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N.S. DEL SUFFRAGIO N. 21 - Anno 2015 BOLLETTINO DELL’ARCICONFRATERNITA N.S. DEL SUFFRAGIO Patrona di Recco Viva Maria

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N.S. DEL SUFFRAGIO

N. 21 - Anno 2015

BOLLETTINO DELL’ARCICONFRATERNITA

N.S. DEL SUFFRAGIOPatrona di Recco

Viva Maria

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BENVENUTO DON DANILORosa Zerega

tuario, già lo conoscevamo come par-roco di Avegno e perché sovente ve-niva ad aiutare Don Pietro che lo sti-mava e molto spesso aveva manifesta-to la speranza che fosse lui a sostituir-lo quando egli non sarebbe stato piùin grado di guidare il Santuario.Noi crediamo che la Suffragina haesaudito il desiderio e le preghiere diDon Pietro (e le nostre) e per questoLa ringraziamo e certi che Don Dani-lo svolgerà altrettanto bene il suo ruo-lo di Rettore del Santuario gli auguria-mo “ad multos annos”.

Il 21 luglio 2015, con suo decreto,S.E. il Cardinale Arcivescovo AngeloBagnasco ha nominato Don DaniloDellepiane nuovo Rettore del Santua-rio e di conseguenza è diventatoCappellano della nostra Arciconfra-ternita. Egli viene al Santuario dopo un Retto-re come Don Pietro Lupo, per il qualeè d’obbligo usare tutti i superlativi as-soluti: era infatti amatissimo, stimatis-simo e carissimo a noi tutti. Il suo ri-cordo rimarrà indelebile.Ma Don Danilo non è nuovo del San-

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Benvenuto Don Danilo

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Erano le ore 18 del 24 giugno u.s.quando, uscito dalla Basilica di sanFrancesco in Assisi, mi arriva il mes-saggio che mi comunicava la morteimprovvisa di don Pietro. Il silenziomi ha avvolto. Sono ritornato in Basi-lica, sulla tomba di san Francesco, elì ho affidato a Dio don Pietro. Ora, adistanza di qualche mese, è semprevivo in me il suo ricordo: un amico ve-ro e speciale, un sacerdote sorridente,accogliente e determinato. Lo voglioricordare con tre immagini: silenzio,sorriso e fede.Don Lupo è salito al cielo nel primo

pomeriggio del 24 giugno. Ed è salitoal cielo nel suo stile: in silenzio senzadisturbare. Lui era così , una presenzavera ma silenziosa, discreta e umile.Non voleva mai recare disagio neglialtri; ma se avevi bisogno di lui c’era,con la sua capacità di ascolto, di ac-coglienza e la saggezza dei suoi consi-gli.Il sorriso era la prima cosa che mo-strava. Un sorriso che c’è sempre sta-to, nei momenti di sofferenza e di fati-ca, come nella festa e nella gioia.Don Lupo era sacerdote convinto e diuna fede granitica. Confidava in Dio,

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In ricordo di Don Pietro LupoDon Danilo

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non metteva i manifesti in quello chefaceva, ma tutto nasceva da un cuoreche sapeva stare sulle ginocchia di Dioe di Maria.Concludo con una preghiera di donTonino Bello, vescovo di Molfettamorto nel 1993 per un tumore; un ve-scovo molto apprezzato da don Lupo:“Santa Maria donna dell’ultima ora,ti preghiamo: quando giungerà il mo-mento di consegnarci al Padre, offriciil tuo capo come ultimo guanciale. Ilcalore del tuo volto, in quell’ultimoistante della nostra vita, evocherà unaltro istante: il primo dopo la nostranascita, quando abbiamo sperimenta-to il calore di un altro volto, che ras-somigliava tanto al tuo.

Santa Maria donna dell’ultima ora,disponici al grande viaggio. Aiutaciad allentare gli ormeggi senza paura.Sbriga tu stessa le pratiche del nostropassaporto. Se ci sarà il tuo visto nonci sarà nulla da tenere sulla frontiera.Mettici in regola le carte, e tienici permano, perchè giunti alla porta delparadiso, essa si spalanchi al nostroarrivo”.Vedo don Pietro mano nella mano conMaria, Vergine del Suffragio, mentrevarcano i cancelli del Paradiso perpresentarsi di fronte all’eterna, smisu-rata, grande misericordia e tenerezzadi Dio.

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Don Pietro Lupo nacque a San Giovanni Gemini (AG) il 12 luglio 1940. Studiò nel Seminario di Genova: giovane sorridente, accogliente e determina-to. Ricevette l’ordinazione sacerdotale dal Cardinale Giuseppe Siri il 29 giugno1964. Fu vice parroco nelle parrocchie di Gavi Ligure e di San Pietro alla Foce. Nel 1972 venne nominato parroco a Santa Maria Assunta di Vallenzona di Vob-bia dove rimase per vent’anni. Dopo l’impatto con la solitudine delle parrocchiemontane oltre alla cura del piccolo gregge, molto legato alla Chiesa, intrapreseiniziative che tutt’ora rimangono un gran segno alla vitalità del paese: restaurialla chiesa, un campo sportivo e un grande salone come centro di aggregazio-ne. Ebbe la cura della parrocchia di Alpe, dove celebrava la Messa ogni do-menica anche per poche persone. Quando ci fu il terremoto in Friuli si rese pie-namente disponibile per la Caritas diocesana accanto a mons. Pietro Tubino etrascorse lassù lunghi periodi per soccorrere e ricostruire. Vicario Foraneo del-la Val Vobbia, curò molto la fraternità sacerdotale, ebbe buoni rapporti pasto-rali con le parrocchie della Valle Scrivia.Il 1° settembre 1991 fu nominato parroco di N.S. delle Grazie in Megli e nel feb-braio 1998 rettore del Santuario di N.S. del Suffragio. Qui troviamo il parroco buono generoso e presente. Negli ultimi anni della suavita ha affrontato una sofferenza fisica che gli impediva di camminare col sorri-so sul volto e la serenità nel cuore. Non ha mai temuto la fatica e la sofferen-za. Non si è mai risparmiato. Innamorato della beata Vergine Maria, è stato ret-tore saggio, umile, accogliente. Ha saputo rendere la festa dell’8 settembre, so-lennità di N. S. del Suffragio, momento di fede e devozione mariana profondae sincera, e manifestazione di una tradizione popolare, quella dei fuochi, cherende viva la storia della città di Recco.

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Il 24 giugno ci ha lasciato improvvisa-mente Don Pietro Lupo. La sua morteha colpito tutta la città , che lo cono-sceva e lo stimava. Con lui se ne vauna figura di sacerdote esemplare, diuomo integerrimo che sapeva ascolta-re e consigliare quanti a lui si rivolge-vano.Don Pietro, oltre ad essere parroco diMegli era il rettore del Santuario diN.S. del Suffragio. La sua nomina, daparte del cardinale Dionigi Tettaman-zi, avvenne in un momento particolar-mente critico per il Santuario.Pochi di noi lo conoscevano diretta-mente, ma da subito si stabilì con luiun rapporto di grande amicizia e colla-borazione. Persona di semplici abitu-dini, ma di notevoli capacità umane eintellettuali, seppe subito farsi amareda tutti coloro che lo avvicinavano oche semplicemente frequentando ilSantuario ascoltavano la sua paroladurante le celebrazioni liturgiche. Eraamato e stimato anche per il suo spiri-to di sacrificio. Nonostante negli ulti-mi anni una malattia progressiva, sop-portata con ammirevole serenità , gliimpedisse di camminare senza chequalcuno lo sorreggesse, per l’amoreche nutriva verso la Suffragina mai,come ha detto il cardinale Bagnasconella sua omelia, volle rinunciare alsuo ministero al Santuario.Il Santuario, che egli curò in modoparticolare, fu da lui arricchito da la-

vori di restauro, di abbellimento enuove iniziative. In occasione del 175° anniversariodell’Incoronazione di N.S. del Suffra-gio promosse manifestazioni religiosee culturali. Riportò la festa della Ma-donna all’antico splendore di fede edevozione istituendo anche nuovi riti,come l’ingresso dell’Arca della Ma-donna, l’omaggio dei fiori alla Verginedurante la Benedizione dei bambini el’offerta dei ceri da parte dei setteQuartieri, e intensificando la collabo-razione fra le varie componenti dellafesta. Ripristinò l’antica tradizionedel trasporto a spalle dell’Arca dellaMadonna grazie alla collaborazionedegli atleti della Pro Recco Rugby edei Quartieri, i quali sotto suo suggeri-mento si sono dotati di sette gagliar-detti identificativi con cui partecipanoalla Processione.Il vuoto ed il rimpianto che ha lascia-to sono grandi, come si è potuto con-statare dalle manifestazioni di com-mozione e partecipazione in occasionedelle esequie svoltesi nel Santuario,presiedute dal Cardinale Arcivescovoche ha concelebrato la Messa con tren-taquattro sacerdoti.Caro don Pietro rimarrai sempre neinostri cuori e siamo sicuri che la Suf-fragina, da te sempre amata, ti ha ac-colto nel cielo dal quale veglierai su dinoi.

