pasqale calcaterra

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~N,g[ ricordo di Arturo CJ3or~csc Una breve, una fugace sosta, non ostante che la via ci inviti, ci costringa ad avanzare una breve, una fugace sosta sebbene il tempo ci sospinga avanti, sempre più oltre; una breve, una fuga ce sosta affinché il pensiero non distratto dalla successione di eventi più o meno tristi, più o meno interessanti, che ci affronta no, ci fiancheggiano, ci seguono, ci inseguono sul nostro cammi no mortale possa riposando ricordare e ricordando rifaré il cam mino a ritroso per ricercare in un passato prossimo o lontano una figura nota, ùna figura cara, una figura venerata per farla rivive re nella luce del nostro amore e del nostro rimpianto e proiettar la nell’avvenire perché si’a di monito e di esempio ai venturi. Necessaria, doverosa sosta la nostra come necessario, dov~ roso il ricordo imposta oltre che da un bisogno del nostro sen timento, dal dovere che ci incombe, quali, cittadini amanti della terra natia. Perché Pasquale Calcaterra fu Francesco rivivente, oggi nella nostra sia pur modesta rievocazione fu per tre quarti di secolo una nobilissima figura di prim’ordine nella vita varia, movimentata, complessa della nostra’ città. Tutte le generazioni nate, maturate, tramòntate nel ciclo ‘di quasi un secolo lo ebbero compagno, incitatore, maestro. Tutti gli eventi, o tristi o lieti, succedutisi nel’ tormentoso periodo di tempo che va dal 1838 al i934 ‘tutte le vicende ché si svolsero nella vita mateiiale e morale della nostra Polistena tutti i dolori che cotesta vita dilaniarono tutte le bellezze che cotesta vita irra diarono tutte le glorie che cotesta vita esaltarono tutte lo vide-

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Page 1: pasqale calcaterra

~N,g[ ricordo di Arturo CJ3or~csc

Una breve, una fugace sosta, non ostante che la via ci inviti, cicostringa ad avanzare — una breve, una fugace sosta sebbene iltempo ci sospinga avanti, sempre più oltre; una breve, una fugace sosta affinché il pensiero — non distratto dalla successione dieventi più o meno tristi, più o meno interessanti, che ci affrontano, ci fiancheggiano, ci seguono, ci inseguono sul nostro cammino mortale — possa riposando ricordare e ricordando rifaré il cammino a ritroso per ricercare in un passato prossimo o lontano unafigura nota, ùna figura cara, una figura venerata per farla rivivere nella luce del nostro amore e del nostro rimpianto e proiettarla nell’avvenire perché si’a di monito e di esempio ai venturi.

Necessaria, doverosa sosta la nostra — come necessario, dov~roso il ricordo — imposta oltre che da un bisogno del nostro sentimento, dal dovere che ci incombe, quali, cittadini amanti dellaterra natia.

Perché Pasquale Calcaterra fu Francesco — rivivente, ogginella nostra sia pur modesta rievocazione — fu per tre quarti disecolo una nobilissima figura di prim’ordine nella vita varia,movimentata, complessa della nostra’ città.

Tutte le generazioni nate, maturate, tramòntate nel ciclo ‘diquasi un secolo lo ebbero compagno, incitatore, maestro. Tutti glieventi, o tristi o lieti, succedutisi nel’ tormentoso periodo di tempoche va dal 1838 al i934 — ‘tutte le vicende ché si svolsero nellavita mateiiale e morale della nostra Polistena — tutti i dolori checotesta vita dilaniarono — tutte le bellezze che cotesta vita irradiarono — tutte le glorie che cotesta vita esaltarono — tutte lo vide-

Page 2: pasqale calcaterra

ro spettatore ed attore — tutte ebbero un’ eco nel suo cuore — tuttesuscitarono nel suo animo nobilissimo o impeti di rivolta, o gemiti di dolore, o sorrisi di gaudio, o grida di trionfo.

Decano del foro di Palmi quale Avvocato, decano di questa insigne Collegiata quale Canonico — la sua vita fu tutta un’altissimamissione a beneficio così del singolo come della collettività.

Per moltissimi anni Consigliere ed Assessore al Comune -

Membro o Presidente di Istituti di Beneficenza (quali laCongregazione di Carità e l’Ospedale S. Maria degli Ungheresi)Conciliatore ecc... portò ovunque, oltre che i lumi di una soda e vastacoltura, l’ausilio di una raffinata esperienza e una rigidità di carattere solo temperata dal grande amore che nutriva per il pubblico bene.

Si devono alla sua profonda competenza di civilista le memorie giuridiche che, dopo una lotta titanica durata diversi lustri peril riconoscimento al nostro Comune della proprietà delle sorgivedi Colacchio, fecero meravigliosamente trionfare il nostro diritto.E queste acque oggi, per la volontà, la tenacia, i sacrifizi di unuomo la cui memoria vive e vivrà imperitura nell’animo nostro —

Giuseppe Pochy — risanando la nostra città, animano copiosa-mente le nostre fontane.

Ed ancora alla sua competenza di civilista si deve la rivendicadelle rendite, dopo una causa strepitosa contro il Fondo per ilCulto, dell’ex Fabbriceria S. Veneranda e della SacristiaParrocchiale di Polistena.

Sacerdote ed oratore sacro fondeva, nel suo cuore, l’amoreverso la Religione, con l’amore verso la Patria ed in quasi 70 annidi sacerdozio, anche e principalmente in tempi in cui al sacerdote non era facile parlar di Patria, egli questo amore ardentissimoproclamava lealmente coraggiosamente e nella Chiesa e nelleaule, e dal pulpito e dalla tribuna, e, nelle case e nelle piazze.

Nutrito di forti studi classici — ecco un’ altra e non la menoimportante passione della sua non breve vita — in essi riscosselodi non poche e fu anche abilissimo Maestro a parecchi.

Nella Famiglia poi fu esempio, fu guida, fu padre rigido,attento, affettuoso ad una schiera di nipoti che lo sentivano e l’adoravano e che ora come tale inconsolabilmente lo piangono.

Questo l’uomo che noi abbiamo avuto la ventura di conosceredi ammirare di venerare, che abbiamo avuto l’orgoglio di considerare e di amare come un capitolo vivente della storia dellanostra Polistena. Questo l’uomo che oggi ricordiamo con commozione e con rimpianto, indotti a ciò dalla effettiva, e pur dolorosa sensazione del gran vuoto che la sua scomparsa lasciò nellavita civile di questa nostra Città.

Dice Teofilo Gautier che «tutto nella natura è vivente, anchela morte — che tutto ha una voce, anche il silenzio...» E mai comein questa contingenza io sento la verità di questo detto.

Pasquale Calcaterra, morto, è più vivo di prima nella storiaascensionale di Polistena nostra, nel nostro ricordo e nella nostrapassione di uomini e di cittadini. Ed il materiale silenzio chefascia la Sua tomba, spiritualmente, parla con voce potente, conla voce che incita ed ammonisce, di tutta una lunga vita nobilmente vissuta e nobilmente spesa a beneficio della Famiglia edella Società, della Religione e della Patria.

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