periodico di informazione cultura e politica collegato a ... · lor verde e col manto di azzurro...

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Periodico di Informazione Cultura e Politica collegato a www.deanotizie.it - distribuzione gratuita Anno III N. 70 - 09 ottobre 2009 ANALISI CLINICHE - CHECK - UP D.ssa CARLA DE ROSA & C. s.a.s. Via Luciani (Parco Agorà) Vitulazio (CE) - Telefax 0823 990 286 Si effettuano prelievi domiciliari GRATUITI ANALISI DEL LIQUIDO SEMINALE PER DIAGNOSI DI INFERTILITAVia Francesco Vito Pignataro Maggiore - (Caserta) Info: 0823 654481 - 349 2507165 Soluzioni informatiche www.tecsoftware.it Soluzioni informatiche www.tecsoftware.it CORSI: Danza Classica - Danza Moderna - Hip Hop Flamenco - Danza del ventre - Aerobica Ginnastica Ritmica Info:0823-965532 - Cell. 338 1433818 [email protected] Centro autorizzato Tendaggi Biancheria Tappeti Intimo e Seduzione Neonato e Bambino Punti vendita in Capua (Caserta) Via Fuori Porta Roma, 24 - Via Fuori Porta Roma, 94/96 Tel. 0823 620302 La nostra forza è il prezzo, la qualità e la cortesia. Venite a trovarci

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Periodico di Informazione Cultura e Politica collegato a www.deanotizie.it - distribuzione gratuitaAnno III N. 70 - 09 ottobre 2009

ANALISI CLINICHE - CHECK - UPD.ssa CARLA DE ROSA & C. s.a.s.

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DEA NotizieSede legale e Redazione

via Regina Elena, 2881041 Bellona CE

Telefax 0823.966794320 28 50 938

c.c.p. 33785874 - P.I. [email protected]

Settimanale di Cultura,informazione e politica

Collegato a www.deanotizie.itAut. Nr. 665/06 del

19.10.2006Tribunale S. Maria C.V.

Direttore ResponsabileFrancesco Falco

Vice DirettoreFranco V aleriani

Responsabile RedazioneAntonella Aquaro

Grafica: Antonio Scala

La collaborazione a quest a testata consente l’iscrizione all’albo dei Giornalisti - Pubblicisti

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Se nella nostra vita riuscissimo ad allontanare anche una sola persona dalla droga odalla delinquenza, non avremmo vissuto invano. (Motto Dea Sport)

Lo stemma araldico èun simbolo che raffi-gura la dignità, l'ono-re, la personalità diun Comune, di unaProvincia, di una Re-gione. Il vocabolo

stemma, di origine greca, designa la co-rona di alloro o il ramo d'ulivo che porta-vano i supplicanti. Gli Enti territoriali han-no l'obbligo di vigilare affinché il propriostemma non sia usato da altri enti, poi-ché l'uso dello stemma è esclusivo. Il ter-mine gonfalone ha ascendenze rintrac-ciabili in diversi idiomi europei: francesegonfalon (stendardo di guerra), al franco-germanico grandfahne (bandiera diguerra), espressione scandinava gunne-fane (bandiera da battaglia). In linea coni Regi Decreti n.651 e 652 del 7 giugno1943, il 30 ottobre 1992 il Presidente del-la Repubblica Oscar Luigi Scalfaro con-cesse al Comune di Bellona lo stemmaaraldico ed il gonfalone. Gli elementi checompongono lo stemma araldico sono loscudo sannitico ed una corona. Lo scudoè di color rosso vivo. Al centro è raffigu-rata la dea Bellona, in profilo, con il dia-dema d'oro, vestita con una tunica di co-lor verde e col manto di azzurro svento-lante, ritta sul cocchio d'oro, con le ruotedi otto raggi d'oro. La dea sostiene con lamano destra la lancia d'oro alzata, e conla mano sinistra le briglie d'oro, con cuiguida quattro cavalli, impennati, di colornero, trainanti il cocchio. Nella parte infe-riore dello scudo due rami, uno di alloro(simbolo di sapienza e gloria) e l’altro diquercia (simbolo di tenacia e vigore) in-crociati e uniti da una ciarpa Tricolore alcentro. Il tutto sormontato da una coronaturrita d'oro. Il gonfalone è costituito daun drappo azzurro, ornato di ricami d'ar-gento e dello stemma araldico sopra de-

concesse, "Motu Pro-prio", la Medaglia d'Oroal Valor Militare al Comu-ne di Bellona. In seguito,il 21 settembre 2001, ilPresidente della Repub-blica Carlo Azeglio Ciam-pi, considerati i meriti arti-stici di alcuni cittadini ed ilprofilo storico (Eccidio dei54 Martiri e concessionedella Medaglia d'Oro alValor Militare), concesseal Comune di Bellona il ti-tolo di Città. Per tale ra-gione, lo stemma araldicoed il gonfalone del Comu-ne, già abbelliti con coro-na e ornamenti in argen-to, in virtù dell'art.96 delRegio Decreto 7 giugno1943, n.652, sono statirinnovati con ornamenti ecorona turrita in oro. L'at-tuale AmministrazioneComunale, guidata dalDr. Giancarlo Della Ciop-pa, ha commissionato ilnuovo gonfalone della

Città che il 7 ottobre 2009, 66° anniver -sario dell'Eccidio dei 54 Martiri, è statopresentato alla cittadinanza.

scritto con laiscrizione in ar-gento, recantela denominazio-ne del Comuneal centro. Du-rante il II Conflit-to Mondiale, aseguito dellosbarco deglieserciti Alleati aSalerno avvenu-to il 18 settem-bre 1943, il terri-torio di Bellonafu coinvolto di-rettamente nelteatro delle ope-razioni atte acontrastare, daparte delle trup-pe tedesche, l'a-vanzata dei mili-tari anglo-ameri-cani. La popola-zione bellonese,che allora conta-va circa 3.760abitanti, subì, il7 ottobre 1943, l'uccisione di 54 cittadiniinermi. Il 23 aprile 1998, il Presidentedella Repubblica Oscar Luigi Scalfaro,

Stemma Araldico e Gonfalone della Città di BellonaDr. Domenico Valeriani - Collaboratore da Bellona

Periodico di Informazione Cultura e Politica collegato a www.deanotizie.it - distribuzione gratuitaAnno III N. 70 09 ottobre 2009

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Storia della canzone it alianaFranco Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona

pocabana, CherìCherì ecc Wan-da era conside-rata la migliorefra le artiste ita-liane del varietàper la sua pre-senza scenicaed il modo gar-bato di cantare.Il suo vero nomeera Anna Menzioe debuttò nel 1923 al teatro Eden diMilano. E' rimasto proverbiale, nellastoria del teatro, il suo modo di pre-sentarsi al pubblico: scendeva unalunga scala indossando abiti meravi-gliosi ricchi di piume, lanciando al pub-blico rose rosse cosparse di un parti-colare profumo. Con Wanda Osirishanno lavorato i più grandi comici ita-liani: Carlo Dapporto, Gino Bramieri,Totò, Riccardo Billi, Mario Riva, EnricoViarisio, Walter Chiari Ugo Tognazzi,Raimondo Vianello ecc. L'uomo cheper 30 anni è stato il protagonista nelmondo della musica leggera italiananacque a Crescentino (Varese) il 1901ed il suo nome era Angelo Cinico, me-glio conosciuto con il nome di MaestroAngelini. Le prime esibizioni nel mon-do della musica per il giovane Angeloavvennero a Torino nella sala da balloGay. In seguito i migliori cantanti italia-ni fecero parte della sua orchestra: daOtello Boccaccini a Carlo Buti, daOscar Carboni ad Alberto Rabagliati,da Dea Garbaccio aNorma Bruni (ledue voci femminiliche turbavano i so-gni degli italiani!),dal Trio Lescano alDuo Fasano, da Mi-chele Montanari aLucio Ardenzi, daSilvana Fioresi aNilla Pizzi, da Carla

Siamo giunti alla finedegli anni '40 quan-do la canzone italia-na comincia a diven-tare l'elemento prin-cipale negli spetta-coli musicali. Tutti igrandi artisti del tem-

po avevano un programma di canzonicomposte per i loro spettacoli. WandaOsiris (foto), per esempio, nelle suesfarzose riviste cantava motivi come:Ti Parlerò d'amore, Sentimental, A Ca-

Boni a Gino Latilla, da Mil-va a Walter Romano, daTonina Torrielli ad AchilleTogliani, da Nella Colom-bo a Giuseppe Negroni,da Pia Gabrielli a LucianoBenevene, da LucianoLualdi a Nadia Liani,eJimmy Caravano ecc.L'orchestra Angelici de-buttò alla radio nel 1936 ela sigla di apertura era un

motivo americano di Richard Rogers:"Where or When" (dove e quando) chein seguito fu sostituito dal motivo delMaestro Rampoldi: "C'è una Chieset-ta". "Rivale artistico" di Angelini fu ilMaestro Pippo Barzizza e ciò divise gliitaliani in due schiere. I primi erano gliappassionati dell'inconfondibile suonodell'orchestra Angelini, un suono daltimbro e dal colorito particolare che fudefinito: Angelini's Sound" (Suono al-l'Angelini) a cui contribuirono ottimi so-listi come: il fisarmonicista MicheleCorino, il pianista William Galassini, ilchitarrista Michele Ortuso, il tromboni-sta Mario Pezzotta, il batterista MarioMaschio e le sezioni dei fiati e dei vio-lini composte da ottimi esecutori. Fu l'orchestra Angelini che tenne abattesimo nel 1951 il primo festival ita-liano di Sanremo. Agli inizi degli anni'60, ancora all'apice del successo, ilMaestro decise di ritirarsi per goder ilbel clima di Roma circondato da tantiamici ed ammiratori.

Sesta parte

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Mayday! Mayday!Mayday!

Il termine Mayday ha origine dalla pa-rola francese m'aider (aiutatemi) Nel 1923 venne chiesto a FrederickStanley Mockford, un ufficiale dell'a-viazione inglese presso l'aeroporto diLondra, di trovare un termine utilizza-bile per indicare uno stato di pericoloe che fosse facilmente comprensiblilesia dai piloti, che dal personale di ter-ra anche in caso di emergenza o diffi-coltà di trasmissione.Poiché a quel tempo la maggior partedel traffico aereo si svolgeva tra Pari-gi e Londra, Mockford pensò di adot-tare la parola m'aider, che in francesesignifica aiutatemi e, di modificarla inuna parola che avesse lo stesso suo-no, ma che fosse facilmente pronun-ciabile da persone di lingua madre in-glese. Nacque così il termine Mayday.L’espressione viene oggi usata inter-nazionalmente in caso di emergenza.Il Mayday viene ripetuto tre volte diseguito, in modo da evitare problemidi trasmissione e per specificare chesi tratti di una chiamata di emergenzae non la trasmissione di essa da partedi un altro mezzo.

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Storia d'It alia controcorrente: Giudizi sul Sud borbonicoProf. Antonio Martone - Collaboratore da Pignataro Maggiore

Il debito pubblicoL'unificazione del debitopubblico non risultò trop-po gravosa, ma subitodopo l' indebitamentocominciò a crescere. Nel 1861, quando il nuo-vo stato si addossò il pe-so dei debiti pubblici di

tutti gli Stati che erano venuti a formarlo, ilsuo ammontare equivaleva solo al 40%del prodotto interno lordo. Ma in seguitoaumentò rapidamente. Bisogna precisarea tal proposito che le Due Sicilie non pre-sentavano nessun passivo anzi un attivo econ tale attivo il Piemonte riuscì a sanarein parte il debito pubblico del nuovo Stato.

Scandalo ferrovie il primo scandalo della storia della nuovaItalia: su 22 membri del consiglio di ammi-nistrazione della "Società italiana per lestrade ferrate meridionali", ben 14 eranodeputati (p. 35).

La questione meridionale per V illari

era una questione dicriminalità. Delle sueLettere meridionali, laprima riguarda la ca-morra, la seconda lamafia, la terza il bri-gantaggio, l'ultima in-dicava i rimedi: occor-reva la giustizia socia-le. Ma il fatto che Vil-lari ponesse la que-stione meridionale co-me questione dellacriminalità, sia pure provocata dalle condi-zioni sociali, poneva il Mezzogiorno in pes-sima luce (p. 53 cap. III la faticosa nascitadi una nazione).

Grosso guadagno per T orinoA Torino la perdita della condizione di ca-pitale fu vissuta in maniera drammatica: cifurono manifestazioni con decine di morti. Ma dalla perdita della funzione di capitaleTorino trasse anche un grosso guadagno.Il capo del governo, il biellese Q. Sella si

adoperò per fare approvare finanziamentiper le sue industrie. Nel 1876 Torino eraormai diventata "una delle città più indu-striali d'Italia" (p. 66 il mito di Roma).

I miserabili di Milano e di Napoli !!!P. Valera aveva pubblicato "Milano scono-sciuta", seconda ediz. 1898, dove parlavadi cenciosi e morti di fame; "quella miseriaera frutto della trasformazione e dello svi-luppo della città, più che eredità di un pas-sato secolare, come quella di Napoli" !!!(Lepre come gli altri storici risorgimentali-sti!) (p. 87).

Pro Nord, contro il Sud"la politica dei governi crispini era andatasoprattutto a vantaggio del nord, in parti-colare, il sostegno dato all'industria rispet-to all' agricoltura aveva favorito Milanocontro il Mezzogiorno" (p. 89).

Rivincit a? Altre umiliazioni!"L'espansione italiana in Africa fu arrestatatragicamente il 1° marzo 1896 con la scon -fitta di Adua. Altro che vendicare Lissa e Custoza, un'al-tra umiliazione fu aggiunta a quelle subitein passato."

Il razzismo degli antropologi Lombroso, poi Niceforo. Anche De Amiciscon il libro Cuore (1886) consacrò la diffe-renza somatica tra uomini del Sud e delNord (p. 93). Colajanni collegava le tesirazziste al colonialismo: il Nord secondolui, si comportava con il Sud come con unacolonia interna, sia politicamente, sia ideo-logicamente (p. 96).

Quarta parte

Io studio sul PcDott.ssa Aurora Michela Renna - Giornalista - Collaboratrice da Vitulazio

Una ricerca condottasu 3.670 liceali di 11nazionalità nell'ambitodel Festival del Libroper i Gio-vani (Fel-jeu) ha ri-levato che

per la maggioranza dei ra-gazzi europei i programmidi letteratura proposti ascuola sono "datati" e i testida studiare preferisconotrovarli direttamente sulweb.Alla domanda se per docu-mentarsi i ragazzi frequentino la biblio-teca o navighino su Internet solo il 9,9%del campione ha scelto la prima opzio-ne, ben il 52,7% preferisceinvece il web. Il 38,8% ha ri-sposto 'entrambi'. Sorpren-dente la risposta degli italia-ni, considerati nelle ultimeposizioni d'Europa per uti-lizzo di tecnologia informati-ca: solo l'8,5% del campio-ne di liceali italiani ha rispo-sto che frequenta la biblio-teca per documentarsi, il65,6% usa Internet.I risultati della ricerca ri-guardano anche il sistemascolastico. In Europa il

55,1% del campione risponde di avere“poco” interesse per le proposte di lettu-ra della scuola, il 14,3 dice che non gliinteressa “per niente” e solo la restante

parte risponde “molto”.Gli studenti italiani sonomeno drastici con Dante,Manzoni e gli altri autoriclassici proposti nellescuole, ma anche i lorotesti amamno scoprirligrazie alla Rete.La “mancanza di interes-se per le tematiche trat-tate” sono il maggioremotivo di disinteresse

verso la letteratura proposta a scuola(così risponde il 41,4% degli europei; il38% per gli italiani).

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Ricomincia la scuola: riapre la refezione scolasticaD.ssa Ersilia Altieri - Collaboratrice da Capua

Il cosiddetto "pac-chetto igiene" ema-nato dal legislatorericonosce nell'ali-mentazione sicuraed equilibrata un ele-mento strategico perla tutela della salutedei cittadini europei.

