parte a catania il progetto “naturadivina”. pime: giovani ... · va che onora la chiesa di...
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A PAGINA 5
AL POLICLINICO
VOLONTARIATO
Catania - anno XXXI - n. 37 - 18 ottobre 2015 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
settimanale regionale di attualità
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
CONVEGNO
ALLO IOM:
TRAPIANTO
EMOPOIETICO
a pagina 12
“NaturaDivina” rap-presenta l’attua-zione di una delletante proposte del
“Progetto Policoro” alla cui base cisono tre idee “giovani, Vangelo, lavo-ro”: un’importantissima iniziativadella Chiesa italiana che vuol dareuna risposta reale al gravissimo pro-blema della disoccupazione, soprat-tutto giovanile, resa ancora più acutadalla persistente ed epocale crisi eco-nomica.Valorizzare i beni facenti parte delpatrimonio ecclesiastico attraversoattività di coltivazione e promozionedi prodotti agricoli al fine di costrui-re un sistema produttivo socialmenteresponsabile, i cui punti di forza sonoil rispetto per l’ambiente e per l’uo-mo: questo è quanto si prefigge ilprogetto “NaturaDivina. Frutti dellaTerra”, illustrato nel corso di unaconferenza stampa, dal tema “Colti-viamo un progetto: nutrire meglio ilnostro domani”, nel Salone deiVescovi dell’Arcivescovado, alla pre-senza dell’Arcivescovo Mons. Salva-tore Gristina, che ha avuto paterneparole di apprezzamento e d’incorag-giamento per la significativa iniziati-va che onora la Chiesa di Catania, edi rappresentanti provinciali di Conf-cooperative (Presidente ing. GaetanoMancini e Direttore dott. LucianoVentura), del sindacato CISL (Segre-taria dott.ssa Rosaria Rotolo), dell’U-niversità (dott.ssa Alessia Restucciaricercatore di Botanica ambientale eapplicata presso il Dipartimento diAgricoltura, Alimentazione eAmbiente), del Banco di Sicilia Uni-credit group (dott.ssa Maria Gabriel-la Macauda) che hanno testimoniatola loro collaborazione e condivisioneal progetto promosso dall’Arcidioce-si -Istituto diocesano sostentamentoclero- insieme alla Cooperativasociale Bios, con la collaborazionedell’Università di Catania - Dip. diAgricoltura, Alimentazione eAmbiente e con il patrocinio anche diEXPO 2015 Progetto Scuola, Etna-polis, Soat Regione Siciliana.La Cooperativa sociale Bios è stata
fondata nel 2003 per promuovereopportunità occupazionali, comenuovo percorso che si propone diaffrontare il tema della nutrizione perl’uomo, al fine di rendere più consa-pevoli le nuove generazioni del valo-re alimentare, attraverso percorsi diinformazione ed educazione. Gliinterventi dei 4 relatori, presentatidalla dott.ssa Sarah Donzuso, hanno
chiarito che su tali punti di forza con-ta da sempre Bios, che opera neicampi dell’impegno ambientale,socio-educativo, gestendo serviziproduttivi.Il sac. prof. Piero Sapienza, Direttoredell’Ufficio diocesano problemisociali e lavoro, ha posto l’attenzionesull’enciclica sulla cura della casacomune “Laudato sì” di Papa France-sco, sul tema dell’ambiente troppoenfatizzato per la <novità> dai massmedia, senza badare che dal VaticanoII la Chiesa ha fatto un percorso sem-pre più attento a tali problematiche,per realizzare una <conversione eco-logica>, basti pensare alla letteraapostolica “Octogesima adveniens”del beato Paolo VI, e alle encicliche“Redemptor hominis” di San Gio-vanni Paolo II e “Caritas in veritate”di Benedetto XVI.
Il relatore si è soffermato sulla“Natura” e sul “Lavoro” dal momen-to che “i cristiani avvertono che i lorocompiti all’interno del creato, i lorodoveri nei confronti della natura e delCreatore sono parte della loro fede; èun bene per l’umanità che i credentiriconoscano meglio gli impegni eco-logici che scaturiscono dalle loroconvinzioni”, che traggono origine
dalla tradizione giudeo-cristiana.“Creazione è più che dire natura -hasottolineato padre Sapienza- perchéha a che vedere con un progetto del-l’amore di Dio, dove ogni creatura haun valore e un significato. Nello stes-so tempo, demitizzata la natura, ilcristiano non smette di ammirarlasenza venir meno il proprio impegnonei suoi confronti: per il credentecontemplare il creato è anche udireuna voce paradossale e silenziosa;l’insieme dell’universo mostra almeglio la ricchezza inesauribile diDio”. Don Piero ha fatto, infine, rife-rimento ai numeri 127 e 128 di “lau-dato sì” in cui il Papa precisa chel’affermazione “l’uomo è l’autore, ilcentro e il fine di tutta la vita econo-mico-sociale” è contraddetta “quan-do nell’essere umano si perde lacapacità di contemplare e di rispetta-
re e si creano le condizioni perché ilsenso del lavoro venga stravolto”.Il dottor Michele Odierna, animatoreComunità “Progetto Polidoro”, la cuiequipe diocesana sulla falsariga dellastruttura nazionale è composta daidirettori degli uffici pastorale socialee giovanile e dalla Caritas, ha illu-strato le finalità del Progetto Policoroideato, per i giovani disoccupati del
Sud, da don Mario Opertidella Gioventù OperaiaCristiana e direttore del-l’ufficio CEI problemisociali. “La Chiesa donail Vangelo, si prende acuore le varie forme dipovertà e inventa nuoveforme di solidarietà nellacertezza che è <l’ora diuna nuova fantasia dellacarità>, assieme ad asso-ciazioni quali Acli, Mlac,Gioc, Libera, Coldiretti,Confcooperative, Cisl ead altre realtà ecclesiali(come la parrocchiaResurrezione del Signorein Librino affidata allecure pastorali di don Sal-vatore Cubito), per dare,come esorta il Papa, unsegno concreto di speran-
za per i giovani che vogliono metter-si in gioco e creare possibilità lavora-tive”. È necessario agire in sinergiaper evangelizzare, educare, esprimeregesti concreti (idee imprenditoriali ereciprocità). Odierna ha spiegato che“gli animatori di comunità sono gio-vani laici responsabili che in profon-da sintonia con le tre pastorali e lefiliere delle associazioni agiscono perun’adeguata promozione del Progettonella diocesi, aiutano giovani, menogiovani ed extracomunitari che vivo-no il grave problema della disoccupa-zione, del lavoro precario, del lavoronero e nel peggiore dei casi dellosfruttamento ad orientarsi rispettoalla domanda offerta che il mercatodel lavoro offre”.
(segue a pag. 2)
Antonino Blandini
Giovani, VANGELO e lavoro
Parte a Catania il Progetto “NaturaDivina”. Frutti della Terra PIME:
ITINERARIO
DI VOCAZIONE
ALL’AMORE
a pagina 3
CINGALESI
E TAMIL
DI SICILIA
IN FESTA per
SANT'AGATA
a pagina 9
Son trascorsi 53anni dall’11
ottobre 1962, quando PapaGiovanni XXIII diede ini-zio al Concilio Vaticano II
che ha riunito a Roma Patriarchi,Cardinali e tutti i Vescovi del mon-do.Quattro anni di discussioni, docu-menti, sessioni fino al 1965 con laguida di Papa Paolo VI e da allora ilcammino di rinnovamento dellaChiesa ha cambiato il volto e l’iden-tità della Chiesa.A distanza di 53 anni, sempre aRoma, i Vescovi delegati, affresco
mirabile della cattolicità della Chie-sa, partecipano al Sinodo sul temaLa vocazione e la missione della
famiglia nella Chiesa e nel mondo
contemporaneo.Sono trascorsi, inoltre 50 anni dallaCostituzione apostolica conciliare“Gaudium et Spes” che assimilava“le gioie e le speranze, i dolori e leangosce degli uomini del nostrotempo” con quelle di tutti i discepo-
li di Cristo.Nel mese di ottobre, in tre intensesettimane di discussioni e dibattiti iPadri sinodali analizzano i diversipunti dello “Instrumentum laboris”che guida gli interventi dei “circoliminori”.“Il Sinodo non va osservato in
un’ottica umana, ma considerato
come “un’espressione ecclesiale,
cioè è la Chiesa che cammina insie-
(segue a pagina 2)
Giuseppe Adernò
Ottobre: dal Vaticano II al Sinodo
Una nuova costituzione per la famiglia
Vaticano: il più piccolo parteci-pante al Sinodo. Foto Siciliani-Gennari/SIR
CONVEGNO sul
La CISL Scuola di Cata-nia, in collaborazione
con la sezione CISL IRC cataneseche da poco più di un anno lavorasulla provincia ed ha già diverse sedidistaccate nel territorio e con le Dio-cesi di Catania, Acireale e Caltagiro-ne, ha organizzato un convegno stu-dio dal titolo “L’I.R.C. all’interno
delle riforme scolastiche” che siterrà nei giorni 21 e 22 ottobre neilocali dell’Istituto alberghiero“Karol Woityla” di Catania, situatoin via Vittime civili di guerra 8,Catania.Numerosi saranno gli ospiti tra cuiricordiamo l’Arcivescovo di CataniaMons. Salvatore Gristina, la Dott.ssaMaria Luisa Altomonte dirigenteUSR Sicilia, il Direttore dell’Istitutoteologico San Luca Prof. PadreAntonino De Maria, il Preside dellaFacoltà Teologica San Paolo Prof.Mons. Maurizio Paolo Aliotta, ilDott. Luca Girardi referente per gliIdR dell’USR Sicilia, il Dirigentedell’USP di Catania Dott. EmilioGrasso.La CISL da sempre ha attenzionatogli Insegnanti di Religione il cuiconcorso, espletato nel 2004, si deveproprio all’azione di questa organiz-zazione sindacale.Oggi, dopo trent’anni dall’intesa edopo le numerose riforme che hannoattraversato la scuola, la CISL sente
il bisogno di fare il punto sulla situa-zione riguardante questa categoriad’insegnanti, per vedere quale per-corso normativo si è seguito, qual èoggi la legislazione vigente e qualisono gli orientamenti e le prospettivefuture.Questi sono i motivi che hanno spin-
to Giuseppe Denaro, SegretarioGenerale Provinciale CISL Scuola diCatania a lanciare l’idea del conve-gno, prontamente accolta dal Prof.Carmelo Mirisola Referente Provin-
ciale CISL IRC Catania e dai Coor-dinatori Provinciali IRC. Tutti hannoagito con la consapevolezza dell’im-portanza del tema che verrà trattato edella necessità che questo sindacatodi così grande forza, visti i suoi cin-que milioni d’iscritti, continui adinteressarsi e a fornire il proprio
appoggio agli IdR.L’impegno del Sinda-cato nazionale è sot-tolineato dalla presen-za al convegno dellaDott.ssa Rosa Mon-
gillo Segretario
Nazionale CISL
Scuola IRC cheinterverrà nei lavori.Un grande apportosarà dato dai relatoritra cui ricordiamo ilPreside Prof. Sergio
Cicatelli di chiara fama la cui prepa-razione nel campo normativo riguar-dante proprio gli IdR è conosciutaattraverso i suoi numerosi manualipubblicati e i molteplici interventi
svolti in svariate sedi e che tratteràl’argomento sulle ricadute normativeriguardanti l’IRC all’interno delleriforme scolastiche.Altri interventi saranno curati dalProf. Michele Manzo, ConsulenteCISL Scuola Lazio, già membro delConsiglio Nazionale della PubblicaIstruzione; dalla Professoressa Bar-bara Condorelli Segretaria del Coor-dinamento Regionale IRC per laSicilia; l’Avv. Dino Caudullo che sisoffermerà sulle prospettive per iprecari.Il convegno si presenta particolar-mente interessante e ricco, promet-tendo di produrre degli atti di grandeutilità e di significativo apportoall’argomento.Invitati sono tutti i Docenti di Reli-gione sia di ruolo che non e gli stu-denti degli istituti teologici; si ricor-da che è previsto l’esonero dal servi-zio e un attestato di partecipazione.
Prof. Carmelo Mirisola
Prof. Sergio Manuli
Prospettive - 18 ottobre 20152
PRIMO PIANOCanonizzazione dei genitoridi Santa Teresa di Lisieux___3
Turchia, Ankara: stragedurante manifestazione _____4
Indietro nel tempointervistando Eleonorad’Angiò _________________4
INFORMADIOCESINotizie in breve___________6
Due lettere pastoralidell’Arcivescovo __________6
DIOCESIGiornata MissionariaMondiale _______________7
Arcivescovo al DepositoLocomotive FFSSdi Catania _______________7
Bando XXVIIPremio Natale Cittàdi Tremestieri Etneo _______8
Pellegrini della Chiesadi CT con Papa Francesco __9
Arte, Architettura, Liturgia:Esperienze Internazionali __11
Chiusura del TrailersFilmFest2015 a Catania___________12
sommario al n. 37
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 14 ottobre 2015
L’intesa tra l’Istituto per il Sostenta-mento del Clero e la Cooperativasociale Bios è stata presentata daldott. Diego Pistorio, responsabiledell’Istituto, che ha ripercorso l’iterche ha portato l’arcidiocesi a gestireil patrimonio terriero dislocato in varicomuni della provincia, e ad affronta-re uno dei maggiori problemi cheaffliggono l’intero settore agricolo: icosti. Grazie all’intesa raggiunta conl’ufficio diretto da padre Sapienza, siè creato un connubio tra l’Istituto peril sostentamento del Clero e la Coo-perativa sociale Bios, con l’inseri-mento lavorativo nel settore agricolodi giovani, dai 24 ai 28 anni, disoc-cupati o svantaggiati del mega quar-tiere “satellite” di Librino, con l’affi-damento del fondo “Jungetto” (beneecclesiastico), in contrada GelsoBianco, della superficie agricola di 4ettari.È stato realizzato un grande carciofe-to specializzato, al quale l’Arcive-scovo ha voluto generosamente offri-re un migliaio di ovuli di carciofoprovenienti dalla campagna della suacittadina natale, Sciara (PA). Lì sicoltivano il carciofo violetto, varietàfrancesina, e in via sperimentale ilcarciofo spinoso sciarese”. “L’ele-mento che ha contraddistinto Bios -ha precisato Pistorio- è stato l’avermesso in campo, sin dall’inizio, pas-sione e attaccamento alla terra, l’avermostrato tenacia e convinzione divoler riuscire ad ogni costo; senzamollare un istante, nemmeno dinanzial tormentoso problema dell’approv-vigionamento idrico”.L’impegno dei giovani coltivatori diLibrino (Luca, Sebastiano, Enzo,Giuseppe, Antonio, Alessandro,Matteo, Giovanni e Orazio, introdot-ti, in uno straordinario incontrogenerazionale della civiltà contadinasiciliana, nella conoscenza della ter-ra dallo “zio Pino”, il signor Giusep-pe Bartoluccio) è stato evidenziatocome motivo di riscatto e d’integra-zione sociale, di educazione al lavo-ro e di valorizzazione della natura
dal dr Riccardo Tomasello, ammini-stratore unico della CooperativaBios, che li ha visto lavorare conammirevole professionalità sotto ilsole cocente di metà agosto e pianta-re manualmente 20mila ovuli di car-ciofo: è stata <un’impresa titanica
che hanno compiuto con tanto entu-siasmo.“NaturaDivina -ha detto- è un beneaffidato nelle mani degli operatoridella Bios che attraverso i frutti del-la terra e del lavoro ne trarrannosostentamento.
Ha concluso i lavori mons. AgatinoCaruso, presidente dell’Istituto per ilSostentamento del Clero e vicariogenerale emerito, che ha ringraziatotutti i presenti.
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(continua da pag. 1)
GIOVANI...
Convegno studio CISL Scuola
L’I.R.C. all’interno
delle riforme scolastiche
me per leggere la realtà con gli occhi
della fede e con il cuore di Dio” hadetto Papa Francesco ed è da consi-derare “uno spazio protetto ove la
Chiesa sperimenta l’azione dello
Spirito Santo”, che parla “con gli
occhi del cuore”, “attraverso la lin-
gua di tutte le persone che si lascia-
no guidare da Dio che rivela ai pic-
coli ciò che nasconde ai sapienti e
agli intelligenti”.
