per uno sviluppo sostenibile | un sito dedicato al settimo ...€¦  · web viewbelo horizonte è...

16
Le favelas Con il termine favela si indicano le baraccopoli brasiliane sorte nelle periferie delle grandi città ,abitate da persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Sui fianchi delle colline le abitazioni sono costruite in maniera irregolare con diversi materiali,da semplici mattoni a scarti recuperati dall'immondizia. Problematiche comuni in questi quartieri sono il degrado , la criminalità diffusa,gravi problemi di igiene pubblica dovuti alla mancanza di idonei sistemi di fognatura e acqua potabile e problemi ambientali legati alle abbondanti piogge che causano numerosi crolli e anche un elevato numero di vittime. Secondo alcuni un codice sociale comune proibisce ai residenti delle favelas di essere coinvolti in attività criminali all'interno della loro stessa favela e l'ordine viene mantenuto dalle organizzazioni criminali che si sostituiscono al potere dello Stato. Le Favelas sono spesso considerate una disgrazia ed una vergogna dai brasiliani ma possono essere viste come una conseguenza della distribuzione ineguale della ricchezza nel paese e alla mancanza di politiche a sostegno della popolazione più povera. La maggior parte delle attuali favelas crebbero negli anni settanta, quando il boom dell'edilizia dei quartieri più ricchi spinse un gran numero di lavoratori ad una sorta di esodo dagli stati più poveri del Brasile verso Rio de Janeiro in cerca di fortuna. Vasti allagamenti nelle aree povere a bassa quota di Rio contribuirono inoltre a far muovere la gente verso le favelas, le quali si trovano sui versanti collinosi della città. Dati raccolti dal seguente sito internet: “Vita in favela” 1

Upload: others

Post on 25-Oct-2020

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

Le favelas

Con il termine favela si indicano le baraccopoli brasiliane sorte nelle periferie delle grandi città,abitate da persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. Sui fianchi delle colline le abitazioni sono costruite in maniera irregolare con diversi materiali,da semplici mattoni a scarti recuperati dall'immondizia. Problematiche comuni in questi quartieri sono il degrado, la criminalità diffusa,gravi problemi di igiene pubblica dovuti alla mancanza di idonei sistemi di fognatura e acqua potabile e problemi ambientali legati alle abbondanti piogge che causano numerosi crolli e anche un elevato numero di vittime. Secondo alcuni un codice sociale comune proibisce ai residenti delle favelas di essere coinvolti in attività criminali all'interno della loro stessa favela e l'ordine viene mantenuto dalle organizzazioni criminali che si sostituiscono al potere dello Stato. Le Favelas sono spesso considerate una disgrazia ed una vergogna dai brasiliani ma possono essere viste come una conseguenza della distribuzione ineguale della ricchezza nel paese e alla mancanza di politiche a sostegno della popolazione più povera. La maggior parte delle attuali favelas crebbero negli anni settanta, quando il boom dell'edilizia dei quartieri più ricchi spinse un gran numero di lavoratori ad una sorta di esodo dagli stati più poveri del Brasile verso Rio de Janeiro in cerca di fortuna. Vasti allagamenti nelle aree povere a bassa quota di Rio contribuirono inoltre a far muovere la gente verso le favelas, le quali si trovano sui versanti collinosi della città.

Dati raccolti dal seguente sito internet:

“Vita in favela”