L'attuazione delle Buone Norme igieni-che e l'applicazione del sistema di auto-controllo H.A.C.C.P. rappresentano glistrumenti operativi che permettono alproduttore e distributore dell'alimento diprevenire i rischi di tipo fisico, chimico emicrobiologico lungo la filiera produttivae di garantire la sicurezza del prodotto fi-nito. La sicurezza igienica è dunque pre-vista come requisito essenziale nellasomministrazione del pasto in ristorazio-ne collettiva, ancor più quando l'utentedel servizio è l'individuo in età scolare.Va tuttavia riconosciuto che il raggiungi-mento di tale obbiettivo ha favorito nelmenù di refezione scolastica, l'introdu-

zione di conserve ali-mentari, la formula-zione di pietanzestandard, l'adozionedi prodotti industrialiove le misure di ga-ranzia igienica e distandardizzazionequalitativa talvoltanon si coniuganocon le esigenze disoddisfazione sen-soriale e di educa-zione al gusto dei giovani consumatori.Inoltre, sempre di più le scelte industrialisi indirizzano verso la centralizzazionedella preparazione del pasto, con il con-seguente allungamento, sia spaziale chetemporale, della catena distributiva fre-sco/caldo e l'inevitabile abbassamentodel livello qualitativo. In questo ambito glielementi fondamentali per la prevenzio-ne dei rischi sono la selezione dei forni-tori delle materie prime, la tracciabilitàdei flussi materiali e la formazione delpersonale a differenti livelli. La sintesi trasicurezza igienica e miglioramento dellaqualità del pasto è realizzabile attraversosoluzioni che risultano pesantementecondizionate da fattori economici e dun-que da scelte politiche. Fondamentale èinnanzi tutto l'attuazione di un modello diCapitolato d'Appalto che sostanzialmen-te concretizzi la Direttiva Europea n.18/2004 recepita nel nostro ordinamentocon la legge nazionale 163/2006 che re-gola gli appalti pubblici subordinando ilprincipio di economicità ad esigenze so-ciali, alla tutela della salute, dell'am-biente e alla promozione dello "svilupposostenibile" nonché INNALZARE LAQUALITA' DEL MENU', DELLA SICU-

REZZA ALIMENTARE, DELL'EQUILI-BRIO TRA I VARI COMPONENTI NU-TRIZIONALI CON PARTICOLARE AT-TENZIONE ALLA LOTTA CONTRO L'O-BESITA'. Non dimenticando però, di af-fiancare al "pacchetto igiene" la Cartadei Servizi, strumento giuridico-ammini-strativo in cui sono contenuti tutti i princi-pi e gli strumenti, i diritti e le garanziefondamentali dei servizi pubblici e con-seguenzialmente anche del servizio diRistorazione Scolastica. Essa informa l'utente su come viene ge-stito un servizio ovvero sui compiti, sul-l'organizzazione, sui principi, sulle risor-se che l'ente pubblico mette in campo. Inconclusione è l'analisi qualitativa e quan-titativa dei prodotti alimentari da utilizza-re, la codifica del processo di produzionedei pasti, il controllo sul processo e la ve-rifica della qualità percepita che permet-tono di realizzare refezioni di eccellenzadove si coniugano sicurezza igienica,qualità nutrizionale e tipicità locale dei ci-bi… non è il mercato che deve dettare leregole del gioco ma, è il mercato che de-ve adeguarsi alle nostre linee guida ed ainostri principi, radicati nei bisogni dellagente…

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Buon CompleannoIl 16 ottobreprossimo, lab e l l i s s i m aSofia Pen-na, spegne-rà la sua ter-za candeli-

na. Gli auguri più affettuosi dai geni-tori e da tutti i parenti nonchè, i tantiamichetti che attendono con ansia dirivolgere gli auguri a Sofia per poterfare grande scorpacciata di torta.Tanti auguri anche da tutto il perso-nale del caseificio Elite di Bellona,nonchè dalla nostra Redazione.

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Orario e Convenzioni alla penultima p agina

Ente Provincia Casert a

I crepit acula. Giochi di altri tempiDott.ssa Eliana Vollaro – Archeologa – Collaboratrice da Caserta

Magazzini del Mu-seo Campano. Sti-pata in un angolo,appena visibile, unacassa impolveratacon una vecchia eti-chetta sbiadita daltempo con l’indica-

zione “antichi giochi”. Dalla cassa,spostata per far posto ad una testadi Gorgone, un simpatico tintinniorompe l’affascinante silenzio cheanima quei luoghi inaccessibili delMuseo. Saltano fuori pupe, trottole ecrepitacula. Con i termini crepitaculae tintinnabula si definivano i piccolisonagli che i padri donavano ai pro-pri figli maschi il settimo giorno dallanascita dopo averli ufficialmente ri-conosciuti. Si tratta di piccole figuri-ne in terracotta, in origine abbon-dantemente colorate, contenenti al-l'interno una pallina di coccio cosìche muovendoli producevano unsuoni utili a richiamare l'attenzionedei più piccoli e distrarli.Gli antichi attribuivano l'invenzionedi questi giocattoli ad Archita, un fi-losofo pitagorico tarantino, vissutonel IV secolo a.C. Questi sonagli interracotta presentano forme diverse,principalmente animali; a Capuaben documentati sono i maialini e icinghialetti, ma ne esistono anche diconformati a cervi, civette, bovini,tartarughe e uccellini Sono attestatianche soggetti meno comuni comefigure di neonati variamente rappre-sentati. Ed è qui che i reperti capua-

ni ancora una volta provocano stupo-re e meraviglia. Il Museo conservadue esemplari molto particolari; sitratta di due “lastrine” cave all’inter-no, a sezione gros-somodo tronco-pi-ramidale, con lasuperficie superio-re decorata in rilie-vo da una figura diinfante rappresen-tato in posizionesupina e con il ca-po appoggiato suun grosso cuscino.Il bimbo è nella cul-la e dorme. Nelsettore superiore èun piccolo foropassante che la-scia intuire comel’oggetto fosse inorigine destinatoad essere sospe-so. Imprigionate al-l’interno, palline di

creta che muovendosi tintinnano an-cora come duemila anni fa. Nessunatraccia di colore si è conservata, mai sonagli funzionano ancora.Dobbiamo immaginare questi ogget-ti appesi sulle culle dei neonati, fattidondolare dolcemente da una mam-ma per conciliare il sonno dei suoipiccoli. Sono i nostri carillon. Sonosuoni primitivi, “fugaci apparizionisulla scena della storia di ogni uo-mo”, a corredo di manufatti attraver-so i quali è possibile rievocare l’ecodi soffusi scampanellii tra risate e va-giti, rievocare l’infanzia, coinvolgereil cuore e la mente nel ricordo diemozioni senza tempo.

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Crisi o non crisi, questo è il dilemma degli it aliani Laura Ferrante - Collaboratrice da Caserta

La crisi in Italia c'è o nonc'è, questo è il dilemmache vivono gli italiani. Letivù locali e nazionaliparlano di dati, di crisiglobale, di recessione,

mentre qualche politico, alquantoottimista, lancia messaggi del tipo"non credete sono tutte sciocchez-ze, gli italiani stanno bene". Behforse qualche italiano starà bene,ma se andiamo tra gli italiani, ve-diamo che stanno “molto poco” be-ne, vale a dire male. Infatti, i medialo confermano: le aziende chiudo-no, il territorio casertano ormai, èprivo di industrie in cui impiegarelavoratori. Molte sono state le do-mande di cassa integrazione negliultimi mesi, i dati Istat parlano di ci-fre astronomiche che tendono adaumentare. Le fabbriche di Marcia-nise ad esempio, hanno chiuso ibattenti da tempo, solo qualcheazienda riesce a sopravvivere. Enon dimentichiamo la chiusura del-la solida Fiat di Pomigliano d'Arco, icui impiegati si sono ritrovati senzauna occupazione. La crisi si avver-te a livello globale, ma c'è ancorachi non se ne rende conto. L'Italiaaffronta la crisi meglio di altri paesi,si dice, forse perché, quando unoperaio sciopera in modo plateale,davanti alle centinaia di persone, sitende a spegnere la televisione pernon vedere. Forse la crisi sta pas-sando, almeno qualcuno ci dà unospiraglio di speranza. Proprio men-tre si parla di ripresa, ecco che, peri lavoratori della provincia di Caser-ta, arriva un'altra stangata: in brevetempo, altre 70 unità, vale a dire 70persone, addetti ai parcheggi, confamiglia a carico, andranno a casa.

Questa è un'altra realtà della nostraprovincia che solo in pochi conosco-no. Qualcuno non riesce a capire e sichiede chi è che mente. Forse anco-ra non sa e nella sua abitazione, si-curamente protetta da doppie tende,non riesce a vedere cosa succedenel resto dell'Italia, soprattutto nel no-stro territorio. Qualcuno mente? Dob-biamo cercare di capire chi. L'ottimi-sta politico, che ribadisce dall'alto delpodio, che la crisi anche se c'è, gliitaliani la stanno attraversando bene,o le centinaia di persone che, da ungiorno all'altro, si sono ritrovati senzaun lavoro, con il mutuo da pagare ela famiglia da mantenere? La nostraclasse politica, sia quella di maggio-ranza che quella di opposizione,brancola nel buio e non sa come fareper arginare il problema della crisi.La disoccupazione è in costante au-mento, la richiestadi sussidi, di aiutiche ahimè, spessosi riducono a po-chissimi euro, elar-giti una volta ognitanto, sono semprepiù numerose. I gio-vani hanno smessodi fare progetti,

sanno che sarebbe inutile, tanto nontroveranno lavoro. A meno che, nonvadano al nord. Ancora, come tantis-simi anni orsono, pare che il meridio-ne non dia speranze ai nostri giova-ni, di costruire nel proprio territorio,un futuro sereno.

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A proposito di CRISICaro Direttore, so che la verità fa malema la realtà è che noi ci troviamo a vi-vere in una nazione dove i cittadini so-no considerati sudditi e, guai a chi sipermette di alzare gli occhi per osser-vare cosa succede intorno. Ti reputouna persona con la spina dorsale dritta.Pubblicheresti quanto segue? “Si ap-prende che in Italia la crisi deve ancoramaturare tutti i suoi effetti, e la previsio-ne dell'Ocse è che in tre anni si perde-ranno un milione di posti di lavoro; chei nostri salari sono del 26% al di sottodella media europea; che, nonostante ilprezzo del grano sia sceso del 18%, ilpane ai consumatori viene fatto pagarepiù di prima. Naturalmente la colpa ditutto ciò è dei giornalisti farabutti, deglieditori svizzeri, dei magistrati, dei catto-comunisti e di tutti coloro che non dif-fondono un sano, salutare e governati-vo ottimismo”. Carlo Sorbo, Napoli.

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Tempo fa su alcuniquotidiani nazionali edinglesi è apparsa unanotizia che ci ha la-sciato alquanto per-plessi. In Gran Breta-gna, il Ministero dell'In-terno ha deciso di so-stituire il classico boc-

cale di birra in vetro, largo e con il bordosporgente (il nonick) con un bicchiere diplastica. Il Governo ritiene infatti chetroppo spesso il bicchiere è usato comearma nei litigi tra ubriachi e, in effetti, idati confermano che ogni anno nel Re-

gno Unito si verificano circa 87 mila inci-denti in cui il vetro causa feriti e vittimenelle risse, il tutto con un costo tra ospe-dali, interventi di polizia e processi, pari a100 milioni di sterline l'anno. Così il Go-verno ha incaricato l' Home Office Designand Technological Council di inventareun nuovo bicchiere in plastica che sosti-tuirà la classica pinta (0,568 l ) di birra invetro. Non è una cosa da poco, soprat-tutto in un Paese così conservatore econ un così radicato rispetto verso le tra-dizioni. Per questo il portavoce del pooldi designer ha dichiarato al The Times (IlTempo) che "la sfida non è solo creare un

bicchie-re dauna pin-ta sicu-ro, mafar inm o d oc h epiacciaall'indu-s t r ia ,a iprodut-tori e aic o n s u -matori".Il prototipo del nuovo bicchiere, riferiscesempre il portavoce, dovrebbe esserepronto a dicembre. La notizia ha suscita-to numerose proteste e polemiche, so-prattutto da parte della British Beer &Pub Association, (l'Associazione dei ge-stori di pub), che rappresenta il 98% del-le fabbriche di birra presenti sul territorioinglese nonché più della metà dei circa58 mila pub in Gran Bretagna. Insomma,uno dei simboli del Regno Unito rischiaseriamente di sparire. Ma, sebbene sia-no nobili e sensati i motivi, sarà la solu-zione giusta? Il Governo inglese ha valu-tato quale potrebbe essere l'impatto am-bientale dell'enorme quantitativo di pla-stica e il suo smaltimento, considerandoche ogni settimana circa 126 milioni dipinte di birra vengono bevute? Inoltre,perché eliminare una tradizione quandosi potrebbe intensificare i controlli neipub e punire severamente chi questa tra-dizione non la rispetta?

Sarà la giust a soluzione?Ylenia Galluccio – Lingue, culture e letterature moderne - Collaboratrice da Capua

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Ambiente Cultura e LegalitàL’ A s s o c i a z i o n eDea Sport Onlusorganizza per mer-coledì 23 dicembre2009, alle ore18.00, la manife-stazione denomi-nata: "Ambiente,Cultura e Legalità"che si svolgerà nel-l'Aula Consiliaredella Città di Bello-na (Caserta). Per far si che la manife-stazione possa mostrare l’intento cultu-rale a cui è ispirata, è stata chiesta lapartecipazione dell’AmministrazioneComunale retta dal Sindaco Dr. Gian-carlo Della Cioppa, dell’Assessorato allaCultura di cui è Responsabile la dott.ssaArianna Di Giovanni e dell’Istituto Auto-nomo Comprensivo “Dante Alighieri” diBellona di cui è Dirigente Scolastico ilProf. Luca Antropoli.Nell'occasione si conferiranno Attestatidi Benemerenza a persone e/o Associa-zioni che negli ultimi tempi si sono di-stinte nell'impegno Culturale, Professio-nale, Sociale ed Umanitario. Inoltre sa-ranno consegnate borse di studio ai ra-gazzi vincitori del concorso riservato aglialunni dell'IAC di Bellona (CE) per es-sersi distinti con il tema:

"Che cosa proponi e faiper rispettare l'Ambientee la Legalità?".Saranno presentati duevolumi, uno scritto dalProfessore Antonio Mar-tone da Pignataro Mag-giore (CE), ed un altroscritto dalla giornalistaLaura Ferrante da Ca-serta. I libri sono editidall’Associazione Dea

Sport Onlus di Bellona e distribuiti gratui-tamente. Al termine della manifestazionei Collaboratori di Dea Notizie, riceveran-no un attestato per la loro assidua colla-borazione Sarà questa l'occasione per augurarci,tra un brindisi ed un pasticcino, BuoneFeste.

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Sei sicuro? Si l'ho vi-sto con i miei occhi.Non sempre ciò che inostri occhi percepi-scono corrisponde aciò che esiste real-mente. Nella ormai

celebre "illusione di Gesù" se segui-te attentamente le istruzioni, sullaparete di casa vostra apparirà il vol-to di Gesù Cristo, si proprio così!.Non gridate al miracolo e non corre-te a prendere i voti, si tratta di unasemplice illusione ottica, dovuta allafisiologia dell'occhio che generaun'immagine postuma dopo averefissato una figura molto contrastatae luminosa. Diverso il caso della fi-gura sottostante, in cui si percepisceun movimento quando in realtà cisono solo dei segni e degli spazi im-mobili e stampati.

Secondo John Pettigrew, un neuro-biologo dell'Università del Queens-land a Brisbane, questi errori sonodovuti al fatto che l'uomo possiede

Ho visto GesùDr.ssa Antonella Aquaro - Psicologa - Collaboratrice da Pastorano

Fissa il punto grigio al centro del -l'immagine e muovi la test a avanti eindietro avvicinandola ed allont a-nandola dal foglio. Così facendo tisembrerà che i cerchi ruotino.

Illusione di GesùConcentratevi sui 4 punti al centrodell’immagine per circa 30 secondi.Poi guardate verso una p arete esbattete le p alpebre.V edrete un cer -chio di luce Continuate a guardareil cerchio. Che cosa vedete?

due occhi, che percepiscono due im-magini differenti, che vengono ana-lizzate da due emisferi in lotta tra lo-ro. Quando l'immagine si conformaall'esperienza precedentemente im-magazzinata, il cervello attraversomeccanismi innati integra veloce-mente le due immagini proventi dagliocchi. Quando invece ci si trova difronte a stimoli ambigui, i due occhipercepiscono immagini completa-mente differenti e l'effetto della com-binazione risulta incompleto e incon-

gruente, il cervello tenta allora didarle un senso unico, mentre in altricasi passa continuamente da una al-l'altra senza riuscire a decidere qua-le sia quella giusta, questo meccani-smo spiega una delle illusioni ottichepiù conosciute, quella della “giova-ne-vecchia”.Non si vede con gli occhi quindi, macon il cervello. Ogni stimolo percetti-vo viene analizzato e interpretato dalcervello e, non sempre il risultatocorrisponde alla realtà.

Questa figura ambigua si intitola "Miamoglie e mia suocera". Infatti si puòvedere una giovane donna oppureuna vecchia signora.

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Una riforma per il Servizio civile nazionaleD.ssa Giusy Vastante - Avvocato - Collaboratrice da Bellona

Approvato dal Con-siglio dei Ministridel 3 settembre unoschema di disegnodi legge che delegail Governo alla re-dazione di un testounico in materia diServizio civile na-

zionale. Obiettivo: riorganizzare ed ag-giornare l'attuale normativa in armoniacon il chiarimento della Corte Costitu-zionale che, nel 2004, ha individuatonel principio costituzionale di difesadella Patria anche le attività di impe-gno sociale non armato. La normativa prevede dunque la defi-nizione di interventi che consentano disuperare un'interpretazione non più at-tuale del Servizio civile e soprattutto di

prendere attodelle nuoveesigenze: ri-partire ade-guatamentela materia frai livelli di go-verno statale,regionale eprovinciale;delineare lostatus delgiovane im-pegnato nelservizio; rive-dere l'orario, articolandone la durata.Non solo il valore di un impegno in atti-vità sociali e civili, ma anche un'occa-sione preziosa per i giovani che, pro-prio nel Servizio civile, possono capita-lizzare: "Un'esperienza capace di raf-forzare la coesione sociale", ha dichia-rato il Sottosegretario Giovanardi, sot-tolineando, in particolare, l'importanza

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di stimolare ladomanda di ac-cesso anche nel-le aree del Pae-se dove è mino-re la diffusione diquesto Servizio.La distribuzioneterritoriale delServizio civile,infatti, risulta piùcarente al Nordrispetto al Cen-tro e, soprattutto,al Sud d'Italia,

ed è per questo che la riforma proponela mobilità interregionale. Nel disegnodi legge, anche il miglioramento del si-stema di accreditamento degli enti e divalutazione dei progetti: verranno indi-viduati infatti criteri di priorità a favoredi quei progetti finalizzati all'assistenzaa categorie di persone particolarmentesvantaggiate.

