIX sec. a.C.. Nella cava si possono visitare due cittadinerupestri. Quella settentrionale e quella meridionale - piùestesa e complessa. La zona, suddivisa in tre ali principa-li, offre la possibilità di ammirare un'area sacra precedutada una tomba a sarcofago. In Sicilia l'età neolitica ha inol-tre generato la cultura della ceramica impressa. Nota1 01 0

La Stor ia del la Sici l ia parte 1La Stor ia del la Sici l ia parte 1 ricerche a cura di Vittorio Cocivera e Floriana Risoricerche a cura di Vittorio Cocivera e Floriana Riso

quella di Stentinello, villaggio fortificato situato pressoSiracusa, ha riportato numerosi vasi di terracotta decoratia impressione con il punzone o con l'unghia e utensili liti-ci di selce, basalto e ossidiana. Per ciò che riguarda leprime popolazioni abitanti in Sicilia, è lo storico Tucidide,a riportare la presenza dei tre diversi gruppi (elimi, i sica-ni e siculi). I sicani, i più primitivi tra i popoli presenti, occu-parono la zona centro meridionale dell'isola con centroegemone nella zona dell'attuale Sant'Angelo Muxaro e laSicilia occidentale, in particolare nella parte situata adovest dell'Imera del sud (Salso). I loro contatti con la civiltà minoica sono stati convalidatida scoperte recenti. I siculi, a partire già dal II millennioa.C., si insediano nella parte orientale dell'isola, stanzian-dosi dapprima nelle zone costiere, per spingersi poi versol'interno centro-meridionale.L'origine dei Siculi, cui si attribuisce il culto dei Palíci, è daricercare nella penisola, per via di alcuni indizi che li met-terebbero in relazione con la civiltà appenninica del conti-nente, poiché i dati che si posseggono sulla loro linguapresentano una certa affinità con il latino.Pur essendo nemici dei greci, essi pare ne assorbironoalcuni aspetti. Nella parte nord-occidentale della Sicilia si

stanziano gli Elimi, fondatori di Erice e Segesta, che pareappartenessero a delle popolazioni mediterranee e pre-indoeuropee. Il famoso culto di Afrodite Ericina è rivelato-re dei loro contatti con l'Oriente. Essi faranno di Segesta,Erice ed Entella i centri propulsori della loro civiltà;Segesta, fra queste, divenne la città guida.

Circondati dall’affetto di 4 figli e ben 11 nipoti,Matteo e Caterina Munafò, hanno festeggiatoil 62° Anniversario di matrimonio (più 10 difidanzamento) nel ridente villaggio di S.Margherita a Messina.

I simpatici “sposi-nonnini”, soci attividell’Associazione “Na.Sa.Ta. – I Sapori del mioSud”, hanno regalato a parenti ed amici, quellatrasparente serenità di chi ha vissuto la vita cononestà e dignità, dove i valori della famiglia,sono stati sempre al centro dei loro interessi.

Matteo, che ha dato da sempre un’immagine diriservatezza e delicata bontà, con l’esperienzadi chi ha lavorato da sempre, di chi ha cono-sciuto il disagio dell’emigrante (è stato inSvizzera per ben 25 anni), di chi con orgogliorivendica una “medaglia al Valor Militare”, otte-nuta da marinaio della Regia Marina nel corso

di una battaglia navale nella II Guerra Mondiale.

Caterina, donna di straordinaria sensibilità e cul-tura, al centro di tutti gli eventi familiari, sempreprodiga di consigli, di aiuto ed assistenza per isuoi cari ed amici, prima di sposarsi collaboravaall’attività commerciale di famiglia, dopo quelgaleotto incontro a Galati Marina, che è sfociatoin questa lunga e felice unione, la dedizione èstata tutta per la famiglia, ed ogni momento sere-no e triste, è stato sempre suggellato dalle sue“liriche baciate”, che tanto apprezzamento hannoavuto.

L’Associazione “Na.Sa.Ta. – I Sapori del mioSud” partecipa con simpatia a tale evento,augurando bene e salute.

AuguriAuguri

Si è insediato il Comitato dellaRegione Sicilia

dell’Associazione di Promozione SocialePROMOGEST

Sede Legale: 98122 Messina – Via Gasparro, 7Tel. 090/343782 Fax. 090/340490

sito web www.promogest.eu e-mail [email protected]

La Promogest è partner dell’Associazione Na.Sa.Ta.

L’ A s s o c i a z i o n eNa.Sa.Ta. - I Saporidel mio Sud organizzaper giorno 27 Gennaiola manifestazionedenominataDomenica delVillaggio che siterrà in località Pezzoloa partire dalle ore 10. Nell’arco della giornataè previsto un pranzo abase di prodotti tipicimessinesi. Qui a fiancovi proponiamo le pagi-ne centrali della bro-chure che potrete visio-nare in maniera com-pleta collegandovi alnostro sito web nellasezione eventi.

L’intelligenza è la facoltà grazie allaquale ci si astiene

Henri de Moutherlant

Tutto ben considera-to, lavorare è menonoioso che divertirsiCharles Baudelaire

Quando ho bisognodi me stesso, non mitrovo mai

Anonimo

Quando le personeintelligenti si arrenda-no, lasciano il mondonelle mani dei cretini

Saggio Cinese

Sono gli uomini a farei fatti, ma sono ledonne a fare gli uomi-ni

Anonimo

Quattro cose non sipossono nascondere a lungo: il sape-re, la stupidità, la ricchezza e lapovertà

Le mille e una notte

L’ingiustizia in qualsiasi luogo è unaminaccia all’ingiustizia ovunque

Martin Luther King

Non sono le idee che mi spaventano,ma le facce che rappresentano que-ste idee

Leo Longanesi

Chi può, fa’. Chi non può, insegnaGeorge Bernard Shaw

E’ meglio far e pentere, che starsi epentirsi

Giovanni Boccaccio

Per imporsi, la sincerità dev’essereun po’ arrogante

Anonimo

Le cose fuori dal loro stato naturalené vi si adagiano né vi durano

Gianbattista Vico

E' un brutto colposcoprire, all'età di5-6 anni, che nelmondo di GaryCooper tu sei l'in-dianoJames Baldwin

I patti debbonoessere rispettati

Detto Latino

La necessità nonfece mai un buonaffare

Benjamin Franklin

Ognuno è neces-sario, e nessuno èmolto necessarioR. W. Emerson

Non c’è alleato più prezioso di unnemico cretino

Indro Montanelli

Quel che giova al nimico nuoce a te,e quel che giova a te nuoce al nimico

Niccolò Machiavelli

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