1

Page 2: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

La favela di Rocinha

La favela di Rocinha, a Rio, é la più grande del Brasile e forse dell'America latina. In questa estensione brulicante di stretti vicoli e di vie vivono più di 60.000 persone (alcuni calcolano che in realtà siano il doppio), la maggior parte in case di mattoni improvvisate e baracche ammassate l'una all'altra. Rocinha iniziò a svilupparsi negli anni quaranta quando un gruppo di abusivi si impossessò di alcuni terreni. Negli anni Sessanta questa favela era diventata una caratteristica di Rio, nonostante le sue dimensioni fossero ancora ridotte. Dopo, ha subito una vera esplosione demografica, a partire dal boom edilizio del vicino quartiere di Barra da Tijuca. Recentemente ha assorbito gli immigrati provenienti dalle baraccopoli settentrionali della città, che cercavano di avvicinarsi ai luoghi di lavoro, oltre a quelli di altre favelas affollate del sud. Distesa lungo un pendio della montagna, oggi Rocinha è una città dentro la città, con vista su hotel a cinque stelle, su condomini di lusso e su un campo da golf... i suoi vicini forzati di Sào Conrado. Questa è la favela più urbanizzata di Rio; è servita dall'elettricità e si calcola che circa la metà dei suoi abitanti abbia almeno l'acqua corrente. Per essere una bidonville, ha anche un

commercio interno piuttosto prospero: negozi di abbigliamento, drogherie, bar, tavole calde, empori, macellerie, panifici

e persino la filiale di una banca, e tutti questi con posti di lavoro per i favelados (la legge garantisce la proprietà agli abusivi dopo cinque anni di occupazione, ma in realtà solo pochi dei proprietari di Rocinha sono stati legalizzati, anche se oggi le dimensioni della bidonville rendono impensabile uno sgombero). Tra l'altro Rocinha fornisce portieri, operai addetti alla manutenzione e altri lavoratori agli hotel e ai condomini di Sào

Conrado, oltre che manodopera a basso costo. Recentemente poi,è diventata un centro redditizio per lo spaccio di stupefacenti specialmente cocaina e marijuana. Per l'immediato futuro non si intravede alcuna possibilità di cambiamenti significativi nelle contraddizioni sociali del paese. Trasferirsi dal

2

Page 3: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

Brasile dei poveri a quello dei ricchi è praticamente impossibile e coloro che sono nelle posizioni al vertice sicuramente non rinunceranno ai loro privilegi.

Dati raccolti dal seguente sito internet:

“La favela di Rocinha”

I Meninos de rua

3

Page 4: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

“Ogni giorno molti contadini vengono mandati via dalla loro terra.Si trasferiscono nelle grandi città speranzosi che ci sia lavoro per tutti, assistenza sanitaria, scuola, ma non c'è niente per nessuno di loro.Questa gente si trasferisce in periferia o dentro le città, nelle favelas, dove, in baracche di tre metri per quattro vivono intere famiglie, e queste accolgono le nuove affinché possano costruirsi in un fazzoletto di terra la loro baracca.Cosa accade di solito in questa nuova situazione? L'uomo è stato educato a badare alla sua famiglia, a dare loro il necessario; la moglie e i figli lo guardano, aspettano. La situazione è difficile e il padre è il primo a non sopportarla. Non sopporta d'essere disoccupato e di non poter far niente per la sua famiglia. Allora la abbandona per trovare un'opportunità di lavoro. In pratica, scappa da una situazione che non riesce a reggere: non tornerà più.La madre rimane sola con i figli, magari incinta. A questo punto incarica il più grande ad andare in città e a procurarsi il denaro per il pane, il latte... Così un bambino di nove, dieci anni vive di lavori umili, in genere come lustrascarpe, lavorando tutto il giorno.Se alla sera ritorna dalla madre senza soldi, questa, nervosa, lo sgrida e lo picchia. Non sono rari i casi in cui in queste famiglie viene a convivere un uomo nuovo e, non essendo il padre del bambino, manca il vincolo affettivo. E sovente anche questo lo picchia per avere il denaro.Questa situazione rimane tale finché il bambino dice: "basta!", e non fa più ritorno a casa. Perché dovrebbe tornarci? Non c'è affetto per lui. Così inizia l'esperienza di rimanere per la strada e scopre tre cose: può sopravvivere; quello che guadagna è tutto per lui; scopre la libertà e a questa non rinuncerà più. Ecco creato il “bambino di strada!”

Meninos de rua è un'espressione in lingua portoghese che si riferisce ai sei milioni di

4

Page 5: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

“bambini di strada” delle città brasiliane, anche se il loro luogo abitativo sono le cosiddette baraccopoli. Questi bambini, spesso orfani, per sopravvivere alla fame si dedicano all'accattonaggio o ad attività microcriminali.