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Caro direttore, ci sono momenti in cui le parole pulsanonel sangue fortissime, c'è l'urgenza diesternarle perchè è bene che tutti sap-piano. La sera di giovedì 24 u.s., sonoandata a dare l'ultimo saluto alla miaadorata e mai dimenticata prof.ssa d'ita-liano la "signora Rossi" chiamata così datutti. Ebbene quel visino bianco, ma an-cora giovane che veniva fuori dalle bian-che lenzuola sembrava ancora parlarmie mi ha commosso fino alle lacrime. Hopensato non ci sono figli, non ci sono pa-renti stretti a parlare con lei, per la primavolta in tutta la mia vita mi è capitato dinon sapere a chi dare le condoglianzeperchè le persone distinte, forestiere se-dute accanto al lettino, non le avevo mai

Alla mia Prof.ssa Delizia Ciancimino Rossiviste, non sapevo chifossero ed è stato al-lora che ho pensatodi dire a tutti i bello-nesi, quelle paroleche sentivo battereforte nel mio cuore.Ecco, io affido a lei"quelle parole" affin-chè possa diffonder-le come meglio cre-de. Grazie, Giovan-nina Spano da Bello-na Alla mia Prof.ssa Delizia CianciminoRossiLa mia, la nostra prof.ssa d'italiano: unfaro luminoso di professionalità, di amo-

re e dedizione totale all'insegnamento,diforte e innato senso del dovere; i raggiiridescenti di questo faro continuano a il-luminare ancora oggi il nostro cammino,spesso difficile, buio e tortuoso. Era la formazione integrale dell'uomo,del cittadino, del professionista che leiperseguiva, giorno dopo giorno, cono-scendo bene le nostre origini, le nostrefamiglie, perché si interessava a tutto ciòche riguardava ogni suo singolo alunno.Abbiamo conosciuto, noi alunni nell'etàpiù delicata della formazione, la vera ele-ganza, l'equilibrio misurato e attento trala donna, l'insegnante, la professionista.Inflessibile e allo stesso tempo attentaalle nostre esigenze di ragazzi e di alun-ni. Nel suo operato quotidiano persegui-va incessantemente la formazione di unindividuo educato e istruito. Educazionee istruzione è il nobile insegnamento chedomina oggi nei nostri cuori di operai,impiegati, insegnanti, medici, ingegneri,avvocati, casalinghi, artigiani, commer-cianti, e tutti noi in coro innalziamo fino alcielo il nostro: Grazie Professoressa, pertutti i valori che come piccoli semi haipiantato nei nostri cuori e nelle nostre in-telligenze e che oggi traboccano di fruttimaturi e succulenti. Cara Giovannina, non sei l’unica che ri-corda la Prof.ssa Ciancimino. Presso lanostra Redazione sono giunti diversimessaggi di stima per una donna colta,comprensiva e discreta. Personalmenteconservo in segreto il suo modo di com-prendere le difficoltà altrui e, sapessiquante volte, ha risolto molti difficili pro-blemi! Franco Falco

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Andrea non è un nome per donneUna bambina di cinque anni nata inFrancia ora residente in Campania con igenitori italiani tornati in Patria, non potràpiù essere chiamata Andrea, ma si chia-merà Giulia. Anzi Giulia Andrea. Cosìhanno deciso i giudici accogliendo l'i-stanza di rettificazione del nome presen-tata dalla procura, poiché il nome deve"corrispondere al sesso". Ma anche que-sto nuovo "battesimo" con il nome Giulia,anteposto a quello datole dai genitori,potrebbe non essere definitivo. I giudicihanno infatti deciso di unire il nome tipi-camente femminile, Giulia, a quello im-postole nel 2004, Andrea, in via provvi-soria: i genitori avranno trenta giorni ditempo per sceglierne, se lo vorranno, un

altro, ovviamente altrettanto femminile. Iltribunale, nel decreto che dispone lanuova identità della piccola, ha argo-mentato, tra l'altro, il fatto che Andrea èun nome normale Oltralpe per una fem-mina, ma in Italia può essere imposto so-lo ad un maschietto. I giudici hanno ri-cordato che secondo il dpr 396 del 2000"il nome del bambino deve corrispondereal sesso" e che è vietata l'assegnazionedi "nomi ridicoli o vergognosi". Insommai genitori non hanno diritto potestativo al-l'attribuzione al minore del nome che de-siderano e lo Stato può intervenire perrettificarlo se la scelta non corrispondeall'interesse del minore o può arrecarglipregiudizio.

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Ricette di Niett aCollaboratrice da Bellona

Zuppa alla marinaraIngredienti per 4 persone:gr.120 di pasta (tubetti),gr.120 di fagioli borlottiprecotti, gr.120 di cala-mari già puliti e spezzet-tati, cozze, vongole,scampi freschissimi,

aglio, cipolla, alloro, prezzemolo, vinobianco secco, olio extravergine di oliva,peperoncino piccante, sale. Preparazio-ne: cuocete i calamari in un ampio tega-me con aglio, cipolla ed olio. Dopo 5 mi-nuti salate; sfumate col vino; aggiungetei fagioli e, a seguire, frutti di mare escampi debitamente tagliati. Aromatizza-te con alloro e prezzemolo. A parte, cuo-cete la pasta al dente in abbondante ac-qua salata; scolatela e aggiungetela altutto, amalgamando accuratamente.Servite subito insaporendo con peperon-cino tritato, altro prezzemolo crudo.

Spaghetti con vongole e cozzeCare amiche, con il caldo si sente il bi-sogno di mangiare cibi freschi e pesceche, sono convinta, occupa già un posoimportante nella nostra alimentazionegiornaliera, soprattutto in questo perio-do. Nei giorni scorsi ho preparato unpiatto veramente buono che piace a tut-ti. Ecco subito la ricetta. cozze e vongo-

le Come pasta si pos-sono usare sia gli spa-ghetti che le linguine.Si prende la solita pa-della antiaderente e sitagliano piccoli pomo-dorini succosi e dolci.Prendere successiva-mente le cozze giàaperte, tolto il loro su-go e filtrato. Una volta soffritti i pomodo-rini con aglio, prezzemolo, peperoncino,olio, sale (poco), aggiungere le cozze ele vongole (una parte anche con i lorogusci). Cucinare a fiamma viva per 5 mi-nuti circa. Lessare la pasta al dente, ag-giungerla al sugo dei pesci e farla cuci-nare ancora per po-chi minuti (se neces-sario aggiungerel'acqua della pastaoltre a quella filtratadei pesci). Il sugodev'essere scivolo-so. Alla fine cospar-gere il piatto di porta-ta con prezzemolotritato.Fritt ata con spinaciIngredienti per 6 per-sone: 6 uova, 200 gr.

di spinaci, qualche foglia dimaggiorana fresca, formag-gio grattugiato, olio, sale,uno spicchio d'aglio tritato.Lessate, strizzate e tagliatefinemente gli spinaci, monta-te le uova in una terrina, ag-giungete alcune foglie dimaggiorana, il formaggiograttugiato, uno spicchio d'a-

glio e in ultimo, gli spinaci. Aggiustate disale. In una padella antiaderente scalda-te un po' d'olio, versatevi il composto, li-vellatene la superficie con una paletta dilegno e cuocete a fuoco moderato primada una parte e poi dall'altra seguendo lacottura per evitare che la frittata bruci.

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Riconosci la foto? Concorso a premiPossono p artecip are tutti, anche Soci e Collaboratori

Vi invitiamo a partecipare, gratuitamente, al nostro con-corso. Ogni numero riporterà una foto. Colui che riescead identificare la foto si aggiudica 2 punti, il comune siaggiudica 3 punti. Chi riesce ad identificare, oltre al co-mune anche il luogo esatto si aggiudica 5 punti. Coluiche a fine anno risulta primo classificato vince un cestonatalizio; al secondo classificato un prosciutto crudo conosso; al terzo una confezione contenente una bottiglia dispumante con panettone. La risposta, completa di reca-pito telefonico, deve pervenire, entro il settimo giornosuccessivo la data della pubblicazione della rivista, ai se-guenti indirizzi: via E-mail [email protected] -fax 0823 966794 oppure: Dea Sport Onlus via ReginaElena, 28, 81041 Bellona (CE). La classifica sarà riporta-ta su questa rivista ed aggiornata ad ogni numero.Foto pubblicat a sul nr . 69:Santuario S. Maria delle V igne - Pietravairano

Classifica aggiornat aPUNTI 30: Abbate Carlo, Aversa

PUNTI 28: Bove Sandro, CapuaPUNTI 25: Falco Gianfranco, BellonaPUNTI 23: Pagano Teresa, CamiglianoPUNTI 20: Izzo Angela, Calvi RisortaPUNTI 10: Cafaro Tatiana, Bellona;PUNTI 5: Calvosa Anna, Pantuliano; Falco Antonietta,Vitulazio; Fiorillo Giovanni, Vitulazio; Ruocco Nino, Ca-serta; Valletta Ciro, Capua, Verolla Nicandro, Calvi Risor-ta.PUNTI 3: Fusco Anna, Sparanise; Gagliardi Nino, Teano;Sivo Mario, S. Maria C.V.

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È’ un errore non mangiare p ane e pastaDott. Silvio Di Rubbo - Medico - Collaboratore da Bellona

Sulla rivi-sta Pro-ceedingsof the Na-t i o n a lAcademyof Scien-ces, è stato pubbli-

cato uno studio che rivela che unadieta povera di pasta e farinacei con-tribuisce a ostruire le arterie aumen-tando i rischi di infarto e ictus. Gli stu-diosi hanno sottoposto topi di labora-torio a tre diete diverse: una standard,una ad alto contenuto di grassi e unapovera di carboidrati, scoprendo chequest'ultima non solo non intaccava ilivelli di colesterolo, ma aveva un no-tevole impatto sull'aterosclerosi(+15%), cioè l'accumulo di grasso

nelle arterie, via maestraper infarti e ictus. Con lasperanza che questa ricer-ca aiuti a confermare l'i-nefficacia e la pericolositàdelle diete tutta carne, pe-sce e formaggi, con il pane

rigidamente razio-nato e la pasta pra-ticamente vietata,cerchiamo di ripor-tare in auge la me-ravigliosa dieta me-diterranea. Del re-sto cosa c'è di piùbuono e salutare diun bel piatto di spa-ghetti con i pomo-dorini freschi?

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Tira una strana aria in TVChiara Dell’Aversano - Collaboratrice da Pastorano

Guardando la televi-sione siamo bombar-dati da tanta pubblici-tà. Tutto è iniziatocon l'indimenticabileCarosello, chi non ri-corda ad esempio ildolcissimo Calimero

o l'intraprendente Carmencita. Per an-ni ci hanno raccomandato tanti prodot-ti con garbo e signorilità. L’aria è co-minciata a cambiare in pubblicità, conl’arrivo di tre simpati nanetti da giardi-no che, naso otturato, gridano alla bel-la padrona di casa: “che puzza, chepuzza, che puzza” mettono in chiaroche se i suoi amici hanno preferito di-sertare il suo giardino è solo colpa del-la poca cura che lei ha avuto delloscarico del suo bagno. La svolta totalel’ha data però un grazioso bambinocoreano che, seduto sulla tazza delwater, con una smorfia di auto-disgu-

sto, dice "Mmm, che odore!", e invecedi aprire la finestra e far cambiarearia, spruzza una profumatissima fra-granza talmente meravigliosa che nonusciresti più dal bagno. C'è poi l'ormaifamoso scoiattolino che dopo avermangiato un chewingum alla menta ri-esce a spegnere un vasto incendiocon un peto. Ma abbiamo raggiunto ilculmine del cattivo gusto con quel si-gnore che si toglie le scarpe in pale-stra, al cinema o in camera da letto incompagnia di una gentil signora. Tutti

scappano, svengono, ma invece diconsigliare all'uomo di lavarsi e di nontogliersi le scarpe, né al cinema, né inpalestra, che non è bello, gli vengonoconsigliate scarpe che la puzza la spa-rano fuori e il problema è risolto. A noi che guardiamo non ci rimane checomplimentarci con gli autori e apprez-zare la gran classe.

Perchè si diceAlle calende grecheNel calendario romano con la paro-la calende si indicava il primo gior-no d'ogni mese, Ma questo eraignoto ai Greci. Perciò, fin da tempiremoti, si dice rimandare alle ca-lende greche una faccenda, per in-tendere che essa non sarà fattamai.

Se uno smette di bere, fumaree fare l'amore non è che vivepiù a lungo è la vita che glisembra più lunga.

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Mostrare ciò che sappiamo fa-re a chi ci vuole del male, èassai poco intelligente.

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L’Esperto informa... ticoDr. Gianfranco Falco - Ingegnere informatico - Collaboratore da Bellona

Web Sicuro: parte ilprogetto "non perderela bussola". Il 16 set-tembre 2009 la Poliziadelle Comunicazioni eYou Tube, in collabora-zione con il Ministerodell'Istruzione, dell'Uni-versità e della Ricerca,hanno presentato il pro-

getto educativo "Non perdere la busso-la", per sensibilizzare i giovani tra i 13 ei 18 anni, sui temi della sicurezza in Re-te e dell'uso responsabile delle commu-nity online. L'inziativa prevede, a partiredall'anno scolastico 2009-2010, l'orga-nizzazione di una serie di workshop for-

mativi gratuitipresso lescuole che de-cideranno diospitarli, dietroesplicita richie-sta di adesio-ne. I moduli diformazione prevedono: a) una parte didattica, volta a fornire aglistudenti un background teorico sui nuo-vi paradigmi della comunicazione all'in-terno delle reti sociali e accorgimentipratici su come tutelarsi in Rete; b) una parte interattiva, con momentidedicati al confronto con gli studenti e gliinsegnanti ed aperto alle loro domande.

I momenti formativi saranno supportatida un kit didattico fornito da YouTubecomposto da una guida pratica e da unaserie di video, scaricabili all'indirizzo:http://sites.google.com/site/Nonperderelabus-sola/. Le scuole interessate ad ospitare ilworkshop formativo possono trovare tut-te le informazioni sul sito: www.youtu-be.com/t/workshopscuole, oppure scri-vendo all'indirizzo mail: [email protected] specificando nell'og-getto il riferimento al progetto 'Poliziadelle Comunicazioni e YouTube'. LeScuole potranno registrarsi ai workshopgià a partire da giugno 2009 e prenotareuna sessione formativa che verrà svoltadurante l'anno scolastico 2009-2010.

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Gino Di Nardo da Carlino (Udine)Egr. Direttore, leggo con interesse gli ar-ticoli di Dea Notizie, sempre attuali. Vor-rei soffermarmi su "La festa dell'emi-grante" della dott.ssa Aurora MichelaRenna a pag. 23 del nr. 69. L'Autrice,nella terza colonna, dice che gli emi-granti "hanno sempre coltivato il deside-rio di ritornare in Patria". Molto bene lanostalgia è il sapore dell'esistenza. Mala patria che cos'è? E' l'Italia? E' il Nord,il Centro, il Sud della nostra penisola? I"nordisti" dopo una vita di lavoro e di sa-

crifici all'estero desiderano ritornare alNord mentre il Sud è desiderato dai "su-disti". Tutto è Patria, anche se le diffe-renze sono enormi. Ma, ripeto, che co-s'è la Patria? Dov'è? Che significato hala parola Patria? Mi permetto di allegarealla presente un mio ricordo scolastico,quando, da insegnante, chiedevo aglialunni. Che cos'è la Patria? La Patriaè… Congratulazioni alla DottoressaRenna Aurora Michela che ho sempreapprezzato le sue notizie ed a Lei cheho avuto il piacere di conoscere lo scor-so anno. Cordiali saluti e tanta simpatiaGino Di Nardo.

La PatriaLo sai fanciullo, che cos'è la Patria? E' lacasa dove tua madre ti ha cullato sullesue ginocchia e do-ve tuo padre ha la-vorato per te. E' ilprato dov'è spuntatal'erba per la gioiadelle tue corse. E' lascuola dove si èaperta la tua piccolamente alle prime no-zioni ed il tuo cuoreai tuoi primi affetti. E'il cimitero dove ripo-sano i morti che i

tuoi genitori piangono ancora. E' il cam-panile da cui giunge la voce che invita apregare. Sono i campi che produconoper te. Sono le pianure, le colline, lemontagne dove tu abiti e di cui respiri l'a-ria salutare. E' il cielo a cui tu rivolgi gliocchi nella gioia e nel dolore

Egr. Sig. Di Nardo Anzitutto tengo a pre-cisare che la frase citata non è da attri-buire alla nostra validissima Giornalista,d.ssa Renna, perché è riportata nell'in-tervento della bravissima studentessaFrancesca Pasconcino. La ringrazio perl'apprezzamento alla nostra rivista. Nelpubblicare, di seguito il Suo allegato, ri-cambio le affettuosità. Francesco Falco.