(da Ecco Recco)

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L’ULTIMO SALUTO DI RECCO A DON PIETRO LUPO

Guido Ditel

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LE ESEQUIEVenerdì 26 giugno si è svolta la ceri-monia del commiato dal nostro ama-tissimo Rettore Don Pietro.Il Cardinale Angelo Bagnasco ha conce-lebrato la Santa Messa di Suffragio contrentaquattro sacerdoti giunti da ogni

parte della Diocesi e dal Friuli, dove DonPietro aveva prestato la sua opera qualeincaricato della Caritas in occasione delterremoto del 1976. Assistevano alla Sa-cra Cerimonia i familiari, l’Arciconfra-ternita di N.S. del Suffragio, i Quartiericon i loro gagliardetti abbrunati le Auto-

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rità civili e militari, Associazioni cittadi-ne e una moltitudine di persone che gre-miva anche il piazzale poiché il Santua-rio non poteva contenere tutti coloro che

hanno voluto rendere il loro omaggio aDon Pietro. Grande commozione in tuttii presenti, molti dei quali non nasconde-vano le lacrime.

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Dopo il Vangelo, il Cardinale ha com-memorato il Don con commoventi pa-role. Al termine della Messa i Quartie-ri con i “ventun colpi” e la Filarmoni-

ca Gioacchino Rossini di Recco, conle sue dolenti note, hanno salutatoDon Pietro che partiva verso il cimite-ro di Megli per l’eterno riposo.

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8 settembre 2015

SSABATOABATO 29 A29 AGOSTOGOSTO AA CCOGLIENZACCOGLIENZA DELLDELL RCARCA

DDALAL 31 A31 AGOSTOGOSTO ALAL 6 S6 SETTEMBREETTEMBRE

ore 17.45 ore 18 S. Messa

LLUNEDÌUNEDÌ 7 S7 SETTEMBREETTEMBRE

ore 16.30 Rosario meditato ore 17 S. Messa

VVIGILIAIGILIA ore 10 Omaggio floreale alla Madonna e Benedizione dei Bambini ore 17 S. Messa ore 21 Canto dei Vespri presieduto da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare di Genova ed accoglienza di una croce e di una statua della Madonna, doni della C.E.I. a Cracovia in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù

ore 4.30 Arcivescovo di Genova ore 8 e 9.30 SS. Messe

ore 16.30 S. Messa celebrata da Don Luciano Denevi nel suo 50° di Sacerdozio ore 17.30 S. Messa

ore 20 Canto dei Vespri presieduto da Don Pasquale Revello, Parroco di Recco - accompagnata dalle Confraternite con i loro Crocifissi e dalla Filarmonica Gioacchino Rossini di Recco - salutata al suo passaggio dai Quartieri

ore 11 Solenne Concelebrazione presieduta da S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova - Offerta dei Ceri - Animerà la liturgia il Coro Canticorum Jubilo di Zoagli

MMERCOLEDÌERCOLEDÌ 9 S9 SETTEMBREETTEMBRE GGIORNOIORNO DELDEL RRINGRAZIAMENTOINGRAZIAMENTO ore 19 S. Messa di Ringraziamento e omaggio dei Quartieri alla Madonna

MMARTEDÌARTEDÌ 8 S8 SETTEMBREETTEMBRE SSOLENNITÀOLENNITÀ DIDI N.S. N.S. DELDEL SSUFFRAGIOUFFRAGIO

AAnnttiiccaa iimmmmaaggiinnee ddii NN..SS.. ddeell SSuuffffrraaggiioo

Il giorno 8 settembre, ai fedeli che visitano il Santuario, siano confessati e comunicati e recitino una preghiera secondo

ILLUMINATE LE VOSTRE CASE !ILLUMINATE LE VOSTRE CASE !

R I C C A P E S C A D I B E N E F I C E N Z AR I C C A P E S C A D I B E N E F I C E N Z A

Manifesto 8 settembre 2015

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29 agosto - Accoglienza dell’ArcaIniziano con questa cerimonia i festeggiamenti in onore di Nostra Signora del Suffragio. Quest’an-no per la prima volta Don Danilo affronta la festa della Madonna come Rettore del Santuario. Alle16,45 l’Arca della Madonna entra nel Santuario accompagnata dall’Arciconfraternita e dai Quartiericon i loro gagliardetti e le candele che arderanno presso l’Arca per tutta la durata dei festeggiamenti.Segue la Santa Messa celebrata da Don Danilo.

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6 settembre - Concerto dell’AntivigiliaTradizionale concerto della Filarmonica Gioacchino Rossini di Recco diretto dal maestro MarcoCapurro. Quest’anno il concerto è anche vocale, partecipano infatti il soprano Chiara Bisso e il ba-ritono Carlo Prunali. Grande successo, il piazzale e affollato.

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Offerta dei fiori

7 settembre - VigilaIl Santuario si anima per la Benedizione dei Bambini che la mattina alle ore 10 offrono i fiori allaMadonna. Alle ore 20 giungono al Santuario una copia della Croce di San Damiano e della statuadi N.S. di Loreto benedette dal Papa. Le immagini, donate dalla CEI alla città di Cracovia in oc-casione della prossima Giornata Mondiale della Gioventù , prima di raggiungere la città polacca gi-reranno tutte le diocesi italiane. Nella diocesi di Genova hanno sostato presso la chiesa della Con-solazione di Genova e presso il nostro Santuario per tutta la giornata dell’8 settembre.Il canto dei Primi Vespri presieduti da Mons. Marco Doldi, Vicario Episcopale della nostra Dioce-si, concludono le celebrazioni religiose della Vigilia.

Benedizione dei Bambini

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I Primi Vespri presieduti da Mons. Doldi

Accoglienza della Croce di San Damiano e della Madonna di Loreto

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Il Santuario

La Benedizione Eucaristica conclude i Primi Vespri

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Il Cardinale accolto dal Rettore Don Danilo

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8 settembre - Messa dell’albaIl Santuario è gremito di fedeli, alle ore 4,30 il Cardinale Arcivescovo Angelo Bagnasco celebra laMessa dell’Alba. Concelebrano con lui il Rettore Don Danilo, Don Pasquale Revello Parroco diRecco, Don Germano Adriani Parroco di Sori e Don Matteo Zoppi Vicario parrocchiale di Recco.

Il Cardinale entra nel Santuario

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La preghiera alla Madonna

Il Santuario gremito per la Messa dell’Alba

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L’omaggio dell’Arciconfraternita al Cardinale

Solenne Concelebrazione - presieduta da S.E. il Cardinale Angelo Bagnasco. Concelebrano con ilCardinale Arcivescovo il Clero del Vicariato, altri sacerdoti della Diocesi e di altre regioni.

L’Arcivescovo arriva al Santuario per la Solenne Concelebrazione

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Il Cardinale benedice i fedeli con il libro dei Vangeli

Il Clero procede dall’Oratorio al Santuario per la Concelebrazione

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La Solenne Concelebrazione

L’offerta dei ceri alla Madonna

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Le Autorità con a capo il Prefetto assistono alla Concelebrazione

Solenne Concelebrazione: la Consacrazione

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I Quartieri salutano il Cardinale

L’incontro del Cardinale con i fedeli

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I Secondi Vespri

La Processione - Dopo il canto dei Secondi Vespri esce dal Santuario la grande Processione. Par-tecipano numerose Confraternite con i grandi Crocifissi, il Clero, le Autorità comunali, provincia-li, regionali civili e militari. Molti sono i fedeli che seguono l’Arca della Madonna. La Filarmoni-ca Gioacchino Rossini di Recco presta il servizio musicale.