Sono abbastanza chiari i comunicatiufficiali che confermano come ladottrina sulla famiglia e sul matri-monio non cambia e la Chiesa fasentire la sua voce perché la politicadia il giusto sostegno al ricco patri-monio di cultura e di valori che è lafamiglia, dove s’imparano gli atteg-giamenti utili a formare una persona,capace di vivere e convivere nelmondo al fine di renderlo più giustoe più umano.“I provvedimenti per le famiglie
sono più urgenti delle unioni civili o
tra persone dello stesso sesso, che
interessano un numero di persone
decisamente inferiore e che non pos-
sono contribuire a farci uscire dal-
l’inverno demografico”, affermaGian Luigi Gigli, deputato e presi-dente del Movimento per la Vita.L’orizzonte del “bene comune”, delcreato, “casa comune” sollecita unacoerente azione di traduzione nellaprassi e nel concreto dei principisanciti dalla Costituzione Italiana eritenuti validi e irrinunciabili.Il sogno della famiglia, fa eco al dis-corso detto “della luna” di Papa Gio-vanni XXIII la sera dell’11 ottobre1962, quando con paterna attenzioneinvitò i fedeli a portare a casa lacarezza del Papa.
La Chiesa, come “Mater” esercita lamisericordia, accoglie e perdona; edesercita anche il compito di “Magi-
stra”, insegna, istruisce, detta leregole da seguire alla luce del Van-gelo che non possono avere adatta-menti e modifiche sull’onda dellamoda e delle trasformazioni deglistili di vita e dei costumi sociali epolitici.Il senso storico della missione dellaChiesa verso la famiglia e l’autenticospirito familiare costituiscono, infat-ti, “una carta costituzionale per la
Chiesa”, e consegna alla famiglia la“cittadinanza divina” che la rendevera “famiglia di Dio”.“Ogni bimbo che nasce è segno che
Dio non si è stancato degli uomini”.
Ogni famiglia che cresce diventa unarete capace di accogliere le diversità,le complementarietà e produrrebenefici frutti a vantaggio dellasocietà, quasi novella “pesca miraco-losa” della quale si sente forte ilbisogno.Famiglia, matrimonio, amore, dona-zione, sono termini che s’intreccianonella rete della comunicazione fami-liare e rinsaldano i legami di unionee di fedeltà che non può essere atempo, ma una volta concessa restaduratura, imprime un carattere, ediventa “sacramento”.Alla radice delle problematichecomuni sulla famiglia, si constatanodiversi elementi di debolezza: lascarsa preparazione alla vita matri-moniale; l’assenza quasi totale diformazione nel diventare genitori,nell’accettazione ad essere disponi-bili all’apertura della vita nascente,nella trascuratezza della trasmissio-ne della fede; la scarsità di posti dilavoro; la mancanza di strutturesociali a sostegno alla famiglia: la
scuola, la sanità, i mezzi di trasportoe l’accesso a strutture sportive, edu-cative e culturali.Il crescente numero di convivenze,l’instabilità delle relazioni coniugali,il dilagante fenomeno dei divorzi edei secondi matrimoni, la perditadella coscienza del dovere educativodei genitori verso i figli e la dimenti-canza della cura degli anziani sonotutti fattori che rendono la societàfamiliare “liquida” e instabile.L’assemblea sinodale è impegnata arilanciare l’annuncio della bellezza,della bontà e della verità della fami-glia, composta da un uomo e unadonna, aperta all’accoglienza dellavita e al servizio dei più deboli. Lecaratteristiche di una vera famigliacristiana sono ben definite. Occorro-no maggiori testimonianze, perché sipossa “imparare vedendo e vedendofare”, vivendo in pienezza lo spiritodel servizio, che incarna la capacitàdi curare la fragilità dell’altro attra-verso una concreta prossimità.Il cadere e rialzarsi è la potenzaattrattiva della famiglia cristiana, laquale cresce non attraverso uno steri-le proselitismo, ma attraverso unaforza di attrazione che deriva dalconstatare come le sofferenze quoti-diane della famiglia sono una grandetestimonianza di amore e di speranzadi salvezza, rafforzando il principioche la cultura del definitivo è moltopiù vera e più gratificante rispettoalla cultura del provvisorio.L’imminenza del Giubileo straordi-nario, conferirà al Sinodo “una par-
ticolare luce e un preciso orienta-
mento”, avendo la “misericordia”come “architrave che sorregge la vitadella Chiesa”.
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(continua da pag. 1)
UNA NUOVA...
Anche quest’anno giorno 9
ottobre alle ore 21, presso
i locali del P.I.M.E (Pontificio Istituto
Missioni Estere) è ripartito l’Itinerario
di Vocazione all’Amore (IVA), ossia il
percorso dedicato a tutte le coppie di
fidanzati che desiderano intraprendere
o continuare il loro cammino cristiano
di vocazione all’amore umano e divino.
L’invito è rivolto, in modo particolare,
alle coppie di fidanzati che non hanno
deciso la data del matrimonio e che
desiderano vivere il tempo del proprio
fidanzamento nella grazia di Dio, in un
contesto in cui ci si relaziona e si inte-
ragisce con altre coppie al punto da
diventare una piccola comunità. Il cam-
mino ha una durata ciclica di tre anni,
prevede incontri quindicinali ed ogni
anno è rappresentato da un’icona bibli-
ca che lo accompagna (i discepoli di
Emmaus; l’incontro di Gesù con la
donna samaritana e le nozze di Cana).
Quest’anno che è il secondo dell’itine-
rario, l’icona biblica di riferimento è
costituita dall’incontro di Gesù con la
donna samaritana al pozzo di Giacobbe
(Gv 4, 1-26). Le tematiche che si svi-
lupperanno verteranno principalmente
sull’aspetto della responsabilità nel
rapporto di coppia (comunicazione
nella coppia, litigio di coppia, gestione
del tempo libero, sessualità nella cop-
pia, castità, ecc): dal superamento del-
la fase dell’innamoramento per giun-
gere alla fase successiva di un amore
maturo costituito non più su ciò che i
due si attendono o idealizzano ma sul
dono totale e sincero di sé. I fidanzati
che si sono aperti all’intervento di Dio
si mettono in dialogo con Lui aprendo il
loro cuore e collaborando al Suo pro-
getto d’amore. Il dialogo tra Gesù e la
donna samaritana vuole rappresentare il
dialogo che il Signore vuole intrapren-
dere con ogni coppia. Solo quando si
scopre che la sorgente dell’amore è Dio,
ci si salva; solo dialogando con Lui e
mettendosi in ascolto della Sua Parola,
la coppia sarà in grado di dare fonda-
menta solide all’amore umano. Nella
vocazione Dio ci chiama e ci conduce
sulla strada che ha pensato per noi fin
dall’eternità… non sempre da subito
così chiara. A volte essa richiede una
fase di discernimento profondo che
merita di essere accompagnata e curata.
Attraverso dinamiche di
gruppo, conversazioni
guidate, momenti di
confronto e testimonian-
ze, l’itinerario affronta
le problematiche ineren-
ti alla vita di coppia ispi-
randosi a fondamenti
antropologici, psicologi-
ci e teologici che consen-
tono ai fidanzati di per-
correre le tre fasi del
fidanzamento: “crescita,
responsabilità e grazia”
proposte dal Direttorio
di Pastorale familiare (Cfr. n. 41-48). La
presenza costante e attiva dell’equipe
formata da p. Salvatore Bucolo, assi-
stente spirituale del percorso e da sei
coppie, tra cui il diacono Mimmo
Carulli e la moglie Anna, accompagne-
rà tale cammino. Oggi l’amore di cop-
pia è vissuto, molto spesso, come un
affare privato che riguarda solo i due
interessati. In tal modo il tempo del
“fidanzamento” rischia di essere visto
semplicemente come una fase di pas-
saggio (kronos) senza un suo preciso
significato.. e… se tutto va bene, si arri-
va al matrimonio dopo diversi anni di
cammino “amoroso”. Questo periodo
vissuto dalla coppia, deve, invece, esse-
re considerato un importante, anzi, un
indispensabile tirocinio
per una maturazione spiri-
tuale del rapporto affetti-
vo, nonché per il discerni-
mento sulla propria voca-
zione e sulla scelta del
partner. Il fidanzamento
si presenta, pertanto,
come un tempo di grazia
(kairos), dono di Dio alla
coppia, che trae forza dal
battesimo e dalla stessa
vocazione coniugale che
attende di essere concre-
tizzata. Tale per-corso
dona ai fidanzati la possibilità di forti-
ficarsi nelle difficoltà poiché consente
loro di conoscersi meglio, sia singolar-
mente che come coppia, nella traspa-
renza, arricchendo l’altro di tutta “la
bellezza” che ognuno porta dentro sé
fin dalla nascita. Le coppie vengono
“educate” a comprendere che l’amore
che nutrono l’uno per l’altra non è un
affare privato da tenere solo per sé, ma
un dono da riversare ad altre coppie, una
vera forza, che col sacramento del
matrimonio, sarà chiamato a divenire
«viva immagine e storica ripresenta-
zione dello stesso amore che Cristo
Sposo nutre per la Chiesa Sua sposa»
(Familiaris Consortio n. 49). Questo
non è senz’altro un terreno facile, poi-
ché molti giovani hanno paura di esse-
re se stessi mostrando agli altri la pro-
pria personalità e le proprie fragilità.
Dio, tuttavia, ci insegna che soltanto la
verità rende l’uomo libero e attende con
misericordia il momento in cui la cop-
pia sarà disposta a dialogare con Lui. In
tempi difficili come quelli che viviamo
occorre salvaguardare la coppia che
porta in germe la sacramentalità del
matrimonio, per far sì che sin dal suo
sorgere sia consapevole della straordi-
naria chiamata e del “dono grande” che
ha ricevuto.
Rossella e Nino Cutuli
Nel cuore del Sinodo sulla
famiglia e in occasione
della Giornata Mondiale delle Missio-
ni, la solenne cerimonia di
canonizzazione dei coniugi
Louis Martin e Zelie Guerin,
genitori di Santa Teresina
del Bambin Gesù, suora del
Carmelo di Lisieux, dottore
della Chiesa e patrona delle
Missioni, diventa una visibi-
le testimonianza che la fami-
glia è veramente luogo e
spazio di santità.
Louis e Zelie sono santi in
quanto sposi. Santi perché
hanno vissuto la pienezza
dell’Amore nel loro amore
di coppia e di genitori. Prima di cono-
scersi entrambi desideravano la santità
ed una vita totalmente donata al Signo-
re. La vita matrimoniale era perciò
sembrata inizialmente un ripiego. Inve-
ce hanno cominciato a sperimentare
come anche nel matrimonio ci si pote-
va mettere in cammino per una perfe-
zione dell’amore, pur nella quotidiani-
tà dell’ordinario.
Pur vivendo nella Francia laicizzata
della seconda metà dell’800, essi hanno
affrontato tutto sotto lo sguardo di Dio,
mettendo Gesù Cristo al primo posto in
ogni situazione: nei momenti felici,
nelle difficoltà di coppia ed anche nei
molti lutti da cui sono stati colpiti.
Quattro dei loro nove figli sono morti
piccoli e Zelie stessa, dopo 19 anni di
matrimonio si è ammalata di tumore e
poco dopo è morta.
Louis da allora si è completamente
dedicato alle cinque figlie lasciando
anche il lavoro. Lo sguardo sempre
rivolto a Gesù Cristo è stato il timone
nelle sue scelte concrete e nel suo stile
educativo anche nel corso della malat-
tia che lo ha colpito alla fine della sua
vita.
Oggi i nuovi santi Louis e Zelie come
già la coppia dei coniugi Beltrame
Quattrocchi il 21 canonizzati nell’otto-
bre del 2001, annunciano che la santità
è possibile attraverso la grazia del
Sacramento del Matrimonio; non c’è
bisogno di miracoli eclatanti o di spiri-
tualità originali e
carismatiche, ma
bisogna vivere l’a-
more in famiglia con
dedizione e tenerez-
za, rimboccandosi le
maniche e sapendo
ricominciare ogni
giorno, fedeli nel-
l’affidarsi a Dio in
ogni circostanza.
La testimonianza di
S. Teresa di Lisieux,
la quale riconosce
come la sua “piccola via”, che l’è valso
il titolo di doctor caritatis, l’abbia
cominciata a imparare in famiglia, a
quella scuola dell’amore umile dei
genitori, ha consentito di far luce sulla
vita nascosta e umile di mamma e
papà, modello ed esempio di santità
nella vita familiare.
L’esposizione delle reliquie di Santa
Teresa del Bambino Gesù e dei suoi
genitori, i Beati Zélie e Louis Martin,
come pure quelle dei beati coniugi Lui-
gi e Maria Beltrame Quattrocchi diven-
tano segni eloquenti di devozione e di
presenza spirituale che unisce la Chie-
sa terrena a quella celeste.
La scelta del Santo Padre ha come
principale scopo quello di mostrare la
bellezza della famiglia, la sua forza
costruttrice di amore e di santità.
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Prospettive - 18 ottobre 2015 3
Il Fidanzamento Tempo di Graziae di Crescita nella Responsabilità
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Itinerario di Vocazione all’Amore
Santità formato famiglia
Un lungo e fragoroso
applauso ha salutato la
notizia della nomina di Mons. Carmelo
Cuttitta a Vescovo della Diocesi di
Ragusa. L’annunzio è stato dato dal
Card. Paolo Romeo, che in una sala
Filangeri particolarmente gremita da
presbiteri, diaconi e rappresentanti del
popolo di Dio, non è riuscito a trattene-
re la sua emozione.
“Sono molteplici e variegati i senti-
menti che albergano nel mio cuore di
Padre e Pastore di questa santa Chiesa
di Palermo nel rendere pubblica la noti-
zia che il Santo Padre Francesco ha
deciso di confidarne il governo pasto-
rale a Mons. Carmelo Cuttitta, finora
Vescovo titolare di Novi e Ausiliare di
Palermo”.
Mons. Cuttitta succede a Mons. Mons.
Paolo Urso, che negli ultimi 13 anni ha
guidato i destini spirituali della Dioce-
si di Ragusa.
“Non si può nascondere che c’è anche
una certa mestizia velata dal dolore nel
prendere coscienza che questa nuova
designazione farà vivere ancora una
volta al nostro caro don Carmelo, quan-
to Dio indicò ad Abramo: “Esci dalla
tua terra e va dove io ti indicherò”.
Ragusa è la terra che il Signore Ti indi-
ca come Tua ed i suoi abitanti sono il
Tuo popolo. Mestizia e dolore che cia-
scuno di noi sentirà in ragione dei rap-
porti che, attraverso il ministero, abbia-
mo intessuto con don Carmelo, ma
permettetemi di dire, che per me sono
molto intensi e profondi”. Poi rivolgen-
dosi al Vescovo eletto di
Ragusa ha detto: “Da
parte mia, con immensa
gratitudine per tutti i
tuoi sacrifici e la tua
dedizione nell’aiutarmi
a governare questa ama-
ta e santa Chiesa di
Palermo, Ti accompa-
gnerò sempre da vicino
con grande affetto e sin-
cera riconoscenza”.
Mons. Cuttitta prima
del suo insediamento a
Ragusa, il prossimo 21 ottobre in occa-
sione della Memoria liturgica del Bea-
to padre Pino Puglisi, presiederà l’Eu-
caristia in Cattedrale alle ore 18.
“Voglio ringraziare il Signore che mi ha
dato tanti segni di amore e di predile-
zione – ha detto Mons. Cuttitta – e sono
onorato di avere servito questa Comu-
nità diocesana di Palermo. Porto con me
un bagaglio di esperienza che ho matu-
rato, prima con padre Pino Puglisi che
mi è stato d’esempio e per essere come
lui evangelizzatore e testimone della
Fede. Alla mia nuova Comunità di
Ragusa ho espresso il mio saluto e
sono ormai proiettato a rendere un ser-
vizio in una Chiesa che so essere molto
vivace, impegnata e ricca dal punto di
vista delle potenzialità umane e cristia-
ne”.