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Lettera al Direttore

AforismiLo sciocco ha sempre un vantaggiosull'uomo di ingegno: è sempre con-tento. Napoleone

Nella vita non dobbiamo porci il limitedelle nostre possibilità. Il limite è datodalla nostra aspirazione. Ciò che de-sideriamo, possiamo ottenerlo. Au-toimporci dei limiti significa ucciderela vita stessa. Anonimo

All'uomo irrazionale interessa sola-mente avere ragione. All'uomo razio-nale interessa imparare. Karl Popper

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Utopia è la nota operapol i t ico- ideologicadell’umanista ingleseThomas More (foto):in essa viene raffigu-rata un’isola irreale edelineato un modellodi società perfetta in

cui emergono reminiscenze tratte daLa Repubblica di platonica memoria.Utopia rappresenta l’aspirazione, ildesiderio scaturito alla fine deglioscurantismi medievali e gli alboridell’epoca moderna, che vede unasocietà in armonia, dove conoscenzae civiltà ne disciplinano l’esistenza.Tuttavia, l’invenzione del neologismo,che deriva dal greco où topos (nonluogo), indica l’insieme di quelle ideemorali, deontologiche e politiche alservizio di una collettività esemplare,di un modo di vivere così perfetto danon poter essere attuato e posto inatto. Il saggio è composto da due se-zioni intitolate “città reale” la prima, e“città perfetta” la seconda. In “cittàreale”, More prende in esame il mo-mento politico-economico in cui versal’Inghilterra, ipotizzando e respingen-do retoricamente una duplice soluzio-ne per ovviare i problemi, suggeren-do un anacronistico ritorno a sistemieconomici medioevali, e proponendoin alternativa un sistema economico

L’Utopia di Thomas More Prof. Francesco Fraioli - Docente Università Federico II - Collaboratore da Napoli

di stampo mercantile.Nell’opera vengono rac-contate le escursioni diviaggio di RaphaelHythlodaeus, che visital’isola di Utopia, con lesue 54 città e la capitaleAmauroto. Dalla narra-zione si evince che ilGoverno ha appianatogli attriti pubblici e i dis-sapori sociali attuandocriteri moderni ed un innovativo si-stema politico: libertà di parola e dipensiero, abrogazione della proprie-tà privata, impiego di tutta la popola-zione per sei ore al giorno nel setto-re agricolo. Il re organizza e collega ivari istituti ed organismi, mentre uncollegio di magistrati eletti dal popolosi occupa della gestione del Governovero e proprio. Ad Utopia vige il prin-cipio della libertà di culto e di proseli-tismo: solo i miscredenti, gli atei,vengono emarginati dagli utopiani, enon possono accedere a carichepubbliche perché considerati perso-naggi rigidi e inflessibili, desiderosi diinfondere negli altri il proprio capzio-so credo irreligioso. Il prodotto inter-no è commisurato al fabbisogno deicittadini, i metalli preziosi e il denaronon hanno alcun valore, i reati ven-gono puniti con la schiavitù. L’adulte-

rio è un’ignominia, el’onta provocata è puni-ta col tassativo divietodi nuove nozze. Glisquilibri demograficivengono sanati con iltrasferimento dei giova-ni verso le città menodensamente popolate. Iltempo libero è dedicatoalla lettura, allo studiodella filosofia, delle

scienze, all’educazione dello spirito,affinché uomini turpi e dissoluti, prividi istruzione e di sapere, non raggiun-gano i posti chiave del Governo. Dun-que, nell’opera moreiana, si enuclealo sprone e l’auspicio verso una so-cietà evoluta e progredita, vista e fil-trata attraverso una lente ironica eparodistica, che anticipa l’accezioneche il termine utopia ha assunto inepoca moderna, suggerendoci l’epilo-go di qualcosa di positivo e vantag-gioso che non otterremo mai.

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Vivere con e per gli altri non è vivere a metà ma vivere due volte Lettera al Direttore

Caro Franco, sonooltre 30 anni che tiosservo e ti ammiro.Fin da bambina hosempre apprezzatoquello che facevi, ri-cordo quando ci por-tavi i regali vestendoi panni di Babbo Na-tale, inoltre, ricordo

anche quando facemmo il corteo dallaPiazza al Mausoleo e consegnasti a 54di noi un cero da deporre davanti i restidei nostri concittadini Martiri. Organizza-sti quella manifestazione perché avveni-va a Bellona qualcosa di importante: laDea Sport donava all'ANFIM l'impiantoelettrico. Per la prima volta ammirammoil sacro luogo tutto illuminato, mentre fi-no a quel giorno la luce era irradiata dauna sola lampadina. Poi sono trascorsigli anni e tu non hai mai smesso di vive-re con e per gli altri. In questi anni hocercato di imitarti ma non sono andataoltre qualche semplice intervento. I mieifamiliari, come anche i miei amici, so-stengono che vivere per gli altri è solo

tempo perso perché si vive a metà. CaroFranco, non riesco a capacitarmi, dovetrovi la forza per risolvere i tanti problemiche ti vengono proposti. Perché non rea-gisci a tutte le cattiverie che dicono sultuo conto? Io ho avuto una diretta espe-rienza con te e conosco il tuo immensocuore, avrei voluto averne anch'io unouguale, ma non sono stata "unta dal Si-gnore". Avrei voluto imitarti ma, alla pri-ma critica, mi sono fermata. Franco, ri-tieni anche tu che vivere per gli altri si vi-ve a metà? Per cortesia non firmare que-sta lettera, sai come sono fatti alcuni bel-lonesi? Cara amica, premetto che anche io nonsono un “unto” dal Signore, ma cerco mimettere in atto ciò che ci ha insegnato.Non ascoltare chi dice che vivere per glialtri è vivere a metà, perchè costoro nonhanno mai provato la gioia del donare. Ioho scelto di seguire le orme di chi, prefe-risce mettere al centro i bisogni degli al-tri piuttosto che i propri. Percorrendo la strada del "vivere con eper gli altri" ho imparato tantissimo. Sonoesperienze che modificano radicalmente

il punto di vista su cosa ha valore e cosano. Non bisogna disperdere la propria vi-ta, bisogna viverla "per" e "con" gli altri.Mi piace riportare quanto affermato, tem-po addietro, da un monaco, tale EnzoBianchi: "Vano è il benessere fisico senon si ha un motivo per vivere. La cosa più importante è dare un sensoalla propria vita. Occorre trovare una ra-gione per cui spendere la vita. E questaragione noi riusciamo a trovarla quandoviviamo, non solo per noi ma anche pergli altri. Per questo vi invito a coltivareuna vera vita interiore e a chiedervi ognigiorno: chi sono, chi siamo, dove stiamoandando, perché? Se vi fate queste domande capirete cheservire la pace, la giustizia vuole direspendersi per gli altri, vuol dire dare unsenso alla propria vita. Così ciascuno di voi, se si impegnerànelle battaglie per la giustizia, per la pa-ce, troverà un senso, una gioia, una spe-ranza". Dunque, cara amica, riprendiquanto hai lasciato, perché vivere con eper gli altri non è vivere a metà ma vive-re due volte.

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Una vitalità incom-prensibile, dicevanoparlando di me. Sonocieca dalla nascita,ma nonostante ciònon mi sono mai ar-resa davanti alle diffi-coltà poiché non le

ho mai considerate veramente tali, soloapparenti. È vero, è complicato viveresenza vedere cos'è e com'è formato ilmondo, una persona, cosa sono gli ani-mali, gli alberi, il cielo, il mare. Ora che sto crescendo cerco di farmi de-scrivere in tutti i minimi dettagli ciò chemi si para davanti. Ormai è diventataun'abitudine non riuscire a vedere quelloche c'è di fronte a me. Però ho imparatoa camminare sola per le stanze di casamia, conosco a memoria ogni millimetrodel muro che la circonda, ed anche par-te del paese: le vie che devo percorrerecon maggiore frequenza. È come se fosse stampata una cartinanella mia mente. Un giorno procedendonon riconobbi più la strada sulla qualeerano diretti i miei passi: evidentementeavevo imboccato un sentiero estraneo aimiei sensori di orientamento. Tutti i ru-mori di paese scomparvero rimpiazzatida armoniosi cinguettii, la dolce voce delvento che soffiava tra i miei capelli e ilsonoro scricchiolio delle foglie secchead ogni mio movimento. Erano rumori in-soliti e quasi estranei per le mie orecchiediventate i miei occhi. Non riuscivo a ca-pire dove mi trovavo. Nessuno mi avevadetto che c'era un bosco vicino casa omi aveva avvertito di questo cambia-mento avvenuto proprio in piazza. Di au-tomobili, di persone nemmeno l'ombra.In preda al panico provai a chiedere se cifosse qualcuno. Una voce mi rispose.Era il silenzio. Feci un paio di passi masbattei contro qualcosa che mi scara-ventò a terra. Accovacciata tastai con lemani alla ricerca di quella cosa. Mi ritro-vai ai piedi di un albero massiccio. Se-detti ai suoi piedi con la schiena appog-giata al tronco. D'un tratto sentii piange-re alle mie spalle, domandai chi fosse e

il motivo di quel pianto, maottenni un'insolita risposta:"Sono l'albero sul quale seiappoggiata."proseguì "daquando ero un piccolo ramo-scello insignificante mi ritro-vai con un dono alquantostrano e insopportabile perme che sono albero: la vista.Con tutto il rispetto nei tuoiconfronti, non sai quanto ilmondo a volte può esserebrutto proprio a causa deituoi simili. Ho visto ogni sor-ta di cambiamento: il mondo è andato dimale in peggio. È brutto se si è impoten-ti come me. Invece, quando ascolti i ru-mori vedi il mondo da un'altra prospetti-va, quella del suono e dell'immaginazio-

ne. È vero che gli occhisono lo specchio dell'a-nima ma non sempre sipuò capire il linguaggiodi questi, talvolta del tut-to indecifrabile. Se ac-cetteresti uno scambio tidonerei volentieri la vi-sta a patto che tu mi diail tuo acuto senso dell'u-dito". Accettai senza ri-flettere su ciò che miaveva anticipato. Appe-na riaprii gli occhi mi ri-

trovai a casa. Non capii nulla e, da quelgiorno, vado alla ricerca di quel boscoper riavere indietro il mio udito, i mieivecchi occhi, che mi fecero tanto amarela vita.

La gioia di ascolt areDi Lillo Maddalena da Vitulazio - Racconto breve

Per trascorrere il tempo libero tra persone amiche e simp aticheLargo Santella - Bellona (CE)

Calamitata davanti al televi-sore ritorno commossa allamia gioventù, è in onda "Lastoria siamo noi" che rivisitala metà degli anni settan-ta…ho un debito di ricono-scimento con me stessa econ la generazione di femmi-niste, con le quali mi sonotrovata a scendere in piazza,per la cancellazione del Sog-getto Sessuato e per il desiderio dellanecessità di esistere in quanto perso-na…cerco emozionata, nella folla delprogramma volti da riconoscere, acca-rezzo la memoria dei ricordi e, riportan-do il tutto al presente penso: sono unadonna over 40 che credeva di dovercontinuare la lotta affinché vi siano sem-pre pari opportunità, sia nel pubblico chenel privato, nonostante la differenza digenere femminile-maschile. Purtroppograzie al dilagare mediatico di veline, po-liticanti confuse, exort ecc. l'immaginarioritorna alla visione dualistica della fem-

Il coraggio della donna è dire tutto quello che ha il coraggio di fare…

D.ssa Ersilia Altieri - Collaboratrice da Capua

mina: DonnaMadonna angelodel focolare, DonnaEva oggettoda esporre nella sua sola fisici-tà, per intrattenimento coreo-grafico e non solo!!! Insomma,dopo un trentennio, vi è la ne-cessità di dover ancora ricorda-re che noi siamo Parola e Cor-po, Ragione e Vita. Carissimetermino, ad ogni modo, con leparole dell'illustre al Femminile,

Rita Levi-Montalcini, che descrive unpercorso organico per realizzare l'altrametà del mondo, la carta vincente del fu-turo… gli studi scientifici sulla plasticitàneuronale e sulla peculiarità tipicamentefemminile di essere duttile, pongono ladonna al vertice della piramide della rea-lizzazione umana. Perché il futuro dellapiramide, continua Rita Levi-Montalcini,dipende dalla possibilità di dare a tutte ledonne l'accesso, all'istruzione e alla lea-dership. E' alla donna, infatti, che spettail compito più arduo, ma più costruttivo,di inventare e gestire la pace.

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I Papi seppelliti in S. Pietro Franco Valeriani - Giornalista - Collaboratore da Bellona

Molti pontefici riposano accanto a S:Pietro e dei 264, 147 riposano nellecripte della Basilica Vaticana. Le crip-te sono come un'ampia chiesa a trenavate e sei altari. Il primo papa che riposa nella Basilicaè S. Pietro. Fra i 147 citiamo: S. Leo-ne Magno (440/461) che affrontò Atti-la convincendolo a porre fine alla suaopera devastatrice. S. Gregorio Ma-gno (590/604) che segnò il camminodei secoli. Bonifacio VIII (BenedettoCaetani nato ad Anagni il 1235) papadal 1294 al 1303. Nel 1300 indisse ilprimo Giubileo. E' ricordato per lo"Schiaffo di Anagni" che nel 1303 rice-vette dal francese Gugliemo Nogaretalla presenza del nobile Sciarra Co-lonna. Bonifacio VIII l'11 Ottobre 1303fu seppellito in S. Pietro nella cappel-la Caetani. Quando fu edificata lanuova Basilica, la cappella fu abbattu-ta e le spoglie furono traslate nellegrotte vaticane dove tuttora riposano.Bonifacio VIII concepì l'idea di unachiesa gerarchica dominatrice delmondo, una idea che gli creò molti av-versari. S. Gregorio Magno affermò:

"Fra le tante colpe attribuitegli, la piùgrave fu quella di non essere stato"Servus Servorum Dei" (il Servo deiServi di Dio). Sisto IV (1471/1484),Francesco della Rovere, che fece co-struire la Cappella Sistina. GregorioXIII (1572/1585), Ugo Boncompagni,che riformò il calendario. Innocenzo XI(1676/1689), Benedetto Odescalchi,acerrimo avversario del Re Luigi XIV.Pio VII (1800/1823), Barnaba Chiara-monti, che affrontò Napoleone per fer-mare le sue mire espansionistiche ed icontinui furti di opere d'arte italiane.San Pio X (1903/1914) che stabilì laComunione dei bambini. BenedettoXV (1914/1922), Giacomo Della Chie-sa, che tentò di porsi tra i contendenti

della Prima Guerra Mondiale per evi-tare morte e distruzioni. Pio XI(1922/1939), Achille Ratti, che nel1929 firmò il Concordato tra lo StatoItaliano e la Chiesa. Pio XII(1939/1958), Eugenio Pacelli, che ini-ziò la riforma liturgica. Giovanni XXIII(1958/1963), Angelo Roncalli, il papadel Concilio Vaticano II. Paolo VI(1963/1978), Giovan Battista Montini,che concluse il Concilio Vaticano II.Giovanni Paolo I (1978) che nei 33giorni di pontificato illuminò il mondocon il sorriso. La mattina del 29 set-tembre 1978 fu trovato morto con inmano il libro "Le imitazioni di Cristo". Imedici attestarono che era morto ilgiorno prima alle ore 23, colpito da in-farto. Qualche giornale riportò che la suamorte fu causata da avvelenamento!Giovanni Paolo II, (1978/2005) KarolWojtyla, ha viaggiato in tutto il mondoper diffondere la parola del Vangelo,familiarizzava con tutti: indossava ilcappello degli alpini quando incontra-va le "Penne nere", il sombrero tra iMessicani o il copricapo di piume mul-ticolori dei guerrieri Masai in Kenia. ACastelgandolfo cantava con i giovanie faceva girotondo con loro intorno aifalò o abbracciava un bimbo alzando-lo al Cielo. Alle ore 21,37 del 2 aprile2005 Giovanni Paolo II lasciava que-sto mondo.