Don Pasquale Revello Parroco di Recco presiede il canto dei Secondi Vespri

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La squadra della Pro Recco Rugby che da molti anni porta in processione l’Arca di N.S. del Suffragio.

La Pro Recco Rugby festeggia Don Danilo

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La Processione

La nostra Arciconfraternita in Processione

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La Processione sosta per l’omaggio dei Quartieri alla Madonna

La Confraternita di N.S. Addolorata di Camogli

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Il Sindaco della Città Metropolitana Marco Doria e altri Sindaci del Golfo Paradiso sostano sulpiazzale del Santuario al termine della Processione

La Madonna rientra al Santuario

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Il Rettore Don Danilo recita la preghiera alla Madonna

9 settembre - Giorno del Ringraziamento

La Messa di Ringraziamento

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Mostra di arredi sacri nell’Oratorio

I Quartieri assistono alla Messa di Ringraziamento

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Il “riondino” del Quartiere Collodari

I fuochi a giorno del Quartiere Verzemma

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L’Arciconfraternita

ed il Santuario

ringraziano sentitamente

quanti con modalità diverse

hanno contribuito

alla buona riuscita

della festa in onore

di N.S. del Suffragio

Il Santuario illuminato

Fuochi sul mare

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28 agosto - Foto di gruppo dei volontari che hanno contribuito a realizzare la cena

28 agosto - Si cena sotto le stelle

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La cena sul sagrato

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Assemblea ordinaria annualeAlla presenza di numerosi confratellisi è svolta alle ore 18 del 21 marzol’annuale Assemblea ordinaria del-l’Arciconfraternita.Dopo aver letto la relazione morale efinanziaria il Priore ha comunicatoai presenti il calendario delle mani-festazioni promosse dal Priorato Ge-nerale delle Confraternite per l’annoin corso.Gli appuntamenti più importanti illu-strati sono:- il “IV Cammino Confraternale Ligu-re della Gioventù (svoltosi nel nostroSantuario il 26 aprile)- il Raduno Regionale e Nazionaledelle Confraternite a Torino in occa-sione dell’ostensione della Sacra Sin-done (domenica 14 giugno).Relativamente alla “Dispensa” il Prio-re ha informato i presenti che da di-cembre 2014 a novembre 2015 sonostati distribuiti 2.468 pacchi viveri conuna media di 206 pacchi al mese.

Pellegrinaggio a TorinoSi è svolto domenica 14 giugno. Par-titi di buon’ora in corriera dal piazzaledel Santuario siamo arrivati a Torinoin piazza Arbarello sede del raduno.Alle 10 l’Arcivescovo di Torino mons.Nosiglia ha iniziato la celebrazionedella Messa. La vasta piazza era gre-mita di confraternite con i loro Croci-

fissi. Purtroppo durante il rito è co-minciata a cadere una sottile pioggia.Al termine della funzione si è snoda-ta la lunga processione delle Confra-ternite per le vie del centro di Torino,ma senza Crocifissi.Nel pomeriggio attraverso il percorsonei Giardini Reali, abbiamo raggiuntoil Duomo e venerato la Sacra Sindone.

In memoria dei Confratelli defuntiIl 9 novembre sono stati commemoratile Consorelle ed i Confratelli defunti.Alle ore 20,30 dopo la recita dell’Uf-ficio dei Defunti Don Danilo, nella suafunzione di Cappellano dell’Arcicon-fraternita, ha celebrato la Messa diSuffragio.

Festa di San MartinoDomenica 15 novembre è stato ricor-dato San Martino, titolare della nostraArciconfraternita dal 1399 al 1557.Alle ore 11,30 il Rettore Don Daniloha esposto la reliquia all’altare delSanto, addobbato per l’occasione daifiori offerti dal Quartiere San Martinoe quindi ha celebrato la Messa solen-ne. Assistevano al rito l’Arciconfrater-nita, i membri del Quartiere con il lo-ro gagliardetto e numerosi fedeli.Al termine della Messa, sul piazzaledel Santuario il Quartiere ha offerto aipresenti un gustoso aperitivo.Alle ore 17, nell’Oratorio, sono stati

NOTIZIE DELL’ARCICONFRATERNITAGuido Ditel

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Si è svolto domenica 26 aprile pressoil nostro Santuario.Numerose sono state le Confraterniteche vi hanno partecipato, molte con iloro Crocifissi. Alle ore 10 don Matteo Zoppi Vicarioparrocchiale di San Giovanni Battistadi Recco ha celebrato la Santa Messaassistito da don Franco Molinari ViceAssistente della Confederazione Na-zionale Confraternite d’Italia. La sacra

liturgia è stata animata dalla cantoriaparrocchiale di Megli.Al termine si è snodata lungo le viecittadine la processione, con la statuadi N. S. del Suffragio accompagnatadalle Confraternite con i loro Crocifis-si, dai Quartieri, dalla FilarmonicaGioacchino Rossini e da numerosi fe-deli. La processione si è conclusa sul-la piazza del Comune dove dopo il sa-luto delle Aurorità sono stati conse-

IV Cammino ConfraternaleLigure della Gioventù

La Santa Messa

cantati i Vespri ed è stata impartita laBenedizione Eucaristica.Durante il pomeriggio nel piazzale da-vanti all’Oratorio l’Arciconfraternita

ha offerto frittelle e vino novello.La festa si è chiusa con un breve spet-tacolo pirotecnico a cura del QuartiereSan Martino.

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L’Arca di N.S. del Suffragio davanti al palazzo comunale

Piccoli “cristezanti” crescono

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ganti i diplomi di partecipazione.Quindi al termine delle celebrazioni viè stato un momento conviviale offer-to alle Confraternite dal ConsorzioGastronomico di Recco.

Nel pomeriggio i confratelli più gio-vani hanno partecipato a momenti digioco e svago e condivisione fraternacon le Aquile del Golfo ed il GruppoScout “Golfo Paradiso” di Recco.

Terminato il Raduno tutti in posa per la foto di gruppo

Piccoli e grandi confratelli davanti al Santuario

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il presepe - santo natale 2014

Il Presepe dei Popoli, così può esse-re definita la rappresentazione dellaNatività del Natale 2014. I pastori chesi dirigevano verso la capanna di Betlemme provenivano da tutti i con-tinenti. Nel Presepe sono stati infattirealizzati cinque villaggi: per l’Europabaite alpine, per l’Africa tucul di pa-

glia, per l’America tende indiane, perl’Oceania capanne su palafitte, perl’Asia la scena classica del MedioOriente.

L’Arciconfraternita ringrazia i Quar-tieri per il prezioso aiuto prestato perla realizzazione del Presepe.

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Antonio Vivaldi e le composizioni“Al Santo Sepolcro”

Dario Bonuccelli

Sono due le composizioni di AntonioVivaldi (1678-1741) che portano il tito-lo “Al Santo Sepolcro”: la più nota è laSinfonia per archi in Si minore RV 169(RV sta per Ryom Verzeichnis, dal no-me dello studioso Peter Ryom che hacatalogato l’intera opera vivaldiana), lameno conosciuta è la Sonata a 4 in Mibemolle maggiore RV 130, anch’essaper archi. Entrambe le date di composi-zione sono sconosciute, ma si presumeche risalgano al 1730, anno nel quale il“prete rosso” (com’era chiamato il com-positore a causa del colore dei capelli),divenuto ormai un’indiscussa celebritàmusicale e conteso dalle principali fa-miglie nobiliari e reali d’Europa, si ven-

ne a trovare a Vienna. E’ proprio nellacapitale asburgica che esisteva la conso-lidata tradizione di eseguire, durante laSettimana Santa, un particolare tipo diOratorio (genere musicale di ispirazionereligiosa che condivide con il melo-dramma il carattere drammatico ma chenon utilizza la scena), chiamato appun-to “Sepolcro”. La performance avveni-va generalmente nella cappella imperia-le, attorno ad una bara che conteneva unmodello in gesso del Cristo morto: que-sto feretro era coperto da un drappo ne-ro, che veniva rimosso proprio durantel’esecuzione musicale. Il titolo “Al San-to Sepolcro” (o “Al Santissimo Sepol-cro”, come si trova in altre composizio-