Pino Grasso
I cristiani un popolo sempre in cammino
Il 18 ottobre la canonizzazione dei genitori di Santa Teresa di Lisieux
Mons. Cuttitta nominato Vescovo della Diocesi di Ragusa
Dicle Deli, Basak SidarÇevik, Umut Tan,
Gözde Arslan, Seyhan Yaylagül,Kasm Otur, Sezen Vurmaz, MaryenBulut, Ibrahim e Veysel Atilgan, Yil-maz e Gülhan Elmascan. Sguardi,sorrisi, volti. Storie ed immagini divite recise da un sordo boato di vio-lenza, quello delle due esplosioniche, pochi giorni fa, hanno trasfor-mato una manifestazione per la pacein una strage. Questi sono solo alcu-ni dei nomi delle oltre 97 vittime(l’attuale bilancio dichiarato uffi-cialmente dal governo turco), a cuisi devono aggiungere oltre 240 feri-ti, la maggior parte molto gravi. Lamanifestazione è stata organizzata epromossa dalla Kesk, confederazio-ne dei dipendenti del settore pubbli-co, dalla Disk, confederazione deisindacati rivoluzionari dei lavorato-ri, dall’unione degli architetti e inge-gneri turchi, da gruppi dell’opposi-zione e curdi moderati dell’Hdp, perchiedere la pace e la cessazione diogni forma di violenza e degli scon-
tri tra governo e curdi del Pkk.I manifestanti, tra cui tantissimi stu-denti e lavoratori, ma anche parec-chi bambini, avevano appena inizia-to a danzare e scandire i propri slo-gan, quando l’ingente corteo è statocolpito da due esplosioni ad opera dialtrettanti kamikaze, davanti la sta-zione di Ankara. Al boato ed al fumodelle esplosioni sono subentrati urlae gemiti di dolore, confusi ed offu-scati dagli spari e dai lacrimogenidella polizia, che ha cercato di dis-perdere i manifestanti dopo l’attaccoricevuto ad una vettura: immediatala denuncia da parte di alcuni oppo-sitori contro il governo per averattaccato i soccorritori e dunqueaver impedito le prime cure ai feriti.La violenza delle due esplosioni hagenerato altrettante manifestazionidi morte ai danni di civili: due bam-bini, rispettivamente di 3 e 12 anni,hanno perso la vita a causa di proiet-tili volanti.L’attentato non è ancora stato riven-dicato, anche se, come affermato
dallo stesso Ahmet Davutoglu, pri-mo ministro turco, tutti gli indizisembrerebbero ricondurlo ad unamatrice terroristica facente capoall’Isis, per mettere in atto una stra-tegia di terrore in vista delle prossi-me elezioni che si svolgeranno ilprimo novembre. Proseguono leindagini e dai dati raccolti sulla sce-na della strage si evince che i kami-
kaze fossero due uomini. Numerosele reazioni in tutto il Paese dopo iterribili fatti. Molte le contestazionicontro il governo, con lanci dioggetti ai danni dei ministri recatisisul luogo della strage ed una mani-festazione ad Istanbul, sotto la stret-ta vigilanza della polizia in tenutaantisommossa. Dopo la proclama-zione, da parte del governo, di tre
giorni di lutto nazionale e l’invito adappendere in casa e nei luoghi dilavoro drappi neri, anche uno scio-pero generale indetto da sindacati edorganizzazioni dei lavoratori, permanifesterare cordoglio alle vittime,sospendendo le attività quotidiane epartecipando alle numerose manife-stazioni.Lo straziante urlo di dolore per laperdita di vite ed il silenzio assor-dante di parole che non riescono adesprimersi di fronte a così tanta vio-lenza e morte. Una marcia per lapace in pochi secondi è stata trasfor-mata in un campo di guerra, descrit-to e documentato dalle crude e fortiimmagini riprese da chi ne è statotestimone ed è riuscito a salvarsi:bandiere e striscioni intrisi di sangueinnocente e riversati sui corpi di chiè colpevole solo di aver manifestatola propria opinione, credendo in unmondo migliore in cui la guerra e laviolenza siano del tutto bandite.
Berenice
In gita con la parrocchiasita nella collina Monte-
vergine e dedicata all’Immacolata aiMinoritelli. L’escursione ha comedestinazione Montalbano Elicona,uno dei borghi medievali più bellid’Italia e situato in territorio nebroi-deo a 900 mt sul livello del mare. Latemperatura sul posto è decisamenteautunnale e ad accoglierci provvedeuna precipitazione piovosa tipica deiclimi montani nel mese di ottobre. Ilcielo plumbeo e i vapori umidi cherendono l’aria sfumata e densa con-feriscono a quel luogo un alcunchédi magico. Le vetuste abitazioni, icortili, i porticati e le numerose chie-se in stile romanico ti danno la sen-sazione di aver fatto un viaggio aritroso nel tempo. Un paese che inpassato vantava una roccaforte arabacon la cultura islamica dominante eche in seguito si veste di edifici vota-ti al culto cattolico cristiano perrispondere alla paura generata dal-l’Inquisizione. Lì le pietre ti raccon-tano di Arnaldo da Villanova, ilmedico astrologo e alchimista e ilsuo rapporto con i megaliti dell’Ar-gimusco. Cosa è l’Argimusco?Potremmo dire una sorta di Stonhen-ge siciliana, un promontorio rocciosoche nei secoli passati svolgeva lafunzione probabile di osservatorioastronomico. Dal castello, che comeun’aquila vigila e sovrasta la comu-nità urbana, agli insoliti megaliti,pare che ci sia un legame arcano esottile che regge la trama della storialocale e soprattutto del periodo cheinteressa la presenza angioina e poiaragonese in Sicilia.È stata una donna a raccontarmi unatranche di questo vissuto siciliano.L’ho incontrata nel vasto maniero delpaese, era vestita con una tunica dirozza lana e a prima vista, l’avreipotuta scambiare per una mendican-te, ma nel suo atteggiamento e nei
suoi occhi traluceva una dignità euna fierezza pari solo a quelle di unaregina. Si muoveva tra le sale delcastello come se queste fossero state
a lei familiari e mi invita a sostarenella cappella dove la tradizionepone il sacello del medico Arnaldo.“Verum sine mendacio illud quod est
superius, videtur etiam, sicut quod
est inferius, et e contra, id quod vide-
tur esse inferius, et apparet supe-
rius”.
Con voce angelica si esprime in que-sta frase sibillina che traduco pres-sappoco cosi: “Verità senza menzo-gna, quello che appare in cielo staanche in terra e al contrario quelloche sta in terra è anche in cielo”. Esi-ste un rapporto speculare tra levicende della terra e quelle degliastri. Mi pare che in preghiera si dica
quello che si lega in terra lo si lega incielo e quello che si scioglie in terralo si scioglie in cielo. Invito quellamisteriosa interlocutrice a parlare e
lei con mistica vocecosì si esprime:<<Sono vissuta inquesta terra di Siciliafin dalla mia giovaneetà anche se Napolimi diede i natali nel1289, ottogenita diCarlo II d’Angiò re diSicilia e di Margheri-ta d’Ungheria. La miafamiglia simpatizzavacon fervore per l’or-dine francescano, miozio Luigi IX di Fran-cia era protettore del-l’ordine Terziario emio fratello Lodovi-co, vescovo di Tolosaera rapito dal mistici-smo francescano.Le mie nipoti Costan-za e Bianca e miafiglia Caterina vesti-rono l’abito da reli-giose nel Monasterodelle Clarisse a Mes-sina. Il mio nome è
Eleonora d’Angiò>>.Lei è la regina, sposa di Federico III
d’Aragona che è sepolta nella chie-
sa San Francesco all’Immacolata a
Catania?
<<Affermativo! Sono qui perchéquesti luoghi mi ricordano la miagiovinezza e la mia missione in que-sta terra benedetta>>.Perché ha scelto di vivere a Montal-
bano e non in una dimora in città
come Catania, Messina o Palermo?
<<Questa era la via Francigena dellaSicilia che metteva in comunicazionele coste nord-orientali dell’isola conl’interno. Inoltra da Palermo pergiungere a Messina bisognava per
necessità inerpicarsi fino all’Argi-musco e poi scendere verso Tinda-ri>>.Maestà, mi parli del suo operato e
inoltre mi chiedo perché indossa
abiti così dimessi, essendo stata una
sovrana?
<<Il mio operato è stato caratterizza-to da un’intensa azione diplomaticavolta a mediare situazioni sociali dif-ficili tra la Corona e il popolo e ilPapa. Divenni signora di diversi feu-di in Sicilia e li ho amministrato consaggezza e rispetto per la gente delposto. Ho sollecitato mio marito ,Federico III, a fondare una scuoladove fosse consentito il libero acces-so alle bambine per l’adeguata istru-zione, provvedimento alquanto raroin un periodo in cui solo il sessomaschile poteva godere di certi privi-legi. In politica estera ho avviato del-le trattative di pace con la casata dal-la quale provengo, per lenire le sof-ferenze di una logorante guerragenerata dal Vespro e che prendenome come “Guerra dei Novant’an-ni”. Ti sembrerà strano, ma gli ori e ifasti della vita di corte non mi hannomai allettato. Ho avuto invece unagrande attrazione per la vita monasti-ca, ecco perché il mio abito e la miascelta, rimasta vedova, di vivere aStella Aragona in territorio di Bel-passo, vicino il Monastero dei bene-dettini di Nicolosi>>.Che donna straordinaria! Ha cono-
sciuto a Montalbano il medico
alchimista e astrologo Arnaldo da
Villanova?
<<È stato il mio maestro, la mia gui-da spirituale, in lui ho sempre trova-to la risposta giusta ai problemi e allesituazioni difficili. Arnaldo viveval’Argimusco come luogo di medita-zione e di cure per il beneficio appor-tato dalle acque che lì vi scorrevanoe che hanno aiutato lo stato di salutedel mio sposo>>.
Dal medico Arnaldo avrà imparato
a leggere le stelle?
<<Voi cittadini del XXI secolo viscandalizzate per la conoscenzaastrologica legata alla medicina,all’alchimia e alla teologia. Antica-mente il sapere non era frammenta-rio, ma viveva in una cosmica uni-tà>>.Negli ultimi anni della sua vita lei
scelse di vivere in territorio catane-
se?
<<Feci costruire delle case semplicicon giardino e cisterna per le esigen-ze idriche dei contadini in territoriodi Belpasso e lì vestendo l’abitomonacale trascorsi i miei anni, con ilconforto dei benedettini il cui mona-stero visitavo frequentemente e sulquale ho esteso il mio protettora-to>>.Lei è sepolta a Catania.<<Riposo accanto mio marito neldolce sonno confortata dalla paceche mi può dare solo Dio>>.
Stefania Bonifacio
Prospettive - 18 ottobre 20154
PRIMOPIANO
L’assordante boato della violenza
Turchia, Ankara: manifestazione per la pace trasformata in strage
Una vita tra diplomazia e preghieraIndietro nel tempo intervistando Eleonora d’Angiò
Matrimonio di Federico III e Eleonora d’Angiò
“Gli ori e i fasti
della vita di corte non
mi hanno mai allettato.
Ho avuto invece una
grande attrazione per
la vita monastica, ecco
perché, rimasta vedova,
ho scelto di vivere
a Stella Aragona in
territorio di Belpasso,
vicino il Monastero
dei benedettini
di Nicolosi”
l’intervista
Carità, accoglienza sani-taria e spirito missiona-
rio nel volontariato cristiano. Senzadimenticare il problema della malnu-trizione, dell’accesso all’acqua neipaesi sottosviluppati e il ruolo dellacooperazione in ambito internaziona-le. Questi i temi al centro del conve-gno promosso dal PIME (PontificioIstituto Missioni Estere) “Il volonta-
rio un’emergenza del XXI secolo:
aspettando il giorno in cui il mondo
sarà più giusto ho deciso di non
aspettare” che si è tenuto, sabato 10ottobre, al Policlinico di Catania, allapresenza di 150 studenti di Medicina,medici, infermieri e personale inambito sanitario. I saluti istituzionalisono stati affidati al Prof. Salvatore
Costa, medico chirurgo presso l’A-zienda Ospedaliero-Universitaria“Policlinico-Vittorio Emanuele” diCatania Presidio “Gaspare Rodoli-co”, a nome del Rettore dell’Univer-sità di Catania, Giacomo Pignataro e aMons. Salvatore Genchi, VicarioGenerale dell’Arcidiocesi di Catania,che ha portato i saluti dell’Arcvesco-vo Mons. Salvatore Gristina. L’in-contro è stato moderato da padre Sal-
vatore Cardile missionario del Pime.Padre Costanzo Donegana, teologo emissionario PIME, ha aperto gli inter-venti in programma con una relazionebiblico-teologica dal titolo “Gesù
Volontario”. Il sacerdote ha tracciatouna sorta di decalogo del volontario.Questo il profilo ideale in Cristo: haun progetto chiaro, è sempre con glialtri, si fa povero tra i poveri comeGesù, ascolta le sofferenze altrui, por-ta avanti il suo progetto senza stru-mentalizzazioni rimanendo libero.Come Gesù privilegia l’essere rispet-to all’apparire: “I frutti esistono per-
ché c’è l’albero, prima di dover fare
qualcosa dobbiamo avere coscienza
di ciò che andremo a fare, in seguito si
compiranno le opere” ha concluso ilmissionario.Il secondo intervento in scaletta “Il
Volontariato con carità: vita nelle
missioni” è stato a cura di Lino Mar-
chisio, presidente Associazione Cot-tolengo e don Eugenio Cavallo, mis-sionario cottolenghino. Entrambihanno sottolineato la “gratuità e la
bellezza del volontariato” valoriche fanno bene al cuore e portano‘fede e carità’ laddove regnano sof-ferenza e dolore. A conclusionedell’intervento, è stato spiegato airagazzi come si svolge la vita in unospedale di missione. Tra i relatorianche Padre Mario Torracca,direttore dell’Ufficio Diocesano
per la Pastorale della Salute, cheha promosso un intervento su“Povertà e Sofferenza tra noi”.
Una testimonianza diretta da chi 30anni fa, al pari degli studenti pre-senti nell’aula Pero, studiava medi-cina, diventando cardiologo primae poi sacerdote che ha deciso di sta-re accanto ai malati. Questa la suamissione, come ha raccontato donMario: “Nel sofferente ho incontrato
Cristo: da lì è nata la vocazione al
sacerdozio e adesso la mia missione è
di portare loro speranza e carità”.
Attraverso delle slides, poi, hamostrato ai presenti come nel Vange-lo vi è una cura particolare verso ilmalato: dal Cieco di Gerico all’Emor-roissa passando per la parabola delBuon Samaritano. Infine, ha ricorda-to come nel documento proposto dal-la Commissione Episcopale per il ser-
vizio della carità del 2014 ‘La carità
farmaco contro l’acquiescenza e l’a-
patia spirituale’ sono contenute alcu-
ne indicazioni pastorali. Nel quartointervento in scaletta il Dott. Salva-
tore Guarnera, cardiologo e volon-tario, in rappresentanza della Caritas
Diocesana, ha proposto un contributosu “Immigrazione e accoglienza
sanitaria” in Caritas. Due i punti evi-denziati: a partire dall’esperienza per-sonale di medico che ha deciso disvolgere volontariato insieme ad altricolleghi alla mensa dell’Help Center:“Grazie ad un sacerdote che in un
momento della mia vita mi
ha proposto di fare un’e-
sperienza caritatevole di
volontariato, oggi, mi
ritrovo ad essere volonta-
rio alla mensa dell’Help
Center accanto alla Sta-
zione Centrale. Piano pia-
no, poi, coinvolgendo altri
amici e colleghi, si è for-
mato un gruppo che tutte le
settimane, il sabato, cuci-
na e serve la cena ai biso-
gnosi della città. Natural-
mente grazie a Don Piero
Galvano e a Salvo Pappa-
lardo che hanno permesso tutto ciò”.
