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Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 1 L’esperienza monastica e la pace Nel salmo 33 che noi cantiamo tutte le settimane, c’è un versetto che dice: “Cerca la pace e perseguila”. Se è vero che queste parole della Scrittura pos- sono tradurre bene uno degli aspetti importanti dell’esperienza monastica, crediamo che sia specifico e costituti- vo dell’uomo, di ogni uomo e donna che abitano la terra, cercare la pace e perseguirla. Certo non si tratta di una pace esteriore o di un quieto vivere, né si tratta di un benessere economico o di non avere grane a cui pensare. La pace, quella vera, quella più profonda e alla quale uomini e donne di ogni tempo aspirano –anche talvolta e pur- troppo! senza saperlo- è la pace del cuore. E quando si parla di pace del cuore si deve parlare di Dio, come ri- corda bene sant’Agostino in una sua famosa frase: “O Dio, il nostro cuore non ha pace finché non trova riposo in Te”. Certo qui Agostino non alludeva al riposo della morte, ma al rapporto fondamentale e vitale che lega ogni uomo a Dio, il quale, la Scrittura dice, è “il Principe della pace”(Is 9,5) per- ché è “Lui che ci concede la pace” (Is 26,12) e che “ha fatto a nostro riguar- do progetti di pace e non di sventura”(Ger 29,11) e che tramite Gesù ci ha assicurato “Vi lascio la pa- ce, vi do la mia pace”(Gv 14,27). In questa prospettiva di pace quale dono divino, risulta evidente come ciascuno possa aver chiara coscienza di non possedere ancora la pace in senso pieno e per tale ragione mai de- ve stancarsi di cercarla e perseguirla. Lo scambio di pace, ad esempio, che si è invitati a fare durante la S. Messa è un gesto che deve contenere l’autenti- co proposito di arrivare alla pace nel proprio cuore e in maniera stabile, conservandola ad ogni costo. E ciò richiede lo specifico impegno della persona, a prescindere della vocazione di ognuno, perché la pace è anche la conquista di se stessi nel bene, è por- tare gli altri sulle vie del bene; la pace è rifiutare e combattere il male a qual- siasi livello. E chi fa questo è in pace con Dio, cioè vive in coerenza tra la verità e il suo proprio essere. Solo da qui può scaturire la possibilità per ogni cristiano di diventare operatori di pace (Mt 5,9), monaci e monache compre- se, anzi per primi, essendo essi entrati in monastero per Dio, per stare alla Sua presenza di pace, e per vivere se- condo la Sua volontà così come si vive di pane e di aria. Senso e fine del monachesimo non è infatti l’ideale di una vita comunitaria ben regolata, edificante per il suo ordi- ne e la sua puntualità, ma l’ideale dell’intimità di ciascuno e di tutti con Dio, per cui le mortificazioni, l’umiltà, la vita comune non sono fine a se stes- se: esse ci vengono imposte solo per aprire i nostri occhi alla luce deificante che Dio vuole riversare su di noi, per farci pronti alla Sua azione in noi, così che in ogni cosa i monaci possano vedere e lodare Dio. Ogni loro azione sarà più opera Sua che loro, e risplen- derà del fulgore della Sua pace. Cosi gioiranno della Sua presenza e lo rin- grazieranno con le loro lodi. Per que- sto motivo infatti, al di sopra e al di là di ogni impegno particolare e limitato, il monaco è chiamato ad essere mona- co. È chiamato cioè a vivere in Dio, a far risuonare le profondità più intime della sua filiazione divina, a essere in ogni cosa membro di una comunità che con la sua pace, e unità rappresen- ta in modo pieno Cristo. È quindi la singola persona a dover essere nella pace camminando per l’umile sentiero di Cristo, che la Regola di San Bene- detto propone a quanti cercano Dio nella forma della vita monastica. D’al- tronde come in una comunità mona- stica la pace non regna per imposizio- ne del superiore, così anche a livello mondiale la pace non può essere im- posta da alcuni uomini su altri uomini, perché, e lo vediamo bene in questi nostri tempi, imporre la pace agli altri è nella storia il seme di nuove guerre future. La pace è dono, per di più do- no divino e solo se veramente cercato con ogni sforzo interiore da parte di ciascuno, sarà possibile perseguirlo e possederlo. La comunità monastica di Poffabro MERCATINO A CHIEVOLIS Presso la Comunità di Chievolis, è sorta l’idea di organizzare un mer- catino locale che potrà esporre i propri manufatti in occasione dei prossimi festeggiamenti. Il lavoro di tutti permetterà di poter vedere realizzate alcune piccole, ma importanti necessità della nostra Chiesa. Pertanto, tutte le persone di buona volontà che vogliono contribuire con la loro opera, saranno ben ac- cette. Ringraziando tutti fin d’ora per la collaborazione, cogliamo l’occasio- ne per porgervi i nostri Auguri di Buona Pasqua. La Parrocchia

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Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 1

L’esperienza monastica e la paceNel salmo 33 che noi cantiamo tutte le settimane, c’è un versetto che dice: “Cerca la pace e perseguila”. Se è vero che queste parole della Scrittura pos-sono tradurre bene uno degli aspetti importanti dell’esperienza monastica, crediamo che sia specifico e costituti-vo dell’uomo, di ogni uomo e donna che abitano la terra, cercare la pace e perseguirla. Certo non si tratta di una pace esteriore o di un quieto vivere, né si tratta di un benessere economico o di non avere grane a cui pensare. La pace, quella vera, quella più profonda e alla quale uomini e donne di ogni tempo aspirano –anche talvolta e pur-troppo! senza saperlo- è la pace del cuore. E quando si parla di pace del cuore si deve parlare di Dio, come ri-corda bene sant’Agostino in una sua famosa frase: “O Dio, il nostro cuore non ha pace finché non trova riposo in Te”. Certo qui Agostino non alludeva al riposo della morte, ma al rapporto fondamentale e vitale che lega ogni uomo a Dio, il quale, la Scrittura dice, è “il Principe della pace”(Is 9,5) per-ché è “Lui che ci concede la pace” (Is 26,12) e che “ha fatto a nostro riguar-do progetti di pace e non di sventura”(Ger 29,11) e che tramite Gesù ci ha assicurato “Vi lascio la pa-ce, vi do la mia pace”(Gv 14,27).In questa prospettiva di pace quale dono divino, risulta evidente come ciascuno possa aver chiara coscienza di non possedere ancora la pace in senso pieno e per tale ragione mai de-ve stancarsi di cercarla e perseguirla. Lo scambio di pace, ad esempio, che si è invitati a fare durante la S. Messa è un gesto che deve contenere l’autenti-co proposito di arrivare alla pace nel proprio cuore e in maniera stabile, conservandola ad ogni costo. E ciò richiede lo specifico impegno della persona, a prescindere della vocazione di ognuno, perché la pace è anche la conquista di se stessi nel bene, è por-tare gli altri sulle vie del bene; la pace è rifiutare e combattere il male a qual-

siasi livello. E chi fa questo è in pace con Dio, cioè vive in coerenza tra la verità e il suo proprio essere. Solo da qui può scaturire la possibilità per ogni cristiano di diventare operatori di pace (Mt 5,9), monaci e monache compre-se, anzi per primi, essendo essi entrati in monastero per Dio, per stare alla Sua presenza di pace, e per vivere se-condo la Sua volontà così come si vive di pane e di aria.Senso e fine del monachesimo non è infatti l’ideale di una vita comunitaria ben regolata, edificante per il suo ordi-ne e la sua puntualità, ma l’ideale dell’intimità di ciascuno e di tutti con Dio, per cui le mortificazioni, l’umiltà, la vita comune non sono fine a se stes-se: esse ci vengono imposte solo per aprire i nostri occhi alla luce deificante che Dio vuole riversare su di noi, per farci pronti alla Sua azione in noi, così che in ogni cosa i monaci possano vedere e lodare Dio. Ogni loro azione sarà più opera Sua che loro, e risplen-derà del fulgore della Sua pace. Cosi gioiranno della Sua presenza e lo rin-grazieranno con le loro lodi. Per que-sto motivo infatti, al di sopra e al di là di ogni impegno particolare e limitato, il monaco è chiamato ad essere mona-co. È chiamato cioè a vivere in Dio, a far risuonare le profondità più intime della sua filiazione divina, a essere in ogni cosa membro di una comunità che con la sua pace, e unità rappresen-ta in modo pieno Cristo. È quindi la singola persona a dover essere nella pace camminando per l’umile sentiero di Cristo, che la Regola di San Bene-detto propone a quanti cercano Dio nella forma della vita monastica. D’al-tronde come in una comunità mona-stica la pace non regna per imposizio-ne del superiore, così anche a livello mondiale la pace non può essere im-posta da alcuni uomini su altri uomini, perché, e lo vediamo bene in questi nostri tempi, imporre la pace agli altri è nella storia il seme di nuove guerre future. La pace è dono, per di più do-

no divino e solo se veramente cercato con ogni sforzo interiore da parte di ciascuno, sarà possibile perseguirlo e possederlo.

La comunità monasticadi Poffabro

MERCATINO A CHIEVOLISPresso la Comunità di Chievolis, è sorta l’idea di organizzare un mer-catino locale che potrà esporre i propri manufatti in occasione dei prossimi festeggiamenti.Il lavoro di tutti permetterà di poter vedere realizzate alcune piccole, ma importanti necessità della nostra Chiesa.Pertanto, tutte le persone di buona volontà che vogliono contribuire con la loro opera, saranno ben ac-cette.Ringraziando tutti fin d’ora per la collaborazione, cogliamo l’occasio-ne per porgervi i nostri Auguri di Buona Pasqua.

La Parrocchia

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 3

misteri! 777 è il numero del Televideo della Rai per la pagina dei programmi con i sottotitoli!” esclamerà trionfante qualcu-no di voi. “E invece no!” esclamiamo noi ancora più trionfanti! Tiè!777, sono gli anni che ci separano dalla morte di san Francesco: 2003 – 1226 = 777. Ma possiamo parlare di una vera e propria separazione di Francesco da noi? Scopo di questa uscita ad Assisi era infatti quello di avvicinare i nostri ragazzi a que-sta figura affascinante, per far loro capire che Francesco, prima di essere “san”, era semplicemente Francesco, cioè un giova-ne come loro, con i suoi sogni, desideri, progetti… con la sua voglia di vivere e divertirsi, con la sua curiosità di provare nuove esperienze e conoscere posti e gen-te nuovi, con il suo bagaglio interiore fatto di ricchezze, povertà, ideali, insicurezze, sbagli… Insomma, facendo incontrare e confron-tare i nostri ragazzi con la vita di France-sco, abbiamo voluto far loro scoprire che Dio non è un Essere misterioso che si ri-volge ai migliori (che spesso diventano antipatici) e ai perfetti (che non ci risulta che esistano!), ma è l’Amico che chiama ogni persona – là dove si trova e così com’è – a condividere con Lui l’avventura difficile ma entusiasmante della vita! È l’augurio che facciamo di cuore ai nostri “storici” ragazzi.

don MassimoVenerdì 6 settembre 2002: eravamo tutti pronti per la partenza alle ore 17.00 a Faidona. Puntuali come d’abi-tudine, già pensavamo alla nostra de-stinazione: Grosseto. Come nelle gite che si rispettano, il pullman era al gran completo: tra i volti sin troppo cono-sciuti del nostro gruppo, si notava anche qualche “neo-turista”. Eravamo riuniti per passare un fine settimana in Maremma.L’autostrada ci ha inghiottito e a tarda sera siamo finalmente giunti a Grosse-to: il traffico sostenuto e la cena al sacco erano già dimenticati!

Sabato 7 settembre 2002: il traghetto ci stava già attendendo a Porto Santo

Stefano per condurci sull’isola del Gi-glio, la prima meta della nostra visita. Dall’imbarcazione un senso generale di euforia ci prese e, avvinti dalla ge-nerale curiosità, potevano già scorgere da lontano il famoso lembo di terra, l’Isola, di cui avevamo tanto sentito parlare e di cui potevamo intravedere la bellezza semi- nascosta. Dopo un’ora di tragitto, siamo finalmente approdati a Giglio Porto sulla costa orientale. Da qui, con l’aiuto di un piccolo pullman, abbiamo intrapreso la salita fino a Giglio Castello, situato sulla dorsale centrale dell’isola, pitto-rescamente chiuso entro la cerchia di alte mura medievali con le sue torri. Dall’alto, l’antica Rocca caratterizzata dalla bella porta trecentesca, ci domi-nava con la sua importante struttura. Dalle bellezze naturali alle delizie dello stomaco: “Da Maria” apriva le sue porte per accoglierci per il pranzo. Il pomeriggio era riserva-

to per Giglio Campese: un gioiello naturale in mezzo al mare! Rientran-do, abbiamo optato per una sosta a Talamone, un pittoresco borgo di pescatori. E qui, l’orchestra Casadei che si trovava in Piazza, ha fatto ve-nire voglia di ballare il liscio a più di qualche gitante. Abbandonata a ma-lincuore la gioiosa orchestra, siamo rientrati a Grosseto per assaggiare le specialità della Maremma in un locale caratteristico.

Domenica 8 settembre 2002: la bella città di Grosseto aspettava soltanto noi! Capoluogo della Maremma To-scana, con un duomo da ammirare, opera dell’architetto senese Sozzo il Rustichino. Ci siamo persi tra le viuz-ze del paese, soffermandoci nella varie botteghe toscane per acquistare le prelibatezze della zona e spedire le ultime cartoline. Dopo il pranzo par-tenza per Massa Marittima, una citta-dina di aspetto medievale con il Duomo capolavoro dell’architettura romantico-gotica, il Palazzo Comu-nale, il Palazzo del Podestà. E per chiudere la bella giornata non poteva mancare la visita alla fontana con il famoso albero con gli …uccelli! Non vi dico l’entusiasmo delle donne che cercavano curiose tra i rami ”quello” più bello…

In tarda serata abbiamo salutato la Maremma Toscana e ci siamo rimessi in viaggio: le barzellette e le canzoni popolari più conosciute hanno ac-compagnato lietamente le nostre ulti-me ore di viaggio.Mandi, mandi e …alla prossima gita!

Tranquilli, non si tratta di un errore tipo-grafico! Per quanto strano vi possa sem-brare, il titolo di questo articoletto è pro-prio costituito da una sfilza di numeri! E non preoccupatevi: chi scrive non sta… dando i numeri, e non è neppure in “cio-ca”! E allora, cosa si nasconde dietro a queste cifre misteriose? 3-6/1/2003, come avrete facilmente capi-to, è una data. È una data che qualcuno ha definito “storica” per le nostre parrocchie della Val Meduna. Perché “storica”? Sem-plice, perché è successo qualcosa che non era mai accaduto prima, qualcosa che sarà ricordato per sempre, almeno da alcune persone. “E che cosa è successo?” vi chie-derete voi, forse un po’ impazienti. Calma, calma… siamo solo all’inizio del mistero! 6 + 1 = 7 Sono numeri importanti, non perché siano da giocare al Superenalotto, ma perché indicano le persone che in quella data “storica” di cui sopra hanno vissuto quel “qualcosa che non era mai accaduto prima”! Vi stiamo facendo mo-rire dalla curiosità? Bene, è proprio quello che vogliamo! Allora, perché 6 + 1 = 7? Il 6 indica i ra-gazzi di prima superiore (Elena Faion, Eleonora Pradolin, Erica Rossi, Federica Mian, Francesco Moresco e Maria De Stefano) che hanno… (eh, è ancora pre-

sto! ve lo diremo tra poco!) e l’1 indica il prete (don Massimo) che è andato con loro a…

472 km x 2 Che scherzi sono questi? Esi-ste forse un paese che si chiama “472 km x 2”? A dir il vero non ci risulta, ma non si sa mai, le nostre conoscenze geografi-che (e non solo!) dopotutto sono limitate! Comunque, se la memoria non c’inganna, 472 sono i chilometri percorsi in treno da Pordenone ad Assisi.Se vi siete persi in mezzo a tutte queste cifre, facciamo una sintesi che aiuta a sve-lare il mistero. Dunque, per la prima volta nella storia della nostre parrocchie (data “storica”: 3-6/1/2003), un gruppo di ra-gazzi con un prete (6 + 1 = 7) ha vissuto un’esperienza di formazione culturale-spirituale (poca o tanta non abbiamo an-cora capito) e divertimento (tantissimo, su questo siamo sicurissimi!) ad Assisi (di-stanza ferroviaria da Pordenone 472 km). Adesso è tutto chiaro, vero? Beh, se siete davvero coraggiosi e pazienti, proseguite pure nella lettura di questo articoletto, perché ci sono ancora della cifre enigma-tiche da svelare!

1 + 1 + 1 = 3 Va bene che con questa uscita ad Assisi abbiamo voluto puntare in alto, moooolto in alto, ma… calma, eh!, 1 + 1 + 1 = 3 non indica le Persone Divine

della SS. Trinità (Nota dell’autore per chi è a digiuno di catechismo e messa: nella teologia cattolica le Persone Divine della SS. Trinità sono il Padre, il Figlio e lo Spi-rito Santo. Chi non lo sapeva almeno dica: Amen)! Molto meno teologicamente e molto più semplicemente, 1 + 1 + 1 = 3 indica le simpatiche suore francescane che ci han-no ospitato ad Assisi. “E allora – vi chie-derete – non si poteva scrivere diretta-mente 3 anziché 1 + 1 + 1?”. No, abbia-mo voluto sottolineare così la diversità e l’originalità di ognuna (1 + 1 + 1) di que-ste persone che insieme (= 3) ci hanno dato una testimonianza di semplicità e accoglienza mettendo una parte della loro casa a nostra disposizione.Per essere chiari e proprio terra-terra, queste suore ci hanno dato gli ambienti necessari per mangiare (nessuno è morto avvelenato, ma non siamo ancora riusciti a capire se ciò è dovuto alla bontà del cibo preparato dai nostri “eroi” o al fatto che… l’erba cattiva non muore mai!) e dormire (a dire il vero sembra che alcuni componenti di questa storica spedizione non conoscessero il significato di questa parola!).