Giovedì Santo 2015 - Il Sepolcro

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ni di questo genere) non è dunque ge-nerico ed è facile immaginare che Vi-valdi abbia voluto legare la Sinfonia e laSonata proprio a quella consuetudine,benché non esistano notizie circa un’e-secuzione in quel preciso ambito. In ef-fetti, i due brani sono ben lontani dalvirtuosismo e dalla vitalità che caratte-rizzano la musica vivaldiana più nota algrande pubblico. L’atmosfera in cui ve-niamo calati dall’incipit della Sinfonia,ad esempio, è profondamente cupa escura: sentiamo un’unica nota tenuta daiviolini secondi, una linea che diventa ilnucleo generatore di tutto il primo mo-vimento e sulla quale, all’entrata deiviolini primi, si vengono a creare scon-certanti dissonanze. Tutto il discorsomusicale di questo ”Adagio molto” ri-sulta rarefatto e immobile, privo unachiara direzione armonica, interamentetessuto sui toni del “pianissimo”, quasisulla soglia dell’udibile. Proprio a que-sto proposito, è interessante notare cheVivaldi, per l’esecuzione, scrive in ma-niera specifica “Senza Organi o Cemba-li”, chiedendo dunque di non usare ilbasso continuo (cioè una parte di ac-compagnamento solitamente affidata adun violoncello e ad un clavicembalo oun organo). Questa scelta abbastanzainusuale è probabilmente dettata dall’e-sigenza di una ricerca coloristica specia-le: gli archi sono in grado di attaccareun suono in maniera talmente delicatache quasi ci è impossibile udirlo, men-tre uno strumento come il clavicembaloha una attacco sensibilmente più netto eforse non sarebbe stato adatto a crearel’atmosfera che il compositore desidera-va. Il secondo (e ultimo) movimentoviene attaccato senza interruzione dopol’ultimo accordo del primo e porta l’in-

dicazione “Allegro ma poco”: nel lin-guaggio comune “allegro” è sinonimodi felice, gaio, mentre l’accezione musi-cale riguarda la velocità di esecuzione,nel senso che all’inizio di un brano chedebba essere eseguito in maniera abba-stanza rapida viene posta l’indicazione“Allegro” anche se il brano stesso ha uncarattere triste, drammatico o agitato.Con questa particolare indicazione, Vi-valdi sembra volersi riferire anche al si-gnificato vero e proprio della parola, co-me a dire che il secondo movimento vaeseguito più veloce del primo, ma nonè poi così allegro e gaio. In effetti ilclima resta ancora cupo: solo la conno-tazione più ritmica del tema principale(che possiamo chiamare “soggetto” inquanto il procedere polifonico di questasezione è affine a quello della Fuga)sembra portarci in una dimensione unpo’ più concreta e meno nebulosa. Con-tinuiamo a essere colpiti da forti disso-nanze e il tessuto musicale diventa piùdialogico: i vari strumenti, che inizial-mente erano amalgamati e creavano ununico impasto sonoro, adesso si parla-no, scambiandosi di volta in volta ilsoggetto. Importante è l’uso del croma-tismo, ovvero di uno sviluppo melodicoche non utilizza solo le sette note dellatonalità prescelta, bensì tutti i dodicisuoni che il nostro sistema musicale haa disposizione, ponendoli in successio-ne uno dopo l’altro: questo crea un pa-thos particolare che richiama il pianto eil sospiro, trasmettendoci un’idea diprofonda sofferenza e angoscia. Da no-tare infine la chiusura del brano: moltospesso, nel Barocco, i brani in tonalitàminore venivano terminati con un ac-cordo maggiore, utilizzando la cosid-detta “cadenza piccarda”, la quale dà

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una sensazione di consolazione e di lu-ce, alla fine di un brano che magari eracostruito tutto su toni patetici e dolenti.Vivaldi rifiuta questo procedimento ar-monico e chiude la Sinfonia con un ac-cordo (sarebbe più esatto dire “bicor-do”) che non è né maggiore né mino-re, una sorta di “finale aperto”: ogniascoltatore può , in cuor suo, optare peruna soluzione o per l’altra o semplice-mente immergersi nel colore indefinitocreato da questi ultimi due suoni.

La Sonata a 4, nonostante porti lo stes-so titolo della Sinfonia, mostra fin dal-l’inizio importanti differenze. In primisl’organico, non tanto per il fatto cheviene prescritta una dimensione più ca-meristica che orchestrale (le quattroparti dovrebbero essere “reali” cioèsuonate ognuna da un unico strumenti-

sta, ma spesso anche per questo tipo dicomposizione veniva utilizzata l’orche-stra intera e dunque ogni parte era suo-nata da più esecutori contemporanea-mente) quanto per la presenza del con-sueto basso continuo. Altra differenzaè poi la tonalità , Mi bemolle maggio-re, che risulta essere un po’ più morbi-da e meno tragica rispetto al Si minoredella Sinfonia. Differente anche l’inci-pit (“Largo molto”): nella Sonata glistrumenti entrano in successione dalbasso verso l’alto, utilizzando tutti unostesso elemento tematico che, dal pun-to di vista ritmico, è ben connotato(una nota ripetuta quattro volte seguitada un arpeggio più rapido), a differen-za della Sinfonia in cui le quattro parti,come abbiamo visto, non hanno una rit-micità ben definita e per di più entra-no in maniera meno “ordinata”. Quello

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Particolare del Sepolcro

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della Sonata è in un certo senso un in-cipit più tradizionale, ma di certo nonmeno efficace dell’altro, complici an-che le numerose dissonanze che si crea-no con il progredire del discorso musi-cale. Molto più simili sono i due “Alle-gro ma poco”, a partire dal soggetto,quasi identico, costituito da una nota ri-petuta tre volte, poi appoggiata e fattascendere alla sua vicina. Nella Sonata,però , il materiale musicale è assaimeno cromatico, in quanto vengonoutilizzate quasi sempre le sole note diMi bemolle maggiore e delle tonalitàvicine: ne risulta un’atmosfera menopatetica e dolorosa, più morbida e “ras-sicurante”. Lo stesso finale ha un colo-re più solare, con un accordo maggioreben definito, molto diverso dalla chiusaenigmatica della Sinfonia.

Più visionaria la Sinfonia, più consue-ta la Sonata, entrambe le composizionisono da annoverare tra le opere più si-gnificative di Antonio Vivaldi e ne rac-comandiamo sicuramente l’ascolto.Spesso in un brano musicale cerchiamosoprattutto il pathos e la tensione: inquesto caso l’atmosfera oscura e soffu-sa della Sinfonia in Si minore e le sueforti (a volte lancinanti) dissonanze èsicuramente la più indicata. La Sonataa 4, però , ci dimostra che la musica saessere espressiva ed emozionante an-che in una dimensione meno “striden-te” e che possiamo cogliere il dolore el’angoscia anche in un brano musicaledall’impianto (apparentemente) piùtradizionale: l’ascoltatore che ne èconsapevole saprà sicuramente godereanche della Sonata in Mi bemolle.

Particolare del Sepolcro

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Domenica 15 novembre, anche que-st’anno com’è oramai tradizione, cisiamo ritrovati per festeggiare la ricor-renza di San Martino. Il programma erapiù ricco del solito, e prevedeva un’in-tera giornata di eventi. La mattina ov-viamente abbiamo partecipato alla San-ta Messa assieme agli Amici dell’Arci-confraternita, e a seguire abbiamo of-ferto sul sagrato un piccolo rinfrescocon focaccia e vino bianco. Al pome-riggio, in un clima veramente amiche-vole, sono ripresi i festeggiamenti at-torno al Santuario, con l’offerta di frit-telle dolci e vino novello, prodotti eprofumi caratteristici dell’autunno. E

infine, dopo il canto dei Vespri nell’O-ratorio, la giornata si è conclusa con unpiccolo spettacolo pirotecnico. Avremmo voluto che il resoconto ter-minasse qui, con considerazioni sullabellezza e la gioia dei momenti passatiassieme, e invece purtroppo non è sta-ta una giornata del tutto allegra perchéil pensiero era rivolto ai tragici fatti av-venuti poche ore prima a Parigi. Le no-tizie di morte e terrore provenienti dal-la Capitale francese ci hanno profonda-mente angosciato e costretto a lungheriflessioni sull’opportunità di attenersial programma prestabilito. Nonostantequesti pensieri abbiamo deciso, di con-

SAN MARTINO 2015Valentina Grazioli

Esposizione della reliquia sull’altare del Santo

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I membri del Quartiere San Martino e dell’Arciconfraternita assistono alla Santa Messa Solenne

Canto dei Vespri nell’Oratorio di San Martino

certo con Don Danilo, al suo primo an-no come Rettore del Santuario, di ono-rare il nostro Santo Patrono, secondo leprevisioni per mandare un messaggiodi pace, fratellanza e speranza.

