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\ Particolari tecniche microscopiche per la caratteri zzazione di aerosoli L. Istituto eli Igient, Unive rs ittl di Roma Premessa La c aratterizzazione di uno s tato di inquin a mento atmosfe rico può venire effe ttuata con di(ferenti metodic he e, s econdo lo scopo dello s tudio, co n difl" e renti finalità; per quanto in particola re atti ene al secondo punto l'accertamento è eminentemente rivolt o alla de terminazione o di un gruppo di inq uinanti o di uno specifico termine. Il problema è spesso indirizzato verso l'una o l 'altra finalizzazione, secondo l 'obiettivo intr inseco della ri- cerca. Note le so rgenti di contaminazione (da riscal damento o combustione in genere, da indus trie o da traffico), le cara tt erizzazioni tenderanno, nei tr e casi generali menzi onati, a d eterminare uno stato di inquinamento di fondo od uno s tat o di inquinamento di zone p arti colari; come de rivazi one pratica l'oggetto della ricerca s arà costituito, è il caso di ricordare, da un dete rminato inquinante oppure da una classe di contaminanti più o meno estesi. Se si voglia te ner presente lo s tato fisico dei mat eriali effusi in aria, respon sa bili di un fenomeno di contaminazion e, le classi dei contamina nti s ono essenzialmente due : a) aerosoli (solidi, liquidi, semisolidi); b) gas o vapori. Un 'cffiu enza da ciascuno dei tre processi rico rdati non è se non ra- ramente unitaria; di nonn1 l' emissione J.i m1t e riali da una qualunque s or- gente è costituita da una fa se aerosolica e da una gassosa od in forma di vapore; le perce nt uali J. i rappresentati vi t à delle due fa si variano comun- que ent ro limiti ampli ssimi secondo la natura dei processi. Per definire compi u tamente una determinata contaminazione si dovranno pro grammare le ricer che in modo tal e da car atte rizzare le e lfiu enze in esame nel modo .l nn. ! st. Su1>u• .Sandtl ( 1973) l, 431- Hl

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Particolari tecniche microscopiche per la caratterizzazione di aerosoli

L. ~1X\rMARF.LLA

Istituto eli Igient, Univers ittl di Roma

Premessa

La caratterizzazione di uno stato di inquinamento atmosferico può venire effettuata con di(ferenti metodiche e, secondo lo scopo dello studio, con difl"erenti finalità; per quanto in particolare attiene al secondo punto l'accertamento è eminentemente rivolto a lla de terminazione o di un gruppo di inquinanti o di uno specifico termine. Il problema è spesso indirizzato verso l'una o l'altra fina lizzazione, secondo l'obiettivo intr inseco della ri­cerca.

Note le sorgenti di contaminazione (da riscaldamento o combustione in genere, da industrie o da traffico), le caratterizzazioni tenderanno, nei tre casi generali menzionati, a determinare uno stato di inquinamento di fondo od uno stato di inquinamento di zone particolari; come derivazione pratica l'oggetto della ricerca sarà costituito, è il caso di ricordare, da un de terminato inquinante oppure da una classe di contaminanti più o meno estesi.

Se si v oglia tener presente lo stato fisico dei materiali effusi in aria, responsabili di un fenomeno di contaminazione, le classi dei contaminanti sono essenzialmente due :

a) aerosoli (solidi, liquidi, semisolidi); b) gas o vapori.