Si riuniscono in gruppi o in piccole bande e vivono per strada dove sono costretti ad arrangiarsi, per esempio in prossimità di un semaforo minacciano gli automobilisti e i turisti con una pistola o con colli di bottiglia rotti. Mettono in atto delle strategie di sopravvivenza in modo conforme alle loro risorse e alle loro esperienze passate: abbandonati dalla famiglia o costretti con la violenza ad andare per la strada, i meniños de rua diventano precocemente protagonisti della loro storia agendo con stili di vita quali violenza, soprusi, ingiustizie, menefreghismo, oppressi fin da piccoli. Stanno diventando una vera e propria forza, una massa numerosa che incute un certo timore alle autorità, la cui unica risposta spesso, è la violenza. Gli organi di sicurezza nelle grandi città uccidono almeno 6 bambini al giorno: un colpo in testa netto e deciso. A chi va bene solo tortura e botte.I meninos sono costretti ogni giorno a sfuggire alla presa dei poliziotti. Sono dei piccoli parassiti del mercato che sfrecciano tra i banconi rubando il necessario per sopravvivere. Per provvedere a necessità non alimentari, per esempio l'acquisto della miserabile droga di cui sono dipendenti, scippano i turisti o sfilano il borsellino da qualche borsa distratta.

La loro droga è la colla. Va bene quella che usano i falegnami ma è meglio il mastice dei calzolai dall'odore più pungente. La chiudono in un sacchetto di plastica o in una scatolina e ci infilano il naso. Aspirare la colla è un esercizio utile a far passare in fretta le notti a pancia vuota dentro lo scatolone di cartone che fa da casa. I vapori della colla bruciano il cervello con un quieto

stordimento. Quando un meniños de rua non ha i soldi per comprarsi il mastice,

5

Page 6: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

svita il tappo del serbatoio di un'auto in sosta, annusa la benzina e così si placa. I meniños de rua resterebbero una piaga ignota fuori dal paese se non venissero giustiziati con tragica regolarità dagli squadroni della morte in orrende stragi che finiscono sui giornali di tutto il mondo e sollevano un'indignazione momentanea, ma poi tutto resta come prima.Un meniño de rua può aspirare alla maggiore età solo se riesce a superare lo slalom della sofferenza. Deve resistere agli stenti , al colera, agli incidenti; sopravvivere alle guerre tra bande rivali; non farsi reclutare dai trafficanti che distribuiscono droga gratis per ingrossare il loro parco schiavi; sfuggire al racket della prostituzione minorile che recluta la bambine e i bambini; non cadere sotto le botte o, nei casi estremi, sotto le pallottole degli squadroni della morte.

"Ho dieci anni. Sono lontano da casa. Dormo in uno

shopping centre della città. Di notte, attorno a mezzanotte, la polizia militare viene e ci porta dentro... Ci picchia, ci fa mangiare scarafaggi ed escrementi, ci butta addosso dell'acqua bollente, ci picchia con dei bastoni sulla testa e ci fa ogni tipo di cosa..”

Dati raccolti dai seguenti siti internet:

“ I meninos de rua”

“Favelas, mosaico di baraccopoli povere”

“I Bambini di strada del Brasile”

6

Page 7: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

LA RINASCITA DELLE FAVELAS

Negli ultimi vent'anni nelle favelas sono nati movimenti di base, piccoli gruppi gestiti a livello locale che offrono ai residenti la possibilità di imparare un mestiere, di ritrovare l'amor proprio e di mettersi in gioco aprendosi al resto del mondo. Ma, soprattutto, hanno riportato la speranza di un cambiamento possibile.

COOPA ROCA: LA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE

Favela di Rocinha

Negli anni '80, la sociologa Maria Teresa Leal fondò una cooperativa di ricamo e cucito a Rocinha.