La necessità di confrontarci su questitemi ci ha permesso di percepire unavolta di più la vicinanza e l’affetto del“nostro” Don Danilo che aveva giàdimostrato durante i festeggiamenti di

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Nostra Signora del Suffragio una par-tecipata simpatia verso i Quartieri, ve-nendoci a trovare nei nostri stand e in-teressandosi sinceramente alle nostreattività .Il Quartiere San Martino desidera rin-graziare per questa giornata l’Arcicon-fraternita di Nostra Signora del Suffra-

gio e “il Don” per la proficua e ami-chevole collaborazione, e tutte le per-sone che hanno voluto partecipare connoi questa ricorrenza. Infine vogliamorivolgere un pensiero affettuoso al ca-ro Don Lupo che siamo certi che daLassù abbia condiviso con noi questagiornata.

Prosegue la collaborazionecon il Gruppo di PromozioneMusicale Golfo Paradiso,ente che promuove l’educa-zione musicale e organizzaconcerti in varie sedi nei Co-muni del Golfo Paradiso. Nelnostro Oratorio, in particola-re i concerti vengono pro-grammati nella Stagione Au-tunnale. Nel mese di novem-bre abbiamo ascoltato dueinteressanti concerti: uno delQuartetto Fauves e l’altrodelle pianiste Monica Secon-dini e Helga Anna Pisapia.Inoltre quest’anno in occa-sione del 150° anniversariodella nascita del musicistafinlandese Jean Sibelius ab-biamo ospitato un concertodel New Helsinki Quartet.

CONCERTI NELL’ORATORIO

Concerto del New Helsinki Quartet

Concerto organizzato dal Gruppo di Promozione Musica-le Golfo Paradiso

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Proponiamo quest’anno alla cono-scenza di chi legge questo bollettinol’edicola della nostra Madonna situataal termine della salita della Madonnet-ta, forse la più antica di quelle super-stiti. Non siamo a conoscenza di chi lafece costruire nel lontano 1939, ma

sappiamo che essa fu restaurata nel1993 da Marcello Caorsi, Ninni Picas-so, Vincenzo Bisso, Gabriella Masso-ne, Mario Mammi. Questa notizia ci èstata fornita dalla nostra consorellaGraziana Aste che attualmente se neprende cura.

EDICOLE E IMMAGINI DIN.S. DEL SUFFRAGIO A RECCO

Benedizione dell’edicola restaurata

Edicola di N.S. del Suffragio L’edicola prima del restauro

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Cinquant’anni fa moriva don Giovan-ni Conti che fu Rettore del Santuariodal novembre del 1951 al giugno del1965. Lo ricordiamo riproponendoquanto scrisse su di lui Emilio Diena,indimenticato Priore dell’Arciconfra-ternita, nel bollettino del 1965 e con lasua biografia.

“Addio Don Conti, proprio così a Dio.Noi crediamo che ti potrà rivedere so-lo chi saprà morire in grazia di Dio.Ce ne hai distribuita tanta, tu umile, tubuono, tu sereno, di Grazia Divina.Quante volte hai alzato la mano ad as-solvere e benedire?Noi ti ricordiamo così, nel tuo sacer-dotale gesto di carità, accompagnatodalle parole “ricordatevi di amare ilvostro prossimo”: invariabilmentesempre le stesse, come invariabilmen-te sempre lo stesso, ispirato da questanorma era il tuo modo di vivere.“

Emilio Diena

Le 10.30 di domenica 25 novembre1951: il suono gioioso delle campane eil rombo fragoroso dei mortaretti scan-discono il solenne ingresso del nuovoRettore nel Santuario. E’ Don GiovanniConti, prevosto di S. Maria di Tramon-tana (Parodi Ligure) che, ricco dell’e-sperienza di una lunga vita sacerdotalesantamente vissuta, prende possessodel Santuario fino a quel momento te-nuto da Mons. Giuseppe Magnasco,

delegato arcivescovile nominato dalCardinale Boetto alla fine della guerra.Un compito non certamente lieve atten-de il nuovo Rettore: le profonde feritedella guerra sono ancora aperte, la vitaspirituale ha bisogno di essere ripresa,il Santuario attende di tornare alle sueantiche bellezze. Deve trovare la forzaper rifare quanto è stato sconvolto eabbattuto nelle coscienze e nelle cose.Don Giovanni Conti ci riuscirà , conl’aiuto di Dio e della Vergine Santa, conla cooperazione dei buoni, con il suoessere sempre pronto ad assolvere e abenedire. Gesti sacerdotali invariabil-mente accompagnati dal suo schiettoincitamento: “Ricordatevi di amare ilvostro prossimo!”

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RICORDO DI DON GIOVANNI CONTIUmberto Diena

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Nato ad Asti il 7 marzo del 1880, DonGiovanni Conti compie gli studi allaGoffredo Mameli di Genova e a 14 an-ni entra nel Seminario di Asti: aggior-na i suoi studi aggiungendovi quellidelle discipline ecclesiastiche. Giuntoall’età di 20 anni passa dal Seminariodi Asti a quello arcivescovile di Geno-va completando gli studi teologici: do-po quattro anni arriva alle porte delSacerdozio. Il suo carattere umile eschivo tentenna davanti alla dignitàsacerdotale, ma condotto da Padre Se-meria al Real Collegio “Carlo Alber-to” di Moncalieri in qualità di Prefet-to di Disciplina e sotto la direzione diun buon Padre Spirituale, matura laconvinzione che quella è la sua stradae alla fine del 1905, rientrato a Geno-va, prende l’Ordinazione Sacerdotale.Inizia il suo apostolato come curato aUscio, dal 1906 al 1909, e successiva-mente curato alla parrocchia di S. Co-simo a Genova fino al 1920. E’ parro-co a Salto per nove anni e nel 1929 gliviene affidata la parrocchia di Tra-montana alla quale rinuncia nel 1951.I Superiori gli affidano allora la Retto-ria del Santuario di N.S. del Suffragioin Recco e Don Conti non rimaneozioso: ne incrementa il culto e ne cu-ra il restauro materiale, sempre con ilsuo stile dettato dall’umiltà , dallabontà , dalla serenità . Nel 1955 com-pie il 50.mo anno di Messa e tutta lapopolazione si stringe compatta attor-no al suo Rettore per rallegrarsi edesprimere i sentimenti di devoto osse-quio. Per l’occasione, grazie alla gene-rosità di tutti, viene completato il me-

raviglioso concerto di campane, di cuiè dotato il campanile del Santuario,con l’ottava campana. Il Pontefice PioXII e il Cardinale Siri inviano a DonConti messaggi di auguri e benedizio-ni per il suo giubileo d’oro sacerdota-le. Nel marzo del 1960 cade l’ottante-simo compleanno di Don Conti e perl’occasione il Santuario si veste a festacon una ricca serra di fiori bianchi. Lacorale dei RR Padri Francescani ac-compagna con musiche scelte il sacrorito al quale partecipa tutta la popola-zione mentre il reverendo Padre Fran-cesco Ravera traccia dopo il Vangelo,la sintesi della vita esemplare di DonConti. I Quartieri partecipano alla fe-sta facendo “esplodere” la loro gioia almomento dell’Elevazione. L’anno do-po, nel novembre del 1961, si festeg-gia il decimo anniversario del Rettora-to di Don Conti e si inaugura la nuovastatua di S. Antonio da Padova donatadai coniugi Bossan per il loro 25.moanniversario di matrimonio: sostitui-sce quella andata distrutta nella tre-menda inondazione di settembre. FraGuglielmo Bozzo, Ministro Provincia-le dei Frati Minori, benedice la nuovastatua e all’omelia ricorda l’Apostola-to a Recco di Don Conti: dieci anni diintensa attività pastorale svolta nel si-lenzio e nell’umiltà . Ormai anziano,Don Conti prosegue la vita nel San-tuario affiancato dal suo successore eil 12 giugno del 1965 lascia la vita ter-rena per ritornare al Padre. I funeralisolenni si svolgono il 14 giugno e lacara salma prosegue per la sepolturanella sua Tramontana.