3 x 3 = 9 Volete che ve le diciamo proprio tutte? Beh, non siamo sicuri al 100 % che la data messa all’inizio dell’articoletto sia esatta, anzi non siamo per niente certi dell’esattezza di tutte le cifre fornite fino-ra. D’altronde non si dice da tutte le parti che oggi viviamo in un’epoca di grande incertezza? Beh, lasciamo perdere le riflessioni socio-filosofico-esistenziali e diamo i numeri… cioè spieghiamo anche questa cifra (3 x 3 = 9) della quale, a differenza delle altre, siamo sicurissimi della sua esattezza! Sono le ore (3) per notte (3 notti) in cui don Massimo è riuscito a dormire! E questo è un bel mistero perché il don non beve mai caffè di sera. Boh… E comunque un sa-pientone dell’antichità, tale Sofocle, dice-va: “Non indagare tutto,/ è bello che molte cose/ rimangano anche nascoste”!

777 “Beh, meno male un numero senza

2 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

3-6/1/2003… 6+1=7… 472 km x 2…

Gita della società operaia di Chievolis

1+1+1=3… 3x3=9… 777…

4 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003 Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 5

Il giorno 28 dicembre 2002 i bambini delle scuole elementari e medie che frequentano il catechismo della Val Tramontina e Meduno, hanno partecipato alla gita organizzata da Don Massimo a Trento. La proposta è stata accolta con gioia da un gruppo numeroso a cui si sono aggiunti alcuni genitori e familia-ri, accompagnati dalle catechiste, la mitica Suor Teresa e Don Massimo. L’obiettivo era la visita al Museo del Sonno “Tutti a nanna” e al Museo Naturalistico di Trento, ma ciò che più si auspicava era offrire una giornata ai ragazzi all’insegna della comunione, della serenità e dell’amicizia. Il viaggio di andata è stato accompagnato da un cielo grigio e dalla pioggia che facevano presagire una brutta giornata. Fortunatamente all’arrivo a Trento, il tempo si è rasserenato e dopo una sosta per il pranzo al sacco presso l’oratorio dove ci hanno gentilmente accolto, è stato possibile passeggiare per le vie della città e soffermarsi tranquillamente in piazza Duo-mo dove tutti hanno goduto della libertà dai consueti impegni quotidiani. I ragazzi si so-no divertiti a rincorrere i colombi favoriti dalla tiepida giornata. Dopo la consueta fo-to-ricordo, sui gradini della fontana del Nettuno, è stata visitata la mostra dei prese-pi di carta che ha risvegliato nella mente e nel cuore degli adulti ricordi ed emozioni della propria infanzia e che ha suscitato nei bambini curiosità e stupore. Visitato il Duo-mo, di cui sono state ammirate le bellezze architettoniche, si è proseguito con la visita al Museo del Sonno nel quale è stato bello ammirare e accarezzare i numerosi animali in peluche inseriti nei loro habitat naturali sapientemente ricostruiti. Inoltre, l’esperien-

za nel vedere diversi tipi di giaciglio, tra cui quello del fachiroe le simulazioni delle varie fasi del sonno, ha concluso questa visita. Tutto ciò è stato così divertente che, nono-stante il tema, nessuno si è …addormentato! Al termine, verso le 18.00, il rientro. Duran-te il viaggio di ritorno è stata effettuata una sosta in pizzeria a Longarone, dove non sono mancati momenti di allegria, grazie anche alla simpatia di Suor Teresa. Si auspica che questa esperienza di comunità possa essere ripetuta in altre occasioni per offrire a tutti ulteriori momenti di incontro.

Facchin Nelè

L’esperienza gioiosa dello stare insieme si è rinnovata con l’emozionante gita, svolta-si domenica 9 febbraio, nei luoghi in cui la Beata Gaetana Sterni ha vissuto passando attraverso molteplici ed estreme esperien-ze di vita quali il matrimonio e la materni-tà, la dura “routine” all’interno di una fa-miglia provata dalle disgrazie e il calvario al servizio della sofferenza in un ricovero di diseredati per arrivare, infine, alla fon-dazione di una congregazione religiosa.Accompagnati da Suor Biancangela e da suor Teresa, siamo giunti alla casa delle Suore della Divina Volontà, e, calorosa-mente accolti da Suor Nevina, si è cele-brata una Santa Messa seguita dalla visita alla tomba di Beata Gaetana e al sacrario nel quale è custodito il suo cuore. Nel pomeriggio dopo aver ammirato una mostra di presepi c’è stato il tempo anche per una rilassante passeggiata lungo le vie della ridente cittadina di Bassano e per la degustazione di un bicchierino di “gra-spa” sul ponte, per poi riprendere la stra-da del rientro con il pensiero rivolto alla straordinaria figura di donna quale era Gaetana Sterni che, avendo vissuto espe-rienze tanto diverse, apparentemente con-traddittorie, la fa comunque sentire molto vicina alle situazioni in cui vivono le don-ne e gli uomini del nostro tempo.

Gita a Trento ...e a Bassano

L’11 gennaio di quest’anno la frazione di Redona ha fatto festa: L’associazione di volontari “Amici di Redona” sotto l’im-pulso di Michele, dinamico gestore del bar-ristorante “Al Lago” e con la collabo-razione della Forestale, ha proposto un ricco programma per la manifestazione che ormai si svolge da alcuni anni nel mese di gennaio denominata “Lucciolata a Redona”.Dopo la S. Messa celebrata da don Massi-mo nella piccola ma bella e ben tenuta chiesetta di Redona, il pubblico presente ha acceso le torce e si è dato inizio alla “lucciolata”, iniziativa a favore della Via di Natale presso il C.R.O. di Aviano, con la “mini marcia” che dal piazzale di Redona ha percorso la statale fino al bivio della “Clevata”: il freddo era pungente ma nes-suno si è ritirato, neppure i numerosi bambini, che incappucciati nelle loro giac-che a vento, hanno completato il percorso tenendo ben strette le loro candele.Per riscaldare gli animi l’efficiente orga-

nizzazione ha distribuito il vin brulé e messo a disposizione un grande tendone riscaldato.In seguito l’attenzione dei presenti si è ri-volta verso il lago dove é stato acceso il tradizionale grande falò con sulla cima il fantoccio della “vecja”: prima lentamente e poi con sempre maggior vigore le fiam-me hanno illuminato e “riscaldato” l’am-biente. La serata è proseguita poi nel tendone dove, fra una pitina, una salsiccia, un buon bicchiere di vino e le note del complesso musicale, i presenti hanno trascorso piace-voli momenti in allegra compagnia.Il comitato organizzatore comunica che sono stati raccolti ben 4.000 Euro conse-gnati all’associazione “Via di Natale” qua-le segno concreto di solidarietà dei gene-rosi partecipanti alla festa di Redona.Il prossimo appuntamento è fissato per il mese di agosto quando ci sarà la “Festa dei Redonesi”, ritrovo dei molti oriundi che un tempo abitavano in questa borgata, per una giornata di ricordi e di serena al-legria.

Naice e Fulvio

San Valantìn a Ciât

Ancja chest’anil sedis di FevrârCiât al’à festegjâtil siò Sant.Bandirutis pal ariaatôr atôr dal marcjâte plenis li tôlisdi ogni bondansa.Da fiêsta vistidala so glêsia,messa cjantadadal côru cun bravura;il sunà alegrida li campanelial’à portâtun vint di pâsin ogni cour.La musica da la bandaa completât il dut,fin c’al sorelial’à lassât pì frêit.Dopo la iù da la Mabile,in tal cjâlt cul got in man,a si a fàt l’orada gì a durmì.Grassie a ducju e…al prossim an.

Chei da Ciât

Sopra: don Massimo celebra la S. Messa in occasione della “Lucciolata di Redona”; sotto: un momento della lucciolata stessa.

Lucciolata a Redona

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 7

Alla scuola elementare e media di Medu-no la sorveglianza all’uscita è stata affidata ad una associazione di volontari apposita-mente creata: i Canais di una volta.Infatti, nell’attesa dei mezzi di trasporto pubblico, gli alunni, che provengono an-che dai paesi vicini, restano necessaria-mente lungo la strada principale e corro-no gravi rischi.Gli aderenti all’associazione di volontaria-to, in due o tre per turno, hanno iniziato il servizio lunedì 10 marzo. Un aspetto mol-to interessante è costituito dal fatto che la maggior parte di questi bravi volontari dell’associazione non ha nipoti nelle scuo-le di Meduno, ma ha aderito con entusia-smo all’iniziativa perché reputa che la si-curezza dei ragazzi sia un bene non di in-teresse individuale, bensì di tutta la collet-tività.Canais di una volta (ONLUS), il cui statuto rispetta i dettami della legge quadro na-zionale sul volontariato e della legge re-gionale 12/1995 del Friuli-Venezia Giulia, è stata promossa a seguito di una mozione presentata al Consiglio d’Istituto Com-prensivo (Meduno, Tramonti, Cavasso Nuovo e Fanna), il 21 Febbraio dai consi-glieri-genitori Cecchini, Tararan e Zanon ed approvata all’unanimità; tale mozione ha dato incarico ad Andrea Cecchini, che risiede a Meduno, di contattare le persone disponibili.Il professor Marino Corelli, preside della scuola, ha dato il suo massimo appoggio alla realizzazione dell’associazione, inol-trando all’amministrazione comunale la domanda per un contributo necessario a

coprire le spese.La giunta comunale di Meduno, in data 5 marzo, ha deliberato il contributo a favore dei Canais per il pagamento della copertu-ra assicurativa, già stipulata dall’associa-zione stessa, per l’acquisto delle pettorine e degli impermeabiliNella delibera si legge che “il servizio di vigilanza è stato più volte richiesto dai genitori degli alunni” e che “l’amministra-zione, fatta eccezione per il periodo in cui disponeva degli obiettori, non è mai stata in grado di assicurarlo data l’unicità del dipendente d’organico addetto alla vigi-lanza”; inoltre l’iniziativa è ritenuta “meri-tevole di considerazione e di immediata attivazione per la quale appare doveroso corrispondere un contributo di 500 euro per le spese iniziali necessarie per il servi-zio…unitamente al sostegno ed appoggio che l’Amministrazione vuole dare a questi generosi volontari”.Attualmente i turni sono coperti dai si-gnori: Avilla Vittorio, Balsarin Marco, Bi-doli Silvano, Chivilò Giuseppe, De Stefa-no Pietro, Faion Ennio, Gioacchin Ettore, Mazzarolli Antonio, Menegon Cesare, Menegon Sergio, Polese Emilio, Santini Giovanni, Schinella Giacomo, Valle Seve-rino, Zanetti Luciano, Zannier Maria Giu-liana.

I canais di una volta perproteggere i canais di oggi

6 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Credetemi!! Rinunciare a Venezia è stato per me abbastanza agevole, ma mai e per tutto l’oro del mondo saprei rinunciare al “Carnevalle” (come ama chiamarlo la Ro-setta) della Valtramontina.Quel connubio corroborante di allegria e talvolta di sana follia, di sagacia, d’ironia, di solidarietà e di natura magnifica nella sua primitività e purezza. Quel carnevale che anche quest’anno ha saputo coniugare con profonda intelligenza, bellezza, legge-rezza e serietà di tematiche.Coniugazione rappresentata dai due carri, l’uno portante l’immagine della bellezza primitiva ed aspra della Vallata con le sue stelle alpine, le eriche, le genziane, le ede-re, le margherite, i funghetti, magnifica-mente interpretati dai bambini dell’asilo di Tramonti e ancora i suoi prati, il suo “pa-tus”, gli alberi e gli animali tutti. L’altro carro rappresentante in modo assoluta-

mente brillante ed ironico, ma deciso: il suo “no” alla guerra; importante da evi-denziare la prosperosa “gallina Berlusco-ni” ed il suo “mi consenta” tra i due “galli della guerra”.Come ogni anno tra canti e battute scher-zose l’allegra brigata di carri e di auto al seguito (sempre più numerose) ha sfilato per i tre Tramonti. E i tramontini come sempre hanno mostrato tutta la loro ami-cizia ed allegria nell’accogliere ed offrire con grande generosità canti, balli e preli-batezze gastronomiche della Vallata per finire con la tradizionale “polentona”. Ma, forse, ho usato il verbo finire troppo pre-sto, perché per finire veramente la serata

si è mangiato, bevuto, ballato e cantato presso la sala parrocchiale di Tramonti di Sotto.Da cittadina Tramontina, non di diritto, ma per elezione di sentimenti, quale mi sento, ringrazio di cuore tutti coloro che ci rendono possibili momenti di così puro e genuino divertimento e quindi, innanzi-tutto, la Pro Loco di Tramonti di Sotto e di Tramonti di Sopra, le Amministrazioni comunali, i Volontari della Protezione Civile, i bambini della scuola elementare e materna di Tramonti, le loro maestre, le suore ed i parroci, la Pro Loco “Borgo Sole” di Udine che assolutamente entu-

siasta tornerà senz’altro anche il prossimo anno e tutti gli altri che per motivi di spa-zio non posso citare ma che c’erano ed erano in tanti… ed anche quelli che per motivi di salute o di lutti familiari non hanno potuto partecipare ma che, lo so, erano con noi e noi lo sentivamo.

Nicoletta Leone

A sinistra: Mario Ferroli, autodidatta. Sopra e sotto: momenti della sfilata di carnevale.

Il “Carnevalle”Carissimi amici emigranti di Tramonti di Sopra, un saluto cordiale a tutti voi, che vi trovate lon-tano per lavoro e con il cuore ancora legato alla terra friulana. Qui siete nati e da qui siete partiti per trovare fortuna. Certamente avete fatto onore al vostro paese di origine. Di questo noi siamo orgogliosi. A quei tempi si emigrava costretti da situazioni socio-economiche che non permettevano una vita de-corosa. È bene custodire questa memoria, fatta di sacrifici, slanci di generosità, volontà di mi-gliorare, capacità di soffrire, senso del lavoro e della rettitudine.Noi continuano a tenere vive le tradizioni del ‘Fogolar’, attraverso le persone rimaste.Negli anni sessanta, la Parrocchia di San Floria-no Martire, retta allora da Don Stefano Batti-ston, con la partecipazione di tutta la popolazio-ne, in particolare dei giovani, ha edificato una sala parrocchiale che fungeva da oratorio e sala cinema. Era un luogo ‘mitico’ per giocare, fare attività educativa, prepararsi al domani.Con il tempo la Sala si è deteriorata e ora neces-sita di una radicale sistemazione. Ad aggravare la situazione nel Novembre del 2000 una tromba d’aria ha ulteriormente provocato gravissimi danni al fabbricato, costringendo il Sindaco di Tramonti di Sopra, Architetto Roberto Vallar, ad emanare un’ordinanza affinché la sala venisse messa in sicurezza. Infatti necessita di sostituzio-ne della copertura in eternit contenente amianto altamente inquinante, di sistemazione del fabbri-cato secondo le norme antisismiche (in quanto il nostro Comune rientra tra quelli sismici di 1ª categoria-grave), di messa a norma di tutti gli impianti elettrici e di riscaldamento ecc., di ab-battimento delle barriere architettoniche facili-tando le persone disabili... e altro ancora.Per riuscire a realizzare quest’opera, che potrà essere strumento prezioso di aggregazione e di animazione, chiediamo a tutti i Tramontini emi-grati, innamorati del loro paese di provenienza, un generoso contributo attraverso delle offerte da inviare su conto corrente bancario, presso Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno filiale di Meduno (coordinate bancarie 3011443 ABI 8805 CAB 64900).È nostra intenzione che questo fabbricato sia adibito anche a quelle attività che l’associazione emigranti (Fogolar-Furlan) intende progettare.La spesa da sostenere per la realizzazione dell’opera è di quattrocentomila euro equivalente a lire italiane settecentociquanta milioni.Per la vostra generosità vi ringraziamo fin d’ora. Speriamo di potervi un giorno accogliere nella nuova sala, magari facendo un gemellaggio fra due diverse comunità, la nostra e la vostra, dove ognuno possa portare tradizioni e storie diffe-renti.Il Signore della Pasqua e della Vita vi benedica. Mandi!

La Comunità di Tramonti di Sopra

8 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003 Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 9

Passata che è, l’estate, cessano le voci, si diradano i rumori, si attenua la luce del giorno ed un manto umido si adagia lento e silenzioso sui profili colorati d’autunno di una valle mite.I cortili, prima chiassosi e ridenti, ritrova-no la loro solitudine. Sui tetti, i camini alitano sospiri grigi e densi, odorosi di resina e legno buono, che impregnano di sé l’aria, i vecchi muri, gli orti. Poi la sta-gione si disperde e lascia posto al profu-mo della polenta, sapientemente rimestata nei paglieri di rame.Ed il pensiero va, al calore di affetti recon-diti nella memoria, ad un tempo che avremmo voluto fermare per cullarci nel suo sapore antico, per ritrovare l’incanto di una genuina semplicità, quando nei ge-sti quotidiani, si nascondeva il piacere sottile dello stare insieme: le case erano piene di grida di bambini che rincorreva-no le galline sul selciato; nei prati il canto delle donne accompagnava la stagione del fieno e diluiva la fatica delle spalle curve sotto il peso della gerla; sulle strade polve-rose, il lamento delle carriole che avanza-vano faticosamente ed il passo pesante degli uomini stanchi che tornavano; e poi il cicalio delle comari che rieccheggiava allegramente per le contrade. E c’erano le feste: quelle comandate e quelle che riuni-vano intere famiglie.Allora vien voglia di ripercorrerlo, quel tempo lontano, per riscoprire l’identità culturale del nostro territorio, per assapo-rare il piacere del ritrovarsi, del conoscersi o, semplicemente, per scambiare due chiacchiere in compagnia. Ecco l’impegno che ha ispirato e che anima tutt’ora l’atti-vità della nostra Pro Loco.Così, nel corso di questi anni, ci siamo “inventati” le occasioni per riunire la no-stra gente: la tradizionale castagnata no-vembrina, la festa della zucca, e poi siamo entrati nelle case dei nostri compaesani con il calendario realizzato dai bambini e dalle insegnanti della scuola elementare, per augurare a tutti Buon Natale; e, per la festa che più di tutte riunisce le famiglie ci siamo ritrovati per la Messa della Vigilia, nel luogo “simbolo” di unione della no-stra Valle: il Centro Scolastico.