L’altro aspetto importante dell’inter-vento ha riguardato il progetto di
avviare una rete di accoglienza sani-taria per migranti ed indigenti che nonpossono usufruire delle cure medichedi base. “Come medico mi sono
domandato cosa potessi fare per chi
soffre, per chi non ha la possibilità di
accedere alle cure essenziali. Da que-
sta domanda è nata l’idea di creare un
Centro di Ascolto Sanitario, che
dovrebbe sorgere nei nuovi locali del-
l’Help Center in fase di ristruttura-
zione”. Un progetto sostenuto dal
direttore don Piero Galvano e chegarantirebbe anche l’accesso a curespecialistiche con il contribuito deimedici volontari della rete.Enrico Ferro, pediatra e presidentedell’Associazione Amici delle Missio-ni, invece ha proposto un focus su“Malnutrizione e carenza d’acqua
nelle missioni: quali conseguenze?”.In particolare si è soffermato sull’espe-rienza di medico in Guinea Bissau, suldramma della fame e delle malattie checolpisce purtroppo i bambini e i sog-getti più vulnerabili, come le donne. Sistima che nel mondo sono 161 milionii bimbi che soffrono di malnutrizionecronica mentre circa l’88,4% dellapopolazione in Africa non ha ancoraaccesso all’acqua potabile. L’ultimo
contribuito è stato fornito da ValeriaRossi, direttrice Cope su “Coopera-
zione, sviluppo e volontariato inter-
nazionale”. L’Organizzazione nonGovernativa (O.N.G.) CO.P.E. –Cooperazione Paesi Emergenti è unorganismo senza fini di lucro e divolontariato internazionale nato aCatania nel 1983, federato alla“FOCSIV – Volontari nel Mondo”(Federazione Organismi Cristiani diServizio Internazionale Volontario).Dal 1988 il CO.P.E. è riconosciutoidoneo dal Ministero degli AffariEsteri Italiano a svolgere attività diCooperazione internazionale e diEducazione allo Sviluppo. Ad oggisvolge progetti umanitari in Africa(Tanzania e Guinea Bissau) Mada-gascar e altri paesi in via di svilup-po.
Il seminario, oltre a promuovere e sen-sibilizzare il volontariato tra gli stu-denti di Medicina, ha segnato, inoltre,l’inizio di una collaborazione tra lesette associazioni al fine di intrapren-dere in Diocesi un percorso comune esolidale ‘dalla parte dei poveri’ comerecita il tema scelto da Papa Francescoper la Giornata Mondiale Missionaria2015.
F.C.
Dal Mar Mediter-raneo fino a
Genova passando per Catania. Èla storia di Najwa, 25 anni pro-veniente dalla Tunisia e della suabambina di quasi un anno chenei ‘Gruppi Appartamento’della Caritas Diocesana ha tro-vato più di una famiglia. È arri-vata in Sicilia via mare, cometanti migranti, in mano solo unpezzo di carta provvisorio e unafiglia in attesa. Poi lo sbarco aCatania con la separazione dal marito,costretto per lavoro a lasciare la Siciliaalla volta del capoluogo ligure. L’arrivonel novembre scorso presso il centro diaccoglienza della Caritas ha rappre-sentato per lei un’alternativa concretaalla strada e l’inizio di un nuovo per-corso di vita. La donna è stata seguitadall’assistente sociale della Caritas, laDott.ssa Valentina Calì, la neonata assi-stita dai pediatri che collaborano con laCaritas. Concluso l’iter burocratico perottenere il passaporto è stata facilitatanel ricongiungimento familiare avve-nuto nelle settimane scorse. Il CentroAscolto della Caritas lavorando in retecon i servizi sociali di Genova è riusci-
to anche ad ottenere un posto in un asi-lo nido per la figlia cosi da permettere aNajwa di iniziare un nuovo lavoro eritornare a vivere con il marito. Una sto-ria a lieto fine, al pari di altre donneaccolte in questi mesi, che in seguito aviolenze domestiche, a causa di unosfratto, o per mancanza di lavoro si sonoritrovate senza un tetto.Najwa ha espresso gratitudine per ciòche si è realizzato a beneficio della pro-pria vita e per la figlia: “Ringrazio la
Caritas di Catania per il periodo di
ospitalità e per avermi fatto sentire in
famiglia”.
Il tutto è stato possibile grazie al ‘‘Pro-
getto Policlinico’ realizzato con i fondi
Cei 8xMille e alladisponibilità dell’A-
zienda Ospedaliera
Policlinico-Vittorio
Emanuele di Cataniache ha concesso incomodato d’uso gra-tuito due apparta-menti per l’acco-glienza delle ragazzimadri e per donneche versano in condi-zioni di particolare
disagio economico, morale e socialecon figli a carico. Va sottolineato comele persone assistite sono esenti da qual-siasi spesa legata alla quotidianitàfamiliare.“Le donne vengono aiutate a ricostrui-
re la propria vita – ha spiegato l’assi-stente sociale Caritas - per ritrovare
autonomia e dignità: si prendono cura
della casa, dei figli e socializzano con le
altre mamme. Soprattutto le aiutiamo
nel recuperare quella forza interiore
che non credevano di avere, indispen-
sabile per rendersi autonome”. Nel-l’ultimo anno sono state accolte 14 don-ne con 16 minori.
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Prospettive - 18 ottobre 2015 5
PRIMOPIANO
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Najwa: dalla Tunisia a Genovapassando per la Caritas di Catania
Dalla partedel sofferentee del bisognoso
Dal 2014 attivo in Caritas un Gruppo Appartamento per ragazzemadri e donne con minori
Al Policlinico un convegno sul volontariato con il contribuito di sette associazioni
Ai Rev.di Presbiteri dell’Arcidiocesi
Carissimi,Nella Bolla di indizione del GiubileoStraordinario della Misericordia(Misericordiae Vultus), Papa France-sco comunica l’intenzione di inviarei Missionari della Misericordiadescrivendone caratteristiche e com-piti (n° 18).In una pubblicazione ricevuta dalPontificio Consiglio per la Promo-zione della Nuova Evangelizzazionevengono riprese tali indicazioni delPapa ed è pure descritto l’iter perdiventare Missionari della Miseri-cordia.Invio la pagina relativa e l’affidoall’attenta considerazione di ciascu-no. Da parte mia e per quanto di miacompetenza, sarò lieto di favorireogni richiesta di ministero e di acco-glienza.Accompagniamo con la preghiera iMissionari della Misericordia affin-ché la loro opera corrisponda in pie-no ai desideri del Papa e sia ricca dibene per i fedeli.A tutti un cordiale saluto.
@ Salvatore, Arcivescovo
I Missionari della MisericordiaI Missionari della Misericordia sonobravi sacerdoti, pazienti, capaci dicomprendere i limiti degli nomini,ma pronti ad esprimere l’afflato delbuon Pastore nella loro missione dipredicare e confessare.Il loro ministero si svolgerà princi-palmente durante la Quaresima, mail loro servizio potrà essere richiestoper la durata del Giubileo. Essisaranno inviati da Papa Francesco ilMercoledì delle ceneri, con unacelebrazione nella Basilica di SanPietro.Le caratteristiche dei Missionaridella Misericordia sono descrittenella bolla Misericordiae Vultus, aln. 18. In particolare, i Missionaridovranno essere:a. Segno vivo di come il Padre acco-glie quanti sono in cerca del suoperdono.
b. Artefici presso tutti, nessunoescluso, di un incontro carico diumanità, sorgente di liberazione, ric-co di responsabilità per superare gliostacoli e riprendere la vita nuovadel Battesimo.c. Guidati dalle parole “Dio ha rin-chiuso tutti nella disobbedienza, peressere misericordioso verso tutti”(Rm 11,32).d. Predicatori convincenti dellaMisericordia.e. Annunciatori della gioia del per-dono.f. Confessori accoglienti, amorevoli,compassionevoli e attenti special-mente alle difficili situazioni dellasingole persone.
Le funzioni dei Missionari. I Mis-sionari saranno invitati dai singoliVescovi Diocesani all’interno delloro Paese, per animare missioni alpopolo o iniziative specifiche legateal Giubileo, con particolare riferi-mento alla celebrazione del sacra-mento della Riconciliazione. Il San-to Padre, infatti, conferirà lorol’autorità di perdonare anche ipeccati riservati alla Sede Aposto-lica.I Vescovi, attraverso l’area riserva-ta del sito web del Giubileo (vedipagina 9) potranno avere accessoall’elenco dei Missionari disponibili,raggruppati per Paese e per lingua, equindi contattarli direttamente perinvitarli alla missione nella propriaDiocesi.
Diventare Missionari della Miseri-cordiaLa selezione dei candidati Missiona-ri da presentare al Santo Padre, perl’invio nel giorno del Mercoledì del-le ceneri, è riservata al PontificioConsiglio per la Promozione dellaNuova Evangelizzazione. I sacerdotiche desiderano impegnarsi in questospeciale servizio - che li terrà impe-gnati solo per i giorni destinati all’i-niziativa organizzata dalla Diocesi odalla Parrocchia che li inviterà - pos-sono inviare la propria candidaturatramite l’apposito modulo “DiventaMissionario”, disponibile sul sitoweb ufficiale del Giubileo(www.im.va). La selezione dei Mis-sionari, comunque, avverrà di con-certo con i rispettivi Ordinari eSuperiori degli Ordini religiosi. Per-tanto, ogni Missionario dovrà avereuna lettera di presentazione da partedel proprio Ordinario Diocesano, odel Superiore della Provincia diappartenenza, in cui si attesta l’ido-neità del sacerdote a svolgere questoministero.Il Pontificio Consiglio per la Promo-zione della Nuova Evangelizzazioneavrà cura di permettere a tutti i Mis-sionari selezionati di partecipare allacelebrazione del Mercoledì delleceneri, nella quale il Santo Padreconferirà loro lo speciale mandato,anche aiutando ad affrontare le spe-se di viaggio per quelli che ne aves-sero bisogno.
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Lunedì 19•• Ore 10.00 Maletto, parrocchia
SS., Cuori di Gesù e Maria: Visi-
ta pastorale.
•• Ore 17.30 Maletto, parrocchiaSS., Cuori di Gesù e Maria: Visi-
ta pastorale.
Martedì 20•• Ore 9.00 Maletto, parrocchia SS.,
Cuori di Gesù e Maria: Visita
pastorale.
•• Ore 17.30 Maletto, parrocchiaSS., Cuori di Gesù e Maria: Visi-
ta pastorale.
Mercoledì 21•• Ore 9.00 Catania, Complesso “Le
Ciminiere”: prende parte ad unConvegno di Studio sul tema
“Insegnanti di Religione all’inter-no delle riforme scolastiche”,organizzato dall’Ufficio di pasto-rale Scolastica.
Giovedì 22•• Ore 10.00 Viagrande, Residenza
SS. Salvatore: incontra i sacerdo-ti del I Vicariato.
•• Ore 18.00 Mascalucia, SantuarioMaria SS. Addolorata (PP. Pas-sionisti): celebra la S. Messa econferisce il ministero del Letto-rato a Giovanni Raciti
Venerdì 23•• Ore 9.30 Catania, Seminario:
prende parte al 30° dell’IDSC. •• Ore 18.00 Catania, Basilica Cat-
tedrale: presiede la S. Messa e
conferisce i ministeri del Lettora-to e dell’Accolitato ad alcunialunni del Seminario e del Corsodi preparazione al Diaconato per-manente.
Sabato 24•• Ore 19.00 Paternò, parrocchia
SS.mo Salvatore: celebra la S.Messa in occasione della festadella Madonna delle Grazie.
Domenica 25•• Ore 10.30 Adrano, parrocchia S.
Paolo: celebra la S. Messa eamministra il Sacramento dellaConfermazione.
•• Ore 17.30 Maniace, parrocchia S.Sebastiano: Visita pastorale.
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Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Notizie in breve dal 19 al 25 ottobre
Prospettive - 18 ottobre 201566666
Ai Presbiteri e ai Diaconi del-
l’Arcidiocesi
Carissimi,Il 7 dicembre 2015 la Chiesa, especialmente noi presbiteri,ricorderemo il 50° anniversariodella promulgazione del Decretodel Vaticano II Presbyterorum
Ordinis. Vorrei invitarvi, carissi-mi fratelli, a vivere gli incontri inprogramma nei prossimi mesi, edin particolare quelli sotto indica-ti, con la gioia che il 50° suscitanel nostro cuore, nella certezzache la grata memoria dell’eventomotiverà un rinnovato impegnonella nostra vita e nel nostroministero.
1. A ciò mirerà anzitutto la SETTI-MANA DI AGGIORNAMENTO TEOLO-GICO-PASTORALE PER IL CLERO (3-6 novembre 2015) che avrà cometema l’espressione Servi premu-
rosi del tuo popolo e si svolgeràin Seminario con il seguente pro-gramma:
MARTEDÌ 3Ore 9,30 Ora media.Relazione di Don Dario Vitali,docente di Teologia dogmaticanella Pontificia Università Gre-goriana: Il primato del servizio al
Popolo di Dio.
Dialogo con il Relatore.Ore 13.00 Pranzo.
MERCOLEDÌ 4Ore 9,30 Ora Media.Relazione di P. Felice Scalia S.J.,docente emerito di PedagogiaCatechetica presso l’Ignatianum
di Messina: Se vuoi essere Parola
di Dio, ascolta prima la parola
degli uomini.
Dialogo con il Relatore.Ore 13.00 Pranzo.
GIOVEDÌ 5Ore 9,30 Ora Media.Relazione di Frà Benigno Palilladei Frati Minori Rinnovati: I pre-
sbiteri: servi misericordiosi e
premurosi delle vittime dell’azio-
ne straordinaria del diavolo e di
coloro che pensano di esserlo.
Dialogo con il Relatore.Ore 13.00 Pranzo.
VENERDÌ 6Ore 9,30 Ora Media.Relazione di Don AgatinoGugliara, Paolino.Dialogo con il Relatore.Ore 12,00 Preghiera comunitaria.Ore 13.00 Pranzo.
2. Con questo stesso spirito desi-dero riprendere, sollecitato ancheda tante richieste, gli incontrisacerdotali di vicariato a Via-grande presso la Residenza SS.Salvatore. Ne abbiamo già fattoesperienza e credo che siano statimomenti belli di comunione nel-la preghiera, nella riflessione enella fraternità. Per la riflessionefaremo riferimento al DecretoPresbyterorum Ordinis e l’incon-tro sarà guidato a turno da unpresbitero del vicariato.Incominceremo Giovedì 22 otto-bre con il I Vicariato. Le datesuccessive sono state già comuni-cate nell’allegato alla lettera del22 settembre u.s..
3. Cureremo in modo particolarei due corsi di esercizi spiritualiche si svolgeranno a settembre2016: nei giorni 5-9 presso laDomus Seraphica a Nicolosi, el’altro, fuori diocesi, nei giorni26- 30 dello stesso mese.Nel pieno rispetto delle sceltepersonali, vorrei, tuttavia, invi-tarvi a privilegiare questi duecorsi di esercizi spirituali comequalificante testimonianza diattaccamento al nostro presbite-rio diocesano.
4. La Conferenza EpiscopaleSiciliana promuove nei giorni 23-26 novembre p.v., il IV Conve-gno regionale dei Presbiteri, chesi svolgerà con le modalità di cuiall’invito che perverrà a ciascunsacerdote. Come certamentefaranno gli altri Vescovi di Sici-lia, anch’io invito i membri delnostro presbiterio a partecipare alConvegno. È opportuno che tuttie 15 Vicariati siano rappresentatial Convegno di modo che i parte-cipanti possano poi condividerecon i confratelli il bene che rice-veranno dal Convegno. Saròvivamente grato ai Vicari foraneise si adopereranno in tal senso.Quest’anno ci sentiremo partico-larmente accompagnati dai fedeliaffidati alla nostra carità pastora-le. In tante comunità parrocchialisi svolge lodevolmente l’Adora-zione Eucaristica mensile per isacerdoti e per i seminaristi. Perla riflessione può essere opportu-namente valorizzato il documen-to conciliare in sintonia conl’Anno straordinario della Mise-ricordia che ci apprestiamo avivere.I buoni risultati di queste iniziati-ve ordinarie e speciali sono certa-mente assicurati da Gesù BuonPastore e dalla intercessione del-la Vergine Santissima, Madre dinoi ministri del suo Figlio.Vi contribuirà pure e non poco ilnostro responsabile e fraternoimpegno personale. Aiutiamociin tal senso e non priviamoci del-la gioia di contribuire alla cresci-ta del nostro Presbiterio nel ser-vizio alla Santa Chiesa di Cata-nia.A tutti un fraterno abbraccio.
@ Salvatore, Arcivescovo
...ancora notizie dall’Arcivescovo
L’Arcivescovo
Nel 1926, l’Opera della
Propagazione della Fede
(OPF) propose a Papa Pio XI di indire
una giornata annuale a sostegno del-
l’attività missionaria della Chiesa uni-
versale. La richiesta venne accolta con
favore e l’anno successivo fu celebrata
la prima Giornata Missionaria Mon-
diale, stabilendo che ciò avvenisse ogni
penultima domenica di ottobre (que-
st’anno giorno 18).