L'idea venne durante alcuni giri per la favela in compagnia della governante, che risiedeva proprio a Rocinha. Maria Leal incontrò molte donne che avevano un grande talento nel cucito, ma poche possibilità di ricavare denaro dalla loro abilità. Così nacque Coopa Roca, un gruppo di cucitrici che lavoravano a casa producendo coperte, cuscini e altri manufatti, spesso riciclando sapientemente vecchi materiali. Quando gli ordini cominciarono a crescere, altre donne si

7

Page 8: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

unirono al gruppo e oggi la cooperativa dà lavoro a circa 150 persone. Nel corso degli anni, la tipologia di lavoro si è diversificata: Coopa Roca è in grado di produrre oggetti con tecniche varie, come il fuxico, una specie di patchwork artigianale tipico del Brasile. All'inizio degli anni '90, l'abilità delle cucitrici della favela fu notata dal mondo della moda e arrivarono le prime ordinazioni degli stilisti brasiliani, seguite da quelle dello stilista inglese Paul Smith.

8

Page 9: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

GLI INTERVENTI PER IL RISANAMENTO URBANISTICO

Nelle favelas operano diverse associazioni non governative ,che collaborano con autorità locali e gruppi territoriali nel tentativo di realizzare microinterventi che possano funzionare come punto di partenza per un’ulteriore sviluppo.Il progetto AVSI (organizzazione non governativa di cooperazione internazionale che riunisce diverse associazioni di volontariato in tutto il mondo) nato oltre vent’anni fa ha portato acqua, elettricità e fognature nelle baraccopoli più degradate.Tutto è iniziato grazie al personale AVSI, che già lavorava nelle favelas di Belo Horizonte, a stretto contatto con gli abitanti. Negli anni ’80 gli operatori AVSI capirono che per portare avanti progetti di sviluppo sul territorio era necessario avere la certezza che quell’area non potesse essere portata via agli immigrati delle aree rurali che la occupavano. Si è così sviluppato un dibattito che ha coinvolto la popolazione delle favelas ma anche l’amministrazione di Belo Horizonte che nel 1983 ha emanato la cosiddetta legge ‘pro favela’ secondo cui, dopo un certo numero di anni di occupazione di un terreno a scopi abitativi, si acquisisce la proprietà dell’area. Successivamente l’idea si è diffusa in altre città brasiliane: diversi progetti di rivalutazione delle favelas sono stati realizzati a San Paolo, Rio, San Salvador. Belo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane avevano riconosciuto la validità per lo sviluppo urbano.Successivamente al riconoscimento della proprietà delle terre, un fondamentale secondo passaggio è consistito nell’iniziare a lavorare nelle baraccopoli secondo un piano complessivo di sviluppo urbano.

Le iniziative delle organizzazioni non governative e delle autorità locali hanno trovato successivamente risonanza a livello governativo, quando il presidente del Brasile Lula ha annunciato di voler varare un piano che consentirà a tutti coloro che vivono nelle favelas di trasformarsi in proprietari della baracca e del

9

Page 10: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

terrenosul quale risiedono.Il governo è convinto che questo piano possa avere importanti ripercussioni sull'economia del Brasile. Sono milioni le persone che vivono nelle favelas in

città come Rio de Janeiro, San Paolo, Recife o Bahia. Nella maggior parte dei casi si tratta di persone che sono escluse anche dal mercato del lavoro legale perché non avendo la proprietà del terreno dove hanno costruito la loro casa non hanno un indirizzo, non possono chiedere un prestito, né avere un lavoro regolare. L'idea, in sostanza, è quella di dare, attraverso il titolo di proprietà della favela, dignità di cittadini a milioni di persone.