Un 'cffiuenza da ciascuno dei tre processi ricordati non è se non ra­ramente unitaria; di nonn1 l'emissione J.i m1te riali da una qualunque sor­gente è costituita da una fase aerosolica e da una gassosa od in forma di vapore; le percentuali J.i rappresentativi tà delle due fasi variano comun­que entro limiti amplissimi secondo la natura dei processi. Per defini re compiutamente una determinata contaminazione si dovranno programmare le ricerche in modo tale da caratterizzare le e lfiuenze in esame nel modo

.l nn. ! st. Su1>u • .Sandtl ( 1973) l, 431- Hl

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432 ANALIS I DELLE POLV E RI

più completo. Sotto questo aspetto, un accertamento delle quote dci di­versi contaminanti diffusi è augurabile; purtroppo difficoltà tecni che, oneri di organizzazione c di conduzione delle provc, appesantimenti logil'l tici c di analisi, fanno spesso restringere il campo ùi indagine ad alcuni inqui­nanti più rappresentativi che vengono tenu ti di riferimento. rou vi è dubbio, in questo ordine di idee. che la classe più rappresentativa di con­taminanti atmosferici sia costituita dagli acrosoli e, per c,.,,i, e~> .. e11Zia1-mente d alla componente corpuscolata solida.

Gli aerosoli possono considerarsi il più tipico esempio di inquinante ubiquitario; in. percentuali pitl o meno rappresentative, questi vengono emessi da qualsiasi processo. Pertanto una loro caratterizzazione svela un fenomeno che, se bene interpretato, puèl essere utilmente impiegato sia per l' accertamento strettamente specifico sia per una indiretta determina­zione di altri cont:lminanti, gassosi od in fa c di vapore.

Accennando per il momento soltanto ad un aspetto del problema, pos­siamo sottolineare che la variabilità, in un determinato volume di aria, della componente pulv.iscolare minuta può permettere di esprimere giudizi anche n otevolmente approssimati sulla consistenza dell 'inquinamento da gas o da vapori e -3); ciò tenendo conto che aerosoli di ridotte dimen sioni seguono, in aria, leggi di diffusione analoghi' a quelle dei gas.

È evidente che l' accertamento della contaminazione da aerosoli, se vuoi essere preso come riferimento per l'effiuenza di altri inquinanti, deve essere effettuato in m odo da poter apprezzare sia le granulomctric preva­lenti sia la natura e la mmfologia dei sedimenti.

L·inquinamento Mrosolico e sue caratterizzazioni

Un accertamento della pre enza di gas o vapori efl'usi in aria , pur potendo essere fatto (secondo le apparecchiature usate) con upprossima­zioni di amplissima escursione, tende eminentemente alla caratterizzazione dell' inquinante (o degli inquinanti) in funzione della concentrazione ri­spetto all 'aria (il rapporto peso/ volume è indubbiamente il più usato). 1\el caso di caratterizzazioni di contaminazioni da aerosoli, si assiste invece alla possibilità di usare metodiche differenti il cui impiego di solito porterà, secondo i casi, ad apprezzamenti ponderati (per superficie tli ricaduta o per concentrazione in volume ùi aria) , aù apprezzamenti di opacità od alla numerazione di particelle di vario diametro per volume noto.

Volendo pen ·enire ad una indagine qualitati va della componente aero­diffusa in questione, la scelta delrapparecchiatura ricadrà frequentemente su sistemi a filtrazione a basso volume d'aria o su sistemi di cattura degli aerosoli per impatto su superfici di raccolta; s istemi del genere accennato possono essere utili anche per una determinazione quantitat.iva .

• Jun. /~1 . .Super. San ilà ( 1073) t. •at-Hl

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MAMMARELLA l33

A campionamento ultimato l'apprezzamento microscopico dei sedi­menù è essen ziale; l' utilizzazione di t ecniche del genere ha permesso di acquisire amplissime conoscenze soprattutto settoriali. Ricordiamo ad esempio gli studi in campo biologico-botanico di Gregory (4) Hirst (6) Hyde (e) Duhram (7) Cefalù e Smiraglia -Bruno (8) (su spore fungine, semi, pollin.i, ecc.); quelli nel campo di aer osoli da combustione od industriali di Viglian.i e Coli. (U,IO) Mammarella e Coll (11 • 17·), Jannaccone e Coll. (18) per non citare che Je ricerche più rappresentative o recenti. Una particolare applicazione di tecniche microscopiche elettroniche a scansione ha in quest 'ultimo scor­cio di tempo condotto Cerqu.iglin.i-Monteriolo e Funiciello (li) all'identifi­cazione di particelle di piombo da traffico autoveicolare.