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Alcuni lo chiamano “Kenil rosso” per il fervido in-teresse verso il mondodei lavoratori sottopagati;come se stare dalla partedei proletari disagiati siada inserire nel noverodelle critiche dottrinali.Ken Loach, regista ingle-

se, da sempre attento alle crepe sociali,con questo film sofferma l’obiettivo sullarealtà degli immigrati provenienti daiPaesi dell’est che, con la loro visioneutopistica dell’occidente, vengono a cer-care condizioni migliori e un po’ di spic-cioli per sopravvivere. Al centro dellastoria è la londinese Angie, una trenten-ne con un figlio a carico dei nonni che vi-ve con l’amica Rose; lavora per un’a-genzia di collocamento reclutando po-tenziali lavoratori nei paesi orientali, fin-ché viene licenziata per essersi rifiutatadi soddisfare le avances di alcuni colle-ghi. Da sempre nel circuito del lavoro in-terinale e stanca di essere una precaria,decide di mettersi dall’altra parte dellabarricata aprendo una propria agenziainsieme a Rose. Il progetto parte con de-terminazione e intenzioni altruistiche,per dare possibilità lavorative alle mi-gliaia di immigrati che si sradicano dallaloro arida terra d’origine. Un’azione di ri-

valsa con inten-to bonario cheevolve in me-dias res, quan-do il meccani-smo capitalisti-co sovrasta conla legge delprofitto; Angiediventa padro-ne egoista einaffidabile, unasfruttatrice deiprecari, una maestra dell’illegalità che siarricchisce con le fatiche non retribuitedei clandestini. Angie e Rose agiscono inuno spazio multietnico di fame e speran-ze, inserendosi nella perversione socialedel capitalismo. Tutto è dinamico, comela circolazione del danaro, come il lavo-ro dei soldati dell’industria. Il film è am-bientato a Londra ma ovunque approda-no flussi intensi di migranti che si dirigo-no verso l’occidente idealizzato non con-forme al reale stato delle cose; vengonoa farsi trattare da schiavi per soddisfarel’ingordigia economi-ca dei padroni. È l’at-tuale sistema che lopermette, la rigidaburocrazia dei per-messi di soggiorno edei contratti a termi-ne fomenta la gerar-chia del lavoro doveal picco presiede ilcapo che non adem-pie all’obbligazionedelle paghe, e nonsolo con i clandestini.Angie è un mostrodell’imprenditoria ille-gale, il prodotto diquesta società di cuiLoach critica glischemi restando invi-sibile; difatti, losguardo critico delregista si mimetizzacon quello dello spet-tatore che segue l’a-

scesa negativa dell’eroina. La trama for-te, con una sceneggiatura incisiva senzaretorica, presenta uno schema circolare,in cui il luogo dell’incipit è lo stesso del-l’epilogo: l’ufficio di collocamento, un am-biente grigio selettivo, dove anche chi hauna qualifica è allo sbando e si svendeper essere svenduto. Sembra non esser-ci soluzione o, l’unica, è conformarsi alprincipio “bellum omnium contra omnes”.Il padre di Angie è un ex operaio sinda-calista che disapprova le modalità lavo-rative della figlia; sembra di essere tor-nati ai vecchi tempi, dice; o a tempi an-cora più remoti di almeno due secoli,quando Marx descriveva: “Masse di ope-rai agglomerate nelle fabbriche vengonoorganizzate come altrettanti reggimenti… Questo dispotismo è tanto più me-schino, odioso, esasperante, quanto piùpalesemente esso proclama come suofine il guadagno”. Ken Loach parla deldramma dei clandestini e della nuovaforma di sfruttamento nel mondo globa-lizzato. C’è un’urgenza sociale, in questomondo libero … di essere spietato.

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Torna il vecchio orarioper la visit a fiscale

Torna l'orario di reperibilità perla visita fiscale degli statali inmalattia: dalle10 alle12 e dalle17 alle 19, e non più dalle 8 al-le 13 e dalle 14 alle 20. I di-pendenti pubblici, quindi, do-vranno farsi trovare a casa dalmedico nello stesso orario deicolleghi del settore privato.

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Il Museo teatrale alla ScalaPagina a cura della Maestra Cecilia D'Iorio - Musicista - collaboratrice da Giano Vetusto

Il Museo Teatrale allaScala fu progettatodall'architetto Giusep-pe Piermarini, cosìcome il Teatro dove siattenne a criteri dimassima funzionalitàcon spazi accessoriper botteghe, sale da

pranzo e da gioco, un'adeguata dota-zione tecnologica per il palcoscenico.La scelta innovativa della forma a ferrodi cavallo per la sala, era ritenuta all'e-poca la migliore per l'acustica. Il Museooltre ad essere un luogo d'incontro peril grande pubblico, continua a rappre-sentare un punto di riferimento per gliappassionati dell'Opera, per gli studio-si e per l'educazione musicale dellenuove generazioni che possono usu-fruire di visite didattiche animate dapersonale specializzato. Il Museo Tea-trale alla Scala ritrae la vita del Teatroattraverso un'ampia collezione di stru-

menti musicali, ritratti, busti e di docu-menti dedicati e appartenuti ai grandimusicisti della storia da Giuseppe Ver-di ad Arturo Toscanini. Tra gli strumenti musicali c'è il fortepia-no di Sommer appartenuto a Verdi euna rara spinetta del '600 con una

scritta ammonitrice sopra la tastierache dice a chiunque s'avvicini "Manoinesperta non mi toccare". Questo stru-mento riserva un'altra preziosità: il co-perchio della cassa fu dipinto nel 1669da Angelo Solimena, grande pittore sa-lernitano. Il Museo ospita anche la biblioteca Li-via Simoni, che è una tra le più signifi-cative biblioteche teatrali esistenti chesi è arricchita nel corso degli anni dalasciti e donazioni, vantando oggi unpatrimonio di 140.000 volumi. I visitatori possono ammirare la saladel teatro da opportuni affacci dei pal-chi e possono, attraverso speciali per-corsi guidati, vedere la "macchina" delpalcoscenico impegnata nella costru-zione degli spettacoli. Il percorso museale è infine arricchitoda Mostre temporanee legate alla pro-grammazione degli spettacoli scaligerie ai protagonisti della storia del Teatroalla Scala.

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Deborah Zona trionfa a Ragazza Cinema Ok 2009La bellissima Deborah Zona si è classificata prima al ConcorsoNazionale Ragazza Cinema Ok 2009, tenutosi a Giano Vetustoil 30 Agosto presso il Bar El Brazil. Deborah ha intrapreso lastrada nel mondo della moda con tanto entusiasmo partecipan-do a numerosi concorsi nazionali di bellezza, ottenendo semprericonoscimenti e meriti dalle varie giurie. Questa vittoria saràun trampolino di lancio che la condurrà ancora di più al suc-cesso sia nel campo della moda che in quello televisivo. Ilmondo dello spettacolo è un qualcosa che ti travolge dandotante soddisfazioni. Per un artista raggiungere la stella del suc-cesso è la cosa più bella che c'è e Deborah di sicuro la rag-giungerà. È proprio il caso di dire: "La bellezza è un talento", elei di bellezza ne ha tanta. Congratulazioni. Anche l’Associazione Dea Sport Onlus di Bellona rivolge i piùaffettuosi auguri alla bellissima Deborah per i lusinghieri risul-tati che sta ottenendo nel difficilissimo mondo della moda. De-borah: Ad Maiora.

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Uomini: istruzioni per l'usoDott.ssa Simona Patierno - Lingue e Letterature Straniere - Collaboratrice da Vitulazio

Quante volte ve lo sa-rete chiesto: ma checos'hanno davvero intesta gli uomini? Ben-ché negli ultimi vent'an-ni siano cambiate mol-te cose nelle relazionitra i sessi, la mentemaschile rappresenta

ancora un territorio sconosciuto in cui ledonne si sentono pioniere che branco-lano nel buio! Negli ultimi quarant'anniabbiamo vissuto celebrando il mito del-la “parità tra i sessi” come grande ere-dità del femminismo, ma abbiamo tra-scurato l'idea che uomo e donna sianodue generi diversi non solo per anato-mia, ma anche e soprattutto perchèguardano il mondo da angolazioni di-verse e parlano una lingua diversa. Ledonne sono maestre nel gioco delle al-lusioni: accenni velati, messaggi in co-dice, perifrasi, tutte modalità che l'uni-verso femminile ha fatto proprie, sce-gliendo una forma di comunicazioneche nemmeno lontanamente arriva allamente di un uomo. Perchè? Perché

l'uomo è un esseresemplice, pragmati-co che prende glieventi per il suo valo-re nominale. Dettoquesto, care lettrici,guardate al vostro luiin un ottica diversa:potrebbe essere l'uo-mo della vostra vita,ma per saperlo do-vete parlare la sualingua, altrimenti il rischio di fraintendi-mento è davvero alto. Le allusioni pos-sono funzionare, probabilmente vale lapena fare un tentativo, ma sappiate finda principio che le probabilità sono avostro sfavore; piuttosto parlate fuoridai denti, in modo diretto, forse ne se-guirà una discussione, un litigio accalo-rato... ma sempre meglio che della co-sternazione che si crea quando ci silancia in supposizioni che si rivelano to-talmente fuori strada... solo perchè luinon aveva colto l'allusione! Il modo piùefficace per superare la barriera lingui-stica è dire agli uomini che cosa ci si

aspetta fin da subito, senza gesti astutie sottili, ma solo manifestando i propribisogni. Una volta chiarita la vostra po-sizione, iniziate ad osservare le sueazioni. Ora starete pensando “Perchénon mi dice cosa prova?”. Semplice,perché lui non dice, lui agisce! Quindi ilsuo codice comunicativo prende formae si manifesta con l'azione. Dire una co-sa e poi farne un'altra è caratteristicodegli uomini, ma tra le due cose, quellache non mente è l'azione! Uscite a berequalcosa, mentre state parlando luipoggia la schiena allo schienale dellasedia e incrocia le mani dietro la nuca:nulla di fatto, ragazze, voltate pagina,non lo avete conquistato! Situazione in-versa: siete in un locale piuttosto affol-lato, lui non vi degna nemmeno di unosguardo e allora pensate che non si in-teressi a voi. Aspettate! Prima di averformulato questo pensiero avete prova-to a guardare i suoi piedi? Sono punta-ti verso di voi? Avete fatto centro! Nonchiedetemi perchè sono così semplice-mente complicati, fatto sta che ci at-traggono tanto... forse perchè in ognu-na di noi alberga uno spirito da croce-rossina!Grazie, Simona per aver scelto di farparte della Nostra Grande Famiglia.Con te siamo in 150. Chi lo avrebbe maicreduto! Neppure i nostri più accanitisostenitori immaginavano che in menodi tre anni fossimo riusciti ad interessa-re tanti Professionisti orgogliosi di Col-laborare. Francesco Falco

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Quando la Parolaccia è d'obbligoDott.ssa Miriam D’Aiello - Collaboratrice da Vitulazio

"A stonzo ammaz-za quanto sei brut-to, che te porto?"Siamo alla Paro-laccia, ristorante ti-pico romano in zo-na Trastevere, equesta è l'acco-

glienza tipica fatta di insulti e paro-lacce (da qui il nome del locale) chene ha decretato il successo. Meta dipellegrinaggi di curiosi è un'osteriamolto spartana dove vige la regola:il cliente NON HA MAI RAGIONE!Chi non lo ricorda il film "Fracchia labelva umana" dove il ristorante vie-ne ribattezzato "Da Sergio e Brunogli incivili" e dove due vivaci came-rieri dedicano la canzone tipica dellocale al Commissario Auricchio (Li-no Banfi). Bè anche io, devo ammet-terlo, ci sono caduta festeggiando ilmio ventiduesimo compleanno pro-prio in questo luogo così goliardicodove già il nome è tutto un program-ma! Si entra verso le 21,00, appenasi varca la soglia è la "fine", nel sen-so buono: è una sfida all'ultima paro-laccia, tovaglioli volanti, discorsi so-pra le righe e parodie di canzoni.

Nessuno si illuda di non essere co-involto almeno una volta! Ci si acco-moda appena si trova uno spiraglio,anche in tavoli già occupati da 5 o 7persone. Inizia poi una cena-spetta-colo in cui i camerieri servono piattitipici conditi con "coloriti" apprezza-menti oppure offese. Un pianista eun insolito animatore intonano stor-nelli vernacolari romani e se sei tu ilpiù sbeffeggiato quella sera, un con-siglio: meglio non rispondere, in-goiare la "parolaccia amara" pren-dendola con ironia! Per farla breve: PREGI: Si tratta di un posto unicoche desta curiosità. Se siete in co-mitiva e avete voglia di una seratagiocosa è il posto giusto!

DIFETTI: Se siete timidoni, suscetti-bili alle offese o non siete dell'umoreadatto lasciate perdere! Senza dub-bio è un luogo caratteristico, e certonon è da frequentare assiduamente,anche perché il repertorio è ripetitivoe farsi prendere ogni volta per i fon-delli, a suon di offese, farebbe infu-riare anche il Dalai Lama… Ma almeno una volta nella vita èd'obbligo!

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Diamo un prezzoalle emozioni

Tutto può avere un prezzo, persino ilsentirsi dire "ti amo". E' la convinzio-ne che ha ispirato gli autori di un li-bro, pubblicato nel Regno Unito, iquali hanno cercato di calcolare intermini economici, il valore di alcuneemozioni e stati d'animo. Gli esperti della Brainjuicer hannoselezionato mille persone, alle qualiè stato chiesto di assegnare un votoa 50 momenti della propria vita conesiti sorprendenti.Al primo posto c'è sempre la salute,del resto come si dice: quando c'è lasalute c'è tutto. Infatti con un valoreeconomico di circa 207 mila euro,c'è la sensazione che proviamoquando ci viene detto che godiamodi buona salute e che non soffriamodi nessuna malattia. Al secondo posto c'è l'amore, il sen-tirsi dire "ti amo", ha un valore sti-mabile in circa 188 mila euro. Vivere una relazione stabile si piaz-za al terzo posto con poco più di178mila euro.

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Corse all'Universitàper prenotare gliesami, all'agenziaper ritirare i bigliettidell'aereo, in libreriaper comprare quelromanzo tanto atte-so, alla posta peracquistare un fran-

cobollo. Ora non più, basta un click perrisolvere tutto. Comodamente sedutopartecipi ad un'asta, controlli le ultimenotizie, parli con un amico lontano. Ono-re a Timothy John Berners-Lee e RobertCailliau, nomi sconosciuti a molti, ai qua-li dobbiamo la nascita del World WideWeb (quel "www" che anteponiamo adogni indirizzo). Insomma, papà legittimidi Internet, che non hanno esitato a ven-dere il loro "figlio dalle digitazioni d'oro",è il caso di dirlo. Per loro, tanto guadagno. Ma per noi…chissà. Nessun dubbio circa l'utilità delweb. Proprio questa facilità di contattare,raggiungere, comprare, sapere, inviareè diventata una pericolosa frenesia.Computer perennemente acceso, per-ché, multifunzionale, emana luce (via le

lampadine!), permet-te di vedere film (viala tv!), dispone di unfoglio dove è più fa-cile scrivere e can-cellare (via la carta!),riproduce musica(via lo stereo!). Msnsempre connesso,perché in ogni mo-mento si deve averela possibilità di ag-giornare gli amici de-gli ultimi avvenimenti del tragitto scuola-casa o scrivania-letto. Enciclopedia e di-zionario obsoleti: google ti facilita anchela ricerca della parola. E, non soddisfat-ti, tutti iscritti su facebook per dire defini-tivamente addio alla privacy. Forse, tra i tanti vantaggi, dovrebbe farpensare l'apertura di una clinica a Seatt-le per guarire da questa moderna tossi-codipendenza, ignorata ma non menopericolosa. Altro che pomo della discor-dia di Paride! Oggi, ad alterare gli umo-ri, basta che vada via la corrente duran-te una conversazione importante, la ste-sura di una tesina, il caricamento di un

video. Altro che alzarsi con il piede sba-gliato, basta l'assenza di connessione arenderci intrattabili. La giornata diventainterminabile e ci si chiede con stuporecome si impiegasse il tempo prima diquesta vita informatica. E piuttosto che fare altro, si verifica, conuna frequenza di dieci minuti, la connes-sione. Insomma, vera e propria prigionia.Ma anche volendo iniziare una terapia"antipc", appena possibile, si dà un'oc-chiata alla casella postale, all'aggiorna-mento del profilo, al sito preferito. Tra itanti web maniaci, c'è poi chi, soprattuttooltre i quaranta, si sta appena abituandoal cellulare ed è ben lontano dall'appren-dere, e dal voler apprendere, le funzio-nalità del computer. Di conseguenza, re-legati dal mondo attuale. Sorprendente-mente, tra chi ha le dita incollate alla ta-stiera e chi crede che si possa navigaresolo in mezzo al mare, c'è ancora qual-che superstite che si alza la mattinaascoltando la radio, beve il caffè leggen-do il giornale (di carta!), passeggia por-tando in giro il cane (non quello virtuale)e volentieri si ferma a parlare per stradacon vecchie conoscenze. E non disprez-za una visita su "google maps", ma viag-gia appena ne ha l'occasione. Assolutamente essere al passo con itempi e sfruttare le nuove tecnologie,senza confondere, però, la vita virtualeda quella reale. Provare a staccarsi dalloschermo non costa nulla… potremmo(ri)scoprire un World Wide per cui il filointernet serve a ben poco.