Ma adesso è tempo di andare avanti, per

non restare confinati nella nostra realtà: è

tempo che la nostra Valle abbandoni ogni

sterile campanilismo e scopra la forza

della collaborazione.

Non è facile superare contrasti ancestrali,

ma è necessario, se vogliamo davvero cre-

scere ed essere orgogliosi della nostra ap-

partenenza alla “Valle delle Meraviglie”!

L’impegno delle locali Pro Loco, in questo

senso, è un forte segnale di voglia di cam-

biare: stiamo lavorando insieme perché

vogliamo raggiungere questo grande risul-

tato; ma è importante che i nostri valligia-

ni ci sostengano con convinzione e questo

è un appello rivolto soprattutto ai giovani,

che sono la vera forza di una comunità.

Il “Carnevalle” 2003 è stato un’occasione

di rinnovata solidarietà. Una grande festa

che ha portato allegria sulle piazze dei

nostri paesi e non solo: quest’edizione,

infatti, ha consolidato lo scambio di espe-

rienza con il gruppo di Meduno ed ha

ospitato, per la prima volta, anche la Pro

Loco “Borgosole” (Ud). A questi amici,

va il nostro grazie per avere accolto l’invi-

to. Le Pro Loco, poi, sono particolarmen-

te riconoscenti ai bambini e alle insegnan-

ti del Centro Scolastico Matan, ai genitori

che, ancora una volta, hanno piacevol-

mente sorpreso tutti per la capacità orga-

nizzativa, l’impegno nella realizzazione

dei costumi e la simpatica esibizione dei

più piccoli sulle piazze, guidati dalle inse-

gnanti Irma e Beatrice.

Ma il lavoro delle Pro Loco continua... e

vi assicuriamo che l’estate in Valtramonti-

na sarà ricca di simpatiche sorprese, all’in-

segna della solidarietà.

Rosetta Facchin

Il giorno 1° marzo, abbiamo trascorso insieme una piacevole giornata presso il centro “Giovanni Minin” in Località Mat-tan. Organizzata dalle Amministrazioni comunali di Tramonti di Sotto e Tramon-ti di Sopra e dalla 5° Comunità Montana, si è svolta la tradizionale “Festa dell’An-ziano” perché e cosi che vogliamo chia-marla: una bella festa, lo stare insieme, condividere le proprie pene e le proprie allegrie, raccontarsi e ascoltarsi.Questo è lo spirito che ci deve unire: tutti assieme, anziani e organizzatori. Una rac-comandazione a quelli che sono stati a casa: “una festa è come una buona medi-cina, arriva diritta al cuore!” Vi aspettia-mo… alla prossima!!!

Per l’occasione Matilde Crozzoli di Pra-diel ha scritto una poesia che di seguito riportiamo:

Al “Centro” sono arrivatafra la mia gente paesanami sono rallegrata.Dialogando sul tempo passatoquanti ricordi son venutia galla, di belli e di brutti,fin qui ci han accompagnati tutti!!!Ho guardato la mia Valle:un gran silenzio e tanta malinconia;mi son rattristata.

Anche le nostre Chiesemute e silenziose!Vorrei tanto che un “Mosè”risuscitasse per guidare un Popolo verso le nostre belle montagne e poter così di nuovo riempire di voci, canti e strillidi bambini i nostri paesi.Così fosse anche per i pianori delle montagne,con mucche e greggipascolando nel bel verde eabbeverandosi nei ruscelli di quell’acqua cristallina,con i loro campanacci farebbero ecoportando tanta allegria! Tutto questo auguro di cuore possa avverarsi.Mettiamo il cuore in pace.oggi è un bel giorno di festa per noi “anziani”e con gioia e allegriavogliamo festeggiareper quel tempo che ci resta.Pasqua è vicinauniamoci in preghieraGesù possa entrare in ogni casa ed in ogni focolare!

Chievolis

“PENSIERI DI UNACHIEVOLANA MENEGHELA”

Il 20 aprile saranno 5 anni che Massi-mo non è più con me. Quando ci sposammo io gli proposi di stabilirci a Portogruaro, dove lavoravo, ma lui mi disse che non poteva stare lontano dalle sue montagne.Così ci stabilimmo a Maniago, ma Massimo voleva tornare a Chievolis. Il suo paese, la sua culla, essere veramen-te a casa, fra la sua gente e le sue mon-tagne. Per me non è stato facile adat-tarmi, ma c’era Massimo con il suo sorriso, la sua bontà, il suo ottimismo e amore per la vita.Poi Massimo è andato via ed io per molto, molto tempo non ho più sapu-to chi ero, ma sapevo che dovevo ri-manere a Chievolis.Ora, nei giorni di tristezza, penso di andarmene, però sono ancora qui, perché Chievolis è Massimo e perché io amo Chievolis anche se non lo vo-glio ammettere.Quando mio figlio rientra da Trieste, dice: finalmente, ora respiro.Non so se rimarrò a Chievolis, siamo in pochi, anziani, e ci sentiamo molto abbandonati, ma a Chievolis io sarò legata sempre, più che al paese dove sono nata e vissuta fino a venti anni.Provo dolore nel vedere che ormai anche Chievolis sta morendo e che la casa di Pieretto e Massimo, una volta piena di gente, di vita e di bontà, ora sia così vuota.Però posso sognare un miracolo, che Chievolis ritorni pieno di gente. I so-gni aiutano a vivere.

Bianca Cassan

PRO LOCOTRAMONTI DI SOPRA

La Pro Loco di Tramonti di Sopra ha

raggiunto nel 2003 il suo trantacinque-

simo anno di attività. Durante tale pe-

riodo, l’Associazione ha cercato di

mantenere, in base alle sue possibilità,

iniziative atte allo scopo di dare un

impulso vivace e vitale al paese.

In questi ultimi anni oltre ad organiz-

zare le festività ed alcuni momenti ri-

creativi del luogo, ha partecipato a

numerose manifestazioni enogastro-

nomiche al fine di promuovere sia le

specialità gastronomiche che le bellez-

ze del luogo.

Per una maggiore conoscenza, raf-

fronto e supporto la Pro si è iscritta ad

Associazioni come l’Arcometa e le Pro

Loco del Friuli Venezia Giulia; inoltre

per una più precisa informazione e

contabilità si è adeguata al metodo in-

formatico.

Nel febbraio 2003 è stato eletto il nuo-

vo direttivo della pro Loco rappresen-

tato nelle persone di Rugo Alido,

Corrado Patrizia, Del Zotto Gian Pie-

tro, Pradolin Tiziana, Ferroli Arianna,

Lorezini Giuseppina, Beaujolin Gene-

vieve, Odinotte Antonio, De Monte

Romain e Gambon Silvio.

Eletto Presidente Rugo Alido, Vice

Presidente De Monte Romain, Segre-

tario Lorenzini Giuseppina e cassiere

Corrado Patrizia.

Utilizzando lo spazio riservatoci nel

Bollettino Parrocchiale, ringraziamo

coloro che hanno collaborato e colla-

boreranno in futuro con l’Associazio-

ne augurando a tutti i lettori e non, una

serena Pasqua.

Pro loco Valtramontina Tramonti di SottoFesta dell’anziano Valtramontina, 1º marzo 2003

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 1110 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Squadra protezione civile Tramonti di Sotto

Molto intensa l’attività della Squadra co-munale di Protezione Civile. Infatti nel corso del 2002 diversi suoi componenti hanno acquisito anche la specializzazione di volontari antincendi boschivi a seguito dei corsi tenutisi dalla Direzione Regiona-le delle Foreste con l’ausilio del personale della Guardia Forestale. Tutto il territorio comunale è costantemente monitorato sia per il pericolo di incendi, che per le segna-lazioni di eventuali dissesti geologici. Più volte la Squadra è intervenuta per frane, specie sulla provinciale di Campone, e per vigilare su eventuali emergenze dovute alle abbondanti precipitazioni estive ed autunnali. Da citare in particolare la messa in salvataggio di un gruppo scout sorpre-so dalla piena del torrente Chiarzò a Cam-pone, in piena notte, anche con l’ausilio dei Vigili del Fuoco e il contributo dato, con l’invio di una squadra completa, alla città di Pordenone in occasione della disa-strosa alluvione di fine novembre.Capitolo doloroso a parte, è stato quello della nostra pattuglia composta da Gio-vanni Cozzi, Manuele Mongiat e Claudio Varnerin, che è stata inviata dal Comune a S. Giuliano di Puglia (CB), su disposizioni della Protezione Civile regionale, per il soccorso alla popolazione colpita dal si-sma di fine ottobre che provocò la morte di 27 bambini e di una maestra della loca-le scuola elementare.I nostri volontari all’alba del giorno dopo il disastro erano già sul luogo e hanno dato un valido e commosso contributo sia per lo sgombero delle macerie che per le esequie delle giovanissime vittime.Infine sia alla Squadra antincendio che a quella di Protezione Civile sono stati conferiti medaglie e diplomi di beneme-renza, da parte del Dipartimento Nazio-nale della Protezione Civile, per le opera-zioni di soccorso che i volontari esegui-rono durante la violenta tromba d’aria che nel novembre 2000 devastò la Valle. Per dare un preciso e significativo segno di apprezzamento, l’Amministrazione comunale ha designato il coordinatore della squadra di Protezione civile Gio-vanni Cozzi, quale alfiere del Gonfalone municipale a Roma, il 25 febbraio 2002,

quando il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito al Comune la Medaglia d’oro al merito civi-le per l’azione svolta durante l’Emergen-za e la Ricostruzione dai terribili sismi del 1976.L’Amministrazione comunale ringrazia sentitamente gli ex Sindaci Pietro Avon, Giuseppe Fortunato Ronzat ed Elio Bido-li nonché tutti coloro che hanno contribu-ito a far rinascere il paese.

Arturo Cappello

COMUNE DI TRAMONTI DI SOTTO

Tramite la Prefettura di Pordenone, la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Di-partimento Nazionale della Protezione Civile, ha conferito alle squadre comunali di Protezione Civile e Antincendio i diplo-mi di benemerenza con medaglia per l’opera di soccorso svolta durante le vio-lentissime trombe d’aria che nel novem-bre 2000, per un’intera settimana, devasta-rono la Val Tramontina e in particolare il territorio di Tramonti di Sotto.In quella circostanza il Comune subì dan-ni gravissimi agli edifici pubblici, alle abi-tazioni private e al patrimonio ambientale, ai quali adesso grazie ai contributi statali e regionali gradualmente si sta ponendo ri-medio.In quella settimana i volontari prestarono

servizio ininterrottamente a favore della comunità, soccorrendo gli automobilisti, deviando il traffico dalla S.S. 552 che era praticamente sommersa dal grande nume-ro di piante abbattute, ponendosi diretta-mente sul luogo del disastro anche con qualche pericolo per la propria incolumi-tà. Contestualmente aiutarono la popola-zione a sgomberare le strade dal gran nu-mero di tegole e di grondaie che rappre-sentavano certamente un pericolo. E infi-ne sono stati di grande aiuto ai Vigili del Fuoco che intervennero prontamente. Un particolare riconoscimento ad personam è stato conferito al Sindaco che, quale auto-rità locale di Protezione Civile, coordinò tutte le operazioni in sintonia con la Pro-tezione Civile Regionale e la Prefettura di Pordenone.

L’Amministrazione comunale

Tra le numerose Associazioni loca-li che operano a beneficio della Comunità della nostra vallata, si conta anche la Polisportiva Valtra-montina, nata nel 1980 senza alcun fine di lucro, con lo scopo di pro-muovere attività sportive e cultura-li.In questi anni la polisportiva ha avvicinato molte persone che vo-lontariamente hanno prestato la loro opera con impegno e serietà. Fondamentali inoltre le infrastrut-ture (palestra, campo da calcio, campo da tennis) messe a disposi-zione dalle Amministrazioni Loca-li, l’autofinanziamento e di contri-buti ricevuti dalle stesse Ammini-strazioni, Enti, Associazioni e Pubblici Esercenti.Tutto ciò ha permesso la realizza-zione di numerose manifestazioni nelle varie discipline sportive: si ricordano i tornei di calcio e cal-cetto, tornei di tennis, corsi di gin-nastica motoria, aerobica ed artisti-ca, meeting di atletica, gare ciclisti-che e corse campestri. Importante anche l’attività culturale e ricreati-va. Sono stati organizzati concerti rock, corsi di musica, cicli di cine-forum, festeggiamenti estivi e di-verse gite in alcune delle città più belle del nostro paese come Firen-ze, Venezia e Bologna. Negli ultimi anni, inoltre la Polisportiva ha con-tribuito anche alla realizzazione dei festeggiamenti di Carnevale, in stretta ed amichevole collaborazio-ne con le pro Loco della Vallata.Ed è proprio nella futura collabo-razione e nell’impegno di tutti che la Polisportiva confida per poter continuare sulla strada sin qui per-corsa, affinché nuovi progetti pos-sano divenire realtà e per far si che la cultura sportiva in Valtramonti-na non debba mai a venire meno.

Valentina Pecol

Buona giornata e continuazione di vita… lo augura Giovanni Santini, rappresentante il Club Alcolisti in Trattamento (A.C.A.T.).Comincio con il ringraziare la cittadi-nanza per essere sostenuto e per la condivisione del nostro Club. Il pri-mo marzo si è avuto a Meduno, al Teatro Pasolini, un interclub (incon-tro di tutti i clubs della zona del ma-niaghese e dello spilimberghese), dal titolo: “Viviamo una solidarietà uni-versale”.Per unire l’utile al dilettevole, è stato chiamato a rallegrare l’atmosfera dell’incontro il gruppo teatrale dell’A.C.A.T. di Fagagna.È nostra intenzione invitarli di nuovo ed ascoltarli, augurandoci una parte-cipazione numerosa anche se proble-mi di questo genere non ce ne sono. Ciò che voglio dire è che noi del Club vogliamo documentare, e nel farlo cerchiamo anche di divertire, cercan-do di essere diversi…chissà ?!…sta di fatto che noi desideriamo essere ascoltati, capiti, non demonizzati: il nostro non era, o è, un capriccio, un vizio. Era, o è, un male, e il male va

compreso e curato senza vergogna, anche se molte volte si può essere fraintesi.Però la dipendenza è un guaio, si badi bene, comunque si è tutti dipendenti da qualcosa, è la normalità. E quella dipendenza lì è piacevole, si continua e poi più si beve più si ha sete, e poi si arriva dove non si ha pensiero di arrivare. Poi ci piace dare la colpa agli altri, o peggio ancora, si giunge a giu-stificare: “Mio nonno lavorava sodo, beveva tanto ed è morto a novant’an-ni!”.Diciamoci la verità, ci sono sì le ecce-zioni, ma non facciamo di loro la scuola di vita!Comunque noi del Club non siamo per l’estirpazione delle viti, tutt’altro. Cerchiamo solo di spiegare che è bel-lo essere allegri, gioviali per tutto l’arco della vita e del giorno, e riguar-do al giorno è lì che giacciono tutte le nostre realtà. Auguri a tutti e grazie per l’ascolto!

Giovanni Santini

Un momento della serata: da sinistra la moglie Giuliana, Cristina Liva (insegnante-rappresentante del Club), Luciano Marco-lina (insegnante del Club 205 di Meduno), Giovanni Santini (presidente A.C.A.T. spilimberghese), il sindaco Antonio De Stefano, il vicesindaco Mara Bonitta e il segretario del Club spilimberghese Gianbattista De Stefano.

Attività dellaPolisportiva

ValtramontinaAttività dell’A.C.A.T.

Nei primi anni ’50 dello scorso secolo gli abitanti di Canal di Cuna, pur potendo contare su un buon tenore di vita, si sono visti costretti, dall’incalzare del nuovo progresso, ad abbandonare le borgate e la valle dove avevano vissuto e lavorato per generazioni.All’abbandono della loro terra d’origine, comunque, ha fatto seguito un ricordo costante, un legame indissolubile.Ecco così che il 1° maggio del 1975 da San Francesco partirono in direzione di Cima Giaf, e così lungo il sentiero che affiancava il torrente Comugna alla volta di Piedigiaf, un gruppo notevole di compaesani per dar vita ad una manifestazione legata alla co-struzione di un cippo ed alla sistemazione di tre lapidi a ricordo dei defunti morti in guerra. Fu così che prese inizio la tradizio-nale manifestazione del 1° maggio in Ca-nal di Cuna.Nel 1993, grazie anche alla partecipazione delle associazioni Propordenone e Zenna-ri, al termine della S. Messa, una Signora del luogo, dopo aver ringraziato i conve-nuti, lanciò l’idea di dare un tetto alla Chiesa di San Vincenzo.L’idea trovò subito l’okay e dopo una serie di incontri tra amministrazioni e associa-zioni i lavori ebbero subito inizio, cosic-ché nel 1995, in occasione del consueto 1°

maggio e per merito del più disinteressato e nobile dei volontariati, vennero inaugu-rati la Chiesa e il campanile, e contempo-raneamente fu sistemato sull’altare un crocifisso in legno. In seguito, precisa-mente nell’autunno, nella sala parrocchia-le di Tramonti di Sopra, fu proiettata la videocassetta “Stralci di vita vissuta”. Una novità per quella zona e la storia di Canal di Cuna.Dal 1996 in poi ad organizzare la manife-stazione del 1° maggio sono stati i nativi di Canal di Cuna e le presenze si sono andate via, via dilatando. Da un po’ di tempo a questa parte le pareti della Chiesa non sono più spoglie e il campanile vanta la presenza di una campana, acquistata con il contributo di alcuni sponsor e di quanti amano Canal di Cuna.Nel mese di Agosto 2001, infine, c’è stata la presentazione anche di un libro di storia legato al Canal di Cuna con testimonianze e fotografie. Il libro, edito con il contribu-to della Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno, Sina Carri, Sina Auto, 5^ Comunità Montana e Comuni di Vito d’Asio e Meduno, è stato accolto con molto entusiasmo.Ora ci aspetta dell’altro per le prossime edizioni legate al 1° maggio, augurandoci che quanti amano Canal di Cuna e la

montagna si stringano ancora una volta attorno alla Chiesa di san Vincenzo nel segno di una secolare amicizia e collabora-zione.