Inquadrato il problema sotto questa ottica, la caratterizzazione com­pleta di un inquinamento da aerosoli diviene di importanza preminente e di ausilio rilevantissimo nella determinazione di una forma di inquina­mento che, prima ili ogni altra sua caratteristica, ha un valore che risiede nella sua specifica identificazione. Non occorre dimenticare in.fatti che, nel contesto di una contaminazione atmosferica, quella corpuscolata incide per una percen t uale fra il 10 ed il 20 % del totale; rammentiamo in que­sta sede che, nel quadro delle previsioni di effiuenze aerodiffuse in Italia, presentate nel 1970 sotto gli auspici ENI-ISVET, l'inquinamento aeroso­lico venne quantificato in cir ca 2.500.000 tonnellate/anno su un totale di 12 milioni di tonnellate totali (20).

Tecniche di campionamento di aerosoli solidi

Questo argomento sarà trattato sotto il profiJo della caratterizzazione quali-quant itativa degli inquinanti.

L'impiego di un sistema di campionamen to ad impatto consente J i nunna le migliori opportunità di successive an alisi; quando poi l'apparec­chio usato sia in grado di suddividere un aerosol in classi di grandezze predetenninate, l'accertamento analitico susseguente viene reso più facile e più spedito. È fuori dubbio tuttavia che l' indagine di tipo postulato tenga impegnat i i ricercatori per tempi notevoli; anche in questo caso però r!ì istono metodiche di apprezzamento rapido. Tralasciando in questa sede la trattazione di tecniche di facili t azione del lavoro ili rout.iue, riteniamo più importante esaminare, per rimanere n el tema del lavoro, le metodiche Ji O!ìservazione microscopica.

L'impiego della luce normale è di indubbio ausilio in un accer ta­mento quali-quantitativo sotto microscopio; è però evidente che un esame del genere di norma n on fornisce acquisizione di dati che esorbitino d '\ Lla fo rma, grandezza e concentrazione delle particelle. Alcuni dati accessori possono comunque essere ricavati; la natura dei sedimenti (cristallina, carboniosa, biologica), può essere spesso appr ezzata. Quando però si n>-

. IMI. /si. S"tiCr. Sottìf<l ( I!J 73) 9, 431- Hl

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434 ANALISI DJo:LLF. POLVJ::RI

gliano ottenere informazioni più dettagliate, la luce normale (incidente o trasmessa) non è più suffi ciente. Tecniche in campo oscuro o in contrasto di fase sono di Luon ausilio, ma pur esse non allargano di molto il campo di indagine.

Una n otevole facilitazione per l'interpretazione dei risultati v iene in­vece fornita dalla luce fluorescente; con tale ausilio si riesce quanto meno a suddividere un aerosol fra componente vegetale (di norma fluorescente nella Landa fra il verde e l 'azzurro) , componente minerale (spesso fluore­scente in varie colorazioni) e componente carboniosa, cromaticamente muta.

Applicazioni di interesse rilevantissimo ha l'impiego della luce fluore­scente nell'identificazione di particolari aerosoli; fra i vari sarà sufficiente citare l'apprezzamento di batteri aerodiffusi (impossibile praticamente con qualsiasi altra tecnica microsco J>ica corrente) e quella di particelle metal­liche (soprattutto zinco e cadmio). Chi ha l'onore di parlarvi ha estesamente indagato su questi campi mettendo a punto una tecnica semplice di immu­nofluorescenza specifica per l'identificazione di microrganismi aerodiffusi ed eseguito ampie campagne di tra cciamento meteorologico per seguire il de­stino di aerosoli di riferimento per l'accertamento del potere inquinante di fonti di emissione da controllare (essenzialmente installazioni industriali ma anche di altra origine) .