In questo giorno i fedeli di tutti i con-
tinenti (anche in Italia) sono chiama-
ti ad aprire il loro cuore alle esigenze
spirituali della missione e ad impe-
gnarsi con gesti concreti di solidarie-
tà. Grazie, infatti, alla preghiera e alla
generosità di chi dona, ogni anno
vengono realizzati progetti di dispen-
sari, asili, scuole, seminari, chiese in
tutti i Paesi del Sud del mondo. Basta
aprire l’atlante della missione per sco-
prire dove donne, uomini e bambini di
tutte le razze e culture ricevono l’aiuto
che parte dall’Italia. I destinatari privi-
legiati dell’annuncio evangelico - come
attesta Papa Francesco nel messaggio
della GMM del corrente anno - sono i
poveri, i piccoli, gli infermi, coloro che
sono disprezzati e dimenticati, coloro
che non hanno da ricambiare.
Ai nostri giorni essi ci interpellano con
forza soprattutto a causa delle migra-
zioni di massa, fatte di miseria e umi-
liazione, lacrime e sangue, fuga dispe-
rata e morte. I migranti si devono acco-
gliere. Ma non possiamo non creare
possibilità di sviluppo, produzione di
lavoro nei loro Paesi (cosa che invece
non succede, non in misura adeguata,
per i troppi interessi di chi sta già bene
e controlla i flussi finanziari). Più che
mai in questi anni siamo chiamati a far-
ci carico della povertà dei lontani e dei
vicini, impegnandoci a combatterne le
cause, cercando una soluzione che,
ciascuno nel proprio piccolo, può met-
tere in atto. La povertà è un fenomeno
umano. Lo abbiamo inventato e auto-
rizzato noi nel corso dei secoli e come
tale possiamo concorrere a cercarvi un
rimedio. In tal senso è significativa l’e-
sperienza di circa trecento seminaristi
d’ogni parte d’Italia che, riunitisi in
convegno a Milano nell’aprile di que-
st’anno, per conoscere tante dimensio-
ni dimenticate della sofferenza e del-
l’emarginazione e capire come incider-
vi in maniera efficace, si sono recati nei
centri di accoglienza ed assistenza per
immigrati, profughi, rifugiati; nelle
case di aiuto per le vittime della prosti-
tuzione e per i bambini oggetto di sfrut-
tamento; negli alloggi comuni per
quanti hanno perso tutto e per le fami-
glie in difficoltà; nei centri per i malati
rifiutati dalla società e talvolta dalle
stesse famiglie di appartenenza.
Non possiamo, ancora, non venire
incontro ai missionari perseguitati nel-
la terribile mattanza di cristiani in Siria,
Iraq, Nigeria, Kenya ecc. Una tale tra-
gedia non può essere accettata quasi
fosse una sorta di fatalità imposta dal
destino. Non possiamo dimenticare di
far valere la Dichiarazione Univer-
sale dei Diritti dell’Uomo, approvata il
10 dicembre 1948 dall’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite. Una
proposta concreta ai parroci, alle
famiglie, a tutti i gruppi e movimenti
ecclesiali, come impegno comunitario
o personale per aiutare la Chiesa sparsa
nel mondo è l’adozione di un seminari-
sta di una terra di missione, anche solo
con un versamento annuale di 50 euro
per 5 anni (gli adottanti - oltre al bene-
ficio di una Messa celebrata giornal-
mente per loro - riceveranno foto ed
informazioni sull’adottato).
Prossimi appuntamenti dell’ottobre
missionario:
- Giovedi 15 ottobre ore 20,00 Veglia
Missionaria nella parrocchia S. Fran-
cesco All’Annunziata di Paternò;
- Sabato 17 ottobre (vigilia della Gior-
nata Missionaria Mondiale) ore 20,00
Veglia Missionaria nella Basilica Col-
legiata S. Maria dell’Elemosina in via
Etnea a Catania;
- Domenica 18 ottobre Giornata Mis-
sionaria Mondiale (giornata di pre-
ghiera e raccolta fondi per le missioni).
CMD Catania
Prospettive - 18 ottobre 2015 77
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
Dalla parte dei poveri
Èstata una mattinata di
festa quella vissuta da
oltre un centinaio fra dipendenti degli
“Appalti Ferroviari” e ferrovieri, in
occasione della gradita e attesa visita
dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gri-
stina alla vasta area del Deposito loco-
motive al Gaito, un’infrastruttura di ser-
vizio per la sosta, la manutenzione e il
rifornimento delle locomotive ed auto-
motrici delle Ferrovie dello Stato, risa-
lente all’apertura al traffico delle tratte
ferroviarie Messina-Catania e Palermo-
Catania, anni sessanta del XIX secolo.
L’Arcivescovo, solennemente accolto
all’ingresso di piazza Europa n.19 dal-
la cerimonia dell’alzabandiera e dal-
l’esecuzione dell’Inno nazionale italia-
no, ha proceduto al rito di benedizione
dell’edicola votiva del Sacro Cuore di
Gesù, posta su una parete di fronte l’in-
gresso sotto la croce, risalente al 1934,
la cui ristrutturazione è stata ideata e
realizzata da un solerte dipendente, il
sig. Vincenzo Fiore, che si è prodigato
in modo encomiabile per riportarla al
suo primitivo splendore, collaborato dal
sig. Angelo Anastasi, dipendente del-
l’Aeroporto internazionale Vincenzo
Bellini e dalla decoratrice Giovanna
Agosta, che ha restaurato la statua e
ridipinta la nicchia ovale sormontata dal
logo ferroviario (una ruota di treno su
una rotaia ferroviaria avvolta da due ali.
Successivamente Mons. Gristina ha
presieduto la concelebrazione della s.
messa con il cappellano, il sacerdote
missionario vincenziano padre Gio-
vanni Cosentino, parroco del Santissi-
mo Sacramento Ritrovato all’Armisi, il
segretario arcivescovile sac. Massimi-
liano Parisi, con l’assistenza liturgica
del diacono permanente don Sebastia-
no Mangano, incaricato diocesano per
la Pastorale delle Forze Armate e assi-
stente spirituale dei Vigili del Fuoco, e
dell’iconografo prof. Tommaso Conta-
rino.
Tra le autorità intervenute erano pre-
senti anche l’assessore comunale
Angelo Villari, il deputato regionale
Concetta Raia, i due responsabili del-
l’impianto del Deposito, Salvatore
Modica e Cristoforo Samperi, nonché il
tecnico delle ferrovie Benedetto Aiello.
L’organizzazione del significativo
evento, perpetuato a perenne memoria
in una lapide dedicatoria, posta a fianco
della sacra nicchia illuminata ed infio-
rata, richiamante il giubileo straordina-
rio della Misericordia, è stata curata
anche da un gruppo di laici: il sig. Seba-
stiano Brischetto, la signora Anna
Interdonato e il signor Nunzio Putrino.
Momento conclusivo toccante la recita
della preghiera del ferroviere estesa ai
dipendenti degli Appalti ferroviari.
A.B.
Visita dell’Arcivescovo al Deposito Locomotive FFSS di Catania
9.30 Ora media.
Saluti dell’Arcivescovo di Catania S.E. Mons.
Salvatore Gristina.
Saluti del Presidente dell’IDSC Mons. Agatino
Caruso.
10.00 Intervento del Direttore dell’Ufficio
Nazionale per i Problemi Giuridici della CEI
Mons. Giuseppe Baturi: “Trentanni di Sostenta-
mento in Italia. Bilancio e Prospettive”.
10.30 Intervento del Responsabile dell’IDSC di
Catania Sig. Diego Pistorio: “Storia dell’IDSC
di Catania”.
11.00 Intervento del Presidente dell’ICSC di
Roma Mons. Giovanni Soligo: “Il senso di
appartenenza dell’IDSC alla Chiesa”.
11.30 Intervento del Direttore Generale del-
l’ICSC di Roma Dott. Carlo Bini: “Natura e
finalità dell’IDSC”.
12.00 Intervento del Responsabile Diocesano
del Servizio per la Promozione del Sostegno
Economico alla Chiesa, Sac. Roberto Catalano:
“Comunicazioni e aggiornamenti”.
13.00 Pranzo
Programma
La Parrocchia S. Maria
della Pace - Chiesa
Madre - di Tremestieri Etneo (Cata-
nia), bandisce e organizza per il
Natale 2015, con il patrocinio
(richiesto) del Comune di Tremestie-
ri Etneo, dell’Ufficio Scolastico Pro-
vinciale di Catania, del Settimanale
regionale di attualità “Prospettive” di
Catania, di Pax Christi – Punto pace
Catania, dell’Associazione provin-
ciale Donatori Volontari di Sangue
(ADVS-FIDAS) di Catania e della
Confraternita dfel SS. Sacramento di
Tremestieri Etneo il XXVII Premio
NATALE – Città di Tremestieri
Etneo”, concorso nazionale di poe-
sia … e altro dedicato al Sac. Salva-
tore Consoli, suo iniziatore.
Il Premio, che a partire dall’edizione
del 2014, alterna negli anni le sezio-
ni già consolidate e proprie del Pre-
mio stesso (sez. libro edito e sezioni
di poesia in lingua italiana), per l’at-
tuale edizione 2015 consta di 4
sezioni:
- Sezione del Libro edito di poesia.
- Sezione di poesia in lingua sicilia-
na sul tema del Natale, della Pace,
del Dono, della Vita e “a tema libe-
ro”.
- Sezione di poesia per le scuole
(sez.C) di ogni ordine e grado sui
temi della sezione in lingua siciliana.
Una sottosezione di grafica (C2) è
riservata alle scuole elementari e
medie sui temi del Natale, Pace e
Vita.
- Sezione di fotografia sui temi
“Natale … in foto” e “La Sicilia …
in foto”.
Si partecipa inviando, per la sezione
del libro di poesia in lingua italiana o
siciliana (dal 2010), sei copie di 1-2
volumi (che al termine del Premio
saranno donate alla biblioteca comu-
nale e alle istituzioni scolastiche di
Tremestieri Etneo) e, per la sezione
in lingua siciliana, una o più liriche
(1-5), di max 40 versi, edite o inedi-
te, mai premiate, in sei copie (una
delle quali firmata), con le generalità
e un breve curriculum dell’autore.
Per la sez. C inviare la poesia (elabo-
rata in classe) in quattro copie, di cui
solo una firmata sul retro; anche il
disegno (max 50x70 cm) deve essere
firmato e contenere le generalità sul
retro.
Per la sezione di fotografia inviare
una o più foto (1-5) sul Natale nei
vari aspetti di cronaca, tradizioni,
religioni … e sulla Sicilia (luoghi,
tradizioni ….) (per e-mail o CD, in
formato JPG, risoluzione di 72 dpi,
dimensione del lato più lungo pari a
1200 pixel; no manipolazione o foto-
montaggi); allegare nella domanda
di partecipazione anche un breve
curriculum.
Termine ultimo per l’invio dei libri,
delle poesie e delle foto è il giorno 1
novembre 2015 (farà fede la data
del timbro postale o la data di invio
della e-mail) presso la segreteria del
Premio “Natale” – Città di Treme-
stieri Etneo, Parrocchia S. Maria del-
la Pace - Chiesa Madre - Via Roma
11/A, 95030 Tremestieri Etneo (CT),
tel. 095 725.20.22 – e-mail:
Solamente per la sezione C, la pre-
sentazione degli elaborati può avve-
nire entro il 20 novembre.
Per partecipare alla sezione del libro
edito o alla sezione di poesia in lin-
gua siciliana è richiesto un contribu-
to - per spese di segreteria – rispetti-
vamente di 15,00 € e di 10,00 €; per
la partecipazione ad entrambi le
sezioni il contributo è di 20,00 € (per
la sezione C non è previsto alcun
contributo), da inviare in contanti o a
mezzo assegno circolare o bancario
intestato a Dott. Vincenzo Caruso o a
mezzo c.c.p. N. 11788957 intestato a
Parrocchia S. Maria della Pace –
Chiesa Madre – via Roma 11/A,
95030 Tremestieri Etneo (CT).
Per partecipare alla sezione di foto-
grafia è richiesta una quota di parte-
cipazione di 10,00 €.
Per ulteriori informazioni telefonare
in Parrocchia al n. 095 7252022 e
consultare il sito web del Premio
http://www.premiopoesianatale.it
e/o la pagina di Facebook “Premio
Natale – Città di Tremestieri Etneo”,
e-mail: [email protected]
e [email protected] o telefona-
re al 333.6785468.
Premiazione:
Sabato 9 gennaio 2016, alle ore
18.00, presso la Parrocchia S. Maria
della Pace.
I premi dovranno essere ritirati per-
sonalmente dagli autori nel corso
della cerimonia di premiazione
(pena la perdita del premio in dena-
ro):
- per la sezione del libro edito di
poesia: targa e 300,00 € al primo
classificato e 150,00 € al secondo
premio, denominato “Tar-
ga Antonio Corsaro”( XI
edz.);
- per la poesia in lingua
siciliana: targa e 150,00 €
al primo classificato;
- “Targa Padre Consoli”
(XVI edz.) per la sezione
di poesia e “Targa D’Ines-
sa” (X edz.) per la sezione
di grafica: assegnate agli
istituti scolastici partico-
larmente distintisi nella
partecipazione al Premio;
- menzioni speciali: “Tar-
ga Rosetta Zaita” e “Targa
Cinzia Parisi” a poesie di
alunni particolarmente
meritevoli;
- per la sezione di fotogra-
fia (V edz.): targa e
100,00 € alla foto prima
classificata.
Ed inoltre: targhe ai libri,
alle liriche e foto merite-
voli di segnalazione di tut-
te le sezioni e, per tutti gli
autori premiati e segnala-
ti, la pubblicazione delle
opere nel 27° Quaderno
antologico della Collana
Premio Natale che sarà
disponibile, al costo di
stampa, durante la ceri-
monia di premiazione (e
che potrà essere richiesto
allegando la somma di
5,00 € per le spese di
spedizione).
I poeti ed autori vinci-
tori di primi premi nel-
le ultime tre edizioni
del Premio non potran-
no ottenere analogo
riconoscimento nelle
sezioni e premi di rife-
rimento.
Gli autori premiati e
segnalati e le segrete-
rie delle scuole parte-
cipanti riceveranno
apposita comunicazio-
ne. I risultati del Pre-
mio saranno pubblicati
Tribuna Letteraria” e
disponibili on line sui
www.concorsilettera-
ri.it/ e, unitamente al
testo delle liriche vin-
citrici, anche sul sito
del Premio www.pre-
miopoesianatale.it.
Il giudizio dato dalle
giurie (i cui componenti saranno resi
noti nei verbali di giuria delle singo-
le sezioni) è insindacabile.
La partecipazione al Premio com-
porta l’accettazione di tutte le norme
che lo regolano (in particolare, la
dichiarazione da parte dell’Autore
che le opere presentate sono di
esclusiva e personale creatività, la
concessione della possibilità di pub-
blicazione delle liriche, foto e dise-
gni senza nulla avere e pretendere ed
il consenso al trattamento dei dati
personali per i fini e gli scopi con-
nessi allo svolgimento del Premio).
L’Organizzazione e la Segreteria del
Premio si riservano di variare la data
della cerimonia di premiazione per
eventuali cause impreviste di forza
maggiore.
Il Segretario del Premio
Dott. Vincenzo Caruso
Il Parroco
Sac. Salvatore ScuderiAconclusione delle cele-
brazioni patronali in
onore alla Madonna dell’Elemosina,
a San Placido e a San Zenone a
Biancavilla la comunità dei fedeli si
è raccolta in preghiera nella Basilica
Collegiata “Santa Maria dell’Elemo-
sina”, martedi 6 ottobre, dove è stato
officiato il solenne pontificale pre-
sieduto dall’Arcivescovo di Catania,
Mons. Salvatore Gristina e concele-
brato dal clero locale e proveniente
da Paternò, Messina, Castel di Lucio
e da Gap in Francia. Eseguita la
Messa “Esulta o Chiesa” per assem-
blea, coro a tre voci miste, organo e
orchestra diretti dall’autore, il mae-
stro Filadelfio Grasso. I maestri:
all’organo, Vincenzo Benina, alla
tromba Emanuele Bellocchi e al vio-
lino Giovanni Cucuccio. Per l’occa-
sione nel transetto sono stati colloca-
ti sia il braccio che la teca argentea
con il corpo di San Placido. Un dis-
corso di benvenuto è stato proferito
del parroco; a seguire la liturgia del-
la Parola e l’omelia di Mons. Gristi-
na. Dopo la professione di fede con
la recita del Clero, la liturgia Eucari-
stica e la benedizione conclusiva ai
numerosi fedeli, che hanno potuto
ottenere l’indulgenza plenaria giubi-
lare secondo le precise disposizioni.