12 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Canal di Cuna: un esempio storicoPasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 13

È più che altro un riparo e si chiama la “CLAUPA DAL DIAUL”. La troverete, se vi capitasse di fare una gita in Val Tramonti-na, percorrendo il sentiero che porta da lo-calità Zuviel alla case di Gardelin, Savuieit e Teglara. La si trova, qualche centinaio di metri, prima della sorgente di Gardelin. Non è molto evidente, ma è l’unico posto dove si potrebbe trovare riparo comodamente in caso di cattivo tempo.Arrivati fino a qui, ci sediamo un momento, senza fretta, e torniamo indietro un po’ nel tempo quando ancora alcuni abitanti di Tra-monti di Mezzo, per un certo periodo dell’estate, si recavano in località Gardelin e Savuieit per la raccolta del fieno.Una vita semplice, dura, assolutamente im-pensabile che andava dall’alba al tramonto con il solo fine di strappare quel poco fieno per poi portarlo a valle nei periodi di calma con notevole sacrificio.Non serviva molto a quella gente per so-pravvivere.Un po’ di latte e formaggio, prodotto sul posto, una manciata di fagioli e la polenta. Per il letto una coperta sul fieno era più che sufficiente.Proprio per prendere la farina qualcuno doveva recarsi fino alla bottega in paese più o meno una volta alla settimana. Un viaggio lungo da farsi con notevole carico quasi

sempre in salita.Quel giorno, era d’agosto, toccò a Maria andarci. Ci andava sempre volentieri, lei era forte e la fatica non la spaventava. La gerla, qualche messaggio per la parentela, una rac-comandazione a non perder tempo in paese, e via.Non ci mise molto per arrivare a Tramonti. Il tempo era buono. Solo qualche nuvoletta in fondo verso la pianura. Acquistò la farina, il sale, lo zucchero e un po’ di tabacco. Fece varie domande alle amiche sulle novità del paese e sulla salute di quelli che sapeva sof-ferenti di qualche malanno.Mancava poco a mezzogiorno. Salutò tutti e si avviò. La strada era pianeggiante per un tratto, poi cominciava a salire piuttosto rapi-damente e il peso della gerla si faceva sentire sempre più.Si riposò in Spineit e da li vide che verso Ovest si radunavano nubi piuttosto minac-ciose. Riprese il cammino ansimando per lo sforzo. Si girava ogni tanto per guardare le nubi che ora avevano coperto buona tratta del cielo.Era arrivata sulla “FORCHIA DAL CIUF” e da la in poi il sentiero era molto più pia-neggiante. Si fermò solo un paio di minuti per calmare il respiro divenuto affannoso, ma un tuono lontano le mise fretta. Aveva di che coprire la farina e il resto del carico, ma temeva egualmente il temporale che minac-ciava in lontananza.Se si fosse affrettata sarebbe arrivata al ripa-ro della grotta prima dell’arrivo del tempo-rale.Il carico era divenuto insopportabile con quel ritmo di cammino, ma, qualche goccia di pioggia e il tuono violento dei fulmini, le davano nuova forza. Pochi minuti ancora, poi si sarebbe riposata.Il cuore sembrava impazzito quando arrivò alla grotta e, nonostante la sua abitudine agli sforzi, si sentiva mancare il respiro.Pose la gerla al riparo della pioggia che ora aumentava velocemente. I fulmini, seguiti da tuoni laceranti, rischiaravano a tratti la fo-schia che si era fatta intorno. Un dolore violento, soffocante, insopportabile e tutto

si fece silenzio, calma, buio profondo.Dopo qualche ora cessarono i tuoni e tutti uscirono fuori di casa. Ormai metà del fieno era bagnato e bisognava lasciarlo sul prato anche all’indomani.Verso sera la valle era già nell’oscurità e Ma-ria non era tornata.Si era certamente fermata in paese, dissero i più anziani.Il giorno dopo, verso mezzogiorno, manda-rono un ragazzo incontro a Maria e dopo poco tempo sentirono le urla di richiamo e, con il cuore in gola, scesero fino alla grot-ta.Maria era distesa, scomposta, violacea e irri-gidita.Qualche ora più tardi la notizia correva, giù in paese, di casa in casa.Una settimana dopo si raccontava, a bassa voce, che il demonio in persona, sotto le sembianze di un bel giovane, aveva costretto Maria a una danza forsennata, travolgente, ossessiva, peccaminosa e mortale. I segni violacei erano la prova dell’abbraccio del “DIAUL”.Ora che sappiamo perché si chiama “CLAU-PA DAL DIAUL”, riprendiamo pure il no-stro cammino e, se ci riesce, cerchiamo di pensare un poco a quella gente che si consu-mava per strappare un po’ di fieno alla montagna e che la sera, radunata vicino al fuoco, raccontava di quella volta che il “diaul” aveva straziato la povera Maria.

Ti vogliamo ricordare così, con questa leggenda da te scritta perché resti ai posteri, ed è proprio attraverso queste righe che traspare la tua persona e il tuo modo di essere.

Ciao Benito

La claupa dal diaul

DA REDONASiamo avviliti: ci manca tanto la Messa del sabato. Era un ritrovarsi in “pochi ma buo-ni”, prima nella nostra Chiesetta, poi da Metto per il rituale scambio di notizie ed opinioni. I nostri due sacerdoti, don Fabrizio e don Massimo, fanno l’impossibile, ma non sono ancora in grado di fare “miracoli”. Sap-piamo poi che ai nostri emigranti è mancato tantissimo il Bollettino. Anche poche notizie, siano buone o no, permettono a chi è lonta-no di sentirsi ancora legato alla terra natale. A tutti comunque facciamo sapere che conti-nueremo a ritrovarci almeno due volte all’an-no: per la festa del Carmine e per quella dei Redonesi. Chi è in grado di affrontare un viaggio è pregato di presentarsi: noi vogliamo rivedervi! Maria

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 15

ne; poi aprì completamente la porta d’entrata della casa e quella “della cameretta del for-maggio” e, aiutato da Vissenz, lentamente vi portò dentro la damigiana posandola sopra un robusto sgabello di legno pronta per il travaso. Vissenz ritirò la damigiana vuota, la caricò sul furgoncino accanto ad un’altra damigiana vuo-ta proveniente da Ombrena o da Chiadins, fece retromarcia nel cortile e prese la discesa dicendoci: “Mandi! A mercoledì prossimo”.Il mercoledì successivo andammo tutti e quat-tro – anche se non serviva la spinta – ad aspet-tare il furgoncino che regolarmente a metà della stradina, in prossimità della seconda cur-va, si fermò, ma non importava, non c’era la damigiana del vino da trasportare.La sporta nera era sufficiente a contenere la piccola spesa; in più vi era la gerla, portata in spalle dalla nonna, con dentro le forme di formaggio fresco da vendere a Vissenz che poi le rivendeva a dei commercianti di Milano. Al ritorno, nella gerla della nonna, da noi chia-mata “agna Liti3” – ovvero “zia Felicita” - as-sieme al pane fresco c’era posto anche per qualche pacco di biscotti e di fichi secchi.Alla produzione del formaggio vi contribuivo anch’io, trascorrendo le mie vacanze estive nei prati a rastrellare fieno per le mucche. Ricordo un’estate in cui il giorno della partenza per la colonia marina mi venne una febbre da cavallo e quando la corriera partì, senza di me, im-provvisamente la febbre passò; che gioia, sta-vo a casa tra i miei monti, il mio lago, i miei prati, il mio bosco. Quando Vissenz fece il prezzo del formaggio, il nonno brontolò subito; voleva qualche lira in più al chilo e gli disse: “Tu Vissenz m’im-brogli sul peso con quella vecchia bilancia, e poi non aumenti mai il prezzo. Non ti vendo più il mio formaggio!”. Giocava a rialzo il nonno, sebbene sapesse che non si poteva fare diversamente; quel formag-gio serviva anche per pagare la damigiana del vino. Mi diceva sempre: “Stai attento che nella vita il pesce grande mangia quello piccolo!“. In quel caso io non capivo chi era il pesce grande – se Vissenz o il nonno – poiché anche Vis-senz a sua volta rivendeva il formaggio, senza però fare la fatica di rastrellare il fieno. “Cose da grandi pensai” quello che a me importava erano i biscotti e i fichi secchi.Placidamente Vissenz guardò il nonno e gli disse: “Tu Feliçi tu fas finta di essi mat par non paià il dazi – Tu ses propriu comi chei di Mo-vada –”. Finiva sempre così con Vissenz, ne-anche il nonno riusciva ad averla vinta benché riuscisse a tenergli testa. (Il nonno nacque e visse per anni nelle case di Movada, situate sotto il Pecol, in una piccola pianura attraver-sata dalla Meduna, però ancora prima che co-struissero la diga di Redona, iniziò la costru-zione della casa in Moschiasinis.)

Io parteggiavo per il nonno, ma ero affascina-to anche da Vissenz. Ricordo che non avendo ancora né la radio né la televisione, il suo arri-vo del mercoledì ci faceva sentire più vivi, parte del mondo. Le notizie più importanti le portava lui, e per tutta la gente dei casolari quello che Vissenz diceva corrispondeva a verità accaduta. Un giorno di ottobre, per esempio, al ritorno da scuola, la mamma mi raccontò che Vissenz aveva detto: “A le colat il monte Toc4”. Un’ altra volta Vissenz ci disse: “A han copat Chenedi5”. Questo continuò per molti anni e in uno di questi portò la notizia che si sarebbe fatta una galleria sotto il monte Rest. La novi-tà si sparse velocemente fra le case e per un lungo periodo non si parlò d’altro; tutti gli abitanti dei casolari ci credevano; d’altronde l’aveva detto Vissens che, tra l’altro, era anche nel consiglio comunale. Si prospettava lavoro per anni e non si considerava il fattore turismo e il finito isolamento per la valle che un’opera così grande avrebbe portato.La stessa sera della notizia i nonni e la mamma decisero che bisognava avvertire il papà che faceva il muratore emigrante in Germania nella città di Stoccarda; la mamma scrisse una cartolina e siccome c’era questa urgenza del lavoro, non si poteva aspettare che passasse il postino “Gjelmin il puistin”, perciò sentenzia-rono che l’indomani pomeriggio sarei dovuto andare fino al paese a “Vil di Zot” a imbucar-la, così che arrivasse prima.Partii a piedi nel primo pomeriggio, calzando “le scarpetes” con le suole di gomma e percor-si la strada quasi di corsa: Moschiasinis, bivio di Campone, ponte del Chiarzò, la Clevata, le case di Cotèl, di Chiarandin e infine Tramonç. Ogni tanto facevo pausa e contemplavo l’im-mobilità del lago, disturbata solo dal salto di qualche trota, più avanti si poteva udire e ve-dere lo scorrere della “Miduna”.Tenevo sem-pre la cartolina stretta in mano come fosse una reliquia; vi era fotografata in bianco e nero una veduta panoramica della vallata con la dicitura “provincia di Udine”. Il testo della missiva era in scrittura mista Friulano-Italiano e diceva: “Mio caro Gjòvanin guarda che fanno il bus su la mont da Rest. Così tu pòs tornare a casa per lavorare vicino. Ti faro sapere che ti mandi una letera. Stami bene ti saluto tua Ines”.Molte altre cartoline e lettere partirono, per diversi anni, con destinazione oltre che in Germania anche in Francia e in ultimo a Mila-no, ma nessuna che contenesse notizie o spe-ranze in merito al Tunnel; tutto sprofondò nell’oblio. Fu un fuoco di paglia che per un attimo riscaldò e rinvigorì le speranze di tutti, nonostante si sapesse che la montagna non poteva darti molto e che soprattutto niente regalava.Qualcuno sta riattizzando quel fuoco, speria-

mo che trovi anche legna per farlo ardere; le-gna secca, asciutta non piena d’acqua, ma ta-gliata sul calante di luna. Negli anni successivi la Rai installò i ripetitori ed arrivò la televisione. Era l’inizio di un pro-fondo cambiamento. Febo dal “Pecol” che aveva l’osteria comperò la prima televisione e tutti noi si andava, quasi come in processione, a conoscere e scoprire il mondo che esisteva e viveva al di là della valle. Si prendeva un solo canale, quasi la montagna si rifiutasse di turba-re la secolare tranquillità dei suoi valligiani; e anche ora, nel terzo millennio, pare lo continui a fare, in quanto nonostante la tecnologia non tutti i canali sono visibili.

1. Felice, si chiamava mio nonno2. Il signor Vincenzo veniva chiamato Vissenz3. La zia Felicita, sorella di mia nonna defunta, aveva sposato il nonno vedovo in seconde nozze. 4. Si trattava del disastro della diga del Vajont. 5. Si riferiva all’assassinio del presidente americano J. F. Kennedy.

Giacomo Miniutti - Moschiasinis

Arrivava sempre dopo le nove del mattino, il signor Vincenzo, con il suo furgoncino colmo di generi alimentari. Puntuale, ogni mercoledì, consegnava la merce che le donne la domenica mattina, recandosi in paese per presenziare alla Santa Messa, ordinavano nella sua bottega tenuta aperta nel dì di festa proprio per “I Staulans” che abitavano nei casolari distanti dal paese.La nonna e la mamma, a domeniche alterne, dopo la Messa e prima di ripartire a piedi verso casa, facevano una piccola spesa e la metteva-no in una grande sporta di tela nera, cucita dalla nonna, che come maniglie aveva due enormi cerchi fatti di filo di ferro grosso da infilare nel braccio destro chiuso ad angolo retto, affinché la sporta non toccasse per terra. Lasciavano invece al signor Vincenzo la nota della spesa grossa e due sacchi di tela bianca, lavati, stirati e piegati; uno grande per la farina da polenta e uno piccolo per il riso.Una domenica andai anch’io a Messa con la mamma e quando il signor Vincenzo lesse ad alta voce la nota, udii che, oltre al riso, alla fa-rina, alla semola per le mucche, al granoturco per le galline e al bottiglione d’olio di semi vari, vi erano anche un bottiglione di grappa e una damigiana di vino rosso. Finito di leggere, il signor Vincenzo disse: “Ce ch’al vol Filisi1? Valpolicella o Soave?”. La mamma gli rispose di portare la solita damigiana di vino rosso. Era una luminosa giornata d’inizio estate, la scuola elementare era terminata ed io mi sen-tivo gioioso perché ero stato promosso ed ero in vacanza. Quel che in realtà mi rendeva più felice era l’aspettare l’arrivo del furgoncino poiché, conseguita la promozione, era quasi scontato anche il regalo dei biscotti savoiardi, dei gianduiotti, e di dolciumi vari che il signor Vincenzo teneva alla rinfusa negli scatoloni; poi sicuramente la mamma avrebbe comprato le scatolette di sardine sotto olio da mangiare per pranzo al ritorno dai prati, dopo aver fal-ciato e rastrellato il fieno. Il signor Vincenzo aveva anche il forno ed il mercoledì ci portava il pane sufficiente per sette giorni. “Com’era-no buone le sardine di Vissenz2 con il pane fresco!”.Quella mattina, il nonno era preoccupato e stava come di sentinella “in cima alla riva”, come tutti noi del casolare chiamavamo quel posto, da dove si poteva vedere il lago e le poche auto che percorrevano la strada da un paio di mesi asfaltata. Accendeva in continua-zione la pipa benché il tabacco continuasse a bruciare, e quando vide il furgoncino passare, svuotò la pipa battendola contro lo schienale