Per quanto invece attiene ad un lavoro di routine, riteniamo cl1e altre applicazioni di tecnica microscopica possano essere utilmente impiegate n ella caratterizzazion e rapida di aerosoli eterogenei quali sono in genere quelli aerodiffusi.

Ad esempio, nel corso di una serie di campionamenti paralleli lungo una doppia direttrice (a t erra e ad alcune centinaia di metri di quota so­pra un grosso centro urbano) siamo pervenuti ad effettuare, con notevole approssimazione, un calcolo differenziale della componente pulviscolare minerale e vegetale rispetto a quella di origine combustiva. La ricerca in questione è stata cfrettuata di concerto con l'Istituto di Urbanistica della Facoltà di Architettura di Roma e con l'ausilio del dirigibile « E u­ropa», numerose volte concesso in uso dalla« Goodyear» S.p.A.; le inda­gini hanno permesso di accertare che le aliquote di diffusione o di allonta· namento di inquinanti dell'aria d .1lla zona terrena di Roma per iniezione negli strati atmosferici sovrastanti e successiva diluizione e trasporto ~

distanza è di almeno il 50 % del totale. Gli apprezzamenti differenziali menzionati sono stati effettuati usando un microscopio a luce polarizzata. Non è questa la sede per una trattazione della teoria della polarizzazione della luce; basterà soltanto accennare che, sotto un fascio luminoso di tal genere, gli aerosoli reagiscon o in modo autonomo differenziandosi note· volmente, secondo la loro intrinseca natura, gli uni dagli altri. Un apprez­zamento della natura delle particelle risulta pertanto m :>lto facilitato.

Ann. lat. Su11U. S ani ld (1973) t, Ul- Hl

l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l

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MAlUfARELLA 435

Relazione su alcune caratterizzazioni effettltate con analisi Ìll luce polarizzata

I soddisfacenti risultati ottenuti nel corso dell'accertamento della dif­fusione in quota della contaminazione a tmosferica urbana (vedi capitolo precedente) hanno indotto ad impiegare lo stesso procedimento interpreta­tivo nell'analisi di imJuinanti aerosolici di varia natura e morfologia.

A p rosoli da motori n scoppio

Continuando una serie di campionamenti m etodici in atto da molti anni, le indagini si sono appuntate fra l' altro sulla caratterizzazione di aerosoli di piombo di origine veicolare; particelle del genere postulato hanno diamr tri notevolmente ridotti.

Le varie sperimentazioni in materia (2 2•24), e le recentissime acquisi· zioui di Ccrquiglini e Funiciello (19) già menzionate, assegnano a tali aero­soli diamet ri medi di qualche micron con una quota submicronica di circa il 50 °~ delle part icelle t ota li; la forma prevalente Ùt tali aerosoli è sub­;..[crira, ellissoidica o globoidale.

l dati e,;periti, e che hanno già fatto oggetto di una pubblicazione «ad hoc» (26) d erivano da una serie nutrita di saggi di prelievo da scap· pamento eli motore a ciclo Otto mediante un campionatore differenziale progetta to e realizzato dall'estensore della presente n ota. Con l'apparecchio in questione si è potuto raccogliere gli aerosoli su una serie di quattro vetrini portaoggetto, sui quali si sono venuti a depositare aerosoli dalle dimensioni medie unitarie di :

8,3 micron (lO stadio di prelievo) 6,2 micron (20 stadio di prelievo) S,l micron (3° stadio di prelievo) 2,2 mieron (4o stadio di prelievo)

La Tab. l mostra in sintesi i vari dati apprezzati (media di 20 saggi); la maggior parte delle particelle a probabile contenuto di piombo ristùta del diametro medio attorno al micron; tenendo ben conto di quanto già espresso in relazione alle granulometrie minutissime dell 'inquinante in que· s tione, non è azzardato ipotizzare che una rilevante percentuale di parti· celle di piombo non è stata apprezzata.