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“…il giorno più solenne per la popo-lazione di Recco è quello della nativi-tà di N. S. che ricorre alli 8 di Settem-bre; ed in questo giorno e da Genova,e dalle riviere concorre colà, per ma-re e per terra, una gran quantità dipersone di ogni qualità ed età…”Così recita un piccolo opuscolo ritro-vato casualmente tramite una ricercasul web in una libreria di Riva delGarda relativo all’incoronazione dellanostra patrona nel 1824!Sono passati quasi due secoli da allorama ancora oggi tale assunto è rispet-tato in pieno.Il libricino fu stampato per “l’innalza-

re l’antico Oratorio, dedicato allaVergine del Suffragio, alla dignità diSantuario, tributando le Statue sacredi Maria e di Gesù dell’aurea corona,ricevuta in dono dal Vaticano!”Lo scritto in una cinquantina di paginecontiene molti accenni alla storia citta-dina e del capitaneato oltre che dellenostre confraternite cittadine con rife-rimenti alla loro unione e successivaseparazione al termine delle incursionidei pirati.Descrive poi con dovizia di particolari

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La Solenne Incoronazione del 1824Carlo Guglieri

1824 Forse la più antica immagine della no-stra Madonna

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i miracoli attribuiti alla Beata Vergine,nomi, fatti, circostanze precise conclu-dendo con enfasi “…non è dunque nèmai sarà meraviglia, se, dopo tanti esì replicati favori, seppero distinguer-si di abitanti di Recco nel venerare laRegina del Cielo…”.Dopodiché si passa al racconto dellafesta, con inizio “il giorno settimo disettembre… in cui deve aver principiola pompa della sacra Incoronazione…annunziato dal suono dei sacri bronzi,e dalle ripetute salve, non insolite aqueste occasioni.”Al termine delle funzioni del mattinosi svolse infatti la “dignitosa proces-sione” fino alla parrocchia dove la sta-tua della nicchia venne collocata “so-vra un ricco trono a bella posta innal-zato” con la partecipazione del Rev.Antonio Giannelli professore di retori-ca del Seminario Arcivescovile.Due curiosità .La chiesa di San Giovanni Battista fuscelta per la cerimonia “per la suagrandezza, pe’ i suoi quadri e le variesue statue, non l’ultima fra le più bel-le che siano in Liguria”mentre il San-tuario “non è creduto sufficiente acontenere la folla del popolo”!All’ingresso del paese venne posto unarco trionfale ed una iscrizione in lati-no che “…significheranno alle perso-ne accorrenti il giusto motivo dellapubblica gioia e della non ordinariasolennità”.Anche allora alla sera del 7, al terminedei riti religiosi luminarie e fuochid’artificio: “caduto il giorno finirà laprima festa con una generale illumi-

nazione accompagnata dai soliti razzied altri fuochi d’allegrezza”.La solenne Incoronazione l’8 settem-bre 1824 ad opera dell’Arcivescovo diGenova Mons. Luigi Lambruschiniviene descritta in tutti i momenti com-prese le parole recitate durante l’impo-sizione della corona sul capo di Gesù :“Sicuti per manus nostras coronariasin terris, ita et a te gloria et honore co-ronari mareamur in Coelis” e dellaMadonna: “Sicuti per manus nostrascoronarias in terris, ita et a Christogloria et honore coronari mareamurin Coelis”.Al termine il secondo oratore Anto-nio Podestà , prevosto della Colle-giata delle Vigne “farà di nuovosoggetto della sacra eloquenza lagloria del paese, e le lodi della Re-gina del Cielo”.Infine la sera gli immancabili festeg-giamenti civili con “sfoggio di armo-niosi concerti, di luminarie, e di razzidi ogni maniera”.Il 9 settembre dopo la Messa e il pa-negirico recitato dal Rev. GirolamoBertora si svolse la processione chepassando per le principali vie del pae-se riportò la Suffragina al Santuario;“…restituita la miracolosa Statua alsuo nicchio, e compartita da Mons.Arcivescovo la sacra benedizione,avrà termine l’augusta funzione: i fuo-chi artifiziali della sera, il suono deimusicali strumenti, e le illuminazionigenerali non saranno per tutta la not-te che l’ultimo contrassegno dellapubblica esaltazione”.Il libro termina con l’indicazione che

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la pubblicazione venne fatta ad operadei Confratelli dell’Oratorio “…ondetrasmettere ai posteri più certa memo-ria dei fatti e raccomandare alla lorodivozione quei giorni…” oltre a un so-netto e due canzoni “in lode di MariaVergine sotto il titolo di N. S. del Suf-fragio per l’onomastico giorno degli 8settembre 1824”.

Da qualche anno a questa parte abbia-mo aggiunto una nuova tappa al nostronutrito calendario di trasferte pirotecni-che, precisamente a Monte San Giovan-ni Campano che, nonostante il nome sitrova in provincia di Frosinone, dove sifesteggia N. S. del Suffragio proprio co-me a Recco ma nella settimana “in al-bis”, successiva ai riti pasquali.La chiesa principale è intitolata aSanta Maria della Valle eretta nel XVIsecolo sui resti di una pieve più anticaper volere del Marchese di Pescarasposo di Antonella D’Aquino, ultimaerede di una nobile famiglia mentrenel 1600 per volere di Clemente XIVfu eretta a insigne collegiata. La pianta è a navata unica a croce la-tina con 8 altari più quello centrale al-le cui spalle si trova un coro intarsiatodel 700, opera del falegname tedesco

Paolo Vaser; nel 1862 fu abbellita edingrandita dal Vespignani che realiz-zò l’altar maggiore con marmi pre-giati provenienti dalla basilica di S.Paolo in Roma. Nella tribuna all’interno di un tempiet-to barocco adorno di stucchi è collo-cata la statua della venerata immagine,pregevole scultura lignea di scuolalucchese del XVII secolo, dono delPapa Urbano VIII. Nel 1974 la vecchia porta fu sostituitacon una in bronzo, opera di TommasoGismondi rappresentante la devozioneper la Madonna del Suffragio e per iSanti Patroni della città con al centrouna possente croce sbalzata quale ele-mento architettonico principale dell’o-pera, ripartita in sei pannelli verticalisovrastati in alto da una effige della“Grande Processione” che si svolge la

N. S. del Suffragio a Monte San Giovanni Campano

Carlo Guglieri

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domenica dopo Pasqua, con al centrola beata Vergine.La liturgia inizia il giovedì con il tri-duo di preparazione che si conclude ilsabato con la celebrazione della sera,al termine della quale, l’antica figuralignea, animata da una prodigiosamacchina, scende dal suo trono postodietro l’altare maggiore e raggiunge lafolla di fedeli che l’accolgono con ap-plausi, preghiere e canti. La chiesa rimane aperta tutta la notteper la veglia mariana in ricordo del-l’incendio che secoli prima ne danneg-giò una parte della costruzione pro-prio lo stesso giorno e dal quale la sa-cra effige si salvò .La domenica dopo la S. Messa delmattino si svolge la processione con laMadonna che, adagiata su un artisticobaldacchino barocco, viene portata aspalla per raggiunge la sommità delcolle San Marco, dove si compì il mi-racolo che salvò il paese da una de-vastante epidemia di colera: la statuafu poggiata su un basamento in pietraposto nella piccola piazza sulla cima e,al termine delle preghiere, riprenden-do la via del ritorno, i fedeli si accor-sero che sul giaciglio era comparsauna croce visibile ancora oggi.I fuochi a giorno vengono sparatiquando la Madre Celeste raggiunge lasommità ; in passato la durata eraparametrata al tempo esatto che occor-reva per raggiungere il luogo del mira-colo e al termine della benedizione ilritorno alla Collegiata con un secondospettacolo di durata inferiore poiché iltragitto in discesa si percorreva piùvelocemente!