della panca da lui costruita con dei mezzi tron-chi di legno – (sulla quale migliaia di volte mi sono seduto a contemplare l’immobilità del lago e a sognare mondi lontani) - mise la pipa nel taschino della camicia e ad alta voce ci chiamò per nome, a radunata, come fa un sergente con il suo plotone, e disse: “Dobbia-mo andare tutti e quattro a metà strada, in prossimità della seconda curva, ad aiutare Vis-senz. Se si ferma non riparte più!”.Ed era la verità, poiché quando le ruote inizia-vano a slittare nella ghiaia, perché il furgonci-no non si affossasse del tutto, bisognava spingerlo per aiutarlo ad arrivare fino su nel cortile davanti alla casa. Dalla “strada del car-ro” - come veniva chiamata la strada principa-le - per arrivare al nostro casolare c’era una stradina bianca e ghiaiosa, tutta in salita, con due curve, in mezzo ad un bosco di abeti e carpini; in tempi non molto lontani la si tran-sitava con il carro trainato dai cavalli ai quali non serviva alcuna spinta; ma al furgoncino quel mercoledì la spinta fu provvidenziale perché Vissenz, sapendo di trasportare la da-migiana del vino, non poteva iniziare la salita a tutta velocità rischiando, sobbalzando, di rom-perla.Se il furgoncino si fermava – come succedeva tante volte nonostante la nostra spinta, o d’in-verno quando nevicava – la damigiana del vi-no veniva caricata nella gerla che la mamma portava sulle spalle abituate a carichi pesanti, come la legna per far ardere il fuoco nella stufa, il letame per concimare i prati, il fieno da riporre nel fienile. Quello della damigiana era tuttavia un trasporto eccezionale e anche peri-coloso, ma lei sapeva camminare mantenendo l’equilibrio, poiché sebbene non conoscesse le leggi della fisica il sudore le aveva insegnato che l’importante era di non curvare la schie-na. Durante il tragitto faceva tre pause, appog-giando il fondo della gerla in un buco ricavato togliendo un sasso nel muretto di contenimen-to che fiancheggiava, per chi sale, il lato sini-stro della stradina, la quale in tutta la sua lun-ghezza contava ben sei posti di pausa. La mamma vi sostava con la gerla sulle spalle; solo nell’ultimo posto di sosta prima della ca-sa, e nei due intermedi, dove la gerla perfetta-mente si adagiava all’inclinazione della scarpa-ta, ella poteva sciogliere, come un cavallo, le briglie e sgranchirsi le ossa. Quando trasportava il fieno dai prati, lasciava la prima gerla carica a metà strada e ritornava indietro a prendere un altro carico che portava direttamente al fienile, cosicché io mi ritrova-

vo, con un caldo soffocante, a sistemare in breve tempo due carichi di fieno...Il giorno che toccava trasportare la damigiana non si poteva scherzare. Il nonno, anche se non era necessario teneva con le mani il cer-chio della gerla per favorire l’equilibrio, produ-cendo in realtà l’effetto contrario. Io e la nonna seguivamo silenziosi, quasi come in preghiera per evocare un lieto fine. Quel per-corso, in qualsiasi circostanza, mostrava la sofferenza di una Via Crucis, nonostante aves-se soltanto sei Stazioni.Quando il furgoncino fu arrivato in mezzo al cortile, il nonno si tolse il cappello e si asciugò il sudore della fronte strofinandola sulla mani-ca della camicia. La damigiana era arrivata sana e salva. Tutti facemmo un grosso sospiro di sollievo.Appena sceso dal furgoncino, Vissenz disse: “Buondì Felice, hai visto che ti ho portato la damigiana del vino fin davanti alla casa?”. Sembrava quasi che noi tutti non avessimo spinto. Il nonno con prontezza rispose: “Guar-da Vissenz che se non fai sistemare la strada, io non ti voto più”. Vissenz era anche il sinda-co del paese. Era un uomo più giovane del nonno ma dimostrava più anni della sua età. Non proprio bello: di statura bassa e tarchiata, aveva folti capelli brizzolati pettinati all’indie-tro che mettevano ancor più in risalto il grosso naso e le grandi orecchie a sventola. Sull’orec-chio destro portava sempre una penna biro per fare i conti della spesa, ed era solito tenere gli occhiali da vista così calati e in avanti sul naso che sembrava non gli servissero. Indossa-va sempre gli stessi abiti: pantaloni di flanella grigi sorretti dalle larghe bretelle che gli face-vano risaltare la grossa pancia, coperta da una camicia scozzese; sopra indossava una como-da e pesante giacca con due tasche dilatate dalla continua introduzione delle mani per depositarvi il denaro; in quella destra era solito mettere i soldi di carta e in quella sinistra le monete. Non l’ho mai visto usare il portafo-glio. Sembrava severo, ma non lo era; dopo il nonno, credo fosse l’uomo più pacifico e tran-quillo del mondo. Terminato di fare la spesa, al momento del conto, il nonno brontolò per-ché la damigiana costava più di quella prece-dente. Vissenz gli rispose che tutto aumentava e che sul vino bisognava pagare il dazio, alme-no per una damigiana ogni due; io non capivo quei discorsi anche perché ero indaffarato a mangiare i savoiardi. Il nonno disse a Vissenz di annotare sul libret-to della spesa il conto che avrebbe provveduto a saldare a fine mese, appena ritirata la pensio-

14 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

“Vissenz da l’Avon”...ricordi d’infanzia

“NATALE COI TUOI E PASQUA CON CHI VUOI”. Questo “adagio” non trovava molta applicazione ai tempi della mia fan-ciullezza vissuta tra i monti della valle Tra-montina; infatti il viaggio più lungo come durata e più lontano come destinazione era l’andare, il Giovedì Santo, assieme al nonno con la corriera di “Pupin” fino a Spilimber-go. Si partiva alle otto del mattino e si ritor-nava alle due del pomeriggio. Il nonno mi comperava i giornalini di “Capitan Miki” e di “Blek Macigno” poi si andava alla banca “Tamai” e fatta qualche piccola spesa al mercato, sul mezzogiorno, si entrava all’oste-ria “Al Bachero” per mangiare il baccalà, lui prendeva anche mezza porzione di “Trippe”con polenta; il tutto bevendo il “vin dal bacher”. Quindi si acquistavano quattro porzioni di baccalà, mettendole den-tro una specie di gavetta smaltata, da portare a casa per mangiarle con la nonna e la mam-ma, (il papà era appena emigrato in Germa-nia) il mezzodì del Venerdì Santo, così da poter fare “la visilia”; ovvero l’astinenza dalla carne.Un secondo viaggio avvenne lo stesso Ve-nerdì Santo; andai sul tardo pomeriggio con la mamma, fino alla borgata Muinta, al di là, rispetto al nostro casolare, del lago di Redo-na, dove abitavano la nonna materna chia-mata “l’agna Paula” con la zia Gina zitella che soffriva del “mal caduto”. La famiglia vicinante ci prestò la bicicletta da donna e io mi sedetti sul ”bastone” di legno che funge-va da canna.La primavera timidamente s’affacciava, il Tarassaco cresceva rigoglioso sui prati e fini-ta la cassa integrazione invernale, le galline cominciavano a deporre le uova, quindi quella sera si cenò con della polenta fuman-te, delle uova sode e del “ radich di prat” condito, in modo che si intenerisse, con il lardo cotto; la nonna accuratamente diede al gatto i pezzettini di carne che il lardo conte-neva e che non si erano sciolti: era fiscale per il rispetto dei Precetti e inoltre diceva che durante la Settimana Santa non si dove-va lavorare la terra per seminare l’orto, poi-ché gli ortaggi non sarebbero cresciuti. Al

termine della cena ci fu il dessert fatto con del latte appena munto, un pizzico di sale e con le “croste della polenta” raschiate dal paiolo. Com’era squisita quella specie di zuppa!!Dopo cena andammo alla Via Crucis a Chie-volis; molto suggestiva in special modo le Stazioni poste sulla scalinata in salita verso la chiesa. Un’anziano da Inglagna mi fece suonare per tutto il tragitto “lis craçeles”. L’indomani si fece ritorno e al pomeriggio arrivarono da Milano gli zii; lo zio Paolo era il fratello del papà e faceva il capomastro, così si era comperato una Fiat 850 e come dicevano le buone “lingue della borgata” pareva venisse dall’America. Ugualmente posso dire dei regali che portarono: la Co-lomba Pasquale dentro una valigetta di car-tone colorata con disegni di rondini in volo e mandorli fioriti e poi l’Uovo di Pasqua! Avvolto in carta mai vista, colorata, come l’arcobaleno, che toccandola pareva si la-mentasse e con dentro la sorpresa; proprio perché tale non è mai quello che speri. Ma la felicità è fatta anche di delusioni.La domenica di Pasqua, tutti vestiti a festa, si andò alla Santa Messa a Tramonti di Sot-to; lo zio Paolo fece tre viaggi, dando anche un passaggio a delle persone della borgata vicina risparmiandogli così, tra l’andare e il ritornare, circa quindici chilometri di strada a piedi.Tra pochi giorni è la Pasqua di Resurrezione 2003; avrei mille possibilità di avvalorare il contenuto di quell’“adagio” che nonostante il contrario, allora si diceva e che tutt’oggi si continua a dire, ma… non so da che parte cominciare: niente mi dà soddisfazione. Al-lora credo che, almeno con il pensiero, an-drò con la corriera delle “Autovie Pupin” in quel posto così lontano….che è Spilimber-go. Una Serena PASQUA DI RISURRE-ZIONE 2003.

Giacomo Miniutti - Moschiasinis

LA SANTA PA-SQUA È VICINAIn questa Quaresima, oh Signore,ricordiamo la tua passione e morte.Tu sei stato mandato dal padre perredimere i nostri peccati ed in cambioti abbiamo dato una morte straziante.Oh Signore, son passati più di duemila anni,però è ancora tanta la genteche implora il tuo perdono.Ritorna fra noi, io personalmente pensoche tu sia ancora in terra, chissà quantevolte ti ho incontrato e non ti ho riconosciuto!Signore, ti chiedo la grazia di fermarela guerra, illumina la mente e il cuore di ogni Capo di Stato,invece dell’odio usino la comprensione e la fede in Dio.La guerra è la distruzione di tutto il creato e di ogni vivente.Signore abbi pietà per gli innocentiche stanno crescendo in un mondo insicurodove appoggeranno i piedi se la terra scotta?L’attesa della Santa Pasqua è vicina,le campane suoneranno a festa per la tua Risurrezione!Con la tua venuta tutto risorge:i fiori nel prato, il frumento nei campi,tutto il creato si risveglia e ti fa gran festa.Signore tu non lasciarci nel buio.Vorrei che tu entrassi nelle nostre case portan-do luce, pace e serenità.

Tramonti di Sopra, 16 marzo 2003Matilde Crozzoli Pradiel

16 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Una Pasqua di 40 fa nella valle TramontinaPasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 17

La vita della comunitàBattesimi e matrimoni

Il 9 marzo ha ricevuto il Battesimo Fabio Patrizio figlio di Damiano e di Mirna Gu-tierrez. Al fianco dei felicissimi genitori, i padrini Mastellone Andrea ed Ester Dalle Fratte.

Durigon Nicole di Toppo, che il 12 marzo ha compiuto due anni, è una bimba molto fortunata…può vantare il calore e l’affet-to di cinque bisnonni e quattro nonni, tutti in ottima salute.La bisnonna Emma Martinis Pastor di Sottomonte la presenta ai parenti sparsi in ogni angolo del mondo.

Ha gli occhi pieni di gioia questa bisnonna nell’accogliere tra i suoi affetti il piccolo Davide, venuto da poco alla luce, figlio di Perissutti Roberto e di Battistutti Silvia. Auguriamo loro tutto il bene possibile.

Marco Murtas e Nadia Rinaldi si sono uniti in matrimonio il 19 ottobre 2002 nella Chiesa di Campone.

Anniversario

L’11 gennaio hanno rinnovato, circondati dall’affetto dei loro cari, le promesse di matrimonio fattesi 50 anni fa. La cornice della gioia è stata la Chiesa di Chievolis.

LaureaIl 19 marzo si è laureata in Lingue e Let-terature Straniere, a Venezia, Margherita Mongiat. La tesi, premiata con 110 e Lo-de, porta il seguente titolo: “Analyse du voyage au centre de la terre de Julius Verne, à la découverte d’un scénario initiatique”.Le auguriamo un avventuroso cammino al centro della sua vita, nella realizzazione dei suoi desideri.

BeatriceMenegon VallarRicordiamo Beatrice Menegon Vallar a un anno dalla sua scomparsa, avvenuta a Milano l’11 marzo del 2002. Beatrice Menegon nacque a Pielungo il 3 settem-bre 1920 da Benvenuto di Canal di Cu-na, maestro elementare e da Lucia Bido-li di Tramonti di Mezzo. Ancora bambi-na rimase orfana di entrambi i genitori e visse a Tramonti di Mezzo con Ber-nardo Ferroli (Barba Sedòn) e le sue fi-glie Angelina e Caterina e poi in collegio a Fidenza dove conseguì il diploma ma-gistrale. Dal 1941 al 1950 fu maestra nella scuola di Chievolis, lasciando un gradito ricordo nei molti suoi piccoli allievi. Nel 1949 sposò Celso Vallar, della famiglia Iosco di Inglagna, e insie-me a lui si trasferì a Milano, dove conti-nuò a insegnare per motli anni nella scuola elementare. Nonostante la lonta-nanza, rimase sempre legata alle proprie origini e ai tanti parenti e amici della Val Tramontina e di Pielungo, trascorrendo parte delle vacanze estive a Inglagna. Andandosene, ha lasciato un grande vuoto nella vita del marito e dei figli Giuseppe e Lucia.

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 19

LA CANAALa canaa cà vuardava meraveadail ricam del ragnere yo,la canaa cà giuava sot la pleasuol cu lis planeles ai piisere yola canaa cà coreva par ores sot il soreledavur a lis gjalines e a lis paveesma cà stava ancja par ores culbuagn in man a cjantaie la canson:“Buagnn, buagnin, buta fur i cuarnins...”ere yo.

La femena de vueicanaona, incjantata, ficanaas da par duta è la canaa de ìrparceche ognun de nos al restachel cà l’è staat.

CHIEVOLISNa tu lu voup da Redonama dome con che tu ses a Faidona.

A samea ch’el stee su par miracolma sot de lui prin dal lagu a lè Pinacol.

A samea da dì: “Ma in dunà seo vignut a sta?”.Mai viduut, dome sintut nominà.

Incima a un cret a le staat poatma i nuestres vecius votu dì ca na habint pensaat?

Cun chei volz e che schialinadesa samea da ese a Venezia par ches contrades.

Dut veciu a la, dome qualchidun a la rimodernaata Chievolis a se par dì che dal mont a le staat dismenteaat.

Massimo Cassan

(SENZA TITOLO)Il primo giorno di scuolaUn dì mi ci portarono, e mi lasciarono là,come un uccellino pallido che ancor volar non sa,gridavano e ridevano tutti intorno a meed io cominciai a piangere senza saper perché,una bimbetta piccola, accanto, s’avvicinòaveva una mela ruggine…mi disse…ne vuoi un po’ed incominciai a mordere fin che ce ne fu,mi asciugai le lacrime ed io non piansi più…

Santina Da Prat

LA BAMBINA (traduzione)La bambina che guardava meravigliatail ricamo del ragnoero io,la bambina che giocava sotto la pioggiasolo con le pianelle ai piediero io,la bambina che correva per ore sotto il soledietro le galline e le farfallema che stava anche per ora con unalumaca in mano a cantarle la canzone:“Lumaca, lumachina, butta fuori i cornetti...”ero io

La donna di oggischietta, incantata, curiosa di tuttoè la bambina di ieriperché ognuno di noi rimanequello che è stato.

Olga da Prat (PD) dai Valentins

8 MARZO…Auguri a te, donna,perché sei mammacomunque e dovunque.Auguri a te, donna,perché continui nella creazionea cantare il dono della vitain ogni angolo del mondo.Auguri a te, donna, che rimani nel misteroForse anche a te stessaE a chiunque ignoraLa tua sacralità.Auguri a te, donna,la cui bellezzaè un riflesso della bontàeterna del Dio vivente.Auguri a te, donna,che fai fiorire tuttoattorno a te,perché sei la vita.Continua sempreA lottare e a soffrire per essa,pronta a difenderlaad ogni costo.

Jeannette Kitambalasaveriana congolese

Il GaribaldinoA Navarons, il 19 novembre 2002, è stato inaugurato il ristorante “Il Garibaldino” gestito dai signori Bianco Franca e Cirim-belli Bruno. Li vediamo con Don Massi-mo che ha dato loro la benedizione e il vicesindaco Mara Bonitta.

W LA CLASSE

DEL 1952!Sabato 24 agosto 2002 i cinquantenni di Tramonti si sono incontrati per festeggia-re quest’importante traguardo raggiunto nel nuovo millennio.La lieta occasione ha offerto l’opportunità di ritrovarsi ai molti che vivevano lontano dalla Vallata, ma che mantengono vivi i ricordi ed i valori dei paesi d’origine.Nel pomeriggio è stata celebrata una S.Messa a Tramonti di Sopra, da don Stefa-no Battiston, parroco negli anni giovanili della classe del ’52, ricordando anche i coetanei scomparsi.Dopo un’allegra bicchierata, la festa è proseguita in un accogliente locale dove i

neocinquantenni, in un clima conviviale, si sono riproposti di incontrarsi più di frequente.