Un apprezzamento visivo della serie di campionamenti si può esami· nare osservando la Fig. l. Un' indiretta conferma della natura delle parli· celle di piombo-composti si può ottenere verificando gli stadi di campio­n amento. Date le dimensioni unitarie delle particelle contenenti piombo, ' tues te dovrebbero scdimCHlare otgli s tadi più interni del campionatore dif­ferenziale; essendo però il loro peso specifico sensibilmente superiore a quello medio del pulviscolo acrodiffuso (specie quello carbonioso) 11ueste si ritrovano in s tadi ( ' luale il 2o od il 30 essenzialmente) riservati di nonna a granulometrie più grossolane.

. 1,.,1. / st . • >;ttiJU. :Stt11ilà (l!li:ll 9, ~JI Hl

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436 }.!"ALI!' I D E LLE P OLVERI

TAUULA l

Concentrazioni e granu)ometrie da scappamenti di autoveicoli a scoppio. Media di 20 campionamenti differ enziaH a 2 metri daUo scappamento.

1

-- --:=- ---- -------- - - --

campiona to re

}O

20

JO 40

Part icelle totali :

} o

20

JO 40

Numero t.li partic~llt}l.

30.000

80 .000

140 .000

800.000

l . OSO. 000/ litro

7 . 000

30 . 000

IO 000

12 .000

E.cuuiun e

diauutri<"a

Asttosou T oTAli

25 - 12 !L

12 - 5 (.l.

7 - '~ !L

5 - 1 !L

IO- 4 !.1.

5 - l !.1.

2 - 0 ,5 I.L 1 - O, l !.1.

UiaDll'tro mtd iu l

8,3 j.L

6 ,2 I.L

5, l I.L

2 ,2 1.1.

5 ,2 I.L

2 , 1 J.L

0, 7 I.L

0 ,2 J.L

.Forma pre' altntc-

varia

variu

varia

varia

varia

globoid./ellisboid.

globoirl./ell i,;soi d.

g lohoid.fellissoirl .

l Particelle totali: 60 000/ li t ro (ipot izzabili/120 000~--------- --- --

/u alto : • pprez_u ole u to d c llt· nn ulisi micro<tco pichc i n Ju re n ornudc· : ;,. bauo: apprnzam~nti iu luce polarizzntn .

Pur potendo ipotizzare vari allargamenti d 'impiego pl' r la metodica suggerita , sia pure con t utta un a serie di controlli di riferimento, riteniamo che la metodica s tessa possa essere facilmente app licata almeno in am­bienti a part icolare destinazione od impiego (sale prova m ateriali, tun ­nel autost radali, particolari ambitmti di lavoro, ccc.) .

A erosoli da ambienti confinati

La presenza di particelle solide aerodifruse in ambienti confinati è funzione eminente delle attività svolte negli ambienti s tessi. Sotto q uesto aspetto l' Igiene Industria le c la Medicina del Lavoro sono le branche più direttamente interessate n el settore; l'accertamento delle contaminazioni pulviscolari di tal genere è di primari a importanza nel contesto delle carat­terizzazioni di inquinamen t i dell ' aria. Le rilevazioni correnti rendono facile l' accertamento pondcralc e spesso questo dato viene ritenuto suffi ciente. Non di rado però si rendono n ecessarie ulteriori in dagini quale ad esempio q uella tesa all'accertamen to di un rischio inalatorio; questo aspetto di venta p oi di import anza basilare per particolari tipi di contaminazione quale ad esempio q uella con polveri silicee.

A11n. / st . .Suucr • .Sa11ilcì (1973) t , 431-U l

r

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MAMMARELLA 437

L'accoppiamento di un prelievo differenziale con un sistema di carat­terizzazione microscopica in luce polarizzata può in questi casi aumen­tare l' acquisizione delle conoscenze utili.