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Troppo webSabrina Cicala - Collaboratrice da Caserta

Verifica straordinaria per gli ascensori Il primo settembre è entrato in vigore il decreto del Ministro per lo sviluppo econo-mico sulle nuove regole per migliorare la scurezza degli ascensori, pubblicato sullaGazzetta Ufficiale n.189 del 17 agosto 2009. L'obiettivo è quello di adeguare allostesso livello di sicurezza tutti gli ascensori in uso sul territorio italiano, molti dei qua-li obsoleti. In pratica, nel giro di cinque anni a partire dal primo settembre tutti gli im-pianti installati entro il 24 giugno 1999 dovranno essere sottoposti ad un'analisi deirischi. Il mancato adeguamento a tali misure comporterà l'impossibilità di tenere inuso l'impianto. I destinatari dell'obbligo sono i proprietari degli impianti, amministra-tori, associazioni di piccoli proprietari immobiliari; imprese che effettuano manuten-zione, riparazione e ammodernamento di ascensori; ASL e Ispettorato del lavoro. IlProvvedimento classifica le varie situazioni pericolose e fornisce azioni correttiveche migliorino progressivamente e selettivamente la sicurezza di tutti gli ascensoriesistenti. Elenca inoltre i rischi di livello (alto, medio e basso). Per valutare la situa-zione di rischio, sulla base delle norme di buona tecnica più recenti si deve richie-dere e concordare una verifica straordinaria dell'impianto. La verifica va fatta: entroil 1 settembre 2011 per gli ascensori installati prima del 15 novembre 1964; entro il1 settembre 2012 per gli ascensori installati prima del 24 ottobre 1979; entro il 1 set-tembre 2013 per gli ascensori installati prima del 9 aprile 1991; entro il 1 settembre2014 per gli ascensori installati prima del 24 giugno 1999.

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Tanti gli studiosiche si sono occu-pati di comunica-zione. Sicuramen-te i principali daprendere come ri-ferimento sonoHarold Innis (foto)e Marshall McLu-

han. La storia della comunicazionesi può suddividere in quattro grandiepoche: oralità, scrittura alfabetica,stampa, mezzi elettrici ed elettronici.Questa suddivisione non deve farpensare che un'epoca abbia sostitui-to un'altra. Una delle grandi caratte-ristiche della comunicazione, infatti,è che i diversi mezzi possono coesi-stere e un mezzo non sostituisce unaltro. Basti pensare al periodo stori-co che stiamo vivendo: siamo lette-ralmente sommersi da qualsiasi dia-voleria tecnologica ma questo nonimpedisce che l'oralità continui adessere utilizzata per tramandare neltempo le conoscenze. Innis davamolta importanza alle caratteristichedella comunicazione orale, in parti-colar modo alla memoria e l'esisten-za della comunità. Esiste un legamefortissimo tra comunità e oralità, tan-to che McLuhan parla di trasmissio-ne orale come tribalismo, ovvero uninsieme di persone che non hannoancora coscienza dell'individualità.

La scrittura, al contrariodell'oralità non richiedecontatto fisico, il faccia afaccia, l'appartenenza co-mune a una tribù. Nellaconcezione di McLuhan, ilpassaggio da oralità ascrittura determina il pas-saggio da orecchio a oc-chio facendo della razio-nalità lo strumento intel-lettivo fondamentale perla comunicazione. Ma l'avvento del-la stampa determinerebbe anche larottura del tribalismo cioè il progres-sivo isolamento degli individui, co-scienti della loro individualità. Conl'invenzione della stampa da parte diGutenberg, nel 1455, si è assistito atre grandi modificazioni: nella produ-zione, passando dalla pergamenaalla carta; nella distribuzione, che hapermesso di rendere accessibile a

tutti l'acquisto di libri e nelconsumo, sancendo lanascita del pubblico inte-so come un insieme ditanti individui sganciatodal rapporto "faccia a fac-cia". Innis, fortemente in-fluenzato dalla Teoria del-la Relatività di Einstein,sosteneva che la conce-zione di spazio e tempomutano in base alle espe-

rienze della gente. Il primo segno direlatività è dato dai tempi della co-municazione; tutto ciò che è accele-razione dei tempi di comunicazionedeterminerebbe una contrazionedella percezione di spazio. In "Impe-ro e Comunicazioni" Innis sostieneche tanto più il mondo viene "rimpic-ciolito", perché unito dalla comunica-zione, tanto più forti sono i poteri dichi può controllarla.

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La storia di un'antica pergamenaRag. Vittorio Ricciardi - Collaboratore da Pignataro Maggiore

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Tra le vecchie cosedi casa, una cornice,in un vano terranno,conteneva una colo-ratissima pergamenaingiallita dal tempo.L'aspetto denuncia-va la vetustà del ma-nufatto alla cui vista

gli abitanti la casa erano abituati dallanascita tanto da non mostrare più perl'oggetto particolare attenzione. Erachiaramente una errata impressione eciò venne fuori dalle continue sollecita-zioni per sapere cos'era, da dove veni-va, quanti anni aveva, per chi era statacreata. Trattavasi, in effetti, di un anticocaro ricordo di famiglia legato alla ricor-renza della prima Messa di un frate fran-cescano: Padre Giocondo, al secoloBernardino Vito, nato a Pignataro Mag-giore il 31 di luglio del 1870. Da ciò l'in-put per saperne di più, la curiosità di co-noscere il legame familiare, la vita ed

ogni possibi-le notizia sulfrate. Lapergamena,dalle dimen-sioni 50 x70, era statap r e p a r a t amirabilmen-te, per la ri-c o r r e n z a ,dal fratello diPadre Gio-condo an-che questi francescano: Padre Emilio, alsecolo Giovanni Vito, nato a PignataroMaggiore il 7 aprile 1873. I due fratelliappartenenti ad una famiglia di sei figliavevano scelto la vita francescana chia-mati da Dio a questa missione, educatialla fede ed alla morale dai genitori. Igenitori Vito Diego e Palmesano Maria-francesca abitavano il Via Alvino di que-sto Comune, ora Via Municipio. Padre

Emilio, più giovane d'età, aveva disegna-to di proprio pugno la pergamena augu-rale pel fratello componendo e riportandosulla stessa un inno d'amore e di fede,che si trascrive in chiaro, nonché il pen-tagramma musicale del motivetto relati-vo:

Salve, mio nobile, dolce fratelloUn dì più fulgido sorge per te:Dell'orbe i popoli, Unto novelloTra il gaudio inchinansi oggi al tuo pié.

Di gigli candidi, di vago alloro,La fronte nobile t'ornano ognor,E lieto un cantico sull'arpe d'oroAll'etra innalzano cantando Amor.

Tra mille nugole d'incenso eletto,Tra mille cantici d'amor di féAll'ara splendida con santo affettoT'appressi, oh giubilo, !..del Sommo Re

A Lui che assidesi sull'alte sfereOffri la vittima che ugual non ha,E delle altissime celesti schiereSovra te attonito il guardo sta.

Di Cristo ah!... mirala la sacra SposaLieta del giubilo di questo dìTra gl'inni e i cantici con alma rosaLe trecce morbide oggi abbellì.

Tra i dolci palpitiTra il lieto affettoDell'almo e fervidoMaterno cor:

Sul fronte candidoCon lieto aspettoIl bacio impressetiDi pace e amor.

Salve mio nobile, dolce fratelloUn dì più fulgido sorge per te:Dell'orbe i popoli Unto novelloTra il gaudio inchinansi oggi al tuo pié.

Non siamo capaci di trascrivere il moti-vetto musicale che, comunque, cerchia-mo di rendere visibile a lato. Segue

Prima parte

Antica pergamena

"Ma l'amore mio non muore"Concerto-spett acolo Daniele Sepe In tour dal 1 ottobre 2009

Si chiama "Ma l'amore mio nonmuore" il concerto-spettacoloche Daniele Sepe propone que-st'anno per la stagione inverna-le. Uno spettacolo dedicato allarilettura di un decennio, gli anni'70, che il nostro musicista havissuto in prima persona sia mu-sicalmente che politicamente (il primo di-sco "Tammurriata dell'Alfa Sud" del Grup-po Operaio 'E Zezi è del 1975, viene regi-strato da Sepe a soli 15 anni) e che vieneripercorso attraverso le musiche straordi-narie di quei tempi. Da Zappa a Jarrett,dagli Area ai Napoli Centrale, dagli SteleyDan ai Clash, ma anche dalle musiche diVictor Jara o Ivan Della Mea fino a (danon credere....) Claudio Baglioni. Non so-lo musica però, con la lettura di testi, re-censioni, articoli di riviste dell'epoca, conl'intento di far rivivere un po dell'odorespesso acre dei lacrimogeni di quegli an-ni e spiegare ai più giovani cosa sono sta-

ti. Uno spettacolo non celebrati-vo, anzi, ironico e spesso dol-ce/amaro come Sepe ci ha abi-tuati in questi anni. Con: AuliKokko, straordinaria cantantesvedese con Sepe da molti an-ni, ma anche insospettabile vo-ce solista dei Planet Funk e at-

trice con Peppe Barra. Piero De Asmun-dis, pianista, tastierista e compositore, au-tore di colonne sonore e collaboratore tragli altri di Lepoldo Mastelloni, Marco Zur-zolo e Antonio Onorato. Franco Giacoia,chitarrista gia collaboratore di EdoardoBennato, Audio 2, Eduardo De Crescen-zo, Roberto Vecchioni, Franco Battiato.Gigi De Rienzo, bassista e produttore benconosciuto, collaboratore da Musica Novaa James Senese, da Pino Daniele a Ire-ne Grandi e tantissimi altri. Lello Di Fen-za, batterista e percussionista, collabora-tore di diverse orchestre sinfoniche e delMaestro Roberto De Simone.

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La tradizione di Halloween è da attribui-re ai Celti. Questo popolo festeggiava lafine dell’estate con Samhain, il loro Ca-podanno. In gaelico Samhain significa"fine dell’estate" (Sam, estate, e Fuin). Asera tutti i focolari venivano spenti e ri-accesi dal "sacro falò" curato dai druidi aTlachtga, vicino alla reale collina di Tara.Il Cristianesimo con Sant’Odilone diCluny nel 1048 decise di indire la cele-brazione cattolica della commemorazio-ne dei defunti all’inizio di novembre al fi-ne di detronizzare il culto di Samhain.Quell’anno l’Ognissanti fu spostata dal13 maggio al 1 novembre per dare aiCristiani l’opportunità di ricordare tutti iSanti e, il giorno dopo, tutti i Cristiani de-funti (Commemorazione dei Defunti).Per questo nei paesi di lingua inglese lafesta Hallows Eve, si trasformò nel nome

attuale di Halloween.Usanza molto diffusaè d’intagliare zucchecon volti minacciosi eporvi una candela ac-cesa all’interno. Que-sta tradizione nascedall’idea che i defuntivaghino per la terracon fuochi in mano ecerchino di portarevia con sé i vivi (in realtà questi fuochisono fuochi fatui, causati dalla materia indecomposizione sulle sponde delle palu-di); è bene quindi che i vivi si muniscanodi una faccia orripilante con un lumedentro per ingannare i morti. Questausanza fa riferimento anche alle streghe,che, nei tempi più remoti, venivano bru-ciate sui roghi o impiccate; infatti, oggi si

pensa che queste vaghinonell’oscurità della notte per ri-vendicare la loro morte e neapprofittino per usare il loropotere nel giorno di Hallo-ween, quando quest’ultimoaumenta in misura maggiorerispetto alla loro normaleparanormalità. L’usanza è ti-picamente statunitense, maprobabilmente deriva da tra-

dizioni importate da immigrati europei:l’uso della zucca, di fantocci rappresen-tanti streghe e di rape vuote illuminate, èdocumentato anche in alcune località delPiemonte, della Campania, del Friuli (do-ve si chiamano Crepis o Musons), dell’E-milia Romagna, dell’alto Lazio e della To-scana, dove la zucca svuotata era notanella cultura contadina con il nome di"zozzo". Anche in varie località della Sar-degna la notte della Commemorazionedei Defunti si svolgono riti che hannostrettamente similitudini con la tipica fe-sta di Halloween d’oltreoceano. Nel pae-se di Pattada si incidono le zucche e al-l’interno viene accesa una candela, in al-tri paesi si svolge il rito delle "is Animed-das" (le streghe), del "Su bene 'e is ani-mas", o del "su mortu mortu", dove ibambini travestiti bussano alle portechiedendo doni con la rituale formula"trick or treat" (dolcetto o scherzetto). Laleggenda narra anche di un ragazzo"Jack-o’-lantern", il quale compiva soloatti malvagi, e che, quando morì, diventòun fantasma vagando con una lanternaricavata dalla zucca illuminata.

La pillola divent a "bio”Dr. Alfonso Di Stasio - Farmacista - Collaboratore da Camigliano

(fonte http://snipurl.com/ryrcz) Arriva inItalia un nuovo con-traccettivo orale,presentato al con-gresso della Societàeuropea di ginecolo-gia, che per le sue

caratteristiche può essere conside-rato più "naturale" perché rilasciaestradiolo, lo stesso ormone prodot-to dal corpo femminile, e perché, do-po mezzo secolo di ricerche, è statosostituito il derivato sintetico conuna sostanza esattamente identica

a quella liberata normalmente dal-l'organismo. Klaira, il nome commer-ciale, agisce "con un mix a dosaggioflessibile di estradiolo valerato - haspiegato Franca Fruzzetti, ginecolo-ga dell'ospedale Santa Chiara di Pi-sa - e dienogest, un progestinico giàampiamente impiegato con succes-so per il suo potente effetto sull'en-dometrio". Ogni confezione è com-posta da 28 compresse: 26 a basedei due ormoni, più due placebo, co-sì da assicurare un'assunzione con-tinuativa e ridurre le dimenticanze."Sono disponibili dati clinici di sicu-rezza contraccettiva e tollerabilità intutte le fasce d'età fertile, dai 18 ai50 anni - ha evidenziato VincendoDe Leo, ginecologo dell'università diSiena - Inoltre, il 79% delle pazientiarruolate in uno studio di confronto,si dichiara soddisfatto di questo nuo-vo contraccettivo e l'aderenza al trat-tamento è risultatadel 97%". Il farma-co è disponibile dasettembre in 20Paesi europei. Sitrova da oggi nellefarmacie italianedopo il lancio, nel-le settimane scor-se, in Germania,Inghilterra e altriStati.

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Buon onomasticoIl 21 ottobre ricorre la festività di Sant’Or-sola. Auguri a quanti festeggiano l’onoma-stico in particolare a Orsola Rachiero daBellona. Gli auguri più affettuosi le giungo-no da tutti i parenti e gli amici. Un auguriospeciale da zio Gigino

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Noi non dimenticheremo ... Laura Ferrante - Giornalista - Collaboratrice da Caserta

Brillante affer-mazione deglia l l i e v idell’I.T.C. ”Fe-derico II” diCapua al con-corso organiz-zato dal Co-mune di Bello-na sulle stragiin Terra di La-voro. L’iniziati-va ha fatto re-gistrare lapartecipazio-ne di numero-se Scuole diogni ordine e grado della provincia diCaserta con lavori veramente molto inte-ressanti che hanno centrato in pieno gliobiettivi del concorso: coinvolgere i gio-vani in ricerche di vario tipo sulle stragiavvenute nel territorio Casertano nel cor-so della seconda guerra mondiale pernon dimenticare e per rafforzare in essiquei sentimenti di pace e di solidarietàche sono alla base della società civile.Gli studenti capuani hanno riportato ilprimo e il secondo premio nella sezione“Ricerca” ed il secondo premio nella se-zione “Arti figurative”. Alla cerimonia di premiazione gli allievidell’I.T.C. “Federico II” di Capua hannoricevuto parole di vivo apprezzamentodalla Dott.ssa Arianna Di Giovanni, As-sessore alla Cultura ed alla PubblicaIstruzione, che ha illustrato, tra l’altro, l’o-riginalità dei lavori realizzati.

Alla premiazione glistudenti erano ac-compagnati dal diri-gente scolasticoProf. Angelo Barba-to e dal Collaborato-re vicario Prof. Raf-faele Di Giacomo ol-tre che dai docentiche li hanno guidatinella preparazionedei lavori.

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Ciao zio V iolanteMercoledì 23 settembre 2009, Violan-te Di Cicco, all’età di 89 anni, è volatoin Cielo. La scomparsa di zio Violanteha lasciato nello sconforto più profon-do tutti i parenti che, uniti come sem-pre, non gli hanno fatto mancare l’ulti-mo saluto recandosi presso l’abitazio-ne in via Mezza Appia di Capua. Al ri-to funebre, celebrato nel Duomo diCapua, erano presenti molti Docentied Alunni del Liceo Garofano, Istitutodel quale è Dirigente Scolastico il Prof.Giovanni Di Cicco, figlio dello scom-parso. La vicinanza della nostra Reda-zione alla famiglia Di Cicco ed a colo-ro che hanno amato e continuerannoda amare zio Violante.