Giacomo Urban

18 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

GUGLIELMO GRAZIUSSI (nato il 18 gennaio 1924, deceduto il 14 febbraio 2003)

“Gjelmìn il puistìn”Nato e vissuto a Tramonti di Sotto, da giovane ha collaborato con il padre Lodovico nel servizio postale alla Vallata. Si è tenuto sempre in stretto contatto con i fratelli e le sorelle ed in particolare lo zio prete don Giovanni Graziussi, guida spirituale e morale della famiglia, all’epoca parroco di Claut prima e Tiezzo poi. “Gjelmin” ha partecipa-to alle azioni belliche della II° guerra mondiale in qualità di giovane marinaio. Ha svolto per circa 40 anni il servizio di postino a Tramonti di Sotto e nei paesi della Valle. È stato molto attivo socialmente:– Fondatore ed animatore del Comitato Emigranti negli anni 50/60– Presidente della Pro Loco per due mandati negli anno 60/70– Consigliere Comunale– Fondatore, animatore e segretario per 32 anni della società “I stramps” che riunisce molti Tramontini emigrati– Teneva i contatti epistolari e personali con molti emigranti della ValleEra molto legato alla sua chiesa ed alla Parrocchia di Tramonti di Sotto:– Fedele frequentatore della messa domenicale– Membro del Consiglio pastorale– Portatore del Crocifisso in tutte le processioni.Era una persona dal carattere molto affabile e cordiale, sempre gentile e generoso con tutti, ha molto amato la sua famiglia, la sua chiesa, il suo paese e la sua gente. È dece-duto all’ospedale di Imola (Bo) assistito costantemente nella sua breve malattia da

tutti i suoi familiari.Una grande folla ha partecipato commossa al suo funerale celebrato nella Pieve di Tramonti di Sotto dal Parroco don Fabrizio il 15 febbraio 2003. FG

MEDUNO (rendiconto della gestione gennaio-dicembre 2002)

ENTRATE Euro USCITE Euro

Elemosine festive/feriali 11.906,71 Imposte, tasse, assicurazioni 4.858,33

Candele votive 7.839,28 Stipendi e contributi 8.483,00

Offerte per servizi 11.017,01 Spese di culto (candele …) 4.774,85

Attività parrocchiali varie (Offerte per bollettino, Spese gestione Parrocchia 13.808,80

offerte campanile, offerte ord. Enti e privati) 34.508,10 Spese per altre attività parrocchiali (Oratorio,

Affitti diversi 30,00 bollettino, casa per ferie, ufficio/cancelleria,

Interessi attivi 605,97 asilo e attività caritative varie 19.396,80

Entrate varie (angioletti…) 1.495,06 Piccole manutenzioni 2.427,53

Spese diverse 15.176,60

TOTALE ENTRATE 67.402,13 TOTALE USCITE 68.925,91

SALDO – 1.523,78

Come si può ben interpretare dai numeri esposti, il bilancio 2002 ha visto un’ampia impennata sui fronti delle entrate/uscite. Una costante

opera di controllo delle spese ha potuto contenere il disavanzo che, in proporzione, si è chiuso in maniera assai ridotta (-1.523,78 Euro). Ciò

nonostante il Consiglio per gli Affari Economici si è ripromesso una ulteriore e pià severa verifica della miriade di piccole spese dovute alle

attività parrocchiali in genere (vedasi Spese diverse), dato ch ele grosse spese di gestione sono comunque destinate a lievitare e che, pur con-

fidando nella costanza e nella sensibilità di Enti e privati, non si può fare un sicuro affidamento sulle future entrate dovute alle offerte. Il

fronte degli impegni finanziari appare sensibilmente migliorato: l’importante contributo regionale concesso nel 1989 e che si esaurirà nel 2007

lascerà scoperta una più significativa differenza al nostro mutuo stipulato con la BCC dal 2007 al 2011. I mutui per la ristrutturazione del

campanile e per il primo restauro della Chiesa parrocchiale (che andranno a scadere rispettivamente nel 2021 e 2022) trovano completa co-

pertura con i contributi concessi dalla Regione. Idem dovremmo riuscire ad ottenere per i lavori di ristrutturazione del Centro comunitario di

Meduno. Mentre per i lavori di completamento della Chiesa parrocchiale di Meduno si sta perfezionando una operazione che dovrebbe lascia-

re una modesta differenza annua a nostro carico (552,00 Euro annui per 20 anni).

Per il Consiglio degli affari economici, Canderan Duilio

TRAMONTI DI SOTTO (periodo gennaio-dicembre 2002)CASSA ANIME 163,27 – BANCA 10.515,20 – C/C PTT 63,845,01

ENTRATE Euro USCITE Euro

Offerte elemosine S. Messe 4.686,49 Imposte, tasse, assicurazioni 2.392,77

Candele votive 1.354,41 Spese gestionali 5.535,07

Offerte elemosine funerali e matrimoni 450,00 Manutenzione ordinaria fabbricati 40,00

Offerte ordinarie da enti e privati 448,64 Varie 1.426,17

Affitto e reddito terreni e fabbricati 730,00

Interessi di capitale 18,82

Varie 220,13

TOTALE ENTRATE 7.908,49 TOTALE USCITE 9.394,28

SALDO –1.485,79

20 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003 Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 21

TRAMONTI DI SOPRA (periodo gennaio-dicembre 2002)CASSA 639,59 – BANCA 8.326,66 – C/C PTT 324,11 - LIBRETTO POSTALE 27.689,42

ENTRATE Euro USCITE Euro

Offerte elemosine S. Messe 3.802,10 Imposte, tasse, assicurazioni 1.340,51

Candele votive 1.850,72 Spese di culto 58,00

Offerte elemosine funerali e matrimoni 290,00 Spese gestionali 719,86

Offerte ordinarie da enti e privati Spese per attività parrocchiali 161,52

Manuntenzione ordinaria 29,21

Varie 156,50

TOTALE ENTRATE 5.942,82 TOTALE USCITE 2.465,60

SALDO 3.477,22

CHIEVOLIS (periodo gennaio-dicembre 2002)CASSA 505,73 – BANCA 4.101,93 – C/C PTT 734,28

ENTRATE Euro USCITE Euro

Offerte elemosine S. Messe 1.785,48 Spese di culto 403,40

Candele votive 530,54 Spese gestionali 635,72

Offerte elemosine funerali e matrimoni 230,47 Spese per attività parrocchiali 361,04

Entrate per attività parrocchiali 183,00

Questue ordinarie 279,98

Varie anno 2001 28,16

TOTALE ENTRATE 3.257,63 TOTALE USCITE 1.400,16

SALDO –1.857,47

Conti correnti bancari e postaliMEDUNO 33093 (Pn) – Parrocchia Santa Maria Maggiore e San Pellegrino Banca di Credito Cooperativo di S. Giorgio e Meduno - Fil. di Meduno - v. Principale 37 - ABI 8805 CAB 64900 n° cc. 2543 Posta: n° cc. 12752598.TRAMONTI DI SOPRA 33090 (Pn) – Parrocchia San Floriano Martire Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno - Fil. di Meduno 33093 (Pn) - v. Principale 37 - ABI 8805 CAB 64900 n° cc. 6603 – Posta: vaglia postale.CHIEVOLIS – Parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno - Fil. di Meduno 33093 (Pn) - v. Principale 37 - ABI 8805 CAB 64900 n° cc. 3006098 – Posta: v. Inglagna - ABI 07601 CAB 12500 n° cc. 10332591.TRAMONTI DI SOTTO – Parrocchia Santa Maria Maggiore, Sant’Antonio Abate e San Nicolò Vescovo Banca di Credito Cooperativo di San Giorgio e Meduno - Fil. di Meduno 33093 (Pn) - v. Principale 37 - ABI 8805 CAB 64900 n° cc. 95511 – Posta: vaglia postale.CAMPONE – Posta: vaglia postale.TRAMONTI DI MEZZO – Posta: vaglia postale.

e-mail: [email protected]

Situazioni economiche delle Parrocchie

Pasqua 2003 Parrocchie della Val Meduna 23

...ma è solo il vento

22 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Odila Picco vedova Moruzzi,deceduta a Lussemburgoil 15 dicembre 2002.

Ida Cozzi vedova Beacco,deceduta a Fanna il 27 dicembre 2002, aveva 85 anni.

Camp

one

Tram

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Tram

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uno

Nella memoria della comunità

Fiorina Corrado, decedutail 22 gennaio 2003.

Romilda Corrado, vedova Rugo, deceduta il 23 febbraio 2003.

Pierina Pradolin, 23 dicembre 2003.Maria Titolo, 3 febbraio 2003.Luigi Giobatta Facchin, 24 febbraio 2002.Angelina Facchin, 11 marzo 2003.

Benito Corrado, decedutoil 9 febbraio 2003.

Bill M. WhiteSi è spento all’età di 70 il signor Bill White, marito di Giovanna D’Ambrosio di Meduno. Erano sposi da 36 anni e vivevano in Texas, dove la signora an-cora risiede.

Candido Tinor, 1º gennaio 2003.

Maria Faion decedutail 20 gennaio 2003.

Cesarina Cartelli vedovaRovedo, decedutail 10 febbraio 2003.Ch

ievoli

s

Amelia Pielli vedova Rugo, 21 dicembre 2002.

Graziella Beacco inDe Biasio, 26 gennaio 2003.

Stefania Titolo,22 febbraio 2003.

Erminia Facchin vedova Croz-zoli, 29 dicembre 2002.

Tram

onti

di S

otto

Angela Bidoli, 10 marzo 2003.Guglielmo Graziussi, 14 febbraio 2003.

Luigia Facchin vedova Sina, 4 febbraio 2003.

Giovanni Melosso, 7 gennaio 2003.Pierina Mattei, 20 gennaio 2003.Caterina Schinella, 1º febbraio 2003.Bruno Bevilacqua, 9 febbraio 2003.Bruno Maraldo, 22 febbraio 2003.Enrico Sartor, 22 febbraio 2003.Letizia Cozzi, 17 marzo 2003.Letizia Da Prat (Anna), 27 marzo 2003.Enza Bearzotti, 26 marzo 2003.

La morte è la curva della strada,morire è solo non essere visto.Se ascolto, sento il tuo passoesistere come io esisto.

La terra è fatta di cielo.La menzogna non ha nido.Nessuno si è mai perduto.Tutto è verità e via.

Fernando Pessoa

24 Parrocchie della Val Meduna Pasqua 2003

Consigli per gli Affari Econo-mici Parrocchiali della Val TramontinaA fine Marzo 2003 sono stati istituiti con l’approvazione del Vescovo i Consigli per gli Affari Economici Parrocchiali della Val Tramontina. Que-sti organismi essenziali sono deputati a gestire le scelte amministrative delle Comunità. La dimensione finanziaria-economico-strutturale è una componente fondamentale per realizzare progetti per la vita ecclesiale. Per non agire scriteriatamente e per coinvolgere l’intera comunità sono stati studiati questi strumenti di partecipazione e di corresponsabilità. Il Con-siglio per gli Affari Economici delle Parrocchie di Tramonti di Sopra e Chievolis è composto da: Corrado Patrizia, Rassatti Claudio, Rugo Alido, Rugo Emilio, Ferroli Arianna, Pradolin Damiano, Doretto Elio, Mongiat Gabriele. Il C.P.A.E. di Tramonti di Sotto, di Mezzo e Campone ha come membri: Cozzi Eugenio, Ferroli Paolo, Ferroli Renzo, Graziussi Fulvio, Moruzzi Delfina, Sina Livia, Varnerin Quinto, Varnerin Domenico. I Consiglieri sono stati convocati avendo come criteri l’affetto per le rispet-tive realtà pastorali e la competenza in faccende gestionali. Li ringraziamo per aver accettato di mettersi a disposizione. Con loro abbiamo verificato i Bilanci 2002 assieme ai loro meccanismi organizzativi, e presentato tre Domande di Contributo Regionale per: l’Altare della Chiesa di Campone (gravemente dissestato e a pericolo di crollo), i campanili di Tramonti di Sopra e di Tramonti di Sotto seriamente compromessi dagli agenti atmo-sferici. In questo scorcio di tempo il Consiglio di Tramonti di Sotto ha ottenuto dalla sensibilità della Amministrazione Comunale di Tramonti di Sotto il ripristino della illuminazione esterna della Chiesa Parrocchiale, e la predisposizione di un’ottima illuminazione esterna (nuova) per la Chie-sa di Tramonti di Mezzo. Con gli amici di Tramonti di Sopra stiamo se-guendo l’iter del Progetto per la Sala Parrocchiale per la quale abbiamo già ottenuto un impegno regionale di contributo ventennale. Esigenze e biso-gni di intervento spuntano ogni giorno. Sarà utile non agire di istinto, ma in accordo e seguendo le priorità. Grazie a tutti per la generosità e l’atten-zione data alle Parrocchie anche su questo fronte.

I PROVERBI E I MODI DI DIRE:SANTI, FESTIVITÀ, TEMPO, METAFORE

PEI SACRI BRONZINella Parrocchia di S. Maria Maggiore di Meduno

Qual suon discorre per le vie dei venti,

Che gioconda d’amor l’anima nostra ?

Chi inspira mai que’ magici concenti,

Dinanzi a cui il mortal tace e si prostra ?

Sei Tu divina, soave Armonia:

Tu parli al cor, dalla culla alla fossa,

Tu una dolcezza ch’ogni cura oblìa,

Piovi segreta nell’alma commossa !

O quando mesta, mormorando vai,

Tra i sepolcri, le note del lamento,

Fra pianto e preci, fra sospiri e guai,

Percorrendo le vie del firmamento;

O quando al Tempio chiami in bianca veste

Con inno lieto, giovinetta sposa,

Bella d’un pio sorriso, a quel celeste

Rito, che di due cor fa una sol cosa.

Sei sempre Tu che parli al nostro cuore…

Oggi dicendo vai: “ Popol, rammenti

Quando me franse il nemico furore,

Fondendo il bronzo in bellici strumenti

Come reliquie ascondevi i frammenti,

Piangean gli occhi lagrime di sangue,

E nel cupo silenzio, e nei lamenti,

Palpitava la cara Patria esangue !

Ma la Patria non muore: e io eterea Diva

Rivissi nel metal del ladro mio,

Per cantar là, sulla torre, giuliva

Con chiara voce e alta, l’Italia e Dio !”

Ah soave, dolcissima Armonia

De’ bronzi nostri, or canta pace e amore

Vola per l’aura a salutar Maria,

Quando la notte imbruna e al primo albore

15 Agosto 1923

Probabile autore il

Maestro Ragogna Andrea di Meduno

San Pauli lusintBlava e frumintSan Pauli nuvolatcjapa su la macjae va al marciat.

Diu si vuardi di un bonmeins di genar.

A Santa Barbara e a San SimonDiu si vuardi dal fò e dal ton.

Santa Barbara benedetaDiu si vuardi dal fò e dala saeta.

Fevrarut pèz di dut.

Carnaval ogni scherz al val.

La prima giueiba di maifasoi meteifasoi assai.

Prima giueiba di maimet i fasoie an ven assai.

Pasca suta,avril bagnatbeat il contadin ca la semenat.

Gli avvenimenti dal 1999 al 2001Gli avvenimenti dal 1999 al 2001

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 27

TRAMONTI DI SOTTOLa comunità più colpita è certamente quella di Tramonti di Sotto. I danni am-montano a circa un miliardo di lire.La tromba d’aria di lunedì notte (6 no-vembre) ha parzialmente scoperchiato il tetto delle scuole elementari, danneg-giando la copertura dell’ambulatorio e della sede delle associazioni, il parco gio-chi, le strutture del campo sportivo “Ma-tan”, l’ex latteria, l’area limitrofa alla chiesa parrocchiale e l’area pic-nic e campeggio sulla quale è stato possibile eseguire un sopralluogo soltanto in sera-ta.Il bacino di Cà Zul si sta alleggerendo. Oggi riaprono le scuole.“Siamo grati ai soccorsi esterni – ha commentato il sindaco di Tramonti di Sotto, Arturo Cappello, - ma è giusto sottolineare l’operato dei volontari co-munali della Protezione Civile, da oltre 15 giorni sotto pressione, impiegati sia nelle emergenze sia nell’opera di preven-zione. L’altro giorno è giunta in aiuto una squadra di Meduno che si è prodiga-ta unitamente alla nostra e a quella di Tramonti di Sopra. Tutti sono stati all’al-tezza della situazione, merito anche della preparazione fatta. Va ricordato che non sono professionisti e quindi a maggior

ragione vanno apprezzati disponibilità e coraggio”.

(Tratto dal “Messaggero Veneto”dell’8 e 16 novembre 2000)

TRAMONTI DI SOPRA

Il Comune di Tramonti di Sopra ha pre-sentato il conto dei danni subiti a causa della tromba d’aria e del nubifragio che per alcune ore nella notte tra martedì e mercoledì ha devastato la Val Tramonti-na.Le segnalazioni del sindaco Roberto Val-lar alla direzione regionale della Prote-zione Civile non si discostano di molto rispetto a quanto segnalato dal collega di Tramonti di Sotto, anche perché alcune strutture sono utilizzate in “condomi-nio” tra le due comunità. Come il centro sociale, scolastico e sportivo Minin, che ha registrato danni al tetto.Di suo Vallar ha aggiunto l’impercorribi-lità della statale 552 di Passo Rest a causa della caduta di alcuni grossi alberi, in particolare nei pressi delle scuole. C’è poi l’impercorribilità della strada che conduce ad alcuni allevamenti, peraltro interessati pure da scoperchiamenti dei

capannoni.Anche il municipio ha subito danni alla copertura, con infiltrazioni d’acqua.Frane e smottamento sono stati consta-tati nei giorni successivi lungo la strada Chievolis-Inglagna, nelle località Clez, Pradis, Sottrivea e Staligial. In quest’ulti-ma c’è stato lo scoperchiamento delle ex scuole.Infine Vallar ha rimarcato come le piene dei torrenti abbiano comportato un in-nalzamento del letto ghiaioso.

(Tratto dal “Messaggero Veneto”del 12 novembre 2000)

Agosto 2000

InaugurazionecapitelloIl 22 agosto 2000 è stato inaugurato il restauro del Capitello in Località Cotel di Tramonti di Sotto, costruito negli anni ’50 in occasione di una grazia ricevuta in seguito ad un incidente stradale.