Allo scopo di accertare l'applicabilità della metodica è stata eseguita una serie di campionamenti differenziali in un la boratorio chimico per ana­lisi routinarie; sono stati eseguiti campionamenti di aria (300 litri totali alla velocità di 25 litri/minuto) immediatamente dopo le operazioni di pu­lizia effettuate al mattino prima dell'inizio delle attività. Con le opera­zioni di pulizia vengono ad essere mobilizzati gli aerosoli sedimentati al suolo o sulle suppellettili. La scelta di un laboratorio di chimica è dipeso dal fatto che, a causa dell' impiego di svariate sostanze, sarebbe stato fa­cile poter riscontrare particelle solide di varia na tura e, quindi, di un pos­sibile diverso valore cromatico.

La Tab. 2 evidenzia i risultati derivanti dalla media di 10 campiona­menti effettuati in 10 giornate successive; i risultati ottenuti son o da con­siderare discretamente comparabili fra di loro, tenendo conto che durante il periodo dei saggi l'affollamento dell 'ambiente, le attività ed il micrn­rlima dell 'ambiente Atesso non hanno subito variazioni di rilievo.

T AB ELI.A 2

Concentrazione e granulometrie di aerosoli ambientali da risollevamento in un laboratorio di chimica generale.

-- - -- ·-- --l A EilO&OLJ DA a.tSOLLEY.UU:N ro

l Stad io d i :-Jumero •li Escuu ione U iM nh tro

l ~ute campion atort' parricollefl diametric o (P) tuecl io (t•) l

l l l lO 200.000 > 25 -:- 5 12 for me varie;

20 180 .000 15 -:- 2 7 materiali minera-

30 250. 000 7 ..;- 2 3,5 li in abbondanza

'l" 100. 000 4 -:- l 2,2 (di diversa natu-ra). l Tracce di vegeta-

l Particelle tot ali per litro d'nria: :=: l. 000 . 000 li e residui cnr -

l_ boniosi. ___ !

L'esame microscopico dei sedimenti raccolti induce a conclusioni de­gne di nota. È evidente l'alta rappresentatività degli aerosoli grossolani; questi sono decisamente superiori a lla norma di un campionamento cor­n•nte. Il fenomeno è in diretto rapporto con le operazioni di pulizia e di impiego di scope, piumini o materiali similari che sollecitano la formazione 1li aerosoli secondari. Sotto quest o aspetto viene ad essere ancora una

A n n . t .•t . . "!rtprr .. "{an i ltl ( ! Un) t, 4~1 H l

l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l

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438 ANAI.ISI DELU: l'Ut.VEI\1

volta riconfennato l'assun to secondo cui operazioni d i riassetto o di pulizia periodica non hanno un interesse molto spinto con rischi inalatori a ca­gione delle granulornetrie grossolane da pulviscolo mobilizzato. Non è però da sottovalut are la concen trazione di aerosoli del range inalabilc che, come si può osservare dalla Tab. 2 cd ancora più dalla Fig. 2, è pii1 che r ile­vante e notevolment e superiore a quella riscontrata nello ~> tesso amhiente m condizioni normali.

Da un punto di vista di ri partizione granulometrica delle particelle ai vari stadi del campionatore si assis te ad una discreta sovrapposizionc di diametri, segno questo della eterogeneità degli aerosoli; particelle minute ma a peso specifico a lto, sedimentano in maniera analoga a particelle più grandi m a con peso specifico infer iore.

Per q uanto poi in part icolare r iguarda la difrercnziazione delle parti­celle secondo la loro natura, l'esame dei prelievi del 1o c del 40 stadio soprattu t to, con l' impiego della luce polarizzata, Jlennette l' apprezzamento di una gamm a cromatica discret amente variata.

Aerosoli da f umo di tabacco

L'apprezzamento quali-quantitativo del fumo di t abacco è oggetto d i molti studi . Abbiamo voluto saggiare questo particolare campo alla luce della t ecnica proposta in connessione con l'impiego di un campionature dif­ferenziale.