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CompleanniMaddalena Amodio da Bel -lona il giorno 20 ottobre fe -steggerà il compleanno,mentre Gennaro Rachiero,anch’egli da Bellona, il 24ottobre festeggerà il suo61° compleanno.Auguri da tutti i familiari edamici in primis dal loro co -gnato Gigino

San Leucio - Mostra d'arte contemporanea "Human Right s?"Fabiana Salerno - Collaboratrice da Bellona

Busti mutilati, sfregiati con macchie disangue e teste coperte, posti lungo lescale ci introducono nello spazio estesodi un mondo parallelo. Qui non c'è cen-sura, né limite, per una realtà destruttu-rata e ricomposta nell'equilibrio di formesinergiche, dove l'umanità iconografica eorganica invade in nome dei propri Dirit-ti. Una donna iraniana ha un occhio bru-ciato da acido solforico, e un burqa intor-no al capo lascia visibile l'intero volto sfi-gurato; grida la sua rabbia e non esistesharia che possa farla tacere (" Volevomettermi i pantaloni", Ivan Toninato). Dalcomplesso cronometrico si evince unamano metodica, la stessa precisione concui è ritratta un'altra donna con volto ab-bagliante e occhi tersi, racchiuso in unacornice dove la luce irrompe subordinan-do le ombre sottili; ha un segno sullafronte, un bersaglio: è "Nel mirino" (Clau-dia Bianchi) ed è consapevole di esser-lo. La luce centrale enfatizza il fascino ela forza dei dettagli accurati, distanti po-chi metri da immagini drammatiche: ma-ni legate su uno sfondo arancio, simbolodella Libertà arginata e sottratta; orme dipiedi che calpestano in un connubio cro-matico, nella sede condivisa con l'ango-scia tra spruzzi di rosso. Distesa di Bam-bini, l' innocenza perduta, gli abusi, l'in-quietudine; alcuni chiedono salvezza econforto, altri hanno smesso di giocare.Continuo il percorso e incontro altre don-

ne, "Mercati di Donne" di Simona Mo-strato, con corpi scuri in contrasto coidrappeggi chiari che scendono morbidi,e gli sguardi fermi, solenni infondono unforte impatto espressivo. Ancora donne,"Sans Paroles" di Antonella Iurilli Duha-mel; la figura centrale di una donna, inlontananza, inchiodata ad una croce im-mersa nel rogo incandescente, che si in-castra in due corpi tangenti, ai lati, ovoi-dali di dimensioni maggiori, quasi alli-neati alle pennellate delicate delle fiam-me; hanno il viso rivolto al loro pubblico,con la nudità, il castigo e lo strazio per laFemminilità violata. È un'immagine me-dievale calata nei luoghi postmoderni,dove tutto è statico eppure sembra muo-versi nel riverbero dei silenzi pittorici di

volti cancellati, di occhi chefissano e indagano; di animeperdute, come nel dipintodell'israeliana Naomi Fuks,"Lost Souls", cornice di figu-re scomposte in colori neutri,nervature tracciate in nerosui volti spenti e distanti chesembrano sparire, tra nega-zione ed empatia. Nel Mu-seo di San Leucio dominal'arte somatica, espressa in

un ensemble di stili eterogenei, in modu-li compositivi che contengono emblema-tici sodalizi di forme. Ogni opera è unastoria in cui realtà e suggestione si fon-dono nel gioco di complicità, di fruizionetra oggetti e osservatori; dipinti e instal-lazioni dichiarano l'urgenza e la necessi-tà di protezione, integrazione pacifica, fi-ne della pena e del delirio umano. Que-sto è il punto convergente, l'unico assio-ma concettuale nelle sintesi di lineecompenetranti e nella pienezza figurati-va. Complimenti a Roberto Ronca e De-bora Salardi, gli ideatori dell'evento "Hu-man Rights?" che ha avuto un immensoriscontro durante il mese espositivo;complimenti, soprattutto, ai 103 artistiche hanno preso parte.

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Ombre dal p assatoMarco Gigliofiorito - Collaboratore da Castrocielo (FR)

Chissà quante vol-te nella nostra vitaci siamo ritrovati agiocare per casocon la nostra om-bra riflessa su di unmuro; chissà quan-te volte abbiamo

cercato di modellare quelle formecon le mani, per riuscire a ricreareuna qualsivoglia figura; un cane cheabbaia, un'anatra starnazzante,un'aquila in volo. Eppure quello chea noi sembra un semplice gioco, è in

realtà una ve-ra e propriaarte nata se-coli e secoliaddietro, nellontano orien-te. Allora c'e-rano dei veri epropri teatriniambulanti chemettevano inscena spetta-coli utilizzan-do semplicemente le ombre. Esse

venivano proiettate sudi uno schermo bian-co, create dall'intrecciodelle mani o da stampifatti prima di legno,successivamente dicuoio. Ovviamente esi-ste anche una leggen-da che narra la miticanascita di questa parti-colare forma di arte.Per consolare l'impe-ratore cinese Wudi,

vissuto tra il 140 e l'85 a.C., dopo lamorte della sua compagna i suoiservi pensarono di creare uno stam-po di legno somigliante alla donna edi proiettarne l'ombra su di una pa-rete; il sovrano, vedendo la sagomadella defunta signora poté così sen-tirsi risollevato, immaginando diaverla sempre accanto a sé. Ro-mantiche leggende a parte, le cosid-dette ombre cinesi, provenienti dal-l'antica arte teatrale orientale, si so-no poi diffuse in tutto il mondo. Esi-stono oggi spettacoli di teatro realiz-zati esclusivamente con le ombre esoprattutto con la fantasia di attoriprofessionisti, che riescono a creareforme bizzarre e incredibili, capaci distupire con la loro abilità anche il piùscettico e freddo spettatore.

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Risotto agli OGM? No grazieFederica Ferraio Responsabile campagna OGM Greenpeace Italia

Cari cyberattivisti,stavolt a la minaccia potrebbearrivare nei nostri piatti, col -pendo uno degli alimenti baseal mondo, il riso. La Bayer – gi -gante tedesco della chimica -sta tentando di vendere a di -versi p aesi una varietà di risogeneticamente modificato re -sistente a un erbicida. Il risodella Bayer - chiamato LL62 - èstato modificato geneticamente perresistere a forti dosi di glufosinato,un erbicida irrorato nelle risaie pereliminare diverse varietà di erbe in -festanti. Il glufosinato è ritenuto così perico -loso per gli esseri umani e l’ambien -te che presto verrà viet ato in Euro -pa, secondo quanto recentementestabilito dalla legislazione europea. Al momento il riso Ogm esiste solonei campi speriment ali. Non è colti -vato a livello commerciale in nes -sun p aese nel mondo. Nelle prossime settimane, però, l’Uedeciderà se questo riso genetica -mente modificato potrà entrare neipaesi europei, comp arire sugli scaf -

fali dei supermer -cati e finire nei no -stri piatti. L ’Italia, alivello europeo, è ilprincip ale produt -tore di riso e diprodotti biologici.Non lasciamo chegli OGM minaccinoil nostro cibo, lanostra agricoltura

e il nostro ambiente! Firmate anchevoi la petizione e aiut ateci a diffon -derla.Grazie mille e a presto!

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Il dono della vite: il vino principe della t avolaDr.ssa Angela Izzo - Collaboratrice da Calvi Risorta

Presso tutti i popolidell’antichità il vinoera ritenuto il sim-bolo (insieme all’o-lio) della ricchezza.Già seimila anni fa,i Sumeri simboleg-giavano, con unafoglia di vite, l’esi-

stenza umana e, sui bassorilievi assi-ri con scene di banchetto, sono rap-presentati schiavi che attingono il vinoda grandi vasi (crateri) e lo servono aicommensali in coppe ricolme. In Gre-cia si riteneva che il vino fosse un do-no degli dei e tutti i miti sono concordinell’attribuire a Dioniso, figlio di Zeus,l’introduzione della coltura della vitetra gli uomini. Dioniso assunse, pres-so gli Etruschi, il nome di Fufluns e fuvenerato anche presso i Romani conil nome di Bacco e ricollegato a Liber,antica divinità latina della fertilità. Mol-tissimi erano i vini prodotti nel bacinodel Mediterraneo, e particolarmente inItalia: bianchi, rossi, secchi, abbocca-ti, leggeri e pesanti, a bassa e ad altagradazione alcolica. La qualità del vi-no dipendeva dall’esposizione del vi-gneto, dalle caratteristiche delle pian-te e dai metodi di coltivazione: sap-piamo dalle fonti che i migliori vini ita-lici erano ricavati generalmente da vi-

ti in arbusto (arbustivum genus). La vi-nificazione era molto simile a quellaodierna: prevedeva, in breve, la rac-colta e la pigiatura dei grappoli in lar-ghi bacini, la torchiatura dei raspi e lafermentazione del mosto in recipientilasciati aperti fino al completo esauri-mento del processo. A differenza deglialtri lavori agricoli, la vendemmia eraun’attività festosa che in un certo sen-so metteva l’uomo in contatto con il di-vino. Soprattutto nel mondo greco, lamaggior parte delle raffigurazioni conscene di vendemmia ci mostrano Dio-niso e il suo corteo di satiri e menadiintenti a riempire canestri di grappolid’uva o nelle altre fasi della vendem-mia. Il vino più ordinario veniva con-sumato o venduto appena limpido, at-tingendolo direttamente dai doli (vi-num doliare), quello di qualità o desti-nato alla vendita era invece travasatoin anfore (vinum amphorarium), dovesubiva una serie di trattamenti per lacorretta conservazione. A seconda

delle stagioni il vino poteva essere raf-freddato con la neve o scaldato; inol-tre, era comunissimo l’uso di addolcir-lo con il miele e profumarlo con fogliedi rosa, viola e cedro, cannella e zaf-ferano. Spesso era necessario filtrarecon appositi colini il vino che non eraperfettamente limpido. Le famiglie be-nestanti consumavano convivialmenteil vino durante le feste, brindando allasalute di uno degli astanti o della don-na amata. Il vino poteva, però, essereconsumato anche in una sorta di oste-rie, le tabernae, dove nel banconeerano murati alcuni grandi orci percontenere il vino da vendere, in baseal loro numero era possibile saperequanti tipi di vino si trovassero in quel-la data taberna. Lo scrittore romanoPlinio il Vecchio ci parla, solo per Ro-ma, di ben ottanta qualità di vino! Il piùapprezzato era il Falerno, ma Oraziocelebra anche il Caleno e il Cecubo. “Ivini degli Imperatori” erano proprioquelli prodotti in Campania.

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Auguri Il 12 ottobre Elena e Salvatore Iz-zo da Calvi Risorta (CE) festeg-giano l’Anniversario di matrimonio.Auguri dalle loro figlie, dai generi,dalla nipotina a dalla nostra Reda-zione

Gradit a la prenot azione

Ciao PeppeSerenamente comevisse tra l’affetto deisuoi cari, venerdì 25settembre u. s., si èspento in BellonaGiuseppe Giudi-cianni. Affranti daldolore sono rimasti:

la moglie Maria, i figli: Teresa, Romi-na, Pasquale, Angelo e Secondino; igermani: Michele, Giannino, Rosa eMario nonchè uno stuolo di nipoti chehanno perso, con lo zio “Peppe”, il lo-ro punto di riferimento. A quanti han-no amato, e continuano ad amareGiuseppe Giudicianni, i soci dell’As-sociazione Dea Sport Onlus di Bello-na, porgono il loro cordoglio, ricor-dando che la perdita di Peppe non èsolo dei familiari ma, anche di coloroche lo hanno conosciuto. Di Giusep-pe Giudicianni resta il ricordo dell’im-menso affetto verso la famiglia e ladisponibilità verso gli amici. CiaoPeppe, resterai per sempre nei cuoridi tutti noi.

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I riti funerari nell'Antica RomaD.ssa Graziella Rispoli - Conservazione dei Beni Culturali - Collaboratrice da Capua

I riti funerari sonoespressione della cre-denza che, dopo lamorte, il defunto so-pravviva necessitandodi cure. Subito dopo ildecesso aveva inizio ilfurus, un insieme dipratiche che si susse-

guivano fino al momento della sepoltura:la vestizione, l' esposizione sul letto, ilcorteo che accompagnava il defunto alluogo di sepoltura. La cerimonia funebrecomprendeva anche il sacrificio eucari-stico. Alla sepoltura seguiva un periododi lutto con le commemorazioni dedicateal defunto. Un banchetto, celebratopresso la tomba o su di essa, chiudevail funerale. Il pranzo funebre era cele-brato da parenti ed amici del defuntocredendo che il morto stesso vi parteci-passe. Rilevante era anche il rito dellalibagione, un atto religioso, inteso a da-re sollievo alla persona defunta, introdu-cendo nella tomba, attraverso fori o con-dotti, cibi liquidi. L' offerta alimentare aldefunto era associata al deposito di sto-

viglie. Frammenti ceramici e vitrei, infat-ti, sono stati rinvenuti all' esterno dellesepolture in associazione con resti di pa-sto. A volte è presente vasellame ancheall' interno delle tombe, espressione, inquesto caso, di un corredo rituale offertoal defunto al momento della deposizio-ne. Tale vasellame può rinvenire integroo frantumato in conseguenza del ritodella frantumazione mistica dei recipien-ti usati per il pasto funebre. Il corredo ri-tuale accompagna il corredo personaleche è composto da oggetti per l' abbi-gliamento e per l' ornamento della per-sona come bracciali, fibbie, orecchini maanche bamboline se si trattava di bambi-ne morte in tenera età. Spesso nellamalta di chiusura deiloculi si notavanomateriali peculiaricome frammenti dimarmi colorati, pezzidi pasta vitrea, dentidi animali, conchi-glie, lucerne, balsa-mari, campanelli emonete. Alcuni stu-diosi ritengono chetali elementi aveva-

no lo scopo di abbellire il loculo, altri so-stengono che servivano per identificare ilsepolcro quando mancava la segnalazio-ne epigrafica. Talvolta si è cercato di da-re un senso ad ogni singolo elemento,es. le monete venivano poste poichè co-stituivano il pagamento a Caronte perl'attraversamento dello Stige.

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Sapevate che?Durante la guerra di secessione,quando le truppe tornavano agliaccamp amenti dopo una batt a-glia, veniva scritto su una lava -gna il numero dei soldati caduti;se non c'erano st ate perdite, siscriveva "0 killed", da cui l'e -spressione OK nel senso di "tut -to bene".

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Come è nato il simbolo &?La & ("e" commerciale) deriva dall'unio-ne delle due lettere della congiunzionelatina et. Uno dei primi esempi di & ap-parve su un papiro risalente al 45 d. C.,che mostra la legatura delle letteremaiuscole E e T. Anche sui graffiti diPompei (79 d. C.) appare la stessa com-binazione. Documenti posteriori, redattiin corsivo, mostrano invece la legaturadelle minuscole.

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Il matrimonio non è un’opinioneD.ssa Pina Caliento - Collaboratrice da Calvi Risorta

Quando si parla di algorit-mo di Murray non ci si ri-ferisce all’ultima scopertain fatto di algebra, fisica ogeometria. Ciò a cui si fariferimento è un vero eproprio algoritmo del di-vorzio. Sì, perché tutti co-

loro che pensavano che non fosse pos-sibile prevedere il futuro di una coppia,stabilire se un matrimonio sarà duraturoo se arriverà al divorzio, ma soprattuttotutti coloro che pensavano che mettere isentimenti in un modello matematicofosse impossibile, vengono così smentitidal professore James Murray. L’algorit-mo, basato su due equazioni, una per leied una per lui, darebbe un risultato at-tendibile, secondo il professore di Ox-ford, sul futuro coniugale di una coppia.L’esperimento che ha portato a ciò, con-siste nel mettere a confronto i due coniu-gi sottoponendo loro dei temi di discus-sione, temi “caldi” di particolare interes-

se come la famiglia o i soldi. L’equipe delprofessore ha il compito di analizzare ladiscussione e di assegnare dei punti adogni atteggiamento o reazione dellacoppia. Il punteggio va da meno quattroa più quattro e varia a seconda che sitratti di una reazione positiva o negativa,per esempio gesti di affetto e sorrisi ven-gono valutati con punteggi positivi, gestidi insofferenza, freddezza e schernovengono valutati negativamente. Il tuttoviene inserito all’interno delle equazionie da lì si potrà calcolare la compatibilitàtra i due. È davvero possibile, quindi, va-lutare matematicamente se una coppiadurerà a lungo o meno? Per uno che hascritto un libro dal titolo “La matematicadel matrimonio. Modelli dinamici non li-neari” ovviamente sì. L’aspetto interes-sante è che delle settecento coppie ana-lizzate, il professore ha previsto il centoper cento dei divorzi, poi il tasso di suc-cesso è stato ridotto al novantaquattroper cento sebbene proprio le coppie

considerate stabili abbiano poi divorzia-to. Il professor Murray ritiene che tuttosommato il suo algoritmo possa essered’aiuto nel prevenire le separazioni, aquesto punto ci chiediamo come, forsedue persone con un punteggio bassodovrebbero lasciarsi prima che sia trop-po tardi? O forse non dovrebbero proprioiniziare una storia? È una teoria che la-scia sconcertati, ognuno in cuor suospera che la propria storia duri per sem-pre ma tutti sanno di non poter prevede-re se durerà a lungo o se finirà. E poiperché rovinare un rapporto con lo spau-racchio del divorzio? In fondo il bello del-le storie d’amore è proprio scoprire in-sieme cosa il futuro ha in serbo per noi.