Organizzato dai Comuni e dalle Parroc-chie, con il patrocinio dell’A.F.D.S. Pro-vinciale e della Valle, si è svolto, dal 20 al 23 ottobre 2000, il Pellegrinaggio della Valtramontina a Roma per il grande Giu-bileo. Più di quaranta Tramontini, guidati dal Parroco don Endris Ferraresso, coa-diuvato logisticamente dall’infermiera co-munale, Giovanna Durat, dal Sindaco di Tramonti di Sotto, Arturo Cappello, dal volontario di Protezione Civile, Claudio Varnerin, dal Presidente dei donatori di sangue, Giuseppe Rugo, da Alido Rugo e da Novello Facchin, hanno incontrato il Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 21 ottobre. È stata un’esperienza davvero emozionante per tutti, giovani ed anziani, vedere il Papa da vicino. Ma tutto il pellegrinaggio, affrontato con spirito cristiano e con gli inevitabili piccoli disagi che una grande città come Roma sa offri-re, è stato molto sentito. Dopo una prima sosta ad Orvieto per ammirare lo stupen-do Duomo barocco, ecco la grande città, Roma, una realtà completamente di-versa per chi, come noi, vive in una pic-cola Comunità. Traffico assordante, lunghe distanze da percorrere, ma nes-suno, per primi gli anziani, si è perso

d’animo; quando è servito, tutti in riga e via, prima per San Pietro e poi per vedere i luoghi più caratteristici di Roma, com-presi i musei vaticani, la cappella Sistina, l’altare della Patria, Piazza Navona, Piazza di Spagna, palazzo Madama ed altri posti, che per la maggior parte vengono visti solo in TV. Ma la sorpresa più grande è che con noi viaggiavano un lattante di quattro mesi, Marco, che si è comportato ottimamente, anche sotto il sole di Roma, con i suoi giovanissimi genitori ed una statua della Madonna di Lourdes, che il Papa ha benedetto e che verrà messa in località di Tramonti a ricordo del Giubileo del 2000.

Cappello dott. Arturo

26 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

Comunicatodella RedazioneSiamo lieti di poter uscire puntuali per

l’edizione pasquale 2003. Ringraziamo

tutti i collaboratori che hanno fornito

materiale fotografico, articoli, notizie,

poesie, contributi vari. Non vi nascon-

diamo che abbiamo dovuto pedalare

un tantino trafelati perché le cose sono

arrivate a … rilento.

Quindi chiediamo, se possibile per il

prossimo numero, di attivarvi per tem-

po. Vi ricordiamo che la Redazione

non è un gruppo chiuso e blindato. Al

contrario. Quindi nuove presenze sa-

ranno gradite. In questo numero trove-

rete una sorta di Speciale Val Tramon-

tina che vuole coprire un paio di anni

di buco, per i quali avevamo un archi-

vio nutrito. La Val Tramontina non

vuole fare la parte del leone. Solo ci

premeva non disperdere energie fino

ad ora congelate. Vi auguriamo buona

lettura.

Per il futuro potete anche farci perve-

nire il materiale utilizzando l’indirizzo

di posta elettronica di don Fabrizio

(molto comodo per coloro che vivono

all’estero): [email protected].

Buona Pasqua!

AVVISO AI LETTORI

Siccome all’epoca dello svolgimento

dei fatti qui riportati, non si è provve-

duto a raccogliere testimonianze scrit-

te, per alcuni di essi, si è dovuto utiliz-

zare i testi dei quotidiani locali, i cui

redattori ringraziano per la collabora-

zione.

Rinnoviamo l’appello a tutti, anche agli

emigranti, di voler inviare alla redazio-

ne del Bollettino Parrocchiale notizie,

foto e quant’altro racconti della nostra

Valle e dei suoi abitanti di ieri e di og-

gi.

Ottobre 2000

Giubileo 2000, gita a RomaNovembre 2000

Nubifragio e tromba d’aria in Valtramontina

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 29

Agosto 2001

Inaugurazioneedicola aTramonti di MezzoIl 16 agosto 2001, con grande partecipazio-ne degli abitanti dei tre Tramonti, è stata consacrata da don Endris Ferraresso un’edi-cola dedicata alla Madonna, appena passato il Rù di Fuarba proprio sul clap da l’ort da la Cjampona. L’opera in muratura è stata ese-guita in pietra locale da Flavio Marmai e da lui donata a Tramonti di Mezzo.L’immagine, eseguita a mosaico dal maestro Luca Marmai, riproduce l’Icona del XII se-colo: “La Santa Madre di Dio” conservata sul pilastro del Naos della Chiesa del Mona-stero di Studenica sul monte Athos in Gre-cia. Il cancelletto in ferro è stato realizzato e donato da Celso Miniutti. Un grazie va an-cora al Sindaco dott. Arturo Cappello, a Italo Masutti per le consulenze tecniche, a Paolina Bidoli per aver fatto suonare a lungo e a festa le cinque campane, alle canterine della Curazia di S. Antonio Abate e a tutti coloro che hanno partecipato alla bella, inu-suale, ma suggestiva cerimonia a cui è segui-to un rinfresco gentilmente offerto dalla fa-miglia di Bruno Marmai.

Commozione nelle frazionidi Muinta e Pecol nella giornata del ricordo del sisma del 1976. Consegna a Zamberlettidella cittadinanza onorariadi Tramonti di Sotto

Giornata dedicata al ricordo del grande terremoto di 25 anni fa e del miracolo della successiva ricostruzione, quella di ieri anche nel Friuli Occidentale.A Tramonti di Sotto sono state comme-morate le cinque vittime dell’incidente del lago di Redona (un elicottero dei vigili del fuoco cadde nell’invaso il 16 aprile 1977) e il commissario straordinario per le zone terremotate del Friuli, Giuseppe Zamber-letti, ha ottenuto la cittadinanza onoraria del paese.Tanti i presenti, pur imperversando in zona un violento nubifragio.Tra le autorità c’erano il vicepresidente del consiglio regionale, Matteo Bortuzzo, l’as-sessore regionale Maurizio Salvador, e il suo collega provinciale Renzo Francesca-ni.Era la sera del 16 aprile 1977 quando l’eli-cottero si schiantò contro il colle di Pecol, a Tramonti di Sotto, e cadde nel lago di

Redona.In quell’occasione persero la vita quattro vigili del fuoco (Antonio Alfano, Sabatino Bocchetto, Amato Celli e Antonio Pedo-ne) e un impresario edile, Pio Francesco Perin, “reduci” da un intervento che aveva permesso ad una famiglia della zona di entrare in uno dei moduli abitativi del

dopo terremoto.Quei tragici momenti sono stati ricordati ieri pomeriggio a Muinta di Tramonti di Sotto, la località dalla quale era ripartito il velivolo dell’incidente e dove ora sorge una chiesetta in onore delle cinque vitti-me.Alla celebrazione religiosa, officiata dal parroco del paese, da quello di Arba e dal cappellano militare don Angelo Santaros-sa, hanno partecipato in tanti, pur imper-versando un violentissimo temporale che ha costretto i presenti a utilizzare alcuni gazebo come ombrelli di fortuna.Santarossa ha voluto parlare dei vigili del fuoco nel loro complesso, ritenendoli una delle istituzioni sui cui si fonda l’Italia.È spettato invece al sindaco di Tramonti di Sotto, Arturo Cappello, consegnare al commissario straordinario per le zone terremotate, Giuseppe Zamberletti, l’atto con il quale il paese gli concede la cittadi-nanza onoraria.Zamberletti, che per la lunga attività svol-ta come commissario all’epoca del terre-moto del 6 maggio 1976 si è sempre sen-tito in parte un friulano, si è commosso nel ricordare le cinque persone decedute nel lago di Redona: “Mancavano poche

28 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

Maggio 2001

25º anniversario del terremotosettimane alla fine dell’emergenza e quell’elicottero lo prendevo personalmen-te quasi tutti i giorni – ha ricordato l’ono-revole –. A quel punto non potevamo far altro che ringraziare i quattro vigili del fuoco e l’imprenditore per il loro sacrifi-cio con questo edificio religioso, sul cui pavimento sono stati posti in ricordo quattro elmetti e un fiore.Grazie per quello che mi avete dato in Friuli.Non lo dimenticherò, così come non mi

scorderò mai del calore umano conosciu-to in questa terra”.Dopo aver scoperto una targa commemo-rativa, il corteo si è diretto a Pecol.In questo luogo è stata deposta una coro-na d’alloro e un elicottero ha gettato nelle acque del sottostante bacino idroelettrico cinque mazzi di fiori. In quel momento le sirene delle imbarcazioni dei pompieri hanno suonato per onorare le vittime del tragico incidente di 24 anni fa.

(tratto dalla prima paginadel “Messaggero Veneto”

del 7 maggio 2001a cura di Fabiano Filippin)

Località Pecol di Tramonti di Sotto, 6 maggio 2001. Foto ricordo dopo le cerimonie commemorative. Da sinistra: Roberto Vallar (Sindaco di Tramonti di Sopra), Arturo Cappello (Sindaco di Tramonti di Sotto), cav. uff. Giuseppe Ronzat (già Sindaco di Tra-monti di Sotto), on. Giuseppe Zamberletti (già commissario straordinario per le zone terremotate del Friuli), alcuni volontari delle squadre comunali di Protezione Civile di Tramonti di Sotto e di Sopra.

Lago di Redona, 6 maggio 2001. Le imbarcazioni dei Vigili del Fuoco che convergono sul puntoin cui è precipitato l’elicottero: suoneranno le loro sirene in onore delle vittime del tragico incidente del 16 aprile 1977.

la chiesetta di Muinta costruita a ricordo dei Vigili del Fuoco caduti durante le operazioni disoccorso alla popolazione colpiita dal terremoto del 6 maggio 1976.

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 31

Notevole è stato l’interesse suscitato dall’incontro pubblico tenutosi il 24 novembre 2001 presso la Sala Parroc-chiale di Tramonti di Sotto, avente per tema “Vivere di più ed invecchiare me-glio nella Val Tramontina”. Di fronte ad un’affollata ed incuriosita platea i relatori, dott. Carlo Gabelli, re-sponsabile del Centro per lo Studio dell’invecchiamento cerebrale dell’Uni-versità di Padova – Azienda Ospedaliera – coadiuvato dal collega dott. Previato e dal Responsabile del distretto Nord dell’A.S.L. n. 6 dott. Lucio Bomben, hanno illustrato come, da precedenti studi nella zona, sia emerso che in diver-si soggetti è presente un bassissimo tasso di colesterolo, che favorisce l’in-vecchiamento in termine di durata e qualità.Questa situazione ha indotto i ricercato-ri dell’Università di Padova ad assumere l’iniziativa di verificarne più approfon-ditamente le cause.Infatti, hanno spiegato i relatori, proba-bilmente il DNA congenito in un di-screto numero di soggetti, combinato con l’alimentazione e, forse con buone condizioni ambientali e di qualità della vita, favoriscono un migliore invecchia-mento nella nostra zona. In sostanza queste sono state le risposte fornite al

pubblico che chiedeva proprio le cause del fenomeno. Per eseguire uno “scree-ning” più approfondito e generalizzato, i ricercatori, d’intesa anche con la fon-dazione Telethon, hanno invitato la po-polazione della Val Tramontina a sotto-porsi ad uno studio mirato.Tale studio è consistito in una breve intervista ed un prelievo di sangue. Na-turalmente il monitoraggio è stato del tutto volontario: l’A.S.L. n. 6 ha messo a disposizione i propri mezzi di labora-torio e il personale paramedico, il medi-co di base, la propria professionalità ed i Comuni i loro locali adibiti ad ambula-torio. Per chi non si è potuto recare presso gli ambulatorio, l’Azienda Sanita-ria ha provveduto a domicilio. Il check-up è consistito in un controllo dell’as-setto lipidico, colesterolo, trigliceridi, colesterolo HDL, della funzionalità epa-tica e tiroidea. La questione è stata mol-to suggestiva e non mancherà di suscita-re l’interesse di chi sa apprezzare le no-stre zone.

Cappello dott. Arturo

Domenica 19 agosto 2001 è stata una giornata di stampo prettamente alpino per coloro che hanno partecipato al 16° radu-no al Passo Rest (m. 1050), ed è stata un’occasione per apprezzare il fascino delle nostre montagne essendo una gior-nata splendente di sole.La giornata si è aperta con la disputa della marcia “alla conquista della stella alpina” vinta da Petrio Gianni del Gruppo Alpini di Zoppola.Alle 11.00 è iniziata la cerimonia ufficiale, erano presenti il Presidente della Sezione Cav. Gasparetto, i Sindaci della valle e al-tre autorità, oltre a molti cittadini.Dopo l’alzabandiera breve discorso di sa-luto del Capo gruppo, dei Sindaci e di-scorso di circostanza del Presidente sezio-nale.La parte celebrativa ha trovato conclusio-ne con il rito della Santa Messa celebrata da don Endris, al quale va un ringrazia-mento per averci concesso di devolvere le offerte raccolte, all’operazione “Pozzi d’acqua in Kenia”. Poi il rituale rancio al-pino preparato con molta capacità dal gruppo di Maniago e a concludere la di-stribuzione dei premi ai vincitori delle varie categorie partecipanti alla marcia.A nome del gruppo ringrazio tutte le au-torità e cittadini presenti ed un arrivederci al prossimo raduno.

Il Capo GruppoDomenico Durat

Siamo al 31° compleanno per un associa-zione ormai nota a molti: I Stramps. Il nome dice già molto di questa singolare associazione.Un traguardo di tutto rispetto che va ad onore di tutti i partecipanti. La bella ricor-renza è stata celebrata sabato 18 agosto, inizialmente con una Santa Messa celebra-ta da don Endris.A ricordo dei suoi defunti il nostro parro-co ha sottolineato l’importanza sullo stare insieme in semplicità e con allegria nella società di oggi, caratterizzata dalla frene-

sia e dallo stress. Al termine, dopo la foto di gruppo e l’im-mancabile ed abbondante bicchierata, l’al-legra brigata è proseguita per la cena so-ciale al ristorante “Da Febo”. Dopo canti, suoni e qualche “strambeada” si è proce-duto al rinnovo delle cariche.Risultato eletto presidente il Sig. Ferroli Ezio, Vice Presidente Geretto Adelino e con il cin finale ci siamo dati appuntamen-to all’agosto 2002.

30 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

Agosto 2001

31º compleanno dai Stramps

Agosto 2001

16º raduno AlpinoNovembre 2001

Vivere di più ed invecchiare meglio in Valtramontina

Valtramontina. panoramica tratta dalla cartolina prima del sisma – Edizione Ferroli Tranquilli,Tramonti di Sotto – utilizzata per pubblicizzare il convegno su gentile concessione degli eredi Ferroli.

IL TEMPONON SI È FERMATO

Il minuscolo borgo c’era

i chiari monti

la pulverulenta rettilinea strada

dove si fermava la corriera,

messaggera, amica, atteso ponte.

La rugosa mano abbandonò

la mia mano bambina

e più niente la corriera mi portò

né mi disse.

Il corridoio scricchiolante

mi diceva della perduta mano,

il pulsante della luce bramavo,

il letto vuoto era…

il vuoto della mia anima.

C’era… C’è

nel piccolo borgo dentro di me

di nuovo la corriera.

A bordo m’invita la rugosa mano

all’orizzonte ancora le inebrianti

montagne russe,

oltre oltre i nostri chiari monti

Il tempo non si è fermato!

Olga Da Prat

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 33

“La vallata sta morendo, i giovani se ne vanno, i vecchi muoiono e l’abbandono è sovrano”. Queste parole quante volte so-no state pronunciate da molti di noi, ma appena qualcuno fa qualcosa per invertire la tendenza, spesso è ostacolato, criticato e quant’altro. Restaurare vecchie case in Valtramontina, economicamente è un fal-limento in partenza poichè spesso l’inve-stimento supera il valore di mercato dell’immobile stesso: nonostante tutto qualcuno decide di impegnare i risparmi di una vita intera per amore della nostra Valle. Chiunque decida di investire i pro-pri risparmi nella Valle deve essere aiutato il più possibile, sia dagli Enti pubblici ma soprattutto dai privati. Troppo spesso so-no stato testimone di “cattiverie”; se qual-cuno apre una strada, allarga una mulattie-ra, disbosca delle zone interamente inac-cessibili e cose di questo genere, con lo scopo di migliorare l’ambiente, va premia-to, aiutato e non criticato o addirittura ostacolato e magari denunciato. Voglio inviare un grazie a Rico, Jelmin, Primo, perché con il loro lavoro mantengono vi-ve le due belle borgate di Ciat e Barbeadis, ma un greazie particolare a Nilo. Chi è Nilo? Si chiederanno in molti; è il Signor De Paoli, meglio conosciuto in zona come geometra di Barbeadis. Un grazie partico-lare poiché, a differenza degli altri che hanno proprietà ed affetti di famiglia, Ni-lo ha fatto degli investimenti acquistando ruderi che con amore, sacrificio, denaro e pazienza ha ristrutturato e sta ristruttu-rando. Le belle borgate del Ciat e di Bar-beadis, grazie a persone come queste, non sono sparite distrutte dal tempo, dall’incu-

ria e dall’abbandono, come successo in altre frazioni. Bisogna convincersi che chiunque venga ad investire nella nostra Valle deve essere accolto a braccia aperte da tutta la comunità: più siamo e meglio staremo. Scendendo di quota, nei Valen-tins, un grazie anche ad Alberto e Loretta; pure loro hanno sacrificato tempo e dena-ro ed è bello vedere, alla vista di tutti, co-me è stata ristrutturata la loro casa. Ora è di ritorno anche la famiglia di Da Prat Olga da Padova che sta ristrutturando l’ultimo rudere della Frazione Sacradina di Valentins: accogliamoli con entusiasmo e agevoliamoli nei loro lavori. Un grazie anche a Sante, soprannominato Pippi, che è diventato la bandiera di Valentins, essen-do l’unico residente stabile e un grazie a Nello che s’impegna a mantenere in ordi-ne la borgata. Questa è la prima volta che scrivo ad un giornale, sia pure parrocchia-le, ma sento il bisogno di spingere le per-sone a pensare che, aiutando il prossimo, spesso si aiuta noi stessi. Non è facile tradurre in parole dei sentimenti, degli stati d’animo, a tal proposito concludo rubando una frase da una campagna pub-blicitaria televisiva che mi sembra l’imput giusto e che dice: “Meditate gente, medi-tate”.