Al termine il simulacro del Santo
Patrono, dall’Altare maggiore è stato
collocato sul fercolo per l’avvio del-
la processione dopo aver percorso la
navata centrale. Non prima che l’ur-
na contente il corpo Reliquiario di
San Placido, voluta in occasione del-
le celebrazioni giubilari, abbia attra-
versato la navata centrale e fatto
ingresso sul sagrato e precede la pro-
cessione. Numerosi i fedeli che han-
no atteso ed accompagnato in corteo
lungo le vie del centro storico per il
tradizionale “Giro dei Santi”. Pre-
senti una rappresentanza delle con-
fraternite cittadine con i rispettivi
stendardi, il clero con il Prevosto
parroco don Agrippino Salerno con
il braccio Reliquiario, l’urna con il
corpo del Santo Patrono portato in
processione dai soci del circolo
“S.Placido” e dai membri del comi-
tato per l’Anno Placidiano, accom-
pagnati dal rettore della chiesa
“S.Giovanni di Malta” di Messina,
Mons. Angelo Oteri. Dietro il ferco-
lo con il simulacro, le autorità mili-
tari e civili, tra cui, il Sindaco Giu-
seppe Glorioso, nonché, Fedele
Nicolosi, rappresentante della giunta
comunale di Castel di Lucio, dove
San Placido è venerato come Patro-
no. Un bagno di folla ha assiepato il
centro storico; in piazza Collegiata
poi disposti sia il fercolo che l’urna.
Prima del rientro in chiesa, i tradi-
zionali fuochi pirotecnici. Dopo
impartita la benedizione con il brac-
cio Reliquiario; e ricollocato il simu-
lacro nella cappella tra i canti e l’e-
sultanza dei fedeli. Le celebrazioni
giubilari concesse da Papa France-
sco in onore a S. Placido, in ricordo
dei 1500 anni dalla nascita, sono ini-
ziate lo scorso 21 giugno e continua-
no sino al 21 novembre con diverse
iniziative in programma.
A. Alessandro Marino Zappalà
Tradizione e devozione
Biancavilla si mobilita per la festa del Santo Patrono
Prospettive - 18 ottobre 20158DIOCESI
8
Concorso nazionaledi poesia … e altro
BANDO XXVII PREMIO NATALE CITTÀ DI TREMESTIERI ETNEO
Foto d’archivio
sulla rivista “La nuova
www.literary.it/premi/,
siti:
Venerdì 2 Ottobre. Tutto
lasciava presagire che
il nostro pellegrinaggio verso Roma
sarebbe iniziato sotto una grande
pioggia battente, invece contro ogni
previsione meteorologica non è stato
così, sembrava quasi che i nostri
Angeli Custodi, di cui ricorreva la
memoria il giorno della partenza,
avessero spazzato via con le ali le
nuvole per dare spazio al sole. Così
don Salvatore Bucolo con questa
suggestiva immagine ha dipinto la
situazione con la quale si avviava il
nostro viaggio: sotto i migliori
auspici di un cielo limpido! Papa
Francesco desiderava che il Sinodo
ordinario sulla Famiglia fosse prece-
duto da una veglia di preghiera ani-
mata proprio dalle famiglie e la
Chiesa di Catania non ha eluso la
richiesta del Santo Padre. Attraverso
l’Ufficio Diocesano Pastorale della
Famiglia, coordinato da don Salvato-
re Bucolo e coadiuvato dalla coppia
Giorgio e Rosetta Amantia, è stato
stilato un programma che prevedeva,
oltre Piazza San Pietro, altri luoghi
da visitare per rendere il tragitto fino
a Roma meno faticoso e nel contem-
po dare la possibilità di conoscere
luoghi e monumenti che ai più non
erano conosciuti. Il nostro gruppo
era formato da ragazzi, coppie gio-
vani con bambini a seguito, meno
giovani, anziani e a dire il vero que-
sti ultimi hanno dato lezione a noi
tutti per la loro resistenza e per il
loro coraggio nell’affrontare le ore
di viaggio in pullman. Il numero rea-
le delle persone che fisicamente han-
no aderito al pellegrinaggio era di
106, ma virtualmente eravamo molti
di più, perché come ricordavamo
sempre nelle preghiere che recitava-
mo durante il viaggio, i nostri cari, i
nostri amici, che per vari motivi non
erano riusciti ad esserci, erano anche
loro presenti con noi. I giorni da tra-
scorrere erano tre, dal 2 al 4 ottobre,
e questo consentiva a molti di cono-
scersi meglio, perché provenienti da
parrocchie diverse della Diocesi di
Catania. La prima sosta è stata a
Padula, paesino in provincia di
Salerno, per la celebrazione eucari-
stica nella parrocchia S. Alfonso
Maria de’ Liguori. Dopo avere pran-
zato, abbiamo visitato la Certosa,
davvero straordinaria, per la maggior
parte di noi è stata una piacevole sor-
presa. Subito dopo partenza per
Fiuggi dove abbiamo pernottato.
Sabato 3 Ottobre, già in cammino di
mattina presto, direzione Roma ver-
so la Basilica di S. Maria Maggiore
per partecipare alla messa; pregare
in quella Basilica così cara a Papa
Francesco che lì si reca prima di
ogni pellegrinaggio ci legava con un
filo invisibile alle preghiere di tutti i
pellegrini, anche quelli che da lì a
poco avremmo incontrato durante la
veglia. Nel pomeriggio, finalmente,
eccoci in Piazza S. Pietro! La veglia
di preghiera è iniziata alle 18.00 con
il saluto ai presenti di Mons. Nunzio
Galantino, segretario della Confe-
renza Episcopale Italiana. Subito
dopo sono seguite alcune letture
bibliche e catechesi, video-registra-
te, di Papa Francesco. Insieme a que-
ste si alternavano testimonianze (bel-
le, vere, toccanti), preghiere e canti
fino all’arrivo del Santo Padre che
non si è fatto attendere, alle 19.00
eravamo già in preghiera con lui.
Pregare per la Famiglia, questo ci ha
spinti ad accorrere a Roma, a non
«disertare e a chiudersi, magari in
nome della prudenza e del realismo,
fuggendo così la responsabilità di
fare fino in fondo la propria parte»,
come ha detto Papa Francesco nella
sua omelia dopo avere salutato i pre-
senti. E ha continuato: «Preghiamo,
dunque, perché il Sinodo, che doma-
ni si apre, sappia ricondurre a un’im-
magine compiuta di uomo l’espe-
rienza coniugale e familiare. [...] E
perché ricordi a queste famiglie,
come a tutte le famiglie, che il Van-
gelo rimane buona notizia da cui
ripartire.» Del resto, il titolo scelto
per la veglia di preghiera Le famiglie
illuminano il Sinodo non lascia dub-
bi d’interpretazione, sottolinea con
forza e ancora una volta che la Chie-
sa non ha bisogno di riflettori esterni
che proiettano luce artificiale per
essere illuminata, se l’umano e il
divino diventano uno in Gesù Cristo,
è da Lui che noi riceviamo piena
luce e senso. E noi famiglie, che sia-
mo Chiesa, alimentiamo con la
nostra fede totale in Lui questa Luce,
facendo ognuno la propria parte con
coraggio e perseveranza.
Dopo piazza S. Pietro, finita
la veglia, il pellegrinaggio si
avviava alla conclusione. Il
giorno dopo l’ultima perla
architettonica da visitare: la
Basilica della Madonna del
Buon Consiglio, a Capodi-
monte, in provincia di Napo-
li. Viaggiare è sempre arric-
chente, lo è stato anche que-
sto pellegrinaggio, per la
cura nei riguardi di tutti par-
tecipanti da parte di Giorgio
e Rosetta, per la guida spiri-
tuale che è stata per noi don
Salvatore, confortante e ras-
sicurante, per le testimonian-
ze raccontate nelle ore di
viaggio, per la preghiera, per
la gioia vissuta insieme. Alla
fine credo proprio che il pel-
legrinaggio interiore si continuerà a
percorrere anche quando il viaggio è
finito. Ritornare a casa e ripartire
con semplicità, testimoni umili della
Parola per essere noi stessi la buona
notizia per gli altri, come ci invita a
fare il Santo Padre. Questo è l’impe-
gno che ognuno di noi terrà in serbo
nel cuore.
Marina Tirrito
Prospettive - 18 ottobre 2015 9
DIOCESI
9
Le famiglie unite
nella preghiera
Pellegrini della Chiesa di Catania insieme con Papa Francesco
Come ogni anno si è
rinnovata la devozione
a Sant’Agata da parte della comuni-
tà cingalese e tamil di Catania. Un
omaggio alla Patrona cittadina mol-
to sentito e che ha richiamato più di
1000 fedeli dello Sri Lanka in Cat-
tedrale provenienti dalle provincie
di Catania, Palermo, Messina, Sira-
cusa.
Domenica, 11 ottobre, l’intensa
giornata di devozione ha preso il via
con la processione dei fedeli srilan-
kesi (cingalesi e tamil) in costume
tradizionale che si è mossa da p.zza
dell’Ogninella (Chiesa Santa Maria
dell’Ogninella), lungo il percorso
che da via Euplio Reina, p.zza Uni-
versità, via Etnea conduce sino al
sagrato della Cattedrale di Sant’A-
gata. Presenti anche numerosi bam-
bini in abiti tradizionali srilankesi.
Dopo è seguita la calorosa acco-
glienza e il saluto di benvenuto a
tutti i fedeli da parte di Mons. Bar-
baro Scionti, delegato arcivescovi-
le della Cattedrale e al quale è stata
offerta una caratteristica corona flo-
reale mentre una piccola statua
copia del busto reliquario di S. Aga-
ta veniva intronizzata all’interno
della Basilica. Con l’accensione del
Lume tradizionale ha preso il via la
celebrazione della S. Messa. La
solenne Eucarestia è stata presiedu-
ta da S.E. Mons. Harold Antony
Perera, Vescovo della diocesi di
Kurunegala (Sri Lanka), insieme
ai concelebranti, don Christie
Perera cappellano etnico della
comunità Srilankese presso la Chie-
sa Santa Maria dell’Ogninella di
Catania, don Cosmos Pradeep,
cappellano etnico presso la Chiesa
S. Elia di Messina, don Sachita
Fernando cappellano della comu-
nità etnica di Siracusa, i diaconi
don Giuseppe Cannizzo, Direttore
dell’Ufficio Pastorale Migrantes, e
don Santo Rizzo. Al termine della
celebrazione eucaristica il direttore
dell’Ufficio Diocesano Pastorale
Migrantes - a nome di S.E Mons
Salvatore Gristina, Arcivescovo di
Catania - ha ringraziato i fedeli per
l’affettuosa presenza alla giornata
di festa in onore della Patrona Aga-
ta. Un saluto di benvenuto rivolto
all’intera comunità srilankese (cin-
galese e tamil) di Catania, che ogni
anno in sinergia con l’ufficio dioce-
sano rinsaldano la loro fede cattoli-
ca. Ringraziamento esteso - oltre
che ai concelebranti sopra citati –
anche al Sig. Guglielmino Giovan-
ni, presidente della Confraternita di
San Sebastiano, per la sensibilità,
l’accoglienza e la disponibilità ver-
so i migranti dello Srilanka, che
prepara, ormai da diversi anni, per
la comunità cattolica srilankese le
celebrazioni nella Chiesa di Santa
Maria dell’Ogninella.
La Parola di Dio proclamata nel
corso della celebrazione eucaristica
ha invitato i presenti alla conversio-
ne. Una conversione che nasce dal
profondo del cuore e che si manife-
sta nella carità verso chi sof-
fre, nei confronti di chi è per-
seguitato, di chi è carente di
tutto ed ammalato. Motivo
per il quale, la festa di San-
t’Agata, molto sentita dalle
comunità cattoliche dello Sri-
Lanka, è sempre occasione di
incontro tra i fedeli e allo
stesso tempo un momento in
cui si compie la koinonia tra
persone di differente cultura,
etnia e credo religioso.
Ed è proprio nel contemplare
Gesù che sull’altare rinnova
l’offerta del suo sacrificio per
noi, che si può riscoprire la
vera radice della fraternità e
dell’accoglienza che riguarda
tutti gli uomini con la condi-
visione del pane quotidiano,
materiale e spirituale. Come
ha indicato Papa Francesco
nel messaggio per la Giorna-
ta Mondiale del Migrante e Rifugia-
to 2016: “Come può agire la Chiesa
se non ispirandosi all’esempio e
alle parole di Gesù Cristo? La
risposta del Vangelo è la misericor-
dia.
In primo luogo, essa è dono di Dio
Padre rivelato nel Figlio: la miseri-
cordia ricevuta da Dio, infatti,
suscita sentimenti di gioiosa grati-
tudine per la speranza che ci ha
aperto il mistero della redenzione
nel sangue di Cristo. Essa, poi, ali-
menta e irrobustisce la solidarietà
verso il prossimo come esigenza di
risposta all’amore gratuito di Dio,
«che è stato riversato nei nostri cuo-
ri per mezzo dello Spirito Santo»
(Rm 5,5). Del resto, ognuno di noi è
responsabile del suo vicino: siamo
custodi dei nostri fratelli e sorelle,
ovunque essi vivano.
La cura di buoni contatti personali e
la capacità di superare pregiudizi e
paure sono ingredienti essenziali
per coltivare la cultura dell’incon-
tro, dove si è disposti non solo a
dare, ma anche a ricevere dagli altri.
L’ospitalità, infatti, vive del dare e
del ricevere. In questa prospettiva, è
importante guardare ai migranti non
soltanto in base alla loro condizione
di regolarità o di irregolarità, ma
soprattutto come “persone che, tute-
late nella loro dignità, possono con-
tribuire al benessere e al progresso
di tutti, in particolar modo quando
assumono responsabilmente dei
doveri nei confronti di chi li acco-
glie, rispettando con riconoscenza il
patrimonio materiale e spirituale
del Paese che li ospita, obbedendo
alle sue leggi e contribuendo ai suoi
oneri”. Al termine della funzione
religiosa i cingalesi residenti fuori
Catania si sono ritrovati, infine, per
un momento di fraternità al parco
Gioeni.
F.C.
Cingalesi e tamil di Sicilia in festa per Sant’Agata
Più di 1000 fedeli dello Sri Lanka hanno gremito la Basilica Cattedrale
Primo posto
Giovanni, il discepolo preferito, ilpiù spirituale, il mistico, chiede dioccupare il primo posto, lui e suofratello. E gli altri dieci compagniimmediatamente si ribellano, unani-mi nella gelosia, probabilmente per-ché avrebbero voluto chiederlo loro!Ed è come se finora Gesù avesse par-lato a vuoto: «Non sapete quello che
chiedete», quali dighe abbattete conquesta fame di primeggiare, qualemondo sbagliato generate con questavolontà di potenza! E spalanca l’al-ternativa cristiana, la differenza cri-stiana.Ritorniamo alla Parola di Dio.Scopriamo perché un processointerpretativo autentico non è maisolo intellettuale, ma anche vitale, incui è richiesto il pieno coinvolgi-mento nella vita ecclesiale, qualevita «secondo lo Spirito» . Cosìdiventano più chiari i criteri messi inevidenza dal numero 12 della Costi-tuzione dogmatica Dei Verbum: untale trascendimento non può avveni-re nel singolo frammento letterariose non in rapporto con la totalità del-la Scrittura. È un’unica Parola quellaverso la quale siamo chiamati a tra-scendere.