La vit a e i sogni sono fogli del -lo stesso libro. Leggerli in ordi -ne è vivere, sfogliarli a caso è

sognare.- Arthur Schopenhauer -

Io di p aura ne avevo davvero,sicuro com'ero di avere vissuto

la vit a di un uomo che aveva perduto senza avere giocato

Daniele Silvestri

Identità e memoriaProf. Antonio Ippolito - Collaboratore da Sparanise

Quello che sorpren-de, nel comporta-mento umano, cheabbiamo tanto fidu-cia nel buon funzio-namento della me-moria, che spessovi facciamo riferi-mento come a qual-

cosa di attendibile al cento per cento.Questa certezza corrisponde ad una no-stra esigenza, che è talmente forte daassumere l'aspetto di una realtà. Natu-ralmente per contenuto mnemonico si in-tende quanto si è riusciti a veicolare e aconservare come ricordo di ciò che ab-biamo sperimentato sin dai primi annidella nostra vita. Quando difendiamo l'at-tendibilità dei contenuti mnemonici, inrealtà stiamo parlando della nostra iden-tità e di tutto quello di cui è fatto il nostroio. Però dobbiamo fare attenzione, spes-

so ricordare significa conservare soloquello che ci serve, e questo qualcosapoi lo modifichiamo, secondo l'età, leesigenze particolari dei vari momenti delciclo vitale. Per esempio ci sono occa-sioni in cui la memoria ci rende capaci dirisolvere problemi particolari, quotidiani.Ma esiste un altro tipo di memoria sepa-rata dalla fisicità, quella che ci permettedi risalire alla parte originaria del nostroessere; questa attività della memoria cipermette di cogliere in un istante tutto ildecorso dell'intera vita, in modo da farcomparire davanti alla nostra coscienzaidee, immagini, non prodotte per via ra-zionale ma intuitiva. Per questo capita allo scienziato di "ve-dere" per via intuitiva quello che solosuccessivamente cercherà di dimostra-re per via razionale. Infatti nell'antichitàl'attività conoscitiva è stata accompa-gnata da un alone di mistero, oggetto di

culto religioso ad essa si chiedeva di in-carnare il divino e la memoria invocatacome dono divino. Oggi noi crediamoche con quelle moderne "protesi" chesono fornite dalla tecnologia come inter-net o altre tecniche della comunicazione,che la nostra capacità di ricordo sia mi-gliorata, in realtà la semplice presenza diun'immagine teletrasmessa non aggiun-ge molto di più alla nostra capacità ri-evocativa, perché il processo del ricor-dare con il significato ad esso collegatoè qualcosa di assolutamente soggettivo,risultato di processi che nessuna mac-china potrà mai imitare.

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Bellona - Raffaele Langella, detto “Lello”:“...il successo della Pizzeria era scont ato ed il merito è tutto di p apà, mentre per le bevande

devo ringraziare i Fratelli Giannini dell’Enoteca Il Torchio per i loro preziosi consigli” In questi ultimi tempi ed in periodo di cri-si economica, notiamo che alcuni localigastronomici della nostra Città non sonostati neppure sfiorati dalla suddetta crisi.Quali i motivi? La domanda è stata rivol-ta a Raffaele Langella, detto Lello, titola-

re della Pizzeria “Zio Ciccio ‘o napulita-no” il quale, con la disponibilità che lo di-stingue ci ha riferito: “Nel mio eserciziola crisi non è stata sfiorata perchè i nostriclienti sanno, da sempre, che sono trat-tati come persone di famiglia. Natural-mente tutto ciò è anche dovuto ad unaparticolare gestione che non mira all’im-mediato guadagno ma a rispettare an-

che le possibilità economiche dei nostriclienti che consideriamo amici. Anche seil successo della Pizzeria era scontatoed il merito è tutto di papà, (il mai di-menticato Zio Ciccio, al secolo France-sco Langella, ndr) mentre per le bevan-de devo ringraziare i Fratelli Gianninidell’Enoteca Il Torchio per i loro preziosiconsigli”. Per Lello la pizzeria è importante in ognisua sfaccettatura perchè non solo riescea ricavarne il dovuto per la vita, ma è an-che stato il luogo d’incontro con la sua

bella Gery Iulianiello che da San Ni-cola la Strada raggiunse Bellona pergustare una delle famose pizze all’a-mericana. La bellezza e la simpatiadi Gery fecero letteralmente perderela testa allo scapolone bellonese alpunto tale che volle suggellare il loroamore con il matrimonio. Infatti, Lel-lo e Gery il 9 luglio u.s. coronaronoil loro sogno d’amore creando unanuova famiglia. La gioia di Lello nonera appagata perchè nasceva il de-siderio di avere una figlia bella come suamoglie. Anche questo desiderio è stato

esaudito e casa Langella sarà allietata,nel prossimo mese di dicembre, dall’arri-vo di Soraya.

Come ogni coppia che si ama Lello nonlascia mai sola Gery che non trova dimeglio di stare vicina al suo Lello. Appe-na c’è la possibilità di un’evasione dal la-

voro, insieme, volano via. Giorni addietrohanno raggiunto la Germania e precisa-mente Monaco di Baviera per partecipa-re alla famosa festa della birra. Lello ed i suoi amici, per interessamentodei Fratelli Giannini, (Via G. Fusco, 8 -

Mezzano di Caserta (Ce) - Telefono0823 386264, [email protected], titola-ri dell’enoteca Il Torchio e Concessionaridella birra Hofbräu), per tutta la loro per-manenza in Germania sono stati ospitidella birreria Hofbräuhaus al Platzl, nelcentro di Monaco di Baviera. Detta birre-ria è il simbolo dell'ospitalità monacensee della giovialità bavarese. Qui gli aman-ti della birra arrivano da tutto il mondoper assaporare le famose birre di Hof-bräu München. La "Hofbräu Original",come nessun'altra birra, incorpora e tra-smette in tutto il mondo la singolare at-mosfera di Monaco di Baviera, metropolidella birra. Il suo aroma fresco e legger-mente amaro con una gradazione alcoli-ca di circa 5,1% vol. l'hanno resa famosain tutto il mondo. Una birra "made in Mo-naco" con un bel carattere!

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Il coraggio e la p auraDr. Raffaele Serino - Collaboratore da Curti

Tommaso partì alledue, con una nottesenza luna e con po-che stelle. Aveva fa-sciato gli scarponi conliste di stoffa e cammi-nava con passi lunghima guardinghi. Avevagli occhi e le orecchie

tesi, attento ad ogni rumore. Il terrenoche attraversava era quasi privo di vege-tazione, solo qualche albero s'intravede-va qua e là. Faceva passi lunghi e il pie-de che andava avanti scendeva pog-giando la punta della scarpa, planandoin modo da produrre il minor rumore pos-sibile. Ad ogni rumore si gettava a terra,attendeva il silenzio assoluto poi ripren-deva la marcia. In un'ora circa era giun-to al Comando segnalato, dove conse-gnò il messaggio ad un ufficiale. Sapevache non c'era risposta, ma chiese ugual-

mente se vi erano ordini da riferire poi sicongedò. L'ufficiale gli si avvicinò, lo ab-bracciò e gli strinse la mano calorosa-mente, aggiungendo: "Coraggio ed occhiaperti". Il gesto. rinfrancò e stupì Tom-maso che in cuor suo aveva ripreso buo-na parte del suo stato d'animo abituale. Ilmessaggio era stato consegnato, duran-te l'andata tutto era filato bene, si tratta-va ormai di far ritorno al Comando di bat-taglione. Durante il commiato, l'Ufficialenon aveva staccato gli occhi dal suosguardo e Tommaso nelle parole dell'uo-mo aveva intuito affetto e comprensione.Le poche parole e losguardo dell'Ufficia-le, lo fecero ritornareai pericoli della mis-sione e riesaminò,aguzzando scrupolo-samente la mente, leprobabili insidie o

pericoli del viaggio di ritorno. Dopo circamezz'ora era sulla strada di ritorno e al-le tre e trenta circa attraversando un bo-sco di querce, bagliori illuminarono lanotte alle sue spalle. L'artiglieria austria-ca aveva aperto il fuoco proprio sul bo-sco di querce. L'istinto e l'intuito lo gui-darono. Si gettò a terra e, carponi, si di-resse verso un tronco che aveva intravi-sto enorme all'inizio del bombardamen-to. Tastando con le mani trovò una cavi-tà grossa e spaziosa alla base del tron-co e s'infilò o meglio si sistemò rapida-mente all'interno. Continua

Seconda parte

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Mi ritocco a più di 65 anniOgni anno in Italia si eseguono 2.500.000 di interventi estetici diquesto tipo e un paziente su due ha più di 65 anni. Soprattutto gliinterventi estetici soft, quelli poco invasivi, lo scorso anno sonoaumentati del 15%, a fronte di una riduzione del 10% della chi-rurgia plastica. Gli italiani over 65 sono ormai 12 milioni e semprepiù in forma: il 45% è in buona salute, così aumenta la voglia diguardarsi allo specchio e vedersi ancora attraenti. E allora ognimetodo è buono per restare ancora giovani. Le procedure esteti-che sugli anziani sono in continuo aumento e ormai un pazientesu due fra coloro che si sottopongono a trattamenti mininvasivi,ha più di 65 anni. Fra i due milioni e mezzo di procedure esteti-che mininvasive ci sono interventi di ringiovanimento cutaneo. Lerichieste fra gli under 30 sono in leggera flessione, mentre fra gliover 65 il ricorso a procedure mininvasive o cosmetiche è cre-sciuto del 10%. Le persone con più di 65 anni sono sempre più attive, spesso la-vorano e hanno rapporti sociali molto soddisfacenti.

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I ragazzi di GPace (Lecce) scrivono un rap e urlano la loro rabbia per i caduti in Afghanist an

"Get a Peace" è la bandiera dei giovani salentini per dire BASTA alleguerre!!! Si chiamano Rdk, Jaff, El P, Drug D, e Dada, sono i nomi d'ar-te di cinque ragazzi, cinque membri del gruppo di Lecce "GPace” han-no pensato ad un rap, buttato giù un testo d'istinto, realizzato un bra-no per urlare la loro rabbia. Muoiono altri sei militari italiani (uno persi-no conterraneo, salentino, è Davide Ricchiuto di Tiggiano) ma muoio-no anche dieci civili, uno strazio a cui non riusciamo e non vogliamoabituarci.

GET A PEACESul mio foglio racconto una guerra per il petroliosangue e disperazione che si diffondono a macchia d'olioper colpa del potente che comanda senza moraleun'altra madre che piange, non vede il figlio tornareuna goccia d'oro nero vale più di mille soldatiil loro sangue non conta quanto i contanti guadagnatiil potere dei soldi è più grande di qualsiasi uomoti attacca ti distrugge come fa questo suono

una cosa che non sopporto è vedere una madreche piange lacrime sulla tomba del figlio mortoe non pretendo che mi diate ragionema non capisco perchè uccidi per la religionee spero che questa nuova generazioneguardi un pò di più ai sentimenti delle personedel dolore dei cari riflesso in una lacrimae del segno che lascia impresso in ogni anima

la tele produce ciò che piace alla crocecuoce i cervelli dicendo che nulla nuocementre cadono le bombe aumentano le tombeil mondo a suon di trombe si fonde. la guerra?!non si fa per distinsione tra nazione e nazionema per le armi e la continua produzionenon c'è onore in un militare che spara sulla popolazionesvarione da bonzo e mi chiudo nella mia pace interiore

la mia voce non tace ora dimmi se ti piaceche la pace si ottiene solo tramite una stragedimmi se sei capace di dire basta a questa merdano more guerra ma solo just pace in terrano bombe sopra agli ospedali e sugli asili nidibelle facce sui canali "oh dimmi che cazzo ridi?"ho brividi se penso dove mi ha messo il creatoresiamo così piccoli ma la mia vita ha un valore

e vedi.. ho voglia di reppare per la pacedentro alla classe sono quello più vivacedappertutto vedo scontri e guerre di casaprendete l'esempio da bob distrutto si ma per la blazae quella gente senza tetto sopra alla testaè colpa dell'economia che vuole far l'onestae spiegami perchè un bambino quando escenon vede niente di buono e la paura gli cresce.

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Ospedali: (P .S.=Pronto Soccorso)Arienzo P.S.- 0823 803 111Aversa P.S.- 081 500 1111Capua - 0823.996 222Caserta - Militare - 0823 469 588

Caserta P.S.- Civile - 0823 231 111CUP 800 911 818 Castelmorrone - 0823 391 111Marcianise P.S.- 0823 518 1111NA - Cardarelli P.S. - 081 7471111CUP - 800 019 774S. Maria C.V. P.S.- 0823 891 111Prenotaz.: 0823 795 250Sessa P.S. -0823 934 111 Venafro - 0865 903 974

FarmacieBellona : Chirico P. Carlo Rosselli, 5 -0823 966 684Camigliano : Di Stasio Piazza Kennedy,2 0823 879003Capua : Apostolico - via Duomo, 32 -0823 961224 Corvino P.zza Dei Giudici 0823 961902 Costanzo C.so Appio, 67 - 0823 961781Russo Fuori P. Roma, 101 0823 961162Vecchione G. P. di Malta 0823 961 364Pastorano :Anfora V.Italia-0823 879104Pignat aro MaggioreFusco - Masiello, 38 - 0823 871167Rega - R. Elena, 63 - 0823 871025Vitulazio : Cioppa Via Ruggiero, 13 - 0823 990038

Pignat aro Maggiore Turno festivo e fuori orarioLa Farmacia aperta la domenica, di se-guito indicata, coprirà il fuori orario lasettimana successiva.Domenica 11 10 2009 FuscoDomenica 18 10 2009 RegaDomenica 25 10 2009 FuscoDomenica 01 11 2009 Rega

Capua Turno festivo e prefestivo

10.10.09 - Russo 11.10.09 - Vecchione

Numeri ed indirizzi utili17.10.09 - Apostolico18.10.09 - Corvino24.10.09 - Costanzo25.10.09 - Russo31.10.09 - Vecchione01.11.09 - Apostolico

S. Maria C.V. Antonone via Lavoro, 141 0823 812260Beneduce via G. Paolo I 18 0823 843701Bovenzi via Mazzocchi 48 0823 846520Tafuri via Avezzana, 0823 846803Iodice viale Kennedy, 58 - 0823 589137Merolla via A. Moro, 43 - 0823 841758Salsano S. Francesco - 0823 798583Simonelli via Anfiteatro 78 0823 845383

S. Maria C.V. Turno notturno09.10.09 - Beneduce10.10.09 - Bovenzi11.10.09 - Salsano12.10.09 - Tafuri13.10.09 - Iodice14.10.09 - Merolla15.10.09 - Bovenzi16.10.09 - Simonelli17.10.09 - Iodice18.10.09 - Merolla19.10.09 - Antonone20.10.09 - Salsano21.10.09 - Beneduce22.10.09 - Tafuri23.10.09 - Iodice24.10.09 - Simonelli25.10.09 - Antonone26.10.09 - Merolla27.10.09 - Bovenzi

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Avis - Calendario 2009La Sezione di Bellona comprende igruppi di: Camigliano, (Ref. VendemiaAntonio 340 309 6194) - Formicola,(Ref. Di Gaetano Nataly 340 067 6479)Liberi, (Ref. Diana Annamaria 338 2949647)

BellonaOttobre 10-11Novembre 14-15 - Dicembre 12-13

Bellona: DISINFEST AZIONE e DE-RATTIZZAZIONE - 2009 - Ore 23,30Disinfest azione :Derattizzazione : 19 ottobre, 18 novem-bre, 11 dicembre.

Orario dei treni sulle tratte:Triflisco - Napoli

05:04 triflisco 05:57 na c.le06:02 triflisco 07:00 na c.le07:17 triflisco 08:20 na c.le09:12 triflisco 10:08 na c.le12:12 triflisco 13:16 na c.le13:45 triflisco 14:47 na c.le14:27 triflisco 15:25 na c.le15:33 triflisco 16:27 na c.le17:34 triflisco 18:31 na c.le19:07 triflisco 20:03 na c.le19:56 triflisco 21:17 na c.le

Napoli T riflisco06:20 na c.le 07:27 triflisco 07:43 na c.le 08:41 triflisco

Museo Campano di Capua (CE).

Orario di aper tura al pubblico

A causa dell'esecuzione dei lavoridi riqualificazione, fornitura ser-vizi, catalogazione beni ed archi-viazione, servizi multimediali ecomunicazione presso il MuseoCampano, la Provincia di Casertaha disposto, per motivi di sicurez-za, la temporanea sospensionedella fruizione al pubblico del pa-trimonio artistico-culturale dell'I-stituto dal 16 Giugno fino a datada destinarsi.Indirizzo: Via Roma 68 81043 Capua (CE)Telefono: 0823 620035; 0823-620076 Fax: 0823 620035 E-Mail: [email protected] WEB: http://www.provin-cia.caserta.it/museocampano

10:56 na c.le11:52 triflisco12:28 na c.le 13:24 triflisco13:48 na c.le 14:48 triflisco15:14 na c.le 16:09 triflisco15:49 na c.le 16:42 triflisco17:06 na c.le 18:02 triflisco19:11 na c.le 20:06 triflisco

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L'anima di una persona ènascosta nel suo sguardo,per questo abbiamo tantapaura di farci guardare ne -gli occhi!

Molti sprecano la vita a in -seguire la felicità, senzasapere né dove cercarla nédi che si tratta.

Pippo Compagno

L'amore è un bellissimofiore, ma bisogna saperlocogliere sull'orlo di un pre -cipizio.

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