Silvano da Valentins

La festa di Santa Barbara diventa un’occa-sione per i vigili del fuoco e per coloro che fanno parte della protezione civile di ricor-dare la loro protettrice.Anche la protezione civile di Tramonti di Sotto il 4 Dicembre del 2001 si è trovata in chiesa assieme al loro amministratore par-rocchiale don Endris a pregare affinché questa santa li protegga nelle loro uscite di soccorso. Sappiamo infatti come questi va-lorosi volontari molte volte sono andati in aiuto di varie zone d’Italia, per dare il loro valoroso contributo a quelle popolazioni colpite da avvenimenti atmosferici.La loro presenza sta a significare il senso civile e sociale anche di Tramonti di Sotto, essi sono utili non solo per il paese, ma an-che per altri paesi.Santa Barbara inoltre fu la santa che ebbe il privilegio di essere annoverata nel medioevo fra quattordici santi ausiliatori, ai quali si ri-correva in particolari necessità. Barbara ve-niva invocata contro la morte improvvisa e contro la folgore. Questo particolare attri-buto di Santa Barbara, di cui si ignora perfi-no l’epoca in cui visse, è legato al racconto leggendario del suo martirio.Barbara, figlia di un ricco e geloso signore, rinchiusa in una torre durante l’assenza del padre (temeva che l’eccezionale bellezza della figlia attirasse non graditi pretendenti), si convertì alla fede cristiana e poi si sottras-se alle ire paterne con la fuga: tradotta da-vanti al giudice, ebbe tra i più irriducibili accusatori il suo stesso padre, che al mo-mento dell’esecuzione volle addirittura so-stituirsi al boia. Ma appena la spada ebbe reciso il capo della giovane martire, la folgo-re si abbatté sul disumano padre, incendian-dolo.Da quel momento il fulmine è diventato il tonante richiamo della devozione a Santa Barbara, patrona dopo l’invenzione della polvere da sparo, di quanti maneggiano que-sto pericoloso elemento.Santa Barbara protegga la protezione civile di Tramonti di Sotto e tutti coloro che si affidano alla sua protezione.

32 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

Dicembre 2001

Festa di Santa Barbara

In una borgata di Chievolis, come in Tra-monti di Sotto, Tramonti di Mezzo, Tra-monti di Sopra e Campone, c’era chi sape-va costruire le gerle.Recandomi in Selva a far visita alla fami-glia Cassan Giuseppe, deceduto il 16 otto-bre 1999, mi fu regalata la gerla, costruita dalle sue stesse mani.Sono rimasto ad ascoltare il racconto di come venivano realizzati questi manufatti e di come si andava a procurare la materia prima, i vimini, per poterle costruire; quanto tempo serviva per farne una, ma il bello è che venivano costruite di dimen-sioni diverse a seconda di cosa si doveva portare.Vita dura quella della gerla sulle spalle, su e giù per i monti per guadagnarsi il pane quotidiano, raccogliendo fieno per capre e mucche o caricandola di legna per l’inver-no.Oh! Se potessero parlare le vecchie gerle che ora sono appese ai muri, perché non vengono più utilizzate, quanti segreti ci racconterebbero!Alcuni ancora ricordano la fatica ma i più giovani non la conoscono e forse non l’hanno mai portata in spalla.Ecco questa gerla in riposo: sempre bella

perché è un artista colui che la costruisce, è un lavoratore colui che ne fa uso. Il tem-po passa ma la bellezza delle cose di una volta se pur invecchiando non cambia e continuano ad avere il loro fascino e i so-gni che hanno portato.

Don Endris

O gerla mia

Laude a CamponeOde barbara

1 - Per salire su a Campone già vuol calda la stagione o il clima torrido. 2 - Le proposte di Corrado che ascolto e a cui bado inver mi piacciono. 3 - Dopo tanto ho aderito con Don Bruno al bell’invito d’una gita placida. 4 - Che sarà poi stò Campone al di là di Pordenone? Un paese squallido? 5 - No! Che dici furbacchione? Tu non sai cos’è Campone: Una zona splendida! 6 - Tra il Taiét e il Ciaurlec dove a ghé na massa ed brech* il silenzio è principe. 7 - Vieni su, o Pianurano, lieto sali piano piano qui c’è l’Invisibile. 8 - Qui c’è luce qui c’è sole fiori vari e tante viole i ruscelli mormorano. 9 - Qui buon’aria si respira e i pranzetti di Zaira ognor si gustano.10 - Qui lavora il Camponese noto a tutti nel paese un pittore impavido11 – Nella mente, in questi giorni una voce sento, torni? È ineffabile! 12 – Ma chissà se l’esperienza d’una breve permanenza si farà di seguito.13 – Benedetta l’ora e quando ho deciso, non burlando, di salire supplice.14 - Si potrebbe combinare di qua presto ritornare pria di scendere.15 – Qui s’innalza il sentimento e lo Spirito è più contento divien nobile.16 – Quando il Cielo è più vicino quando il pasto col buon vino si congiungono,17 – Verso Dio ci si eleva: la tenzon d’Adamo e d’Eva divien facile.18 – Ci si sente più leggeri e i torbidi pensieri si schiariscono.19 – Si diventa più cristiani laudi e canti a piene mani al cielo salgono.20 – Grazie a Sauro e a Zaira l’accoglienza ci delira è gioia fervida!21 – Addio monti fiumi valli tornerò su vostri calli quando rose giù fioriscono!!

Cappi Don Antonino(* Dove sono tante pecore)

Borgate Ciat, Barbeadis, Valentins

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 35

di Danilo e Gerardina Fusella (qui sotto).

Davide Nevodini figlio di Claudio e Milva Cleva, battezzato il 2 settembre 2001.

Paola Imperatori figlia di Lucio e Mariangela Avon, battezzata il 4 novembre 2001 (nella foto assieme alla sorella Alice).

Il 18 novembre 2001 nella Chiesa di Tramon-ti di Sotto ha ricevuto il battesimo Erika Carrara figlia di Felice e Cinzia Crozzoli, nata il 17 agosto 2001 (nella foto Erika assieme al fratello Michael).

Prima Comunione a Chievolis, maggio 2000: Leonardo Crozzoli, Veronica Rovedo, Ales-sio Ronzat.

Cresima nella Chiesa Parrocchiale S. Floria-no Martire di tramonti di Sopra il giorno 3 giugno 2001. Da sinistra, prima fila: Silvia Peccol, Caroline Coutout, Vescovo Sennen Corrà, Francesco Rugo, Elisa Facchin, Mor-gan Menegon. Seconda fila: Nicola Facchin, Micaela Cattarinussi, Giada Menegon, Da-niele Facchin, Elisa Facchin, Jessica Facchin, Don Endris Ferraresso. Terza fila: Daniele Miniutti, Matteo Rovedo, Kevin Pradolin, Alessandro Gambon, Alessio Gambon.

Matrimoni

A Tramonti di Mezzo, il 21 agosto 1999 si sono uniti in matrimonio Dennis Masutti e Graziella Filipuzzi.Francesco Di Carlo e Sheila Massotti uniti in matrimonio il 23 settembre 2000.

A Tramonti di Sopra, Livio Facchin e Ana Milena Ocampo Peres uniti in matrimonio il 23 settembre 2000.

Ivan Urban e Maria Angela Collaut uniti in matrimonio il 28 luglio 2001.

Marco Masutti e Valentina Peccol uniti in matrimonio il 04 agosto 2001.A Tramonti di Sotto: Pasquale Piscitiello e Mara Cleva il 7 agosto 1999.

A Christian e ad Elena Sina, uniti in matri-monio il 9 giugno di due anni fa nel Santua-rio di Santa Maria in Cernusco sul Naviglio (Mi), Tanta Felicità.Danilo Minin e Gerardina Fusella, Colliano,

Battesimi

A Campone Ilaria Di Carlo è stata batezzata il 23 giugno 2001.

Erica Cardi, batezzata il 14 luglio 2001.

A Chievolis, Federico Piccinin figlio di Do-menico e Alba Ronzat, è stato battezzato il 30 settembre 2001.Nella prossima foto: Tramonti di Mezzo, 21 ottobre 2001, battesimo di Alan Masutti, fi-glio di Dennis e Graziella Filipuzzi.A Tramonti di Sopra: Alessia Pradolin, nata

il 1º aprile 99; Isabella Facchin, nata il 17 giugno 2002; Luca Titolo, nato il 12 luglio 2002; Cristina Urban, nata il 26 agosto 2002; Dominic Facchin, nata il 6 novembre 2002; Jasmine Borghese, nata il 10 gennaio 2003; Panton Leon, nato il 29 settembre 2001 (qui sotto).Alfredo Moro, nato il 11 febbraio 2000.

Tramonti di Sotto, Corin Piscitiello figlia di Pasquale e Mara Cleva, battezzata il 16 apri-le 2001. Denise Minin 29 luglio 2001, figlia

34 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

SI PUÒ ANCORA NASCEREA REDONA

Sembra quasi una favola ma dopo 33 anni, giusti, giusti, gli anni dell’instanca-bile papà Michele, a Redona si vede un fiocco rosa: è quello di Martina Croz-zoli.Nella locanda di Redona, chiamata e conosciuta anche dagli amici, “da Me-to”, il nonno di Martina, c’era una bella cicogna. Complimenti alla mamma Bar-bara Vettoretto e al papà Michele Croz-zoli. Anche in Val Tramontina si può continuare a nascere e a vivere.Per questa piccola ne sono felici tutti, ma, in maniera particolare, per il nonno Meto e la zia non ci può essere gioia più grande nell’avere un bambino piccolo.Certo non sarà semplice la vita, e per i genitori la strada sarà in salita, ma, cari Michele e Barbara, non temete: nessu-no è nato genitore, tutti lo sono diven-tati; importante è crescere e maturare giorno dopo giorno in questo gravoso compito.

Chiedendo il battesimo per Martina fatto il 7 ottobre 2000 voi vi siete impe-gnati di fronte alla Comunità Cristiana di educare vostra figlia nella fede cri-stiana. La comunità di Redona augura a voi e a Martina ogni bene e felicità.

La vita della comunità

il 14 agosto 1999. Alberto Crucitti e Paola Bidoli il 24 giugno 2000.

Il 22 settembre 2001 presso il Santuario della Madonna della Pianella a Nimis (Ud) hanno celebrato il loro matrimonio Luca Piaser e Mirella Avon.

Anniversari

A Campone: 50° Anniversario di matrimo-nio di Giuseppe Cardi e Celestina Rovere, dal 26 maggio 1951 al 14 luglio 2001.

50° Anniversario di matrimonio di Leo e Diletta Beacco.

Tramonti di Mezzo, Italo Masutti e Maria Marmai hanno festeggiato domenica 11 febbraio 2001 il 40° Anniversario di matri-monio. Nella foto assieme a Don Endris.

A Tramonti di Sopra, il giorno 8 ottobre 2000, nella Chiesa Arcipretale di Viginovo, alle ore 12.15, hanno festeggiato il loro 25° anniversario di matrimonio i coniugi Maria e Silvano Crozzoli assieme ai figli Natascia e Devis, con amici e parenti, Per l’occasione è stata celebrata la Messa da Mons. Don Tar-cisio Toffolon, lo stesso parroco che li ha uniti 25 anni fa.

50° Anniversario di matrimonio di Aldo e Anna Canzi, Pordenone 20 maggio 2000.

50° Anniversario di matrimonio di Lino Marino Varnerin e Elisa Menegon, dal 6 gennaio 1951 al 6 gennaio 2001.

50° Anniversario di matrimonio di Carlo Vignando e Ines Cancellier, dal 31 marzo 1951 al 31 marzo 2001.Ricorrenze varie

Festa della classe 1949, i “Cinquantenni”.

Quattro generazioni: bis nonna Maria Mi-niutti, nonna Santa Rugo, nipote Sheila Mas-sotti, pro nipote Ilaria Di Carlo.

Il mese di luglio 2000, dopo ben 21 anni, dall’Argentina sono ritornati a Tramonti di Sopra a far visita al fratello Leonardo e fami-glie i signori Facchin Giovanni, Lorenzo e Italia che vediamo nella foto.

Laurea

Il 26 aprile 2000 presso la Facoltà di Inge-gneria dell’Università degli Studi di Palermo, Luca La Cavera, figlio di Mariano La Cavera e Lucia Corrado, ha conseguito la Laurea in Ingegneria Meccanica, con 110 e lode, discu-tendo la tesi “L’usura delle punte elicoidali”.

36 Speciale Valtramontina Pasqua 2003 Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 37

Tram

onti

di S

opra

1999Maria Urban il 31 maggio.Vittoria Martini il 9 luglio.

Domenico Rugo il 27 ottobre.

2000Caterina Titolo il 16 gennaio.Maria Pellegrinuzzi il 2 febbraio.Anna Maria Cimolin il 20 marzo.Ottavio Titolo (Francia) il 3 maggio.Tranquillo Ferroli (Pieruti) il 29 maggio.Amalia Minin il 19 giugno.Giovanna Martini il 3 luglio.Pietro Crozzoli (Argentina) il 6 luglio.Domenico Crozzoli (Argentina), 6 luglio.Guglielmina Pradolin (Argentina), 6 luglio.

Anna Maria Pradolin ved. Rugo, 18 luglio.Giacomo Titolo il 25 settembre.Matilde Del Zotto il 9 ottobre.Danila Monaro il 14 ottobre.Giuseppe Facchin (Bepon), 30 ottobre.

2001Ivor Mantovani il 8 gennaio.Anna Del Zotto (Lele) il 19 marzo.Letizia Del Zotto il 16 maggio.Catterina Peccol il 26 giugno.Ignazio Della Chiesa il 20 agosto.Maria Pradolin il28 settembre.Guerrino Titolo il 3 novembre.Pietro Crozzoli il 4 novembre.

Ermes Ferroli il 21 gennaio.

Domenico Pinosa, vedovo diGraziella Ferroli, il 6 agosto.

Anna Maria Ferroli il 6 ottobre.

Antonietta Titolo (Pina), 11 agosto.

Lina Facchin il 11 novembre.

2002Luigia Mazzeri il 7 maggio.

Luigi Dini a Cavasso Nuovoil 26 agosto 2002.

Nella memoria della comunità

1999Rina Bidoli, 20 aprile.Erminio Masutti, 8 maggio.

2000Irena Moruzzi, 7 dicembre.

2001Dina Lucia Bidoli, 23 febbraio.

Camp

one

Andrea Ceotta, 31 maggio.Ida Bidoli, 18 settembre.Davide Cleva, 15 novembre.

Lucia Bidoli, 11 ottobre.

Pasqua 2003 Speciale Valtramontina 3938 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

Chiev

olis

2000Ruggero De Paoli il 23 gennaio.Luciano Kegozzi il 2 aprile.

Walter Mongiat il 19 aprile.

Pietro Crozzoli (Anaco).

2001Luigia Mongiat il 2 aprile.Laura Mastellone il 15 maggio.Severina Antonia Rovedo il 23 agosto.

Elda Da Prad ved. Quas, 10 marzo.

La montagna ha visto la tua giovinezza

non c’era ancora la strada

ma sul tuo sorriso non c’era mai stanchezza.

Sei stata semplice e buona

sempre disponibile con tutti

non ti dimenticheranno le genti di Redona.

La tua breve malattia

durante la quale non ti sei mai lamentata

da noi ti ha portato via.

Ma sei in buona compagnia

lassù nel paradiso

mi manchi tanto sorella mia.

Cara Elda quando si fa sera

volgi il tuo sguardo su di noi

così ti arriverà prima la mia preghiera.

Aprile 2001, Santina

Irma Fracassi in Mongiat il 19 settembre.

Tram

onti

di M

ezzo Alfredo Pielli il 2 dicembre.

Il giorno 1º aprile 2001 è manca-ta la nostra mamma Elena Lo-renzini, nata a Tramonti di Mez-zo il 27 agosto 1915 la ricordano parenti ed amici.

I figli Giuseppe e Bruno.

Cesarina Perosa il 27 aprile.

Ivo Menegon il 3 giugno.

Lorenzo Rugo il 5 novembre.

Lucia Bidoli il 27 novembre.

Catterina Del Biancoil 29 settembre.

Tram

onti

di S

otto

1999

Antonio Rugo il 19 gennaio.

Maria Miniutti il 2 giugno.

Oreste Varnerin il 5 giugno.

Giacono Cattarinussi il 3settembre “Resterai sempre nelcuore di quanti ti vollero bene”.Alma Ferroli il 23 settembre.

Olivo Pielli il 10 novembre.Luigi Cleva il 17 dicembre 1999.

2000

Ersilia Menegon il 7 maggio.Santa Ferroli il 12 ottobre.

2001

Letizia Facchin ved. Nevodiniil 7 marzo “Come ha vissutoserenemente è mancata”.

Maddalena Catterina il 10 marzo.

Maria Avon ved. Siega il 31 marzo.

Olga Urban il 7 aprile.

Lino Marino Varnerin il 5 luglio.Mario Fratel Cattarinussi il 28 luglio.

Paolo Rugo il 13 ottobre.Michele Sina il 20 ottobre.Maria Convilli il 30 novembre.

40 Speciale Valtramontina Pasqua 2003

I PROVERBIE I MODI DI DIRE:SANTI, FESTIVITÀ,

TEMPO, METAFORE

El dì de la Ciriela, se è seregnandodel inverno stemo entrando

se è plovisolade l’inverno semo fora.

Sa plouf il dì di San Bartolomeo:as cola dutaz laz cocolas e las nolaz.

Sa plouf il dì di San Brunon:siet montanis e un montanon.

San Sebastian cu la viola in man.

Carnaval al và, al và, al và,a vignarà Caresima e judizi si farà.

A San Benedet la sisila sot il tet.

San Martin spila il vin.

Setemana Santanessuna luna comanda.

Avril plea a barii.

Ulif bagnat,Pasca suta.

Mai, siet voltas marindai e dala prima volta noi mi recordai.

Il dì di San Florian a meti i fasoia si implinis la man.

Quant ca plouf il dì da Sensapar quaranta dis no si sta senza.