La domenica successiva, la “risalita”del simulacro al suo trono segna laconclusione dei festeggiamenti.A Monte San Giovanni Campano è dicasa da sempre la ditta Mattei ma nelcorso degli anni hanno sparato ancheaziende abruzzesi come D’Arcangeloe i fratelli Basilico, la frusinate Can-celli e anche il mugnanese GabrieleVallefuoco quando nell’occasionevenne organizzato un festival con cin-que partecipanti. Una festa scoperta casualmente graziealle segnalazioni degli amici appassio-nati della zona che ci hanno accompa-gnato per la prima volta nel 2013 sulcolle opposto alla città vicino al con-vento dei frati cappuccini, in una “po-stazione degli scienziati” ciociara dovecome in tutte le piazze pirotecniche chesi rispettano si commentano gli spetta-coli bomba per bomba, prima, durantee soprattutto dopo lo sparo…

Ps: un sentito ringraziamento a Enri-co Mattei e Lucio Pinchera per il ma-teriale storico e le immagini.

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Aveva un posto d’onore nellabiblioteca di una famiglia recchese

I discendenti della famiglia De Grego-ri conservano nella loro preziosa bi-blioteca di famiglia anche un Messaleromano del 1700. Ci si domanderàcome mai un volume che è una guidasul modo di celebrare, giorno dopogiorno, nel corso di tutto l’anno, ilsanto rito della Messa, sia finito nellaraccolta dei volumi di una famigliaconcittadina. Le risposte possono es-sere due. La prima che la famigliaavesse avuto, tra il XVIII ed il XIX se-colo qualche proprio rampollo ad averpreso i voti religiosi. Un religioso infamiglia avrà pur avuto il propriomessale. Ma è soltanto una personaleprima ipotesi. La seconda, forse più fondata, è cheil messale sia stato acquistato tempori-bus illis da qualche capo di quella fa-miglia che aveva grandi proprietà eduna villa sulla collina di Cotulo. E’ ab-bastanza facile immaginare che all’in-terno della proprietà vi fosse ancheuna piccola cappella privata in cui farcelebrare da uno dei venti sacerdotiche pullulavano nella Recco di fineSettecento, la Santa messa domenicalea beneficio della famiglia e di un grup-po di famiglie contadine che vivevanonella zona. Quella cappella potrebbe

essere quella oggi dedicata a San Bar-tolomeo ed alla Madonna del fulmine.Era una moda abbastanza diffusa fra legrandi famiglie dell’epoca quella diavere tra le mura della loro proprietàanche una propria cappella in cui farbattezzare magari i propri rampolli,celebrare il rito domenicale, ritirarsiper pregare in varie ore del giorno percui occorreva ottenere una serie dipermessi, ad iniziare da quello del par-roco della chiesa principale, per passa-re a quello del vescovo. A volte, perampliare i servizi, era necessario otte-nere un permesso particolare dallaSanta Sede.Abbiamo avuto tra le mani per qual-che giorno il prezioso Messale dei DeGregori.Si tratta di un volume ben rilegato incuoio leggero, annerito dal tempo, ovenella pagina di controcopertina appareuna scritta a penna che precisa:“1836: 2 9bre. Dei Signori De Grego-ri di Recco.” Segno evidente che si in-tendeva precisare la proprieta di queltesto scritto integralmente in lingua la-tina, senza neppure una frase o una pa-rola in italiano.

La prima pagina fuori testo, a caratte-ri maiuscoli, in rosso e nero a righe al-ternate, porta la scritta esplicativa:“Messale romano riportato secondo il

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LE PARTICOLARITA’ DELCULTO GENOVESE IN UN MESSALEROMANO DEL ‘700

Sandro Pellegrini

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ove le Messe venivano officiate conun rito diverso da almeno duecentoanni si consentiva la loro prosecuzionecon il parere favorevole dei sacerdoti edei vescovi.Tutti i celebranti, ad iniziare dai Car-dinali, non dovevano aggiungere o to-gliere o sostituire alcunchè al testoscritto nel nuovo Messale romano.Precise norme erano indirizzate aglistampatori di messali per richiamare laloro attenzione al rispetto del testo uf-ficiale. Un gruppo di religiosi sarebbestato inviato per osservare e controlla-re nelle varie chiese il rispetto dellavolontà papale.Così statuito a Roma a metà del me-se di luglio dell’anno 1570.Nel volume che abbiamo scorso, nel-l’ultima pagina, è risportato il se-guente testo. “Noi, frate GiovanniPaolo Zapparella, maestro di sacrateologia dell’Ordine dei Oredicatori,e nell’eccelsa città di Venezia e in tut-

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decreto del sacrosanto Concilio diTrento, edito per ordine di S. Pio V,Pontefice massimo, rivisitato dall’au-torità di Clemente VIII ed Urbano VIIIcon cui accostarsi alle Messe dei San-ti per tutti i giorni secondo le più re-centi norme emanate dai Sommi Pon-tefici. A Venezia, 1756, presso NicolòPezzana.”Seguono altre 46 pagine introduttiveprima di cominciare con il testo pro-prio della prima domenica di Avventoche inizia alla prima pagina numerata.Nelle prime si riporta il pensiero diPapa S. Pio V il quale licenziando ilsuo Messale Romano manifestava cheintendeva riportare la celebrazionedella Messa al suo spirito profondo,ove le preghiere dovevano esser pro-nunciate a voce alta in modo da venircomprese (in latino?) da tutti i fedeli,uomini e donne, in ogni luogo dovevenivano celebrate, in qualsiasi partedel globo. Con una sola eccezione:

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to il suo Serenissimo Dominio, Inqui-sitore generale della Santa Sede Apo-stolica, con delega speciale, contro lainiquità degli eretici, concediamo li-cenza al Sig. Nicolò Pezzana di pub-blicare il Messale Romano secondo ilDecreto elaborato dal sacrosantoConcilio di Trento, edito per ordine diS. Pio V, di Clemente VIII ed UrbanoVIII e per la loro autorità, nel quale lenuovissime Messe dei Santi sono dis-poste con grande studio.....Dato a Ve-nezia, nelle Case della S. Inquisizione,il giorno 4 Giugno 1756. Frate Gio-vanni Paolo Zapparella Inquisitore dicui sopra.”

Papa Clemente VIII, nel 1604, aggiun-geva come i celebranti dovevano man-tenere la più stretta osservanza dei te-sti proposti dal Messale, e soprattuttonon dovevano nè mutare i brani delle

sacre scritture nè il momento della lo-ro recitazione. Lo stesso valeva so-prattutto per i Graduali, gli Offertori,le Epistole ed i Vangeli. Venivano ban-diti i volumii eventualmente stampaticon testi diversi o scanditi in succes-sione diversa da quelli del Messale uf-ficiale e ribadito il privilegio assolutodella tipografia pontifica di Roma distampare i Messali ufficiali per tutta lacristianità . Erano concesse delle ecce-zioni, con l’approvazione preventivadei vescovi e del Tribunale dell’Inqui-sizione i quali dovevano garantire unastampa uguale al testo ufficiale roma-no per i messali che sarebbero uscitidalle tipografie situate nelle zone diloro competenza ai quattro angoli delglobo.Il 2 settembre 1634 Papa Urbano VIIIribadiva l’attenzione della Santa Sedesui libri da Messa. Si estendeva la fa-coltà di stamparli, con il riconosci-mento dell’ufficialità , anche fuoriRoma, purchè sempre all’interno del-lo Stato pontificio. Fuori dai suoi con-fini potevano venir stampati con ilpermesso del vescovo e dell’Inquisi-zione i quali dovevano garantire, conun modello a stampa, l’esatto rispettoal testo originale e l’assenza di qual-siasi taglio o aggiunta. Altre norme re-golavano la traduzione di passi delMessale dalla lingua latina per esigen-ze di giustizia. Anche le traduzioni dinotai ufficiali dovevano venir appro-vate, con la firma ed il sigillo di per-sone che ricoprivano la dignità eccle-siastica.Seguono una serie di pagine con delle

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precisazioni, ad iniziare da quella cheaffermava che l’anno constava di 365giorni, 6 ore e minuti, per continuarecon la suddivisione dell’anno ecclesia-stico, dei tempi in cui si potevano ce-lebrare sposalizi solenni, della decor-renza dei giorni di Pasqua e delle festemobili, dei Santi cui erano dedicati isingoli giorni dell’anno.Ulteriori 22 pagine, stampate a carat-teri minuti contengono le Rubrichegenerali del Messale in cui vengonoposti in risalto i modi di celebrazionedel santo Rito, la scansione delle pa-role, delle preghiere, dei gesti, la po-sizione sull’altare del sacerdote chemutava quando la Messa veniva cele-brata davanti al Pontefice. Solo perfornire qualche cenno al paziente let-tore.