USO DEI MEDIA COME STRUMENTO DI PROMOZIONE SOCIALE

Benché l’immaginario comune associ le favelas soprattutto alla povertà, non è questo che più colpisce entrando tra i vicoli e le baracche di queste enormi “città nelle città”, quanto piuttosto la pressione psicologica di una cultura fortemente improntata alla violenza e alla disgregazione del tessuto sociale. Si tratta di un fenomeno complesso, che affonda le radici nella debolezza strutturale dello Stato e nella conseguente mancanza dei servizi primari, e che ha lasciato spazio al radicamento di poteri alternativi. I narcotrafficanti hanno preso il controllo dello spazio pubblico delle favelas e si sono man mano sostituiti allo Stato, arrivando a finanziare servizi e benefici sociali (come le opportunità di salute, di accesso ai servizi di base, le attività per il tempo libero, ecc.) la cui gestione spetterebbe alle politiche pubbliche. Le favelas sono perciò divise al loro interno secondo le influenze di potere dei trafficanti e spesso questi entrano in conflitto tra loro (o con la polizia militare, corrotta e spesso essa stessa coinvolta nel traffico di droga). È comprensibile che la maggioranza della popolazione si senta minacciata e inibita come soggetto sociale di fronte a questa situazione e che le iniziative di mobilitazione sociale o di rivendicazione dei propri diritti siano pressoché inesistenti. I media, d’altra parte, contribuiscono alla cristallizzazione di queste situazioni di rischio, con il risultato di creare vere e proprie barriere tra i favelados e il resto della città, e contribuendo così ad affermare il pregiudizio contro i poveri visti come soggetti pericolosi e in realtà prime vittime di questo stato di cose (secondo le stime di chi abita nelle favelas, la percentuale di trafficanti non va oltre il 2-3%). I progetti di educazione ai media si inseriscono in questo contesto, cercando di dare risposte concrete e promuovendo, in primo luogo, la riflessione critica e l’alfabetizzazione ai linguaggi mediali, nell’ottica di recuperare quei diritti di cittadinanza cui molti cittadini non possono accedere.

Rientrano in questi progetti le iniziative di informazione alternativa (come ad esempio www.fazendomedia.com: giornale on line e cartaceo a tiratura nazionale creato da studenti universitari su cui scrivono giornalisti stessi, che non trovano spazi di libertà espressiva nelle loro testate); di espressione personale, artistica e professionale (per esempio Cinemaneiro, associazione no profit che opera nelle più pericolose favelas di Rio, proponendo laboratori di cortometraggi e produzione cinematografica che hanno dato l’avvio a piccole produzioni di grande qualità.); l’inclusione dei più emarginati attraverso

10

Page 11: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

l’alfabetizzazione digitale, con i laboratori informatici del Centro per la Democratizzazione Informatica, che conta oggi circa 700 scuole coinvolte e 2mila educatori in tutto il Brasile; il rafforzamento della comunità di appartenenza, per superare pregiudizi e divisioni sociali, nell’ottica del dialogo, della condivisione, dell’affermazione dei propri diritti civili, della risoluzione di problemi comuni (il Grupo Eco della favela Donna Marta recupera computer non funzionanti, per sistemarli e donarli agli abitanti della comunità, organizza laboratori di informatica ed ha fondato un centro nella favela per la connessione a Internet).

L’ utilizzo dei media può essere un valido aiuto alla promozione di inclusione sociale da parte di chi lavora con le parti più svantaggiate della popolazione, in vista del recupero dei diritti umani, sociali e politici dei cittadini che non hanno consapevolezza o non sanno con che mezzi esprimerla, o peggio non la sanno esprimere perché sono analfabeti.

In Brasile ci sono quasi 12 milioni di utenti di Internet, il che pone il Brasile all’undicesimo posto nella classifica mondiale dei paesi più internettizzati: anche se ovviamente l’accesso è concentrato nella fascia dei brasiliani occupati nell’economia formale. Cioè quelli che pagano le tasse: ma che si tratti di una comunità avanzata lo esemplifica il fatto che il 97 per cento delle dichiarazioni dei redditi, in Brasile, sono compilate e inviate via Internet. La tecnologia digitale è il ponte che può mettere in comunicazione le risorse e chi ne ha più bisogno. «La sola chance di sviluppo del Brasile è quella di includere i suoi poveri nell’economia che funziona. E la tecnologia digitale è una delle grandi opportunità del Brasile per farcela» sostiene Renato Navarro Guerreiro, già leader dell’Anatel, la locale authority per le telecomunicazioni: «La televisione digitale, la banda larga, i telefoni mobili sono fattori di inclusione importanti. La nuova tv consente ai contadini di accedere a informazioni sul mercato dalle quali erano esclusi. La banda larga aumenta la produttività delle imprese. E i cellulari possono moltiplicare l’accesso ai servizi a valore aggiunto in maniera facile e poco costosa». E in effetti il Brasile sta davvero trasformando i cellulari in strumenti di accesso a una sorta di Internet alla portata di tutti. Su 170 milioni di abitanti, 54 ne sono già in possesso e 96 milioni lo saranno entro la fine del 2009, prevede Guerreiro che oggi è consulente a Brasilia. Dunque il telefonino è già penetrato ben oltre la ristretta fascia dei ricchi e sta includendo nel mondo dei media digitali fasce sociali che finora ne erano escluse. Il che non è solo risultato, ma anche causa di sviluppo.