Drammaticità
Tale processo possiede un’intimadrammaticità, poiché, nel processodi trascendimento, il passaggio cheavviene in forza dello Spirito ha ache fare anche con la libertà di cia-scuno. San Paolo ha vissuto piena-mente nella propria esistenza questopassaggio. Che cosa significhi il tra-
scendimento della lettera e la suacomprensione unicamente a partiredall’insieme, egli l’ha espresso inmodo radicale nella frase: «la letterauccide, lo Spirito invece dà vita» .San Paolo scopre che lo «Spiritoliberatore ha un nome e che la liber-tà ha quindi una misura interiore: “IlSignore è lo Spirito, e dove c’è loSpirito del Signore c’è libertà”. LoSpirito liberatore non è semplice-mente la propria idea, la visione per-sonale di chi interpreta. Lo Spirito èCristo, e Cristo è il Signore che ciindica la strada». Sappiamo comeanche per sant’Agostino questo pas-saggio fu nello stesso tempo dram-matico e liberante; egli credette alleScritture, che gli apparivano in unprimo tempo così differenziate in sestesse ed a volte piene di grossolani-tà, proprio per questo trascendimen-to che egli imparò da sant’Ambrogiomediante l’interpretazione tipologi-ca, per cui tutto l’Antico Testamentoè un cammino verso Gesù Cristo. Persant’Agostino il trascendimento dal-la lettera ha reso credibile la letterastessa e gli ha permesso di trovare larisposta alle profonde inquietudinidel proprio animo, assetato dellaverità.
L’ unità
L’unità intrinseca della Bibbia qualè? Alla scuola della grande tradizio-ne della Chiesa impariamo a coglie-re nel passaggio dalla lettera allo spi-rito anche l’unità di tutta la Scrittura,poiché unica è la Parola di Dio cheinterpella la nostra vita chiamandolacostantemente alla conversione.
Rimangono per noi una guida sicurale espressioni di Ugo di San Vittore:«Tutta la divina Scrittura costituisce
un unico libro e quest’unico libro è
Cristo, parla di Cristo e trova in Cri-
sto il suo compimento». Certamente, la Bibbia, vista sottol’aspetto puramente storico o lettera-rio, non è semplicemente un libro,ma una raccolta di testi letterari, lacui composizione si estende lungopiù di un millennio e i cui singolilibri non sono facilmente riconosci-bili come appartenenti ad un’unitàinteriore; esistonoinvece tensionivisibili tra di essi. Ciò vale già all’in-terno della Bibbiadi Israele, che noicristiani chiamia-mo l’Antico Testa-mento. Vale tantopiù quando noi,come cristiani, col-leghiamo il NuovoTestamento e i suoiscritti, quasi comechiave ermeneuti-ca, con la Bibbia diIsraele, interpretan-dola così come viaverso Cristo. Nel Nuovo Testa-mento, general-mente non si usa iltermine «la Scrittu-ra» , ma «le Scrit-ture» , che, tutta-via, nel loro insie-me vengono poiconsiderate come
l’unica Parola di Dio rivolta a noi. Con ciò appare chiaramente comesia la persona di Cristo a dare unità atutte le «Scritture» in relazione all’u-nica «Parola». In tal modo si com-prende quanto affermato nel numero12 della Costituzione dogmatica Dei
Verbum, indicando l’unità interna ditutta la Bibbia come criterio decisivoper una corretta ermeneutica dellafede. Il rapporto tra Antico e Nuovo Testa-mento qual è? Nella prospettiva del-l’unità delle Scritture in Cristo, ènecessario sia per i teologi che per iPastori essere consapevoli delle rela-zioni tra l’Antico e il Nuovo Testa-mento. Innanzitutto è evidente che il
Nuovo Testamento stesso riconoscel’Antico Testamento come Parola diDio e accoglie l’autorità delle sacreScritture del popolo ebraico. Le rico-nosce implicitamente adoperando lostesso linguaggio e accennandospesso a brani di queste Scritture. Lericonosce esplicitamente, perché necita molte parti e se ne serve perargomentare. Un’argomentazionebasata sui testi dell’Antico Testa-mento costituisce così, nel NuovoTestamento, un valore decisivo,superiore a quello di ragionamentisemplicemente umani. Nel quartoVangelo Gesù dichiara in propositoche «la Scrittura non può essereannullata» e san Paolo precisa in par-
ticolare che la rivelazionedell’Antico Testamentocontinua a valere per noicristiani . Inoltre affermia-mo che «Gesù di Nazareth èstato un ebreo e la TerraSanta è terra madre dellaChiesa»; la radice del Cri-stianesimo si trova nell’An-tico Testamento e il Cristia-nesimo si nutre sempre aquesta radice. La dottrinacristiana ha sempre rifiutatoogni forma di marcionismoricorrente, che tende, inmodi diversi, a contrapporrel’Antico e il Nuovo Testa-mento. Inoltre, il NuovoTestamento stesso si affer-ma conforme all’Antico eproclama che nel misterodella vita, morte e risurre-zione di Cristo le sacreScritture del popolo ebraicohanno trovato il loro perfet-to adempimento.
P. Angelico Savarino
Prospettive - 18 ottobre 201510
Riflessioni sul Vangelo
Dovremmo avere il timore che qualcunoresti escluso dall’entrare nel riposo diDio. Anche noi come i nostri padri abbia-mo ricevuto il Vangelo, ma a loro la paro-la udita non giovò a nulla perché nonsono rimasti uniti a quelli che avevanoascoltato con fede. Infatti chi ha credutoè entrato nel riposo di Dio. come Lui hadetto. Non tutti entrano in quel riposo equelli che per primi ricevettero il Vange-lo, per la loro mancanza di fede, non vi
entrarono. Oggi Dio fissa di nuovo ungiorno e mediante David dice: “Oggi seudite la sua voce/ non indurite i vostricuori!”. Da ciò bisogna concludere chedobbiamo affrettarci ad entrare nel ripo-so di Dio per non cadere nello stesso tipodi disobbedienza dei padri. Siamo infattigiudicati dalla parola di Dio. Questaparola che ci giudica mette tutto a nudodi noi. Dice Paolo: “Infatti la parola diDio è viva ed efficace e più tagliente di
ogni spada a doppio taglio, essa penetrafino al punto di divisione dell’animo edello spirito, fino alle giunture e allemidolla, e discerne i sentimenti e i pensie-ri del cuore.Non vi è creatura che possa nascondersidavanti a Dio, ma tutto è nudo e scopertoagli occhi di colui al quale noi dobbiamorendere conto”.
L.C.
San Paolo in briciole
PRIMI POSTI E SOFFERENZE
Tutto è nudo e scoperto davanti a Dio Eb 4,1-13
Creati per essere serviti da Dio
È inevitabile nelle organizzazioni che cisia la corsa di qualcuno ai primi posti.Non è esente la Chiesa, non è stata esentenemmeno quella comunità organizzata daGesù che costituisce il primo nucleo dipersone che formerà poi la Chiesa. Duepersonaggi del gruppo si avvicinano aGesù e chiedono: “Maestro, vogliamo chetu faccia per noi quello che ti chiederemo… concedici di sedere nella tua gloria, uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra”. E’la normale richiesta, preveggente, dicomandare nel futuro regno. Non ci simeraviglia se nella Chiesa oggi c’è tuttauna organizzazione tendente a questo tipodi esiti. Ma Gesù interviene rispondendoalla domanda dei due discepoli: “Voi nonsapete quello che chiedete. Potete bere ilcalice che io bevo, o essere battezzati nelbattesimo in cui io sono battezzato?” Larisposta è immediata e, quanto mai, gene-rosa: “Lo possiamo”. E Gesù assicura cheberranno il calice che berrà lui e chesaranno battezzati nel battesimo con cui
lui sarà battezzato. “Ma sedere alla miadestra o alla mia sinistra non sta a meconcederlo; è per coloro per i quali è sta-to preparato”. A questo punto richiama laloro attenzione, dopo l’indignazione deglialtri, invitandoli ad una riflessione. Diceloro che i capi o, meglio, considerati tali“dominano su di esse e i loro capi leopprimono. Tra voi però non è così. Machi vuole diventare grande tra voi saràvostro servitore e chi ole essere primo travoi sarà vostro schiavo. Anche il figlio del-l’uomo non è venuto per essere servito maper servire”. Questo concetto è rafforzato
da quello che dice la lettera agli Ebrei:“Non abbiamo un sommo sacerdote chenon sappia prendere parte alle nostredebolezze. Egli stesso è stato messo allaprova in ogni cosa come noi, escluso ilpeccato”. Quindi dobbiamo mantenereferma la nostra fede “per ricevere miseri-cordia e trovare grazia così da essere aiu-tati al momento opportuno”. In questomodo, con fede possiamo servire e ed esse-re costanti nei nostri impegni. Il modellolo ribadisce Isaia con il servo di Jahvè.
Leone Calambrogio
XXIX DOM T.O. / B - Is 53,10-11; Sal 32/33,4-5,4-5.22; Eb 4,14-16; Mc10,35-45
DIOCESI
I grandi della terra dominano e opprimono gli altri: tra voi però non è così!
Dal 5 al 9 ottobre scorsi
si è svolto il viaggio-
studio su Arte, Architettura e Litur-gia. Esperienze internazionali Spa-zio liturgico ed esperienze artistichea Parigi e nelle diocesi deU’Île-de-France. L’iniziativa promossa dal-
l’Ufficio nazionale per i Beni cultu-
rali ecclesiastici, dal Servizio nazio-
nale per l’Edilizia di culto e dall’Uf-
ficio Liturgico nazionale, accolta da
numerosi incaricati diocesani e
regionali dei tre settori corrispon-
denti e da numerosi tecnici, ha per-
messo di approfondire ampiamente
il rapporto Liturgia, Arte e Architet-
tura, così come è stato declinato dal-
la Chiesa di Francia a partire dai pri-
mi del Novecento ad oggi. Per la
scelta e l’organizzazione del pro-
gramma di visita è stata fondamenta-
le la collaborazione della Conferen-
za Episcopale Francese, in particola-
re del Servizio nazionale della Pasto-
rale liturgica e sacramentale - Dipar-
timento Arte sacra. Così il percorso
di «formazione sul campo», per veri-
ficare gli effetti della Riforma litur-
gica voluta dal Vaticano II, è giunto
alla sua terza tappa. Le due prece-
denti hanno riguardato giustamente
nel 2013 la Germania, l’anno suc-
cessivo il Belgio, entrambi culla del
Movimento liturgico (XIX secolo),
le cui intuizioni sul vero ruolo della
Liturgia nella vita della Chiesa ver-
ranno poi pienamente «recepite» dal
Concilio.
L’importante itinerario di visita, ben
preparato dagli organizzatori, ha
permesso ai partecipanti di conosce-
re direttamente numerose chiese e
cattedrali, in entrambi i casi sia di
nuova costruzione, sia adeguate alle
celebrazioni della Liturgia riformata
dal Vaticano II. In tutti i luoghi visi-
tati è emersa subito con evidente
chiarezza che, prima di arrivare alla
soluzione definitiva, gli interventi
erano stati studiati con attenzione e
pazienza, lungamente sperimentati
(alcuni fino a dieci anni!), nonché
concertati fra la comunità locale (in
genere parrocchiale), gli architetti
progettisti e gli artisti incaricati di
realizzare l’arredo liturgico. A que-
sto proposito va sottolineata la quali-
tà degli interventi artistici, che con
nobile semplicità si impongono
naturalmente nei singoli spazi cele-
brativi. L’adeguamento liturgico del-
la cattedrale di Parigi (2004) e quel-
lo della chiesa pan-occhiale di Saint-
Germain-des-Prés (2012) — tanto
per citare solo due esempi fra i
numerosi veramente notevoli —
entrambi opera dell’arch. Jean-
Marie Duthilleul, sono di eccellente
qualità, sicuramente perché hanno
privilegiato massimamente la purez-
za e la semplicità delle forme essen-
ziali ma simbolicamente pregnanti
dei poli liturgici primari (altare,
ambone, cattedra, sede del celebran-
te, fonte battesimale). Mi rendo con-
to che certe scelte — secondo me
pienamente condivisibili e possibil-
mente imitabili— magari ad alcuni
puristi (di che?) nostrani farebbero
un po’ allicciare il naso rispetto alle
soluzioni standard cui ci siamo
ormai abituati (forse sarebbe meglio
dire assuefatti). In realtà la peculiare
storia della Francia e dunque di quel-
la Chiesa (mi riferisco in particolare
alla famosa Legge di separazione
Stato- Chiesa del 1905), hanno prov-
videnzialmente permesso una libertà
e una creatività in molti campi, fra
cui anche quello liturgico, che noi
neppure ci sogniamo... Ma il Conci-
lio — mi è caro citarlo ancora una
volta — non auspicava un rinnova-
mento profondo della Liturgia e con-
seguentemente anche dell’Arte
sacra?
Jean-Marie Duthilleul è ancora l’ar-
chitetto progettista della nuova chie-
sa di Saint- Fran?ois de Molitor
(2005), dove la disposizione dell’as-
semblea rimanda al tema di matrice
tedesca della Communio-Räume«spazio comunionale». Qui, il
secondo baricentro, il luogo della
Parola, in asse con l’altare e con alle
spalle la croce e la vetrata, aiuta il
costituirsi di un’assemblea orientata
all’Alterità, che i francesi chiamano
«éspace de gioire» (lo spazio di glo-
ria così efficacemente simbolizzato
soprattutto dall’abside principale
delle antiche cattedrali). Nell’area
parigina e dell’Ile- de-France questo
modello assai significativo è stato
più volte realizzato. Vi assicuro che
celebrare l’eucaristia domenicale in
questa chiesa parrocchiale — forte-
mente voluta dall’arcivescovo Jean-
Marie Lustigier — è un’esperienza
veramente unica, poiché la disposi-
zione dei poli liturgici aiuta efficace-
mente a capire la celebre affermazio-
ne di Sacrosanctum concilium: «Le
azioni liturgiche non sono azioni pri-
vate ma celebrazioni della Chiesa,
che è “sacramento dell’unità”, cioè
popolo santo radunato e ordinato
sotto la guida dei vescovi. Perciò tali
azioni appartengono all’intero corpo
della Chiesa, lo manifestano e lo
implicano; ma i singoli membri vi
sono interessati in diverso modo,
secondo la diversità degli stati, degli
uffici e della partecipazione effetti-
va» (n. 26). Lo stesso impianto si
trova anche nella chiesa storica dei
Gesuiti di Saint-Ignace in rue de
Sèvres a Parigi (in questo caso però
si tratta di adeguamento liturgico),
dove in un contesto diverso si ripete
la medesima esperienza della cele-
brazione comunionale della Liturgia.
La lista si farebbe veramente lunga
se dovessi dire dettagliatamente del-
le restanti chiese visitate, ciascuna
avente ovviamente caratteristiche
peculiari, ma al tempo stesso espres-
sione della preoccupazione comune
di rendere visibile per l’uomo d’oggi
il mistero della Chiesa, specialmente
quando essa celebra i misteri che le
permettono di riconoscersi in modo
eminente come tale, interamente al
servizio dell’annuncio del regno di
Dio. Così non dirò degli straordinari
tentativi di aprire la Chiesa al mon-
do, così come si possono vedere alla
Défense (Notre-Dame-de-Pentecôte,
Puteaux, 2001); nel 15° Distretto di
Parigi (Notre-Dame-de-l’Arche-
d’Alliance); a Créteil (Notre- Dame,
da pochi giorni dedicata); o ancora
ad Evry (Cathédrale de la Résurrec-
tion, 1995, progetto di Mario Botta)
e in tanti altri luoghi tutti veramente
significativi, Un gradita variante di
questo straordinario tour è stata la
visita alla bella Moschea di Créteil,
edificata secondo criteri interamente
occidentali, anzi tipicamente france-
si, con la precisa intenzione di esclu-
dere influenze arabe..., e infine lo
Spazio di meditazione all’aperto del-
l’UNESCO a Parigi. Al centro di
questo singolare spazio ricurvo alta-
mente risonante, tipico luogo di
memoria per tutti i popoli, ho invita-
to i partecipanti a cantare insieme
l’inno Luce gioiosa, proprio quando
eravamo giunti al tramonto del sole,
e le pietre intomo ci ricordavano
potentemente (perché da lì proven-
gono) il buio della morte che proprio
settantanni fa inghiottì a Hiroshima e
Nagasaki migliaia di vittime della
terribile esplosione generata dalla
bomba atomica. Insomma una vera
esperienza esaltante!