La prima Messa dell’Avvento dovevainiziare con queste parole prese dalsalmo 24: “Ad te levavi animammeam: Deus meus, in te confido, nonerubescam; neque irriedeant me ini-mici mei, etenim universi, qui te ex-pectant, non confundentur.....”Il volume tiene separate le parti fissedella Messa da quelle mobili cui si ar-riva ricorrendo ad una serie di linguel-le sporgenti che facilitano l’accessoalla pagina ed al testo della giornata.Il tutto in 647 pagine. Ne seguono al-tre 224 dedicate alle Messe proprie deiSanti che si potevano celebrare a pia-cere. Per noi, la parte più interessante è co-stituia da quattro fogli doppi a stampadella Tipografia Gessiniana, già Ler-

siana, in vico di Scurreria (a Genova)con permesso dei Superiori, incollati eripiegati in fondo al volume, primadella copertina. Anche questi, natural-mente, nel bel latino ecclesiastico,senza una data. Il tipo della stampa edella carta ci lascia pensare al pienoSettecento.Sono intestati: “Messe proprie per laSanta Chiesa genovese.”Il primo di questi riti si celebrava laquarta domenica dopo Pasqua ed eradedicato alla festa di Santa Caterina daGenova. Le parole dell’introito inizia-no così : “Avrà sete l’anima mia del-la fonte viva del Signore quando verròed apparirò davanti al volto del Si-gnore, Alleluja, alleluja.” Il Vangeloera quello di Marco con la paraboladell’uomo che aveva trovato un tesoronascosto in un campo, lo aveva nasco-sto ed aveva venduto tutte le sue pro-prietà ....La seconda festa “genovese” era dedi-cata alla traslazione delle ceneri di SanGiovanni Battista che si celebrava nel-l’ottava dell’Ascensione e prevedevala lettura di un testo del profeta Isaiain cui si fa riferimento alla voce chegrida nel deserto ed all’incitazione dipreparare la strada al Signore. Il Van-gelo era quel passo di Matteo in cui sifa cenno alle canne mosse dal ventodel deserto che termina con le parole:“Vi dico che non è nato nessuno dadonna più grande di Giovanni Batti-sta.”La terza festività era dedicata al San-gue di Cristo e si doveva celebrare ilsecondo giorno festivo dopo la festa

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della Trinità con un’avvertenza: erauna Messa che si doveva celebrare intutto il Dominio della Serenissima Re-pubblica di Genova. L’Epistola diPaolo prevista fa riferimento alle trePersone della Trinità , mentre in unpasso del Vangelo di Giovanni si fa ri-ferimento alla morte in croce di Gesùed al colpo di lancia che gli aperse ilpetto facendone sgorgare sangue edacqua.L’8 febbraio si doveva celebrare la fe-sta del Beato Gerolamo Emiliani fon-datore della congregazione dei PadriSomaschi, il 23 di aprile si doveva ce-lebrare una Messa per onorare il Bea-to Alessandro Sauli, vescovo e confes-sore, il 16 maggio si doveva celebrareS. Giovanni Nepomuceno martire, il25 giugno S. Caterina di Svezia, vergi-ne, il 15 luglio il confessore Beato Ca-millo de Lellis, il 26 novembre era ilgiorno destinato ad onorare sugli alta-ri di tutte le chiese genovesi il BeatoGiovanni Calasanzio, fondatore delleScuole Pie.

Dalle pagine di un antico Messale divalore universale siamo passati a pochepagine dedicate alla celebrazione di al-cune Messe particolari da parte dellaChiesa genovese del XVIII secolo conuna memoria che continua ad esserconservata da una famiglia recchese.

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I N P A X C R I S T I

Accogli o Santa Vergine del Suffragio, tra le tue bracciale anime di questi nostri cari confratelli defunti.

Gesù li ha redenti con la Sua morte, Tu li hai amati con il Tuo cuore materno.

AMELIA CICHERORecco 8 ottobre 1917Recco 9 luglio 2015

ANTONELLA MACCHIAVELLO(GIULIANA)

Sori 25 settembre 1958Recco 27 settembre 2015

ROSA MONTELATICIRecco 11 aprile 1930Recco 22 ottobre 2015

MARIA DEMARCHI(MERI)

Avegno 3 febbraio 1917Recco 27 marzo 2014

ANNA ROVEGNOTribogna 8 marzo 1913Recco 12 febbraio 2015

DON PIETRO LUPOSan Giovanni Gemini

12 luglio 1940Recco 24 giugno 2015

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Orario delle Sacre Funzioni celebrate nel Santuario

martedì e mercoledìOre 16,30: recita del Santo Rosario

Ore 17,00: Santa Messagiovedì

Dalle ore 16,00 alle ore 17,00: Adorazione e Benedizione EucaristicaOre 17,00: Santa Messa

venerdìOre 18,00: recita del Santo Rosario

Ore 18,30: Santa Messasabato

Ore 16,30: recita del Santo RosarioOre 17,00: Santa Messa Vespertina

Domenica e FestiviOre 9,00: Santa Messa

Ogni prima domenica del mese e festività marianeAlle ore 17,00: Riflessione Mariana e Benedizione Eucaristica

ConfessioniMezzora prima di ogni Santa Messa

Sito internet: www.suffragiorecco.it

E mail:[email protected]

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Viva MariaBOLLETTINO DELL’ARCICONFRATERNITA

N.S. DEL SUFFRAGION.S. DEL SUFFRAGIOPatrona di Recco

Edizione annuale N. 21 - Anno 2015

Editore: Arciconfraternita N.S. del SuffragioDirettore responsabile: Andrea PlebeRedazione: Piazza N.S. del Suffragio, 4 – ReccoFotografie: Foto Razeto by MaxOptical srl, Carlo Guglieri,

Luca De Gregori e Pasquale ValenteStampa: Microart srl

I N D I C ECopertina: Antica stampa della seconda metà dell’800 raffigurante N.S. del Suffragio

1 Benvenuto Don Danilo Rosa Zerega2 In ricordo di Don Pietro Lupo Don Danilo Dellepiane4 L’ultimo saluto di Recco a Don Pietro Lupo Guido Ditel10 8 settembre 201532 La cena sul sagrato33 Notizie dell’Arciconfraternita Guido Ditel34 IV Cammino Confraternale Ligure della Gioventù 37 Il Presepe - Santo Natale 201438 Antonio Vivaldi e le composizioni “Al Santo Sepolcro” Dario Bonuccelli42 San Martino 2015 Valentina Grazioli44 Concerti nell’Oratorio45 Edicole e Immagini di N.S. del Suffragio a Recco46 Ricordo di Don Giovanni Conti Umberto Diena48 La Solenne Incoronazione del 1824 Carlo Guglieri50 N.S. del Suffragio a Monte San Giovanni Campano Carlo Guglieri52 Le particolarità del Culto genovese in un messale romano

del ‘700 Sandro Pellegrini57 In pax Cristi58 Orario delle Sacre Funzioni celebrate nel Santuario

Arciconfraternita N.S. del Suffragio - Dicembre 2015

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RECCO - Via Roma, 36Tel. 0185 74665

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Lungomare Bettolo, 5616036 Recco (GE)

Telefono 0185 1771114

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Via XX Settembre 12 - ReccoTelefono 0185 720717

Via Garibaldi 189/191 - CamogliTelefono 0185 771096