Le sp erimentazioni sono state effettuate in un ambiente della cuba­t ura di 60 m 3 (m 4 X 5 ..< 3) mantenuto in b uono stato di p ulizia (inq ui ­namento di fondo ::::=:: 50.000 }Jarticelleflitro d'aria).

TAUELI.A 3

Concentrazione e granulometrie di aerosoli da fumo di tabacco (da 4 siga­rette fumate di recente in ambiente con fondo di inquinamento esiguo). --

AEIIOSOLJ DA FI "M O [H

Slodio d•l Nunu•ro tli J~e curtiorw

carnpion.atorr pa rtic.·tlt,.,*l diametriea (/' )

JO 20.000 > 25 ...;.- 5

20 50.000 12 -: 3 l JO 80.000 6 -:- l

40 200 . 000 3 -:- < l

Particelle totali per litro d'ar ia : :=:::: 350. 000

-- - -TABACCO

Diamr tro

mrdio (1•)

lO 6

3,5

2

-- -

l l

i\ o te-

Incornbusti miner ali CC<'.

Forme amorfe, residui combust.

r t>oidui combust.

molti rt• sidui ca­trnrno~i e cnrlw­niosi.

l

A r111 . [ .•1. Sufll' r. Sr111ilti (19i:l) t, • 31 - H I

l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l l

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MAMMARELLA 439

I campionamenti sono stati effettuati due ore dopo che fosse stata fumata nell' ambiente la 4a sigaretta (il fumatore ha consumato le quattro sigarette in un tempo di due ore). Il campionamento differenziale di 300 litri d 'aria (aspirazione di 25 litri/minuto) ha fatto apprezzare una con· centrazione media di 350.000 particelle per litro d'aria. La ripartizione granulometrica (media di 5 saggi in 5 giornate diverse) e la composizione prevalente sono sommarizzate nella Tab. 3.

L'esame dei vari stadi di campionamento sotto microscopio in luce polarizzata (Fig. 3) permette di accertare una rilevante differenziazione qualitativa degli acrosoli cattura ti. Al primo stadio prevalgono incomhusti e ceneri; gli stessi materiali si riscontrano agli s tadi centrali, assieme a particelle di diversa n atura. Il quarto stadio, ricco di aerosoli minuti, pre· senta una rilevante rappresentanza di residui amorfi, carboniosi o ca tra­mosi, assieme ad aerosoli di pari granulometrie, di derivazione probabil· mente ambientale.

Consider<u ioni e conclusioni

L'accer tam ento della contaminazione aerosolica è di indubbia impor· tanza nel quadro di una caratterizzazione di inquinamento atmosferico. L'ubiquit arietà degli aerosoli fa di tale materiale un termine di riferimento per le contaminazioni ambientali. In particolari campi di indagine la carat· t erizzazione di tali inquinanti è poi basilare.

Fra le varie metodiche di campionamento alcune sono p articolarmente qualificanti; sotto questo aspetto rammentiamo l'impiego di apparecchia­ture che permettano una suddivisione dei sedimenti in classi di grandezze, onde consentire il frazionamento di un inquinamento globale in ipotesi di danno sulla salute, sull'economia, sulle strutture, ecc.

Accanto ad un approfondimento delle conoscenze nel senso menzio· na to è più che opportuno p oter indagare sulla natura e m orfologia delle particelle; un ampliamento delle possibilit à di indagine e di accertamento può venire offerto dalle analisi microscopiche. L 'im piego poi di effetti di luce particolari è quanto mai utile. La trattazione· dell'argomento è sta ta effettuata soprattutto sotto questo aspetto esponendo risultati ottenuti con l' impiego di un microscopio a luce polarizzata.