Certo, gli orizzonti culturali del
popolo francese sono ben diversi da
quelli della gente italica, tuttavia... A
questo punto mi chiedo ancora una
volta: che cosa ne è stata nella nostra
Diocesi della tanto decantata Rifor-
ma liturgica, specialmente dopo aver
ricordato nel 2013 il cinquantesimo
anniversario della Costituzione sulla
Sacra Liturgia? Che dire sulla quali-
tà delle chiese di nuova costruzione,
che malgrado tutto continuiamo a
edificare? Per quanto riguarda gli
adeguamenti, probabilmente pensia-
mo di essere a posto dopo aver rea-
lizzato nelle nostre chiese i soliti
interventi raffazzonati di pronto
impiego (altro che Arte!) quasi sem-
pre dovuti unicamente all’estro del
parroco, che la Visita reale in corso
sta puntualmente rilevando, ma fino-
ra senza riuscire purtroppo a trovare
un rimedio efficace. Suggerimenti ai
parroci ne sono stati dati, come pure
qualche semplice sussidio è stato
pubblicato per incoraggiare soprat-
tutto gli «inadempienti» a iniziare un
percorso virtuoso, non solo per
andare oltre la sistemazione artigia-
nale dell’altare in modo da consenti-
re la celebrazione versus populum,ma per adeguare l’intero spazio cele-
brativo di ciascuna chiesa. Questa
infatti dev’essere l’icona parlante di
una Chiesa che mentre celebra i divi-
ni misteri, al tempo stesso sperimen-
ta di dover essere presente al mondo
per il mondo presente.
Carmelo Signorello
Ufficio diocesanoper i Beni culturali direttore
Prospettive - 18 ottobre 2015 11
Arte, Architettura, Liturgia
Si è conclusa la mostra
foto-poetica “Come
raggiungerti…”, aperta al pubblico
per una settimana presso la
location della Libreria “Vicolo
Stretto” nella pittoresca via
Santa Filomena. La kermesse
ha suscitato molta curiosità e
interesse, e ha avuto come
evento socio-culturale, il
momento clou nel corso della
cerimonia d’inaugurazione. Il
soggetto della mostra accosta il
linguaggio poetico di Giovanni
Sollima (psichiatra poeta)
all’immagine fotografica d’i-
spirazione naturalistica di
Maria Pia Scollo. Gli autori,
colleghi, tra l’altro, in un fronte
di lavoro socio-sanitario parti-
colarmente sensibile ed esposto
quale l’ambito del disagio psi-
chico e delle malattie mentali,
hanno raggiunto un livello d’in-
tegrazione espressiva d’ordine
percettivo ed estetico. La serata
del vernissage si è svolta, oltre
che sul percorso di scoperta nell’iter
di visione espositiva dei pannelli
foto-poetici, anche sulla dinamica
musicale dell’espressione del flauto,
magistralmente suonato da Loreda-
na Sollima, che ha accompagnato
con l’interpretazione dei versi
recitati da Sollima, un ideale
viaggio senso-percettivo foto-
poetico. La foto-poesia fa
coincidere in un’unica opera,
immagine fotografica e poe-
sia, parallelamente create e
specularmente ispirate, in un
connubio unico e originale,
scaturigine di forma e signifi-
cati. Non meramente la poe-
sia affiancata alla foto o vice-
versa, ma entrambe si compe-
netrano in un ricercato mes-
saggio e in un’originale resa
stilistica. La peculiare esposi-
zione “Come raggiungerti…”
prende il titolo da una delle
opere in mostra e si pone
come ideale ed esistenziale
interrogativo estetico del tra-
sferimento del messaggio. Si
presuppone che altri progetti
espositivi avranno altre opere
guida come denominazione di evolu-
tivi ulteriori eventi foto-poetici. L’e-
sperienza dei due autori è “in pro-
gress” e prevede altri momenti in
mostra presso altri siti, sull’onda
d’una ricerca espressiva e di un per-
sonale incontro con lo spettatore,
fruitore attivo e target di dialogo nel-
la percezione di poetica ed interpre-
tazione di significato. Una kermesse
che ha evidenziato un connubio di
grande musicalità poetica e una spe-
ciale empatia con il flauto che ha
riscosso plauso notevole da parte del
pubblico, anche per quel suo inten-
dere l’evento come esercizio di uma-
nità appassionante e intellettuale
insieme. Fil rouge: un pensiero filo-
sofico ha illuminato la serata, tro-
vando un legame profondo tra queste
arti e la vita in un algoritmo di eccel-
lenze e, come sottolinea Sollima, “è
così che guardo al futuro: sapendo
che ho tantissimo da imparare, ma
che la mia mente è aperta”.
L.B.
ESPERIENZE
Internazionali
Mostra foto-poetica “Come raggiungerti…”
Cattedrale Parigi
Prospettive - 18 ottobre 201512
RUBRICHE
Al convegno “Il Trapian-to Emopoietico: Pro-
blematiche Cliniche ed Istituzionali”svolto all’Istituto Oncologico delMediterraneo di Viagrande, hannopartecipato medici e studiosi di tuttala Sicilia e il rappresentante delMinistero della Salute e del CentroNazionale dei Trapianti Letizia
Lombardini. Dopo i saluti di Paolo
Cantaro, Direttore Generale Azien-da Policlinico Vittorio EmanueleCatania, sono intervenuti: Etta Con-
ticello, Alessandra Cupri, Salvato-
re Leotta, Andrea Spadaro, (Ospe-dale Ferrarotto Catania), Luca Lo
Nigro (Policlinico Catania), Gaeta-
no Moschetti (IOM). ModeratoriRosario Giustolisi (IOM), Vito
Sparacino (Centro regionale Tra-pianti Pa), Maurizio Musso (LaMaddalena PA). “Si sono considera-ti – afferma il direttore del corsoGiuseppe Milone (Ferrarotto Cata-nia) - i risultati ottenuti con la costi-tuzione del Programma di Tra-
pianto Emopoietico Congiunto
Metropolitano di Catania, qualeesempio di integrazione e collabora-zione fra strutture differenti e affron-tati alcuni argomenti di natura gene-rale condivisi da tutta la oncoemato-logia, essenziali nella messa in operadel trapianto stesso: l’utilizzo deinuovi antiemetici, dei nuovi agentiper la mobilizzazione delle CSE(cellule staminali emopoietiche) edegli antimicotici sistemici in profi-lassi e terapia”. Approfonditi, in par-ticolare i programmi di trapiantoemopoietico in Italia e a Catania,modalità di funzionamento dei pro-grammi congiunti e loro utilità;risultati ottenuti nel trattamento del-la Leucemia Acuta Mieloide; utiliz-zo dell’autotrapianto nei tumoriinfantili; l’emesi dopo chemiotera-pia: un problema ancora non del tut-to risolto; profilassi e terapia delleinfezioni micotiche; dose di CSE e
risultati clinici ottenuti con l’auto-
trapianto nel Linfoma.L’avv. Ettore Denti, presidente pro-vinciale AIOP, ha dichiarato: “I tra-pianti metropolitani sono uno stru-mento avanzato e vincente, in Italia
c’è ne sono sei, quello di Catania èveramente operativo e probabilmen-te è il terzo come produzione in Ita-lia, contribuendo in maniera sostan-ziale alla riduzione della migrazionesanitaria. Prima della fine dell’annofaremo una riunione e in due annisaremo autosufficienti, non esporte-remo più pazienti”.Il “Trapianto emopoietico”, rap-presenta una area in cui Catania èattivamente presente da più di 20anni con risultati in linea con quelliottenuti in altri Centri Italiani edesteri. Questa procedura è impiegatanel trattamento delle “neoplasie
onco-ematologiche” delle leucemieacute, ma il “trapianto autologo”
trova estesa indicazione anche neltrattamento del mieloma multiplo edei linfomi ricaduti, dopo terapiaconvenzionale.In una ottica di razionalizzazionedelle risorse, le tre Unità clinicheattive nel trapianto di midollo: Unità
Trapianto Emopoietico Ospedale
Ferrarotto, Trapianto Pediatrico e
Trapianto Autologo Istituto Onco-
logico del Mediterraneo, pur appar-tenendo ad aziende Ospedaliere dif-ferenti, si sono fuse in unico Pro-gramma di Trapianto diretto da Giu-
seppe Milone. Ciò con l’intento dimigliorare ancora i risultati e dioffrire al paziente procedure pronte
ed efficaci. Questa fusione in primoluogo faciliterà il raggiungimento diuno standard di qualità di eccellenza.L’utilizzo del “trapianto allogeni-
co” rappresenta infatti oggi il tratta-mento post-remissionale di sceltanella maggioranza delle leucemieacute. Se già molto è stato fatto nel-l’area del “trapianto emopoietico in
Sicilia”, tanto rimane ancora da fare,in quanto la migrazione sanitaria nelsettore rappresenta nella nostra isolaun problema solo in parte risolto, siain area pediatrica che in quella delleemopatie dell’adulto. La creazionedi una rete in Sicilia, il riequilibriodei posti letto e la attuazione deldecreto assessoriale 26 ottobre 2012con la giusta valorizzazione dell’esi-stente, rappresentano i passi neces-sari al miglioramento ed al recuperodei pazienti, evitando di affrontare iviaggi della speranza.
Lella battiato
Nasce il programma congiunto metropolitano di Catania
Convegno presso Istituto Oncologico del Mediterraneo a Viagrande sul trapianto emopoietico
Serata sorprendente alMetropolitan di Cata-
nia, che ha offerto una grande edi-zione con colori e colonne sonoreminimaliste, vivaci ed avvolgentiper la conclusione della tredicesimaedizione del TrailersFilmFest, slo-gan “insegui i tuoi sogni”, festivaldei trailer e promozione cinemato-grafica diretto da Stefania Bianchi,unico festival in Italia ed Europa chepremia i migliori trailer e le lorocase di distribuzione e con i registiGianni Amelio, Eleonora Danco eMaccio Capatonda, l’attore Her-
bert Ballerina e i migliori profes-sionisti del cinema italiano. Si ètenuto nell’ex Monastero dei Bene-dettini, sede del Dipartimento diScienze Umanistiche dell’Universi-tà di Catania e presso il cine-teatroMetropolitan e durante le quattroserate del festival, presentate dal-l’attrice Antonella Salvucci (L’edu-
cazione sentimentale di Eugenie;
Midway – Tra la vita e la morte;
L’amico di famiglia), sono statiproiettati due lungometraggi inassoluta anteprima italiana, Maze
Runner - La fuga e Lo stagista ina-
spettato.La giuria, presieduta da Federica
Pierattelli (General Manager Uni-versal Publishing Production MusicItaly) e composta dai giornalistiOscar Cosulich (Il Mattino e L’E-spresso); Francesca Nocerino
(Tg2); Marco Spagnoli (Direttoredel Giornale dello Spettacolo) eMichela Tamburrino (La Stampa)ha premiato: Miglior Trailer Italia:Il racconto dei racconti, trailermaker Enrico Cafrullo; Europa: Lateoria del tutto; World: AmericanSniper. Miglior Trailer votato dalpubblico: Italiano Medio, trailermaker Maccio Capatonda. MigliorLocandina italiana: Il nome del
figlio, di Brivi-do&Sganascia.La giuria del con-corso Pitch Trai-ler, formata daEnrico Bufalini,direttore ArchivioStorico IstitutoLuce; Luciano
De Simone,responsabile marketing Filmauro;Marcello Foti, direttore generaleCentro Sperimentale di Cinemato-grafia; il giornalista Ansa, France-
sco Gallo e Carlo Rodomonti,responsabile marketing di 01 Distri-bution hanno votato: Miglior PitchTrailer: Il Nostro Paradiso, regia diSalvo Campisano; Miglior Book-trailer: quello diretto da Giovanni
Flaccomio per il libro Esca Viva, diAmbra Vera, edizioni Akkuaria;Miglior Videogame Trailer: DeusEx: Mankind Divided, sviluppato daEidos, pubblicato da Koch Media;Premio Film Rivelazione: VergineGiurata, di Laura Bispuri. Il Trai-lers FilmFest ha quindi consegnatoa La Sicilia, rappresentata daOmbretta Grasso, un Premio Spe-ciale in occasione dei 70 anni delquotidiano.Numerosi gli eventi e gli incontridel Trailers FilmFest di quest’anno,da quello sul videogame, a cura diAndrea Guglielmino e della reda-zione di Everyeye.it al workshopADV 3.0 sviluppare la propria capa-
cità creativa, a cura di Massimo
Cipollina e Andrea Tubili, VfxSupervisor e Art Director dellaLightcut Film, che per tre giorni haesplorato tutte le fasi del processocreativo e offerto l’occasione diconoscere strumenti progettuali,soluzioni creative e registri stilisticidisponibili. Molto importanti le col-laborazioni con i partner qualil’IPSSAR, l’Istituto ProfessionaleAlberghiero ‘Karol Wojtyla’ di
Catania, che ha visto impegnati igiovani allievi nell’accoglienzadurante tutti gli eventi. Nelle paroledella dirigente Daniela Di Piazza,“Il tema di quest’anno del festival èstato ‘Insegui i tuoi sogni’, quantomai appropriato nella nostra con-temporaneità: di sicuro il festivaloffre ai ragazzi della nostra scuolaun’ottima esperienza pratica e for-mativa”. Guardando al futuro con “I
have a dream” si chiude tra gliapplausi di un folto pubblico giova-ne e selettivo il festival con progetti,videomapping, immagini fotografi-che tipiche del territorio di Catania,twitter, live streaming e per la cartastampata volantini con gadget inarea food presentati da ragazzi delDipartimento di Scienze Politiche.Una ventata di originalità che ha fat-to risaltare il valore dei laboratoricon il coinvolgimento dei parteci-panti, veicolando messaggi emozio-nali che hanno coinvolto il pubblicoe il trailer viene declinato come pro-mozione per i giovani e strategiesociali. Stefania Bianchi evidenzia“Sono i sogni il motore dei grandicambiamenti. Certo, un sogno puòimplicare sacrifici, rinunce e sforziimmani, ma solo chi non rinuncia aipropri sogni compie grandi passi.Penso soprattutto alle nuove genera-zione perché è anche con i sogni chesi costruisce un futuro migliore pertutti. L’immagine di questa edizioneè un inno a non smettere di sognare”.
Artemisia
“Insegui i tuoi sogni”Chiusura red carpet per TrailersFilmFest 2015 a Catania
UCSI
L’UC-
SI (Unio-ne Cattolica
Stampa Italia-na) della provincia di Catania, haorganizzato due seminari di forma-zione ai quali l’Ordine dei Giornali-sti ha concesso quattro crediti pro-fessionali per ciascun incontro.Il primo seminario si svolgerà saba-to 24 ottobre presso l’Istituto Leo-nardo da Vinci - Via De La Salle -Catania con inizio alle ore 16 e avràcome tema: “Scrivendo di Chiesa
con pertinenza di contenuti e di
linguaggio”.
È una tematica specifica della fun-zione giornalistica nell’uso dei ter-mini appropriati al linguaggio spe-
cifico del clero e della Chiesa, sen-za fare confusione e usare terminiapprossimativi.Interverranno: Don Paolo Buttiglie-ri, consulente Regionale UCSI, ilquale svilupperà il tema “La mis-sione” della Chiesa: “comunicare”la “buona notizia”.Il Presidente Ucsi della Provincia diCatania, Prof. Giuseppe Adernò,approfondirà il tema: “La comuni-cazione e la proprietà di linguag-gio”, mentre il dott. Antonino Blan-dini analizzerà “La terminologiaecclesiale nelle cronache religiose”ed infine il Prof. Orazio Condorelli,Docente di Diritto Canonico Uni-versità di Catania, analizzerà “Il lin-guaggio sulle tematiche relative apersone e istituzioni ecclesiastiche,
anche alla luce delle modifiche deiprocessi di nullità matrimoniale”.Il secondo seminario avrà luogodomenica 25 ottobre alle ore 16,30,presso il Palazzo Biscari nell’ambi-to della cerimonia di conferimentodell’onorificenza di Cavaliere deiDiritti Umani agli uomini di Statoche si sono distinti nella salvaguar-dia della società civile.La riflessione su “I diritti umani,
un valore da custodire” sarà pre-sentata dall’avv. Barbara Quercia,vice presidente vicario della LegaItaliana dei Diritti dell’UomoComitato Regionale Siciliano; dalgiornalista On. Salvo Fleres, e dalProf. Giuseppe Adernò, presidenteUcsi Provincia di Catania.
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Incontri di formazione per i giornalisti
Nella foto il Dr. Milone