A Morro Dona Marta, una delle favelas di Rio de Janeiro, il digital divide sta per essere superato dalla diffusione della connessione ad Internet tramite il wi-fi. È la prima baraccopoli al mondo dotata di sedici antenne per la trasmissione radio del segnale web a banda larga.

In occasione del carnevale del 2009 sono state installate queste antenne grazie al finanziamento ottenuto per il progetto di "Inclusione digitale" varato dal governo del Brasile. Grazie a questo 170 mila abitanti della favela

11

Page 12: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

potranno connettersi gratuitamente al web. Il progetto sarà, inoltre, esteso presto ad altre quattro favelas: Cidade de Deus, Rocinha, Manguinhos e Morro do Alemao.

Lo scopo è quello di compiere un passo in avanti nell'inclusione sociale della popolazione della favela, perché in questo modo tutti gli abitanti di Dona Marta potranno avere accesso tra l’altro a corsi di formazione professionale a distanza, e a tutti i servizi online normali che possono aiutare il progresso di integrazione sociale e lavorativa.

INSEGNAMENTO DELLA MUSICA NELLE SCUOLE DELLE FAVELAS

A Capao Redondo la violenza è la strada maestra per farsi una vita. E per perderla. Gli indicatori sociali, dal numero di omicidi all’alfabetizzazione, dal reddito procapite alla speranza di vita, dipingono la favela di San Paolo come uno dei buchi neri del mondo. Leandro, che vive qui e frequenta la scuola elementare, era presente quando hanno ammazzato suo padre. «Vivevo solo per vendicarlo». Non aveva molti punti di riferimento alternativi. I suoi amici hanno quasi sempre il padre in carcere e la madre alcolista. «Ma oggi non la penso più così. Voglio fare il musicista». Per molti bambini delle favelas il Grupo Cultural Afro Reggae (GCAR) è una via di uscita da un'esistenza altrimenti senza sbocco.

Nel 1997, il GCAR ha aperto un centro culturale nella favela Vigário Geral. Ha iniziato a gestire laboratori di musica, teatro, danza, hip-hop e, naturalmente, capoeira. La musica è il grande strumento di aggregazione. Anderson Sá e Jose Junior, i fondatori del GCAR, sono convinti che il centro sia una grande opportunità per la comunità, perché offré ai giovani la possibilità di togliersi dalla strada e di ritrovare l'orgoglio delle proprie radici afro-brasiliane, dedicandosi a obiettivi gratificanti. Oggi il GCAR mette a disposizione dei più poveri più di 60 programmi formativi.

Fonti:

-Luca De Biase “Brasile, il futuro nella musica” (l’Espresso, 27 luglio 2004)

- Magda Pischetola “Il valore politico e sociale della ‘media education’: un’analisi della realtà brasiliana (tesi di laurea Università Cattolica di Milano)

Siti internet:

-Agimondo ONG, l’informazione per il mondo delle Organizzazioni non

12

Page 13: Per uno sviluppo sostenibile | Un sito dedicato al settimo ...€¦  · Web viewBelo Horizonte è diventato un progetto pilota, di cui le altre amministrazioni locali brasiliane

Governative

-Lonely Planet

-Coopa Roca.org

-Excite web 2.0

-Ansa.it

13