Le possibilità di indagine derivanti dall'impiego delle tecniche m en· zionate sono notevoli ; da un lato sono complementari e per altri versi molto più ampie di quelle offerte da osserv azioni a luce normale, in contrasto di fase od in luce fluorescente.

Dall'esposizione fatta e, soprattutto, dalle sp erimentazioni eseguite, :-.1 può derivare che un controllo delle contamin a zioni aerosoliche sotto

. l nn. I sl .• -;,wr. Saniltì ( l !!i3) t , 43 1- HI

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440 AI' ALISJ DELLE P OLVERI

luce polarizzata è di primaria importanza soprattutto nell 'apprezzamento di aerosoli di particolare natura o composizione. Un impiego elettivo n el­l'Igiene Industriale o n ella Medicina del Lavoro è da ipotizzare.

Nota: T utli i prelievi di acrosoli sono stat i effettuati con il cmnpionutorc diO'c•renziah· a 4 stadi lim•ari sovrappo~ti (Mammarrlln - U.S. patc•nt 3.4!!2.432). Le o~~e rvazion i m icro· scopiehe sono state cscgtùte con microscopio REJCHERT·ZETOPAN a luce polarizzata.

Riassunto. - Fra le v arie t ecniche di caratterizzazione degli acrosoli quella microscopica è certamente la più idonea per accertamenti della mor­fologia , natura e granulometria delle polveri .

Nell'elaborato vengono sperimentate cd illustrate t ecniche di osserva­zione di polveri (cattura te con il campionatore differenziale realizzato dal­l'A.) sotto luce polarizzata. L 'effìcacia del m etodo è illustrata da una serie di microfotografie comparative (in luce normale ed in luce polarizzata).

Summary (Special microscopica! techniques f or tlw characterization of aerosols). - Thc study of air-carried dust compon ents has becn progre~<­

sing concomitantly with the increasingly extensive and thorough sur­veys on tbc air-polluting agents. Among the different mcthods presently adopted , that involving the microscopica) examination of sediments is now increasingly used; under this aspect, th(! m orpbological and granulo­m ctric characterizations bave acquired sucb an importance as to affonl more than satisfactory results. As to the technical faciliti cs apt t o cnsurc a bctter approach, tbc ever increasing use of cascarle impacton;, or of thc differential particlc samplers, greatly hclps in attaining a rapid and safr characterization of aerosols.

To broaden the scope of the ficld of investigation without making the research work more burdensom c, a method has b een defìned for micro­scopically appraising tbc capturcd aerosols h y means of a differcntial sam ­pler (and hencc dividcd into the four more representativc classcs of ma­gnitudes), and obscrved under a polarized ligbt.

The method followed - uscd in opposition to that under a fluore­sccnt light and in phase contrast - has proved by far thc more effcctiw and selective.

The examination of acrosols from cycle-E ight motor-vehicle exhausts, for instancc, emphasizes the prcsencc, in the context of the carhon scdi­ments, of meta) particles, many of which are classifìable (also for other characteris tics) as lead or lead-compounds. lt also cmcrges clearly from the examination of this kind of aerosols, the tendcntial isodiamctricity of thcse particles (in actual practicc, ali of them witbin the inhalablc limits) .

Tbc examination of dust raised from tbc groun:l sbows, on thc onc band, the merely minerai nature of the particles and, on tbc other band ,

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MAMMARE LLA

tbeir marked differencc, both in structurc and nature; an importance not at all n cgligcable should be attributed to the high representativeness of the inhalable fraction.

T he examina tion of tobacco smoke, taken from a 60 m3 room wherc four cigarcttcs had becn smoked, clcarly shows the various degrees of re­presentativencss of the particles; it may be observed, for example, that carbon and tarry rcsidues are for the most part of inhalable sizes. Only t he minerai!', nr the othcr « inert » constituents are, as a rule, coarscr in

size. Thc method outlint>d bere deserved to Le applied and tcstcd fo r a

nurniJ<'r of other investigat ions.

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